La rinascita delle pratiche filosofiche: Hadot Nussbaum ... · 4 Discorso sulla filosofia e...

La rinascita delle pratiche filosofiche:

Hadot Nussbaum Foucault

Massimiliano Biscuso

6 febbraio 2016

M. Biscuso, La rinascita delle

pratiche filosofiche 2

Il compito della filosofia

Hadot: la filosofia non è tanto «discorso» fine a se stesso, ma soprattutto«scelta di vita», cioè «strumento di superamento di se stessi e diaccesso al piano della ragione universale e dell’apertura al prossimo».

Nussbaum: la filosofia, cioè «la ricerca della stringenza logica, dellacoerenza intellettuale e della verità, libera gli uomini dalla tiranniadegli usi e delle convenzioni, formando una comunità di persone chesono in grado di farsi carico della propria vita e del proprio pensiero».

Foucault: la costituzione di «un’etica del sé», di cui i filosofi antichifurono maestri, è oggi forse impossibile, eppure rimane «un compitourgente, fondamentale, politicamente indispensabile, se è vero che,dopotutto, non esiste un altro punto originario e finale, di resistenza alpotere politico, che non stia nel rapporto di sé con sé».

6 febbraio 2016 M. Biscuso, La rinascita delle

pratiche filosofiche

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Pierre Hadot:un’etica della trascendenza



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Discorso sulla filosofia e filosofia come stile di vita

Secondo gli stoici, le parti dellafilosofia, ossia la fisica, l’etica ela logica, non erano parti dellafilosofia stessa, ma parti deldiscorso filosofico. Volevanodire che, quando si trattad’insegnare la filosofia, si deveproporre una teoria della logica,una teoria della fisica, unateoria dell’etica. Le esigenze deldiscorso, insieme logiche epedagogiche, obbligano a farequeste distinzioni.

Ma la filosofia stessa, e cioè ilmodo di vivere filosofico, non èpiù una teoria divisa in parti,ma un atto unico che consistenel vivere la logica, la fisica el’etica. Allora non si fa più lateoria della logica, ossia del benparlare e del ben pensare, ma sipensa e si parla bene, non si fapiù la teoria del mondo fisico,ma si contempla il cosmo, nonsi fa più la teoria dell’azionemorale, ma si agisce in manieraretta e giusta.



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Gli esercizi spirituali

• L’esercizio spirituale è «una pratica volontaria, personale, destinata a operare una trasformazione dell’individuo», una conversione.

• Gli esercizi presuppongono una disposizione d’animo fondamentale, l’attenzione, cioè la concentrazione sul presente, su quanto si pensa, immagina, fa.

• Gli esercizi spirituali si distinguono in:

– esercizi di meditazione ed esercizi di controllo di sé;

– esercizi di concentrazione dell’io ed esercizi di espansione dell’io.



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Esercizi spirituali e filosofia antica

1. Esercizi di meditazione:a) apprendimento dei dogmi e dei precetti della scuola

(esercizi di memorizzazione e di scrittura), in modo che siano sempre «a portata di mano»;

b) praemeditatio malorum;

c) praemeditatio mortis;

d) “sguardo dall’alto” (fisica).

2. Esercizi di controllo di sé:a) esercizi di controllo del desiderio;

b) esame di coscienza mattutino;

c) esame di coscienza serale;

d) confessione.



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Esercizi spirituali in Che cos’è la filosofia antica?

• Esercizi di concentrazione dell’io

– Ascesi

– Concentrazione sul presente, la morte

– Esame di coscienza

• Esercizi di espansione dell’io

– Espansione dell’io nel cosmo

– Lo sguardo dall’alto

– La fisica

– Il rapporto con l’altro



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Attualità degli esercizi spirituali

«Credo fermamente, ingenuamente forse, nella possibilità, per l’uomomoderno, di vivere non già la saggezza (gli antichi perlopiù nonriconoscevano questa possibilità), ma un esercizio, sempre fragile, dellasaggezza, nella triplice forma definita […] da Marco Aurelio: sforzo dipraticare l’oggettività nel giudizio, sforzo di vivere secondo la giustizia e alservizio della comunità umana, sforzo di prendere coscienza della nostracondizione di parti dell’universo (esercitandosi a partire dall’esperienzavissuta del soggetto concreto, vivente e senziente): questo esercizio dellasaggezza sarà dunque uno sforzo di apertura all’universale. In modo ancorpiù preciso, penso che l’uomo moderno possa praticare gli esercizi filosoficidell’antichità, pur separandoli dal discorso filosofico o mitico che liaccompagnava. Infatti, il medesimo esercizio spirituale può esseregiustificato attraverso discorsi filosofici estremamente differenti, che sonosoltanto tentativi maldestri, a posteriori, di descrivere e giustificareesperienze interiori la cui portata esistenziale sfugge alla fine a qualsiasitentativo di teorizzazione e di sistematizzazione».



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Bibliografia essenziale

• Esercizi spirituali e filosofia antica, nuova edizione ampliata, a cura e con una pref. di A.I. Davidson, Einaudi, Torino 2005 (ed. orig. 1981, 2002).

• La cittadella interiore: introduzione ai Pensieri di Marco Aurelio, Vita e Pensiero, Milano 2006 (ed. orig. 1992, 1997).

• Che cos’è la filosofia antica?, Einaudi, Torino 1998 (ed. orig. 1995).

• La filosofia come modo di vivere. Conversazioni con Jeannie Carlier e Arnold I. Davidson, Aragno, Torino 2005 (ed. orig. 2001).



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Marta Nussbaum:un’etica della libertà



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La terapia filosofica nelle scuole ellenistiche

Gli argomenti filosofico-terapeutici:

1) hanno il fine pratico di rendere migliore l’allievo;

2) sono relativi riguardo al valore, cioè rispondono ai desideri e ai bisogni profondi del paziente;

3) rispondono ai casi particolari;

4) sono diretti alla salute dell’individuo in quanto tale e non alla collettività;

5) implicano un uso della ragione pratica strumentale, cioè il ragionamento del filosofo non è parte intrinseca di ciò che una buona vita umana è in se stessa;

6) implicano che coerenza e chiarezza definitoria, le virtù esemplari di un argomento, abbiano un valore puramente strumentale;

7) presuppongono una marcata asimmetria dei ruoli maestro-allievo, analoga all’asimmetria medico-paziente;

8) scoraggiano il ricorso di vie alternative a quella proposta.



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Gli elementi di attualità

1) la «nuova attenzione posta alle questioni del bisogno e della motivazione»: alcontrario della filosofia morale contemporanea le etiche ellenistiche mostranoattenzione verso i bisogni concreti dell’interlocutore e le motivazioni che lospingono a fare filosofia;

2) l’«attenzione solerte alle tecniche di linguaggio e di scrittura filosofica»: lefilosofie ellenistiche utilizzano strategie retoriche e letterarie funzionali agliargomenti terapeutici che propongono, in modo da essere efficaci per l’allievo;

3) l’interesse «per la percezione particolare in quanto ingrediente della sceltabuona», cioè l’attenzione al particolare nel quale la norma deve concretizzarsi;

4) il «riconoscimento che i desideri, le intuizioni e le preferenze esistenti derivanodalla società e sono ben lungi dall’essere totalmente affidabili», al contrariodella filosofia morale moderna che, soprattutto nella versione utilitaristica, ha latendenza a trattare le preferenze e le intuizioni esistenti come basi affidabilidell’argomentazione;

5) infine l’aver riconosciute per prime nella storia del pensiero occidentale«l’esistenza di motivazioni e credenze inconscie».



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I rischi

1) la possibile subordinazione della ricerca della verità all’efficaciaterapeutica;

2) la tensione tra autonomia critica e manipolazione coercitiva nella curadell’allievo;

3) voler «produrre gente perfetta senza apportare cambiamenti profondialle condizioni materiali e istituzionali».

I filosofi ellenistici sono consapevoli, da un lato, che la loro filosofia haun’efficacia limitata a un circoscritto numero di individui, e dall’altro,che il successo terapeutico della loro filosofia non richiede cambiamentipolitici e sociali. Ma, affermando ciò, finiscono per far «dipendere lafioritura dell’umano dalle circostanze e, per dirla più enfaticamente, daqualcosa di diverso dalla filosofia», conseguenza per loro stessipalesemente inammissibile.



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Il fine pedagogico

«Il nostro paese ha intrapreso un esperimento assolutamentenuovo, ispirato agli ideali di autocontrollo e di educazionedell’umanità. A differenza di altri popoli, pretendiamo chel’istruzione superiore fornisca una preparazione generale ai futuricompiti del cittadino, non solo una preparazione specialistica infunzione di una determinata professione. Molto più di quantoabbiano fatto altri popoli, abbiamo allargato i benefici di questotipo di educazione a tutti i cittadini, qualunque fosse la classe, larazza, il sesso, l’etnia e la religione di appartenenza. La nostrasperanza è quella di unire i cittadini per mezzo di una complessacomprensione reciproca e per mezzo dell’“autoesame” individuale,creando una cultura democratica veramente deliberativa eriflessiva che non sia soltanto il risultato dello scontro di preferenze,non sottoposte a previo esame».



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• La fragilità del bene: fortuna ed etica nella tragedia e nella filosofia greca, il Mulino, Bologna (1996) 2004 (ed. orig. 1986, 2001).

• Terapia del desiderio. Teoria e pratica nell’etica ellenistica, presentazione di G. Reale, saggio integrativo di R. Davies, Vita e Pensiero, Milano 1998 (ed. orig. 1996).

• Coltivare l’umanità. I classici, il multiculturalismo, l’educazione contemporanea, Carocci, Roma 1999 (ed. orig. 1997).

• Nascondere l’umanità: il disgusto, la vergogna, la legge, Carocci, Roma 2005 (ed. orig. 2004).



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Michel Foucault:un’etica dell’immanenza



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La genealogia del soggetto di desiderio (1)

• La storia della sessualità e la nascita del soggetto di desiderio

• Il senso della ripresa degli “esercizi spirituali” di Hadot:

– « “Spiritualità” è la ricerca, la pratica e l’esperienza per mezzo delle quali il soggetto opera su se stesso le trasformazioni necessarie per avere accesso alla verità»

– « Filosofia è la forma di pensiero che si interroga su ciò che permette al soggetto di avere accesso alla verità»



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• «Conosci te stesso» e «prenditi cura di te stesso»

• Il momento socratico-platonico:– Distinzione tra cura di sé e arte della vita

– Cura di sé e attività politica

– Cura di sé e pedagogia

– Cura di sé e conoscenza di se stessi

– Cura di sé e amore filosofico



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• Il momento ellenistico-romano:– Arte della vita e cura di sé: economica, dietetica,

erotica

– Cura di sé come terapia

– Cura di sé e realizzazione dell’esistenza

– Cura di sé e conoscenza di sé

– Tecniche del sé:• Scrittura

• Esame di coscienza

• Askesis: a) melete (meditazione); b) gymnasia (esercizio)

– Libertà come autodominio



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• Il momento cristiano: le confessioni della carne:– Exomologhesis (rito in cui ci si riconosce come

peccatori e penitenti)

– Exagoreusis (confessione dei propri pensieri)

• Spiritualità antica e metodica moderna– Il “momento cartesiano”

– Esame cartesiano del sé paragonato con quello senechiano e con quello cristiano

– Sopravvivenze della cura di sé nella filosofia moderna



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Tecnologie del sé e governamentalità

• Si distinguono quattro forme di tecnologia

– Le tecnologie della produzione

– Le tecnologie del sistema dei segni

– Le tecnologie del potere

– Le tecnologie del sé

• «“Governamentalità” è l’espressione con cuiho designato l ’ interdipendenza tra letecnologie del dominio sugli altri e letecnologie del sé»



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Le radici cristiane del “governo di sé” (1)

• Il tema della “governamentalità ” nei corsidella fine degli anni Settanta– Dall’analisi delle tecniche moderne di governo della

popolazione emerge il tema del “governo di sé”, cioè diquell’insieme di tecniche offerte all’individuo, nell’ambitodella sua appartenenza alla popolazione, per la condotta disé in quanto soggetto

• Si pone l’accento in modo ancor più decisoche in passato sul lato soggettivo dellarelazione di potere– Il controllo si realizza attraverso l’imperativo di elaborare

una propria condotta individuale



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• Il meccanismo di direzione dei soggetti si effettua attraverso laproduzione di un certo sapere sulla soggettività

– Questione della verità del “ sé ” : il tema del modello“governamentale” del potere pone in primo piano l’analisi delletecniche storiche attraverso cui i soggetti sono stati obbligati a“manifestare la verità di sé”

• La fondazione negativa della produzione della “verità di sé” èl’ermeneutica del sé cristiana: confessione e esame di sé

– Discontinuità con l’antichità:

• Non più autonomia ma obbedienza al potere disciplinare

• Differenza delle nozioni di “sé”: punto di intersezione tra la serie deiricordi delle proprie azioni e quella degli atti che devono essere regolativs realtà segreta dell’individuo



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• La fondazione positiva: le filosofie moderne delsoggetto– L’ambiguità della posizione cartesiana

• La domanda: «[…] abbiamo davvero ancora bisognodi questa ermeneutica del sé? Forse il problema del sénon è scoprire cosa esso sia nella sua positività […].Forse il nostro problema, oggi, è scoprire che il sé nonè nient’altro che il correlato storico delle tecnologieche abbiamo costruito nella nostra storia. Forse ilproblema oggi è cambiare queste tecnologie. Inquesto caso, uno dei principali problemi politici deinostri giorni sarebbe, alla lettera, la politica di noistessi»



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Estetica dell’esistenza

• È «un modo di vivere il cui valore morale non sta né nellasua conformità ad un codice di comportamento, né in unlavoro di purificazione, ma in determinate forme opiuttosto in determinati principi formali generali nell’usodei piaceri, nel loro dosaggio, nei limiti che si osservano,nella gerarchia che si rispetta».

• Si tratta di fare della propria esistenza libera un’opera,frutto dell’arte della vita, capace di assicurare al soggetto ildominio di sé in tutte le circostanze dell’esistenza e di darealla propria condotta l’indirizzo che assicura la stima emerita il ricordo.



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Per un’ontologia critica di noi stessi

«Preferisco le trasformazioni circoscritte che possono averavuto luogo da vent’anni a questa parte in alcuni ambiti checoncernono i nostri modi d’essere e di pensare, le relazionid’’autorità, i rapporti tra i sessi, il modo in cui percepiamo lafollia o la malattia; preferisco queste trasformazioni, ancheparziali, […] alle promesse dell’uomo nuovo ripetute daipeggiori sistemi politici del xx secolo.

Caratterizzerò dunque l’ethos filosofico proprio dell’ontologiacritica di noi stessi come una prova storico-pratica dei limitiche possiamo superare, e quindi come un lavoro di noi stessisu noi stessi in quanto esseri liberi».



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• L’ermeneutica del soggetto, Corso al Collège de France (1981-1982), Feltrinelli, Milano 2003 (ed. orig. 2001).

• L’uso dei piaceri. Storia della sessualità 2, Feltrinelli, Milano 1991 (ed. orig. 1984).

• La cura di sé. Storia della sessualità 3, Feltrinelli, Milano 1991 (ed. orig. 1984).

• Un seminario con Michel Foucault. Tecnologie del sé, a cura di L.H. Martin, H. Gutman, P.H. Hutton, Bollati Boringhieri, Torino 1992 (ed. orig. 1988).

• Archivio Foucault. Interventi, colloqui, interviste, 3. 1978-1985, Estetica dell’esistenza, etica, politica, a cura di A. Pandolfi, Feltrinelli, Milano 1998 (ed. orig. 1994)

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