La ricetta di Donato Vena

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1 COME PORTARE A ZERO LO SPREAD - Donato Vena - LA RICETTA LA RICETTA 1970 miliardi Mini Titoli di Stato usati come Mini Titoli di Stato usati come Mini Titoli di Stato usati come Mini Titoli di Stato usati come Mini Titoli di Stato usati come moneta contante moneta contante moneta contante moneta contante moneta contante per rispar per rispar per rispar per rispar per rispar miar miar miar miar miar e e e miliar miliar miliar miliar miliar di d'inter di d'inter di d'inter di d'inter di d'inter essi essi essi essi essi sul debito pubblico sul debito pubblico sul debito pubblico sul debito pubblico sul debito pubblico Debito Pubblico

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Il libro di Donato Vena

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COME PORTARE A ZERO LO SPREAD- Donato Vena -

LA RICETTALA RICETTA

1970miliardi

Mini Titoli di Stato usati comeMini Titoli di Stato usati comeMini Titoli di Stato usati comeMini Titoli di Stato usati comeMini Titoli di Stato usati come

moneta contantemoneta contantemoneta contantemoneta contantemoneta contante

per risparper risparper risparper risparper risparmiarmiarmiarmiarmiareeeee

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sul debito pubblicosul debito pubblicosul debito pubblicosul debito pubblicosul debito pubblico

DebitoPubblico

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I tacchini di Mario

Il contadino Mario ad inizio anno ha un debito di2.000 euro con vari creditori e paga loro il 6% d'inte-resse per un totale di 120 euro all'anno.

Volendo ridurre debito ed interessi escogita un pia-no: monetizzare 50 contratti di prevendita di altret-tanti tacchini - del valore di 10 euro l'uno - da conse-gnare per il cenone di fine anno.

Mario darà alla scadenza i tacchini ai possessori dicontratto o, su loro richiesta, restituirà i 10 euro. Pa-gherà ad ognuno, inoltre, 10 centesimi d'interesse, pariall'1%.

L'astuto contadino va in paese con i 50 contratti edeffettua la prevendita dei tacchini incassando 500 euro.

Con la somma recuperata Mario estingue subito unquarto del suo debito, risparmiando 30 euro d'inte-resse - il 6% su 500 euro - che avrebbe dovuto paga-re a fine anno ai creditori.

Gli euro risparmiati Mario li destinerà: 25 per ri-durre ulteriormente il suo debito e 5 per pagare l'in-teresse di 10 centesimi ai 50 possessori di contratto.

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Morale della favola: perché l'Italia non fa come il con-tadino Mario?

I 2.000 euro sono i miliardi del nostro debito pubbli-co ed il 6% è il tasso d'interesse che paghiamo sui Btp

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a 10 anni.

Il valore dei 500 euro dei contratti di vendita dei tac-chini, sono i miliardi in Mini Titoli di Stato al portatore(tagli da 50, 100, 200 e 500 euro, al tasso d'interessedell'1% all'anno) che l'Italia immette nella liquidità delPaese, parificandoli a “moneta” corrente con appositodecreto legge.

I 500 miliardi di euro ritirati dalla liquidità italiana - so-stituiti dai Mini Titoli - vanno a ripagare parte del debi-to pubblico.

La differenza tra il 6% pagato sul debito pubblico el'1% pagato sui Mini Titoli di Stato al portatore, rap-presenta il risparmio sugli interessi che l'Italia può rea-lizzare.

Ecco in breve “la ricetta” descritta in questo libro.

Ora, per il bene degli italiani, occorre trovare solo uncontadino audace e convinto come Mario.

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Premessa

Leggendo attentamente la spending review del mi-nistro Giarda, elaborata successivamente dal commis-sario Bondi, ho riscontrato un punto debole: motivoper cui ho scritto questo libro.

Tutti i capitoli di spesa prevedono una riduzione deicosti negli anni, tranne quello che riguarda la spesasui tassi d'interesse pagati sul debito pubblico; 70,3miliardi di euro nel 2011 che nella previsione del go-verno tecnico, sono destinati a crescere, per arrivareprobabilmente nel 2015 ad oltre 90 miliardi.

Da un lato, si creano risorse riducendo la spesa pub-blica. Dall’altro si dà per scontato che una parte diqueste risorse, sarà assorbito dall’aumento dei tassid’interesse sul debito pubblico.

Circa 1.970 miliardi di debito pubblico che, manmano che scade, viene rinnovato, pagando alla spe-culazione finanziaria tassi d’interesse sempre più alti.

Negli ultimi mesi del governo Berlusconi, su alcuneemissioni di titoli si è superato addirittura il 7,2% d'in-teresse, per poi registrare un leggero calo dello spreaddopo la nascita del governo Monti, dove gli interessisulle emissione dei titoli decennali si sono posizionateintorno al 6%.

Il risultato ottenuto da Monti sull'uso del fondo sal-va-Stati, in funzione di “scudo anti spread” - nell'in-

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contro dei capi di Stato europei del 28 e 29 giugnoscorso - è un importante aiuto ai Paesi ad alto debitopubblico, ma non è la risoluzione del problema ita-liano.

Quando il fondo salva-Stati sarà operativo (dopo ilpronunciamento della Corte Costituzionale tedescaprevista per settembre?), la Bce potrà acquistare tito-li pubblici per calmierare i prezzi di collocamento, sem-pre che i singoli Paesi facciano richiesta ed abbianole carte in regola nei confronti dell'Europa, avendorispettato i vari vincoli. Un supporto che potrà, forse,garantire solo il non peggioramento della spesa so-stenuta sul debito pubblico italiano e non una ridu-zione della stessa già abbastanza alta.

Una spesa in ogni caso insostenibile che occorre ri-dimensionare trovando un modo per “acquistare” (omeglio “detenere”), come italiani, il debito pubblico(oggi circa il 40% è detenuto da stranieri, con per-centuali che hanno superato il 50% nelle emissionidell'ultimo anno), mettendo un freno agli alti tassi d’in-teresse voluti dalla speculazione finanziaria.

Reperire risorse pagando minori interessi sul debitopubblico è possibile; basta aprire la mente a nuovepolitiche economiche, scegliendo fin d’ora che a “pa-gare” il r ecupero delle risorse da investire per la cre-scita dell’Italia sia, questa volta, la speculazione in-ternazionale.

Detta in pillole, è questa la proposta che troverete

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nel libro.

Mettere in circolo nella liquidità nazionale dei MiniTitoli di Stato al portatore - da 50, 100, 200 e 500euro, ad un tasso fisso del 1% annuo e della duratadi 5 anni - da utilizzare come “seconda moneta” discambio in Italia.

Così facendo la parte di liquidità in euro ritirata esostituita con i Mini Titoli, si utilizza a ripagare i tra-dizionali titoli di Stato in scadenza bloccandone l'emis-sione per alcuni anni. Operazione, questa, che spo-sta un pezzo di debito pubblico, detenuto da soggettiesteri, alla liquidità interna italiana.

Il vantaggio? La differenza di tasso applicata suldebito!

Stiamo parlando di decine di miliardi di risparmioche possono essere utilizzati per la crescita e l'abbat-timento del debito pubblico.

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La situazione attuale

Il debito pubblico italiano è pari al valore nominale ditutte le passività lorde consolidate delle amministrazio-ni pubbliche (amministrazioni centrali, enti locali e isti-tuti previdenziali pubblici).

Il debito è costituito da biglietti, monete e depositi,titoli diversi dalle azioni (esclusi gli strumenti finanziariderivati) e prestiti, secondo le definizioni del SEC 95.

Al 31 dicembre 2011 i titoli di Stato rappresentavanocirca l’84% del debito pubblico italiano che oggi è dicirca 1.970 miliardi di euro (1.630 sono titoli di stato amedio e lungo termine e sono posseduti per circa un40% da soggetti stranieri).

Al 31 dicembre 2011 il debito era di 1.897,18 miliar-di, il Pil di 1.580,22 miliardi, con un rapporto debito/Pil, pari al 120,06% (come risulta dalla fonte del mini-stero dell’Economia e delle Finanze - notifica del defi-cit e del debito pubblico inviata alla Commissione eu-ropea ex Reg. CE 3605/93, così come modificato dalReg. 479/2009).

Il rapporto debito/Pil per il 2012 è previsto a 120,3%al netto dei soggetti dell'eurozona e del 123,4% consi-derando gli aiuti dati dall'Europa alla Grecia, Portogal-lo e Irlanda.

Il rapporto non dovrebbe aumentare, con il sostegnoprevisto per le banche spagnole e forse cipriote, in

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quanto il fondo salva-Stati (di cui l'Italia contribuiscecon il 17,9%), d'ora in poi, non graverà più sul debitopubblico dei paesi dell'eurozona.

Il Fondo monetario internazionale, invece, consideran-do un calo maggiore del Pil italiano, prevede che il rap-porto debito/pil si posizionerà a fine anno al 125%.

A titolo informativo, a pagina undici, riporto i dati ri-feriti all’evoluzione che ha avuto il debito pubblico edil Pil reali, negli ultimi 30 anni in Italia.

_______________

Quando parliamo di ammontare dei titoli di Stato incircolazione, ci riferiamo a tutti i titoli emessi dallo Sta-to, sia sul mercato interno (Bot, Ctz, Cct, Btp e BtpEi),sia sul mercato estero (programmi Global, Mtn e Cartacommerciale).

Il ministero dell’Economia e delle Finanze dispone re-golarmente l’emissione sul mercato interno di cinquecategorie di titoli di Stato disponibili sia per gli investi-tori privati sia per gli istituzionali:

1) Buoni ordinari del Tesoro (Bot);

2) Certificati del Tesoro zero coupon (Ctz);

3) Certificati di credito del Tesoro (Cct/CctEu);

4) Buoni del Tesoro poliennali (Btp);

5) Buoni del Tesoro poliennali indicizzati all’inflazio-ne europea (BtpEi).

Le loro caratteristiche le riportiamo di seguito ricor-dandovi che il taglio minimo è di 1.000 euro e che la

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ritenuta sugli interessi è del 12,50%.

Titolo - Durata - Remunerazione - Meccanismo d’asta- Rimborso

Bot - 3, 6 e 12 mesi (da 1 a 12 mesi); scarto d’emis-sione; asta competitiva sul rendimento; alla pari, in uni-ca soluzione a scadenza.

CtzZ - 24 mesi; scarto d’emissione; asta marginale condeterminazione discrezionale di prezzo e quantità emes-sa; alla pari, in unica soluzione a scadenza.

Cct / CctEu - 5 anni; cedole variabili semestrali, even-tuale scarto d’emissione; asta marginale con determi-nazione discrezionale di prezzo e quantità emessa; allapari, in unica soluzione a scadenza.

Btp - 3, 5, 10, 15 e 30 anni; cedole fisse semestrali,eventuale scarto d’emissione; asta marginale con deter-minazione discrezionale di prezzo e quantità emessa; allapari, in unica soluzione a scadenza.

BtpEi - 5, 10, 15 e 30 anni; cedole reali semestrali,eventuali scarto d’emissione e rivalutazione del capitalea scadenza; asta marginale con determinazione discre-zionale di prezzo e quantità emessa; in unica soluzionea scadenza.

Lo Stato italiano, inoltre, emette anche altri strumenti,in euro e in valuta, generalmente sottoscritti da investi-tori istituzionali. Tali emissioni offerte sui mercati inter-nazionali assumono la forma di obbligazioni a medio elungo termine, o di carta commerciale.

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Debito e Pil degli ultimi 30 anni - (Importi in milioni di euro)

Anno Debito reale PIL reale Rapporto D/P Governo

2010

2009

2008

2007

2006

2005

2004

2003

2002

2001

2000

1999

1998

1997

1996

1995

1994

1993

1992

1991

1990

1989

1988

1987

1986

1985

1984

1983

1982

1981

1980

1.843.014,66

1.791.204,31

1.705.101,88

1.692.154,41

1.701.794,57

1.659.488,76

1.611.228,53

1.584.805,62

1.594.080,65

1.620.376,67

1.592.569,14

1.609.883,01

1.600.599,16

1.608.384,99

1.603.651,23

1.580.994,15

1.546.908,94

1.442.833,22

1.331.485,42

1.246.749,47

1.173.542,03

1.103.013,90

1.042.552,73

966.038,36

882.422,62

804.850,71

721.047,44

646.194,30

58.563,14

529.843,20

503.681,15

117,21

115,98

106,30

103,62

106,65

105,94

103,90

104,42

105,69

108,79

109,17

113,70

114,94

118,06

120,89

121,55

121,84

115,66

105,49

98,59

95,22

93,31

90,83

89,11

85,12

80,90

74,90

69,40

63,14

58,46

56,08

1.572.388,00

1.544.443,49

1.604.068,53

1.633.072,56

1.595.740,88

1.566.423,38

1.550.721,21

1.517.763,04

1.508.290,35

1.489.512,32

1.458.807,01

1.415.851,82

1.392.577,26

1.362.347,67

1.326.492,12

1.300.695,97

1.269.604,76

1.247.458,29

1.262.181,07

1.264.575,61

1.232.415,75

1.182.069,14

1.147.749,72

1.084.043,09

1.036.706,96

994.851,77

962.666,14

931.069,85

919.448,33

906.337,01

898.077,63

Berlusconi

Berlusconi

Prodi / Berlusconi

Prodi

Berlusconi / Prodi

Berlusconi

Berlusconi

Berlusconi

Berlusconi

Amato / Berlusconi

D’Alema / Amato

D’Alema

Prodi / D’Alema

Prodi

Dini / Prodi

Berlusconi / Dini

Ciampi / Berlusconi

Amato / Ciampi

Andreotti / Amato

Andreotti

Andreotti

De Mita / Andreotti

Goria / De Mita

Craxi / Fanfani / Goria

Craxi

Craxi

Craxi

Fanfani / Craxi

Stadolini / Fanfani

Forlani / Spadolini

Cossiga / Forlani

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L’Eur opa e i suoi vincoli

Privilegiando il rigore rispetto alla crescita, l’Europaavvantaggia alcune nazioni a scapito di altre. Questo“status quo” procura enormi benefici alla Germania, checontinua a esercitare il suo strapotere sugli altri Paesidell’eurozona.

I principi fondamentali dell'Europa si basano sulla par-ziale limitazione della sovranità economica degli Stati inmateria di deficit, con trasferimento alla Banca centraleeuropea delle prerogative delle rispettive banche centrali(la politica dei cambi e la decisione sul tasso d’interesse).

In questo quadro, le diverse nazioni non possono ac-cedere al credito delle proprie banche nazionali, secon-do l’assioma che l’aumento della moneta in circolazio-ne implica solo inflazione (col pericolo di contagio adaltre nazioni).

Il costo più significativo dell’intera operazione è sta-to individuato nella cancellazione di fatto - grazie all’ado-zione di una moneta comune - della possibilità di agiresul tasso di cambio da parte dei singoli Stati.

La Bce ha dimostrato in questi anni di avere un soloobiettivo inderogabile: la lotta all’inflazione. Questa po-litica è andata a discapito dell’occupazione che è il pro-blema principale a cui oggi l'Europa deve dare una ri-sposta.

L’euro in queste condizioni crea iniquità soprattutto per-

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ché non da risposte solidali alla crisi dei debiti nazionalie lo stesso Trattato, privilegiando il rigore rispetto alla cre-scita, avvantaggia alcune nazioni a scapito di altre.

Riporto alcune delle rigidità in campo finanziarioespresse dalla Merkel che confermano la voglia di ege-monia della Germania sull’Europa e il vantaggio otte-nuto dalla situazione attuale:

- i dinieghi ad aumentare il finanziamento al fondo sal-va-Stati (Esfs/Esm oggi rinominato in “European stabi-lity mechanism”);

- frenare l’emissione di eurobond (che livellerebbe itassi d’interesse del debito pubblico delle nazioni);

- il rifiuto di aderire alla lettera d’intenti sulla crescitasottoscritta da dodici Paesi dell’Unione europea, com-presa l’Italia;

- l’imposizione agli altri Stati del vincolo del pareggiodi bilancio da inserire in Costituzione;

- i continui richiami a regole ferree e controlli dellaTroika (Bce, Ue e Fmi) sugli Stati per utilizzare il fon-do salva-Stati in funzione di scudo anti spread.

Un esempio vi metterà in luce i vantaggi che trae laGermania dalla situazione attuale.

Le condizioni di affidabilità economica della Germa-nia attirano capitali dall’estero sottoscritti in Bund a tas-so d’interesse poco più dell’1%. Successivamente, glistessi investitori tedeschi (privati e pubblici) reinvesto-no una buona parte di queste somme in titoli di Stato

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greci, spagnoli ed italiani, dove maggiore è lo spread,creandosi lucrosi guadagni.

Sempre per lo stesso motivo, le aziende tedesche rie-scono a reperire crediti, dalle banche o dall'emissionedi proprie obbligazioni, per investire e crescere a costibassissimi a differenza delle aziende italiane, spagnole,portoghesi e greche che devono pagare il costo del de-naro molto più caro.

Tra l'altro, è stato dimostrato che se non fosse statointrodotto l’euro, il marco tedesco si sarebbe rivaluta-to di oltre il 40%, riducendo notevolmente le esporta-zioni tedesche verso l’estero a discapito della propriaeconomia.

La Germania, quindi, è stata ed è favorita anche dal fat-to che la moneta unica ha impedito agli altri Paesi euro-pei di ricorrere a svalutazioni che avrebbero permesso unrecupero di competitività sui mercati internazionali.

Questa situazione, chiusa in binari ben delineati, deveessere interrotta utilizzando, dove è possibile, le stesseregole che l’Europa impone.

La proposta che in modo più specifico vi propongonei prossimi capitoli rispetta le regole europee e poneun freno a storture economiche che oggi Paesi come ilPortogallo, l'Irlanda, l’Italia, la Grecia e la Spagna (Pii-gs), devono pagare alla speculazione internazionale.

Lo ripeto in pillole: l'Italia (ma così potrebbero fareanche gli altri Stati europei con un elevato spread e de-bito pubblico) deve emettere Mini Titoli di Stato al por-

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tatore, d’importo pari al valore di alcune banconote ineuro (50, 100, 200 e 500 euro). Questi Mini Titoli van-no utilizzati dagli italiani come fossero una seconda mo-neta di scambio nell'economia nazionale.

Con la liquidità raccolta, invece, l'Italia ripaga i tradi-zionali titoli di Stato che vanno in scadenza.

Il vantaggio della proposta consiste nello stabilire epagare un tasso d'interesse predefinito, sui Mini Titolidi Stato al portatore (1% annuale, pagabile in un'unicasoluzione al quinto anno), molto più basso di quelloche il mercato richiede. Così si genera dalla differenzadi tasso un risparmio sugli interessi pagati, quantificatoin decine di miliardi di euro oggi dati “in pasto” allaspeculazione finanziaria internazionale per l'alto differen-ziale di spread.

I Mini Titoli di Stato al portatore, con apposito de-creto legge del governo, vengono parificati a “monetacontante” utilizzabile in qualsiasi operazione di pagamen-to per acquisti di beni e servizi nel territorio italiano.

Una grande boccata d’ossigeno per l'economia italia-na che, convertendo parte del proprio debito pubblicoin Mini Titoli di Stato al portatore, risparmierebbe de-cine di miliardi d'interesse non emettendo per alcuni annititoli di Stato tradizionali.

Non solo risparmio da destinare alla crescita e alla ri-duzione del debito ma, come vedremo nei prossimi ca-pitoli, anche altri vantaggi che possono stimolare la cre-scita del Paese.

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La Bce in pillole

La Bce è la Banca centrale per la moneta unica euro-pea dell'euro.

Il compito principale della Bce è preservare il potered’acquisto della moneta unica assicurando il manteni-mento della stabilità dei prezzi nell’eurozona.

Gli obiettivi dell’Unione Europea (articolo 2 del Trat-tato) sono un elevato livello di occupazione e una cre-scita sostenibile e non inflazionistica, un intento questodi cui i notabili della Bce ricordano solo l’ultima parte:“non inflazionistica”.

Le funzioni fondamentali, in base al Trattato che isti-tuisce la Comunità Europea (articolo 105, paragrafo 2)sono:

- definire e attuare la politica monetaria per l’area euro;

- svolgere le operazioni sui cambi;

- detenere e gestire le riserve ufficiali dei paesi del-l’area euro;

- promuovere il regolare funzionamento dei sistemi dipagamento;

- in collaborazione con le banche nazionali europee(oppure direttamente dagli operatori economici), la Bceacquisisce le informazioni statistiche necessarie per losvolgimento dei propri compiti;

- contribuisce alla regolare conduzione delle politicheperseguite dalle autorità competenti in materia di vigi-

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lanza, prudenziale sulle istituzioni creditizie e di stabilitàdel sistema finanziario.

E' stato previsto dal Consiglio europeo di luglio scorsoche la Bce abbia anche l'affidamento della nascente au-torità europea di vigilanza che controllerà la gestione delfondo salva-Stati in funzione di scudo anti spread.

La Bce, inoltre, intrattiene relazioni operative con isti-tuzioni, organi e consessi in seno e al di fuori dell’Unio-ne europea, sempre negli ambiti di competenza e ha ildiritto esclusivo di autorizzare l’emissione di bancono-te all’interno dell’area euro (pianificando strategie e co-ordinamento delle funzioni di produzione ed emissionedelle banconote in euro).

Questo punto vincola i paesi aderenti a non batteremoneta e a far sì che la dichiarazione di Berlusconi (diseguito riportata) venisse presa come un’uscita estem-poranea estiva.

Berlusconi - 1° giugno 2012

"La crisi economica non è risolvibile dal nostro in-terno. Il governo Monti deve riprendere da dove ave-vamo lasciato e cambiare la sua linea politica.

Dobbiamo andare in Europa a dire con forza chela Bce deve iniziare a stampare moneta. Così cambial'economia.

La Banca centrale europea deve cambiare la pro-pria missione, deve diventare il garante di ultima istan-

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za del debito pubblico e cominciare a stampare mo-neta. Altrimenti, in caso contrario, dovremmo avere laforza di dire ciao ciao euro, e cioè uscire dall'euro re-stando nella Ue o dire alla Germania di uscire lei dal-l'euro se non è d'accordo".

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Pareggio di bilancioIl nuovo art. 81 della Costituzione

In un silenzio assordante nei mesi scorsi un pezzo fon-damentale della nostra Costituzione è stato modificato.

Si tratta del pareggio di bilancio imposto come rego-la per le pubbliche amministrazioni e agli enti locali, in-serito in Costituzione.

Voluto dalla politica europea, questa scelta condizio-nerà fortemente negli anni futuri gli stati nazionali.

L’Italia, con il suo grande debito pubblico, dovrà faresacrifici doppi ed inventare “nuove politiche economi-che”, soprattutto se non sarà capace di riavviare la cre-scita del Paese.

Bisogna prendere atto che, avendo accettato questovincolo in Costituzione e votato in parlamento senza unminuto di discussione il “fiscal compact” - trattato Ueche impone di ridurre il debito pubblico al 60% in ven-ti anni - non sarà più la politica ad incidere sull'econo-mia, ma sarà l'economia che inciderà sulla politica.

Di questi errori ce ne accorgeremo molto presto quan-do, in mancanza di crescita, bisognerà far quadrare iconti intaccando ancora una volta stato sociale, sanità,pubblico impiego e istruzione.

La Francia, su questa vicenda, sta percorrendo unastrada diversa. Il presidente Hollande, infatti, ha già di-chiarato che non metterà in Costituzione il pareggio di

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bilancio ma, impegnandosi a rispettarlo, lo regolamen-terà con legge ordinaria. Un modo intelligente per ri-spettare sia la promessa elettorale fatta agli elettori fran-cesi, sia le regole scelte dal Consiglio europeo.

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 95 del 03/04/2012 è statopubblicato il testo della legge costituzionale n. 1/2012che modifica l’art. 81 della Costituzione e, di conse-guenza, gli artt. 97 – 117 – 119.

I periodi più significativi della modifica sono i seguen-ti:

“Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spesedel proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avversee delle fasi favorevoli del ciclo economico.

Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al finedi considerare gli effetti del ciclo economico e, previaautorizzazione delle Camere adottata a maggioranzaassoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di even-ti eccezionali” (…)

“Il contenuto della legge di bilancio, le norme fon-damentali e i criteri volti ad assicurare l’equilibrio trale entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità deldebito del complesso delle pubbliche amministrazionisono stabiliti con legge approvata a maggioranza as-soluta dei componenti di ciascuna Camera, nel rispet-to dei principi definiti con legge costituzionale”.

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Il disegno di legge ha avuto un iter molto rapido:

- assegnato la prima volta in commissione il 28/04/2011, è stato approvato dall’aula della Camera il 30/11/2011 e dal Senato il 15/12/2011;

- riapprovato in seconda deliberazione dalla Camerail 06/03/2012 e dal Senato il 17/04/2012.

Entrambe le deliberazioni hanno ottenuto la maggio-ranza dei 2/3 escludendo il ricorso al referendum costi-tuzionale.

Promulgata dal Presidente della Repubblica il 20/04/2012, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 23 apri-le.

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Le proposte inviate a Monti

Il Governo Monti è il sessantunesimo governo dellaRepubblica Italiana, il secondo della XVI legislatura. E'stato nominato dal presidente della Repubblica Gior-gio Napolitano il 16 novembre 2011 in seguito alle di-missioni di Silvio Berlusconi del 12 novembre.

Proprio il 16 novembre 2011 ho scritto una lettera aMonti che è il preludio di come matura l’idea dei MiniTitoli di Stato al portatore da usare come seconda mo-neta di scambio nel mercato italiano.

Lettera aperta a Mario Monti

Di seguito, il testo della missiva.

Prima di tutto, presidente Monti, auguri per il suoincarico. Sono un contribuente italiano.

Le volevo sottoporre una proposta di mediazione su“patrimoniale sì, patrimoniale no” che ritengo effi-cace ed equa.

Nel 2012 ci sono in scadenza circa 440 miliardi dititoli di Stato. Per ridurre la quota di titoli di nuovaemissione e ripagare quelli in scadenza, può prevede-re una patrimoniale da restituire (o prestito forzato)del 5%, sui patrimoni superiori a 800.000 euro edemettere Btp a 5/10 anni (ad un tasso d'interesse paria zero) da consegnare ai contribuenti che hanno su-

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bito il prelievo.

Questa misura genera una disponibilità potenzialedi circa 60 miliardi di euro, con tre effetti immediati:

1. riduce significativamente l’entità della collocazio-ne di titoli di Stato nel 2012;

2. produce un risparmio sugli interessi, che ai tassiattuali, ammonta a circa 3,87 miliardi l'anno (som-me da destinare alla crescita del Paese);

3. non essere percepita dal contribuente come patri-moniale ma come prestito, a zero remunerazione, chequel 10% della popolazione italiana più ricca, fa alloStato e agli italiani in un momento di bisogno.

La suddetta proposta è integrata con l’emissione diBtp a 5 anni, ad un tasso di interesse prestabilito (paria quello tedesco che attualmente è 1,84%?), da asse-gnare in sostituzione di parte dello stipendio (quellosuperiore a 90.000 euro annui) ad amministratoripubblici, di società municipalizzate, di dipendentipubblici, di pensionati e ripagare parte dei crediti del-le imprese.

Non si tratta di un prelievo, ma di un pagamentocon titoli di Stato ad un tasso di solidarietà che è chie-sto a chi direttamente o indirettamente riceve un com-penso superiore a 90.000 euro l'anno dallo Stato.

Queste due azioni credo siano buone proposte di me-diazione per un governo tecnico come il suo. Tutto som-mato, lo sforzo che è chiesto ad un numero ristretto di

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italiani benestanti è abbondantemente sostenibile.

E' inutile segnalare che, poter decidere nel 2012 ditogliere dal mercato oltre 60 miliardi di euro, sostitui-ti dai titoli di Stato citati sopra, ridurrebbe enorme-mente la speculazione internazionale sull’Italia.

Ancora auguri di buon lavoro.

Reggio Emilia 16 novembre 2011

Alla lettera/proposta inviata al presidente Monti, se-gue il 28 dicembre 2011 una telefonata dalla segreteriadella presidenza del Consiglio che, chiedendomi l’indi-rizzo di casa, annuncia l’invio della risposta del pre-mier alla mia missiva del 16 novembre 2011.

Meravigliato e compiaciuto della telefonata, chiesi diricevere via email la risposta, ma mi venne detto: “perespressa richiesta del Presidente, dobbiamo inviare lalettera a casa”.

Mi convinsi che, vista la presenza di Monti nella suaprima uscita pubblica da presidente del Consiglio, pro-prio a Reggio Emilia il 7 gennaio, in occasione dellaricorrenza della festa del Primo Tricolore, l’invio dellalettera, teneva conto di questa tempistica; invece, cosìnon fu.

Una risposta scritta annunciata e mai pervenuta.

Dopo alcuni mesi di attesa, decisi di scrivere una se-conda lettera che rilancia le idee della prima e prospet-ta una proposta innovativa, stimolata dalla spending re-

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view su cui stava lavorando il ministro Giarda.

In particolare si tratta della parte di spesa pubblicache riguarda l'ormai insostenibile costo degli interessisul debito pubblico italiano; 70,3 miliardi di euro nel2011, aumentati notevolmente nei primi sette mesi del2012 e destinati ancora a crescere nel tempo per l'in-stabilità dello spread.

Seconda lettera al Presidente Monti

Di seguito, il testo della seconda missiva al premier.

Presidente Monti, il 28 dicembre scorso il suo uffi-cio di presidenza mi ha telefonato preannunciando l'in-vio della sua risposta scritta alla mia lettera del 16novembre 2011, giorno in cui ha avuto la nomina apresidente del Consiglio.

Da allora avrà ricevuto centinaia di lettere da altricittadini e ho apprezzato la costituzione di uno staffper rispondere a tutti, come ha comunicato lei stessoalla stampa.

Nella mia lettera le chiedevo:

- l'applicazione di una patrimoniale del 5% sui pa-trimoni superiori a 800.000 euro, da restituire ai con-tribuenti interessati con emissione di Btp a 5/10 annia interesse zero (generando una disponibilità di 60miliardi di euro, sottratta alla speculazione dellospread, con un risparmio sugli interessi di oltre 3,87

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miliardi l'anno da destinare alla crescita del Paese);

- pagare parte dello stipendio (quello superiore a90.000 euro annui) di pensionati, dipendenti pubbli-ci, amministratori e parte dei crediti delle imprese, conemissione di Btp ad un tasso d'interesse prestabilito(magari pari a quello tedesco) stornando dal pattodi stabilità dei comuni i pagamenti alle imprese, ef-fettuati con tali titoli.

Nel primo caso il contribuente non percepirebbe ilprelievo come una tassa ma come un "prestito forzatoa zero remunerazione" che quel 10% della popolazio-ne italiana più ricca farebbe allo Stato e agli italianiin un momento di bisogno.

Nel secondo caso un aiuto concreto da parte di chitrae un vantaggio dai rapporti lavorativi con lo Statoe gli enti pubblici, facendo risparmiare con la diffe-renza dei tassi d'interesse, ben oltre il miliardo di euro.

Sono passati circa 4 mesi, presidente Monti, ma nonho ancora ricevuto la sua lettera di risposta anticipa-tami dall’ufficio di presidenza del Consiglio.

Restando in fiduciosa attesa approfitto per proporleun'altra azione fiscale per reperire risorse da destina-re allo sviluppo:

- la polverizzazione di parte del debito pubblico inMini Titoli di Stato al portatore del valore di 50, 100,200 e 500 euro, utilizzabili dai possessori anche come"seconda moneta di scambio" quotidiana, ad un tas-so fisso dell’1%.

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Se convertiamo parte del debito pubblico in titoli alportatore di piccolo taglio (immessi nel mercato tra-mite il pagamento di stipendi, pensioni e con il paga-mento di debiti che lo Stato ha verso i creditori) que-sti sarebbero usati dagli italiani come seconda mone-ta di scambio oltre l'euro.

Il vantaggio per il possessore finale sarebbe anchequello di maturare un tasso di interesse per tutto ilsuo utilizzo (1% annuale), fino al cambio del titoloprevisto alla scadenza.

Lo Stato, invece, risparmierebbe la differenza tra iltasso prestabilito dei Mini Titoli al portatore e i tassiimposti dalla grande speculazione finanziaria (allafaccia dello spread!).

Mini Titoli di Stato al portatore usati per le opera-zioni quotidiane: dalla spesa al supermercato, al pie-no di benzina; dal pagamento dell'affitto, alla riscos-sione di parte della pensione.

Pur non condividendo molte delle sue scelte politi-che fatte finora, Presidente Monti, la saluto con stimarestando in fiduciosa attesa della sua risposta.

Reggio Emilia, lì 18 aprile 2012.

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La spesa pubblica

Prima di entrare nel merito della proposta riportiamoi dati della spesa pubblica italiana e uno stralcio degliobiettivi della spending review che il Consiglio dei mi-nistri ha presentato 30/04/2012.

La spesa pubblicaCategoria di spesa miliardi %-----------------------------------------------------------------Consumi pubblici netti 257.8 39.4Trasf. famiglie/istituti sociali 71.2 10.9Trasf. produzione e imprese 18.6 2.8Spesa corrente netta 347.6 53.1

Pensioni 237.0 36.3Trasferimenti UE 16.3 2.5Totale spesa corrente 600.8 91.9

Totale spesa capitale 52.6 8.1Totale spesa netto interessi 653.4 100,0

Interessi sul debito pubblico 70.3

Va segnalato, leggendo la spending review, come ilGoverno dia già per scontato che la variante interessi

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sul debito pubblico (70,3 miliardi l’anno) sia una va-riante a parte di cui dobbiamo solo prendere atto inquanto non è rivedibile come le altre voci di spese.

Secondo le stime del Governo per i prossimi 2/3 anni,questa voce di spesa sugli interessi del debito pubbli-co è prevista in rialzo fino a superare i 90 miliardi dieuro all’anno. L'assurdo è che siamo costretti a pagareaddirittura gli interessi in scadenza facendo altro debitopubblico.

Un vortice pericolosissimo da cui dobbiamo al piùpresto uscire trovando una soluzione. Il rischio sareb-be la bancarotta e, come abbiamo già detto in premes-sa, il fondo salva-Stati in funzione di scudo anti-spreadutilizzato dalla Bce servirà solo ad attutire il danno, nona cancellarlo.

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Nell’attuale situazione economica - continua la notadegli obiettivi della spending review - il Governo ha ri-tenuto necessario un intervento volto alla riduzione del-la spesa pubblica per un importo complessivo di 4,2miliardi, per l’anno 2012, al quale tutte le amministra-zioni pubbliche devono concorrere.

Questo importo potrebbe servire, per esempio, a evi-tare l’aumento di due punti dell’Iva previsto per gli ul-timi tre mesi del 2012.

Una riduzione di 4,2 miliardi, da ottenersi in 7 mesi

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(1° giugno - 31 dicembre 2012) equivale a 7,2 miliardisu base annua e corrisponde perciò al 9% della spesarivedibile (80 miliardi) nel breve periodo.

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Mentre il Governo si avvia ad elaborare in modo ana-litico la spending review, dal Dipartimento delle Finan-ze del Ministero dell'Economia vengono comunicati idati delle entrate dei primi sei mesi del 2012. Un più4,3% - paragonato allo stesso periodo del 2011 - perun importo complessivo di circa 191 miliardi. Aumen-to dovuto soprattutto a due fattori: Imu e bolli sui con-ti correnti e conto titoli degli italiani.

Sul primo acconto Imu si registra un incasso di 9,6miliardi (100 milioni in meno del previsto) così ripartiti:5,65 miliardi ai Comuni e 3,95 allo Stato.

In realtà, bisogna tenere conto che dalle previsioni d'in-casso va scorporato poco più di mezzo miliardo perl'esonero dall'Imu delle zone terremotate e l'esenzionedalla quota statale degli immobili di proprietà dei Co-muni non usati in modo istituzionale.

Va fatto rilevare, però, che dei 25,5 milioni di contri-buenti italiani, 1,7 milioni - il 6,7% del totale - ha deci-so di non pagare l'imposta. Probabilmente quest'ultimieffettueranno il pagamento a saldo a metà dicembre, vi-sto le esigue sanzioni previste per il ritardato pagamen-to.

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Questa radiografia conferma che a fine anno, moltoprobabilmente, l'Imu totale che incasseranno lo Statoed i Comuni sarà molto più alta del previsto.

Ma ad una notizia positiva ne corrispondono due ne-gative:

- il vistoso calo, nei primi sei mesi dell'anno, degli in-cassi Ire meno 0,5%, Ires meno 1,6% e Iva meno 1,4%nonostante l'aumento di un punto percentuale avvenutonei mesi scorsi;

- il devastante calo del prodotto interno lordo nel se-condo trimestre del 2012 (meno 0,7% sul trimestre pre-cedente e meno 2,5% rispetto al secondo trimestre del2011).

Cosa farà il Governo Monti per puntare alla crescitadel Paese ed evitare che i sacrifici economici fatti fino-ra dagli italiani, vadano solo a pagare i sempre più altiinteressi sul debito pubblico?

Punterà ancora una volta ad aumentare la pressionefiscale sui contribuenti italiani? Aumenterà l’Iva di 2 puntiil prossimo primo ottobre, come già previsto? Ridurràdrasticamente le detrazioni degli italiani nella prossimadichiarazione dei redditi? Si affiderà solo alla spendingreview del super consulente Bondi? Si accontenterà delfondo salva-Stati in funzione di scudo anti spread? Nonfarà nulla e attenderà la naturale scadenza del mandato(o quella anticipata a novembre a cui qualcuno mira)

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per passare la palla alla politica nel 2013?

La risposta, parziale, l'abbiamo avuta proprio nel mo-mento in cui stiamo scrivendo col decreto sulla spen-ding review emanato dal Consiglio dei ministri la nottetra il 5 e il 6 luglio - approvato poi dal Parlamento conlievi modifiche nella prima decade di agosto -. Un ta-glio di spesa di 3,8 miliardi per il 2012, 10,6 miliardiper il 2013 e 12,2 miliardi per il 2014.

Sotto la scure del Governo, ancora una volta il pub-blico impiego, la sanità, la giustizia, le Province, i Co-muni... Un rimedio parziale (vedi rinvio dell'aumentodell'Iva di 2 punti percentuali da ottobre 2012 a luglio2013) che continua a non risolvere il vero problema ita-liano: il debito pubblico e il suo costo sul versante in-teressi.

Una proposta che va verso la riduzione del debito edegli interessi l'ha fatta il nuovo ministro dell'Economia.

Grilli pensa di ridurre il debito pubblico dell’1% sulPil all'anno (15/20 miliardi per i prossimi 5 anni), con lavendita di beni pubblici e le privatizzazioni.

Considerando che la maggior parte del patrimonio del-lo Stato è costituito da immobili, diventa troppo otti-mistico pensare che la loro vendita possa avvenire contanta facilità in questa fase di crisi, a meno che, non siintenda svendere: in ogni caso vedremo come andrà afinire.

In attesa di tutto ciò, su questo fronte articolerò inmodo dettagliato, nel prossimo capitolo, la mia propo-

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sta di riduzione del debito pubblico e degli interessi sudi esso. Vi dimostrerò la fattibilità e validità economicadel progetto.

L'enorme vantaggio che l’Italia e gli italiani avrannoandrà a discapito solo dei grandi speculatori interna-zionali e nazionali, che da questa crisi hanno ricavatoenormi vantaggi economici, socializzando sui popoli esugli Stati corpose perdite.

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Mini Titoli di Stato al portatoreusati come seconda moneta

Proviamo allora a progettare la creazione di una po-tenziale “seconda moneta” di scambio che non violanessun vincolo europeo e nulla toglie all'euro e alle po-litiche della Bce.

Il fine è quello di applicare la spending review anchesu uno dei costi più pesanti che noi italiani siamo co-stretti a pagare: i tassi d'interesse applicati sul nostrodebito pubblico. Il Governo Monti ha dato per sconta-to che questo costo sia intoccabile, anzi le stime per iprossimi anni prevedono addirittura un aumento.

Il mezzo sarà proprio una parte consistente del no-stro debito pubblico da polverizzare in Mini Titoli diStato al portatore d'importo pari al valore di alcune ban-conote in euro, messi in circolo nell’economia nazio-nale ed usati come se fossero una “seconda moneta”.

Per la vita quotidiana degli italiani non cambierà nulla,ma la polverizzazione del debito pubblico, usato comemoneta, farà sì che parte del debito italiano venga di-rottato dai creditori internazionali alla liquidità internadella nazione.

Entriamo ora nel vivo della proposta.

Per prima cosa occorre quantificare quanti Mini Tito-li dovranno essere immessi in circolazione nella liquidi-tà italiana. La mia proposta è pari a poco più di un quar-

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to dell’intero debito pubblico: 500 miliardi di euro.

Il tempo stimato per immettere questo pezzo di debi-to pubblico in circolo nell’economia italiana è quantifi-cabile in circa 2/3 anni.

In questo periodo, man mano che i titoli di Stato tra-dizionali scadono, vengono pagati dall'Italia con mone-ta contante ritirata dalla liquidità nazionale tramite la con-versione delle somme in Mini Titoli di Stato al portato-re.

In pratica, i titoli di Stato che scadono (di qualsiasinatura) non vengono più sostituiti da nuove emissionidi titoli tradizionali, ma sono ripagati in euro ritirati pre-cedentemente dalla liquidità interna con la sostituzionedi Mini Titoli di Stato al portatore.

Considerando che la spesa pubblica corrente dell'Ita-lia è di 347,6 miliardi (a cui vanno aggiunti 237 miliardidi pensioni pagate per un totale di 584,6 miliardi all’an-no) basta pagare poco più di un quarto di questa spe-sa con Mini Titoli di Stato al portatore: così in tre annisi riesce a immettere sul mercato italiano i 500 miliardidi Mini Titoli, cancellando altrettanti vecchi titoli di sta-to tradizionali.

Qualcuno si sta chiedendo: qual è il vantaggio di que-sto travaso del debito pubblico dagli investitori inter-nazionali al mercato interno, visto che l’Italia continue-rebbe ad avere un debito di 500 miliardi di euro?

Il vantaggio sta proprio nel tasso d'interesse che noipaghiamo sui 500 miliardi di debito.

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Nel primo caso l’Italia è in balia delle turbolenze delmercato internazionale, dello spread ed è costretta a pa-gare tassi d'interesse elevati che vanno da un minimodel 2,95% (Bot a sei mesi) o 3,5% (i nuovi titoli di sta-to a 4 anni emessi con recupero dell’inflazione Italia-na), al circa 5,8 e 6,2% dei Btp quinquennali e decen-nali dell'emissione di fine giugno.

Va detto che a inizio anno la media del tasso d'inte-resse pagato dall'Italia sul debito pubblico era circa del3,6%. Media, però, superata e che si sta ogni giornoalzando man mano che scadono i vecchi titoli e se neemettono dei nuovi (vedi spread che fluttua ormai damaggio tra i 400 ed i 540 punti).

Nel secondo caso, con l’emissione di mini titoli diStato al portatore da 50, 100, 200 e 500 euro, con sca-denza quinquennale e ad un tasso fisso dell’1% all’an-no (pagabile in un’unica rata alla scadenza dei 5 anni),stabilirebbe il Governo il tasso d’interesse da erogare;la differenza (tra 1% e 2,95% o 3,5% o 5,8% o 6,2%)sarebbe il vero risparmio.

Stiamo parlando di decine di miliardi, come vedremotra poco.

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Cosa cambia per un pensionato, o un dipendente pub-blico, o un'impresa, o un artigiano se la pensione, o lostipendio, o il credito, o il debito verrà pagato in parteanche con Mini Titoli di Stato al portatore?

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Non cambia assolutamente nulla. Nessun riscontronegativo, anzi ci sono almeno due gradi vantaggi da que-sta operazione: uno individuale e l’altro collettivo.

Vantaggio individuale

Per la singola persona avere in tasca una banconotada 100 euro o un mini titolo di Stato al portatore da100 euro sarà la stessa cosa.

Sia con le banconote sia con i Mini Titolo di Statopuò, per esempio: pagare il pieno di benzina per la mac-china; pagare la spesa settimanale al supermercato; pa-gare alla scadenza la rata dell'Imu; pagare il biglietto deltreno e dell’albergo per la gita fuori porta del fine setti-mana.

L'impresa, l'artigiano ed il commerciate potranno pa-gare con i Mini Titoli di Stato: lo stipendio del propriodipendente o le fatture dei fornitori o le imposte e tasseo fare i versamenti in banca sul proprio conto corren-te.

Pensandoci bene, si può prevedere anche il compor-tamento degli italiani verso i Mini Titoli di Stato al por-tatore.

I primi anni i Mini Titoli circoleranno con una certafacilità. Man mano che si avvicinano al 5° anno ci saràanche chi deciderà di tenerli fino alla fine, con l’obietti-vo d'incassare il tasso d’interesse dell’1% annuo, allascadenza naturale.

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Un vantaggio non da poco per il piccolo risparmiato-re, vantaggio che nessuna banconota può dare.

Un ruolo di drenaggio l'avranno sicuramente le ban-che che punteranno a mettere in circolazione contantee tenere il più possibile in deposito i Mini Titoli di Sta-to al portatore prossimi alla scadenza. Viceversa, po-tranno decidere di fare prestiti - per esempio mutui -consegnando Mini Titoli di Stato al portatore e non pa-gare la quota parte dovuta sui prestiti alla Bce.

Una banconota da 100 euro tenuta per 5 anni in ta-sca, varrà sempre 100 euro; mentre il Mini Titolo di Sta-to da 100 euro, oltre a circolare come la banconota,alla scadenza dei 5 anni varrà 105 euro.

Tutto interesse che resterà, molto probabilmente, incircolo nel mercato italiano a vantaggio dell'economianazionale, e questo non è di poco conto.

Vantaggio collettivo

Il vantaggio collettivo di questa operazione, proprioin questo periodo in cui le turbolenze e le speculazionidel mercato fanno pagare salati interessi all’Italia, è im-menso.

Sui Mini Titoli di Stato al portatore, come ho già det-to, il tasso d'interesse è dell’1% annuale. Qualora tutti i500 miliardi (sto facendo un esempio per far capire me-glio al lettore inesperto) sono emessi contemporanea-mente, l’Italia a fine dei 5 anni rimborserà 525 miliardi:

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500 di capitale iniziale e 25 d'interesse.

Se invece riconverte i 500 miliardi in titoli di Stato tra-dizionali, per esempio 250 miliardi al tasso del 3,5% egli altri 250 miliardi al tasso del 6,01% (spread 445 piùtasso Bund tedesco a 1,56, al momento in cui scrivo),gli interessi da pagare a fine dei 5 anni ammontano acirca 119 miliardi.

In realtà l'importo è più alto di circa 6 miliardi. Oc-corre, infatti, calcolare che gli interessi sui titoli di Sta-to tradizionali sono pagati con scadenze semestrali edannuali e non a fine dei 5 anni, come previsto per laproposta dei Mini Titoli di Stato al portatore. Applican-do, quindi, un tasso composto sugli interessi in sca-denza, emerge che maturano ulteriori 6 miliardi da con-teggiare.

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Ci rendiamo conto?

Nel primo caso lo Stato paga 25 miliardi d'interesseper 5 anni (25 miliardi meno 3,125 miliardi di ritenutad'acconto del 12,5% = 21,875 miliardi); nel secondocaso 125 (119 + 6) miliardi (125 miliardi meno 15,625miliardi di ritenuta d'acconto del 12,5% = 109,375 mi-liardi), sempre che il clima di sfiducia/fiducia interna-zionale non peggiori nei confronti dell’Italia.

Continuiamo a fare i conti della serva in modo chetutti capiscano cosa c’è in gioco: 109,375 - 21,875 =

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87,5 miliardi di euro d'interesse risparmiato su un debi-to pubblico di 500 miliardi in 5 anni; 17,5 miliardi dieuro di risparmi effettivi all’anno, da destinare in millemodi.

Ipotizzo, sempre in un quadro semplicistico, alcunedestinazioni che farei:

- per prima cosa metà dell'importo lo destinerei adabbassare il debito pubblico;

- una parte per impostare politiche di sviluppo e cre-scita del paese;

- una quota da destinare alla ricostruzione delle zoneterremotate;

- la restante parte, a risolvere il problema degli esoda-ti dimenticati dalla riforma pensionistica del ministroFornero.

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Dettagli ed altri benefici

Dimostrato l’enorme vantaggio economico dell’ope-razione, che nei numeri e nei tempi di attuazione puòavere tutte le modifiche e variabili possibili, per miglio-rare il risultato finale va riconosciuto che la parte piùdelicata del progetto è proprio la stesure delle regoleda stabilire sull’immissione nel mercato italiano dei MiniTitoli di Stato al portatore.

Diventa, infatti, fondamentale l’emanazione di un de-creto legge specifico che parifichi il Mini Titolo di Sta-to al portare a “moneta contante” e stabilisca le moda-lità operative per attuare il progetto.

Strategica diventa anche la pubblicizzazione dell’ope-razione che dovrà spiegare bene agli italiani i vantaggiindividuali e collettivi e che tutte le fasi sono garantitedirettamente dallo Stato italiano.

Va studiata la delicata fase dell’immissione in circolodei Mini Titoli di Stato che dovranno avere elementi dianti-falsificazione pari a quelli previsti per la stampa dellacarta moneta. No solo, dovranno anche avere il loroformato e colore di stampa, in modo da rendere i MiniTitoli di Stato il più simile possibile alle banconote ineuro di pari importo.

Non emettere Mini Titoli da 20, 10 e 5 euro ha unsenso: permette una migliore miscelazione dei pagamentiinterni tra banconote e Mini Titoli.

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Oltre ai citati benefici individuali e collettivi, ampia-mente spiegati nelle pagine precedenti, questa operazionefinanziaria incide positivamente anche su altri fattori del-l'economia nazionale.

Il graduale aumento di “liquidità” messa in circolo nel-l’ambito nazionale diventa per il Governo italiano unnuovo strumento per attuare proprie politiche econo-miche interne, per rilanciare l’economia del Paese e fi-nanziare il tessuto produttivo. All'occorrenza, il Gover-no può aumentare o diminuire la quantità di Mini Titolidi Stato al portatore da immettere nella liquidità nazio-nale per ottenere risultati economici che si prefigge diraggiungere.

Oggi questa possibilità non c'è, né per il governo néper la Banca d'Italia. L'emissione della moneta euro èdi competenza della Bce, ma l'emissione nella liquiditànazionale di titoli di Stato al portatore è di libera sceltadello Stato (o meglio, non è previsto nessun divieto).

E’ chiaro che i Mini Titoli di Stato al portatore hannouna doppia funzione: in ambito nazionale, come inve-stimento a modico rendimento e/o come liquidità im-mediata per gli acquisti; in ambito internazionale solocome investimento da convertire in euro alla scadenzadei titoli.

Questa situazione garantisce la maggiore presenza deiMini Titoli di Stato al portatore nell'ambito nazionale adifferenza di come sta avvenendo negli ultimi anni, so-prattutto per le banconote da 500 euro, così care agli

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evasori fiscali italiani, che con molta facilità si volatiliz-zano verso mete estere avvantaggiando tali economie adiscapito di quella italiana.

Negli ultimi anni, infatti, si registra una diminuzione dicirca 300 miliardi di euro nella liquidità italiana.

Solo a mo' di esempio vi riporto il valore totale deiconti correnti dell'eurozona che ad oggi ammonta a circa15.000 miliardi di euro, 2.000 in meno di due anni fa.Dove sono andati a finire?

Questo, tra l'altro, dimostra che grandi quantità di car-ta moneta vengono occultate o nascoste o possedutefuori dall'eurozona: motivo in più per rimpinguare di“nuova liquidità” l'Italia con i Mini Titoli di Stato.

Interessante è lo studio dell'Universitat di Osnabruk(Istitute of empirical economic research) che ha quan-tificato in circa 1.000 miliardi di euro lo spostamentodi liquidità, avvenuto tra gennaio 2008 e gennaio 2012,dal Portogallo, Spagna, Grecia e Irlanda verso la Ger-mania, Olanda, Lussemburgo e Finlandia.

_______________

Se attuata, questo ricetta metterà in circolo “nuova li-quidità” che avvantaggerà a lungo andare l'intera eco-nomia italiana, portando sollievo sia alle banche sia alleimprese, contribuendo alle giuste politiche di rilanciodell’economia della nazione.

Prelevare contanti dalla liquidità nazionale, converten-

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do le somme in Mini Titoli di Stato al portatore e desti-nandoli al pagamento dei titoli di Stati tradizionali in sca-denza, farà sì che buona parte della liquidità in banco-note italiana verrà dirottate in altre nazioni (vedi suddi-visione del debito pubblico italiano in base alle nazio-nalità dei creditori). Questo vuol dire che chi ha pauradi alimentare l'inflazione, con l'immissione dei Mini Ti-toli di Stato nella liquidità italiana potrà stare tranquillo.

Riducendo la quota del debito pubblico detenuto dasoggetti stranieri, si renderà anche meno offensiva laspeculazione internazionale, che porterà ad abbassaredi conseguenza il famigerato spread. In ogni caso l'Ita-lia non emettendo titoli tradizionali per alcuni anni e pa-gando solo 1% di tasso sui Mini Titoli, di fatto azzeralo spread nei confronti della Germania.

Un esempio interessante è il seguente. Sul debito pub-blico giapponese - o della Gran Bretagna - molto piùalto di quello italiano, si applicano tassi d'interesse no-tevolmente più bassi. Lì la speculazione internazionalenon ha vita facile. Il motivo è che il debito pubbliconipponico è detenuto quasi completamente dai giappo-nesi, oltre ad avere una propria banca che può decide-re di emettere moneta.

Mi preme esprimere un'ultima valutazione sul proget-to, sempre in un’ottica di risparmio per l'Italia.

Come i cittadini o le banche possono decidere ad uncerto punto di tenersi i Mini Titoli di Stato in scadenzaper puntare a riscuotere gli interessi, lo stesso potrà fare

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lo Stato, per esempio verso il quarto o quinto anno.Questo vuol dire che prima della scadenza dei 5 anni,lo Stato può ritirare dalla circolazione alcune quantitàdi Mini Titoli di Stato al portatore - se li ha in possesso- e sostituirli con altri di nuova emissione dove riparteda zero la scadenza dei 5 anni.

Questa possibilità produce ulteriori risparmi sugli in-teressi del debito pubblico che andranno sempre a be-neficio di tutta la collettività.

Immagino che alle banche italiane questa proposta nonpiacerà visto che tra gli “speculatori di spread” ci sonoanche loro. L'importante è che piaccia agli italiani e cheil Governo, sulla proposta, decida in modo obiettivo enon venga influenzato dal ruolo di ex banchieri rico-perto di recente da alcuni ministri.

Non è più accettabile che dei tanti miliardi ricevuti inprestito dalla Bce all'1%, le banche invece di prestaresoldi alle imprese e agli italiani, hanno acquistato titolidi Stato a medio e lungo termine, speculando sulla dif-ferenza di tasso.

Da inizio anno si è registrato un incremento d'acqui-sto di titoli di Stato italiani, da parte delle nostre ban-che, del 44,3% in più rispetto al 2011, per un totale dicirca 93 miliardi, mentre i mutui per l'acquisto della pri-ma abitazione e i prestiti alle imprese sono calati note-volmente.

Ma torniamo a noi. Reperendo risorse dalla specula-zione finanziaria sul nostro debito pubblico, negli anni

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si avrà sempre meno spesa sugli interessi e sempre piùliquidità per investire e ridurre ulteriormente il debito.Se poi, con giuste politiche d'investimento saremo ingrado di far ripartire il Paese, potremo dire che l'Italiace la può fare.

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Conclusioni

Reperire risorse per lo sviluppo del Paese è possibi-le. E le fonti a cui si può attingere sono le decine dimiliardi di euro d'interessi che noi paghiamo sul debitopubblico ogni anno.

Lo abbiamo dimostrato nelle pagine precedenti: oc-corre solo una volontà politica che metta in atto “la ri-cetta” giusta per l'Italia. Se non vorrà attuarla questoGoverno di tecnici - molto vicino agli ambienti finan-ziari e bancari - non può non prenderla in considera-zione la prossima classe politica che si candiderà a go-vernare l'Italia nel 2013.

Con 4 azioni lo Stato risparmierà decine di miliardi.

1. L'Italia emette un quantitativo di Mini Titoli di Sta-to al portatore (con le caratteristiche già citate) e li im-mette nel mercato interno tramite il pagamento di sti-pendi, di pensioni, di acquisti di beni, di prestazioni diservizi (utilizzando banche ed uffici postali).

2. I Mini Titoli di Stato al portatore immessi nella li-quidità italiana, vengono uguagliati, con un decreto leg-ge, a “moneta contante” utilizzata per gli acquisti e ipagamenti quotidiani degli italiani.

3. La liquidità recuperata dall'Italia, con l'emissione deiMini Titoli, viene utilizzata per ripagare i tradizionali ti-toli di Stato in scadenza, fino al valore prefissato comeobiettivo.

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4. La differenza tra il tasso d'interesse pagato dalloStato sui titoli tradizionali (imposto dal mercato finan-ziario sottoposto a sbalzi e speculazioni internazionali)e quello dell'1% sui Mini Titoli, diventa la risorsa eco-nomica su cui l'Italia può impostare la propria politicadi risanamento.

Se a questa azione mettiamo in atto anche la propo-sta inviata nella prima lettera a Monti, dove chiedo una“patrimoniale” da applicare ai patrimoni superiori a800.000 euro, da restituire in titoli di Stato a tasso zero(un prestito forzato e non una imposta), l'Italia avrà cosìtanti miliardi a disposizione da poter ripartire col piedegiusto.

Qualcuno ci ascolterà? Non lo so, ma la scrittura diquesto libro punta a divulgare la proposta tra la classepolitica italiana e gli esperti d'economia.

Resto in attesa, da parte del gentile lettore, di riceverecommenti, critiche, quesiti, controproposte, per miglio-rare l'idea, al fine di contribuire tutti insieme, e senzaideologie di appartenenza, a dare un futuro migliore al-l'Italia e agli italiani.

[email protected]

P.S.: qualcuno traduca e faccia arrivare

“La Ricetta” al popolo greco e spagnolo.

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Indice

I tacchini di Mario

Premessa

La situazione attuale

Debito e Pil degli ultimi 30 anni (tabella)

L’Europa e i suoi vincoli

La Bce in pillole

Pareggio di bilancioIl nuovo art. 81 della Costituzione

Le proposte inviate a Monti

La spesa pubblica

Mini Titoli di Stato al portatoreusati come seconda moneta

Dettagli ed altri benefici

Conclusioni

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Il presente libro è dedicato ai medici, infermieri professionali, operatori socio sanitari e

fisioterapisti dell'Ospedale di Sassuolo (4° piano reparto ortopedia) e della Casa di Cura

Villa Verde di Reggio Emilia (2° piano ricoveri lunga degenza) che, dal 12/06/2012 e

per circa due mesi, mi hanno operato ai tendini delle due ginocchia e curato in stato di

totale non autosufficienza per un grave infortunio sul lavoro.

Un grazie di cuore a tutti per le cure ricevute in queste settimane d'immobilizzo totale

su un letto di ospedale.

In questi giorni ho avuto modo di apprezzare la sanità pubblica e privata emiliana e,

soprattutto, ho avuto quel tempo a disposizione per elaborare e mettere su carta una

proposta concreta per cercare di risolvere i problemi economici dell'Italia.

Di nuovo, grazie a tutti.

RossovivE - Anno V n. 3 - Agosto 2012Direttore editore e Responsabile Donato Vena - [email protected]

Autorizzazione del Tribunale di Reggio Emilia n. 1211 del 29/05/2008 - Stampa: Pixartprinting srl

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Donato Vena è nato a Pisticci (MT) il 17 ottobre 1964 ed èresidente a Reggio Emilia.

Diplomato in ragioneria nel 1984, è iscritto da circa ventianni all'ordine dei giornalisti dell'Emilia Romagna, nella se-zione pubblicista. Ha fondato ed è direttore responsabile delperiodico politico “RossovivE” e, a tutt'oggi, è presidente del-l'Associazione Lucani della provincia di Reggio Emilia.

E' stato revisore dei conti per circa 8 anni dell'Ente morale nazionale UnioneFolclorica Italiana. Dal 2004 al 2009 ha svolto le funzioni di vice presidentevicario del consiglio comunale di Reggio Emilia.

Attualmente lavora, col grado di Assistente, presso il Comando di Polizia Mu-nicipale di Modena, nel nucleo tributario (addetto alle segnalazioni qualificateall'Agenzia delle Entrate). Dal marzo del 2012 è delegato Rsu, eletto nelle listedella Cgil, presso il comune di Modena.

I tacchini di Mario

I l contadino Mario ad inizio anno ha un debito di 2.000euro con vari creditori e paga loro il 6% d'interesse per

un totale di 120 euro all'anno.

Volendo ridurre debito ed interessi escogita un piano: mo-netizzare 50 contratti di prevendita di altrettanti tacchini -del valore di 10 euro l'uno - da consegnare per il cenone difine anno.

Mario darà alla scadenza i tacchini ai possessori di con-tratto o, su loro richiesta, restituirà i 10 euro. Pagherà adognuno, inoltre, 10 centesimi d'interesse, pari all'1%.

L'astuto contadino va in paese con i 50 contratti ed effet-tua la prevendita dei tacchini incassando 500 euro.

Con la somma recuperata Mario estingue subito un quar-to del suo debito, risparmiando 30 euro d'interesse - il 6%su 500 euro - che avrebbe dovuto pagare a fine anno ai cre-ditori. Gli euro risparmiati Mario li destinerà: 25 per ridurreulteriormente il suo debito e 5 per pagare l'interesse di 10centesimi ai 50 possessori di contratto.

Perché l'Italia non fa come il contadino Mario?....