LA RICERCA DELLA FELICITA’: SPUNTI E RIFLESSIONI SUI...

5
1 LA RICERCA DELLA FELICITA’: SPUNTI E RIFLESSIONI SUI GIOVANI D’OGGI E IL MONDO DEL LAVORO PREMESSA Lo scorso mese di novembre le quinte classi dei corsi IGEA e MERCURIO del nostro Istituto hanno partecipato al Corso di Formazione “Lo studente e il lavoro” organizzato in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti e dei Ragionieri di Pescara. L’attività ha avuto come oggetto la presentazione, lo sviluppo e l’analisi di alcuni temi, di natura giuridico-economica, di prevalente interesse del mondo del lavoro. I temi degli incontri hanno riguardato: GLI ISTITUTI GIURIDICI DEL DIRITTO DEL LAVORO (RELATORE AVV. LUCA GROSSI) LA BUSTA PAGA: ANALISI E COMPILAZIONE DEI DOCUMENTI- IL TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO (RELATORE DOTT. SANDRO PALOSCIA) L’iniziativa ha suscitato molto interesse nella nostra classe, tanto da desiderare un ulteriore approfondimento degli argomenti trattati. Abbiamo colto così alcuni aspetti che gli illustri Relatori ci hanno rappresentato per riflettere, anche attraverso l’analisi dei nostri differenti punti di vista, su alcuni aspetti legati proprio al complesso, problematico, mutevole, ma affascinante, mondo del lavoro. In particolare, nelle varie occasioni in cui abbiamo potuto discutere e dibattere tra noi, abbiamo voluto soffermarci sul significato e sull’importanza che il lavoro oggi rappresenta per l’uomo (in particolare per i giovani) . Con lo scenario di fondo della crisi economica che da qualche anno ha investito, di fatto, quasi tutto il pianeta, abbiamo voluto interrogarci sulla potenziale e probabile correlazione che esiste tra i giovani di oggi e il lavoro e se il lavoro per i giovanissimi possa rappresentare un’occasione per essere felici. Abbiamo così analizzato il significato del termine FELICITA’ ( secondo i vari punti di vista) ed il valore che, soprattutto i giovani, oggi attribuiscono AL LAVORO come esperienza che incide nell’ ambito personale, sociale, fisico, familiare, relazionale ed economico di ciascuno di essi. Questo è un tema che sentiamo particolarmente vicino alla nostra realtà: il mondo del lavoro, che per il momento è per noi ancora sconosciuto, potrebbe in futuro divenire il presupposto, la condizione, la strada o l’occasione per orientare alcune nostre scelte che potrebbero - inevitabilmente e definitivamente - solcare le nostre vite da adulti … LA CLASSE V C IGEA I.T.S. “T.ACERBO” – PESCARA Febbraio 2011

Transcript of LA RICERCA DELLA FELICITA’: SPUNTI E RIFLESSIONI SUI...

1

LA RICERCA DELLA FELICITA’: SPUNTI E

RIFLESSIONI SUI GIOVANI D’OGGI E IL

MONDO DEL LAVORO

PREMESSA

Lo scorso mese di novembre le quinte classi dei corsi IGEA e MERCURIO del nostro

Istituto hanno partecipato al Corso di Formazione “Lo studente e il lavoro” organizzato in

collaborazione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti e dei Ragionieri di Pescara.

L’attività ha avuto come oggetto la presentazione, lo sviluppo e l’analisi di alcuni temi,

di natura giuridico-economica, di prevalente interesse del mondo del lavoro.

I temi degli incontri hanno riguardato:

• GLI ISTITUTI GIURIDICI DEL DIRITTO DEL LAVORO (RELATORE AVV. LUCA GROSSI)

• LA BUSTA PAGA: ANALISI E COMPILAZIONE DEI DOCUMENTI- IL TRATTAMENTO DI FINE

RAPPORTO (RELATORE DOTT. SANDRO PALOSCIA)

L’iniziativa ha suscitato molto interesse nella nostra classe, tanto da desiderare un

ulteriore approfondimento degli argomenti trattati. Abbiamo colto così alcuni aspetti che gli

illustri Relatori ci hanno rappresentato per riflettere, anche attraverso l’analisi dei nostri

differenti punti di vista, su alcuni aspetti legati proprio al complesso, problematico, mutevole,

ma affascinante, mondo del lavoro.

In particolare, nelle varie occasioni in cui abbiamo potuto discutere e dibattere tra

noi, abbiamo voluto soffermarci sul significato e sull’importanza che il lavoro oggi rappresenta

per l’uomo (in particolare per i giovani).

Con lo scenario di fondo della crisi economica che da qualche anno ha investito, di

fatto, quasi tutto il pianeta, abbiamo voluto interrogarci sulla potenziale e probabile correlazione

che esiste tra i giovani di oggi e il lavoro e se il lavoro per i giovanissimi possa rappresentare

un’occasione per essere felici.

Abbiamo così analizzato il significato del termine FELICITA’ ( secondo i vari punti

di vista) ed il valore che, soprattutto i giovani, oggi attribuiscono AL LAVORO come esperienza

che incide nell’ ambito personale, sociale, fisico, familiare, relazionale ed economico di ciascuno

di essi.

Questo è un tema che sentiamo particolarmente vicino alla nostra realtà: il mondo

del lavoro, che per il momento è per noi ancora sconosciuto, potrebbe in futuro divenire il

presupposto, la condizione, la strada o l’occasione per orientare alcune nostre scelte che

potrebbero - inevitabilmente e definitivamente - solcare le nostre vite da adulti …

LA CLASSE V C IGEA

I.T.S. “T.ACERBO” – PESCARA

Febbraio 2011

2

Definire la felicità non è cosa facile, poiché non è un bene materiale che può essere

descritto da chi lo osserva o un fenomeno concreto oggettivamente riscontrabile e misurabile.

Quante persone, nel corso del tempo, hanno tentato di racchiudere e semplificare

l’essenza di questa parola, per ricondurla ad una definizione più o meno condivisibile e

immutabile?.

Si può essere felici veramente o è soltanto il risultato di un’illusione?

Senza dubbio si può sostenere che tra i desideri più sentiti e profondi dell’uomo vi sia

quello di raggiungere la felicità, ma essa si può ottenere facilmente (… basta cercarla …) oppure

può essere solo frutto di un forte impegno personale?

E’ possibile definire la felicità oppure tentare di definirla potrebbe significare in sé

vincolarla e, dunque, privarla della sua essenza?

A queste ed altre domande è sicuramente difficile rispondere. Numerosi studiosi

(filosofi, sociologi, demografi, economisti, giuristi) hanno affrontato nel tempo questi temi, con

risultati spesso non univoci se non, addirittura, contrastanti.

Nella maggior parte dei casi la felicità si rappresenta come uno stato d’animo

soggettivo, positivo e piacevole per la persona, ma purtroppo eventuale e temporaneo.

I giovani che si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro, forse, si sono domandati

se questa futura esperienza potrà dare loro la felicità. Essi spesso credono (o sperano) che

un’occupazione lavorativa possa rappresentare la condizione indispensabile per godere, in modo

temporaneo o duraturo, di una condizione di potenziale benessere (materiale o psicologico) che

possa condurre loro alla felicità.

Il lavoro, infatti, soprattutto se svolto con dedizione,

impegno e capacità, può consentire il raggiungimento dei propri

scopi da cui può derivare la sensazione di appagamento e di

realizzazione personale che può essere raggiunta anche quando il

lavoratore, con il proprio agire, contribuisce al benessere della

collettività, al suo progresso ed alla crescita economica del proprio

paese. Queste sensazioni conducono verso il compiacimento e la

soddisfazione personale, in quanto per molti non c’è nulla di più gratificante dell’impegno

professionale in cui dare il meglio di sé per raggiungere un obiettivo.

Non meno rilevante è, poi, il pensiero - che è stato sempre presente, ma che

oggi si riscontra con una certa preoccupazione soprattutto tra i giovani -

secondo cui la felicità derivi in ogni caso dal possesso della ricchezza, del

potere o, più recentemente, della notorietà pubblica, in particolare se

raggiunta attraverso il mezzo televisivo.

Spesso la ricchezza, il reddito o il successo diventano solo “strumentali”, in quanto vengono

concepiti come condizione essenziale per essere più liberi di condurre il tipo di vita che, per una

ragione o per un’altra, viene maggiormente apprezzata.

3

L’utilità della ricchezza o della notorietà, in questo caso, risiede nelle opportunità che

esse consentono di cogliere e una fonte di rassicurazione personale.

Nella religione, negli affetti familiari o nell’amicizia, anche il meno abbiente può avere

le occasioni per la felicità, ma le circostanze che accompagnano la povertà estrema,

specialmente in luoghi densamente popolati, tendono a deprimere, a soffocare la speranza di

una vita migliore, poiché la vita che si conduce è piena di privazioni.

Alcune affermazioni sul tema della felicità, provenienti da illustri filosofi, pensatori,

poeti o scrittori, hanno affascinato e catturato l’interesse di coloro che hanno cercato di

esaminare, nel tempo, i differenti punti di vista per trarre, ove possibile, un filo comune sul

senso ed il significato profondo di tale stato d’animo.

Aristotele, parlava di felicità come libera espressione del proprio ingegno, il sommo bene che l’uomo può realizzare, strettamente connesso all’etica e alle virtù, intese non tanto in

senso moralistico, ma di azione, di attività.

Dostoevskij rappresentava la felicità come la condizione proveniente dalla conoscenza delle

cause dell’infelicità.

Oscar Wilde affermava che la felicità non risiede in ciò che si desidera, ma in ciò che si possiede…

Giacomo Leopardi dichiarava, che gli uomini furono felici

soltanto nell’età primitiva, quando vivevano a contatto con la natura, finché non si servirono della ragione per mettersi alla

ricerca del vero.

Alla luce di quest’ultima osservazione i giovani di oggi non hanno

più la speranza di raggiungere la felicità, in quanto lontani dalla natura (intesa come forma

primitiva di relazione col proprio territorio) e anche perché ricercare l’affermazione economica, il

successo personale, la ricchezza non costituiscono sicuramente “il vero”…

Anche in campo cinematografico è stato affrontato questo tema: La ricerca della

felicità, per esempio, è il primo film girato dal regista italiano Gabriele Muccino con produzione

americana. Ha riscosso un notevole successo negli Stati Uniti ed in tutto il mondo, suscitando

interesse e sollecitando ampie e differenti riflessioni.

Il film è ispirato ad una storia realmente accaduta a Chris

Gardner, imprenditore oggi milionario, che durante i primi anni

ottanta visse giorni di intensa povertà, con un figlio a carico e

senza una casa dove poterlo crescere. Il film vuole fornire un

ideale spaccato della società americana nella quale il successo

personale è visto come il traguardo più importante da

raggiungere nel corso della propria vita, a costo di saper

Aristotele

F. Dostoewskij

G. Leopardi

O. Wilde

Una scena del film

4

sacrificare a questo tutto, famiglia, amici, ideali, ecc.

Il protagonista non si perde d’animo e, nonostante le

traversie che deve sopportare (la perdita del posto di lavoro, la

separazione dalla moglie, lo sfratto dalla casa, il sequestro

dell’automobile, la necessità di trovare i soldi per sfamare se

stesso e suo figlio Christopher, le notti trascorse nei dormitori per

senzatetto o nei bagni della metropolitana) riuscirà infine a

trovare quell’occupazione che gli consentirà di tornare ad avere

una casa ed una vita dignitosa.

Il titolo originale del film, “The pursuit of Happiness” si riferisce alla Dichiarazione di

indipendenza americana del 4 luglio 1776, come scritta da Thomas Jefferson, dove sono elencati

i diritti inalienabili dell'uomo: la tutela della vita, della libertà e la

ricerca della felicità. La felicità diviene così un diritto naturale

accanto alla vita ed alla libertà, suscitando grandi speranze in uno

stato nascente e ispirando fiducia alle classi più umili.

Negli Stati Uniti molte persone concepiscono ancora oggi la

felicità come una sensazione di profondo benessere che si prova

quando si ottengono dei risultati che procurano vantaggi,

soprattutto economici. Nelle moderne lingue anglosassoni

“happiness” viene da “to happen”, accadere, capitare una buona

sorte e la felicità può coincidere con il raggiungimento di obiettivi economici e/o di risultato.

Sicuramente il benessere economico può contribuire notevolmente a risollevare delle

condizioni di disagio materiale o psicologico: tuttavia il beneficio sembra, secondo l’esperienza

umana, poco duraturo e portatore di un nuovo periodo di insoddisfazione …

Possedere non esaurisce la potenzialità umana di desiderare,

anche perché ci sono bisogni che difficilmente possono essere

soddisfatti passando dal mercato (tempo libero, affetti, salute,

ecc.), in quanto non si fondano sulla competizione o sugli scambi

commerciali.

Nella Costituzione Italiana non è espressamente sancito il diritto alla felicità, in quanto

essa viene considerato un fatto personale e/o perché che lo Stato deve impegnarsi solo a

garantire le condizioni minime di benessere per ogni cittadino perché possa perseguire la propria

felicità.

Si può indirettamente ricavare il concetto di felicità dalla lettura

dell’art. 32, in cui la Repubblica tutela la salute come fondamentale

diritto dell’individuo, l’art. 3, 2° c., ove si promuove lo stato di

benessere socio-economico, l’art. 34, sul benessere culturale (“La scuola

è aperta a tutti”), l’art. 2, in cui si riconosce e si garantisce la libertà di

vivere la propria vita.

Questi principi non hanno trovato

sempre puntuale attuazione: anche i giovani risentono, soprattutto

in questo lungo periodo di crisi economica e finanziaria, dei disagi

prodotti da un sistema che oramai è stato completamente stravolto

dagli effetti della globalizzazione e che non lascia i dovuti spazi per

Una scena del film

5

una serena progettazione del proprio futuro e che espone tutti alle incertezze di un lavoro

precario …

Così come si fa fatica a pensare che si rafforzerà, nel tempo, un sistema giuridico di

garanzie poste ad una più ampia tutela della salute, della formazione culturale e della sicurezza

dei cittadini …

Il progresso economico, finanziario, tecnologico degli ultimi decenni e la apertura

internazionale dei mercati hanno rappresentato l’occasione per riflettere sulle opportunità che

questi nuovi scenari possono concretamente offrire agli uomini (e ai giovani in particolare) in

termini di raggiungimento della felicità.

Allora anche i giovani che oggi cercano con fatica un’occupazione per realizzare i propri

sogni di autonomia dalla propria famiglia di origine, o per godere dell’opportunità di esseri liberi

nel fare delle scelte di vita importanti, saranno premiati alla fine dei loro sforzi con una giusta

ricompensa?

Potrebbe essere sufficiente impegnarsi a realizzare ciò che

concretamente è già previsto nel nostro ordinamento giuridico e che

assicurerebbe il raggiungimento della giustizia sociale: offrire concrete

opportunità di lavoro che rendano l’esistenza dei cittadini veramente libera

e dignitosa - che diano ai giovani la possibilità di progettare il proprio futuro

- e una serie di garanzie poste a tutela dei più deboli, perché così, forse,

ognuno potrà essere veramente più libero di ricercare la propria felicità ...

Immagini tratte da YOUTUBE™

Fotografia della classe tratta dal sito della Scuola www.istitutotecnicoacerbope.it

Ottimizzazione Prof.ssa Pagnini Daniela