LA RESPONSABILITÀ DEI TALENTI...lo sport batte il covid 12 Domenica 4 ot-tobre, i coor-dinatori...

12
MENSILE DINFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO ANNO 13 N. 125 - OTTOBRE 2020 LA RESPONSABILITÀ DEI TALENTI È un editoriale singolare e alquanto insolito, questo che scrivo per il nostro Millestrade, pochi giorni dopo una nuova chiamata a ser- vire la Chiesa, ma con modalità diverse da quelle attuate finora: ventisette anni di mini- stero presbiterale vissuti prevalentemente nella formazione dei futuri presbiteri e poi al- tri ventidue di ministero episcopale, la massi- ma parte dei quali trascorsi insieme con voi. Nella nostra Diocesi, in questi anni, abbiamo maturato il senso di una «pastorale generati- va» ed è un progetto che effettivamente oggi ci qualifica e c’identifica. Sento, tuttavia, quanto sia profondamente vero che non ci so- no soltanto padri e madri che generano figli, ma pure uomini e donne che generano i padri e le madri. È il sentimento che, con gratitudi- ne, sento in questi giorni crescere in me e questo mi rasserena, perché è la vita della Chiesa madre. Ciò che accade al Vescovo di una Chiesa, però, non riguarda mai soltanto lui perché, come scriveva san Cipriano, «il Ve- scovo è nella Chiesa e la Chiesa è nel Vesco- vo» (Epist. 59, 8). Ecco, allora, allargata a tut- ti, la domanda già rivolta al presbiterio dioce- sano: come vivremo questa fase di vita dioce- sana? La domanda l’ho riproposta alla luce della parabola dei talenti in Mt 25,14-30. Co- sa faremo dei “talenti” che il Signore ci ha do- nato in questi anni? Li faremo fruttificare, op- pure faremo una buca nel terreno per metter- celi in attesa di quanto potrà succedere do- mani? Un’indicazione mi è stata suggerita da santa Teresa di Lisieux, nella cui memoria li- turgica l’ottobre 2004 fui inviato a voi quale nuovo vescovo. Giunta ormai al termine della sua vita, prostrata dalla tubercolosi, ma dive- nuta ancor più dolorante per la «notte della fede» nella quale si sentiva immersa, Teresa esclama: «Io non soffro che nell’istante. È perché si pensa al passato e all’avvenire che ci si scoraggia e ci si dispera» (Quaderno gial- lo, 19 agosto 1897, 10). Occorre, dunque, vive- re nell’oggi. Questo momento della vita dioce- sana, dunque, non deve né può essere tempo di sospensione; deve, anzi, essere tempo per proseguire serenamente nel cammino pasto- rale già avviato. La responsabilità, infatti, è un compito che si vive soltanto nell’oggi. X Marcello Semeraro, vescovo iniziare nella carità 2 la nomina del vescovo 3 milleflash 4 a servizio della chiesa 5 il nuovo messale 6 lassemblea liturgica 7 25 anni di missione 8 non alia charitas 9 marcia per la pace 10 antropologia del sacro 11 lo sport batte il covid 12

Transcript of LA RESPONSABILITÀ DEI TALENTI...lo sport batte il covid 12 Domenica 4 ot-tobre, i coor-dinatori...

Page 1: LA RESPONSABILITÀ DEI TALENTI...lo sport batte il covid 12 Domenica 4 ot-tobre, i coor-dinatori par-rocchiali insieme ai referenti vicariali, dopo la divulgazio - ne delle linee dio

MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO • ANNO 13 N. 125 - OTTOBRE 2020

LA RESPONSABILITÀ DEI TALENTIÈ un editoriale singolare e alquanto insolito,questo che scrivo per il nostro Millestrade,pochi giorni dopo una nuova chiamata a ser-vire la Chiesa, ma con modalità diverse daquelle attuate finora: ventisette anni di mini-stero presbiterale vissuti prevalentementenella formazione dei futuri presbiteri e poi al-tri ventidue di ministero episcopale, la massi-ma parte dei quali trascorsi insieme con voi.Nella nostra Diocesi, in questi anni, abbiamomaturato il senso di una «pastorale generati-va» ed è un progetto che effettivamente oggici qualifica e c’identifica. Sento, tuttavia,quanto sia profondamente vero che non ci so-no soltanto padri e madri che generano figli,ma pure uomini e donne che generano i padrie le madri. È il sentimento che, con gratitudi-ne, sento in questi giorni crescere in me equesto mi rasserena, perché è la vita dellaChiesa madre. Ciò che accade al Vescovo diuna Chiesa, però, non riguarda mai soltantolui perché, come scriveva san Cipriano, «il Ve-scovo è nella Chiesa e la Chiesa è nel Vesco-vo» (Epist. 59, 8). Ecco, allora, allargata a tut-ti, la domanda già rivolta al presbiterio dioce-

sano: come vivremo questa fase di vita dioce-sana? La domanda l’ho riproposta alla lucedella parabola dei talenti in Mt 25,14-30. Co-sa faremo dei “talenti” che il Signore ci ha do-nato in questi anni? Li faremo fruttificare, op-pure faremo una buca nel terreno per metter-celi in attesa di quanto potrà succedere do-mani? Un’indicazione mi è stata suggerita dasanta Teresa di Lisieux, nella cui memoria li-turgica l’ottobre 2004 fui inviato a voi qualenuovo vescovo. Giunta ormai al termine dellasua vita, prostrata dalla tubercolosi, ma dive-nuta ancor più dolorante per la «notte dellafede» nella quale si sentiva immersa, Teresaesclama: «Io non soffro che nell’istante. Èperché si pensa al passato e all’avvenire checi si scoraggia e ci si dispera» (Quaderno gial-lo, 19 agosto 1897, 10). Occorre, dunque, vive-re nell’oggi. Questo momento della vita dioce-sana, dunque, non deve né può essere tempodi sospensione; deve, anzi, essere tempo perproseguire serenamente nel cammino pasto-rale già avviato. La responsabilità, infatti, è uncompito che si vive soltanto nell’oggi.

X Marcello Semeraro, vescovo

iniziare nella carità 2

la nomina del vescovo 3

milleflash 4

a servizio della chiesa 5

il nuovo messale 6

l’assemblea liturgica 7

25 anni di missione 8

non alia charitas 9

marcia per la pace 10

antropologia del sacro 11

lo sport batte il covid 12

Page 2: LA RESPONSABILITÀ DEI TALENTI...lo sport batte il covid 12 Domenica 4 ot-tobre, i coor-dinatori par-rocchiali insieme ai referenti vicariali, dopo la divulgazio - ne delle linee dio

Domenica 4 ot-tobre, i coor-dinatori par-

rocchiali insieme aireferenti vicariali,dopo la divulgazio-ne delle linee dio-cesane «Ripartia-mo insieme», si so-no trovati presso i

padri Somaschi di Ariccia, per fare un primo punto sull’attua-le situazione, al fine di orientarsi insieme per avviare il nuovoanno catechistico, che seguirà l’Anno liturgico. Convinti che non si stia vivendo una “parentesi”, va sottoli-neato che, soprattutto in questo periodo in cui tutto “non è piùcome prima”, ritagliarsi del tempo per ascoltarsi è un primopasso irrinunciabile. L’obiettivo principale dell’incontro non èstato di dare risposte a quesiti e problemi emersi nei primi in-contri parrocchiali, ma di ascoltare: per comprendere, capir-si e condividere.Molto apprezzato è stato l’intervento di monsignor GualtieroIsacchi, vicario episcopale per la Pastorale, che facendo me-moria del cammino diocesano, ha presentando le “nuove” co-ordinate che ciascuno è chiamato a percorrere insieme, attin-gendo alla lettera del vescovo Semeraro “Non alia charitas.Per una pastorale di cura”. Il messaggio centrale è stato:«farsi discepoli per fare discepoli».Suor Lucia Orizio, vicedirettrice dell’ufficio catechistico, hapoi presentato il cammino condiviso da maggio a luglio daicoordinatori dei Vicariati territoriali su piattaforma digitale. Ipunti di convergenza emersi in tale percorso indicano chiareprospettive e priorità per ri-cominciare con fiducia ed entu-siasmo i diversificati percorsi formativi.

Jourdan Pinheiro

Comunicate dal vescovo Seme-raro le nomine relative agliuffici della Curia per il prossi-

mo quinquennio e riconfermate il18 ottobre a seguito della nominaad amministratore apostolico. Con-fermati come direttori don JourdanPinheiro (ufficio Catechistico, consuor Lucia Orizio vice direttore),monsignor Pietro Massari (CentroMissionario), don Francesco Ange-lucci (Ecumenismo e dialogo inter-religioso), Gloria Conti (Educazione,

scuola e Irc) e don Nicola Riva (Pastorale universitaria). Ri-mangono alla direzione don Alessandro Paone (Comunicazio-ni sociali, con vicedirettore Giovanni Salsano), monsignorAdriano Gibellini (Liturgico), don Alessandro Mancini (Cdv),

don Franco Ponchia (Confraternite), monsignor Carlino Pan-zeri (Famiglia, dove è co-direttore don Jesus Grajeda), don Va-lerio Messina (Spg e Cod), Gilberto Stival (Tempo libero esport), don Salvatore Surbera (Problemi sociali e lavoro) e donGabriele D’Annibale (Caritas, dove è vice direttore don Fernan-do Lopez Gallego, direttore dell’ufficio Migrantes). Accanto aldirettore don Michael Romero (Pastorale della Sanità), è vice-direttore padre Josè Michel Favi, mentre sono confermati ne-gli incarichi Claudio Favale (direttore Beni culturali ecclesia-stici ed edilizia di culto), Antonello Palozzi (direttore del Servi-zio diocesano per la promozione del sostegno economico allaChiesa Cattolica), Manuel De Santis (incaricato Servizio infor-matico), don Muzio Limiti (conservatore Archivio storico), Ro-berto Libera (direttore del Museo diocesano e vice conservato-re Archivio storico), don Gian Franco Poli (direttore Biblioteca)e don Marco Romano (collaboratore del MuDi).

Valentina Lucidi

dalla diocesi2

Ripensare l’umano inun momento dicambiamento epo-

cale, mantenendo l’atten-zione sull’approccio an-tropologico e sulle nuovedinamiche relazionali indigitale. Il tema della for-mazione degli IdR delladiocesi, iniziata con il cor-so di aggiornamento disettembre, è diventatospecifico per i quattro ordini scolastici nel mese di otto-bre, con corsi dedicati: “Creatività…work in progress” perla scuola dell’Infanzia e la Primaria (a cura della pedago-gista Helga Dentale); “Educazione digitale: i giovani e larete. Istruzioni per un uso consapevole” per la scuola Se-condaria di primo grado (di Francesca Ieracitano); “Limi-te tra umano e post-umano” per la scuola Secondaria disecondo grado (di Andrea Geremicca e Paolo Benanti). I temi, importanti e attuali, vanno dalla gestione delleemozioni, alla conoscenza della rete per evitarne un usoimproprio, fino alle nuove tecnologie e all’intelligenza ar-tificiale. I corsi sono svolti in modalità a distanza, su dif-ferenti piattaforme, tramite webinar in diretta che preve-dono la massima interazione possibile con i partecipanti,in modo da coinvolgere i docenti in un dialogo costruttivoed efficace. L’impegno nella ricerca di strumenti narrati-vi, relazionali e tecnologici per gestire le conseguenze delcambiamento e il suo impatto sui ragazzi è già tanto daparte di tutti, perché per immaginare un futuro sostenibi-le e umano non si può prescindere dalla formazione del-le generazioni che lo abiteranno.

Elisa Ognibene

RIPENSARE L’UMANOAl via la formazione specifica per i singoli gradi di scuola

INIZIARE NELLA CARITÀL’Ufficio catechistico incontra i coordinatori parrocchiali

UN SERVIZIO IMPORTANTE PER LA NOSTRA DIOCESINella festa dei santi angeli custodi il vescovo comunica le nomine relative agli uffici di curia

Page 3: LA RESPONSABILITÀ DEI TALENTI...lo sport batte il covid 12 Domenica 4 ot-tobre, i coor-dinatori par-rocchiali insieme ai referenti vicariali, dopo la divulgazio - ne delle linee dio

La memorialiturgica diSanta Teresa

d’Avila del 15 otto-bre 2020 rimarràuna data impor-tante nella cronacadella storia delladiocesi di Albano.Al termine del ri-tiro spirituale, nel-la parrocchia Spir-

ito Santo ad Aprilia, mentre il presbiterio diocesano era riu-nito per la giornata mensile di ritiro spirituale, il vescovo Se-meraro ha annunciato la sua nomina a Prefetto della Con-gregazione per le Cause dei Santi, succedendo al cardinaleGiovanni Angelo Becciu che ha rinunciato all’incarico il 24settembre scorso.

BiografiaSemeraro, 73 anni a dicembre, è nato a Monteroni di Lecce,in Puglia. Ordinato sacerdote nel 1971, viene nominato daSan Giovanni Paolo II vescovo di Oria nel 1998. È statotrasferito alla Chiesa Suburbicaria di Albano il 1° ottobre2004. Attualmente è Amministratore apostolico del monas-tero esarchico di Santa Maria di Grottaferrata e Delegatopontificio dell’Ordine Basiliano d’Italia. Ha ricevuto la for-mazione iniziale nel Pontificio seminario regionale pugliesePio XI di Molfetta e, successivamente, ha perfezionato glistudi di teologia nella Facoltà di Teologia della PontificiaUniversità Lateranense a Roma dove ha conseguito i gradiaccademici della Licenza e del Dottorato in Sacra Teologia.Ha quindi iniziato il ministero dell’insegnamento dellaTeologia dogmatica nell’Istituto Teologico pugliese e poi an-che di Ecclesiologia nella facoltà di Teologia della Pul. Suitemi dell’ecclesiologia ha pubblicato diversi libri, articoli evoci di dizionario.

La Congregazione delle Cause dei SantiAlla Congregazionedelle Cause dei Santi,la “Pastor Bonus” diSan Giovanni Paolo IIdedica quattro arti-coli. Tuttavia, è so-prattutto il primo asottolineare che ilcompito di monsignorSemeraro consiste nel presiedere a tutto ciò che, secondo laprocedura prescritta, porta alla beatificazione e alla canon-izzazione dei servi di Dio. E aggiunge che spetta allala Con-gregazione assistere i vescovi diocesani, perché il processodi beatificazione e canonizzazione prevede un’ampia fase daistruire in diocesi. A riguardo, l’ultima legge in materia è del2007, la “Sanctorum Mater”, seguita nel 2016 dalle norme

che riguardano l’amministrazione dei beni delle Cause, e nel2017, da una istruzione circa l’autenticità e la conservazionedelle reliquie nella Chiesa. Nel pontificato di Francesco l’in-tervento che segna la storia della Congregazione è la novitàintrodotta dal Papa con il Motu Proprio «Maiorem hac dilec-tionem». L’offerta della vita è «una quarta via» per intro-durre le cause di beatificazione e di santificazione, oltre allavia del martirio, alla via delle virtù eroiche e alle beatifi-cazioni equipollenti. Pur avendo alcuni elementi che la fan-no assomigliare sia alla via del martirio che a quella dellevirtù eroiche, è una via nuova che intende valorizzare unaeroica testimonianza cristiana, finora senza una proceduraspecifica, proprio perché non rientra del tutto nella fat-tispecie del martirio e neppure in quella delle virtù eroiche.

L’esempio del cardinal Ludovico AltieriMonsignor Semeraro, primadi dare l’annuncio della suanomina, ha richiamato ai pre-senti la figura del Servo di Dioil cardinale Ludovico Altieri.Esortando a un equilibratosenso di responsabilità inquesto tempo di pandemia,mentre ci si dispone al nuovoanno pastorale, ha detto: «Iola sera prego il Servo di Dio».La morte di Ludovico Altieri(1805-1867), la cui causa fuintrodotta nella diocesi di Al-bano prima della pubbli-cazione della suddetta Lettera apostolica, ricalca – tantonella documentazione storica quanto nella ininterrottamemoria del popolo di Dio – gli elementi fondamentalirichiamati nel Motu Proprio di papa Francesco.

Un cammino in continuità con la storia della Chisa localeL’avvicendamento del vescovo, infine, è un evento che segnaprofondamente il cammino delle persone e della comunità.Tuttavia, la vita di una chiesa particolare non ricomincia og-ni volta che giunge un nuovo vescovo: essa piuttosto contin-ua. Questa continuità è espressione peculiare di quel minis-tero generativo, che ha contraddistinto l’episcopato alba-nense di monsignor Semeraro, e ha come passaggio finalequello del “lasciar andare” perché altri continuino l’opera. Èil tempo della traditio per la Chiesa di Albano e il suo vesco-vo: «vi trasmetto quello che ho ricevuto…», scrive due voltesan Paolo in 1Cor (11, 23; 15, 3). Non operare “consegne” èl’opposto della “responsabilità”. Proprio nell’ultima letteraal presbiterio, monsignor Semeraro, annunciando la suanomina ad Amministratore apostolico, in questa cornice diresponsabilità, invita la Chiesa di Albano a continuare ilcammino intrapreso in questi anni: «Siamo responsabili deltempo che stiamo vivendo: il nostro oggi».

Andrea De Matteis

PER 16 ANNI PASTORE AD ALBANOSemeraro è stato nominato prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi

nuovo incarico per il nostro vescovo 3

Page 4: LA RESPONSABILITÀ DEI TALENTI...lo sport batte il covid 12 Domenica 4 ot-tobre, i coor-dinatori par-rocchiali insieme ai referenti vicariali, dopo la divulgazio - ne delle linee dio

milleflasha cura di GIOVANNI SALSANO

4

Chiusura della tomba di Carlo AcutisLunedì 19 ottobre il ve-scovo Marcello Seme-raro, quale nuovo Pre-fetto della Congrega-zione delle cause deiSanti, ha presieduto adAssisi la Messa nellachiesa di Santa Maria

Maggiore – Santuario della Spogliazione, nel giorno dellachiusura della tomba del Beato Carlo Acutis, dopo 19 gior-ni di venerazione da parte di oltre 41mila fedeli. «Il BeatoCarlo Acutis – ha detto Semeraro nell’omelia – si è fatto di-scepolo di Gesù, così come in una epoca di volontà di po-tenza ha scelto l’umiltà di Cristo, il quale da ricco si è fattopovero per noi. Ed è così che Carlo Acutis è diventato ricconon per un’eredità umana, ma per mezzo della povertà edell’umiltà di Cristo Gesù».

Formazione per i sacerdoti della diocesiSono in programma nel mese di novembre diversi appunta-menti formativi per i sacerdoti del presbiterio diocesano. Do-menica 8 e lunedì 9 novembre saranno dedicati alla forma-zione dei sacerdoti giovani (entro il 10° anno di ordinazione)sul tema “La cura delle relazioni” (in seminario). Tutti i gior-ni, da lunedì 23 a venerdì 27 novembre, ancora in seminariodalle 9,30 alle 12,30 si svolgerà la formazione per i nuovi par-roci, coordinata dal Vicario episcopale per il coordinamentodella pastorale, monsignor Gualtiero Isacchi e guidata dai di-rettori di alcuni Uffici pastorali della curia. Infine, mercoledì25 novembre (16 – 19 in seminario) e mercoledì 2 dicembre(16 – 19 a Santi Pietro e Paolo, in Aprilia), ci sarà l’aggiorna-mento teologico sulla nuova edizione italiana del Messale ro-mano, con monsignor Maurizio Barba.

Marco Manco pubblica “Una storia di fede. Abramo”È stato pubblicato da Tau editrice il libro “Una storia di fe-de. Abramo” di Marco Manco, insegnante di religione catto-lica della diocesi di Albano. Il testo presenta la vita di Abra-mo come modello e sintesi della storia a cui ogni uomo èchiamato: da incredulo a credente. «La storia di Abramo –spiega l’autore – parla di noi. Abramo è in ricerca e in cam-mino, ansioso e impaziente, uomo che vuole vedere e toc-care con mano. Camminare con lui ci farà sentire meno so-li e ci permetterà di comprendere che ogni passo del nostrocammino, anche quello meno esemplare, è comunque, pergrazia di Dio, un passo verso la vita, un segno che Dio sa-prà inserire nel suo splendido disegno d’amore». Il libro èdisponibile presso le librerie, on line o contattando diretta-mente l’autore ([email protected]).

Preghiera e ricordo nel primo anniversario di don Dante«Don Dante è stato come ilpadre dei due figli dellaparabola, mandati a lavo-rare nella vigna: tutti noiper lui siamo stati come ifigli, come ha detto papaFrancesco: “differenti, matutti figli. Un figlio lo siama perché è figlio: nonperché bello, o perché ècosì o cosà; no, perché è fi-glio!”. Così monsignor

Bernini ha voluto bene a tutti noi». Lo ha detto il vesco-vo Marcello Semeraro, nella Basilica di Santa Maria del-la Quercia, a Viterbo, nella Messa in occasione del pri-mo anniversario della morte di monsignor Dante Berni-ni, già vescovo di Albano. Nel corso delle celebrazioni,sono stati intitolati a monsignor Bernini i giardinetti inpiazza della Pace, a Viterbo.In ricordo della nastita di Santa Maria Goretti

È stato ricordato ve-nerdì 16 ottobre, nelSantuario di Nettuno,l’anniversario dellanascita di Santa MariaGoretti, co-patronadella diocesi di Alba-no, avvenuta a Cori-

naldo il 16 ottobre 1890. Una ricorrenza che sempre più hatrovato spazio soprattutto nelle comunità parrocchiali (40 inItalia) dedicate al suo nome, favorito anche dalla riaperturadelle scuole e delle attività pastorali. Particolare rilevanza haassunto l’arrivo al Santuario di una rappresentanza prove-niente da Corinaldo: è stata la prima volta che le due città,gemellate dal 1990, hanno ricordato insieme a Nettuno ilcompleanno di Marietta. La Messa delle 18 è stata presiedu-ta dal vescovo di Senigallia Francesco Manenti e la giornatasi è conclusa con un concerto delle corali polifoniche.

Al via ad Aprilia la raccolta fondi per il “Progetto in Rosa”È stato avviato, ad Aprilia, il “Progetto in rosa”: una campa-gna di donazioni, finalizzata all’acquisto di caschi refrige-ranti per il centro oncologico della città. L’8 ottobre, il sin-daco Antonio Terra, il direttore della Asl di Aprilia Belardi-no Rossi e Resy Langiano, presidente del comitato Andoscittadino, hanno firmato un accordo quadro, per poter av-viare la raccolta fondi. Nelle prime settimane, sono statiraccolti 3.140,00 euro, donati da singoli cittadini, aziende eassociazioni. Per contribuire alla riuscita della campagna,singoli cittadini, aziende e gruppi possono effettuare unadonazione attraverso l’Iban IT37A0832773920000000004881,intestato ad Andos Comitato di Aprilia odv, specificandonella causale “Caschi oncologici x Aprilia”.

Page 5: LA RESPONSABILITÀ DEI TALENTI...lo sport batte il covid 12 Domenica 4 ot-tobre, i coor-dinatori par-rocchiali insieme ai referenti vicariali, dopo la divulgazio - ne delle linee dio

dalla diocesi 5

Vicari territoriali

Lunedì 12 ottobre, memoria del Beato Carlo Acutis, ilvescovo Marcello Semeraro ha firmato il decreto dinomina degli otto vicari territoriali, a capo di ciascu-

no dei Vicariati di cui si compone la diocesi di Albano. So-no stati confermati per altri cinque anni nell’incarico donAlessandro Saputo, parroco nella chiesa dello Spirito San-to, ad Aprilia, don Alessandro Tordeschi, parroco al SacroCuore, a Ciampino, don Pietro Massari, parroco a San Bar-naba, a Marino e don Massimo Silla, parroco al Sacratissi-mo Cuore di Gesù, a Nettuno. Nuove nomine, invece, perdon Angelo Pennazza, parroco di San Giuseppe sposo diMaria Vergine a Pavona (Vicariato di Albano), don MarcinSwiatek, parroco all’Assunzione della Beata Vergine Maria,a Lido dei pini (Vicariato di Anzio), don Giovanni Masella,parroco di Santa Maria Assunta in Cielo e Santa Maria diGalloro (Vicariato di Ariccia) e don Marco Cimini, parroco aPomezia a San Bonifacio e Madonna di Collefiorito (Vica-riato Ardea – Pomezia). Le nomine sono state decise dalvescovo Semeraro dopo aver ricevuto, da ciascun presbite-rio vicariale, una terna di nomi, a seguito delle sedute elet-tive che si sono svolte giovedì 8 ottobre.

TUTTE LE NOMINE Consiglio presbiterale

Con un decreto del 12 ottobre, ilvescovo Marcello Semeraro harinnovato il Consiglio presbi-

terale diocesano, il gruppo di sacer-doti (diocesani e regolari) che in rap-presentanza del Presbiterio agiscecome senato del vescovo e lo aiutanel governo della diocesi. Ne fannoparte ventisei preti. Dodici sonomembri di diritto in ragione del loroufficio: monsignor Franco Marando,vicario generale e vicario episcopaleper il Clero, monsignor GualtieroIsacchi, vicario episcopale per il co-ordinamento della Pastorale, mon-signor Carlino Panzeri, vicario epi-scopale per il Laicato, don GianFranco Poli, vicario episcopale per gli istituti di vita consacra-ta e per l’Ordo virginum, il cancelliere vescovile don AndreaDe Matteis e gli otto vicari territoriali, don Angelo Pennazza,don Marcin Swiatek, don Alessandro Saputo, don AlessandroTordeschi, monsignor Giovanni Masella, monsignor PietroMassari, don Massimo Silla, e don Marco Cimini. Altri diecisacerdoti sono membri eletti in rappresentanza dei vicariatiterritoriali, delle comunità religiose maschili operanti in dio-cesi e dei cappellani degli ospedali e delle case di cura. Sonopadre Franco Bottoni, don Andrea Giovannini, don ValerioMessina, don Claudio De Angelis, don Josè Ambrogio Vala-dez, don Jorge do Amor Divino, don Lorenzo Fabi, don JoseRamon Alfonso Pena, padre Giuseppe Bisceglia e padreOscar Houlinho. Infine, altri quattro membri sono nominatidirettamente dal vescovo e sono don Jesus Grajeda, don Ni-cola Riva, don Gabriele D’Annibale e don Jourdan Pinheiro.

Consultori

Dopo aver decretato la nuova composizione del C onsi-glio presbiterale, il vescovo Semeraro ha nominato imembri del “Collegio dei consultori”. Sono monsignor

Franco Marando, vicario generale, monsignor Carlino Pan-zeri, vicario episcopale, don Alessandro Mancini, direttoredel Seminario, i vicari territoriali don Massimo Silla e donAlessandro Saputo e i direttori dell’ufficio catechistico, donJourdan Pinheiro, e della Caritas, don Gabriele D’Annibale.

Capitolo Cattedrale

Sono stati nomi-nati dal vesco-vo Semeraro,

con un decreto del 9ottobre, i membridel Capitolo Catte-drale San Pancraziomartire, in Albano: ilcollegio di sacerdoticui spetta il compitodi assolvere le fun-zioni liturgiche piùsolenni nella ChiesaCattedrale. Canonicieffettivi sono monsi-gnor Carlino Panzeri(Presidente), don

Andrea De Matteis (Segretario), don Alessandro Saputo(Cerimoniere), don Franco Ponchia (Penitenziere), don Sal-vatore Falbo, monsignor Adriano Gibellini, monsignorFranco Marando, monsignor Giovanni Masella, don Jour-dan Pinheiro, don Gian Franco Poli, don Mauro Verani edon Marco Romano. A ciò si aggiungono le dignità di Arci-prete, riservata “durante munere” a monsignor AdrianoGibellini, e di Arcidiacono, conferita a monsignor FrancoMarando, vicario generale. Quali “Canonici onorari”, Se-meraro ha nominato, per le responsabilità diocesane rico-perte, monsignor Gualtiero Isacchi, monsignor UmbertoGaleassi e don Muzio Limiti.

Consiglio episcopale

Il vescovo Marcello Semeraro ha reso note le nomine perla composizione del Consiglio episcopale per il prossimoquinquennio. Ne fanno parte monsignor Franco Marando

(Vicario generale e per il clero), monsignor Gualtiero Isacchi(Vicario per la Pastorale), monsignor Carlino Panzeri (Vica-rio per il Laicato) e don Gianfranco Poli (Vicario per gli Isti-tuti di vita consacrata, Società di vita e Ordo virginum).

a cura di GIOVANNI SALSANO

Page 6: LA RESPONSABILITÀ DEI TALENTI...lo sport batte il covid 12 Domenica 4 ot-tobre, i coor-dinatori par-rocchiali insieme ai referenti vicariali, dopo la divulgazio - ne delle linee dio

dio che accompagna e non tenta6

UNO STRUMENTO IMPORTANTE PER LA CRESCITA DELLA VITA CRISTIANA

La nuova traduzione italiana del Messale Romano andrà asostituire l’attuale libro liturgico, che da quasi quaran-t’anni ha ritmato e regolato la celebrazione eucaristica

delle nostre comunità cristiane. Non si tratta solo di un fattoeditoriale, ma di un evento ecclesiale di particolare importan-za perché il Messale è uno strumento che la Chiesa offre adogni comunità per la crescita della vita cristiana, favorita daquella partecipazione alle celebrazioni liturgiche, che il Con-cilio Vaticano II ha definito con una vasta gamma di aggettivi:piena, consapevole, attiva, pia, interna, esterna, comunitaria.In quanto libro liturgico, il Messale non solo ha regolato la ce-lebrazione eucaristica lungo i secoli, ma ha pure forgiato la vi-ta dei fedeli, rendendola conforme al mistero pasquale, cele-brato per ritus et preces, e conferendole una impronta so-stanzialmente cristiana. La particolare cura che la Chiesa hariservato a questo libro liturgico nel corso dei secoli sta ad in-dicare che si tratta di un libro di importanza primaria per la vi-ta della Chiesa, il cui contenuto, il mistero pasquale, costitui-sce il nucleo essenziale della fede cristiana.

Il libro dell’assemblea liturgicaIl Messale non è solo il libro del prete, ma è il libro della comu-nità cristiana, dell’assemblea chiamata a celebrare l’Eucaristia,il mistero da cui scaturisce la vita della Chiesa. Nel consegnarcila nuova traduzione italiana del Messale, i Vescovi italiani hanno

affermato che es-sa costituisce unaprovvidenzialeoccasione perchéla comunità cri-stiana torni aconsiderare lacelebrazione eu-caristica conmaggiore atten-zione e impegno.

Come tale, il Messale va accolto come “dono prezioso” per risco-prire la bellezza e la fecondità della celebrazione eucaristica.Bellezza e fecondità che non dipendono soltanto da quanto èscritto nel libro, ma soprattutto da quanto viene celebrato e dacome si celebra. Il Messale, dunque, come tutti i libri liturgici, ol-tre all’aspetto puramente funzionale, possiede pure una dimen-sione pedagogica che aiuta a conoscere e comprendere il valoredi ciò che si celebra e a vivere quanto celebrato. Il suo valore sca-turisce dall’uso che se ne fa nella celebrazione; e di riflesso, lacelebrazione diventa criterio ermeneutico dei contenuti propridel libro stesso. È nell’uso che si conosce il libro liturgico conmaggiore profondità, allo stesso modo con cui la parola di Dio ri-nasce nell’azione liturgica. Per cui è un libro che va letto, studia-to, meditato proprio in preparazione alla celebrazione.

Un cambiamento che ha susci-tato interesse, e anche accesidibattiti, sia in esperti che nel-

la comunità dei fedeli, è stata la rivi-sitazione, nella nuova edizione delMessale, dell’espressione che chiu-de il Padre nostro («E non ci indurrein tentazione»): impropria secondoalcuni in quanto ritenuto che con es-sa sembra che sia Dio a spingerel’uomo alla tentazione. La nuova tra-duzione, «Non abbandonarci alla tentazione», d’altra partenon ha soddisfatto altri, in quanto ritenuta non fedele al te-sto originario, con l’espressione che lascerebbe intendereche Dio possa e voglia fare una cosa simile, mentre Dio nonabbandona mai i suoi figli.La nuova traduzione della frase latina (che è il riferimentonormativo per i testi liturgici) “et ne nos indùcas in tentatio-nem”, è vero che non è una traduzione letterale del testogreco, ma la forzatura è motivata da esigenze pastorali eteologiche in quanto, per dirla con papa Francesco, «dob-biamo escludere che sia Dio il protagonista delle tentazioniche incombono sul cammino dell’uomo». La controversia è legata al fatto che la traduzione italianaha un significato diverso da quello latino e greco. Il verbo in

causa “eisenenkai” (da) significaportare/condurre dentro, come il la-tino “induco” e come anche l’italiano“indurre”, nel suo significato anticoed etimologico. Il punto è che ci tro-viamo di fronte a un verbo di movi-mento che conosce perciò nella lin-gua greca un senso causativo/fattivoo permissivo. L’espressione che èstata usato finora “non ci indurre intentazione” sembrerebbe ben espri-

mere questa costruzione del greco, e del latino, nel sensodi “non lasciare, non permettere che entriamo dentro latentazione”. Tuttavia, il problema è che per l’uso comune, lafrase così com’è fatta, in italiano, ha il senso di “istigare”.Invece con la nuova traduzione, “Non abbandonarci”, sichiede a Dio che stia sempre a fianco a ciascuno, quando ènella tentazione e quando sta per entrarci. Un’altra modifica nel testo del Padre nostro, dovuta a unasenz’altro corretta traduzione della versione latina, è l’ag-giunta della congiunzione “anche” nella frase «Come an-che noi li rimettiamo ai nostri debitori». Non è stata invecemodificata l’espressione “liberaci dal male” che per moltiesperti andava tradotta invece con “liberaci dal maligno”.

Maria Massimiani

LA PREGHIERA DEL PADRE NOSTROUna traduzione non letterale che va accompagnata

Page 7: LA RESPONSABILITÀ DEI TALENTI...lo sport batte il covid 12 Domenica 4 ot-tobre, i coor-dinatori par-rocchiali insieme ai referenti vicariali, dopo la divulgazio - ne delle linee dio

dal Kyrie all’agnello di dio 7

UNO STRUMENTO IMPORTANTE PER LA CRESCITA DELLA VITA CRISTIANANulla può essere improvvisatoSi tratta di comprendere le orazioni, di scegliere le più adatte,quando vengono proposte diverse, di preparare le letture (leg-gerle, meditarle, sceglierne altre se occorre...), preparare le di-dascalie (tenendo ben presente l’assemblea concreta a cui sonodestinate), preparare l’omelia, controllare se il luogo della cele-brazione si presta alla medesima, studiare il momento e il sen-so delle pause di silenzio, scegliere e preparare i canti, verifica-re i gesti da farsi o da proporsi ai fedeli…La pubblicazione, dunque, rappresenta un momento importan-te per la vita della Chiesa in Italia, in quanto se da una parte sti-mola ad una maggiore consapevolezza del valore cardine dellacelebrazione eucaristica, dall’altra costituisce l’occasione per il

rilancio dellapastorale li-turgica chenon si esau-risce solo nelmomento ce-lebrativo, manel contestodi una visio-ne più ampia:di una “pa-storale inte-

grata” che raccordi la celebrazio-ne liturgica con l’evangelizzazio-ne e con l’intera vita cristiana. IVescovi italiani, nella nota pasto-rale “Il Rinnovamento liturgico inItalia”, del 1983, rilevano che almomento dell’adozione dei nuovilibri liturgici, e quindi anche delMessale, non è sempre corrispo-sto un proporzionato rinnova-mento interiore nel vivere il mi-stero celebrato e una permanen-te formazione liturgica e pastorale. Se l’obiettivo cardine dellariforma liturgica è stato quello di rinnovare la vita cristiana tra ifedeli, allora si comprende bene che il Messale, con la ricchez-za dei suoi contenuti e delle sue dinamiche celebrative, costitui-sce la guida sicura e stimolante per un efficace e fruttuoso cam-mino di conformazione al mistero di Cristo celebrato nella litur-gia. Urge, dunque, nel contesto del rinnovamento della comuni-tà ecclesiale nel solco della riforma liturgica, una permanente egraduale appropriazione personale e comunitaria di ciò che sidice e di ciò che si fa nella celebrazione eucaristica, attraversouna conoscenza “intelligente” del Messale, ovvero medianteuna interiorizzazione in profondità del suo contenuto.

Mons. Maurizio Barba

La terza edizione italiana delnuovo Messale Romano è undono prezioso alla Chiesa

tutta. C’è stato l’impegno di tantinel migliorare la nuova edizionedel testo sotto il profilo teologico,pastorale e stilistico per conser-vare, in continuità e progresso,l’intento fondamentale di condur-re il popolo di Dio ad una celebra-zione fedelmente eseguita, efficacemente partecipata efruttuosamente vissuta.Tra le modifiche apportate c’è l’integrazione, all’appellativomaschile, dell’equivalente femminile in diversi contesti. Co-sì l’incipit del Confiteor, dove è stato introdotto il termine“sorelle” da affiancare a “fratelli” per cui si dirà «Confessoa Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle…». Una novità importante riguarda la triplice invocazione del-l’Atto penitenziale, riportata nell’originale greco, per cui laformula sarà unicamente: “Kyrie, eléison. Christe, eléison.Kyrie, eléison”. Tra i cambiamenti che riguardano più da vicino l’assembleac’è poi l’incipit del Gloria che dice: «... e pace in terra agliuomini, amati dal Signore». La virgola, inserita dopo “uo-mini”, lascia intendere che questa pace è destinata all’uni-

versalità degli uomini. Ci sono poi variazioniriguardanti le preghiere eucaristiche. La pre-ghiera eucaristica II presenta diverse modifi-che tra cui l’epiclesi dove la parola “effusio-ne” è sostituita con “rugiada” per cui «Santi-fica questi doni con l’effusione del Tuo Spiri-to» diventa «Santifica questi doni con la ru-giada del Tuo Spirito», espressione con affla-to lirico che esisteva già nell’antica liturgia. Nella Preghiera Eucaristica III l’espressione

«Egli faccia di noi un sacrificio perenne…» è stata cambia-ta con «Lo Spirito Santo faccia di noi un’offerta perenne aTe gradita».La modifica che forse ha più suscitato attenzione è stata,all’interno del “Padre nostro”, la frase «Non abbandonarcialla tentazione», invece di «Non ci indurre in tentazione».Ancora, all’espressione «Come noi li rimettiamo…», si ag-giunge la parola “anche” («Come anche noi li rimettiamo ainostri debitori»). La formula precedente la Comunione è stata cambiata in:«Ecco l’Agnello di Dio, ecco Colui che toglie i peccati delmondo. Beati gli invitati alla Cena dell’Agnello». Oltre al-l’inversione tra la prima e la seconda proposizione, la «Ce-na del Signore viene sostituita con la «Cena dell’Agnello».

M. Teresa ov

LE ALTRE NOVITÀ DELLA NUOVA EDIZIONE DEL MESSALEAlcune migliorie per entrare meglio nel senso teologico della celebrazione eucaristica

mons. Maurizio Barba

Page 8: LA RESPONSABILITÀ DEI TALENTI...lo sport batte il covid 12 Domenica 4 ot-tobre, i coor-dinatori par-rocchiali insieme ai referenti vicariali, dopo la divulgazio - ne delle linee dio

dalla diocesi8

NEL CUORE DELLA CHIESA LOCALEConsegnato ai sacerdoti della diocesi il volume che ripercorre i 25 anni della missione in Sierra Leone

Quest’anno ricorre il 25° anno dell’im-pegno missionario della Chiesa di Al-bano in Sierra Leone ed è l’occasione

per ripercorrere, con testimonianze e foto,tutto ciò che in questi anni è stato realizza-to nella diocesi di Makeni e racchiuderlo inun volumetto a cura dell’ufficio Missiona-rio, dal titolo “Missione Africa… nel e dalcuore della Chiesa Locale”.Tutto è iniziato nel 1994 grazie al Sinododiocesano e a monsignor Dante Bernini, acui è dedicato il volume, che ha dato il via aquesta “avventura”. E così la diocesi di Ma-keni è divenuta il “cuore” della diocesi di Albano. Da quell’an-no i vescovi e i loro collaboratori hanno iniziato a incontrarsiper dialogare e formulare progetti, mentre Il 30 marzo 1997 èstato stipulato un impegno di cooperazione tra le due diocesi.Non va dimenticato il difficile periodo in cui la Sierra Leone havissuto una cruenta guerra civile che ha visto il crimine abo-minevole dei bambini-soldato. Tanti di loro sono stati da ri-scattati e reinseriti nella società a fine guerra. I missionari diAlbano hanno assistito e contribuito al lento, ma costante mi-glioramento delle condizioni di vita della popolazione alla finedella guerra. Un lungo periodo di pace ha permesso di realiz-

zare molti progetti quali un ospedale,molte scuole, il sostegno scolastico acentinaia di bambini e ragazzi, l’aiuto acooperative agricole, il sostegno a stu-denti universitari, la costruzione di unacasa per i volontari, di centri di aggrega-zione e formazione e anche di chiese. In questi anni sono stati in “viaggio mis-sionario” oltre 100 persone tra ingegne-ri, dottori, sacerdoti, professionisti egiovani, che hanno poi riportato a casaquanto visto e vissuto. In particolare, ne-gli ultimi anni l’ufficio missionario sta

formando alla missionarietà i Giovani Costruttori per l’Uma-nità che, mediante incontri di sensibilizzazione con altri gio-vani, offrono una testimonianza viva di quanto vissuto. Ognianno una loro delegazione va in Sierra Leone e ora ne fannoparte oltre 60 giovani.Il volumetto offre a tutti la possibilità di conoscere a fondotutto ciò che finora è stato fatto dalla diocesi di Albano graziealla disponibilità di tanti benefattori: non è solo una “memo-ria storica” da divulgare, ma anche la consapevolezza che orasi apre un “nuovo inizio” con i fratelli sierraleonesi.

M. Manis e P. Amatruda

Un impegno che, a causadella pandemia, è statomodificato nella parte

operativa, ma è cresciuto inquella emotiva e spirituale. Unservizio di vicinanza e preghieraverso chi sta affrontando un pe-riodo difficile dal punto di vistafisico e mentale. È l’esperienzache, da oltre otto mesi, fa partedella quotidianità dei cappellanidel Nuovo ospedale dei Castellidi Ariccia, padre Oscar Hounlihoe padre Raoul Sahouegnon. «Nel Nuovo ospedale dei Ca-stelli – raccontano i due religiosi – anche il servizio di cap-pellania ha dovuto cercare di adeguarsi per andare incontroalle necessità di servizio che emergono dalla nuova situa-zione socio-sanitaria. La nostra opera è rivolta ai malati, ailoro visitatori o accompagnatori, ma anche al personaleospedaliero e a varie associazioni di volontariato che svolgo-no determinate prestazioni nell’ospedale». Il servizio offer-to oscilla fra la relazione pastorale di aiuto e l’assistenzaspirituale in una prospettiva olistica e umanizzante. Nonsempre però, a causa delle restrizioni e dell’emergenza,questo è possibile e si aprono allora nuovi orizzonti da intui-re o verso i quali si è sollecitati. «Con le esigenze nuove –

aggiungono padre Oscar e padreRaoul – l’accesso ad alcuni re-parti risulta molto contingenta-to, il che non toglie però l’oppor-tunità di incontrare, ad esempio,presso i distributori automaticidi bevande qualche membro delpersonale e di dargli un salutodi incoraggiamento o un’oppor-tunità di sfogo. In ospedale, poi,l’esperienza della Messa senzail popolo può già capitare spes-so, ma riscoprire in certi mo-

menti dell’emergenza la necessità di intercedere per ruttiassumendo le proprie preoccupazioni e quelle degli altri si èrivelata un’esperienza unica. Inoltre, la possibilità di potertenere la Cappella sempre aperta con le dovute precauzioniha fatto del bene a tanti utenti». Altro aspetto importantesottolineato dai due cappellani riguarda l’ampliamento dialcuni aspetti del loro ministero: «Il ministero di consolazio-ne e di benedizioni specifiche – concludono padre Oscar epadre Raoul – si è intensificato in alcuni momenti critici. Va-rie emozioni sono state vissute nell’esperienza di empatiecon tante persone, ma c’è sempre stata la gioia di essere alservizio del Signore».

Manuel De Santis

PREZIOSI INCONTRI IN CORSIAL’esperienza dei cappellani al Nuovo Ospedale dei Castelli di Ariccia

Page 9: LA RESPONSABILITÀ DEI TALENTI...lo sport batte il covid 12 Domenica 4 ot-tobre, i coor-dinatori par-rocchiali insieme ai referenti vicariali, dopo la divulgazio - ne delle linee dio

dalla diocesi 9

Uno stile –quello della“cura” – che

deve guidare eorientare l’agire pa-storale in tutte lecomunità parroc-chiali della diocesi.Questa “cura”, perle persone e per lerelazioni, da inten-dere come chiaveper un’azione pa-storale concreta etestimoniante peraffrontare il cam-biamento d’epoca inatto, perché al cen-tro di una pastoralegenerativa devesempre esserci larelazione, in mododa permettere l’in-contro delle persone con le ricchezze delle loro diversità econ l’esperienza delle rispettive mansioni. È il fulcro dellalettera pastorale del vescovo Marcello Semeraro, pubblicatadalla casa editrice diocesana MiterThev, dal titolo “Non aliacharitas. Per una pastorale di cura”, consegnata innanzitut-to ai sacerdoti della diocesi in avvio del nuovo anno pastora-le. Il titolo riprende una citazione di Sant’Agostino “La caritàche ama il prossimo non è diversa da quella che ama Dio.Non c’è una seconda carità (non ergo alia charitas est)”.«Con la stessa carità con la quale amiamo il prossimo –spiega monsignor Semeraro – amiamo anche Dio. San Tom-maso insegnava, a sua volta, che la carità è la res ultima edefinitiva del sacramento dell’Eucaristia e aggiungeva chequesta non salva (anzi è motivo di perdizione) se non si tra-duce in carità. È, in ogni caso, nell’Eucaristia e dall’Eucari-stia che la carità nasce e cresce».

Un percorso che richiede tre atteggiamentiPerché lo stile della “cura” possa realizzarsi, Semeraro ave-va già rappresentato, in altri suoi scritti e riflessioni, il voltodi una Chiesa ospitale, come quello di una madre che accu-disce i propri figli: per concretizzare questo volto, ora, il pre-sule suggerisce tre atteggiamenti, insieme ai relativi com-portamenti, che ciascuno dovrebbe conservare vivendo inquesto cambiamento di epoca: «Il primo – dice Semeraro –è mantenere un cuore ardente, anzitutto. Questo cuore, perquanto ci riguarda, non lo si ha, ma lo si ottiene se chiestocon umiltà e con insistenza. Il secondo atteggiamento èquello di alimentare la fraternità. L’impegno cui siamo chia-mati è comunionale: frutto della comunione e creatore di co-munione. Lo sforzo deve essere corale». Per sottolinearequesto aspetto, il vescovo ha fatto riferimento alla sua lette-

ra alla Chiesa di Albano del 22 maggio scorso, nel pieno del-la crisi Covid-19, con un appello a riscoprirsi “Chiesa ospi-tale”: «Questo appello – sottolinea Semeraro – non è cosache riguarda unicamente la Caritas, ma ciascun battezzato.Ad ogni membro della comunità cristiana è chiesto di scen-dere in campo per accompagnare, curare, sostenere i fratel-li e le sorelle che stanno vivendo una particolare difficoltà».Infine il terzo atteggiamento è quello di conservare il sensodella concretezza: «Tenendo sempre presente – ha detto Se-meraro – il possibile e considerando ciò che “oggi” nella no-stra Chiesa diocesana può essere tradotto in realtà con lin-guaggi, narrazioni, esperienze generative. Tutti noi abbiamoil dovere del discernimento, la cui domanda fondamentale è:in questa situazione qual è la volontà di Dio? Cosa egli vuo-le che io faccia? Quale strada ci propone d’intraprendere?».

UNA CURA A 360 GRADIGiovedì 15 ottobre il vescovo ha consegnato i due testi ai sacerdoti della diocesi

Sulla casa parrocchiale, la “casa canonica”, e sul suoutilizzo da parte del parroco e di altri sacerdoti, è sta-ta dedicata dal vescovo Marcello Semeraro un’apposi-

ta istruzione, dal titolo “La canonica”, pubblicata dalla casaeditrice MiterThev. Il presupposto fondamentale, da cuiparte Semeraro, è che la dimora del sacerdote sia un luogofondamentale per operare “la cura delle anime”. «Non par-liamo – scrive il vescovo – di una qualsiasi abitazione, madella dimora di un sacerdote in cura pastorale e questo de-ve fare la differenza. Come descritto da Francesco Cocco-palmeiro, “La casa parrocchiale è l’abitazione che rendepossibile al parroco di vivere laddove ci sono i suoi parroc-chiani e gli permette, pertanto, di svolgere a loro vantaggioil suo ministero parrocchiale”». Il tema della “casa”, e lasua importanza nella “cura animarum”, ritorna anche inmolte altre riflessioni di Semeraro, ad esempio nella lette-ra pastorale “Abbi cura dilui”, dove la “casa” rispec-chia un volto di Chiesa:«Casa – aggiunge monsi-gnor Semeraro – è un mo-do di essere Chiesa, è unostile pastorale di acco-glienza, di incontri, di fa-migliarità, di relazioni au-tentiche. Dal tempio allacasa è il tragitto che,guardando al modello del-l’opera lucana, ho propo-sto alla Chiesa di Albanoin questo cambiamentod’epoca. È una immaginedi Chiesa, che ne portaavanti e approfondisce ilcarattere generativo».

Istruzione sulle case parrocchiali

Page 10: LA RESPONSABILITÀ DEI TALENTI...lo sport batte il covid 12 Domenica 4 ot-tobre, i coor-dinatori par-rocchiali insieme ai referenti vicariali, dopo la divulgazio - ne delle linee dio

dal territorio10

UNA CATENA UMANA A PIAZZA PIALa marcia per la fraternità e per la pace nella nostra diocesi

Nonostante la pioggia, domenica 11 ot-tobre, Albano si è risvegliata tra i co-lori delle bandiere della pace per la

versione territoriale in forma di “catenaumana” della storica marcia Perugia-Assisiper la fraternità e la pace, ideata dal filoso-fo e pedagogista Aldo Capitini nel 1961.Diverse associazioni dei Castelli Romani, inquest’anno segnato dalle restrizioni dellapandemia, si sono ritrovate in piazza Pia, perpromuovere l’iniziativa in concomitanza con l’evento umbro eriaffermare quei valori che designano un’umanità piena e soli-dale: cura, accoglienza, condivisione, nonviolenza, pace e diritti.L’invito, accolto con entusiasmo dalla Comunità Laudato si’Castelli Romani, è stato esteso dalla Comunità evangelicaecumenica di Albano il 4 ottobre, a margine della tavola ro-tonda interconfessionale svoltasi in conclusione del “Tempodel Creato 2020” nel “Weekend Laudato si’” a Genzano di Ro-ma, per dare continuità al dialogo lì intrapreso e per costrui-re quel «nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale chenon si limiti alle parole» (enciclica Fratelli tutti 6).Durante la manifestazione, una corda – che simbolicamenteuniva i partecipanti – ha voluto ricordare che tutto è intercon-nesso e che ognuno è interpellato a vivere uno stile di cittadi-

nanza attiva e responsabile, espri-mendo quell’amore civile e politi-co di cui parla l’enciclica Laudatosi’ di papa Francesco e che recen-temente lo stesso pontefice ha ri-badito nella “Fratelli tutti”.Si è trattato di un importante mo-mento di condivisione per allarga-re la rete di relazioni, per prender-sene cura in modo generativo so-

stenendole e fortificandole, all’insegna dell’impegno per il be-ne comune affidato ai singoli, alle associazioni, alle religionivolto a trasformare anche dal basso il nostro territorio.Proprio dalla condivisione dell’iniziativa con la Comunitàevangelica ecumenica di Albano, è nata la volontà di intra-prendere un percorso ecumenico congiunto, in collaborazio-ne con l’ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il dialogo inter-religioso, al fine di approfondire insieme le intuizioni della“Laudato si’” e della “Fratelli tutti”.In conclusione, la marcia a km 0 sembra aver contribuito adalimentare proprio quei due valori, fraternità e pace che daanni si impegna a promuovere.

Marcella CostagliolaComunità Laudato si’ Castelli Romani

Èstata una ripartenza in sa-lita quella delle scuolenella diocesi di Albano.

Negli istituti non sono mancatiproblemi legati al rispetto dellenorme anti Covid. Il primo osta-colo da affrontare è stata la datadella ripresa delle attività. Nontutti infatti sono riusciti a riapri-re le porte il 14 settembre. Ac-canto a chi ha posticipato l’iniziodell’anno scolastico, c’è statoanche qualche preside che haazzardato il ritorno degli alunni nelle classi senza essere ingrado di ottemperare a tutti i vincoli imposti dalla legge. Al-cune strutture, ad esempio, sono state richiuse dopo unamanciata di giorni a causa dell’assenza di cartelli informa-tivi e percorsi colorati. Altra nota da sottolineare riguarda il ruolo degli insegnanti,sempre più attenti a far sì che ragazze e ragazzi, soprattut-to delle scuole superiori, seguano il rigido rispetto dei pro-tocolli igienico sanitari. Non ci sarebbe nulla di strano senon si trovassero di fronte a un paradosso: l’austerità impo-sta all’interno dei confini delle scuole non prosegue dopo ilsuono dell’ultima campanella. Alcuni insegnanti hanno in-fatti fatto notare come, appena superato il cancello, i giova-

ni tornino ad abbracciarsi e baciar-si dopo le ore di distacco. Non c’è dunque da stupirsi se, apoco più di un mese dall’inizio del-le lezioni, singoli studenti e intereclassi abbiano ripreso la didattica adistanza perché contagiati o postiin quarantena. Un vero incubo per idocenti, chiamati a gestire partedella classe in presenza e parte daremoto. La narrazione ufficialedella didattica digitalizzata sotto-stima quanto gli studenti si appro-

fittino della situazione per simulare guasti alle apparecchia-ture e mancanza di competenze informatiche. Gravando, ealcune volte vanificando, il duro lavoro degli educatori. Alla crisi pandemica, infine, occorre aggiungere i noti pro-blemi strutturali. Il periodo di lockdown non è stato utiliz-zato da governo e regioni per realizzare quegli interventiinfrastrutturali da tempo necessari. Ecco, allora, casi discuole momentaneamente chiuse perché prive dell’eroga-zione dell’acqua corrente. Con buona pace dei genitori, cheproseguono le loro battaglie contro soffitti pericolanti el’assenza di materiali essenziali come la carta igienica e ilsapone per le mani.

Mirko Giustini

LA SCUOLA DEI PARADOSSIImpegno, responsabilità e difficoltà in questo tempo difficile

Page 11: LA RESPONSABILITÀ DEI TALENTI...lo sport batte il covid 12 Domenica 4 ot-tobre, i coor-dinatori par-rocchiali insieme ai referenti vicariali, dopo la divulgazio - ne delle linee dio

mondialità e cultura 11

LA GIORNATA INTERNAZIONALE DEGLI STUDENTIUn’attenzione nata a Londra che si è diffusa ben oltre la manica

Il 17 novembre si celebra laGiornata internazionale deglistudenti. Questa ricorrenza fu

istituita nel 1941 a Londra, dalConsiglio internazionale degli stu-denti, per commemorare i noveragazzi cecoslovacchi che, insie-me ai loro professori universitari,due anni prima erano stati giusti-ziati senza processo dopo una ma-nifestazione anti-nazista. Le pro-teste degli studenti contro l’occu-pazione tedesca portarono allachiusura delle università di tutto ilPaese e alla deportazione neicampi di concentramento di 1200studenti. Obiettivo di questa giornata, quindi, è rivendicare ilvalore della libertà d’espressione degli studenti di tutto ilmondo: un valore fondamentale e sempre attuale. Al centro dell’attenzione quest’anno, in un periodo storico se-gnato dalla pandemia da coronavirus, c’è però la sicurezzadegli studenti. Da marzo, quando è scattato il lockdown, finoalla fine dello scorso anno scolastico, la vita di bambini e ra-gazzi è stata stravolta: aule deserte, contatti con compagni eprofessori solo via computer, lezioni online. La didattica a di-stanza, seppur efficace in un momento di emergenza, non po-

trà mai sostituire quella in aula. Lasperanza, quest’anno, è che la di-dattica possa quindi proseguire suibanchi di scuola, nella massimasicurezza, limitando al massimo irischi di contagio, rispettando lerigide norme sanitarie. Speranza condivisa anche da papaFrancesco che, in occasione dellariapertura delle scuole a settem-bre, aveva esortato la comunità in-ternazionale a «proteggere i giova-ni studenti, affinché non vengameno lo sforzo per garantire am-bienti sicuri per la formazione, so-prattutto in una situazione di

emergenza sanitaria». Rivolgendosi agli studenti, il Ponteficeaveva affermato: «In una società sempre più sconvolta dagrandi sfide che interpellano l’uomo contemporaneo, siate iveri artefici del futuro. Possa il Signore aiutarvi a diventareprotagonisti di un mondo più giusto e fraterno, più accoglien-te e solidale, dove la pace possa trionfare nel rifiuto di ogniforma di violenza». Bergoglio, infine, aveva invitato a non di-menticare «gli studenti che vengono privati del diritto all’edu-cazione a causa di guerre e terrorismo».

Francesco Minardi

ANTROPOLOGIA DEL SACROLa Sant’Anna del Museo Diocesano e la “gemella” di Christie’s a Londra

Abbiamo già illustrato, in que-ste pagine, la tela ospitata nelMuseo Diocesano di Albano,

che rappresenta Sant’Anna e MariaBambina. Di origine incerta, la pit-tura è stata attribuita all’artistamarchigiano Antonio MercurioAmorosi (Comunanza 1660 – Roma1738) da Laura Russo, nella schedaOA (Opera e oggetto d’Arte) n.12/00233249 del 1990. Il quadro, dipiccole dimensioni, cm. 66,5 x 54,ritrae Maria Bambina tenuta inbraccio da sua madre, Sant’Anna, caratterizzata dal voltosegnato dal passare degli anni: iconografia che ben si ac-corda con la tradizione dei testi apocrifi.Una interessante novità, riguardo quest’opera, è stata se-gnalata da Francesco Petrucci, Conservatore di PalazzoChigi ad Ariccia, che ha inviato al Museo diocesano notizieriguardo l’asta di Christie’s South Kensington a Londra del7 dicembre 2005. In quella occasione, è stata battuta, con ilnumero di lotto 202, una tela, attribuita a Gaspare Traversi(Napoli 1722 – Roma 1770), che la casa d’aste britannicaidentifica erroneamente come “Santa Elisabetta con la

Vergine Maria”. L’opera è un olio sutela, di dimensioni minori, cm. 58,2x 35,7, rispetto alla tela del MuseoDiocesano di Albano. Quello che col-pisce, però, è l’indiscutibile somi-glianza tra i due quadri.In entrambe le opere, Sant’Anna ri-volge il suo sguardo al cielo, grata alSignore per aver ricevuto la grazia diprocreare in età avanzata, mentre lapiccola Maria è assorta nella pre-ghiera, atto esplicitato dalle manicongiunte. Oltre al panneggio, più

accurato nell’opera del Museo Diocesano, anche il voltodella madre della Vergine presenta, nella tela di Albano,una ricerca maggiore nel sottolinearne l’età avanzata, at-traverso il meticoloso realismo delle sue rughe.Lo stesso architetto Petrucci ha poi correttamente segna-lato l’attribuzione dell’opera al Traversi, nel 2012, da partedello studioso Giuseppe Porzio. Un ulteriore passo verso laconoscenza della storia del patrimonio dell’arte sacra del-la Diocesi di Albano e del suo museo.

Roberto Liberta

Sant’Anna con Maria BambinaMuseo Diocesano, Albano Laziale

Sant’Anna con Maria BambinaChristie’s South Kensington, Londra, 2005

Page 12: LA RESPONSABILITÀ DEI TALENTI...lo sport batte il covid 12 Domenica 4 ot-tobre, i coor-dinatori par-rocchiali insieme ai referenti vicariali, dopo la divulgazio - ne delle linee dio

appunti12

Mensile di informazionedella Diocesi Suburbicaria di AlbanoAnno 13, numero 125 - ottobre 2020

Reg. n. 13/08 del 08.05.2008 presso il Tribunale di Velletri

Direttore Editoriale: Mons. Marcello Semeraro

Direttore responsabile: Dott. Fabrizio Fontana

Coordinatore di redazione: Don Alessandro Paone

Hanno collaborato:Pia Amatruda, Maurizio Barba, Marcella Costagliola,Andrea De Matteis, Manuel De Santis, Mirko Giustini,Roberto Libera, Valentina Lucidi, Matteo Lupini, Ma-ria Manis, Maria Massimiani, Francesco Minardi, Mo-nia Nicoletti, Elisa Ognibene, Jourdan Pinheiro, Gio-vanni Salsano, Emanuele Scigliuzzo.

Piazza Vescovile, 1100041 Albano Laziale (Rm)Tel. 06/93.26.84.024 - Fax 06/93.23.844

[email protected]

Stampa: Tipografica Renzo PalozziVia Capo D’Acqua, 22/B00047 Marino (Rm) - Tel. 06/93.87.025

Questo numero è stato chiuso il 23.10.2020

DISTRIBUZIONE GRATUITA

IL COVID NON BATTE LO SPORT

La pandemia, dopo l’estate, sembra averpreso nuovamente vigore, con i contagiche hanno subito una brusca impenna-

ta nelle ultime settimane. È quindi necessa-rio correre ai ripari, seppur con “una strate-gia diversa” come ricordato dal premier Giu-seppe Conte. «No», quindi, alle chiusure to-tali, almeno per ora. Anche lo sport di contat-to come il calcetto può continuare a esserepraticato, anche se non a livello amatoriale,

ma nelle società che possono garantire standard di sicurezza anti Covid. In ambitosportivo quindi, “sono consentiti soltanto gli eventi e le competizioni riguardanti glisport individuali e di squadra riconosciuti di interesse nazionale o regionale dal Co-mitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) edalle rispettive federazioni sportive nazionali […]” come indicato dal governo che,però, non chiude completamente alle attività sportive, ma consente le sessioni diallenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali edi squadra nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportivenazionali. L’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l’attività formativa diavviamento relative agli sport di contatto sono consentite solo in forma individuale.Niente competizioni, quindi, ma solo allenamenti, mantenendo le distanze per pre-servare la sicurezza degli atleti. Le società del Centro sportivo italiano (Csi) hannovarato il progetto Safe Sport in collaborazione con la Facoltà di Medicina dell’Uni-versità Cattolica del Sacro Cuore e J-Medical per promuovere una serie di attivitàsportive e motorie sicure. Il progetto permette alle società di continuare, nel pienorispetto delle regole, la pratica di tutte le discipline sportive.

Emanuele Scigliuzzo