La Repubblica Spagnola e l'Egemonia Sovietica

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La Repubblica Spagnola e l'egemonia sovietica: 1937-39

IntroduzioneQuesta relazione si vuole occupare dell'intervento sovietico in Spagna, concentrandosi in particolare sul periodo successivo agli episodi del maggio 1937, riassumendo solo sommariamente l'evoluzione della situazione politica e militare della Spagna Repubblicana fino a quel momento. Il periodo che si estende dagli episodi del maggio catalano del 1937 alla fine della Guerra Civile spesso individuato come il periodo di egemonia comunista all'interno della fazione repubblicana. Cosa questa definizione significhi e quale sia la natura di tale egemonia una questione ha suscitato discussioni fra le pi aspre all'interno della comunit degli storici della Guerra Civile, ed l'oggetto principale di questo testo.

L'Unione Sovietica e la Spagna fino al maggio 1937Negli anni precedenti la caduta della monarchia il partito rappresentante in Spagna l'Internazionale Comunista, il PCE, era quasi inesistente come entit politica, contava meno di un migliaio di iscritti 1 ed era adombrato completamente da numerose organizzazioni di sinistra, primi fra tutti i socialisti del PSOE e gli anarco-sindacalisti rappresentati dalla confederazione sindacale CNT (Confederacin Nacional del Trabajo) e dai gruppi di avanguardia rivoluzionaria al suo interno che ne costituivano la parte pi dinamica raggruppati dalla FAI (Federacin Anarquista Ibrica). A partire dalla nascita della repubblica nel 1931 il PCE vide un lento ma sostenuto aumento di sostenitori, raggiungendo 170.000 votanti nelle elezioni del novembre 19332, traguardo significativo ma ancora lontano dal sancire l'entrata dei comunisti fra i protagonisti della sinistra spagnola La

1 Kowalsky, Daniel, Stalin and the Spanish Civil War, Columbia University Press, New York, 2004. Ebook, http://www.gutenberg-e.org/kod01/frames/fkod03.html, par.15. 2 Ivi, http://www.gutenberg-e.org/kod01/frames/fkod03.html, par.20.

partecipazione comunista alla rivolta delle Asturie del 1934 fu quasi inesistente, segno della poca importanza ancora detenuta dal PCE. Il VII Congresso del Comintern nell'estate del 1935 segn una grande svolta per il PCE. Il Congresso era stato spinto a una rivalutazione della linea politica comune dei partiti comunisti mondiali da quelli che erano gli errori tattici che, come era evidente a tutti i delegati, erano stati commessi in Germania. Qua la KPD aveva rifiutato ogni tipo di collaborazione con i "socialfascisti" socialdemocratici contro Hitler, in nome della linea trasmessa da Mosca che considerava ancora il nazionalsocialismo semplicemente come una delle ultime fasi della decadenza dello stato borghese a cui bisognava rispondere con intransingenza rivoluzionaria, non con la collaborazione con nemici di classe. Il VII Congresso inaugur per i partiti comunisti attivi in nazioni liberaldemocratiche quella che venne definita la politica dei Fronti Popolari, la collaborazione elettorale con altri gruppi politici di sinistra al fine di creare un fronte comune contro il fascismo. comunque importante sottolineare che il VII congresso segnava un mutamento di tattica, non di strategia,l'obiettivo finale rimaneva sempre e comunque la rivoluzione popolare, che era solo rinviata fino all'eliminazione dalla scena politica del fascismo mediante i Fronti Popolari. Altro aspetto molto importante per il caso specifico spagnolo, era il fatto che la politica dei Fronti Popolari fosse stata concepita dal VII Congresso come l'inizio di un periodo di collaborazione "verso destra", la specificit, forse unicit, del caso spagnolo, dove la sinistra rivoluzionaria non comunista era pi importante di quella riformista lasci impreparati i rappresentanti di Mosca. L'anarco-sindacalismo era considerato dall'ideologia sovietica semplicemente una "malattia infantile del comunismo" come Lenin descriveva nel 1920 in un suo pamphlet le deviazioni di sinistra del comunismo. Nel caso spagnolo tuttavia il seguito popolare degli anarchici raggiungeva livelli inauditi nel resto dell'esperienza del Comintern, dato che altrove in Europa i gruppi di estrema sinistra non erano mai arrivati a costituire una vera minaccia all'egemonia ideologica sovietica sulla sinistra, ruolo di solito svolto dalla socialdemocrazia. In seguito all'insurrezione nazionalista del luglio 1936 la CNT-FAI aveva preso vantaggio della situazione, scatenando una vera e propria rivoluzione sociale in molte regioni spagnole, collettivizzando la quasi totalit di Catalogna e Aragona e formando formazioni autonome di miliziani che svolsero un ruolo cruciale nel respingere i primi attacchi nazionalisti. I sovietici decisero di avviare l'Operazione X, l'invio di armi e volontari a sostegno della repubblica spagnola, solo a settembre, ma riuscirono a condurre nei primi mesi di intervento un'operazione politica e militare magistrale, volta ad accrescere la benevolenza dei repubblicani spagnoli nei propri confronti mediante l'aiuto militare e nel contempo a salvare la Repubblica. L'intervento delle Brigate

Internazionali e di aerei moderni pilotati da "consiglieri" sovietici fu cruciale per il salvataggio di Madrid dall'assedio nazionalista. La propaganda comunista sbandier questi successi agli occhi degli spagnoli, per cui queste azioni sancirono il ruolo dell'URSS negli occhi della popolazione spagnola come baluardo contro l'attacco franchista. L'invio di armi e veicoli militari da parte sovietica venne pagato dai repubblicani con il trasferimento della quasi totalit delle riserve auree spagnole a Mosca, su iniziativa del ministro delle finanze Juan Negrn, dove l'URSS le avrebbe dovute tenere in custodia e attingere da esse via via per il pagamento di nuove spedizioni. Questo fatto costituisce il primo punto principale da cui interpretazioni storiografiche anti-comuniste sono spesso partite per identificare il "tradimento" sovietico della repubblica spagnola. In realt, sebbene ci fossero casi di irregolarit anche fraudolenti nella gestione dell'oro, questi ebbero significanza relativamente ridotta e la transazione pu considerarsi regolare, sebbene implicasse certamente una perdita di sovranit, senza la quale per la repubblica sarebbe certamente sopravvissuta per un periodo molto pi breve.3 Stabilitisi fermamente in Spagna i sovietici iniziarono allora a cercare di stabilire nel territorio repubblicano un tipo di organizzazione politica ai loro occhi pi adatto dell'attuale per l'obiettivo della vittoria finale. Nel cercare di stabilire un governo di Fronte Popolare ad essi congeniale e di massimizzare lo sforzo bellico i comunisti andarono necessariamente a cozzare con l'ostacolo posto dalla CNT-FAI, che aveva gi stabilito nelle regioni sotto il proprio controllo una propria forma di organizzazione sociopolitica basata sulla collettivizzazione della propriet privata delle terre e delle fabbriche. La collettivizzazione forzata non era certo qualcosa che in se fosse contrario alla politica dell'Unione Sovietica, dove sia durante gli esperimenti del comunismo di guerra che nel corso della grande collettivizzazione del 1930-31 essa era stata portata a termine e accompagnata da una repressione di tutt'altro livello rispetto a quella anarchica, senza dubbio esistente ma che non raggiungeva tali vette di brutalit. Ma, dopo la scelta della politica dei Fronti Popolari, la linea che Mosca aveva stabilito era quella di una collaborazione verso destra, non verso sinistra. Gli anarco-sindacalisti erano visti dai sovietici come un gruppo di facinorosi, le cui violenze anticlericali e collettivizzazioni forzate avevano alienato le potenze democratiche europee dal far fronte comune con l'URSS contro il fascismo in Spagna. Le considerazioni primarie che spinsero i sovietici a seguire una politica che gli anarchici avrebbero definito "controrivoluzionaria" erano quindi sia di natura militare che geopolitica, basate sul doppio obiettivo di assicurare una completa centralizzazione dello sforzo bellico e di incoraggiare l'intervento di Francia e Inghilterra mediante il contenimento degli aspetti pi antiborghesi della rivoluzione spagnola.3 Payne, Stanley G., The Spanish Civil War, the Soviet Union, and Communism, Yale University Press, 2004, pp. 148-152.

Dal punto di vista militare inoltre l'esistenza di un "governo parallelo" anarchico che sfuggiva al controllo del governo centrale era considerata estremamente deleteria per lo sforzo bellico. Secondo questa tesi la collettivizzazione delle fabbriche aveva danneggiato seriamente la loro produttivit a causa della caotica gestione operaia mentre gli anarchici e i loro alleati tendevano a sfruttare il controllo delle frontiere per indirizzare preferenzialmente alle proprie forze i rifornimenti provenienti dalla Francia. Da parte anarchica queste tesi sono sempre state rifiutate completamente, alla sovranit nazionale agli occhi di tutte le forze politiche spagnole tranne gli anarchici. Se la CNT-FAI era il principale rivale politico dei sovietici in Spagna, ad attirare una proporzione enorme della sua attenzione era il POUM (Partido Obrero de Unificacin Marxista), diretto da Andreu Nin, partito relativamente marginale a livello nazionale, sebbene abbastanza rilevante come organizzazione sul territorio in Catalogna. La ragione di questa mortifera attenzione era l'identificazione da parte sovietica del POUM come trockijsta, il che significava, in contemporanea con in grandi processi di Mosca, volti ad indicare Trockij come il grande nemico della rivoluzione sovietica e organizzatore di innumerevoli fantasiosi complotti stranieri contro lo stato sovietico, attirare direttamente l'ira di Stalin. In realt il POUM aveva rotto con Trockij gi a partire dalla sua formazione nel 1935, trattandosi di un partito "di compromesso" fra destra e sinistra comunista spagnole volto a creare un alternativa comunista non stalinista all'interno del Fronte Popolare. I trascorsi politici di Nin erano per abbastanza gravi agli occhi dei dirigenti sovietici per condannare irrevocabilmente il partito come un'organizzazione controrivoluzionaria e possibilmente collaboratrice con i fascisti, accuse comuni rivolte ai trockijsti nel corso dei processi di Mosca e per pianificare la sua eliminazione fin dall'inizio dell'intervento in Spagna. In ogni caso l'attenzione quasi ossessiva concessa dai sovietici al POUM non era condivisa dal resto delle forze repubblicane anti-anarchiche, che, pur considerandolo una forza eversiva, riconoscevano che era troppo piccolo per essere un vero pericolo. In coerenza con la politica di Fronte Popolare, gli esponenti comunisti ripetevano pubblicamente di voler battersi per una repubblica democratica e parlamentare, tuttavia, dato il fatto che nella zona repubblicana si era gi svolta una sorta di rivoluzione popolare, essi cominciarono presto a precisare che si sarebbe dovuto trattare di una repubblica democratica di "tipo nuovo", come essa era stata definita da Togliatti nell'ottobre del 1936 nel suo articolo Sulle particolarit della rivoluzione spagnola. Togliatti qua precisava "la repubblica democratica che si crea nella Spagna non rassomiglia a una repubblica democratica borghese del tipo comune [...] le necessit della lotta armata contro il fascismo obbligano il popolo spagnolo a confiscare la propriet dei proprietari di terra e degli industriali che hanno levato la bandiera della ribellione, perch altrimenti non possibile batterlo". ma, qualunque sia la verit, la costituzione di una organizzazione sociale parallela costituiva un affronto

Si cercava quindi di presentare all'estero l'immagine positiva, "alla francese", di un Fronte Popolare concentrato esclusivamente sulla difesa della democrazia, mentre nella Spagna stessa la retorica comunista doveva, per forza di cose, assumere una natura pi rivoluzionaria. Il Primo Ministro della Repubblica spagnola, il leader del PSOE Largo Caballero, aveva visto inizialmente di buon'occhio l'intervento sovietico, a cui si riteneva ideologicamente molto vicino, essendo un socialista di sinistra, pianificando addirittura una futura fusione fra PSOE e PCE. Nonostante ci, via via che la vera posizione comunista nei confronti della rivoluzione spagnola diveniva chiara, Caballero, che considerava gli anarchici i suoi alleati contro le forze moderate, inizi a venir considerato da parte sovietica come un altro elemento politico da togliere di mezzo. Il confronto fra gli anarchici e le forze che li avversavano arriv al culmine a Barcellona all'inizio di maggio 1937. Barcellona era la citt simbolo della rivoluzione anarchica, ma era stata fina dall'inizio della guerra luogo di continue tensioni fra i comunisti locali del PSUC e le forze della CNT-FAI e del POUM. Le forze delle Guardias de Asalto repubblicane e quelle delle milizie anarchiche coesistevano fianco a fianco e una scintilla sarebbe bastata per fare esplodere la polveriera. Il 3 maggio 1937 le Guardias de Asalto lanciarono un attacco contro la centrale telefonica, sotto controllo anarchico, i combattimenti si diffusero presto nel resto della citt. Le milizie anarchiche riuscirono presto a sfruttare la propria superiorit numerica locale per assumere il controllo militare della citt. A questo punto il POUM assunse un ruolo di primo piano negli scontri, chiedendo la dissoluzione del governo autonomo catalano, la Generalitat, mentre i dirigenti anarchici cercavano invece inutilmente di porre fine pacificamente agli scontri. L'arrivo di 10.000 Guardias de Asalto riprese la citt dal controllo anarchico, segnando la sconfitta militare e politica della CNT.

La repressione degli anarchici e la formazione del governo Negrn

Immediate furono le ricadute sul piano politico degli scontri catalani. Dopo aver raggiunto i propri obiettivi immediati a Barcellona i comunisti erano pronti adesso a passare all'offensiva su scala nazionale per cercare di risolvere a proprio favore il conflitto di potere con Caballero. In questo periodo unit d'azione e propositi fra sovietici, PCE e partiti "borghesi" (Socialisti moderati rappresentati da Indalecio Prieto e repubblicani rappresentati dal Presidente della Repubblica Manuel Azaa) era quasi assoluta. Tutti si ponevano lo scopo comune di restituire l'autorit assoluta allo stato centrale, condizione che sembrava imprescindibile per la vittoria della guerra, eliminando quelle che sembravano forse dissolutrici dell'unit nazionale, principalmente gli anarchici. Sebbene anche Caballero si ponesse un obiettivo simile, il concentramento di tutti i poteri militari nelle proprie mani, egli era ormai considerato dai comunisti uno stretto collaboratore della CNT-FAI, che spingevano in tutt'altra direzione. La CNT-FAI era l'obiettivo principale contro cui questa alleanza politica avrebbe dovuto agire sul fronte interno. Azaa, cos come gli altri esponenti della parte pi moderata delle forze repubblicane, aveva conservato la propria antipatia per gli anarchici nonostante fosse stato costretto ad introdurli nel governo4. Se Azaa e il resto delle forze moderate avessero avuto abbastanza forza da perseguire da soli la lotta contro gli anarchici lo avrebbero fatto, vista la situazione erano pronti ad accettare l'aiuto offerto a tal fine dai comunisti. Prima di affrontare direttamente la CNT, i comunisti si diedero come primo obiettivo l'eliminazione del POUM. Si trattava di un obiettivo molto pi facile da raggiungere, dato il numero relativamente ristretto di iscritti, e facile da giustificare, a causa dei suoi atti a Barcellona, rispetto ad azioni contro la CNT-FAI. Quest'ultima, dotata com'era di una struttura politico-sindacale capillare sull'intero territorio repubblicano ed essendo ancora popolare presso buona parte del popolo spagnolo, necessitava di un approccio indiretto. Azaa e Prieto non avevano mai rivolto verso il POUM l'attenzione ossessiva dei sovietici, vista la sua poca importanza a livello nazionale, ma certamente non avrebbero obiettato alla distruzione di un altra forza considerata come eversiva. I comunisti spagnoli seguirono l'esempio indicato loro dai rappresentanti del Comintern nell'identificare nel POUM dei Trockijsti e nei Trockisti degli elementi controrivoluzionari. Nel 1974 Santiago Carrillo, leader del PCE e segretario della sua organizzazione giovanile al tempo della guerra civile, avrebbe ricordato in un intervista la profonda opera di convincimento riguardo all'esistenza di una cospirazione pro-fascista Trockijsta operata sui rappresentanti dal PCE nell'Unione Sovietica, egli compreso, dai processi di Mosca e soprattutto dalle confessioni pubbliche degli accusati5.4 Ranzato, Gabriele, L'eclissi della democrazia: La guerra civile spagnola e le sue origini 1931-1939, Torino, Bollati Boringhieri, 2004, pp. 468-9. 5 Bolloten, Burnett, The Spanish Civil War: Revolution and Counterrevolution, Chapel Hill, University of North Carolina Press, 1991, p. 462.

A partire dal 9 maggio il PCE organizz una serie di comizi in tutte le citt della Spagna repubblicana, volti a respingere le accuse di aggressione provenienti dall'estrema sinistra e a richiedere al governo di sciogliere il POUM, accusato dai leader comunisti di essere responsabile degli scontri. Jos Diaz, segretario del PCE, accusando il POUM di avere tentato un colpo di stato, dichiarava "O questo governo mette ordine nelle retrovie o dovr farlo un altro governo di Fronte Popolare"6. La stampa comunista, dalla Pravda al Mundo Obrero, facevano eco a queste accuse, mostrando presunte prove della collaborazione fra POUM e franchisti e chiedendo al governo Caballero di farla finita con gli indugi e "sterminare il POUM"7. L'organo di stampa caballerista Adelante rispondeva a sua volta a queste accuse condannando le proposte di repressione provenienti da parte comunista come "degne di un Gil Robles o di un Lerroux", distruttrici dell'unit popolare e repubblicana se fossero state messe in azione8. La fazione prietista del PSOE, insieme ai repubblicani di sinistra, non tard nel contattare il comitato centrale del PCE per proporre una via d'uscita dalla crisi di governo. Juan Negrn, stretto collaboratore di Prieto, noto per essere uno dei principali proponenti della massimalizzazione e unificazione dello sforzo bellico, avrebbe dovuto essere il nuovo primo ministro. Prieto preferiva rinunciare alla massima carica ed assumere invece il ruolo di Ministro della Guerra, con l'obiettivo immediato di ottenere l'uniformit e la centralizzazione delle forze armate. La crisi di governo ebbe ufficialmente inizio nel corso del consiglio dei ministri del 13 maggio, nel corso del quale Caballero respinse le richieste dei ministri comunisti, Hernndez e Uribe, di sciogliere il POUM in quanto organizzazione "fascista". I due ministri comunisti, di fronte a queste dichiarazioni, uscirono dalla stanza, seguiti da quelli della fazione di Prieto. Un episodio da sottolineare per quanto riguarda l'ultimo consiglio dei ministri del governo Caballero sono le proposte militari che quest'ultimo aveva portato ad essere approvate e che finirono per essere dimenticate con la caduta del governo. La pi importante di queste era l'idea di un'offensiva in Estremadura, che avrebbe dovuto spezzare in due il territorio sotto controllo nazionalista e salvare in questo modo le province repubblicane settentrionali (Asturie e Paesi Baschi), dall'assalto franchista. Il cestinamento di questa proposta stato considerato da alcuni storici, Bolloten in particolare9, come motivato da ragioni puramente faziose, in quanto, se l'offensiva avesse raggiunto i propri obiettivi, ci sarebbe risultato sul piano politico in un enorme aumento della popolarit della fazione di Caballero e avrebbe consentito a questi l'emarginazione dei comunisti. A possibile riprova di queste affermazioni6 Ranzato, op. cit., p. 453. 7 Payne, op. cit., p. 218. 8 Bolloten, op. cit., p. 463. 9 Ivi, pp. 467-9.

risultanti per questo inevitabilmente nella sconfitta

il fatto che le offensive di Brunete e Belchite, scelte dal nuovo governo repubblicano in sostituzione delle proposte di Caballero, si rivelarono un fallimento sul piano strategico e non riuscirono a prevenire l'annientamento delle forze repubblicane assediate al Nord. Caballero continuava nel frattempo a sottovalutare le forze che si erano poste contro al suo governo e a sopravvalutare la propria forza politica. Sperando nel supporto di Azaa, respinse una proposta di compromesso comunista, che lo avrebbe conservato come premier ma gli avrebbe tolto il ministero della Guerra, preferendo proporre al Presidente un governo che avrebbe accentrato nella persona di Caballero non solo come Primo Ministro e Ministro della Guerra ma anche quella di ministro di Marina e Aviazione. Questo governo si sarebbe dovuto reggere attraverso il supporto popolare dei membri di UGT e CNT, secondo Caballero i veri rappresentanti del popolo rivoluzionario, escludendo i comunisti e con essi le intromissioni politiche sovietiche. In realt molti dei presupposti che Caballero credeva pronti per il suo ritorno al potere erano inesistenti. All'interno di PSOE e UGT erano preponderanti le forze a favore di una stretta collaborazione con i comunisti e gli anarco-sindacalisti rimanevano politicamente quasi passivi dopo la dimostrazione data dai fatti catalani della loro debolezza sul campo, questi ultimi erano inoltre scoraggiati dal dare il proprio appoggio esplicito a Caballero dal suo rifiuto di mettersi completamente nelle loro mani e aumentare l'importanza degli anarchici nell'esecutivo. Azaa stesso, non vedendo segretamente l'ora di liberarsi di Caballero e di tornare insieme a Prieto alla guida politica della repubblica10, non diede ascolto alle sue proposte. Il 17 maggio, l'emarginazione politica di caballeristi e anarchici era completa, grazie alla formazione di un nuovo governo di Fronte Popolare, composto esclusivamente da socialisti moderati, repubblicani e comunisti. Circa un mese dopo la formazione del nuovo governo, il 16 giugno 1937, gran parte dei dirigenti del POUM venne arrestata sotto l'accusa di tradimento e le sedi di partito chiuse. Fra gli arrestati non era presente Andreu Nin, scomparso senza lasciare traccia da Barcellona in quegli stessi giorni. In queste operazioni, accanto alla polizia repubblicana, avevano avuto un ruolo di primo piano forze di sicurezza parallele sotto guida sovietica. Nelle azioni per la dissoluzione forzata della XXIX divisione, l'unit costituita dalle colonne di miliziani poumisti rese celebri da George Orwell, i servizi segreti sovietici ebbero un ruolo di primo piano, assassinando alcuni dei suoi membri e trasferendo altri in prigioni segrete gestite direttamente dall'NKVD. Nel frattempo Nin, tenuto prigioniero nella cantina di una casa di propriet del comandante comunista dell'aeronautica, Hidalgo de Cisneros, era stato ucciso dai suoi carcerieri il 23 giugno, per ordine diretto di Stalin, dopo che i tentativi di farlo "confessare" sotto tortura erano falliti. Dopo l'esecuzione,10 Ranzato, op. cit., p. 456 n.

i comunisti resero pubblici documenti falsi che conclamavano la legalit della detenzione di Nin, insieme a documenti in tedesco volti a provare che Nin era stato liberato da agenti della Gestapo dalla sua prigionia11. Una vera e propria guerra di propaganda si svilupp nella Spagna repubblicana in seguito alla scomparsa di Nin. Fu una guerra che i comunisti persero completamente. Il motto politico diffuso dai sopravvissuti del POUM, Gobierno Negrn: dnde est Nin?, richiam l'attenzione dell'opinione pubblica, sia spagnola che straniera, sulle azioni dell'NKVD in Spagna molto pi di ogni altra azione presa durante la guerra. I goffi tentativi comunisti di suggerire all'opinione pubblica che Nin, rivelatosi come traditore, fosse stato liberato dai nazisti e si fosse rifugiato da Franco o da Hitler (Dnde est Nin?En Salamanca o en Berln12), non fecero altro che rendere pi ovvio il gioco sovietico. Il processo contro i dirigenti del POUM catturati dalle autorit fin con la totale assoluzione dalle accuse di spionaggio e tradimento e con la condanna di alcuni imputati a pene detentive solamente per le violenze di Barcellona. Non contento del risultato, Negrn, sotto pressione da parte del Comintern, istitu un nuovo Tribunale Speciale per ripetere il processo. Di nuovo agli accusati fu per concesso diritto di difesa e, grazie anche agli interventi in tribunale come testimoni per la difesa di figure politiche come Largo Caballero e Federica Montseny, la sentenza del primo processo venne ripetuta, sollevando il disappunto di Togliatti nei suoi rapporti a Mosca per lo "scandaloso" verdetto e la mancanza di "vere punizioni"13. Questo risultato dimostrava chiaramente all'opinione pubblica spagnola la falsit delle accuse rivolte da parte comunista verso il POUM, cos come il fatto che Nin ed altri "scomparsi", lungi dall'essere fuggiti, erano in realt caduti nelle mani dei servizi sovietici. D'altro canto il verdetto del tribunale mostra l'indipendenza del sistema giudiziario spagnolo dall'egemonia comunista e l'incapacit dell'URSS di stabilire in Spagna processi pilotati come quelli in corso a Mosca, cos come il fallimento della propaganda sovietica riguardo il "tradimento" di Nin e del POUM mostra che la Spagna, sebbene sotto crescente influenza sovietica, fosse ancora lungi completamente sotto il loro controllo14. Sul piano del governo locale in Catalogna e Aragona, l'ascesa di Negrn sanc definitivamente il predominio locale del PSUC. Sebastin Pozas, il generale, ex repubblicano ma neoaderente del PCE, che aveva preso il comando militare della Catalogna a partire del 5 maggio, entr a far parte anch'egli

11 Payne, op. cit., pp. 226-229. 12 Ranzato, op. cit., p. 457. 13 Payne, op. cit., pp. 226-231. 14 Ivi, p.229.

del PSUC e diede carta libera ai comunisti nelle loro azioni repressive in Catalogna nei mesi successivi. Nel campo della lotta contro gli anarchici gli attacchi del PSUC nei confronti della CNT-FAI si facevano via via pi violenti. Il 1 giugno il segretario Juan Comorrera condannava "la collettivizzazione forzata di campagne e citt", che sosteneva essere stata condotta con metodi coercitivi e violenti, denunciando inoltre i sindacati di Barcellona come una minaccia per il tessuto economico della citt e quindi per la capacit di espansione industriale necessaria per la ricostruzione dell'industria bellica15. Le patrullas de control, le forze di sicurezza pubblica di Barcellona, sotto controllo della CNT-FAI vennero sciolte nel corso di giugno, mentre corpi di sicurezza repubblicani presero il controllo dei posti di frontiera con la Francia, precedentemente controllati dalle milizie, togliendo cos agli anarcosindacalisti buona parte del propria forza sul campo in Catalogna. Ma il colpo pi duro nei confronti della CNT-FAI fu la perdita del proprio controllo di quegli innumerevoli villaggi e cittadine della campagna catalana in cui aveva stabilito la propria base di potere negli anni precedenti. Il 15 maggio i consigli municipali i cui rappresentanti non rispettassero una ripartizione dei seggi basata sulle proporzione dei partiti nel gabinetto di governo (una legge dell'ottobre 1936, fino ad allora lasciata inapplicata16). In realt l'opera di rovesciamento delle istituzioni locali catalane era iniziata ancora prima dell'arrivo di questa sanzione legale. Carabinieri e guardie repubblicane avevano gi iniziato, subito dopo la fine degli scontri di Barcellona, a destituire i consigli municipali delle campagne, anche quelli che ottemperavano formalmente alla legge dell'ottobre. L'impotenza della CNT-FAI di fronte a questi attacchi provoc un suo ulteriore indebolimento a causa della protesta di fasce estreme del movimento che, sotto il nome di Amici di Durruti, si scagliarono contro le esitazioni dei leader del partito chiedendo una risposta violenta ai soprusi repubblicani. La serie di condanne, scissioni ed espulsioni causate da queste divergenze lasciarono la fazione anarcosindacalista pi esposta che mai a nuovi attacchi. Le manovre politiche di Comorera e Companys, riuscirono presto ad ottenere lo scioglimento del governo catalano e la sua sostituzione con un gabinetto interamente composto da esponenti di Esquerra e PSUC. Alla CNT-FAI furono proposte posizioni talmente marginali da sentirsi costretta a rifiutare la propria partecipazione, non senza per provocare al contempo nuove divisioni interne del partito sulla questione della partecipazione al governo17.

15 Bolloten, op. cit., p.490. 16 Ivi , p.494. 17 Ivi, p. 496.

L'offensiva anti-anarchica sul piano politico fu seguita da quella sul piano agrario. Il Consiglio di Aragona, l'organo di autogoverno che aveva diretto e promosso la collettivizzazione della regione era in questo campo il bersaglio principale. Repubblicani e comunisti avevano atteso la fine del raccolto estivo prima di disturbare i contadini, ma a partire da met agosto le azioni nelle campagne ebbero inizio. I proprietari terrieri che avevano aderito alla Repubblica non tardarono, una volta constatato il mutamento politico in Aragona e Catalogna, a chiedere la restituzione delle proprie terre collettivizzate nel corso del 1936. Le organizzazioni agrarie comuniste intervennero inoltre direttamente per incoraggiare piccoli proprietari terrieri e mezzadri che avevano partecipato di controvoglia alle collettivizzazioni a reclamare nuovamente i propri appezzamenti dalle comuni agricole. Non venne ammessa l'esistenza di comuni agricole costituite volontariamente, dove nessuno avesse reclamato la terra questa sarebbe dovuta essere divisa in appezzamenti ed assegnata ai braccianti. La dissoluzione delle comuni aragonesi fu gestita come un'azione militare. L'Undicesima Divisione del generale comunista Enrique Lster marci attraverso l'Aragona, abbattendo le comuni via via attraversate e arrestando centinaia di organizzatori anarchici. La propaganda anarchica accus i comunisti di avere massacrato centinaia di persone nel corso di queste operazioni; sebbene il numero sia probabilmente esagerato18 indubbio che le forze di Lister si resero colpevoli di diffuse violenze e che la popolazione aragonese non "accolse lo scioglimento del Consiglio con indescrivibile entusiasmo"19 come scrive la storia ufficiale sovietica della Guerra. La maggior parte della CNT fu inaspettatamente silenziosa riguardo alla fine della ai fatti di Aragona. Dopo i dibattiti interni dei mesi precedenti si era infatti affermata la fazione moderata degli anarchici, il cui obiettivo era cercare un compromesso con i comunisti per salvare quello che rimaneva delle proprie conquiste del 1936 e ritornare al governo.

L'egemonia comunista

Juan Negrn era nato nel 1892 in una prosperosa famiglia di classe media, perseguendo studi medici e scientifici. Era entrato a far parte del PSOE nel 1930, durante l'ondata di entusiasmo politico che aveva accompagnato la fondazione della repubblica. Non aveva per interesse per le teorie marxiste di lotta di classe e si indirizz da subito verso l'ala moderata del partito, guidata da Prieto.18 Payne, op. cit., p.231. 19 Bolloten, op. cit., p.526.

Il suo poco entusiasmo per il marxismo non preveniva per Negrn dall'essere un ammiratore dell'Unione Sovietica, che considerava un grande e positivo esperimento di modernizzazione. Sebbene un socialista moderato non era un democratico, come indicato dalla sua ammirazione per il modello sovietico, vedeva in un governo relativamente autoritario ed estremamente centralizzato la via migliore di avviare la modernizzazione in un paese come la Spagna e soprattutto per vincere la guerra. La caratteristica che sopra a tutte lo rendeva perfetto per gestire il governo spagnolo in collaborazione con i sovietici era infatti la sua condivisione della linea politica trasmessa dal Comintern riguardo alla continuzione della guerra, ovvero della necessit di subordinare allo sforzo bellico le varie pulsioni popolari che spingevano per cambiamenti politici e sociali pi radicali e di nazionalizzare ed accentrare tutto ci che potesse essere utile all'industria bellica. Assumendo la presidenza del consiglio Negrn aveva affermato che la sua priorit sarebbe stata "ricostruire lo stato e restaurare la sua autorit". Per fare questo aveva bisogno di un supporto popolare che personalmente gli mancava, da semisconosciuto dirigente di partito com'era prima della nomina. Anche il pieno sostegno di Azaa e Prieto non era sufficiente per raggiungere abbastanza consensi, il supporto popolare garantito dai comunisti era ci su cui Negrn si reggeva. Alla svolta politica del governo spagnolo corrispose da Mosca l'invio in Spagna di Palmiro Togliatti inizialmente come osservatore, successivamente, dopo sue critiche sulla gestione della situazione politica da parte del precedente rappresentante in capo del Comintern, l'italo-argentino Codovilla, come suo sostituto. L'obiettivo generale che si poneva adesso per i comunisti era raggiungere unit d'azione in campo sindacale e militare, completando al contempo l'isolamento di Caballero e degli anarchici estremisti dal resto delle fazioni repubblicane sotto la egemonia comunista. Nel suo primo rapporto da osservatore, il 30 agosto 1937, Togliatti si diceva pessimista riguardo ad un pronto raggiungimento di tali obiettivi, facendo notare come il blocco di estrema sinistra composto da caballeristi e anarchici controllasse ancora gran parte dell'economia, mentre il PCE stesso, lungi dall'essere piegato ai piani sovietici, continuava ad essere percorso da correnti che rifiutavano i piani di collaborazione con Prieto e Negrn e chiedevano lo stabilimento immediato di una repubblica sovietica20. Stalin richiese che la pianificata unit d'azione fosse raggiunta indicendo nuove elezioni, da svolgersi secondo il modello sovietico, con una lista unica di fronte popolare PSOE-PCE come unica scelta elettorale. La proposta incontr l'unanime rifiuto, sia del governo spagnolo, che di Togliatti, che scrisse "Non penso alla possibilit di nuove elezioni, [...] finirebbero a fucilate" 21. Stalin lasci cadere la proposta.20 Payne, op. cit., p.234. 21 Ivi, pp. 236-37.

La progressiva centralizzazione dell'industria bellica, culminata nell'agosto 1938 con la nazionalizzazione completa dell'industria catalana non and ad aumentare drasticamente la produzione come si era sperato e venne resistita tenacemente sia dalla CNT che dagli autonomisti catalani, che adesso iniziavano a vedere nelle eccessive intromissioni nel governo locale il tradimento delle promesse autonomistiche repubblicane. Le fonti anarchiche tendono a vedere in questo periodo i segni della definitiva demoralizzazione degli operai e dei soldati, frustrati dal fatto che la propria rivoluzione fosse stata "tradita" dai comunisti e poco inclini a combattere fino all'ultimo per un governo che si rifiutava di portare a compimento la rivoluzione e preferiva rimandarla a un periodo successivo alla vittoria, vittoria che secondo i rivoluzionari sarebbe stata possibile solo se la guerra fosse stata portata avanti da un popolo completamente liberato dal "dominio borghese"22. In realt la disaffezione popolare verso la politica comunista si svilupp gradualmente e segu in generale lo sviluppo della vittoria sul campo delle truppe franchiste, che avrebbero continuato ad essere militarmente superiori a quelle repubblicane qualunque fosse stato l'esito della lotta rivoluzionaria anarchica. Il sostegno popolare di Negrn nel 1937 era in realt abbastanza forte e vi era presso la popolazione fiducia, sostenuta dalla propaganda comunista, che il nuovo governo avrebbe saputo dare una svolta vittoriosa alla guerra. Le sconfitte dell'estate e dell'autunno cambiarono definitivamente la situazione, colpendo il morale della popolazione e scompaginando il Fronte Popolare. Mentre durante l'estate Azaa e Prieto erano ancora ottimisti sulla prospettiva di riuscire a costruire uno stato liberaldemocratico senza eccessiva ingerenza sovietica, l'autunno segn la prima rottura sul piano politico fra le varie forze. I comunisti non vedevano altra alternativa, di fronte al peggioramento della situazione militare, che continuare sulla via dell'accentramento di sempre pi poteri militari ed economici nelle proprie mani, isolando cos Negrn, pronto a collaborare, da Azaa e Prieto. In campo militare infatti la situazione era andata decisamente a peggiorare, le offensive di Brunete e Belchite erano fallite e Bilbao era in mano di Franco, ora libero di concentrare tutte le sue truppe contro il cuore della Repubblica. In particolare i sovietici erano preoccupati dal deterioramento delle condizioni delle Brigate Internazionali, ormai impiegate per quasi una anno nei combattimenti pi duri del fronte spagnolo. Il morale delle truppe era in caduta libera e il numero di nuove reclute calava sempre pi. Anche nel Mediterraneo la situazione si faceva critica. Dopo la caduta della costa atlantica Franco era adesso in grado di concentrare tutta la sua marina nel Mediterraneo Occidentale. Assieme all'avvio da22 Ranzato, op. cit., pp. 481-2.

parte italiana dell'impiego di sottomarini di base alle Baleari contro navi dirette alla costa repubblicana questo fatto rendeva l'embargo della Repubblica quasi totale, lasciando la difficile via dell'aggiramento delle dogane francesi dei Pirenei l'unica via d'entrata in Spagna per i rifornimenti sovietici e per nuove reclute per le Brigate Internazionali. A rendere ancora pi difficile l'arrivo di nuovi aiuti sovietici contribu inoltre il fatto che a partire dal luglio 1937 l'attenzione di Stalin fu parzialmente distolta dalla Spagna a causa dell'invasione giapponese della Cina. La maggiore facilit di rifornimento e la percezione del Giappone come una minaccia pi impellente per l'Unione Sovietica rispetto al fascismo europeo fecero s che gli aiuti militari per la Cina andassero presto a sorpassare quelli per la Spagna, tutto questo mentre Germania e Italia, prive di simili distrazioni, potevano continuare a rivolgere la propria massima attenzione alla guerra spagnola. Come risultato di questo insieme di difficolt le consegne di armi alla Repubblica si ridussero, da 52 nel periodo fino al settembre 1937, a 13 in quello fino alla fine del 1938, fino a solo 3 negli ultimi mesi di guerra23. Questo calo di risorse ebbe risult inoltre nel calo drastico del numero di consiglieri militari sovietici in Spagna. I sostenitori della teoria dell'abbandono sovietico, Bolloten in particolare, hanno spesso preso questo fatto come prova del piano di Stalin di lasciare la Spagna repubblicana a combattere da sola fino all'ultimo uomo senza usare risorse sovietiche. In realt la caduta libera del numero di personale militare sovietico in Spagna spiegabile dal fatto che i consiglieri militari avevano gi, a met 1937, completato il proprio scopo, l'addestramento di piloti e carristi spagnoli come equipaggio per gli aerei e carri armati inviati dall'URSS. L'impossibilit, vista la situazione logistica, di inviare nuovo materiale bellico pesante dall'URSS rendeva per la maggior parte superflua la presenza di addestratori24. Dal 1938 in poi il credito finanziario che il governo repubblicano aveva stabilito con l'invio delle riserve auree nel 1936 si era esaurito, parzialmente a causa di pratiche fraudolente utilizzate dai sovietici nella gestione del valore delle riserve inviate e nel gonfiare il valore delle merci inviate. Per per acquistare nuove armi la Repubblica fu costretta a richiedere un prestito ai sovietici, prestito concesso di buon grado a condizioni abbastanza vantaggiose, ma che legava sempre pi strettamente i repubblicani, che non avevano alternative se volevano sopravvivere, in una condizione di dipendenza dall'URSS25.

23 Payne, op. cit., pp. 240-41. 24 Kowalsky, op. cit., http://www.gutenberg-e.org/kod01/frames/fkod18.html, par. 25. 25 Payne, op. cit., pp. 242-3.

La sconfitta

La politica dell'URSS verso la Spagna a partire dalla fine del 1937 si era fatta per molti aspetti estremamente incerta, dettata dall'interpretazione personale dei vari rappresentanti locali pi che da una linea comune adesso che il coinvolgimento diretto di Stalin nella determinazione delle politiche spagnole era diminuito. Da qui derivano i continui oscillamenti dell'opera sovietica in Spagna, che variava di volta in volta dalla stretta collaborazione con le forze liberali al rafforzamento dell'egemonia comunista. Quest'ultima a volte ormai raggiungeva picchi in cui a un osservatore esterno la Spagna poteva sembrare completamente sovietizzata, ad esempio il festeggiamento dell'anniversario del salvataggio di Madrid, celebrato fra bandiere rosse e ritratti giganti di Stalin e Lenin26. Nella primavera del 1938 la Repubblica sub un nuovo gravissimo rovescio militare, la conquista da parte franchista dell'Aragona. I comunisti colsero l'occasione per scagliarsi all'attacco di Prieto, che aveva resistito i loro tentativi di espandere il proprio controllo sul corpo ufficiali dell'esercito, accusando i comandi militari non comunisti di essersi fatti trovare impreparati e Prieto di essere un disfattista che aveva abbandonato la speranza della vittoria. La poca disponibilit a collaborare con Prieto di alcune parti dello schieramento comunista, specialmente di quella parte dei comunisti locali guidati dalla Pasionaria che spingeva per una politica pi accelerata verso l'instaurazione di un regime comunista, era stata una costante dei dibattiti interni ma fino a quel momento tenuta sotto controllo da Togliatti e Jos Diaz. La parte oltranzista dei comunisti era incoraggiata nelle proprie azioni contro Prieto dal fatto che un intervento delle potenze democratiche, ragione sempre invocata nelle direttive da Mosca, che chiedevano di lasciare Prieto al ministero della Difesa per offrire un interlocutore liberale agli inglesi, sembrava sempre pi lontano. La sostituzione di Eden con Halifax al Foreign Office toglieva dal governo inglese l'unico possibile interlocutore per il governo repubblicano e l'inazione britannica e francese di fronte all'Anschluss iniziava a far meditare Stalin su un possibile rovesciamento delle alleanze. Prieto non offr grande resistenza alle richieste comuniste e present le proprie dimissioni. Le accuse di disfattismo comuniste erano lungi dall'essere una pura invenzione, Prieto era spossato dalle lotte di governo e convinto che ogni possibilit di vittoria fosse svanita, probabilmente a ragione, e colse l'occasione per togliersi dal gioco.

26 Ranzato, op. cit., pp. 571-2.

Al momento della formazione del nuovo governo, tuttavia, il continuo pendolo della politica comunista riguardo alla necessit di assumere il controllo del governo spagnolo oscill di nuovo dall'altra parte, col divieto esplicito di Stalin ai comunisti di assumere ministeri nel nuovo governo, divieto che richieste dei rappresentanti locali riuscirono a rescindere per la riconferma di Uribe ma non di Hernandez. Nonostante l'assenza formale di nuovi ministeri comunisti, il secondo governo Negrn era per sempre pi egemonizzato da rappresentanti del PCE per quanto riguardava le posizioni subordinate, spesso quelle dove il vero potere politico risiedeva, soprattutto nel nuovo ministero della Difesa, di cui era a capo lo stesso Negrn. Caballero avrebbe scritto che a questo punto Negrn si era ormai consegnato "corpo e anima" ai comunisti27 e affermazioni di questo tipo sono rintracciabili in innumerevoli testi sulla Guerra Civile. In realt Negrn non faceva altro che seguire fino in fondo quella strada di pragmatismo assoluto a cui si era votato per cercare di spingere la Repubblica verso la vittoria. Non faceva segreto ai suoi interlocutori non comunisti che avrebbe preferito altrimenti. A un suo collaboratore dichiarava: "Lei crede che a me non pesi, pi che a ogni altro, questa odiosa servit? Ma non c' altra strada.[...] L'unica realt, per quanto ci possa dispiacere, che noi dobbiamo accettare l'aiuto dell'URSS o arrenderci senza condizioni. Per la resa senza condizioni che il Partito non conti su di me", ai diplomatici stranieri ripeteva che se solo avesse potuto ottenere aiuti da Francia o Inghilterra avrebbe potuto subito liberarsi dei comunisti. Negrn inoltre non perdeva l'ottimismo sulla possibilit, in qualche modo, di ottenere la vittoria, convinzione che anche Azaa, ormai in preda al disincanto, considerava per semplice "ottimismo giovanile"28. L'autunno del 1938 segn la fine definitiva delle speranze di vittoria anche per un ottimista come Negrn, sul piano militare la divisione in due della zona repubblicana causata dalla Battaglia dell'Ebro rendeva insostenibile la difesa di Barcellona, ormai da mesi sotto costanti bombardamenti, mentre sul piano internazionale l'Accordo di Monaco faceva svanire qualsiasi speranza residua di resistenza inglese all'intervento italo-tedesco sul territorio spagnolo. Le Brigate Internazionali avevano gi lasciato la Spagna nell'ottobre 1938, ormai in condizione talmente disastrata da non essere pi una forza efficace. Gli ultimi consiglieri sovietici rimasero fino a marzo. La sconfitta sull'Ebro e la caduta di Barcellona segnarono il definitivo isolamento dei comunisti dal resto delle forze politiche spagnole. Sempre pi frequenti erano le voci che sostenevano che l'unica via d'uscita fosse sbarazzarsi di loro e cercare trattative con Franco che consentissero di salvarsi.27 Ivi, p. 591. 28 Ivi, p. 592.

A Negrn non rimaneva che portare alle estreme conseguenze la politica degli anni precedenti, cercando di resistere il pi a lungo possibile nell'ultimo lembo di territorio spagnolo in mano repubblicana, nella flebilissima speranza dello scoppio di una guerra europea che avrebbe finalmente convinto le potenze democratiche all'intervento. I comunisti continuarono a pianificare insieme a Negrn misure sempre pi radicali per la concentrazione del potere militare esclusivamente nelle mani dei partiti favorevoli alla lotta a oltranza, preoccupati dalla possibilit di rivolta delle parti non comuniste dello Stato Maggiore. La rivolta non tard ad arrivare da parte del generale Casado a Madrid, prevenendo le misure che i comunisti avrebbero voluto prendere per impedirla. Casado era seguito da una coalizione di tutte le forze politiche che avevano sofferto gli attacchi comunisti, compresi membri del CNT e caballeristi. N Negrn n i comunisti a questo punto offersero al golpe pi di una breve resistenza, Negrn e diversi membri della direzione del PCE decollarono il 6 marzo per la Francia, lasciando a Togliatti la situazione impossibile di cercare di tenere insieme quello che rimaneva delle truppe rimaste fedeli al governo. Togliatti, riconosciuta l'impossibilit della situazione, lasci la Spagna il 24 marzo. Stalin non rimase soddisfatto della gestione della guerra negli ultimi mesi, ma la situazione spagnola era ormai passata in secondo piano negli occhi sovietici rispetto alla doppia minaccia di Germania e Giappone

Conclusioni

La condanna dell'intervento sovietico in tutte le sue forme un elemento che accomuna peculiarmente i punti di vista dell'estrema destra e dell'estrema sinistra sulla guerra civile. Da parte nazionalista, per gli autori di fede politica franchista, il giudizio era semplice, l'egemonia comunista in Spagna era semplicemente una conseguenza naturale della vittoria elettorale dei "rossi" nel 1936 ed era quindi giustificazione retroattiva della rivolta. Da parte degli storici che hanno simpatia per la causa repubblicana, la stragrande maggioranza, le interpretazioni sono invece molteplici. Per gli anarchici l'intervento sovietico da vedersi interamente nella chiave della "rivoluzione tradita", del tentativo da parte comunista di stabilire un tipo di governo autoritario e controrivoluzionario che rese inutile la rivoluzione libertaria del 1936 e tolse lo spirito di lotta al popolo spagnolo. Simili toni trascendono per il confine dell'anarchismo e sono riscontrabili

anche in quella che pi in generale si pu considerare la storiografia liberale del periodo della Guerra Fredda, ad esempio in Burnett Bolloten. Proprio la storia della pubblicazione della versione originale del lavoro di Burnett Bolloten, The Grand Camouflage illuminante per mettere in luce la confusione ideologica che pu suscitare una critica dell'intervento sovietico. L'opera fu infatti fatta pubblicare da parte della dittatura spagnola in chiave puramente anticomunista nel 1967, con un'introduzione scritta direttamente dal Ministro della Propaganda di Franco e una traduzione faziosa che trasformava, ad esempio, "I repubblicani" in "I Rossi"29. Dalla parte quasi opposta dello spettro politico l'opera fu invece usata come fonte primaria sulla guerra civile nel saggio di Noam Chomsky Objectivity and Liberal Scholarship volto ad affermare la natura contro-rivoluzionaria dell'intervento sovietico e a trarre paralleli fra la rivoluzione anarco-sindacalista spagnola e quella del Vietnam. Il giudizio dell'operato di Juan Negrn ugualmente controverso e segue il modello di quello dell'intervento sovietico. Il suo periodo come primo ministro stato considerato da molti dei sostenitori della causa repubblicana, compresi coloro che combattevano al suo fianco all'epoca, come una parentesi disastrosa, in cui la repubblica spagnola cadde schiava di una cinica polica stalinista, volta a costringere i repubblicani a combattere fino all'ultimo uomo contro l'attacco fascista senza impegnare al contempo alcuna risorsa sovietica. Il suo collega socialista Luis Araquistain defin Negrn nel 1939 "lo statista pi disastroso e irresponsabile che la Spagna abbia avuto negli ultimi secoli"30. In completo contrasto con queste affermazioni invece il giudizio di Angel Vias, uno dei maggiori storici spagnoli della Guerra Civile, che definisce Negrn "uno dei politici pi brillanti e straordinari di tutto il periodo repubblicano"31. Una visione diversa sia di Negrn che dell'intervento sovietico in generale si diffusa negli ultimi decenni fra gli storici di area liberale ed riscontrabile ad esempio in Stanley Payne e Gabriele Ranzato. Da una parte questa analisi volta ad individuare e rivalutare quegli elementi della repubblica spagnola che sfuggirono al controllo sia di anarchici che comunisti e costituivano il nocciolo di una politica liberale spagnola indipendente, Negrn, insieme a Prieto e Azaa il protagonista di questa rivalutazione. Inoltre questi autori, specialmente Ranzato, tendono a giudicare pesantemente l'opera degli anarchici, che vedono come la parte politica pi violenta e prevaricatrice fra quelle componenti la repubblica, sia a causa del loro ruolo sia nel Terrore rosso che nella collettivizzazione forzata. I sovietici, la cui ideologia anticapitalistica era indebolita dalle necessit militari e geopolitiche, costituivano per la Repubblica il male minore e la migliore speranza di vincere la guerra.29 Payne, introduzione a Bolloten, op. cit., pp. XI-XVII. 30 Payne, op. cit., p. 221. 31 Ibidem.

D'altro canto difficile che un periodo che incluse l' ironia storica di truppe che marciavano sotto contollo sovietico nei villaggi spagnoli per distruggere comuni agricole e ripristinare la piccola propriet terriera con la violenza, nello stesso modo in cui pochi anni prima erano marciate nei villaggi russi per assicurare la collettivizzazione forzata e deportare chiunque potesse essere considerato un "kulak", possa essere giudicato in maniera completamente univoca. In realt solo in una visione anarco-sindacalista la politica comunista, volta a far sopravvivere i piccoli proprietari, fra l'altro sotto stretto controllo statale, poteva apparire una "controrivoluzione" l'opera comunista. Dopo la rivoluzione del 1936 nella zona repubblicana rimanevano ben pochi elementi che si potrebbero descrivere come borghesi o capitalisti. Grandi proprietari terrieri, industriali, banchieri, e tutti gli altri esponenti dell'alta borghesia erano fuggiti verso le zone nazionaliste, oppure erano caduti vittime del Terrore . E d'altra parte questo stesso fatto, che gli elementi "borghesi" della socit fossero gi stati annientati dalla rivoluzione, rendeva impossibile dal punto di vista degli stati liberali, dominato in questo periodo ideologicamente dai conservatori inglesi, dare supporto aperto alla Repubblica. Un interpretazione particolare data in questa chiave da Daniel Kowalsky, che, basandosi quasi interamente sulla prospettiva sovietica, opera un deciso ridimensionamento della stessa concezione di egemonia sovietica in Spagna. Vista in questa chiave l'opera sovietica in Spagna pu essere considerata un successo politico solo per quanto riguarda la prima fase della guerra, immediatamente per reso inutile da una serie di fallimenti diplomatici e logistici che resero impossibile per l'Unione Sovietica la proiezione del proprio potere militare e politico nella penisola iberica nel periodo successivo all'inizio del 1937. Colti fra le due richieste completamente incompatibili di sostenere la rivoluzione all'interno della Spagna e di metterla a tacere, e privi dei mezzi per dare un aiuto militare decisivo alla Repubblica da soli, i sovietici non potevano che fallire.

Bibliografia

Bolloten, Burnett, The Spanish Civil War: Revolution and Counterrevolution, Chapel Hill, University of North Carolina Press, 1991. Kowalsky, Daniel, Stalin and the Spanish Civil War, Columbia University Press, New York, 2004. Ebook, http://www.gutenberg-e.org/kod01/index.html.

Payne, Stanley G., The Spanish Civil War, the Soviet Union, and Communism, Yale University Press, 2004 Ranzato, Gabriele, L'eclissi della democrazia: La guerra civile spagnola e le sue origini 1931-1939, Torino, Bollati Boringhieri, 2004.