La Repubblica - 03.11.2014
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DOMANI “BAD”DI MICHAEL JACKSONA RICHIESTACON REPUBBLICA
Venti di Guerra Freddala sfida vola nei cieli d’Europa
R2 / LA COPERTINA
ANDREA TARQUINI E VITTORIO ZUCCONI
Nick Hornby: nel mio romanzola nostalgia degli anni ‘60
R2 /LA CULTURA
ENRICO FRANCESCHINI
PALERMO
SAPEVAche l’avrebbero ar-restato una mattina didicembre. Sapeva tante
cose Sergio Rosario Flamia,padrino di Bagheria: fare ilconfidente dei servizi segretigli tornava utile. Un giorno difine 2008 il suo contatto lochiamò: «Dovevano arresta-re pure a te».
A PAGINA 19
LA NUOVA impresa è il furtodell’intera porta-inferriatadi Dachau, col motto “AR-
BEIT MACHT FREI” (il lavororende liberi), che là fu inaugura-to e poi si diffuse alla maggioran-za dei campi di concentramentoe di sterminio nazisti. Sdegno su-scitato dalla profanazione, ese-crazione: ci mancherebbe altro.
SEGUE A PAGINA 25
PROSSIMA fermata, What-sapp. Serve un bus in di-rezione ospedale? Gli
orari della metro? Basta unmessaggino in chat all’azien-da di trasporto, che rispondein un paio di minuti. Dal diva-no di casa, senza bisogno discomodarsi: tutto con la appdi messaggistica istantaneapiù famosa del mondo.
A PAGINA 29
Disastro Milanbattuto a San Sirodal PalermoLa Samp è terza
IL CALCIO
NELLO SPORT
SALVO PALAZZOLO
L’INCHIESTA
Il boss di Bagheria“I servizi segretimi salvaronodall’arresto”
ERNESTO FERRARA
R2 /LA STORIA
Quando passal’autobus?Chiedeteloa Whatsapp
Nuovo oltraggio all’Olocaustorubata l’insegna di Dachau
CINQUE ANNI FA LO STESSO FURTO AD AUSCHWITZ
L’ideadel ministro:il pavimentoal Colosseo
IL CASO
Enti locali generosiTutti i premi dei Comuni ai manager
CORRADO ZUNINO A PAGINA 4
BUCCI E GRATTOGGI A PAGINA 21
L’ingresso del lager nazista di Dachau prima e dopo il furto della scritta A PAGINA 15
ANCHE in tempi di post-poli-tica renziana, la fisica delpotere non ammette vuo-
ti e così, forse per la prima voltaa sinistra, si intravede la figuradell’antagonista. Che Landini lodiventi con un’intervista è tra-scurabile.
A PAGINA 8
PRESTITI dal Tesoro non regolarmente iscritti fradebiti, in Piemonte. Cessioni di immobili dellaLiguria che risultano partite di giro in grado di
arricchire, grazie alle commissioni, solo la Cassa di Ri-sparmio di Genova. «Discrasie» che impediscono allaCorte dei conti di “parificare” (cioè dichiarare credi-bile) il bilancio della Campania.
SEGUE ALLE PAGINE 2 E 3
GERUSALEMME
ÈUNA parola sconsigliata. In Israelecircola sottovoce: di nuovo Intifa-da, per la terza volta in 27 anni. So-
lo che stavolta l’Intifada palestinese stadivampando nel cuore di Gerusalemme.
A PAGINA 14
IL REPORTAGE
I fuochi di GerusalemmeGAD LERNER
ADRIANO SOFRI
L’OSTINAZIONE civile di una famigliache non si rassegna e l’indigna-zione collettiva convincono Pi-
gnatone a trovare parole che tolgono al“discorso giudiziario” sulla morte di Ste-fano Cucchi la sua maschera disumana.
A PAGINA 6
L’ANALISI
L’ammissione dell’erroreCARLO BONINI
Il duello a sinistratra gli ex gemelli
IL RACCONTO
FILIPPO CECCARELLIMa non trasformateloin una scenografia
LA POLEMICA
FEDERICO FUBINI E ROBERTO MANIA
Contestazioni a quasi la metà dei GovernatoriScontro tra Renzi e Landini sulla riforma del lavoroIl premier: qualcuno vuol lasciare il Pd? Faccia pure
La Corte dei conti:così le Regionitruccano i bilanci>>>
ROMA. Dopo le polemiche, sul caso Cucchiinterviene il procuratore di Roma, Giusep-pe Pignatone. «Non è accettabile che unapersona muoia, non per cause naturali,mentre è affidata alla responsabilità degliorgani dello Stato», dichiara Pignatone. Ilprocuratore si dice disposto a incontrare ifamiliari di Stefano Cucchi: «Se emerge-ranno fatti nuovi, o comunque l’opportu-nità di nuovi accertamenti, la procura èsempre disponibile, come in altri casi, a ria-prire le indagini».
MARIA ELENA VINCENZI ALLE PAGINE 6 E 7
“Non si può morire nelle mani dello Stato”Procura pronta a riaprire il caso Cucchi
IL CAPO DEI PM DI ROMA PIGNATONE INTERVIENE DOPO LE ASSOLUZIONI
IL MINISTRO per i Beni culturaliha annunciato ieri, via Twit-ter, che gli «piace molto l’i-
dea dell’archeologo Manacor-da di restituire al Colosseo lasua arena». Bisogna riconosce-re a Dario Franceschini la capa-cità di tener viva l’attenzionemediatica su alcune emergen-ze del nostro martoriato patri-monio culturale: questa estatecon il tormentone dei Bronzi diRiace all’Expo, ora con l’idea dirifare il pavimento del Colos-seo. Ma la domanda è: questavolta si tratta di una propostapiù solida, e destinata a migliorfortuna?
Più di un turista si sarà do-mandato come facessero i gla-diatori e le belve a rincorrersinegli angusti corridoi che oggiemergono dalla pancia scoper-chiata del colosso: e le foto otto-centesche ieri twittate da Fran-ceschini valgono egregiamen-te a svelare l’errore.
SEGUE A PAGINA 25
TOMASO MONTANARI
Il Colosseo come appariva nel 1800
SEDE: 00147 ROMA, VIA CRISTOFORO COLOMBO, 90 - TEL. 06/49821, FAX 06/49822923. SPED. ABB. POST., ART. 1, LEGGE 46/04 DEL 27 FEBBRAIO 2004 - ROMA. ■CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ: A. MANZONI & C. MILANO - VIA NERVESA, 21 - TEL. 02/574941. ■PREZZI DI VENDITA: AUSTRIA ■ BELGIO ■ FRANCIA■ GERMANIA ■ IRLANDA ■ LUSSEMBURGO ■ MONACO P. ■ OLANDA ■ PORTOGALLO ■ SLOVENIA ■ SPAGNA € 2,00 ■ MALTA € 2,20 ■ GRECIA € 2,50 ■ CROAZIA KN 15 ■ REGNO UNITO LST 1,80 ■ REPUBBLICA CECA CZK 64 ■ SLOVACCHIA SKK 80/€ 2,66 ■ SVIZZERA FR 3,00 ■ UNGHERIA FT 650 ■ U.S.A $ 1,50
Fondatore Eugenio Scalfari Direttore Ezio Mauro
(PROV. VE CON LA NUOVA DI VENEZIA E MESTRE € 1,30)IN ITALIA € 1,40CON “GIRO DEL MONDO IN NOIR” €9,30- N. 43ANNO 21 LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014
www.repubblica.itPD-1F
NZ
PIEMONTE
Debiti per
“spariti” dal bilancio
2,5 miliardi
LIGURIA
Bonus indebitia direttori delle Asl
Negata in parte
la certificazionedel bilancio
Negata in parte
la certificazionedel bilancio
SARDEGNA
Continue risorse alle
partecipate in perditae senza contratti
di servizio
Nei primi mesi 2013
approvate leggisenza copertura
la Repubblica2 LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014ECONOMIA
L’inchiesta
I bilanci truccati delle Regionitra dipendenti fantasmae debiti non registratiallarme Corte dei conti
Le spese ai raggi xLa magistratura contabile ha negato totalmente la certificazione alla Campaniae in parte a Liguria, Piemonte, Sicilia e Provincia autonoma di Bolzano
<SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
FEDERICO FUBINIROBERTO MANIA
POIle spese non coperte della Sardegna, i controlli inesistenti della Ca-labria, le leggi senza relazione tecnica della Sicilia, gli aumenti di ca-pitale delle società termali della Toscana, le spese non giustificate
dei presidenti in Trentino-Alto Adige, i 1.600 dipendenti fuori bilancio delFriuli.
Non c’è quasi Regione che ne esca indenne. Da quest’anno la Corte deiConti ha il potere di controllare ecertificare i conti dei governatori,grazie a una norma dell’ottobre2012. E da qualche mese nelle re-lazioni della Corte stanno venendoalla luce centinaia di trucchi e im-bellettature che a volte sconfinanonella falsificazione dei bilanci.
L’esercizio della magistraturacontabile è di quelli condotti al disotto dei radar, senza clamori. Èun’operazione fra le più ardue per-ché — miracolo del federalismo al-l’italiana — ogni Regione d’Italiascrive il bilancio in base a regole
che si è scelta da sola. Nell’ultimodecennio quasi nessuna si era maidovuta assoggettare a un control-lo esterno. Ora però sta succeden-do mentre si avvicina una legge diStabilità che taglia 4 miliardi alleRegioni stesse. E da un esame del-le carte della Corte emerge che inmolti casi i tagli e la pulizia di bi-lancio saranno durissimi.
Fra i casi più controversi c’è ilPiemonte, dove la magistraturacontabile ha negato la “parifica”,cioè la certificazione, di parte del
bilancio. Una relazione della Cortedell’11 luglio parla di «dubbi sullacorretta iscrizione a bilancio dellaanticipazioni», cioè di oltre due mi-liardi di euro prestati dal Tesoronel 2013 per pagare gli arretrati al-le imprese fornitrici della sanità.La Corte nota che il Piemonte nel2012 «ha finanziato con le risorsericevute dei debiti diversi», e «pas-sività pregresse extra bilancio».L’accusa sarebbe dunque duplice:la giunta ha preso un prestito dalTesoro per saldare le imprese cre-ditrici, ma ha usato quei soldi peraltre spese; in più, ha cancellatodal bilancio i debiti verso i fornito-ri già pagati, ma non ha iscritto iprestiti del Tesoro come nuovo de-bito. Se lo facesse uno Stato euro-peo, sarebbe un caso politico di-rompente a Bruxelles e a Fran-coforte.
Ancora più drastico il giudiziosulla Campania, relativo al bilan-
cio 2012. La Corte nega in blocco laparifica. «La Procura Regionale —si legge nella requisitoria del giu-dice — condivide le osservazioniattinenti alla mera regolarità con-tabile formulate dalla Sezione dicontrollo». Poche parole burocrati-che ma devastanti, a fronte di unbilancio da 16,8 miliardi con un de-ficit di 1,7 miliardi. La giunta ha fat-to ricorso e per ora ha ottenuto il ri-tiro del giudizio della Corte deiConti, ma questa resta un’ammi-nistrazione «vicina al default».
Molto duro poi anche il giudiziosulla Liguria, dove la Corte nega iltimbro su 91 milioni di “residui at-tivi” (crediti presunti ma in realtàinesigibili), su 103 milioni di ces-sioni di immobili e su 17,5 milionidi operazioni in derivati con la ban-ca americana Merrill Lynch. L’am-ministrazione ligure presenta inrealtà anche problemi più piccolima quasi grotteschi. Primo fra tut-
ti, un bonus fino al 20% della pagain più dato ai direttori delle Azien-de sanitarie. La Corte parla di «stor-tura», perché l’obiettivo di produ-zione del premio di produzione2013 ai dirigenti Asl viene fissatoun mese prima della fine dell’annostesso a un livello molto vicino: im-possibile mancarlo, a quel punto.«Una scelta del tutto irrispettosadei principi di efficienza», dice ilmagistrato. Ancora peggio la pre-sunta “cessione” per 103 milioni diimmobili della Regione a Arte, unente strumentale della Regione econ i soldi sempre della Regionetransitati da un conto di Carige:certificazione negata.
Assai seri anche i problemi delVeneto, anch’esso a rischio boccia-tura: la requisitoria del magistratoparla di «errori» di contabilizzazio-ne dell’indebitamento e «rappre-sentazioni contabili scorrette». Mapure le giunte che passano l’esame
I NUMERI
4 mldI TAGLI IMPOSTIÈ di quattro miliardi losforzo imposto alleRegioni dal governoper la legge diStabilità del 2015,come taglio ditrasferimenti
+ 21%LA SPESANegli ultimi dieci anni la spesa delleRegioni è cresciutadel 21 per centocontro il 17,5 percento delle entrate
4 milaSOCIETÀ PARTECIPATECirca 4 mila sono lesocietà partecipatedalle Regioni: per illoro personale inquattro anni hannospeso oltre 1 miliardo
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Le anomalie dei bilanci regionali (alcune delle più significative rilevate dalla Corte dei Conti)
FRIULI V.G.
Uso improprio di società
partecipate: impiegato
fuori bilancio un terzo
del personale
PR. AUT. BOLZANO
Negata in parte
la certificazionedel bilancio
UMBRIA
Risorse anticipate
alle controllate
e non restituite
BASILICATA
Le 6 società partecipate
non hanno obiettivigestionali e non sono
in rete tra loro
CALABRIA
Proliferazioneincontrollabile di
partecipazioni societarie
Debiti fuori bilancio
per quasi 27 milioni
Anomale spesedi rappresentanza:
750 euro al ristorante
per “servizio di ristoro”
CAMPANIA
Attivi inesistenti per
3 miliardi
Negata
la certificazionedel bilancio
SICILIA
Solo il 50%delle leggiha la relazione
tecnica
20miladipendentie altri 7.300
nelle partecipate
1 dirigenteogni8 dipendenti(1 su 16
nelle altre
Regioni)
Negata
in parte lacertificazionedel bilancio
la Repubblica 3LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014
PER SAPERNE DI PIÙwww.corteconti.itwww.regioni.it
non ne escono bene. Nelle provin-cie autonome di Trento e di Bolza-no spese “di rappresentanza” deidue presidenti per decine di mi-gliaia di euro non hanno giustifica-tivi ritenuti credibili. In Toscananel 2013 emerge uno scostamentoal rialzo addirittura del 75% dellespese fra preventivo e consuntivo,da quota 10,4 miliardi fino a 18,4miliardi. La giunta, invece di pri-vatizzare, si è addirittura spinta asalire nel capitale della società Ter-
me di Chianciano e in Fidi Toscana,una finanziaria in perdita che hapartecipazioni in tutto: dai caseifi-ci della Maremma agli allevamen-ti ittici. Quanto al Friuli-VeneziaGiulia, la Corte mostra che presen-ta 2.800 dipendenti, ma altri 1.700lavorano per la stessa Regione, fuo-ri bilancio, in un «sistema satellita-re composto da enti, agenzie,aziende, società, enti funzionali».
Insomma, credevamo che il fi-scal compact ci avesse cambiato la
vita. Fine della finanza pubblica al-legra, nessuno sforamento se nonin casi eccezionali. Le Regioni ita-liane, però, senza troppo clamore,vivono in un’altra epoca. Violandole regole dell’Unione, quelle delParlamento nazionale, quelle delbuon senso come quelle, infine,delle «più elementari regole con-tabili», come ha scritto la Corte deiConti nella relazione al bilanciodella Sardegna. Già perché daquelle parti, ma non solo da quelle
parti, si è davvero esagerato. Comenel 2010 e nel 2011 anche nel 2013si è ricorso all’esercizio provviso-rio. Il bilancio 2013 è stato appro-vato a maggio. Ma nel frattempo ilegislatori sardi hanno approvatoleggi senza alcuna copertura fi-nanziaria, rinviando, per le coper-ture, proprio alla legge di bilancioche sarebbe arrivata dopo. Pensa-te se un simile schema fosse adot-tato da un governo nazionale neiconfronti di Bruxelles: prima spen-do poi troverò le coperture. I giudi-ci contabili parlano di una situazio-ne «particolarmente grave», diuna situazione di «irregolaritàcomplessiva». E irregolarità per ir-regolarità, la regione Sardegna hacontinuato a trasferire risorse allepartecipate, spesso senza che que-ste abbiamo un regolare contrattodi servizio e spesso nonostante sia-no in perdita. Trasferimento, inquest’ultimo caso, in violazione
della legge. C’è pure il caso dellaFluorite di Silius (manutenzione ebonifica delle strutture minera-rie) finita in liquidazione dal 2009.Bene, nel 2013 la Fluorite ha au-mentato la propria spesa per il per-sonale passando da poco più di tremilioni a 3,7 milioni. Si può? Certoche no. E la legge stabilisce chespetti proprio all’amministrazio-ne regionale controllante il compi-to di contenere le voci della spesacorrente. Ma questa è una societàpartecipata da una Regione per dipiù a statuto speciale. Regione chenon controlla nulla, non le parteci-pate, ma nemmeno i suoi assesso-rati. Hanno scritto i giudici dellaCorte dei Conti: «Si è potuto ri-scontrare che la Regione non eser-cita alcun controllo, in termini disemplice conoscenza, su aspettiessenziali ai fini dell’esercizio deipropri compiti gestionali e dellapropria programmazione finan-ziaria». Regioni come le tre scim-miette: non vedo, non sento, nonparlo.
In Sicilia solo la metà delle leggipresentate dalla giunta sono ac-compagnate dalla relazione tecni-ca. «Ciò — scrivono i giudici conta-bili — non consente l’emersione dioneri che potrebbero rimanere oc-culti». D’altra parte siamo nella re-gione in cui ci sono ancora pensio-nati con l’assegno calcolato sull’ul-tima retribuzione tanto che dal2009 al 2013 la spesa previdenzia-le è cresciuta dell’8%. L’89% dellerisorse va a spesa corrente il che po-ne «a serio rischio, per il futuro, ilmantenimento dei necessari equi-libri di bilancio», scrive la Corte.
Andiamo in Calabria. Qui i debi-ti fuori bilancio sono diventati lanorma, non l’eccezione. Nell’eser-cizio del 2013 sono stati ricono-sciuti oltre 2,3 milioni di debiti sen-za copertura ai quali aggiungere24,5 milioni di debiti «da ricono-scere» già pagati a seguito di pi-gnoramenti senza però copertura.In totale quasi 27 milioni di debitiscoperti. «L’esistenza di debiti sen-za copertura finanziaria condizio-na pesantemente gli equilibri fi-nanziari della Regione, in pienacontinuità ed assonanza con la de-leteria prassi di procedere al rico-noscimento di debiti fuori bilancioper somme sempre più ingenti».Ma quando si arriva a pagina 55 delGiudizio sulla Calabria si rischia dirimanere allibiti: «La Regione nonsolo non è dotata di strumenti e si-stemi atti a garantire in termini dicassa il rispetto dei vincoli tra en-trate e spese, ma non è oggettiva-mente nelle condizioni di conosce-re le proprie disponibilità di cassavincolata dell’anno, né quelle perle quali occorrerebbe provvederealla ricostituzione. Tale situazionecostituisce violazione del principiodi trasparenza ed è certamente fo-riera di una grave situazione disquilibrio della gestione vincolatadella cassa regionale». E anche diquelle statali, aggiungiamo noi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I NUMERI
23 mldGLI SPRECHIUn recente rapportoIspe-Sanità dice che ilcosto della corruzionee degli sprechi nellasanità regionale èstato di 23 miliardi nel 2013
12,5%DIRIGENTI SICILIANII dirigenti dellaRegione Sicilia sonouno ogni 8dipendenti (12,5%)contro un rapportodi uno a 16 dellealtre Regioni
3 mldATTIVI CAMPANIAlla RegioneCampania sono stati rilevati dallaCorte dei Conti attiviinesistenti per tre miliardi
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la Repubblica4 LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014L’ITALIA DEGLI SPRECHI
PER SAPERNE DI PIÙhttp://genova.repubblica.itwww.anci.it
Lo scandaloDovrebbero essere incentivi all’efficienzama troppo spesso assomigliano a regalie. In tempidi spending review sono gli unici a non esseretagliati. Dopo il paradosso Genova, così scattail benefit da Cremona a Perugia, da Verona a Lecce
La cuccagna dei premiai dirigenti pubblici“Un bonus di 8mila europer contare le scrivanie”
CORRADO ZUNINO
ROMA. Al Comune di Perugia itrentasei dirigenti si sono divisi188mila euro in premi, 5.200 eu-ro a testa in media. Un sei per cen-to abbondante di aggiunta sul lo-ro stipendio. Obiettivi del 2012,premi sull’anno 2013 bonificati ainizio 2014 (poi, lo scorso giugno,è cambiata giunta: il sindaco elar-gitore Wladimiro Boccali è anda-to a casa per far posto al centro-destra). I dirigenti che non hannoraggiunto gli obiettivi hanno pre-so il premio lo stesso, solo un po’più magro: sui duemila euro. E gliobiettivi sono i più svariati a Pe-rugia: far riaprire in tempo i bagnipubblici di via Boncambi (risulta-to non raggiunto anche se affron-tato da due dirigenti), celebrare i50 anni del gemellaggio tra Peru-gia e Bratislava (le celebrazioniobiettivamente ci sono state e lespese sono state coperte per metàdagli sponsor). Nel Palazzo deiPriori, prodigo con i suoi, un ma-nager pubblico è stato premiatoper aver attivato «una nuova pro-cedura periodica di monitoraggiodi mozioni e ordini del giorno de-liberati dal Consiglio comunale».
Spesso, segnala l’opposizione, lemozioni restano inevase inne-scando le ire trasversali dei consi-glieri comunali. C’è chi si è impe-gnato per la «razionalizzazionedel servizio di inventario dei benimobili attraverso l’aggiorna-mento informatico delle attrez-zature presenti nelle strutture».Significa che un dirigente del Per-sonale, nell’occasione la ragionie-ra Luciana Lucarelli pensionatatre giorni fa, si è presa 8.721 eurocome ultimo bonus per aver con-tato il numero di scrivanie e com-puter presenti negli uffici.
Già, riconoscimenti sono anda-ti pure, si legge, «a chi ha propo-sto il contratto di valorizzazioneurbana denominato Perugia pia-no città 2012». Per quel piano,però, il Comune è rimasto fuoridalla classifica governativa e nonha preso un euro di finanziamen-to. L’indice di raggiungimentodei risultati è altissimo, il 92%. Eil municipio di Perugia è un entenon solo generoso, ma ricono-scente. Un suo ex dipendente,l’avvocato Mario Cartasegna, trastipendio fisso e premi per causevinte è andato a riposo con un vi-
talizio monstre: 53.083 euro il me-se. Non ha smesso di collaborare eogni tanto usa pure l’auto blu. Daex. Il premio del segretario gene-rale di Perugia, con Boccali sinda-co, è arrivato al 10 per cento dellordo in busta paga. Quello del di-rettore generale al 20 per cento. Ilsindacato parla serenamente didirigenti comunali «che dirigonosolo loro stessi». Massimo Monni,Nuovo centrodestra: «Sono su-perpagati e a volte incompeten-ti».
Non c’è solo Genova, con i quat-tro premi da 40 mila euro conces-si alla vigilia di un’alluvione anco-
ra una volta non prevista ai diri-genti di Protezione civile. Nel pae-se pubblico ci sono anche le testee gli incentivi di Palazzo Carafa,Comune di Lecce: un milione e825mila euro per 17 dirigenti(premi 2013 su 2012). Fanno 107mila lordi a testa, trentamila inpiù di Perugia. Il segretario gene-rale Vincenzo Specchia e la diri-gente dell’Avvocatura, MariaLuisa De Salvo, che poi è anche ca-po di Gabinetto del sindaco, gua-dagnano rispettivamente143.644 euro l’anno e 133.777 eu-ro. Più 5 euro di buoni pasto ognigiorno. Il dirigente del settore fi-
nanziario Giuseppe Naccarelli,condannato nell’aprile 2013 acinque anni e mezzo e all’interdi-zione dai pubblici uffici per la que-stione dei Boc comunali, per i suoiservizi del 2012 è riuscito a pren-dere stipendio più un premio da9.110 euro, il massimo possibile.Gli è stato appena bonificato. Il se-gretario generale Specchia, cheporta con sé la delega dell’anti-corruzione, dice che il bonus gliandava versato perché due annifa, processo avviato, non vi era an-cora sentenza. E un collega ai Ser-vizi informatici, Antonio Esposi-to, ha preso il suo extra — 9.000
euro — nonostante sia stato con-dannato dalla Corte dei conti a re-stituire 51mila e 791 euro illegit-timamente autoassegnati.
Alla vigilia dell’ultimo ferrago-sto l’amministrazione Pizzarottiha riconosciuto premi per 53milaeuro a otto dirigenti assunti a ter-mine dalla giunta Vignali per i ri-sultati ottenuti nel 2011, con il Co-mune di Parma avviato al tracollofinanziario e il sindaco Pietro Vi-gnali avviato verso l’arresto (ar-rivato a inizio 2013). Il Comune diCremona, in pieno dibattito suspending review e riduzione delnumero dei dirigenti, ha dato pre-
mi per 13mila euro a tre top ma-nager e meno consistenti ad altriquattordici: “Capacità di coordi-namento e innovazione” è stata lamotivazione, sostantivi che do-vrebbero accompagnare il nor-male curriculum e il normale sti-pendio di un funzionario sia pub-blico che privato. Il direttore ge-nerale della Provincia di Cremo-na, Massimo Placchi, è arrivato a30mila euro deliberati da sé. A Ve-rona i manager comunali sonouno sproposito: 58 dirigenti e 177posizionati, uno ogni dieci co-mandati. I premi arrivano a 24 mi-la euro. Nella piccola Crema, no-nostante il 72 per cento degli uffi-ci abbia avuto un impegno calan-te rispetto all’anno precedente, idirigenti si sono presi 30mila eu-ro di bonus. A Rovigo sono stati ra-pidissimi. Nel vuoto di poche oreintercorso lo scorso 19 luglio tra ledimissioni di massa dei consiglie-ri e la nomina del commissario, ipubblici servitori hanno ripristi-nato le 16 posizioni organizzativecongelate dalla giunta. Si sono ga-rantiti, così, 70mila euro l’annoaggiuntivi. Inarrivabili.
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L’obiettivo raggiuntodi aver fatto riaprirei bagni comunalifa partire la gratifica
Amministrazioni altracollo finanziario checontinuano a distribuiresostanziosi extra
LA PROTESTA
Corteo a Genovadopo l’alluvione.Quattro dirigenti
comunalidi protezione
civile hannoriscosso premi
per 40.000 euroPRATONel Comunetoscano954.000 europer le indennitàdi posizionee di risultato di 19dirigenti. Si chiedela soppressione
ORISTANO
Il Consigliocomunale:niente premiai dirigenti,i fondisi impieghinoper ristrutturarela piscina
NUORO
A marzo 2014delibera di giunta:170.000 europer 5 dirigenti.Il Comune sardosta attraversandola sua crisi peggioredi sempre
CITTADELLA
Sui bonus aimanager comunaliinterviene la Cortedei conti: presuntodanno erariale per178.621,10 euro.Denunciatoil sindaco
PESAROLo scorso agosto16.000 eurodi premio al dgdel Comune,11.200 al capodei vigili. Il sindacoMatteo Ricci:“Bonus allucinanti”
APRILIAMense scolastichein difficoltà, tributicaos, bollettein ritardo. Eppurenel Comunein provinciadi Latina premiper 45.000 euro
I CASI
la Repubblica6 LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014LA MORTE DI CUCCHI
La polemica
“Cucchi, inaccettabile morirementre si è affidati allo Statopronti a riaprire le indagini”Il procuratore Pignatone ribadisce: il caso non è chiuso“Ma la sentenza va rispettata anche se non condivisibile”
ROMA. Alla fine, dopo le polemiche iniziate venerdìe non ancora finite, parla anche il procuratore di Ro-ma, Giuseppe Pignatone. Il suo ufficio è stato più vol-te chiamato in causa in questi giorni, soprattutto dal-la famiglia Cucchi, che ha parlato di «fallimento delpubblici ministeri». E ieri pomeriggio, dopo che ilpresidente della Corte d’Appello aveva parlato in di-fesa del lavoro dei suoi giudici, il capo dei pm capito-lini ha deciso di prendere le parti dei suoi sostituti.
«Non è accettabile, dal punto di vista sociale e ci-vile prima ancora che giuridico, che una personamuoia, non per cause naturali, mentre è affidata al-la responsabilità degli organi dello Stato», spiega Pi-gnatone. «La responsabilità penale però è, comevuole la Costituzione, personale (e non collettiva) edeve essere riconosciuta dalle sentenze dei giudici,che tutte meritano assoluto rispetto anche quando,come nel caso di specie, tra loro contrastanti e, a pa-rere della Procura, in tutto o in parte non condivisi-bili». I pm che hanno istruito il processo di primo gra-do, infatti, avevano chiesto (così come ha fatto dopodi loro il procuratore generale) la condanna di tuttigli imputati. Ma la Corte ha ritenuto che non ci fos-sero elementi. E l’insufficienza delle prove, hannosottolineato molti, dipende proprio da come sonostate fatte le indagini.
Sono accuse che Pignatone non accetta. Preci-
sando che la sentenza di appello «ancora non è defi-nitiva e non se ne conoscono le motivazioni», il pro-curatore dice: «Incontrerò volentieri, come già altrevolte in passato, i familiari di Stefano Cucchi e il lorodifensore. Se dalle loro prospettazioni e dalla letturadella sentenza emergeranno fatti nuovi, o comun-que l’opportunità di nuovi accertamenti, la procuraè sempre disponibile, come in altri casi, a riaprire leindagini e a cercare nuove prove nel rispetto, ovvia-mente, delle regole dettate dalla legge».
Per la famiglia del 31enne romano morto nel2009, è un segnale di speranza. «Sono frasi impor-tanti - dice Ilaria Cucchi - Secondo noi vanno azzera-te tutte le perizie e le consulenze che hanno fatto so-lo fumo e nebbia sui fatti». Il tutto mentre anche ilsindaco di Milano, Giuliano Pisapia, interviene neldibattito e chiede giustizia. «Stefano Cucchi, Fede-rico Aldrovandi, Giuseppe Uva e altri non rimanga-no dei morti senza giustizia. Per loro, per le loro fa-miglie e per tutti quei poliziotti, agenti di polizia pe-nitenziaria, medici e infermieri che nonostante ledifficoltà fanno il loro dovere ogni giorno. È una que-stione di civiltà. Invito tutti a guardare il viso tume-fatto di Stefano Cucchi; i responsabili di questa vio-lenza non possono rimanere impuniti».
(m.e.v.)© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sbagli da non ripetere e contrasti da sanarel’ammenda da cui riparte la pubblica accusaCARLO BONINI
ROMA.L’ostinazione civile di unafamiglia che non si rassegna al-l’assenza di giustizia e quaran-totto ore di sgomento, rabbia eindignazione collettive convin-cono Giuseppe Pignatone, pro-curatore della Repubblica di Ro-ma, a trovare parole che, per laprima volta in cinque anni, tol-gono al “discorso giudiziario” sul-la morte di Stefano Cucchi la suamaschera disumana. E, senzatartufismi, ne rimettono al cen-tro la questione sostanziale. L’u-nica che conti, perché misura laqualità di una democrazia e quelprincipio di uguaglianza di fron-te alla legge che ne è uno dei ca-pisaldi: l’unico che giustifichi l’al-trimenti incomprensibile mono-polio della forza riconosciuto alloStato e alle sue Istituzioni. Sianoun collegio giudicante, uominidelle forze dell’ordine, agenti pe-nitenziari, medici di un repartoprotetto di un ospedale civile do-ve per legge viene ricoverato undetenuto. Dice il procuratore:«Non è accettabile, dal punto divista sociale e civile prima anco-ra che giuridico, che una personamuoia, non per cause naturali,mentre è affidata alla responsa-bilità degli organi dello Stato. Seemergeranno fatti nuovi o co-munque l’opportunità di nuoviaccertamenti, la procura di Ro-ma è sempre disponibile a riapri-re le indagini».
E tuttavia, nel segnalare l’in-
sostenibilità di un’idea dello Sta-to che si auto assolve o, peggio, simostra legibus solutus, liberodal vincolo di legalità, perché alriparo del “ragionevole dubbio”di un’insufficienza di prove figliadel vincolo di “omertà” dei suoiservitori, Pignatone dice qualco-sa di più. La «disponibilità a ria-prire le indagini in presenza difatti nuovi», infatti, è, insieme,l’ammissione di un errore del-l’ufficio della pubblica accusa eun impegno a mettervi riparo.Tardivo, evidentemente. Ma pu-re sempre riparo. Un impegnoche va preso alla lettera e per que-sto meriterà di essere sottopostoa verifica, perché non si risolva inuna petizione di principio utilesoltanto a raffreddare animi e co-
scienze in attesa che altro le di-stragga. Epperò, appunto, nelleparole del procuratore c’è anchel’ammissione di un errore, che varaccontato per quel che è stato.
Non più tardi di sabato scorso,
il presidente della Corte di appel-lo di Roma Luciano Panzani ave-va infatti difeso il lavoro dei giu-dici della sua Corte di Assise, ri-cordando che a rendere “giuridi-camente impossibile” l’accerta-
mento della verità nel caso Cuc-chi è stata un’insufficienza diprove ritenuta insormontabile.A meno di non voler violare ga-ranzie costituzionali altrettantofondamentali (quelle ricono-sciute agli imputati) e dunque di«aggiungere obbrobrio a orro-re». Ebbene, la raccolta delle pro-ve (a carico, come a discarico) èlavoro della pubblica accusa. Che— ammette ora Pignatone e van-no ripetendo da tempo la fami-glia Cucchi e il suo legale FabioAnselmo — forse poteva esserepiù aggressivo. Quantomenonon minato da un’aperta diffi-denza che dal giorno della mortedi Stefano Cucchi ha diviso l’uffi-cio del pubblico ministero dallaparte civile (che è e resta “l’accu-
sa privata” di un processo pena-le) fino al punto da renderle reci-procamente ostili persino sulla“qualificazione giuridica” da da-re ai capi di imputazione per cui i12 tra agenti di custodia e medi-ci sono stati mandati a processo.E ancora: che poteva sicuramen-te essere più “vigile” sul guastodecisivo portato all’intera istrut-toria da una perizia di ufficio cheelideva ogni nesso di causa-effet-to tra il pestaggio di Stefano e lasua morte fino al punto di indivi-duare nella “fame e nella sete” laragione del decesso (non a caso,oggi, Ilaria Cucchi chiede che siriparta da una nuova perizia).
Detto questo, le “nuove inda-gini” cui Pignatone impegna ilsuo ufficio hanno un sentieromolto stretto. Nella sostanza enei tempi. Perché se è vero che lamorte di Stefano Cucchi non è an-cora verità giudiziaria immodifi-cabile (resta il giudizio di Cassa-zione) è altrettanto vero che esi-ste un principio costituzionaleche impedisce che un imputatopossa essere giudicato due volteper uno stesso fatto. Solo “fattinuovi” potranno dunque avvici-nare a una verità diversa da quel-la sancita sin qui da due corti giu-dicanti. Ma perché questo sia ilcaso, quei “fatti nuovi” andrannoappunto cercati. Possibilmente,cominciando a considerare l’o-stinata ricerca della verità dellafamiglia Cucchi come una risor-sa, e non un ostacolo.
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L’impegno a rimediareagli errori c’è, anche sela via per cercare ancorala verità resta stretta
FATTI
In presenzadi fatti nuovila procura èdisponibilea riaprirel’inchiesta
INCONTRO
Incontreròvolentieri,come giàin passato,la famigliadi Stefano
COLPE
Le colpeperò sonopersonalie vannoaccertatedai giudici
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GiuseppePignatone
LA PROTESTA DEI TIFOSI
Sopra, lo striscione esposto ieriallo stadio dai tifosi del Torino.
Un altro (“Giustizia per Cucchi”)è apparso al Marassi di Genova
I PROCESSI
IL PRIMO GRADO
Il primo processo sul casoCucchi si è chiuso il 5giugno 2013: condannaticinque medici su sei peromicidio colposo; assoltiagenti e infermieri
IL VERDETTO D’APPELLO
Venerdì scorso la sentenzadi appello: tutti assolti,anche i medici, perchéil “fatto non sussiste”(la vecchia insufficienzadi prove)
L’avvocato della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo, in aula
la Repubblica 7LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014
PER SAPERNE DI PIÙwww.repubblica.ithttp://roma.repubblica.it
“Finora troppa sciatteriahanno trattato mio fratelloquasi fosse lui il colpevole”MARIA ELENA VINCENZI
ROMA. «Se davvero la Procura ha inten-zione di riaprire le indagini, per noi è unbene. Io spero, ormai da cinque anni, chei pubblici ministeri siano in grado di assi-curare alla giustizia i responsabili dellamorte di mio fratello». Per Ilaria Cucchi, ladisponibilità espressa ieri dal procurato-re capo di Roma, Giuseppe Pignatone, ègià una buona notizia.
Ilaria, lei spesso ha criticato il lavo-ro dei pm. «Sì, sempre. Credo si sia perso più tem-
po a fare il processo a mio fratello e alla miafamiglia che a fare indagini serie per capi-re cosa è successo. Il primo grado è stato unprocesso alla vittima, non agli imputati.
Venerdì, subito dopo l’assoluzione,lei ha parlato di «fallimento dellaprocura». Perché?«Perché non riuscire a trovare il colpe-
vole di una cosa avvenuta dentro a luoghiistituzionali è grave. Ed il fallimento è del-la procura, dello Stato, della giustizia».
Che cosa è stato sbagliato dagli in-quirenti?«Le indagini sono state fatte con estre-
ma sciatteria. Così anche la scelta dei con-sulenti. Il loro esperto, appena nominato,fece una dichiarazione dicendo che per lui
quello di mio fratello era un caso di colpamedica. Non aveva nemmeno visto le car-te. È possibile secondo lei?»
Non ha perso una sola udienza deidue processi, di primo e secondogrado. Perché secondo lei le cose so-no andate così?«Perché l’unica volontà che io ho per-
cepito, sin dall’inizio, è stata quella di fareemergere che la colpa era di Stefano. Io ei miei genitori ci siamo guadagnati questoprocesso con le unghie e con i denti perchéla sua morte era stata registrata comemorte naturale. E io ho sempre avuto l’im-pressione che ci fosse una verità prestabi-lita».
Da chi?«Non lo so. So solo che in questi anni ho
capito che una delle cose più difficili è chie-dere allo Stato di giudicare se stesso».
Ora che succederà se le indagini ri-cominciano?«Noi chiederemo nuove perizie. Alme-
no oggi si parte da un dato: che le percos-se sono accertate. Le hanno riconosciutedue giudici. A questo punto dovrannospiegarci chi gliele ha fatte. Sembra poco,lo so, ma non lo è. Pensi che all’inizio hosentito parlare persino di “fratture da ba-ra”».
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COMBATTIVA
Ilaria Cucchi, sorelladi Stefano, dacinque annichiede giustizia
la Repubblica8 LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014IL GOVERNO ALLA PROVA
Lo scontro
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Il sonno me lotolgono la crisi e idisoccupati, nonVendola o Landini
Non mi interessa sequalcuno dei nostriva con la sinistraradicale, faccia pure
MATTEO RENZIPRESIDENTE DEL CONSIGLIO
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Renzi ha la fiducia inParlamento, non nelPaese. Gli italianistanno con noi
Renzi teme di aprireun conflitto conl’Europa e si accordacoi poteri forti
MAURIZIO LANDINISEGRETARIO FIOM
Lavoro, lite Renzi-Landini“Non cambierò la delega”“Così andrai a sbattere”Il premier: “Qualcuno dei nostri con la sinistra radicale? Faccia pure”Sciopero generale il 14 novembre a Milano e il 21 a NapoliROMA. Il Jobs act non sarà modificato alla Camera. E conmolta probabilità sarà blindato anche lì dalla fiducia.Queste le dichiarazioni di Matteo Renzi a Bruno Vespa cheriaccendono lo scontro con la sinistra del Pd e colsindacato. Il leader Fiom Landini mette in guardia proprioil governo e gioca la carta dello sciopero, in piazza il 14novembre a Milano e il 21 a Napoli. La riforma del lavoro arriverà in aula a Montecitoriosubito dopo la legge di stabilità, quindi da metànovembre. Anche nel Pd l’opposizione interna confidavain possibili ritocchi, soprattutto sull’articolo 18. «La delegasul lavoro non cambierà rispetto al Senato» avverte inveceRenzi, stando alle anticipazioni fornite dallo staff di Vespa(e non smentite). «Alcuni dei nostri non voteranno lafiducia? Se lo faranno per ragioni identitarie, faccianopure. Se mettono in pericolo la stabilità del governo o lofaranno cadere, le cose naturalmente cambiano». Così ilpremier che dà dunque per scontato che la riforma verràblindata, come avvenuto al Senato. «Spero si tratti didichiarazioni datate» dice Cesare Damiano, presidente pddella commissione Lavoro della Camera. «Se non ci saràsintesi io non voto» fa già sapere un altro dem di pesocome Francesco Boccia, presidente della commissioneBilancio. Per non dire dell’ala sinistra del partito.«Irresponsabile blindare il ddl alla Camera», attaccaAlfredo D’Attorre, «Renzi taglia fuori tutti, così è scontro»,per Giuseppe Civati. Dall’opposizione anche il forzistaRenato Brunetta parla di «inaccettabile forzatura» delpremier: «Così distrugge il Parlamento».
Nonostante il clima, il presidente del Consiglio ritieneimprobabile una scissione, «la nostra gente noncapirebbe». Detto questo, «se qualcuno dei nostri vuoleandare con la sinistra radicale faccia pure: non miinteressa. È un progetto identitario, lo rispetto ma non mitoglie il sonno». E così, massimo rispetto per la piazza Cgilche ha accolto anche alcuni (dissidenti) pd, «ma io sonoper il cambiamento che è nel dna della sinistra e a casamia la sinistra che non si trasforma si chiama destra».
La reazione del capo della Fiom, MaurizioLandini, arriva con un’intervista tv conLucia Annunziata: «Renzi si convinca,contro il lavoro non va da nessuna parte,possono mettere tutte le fiducie chevogliono, noi non ci fermiamo. Gli interessi
dei lavoratori non sono rappresentati dal governo».Scioperi da Nord a Sud, insomma lotta dura contro unpremier dal quale il capo del sindacato deimetalmeccanici si dice «deluso», dopo un iniziale feeling.Landini nega quindi di volersi impegnare in politica,nonostante i sondaggi che accrediterebbero una sinistrada lui guidata di un ipotetico 10 per cento: «Vogliocontinuare a fare il sindacalista. Sia chiaro: di fare laminoranza non me ne frega proprio nulla. Io voglio esseremaggioranza perché uno che vuole cambiare il Paese nonpuò stare all'opposizione». Ci saranno manifestanti Cgil eFiom anche oggi ad accogliere il premier durante la suavisita alla fabbrica Palazzoli, nel Bresciano.
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LAGIOR
NATA
Matteo & Maurizio, da gemelli della sinistraIL RACCONTOFILIPPO CECCARELLI
ANCHEin tempi di post-politi-ca renziana, la fisica del po-tere non ammette vuoti e
così, forse per la prima volta a si-nistra, si intravede la figura del-l’antagonista.
Che Landini lo stia diventandocon un’intervista la domenicapomeriggio o nell’ennesimo so-porifero talk-show in seconda se-rata è probabilmente, per il gio-vane premier, abbastanza tra-scurabile.
Ma l’effetto-verità che tra-smettevano anche su YouTube itanti video degli scontri dell’al-tro giorno, la suggestione anchevisiva del segretario della Fiomcon lo zainetto sulle spalle dislo-cato in mezzo al parapiglia, congli agenti anti-sommossa allespalle e i lavoratori dell’Ast da-vanti a sé, quella sua sicurezzasulla strada, il megafono con loscotch in mano e poi “anch’io hopreso le botte dai poliziotti!”, “ab-bassate i manganelli!” e “bastaslogan del cazzo alla Leopolda!”,ecco, sarà anche l’epoca del calo-
re mediatico artificiale e del mes-saggio preconfezionato, però unvero capo operaio come Landinipone oggi di sicuro a Renzi piùproblemi di Bersani, Letta e Cu-perlo messi insieme.
Non solo. Ma il punto singolaree il dato insolito, una specie di ri-picca della cronaca, è che lui stes-so ha finora sempre mostrato distimare Landini, il quale da par-te sua ha in qualche misura ri-cambiato e tuttora ostinatamen-te si guarda dall’attaccare Renzisul piano personale, né mai lo haassimilato a Berlusconi.
E insomma per una volta si puònotare che il duello o il “derby”,secondo il lessico del giovane pre-mier, è partito in modo abba-stanza civile e perfino dignitoso,comunque senza scomuniche edesasperazioni, né — caso raro algiorno d’oggi — sconfinamentinella volgarità.
Si dirà: c’è sempre tempo e diquesto passo le occasioni nonmancheranno. D’accordo, ma in-tanto è potuto accadere perchénell’ultimo anno i due personag-gi hanno pubblicamente e deci-samente flirtato.
L’espressione suona intimisti-ca e stucchevole, specie se rap-portata a problemi gravi come il
poteva rispondere dando sostan-za a maliziosi sospetti. Il princi-pale era che Renzi usava Landinicome sponda contro i dinosauridel Pd; e che Landini si appog-giava a Renzi per mettere in dif-ficoltà la Camusso. Eppure, l’evi-dente e simmetrico strumentali-smo non esauriva la questioneperché le cortesie seguitavano,sia pure con maggiore o minorecautela.
In un “pensierino della sera” ilpresidente si compiaceva di uti-lizzare le stesse parole del sinda-calista, che naturalmente in
lavoro, l’articolo 18 o il rapportodel governo con le organizzazio-ni sindacali; ma se le parole han-no ancora un senso — cosa di cuiperaltro si è spesso portati a du-bitare — un testimone per così di-re equidistante come il senatorealfaniano Sacconi ha parlato giànell’aprile scorso di “abbraccio”,mentre si deve all’ammirevoleimmaginazione del capogruppoberlusconiano Brunetta un lan-cio d’agenzia che testualmenterecitava: “Landini miagola eRenzi fa le fusa”.
Si può aggiungere che l’imma-
gine di tenerezza felina fu accol-ta allora nel Giglio magico conqualche sghignazzo deviante esupplementare, se non altro peril fatto che la signora Agnese, mo-glie del neo premier, di cognomefa Landini, con il che la faccendatrovava una sua legittima collo-cazione di ordine coniugale.
Ma tornando in ambito politi-co e sindacale, dopo aver evocatomiagolii e fusa l’ignaro Brunettaponeva la più classica e sospetto-sa delle domande: “Che c’è sot-to?”. E qui, cioè sotto, ciascuno,nel governo, nel Pd e nella Cgil
la Repubblica 9LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014
PER SAPERNE DI PIÙwww.governo.itwww.fiom-cgil.it
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MASSIMO VANNI
FIRENZE. «Un’apertura c’erastata», dice il segretario Fiom diFirenze Daniele Calosi. Che do-po la piazza di Roma aveva puretentato di parlare alla Leopolda:«Ma il cambiamento non c’è».
Segretario Calosi, finito l’idil-lio tra Landini e Renzi?«Per noi l’idillio non c’è mai
stato, c’era stata un’apertura dicredito quando Renzi aveva det-to di voler cambiare il Paese. Manegli atti, dalla riforma del mer-cato del lavoro alla legge di sta-bilità, il cambiamento non c’è».
Landini dice di aver cambiatoidea dopo l’art. 18.
«Renzi ci sta proponendo diportare indietro il Paese ad unastagione di conflitti sociali di cuisi poteva fare a meno».
Lei Renzi lo conosce da tempo.«Sì e ricordo che per fargli ca-
pire l’importanza della verten-za Selex fummo costretti a por-targli i lavoratori dentro Palaz-zo Vecchio. Anche ora che è pre-mier parte dalla coda: il proble-ma non è rendere il lavoro piùflessibile ma crearlo».
Pure da sindaco saltava i “cor-pi intermedi”.«Non capisco come mai consi-
dera un corpo intermedio il sin-dacato e non Confindustria. Il“jobs act” è scritto per loro».
Come si è sentito alla Leopol-da?«Non mi hanno fatto parlare.
Lì ho visto un pezzo di Paese scol-legato dalla realtà: uomini che sisono fatti da sé, giovani chescommettono su se stessi. Manon si è voluto ascoltare le ra-gioni della piazza, che non eraideologica perché è stata ancheuna piazza di proposte».
E dopo la Leopolda si è ab-bracciato con Renzi.«È lui che ha abbracciato me
dicendo ‘ti rovino la carriera’.Era imbarazzato dopo aver det-to no al mio intervento: alla Leo-polda si deve dire solo quello chepensa il Capo».
Lei li conosce entrambi, dov’èstato il punto di rottura?«Ne abbiamo parlato con
Landini. Renzi ha tradito l’ideadel cambiamento che lui stessoha annunciato. Dice ch e i pa-droni non esistono più ma a Ter-ni si dice che non si pagano piùgli stipendi se i lavori si ferma-no. Sta estendendo ovunque ilmodello Marchionne. Forse è ri-masto folgorato sulla via di De-troit».
“Tra loro due c’era stataun’apertura di creditoma sono troppo lontani”
L’INTERVISTA/DANIELE CALOSI, FIOM DI FIRENZE
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Io li conosco beneSecondo LandiniRenzi ha tradito l’ideadi cambiamento
Alla Leopoldanon mi hanno fattoparlare. Poi Matteomi ha abbracciato
DANIELE CALOSISEGRETARIO DELLA FIOM DI FIRENZE
un’altra occasione chiamava“Maurizio”; il quale Maurizio,per quanto più sorvegliato e dif-fidente rispetto all’idea dell’”uo-mo solo al comando”, non fatica-va a riconoscerne la novità del se-gretario-presidente, il cambia-mento che incarnava, gli 80 euroche distribuiva e poi i voti cheprendeva.
In agosto Renzi, come ovviocon le telecamere al seguito,andò a fare shopping in libreria ene uscì fuori con alcuni, non trop-pi volumi tra cui l’ultimo di Lan-dini, “Forza lavoro” (Feltrinelli).
Non è chiaro se durante le feriel’abbia letto o no. A giudicare dalJobs Act, dalla linea sull’articolo18, dal ripudio lessicale della pa-rola “padrone”, dall’entusiasmodi Marchionne e dalle sparatedella Leopolda, dove non ha par-lato un “lavoratore” che sia uno,e al leader della Fiom toscana èstato chiesto in anticipo il testodell’intervento, ma siccome hadetto no non ha parlato nemme-no lui, insomma, a occhio l’operalandiniana non deve aver troppoinfluenzato Renzi.
E così, anche rapidamente, lafigura dell’antagonista, tantopiù rispettabile, ha cominciato aprendere corpo. Ma corpo sul se-rio, nel senso che nel tafferugliopure Landini ha avuto il suo, cosache non accadeva da diversi de-cenni — fra tutti gli errori di co-municazione di Palazzo Chigi ilmeno rimediabile con un tweet.
Poi sì, certo, ieri il segretariodella Fiom ha confermato in tvche non farà politica. Ma l’espe-rienza in casi del genere consi-glia di aggiungere: per ora, o nonancora. Del resto annuncia Ren-zi che il futuro è “solo l’inizio”, unmodo quasi brillante per dire chebisogna aspettare.
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FEELING
Uno dei primi incontri traMaurizio Landini e MatteoRenzi ai tempi delle primariedel 2013, quando vinseMatteo. Nella foto l’allorasindaco di Firenze inaugurail centro studi della Fiom
Un lungo scambio dicortesie fatto di incontri,di battute e di tweet maanche di convergenze
ad antagonisti
la Repubblica10 LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014IL GOVERNO ALLA PROVA
PER SAPERNE DI PIÙwww.lavoro.itwww.partitodemocratico.itIl retroscena
“Non siamo dei passacarte, quella legge va modificata”L’INTERVISTA/ROBERTO SPERANZA, CAPOGRUPPO PD ALLA CAMERA
UMBERTO ROSSO
Presidente Speranza, Renzi allaCamera non vuol cambiare ilJobs Act approvato in Senato.«Il Parlamento non può essere ri-
dotto a passacarte. L’ho già detto alladirezione del partito».
Così com’è la riforma non va be-ne?«La commissione Lavoro della Ca-
mera è impegnata in una discussioneseria, approfondita sul testo. Secondome, ci sono tutte le condizioni per unoscatto in avanti».
E come?«Costruendo un ponte fra le istanze
che in questi giorni stanno arrivandodalle piazze, dalla società, e le decisio-ni del governo che, legittimamente,vuol modificare alcune regole del mer-cato del lavoro. Un ponte che passa ap-
punto per il Parlamento, con una di-scussione che non può finire congela-ta. Vogliamo negare la funzione stessadell’istituzione?».
Ovvero, cercare una sintesi sul-l’articolo 18 fra Renzi e il tandemCamusso-Landini. Non è un ten-tativo velleitario?«Cerchiamo di uscire dalla logica
del muro contro muro. E di ascoltare ilmessaggio lanciato dalla manifesta-zione di San Giovanni».
In concreto?«Ripartire dall’ordine del giorno
che era stato approvato dalla direzio-ne del Pd, e che prevede la tutela del-l’articolo 18 anche per i licenziamentidisciplinari».
E se il governo pone la fiducia?«Vedremo dopo, quando e se verrà
posta. Intanto, mandiamo avanti ilconfronto in commissione».
Ma voterebbe contro un Jobs Actsenza modifiche? Qualcuno, co-me Francesco Boccia, già lo mi-naccia.«E’ un’ipotesi che, adesso, non vo-
glio nemmeno prendere in considera-zione. Chiedo il confronto, e c’è lo spa-zio perché alla fine tutto il partito sisenta rappresentato in questo provve-dimento».
Renzi cerca la prova di forza conla minoranza pd?«Non ha bisogno di nessuna prova di
forza. E’ il segretario del partito legit-timato dalle primarie. E Palazzo Chigice l’ha mandato il Pd, che l’ha votato indirezione, me compreso. Sbaglia chidice che sta al governo per volontà deipoteri forti. Renzi fa il premier perchélo ha voluto lì il Partito democratico».
Nessun tentativo da parte dellaminoranza di usare la battaglia
sul Jobs Act per indebolire Ren-zi?«Lasciamo perdere gli scontri inter-
ni al partito. Io la riforma non voglioaffossarla, ma discuterla e approvarlain tempi rapidi. Non è certo in discus-sione il governo. Sono in partenza perBerlino, vado ad incontrare il collegacapo dei deputati dell’Spd, Opper-mann: un pressing per convincere laMerkel a farla finita con la linea rigori-sta. La battaglia del governo italiano èla battaglia di tutto il Pd».
Renzi sfida la minoranza, se vo-gliono vadano pure via.«La scissione non esiste, smettia-
mola di evocarla».Il “nuovo” partito della sinistra,con a capo Landini?«Il presente e il futuro della sinistra
resta il Pd».
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CAPOGRUPPO
Roberto Speranzacapogruppo demalla Camera
POTERI FORTI
Sbaglia chi dice chesta al governo pervolontà dei poteri
forti. Renzi fa ilpremier perché lo
ha voluto lì il Pd
”
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FRANCESCO BEI
ROMA. Scava un tunnel Loren-zo Guerini, vicesegretario Pd.Scava dall’altra parte, «comel’abate Faria», il presidente del-la commissione lavoro, ala Cgil,Cesare Damiano. Scavano en-trambi una galleria per prova-re a incontrarsi sotto la grandemuraglia dell’articolo 18. Untunnel di comunicazione perarrivare a portare a casa la leg-ge delega senza far saltare il go-verno. E possibilmente senzaspaccare il Pd.
Il lavorio sotterraneo delle
due “talpe” non è mai stato in-terrotto da quando, a fine set-tembre, la direzione dem votòa stragrande maggioranza undocumento di compromesso incui si sanciva la fine dell’artico-lo 18, salvo per due casi: «Il di-ritto al reintegro viene mante-nuto per i licenziamenti discri-minatori e per quelli ingiustifi-cati di natura disciplinare, pre-via qualificazione specifica del-la fattispecie». Questa laformula, concordata tra la mi-noranza dialogante e i renziani.E questo, nonostante l’appa-rente chiusura fatta ieri dal pre-mier («la delega non cambia»),è lo schema di gioco ancora in-tatto. «Per noi il punto di riferi-mento resta il testo approvatoin direzione», ha rassicurato ie-ri Guerini nei suoi contatti conle altre anime del partito.
Dunque le parole del capo delgoverno a Bruno Vespa, spiegauna fonte vicina alla trattativa— a cui partecipano anche Ma-ria Elena Boschi e il ministroGiuliano Poletti — più che pre-se alla lettera andrebbero inquesto caso «interpretate». Co-
me una posizione negoziale du-ra per arrivare a un successivoammorbidimento, esattamen-te come accaduto con la rifor-ma del Senato. Insomma, seRenzi fa la parte del poliziottocattivo, a Guerini e Poletti toc-ca quella dei buoni che media-no. Ma la strada è tracciata. «Li-mitarsi a una dichiarazione diprincipio, come ha fatto Polettial Senato, o ipotizzare qualcosasimile a un ordine del giorno —osserva Damiano — non basta.La legge delega va corretta eanche la legge di Stabilità». Infondo anche nel governo am-
mettono che «non si può pre-tendere che un ramo del Parla-mento timbri una legge comeun pacco chiuso, senza cambia-re una virgola». Tanto più chel’accordo, in cambio della di-sponibilità di Renzi a inseriredirettamente nel Jobs Act lamodifica sull’articolo 18, pre-vede che la minoranza accettidi votare tutto con la fiducia. Cisarà dunque un emendamentoe la fiducia sarà messa sul testoche uscirà dalla commissione.In tempi molto brevi. Boschipunta a portare in aula il testolunedì 17 novembre, in modo
da votare la fiducia prima dellafine della settimana.
La celerità non è una fissa-zione legata a chissà quali sca-denze, tanto più che si tratta diuna legge che ha bisogno deidecreti attuativi per essereoperativa. Il fatto è che la mate-ria è talmente incandescente
che il governo vuole tenerlasulla graticola il meno pos-sibile, per evitare incur-sioni dei grillini o dellafrangia «irriducibile» —tale viene considerataormai da Renzi — com-posta dal trio Civati-D’Attorre-Fassina.
«Qualsiasi cosa propo-nessimo — riflette unrenziano del cerchiostretto — loro non la vo-terebbero, ormai fan-no opposizione a pre-scindere». Oltretutto al
governo sanno bene chela delega dovrà inevita-bilmente tornare al Se-nato per l’approvazione
definitiva. E una concessio-ne di troppo fatta alla sini-
stra a Montecitorio riapri-rebbe il mercanteggiamento
con Sacconi e l’Ncd a palazzoMadama. La coperta insommaè corta e i numeri al Senato im-pongono che l’intesa vada tro-vata anche con Alfano. Il mini-
stro dell’Interno ha fatto sape-re al premier che, se le modifi-che resteranno limitate ai li-cenziamenti disciplinari, conuna circoscritta specificazionedelle fattispecie in cui il giudicepuò ancora ordinare il reinte-gro, il suo partito non si op-porrà. «L’accordo va trovato al-l’interno della maggioranza edovrà tenere insieme la sini-stra del Pd e l’Ncd», chiarisce inqueste ore Guerini.
Se sui contenuti un compro-messo a questo punto sembrapossibile, dove invece scop-pierà uno scontro sarà sui tem-pi di approvazione del Jobs Act.Damiano e gli altri infatti pre-tendono che prima sia discussala legge di Stabilità per vederese effettivamente saranno ac-colte le loro richieste di aumen-to della dotazione per i nuoviammortizzatori sociali (la ri-chiesta è anche quella di rive-dere il taglio dei patronati).«Un minuto dopo la legge diStabilità promettiamo l’appro-vazione del Jobs Act», assicuraDamiano. Un minuto dopo.
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MINISTRO
Giuliano Polettiministro del LavoroSpetta a lui gestirela riforma delmercato del lavoro,il Jobs Act econdurloall’approvazionealla Camera
La formula usata dalladirezione pd: “Previaqualificazione specificadella fattispecie”
L’obiettivo di PalazzoChigi è approvare allaCamera il testo entro il 21novembre
FIRENZE. La pedonalizzazione di piazza Duomo, orgoglio edemblema del Comune amministrato da Matteo Renzi, finiscesotto la lente della Corte dei conti. L’ipotesi della magistraturacontabile è che l’allora sindaco Matteo Renzi sia ricorso aprocedure sprint per togliere auto e bus da sotto il Duomo.Tanto sprint da spingere il Comune e le Spa della sosta asaltare le normali procedure di gara, pur di rispettare la data —il 25 ottobre 2009 — che lui stesso aveva annunciato un meseprima. E per questo la Corte dei conti avrebbe anche inviatouna segnalazione alla procura della Repubblica, per capire sele procedure seguite possano aver delineato un reato di abusod’ufficio. Le indagini sono solo all’inizio ma se gli investigatoririleveranno un qualche danno erariale chiameranno PalazzoVecchio a fornire spiegazioni circa le procedure seguite. Non ilivelli politici, a quanto sembra di capire, ma i dirigenti e ifunzionari che al tempo firmarono gli atti.
Firenze, la Corte dei conti indagaper il Duomo pedonalizzato
IL CASO
Jobs act, nel negoziatosi apre un primo spiraglio“Tratto solo sui disciplinari”Renzi pronto a discutere sulle “fattispecie dei licenziamentisecondo la linea della direzione Pd”. E poi voto di fiducia
I NODI
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REINTEGRO
Il 29 settembre ladirezione Pdapprova undocumento perchiederel’introduzione delreintegro per illicenziamentodisciplinare
IL COMPROMESSO
Sinistra pd egoverno lavorano aun compromessoper introdurre nelmaxiemendamento(con fiducia) allaCamera il reintegroper i licenziamentidisciplinari
L’IMPEGNO
Al Senato la leggedelega passa senzala previsione delreintegro volutadalla direzione pd.Il ministro delLavoro Poletti siimpegna arecuperare coidecreti delegati
la Repubblica 11LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014ECONOMIA
PER SAPERNE DI PIÙwww.confindustria.itweww.cgil.itLa storia
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denza con la precarietà dei lavori,la fidelizzazione dei lavoratori. Al-la Lindt, multinazionale del dol-ciario, invece, il premio scende conil crescere delle assenze, ma ci so-no permessi e ferie per i lavoratoriche intendono raggiungere i pa-renti di primo grado extracomuni-tari.
IL SECONDO WELFARENon si contrattano solo soldi,
orari o premi di risultato nelleaziende. Da tempo un pezzo dellanegoziazione, soprattutto neigrandi gruppi, riguarda il welfareaziendale. Certo, in diverse situa-zioni c’è anche una dose di pater-nalismo, ma in ogni caso i sindaca-ti hanno contribuito ad aumenta-re i benefits dei lavoratori. Ormaiesiste un “modello Luxottica” cheva dalla shopping card al rimborsodella spesa per i libri di testo per ifigli fino alla polizza sanitaria. AllaFerrari è previsto pure il bigliettoper il cinema. Asili nido alla Nestlé,alla Bnl e a Intesa, solo per indica-re alcune aziende. L’integrativodella Heineken (900 dipendenti inquattro stabilimenti) stabilisceuna maggiore flessibilità di orarioin entrata e in uscita per chi ha fi-gli fino ai tre anni.
ROMA. È un Giano bifronte il sinda-cato italiano. Politico, conservatore,diviso, finanche ideologico al centroromano; flessibile, pragmatico, uni-to e innovativo negli uffici e nelle fab-briche sparse lungo la penisola. Fini-ta — da tempo — la concertazione, isindacati confederali Cgil, Cisl e Uilcon i loro 12 milioni di iscritti, quasimetà dei quali pensionati, stannocambiando pelle in silenzio, lontanodai riflettori. Anche per questo il tes-seramento regge nonostante laprofondità e la lunghezza della crisieconomica e nonostante la semprepiù scarsa fiducia di cui godono lestesse organizzazioni sindacali pres-so l’intera opinione pubblica (dove illavoro dipendente è solo una parte)come dimostra da ultimo il sondag-gio di Demos pubblicato ieri su que-sto giornale. A Roma, nei centri con-federali sono i sessantenni al vertice;nelle periferie, le Camere del lavorocittadine e, in molti casi anche le ca-tegorie, sono guidate invece da tren-tenni, donne e uomini. Nei territorisi è imparato a fare i conti con la glo-balizzazione, con la logica competi-tiva tra fabbriche delle medesimemultinazionali, con lo spostamentodella domanda di molti prodotti dal-la Vecchia Europa ai Paesi cosiddet-ti emergenti, dell’Asia e presto an-che dell’Africa. Ci si adegua, salvan-do l’occupazione, e spesso miglio-rando le condizioni di lavoro e le re-tribuzioni. La crisi diventa, allora,un’opportunità per cambiare.
DUCATI, DOMENICA AL LAVOROPrendiamo il caso della Ducati.
Da ottobre nello stabilimento diBorgo Panigale, dove escono i pez-zi delle moto da assemblare, si la-vora anche la domenica. Nonavrebbe voluto la Chiesa locale,non avrebbe voluto nemmeno laFiom. I lavoratori però hanno dettosì a lavorare con turni di tre giorni epausa di due, sabato e domenicacompresi (schema “tre-due”). Cosìè arrivato l’accordo. Al lavoro 30ore a settimane pagati come se sene lavorassero 40. Che, in media,per i 66 operai coinvolti, vuol direun incremento retributivo annualetra i 2.500 e i 2.700 euro lordi. I te-deschi del gruppo Audi-Volkswa-gen, che controlla la Ducati, hannopreso l’impegno di investire 11,5milioni di euro nel prossimo quin-quennio e ad assumere. La doman-da in Asia e in Brasile continua a ti-rare e a Borgo Panigale c’è una ma-nodopera eccellente. Operazione“win-win”, dunque.
ORARIO FLESSIBILE CONTRO LADELOCALIZZAZIONENon hanno perso nemmeno alla
I.H.I di Cernusco Lombardone
(Lecco), dove si sviluppano e si pro-ducono turbocompressori perclienti come Fiat, Ferrari, Audi,Toyota. In piena crisi (2009) l’al-lora casa madre tedesca (oggi è inmano ai giapponesi) aveva de-nunciato che il costo del lavoro ita-liano era superiore di tre euro perdipendente rispetto a quello so-stenuto nel sito “gemello” in Ger-mania, grazie soprattutto aglisgravi fiscali previsti per l’ex Ddr.Bene, con un accordo sindacale si èbloccato il ricorso agli straordinari(costosi), si è istituita una bancaore dove si versano le ore in più chepoi si recuperano. Insomma si è in-trodotto un complicato modulo diorari che ha permesso all’aziendadi ridurre significativamente il co-sto del lavoro, di passare da unaproduzione di 3.900 turbo giorna-lieri a circa 8.000, di aprire un nuo-vo sito produttivo a Verderio(sempre in provincia di Lecco), edi aumentare i posti di lavoro da361 a circa 500.
Anche gli svedesi dell’Electro-lux sono rimasti in Italia e non so-no andati in Polonia. Per ridurre ilcosto del lavoro si è fatto un accor-do per il ricorso ai contratti di soli-darietà. Poi si sono ridotte di cin-que minuti le pause aggiuntive. In-fine sono stati tagliati di circa il 60per cento i permessi sindacali, pa-
ri a 20 mila ore. Alla fine il costo dellavoro è sceso di tre euro l’ora e inItalia si continuano a fabbricare la-vastoviglie, frigoriferi, forni e pia-ni cottura.
I PREMI NON SONO TUTTI UGUALILa cultura dell’egualitarismo
ha finito spesso per schiacciare leretribuzioni verso il basso. Nellavastissima contrattazione azien-dale, invece, sono sempre più fre-quenti le differenziazioni. Alla Ma-nifatture Sigaro Toscano, peresempio, è previsto un indice delpremio di risultato legato alleperformance di stabilimento e del-lo stesso reparto. Previsto ancheun premio forfettario aggiuntivodi 500 euro lordi destinato alle la-voratrici in maternità. Niente pre-mio, invece, alla Delta (aziendadelle Marche che fabbrica fondi ingomma e in poliuretano) a chi, perun determinato periodo, arriva inritardo al lavoro per oltre il 15 percento delle timbrature, oppure su-bisce per quattro volte la conte-stazione al divieto di fumo. AllaDeWalt di Perugia (azienda con-trollata dalla multinazionaleBlack and Decker) c’è anche un“premio anzianità” che cresce conil crescere dell’anzianità di servi-zio. Obiettivo, in netta controten-
Buoni spesa, polizzee lavoro domenicaleecco i patti aziendaliche anche la Cgil firma
A MARANELLOOperaio allavoro nellafabbricadi Maranellodella Ferrari chetra i benefitconcede asilinido,palestra ebiglietti delcinema
ROBERTO MANIA
DUCATI AL LAVORODI DOMENICADa ottobre a BorgoPanigale si lavoraanche la domenica.Nuove assunzioni
I CASI
PERMESSI HEINEKENA CHI HA FIGLI PICCOLIFlessibilità di orarioin entrata e inuscita per chi hafigli fino a 3 anni
CINEMA E PALESTRAALLA FERRARIOfferta di bigliettidel cinema, buonilibri e pagamentodella palestra
POLIZZE SANITARIEALLA LUXOTTICAInsieme allashopping card e alrimborso libri
ORARIO RIDOTTOALLA ELECTROLUXContratti disolidarietà etaglio dei permessisindacali del 60%
I CASI
NESTLÉ, ASILI NIDOIN FABBRICAIl colossoalimentare offrealle dipendentimamme asili nido
PREMIO-ANZIANITÀALLA DEWALTLa DeWalt diPerugia punta allafidelizzazionedell’operaio
LINDT PREMIAI MENO ASSENTILa multinazionaledel dolciario offrepremi a chi ha il piùbasso assenteismo
Gli accordi in fabbricaDalla Ducati alla Electrolux, dalla Ferrari alla Heineken alla Luxottica: tutte le intese locali tra imprese e sindacatiCi sono anche riduzioni di orario, ore libere per i figli e una variegata offerta di servizi reali: dal welfare agli acquisti
SEGRETARIO
Susanna Camusso,segretario generale
della Cgil
la Repubblica12 LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014LE SCELTE DEI PARTITI
PER SAPERNE DI PIÙwww.giustizia.itwww.cortecostituzionale.itLa Giustizia
tura autrice di un ddl sull’in-candidabilità dopo le sentenzedi primo grado, espone i dubbi:«Di tutto c’è bisogno adessotranne che di mettere mano al-la Severino. È una legge che fun-ziona, ha già superato vagli dicostituzionalità per gli articolisugli amministratori locali e su-pererà anche quello del Tar diNapoli. Bisogna solo aspettarecon serenità. Mi allarma la vo-glia di metterla in discussione enoto una palese contraddizio-ne. Da una parte Cantone, ilcommissario anti-corruzione,propone di sciogliere i consigli
LIANA MILELLA
ROMA. Legge Severino sull’in-candidabilità, si cambia. Primoincontro tecnico tra gli espertigiuridici del Pd in settimana,per studiare quando, dove e co-me mettere mano per un’ope-razione nella quale bisogna la-vorare col bisturi. Certo non nel-la direzione che vorrebbe ForzaItalia, che insegue l’unico obiet-tivo di azzerare la Severino ecancellare la decadenza di Ber-lusconi dal Senato. Repubblicaanticipa la notizia che, dopo ilcaso De Magistris, il sindaco diNapoli sospeso dopo la condan-na in primo grado per abusod’ufficio ma reintegrato dalTar, la maggioranza lavora a un«tagliando» al decreto legislati-vo del 31 dicembre 2012, noto atutti come legge Severino, cheha messo rigidi paletti all’in-gresso in Parlamento per chi hasubito una condanna definiti-va. Proprio qui sta il problema,perché la stessa legge, che hainglobato disposizioni già con-tenute nel Testo unico sugli en-ti locali, prevede la sospensioneper gli amministratori anchedopo la sentenza di primo gra-
do.Come funzionerà la modifi-
ca? Chi la presenterà? Riguar-derà solo questo aspetto o an-che la retroattività? Dice DavidErmini, il responsabile Giusti-zia del Pd di stretta fede renzia-na: «Nei prossimi giorni riunirò
i tecnici del partito e affronte-remo la questione. Il punto dipartenza è che la Severino è unalegge necessaria, perché ga-rantisce liste pulite per le com-petizioni elettorali, ma è scrittamale, con evidenti ambiguitàche devono essere corrette,proprio per renderla migliore.Ma stiamo parlando di un inter-vento che di certo non è facile».
Soprattutto perché nel Pdnon sono tutti d’accordo e per-ché Fi e Ncd puntano a far cade-re la retroattività. Ecco comeDoris Lo Moro, ex magistrato,senatrice, nella scorsa legisla-
regionali, dall’altra al primo in-toppo si vuole smontare la Se-verino».
Ncd e Fi sponsorizzano le mo-difiche. Soprattutto sulla re-troattività. È la tesi di Berlusco-ni, non può riguardare i reaticommessi prima del dicembre2012, compreso il suo. Non hadubbi il vice ministro della Giu-stizia Enrico Costa. «Noi di Ncdl’abbiamo detto subito. Noncambio idea perché sono al go-verno. Una legge che tocca il di-ritto all’elettorato passivo nonpuò creare una disparità di trat-tamento tra casi analoghi, sen-
tenza definitiva per i parla-mentari, di primo grado per gliamministratori, ma soprattut-to è inammissibile che sia re-troattiva perché si presta a stru-mentalizzazioni politiche». Viala retroattività chiede Fi. Bastaleggere Mariarosaria Rossi, te-soriera di Fi e angelo custode diBerlusconi: «La Severino violaviolazione sia nella lettera sianella sostanza i principi alla ba-se della rappresentanza popo-lare». E giù la richiesta, inserireil «tagliando» nel pacchetto del-le riforme istituzionali.
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Legge Severino, vertice Dem per le modificheIn settimana si terrà il primo incontrotra i tecnici democratici. Ma Forza Italiainsiste: cancellare la decadenza di Berlusconi
Ermini, responsabileGiustizia pd: “La Severinoè necessaria, ma vacorretta per migliorarla”
Consigliere sospesoper lo stesso reatodi De Magistrisil giudice gli dà torto
PUGLIA
BARI. Condannato per abusodi ufficio, con pena sospesa,per una storia del 2009.Sospeso dal consiglioregionale a maggio sullabase della legge Severino.Ma il consigliere regionalepugliese del Partitodemocratico, Fabiano Amati,è ancora fuori. «Ho sollevatoal tribunale la questionecostituzionale — spiega oggi— ma il mio giudice, adifferenza di quantoaccaduto per il sindaco diNapoli De Magistris, non haritenuto di dover inviare gliatti alla Corte costituzionale.E’ incredibile perché i casierano gemelli: stesso reato,entrambi con pena sospesa,per fatti che nonriguardavano l’incaricoattuale. Io sono contento perDe Magistris ma mi chiedocome sia possibile che duericorsi con gli stessi motivivengano decisi in mododiametralmente opposto».Amati ha presentato appello.
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ANNALISA CUZZOCREA
ROMA. Come in un videogioco in cui sisale sempre di livello, la partita dellaConsulta si complica ancora una volta.Il Pd ha concesso ai 5 stelle l’ufficialitàche chiedeva: il presidente dei senatoridemocratici Luigi Zanda ha chiamato ilcapogruppo M5S a Palazzo Madama Al-berto Airola per comunicare le candi-dature alla Corte di Silvana Sciarra eMaria Alessandra Sandulli. La rispostaè stata un «bene, valuteremo», che perònasconde nuove insidie. Ne parlerannodomani in seduta congiunta tra depu-tati e senatori, i 5 stelle. Già oggi, nellariunione serale allaCamera, «si vedrà l’o-rientamento delgruppo», dice sicuroRoberto Fico, cheperò non nasconde isuoi dubbi sul meto-do. «Che vuol direcandidati di area? Inche senso la Sciarra rappresenta il Pd ela Sandulli Forza Italia? Le persone cheabbiamo indicato noi non rispondono anessun criterio di questo tipo, non sap-piamo per chi votino o quali siano le lo-ro idee politiche, l’unica area di riferi-mento che conosciamo è l’interesse deicittadini». Non è pessimista, il presi-dente della Vigilanza Rai, pensa cheestromettere dalla corsa Luciano Vio-lante, Antonio Catricalà, Donato Bru-no, sia stata «una vittoria del Movi-mento». E lo sarebbe anche portare alCsm Alessio Zaccaria, il professore diVerona scelto per titoli dai loro espo-nenti in commissione Giustizia. «Nonvogliamo che passi l’idea che sia unoscambio di poltrone, perché così non è— spiega il capogruppo alla Camera An-drea Cecconi — ma non possiamo man-
dare all’aria tutto il lavoro fatto per pau-ra di come la cosa esce sui media. Fare-mo capire ai cittadini che è una vittoriadi merito e di metodo».
E però, non dipende solo dai parla-mentari. Perché la novità comunicataieri dal vicepresidente della Commis-sione Affari Costituzionali alla Camera,Danilo Toninelli, è che la decisione pre-sa dai gruppi sarà sottoposta a un refe-rendum sul blog. Il che rimette tutto ingioco, perché molto dipenderà da comeverrà posto il quesito. «È una scelta po-litica importante e vogliamo la massi-ma condivisione possibile, quella deicittadini», spiega Toninelli, sebbene
sul blog di solito voti-no non più di 20milapersone. Non bastas-se questo, a gelarel’ansia di chiuderedel premier Renzi(che domani o almassimo mercoledìvedrà i gruppi riuniti
in assemblea) ci si mettono i dubbi diForza Italia e Nuovo centrodestra. Gliuomini di Silvio Berlusconi in Parla-mento sono riottosi su più fronti, e inquesto caso rinfacciano alla professo-ressa Sandulli di aver firmato una peti-zione contro la riforma della giustiziadel centrodestra nel lontano 2005. Ba-sta poco, a rimettere tutto in gioco. An-che nel partito di Alfano, qualcuno chie-de di ripensarci, riaprendo i termini diun accordo che era dato per blindato. Aquesto punto, i voti del Movimento so-no ancora più importanti, ma — appun-to — deciderà il blog: «Forse bisogneràaspettare la prossima settimana —spiega Toninelli — vogliamo fare bene,dopo tutto il tempo che hanno perso lo-ro, non saremo noi ad andare di fretta».
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I grillini consulteranno larete sui nomi di Sandullie Sciarra. I dubbi di ForzaItalia e Ncd
GRILLO
Il capo politico dei5 stelle è rimastofuori dal dibattitosui nomi per laConsulta, ma allafine voterà il blog
Consulta, la mossa di Zandachiama i capigruppo M5S“Diteci se votate i candidati”
IL CASO
LA SEVERINO CAMBIERÀ
Su Repubblica di ieri lanotizia della modifica allalegge Severino allo studiodel governo per evitare ilgiudizio della Consulta su DeMagistris. Intervento solosui condannati in primogrado. Nessuna estensione alcaso Berlusconi
SU REPUBBLICA
la Repubblica 13LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014LE SCELTE DEI PARTITI
PER SAPERNE DI PIÙwww.partitodemocratico.itwww.repubblica.itL’intervista
Alessandra Moretti. L’eurodeputata scioglie la riserva“Voglio evitare il rischio che il partito si spacchi, madecidiamo entro novembre, non c’è tempo da perdere”“Consultare la base è giusto, a patto di evitare lacerazioni”
GIOVANNA CASADIO
ROMA.«La decisione di correre inVeneto l’ho detta ai miei genito-ri Sergio e Antonia per primi, per-ché ogni scelta politica mia è uncambiamento nella loro organiz-zazione di vita. Poi l’ho spiegatoai miei figli che la mamma saràpiù impegnata ma non a Bruxel-les... «. Alessandra Moretti, euro-deputata di fresca nomina, vi-centina, si butta ora nella sfida alleghista Zaia. Ha tratto d’imba-razzo il Pd che si stava lacerando:ha chiesto di fare le primarie percandidato “governatore” del Ve-neto. «A patto che siano antici-pate, entro fine novembre».
Moretti, si candida ma con leprimarie. Ha cambiato idea,dal momento che voleva l’ap-poggio unitario del partito?«Ho voluto evitare il rischio
che il Pd veneto si spaccasse in-torno a questa scelta. Però hochiesto che le primarie si tenga-
no a novembre». Anticipare le primarie per-
ché? «Perché non dobbiamo perde-
re neanche un giorno di tempo.Non dobbiamo più parlare di noima del Veneto, perciò basta per-sonalismi. Iniziamo la vera cam-pagna elettorale per conquista-re per la prima volta il Veneto.Dove la sinistra non ha mai go-vernato. La sfida contro Zaia è de-cisiva anche per il governo Ren-zi. Non voglio che il mio partito siindebolisca in discussioni. A farepressione per la mia candidaturasono stati 11 consiglieri regiona-li su 13, i deputati veneti, tutti isegretari provinciali dem del Ve-neto...».
Dicevano che avrebbe avutopaura delle primarie?«Non si imbastiscano polemi-
che inutili. Sorrido di fronte aquesta affermazione che vienemagari da chi le primarie non leha neanche mai fatte. Ho preso
231 mila preferenze alle euro-pee, di cui 130 mila in Veneto.Quindi non ho paura delle pri-marie ma di perdere tempo, del-lo spreco di energie che danneg-gia la nostra sfida. Il mio avver-sario non sono i miei colleghi dipartito, ma Luca Zaia. E da do-mani parto con la campagna elet-torale contro il “governatore”uscente».
Che ha peraltro avuto il 70%di consensi nel 2010.«Ma nel frattempo sono cam-
biati gli scenari politici. Oggi c’èun Pd che alle europee in Venetoha ottenuto il 38% dei consensi,che è riuscito a parlare con le ca-tegorie economiche e sociali diquesta straordinaria regioneche è stata in questi anni isolatada Zaia. Lui è un conservatore,uno che ha fatto molto poco datutti i punti di vista sia da quelliinfrastrutturali che di politicaeconomica e industriale. Abbia-mo oggi un governo e una classedirigente che ha deciso di far sìche il Veneto torni a essere la lo-comotiva dell’Italia e dell’Euro-pa».
Le primarie vanno fatte sem-pre?«Vanno fatte nella maggior
parte dei casi purché non sianomotivo di lacerazioni interne, diprotagonismi ma siano discus-sione sulle idee».
Con chi si è consigliata alla fi-ne, ha sentito Renzi?«Ho sentito molto il vice se-
gretario Lorenzo Guerini... è evi-dente che mi sono impegnata sulfronte europeo come eurodepu-tata da poco eletta però non pos-so ignorare l’appello a candidar-mi. Per me è un sacrificio e un ri-schio che va corso».
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“Punto alla presidenza del Venetoma al Pd chiedo di fare le primarie”
Alle Europee hopreso 231 mila
preferenze, 130 milaqui. Non ho paura
di mettermi in gioco
“NON HO PAURA
La sinistra da noinon ha mai vinto, la
sfida contro Zaiadecisiva anche per
il governo Renzi
NESSUNA VITTORIA
CANDIDATA
Alessandra Moretti è stataeletta eurodeputata a
maggio ma ha accettatoadesso la sfida per la guida
della Regione Veneto
ROMA. È intervenuta il vice segretario Debora Serracchiani persmorzare lo scontro e garantire che il Pd non intende mandarein soffitta le primarie. Per le sfide regionali della prossimaprimavera le primarie ci saranno, tranne nelle regioni in cui c’èl’intesa unitaria nel partito. «Le primarie restano lo strumentoprincipale di scelta dei candidati», rassicura Serracchiani. Mala tensione è alta in Liguria, Umbria, Campania, Marche su“primarie sì o primarie no”. La riunione della Direzione dem inVeneto è stata poi infuocata. «Primarie sì, ma difficili dascalare», dicono alla fine della riunione i dissidenti.Occorreranno infatti 4 mila firme per presentarsi.
“Sentiremo i militanti in tutte le regionitranne dove c’è un candidato unitario”
SERRACCHIANI
la Repubblica14 LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014MEDIO ORIENTE IN FIAMME
PER SAPERNE DI PIÙwww.haaretz.comwww. jerusalem.comIl reportage
rabbini erano due mondi non comunicanti fraloro, oggi invece il sionismo religioso pervadeanche l’esercito e assegna alla guerra sinistrevirtù teologiche.
A Gerusalemme le respiri nell’aria, questeideologie contemporanee affiorate improvvi-samente, dal Califfato islamico che recluta vo-lontari pure fra gli arabi israeliani, alla pretesaebraica di calpestare la Spianata. Solo che a Ge-rusalemme non c’è muro di separazione chetenga: questa è la città in cui meno realisticoappare il progetto europeo e statunitense fon-dato sulla spartizione di due popoli in due Sta-ti, separati in pace e sicurezza. Qui, nel mezzodell’Intifada di Gerusalemme, diviene impos-sibile eludere la domanda più radicale e politi-camente scorretta che aleggia nell’ultimosplendido romanzo di Amos Oz, non a caso in-titolato Giuda. Ambientata mezzo secolo fa inuna città ancora divisa fra Israele e Giordania,con i luoghi santi interdetti agli ebrei, la sua èuna storia di traditori e tradimento. Ma a que-ste infedeltà, al tradimento, Oz sente di dovertributare benevolenza. Siamo proprio sicuri
che fosse la soluzione migliore pergli ebrei, costruirsi uno Stato tuttoper loro? Al grande scrittore è con-sentito chiederselo, mentre i gero-solimitani condannati a vivere me-scolati testimoniano quanto sia fa-ticoso, ma inevitabile, cercare ognigiorno la convivenza possibile, lì inmezzo ai fanatici.
Più imbarazzante è risponderealla stessa domanda per la sinistraisraeliana, che lo scorso sabato se-ra si è ritrovata, numerosa e spa-ventata, a Tel Aviv per commemo-rare il diciannovesimo anniversa-rio dell’omicidio del “suo” primoministro Rabin. C’era anche il pa-triarca di questa sinistra oggi sen-za leader, il novantenne ShimonPeres, a ripetere con voce tonanteche “due popoli, due Stati” è l’unica
soluzione per fermare la prossima guerra. Nes-suno osa contraddire questo assioma, anche sei più dubitano che sia davvero praticabile.
Sono belli, e sono davvero tanti, almeno 15mila, quelli che in piazza a Tel Aviv imperso-nano l’Israele laica che resiste all’offensiva delsionismo religioso. Ma ormai alcuni dei loro di-rimpettai giovani arabi di Gerusalemme am-mirano piuttosto i tagliagole dell’Is. E le mo-derne kippà all’uncinetto, seguaci del messia-nismo politico di Bennett, ora che hanno presoil posto degli ultraortodossi intabarrati di ne-ro, puntano gli occhi sul Monte del Tempio.Senza accorgersi che forse anche loro stannoprecipitando nell’infernale Geenna posta astrapiombo sul versante orientale di un luogosempre meno santo, dissacrato dal fanatismo.
GERUSALEMME
ÈUNAparola sconsigliata. In Israele cir-cola sottovoce, la pronunciano contremore: di nuovo Intifada, cioè rivol-ta, sollevazione, per la terza volta in27 anni. Solo che stavolta l’Intifada
palestinese, siccome non c’è limite al peggio,sta divampando proprio là dove più la si teme-va, nel cuore di Gerusalemme, cioè dove ebreie arabi, pur odiandosi, saranno in ogni caso co-stretti a vivere mescolati. Destino reso inelut-tabile dall’annessione della città santa dive-nuta capitale “indivisibile” d’Israele nel 1967,quindi priva di check point e confini tracciati.
L’Intifada per ora sta risparmiando le metedel turismo e del pellegrinaggio cinte dalle mu-ra ottomane. Ma l’epicentro della contesa, cheforse qualcuno ha pianificato di trasformare inguerra mondiale fra islam e ebraismo, sorgeproprio lì, meraviglioso e inavvicinabile: laspianata delle Moschee edificate tredici secolifa sopra il Monte ove fino al 70 dopo Cristo svet-tava il Tempio d’Israele. Luogo divenuto isla-mico e come tale vilipeso dai crociati cristiani,prima che nel 1187 Saladino li cacciasse defi-nitivamente. Luogo che fino a oggi nessun po-litico israeliano con la testa sulle spalle ha mairivendicato per un revival messianico del cul-to ebraico.
Tutto intorno alla città vecchia, Gerusalem-me brucia. La polizia israeliana preferisce cre-dere che la maggior parte dei focolai di prote-sta giovanile nei quartieri arabi siano di natu-ra spontanea, e cerca di reprimerli con moda-
lità poco appariscenti. Ma proprio ieri il gover-no, nella sua riunione domenicale, su propostadi Netanyahu, ha approvato un disegno di leg-ge che inasprisce fino a 20 anni di carcere le pe-ne per chi tira sassi sulle automobili provocan-do danni alle persone. Mentre lo Shin Bet in-daga su una possibile regia di Hamas o addi-rittura dell’Is (Stato islamico) dietro agli in-cendi, ai finti incidenti stradali, alla strategiadel terrorismo individuale di strada.
Anche perché le provocazioni non appaionoquasi mai casuali. Era del quartiere di Silwan ilpalestinese che ha investito con l’auto, ucci-dendole, una donna e una neonata alla ferma-ta del métro leggero. E guarda caso a Silwanprometteva di traslocare, qualche giorno pri-ma, il ministro dell’edilizia Uri Ariel, d’intesacoi coloni che ne rivendicano l’ebraicità inquanto parte dell’antica città di Davide.
Più mirato ancora il tentato omicidio diYehuda Blick, rabbino-simbolo del nuovo inte-gralismo contemporaneo, che proprio sullacontroversia della Spianata riscuote consensiimpensati. Non uno di quei pazzi estremistiche da anni predicano la demolizione di al-Aq-sa e della Cupola della Roccia (luoghi sacri al-l’islam) per ricostruirvi il Terzo Tempio degliebrei. No, Blick presenta un volto moderato echiede “solo” che anche gli ebrei abbiano il di-ritto di pregare lassù. In amicizia coi musul-mani.
Bisognerebbe chiedergli se sarebbe favore-vole, per reciprocità, a libere preghiere musul-mane al Muro del Pianto, se non versasse in
gravi condizioni all’ospedale. Fatto sta cheBrick a destra viene rappresentato come uomodi pace e di buon senso. Se sia un piromane con-sapevole o inconsapevole, poco importa. Haconvinto non pochi seguaci a praticare la di-sobbedienza recandosi sulla spianata a prega-re. Trascina dalla sua parte una componente inascesa del sionismo religioso cui fa capo ancheil ministro Ariel: il partito della “Casa ebraica”guidato dal concorrente più temibile di BibiNetanyahu, cioè Naftali Bennett, oggi mini-stro dell’Economia.
Siamo proprio sicuri che l’Intifada di Geru-salemme nuoccia al disegno di potere imper-sonato da Bennett? Lui è il prototipo perfettodella nuova destra israeliana. Patrocina i colo-ni insediatisi nei territori palestinesi, elevan-doli a autentici prosecutori del pionierismo sio-nista delle origini. È religioso ma senza ana-cronismi estetici, basta una kippà ricamata al-l’uncinetto senza travestirsi da ebreo polaccodel diciassettesimo secolo. È stato un abile uo-mo d’affari della new economy, ma ciò non gliha impedito di fare il suo dovere nei repartid’eccellenza dell’esercito. Di origi-ne statunitense, ma duro fino allatracotanza nella polemica pubbli-ca con i liberal e Obama…
Se nei giorni scorsi Netanyahuha contribuito a riscaldare gli ani-mi dichiarandosi pronto a rilascia-re licenze edilizie per mille nuovecase ebraiche a Gerusalemme est,è perché Bennett da tempo di caseebraiche fra gli arabi ne chiede ildoppio, duemila.
Così accade che il sionismo reli-gioso assuma l’egemonia culturaledentro a un establishment israelia-no chiamato a misurarsi con le nuo-ve forme del jihadismo. Al meetingdel Centro Begin di Gerusalemmededicato a “Il ritorno di Israele sulMonte del Tempio”, funestato dal-l’attentato al rabbino Brick, altrioratori in precedenza esprimevano così la loroprotesta: «Vi sembrerebbe pensabile che Wa-shington rinunci alla Casa Bianca e Parigi allaTorre Eiffel? Noi siamo proprio il più umiliatodei popoli!».
Per fortuna venerdì scorso ci ha pensato an-che la pioggia a sbollire gli animi nella città vec-chia, mentre tutto intorno continuavano lesassaiole, il lancio notturno di razzi, le aggres-sioni e i sempre più frequenti incendi dolosi.Lassù a al-Aqsa è stato necessario vietare lafunzione religiosa islamica ai minori di 50 an-ni. Ma al tramonto, quando proprio lì sotto alMuro del Pianto si affollavano gli ebrei per lapreghiera del sabato, faceva una certa im-pressione vedere i soldati col mitra a tracollaabbracciarsi in cerchio e cantare e danzare in-sieme ai rabbini ortodossi: una volta soldati e
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Sulla Spianatadelle Moscheedove i fanatismiaccendono l’odioGAD LERNER
NELLA BUFERA
Il primo ministroisraelianoBenjamin
Netanyahu
La città brucia e cresce la protesta giovanile nei quartieri arabi. Così si prepara la Terza Intifada
Gerusalemme.Il Monte del Tempio è il centrodi una nuova contesa che ultraortodossi e ammiratori della jihadvogliono trasformare in una guerra mondiale tra ebraismo e islam
GLI INSEDIAMENTI
La settimana scorsail premier israelianoha dato il via liberaalla progettazionedi 1000 nuoveabitazioniper coloni israeliania Gerusalemme Est
LE PENE
Il governo d’Israeleha varatoun inasprimentodelle peneper i palestinesiche lanciano sassi:20 anni di carcerea chi colpisca edanneggi un’auto
IL DIVIETO
Netanyahuieri ha ribaditoil divieto agli ebreidi pregaresulla Spianatadelle Moschee,nel tentativodi disinnescarela crisi
I PUNTI
ALTA TENSIONE
Soldatidell’esercitoisraelianoschierati aGerusalemmeSullo sfondo, laCupola dellaRoccia
fanazione di ieri a Dachau è co-munque un tremendo insulto al-le vittime, ai superstiti, all’uma-nità».
Come reagiscono i superstitia un tale crimine?«Sono ancora così tanti sparsi
nel mondo che non è realistico
la Repubblica 15LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014LA MEMORIA PROFANATA
PER SAPERNE DI PIÙwww.kz-gedenkstette-dachau.dewww.holocaust-mahnmal.deGermania
DAL NOSTRO CORRISPONDENTEANDREA TARQUINI
BERLINO. Lo stesso crimine,cinque anni dopo. Nel dicem-bre 2009 accadde ad Au-schwitz, ieri hanno colpito aDachau. Criminali ignoti han-no divelto e rubato dal porto-ne metallico d’ingresso delpiù antico ex campo di ster-minio nazista, non lontano daMonaco di Baviera, la maca-bra scritta in metallo battuto“Arbeit macht frei” (il lavororende liberi, ndr), quella cheper disprezzo verso le vittimedesignate della Shoah i nazi-sti avevano posto all’ingressodi ognuna delle loro fabbrichedella morte e del genocidio.Sdegno e sgomento delle au-torità e dei sopravvissuti si so-no fatti sentire immediati, maanche critiche all’insufficien-za di vigilanza e controlli. Lapolizia indaga in ogni direzio-ne, ma non è chiaro chi siano iprofanatori del Luogo dellaMemoria: se cioè si tratti dineonazisti decisi a insultare levittime dell’Olocausto e i so-pravvissuti e a procurarsi unoggetto da “venerare”, oppu-re di criminali comuni che spe-rano di rivendere la targa a ca-ro prezzo a qualche facoltosocollezionista maniaco di reli-quie del Terzo Reich.
«E’ purtroppo una profana-zione che segna da noi un’e-scalation nel livello del crimi-ne contro la Memoria», hadetto sconvolta GabrieleHammermann, direttrice delmuseo accanto all’ex Lager,che ne spiega l’atroce storia.«Sono indignato», ha incalza-to Max Mannheimer, uno deisopravvissuti. Le autorità ba-varesi parlano di «atto ignobi-le» e promettono il massimoimpegno nella caccia ai crimi-nali. Ma Herr Mannheimercritica anche l’insufficienzadella sorveglianza: Dachau, especie il portone d’ingresso,sono vigilati da pattuglie che
passano a turno 24 ore su 24,ma manca la videosorve-glianza. «Si potrebbe fare dipiù, se pensiamo a quantecentinaia di poliziotti vengo-no impegnati per controllareogni manifestazione», ha os-servato il 94enne superstitealla Shoah.
Probabilmente, i criminalihanno approfittato del tempod’intervallo a disposizione traun passaggio e l’altro dellepattuglie. Certo, dicono gli in-quirenti, hanno agito da pro-fessionisti: hanno dovuto sca-lare la porta principale, poi ta-gliare l’iscrizione, ben pesan-te in ferro battuto e delle di-mensioni di un metro per due,dal portone, poi evidente-mente trovare il tempo di ca-ricarla in tutta fretta su unfurgone e portarla via. «Nonsappiamo se siano neonazisti
o collezionisti folli», dicono iportavoce della polizia, lan-ciando un appello a chiunqueabbia visto persone o movi-menti sospetti a farsi vivo, alnumero d’emergenza 00498141 6120.
Dachau fu uno dei primicentri di detenzione nazista,fu aperto nel 1933 poco dopol’arrivo di Hitler al potere. Vifurono assassinate oltre40mila persone, in maggio-ranza ebrei. La profanazioneha un precedente in quellacompiuta dal neonazista sve-dese Andreas Hoegstroemcon alcuni camerati e compli-ci locali ad Auschwitz, la fab-brica del genocidio costruitadal Terzo Reich nel territoriodella Polonia occupata e di-chiarata “governatorato”. Main soli tre giorni l’agenzia perla sicurezza interna polaccariuscì a individuare e cattura-re i colpevoli. Speravano, se-condo le loro confessioni, di ar-ricchirsi vendendo la targa diAuschwitz a qualche miliona-rio collezionista. Gli agentispeciali guastarono loro la fe-sta.
Dachau, furto shockportata via l’insegnaall’ingresso del lagerCaccia ai ladri della scritta in metallo “Arbeit macht frei”La pista dei neonazisti. I sopravvissuti della Shoah: atto indegno
IL MOTTO
“Il lavoro rendeliberi” era il titolodel romanzo del1872 di LorenzDiefenbachIl motto fu postosulla Jourhaus, laporta dell’inferno,di Dachau, ilprimo campo diconcentramentonazista (1933), epoi ripreso da altricampi. A destra,Dachau primae dopo il furto
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Forse all’opera criminalicomuni che speranodi vendere l’oggettoa collezionisti
IL FURTO DI AUSCHWITZLa scritta di Auschwitz fu rubata il 18 dicembre 2009 da un gruppo di neonazisti, poiarrestati il 21 dicembre. La scritta, spezzata in 3 parti, era stata rubata su commissionedi un collezionista negazionista svedese. Restaurata, è ora tornata al suo posto
IL PRECEDENTE
zionisti. L’Olocausto è così notoal mondo che non basta un furtodi una targa in un ex campo disterminio nazista a negarlo, queicriminali, chiunque siano, van-no rinchiusi in un ospedale psi-chiatrico se pensano di riuscirein disegni di negazione od oblìo».
Ad Auschwitz i criminali era-no neonazisti svedesi che vo-levano arricchirsi vendendola targa a collezionisti… quan-to è pericoloso questo mix cri-minale tra ideologia e vogliadi denaro sporco?«Combinazione di due motivi
criminali. Ma il futuro della Me-moria della Shoah non dipendeda un’iscrizione in un ex campo.Insisto, se il motivo è ideologico ègrave. Anche se non lo è, la pro-
pensare che abbiano una reazio-ne unica: si va dal senso di ol-traggio al disprezzo per unoscherzo di pessimo gusto».
I luoghi della Memoria vannosorvegliati meglio?«È un problema, la Germania
soprattutto deve garantirlo. Maconta ancor di più la sicurezza de-gli ebrei che vivono oggi in Euro-pa. Per i criminali antisemiti inEuropa il miglior mezzo per indi-viduare i bersagli, gli ebrei, è ve-dere dov’è la polizia. È terribile:quasi ovunque in Europa è ne-cessaria la protezione di poliziaper sinagoghe e scuole ebrai-che».
Cioè la vigilanza è un segnaled’allarme?«Diventa purtroppo un segna-
CACCIATORE DI NAZISTIEfraim Zuroff
“Vogliono cancellare un simbolo, l’Europa protegga le minoranze”L’INTERVISTA / EFRAIM ZUROFF, DIRETTORE DEL CENTRO SIMON WIESENTHAL: È UN INSULTO ALL’UMANITÀ
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BERLINO. «Quale che sia la loromotivazione, non riuscirannomai a cancellare la memoria del-la Shoah. Ma gli ebrei in Europa,e altre minoranze che furono per-seguitate dai nazisti come i Rom,70 anni dopo l’Olocausto hannodi nuovo paura». Così parlaEfraim Zuroff, direttore del Cen-tro Simon Wiesenthal, massimocacciatore di criminali nazisti.
Dottor Zuroff, quanto è mi-naccioso il crimine di Da-chau?«Molto dipende dal motivo. Se
è ideologico è grave: vogliono farsparire un simbolo dell’Olocau-sto. Ma non riusciranno mai adaumentare il numero dei nega-
le terribile della forza crescentedell’antisemitismo in Europa,nella maggioranza dei Paesi eu-ropei. Io guardo alla situazione, èdiversa da un Paese all’altro. Main Paesi molto diversi, Francia,Norvegia, in parti della Svezia aMalmoe e attorno, all’Ungheria,il sentimento di paura è diffuso,è aumentato. È tremendo. Inmolti Paesi membri dell’Unioneeuropea, settant’anni dopo l’O-locausto gli ebrei hanno di nuovopaura. Come altre minoranze,quali i Rom. Segnale agghiac-ciante: la Ue si presenta davveromale quanto a capacità di pro-teggere gli ebrei e le altre mino-ranze, 70 anni dopo».
(a. t.)
È un crimine, ma nonbasterà a far aumentarei negazionisti
“
”
la Repubblica16 LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014MONDO
PER SAPERNE DI PIÙwww.kmu.gov.ua/control/enwww.indiatoday.inUcraina
L’Est ribelle vota e sfida KievMogherini: “Ostacolo alla pace”
DAL NOSTRO CORRISPONDENTENICOLA LOMBARDOZZI
MOSCA.Alle urne con rabbia, paura,e vaghe speranze di pace. Tra barri-cate, continue ronde di miliziani ar-mati, e echi di esplosioni in lonta-nanza, la gente di Donetsk e Lugan-sk ha eletto ieri Presidenti e Parla-mento delle due repubbliche ribellidell’Ucraina dell’Est. Un voto chesarà riconosciuto solo dalla Russia,ma che è stato bollato come illegit-timo da Kiev, dagli Usa e dall’Ue.«Un ostacolo alla pace», lo ha defini-to il nuovo Alto rappresentante del-la Politica estera e della Sicurezzacomune dell’Unione Europea Fede-rica Mogherini. Un nuovo elementodi tensione che potrebbe servire aKiev per giustificare una ripresadell’offensiva che ormai si paventada settimane, e a Mosca per conti-nuare ad armare e sostenere logi-sticamente le truppe secessioniste.
L’affluenza è stata molto alta, tut-to si è svolto con un relativo ordinein un clima di guerra e di nostalgiaper un passato sovietico riportato inauge con un profluvio di citazioni, ri-tratti e slogan di Stalin, Lenin e deigrandi capi militari della ArmataRossa che fu. Dalle dichiarazioni de-gli elettori, riportate in diretta daiseggi dalle tv russe, viene fuori la vo-glia di sancire una volta per tuttel’indipendenza da Kiev e di rispon-
dere con una rottura definitiva allapresa del potere ucraino da parte diforze nazionaliste e “anti russe”.«Spero che finalmente tutti capi-ranno che siamo indipendenti e chedovranno trattare la pace con noi»,diceva una ragazza bionda dall’ariaconcitata. «Non abbiamo niente ache vedere con i fascisti di Kiev. Oradobbiamo estendere la nostra areaa Odessa, a Kharkiv e alle altre cittàrussofone di Ucraina», ripeteva mi-naccioso un anziano minatore.
Sui risultati non c’era da aspet-tarsi alcuna sorpresa, visto che i duefavoriti correvano praticamente dasoli contro concorrenti inseriti giu-sto per fare numero. Presidente diDonetsk sarà dunque AleksandrZakharchenko, 38 anni, premier
uscente, combattente delle milizieribelli, ferito sul campo durante lebattaglie di questa estate. A Lugan-sk invece è stato confermato l’at-tuale Presidente, Igor Plotinskij, 50anni, già ufficiale dell’Armata Ros-sa sovietica. Il progetto dichiarato èdi federare al più presto le due re-
pubbliche autoproclamate sotto lasigla Novo Rossja, con la speranza diestendersi ancora alle altre zonerussofone.
Un segnale a Kiev ma, forse, an-che all’amica Russia, che negli ulti-mi tempi avrebbe frenato ogni di-scorso sulla “guerra a oltranza fino
alla vittoria”, per incanalare seppurturbolente trattative di pace. IlCremlino ha infatti spiegato la suascelta di riconoscere le elezioni conil fatto che questo «rinforza nei fattil’autonomia delle due regioni», re-stando aggrappato alla possibilitàdi una mediazione. I rappresentan-ti adesso eletti potrebbero infatti se-dersi ora al tavolo delle trattativecon maggiore credibiltà e possibi-lità di essere ascoltati. Ma è un pas-saggio molto stretto. A Kiev, dove leelezioni della settimana scorsa han-no sconfitto il presidente Poro-shenko e portato in Parlamentomolte forze nazionaliste, si urla con-tro la provocazione del voto a Est, sidenunciano presunti sconfinamen-ti di truppe russe, si paragona il Don-bass alla ferita ancora aperta del-l’annessione della Crimea. Voci e ru-mori di guerra che si fanno semprepiù forti.
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Attacco kamikaze a Lahore: 55 morti. I Taliban rivendicano
PAKISTAN
LAHORE. Un attentato suicida fra i più sanguinosidella storia recente pachistana è costato la vitaad almeno 55 persone quando un kamikaze si èfatto esplodere a un checkpoint paramilitarevicino alla frontiera fra il Pakistan orientale el’India. Con oltre 100 feriti gravi, si teme che ilnumero delle vittime aumenti. Ogni giorno sisvolgono parate militari sui due lati dellafrontiera da parte delle unità indiane e pakistane.Centinaia di persone accorrono ad assistervi. Il
kamikaze si è fatto esplodere in mezzo alla folla diritorno dalla cerimonia, nei dintorni di Lahore.L’attentato è stato rivendicato dai Taliban delgruppo Tehrik Taliban Jamaat ul Ahraar (Ttpja).Nel comunicato inviato all’Ansa, un portavoce hadefinito l’azione una «vendetta» control’operazione militare nel Waziristan del Nord,l’ultimo bastione dei jihadisti sotto assedio daparte dell’esercito in una campagna che ha fatto1200 morti fra i Taliban.
Nelle elezioni a Donetsk e Lugansk trionfanoi filorussi, ma perl’Occidente sono illegali
LE URNE
Il voto in un seggiodei separatisti a Donetsk
GLI USA
Il Consiglio disicurezzastatunitense hadefinito il votoseparatista“illegittimo” perchécontrario agliaccordi di Minskdel 5 settembre
IL CREMLINO
Mosca riconoscerài risultatiperché “rinforzal’autonomiadelle due regioni”I rappresentantieletti potrebberosedersi al tavolodelle trattative
LE REAZIONI
la Repubblica 17LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014MONDO
PER SAPERNE DI PIÙwww.nytimes.comwww.yale.eduStati Uniti
Lo scandalo di Yalericercatrice italianamolestata dal professoreLa donna rifiuta le avance e lui si vendica con ritorsioniBufera sull’Università: “Non ha preso provvedimenti”
Il “Lupo di Hong Kong” con il cadavere in valigiaLA STORIA / RITROVATI I CORPI DI DUE DONNE NELL’APPARTAMENTO DI RURIK JUTTING, BROKER ALLA MERRILL LYNCH
ARTURO ZAMPAGLIONE
NEW YORK. Tutto è cominciatocon una lettera scritta in un ita-liano approssimativo. «Vogliobaciarti sulle labbra in Liguria»,diceva il preside del dipartimen-to di Cardiologia della Yale Uni-versity a Annarita Di Lorenzo,una ricercatrice italiana di 18anni più giovane di lui. «E vogliobaciarti in ogni parte del corpo,in ogni continente e in ogni cittàdel mondo». Come poi si è capito,non era un’innocua dichiarazio-ne d’amore. E questo ennesimocaso di molestie sessuali investeora una delle più prestigiose Uni-versità del mondo, Yale, da 300anni fucina di presidenti, miliar-dari e premi Nobel, rilanciando ilproblema della sicurezza dei col-lege americani. Dove, secondo ilgoverno di Washington, una ra-gazza su cinque finisce per esse-re vittima di violenze.
Secondo il New York Times,che ieri ha pubblicato in primapagina una ricostruzione dellavicenda, quando la Di Lorenzo ri-cevette nel febbraio del 2010 lalettera del preside, Michael Si-mons, gli fece subito sapere chenon era affatto gradita: anzi, laconsiderava offensiva, non fossealtro perché lui era sposato e leiera fidanzata, tra l’altro con uncardiologo della stessa facoltà,Frank Giordano. Ma non servì anulla: il preside le rispose cheaveva scelto «l’uomo sbagliato»,mentre lui le prometteva un fu-turo brillante e di aprirle «il mon-do della scienza». Simons fecepoi di peggio, mettendo i basto-ni tra le ruote a Giordano, che eraun suo collaboratore, bloccando-gli la carriera e infrangendo unodei capisaldi della morale ses-suale americana: nessuno può
approfittare della sua posizioneprofessionale per avviare unrapporto intimo.
«Rimasto sotto le ceneri percinque anni, il caso è esploso esolleva interrogativi sulla sensi-bilità di Yale in fatto di mole-stie», ha tuonato ieri il New York
Times. L’Università infatti hareagito in modo lento e contrad-dittorio. La Di Lorenzo, che nel2011 si era trasferita all’univer-sità di Cornell, mentre Giorda-no, poi diventato suo marito, erarimasto a Yale, si era rivolta aun’apposita commissione sulle
infrazioni di natura sessuale.L’indagine ha confermato le ac-cuse al capo del dipartimento,chiedendo che gli fosse tolto l’in-carico e venisse allontanato per5 anni da ogni responsabilitàamministrativa. Ma il rettore diYale, Ben Polak, si è limitato a
una sospensione di 18 mesi: for-se per non mettere in pericolo imilioni di dollari di finanzia-menti che Simons otteneva perle ricerche.
«La vicenda è un campanellod’allarme», ha scritto un gruppodi docenti-donne al presidentedi Yale, Peter Salovey. «Non c’ètrasparenza, né onestà, né un cli-ma favorevole alle donne». Qual-cuno ricorda che appena cinqueanni fa il governo aprì un’inchie-sta quando alcuni studenti ma-schi si divertirono a urlare inmezzo al campus: «Per noi “no”significa “sì”, e “sì” significa ses-so anale». Da allora i tempi sonoun po’ cambiati, ma non troppo:«Specie nella facoltà di medici-na, dove l’uguaglianza per ledonne batte la fiacca», dice JoanSteitz, famosa biologa molecola-re. L’unica consolazione per la DiLorenzo? Sull’onda delle pole-miche, il capo-cardiologo, cheaveva già ammesso “l’errore”,ha deciso di non tornare mai piùa Yale.
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DAL NOSTRO CORRISPONDENTEENRICO FRANCESCHINI
LONDRA. Soldi, sesso, sangue e perversio-ne: gli elementi da prima pagina dei ta-bloid inglesi ci sono tutti. Aggiungeteci unbanchiere rampante laureato a Cambrid-ge, due giovani donne (forse prostitute)assassinate, una delle quali rinchiusa (do-po morta) in una valigia, e i grattacieli af-facciati sulla più grande capitale della fi-nanza asiatica: se non è un film, dell’orro-re, poco ci manca. Sarebbe anche già pron-to il titolo, ispirato dal film di Martin Scor-sese con Leonardo Di Caprio della stagionescorsa: “The wolf of Hong Kong”. Un lupomannaro, forse addirittura genere Hanni-bal Lecter, in questo caso, se i sospetti del-la polizia cinese si riveleranno esatti.
Lui si chiama Rurik Jutting, 29 anni, ot-time scuole e università in Inghilterra, poiun posto da broker alla Merrill Lynch, unadelle maggiori banche di investimenti delmondo, assunto prima a Londra e quinditrasferito nella sede di Hong Kong. Si sa co-me vivono gli espatriati nell’ex-colonia bri-tannica: grattacieli con piscina, palestra eroom service stile grandi alberghi, mac-
chine fuoriserie, club privati, sedici ore dilavoro al giorno per stare al passo con i fusiorari in Occidente, notti folli per rilassarsi.Party, alcol, droga, donne e champagne.Un cocktail pericoloso. Apparentemente ècosì che viveva Jutting, ma non è esclusoche nel suo caso ci fosse una variante piùmacabra, da serial killer di escort o inge-
nue vittime delle sue avance. Nel suo lussuoso appartamento al 31esi-
mo piano di una torre di cristallo con vistasulla baia di Hong Kong, le forze dell’ordi-ne hanno ritrovato i cadaveri di due giova-ni donne: una, identificata come SumartiNingish, indonesiana, 25 anni, era statachiusa, nuda e deceduta (da quanto lo chia-rirà l’autopsia), in una valigia depositatanel balcone della residenza, riferisce ilSouth China Morning Post. L’altra, età tra
i 25 e i 30, forse di professione dj part-timein un bar frequentato da stranieri, è statauccisa vicino al letto. Aveva il corpo pienodi ferite di arma da taglio. Nella stanza c’e-rano accessori per perversioni sessuali ecocaina, oltre a foto di una delle due vitti-me, nuda, scattate dopo che è stata uccisa.
Paffuto, spessi occhiali, un filo di barba,Jutting non si faceva vedere negli uffici del-la sua banca da una settimana. Pare aves-se dato le dimissioni. Gli inquirenti inda-gano sul suo telefonino per determinare sesia collegabile alla scomparsa e al possibileomicidio di altre giovani donne. A dare unulteriore tocco di mistero o di follia alla vi-cenda c’è il fatto che sarebbe stato proprioil presunto assassino a chiamare la poliziaa casa, dopo il misfatto, non è chiaro se per-ché sotto l’effetto di droghe, allucinazionio un desiderio di espiazione. Forse speravadi cavarsela con una messa in scena: gliagenti hanno trovato il secondo cadavere,quello della ragazza nella valigia, soltantodopo otto ore di perquisizioni. Il duplice de-litto potrebbe risalire a venerdì notte. Unanotte di Halloween che dipinge a tinte fo-schi la comunità dei “lupi” di Hong Kong.
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Le vittime erano forse prostituteSi indaga per scoprire se ilgiovane sia responsabile anchedella morte di altre donne
Respinto da AnnaritaDi Lorenzo, il preside diCardiologia ha rovinatola carriera di suo marito
L’ISTITUTO
Il Dipartimentodi Medicina della
Yale Universityal centro
dello scandalodenunciato
dal “New YorkTimes”
LE INDAGINI
Agenti di polizia prelevano improntee reperti nell’appartamento
del broker inglese Rurik Juttingal 31° piano di un grattacielo
con vista sulla baia di Hong Kong
LA SOLDATESSA
“The invisible war”,film sulle violenzenell’esercitonominato agliOscar, è ispirato aKori Cioca, stupratada un superiore
LA STAR DEL FOOTBALL
Ray Rice, star delfootball americano,picchiò la fidanzatain un ascensore:ripreso dallatelecamera internaè stato licenziato
“MATTRESS GIRL”
Emma Sulkowicz èla studentessa dellaColumbia simbolodella lotta aglistupri nei College:sua la protesta colmaterasso in spalla
I CASI
Un anno di carcereper una partita di volley
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IRAN
TEHERAN. Condannata a un anno di car-cere per avere reclamato il diritto delledonne ad assistere a una partita di palla-volo maschile, nonché di accedere allostadio. Ghoncheh Ghavami, 25 anni, an-glo-iraniana è da 126 giorni nella prigio-ne Evine a Teheran. Londra chiede il suorilascio. Amnesty International defini-sce la condanna «scandalosa». Una pagi-na Facebook, “Free Ghoncheh Ghavami”lancia la campagna per la sua liberazione.
la Repubblica18 LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014CRONACA
PER SAPERNE DI PIÙwww.alitalia.ithttp://roma.repubblica.itLa protesta
Senegalese blocca rapinatorima i passanti li fanno fuggire
NEL CENTRO DI NAPOLI
NAPOLI. Vede la cugina affrontata dai rapinatori,che impugnano un coltello, e interviene. Ma Ibra,36 anni, senegalese, si ritrova circondato daalmeno altre tre persone che lo bloccano econsentono ai banditi di scappare. «Mi hannocircondato e mi hanno minacciato, ma io non hoceduto. Perché dovevo lasciarlo andare?».Un’altra storia di violenza urbana. Succedesabato sera, poco dopo la mezzanotte, su corsoGaribaldi, a Napoli. I rapinatori, uno a piedi e unoscooter, si avvicinano a una turista francese29enne (che era venuta in Italia per fare visita alcugino senegalese), la minacciano con un coltelloe le strappano la borsa. Accanto a lei c’è Ibra, cheinterviene e riesce a recuperare la borsa, fino aquando non viene bloccato da alcuni passanti. Icarabinieri arrestano uno dei due rapinatori.
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Il giallo dello studentesfigurato con l’olio bollente
AGGRESSIONE A MILANO
MILANO. Un getto di olio bollente in faccia, alle 5 dinotte, dopo aver parcheggiato sotto casa di ritorno dauna notte in discoteca. Le urla, al citofono coi genitorie poi durante la corsa in auto fino al Fatebenefratelli.Le ustioni, di secondo e terzo grado, poi medicatedagli specialisti di un altro ospedale, il Niguarda, chelo dimetterà con una prognosi di 21 giorni. Ma non c’èancora un movente per l’aggressione subita alleprime ore di domenica da Stefano S., 25ennestudente incensurato milanese, sotto il suocondominio di Quarto Cagnino, all’estrema periferiaovest della città. Il giovane è stato ascoltato dagliinvestigatori della Squadra mobile, avvertiti daicolleghi del posto di polizia, ma ha spiegato di aversolo intravisto l’uomo dal volto coperto che lo haustionato, e di non aver mai subito minacce.
(massimo pisa)
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Ciclista e motociclistauccisi da ubriachi al volante
IN LAZIO E CAMPANIA
ROMA. Un ciclista e un motociclista uccisi instrada. Entrambi per colpa di automobilistiubriachi. Due tragedie gemelle, quelle accaduteieri in Lazio e in Toscana. Alle porte di Roma, sullitorale di Anzio, a perdere la vita è stato unciclista, probabilmente pachistano, investito dauna Smart guidata da un 43enne italiano. Ilconducente dell’auto era da solo e si è fermato aprestare soccorso. Ha precedenti penali perstupefacenti e reati contro la persona ed è risultatopositivo al test che segnala l’abuso di alcol e droga.A Napoli invece è stato travolto e ucciso unmotociclista romeno da un uomo che guidava instato di ebbrezza e a cui la patente era già stataritirata. In Puglia, infine, è ancora caccia al piratadella strada che a Manfredonia ha messo sotto unanziano — poi morto in ospedale — senza fermarsi.
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Mps: “Prontoaumentodi capitaleda 2 miliardi”
LA CRISI
VITTORIA PULEDDA
MILANO.Aumento di capitaleda 2,1 miliardi. Dopo una set-timana di tregenda in Borsa,Montepaschi si presenta allariapertura dei mercati con uncomunicato molto netto: «At-tualmente le misure ipotizza-te prevedono la copertura in-tegrale del deficit attraversoun aumento di capitale», haspiegato ieri in tarda serata labanca. Dunque, dopo la boc-ciatura della Bce, lo shortfall(carenza di capitale) che ne èconseguito sarà tutto coper-to con mezzi freschi.
Altro passaggio-chiave, labanca ha categoricamenteescluso che vi siano coinvol-gimenti pubblici, sotto qual-siasi forma: «Non è allo studiol’esercizio da parte di Mpsdella facoltà di conversioneanticipata» dei Monti bond inazioni ordinarie «ovveroqualsiasi altra ipotesi che ve-da il Mef intervenire nella for-ma di nuovi aiuti di Stato».Ma non basta: la banca ha co-municato infatti che è allostudio un Capital planpiù am-pio, per rafforzare ulterior-mente il patrimonio. Il venta-glio di misure sarà approvatoe reso noto dal cda del 5, in an-ticipo rispetto al termine ulti-mo per presentare i “rimedi”a Francoforte (il 10 novem-bre).
Le misure ulteriori non siconoscono ma il percorso èstato indicato: saranno «nondiluitive e non onerose per labanca, tra cui la cessione diasset finanziari» (potrebbe-ro essere cartolarizzazioni).Insomma Mps punta a rico-stituire una struttura patri-moniale che sia più robusta,ma i dettagli arriveranno so-lo con il cda. Anche perché,spiega la banca, «è in corso ilconfronto con le competentiautorità, per la definizionedel Capital plan».
È possibile che il cda rendanoti i nomi delle banche chefaranno parte del consorziodi garanzia: è ragionevoleche siano più o meno le stessedello scorso aumento; di sicu-ro con agli advisor Citi e Ubsci sarà Mediobanca.
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FEBBRAIO 2013
Per un blackoutdurato 45 minuti aFiumicino iltrasporto bagagliandò in tilt, conritardi di giorninella spedizione
AGOSTO 2014
Lo scorso agostouno scioperobianco durato 5giorni lasciò a terra15.000 bagagli condisagi enormi perlo scalo romani
PRECEDENTI
A Fiumicino un’altra giornata di caosrivolta per i licenziati, 1.500 bagagli a terra
FEDERICA ANGELIFLAMINIA SAVELLI
ROMA. Il caos bagagli torna adesplodere all’aeroporto Leonar-do da Vinci. Una protesta di “soli-darietà”, nei confronti di colle-ghi licenziati che arrivati al lavo-ro, si sono trovati col badgeaziendale disattivato, ha lascia-to a terra 1.500 bagagli, creandoil panico tra i passeggeri, arriva-ti a destinazione senza la propriavaligia.
I primi disagi a Fiumicino era-no già cominciati nella nottequando i tecnici impiegati nelletorrette hanno dovuto smistare ibagagli di diversi aerei. Si tratta-va di voli in transito. Valige cheavrebbero dovuto essere tra-sportate da un aereo all’altro mache, nel corso della mattinata, sisono accumulate negli hangar esono arrivate a superare il mi-gliaio.
Ma il vero caos è scoppiatoquando i primi 25 dipendenti Ali-talia, tra cui 10 operai del servi-zio bagagli, sono arrivati in aero-porto, all’inizio del turno di lavo-ro, e dalla smagnetizzazione del
cartellino, hanno capito che il lo-ro contratto con la compagnia dibandiera si era esaurito. Senzaneanche le lettere di licenzia-mento che l’azienda dice averspedito venerdì ma che nessuno,a oggi, ha ancora ricevuto. «Un
semplice disguido tecnico, quel-lo del badge — rassicura Alitalia— che già nel pomeriggio si è ri-pristinato». Un disguido che ilparlamentare europeo EnricoGasbarra così commenta su Fa-cebook: «È inaccettabile che sipossano calpestare diritti di la-voratori che non solo devono su-bire uno shock come è la perditadel posto di lavoro, ma anche sen-za alcun rispetto di regole, mo-dalità e tempi. Immagino che Ali-talia voglia chiedere scusa ai pro-pri dipendenti ai quali ha stacca-to la spina del lavoro. Presenteròun’interrogazione alla Commis-sione europea per indagare sul ri-spetto dell’intesa del luglio scor-so».
A creare il panico in pista sonostati i pochi dipendenti in servi-zio che hanno svolto il loro lavoro«secondo le procedure», arrivan-do a creare ciò che, con lo sciope-ro bianco dello scorso agosto, siera preannunciato. Nessun ritar-do nelle partenze, solo sorpreseamare per i passeggeri sbarcatiin varie località che invano han-no aspettato borse e zaini. Pertutta la mattina un blindato del-
la polizia ha sorvegliato l’ingres-so da cui entrano i dipendenti.«Ho visto cancellato in un attimotutto il mio lavoro, 16 anni can-cellati così — ha detto Gianluca,addetto alla manutenzione aerei— Non sapevo neanche di essererientrato tra quelli nelle liste di li-cenziamento. Me ne sono accor-to quando ho controllato il turnodella mattina e non riuscivo adaccedere. Poi ho chiamato il miocaposquadra e mi ha detto cheero stato licenziato. Non possocrederci che nessuno si sia preoc-cupato di chiamarmi né di avvi-sarmi. Siamo carne da macello».
Alitalia ha spiegato che dei2.200 esuberi previsti, fuori ne ri-marranno solo 500. Perché dei994 “licenziati” in realtà pocomeno della metà verrà recupera-ta tra Ethiad, Atitich (società dimanutenzione) e Poste Italiane.Alle 14, quando c’è stato il cam-bio turno, Alitalia ha dato l’ok auna task force di 29 persone perintervenire. I bagagli sono statismistati per tutta la notte. Nes-suna previsione per ciò che acca-drà oggi.
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Alitalia disattiva i badgeprima di inviare le lettere.E scatta lo scioperobianco di solidarietà
Giuseppe Rotunno e famiglia sono vici-ni alla famiglia De Sisti per la perdita delgrande e indimenticabile
MarioRoma, 3 novembre 2014
3 novembre 2013 3 novembre 2014
Pinotto CanessaLa moglie Lùcia con i figli Mariolina eSandro, il fratello Francesco, i nipoti tut-ti lo ricordano con amore e nostalgiaprofonda.
Roma, 3 novembre 2014
I componenti del Centro di Studi sullaCorrosione e Metallurgia “A. Daccò” siuniscono al dolore della famiglia e ricor-dano con sincero e immutato affetto ilmaestro
Prof.
Giordano Trabanellii colleghi: Fabrizio Zucchi, AlessandroFrignani, Giancarlo Brunoro, CeciliaMonticelli, Vincenzo Grassi, AndreaBalbo, Federica Zanotto.
Ferrara, 3 novembre 2014
VALIGIE IN PISTA
Bagagli che rimangono aterra sulla pista
dell’aeroporto romano diFiumicino per una protestadel personale in favore dei
colleghi licenziati
la Repubblica 19LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014CRONACA
PER SAPERNE DI PIÙwww.sicurezzanazionale.gov.itwww.palermo.repubblica.itL’inchiesta
PALERMO. «Io non lo seguo il processo»,dice con un filo di voce, al telefono. «Nonseguo le udienze, neanche quelle che midicono essere importanti». Il professoreGiovanni Conso, 92 anni, quasi si scusa:«Sto facendo delle cure, ho poco tempo».Eppure, il nome dell’ex ministro dellaGiustizia è fra i più citati nelle udienze delprocesso trattativa. La procura di Paler-mo lo ritiene addirittura il protagonistadel cedimento sul carcere duro, neidrammatici mesi del 1993. Gli contesta-no la mancata proroga di trecento de-creti di 41 bis ai boss di Cosa nostra. «Fuuna scelta personalissima», ribadiscelui. «Non ho mai saputo di una trattativafra lo Stato e la mafia». Sono le stesse pa-role che Giovanni Conso pronunciò qual-che anno fa davanti ai magistrati. E quel-la frase — «fu una scelta personalissima»— gli è costata un’accusa di false dichia-razioni al pubblico ministero. Ma Consonon è fra gli imputati del caso trattativa,per una questione tecnica legata al reatocontestato: l’eventuale processo nei suoiconfronti potrà iniziare solo quando saràcompletato il processo principale.
Ha seguito la deposizione del capodello stato? Napolitano ha difesol’ex presidente della repubblicaScalfaro, anche lui chiamato in cau-
sa dai pm per la retromarcia sul car-cere duro. «Non so nulla di quello che accade». Nel novembre 1993 cosa la convin-se a non prorogare i 41 bis a nume-rosi mafiosi? «Non ci fu alcun retroscena in quella
scelta, glielo assicuro. Decisi io, perchécosì mi sembrava giusto. L’ho detto aigiudici, l’ho ripeto».
La procura contesta la sua ricostru-zione a proposito della «personalis-sima scelta» con un documento cheil Dap le inviò il 26 giugno 1993. Sicaldeggiava la mancata prorogadei 41 bis per dare «un segnale di di-stensione».«Lo ribadisco, fu una mia scelta non
prorogare i decreti di carcere duro. Ionon sono mai stato al corrente di una trat-tativa fra lo Stato e la mafia. E mai sonostato partecipe di una cosa del genere».
Napolitano ha ricordato la nottedelle bombe di Roma e Milano, lanotte in cui fu chiaro, ha detto, il ri-catto della mafia, che voleva porrelo Stato di fronte a un aut-aut.«Non ho ricordi particolari di quella
notte, è passato tanto, troppo tempo».(s.p.)
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Conso: “Ma quale trattativarevocai il 41 bis perché era giusto”
L’INTERVISTA / L’EX MINISTRO DELLA GIUSTIZIA
SALVO PALAZZOLO
PALERMO. Sapeva che l’avrebberoarrestato una mattina di dicembre.Sapeva pure per quale reato, unabazzecola rispetto al suo ruolo diboss. Sapeva tante cose Sergio Rosa-rio Flamia, rispettato padrino di Ba-gheria: fare il confidente dei servizisegreti gli tornava molto utile. Ungiorno di fine 2008, il suo contatto lochiamò al telefono per dire che sa-rebbe stato opportuno vedersi subi-to. Al solito posto, in campagna.Esordì: «Guarda, dovevano arresta-re pure a te stanotte, io sono riuscitoa spostare la carcerazione facendovolutamente un errore sulla data dinascita nell’ordinanza di custodiacautelare». Aggiunse: «Sicuramen-te, ti arresteranno fra tre, quattro
giorni, ma stai tranquillo che noi tiaiutiamo, intanto ti stiamo facendocontestare un articolo che è una cosapoco grave rispetto all’associazione,l’articolo 418, assistenza agli asso-ciati».
IL VERBALE IN PROCURAQuesto ha raccontato Sergio Fla-
mia, un tempo confidente dell’Aisioggi collaboratore di giustizia, ai ma-gistrati del pool trattativa, che daqualche tempo indagano sui rappor-ti fra mafiosi e uomini dei Servizi. Fla-mia vuole allontanare il sospetto diessere un pentito costruito a tavolinoper smontare il processo Stato-ma-fia, e allora ha deciso di raccontare iretroscena più segreti dei suoi incon-tri con gli 007: dalla ricompensa uffi-ciale (150 mila euro), per aver forni-to nel 2008 informazioni sui nuoviboss di Palermo; ai favori e ai contat-ti, che ora rischiano di mettere neiguai alcuni esponenti dell’intelligen-ce.
Flamia ha riempito 124 pagine da-vanti ai pubblici ministeri Nino DiMatteo, Francesco Del Bene e Fran-cesca Mazzocco. E adesso le sue pa-role deflagrano nel cuore dell’inda-gine che sta facendo anche il Copasir,il comitato parlamentare di control-lo sui Servizi, non solo sul caso delboss confidente, ma anche sul cosid-detto protocollo “Farfalla”, l’accordofra il vecchio Sisde e il Dap per carpi-re informazioni nei bracci del 41 bis.Qualche giorno fa, il sottosegretariocon delega ai Servizi, Marco Minniti,ha assicurato che dalla documenta-zione in possesso dell’Aisi non risul-tano incontri in carcere fra gli agentisegreti e Flamia. Incontri che sareb-bero illegittimi. Ma è lo stesso Flamiaa smentire questa ricostruzione.
Repubblica ha potuto leggere il
verbale del neo pentito, risale al 4febbraio scorso, di recente è stato de-positato al processo trattativa oltre-ché al processo d’appello per il gene-rale Mario Mori (ex capo del Sisde).A pagina 57, il pm chiede: «Ha avutocontatti mentre era in carcere?». EFlamia spiega che durante la deten-zione nel carcere di Pagliarelli, «lui»,il suo tramite dal luglio 2008, «man-dava a chiedere qualche informazio-ne, ma a livello di scemenze». Spiegache «una-due volte» un agente del-
l’Aisi «si è presentato come avvoca-to, mi chiamavano in cella e io anda-vo. “Mi manda... ne sai parlare di que-sto discorso?”. Una delle cose che miha chiesto: voleva sapere cosa inten-devano dire i Graviano con il discorso“il Milan è più forte della Juventus” oviceversa, che loro pensavano eranodiscorsi criptati». Non era propriouna «scemenza». All’epoca, si so-spettava che dietro quei riferimenticalcistici nelle lettere dei capimafiaal 41 bis potessero nascondersi ordi-ni di attentati. Dice Flamia: «Io incambio di queste informazioni nonavevo chiesto niente se non il favoreper il procedimento che avevo». È aquesto punto che l’ex boss raccontadelle rassicurazioni avute dagli 007.Sull’arresto ritardato rispetto al blitz“Perseo”, che il 16 luglio 2008 portò
in carcere una novantina di persone.Sulla data di nascita sbagliata. E so-prattutto sull’imputazione annac-quata.
LA CONDANNA CASSATANon millantava l’agente segreto.
Nel provvedimento di fermo, che imagistrati hanno compilato sulla ba-se di un rapporto dei carabinieri, ladata di nascita di Flamia è sbagliata:4 febbraio 1958, anziché 21 febbraio1963. E in quello stesso rapporto de-gli investigatori, pieno di intercetta-zioni, Flamia viene denunciato soloper «assistenza agli associati» e nonper il più grave reato di «associazionemafiosa» che meritava tutto. Quat-tro anni dopo, questo trattamento difavore l’hanno stigmatizzato con pa-role di fuoco i giudici della corte d’ap-
pello di Palermo, che hanno annulla-to la condanna del boss Flamia a 3 an-ni e 4 mesi, rimandando gli atti in pro-cura. Proprio perché quella contesta-zione di «assistenza agli associati»era una vera corbelleria. Come avevafatto l’agente dei Servizi ad allegge-rire la posizione del boss confidente?
Il giorno che Flamia decide di col-laborare con i pm manda il figlio dalsuo contatto, «per vedere come lapensa lui e se mi può dare una manod’aiuto — spiega ai pm — per me far-glielo sapere è stata anche una que-stione di scrupolo, per avere la co-scienza a posto che io non avrei dan-neggiato questa situazione dello Sta-to. E lui mi ha garantito che tuttoquello che era stato fatto con me erastato fatto alla luce del sole. Quindi,disse a mio figlio, tutto quello che salo deve dire tranquillamente». Ma,ora, l’agente segreto che entrato incarcere spacciandosi per avvocato ri-schia l’accusa di falso ideologico.
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Il boss: “Così lo 007 mi salvò dall’arresto”I verbali del pentito Flamia: “Nel 2008 un agente dell’Aisi mi disse che era stata volutamente sbagliata la data di nascita sul mandatoe garantì che quando sarei finito in carcere non mi avrebbero contestato l’associazione mafiosa”. Indaga la procura di Palermo
L’INDAGINE
I pm del pooltrattativa ritengonoFlamia manovratodai servizi segreti elo interrogano suicontatti avuti congli 007: lui sidifende e spiega
INDAGATO
L’ex GuardasigilliGiovanni Conso
IL PENTIMENTODal 2008 al 2013Flamia resta unconfidente dell’Aisipoi collabora con ipm e fa alcunedichiarazioni chesconfessano uncapitolo delprocesso trattativa
IL BLITZ
Il 16 dicembre 2008scatta il blitz Perseocoordinato dallaprocura di Palermoe dai carabinieri: 90persone arrestate.Un errore nelmandato ritardòl’arresto di Flamia
LE TAPPE
Il padrino di Bagheriaprese 150mila euro daiServizi. “Mi rassicurarono:tranquillo, noi ti aiutiamo”
I pm a caccia degli uominidell’intelligence in contattocon Cosa nostra. Inchiestaanche al Copasir
Non ci sonoretroscena,la mia fuuna sceltapersonalissimaIl processo?Non ho tempoper seguirlo
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L’OPERAZIONE PERSEO
Uno dei 90 arrestatidell’operazione Perseo controla mafia dalla quale SergioRosario Flamia riuscì a salvarsigrazie all’aiuto dei Servizi
AVVISO DI GARARFI S.p.A. informa che ha indetto una gara aProcedura Aperta relativa alla fornitura di pietriscodi 1^ categoria per massicciata ferroviaria,CIG Lotto n. 1 CIG 5961958B5F - Lotto n. 2CIG 5961983004 Il testo integrale del bando e della richiestad’offerta GPA DGQ0 6524 è visionabile sul sitowww.gare.rfi.it – Bandi e Avvisi -canale materialiinfrastruttura. Il termine di presentazione delle domande dipartecipazione e dell’offerta è il 01/12/2014.Per chiarimenti e-mail: [email protected]. Il Responsabile del ProcedimentoMassimo Serufilli
Direzione Acquisti
Servizi e Forniture Infrastruttura
AERONAUTICA MILITARE CENTRO TECNICO RIFORNIMENTI
AVVISO DI AGGIUDICAZIONE
AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: Centro TecnicoRifornimenti -Via Portuense, 1818- 00054 Fiumicino (RM)-Tel. e Fax - 06/657664134 - p.e.c.: [email protected] - email: [email protected] OG-
GETTO DELLA GARA: CP-12/2014 (C.I.G. 5815922AA7):
approvvigionamento di Kg 90.800 di "liquido schiumogenoantincendio filmante AFFF tipo 6" (NUC/NSN 4210-15-145-2450) di cui Kg 30.200 quale eventuale opzione per l'incre-mento della fornitura. CIG/CPV: 5815922AA 7/24951220-3.PROCEDURA CONCORSUALE PRESCELTA: ristretta ac-celerata ai sensi degli artt. 55 e 70, comma Il del D.Lgs. n.163/2006. CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: ai sensi degliartt. 81 e 82 del D.Lgs. n. 163/2006, secondo il criterio delprezzo più basso. DATA AGGIUDICAZIONE DEFINITIVA:
24 settembre 2014. OFFERTE RICEVUTE: n. 3 (tre). DITTA
AGGIUDICATARIA: LI.BO S.a.s. C.da Case Rosse- 85059Viggiano (PZ). IMPORTO A BASE DI GARA: importo com-plessivo presunto di Euro 299.095,20 I.V.A. compresa,di cuiEuro 99.478,80 quale eventuale opzione. IMPORTO DI AG-
GIUDICAZIONE: Euro 233.737,36 I.V.A. compresa. RE-
SPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: T.Col. C.e.r.n.Massimo BORGHINI. PROCEDURE DI RICORSO GIURI-
SDIZIONALE: T.A.R. Lazio o ricorso straordinario al Presi-dente della Repubblica entro i termini di legge vigenti. DATA
DI INVIO: l'avviso di aggiudicazione è stato trasmesso perla pubblicazione sulla G.U.C.E. in data 29/10/2014 e pubbli-cato sulla G.U.R.I. Sa Serie Speciale n. 126 del 03/11/2014.
IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO
T.Col. C.C.r.n. Massimo BORGHINI
ESTRATTO BANDO DI ASTA PUBBLICA UNITA’ IMMOBILIARI RESIDENZIALI LIBERE
O OCCUPATE DI PROPRIETA’ DELL’INAIL
LE ASTE SI SVOLGERANNO A PARTIRE 28/11/2014 al 12/12/2014 CON MODALITA’ TELEMATICA ATTRAVERSO
LA RETE ASTE NOTARILI DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEL NOTARIATO
L’I.N.A.I.L. offre all’asta la piena proprietà di unità immobiliari residenziali libere o occupate facenti parte del programma di dismissione
degli immobili ai sensi: dell’art.6 del D.lgs. 104/1996; dell’art.3 del D.L. 351/2001 convertito L. 410/2001; dell’art.43bis del D.L. 207/2008
modificato dalla L.14/2009; del decreto del M.E.F. del 21/11/2002 sulle modalità di vendita del patrimonio immobiliare trasferito alla
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degli immobili con l’utilizzo di una procedura telematica via Web; della Determina di disinvestimento assunta del Presidente dell’I.N.A.I.L.
n. 175 del 24/07/2013.
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plinare d’Asta e i suoi Allegati (fac-simile Modelli di partecipazione), che regolano le modalità di partecipazione e di svolgimento dell’Asta,
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ABRUZZO - EMILIA-ROMAGNA- FRIULI-VENEZIA GIULIA- LAZIO-LOMBARDIA- MOLISE- PIEMONTE -TOSCANA--VENETO
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la Repubblica20 LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014CRONACA
PER SAPERNE DI PIÙwww.istruzione.itwww.repubblica.itLo scandalo
me e direi anche rivoluziona-rio».
Poi alle 18 le segnalazioni delsindacato dei Giovani medici.«Le abbiamo ricevute dal
ministero, le abbiamo verifi-cate. Domande incongrue,c’era stato lo scambio di fi-le».
Gli studenti temono che ades-so i rettori inizieranno a spa-rare sul concorso unico pertornare alle prove d’ateneo,così poco credibili.«Nessuno deve toccare que-
sta prova. Abbiamo fatto unerrore tecnico, ma l’impian-to, lo ripeto, è rivoluzionarioper il mondo accademico ita-liano. Un test scientifico ugua-le per tutti in tutta Italia, ri-sposte al computer, valuta-zioni in presa diretta. Bisognaandare avanti».
si impilati. Noi siamo lo stru-mento e nessuno ha conte-stato i modi con cui venivapreparata la prova. Così i Tfa,il secondo ciclo: il Cineca hafatto il suo lavoro».
Le risulta che il ministro Car-rozza avrebbe voluto darel’organizzazione del test del-le specialità mediche all’Indi-re, l’istituto di documentazio-ne e innovazione?«Non lo so, ma è difficile che
l’Indire abbia un software co-me il nostro, elaborato in 45anni di attività. Mi creda, sta-vamo per festeggiare ungrande successo».
Cioè?«Alle 17 e 30 di venerdì
scorso stavo per chiuderel’ufficio con una prova per noiriuscita, perfetta. Poche la-mentele, circoscritte. Le as-sicuro, il lavoro è stato enor-
DIMISSIONI al vertice del Cineca, se neandranno il presidente Emilio Ferrari e ildirettore Marco Lanzarini. Sono le primeconseguenze del clamoroso scambio diprove che costringerà migliaia dispecializzandi di Medicina a farsiriesaminare, il 7 novembre. Al ministerodell’istruzione, ieri, luci accese perpreparare in fretta e furia il decreto chemette una toppa sulla vicenda annullandodue prove scritte su quattro e fissandoun’unica giornata per rifarle. Oggi sisapranno le modalità. Ferrari ha definito leproprie dimissioni un «atto doveroso, maprima portiamo a termine i test». La situazione è complicata: in tanti stannopensando a class action e a ricorsi legali. Ilsegretariato italiano giovani medici (quelliche per primi hanno segnalato l’errore, cioèle trenta domande che dovevano esseresottoposte ai 10.444 candidati di “areamedica” finite ai 9.117 esaminandi di“servizi clinici” e viceversa) chiede al Miurdi interrompere ogni rapporto dicollaborazione con il Cineca. I giovani
medici stanno pensando di organizzare unamanifestazione e si dicono pronti «avalutare l’entità del risarcimento materialeche sarà proposto ai singoli concorrenti».Lettere ai giornali, mail al ministero,migliaia di commenti sui social: in retemonta la rabbia degli oltre 11mila candidatial primo concorso anti-baroni. Il ministroStefania Giannini esclude che l’errore possamettere in discussione il concorso uniconazionale: «È la migliore scelta per laqualità e la sicurezza dell’accesso alle scuoledi medicina». Fra gli studenti le posizionimolto differenti, c’è anche chi non vuolel’annullamento delle prove sostenendo che,nonostante l’inversione delle domande, unaspirante dottore deve saper rispondere siaa “clinica” che ai “servizi generali”. Tra imedici c’è chi, come l’Acoi, propone iltrasferimento delle competenze sullaformazione al ministero della Sanità e chivuole rimettere in pista l’Indire, l’ente delMiur che si occupa di formazione.
(l. m.)
Medicina, via gli autori dei test sbagliati
L’INTERVISTACORRADO ZUNINO
Gli specializzandia medicina divisi,tanti pronti a fareuna class action
ROMA. «Mi sono dimesso su-bito, sono il responsabile delfallimento del concorso nazio-nale per le specialità di Medi-cina. Sono il direttore genera-le del Cineca, le questioni ope-rative stanno tutte sotto lamia responsabilità. Speravoche il mio presidente, EmilioFerrari, fosse tenuto fuori dal-la bagarre. Ha solo una re-sponsabilità politica, ma vedoche in serata si è arreso purelui».
Marco Lanzarini, come si pos-sono scambiare trenta do-mande di due discipline me-diche diverse?«Abbiamo fatto l’errore
più sciocco che si possa im-
maginare, infatti non loavremmo mai immaginato.Uno scambio di file nel mo-mento in cui da un dischettodel Cineca i dati vengono ri-versati sul data-base del mi-nistero. È così, semplice e ter-ribile. Mi creda».
I social forum sono pieni di stu-denti che parlano della vo-lontà di sabotare il primo con-corso contro i baroni d’ate-neo. «No, proprio no. È stato so-
lo un errore materiale, lo ga-rantisco al cento per cento.Un vulnus da informatici,non da tecnici della mate-ria».
Lo avrà fatto un operatore,immaginiamo.«Sì».Rischia il posto di lavoro?«No, l’errore umano può
succedere, la responsabilità
è soltanto mia. E non vi acca-nite con il professor Ferrari,non ha colpe».
Da sempre il Cineca gestisceprove, test e abilitazioni perconto del ministero dell’Istru-zione. Quando è entrato nelConsorzio interuniversitario,direttore?«Nel 1969, quando Cineca
è nato. Oggi ho settant’annie potrei andare in pensionecon questo errore grossola-no e sciocco sulla cosscien-za».
Ha un tono sereno.«Ma l’amarezza è enor-
me».Il Cineca ha già ricevuto di-verse contestazioni. Le abili-tazioni scientifiche nazionali,per esempio. I tirocini forma-tivi attivi, per esempio».«Le abilitazioni le ho qui da-
vanti a me, centinaia di ricor-© RIPRODUZIONE RISERVATA
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“Nessun sabotaggioè stata colpa miama ora non fermateil concorso nazionale”
MARCO LANZARINI, DIRETTORE DIMISSIONARIO DEL CINECA
“
“C’è stato unoscambio di filequando li abbiamoriversati al ministero
Abbiamo fattoun errore tecnicoma l’impianto restarivoluzionario
DIRETTORE DEL CINECA
MARCO LANZARINI
la Repubblica 21LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014CRONACA
PER SAPERNE DI PIÙwww.beniculturali.itarcheoroma.beniculturali.it
La proposta Il ministro ai Beni culturali Franceschini rilancia con un tweetl’idea di restituire al monumento la fisionomia originaria per poter anche ospitare eventi.Gli archeologi si dividono. Settis: “Non è una priorità il riuso per forme di intrattenimento”
CARLO ALBERTO BUCCI
ROMA. «Ricostruire l’arena del Colosseo èun’idea felice, soprattutto molto utile. Si puòfare benissimo, del resto io l’ho già fatto. Ba-sta avere i soldi». L’archeologo Adriano LaRegina si scrolla di dosso il nomignolo di “mi-ster no” per i suoi vincoli messi tra i piedi del-la Roma che andava di corsa verso il Giubileodel 2000 e che voleva passare con un tunnelsotterraneo sotto ai piedi di Castel Sant’An-gelo. Oggi, con uno spazientito «basta con“mister no”, ho sempre dato il mio assensoai progetti che garantivano la tutela del mo-numento», il soprintendente di Roma dal1976 al 2004 sposa il progetto di ripristinodel parterreoriginale dell’anfiteatro Flavio.
Professore, sotto la sua guida già fu co-struito al Colosseo uno spicchio di are-na in legno, tuttora esistente. Perchéampliarlo?«Perché si migliora la percezione dell’an-
fiteatro come era al tempo dei Flavi e perchéuna pedana così ampia(l’arena misura 86 per54 metri, ndr) può ser-vire al monumento piùvisitato di Roma. Esi-stono peraltro già studisull’aspetto originaledell’arena. Manca dastabilire la quota origi-naria del piano calpe-stabile, ma è una misu-ra che si può trovare».
Non pensa che cosìsi vìola l’istanzastorica dettata daCesare Brandi, ilpadre del restauromoderno?«Qui non è il caso di
scomodare Brandi. Ilpiano antico dell’are-na, già in antico in le-gno, non esiste più dasecoli. Le foto Alinari cimostrano un battutofrutto della montagna
di terra che colmava i sotterranei e che fu ne-cessario rimuovere perché gli archeologistudiassero il piano -1 del Colosseo».
Così l’area sotto l’arena sarà meglioprotetta. Potrà essere musealizzata?«La copertura dei sotterranei produrrà
problemi di climatizzazione e di deflusso del-le acque che andranno affrontati. Questi am-bienti ipogei sono però stretti, inadatti all’e-sposizione di reperti. Certo, potranno diven-tare musei di se stessi, dove offrire ai visita-tori le ricostruzioni dei macchinari scenici,degli artifici tecnici che servivano ai giochi.E offrire un collegamento diretto con l’arenasuperiore, sempre con un espediente fede-lissimo alla storia: i montacarichi sui qualivenivano caricati gli animali e i gladiatori».
Ascensori al Colosseo?«Sì, ma in legno e identici a quelli dei ro-
mani. Possiamo ricostruirne più d’uno. E glieffetti spettacolari sarebbero di grande ef-fetto per i visitatori sempre più numerosi: 6milioni l’anno. La nuova arena potrà essereuno straordinario strumento di valorizza-zione del Colosseo».
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SARA GRATTOGGI
ROMA.Restituire al Colosseo lasua arena e ai sotterranei la lo-ro coltre. Per riportare l’Anfi-teatro Flavio a una fisionomiapiù vicina a quella originaria,così come appariva fino al tar-do Ottocento. È la proposta lan-ciata ieri con un tweet dal mi-nistro ai Beni culturali Dario
Franceschini, ri-prendendo un ar-ticolo dell’ar-cheologo di Ro-ma Tre DanieleManacorda pub-blicato a lugliodalla rivista Ar-cheo. «L’idea del-l’archeologo Ma-nacorda di resti-tuire al Colosseola sua arena mipiace molto. Ba-sta un po’ di co-raggio…» hascritto France-schini su Twitter.Postando poi al-cune foto Alinariper mostrare «co-me i visitatori ve-devano e viveva-no il Colosseo si-no a poco più di unsecolo fa». Con «lasua bella arena vi-va perché calpe-stabile — comesottolinea Mana-corda — e quindiprivatamente opubblicamenteusata». Il proget-to prevederebbequindi la rico-struzione in le-
gno del piano di calpestio, inmodo da rendere da un latonuovamente fruibile l’interaarena (di cui oggi è visibile solouna piccola porzione, ricostrui-ta sul lato orientale) e dall’altrodi realizzare un “museo dei sot-terranei” (ora a cielo aperto),che riproduca com’erano anti-camente. Con le complessemacchine sceniche e i monta-carichi usati per portare le bel-ve sul piano dell’arena.
«Tra il XIX e il XX secolo, l’a-rena è stata progressivamentescoperchiata, l’invaso del mo-numento è stato scavato, i suoi
sotterranei sono stati messi anudo» ricorda Manacorda.«Ma mi chiedo: perché, dopo gliimportantissimi scavi, non èstata ripristinata l’arena, a pro-teggere gli ipogei e dar loroquel che adesso manca, cioè unsenso?». Per l’archeologo, rico-struire l’arena significherebbequindi «ridare dignità al mo-numento più visitato d’Italia,non solo come luogo del passa-to, ma anche della vita con-temporanea». Un’idea che pia-ce anche a Giuliano Volpe, pre-sidente del Consiglio superioreper i Beni culturali e paesaggi-stici del Mibact. «Credo servi-rebbe a rendere più compren-sibile il monumento, soprat-tutto per quanto riguarda gliipogei. Certo — ammette Vol-pe — bisognerà procedere concautela e rispetto, ma non sipuò considerare il Colosseo unfeticcio. E non mi scandalizze-rei se l’arena in futuro ospitas-se concerti, gare di lotta greco-romana o proiezioni simili aquelle ideate da Piero Angela alForo di Augusto».
Dello stesso avviso molti no-ti archeologi, da Salvo Barranoad Andrea Carandini. «Vedreicon favore spettacoli filologicisull’arena — spiega Carandini— Ma prima di tutto ripristine-rei anche il tunnel che collega-va il Colosseo al vicino LudusMagnus, la palestra dove si al-lenavano i gladiatori». Contra-rio, invece, l’archeologo e stori-co dell’arte Salvatore Settis, exdirettore della Normale di Pisa:«Questo è un momento dram-matico per la tutela del patri-monio culturale. Lo “Sblocca-Italia” contiene norme deva-stanti e la funzionalità del mi-nistero cala di continuo permancanza di fondi e di perso-nale. In questa situazione, noncredo proprio che l’eventualerestituzione dell’arena del Co-losseo sia una priorità ragione-vole, anche perché dettata daun’ipotesi di riuso per formevarie di intrattenimento». Nonsarebbe, del resto, la prima vol-ta. Il Colosseo, infatti, ha giàospitato spettacoli e concerti,da quello di Paul McCartneynel 2003 a quello per l’Unescocon Biagio Antonacci nel 2011.
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Il Colosseotorna all’antico“Rinasca l’arenadei gladiatori”
I sotterraneipotrannodiventaremusei dovericostruiregli artificiche servivanoai giochi
“
”
“Così miglioreràla percezionedell’anfiteatro”
L’INTERVISTAADRIANO LA REGINA
L'Anfiteatro FlavioVenne inaugurato nell'80 d.C.
I visitatori
50. 000il numero massimo di spettatori seduti che poteva contenere, 80.000 in piedi
3 mesi
la durata dei giochi in occasione dell'inaugurazione
10. 000i gladiatori che combattevano
2. 000i gladiatori uccisi
9.000gli animali uccisi
50 metril'altezza massima dell'Anfiteatro
6.000il numero massimo di persone che possono essere presenti all'interno del monumento
6 milioni
i visitatori ogni anno
+20%l'aumento dei visitatori negli ultimi 5 anni
33milioni
l'incasso annuo del Colosseo
12 euro
il prezzo del biglietto d'ingresso
1980riconosciuto come uno
dei Monumenti dell'Unesco
2007inserito nelle sette meraviglie del mondo
IERI
Nella foto Alinariil Colosseo comeapparivanell’Ottocento conl’arena calpestabile
OGGI
L’arena scoperchiatae i sotterranei portatialla luce del sole:così appare oggil’Anfiteatro Flavio
DOMANI
L’arena potrebbeessere ripristinataper ospitare eventicompatibili con latutela del Colosseo
L’ideadell’archeologoManacordadi restituire alColosseo la suaarena mi piacemolto. Basta unpo’ di coraggio
Dario Franceschini,ministro per i Beniculturali e il Turismo
CORAGGIO
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Adriano La Regina
la Repubblica 25LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014
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UNIVERSALI, sentiti? Chissà. Do-potutto, è passato tanto tem-po, la specie dei testimoni su-perstiti è quasi estinta, anche
sul sacro incombe una prescrizione. Ese non altro la prescrizione inesorabi-le dell’abitudine: dopotutto, ancora, sitratta di una replica. L’insegna con lascritta “ARBEIT MACHT FREI” eragià stata rubata ad Auschwitz e ritro-vata poco dopo (bisogna scriverlamaiuscola com’era, anche nelle cita-zioni, almeno per non perdere la B in-vertita dal prigioniero costretto a la-vorarla). Una bravata di neonazistiinetti, e largamente svedesi, per giun-ta. (Rileggere Larsson, prego). Del re-sto, chi può dire chi stia dietro la pro-vocazione di Dachau… Già. Si oscil-lerà, così, “responsabilmente”, fra lapreoccupazione di eccedere nei toniindignati e quella di minimizzare. C’èqualcosa di meglio da dire e da fare?Forse. Intanto, si può aver voglia di im-parare, o richiamare alla memoria,che cosa fu Dachau. È così facile oggiinformarsi, e perfino fare un viaggio.Dachau non fu solo il prototipo, il la-ger-scuola del concentrazionismo edello sterminio nazionalsocialista. Fuanche il luogo in cui gli alleati occiden-tali, gli americani soprattutto, viderocoi propri occhi che cosa vi si fosse con-sumato, e lasciarono documenti im-pressionanti del loro sgomento.
Ma c’è un’altra sollecitazione cheviene dall’impresa di Dachau, ed è le-gata alla stessa incertezza sulla suamatrice. Non che il neonazismo sia in-trovabile: non è mai stato così in salu-te, anche nel parlamento europeo. Insalute rigogliosa è l’antisemitismo,modello fondatore e perpetuo in ognitempo di crisi, e di razzismi, naziona-lismi, cospirazionismi, separatismi ealtre purezze. Se Auschwitz tiene ilprimato simbolico e materiale dellaShoah, la storia di Dachau è segnata
fin all’origine dalla persecuzione didissidenti, “minorati”, e di omoses-suali, zingari, migranti. A contrasse-gnare l’Europa della crisi non è tantol’auge del neonazismo, quanto la suacoincidenza e combinazione con chiu-sure e regressioni che sembrano ave-re, o pretendono di avere, un segno al-tro e magari opposto. L’equivoco la fada padrone. L’allarme motivato — etardo, esitante — contro il fanatismojihadista sta sull’orlo del confine, espesso lo scavalca, dell’intolleranzaper i musulmani. La solidarietà con lagente palestinese e l’opposizione allapolitica del governo di Israele sconfinavolentieri nei discorsi su “gli ebrei” enella confusione fra governo e statoisraeliano. L’esasperazione contro laconfisca di libertà e ricchezza da partedi poteri sovranazionali e indifferenti,anzi insofferenti delle regole della de-mocrazia, fomenta una paranoia col-lettiva che istupidisce e incattivisce.
Non è vero, ed è losco, che non ci siapiù distinzione, bisogno di distinzio-ne, fra sinistra e destra. È vero che ilpeggio della sinistra e della destravanno sempre più nutrendosi econfondendosi nella frustrazione del-la crisi, nella paura della retrocessionee dell’invasione, nella convinzioneche un burattinaio tiri i fili, e che tuttociò che si vede sia la mascheratura diciò che è.
Il po’ di buono che succede nell’Eu-ropa di oggi ha del paradosso. Nella Po-lonia che vuole riscattare l’antisemiti-smo proprio, non quello altrui, con ilmuseo dedicato a Varsavia, prima chealla memoria della Shoah, alla lunga,preziosa vita ebraica polacca. Oppurenell’Ungheria del plebiscitato Orbáncostretto a ordinare una clamorosamarcia indietro sulla tassazione del-l’uso della rete dopo la mobilitazionedelle strade.
Quanto al resto, desolazione. Il go-verno di sinistra francese ha sul collo ilfiato del Fronte Popolare, e non trovauna parola decente per dolersi del-
l’uccisione di un giovane botanico nel-la manifestazione contro una digasciagurata. L’alleato italiano della si-gnora Le Pen sale nei sondaggi al ri-torno da una missione internazionali-sta nella Corea del Nord e nella PiazzaRossa di Mosca, con tanto di magliet-ta putinista. Una buona parte della “si-nistra” europea trova nella fatica del-l’Ucraina a fare i conti con il propriopassato una giustificazione alla sim-patia, o almeno all’indulgenza, neiconfronti di Putin. Il quale fa la sua le-zione sull’arroganza planetaria degliamericani chiamandoli, lui, “nuoviricchi”. Del resto sono la stessa Lega ela stessa “sinistra radicale” che al tem-po della Bosnia andavano a cercare aBelgrado la loro illuminazione. Dei pa-sticci a Cinque Stelle meglio tacere.Nemmeno l’avventura mostruosadello “Stato Islamico” basta a fare unpo’ di ordine in tante teste voltate.
Ciò avviene dentro una crisi mon-diale acuta, si vieta l’ingresso all’ebo-la e si drizzano frontiere artificialimentre qualche migliaio di volontariarmati di barba parte dall’Europa allavolta della Siria, e qualche centinaio dimigliaia di siriani spogliati di tutto ar-ranca alla volta dell’Europa. Abbiamo29 ministri della difesa e degli esteri,e nemmeno una politica estera e unadifesa europea. Facciamo finta che sia-no ancora affari nazionali. Il ministrodegli interni dispone del primo pro-blema internazionale, i migranti. (Fi-nito Mare Nostrum, aspettiamo cheaffoghino all’ingrosso, in una volta so-la, almeno 350 altri fuggiaschi — al mi-nuto lo fanno ogni giorno — per ripar-larne). L’Europa soccombe sotto l’in-capacità di occupare i quattro cantonidella crisi economica e sociale, dellemigrazioni, della sfida jihadista e diIsraele-Palestina. Qualcuno ha pensa-to che fosse il momento, l’altroieri not-te, di provvedere, ed è andato a pren-dersi il cancello di Dachau, con la scrit-ta: “ARBEIT MACHT FREI”.
NUOVO OLTRAGGIO ALL’OLOCAUSTO
ADRIANO SOFRI
CARO direttore, i magistrati, a ridosso di provve-dimenti urgenti del governo in materia di giu-stizia, avviano una ragionamento sul rapportocon la politica in una fase della vita nazionale in
cui la ferocia della crisi economica sfibra la fiducia del-la convivenza civile. E nella quale ogni categoria che ap-pare essere meglio tutelata, come è per i magistrati, vie-ne di fatto chiamata ad una sorta di verifica della sua uti-lità sociale.
Si usano molto parole come rivoluzione, rottura, soloperché ciò che si propone possa apparire migliore di ciòche si vuol lasciare. In questo modo si evocano passag-gi inevitabilmente dolorosi. Invece ogni tempo ha la suamodernità, perché ogni tempo ha visto avanzare ideedi cambiamento. La Costituzione ebbe un’idea straor-dinaria. Quella del cosiddetto potere diffuso del giudi-ce. Ogni giudice si collega liberamente e senza inter-mediazioni alla legge mentre la applica. E cerca il mododi adattarla al tempo in cui la applica. Quest’idea è sta-ta un motore della Storia, la quale chiedeva a un Paeseche non aveva avuto la crescita liberale del resto d’Eu-ropa, che aveva fermato i suoi motori per venti anni pa-gando questo ritardo con la distruzione dello Stato, del-le città, e della partecipazione alla cultura europea, diinseguire il progresso dei diritti. La Costituzione do-vette correre. Per raggiungere la modernità che altriavevano coltivato costruì un patto di vita associata nelquale si rendevano credibili i principi di libertà e dieguaglianza anche con un giudice capace di applicarlinella concretezza dei rapporti. In questo filone di ra-gionamento si inserì lo Statuto dei Lavoratori. Che in-tervenne quando il datore di lavoro poteva perquisire illavoratore sospettato di aver rubato. Mentre già la po-lizia ed il pubblico ministero dovevano attendere l’av-vocato per attività investigative invasive della persona.Si trattava, per la Repubblica, di affermare l’effettivitàdei principi della Costituzione che la realtà ancora nonriconosceva. Al momento, un’esigenza di modernità.
Facciamo un salto. Oggi l’economia è visione tiran-nica delle cose. I diritti non sono intoccabili. Coloro i qua-li debbono rispettarli non sono disposti a farlo soltantoperché sono tali. Come stiamo verificando nella con-trapposizione generazionale. Che vede i giovani, nel-l’incertezza dei loro assetti futuri, perplessi di fronte alcosto dei diritti degli anziani che ostacola il loro pro-getto di vita.
Il problema dell’autorità delle regole è diventatoquello di trovarne una legittimazione che non debbasottostare, volta per volta, alla verifica della loro prati-cabilità economica e della accettazione sociale. Quan-do si dubita della correttezza della sentenza della Cor-te costituzionale sulla salvaguardia delle pensioni, odella corte di Cassazione sul danno da attività sanitaria,o del giudice del merito sulla responsabilità del poli-ziotto, ormai la qualità del dubbi va oltre la vicenda. Èdiretta contro la giurisdizione come sistema. Contestala sperimentazione connessa al cammino della giuri-sprudenza, e il potere del giudice di applicare oggi unaregola scritta ieri.
Io credo si debba riflettere proprio sulla scelta dellaCostituzione, che seppe interpretare il suo tempocreando un ordinamento giuridico sensibile alla tramastorica nella quale i fatti si manifestano. Anche oggidobbiamo correre. Abbiamo bisogno di un ordinamen-to che assegni nuovamente ai diritti la forza di cui han-no necessità. E definisca nuovamente, in modo credi-bile e accettato, il ruolo dei giudici. Essi debbono essereindipendenti. Ma debbono legittimare nuovamentel’indipendenza. Pretendendo processi credibili e com-prensibili.
Io mi auguro che i magistrati colgano il rischio dellaincomprensione e della critica sociale che si muove ver-so la loro funzione, e non si perdano nel contestarne ilfondamento. Ma si preoccupino di rispondere preten-dendo essi per primi i cambiamenti senza i quali le sen-tenze appariranno vaniloqui senza interlocutori. E pa-role come rivoluzione e rottura diventeranno formulemagiche, senza ragionamento. Credo che debbano di-mostrare di aver compreso la necessità del ragiona-mento su tutto il loro superato assetto. E la inutilità direazioni puramente sindacali, che li renderebbero in-comprensibili.
Presidente di sezione della Cassazione© RIPRODUZIONE RISERVATA
I MAGISTRATINEL CAMBIAMENTOGIUSEPPE MARIA BERRUTI
La lettera
“
“Sdegno edesecrazionesono sentiti
e universali?Chissà.
Dopotuttoè passato
tanto tempo,la specie dei
testimonisuperstiti è
quasi estinta
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CIOÈ a spiegare che ciò che ve-diamo oggi sono i sotterraneifunzionali dell’arena antica.Ma è davvero il caso di riporta-
re indietro le lancette dell’orologio sto-rico, rimettendo il coperchio agli sca-vi?
È una questione che ciclicamente sipone per molti monumenti: quand’erasindaco di Firenze Matteo Renzi lan-ciò, per esempio, l’idea di ripavimen-tare in cotto Piazza della Signoria, tor-nando alla situazione presettecente-sca. Ma il rischio di queste iniziative èscivolare nel falso storico, in un kitschdi cui non sentiamo il bisogno: comedecidere dove fermarsi, e quale aspet-to dare al monumento, quando si deci-de di salire sulla macchina del tempo?
In questo caso a preoccupare è so-prattutto ciò che verrebbe dopo il ri-pristino: qual è il fine ultimo dell’ope-razione? Il professor Daniele Mana-corda, cui spetta l’idea, ha chiarito cheun simile ritorno, un domani, permet-terebbe al Colosseo «di tornare ad es-sere, carico di anni, un luogo che acco-glie non il semplice rito banalizzantedella visita del turismo massificato,ma un luogo che, nella sua cornice uni-ca al mondo, ospita — nelle forme tec-
nicamente compatibili — ogni possi-bile evento della vita contempora-nea». Ecco, è questo il nocciolo del pro-blema. Che cosa vuol dire «ogni possi-bile evento»? E dove metteremmo glispettatori? Non è che, subito dopo, siparlerà di ricostruire le scalinate dellacavea? Magari in cemento, come si èfatto nel Teatro Grande di Pompei, du-rante il commissariamento della Pro-tezione Civile? E poi non succederà chequalcuno vorrà coprirlo, il Colosseo,per farci gli spettacoli anche quandopiove, e in inverno? Non sembri biz-zarro: è quel che il sindaco Flavio Tosiha chiesto ufficialmente di poter fareper l’Arena di Verona.
E poi siamo sicuri che il limite debbaessere solo tecnico? Potremmo tra-sformare il Colosseo, poniamo, in uncampo da golf? L’esempio non sembrifantasioso: lo stesso Manacorda avevasposato l’idea di realizzare un simileimpianto sportivo alle Terme di Cara-calla, a ridosso delle Mura Aureliane.Se Franceschini non ha rilanciato an-che questa idea è forse perché nel frat-tempo una sentenza (15 settembre2014) della sesta sezione del Consigliodi Stato ha fermato il progetto, perché«modificherebbe sensibilmente lapercezione e la coerenza complessivadello speciale contesto ambientale».
Per il Colosseo, invece, il rischio sa-
rebbe un altro, più subdolo: e cioè chequesto monumento unico si trasforminella più imponente delle locationcommerciali, magari in un’ambitissi-ma arena per spettacoli di suoni e luci,ad uso di un turismo di infima qualità.Oggi è di moda parlare di edutainment(education + entertainment), un ibri-do che — almeno in Italia — non riescea coniugare conoscenza e piacere, maannulla la prima e persegue un intrat-tenimento di bassa lega, che trasfor-ma il passato in un gigantesco lunapark commerciale. Ora, non vorrem-mo che invece di riuscire a liberare l’in-gresso del Colosseo dai tristi figurantitravestiti da gladiatori, qualcuno so-gnasse di farli entrare su quella famo-sa arena: e magari di assumerli nelle fi-la del ministero per i Beni culturali, chenon riesce più ad assumere i giovani ar-cheologi di cui avremmo, invece, un di-sperato bisogno.
Quando papa Innocenzo XI chiese aGian Lorenzo Bernini di costruire un’e-norme chiesa dentro il Colosseo — erail 1675 — l’artista più rivoluzionariodel suo tempo rispose che non volevatoccare il monumento: «per la conser-vazione d’una macchina che, non solomostrava la grandezza di Roma, maera l’idea stessa dell’architettura». Pa-role che sembrano tuttora assai sagge.
MA NON TRASFORMATELO IN UNA SCENOGRAFIA
TOMASO MONTANARI
“
“Il Colosseo,monumentosicuramente
unico,correrebbe
il rischiodi diventare
la piùimponente
dellelocation
commerciali
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<SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
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LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 201426L’AMBIENTE
Allarme Onusui gas serramai così elevatida 800 mila anniANTONIO CIANCIULLO
LO SPORT
L’eredità perdutadell’Italrugbytra bilanci in rossoe stranieriMASSIMO CALANDRI
GLI SPETTACOLI
Kusturicadirige Bellucci“L’ho riportatasulla Terra”MARIO SERENELLINI
I bombardieri russirombano minacciosi sui confinidei Paesi Nato, dal Baltico al Portogallo. Moscavuole avvertirci che è ancora una potenzae che la soluzione delle crisi internazionali devepassare anche dal Cremlino. E per farlo rispolverai miti del suo passato sovietico
BERLINO
IL maestoso, argenteobombardiere con la stellarossa s’avvicina muto aicieli Nato. La radio di bor-do tace, il transponder per
farsi identificare dai radar diterra è spento: dapprima, soloil fischio delle quattro enormiturboeliche, lassù a trentamilapiedi, rompe il silenzio. Poi, im-provviso, ecco il rombo di jet colpostbruciatore acceso: piccoli,grigi caccia arrivano velocissi-mi, muovono le ali, si avvicina-no a contatto visuale alla cabi-na del gigante. Con segnali egesti, i piloti Nato intimano aipiloti del colosso di allontanar-si. Incontri ravvicinati del ter-zo tipo, avvengono ormai qua-si ogni giorno ai margini dellospazio aereo d’Europa: da CapoNord al Baltico, dalla Danimar-ca al Mar Nero, dal Regno Uni-to alla costa presso Lisbona. Fi-nora tutto è finito bene: gli ar-gentei giganti si sono allonta-nati, a volte i loro piloti hannosalutato i colleghi-nemici deipiccoli caccia con un “ciao” conla mano, o un sorriso. Ma tuttoè sempre appeso a un filo: l’al-tro giorno, al largo delle isolebritanniche, solo il secco av-
vertimento radio d’un ufficialedella Raf col suo Eurofighter haconvinto il bombardiere a iden-tificarsi e cambiare rotta: «O ri-spondete o spariamo».
La guerra fredda, del cui ri-torno Putin e l’Occidente siscambiano accuse di colpa, ètornata nei cieli, lassù sopra lenostre teste. È presente, nonpiù memoria che narravamo aifigli. La Russia, a torto o a ra-gione, si sente minacciata daUsa e Alleanza atlantica, e hacambiato linguaggio. Sotto-marini intrusi, cacciabombar-dieri, ma più di tutti quel miti-co simbolo della potenza sovie-tica nell’èra dei Muri, è il veico-lo del segnale. E l’Occidente ri-sponde: squadriglie in allarmerosso, rinforzi pesanti a Est,pattuglie aeree affidate a topgun canadesi e americani suTallinn, Riga e Vilnius che nonhanno mai conosciuto.
“Bear”, orso, si chiama in co-dice Nato l’argenteo, slanciatogigante leggendario, al secoloTupolev 95: vola dal 1952, qua-si immortale, incute timore anoi “atlantici”, è fierezza vo-lante per la Russia. «Macchinastraordinaria, semplice e robu-stissima, ammodernata millevolte», dice alla Bbc l’espertoaeronautico russo Jurij Karash.«Non ti tradisce, può sparare i
missili atomici più precisi, è si-curo, ma devi pilotarlo trattan-dolo con rispetto». Quel mitosovietico è tornato tra noi. I suoivoli in silenzio ci lanciano ilmessaggio di Putin: «Con i suoidiktat unilaterali, gli Usa cau-sano l’escalation dei conflitti edel caos nel mondo, e rendonopiù probabili conflitti in serie».«Ci vogliono escludere, nellacrisi ucraina e altrove, con fatticompiuti e scenari operativi ainostri confini», incalza il mini-stro della Difesa, Sergej Shoj-
gu. E allora ecco gli orsi volanti,per dire: la Russia esiste, è an-cora potenza.
Il flashback degli ultimi gior-ni fa impressione. Prima, il 17ottobre, il misterioso sottoma-rino a un passo da Stoccolma.Poi due bombardieri Sukhoi 24violano lo spazio aereo svede-se, i Gripen con le tre corone de-collano su allarme, la Sveziaconvoca l’ambasciatore. Poidue sorvoli sulla Finlandia.Guerra fredda nei cieli, al cul-
mine la settimana scorsa. Damartedì, quando sette giganti,tra “orsi” e jet cisterna, appaio-no sul Baltico non preannun-ciati alle autorità dell’aviazio-ne civile. Eurofighter tedeschi,F-16 danesi, Gripen svedesi eHornet finlandesi si alzano aturno per contrastarli. L’indo-mani, quattro formazioni di“orsi argentati” si presentanoin più cieli, dal mare del Nord aipressi della Turchia.
Angela Merkel minimizza,lei conosce i russi e si mostratranquilla. Ma Jens Stolten-berg, segretario generale del-l’Alleanza, avverte: «La Nato èforte, resta vigile al massimo».Da Mosca, nessun commento,e gli incontri ravvicinati conti-nuano. Venerdì, ci sono volutisei F-16 della piccola Força aé-rea portuguesa per sloggiaredue “orsi” che volavano tran-quilli, come in simulazioned’attacco, sulla rotta d’atter-raggio per Lisbona. Ieri un Eu-rofighter della Raf ne ha allon-tanato un altro. Provocazioni oavvertimenti mostrando i mu-scoli, da ambo le parti: addio al-la fiducia reciproca di quandocadde il Muro. Nato, e Svezia eFinlandia neutrali, rispondo-no: Varsavia disloca a Est le suemigliori forze, Stoccolma spo-sta supersonici nelle isole balti-
che, più vicine a Kaliningrad,svedesi e finlandesi tengonomanovre congiunte. E i top gunUsa, britannici, canadesi, por-toghesi, della Luftwaffe sonoormai ospiti fissi, nei tre paesibaltici privi di aviazione.
Paura e suspense sono dinuovo tra noi, nell’aria. «Peri-colo minimo per i voli civili, at-tenti al panico», spiega AxelRaab della Dfs, l’autorità tede-sca per il traffico aereo, «gli “or-si”, riforniti in volo, hanno au-tonomia illimitata, solo i satel-liti Usa sanno da quali basi arti-che o siberiane decollano. Maanche quando volano muti livediamo, poi i caccia Nato ci in-viano segnali. E i piloti russi abordo non sono pivelli né testecalde, non rischierebbero unacatastrofe». Hanno solo l’ordi-ne, dicono alla Nato, di manda-re un triplice segnale: mostrar-si “combat ready”, testare lenostre difese, e dirci col volomuto che non puoi ignorareMosca.
Guerra di segnali, ma a ogniincontro, basterebbe un nullaper finire male. Nel nuovo gelo,ci salvano i nervi saldi dei pilo-ti, i “nostri” e i “loro”, che si fron-teggiano tesi nel cielo e alla fi-ne, per ora, si salutano con unsorriso dalla carlinga.
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Venti di guerrafredda
I caccia dell’Alleanzaatlantica intercettanogli “orsi”, i giganteschiTupolev 95
ANDREA TARQUINIDAL NOSTRO CORRISPONDENTE
27LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014
WASHINGTON
QUANDO l’Occidenteperse la Guerra Fred-da che credeva di avervinto, era l’anno
1989. Avrebbe impiegato unquarto di secolo per scoprireche la decomposizione dell’“Im-pero del Male” avrebbe partori-to quei dieci, cento, mille picco-li regni diabolici che oggi bruli-cano fuori controllo. La finta an-sia per il ritorno della GuerraFredda nasconde il sospetto diuna Grande Nostalgia. Nellasua apocalittica semplicità, ilmondo che gli accordi di Yalta ela «Cortina di Ferro calata sul-l’Europa da Stettino a Trieste»che un Winston Churchill avevadescritto nel 1946, era un mon-do binario, come il linguaggiodei computer e degli ideologi. Ocon noi o contro di noi, o di qua odi là dal Checkpoint Charlie aBerlino, dal ponte di Glienickedove avvenivano gli scambi del-le spie, o rossi o blu, come i colo-ri convenzionali che nei “WarGame”, nelle esercitazioni e neigiochi di guerra si usavano perdistinguere i buoni, noi, dai cat-tivi, loro.
Sulle spie venute dal freddo ve-gliava Bond, James Bond, infalli-bile impallinatore di agenti russi edi favolose girl. A Londra, provve-deva John le Carrè a frugare fra lagente di Smiley per stanare le tal-pe del Kgb e del Gru, lo spionaggiomilitare sovietico. Nel ventreprofondo degli oceani, i “boomer”,i sottomarini a propulsione nu-cleare con foreste di razzi capaci diannientare il mondo e creare l’In-verno Atomico (tranne, diceva laleggenda, gli immortali scarafag-gi) dormivano il loro sonno apoca-littico e garantivano che neppurela più calda delle teste avrebbepremuto il bottone. Se poi i vecchiboy del Cremlino un po’ megalo-mani avessero esagerato e varato
agente del Kgb che disperata-mente, da Bruxelles, telefonavadalle cabine pubbliche per avver-tire il Cremlino che la Nato non sta-va preparando alcun attacco.
Nella tenaglia del Grande Giocobinario, allora si diceva bipolare,restavano stritolati i giocatori mi-nori, o quelli che stavano sul latosbagliati della scacchiera, an-ch’essa divenuta, come tutto, sim-bolo e metafora del conflitto epo-cale, nel caso del mondiale Fi-scher-Spassky, finalmente vintodai “buoni”. Dietro la propagandae gli editoriali e la letteratura, i pat-ti erano chiari. L’Occidente nonmosse neppure una jeep per sal-vare Budapest e Praga dal «frater-no aiuto» sovietico e ben difficil-mente si sarebbe mosso un’altravolta, come nel 1939, per fermarel’Armata Rossa se fosse avanzatasu Varsavia. Mosca avrebbero po-tuto inghiottire Berlino tutta inte-ra, ma non lo fece mai e permise alPentagono il lungo, indisturbatosuicidio in Vietnam. Di tanto intanto si boicottavano reciproca-mente, un’Olimpiade oggi, unafiera domani, ma la liti fra Krusceve il vice presidente Nixon a Mosca,dentro il modello di una supercu-cina all’americana a una mostranel 1959 non potevano preluderea guerre apocalittiche. E Torino, laFiat, l’Italia non erano nazioni,città, aziende qualsiasi, ma le Sta-lingrado dove fermare l’avanzatadei rossi dalla nostra parte dellascacchiera. Fino al 1989.
Fu soltanto in Afghanistan, nel1979, che il Grande Gioco comin-ciò a degenerare. Si perse nellaguerra per procura condotta dallaCia contro gli stolti invasori, evo-cando, a suon di dollari e armi, unodei diavoletti che avrebbero, oggi,sostituito l’Impero del Male: imujaheddin divenuti più tardi AlQaeda. In Afghanistan la GuerraFredda venne perduta da entram-bi, prima dall’Urss, che collassòsotto il peso insostenibile di sestessa, e poi dagli Usa che avevanocaricato l’arma che oggi si rivoltacontro l’Occidente laico e ha fattopiù morti americani ed europei diquanti la Guerra Fredde fece. Fuallora che l’Era Glaciale durataquasi 50 anni si sciolse in un’allu-vione che ora lambisce e travolge,solleva alcuni e sommerge altri,che confonde e uccide, che ha ab-battuto tutti i muri che da Berlinosi estendevano all’Africa, all’Asia,all’America Latina e, nel disgelo,ha riportato l’umanità alla condi-zione naturale della nostra specie,la migrazione. Non erano «i beitempi andati» quelli della GuerraFredda, perchè i «bei tempi anda-ti» esistono soltanto nella fantasiadei vecchi o di chi non li ha mai vis-suti. Ma conoscevamo il diavolodel quale avere paura, quello cheoggi ha mille volti sconosciuti.
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Gli eredi dell’Impero del Malenuovi nemici dell’OccidenteVITTORIO ZUCCONI
un mostro sottomarino chiamato“Typhoon” da 45mila tonnellatecon 200 testate termonucleari, sa-rebbe intervenuto di nuovo lui,Sean Connery con l’uniforme diMarko Ramius, a consegnarcil’“Ottobre Rosso”, chiavi in mano.
«Da cinque minuti abbiamo co-minciato il bombardamento nu-cleare dell’Unione Sovietica», po-teva scherzare Ronald Reagan inun fuori onda puntualmente regi-strato, ma anche i più sdegnatidalla gaffe sapevano che i compu-ter avevano calcolato da tempoche nessuno avrebbe potuto vin-cere la III Guerra Mondiale, con24mila missili per parte, più glispiccioli lasciati alle borie gaulli-ste e ai rimpianti nelsoniani dellaRoyal Navy. La matematica delMad, la Distruzione Reciproca As-sicurata, era semplice algebra bi-dimensionale, più uno meno unouguale zero. Nessuno sarebbe so-pravvissuto a uno scambio di Icbmcon Mirv, missili balistici inter-continentali con testate multiple.Neppure gli Scudi Spaziali sogna-ti da Reagan e immaginati dal ve-ro dottor Stranamore, il vecchio fi-sico ungherese Ed Teller che dise-gnava per lui scenari hollywoo-diani, poteva garantire l’illusionedi poter annientare l’arsenale av-versario proteggendo il proprio.Con 24mila missili ciascuno, an-che un missile su dieci che avessebucato lo scudo avrebbe annien-tato la Terra.
Avevamo paura, e buone ragio-ni per averla, con l’errore umanosempre in agguato e narrato dauna cinematografia che non dove-va ricorrere a malefici robot o crea-ture extraterrestri per trovare ilGrande Maligno. Arrivammo asfiorare la sabbia dell’ultimaspiaggia con il duello fra Kennedye Kruscev attorno a Cuba o negliequivoci di manovre Nato scam-biate per piani di vera aggressio-ne, negli anni ‘80, fermate da un
LO SCENARIO
Aerei russiPaesi membri della Nato
TURCHIA
NORVEGIA
REGNO
UNITO
Mar
Nero
Mare
del Nord
Mare
Baltico
PORTOGALLO
ESTONIA
LETTONIA
LITUANIA
RUSSIA
Le linee degli aerei sono approssimative secondo le informazioni Nato
1
4
2
3
1) 8 aerei
4 bombardieri strategici
e 4 aerei cisterna, rilevati
in volo sul Mare del Nord
il 29 ottobre.
2 bombardieri hanno
proseguito il volo fino
alla costa portoghese
2) 7 aerei
intercettati in volo
sul Mar Baltico
3) 4 aerei
in volo sul Mar Nero
4) 1 minisottomarino-spia
ignoto avvistato a metà
ottobre in acque svedesi
Gli aerei russi intercettati
la Repubblica28 LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014
R2L’ambiente
I gas serra nonsono mai staticosì elevati da800 mila anniLo rivela unrapporto Onu
Zero emissionientro il 2100una scommessaper il pianeta
ANTONIO CIANCIULLO
MAItanti gas serrada 800mila an-ni. Un picco che,nella storia delpianeta, per la
prima volta è stato causato nonda fenomeni naturali, ma dal-l’azione di una singola specie:l’homo sapiens. È netto l’atto diaccusa dell’Ipcc, la task forcescientifica dell’Onu che ha vin-to il Nobel per la pace e che dal1988 cerca una cura al semprepiù evidente squilibrio dell’at-mosfera.
Il documento presentato ieria Copenaghen sintetizza i trestudi pubblicati negli ultimimesi e conclude il quinto rap-
porto Ipcc. «L’influenza umanasul sistema climatico è chiara,dobbiamo agire rapidamente ein modo decisivo», ha detto il se-gretario generale dell’Onu BanKi-moon.
In realtà la diagnosi è chiarada tempo. Per evitare che l’au-mento della temperatura supe-ri i 2 gradi nell’arco di questo se-colo, la soglia oltre la quale si en-tra in uno scenario catastrofico,occorre tagliare in modo rapidoe drastico l’uso dei combustibilifossili, che sono i principali re-sponsabili della minaccia cli-matica. «A livello globale biso-gna ridurre le emissioni dal 40al 70 per cento tra il 2010 e il2050 e scendere a zero entro il2100», ricorda il rapporto Onu.
Bisogna fare presto, su que-sto sono tutti d’accordo. «Quelliche decidono di ignorare i datichiaramente esposti in questorapporto mettono in pericolonoi, i nostri figli e i nostri nipo-ti», ha dichiarato il segretario diStato Usa, John Kerry. «Più re-
stiamo bloccati sui questioniideologiche e politiche, più i co-sti dell’inazione aumentano».Si tratta di abbandonare la di-
pendenza dal petrolio, dal car-bone e dal gas per rilanciare l’ef-ficienza energetica, le fonti rin-novabili e gli stili di vita più at-tenti agli equilibri ambientali.
Eppure le resistenze al cam-biamento restano forti. Lo pro-va anche la tormentata pubbli-cazione di quest’ultimo rappor-to. I delegati hanno dovuto la-vorare fino all’ultimo minutoper tentare di ricucire lo strap-po tra i paesi che volevano espri-mere l’allarme in modo netto equelli che preferivano metterela sordina alle preoccupazioni.Alcuni testi sono stati eliminatidal rapporto, tra le proteste de-gli scienziati. La parola «perico-loso» è scomparsa dalla sintesi,sostituita da un più prudente
«rischio», utilizzato 65 volte in40 pagine.
Ma la purga lessicale non ba-sta a cancellare la gravità deifatti. Le emissioni di gas serra,nonostante il colpo di freno del-l’Europa e il nuovo corso ameri-cano, non solo non diminuisco-no ma continuano a crescere: iltrend attuale è in linea con loscenario peggiore, quello di unaumento di temperatura di ol-tre 4 gradi.
La responsabilità attuale èprincipalmente dei Paesi dinuova industrializzazione: laCina emette più gas serra di Eu-ropa e Stati Uniti assieme e or-mai ha superato l’Unione euro-pea anche facendo il conto procapite. Usando invece il conteg-
gio storico emerge il ruolo deipaesi che hanno guidato la rivo-luzione industriale. Una doppialettura delle responsabilità chesta bloccando l’intesa globale.
Mentre i negoziati vanno alrallentatore, il mercato si muo-ve in maniera più rapida. Nel2013 più del 50 per cento dellanuova potenza elettrica instal-lata nel mondo è venuto dallefonti rinnovabili e le iniziativedal basso si moltiplicano. Quel-lo che manca è una cornice le-gale che dia forza al cambia-mento. L’appuntamento deci-sivo per raggiungere questo ac-cordo è stato fissato per il no-vembre 2015 a Parigi. È vera-mente l’ultima possibilità.
I NUMERI
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Il picco è stato causatodall’azione umanaBan Ki-moon:“Bisogna agire subito”
2 LA TEMPERATURA GLOBALE
Per scongiurare conseguenzedisastrose, bisogna contenerel’aumento della temperaturamedia globale a +2 °C
70% LE EMISSIONI
Secondo i nuovi studi, le emissionidi gas serra vanno ridotte dal 40% al 70% tra il 2010 e il 2050 e scendere a zero entro il 2100
0,85 L’AUMENTO
Secondo l’Onu, la temperatura èaumentata di 0,85 gradi centigraditra 1880 e 2012. Ogni decade è più calda delle precedenti
la Repubblica 29LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014
R2Il caso
ERNESTO FERRARA
PROSSIMA fermata,Whatsapp. Serve unbus in direzione ospe-dale? Gli orari dellametro del lunedì mat-
tina? E se c’è sciopero come tornoa casa? Basta un messaggino inchat all’azienda di trasporto, cherisponde in un paio di minuti. Daldivano di casa, senza bisogno discomodarsi a chiamare il call cen-ter, o spulciare i siti Internet: tut-to con la app di messaggisticaistantanea più famosa del mon-do. L’utente chiede se il bus è in ri-tardo, se la stazione della metro èriaperta o quanto costa l’abbona-mento e la Spa dei bus o della me-tro risponde, tutto moltofriendly.
A Brescia lo fanno da maggio:“Sono in via Veneto, devo pren-dere la linea 13 tra le 20 e le 21, midite gli orari?”, chiede aiuto ilpasseggero. E le 4 centraliniste diBrescia mobilità, dall’altra partedello smartphone: «Ciao Luigi,l’ultima corsa in direzione Po-liambulanze parte alle 19.51.Ok?». Seguono “grazie grazie” esaluti con tanto di emoticon a for-ma di cuore. «Ormai viaggiamosulle 30-40 chat al giorno, gli
utenti chiedono orari e modifi-che al servizio ma fanno anche se-gnalazioni allegando foto cosìche noi possiamo intervenire su-bito», spiegano dall’azienda,contenti di aver creato anche unasorta di servizio di “customer ca-re” in tempo reale. E se fin qui laSpa lombarda era l’unica in Italiaa usare Whatsapp col numero de-dicato 3426566207, nel giro dipoco la messaggistica istanta-nea è destinata a fare en plein: en-tro Natale il trasporto pubblicovia chat sbarca all’Atac di Roma,all’Atb di Bergamo, all’Anm diNapoli e anche l’Amat di Palermoci sta lavorando.
Insomma l’autobus, spessoprincipe di ritardi e fonte di ar-rabbiature dei cittadini, si fa ca-
rico di portare il verbo social neiservizi pubblici. «È una sorta disocial revolution quella in corso,paragonabile a quanto è avvenu-to già da qualche anno a Parigi,Londra, Stoccolma, Auckland»,spiega Francesco Di Costanzo, di-rettore della rivista “Cittadini di
Twitter”, che il 7 novembre a Bre-scia organizza il primo congresso“Social bus” d’Italia, “per raccon-tare le decine di cose belle che giàsi fanno in giro per l’Italia, daNord a Sud”.
In principio furono i siti Inter-net delle aziende del trasporto,
da Atac in giù, pieni zeppi di infor-mazioni, coi loro file accessibilisolo a costo di aprire pagine supagine, una dopo l’altra, comematrioske. Ora i social networkcambiano le regole e asseconda-no i nuovi bisogni degli utenti,che non chiedono più solo la con-nessione perenne, ma rivendica-no l’interazione immediata.
Gli studiosi la chiamano “so-cial collaboration”: «È finita l’eradei siti vetrina, i consumatori so-no diventati più potenti, chiedo-no voce e pretendono conversa-zione e attenzione», spiega An-nalisa Galardi, docente di Comu-nicazione pubblica e d’impresaall’Università Cattolica di Mila-no, una delle relatrici al conve-gno #Socialbus di novembre.«Prima un’azienda di servizi pub-blici poteva fare una bella cam-pagna con un’agenzia creativaed era a posto, oggi se trovi unblogger attento in rete la tua so-cial reputation se ne va a farsifriggere. E la comunicazione nonla fanno più solo le Spa, non è piùun sistema one way, nell’era del-la velocità il cittadino chiede re-lazione coi suoi tempi, quandovuole lui», aggiunge Galardi.
Non a caso Facebook e Twittersono diffusissimi tra le Spa del
trasporto pubblico: una ricercadel Laboratorio di dati economicie territoriali dell’Università diSiena, curata da Antonello Ro-mano, certifica che il 22 per cen-to delle città capoluogo italianeha un profilo ufficiale sul socialnetwork dell’uccellino, quellicon più followers sono Roma e To-rino, l’Atac lancia almeno 30tweet al giorno. «Facciamo assi-stenza in tempo reale agli utentivia Twitter, e ora partiamo an-che noi con Whatsapp», annun-cia l’Atac. Nella capitale cinguet-tando si risolvono persino con-tenziosi legali tra passeggeri eazienda; a Torino, per informa-zioni e reclami, va forte il carovecchio sms.
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La prima cittàè stata Brescia
ora tocca aRoma e Napoli:sulle chat tutte
le informazioni,dai percorsi
ai ritardi
Ultima fermata Whatsappcosì l’autobus diventa social
DIALOGOLo scambio suWhatsapp traun utente dimezzi pubblicie l’aziendatrasporti cherisponde in temporeale su orari epercorsi. Unrapporto diretto,un servizioche si staestendendoin tutta Italia,come già accadein varie cittàeuropee
“È finita l’era dei sitivetrina, i consumatoriadesso pretendonoattenzione immediata”
Dal divano di casa, senzabisogno di scomodarsia chiamare il call centero consultare Internet
In Italiail 7,7%dei passeggeriusa bus, tram o pullmanper andare al lavoro(Fonte: Istat)
Il 22% delle aziende di trasportodei capoluoghi di provinciaha un profilo Twitter ufficiale
Whatsapp ha 600 milionidi utenti attivi nel mondo
il 56% degli utentidi telefonia mobilein Italia usa Whatsapp(Fonte: agenzia We are social)
23 su 108, i più attivi sonoRoma, Torino, poi Napoli
Il trasporto e il web
E' il numerodi tweetgiornalierimedi dell'Atac,l'aziendadel trasportopubblicoa Roma
100
E' il numerodi chatsu Whatsappcheogni giornoproduceBresciaMobilità
40
di queste2,2 milionisi colleganotramitesmartphone
di personeutilizzanoTwitter
10milioni
TRIBUNALE CIVILE DI ROMAVOLONTARIA GIURISDIZIONE
RICHIESTA PER LA DICHIARAZIONE DI MORTE PRESUNTAAd istanza di Elisabetta DI PASQUANTONIO è pendente presso il Tri-bunale intestato, dinanzi alla dott.ssa Bianchini, la causaR.G.n.6851/2014 per la dichiarazione di morte presunta del di leipadre Di Pasquantonio Attilio, nato a Teramo il 27.04.1957 con ultimaresidenza in Roma Via Livenza 7. Chiunque abbia notizie dello scom-parso è invitato a farle pervenire al Tribunale entro sei mesi dall’ultimapubblicazione. Avv. Fernanda Moneta Mantuano
RSportCONTATTI [email protected]
LA REPUBBLICALUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014
10a GIORNATA ● NAPOLI-ROMA 2-0 ● EMPOLI-JUVENTUS 0-2 ● PARMA-INTER 2-0 ● CHIEVO-SASSUOLO 0-0 ● SAMPDORIA-FIORENTINA 3-1 ●TORINO-ATALANTA 0-0 ● UDINESE-GENOA 2-4 ●
MILAN-PALERMO 0-2 ● CESENA-VERONA ORE 19 ● LAZIO-CAGLIARI ORE 21 ● LA CLASSIFICA ● JUVENTUS 25 ● ROMA 22 ● SAMPDORIA 19 ● NAPOLI 18 ● GENOA 18 ● LAZIO* 16 ● UDINESE 16 ● MILAN 16 ●
INTER 15 ● FIORENTINA 13 ● VERONA* 12 ● PALERMO 12 ● TORINO 12 ● SASSUOLO 11 ● CAGLIARI* 9 ● ATALANTA 9 ● EMPOLI 7 ● CESENA* 6 ● PARMA 6 ● CHIEVO 5 ● *UNA GARA IN MENO
Champions: Juve in emergenza con l’Olympiacos. Roma scossa dal ko di NapoliF1: Hamilton vince e allunga. Superbike: trionfo Aprilia. L’inchiesta: rugby in rosso
La storiaSettant’anni da Rivala leggenda e i silenzidi Rombo di Tuono
MAURIZIO CROSETTI
Dopo il crac dell’Intera Parma con Mazzarrisempre più solo e contestato, arriva la primasconfitta pesante anche per Inzaghi: il Palermo
sbanca San Siro e ridimensiona le ambizioni del Milan. Ride invece Genova con le suesquadre d’alta classifica: Samp terzadopo il 3-1 alla Fiorentina, Genoa spettacolo a Udine
L’AUTUNNODI MILANO
AMILANO
dev’esserciqualcosa che nonva nell’aria, oforse nell’acqua
del rubinetto, se poi si giocaa pallone in questo modo.Due squadre quasispappolate, due identitàsmarrite, forse perdutenell’autunno del loroscontento: Parma e Palermone hanno fatto carne diporco. Crisi diverse eppureallo specchio, come se laprofondità della primariflettesse l’abisso dellaseconda, come se PippoInzaghi fosse già diventatoil nuovo Mazzarri, l’emulodell’allenatore più solod’Italia: colui che nessuntifoso nerazzurro vorrebbepiù vedere neanche incartolina, però Thohir sa chemandarlo via costerebbepiù che tenerlo. Infatti lotiene, non si sa per quanto.Così s’inabissa nel giorno
dei mortiuna cittàlungamentepadrona delcalcio, colpadiprogrammisballati,
tempo perduto ma,soprattutto, soldi finiti (equelli rimasti, un po’sprecati). Con le sue rupieindonesiane, Thohir hacomprato i debiti di Morattima ben pochi giocatori divalore. E Berlusconi nonspende più: continuano afargli schifo i difensori.Veramente, ha appenacostruito insieme alla figliaBarbara “la sede più belladel mondo”, e sai comesaranno contenti i tifosimilanisti. Invece di scudettie Coppe, ottimi infissi eprestigiose scaffalature. E’ una pena assistere alvagare dei calciatori di Intere Milan, come inebetiti dallarealtà. Zero tiri in porta aParma, confusione assolutaa San Siro. La qualità di baseè modestissima, il marasmapsichico è degno del migliorFantozzi. Ragioniere, tiri lei.
SEGUE IN IIIDI SPORT
ILPUN
TO
DUE CRISIALLOSPECCHIOMAURIZIO CROSETTI
la Repubblica32 LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014REPUBBLICASPORT
Calcio
LEPA
GELLE
Menez, idilliogià conclusoè Lazaarla sorpresa
Fossimo andati in vantaggio conPoli o Torres sarebbe stato diversoFaccio però i miei complimential Palermo, ha vinto con merito
Inzaghi/1Ci eravamo illusi un po’ tutti,
ma la crescita passa per momenti difficiliFaccio mea culpa, queste scoppolefanno bene: rimbocchiamoci le maniche
Inzaghi/2
MILANLOPEZ ☛ 6.5Alcune rimesse un po’ avventurose, ma poi èl’unico milanista che può lasciare il campo a testaalta con le parate su Lazaar, Dybala e Barreto. ABATE ☛ 5Capitano in assenza di Montolivo e Abbiati. Lafascia non gli regala superpoteri particolari. ALEX ☛ svInfortunio immediato. Dal 3’ pt Zapata 4: gelatoquando non ha ancora fatto in tempo a scaldarsi.Prima l’autogol, poi la resa impietosa a Dybala. RAMI ☛ 5Partecipa al crollo rossonero.DE SCIGLIO ☛ 4.5Il brillante terzino dei mesi scorsi sembra avvoltoda una patina di nebbia.POLI ☛ 5Bravo a trovare il tempo giusto per l’inserimentoin area. Ma in copertura viene travolto daidinamici centrocampisti del Palermo. Dal 1’ st ElShaarawy 5.5: subito ammonito per simulazione,tenta in ogni modo di ritrovare la via del gol.Quasi commovente questo inseguimento chedura ormai da 14 mesi e mezzo.DE JONG ☛ 5Ieri neanche il condottiero olandese è riuscito adare ordine alla truppa rossonera.SAPONARA ☛ 5Inzaghi gli affida il compito di creativo delcentrocampo in assenza di Bonaventura. Ma ilpasso è troppo diverso. HONDA ☛ 5A secco da tre partite. Il fantasista giapponese,trasformato in bomber, ha smarrito la via del gol.Dal 23’ st Pazzini 5.5: qualche minuto dopo losfogo via internet della moglie. TORRES ☛ 5.5Molto bella la torsione di testa, fuori di pochicentimetri. Un lampo da vero Niño. MENEZ ☛ 4.5La luna di miele con il pubblico milanista stafinendo. L’assist delizioso per Poli resta senzaseguito. E dalle tribune arriva qualche fischio perle sue movenze troppo compassate.
PALERMOSORRENTINO ☛ 6Coraggioso in uscita su Poli lanciato a rete.MUNOZ ☛ 6.5Deve prendere le misure agli inserimenti deicentrocampisti rossoneri. Nella ripresa sfiora il 3-0.GONZALEZ ☛ 6.5Il nazionale costaricano dal nome italiano,Giancarlo, dirige con autorevolezza.ANDELKOVIC ☛ 6.5Incursore scelto del reparto arretrato. Tocca a lui illavoro sporco. Senza affanni.MORGANELLA ☛ 6È il più difensivo degli esterni rosanero. Limita legaloppate e argina Menez.BOLZONI ☛ 6.5Nato a Lodi, fuori Milano, conquista una vittoria aSan Siro con la squadra di Serie A più lontana dalcapoluogo lombardo. Per lui, cresciuto nellegiovanili dell’Inter, è felicità doppia.MARESCA ☛ 6Il meno scoppiettante tra i centrocampisti delPalermo. Dal 23’ st Ngoyi sv.BARRETO ☛ 7Sposta gli equilibri: lanci, tiri e palloni recuperati.Trasforma in realtà i sogni di Iachini.LAZAAR ☛ 7Piacevolissima sorpresa. Il 22enne marocchinosgretola il fianco destro del Milan. Preciso,instancabile, veloce: un campionario di giocatecompletissimo. DYBALA ☛ 7Spreca qualcosa, ma la freccia argentina rimediasubito. Suo il calcio d’angolo dell’1-0 e latravolgente azione del raddoppio. Dal 43’ stQuaison sv.VAZQUEZ ☛ 7Sapientissima regia offensiva con abile dosaggiodi fantasia e concretezza. Riscatta in pieno il lanciodella maglietta di quattro giorni fa. Dal 40’ stBelotti sv.ARBITRO GERVASONI ☛ 6Dirige la partita con tranquillità.
Crollo del Milanil Palermo fa festatra i fischi di San SiroIn uno stadio semideserto emergono i limitidei rossoneri. Autogol di Zapata e Dybala
ENRICO CURRÒ
MILANO
DATEle premesse, a San Siroi pompieri erano in allerta.Berlusconi aveva malizio-
samente acceso le prime miccesotto la panchina di Inzaghi pervia dell’attacco balbettante. EZamparini aveva gentilmenteminacciato di buttare una bom-ba a Iachini, reo del gioco imper-fetto del Palermo. Però Iachini,che ci è abituato, si è messo la tu-ta ignifuga, ha schierato il conte-statore Vazquez ed è uscito trion-fante dalla trappola. Invece In-zaghi, assai meno scafato, nonha evitato l’incendio: adesso ilMilan è intruppato nel gruppo-ne, tra le aspiranti alla zonaChampions e le anonime com-primarie che resteranno nel lim-bo. In prospettiva è un bel guaio.Il disastroso primo tempo ha in-fatti sbriciolato l’autostima dellasquadra, ma soprattutto la fidu-cia dei tifosi, che probabilmentepresagivano il crollo: a San Siro sisono presentati in pochissimi. Aquei pochi non è rimasta alter-nativa ai fischi. I loro sciagurati
beniamini sono rientrati neglispogliatoi con lo sguardo a terra,curvi sotto il peso dei troppi erro-ri: passaggi approssimativi,chiusure soltanto virtuali, con-trasti appena abbozzati, perso-nalismi di notevole presunzione,controlli maldestri e un dinami-smo talmente scarso da fare so-spettare che la recente diagnosidi Zeman sui vizi delle grandi delcalcio italiano – squadre poco al-lenate rispetto alle concorrentistraniere – non sia affatto il dog-ma di un integralista del supe-rallenamento, ma una lucida sot-tolineatura della realtà.
Al di là delle prevalenti que-stioni atletiche e di concentra-zione, la trama della partita hamesso in luce il limite tattico con-genito a questo Milan zeppo dicontropiedisti: se è costretto a fa-re gioco, contro avversarie chiu-se, non sa scovare breccia, sprov-visto com’è di centrocampistifantasiosi e tecnici. Né può rime-diare con le discese dei terzini(molto tentennante De Sciglio)o con le incursioni dei mediani: sisbilancia fatalmente, immolan-dosi al contropiede altrui. Fino al-l’autogol di Zapata le vere occa-sioni per l’1-0 erano state 2 per ilPalermo (Vazquez e Lazaar)sventate da Diego Lopez e 2 per idistratti discepoli di Inzaghi (Po-li e Torres). Poi la testata all’in-dietro di Zapata su corner di Dy-bala ha spezzato l’equilibrio. Inappena 2’ – dal 24’ al 26’ – si èaperto il mar rossonero e si èchiusa la partita: dei due filtran-ti di Barreto – assenti ingiustifi-cati Poli e De Jong - Dybala ha
sprecato il primo, sparandolo suLopez in uscita, ma non il secon-do, che ha scagliato nell’angolodopo avere seminato il placidoZapata.
Anziché accendersi d’orgo-glio, il Milan si è spento. Barretoe Muñoz lo hanno graziato del 3-0 prima dell’intervallo, duranteil quale Inzaghi ha tratto il dadodel 4-2-4, con El Shaarawy al po-sto di Poli. Il seguito della serata,contraddistinto dall’intasamen-to della metà campo del Palermosecondo desiderio di Iachini edalle mischie sotto la porta diSorrentino, ha costretto losconfortato Pippo a prendere at-to di una duplice, sgradevole evi-denza: che Honda ogni tanto nonè in vena (lo ha rimpiazzato Paz-zini) e che lo sfiatato Ménez at-tuale diventa un irritante trasci-natore di palloni. L’attenuantedell’impossibilità di ulterioricambi – per via del precoce infor-tunio muscolare di Alex, sosti-tuito al 3’ del primo tempo da Za-
pata – non modifica la sostanza:stavolta il meno impalpabile del-l’attacco è stato Torres, il che ètutto dire, e Saponara in media-na, per l’infortunio di Bonaven-tura e la squalifica di Muntari, siè rivelata un azzardo. Nella ri-presa il Palermo si è quasi riposa-to: volutamente, mentre il Milannon riusciva a svegliarsi. Dovràfarlo a Marassi con la Sampdoria,se non vuole che i sogni si tra-sformino in utopie.
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MILAN (4-3-3)
Lopez — Abate, Alex (3’ pt Zapata), Rami,De Sciglio — Poli (1’ st El Shaarawy), DeJong, Saponara — Honda (23’ st Pazzini),Torres, Menez.
PALERMO (3-5-2)
Sorrentino — Munoz, Gonzalez, An-delkovic — Morganella, Bolzoni, Mare-sca (23’ st Ngoyi), Barreto, Lazaar — Dy-bala (43’ st Quaison), Vazquez (40’ st Be-lotti).Arbitro: Gervasoni.Note: ammoniti Gonzalez, De Jong, Morga-nella, Andelkovic, El Shaarawy. Spettatori28.272 per un incasso di 685.563 euro.
Doppio 0-2, ambizioni ridimensionatee tifosi infuriati: due squadre in crisi
La crisi delle milanesi
I DUE GOL
Alex ko dopo tre minutiEl Shaarawy nella ripresaInutile l’ingresso diPazzini per Honda
DALL’AUTORETE AL SINISTRO DELL’ARGENTINONel tentativo di anticipare Gonzalez, Zapata (23’) infila lasua porta. Tre minuti dopo il sinistro vincente di Dybala
25 MINUTI IN CAMPOGiampaolo Pazziniè entrato in campoal 23’ della ripresaal posto di Honda:prima di ieri avevagiocato incampionatoappena 51 minuti
STEFANO SCACCHI
MILAN 0
PALERMO 223’ PT ZAPATA (AUT.), 26’ PT DYBALA
la Repubblica 33LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014
DOMENICA SERA COL VERONAL’Inter domenica prossima nelposticipo serale col Verona
Abbiamo giocato la partita perfettaun premio ai ragazzi per il lavoro svoltoCon le grandi giochiamo a viso apertoma finora ci era mancata la tranquillità
IachiniCon Iachini ho un bel rapporto
preferisco giocare da prima puntaAlla fine ho chiesto la maglia a Torresma lui l’aveva già scambiata...
Dybala
MAURIZIO CROSETTI
VISTO che Milano hadeciso di affogare ognisperanza nei Navigli,la città davvero dimoda è diventata
Genova, ferita dalla natura, dallaburocrazia e dalla stoltezzaumana, ma per fortunaconsolata dallo sport. Sampdoriaterza, Genoa quarto, sembranoquasi tornati i tempi di Boskov eBagnoli. Partite magnifiche, golsplendidi e si vede la mano di dueallenatori di classe, SinisaMihajlovic e Gasperini dettoGasperson. Se la famosa terzaforza ancora non si distinguebene, tra le candidate c’è odoredi novità, oltre al profumo delmar Ligure (e del golfo diNapoli). Tra l’altro, proprioMihajlovic è il primo candidatoper la panchina interistadell’anno prossimo.Dopo parecchie settimane spesea piangersi addosso, ilcampionato è diventato piùfrizzante, e comincia a proporrepartite divertenti come adesempio Napoli-Roma,Sampdoria-Fiorentina eUdinese-Genoa. E non mancanogiocatori inediti, finalmente,roba di qualità: da Dybala aKoulibaly, da Rugani a Valdifiori,da Babacar a Mandragora, nonimporta se italiani o stranieri, se
ragazzini omeno. Quelloche conta ècambiare ilsuono deicognomi. PiacemoltoSportiello,
quasi onomatopeico per unportiere: spesso blindata, laporta dell’Atalanta, grazie a lui.Intanto, tra poche ore saràChampions League. La Juve unpo’ in emergenza è obbligata abattere in casa l’Olympiacos conun Morata in più, devecancellare la patina opaca e lesconfitte di Madrid e Atene: legioverà aver ritrovato la vittoriainsieme a Pirlo, e sfrutterà laforza del suo centravantibambino. Anche più delicato ilcompito della Roma, che va inBaviera con il peso della batostanapoletana e con quei settesegni tedeschi ancora freschisulla pelle, forse la spiegazionedei dubbi emersi dopo quell’unoa sette, come una certezza che sisbriciola. Di sicuro, doverdimenticare il Bayern in casa delBayern non è proprio unameraviglia di destino.
ILPUN
TO
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MILANO TRISTEIN UN CAMPIONATOCHE ORA DIVERTE
ANDREA SORRENTINO
MILANO
ORMAI l’interista medio diogni ordine e grado ha oc-chi spiritati, aggredisce
l’interlocutore medio sul tram equasi lo prende per il bavero, di-grigna i denti, esplode: «Ma per-ché teniamo ancora Mazzarri?Chiunque, ma non lui», poi si al-lontana e borbotta cose, finchése ne va ad annegare il dolore inun aperitivo. Questo è il clima,nel caldo autunno milanese: tut-ti contro Mazzarri, perché l’Interproprio non va. Ma se l’interistamedio incontrasse l’interista al-to, inteso come massimo diri-gente, al secolo Erick Thohir, sisentirebbe rispondere: «Abbia-mo affidato a Mazzarri un pro-getto e gli diamo fiducia, anchese le ultime partite non sono an-date bene. Vedremo le prossime.Alla fine della stagione valutere-mo». Questa è la posizione diThohir, anche all’indomani diParma-Inter 2-0, terza sconfittain dieci partite. Mazzarri resiste.Fino a quando, non si sa. Inter-Ve-rona è l’ultima spiaggia, si dice:se non dovesse vincere neppurequella, e San Siro venisse giù peri fischi, la posizione del tecniconon sarebbe difendibile, con da-vanti due settimane di sosta e al-la ripresa avversari come Milan eRoma. Intanto prima del Veronac’è la trasferta di St Etienne in Eu-ropa League, dove Mazzarri spe-ra di recuperare qualche infortu-nato illustre (Osvaldo, Guarin).Ma il momento è assai complica-to.
Lo è di sicuro per il tecnico,schiacciato dalle cifre: negli ulti-mi 10 anni solo una volta l’Interha avuto meno punti dopo 10 tur-ni, ed era la stagione 2011-2012(11 punti, Gasperini e Ranieri inpanchina); a parte i 7 gol al Sas-suolo, nelle restanti 9 gare l’Interha segnato 8 gol, e in 3 partite su
terribile di Palacio, ancora a sec-co e con errori incredibili sottoporta, un po’ come quello nella fi-nale del Maracanà che il Trenzaha ancora negli occhi, nei pensie-ri, nell’anima, e davvero non sen’è ancora riavuto. Ma in periodisimili tutte le responsabilità so-no dell’allenatore, e il club devetenerne conto. Per questo Maz-zarri è sotto osservazione conti-nua: per ora non sembra che ab-bia perso il controllo del gruppo ela situazione di classifica non è ri-tenuta drammatica (avesse vin-to a Parma, l’Inter sarebbe stataa -4 dal secondo posto), quindi siva avanti così, sperando che Wal-terone riesca a sterzare, anche sec’è preoccupazione. IntantoThohir venerdì tornerà tra noiper l’audit con l’Uefa a Nyon, do-ve l’Inter presenterà il suo pianodi rientro dal passivo di bilancio.Anche per questo il club non puòesonerare un tecnico che costa7,2 milioni lordi all’anno, e che èil settimo negli ultimi quattro an-ni e mezzo dopo Mourinho, Beni-tez, Leonardo, Gasperini, Ranie-ri e Stramaccioni. Sì, c’è ancheuna questione puramente eco-nomica a tenere in piedi Mazzar-ri: in altri tempi, sarebbe saltato.Poi è da vedere se gli “altri tempi”fossero così illuminati e se maga-ri certe gestioni non abbiano por-tato agli attuali disastri, ma è undiscorso lungo. Mazzarri dipen-de ormai da se stesso. Si valutanoi freddi numeri: finora la media èdi 1,5 punti a partita, troppo po-chi; l’Inter è il quinto club della Aper stipendi, e arrivare più giùdel quinto posto sarebbe un falli-mento. Anche se le alternativepossibili non convincono per i piùsvariati motivi (Mancini, Spal-letti, Zenga, Leonardo, Zacche-roni), altre sconfitte imporreb-bero scelte dolorose a stagione incorso. Per Walterone e per i già di-sastrati conti interisti.
10 non ha proprio segnato, an-che contro il Parma, peggior di-fesa del torneo; in 48 partite allaguida dell’Inter, Mazzarri non neha mai vinte tre di fila. Al di là del-le cifre, colpisce quella manovracosì involuta e senza sbocchi, co-sì pesante. La gran messe diinfortuni, come sempre in questicasi, non viene vista come una
giustifica-zione macome unalibi. E intutto que-sto c’è la
crisi
270’ SENZA GOL
Terza gara consecutivasenza gol per KeisukeHonda, qui in lotta coldifensore palermitanoAndelkovic
12I GOL SUBITIL’Inter ha subitofinora 12 gol incampionato,concentrati in sole 5partite (Palermo,Cagliari, Fiorentina,Napoli e Parma)
8GOL NELLE ULTIME 8 GARE Dopo la goleada alSassuolo alla 2ª, perl’Inter sono arrivatiappena 8 gol nelleultime 8 giornate:Palacio è fermo a 0
15I PUNTI1,5 a partita, solonell’anno di Gasperinie Ranieri (2011/2012)l’Inter aveva fattopeggio dopo 10giornate (11 punti)
7,2 mlnL’INGAGGIO DI MAZZARRILa cifra lorda chel’Inter dovrà aMazzarri fino al 2016,l’anno di scadenza delcontratto del tecnico
NUMERINERAZZURRI
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Tutti contro Mazzarrima Thohir per ora resiste“Gli diamo ancora fiducia”
<SEGUE DALLA PRIMA DI SPORT
la Repubblica34 LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014REPUBBLICASPORT
Calcio
TORINO 0
ATALANTA 0
TORINO (3-5-2)
Gillet 6.5 — Maksimovic 6, Jansson 6, Mo-retti 7 — Peres 6.5, Vives 5 (6’ st Farnerud6.5), Gazzi 7, El Kaddouri 4.5, Darmian 6 —Quagliarella 6, Martinez 5 (14’ st Amauri 6).
ATALANTA (3-5-2)
Sportiello 6.5 — Biava 6, Stendardo 6.5,Cherubin 5.5 — Zappacosta 6.5 (36’ st Rai-mondi sv), Carmona 6, Migliaccio 6, Baselli6.5, Dramè 5 (28’ st Del Grosso 6) — Denis 6(25’ st Bianchi 6), Boakye 5.Arbitro: Cervellera 5.5.Note: ammoniti Dramè, Stendardo, Mi-gliaccio, Baselli, Carmona. Spettatori 12 milacirca.
UDINESE 21’ PT DI NATALE, 41’ PT WIDMER
GENOA 421’ PT MARCHESE, 24’ PT IAGO FALQUE,9’ ST MATRI, 42’ ST KUCKA
UDINESE (4-4-2)
Karnezis 5 — Widmer 6, Danilo 5, Heurtaux 5,Piris 4.5 — Kone 5.5 (18’ st Evangelista 5), Allan5.5 (34’ st Muriel sv), Guilherme 6.5, Fernandes4.5 (1’ st Badu 5) — Thereau 6, Di Natale 7.
GENOA (3-4-3)
Perin 6 — Roncaglia 6, De Maio 7, Marchese 7— Edenilson 6.5, Greco 6 (26’ st Kucka 6.5), Stu-raro 6.5, Antonini 6 (13’ st Antonelli 6) — IagoFalque 7, Matri 6.5, Perotti 6.5 (13’ st Bertolac-ci 6).Arbitro: Irrati 7.Note: ammoniti De Maio, Roncaglia, Iago Fal-que, Fernandes e Guilherme.
SAMPDORIA 327’ PT RIG. PALOMBO, 43’ PT RIZZO, 33’ST EDER
FIORENTINA 145’ PT SAVIC
SAMPDORIA (3-5-2)
Romero 6.5 - Cacciatore 7, Palombo 7, Regi-ni 6.5 - De Silvestri 6.5, Soriano 6.5 (46’ st Dun-can sv), Obiang 8, Rizzo 7 (26’ st Krsticic 6), Me-sbah 7 - Okaka 7, Bergessio 6 (20’ st Eder 7).
FIORENTINA (3-5-2)
Neto 5.5 - Richards 5 (20’ st Pasqual 5), Rodri-guez 4.5, Savic 6 - Cuadrado 5 (24’ st Gomez5), Aquilani 5.5, Badelj 4.5 (13’ st Pizarro 4),Borja Valero 6, Alonso 5.5 - Ilicic 5.5, Babacar5.5.Arbitro: Giacomelli 5.Note: ammoniti Obiang, Palombo, Rizzo, Ri-chards, Cuadrado, Rodriguez, Babacar.
Catenaccio Atalantail Torino di Venturanon riesce a segnare
TORINO. Finisce nel modo piùlogico il confronto fra il peggiorattacco del campionato (l’Ata-lanta, quattro gol segnati) e ilquarto peggior reparto offen-sivo (il Toro, sette gol fatti).Partita bloccata, con pochissi-me occasioni e tanta noia; allafine è più contenta l’Atalantache si schiera a specchio (consfumature antiche di catenac-cio) e mette in cascina il punti-cino che voleva, mentre il Torospreca l’opportunità per dareuna svolta alla propria stagio-ne. Occasioni? Pochissime:una bella parata per parte, unrigore (su Moretti) richiestodai granata nella ripresa. “Eralampante” protesta negli spo-gliatoi il diesse granata Petra-chi. (fabrizio turco)
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SASSUOLO 0
CHIEVO (4-4-2)
Bizzarri 6 — Frey 6, Dainelli 6, Zukanovic 6,Biraghi 5.5 — Birsa 6, Radovanovic 5.5 (10’st Cofie 5.5), Hetemaj 5, Schelotto 5 (24’ stBellomo 5.5) — Meggiorini 6, Paloschi 5.
SASSUOLO (4-3-3)
Consigli 6 — Vrsaljko 6, Terranova 6 (44’ ptAntei 5.5), Acerbi 6, Peluso 6 — Taider 6, Ma-gnanelli 6, Missiroli 5.5 — Sansone 6, Floc-cari 5.5 (24’ st Pavoletti 5.5), Berardi 5.5 (37’st Floro Flores sv).Arbitro: Guida 6.Note: ammoniti Acerbi, Meggiorini, Ma-gnanelli, Sansone, Vrsaljko, Antei e Floro Flo-res.
Maran, primo puntopari con il Sassuoloma il Chievo è ultimo
VERONA. I fischi finali del Ben-tegodi sono la perfetta sintesi diuno zero a zero scialbo che in-chioda il Chievo all’ultimo po-sto in classifica e frena la seriedel Sassuolo che si ferma dopodue vittorie di fila. Finora il cam-bio sulla panchina dei veneti(dentro Maran fuori Corini)non sembra aver scosso la squa-dra, ancora troppo lenta e pre-vedibile. L’unica consolazione èun punto che arriva dopo 4 scon-fitte (primo del nuovo tecnico).Dall’altra parte, Di Francescodà la colpa alla stanchezza pergiustificare la scarsa prestazio-ne dei suoi, orfani di Zaza e conun opaco Berardi in attacco. Po-chissime emozioni ma alle duesquadre va bene così. I più delu-si sono i 5 mila del Bentegodi.
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Samp & Genoa, stessa favolala città si rialza col calcioUn’altra vittoriaper entrambi i clubblucerchiati supercon la Fiorentinafesta rossoblù a Udine
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GESSI ADAMOLISTEFANO ZAINO
LA CITTÀ dell’alluvione, con lagradinata doriana che chie-de “giustizia per Cucchi”,
con i due feudi caldi rossoblucer-chiati che ringraziano tutti gli Ul-tras d’Italia per la solidarietà, salottare nel fango e sa rialzarsi piùforte di prima. Spesso è capitatoanche nel calcio, con il Genoa cheè in A da 8 anni, ma prima era ab-bonato al saliscendi, con la Sampche nel 2011 è passata dai preli-minari di Champions ad un’ama-ra retrocessione, Genova che sidimena nei bassifondi della clas-sifica e che non viveva una gloriacontemporanea come quella at-tuale, due squadre in zona Cham-pions, dai tempi di Boskov, scu-detto blucerchiato con Vialli eMancini, e Bagnoli, Europa a tin-te rossoblù con Skuhravy e Agui-lera.
Genova, superba solo per il glo-rioso passato mercantile, con unpresente economico di crisi e de-pressione, ma sempre tenacequando c’è da rimboccarsi le ma-niche, sa come sostituire all’e-mergenza una favola inebriantecome l’attuale parabola calcisti-ca. Ci riesce con due presidenti so-pra le righe, Preziosi, vulcanicoda sempre ma non più mangia al-lenatori (con Gasperini ci fu unburrascoso divorzio, ma ora èamore indissolubile) e Ferrero,istrionico, spesso macchietta(talvolta dalle battute infelici, ve-di il caso Thohir), ma decisamen-te bravo nel motivare i suoi uomi-ni e regalare entusiasmo. Lo fa
con due allenatori da copertina, ilsaggio Gasperini, che da altreparti fallisce ma a Genova è tal-mente profeta da permettersi diredarguire quella parte di pubbli-co che fischia la squadra, e il guer-riero Mihajlovic, che per regalar-si l’Olimpo delle panchine cercadi portare il suo manipolo di gio-vani a livelli impensabili. Ed è ingrado con due squadre costruitein economia, figlie di floridi vivai(i blucerchiati Obiang, Soriano,Rizzo, i rossoblù Perin, Sturaro,Mandragora), parametri zero ocolpi a basso costo.
La Samp è terza, ieri ha strito-lato la Fiorentina con le reti di Pa-lombo, del “profeta in patria” Riz-zo e di Eder, e non è ancora im-battuta solo perché mercoledìscorso, allo scadere, ha regalatoun rigore all’Inter. Vince e Mihaj-lovic non si concede neanche unrespiro: «Ora bis con il Milan». IlGenoa ha un punto in meno e harisposto alla botta nel derby con13 punti in 5 gare, arenandosi so-lo davanti all’Empoli e battendopersino la Juve. Ieri in Friuli il tec-nico ha parlato di prova perfetta,«perché, nonostante la partenzachoc (Di Natale dopo 23 secondi),
abbiamo dominato con maturitàe tecnica». Un capolavoro chesuggella il legame di Gasperinicon il presidente, un allenatoreche è se stesso solo con la tuta ros-soblù addosso e Preziosi che gioi-sce solo quando si affida a lui. Ge-noa felice, ma non del tutto, per-ché è dietro alla Samp, un’osses-sione per Gasperini. Una setti-mana fa ha detto al presidenteFerrero: «Vedete di andare velo-ci, altrimenti vi acchiappiamo».Rapidi, come i rossoblù al terzo
colpo di fila in trasferta e con l’a-marezza post Empoli ormai se-polta: «Quelli sono come i Grem-lins del film di Spielberg, anima-letti apparentemente innocui mache seminano il terrore. Fortunache la maggioranza dello stadio lapensa come me». E d’accordo èanche la classifica. Che esalta ilGenoa e beatifica la Samp. Il fan-go si sta essiccando. Genova os-serva compiaciuta questa nuovapioggia. Di punti e di gol.
Il presidente Ferrero festeggia con la maglia “Core de Sampdoria”
Mihajlovic non si ferma:“Ora battiamo il Milan”Rimonta Gasperini,Di Natale segna dopo 23’’
CHIEVO 0
In Esclusiva nelle profumerie
la Repubblica 35LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014
SETTIMANA DI COPPE
Martedì Juve-Olympiacos,mercoledì Bayern-Roma
G V N P F SPUNTI VINTE
PARE
GGIAT
E
PERS
E
GOL F
ATTI
GOL S
UBITI
GIOC
ATE
DIFF
.ANN
OPR
ECED
ENTE
LA CLASSIFICA DI SERIE A
JUVENTUS 25 0 10 8 1 1 18 4
ROMA 22 -8 10 7 1 2 16 6
SAMPDORIA 19 +10 10 5 4 1 12 6
NAPOLI 18 -7 10 5 3 2 19 12
GENOA 18 +7 10 5 3 2 14 10
LAZIO 16 +2 9 5 1 3 16 9
UDINESE 16 +3 10 5 1 4 13 13
MILAN 16 +4 10 4 4 2 18 14
INTER 15 -4 10 4 3 3 15 12
FIORENTINA 13 -5 10 3 4 3 10 9
VERONA 12 -4 9 3 3 3 10 15
PALERMO 12 B 10 3 3 4 11 17
TORINO 12 +1 10 3 3 4 7 9
SASSUOLO 11 +5 10 2 5 3 10 15
CAGLIARI 9 -1 9 2 3 4 14 12
ATALANTA 9 -4 10 2 3 5 4 11
EMPOLI 7 B 10 1 4 5 10 18
CESENA 6 B 9 1 3 5 6 15
PARMA 6 -6 10 2 0 8 14 21
CHIEVO 5 +1 10 1 2 7 6 15
NAPOLI-ROMA 2-0
Reti: 3’ pt Higuain, 40’ st Callejon
EMPOLI-JUVENTUS 0-2
Reti: 16’ st Pirlo, 27’ st Morata
PARMA-INTER 2-0
Reti: 5’pt e 31’ st De Ceglie
CHIEVO-SASSUOLO 0-0
SAMPDORIA-FIORENTINA 3-1
Reti: 27’ pt Palombo (rig.), 43’ pt Rizzo,
45’ pt Savic, 33’ st Eder
TORINO-ATALANTA 0-0
UDINESE-GENOA 2-4
Reti: 1’ pt Di Natale, 21’ pt Marchese, 24’
pt Iago Falque, 41’ pt Widmer, 9’ st
Matri, 42’ st Kucka
MILAN-PALERMO 0-2
Reti: 23’ pt Zapata (aut.), 26’ pt Dybala
CESENA-VERONA OGGI ORE 19
LAZIO-CAGLIARI OGGI ORE 21
I RISULTATI PROSSIMO TURNO
Sabato 8 novem-bre, ore 18: Sassuolo-Atalanta; ore 20.45:Sampdoria-Milan.Domenica 9 novem-bre, ore 12.30: Ca-gliari-Genoa; ore 15:Chievo-Cesena, Em-poli-Lazio, Juventus-Parma, Palermo-Udinese; ore 18: Fio-rentina-Napoli; ore20.45: Inter-Verona,Roma-Torino
MARCATORI
8 reti: Callejon (Na-poli); 6 reti: Tevez (Ju-ve), Honda (Milan),Di Natale (Udinese); 5reti: Matri (Genoa),Icardi (Inter),Djordjevic (Lazio),Cassano (Parma), Hi-guain (Napoli); 4 reti:Ekdal e Sau (Cagliari),Babacar (Fiorentina)più altri 4 giocatori
MARCHETTI
PEREIRINHA
DE VRIJ
CANA
BRAAFHEID
PAROLO
BIGLIA
LULIC
CANDREVA
KLOSE
MAURI
CRAGNO
BALZANO
CEPPITELLI
ROSSETTINI
MURRU
CRISETIG
CONTI
EKDAL
IBARBO
SAU
COSSU
22
17
3
27
5
16
20
19
87
11
6
27
21
32
15
3
4
5
20
23
25
7
LAZIOCAGLIARI
ARBITRO:DI BELLOORE 21SKY SPORT1, SKY SUPERCALCIO, SKY
CALCIO1, PREMIUM CALCIO
AGLIARDI
CAPELLI
LUCCHINI
VOLTA
GIORGI
CARBONERO
CASCIONE
DE FEUDIS
RENZETTI
DEFREL
HUGO ALMEIDA
RAFAEL
SORENSEN
MORAS
MARQUEZ
AGOSTINI
IONITA
CAMPANHARO
HALLFREDSSON
NICO LOPEZ
TONI
GOMEZ
30
25
6
14
5
7
34
8
33
92
27
1
5
18
4
33
23
30
10
17
9
21
CESENAVERONA
Lazio di corsacontro ZemanCon il Cagliari dell’ex Zeman, laLazio cerca il 6° risultato utiledi fila per andare a -2 dallaRoma. «Terzo posto? Parlatenecon Lotito», dice Pioli. TornaMauri dopo lo stop del Coni,difesa inedita (Braafheid perRadu, esordio di Pereirinha perCavanda). Prima, Bisoli colCesena riceve il Verona: “Servel’aiuto di tutti per salvarci”.
Allegri in emergenza con l’OlympiacosJUVENTUS/PROBLEMI IN DIFESA E SULLE FASCE NELLA GARA DI DOMANI, CRUCIALE PER LA QUALIFICAZIONE
Massimiliano Allegri, 47 anni
EMANUELE GAMBA
TORINO
LAJUVENTUSha la miglior di-fesa tra le squadre deigrandi campionati euro-
pei, ha subìto appena tre reticome solamente il Bayern Mo-naco ha saputo fare, però nonsentirete Allegri sventolarerecord, né lo vedrete rileggerecompulsivamente una classifi-ca appagante. Ha altri proble-mi per la testa e, sulla soglia, ilprimo passaggio decisivo del-la sua stagione, uno snodo giàfondamentale: non battere do-mani l’Olympiacos nutrirebbela certezza di un abbandonorapido della Champions Lea-
gue, il principale obiettivo del-l’annata. La partita arriva nelmomento sbagliato perché sela vittoria di Empoli ha resti-tuito serenità (per la verità, nél’allenatore né i suoi giocatorisono mai apparsi particolar-mente agitati), la situazionegenerale resta piuttosto insta-bile a livello di salute, di forma,di maturità tattica. Oggi comeoggi la Juventus sta scoprendouna soluzione diversa in Mora-ta: è quasi normale che una ri-serva del Real Madrid in Italiafaccia la differenza, vista la di-screpanza di valore tra Liga eSerie A. L’attaccante spagnoloè la speranza del cambiamen-to, anche se domani dovrebbe
rientrare nei ranghi per resti-tuire il posto a Llorente, piùadatto a valorizzare il lavoro diTevez. Allegri ha pazienza, edovrà averne anche Morata.
Allegri ha però soprattuttoproblemi, e non dipendono dalui. A Empoli ha perso ancheOgbonna e Asamoah i cui pro-blemi (coscia per l’italiano, gi-nocchio per il ghanese) ver-ranno valutati con precisioneoggi: non sono malanni gravi,ma soltanto il difensore ha pal-lide speranze di giocare doma-ni. La difesa resta in emergen-za (Caceres sarà buono soloper la panchina) ma in Cham-pions i guai riguarderanno so-prattutto le fasce, visto che Li-
chtsteiner dovrà retrocederea fare il marcatore e a sinistramancheranno il titolare e lasua riserva, Evra, mentre il jol-ly Romulo non è ancora in con-dizione. L’allenatore dovreb-be arrangiarsi riproponendoPereyra sulla destra e adat-tando Padoin dall’altra parte:siamo alle soluzioni di scorta.Più complicate, invece, le scel-te a centrocampo: la logica delturn over dovrebbe escludereil più forma, Marchisio, anchese Vidal si dichiara vivo e vege-to: «Io sono sempre sorridentee con la testa concentrata sullaJuventus». Allegri è in attesache il cileno lo dimostri.
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Garcia, i giorni più duriprocesso ai giocatoridopo il flop di NapoliVertice con il ds Sabatini, il tecnico furioso per l’atteggiamentoMa anche lui è sotto accusa. E negli scontri diretti ha numeri pessimi
MATTEO PINCIENRICO SISTI
ROMA
CON DUE DITA nella presa (dicoscienza), il giorno dopoNapoli, Trigoria è stata
percorsa da una violenta scossa,avvertita forse fino ai “cancelli”di Capocotta, ancora affollati dibagnanti. Per evitare che unasconfitta come quella di sabatovenisse archiviata nel file “nor-malità”, prima c’è stato un verti-ce fra Garcia e il ds Sabatini, poiil confronto con la squadra. Sonovolate parole forti. Dopo ilBayern si fece lui carico del 7-1subito. Stavolta no. Di umore ne-rissimo, stavolta Garcia se l’èpresa con i suoi giocatori, ha vo-luto metterli di fronte alle pro-
prie responsabilità: perché scen-dere in campo con l'atteggia-mento remissivo di chi crede dipoter vincere per diritto acquisi-to, svogliati, senza agonismo,cattiveria, personalità, senza fa-re nulla di quanto provato in set-timana? Per gli antichi greci eraun peccato, lo chiamavamo “hy-bris”, tracotanza. Il contrariodell’umile determinazione pro-fessata da Garcia. Quando man-cano gli elementi che hanno resola sua Roma così bella e spendi-bile, cosa resta della Roma? Gar-cia ha chiesto di non cercare ali-bi nella stanchezza. Però stanchierano (era previsto un calo dopodue mesi o no?).
Pensieri che tradiscono delu-sione e rabbia, indeboliscono lemotivazioni dei singoli, ingialli-scono le aspettative del gruppo.Anche la città ha attaccato il suore. Nella tristezza lo ha riscoper-to semplice allenatore, capace
persino di sbagliare (perché to-gliere Totti e Florenzi quando lasquadra stava cominciando aschiacciare il Napoli?) Ma quan-te “Rome” esistono? Ce n’è unache gioca alla europea, con ritmi,recuperi palla e tagli che l’hannoresa celebre. C’è quella che siadatta a vincere col minimo sfor-zo di fronte a un’avversaria
“morbida”. C’è quella che reagi-sce con irruenza e lucidità (Tori-no e Manchester). C’è quellacompletamente priva di energieche smarrisce equilibri e distan-ze in campo. C’è quella che nonvede più la porta, si accanisce inpersonalismi, che non escogitasoluzioni alternative per partitequasi compromesse (i tiri da fuo-
ri area, le punizioni, lo sfrutta-mento delle palle inattive, i crossalti per Destro, se c’è Destro, i col-pi di testa, qualche idea più gros-solana, poco elegante magari,come i cross dalla trequarti perfare un po’ di “caciara” dentrol’area avversaria). In stagioneuna sola partita è stata vinta ri-correndo a uno di questi piani B:
quella di Parma. C’è infine quel-la che perdendo saldezza e fidu-cia evidenzia i limiti di alcunisuoi interpreti (gli esterni greci)e paga sin troppo l’assenza diMaicon. Tante Rome, bastereb-be la prima.
Le statistiche regalano un’al-tra scossa. Raramente la Romadi Garcia batte le rivali per lo scu-detto. Nel biennio sotto la guidadel francese la Roma ha giocato9 scontri diretti raccogliendo 3successi (Roma-Napoli 2-0 incampionato prima di Roma-Juve1-0 e Roma-Napoli 3-2 di coppaItalia) e addirittura 6 sconfitte,tre contro i bianconeri e altret-tante con la squadra di Benitez.In tutto 8 gol fatti e addirittura15 subiti. Questa tendenza l'alle-natore di Nemours se la trascinadietro dai tempi del Lille. Quan-do vinse la Ligue 1 perse controentrambe le avversarie nella cor-sa al titolo, Lione e Marsiglia, vin-cendo 1 partita su 4. Negli ultimi3 campionati francesi, Garcia haraccolto 3 vittorie e 7 sconfittenegli scontri diretti, perdendosempre contro chi avrebbe vintoil campionato: 2 ko su 2 gare conil Montpellier nel 2011/12, al-trettanti con il Psg nel 2012/13 e— arrivando in Italia — con la Ju-ve nel 2013/14. Nell’82/83Liedholm perse entrambi i duel-li con la Juve di Platini ma vinselo scudetto. Magari Garcia si con-solerà un po’. Mentre pensa alBayern, avrà in testa il Barone.
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L’allenatore subito il kocon il Bayern si assunsetutte le responsabilità,stavolta ha alzato la voce
3CON JUVE E NAPOLI
Sono solo 3 (su 8scontri diretti conJuve e Napoli) levittorie per la Roma diGarcia, una incampionato e due inCoppa Italia, tutte loscorso anno. Inquesta stagione duesconfitte su due per igiallorossi
1,4MEDIA PUNTI FUORI CASA
Nelle ultime 14partite giocate intrasferta, comprese leultime 9 dello scorsocampionato, la Romaha ottenuto 20 punti,appena 1,4 di media apartita, frutto di 6vittorie, 2 pari e 6 ko: 2vinte, 1 pari e 2 ko inquesto campionato
I NUMERI
ARBITRO:CALVARESEORE 19SKY SUPERCALCIO, SKY CALCIO2 PRE-
MIUM CALCIO
la Repubblica36 LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014REPUBBLICASPORT
Calcio
UN UOMO a forma di isola compie set-tant’anni venerdì. Non cercatelo,non lo troverete. Non telefonategli,non risponderà. Gigi Riva era un
astronauta, un cowboy. Gigi Riva era Odis-seo. Gigi Riva è un uomo solo.
Dentro la scorza di quella forza omerica,oltre quel sinistro straripante c’è sempre sta-to un orfano dal destino fragilissimo. Papà emamma gli morirono presto. Luigi proseguìl’infanzia al collegio dei poveri, poi diventòmeccanico a Leggiuno, Varese, e intanto cal-ciatore nel Laveno Mombello e nel Legnanoin serie C. Nel ‘63 lo prese il Cagliari: mille chi-lometri da casa. «A quel tempo, in Sardegnaal massimo ci mandavano i Carabinieri e i mi-litari in punizione», ha raccontato una voltaRiva. Tutte le virgolette che troverete in que-sto articolo sono state aperte prima, neglisquarci di luce che il suo buio interiore gli hapermesso. Sempre meno, adesso.
Sull’isola, l’uomo a forma di isola ar-rivò col magone, neppure l’aereo glipiaceva, le auto veloci invece sì.Quante volte, campione d’Italia, giàleggenda vivente e schiva, sarebbesalito sulla sua Dino Ferrari per cor-rere come un pazzo tra le curve a stra-piombo fino a Muravera, fino aCosta Rei. Il rumore delle on-de, il sole pauroso ela vertigi-n e .
Scap-pare ai centocinquanta al-
l’ora da qualcosa, invano.In queste ore lo hanno cercato
Ricky Albertosi, il vecchio portiere,e Tomasini, e tanti altri per dirglibuon compleanno. «Il telefonosquilla, si capisce che lui c’è ma nonrisponde». Non è più il dirigente ac-compagnatore della nazionale dopocinquant’anni d’azzurro e 35 gol, an-cora il record. Non vuole farsi vederementre zoppica scendendo le scale,le ossa rotte fanno male, l’anca scric-chiola, il tempo è un maledetto. Neigiorni sereni risponde però alle mailcon estrema gentilezza. Qualcunoogni tanto gli propone di scrivere in-sieme un libro di ricordi. Gigi dice no, esembra di vedergli il sorriso che s’in-crespa oltre lo schermo e la lontananza.
«Io non avevo che me stesso». La suastoria, la potenza e la precarietà. Legambe spezzate due volte, sempre in na-zionale, contro Portogallo (perone) eAustria (tibia e perone), un doppio sa-crificio per la patria. I due miliardi chela Juve voleva dare al Cagliari, ma lui ri-fiutò, il lombardo più sardo di tutti. Lasterlina d’oro che ogni Natale gli mandavaAngelo Moratti in segno di stima: anche l’In-ter, la sua squadra del cuore da bambino,
provò in ogni modo ad averlo. «Da piccolo spe-divo lettere ai campioni nerazzurri, a Sko-glund specialmente, ricordo l’attesa del po-stino e mai una risposta». Il Cagliari con loscudetto sulla maglia più spesso bianca. «Neavremmo vinto almeno un altro, senza la dit-tatura di Torino e Milano». La sua gente, persempre. «Negli occhi dei sardi non leggevi lafelicità del tifoso ma l’orgoglio»: per loro, Gi-gi era “arrogadottu”, il rompitutto. E le paro-le crudeli ascoltate nelle altre città, sul Con-tinente. «Ci gridavano ladri, banditi, peco-rai. E noi, per tutta risposta, più forti ancora».
Gigi Riva è stato l’idea platonica dell’ala si-nistra, la Ur-ala scesa nel mondo degli uomi-ni. Segnava gol pazzeschi in tuffo di testa, inrovesciata ma soprattutto col piede sinistro,tipo il 3-2 in Italia-Germania del Messico,mercoledì 17 giugno 1970: doppio controllo,tiro in diagonale, le braccia ben distese versoil basso nel gesto del tripudio, i pugni e gli oc-chi chiusi. Dissero che quel giorno finì dav-
vero l’onda dei Sessanta, dopo il ‘68 e piaz-za Fontana. L’Italia si avviava verso la sta-gione oscura. I Beatles si riunirono in stu-dio per l’ultima volta, a maggio del ‘70
uscì Let it Be, poi l’addio. Un litro di supercostava 160 lire. Nacquero in quel-
l’anno lo statuto dei lavora-tori e la legge sul divorzio.
«Il calcio serviva già alloraa tenere la gente davan-
ti al televisore per nonvedere il frigorifero
vuoto, oggi però èpeggio».
In campo, Gi-gi Riva mastica-
va il chewing-gum. E fuori dalcampo fumava si-
garette, bevevaqualche whisky, gio-
cava a poker.Una voltar a c c o n t òdell’imba-razzo nel-l’incontrare
De Andrè,altro sardo d’a-
dozione, e l’incrocioirrisolvibile delle loro timidezze. Sembravabrusco, Riva, come graffiato dentro. «Nonho avuto una grande infanzia, tutto parteda lì, il resto me lo sono creato da solo».Dalla latitanza, ogni tanto gli scrivevaGraziano Mesina, il campione bruciava lelettere però quel bandito lo incuriosiva,
era in fondo un altropezzo di Sarde-
gna, a suo modoun racconto epi-co, non solo delin-quenza, non solo
disamistade.
Il personaggioUn sinistro straripante, il record di gol tuttora imbattutoin nazionale, uno storico scudetto vinto a Cagliari nel ’70È stato l’ala sinistra ideale, potenza straordinaria ma anchefragilità: la gamba spezzata due volte, l’addio al calcio asoli 31 anni. Il simbolo di una regione che lo ha adottatoe che oggi protegge il suo desiderio di restarsene da solo
Il calcioteneva
davanti allatv e non sivedeva il
frigo vuoto
”
“GLI ANNI ‘70
Avrei volutovivessero di
più pervedere che
cosa hocombinato
”
“I GENITORI
Ci urlavanobanditi epecoraiE noi, in
risposta, piùforti ancora
”
“GLI INSULTI
MAURIZIO CROSETTI
E non è vero che Riva abbia vinto troppo po-co. O forse è vero solo se le vittorie si contano;ma se invece si pesano, quello scudetto a Ca-gliari non ha paragoni nella storia. In azzur-ro una Coppa Europa nel ‘68, lui giocò solo laseconda finale ripetuta all’Olimpico controla Jugoslavia, gol di Gigi Riva (poteva esserealtrimenti?) e Anastasi. E poi
Messico ‘70, in quel pomeriggio contro i te-deschi che resterà per sempre, nei secoli deisecoli anche se alla fine non si strinse nulla.La più grande ala sinistra della nostra storiachiuse con la nazionale il 19 giugno ‘74, con-tro l’Argentina, nel cuore della tenebra az-
zurra raccontata da Giovanni Arpi-no come nessuno. Un addio malin-
Gigi I silenziosi 70 annidi una leggendaa forma di isola
Riva
Così nacque Rombo di Tuono
GIANNI BRERA
IL 25 ottobre 1970 il Cagliari campione d’Italiabatte 3-1 l’Inter a San Siro. Riva segna 2 gol.Sul Guerin Sportivo, Gianni Brera scrive: «Il
Cagliari ha subito infilato e umiliato l’Inter a SanSiro. Oltre 70.000 spettatori: se li è meritatiRiva, che qui sopranomino Rombo di Tuono. (...)Il tripallico Riva avrebbe potuto segnare anche ildoppio».
la Repubblica 37LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014
SABATO LIVERPOOL-CHELSEA
Sabato (ore 14,45) anticipo di Premier Liverpool-Chelsea
conico, ammesso che ne esistano di diversi.Invece lo scudetto del Cagliari assomiglia-
va alla conquista della Luna, tutti passi im-possibili su satelliti remoti. Che ci facevanoNeil Armstrong e Riva, lassù? Come diavoloci erano arrivati? Però Gigi smise presto, ave-
va appena 31 anni, troppe ferite inquel corpo eroico e dolente.Nel ‘76 aprì una scuola calcio aCagliari, era anche il suo uffi-cio, uno dei molti rifugi. «L’iso-lamento è il bisogno di essereme stesso, e io non ho mai scel-to come essere». Imparò adamare il silenzio dei campi dagolf, le lunghissime passeggiatequando l’inquietudine urla, e tichiede pace o almeno una tregua.Cominciò a portare lenti affumi-cate sugli occhi, l’ennesimo scher-mo, ma i tratti del suo viso non mu-tarono, sempre quel ricciolo neroda fumetto sulla fronte, e le labbracome scolpite: il volto di un bassori-lievo. Zeffirelli gli offrì la parte diSan Francesco in “Fratello sole, so-
rella luna”, lui gentilmente rifiutò, e disse noanche alle proposte della politica e della pub-blicità. Nulla che potesse spostare la sua vitadall’asse, neppure di un millimetro, mai. Ildecaffeinato la mattina, camminare, il ripo-sino dopo pranzo, la gioia dei nipoti. E ogni se-ra, il minestrone da Giacomo. «Avrei volutoche mio padre e mia madre vivessero un po’di più, per vedere quello che ho combinato».
Orfani si è sempre ma quanti fratelli, Gigi.I sardi conoscono l’uomo a forma di isola e nerispettano le alte scogliere pur amandolo diun amore assoluto, come quando lui li guar-dava fisso negli occhi dal centro del campo, ilcolletto della maglia chiuso con i lacci, lostemma dei quattro mori sul petto. Essereuna narrazione, il racconto di gloriose gestae del buio che le accompagna, reclamandoneil prezzo. Essere una leggenda, ed essere co-sì soli.
DEPORTIVO LA CORUNA - GETAFE 1-2GRANADA - REAL MADRID 0-4 ATLETICO MADRID - CORDOBA 4-2BARCELLONA - CELTA VIGO 0-1REAL SOCIEDAD - MALAGA 0-1ATHLETIC BILBAO - SIVIGLIA 1-0VILLARREAL - VALENCIA 1-3LEVANTE - ALMERIA 2-1ELCHE - ESPANYOL 2-1RAYO VALLECANO - EIBAR ORE 20.45
REAL MADRID 24
ATL. MADRID 23
VALENCIA 23
BARCELLONA 22
SIVIGLIA 22
CELTA VIGO 19
MALAGA 18
VILLARREAL 14
GETAFE 13
ATH. BILBAO 11
VALLECANO* 11
EIBAR* 10
ESPANYOL 10
ALMERIA 9
GRANADA 9
DEPORTIVO 8
LEVANTE 8
ELCHE 8
REAL SOCIEDAD 6
CORDOBA 5
CHELSEA 26SOUTHAMPTON 22MANCH. CITY 20WEST HAM 17ARSENAL 17SWANSEA 15LIVERPOOL 14TOTTENHAM 14NEWCASTLE 13MANCHESTER U. 13
EVERTON 13WEST BROMWICH 13STOKE CITY 12HULL CITY 11ASTON VILLA 10LEICESTER 9CRYSTAL PALACE* 9SUNDERLAND* 8QPR 7BURNLEY 4
MONACO - REIMS 1-1LORIENT-PSG 1-2METZ-CAEN 3-2MONTPELLIER-EVIAN 2-0NIZZA-LIONE 1-3GUINGAMP-BASTIA 1-0LILLE-SAINT ETIENNE 1-1NANTES-RENNES 1-1BORDEAUX-TOLOSA 2-1MARSIGLIA-LENS 2-1
MARSIGLIA 28
PSG 24
LIONE 23
SAINT ETIENNE 21
BORDEAUX 21
NANTES 20
MONACO 18
METZ 18
MONTPELLIER 17
NIZZA 17
RENNES 16
LILLE 16
REIMS 15
TOLOSA 14
CAEN 12
GUINGAMP 12
LENS 11
LORIENT 10
BASTIA 10
EVIAN 10
LA CLASSIFICA
* OGNI ASTERISCO UNA PARTITA IN MENO
LA CLASSIFICA
LA CLASSIFICA LA CLASSIFICA
SCHALKE 04 - AUGSBURG 1-0AMBURGO - BAYER LEVERKUSEN 1-0HANNOVER - EINTRACHT FR. 1-0MAINZ - WERDER BREMA 1-2STOCCARDA - WOLFSBURG 0-4BAYERN - DORTMUND 2-1BORUSSIA M. - HOFFENHEIM 3-1COLONIA - FRIBURGO 0-1PADERBORN - HERTHA BERLINO 3-1
NEWCASTLE - LIVERPOOL 1-0 ARSENAL - BURNLEY 3-0 CHELSEA - QUEENS PARK RANGERS 2-1 EVERTON - SWANSEA CITY 0-0 HULL CITY - SOUTHAMPTON 0-1LEICESTER CITY - WEST BROMWICH 0-1 STOKE CITY - WEST HAM 2-2MANCHESTER CITY - MANCHESTER UNITED 1-0ASTON VILLA - TOTTENHAM 1-2CRYSTAL PALACE- SUNDERLAND ORE 21
BAYERN 24
BORUSSIA M. 20
WOLFSBURG 20
HOFFENHEIM 16
HANNOVER 16
LEVERKUSEN 16
PADERBORN 15
MAINZ 14
SCHALKE 14
AUGSBURG 12
E. FRANCOFORTE 12
COLONIA 12
HERTHA BERLINO 11
AMBURGO 9
STOCCARDA 9
FRIBURGO 8
WERDER BREMA 7
DORTMUND 7
Francia10a GIORNATA
Spagna
10a GIORNATA
Inghilterra10a GIORNATA
Germania
12a GIORNATA
United, derby smarritoora a Manchestercomanda solo il CityFRANCESCO SAVERIO INTORCIA
NONcercate la chiesa al cen-tro del villaggio. A Man-chester l’hanno spostata
più in là, verso est, nella diocesidel City, che ha riscritto le ge-rarchie cittadine e vinto il 4°derby consecutivo con lo United.Non succedeva da 44 anni, era lasquadra di Joe Mercer che a ca-vallo fra il ’69 e il ’70 piegò quat-tro volte di fila i Diavoli Rossi.Nell’era Premier, inoltre, solo ilLiverpool aveva costretto lo Uni-ted a una striscia così umiliante.Il City resta terzo, 20 punti, -6 dalChelsea. L’altra metà di Man-chester è a 13: metà del bottinodella capolista.
La stracittadina n. 168 l’ha de-cisa Agüero a metà ripresa, azio-ne da manuale: idea di YayaTouré, assist di Clichy, schieratoper l’infortunio last minute diKolarov. Protagonista assoluto,il Kun, al 10° centro in Premier:infuriato con Pellegrini per la so-stituzione nel finale, molto pri-ma aveva invocato due rigori daFellaini. Bel duello, ma con un
giallo: il belga in un’occasiones’è abbassato sul Kun a terra, ur-landogli di rialzarsi. Video e fotoimpazzano su Twitter, c’è chi ac-cusa Fellaini di aver sputato.«Ma no, nella foga di urlare gli ècaduta della saliva, si vede chia-ramente», ha minimizzato VanGaal.
Rigori negati a parte (un altronetto su Yaya Touré, molti dub-bi sull’arbitraggio di Oliver), ilCity ha avuto la strada spianatadall’espulsione di Smalling al39’ pt, due ammonizioni in 8 mi-nuti. «Un cartellino stupido, inun derby bisogna stare attenti,lui ha già chiesto scusa», l’ha re-darguito Van Gaal. Eppure certiatavici complessi d’inferioritànon vanno via neppure con unuomo e gol in più: e questo spie-ga perché il City debba ringra-ziare Hart, salvifico su Di Mariain un concitato finale, in cui loUnited ha sfiorato il pari purecon Van Persie e Fellaini. Per iltecnico olandese anche tanta jel-la: Rojo si è lussato una spalla:soccorso con l’ossigeno.
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VenerdìGigi Riva compie 70anni venerdì 7novembreA sinistra, con unsombrero, in ritirocon la nazionale aiMondiali del ‘70 inMessico. A lato, firmaautografi fra la gentein SardegnaIn basso, Rivafesteggia con Nené, epoi accanto a Pelé.Gigi Riva, nato aLeggiuno (Varese), havinto uno scudetto eun Europeo (‘68) conla nazionale. Tre voltecapocannoniere, 2°nel 1969 e 3° nel 1970nella classifica delPallone d’oro allespalle di Rivera primae di Gerd Müller poi
PREMIER LEAGUE
35 GOL AZZURRI
Riva in uno dei suoigol più celebri: a volod’angelo al San Paolodi Napoli contro laGermania est (1969)
“È riuscito a unire una regioneper noi un’esperienza di dignità”
L’INTERVISTA/MARCELLO FOIS
ANGELO CAROTENUTO
UN UOMO, un popolo. Comeun messia. «Perché GigiRiva si è fatto sardo. È
questa la forza del lunghissimomatrimonio fra noi e lui, il sensodella grande passione che duratuttora». Marcello Fois, scrittoree sceneggiatore sardo (ultimoromanzo “L’importanza deiluoghi comuni”, Einaudi), aveva10 anni quando il Cagliari, quelCagliari, vinse il campionato.«L’album delle figurine deicalciatori era come undocumento di appartenenza.Stabiliva che il Cagliari era comela Juve, era come l’Inter. Eppure,quando nel resto d’Italia usciva,il mio edicolante non semprel’aveva. A Nuoro poteva arrivareanche con una settimana diritardo. Per comprare la monetacelebrativa del primo uomo sullaLuna, sarò passato a chiederlaalmeno dieci volte».
È così che nel 1970 simisurava la percezione di unadistanza?
«Era una vita ai margini, daconfini dell’impero. Ma c’eracomunque della poesia inquell’attesa, nel sentirsi dei figlicadetti, nel non sapere come sistava a tavola. Per tutto questo,forse, la figurina di Gigi Riva siconservava anche se eradoppione».
Cos’era la Sardegna in queglianni?
«Una regione che viveva unastagione terribile. L’anonimasequestri, Graziano Mesina, iBaschi Blu. Gigi Rivarappresentò il nostro ingressopositivo nella nazione. Era ilvolto della sardità. Dopo sonovenuti Gianfranco Zola e PaoloFresu. Ma lui è stato speciale,perché fu il primo e perchéveniva da lontano. Veniva perrestare».
Ed era tanto incredibile?«Sì, perché tanti di noi nel tempohanno dovuto decidere di essereun’altra cosa, di andare via,inseguire un lavoro, scavarenelle miniere altrove. Questoeroe strepitoso, invece, faceva ilcammino inverso. E poi ha avutoil merito di unire una regione. InSardegna i campanili contanomoltissimo. Lui è amato da tutti,un patrimonio condiviso».
La prima volta che ha sentitoparlare di lui?
«Prestissimo. Per un bambinodell’epoca arrivava prima o poi ilmomento in cui ci si accorgeva diessere parte di una nazione piùgrande. Il primo passaggiocoincideva in genere con lalettura di De Amicis: iltamburino sardo. Il secondo erala scoperta di Gigi Riva».
Lo ha mai incontrato?«Ho tentato di invitarlo unavolta al Festival di Gavoiattraverso un’amica. Non osaifarlo di persona, vivo nel terroredi disturbare Gigi Riva, un uomoschivo, così poco pubblico. Mifece sapere che non sarebbevenuto per non offendere tuttigli altri a cui in precedenza avevadetto di no. Una risposta moltosarda, trovai strano che venisseda una persona nata altrove. Oforse noi sardi siamo menodiversi di quanto pensiamo».
Gigi Riva quanto haalimentato questa diversità?
«Prima di lui, pensavamo diappartenere a una zonadepressa, inferiore. Scegliendodi stare fra noi, Gigi Riva è statoil primo invece a dirci cheeravamo bellissimi estraordinari. Riva è stato per noiuna grande esperienza didignità, un esercizio diautostima collettiva. Credo didoverlo ringraziare per tuttoquesto».
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la Repubblica38 LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014REPUBBLICASPORT
5 TROFEI COL GUANGZHOU
3 campionati, una coppa di Cinae una Champions d’Asia per LippiCalcio
ALTRA giornata ideale perMazzocchi e gli altri di 90°Minuto nel contestare l’i-
per-spezzatino e il calcio moder-no, prendendo a esempio un tifo-so del Cagliari che stasera non po-trà essere all’Olimpico per la garacon la Lazio in quanto è lunedì. Pe-raltro delle quattro gare miraco-losamente rimaste nel pomerig-gio di domenica due sono finite indesolante zero a zero. Affranti gliinviati di 90° nel commentarel’accaduto dai due campi.
***In poche ore nella giornata di
ieri la moglie di Di Natale ha con-testato via Facebook la moglie diAntonini e la moglie di Pazziniche twittavano contestazioni agliallenatori, a quel punto è interve-nuto Bobo Vieri via Twitter rim-proverandole tutte quante, al chela moglie di Cassano ha polemiz-zato con Bobone il quale a quelpunto ha controreplicato e so-prattutto chissenefrega.
***A Novantesimo Minuto fanno
notare che Cassano si scatena so-prattutto contro Mazzarri e che“se Mazzarri allenasse tutte le al-tre squadre di A, Cassano sareb-be fisso in Nazionale”. E soprat-tutto il campionato sarebbe unvero spasso.
***A proposito di interisti deva-
stati dalla propria squadra e chehanno perso calma e punti di rife-rimento, a Sabato Sprint (Rai-due) Marco Civoli si ritrova De Ce-glie in collegamento e gli sibila:“Lo sa che i suoi due gol sono statimolto casuali?”. Quello dice “ahbeh” e incassa fin troppo signoril-mente, mentre cala il gelo in stu-dio.
***Simbolo efficace dei tempi e
della relativa comunicazione,nessuno ha la minima idea di chiabbia vinto la maratona di NewYork: ma chiunque aveva un cu-gino o un collega di lavoro in garane ha controllato passo passo laprestazione grazie all’appositaapplicazione via smartphone. Ti-fando affinché venisse almenobattuto il tempo di SpiridonLouis.
***“Ferrero mi ruba la scena me-
diatica? Ma io non ho mica questeambizioni, non faccio lo sceno-grafo” (Claudio Lotito, Il Proces-so del Lunedì, Rai Sport). “Denise Raimondi chiudono un triango-lo scaleno amplissimo” (RiccardoTrevisani, Sky Sport). “Ecco incollegamento Colantuono: stase-ra se l’è vista prima molto bellama poi molto brutta. Vai, Dona-tella Scarnati” (Marco Mazzoc-chi, 90° Minuto). “Dicano quelloche vogliono, ormai ho tanto pelosullo stomaco e anche da tutte lealtre parti” (Walter Mazzarri,Sky Sport). “Visto che parlate dicampionato spezzatino, vi piacedi più la cacio e pepe o la carbona-ra?” (Domanda via Twitter di untelespettatore di 90° Minuto.Marco Mazzocchi la legge e poi in-terroga gli ospiti in studio al pro-posito).
***Adriano Galliani: “Voglio arri-
vare alle Nozze d’oro col Milan, vi-sto che nel resto non ci sono riu-scito…” Ilaria D’Amico: “Vale pertutti e due, Galliani” (Sky CalcioShow)
SCHERMAGLIE
BOBOLE MOGLIE LE NOZZEDI GALLIANIE ILARIA
ANTONIO DIPOLLINA
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Arresto cardiaco, lo salva l’avversarioIL CASO/PAURA DURANTE MATERA-SALERNITANA: IL DIFENSORE SOCCORRE PER PRIMO L’ATTACCANTE
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GIULIANO FOSCHINI
BARI.Si chiama Ciro De Franco. Ed Ettore Men-dicino, attaccante 24enne della Salernitana,non dovrà mai dimenticare il nome di questoonesto difensore del Matera. Perché gli ha sal-vato la vita. Lui, e non il defibrillatore che nonc’era a bordo campo. O l’ambulanza che è arri-vata con troppi minuti di ritardo. Mendicino ie-ri ha rischiato di morire. Dopo pochi minuti digara del campionato di Lega Pro, tra i padronidi casa del Matera e la sua Salernitana, Mendi-cino in seguito a uno scontro di gioco ha perso isensi. Era saltato con De Franco ed è caduto ro-vinosamente a terra. «È andato in arresto, e lalingua stava per farlo soffocare» dicono i sani-tari. A salvarlo è stato proprio l’avversario che
si è accorto immediatamente quello che stavaaccadendo, ed è riuscito a evitare il peggio ef-fettuando le prime, e decisive, manovre di sal-vataggio.
A bordo campo non c’era, stando a una rico-struzione, il defibrillatore e così si è dovutaaspettare l’ambulanza che però ci ha messo piùdi cinque minuti a entrare in campo perché l’ac-cesso era ostruito. Quando sono arrivati Men-
dicino era ancora privo di sensi ed è stato tra-sportato subito in ospedale. I calciatori si sonorifiutati di riprendere il gioco e così la partita èstata sospesa per 15 minuti. Tutto è rientratosoltanto quando sono arrivate buone notiziedal pronto soccorso: Mendicino si era svegliato,è fuori pericolo anche se rimarrà qualche gior-no in ospedale, sotto osservazione. Il capitanodella Salernitana ha dato l’annuncio al me-gafono e la partita è ripresa (vinta 2-1 dai cam-pani). «Quando ho visto Mendicino a terra hopensato a Morosini — ha spiegato De Franco afine partita — Mi sono detto: non può succede-re di nuovo e ho fatto quello che mi avevano in-segnato, tirandogli fuori la lingua. Non lo co-nosco. Ma vorrei parlargli nei prossimi giorni».
Protagonisti De Franco eMendicino trasportato in ospedalePolemiche per il ritardodell’ambulanza col defibrillatore
Il personaggioIl “cattivo vincente”, amato daisuoi tifosi e detestato da tuttigli altri, chiude la sua grandecarriera. Segnata dal Mondialee dai 5 scudetti con la Juve
Da Berlino alla CinaLippi dice addio“Non allenerò piùsto invecchiando”Dopo il terzo titolo consecutivo con il Guangzhoul’ex ct annuncia il ritiro: “A 67 anni è il momento giusto”
FABRIZIO BOCCA
DOPOesser stato sbatacchia-to per aria da Gilardino eDiamanti, e soprattutto
dai cinesi del Guangzhou Ever-grande — che se dicessimo Can-ton saremmo tutti assai menostupiti di dove abbia passato gliultimi due anni e mezzo il nostro— Marcello Lippi si è aggiustatola tuta e ha detto con quel tono se-rio che incute soggezione: «Ba-sta, non allenerò più, presto farò67 anni, sto invecchiando». Ce-derà il posto probabilmente a Fa-bio Cannavaro, suo luogotenen-te ai Mondiali 2006. Lo ha dettomentre festeggiava il terzo scu-detto consecutivo della squadracon cui ha deciso di chiudere lacarriera in panchina. Che va dalPontedera alla Cina, e già questofa capire quali e quante stradeabbia aperto il calcio oggi.
Quando chiuse come calciato-re 30 anni fa faceva il libero nellaSamp, ruolo preistorico ormaiestinto, per finire a fare il MarcoPolo del football. Lo avevano pre-ceduto altri tipo Materazzi Sr.,ma insomma fra le spedizioninon c’è nemmeno confronto. IlGuangzhou Evergrande è finitoper metà nelle mani del boss diAlibaba, l’Ebay d’Oriente ma oramondiale, e paga senza battereciglio parecchi milioni di euro cal-ciatori europei, brasiliani e purequalche solenne scarpone. E aLippi qualche decina di milioniper la scomodità di soggiornare aCanton invece che a Viareggio,con la sua comunità-staff (Pez-zotti, Maddaloni, Rampulla,Gaudino, Del Rosso, Castellacci,Cotti, Innocenti), un’intera Lit-tle Italy in una megalopoli di 13milioni di abitanti.
Tra la partenza a Pontedera el’arrivo a Canton ci sta l’epopeadell’allenatore col toscano inbocca — Lippi sta al sigaro comeBearzot alla pipa, Zeman e Sco-pigno alla sigaretta, Ferguson alchewing gum — che prima ri-porta la Juve alle glorie perdute,lì dove cioè non si vedeva più unoscudetto da 9 anni, e poi porta ad-dirittura l’Italia a vincere il suo 4°mondiale, 24 anni dopo il prece-dente. L’Italia del ‘34 fu di Meaz-za, quella del ‘38 di Piola, quelladel 1982 di Paolo Rossi, quelladel 2006 di Marcello Lippi, unaspanna più in alto di qualsiasigiocatore (Cannavaro compre-so). Lippi conquistò quel mon-diale e sbatté la Coppa in faccia a
un mondo che, nel caos di Calcio-poli, lo aveva messo nel mirinonon tanto per la targa Juventus,ma soprattutto per il figlio e perla sua strettissima vicinanza alladitta Moggi & Giraudo, il Gatto ela Volpe del grande scandalo. Einfatti se ne andò.
Gli juventini collocano Lippi inuna sacra Trimurti ideale insie-me a Trapattoni e Conte, che incomune con lui hanno o hannoavuto il protagonismo, il caratte-re forte e il timbro di continuitàdel calcio all’italiana. A tutti glialtri, ai non juventini, MarcelloLippi è o è stato sullo stomaco,perché ha vinto tantissimo, e an-che perché non fa molto per mo-strarsi cordiale e simpatico. “Ilcattivo vincente” è un ruolo chegli è sempre piaciuto, e con l’“io
contro tutti” ha portato a casatutto quello che c’era da portare.
Ha allenato due volte la Juve edue volte la nazionale. Entrambii ritorni non furono onusti ditrionfi quanto le prime esperien-ze. Però lo scudetto vinto dalla Ju-ve il 5 maggio 2002 a Udine, men-tre l’Inter che già sognava iltrionfo veniva bastonata dallaLazio e finiva terza, è l’apoteosibiblica della juventinità lippia-na. Ancora oggi oggetto di stu-dio. Il 5 maggio è la morte di Na-
poleone e il 28° scudetto della Ju-ve. Ecco, uno dei caratteri distin-tivi nei grandi trionfi di Lippi èche c’è sempre un filo di sadismo.Che unisce Ronaldo in lacrime eZidane che chiude la carriera conuna testata a Materazzi.
Avrebbe voluto vincere tantoanche lontano dalla Juve e dallaNazionale, la Cina ha solo in par-te appagato questo suo deside-rio, ma lo straordinario metodoLippi, talmente forte e persona-lizzato, non è mai stato facil-mente esportabile. La sua av-ventura all’Inter si chiuse a Reg-gio Calabria col famoso monolo-go: «Mi vergogno della squadra,se fossi il presidente prendereitutti a calci nel culo». E infatti fului il primo. Il Lippi bis in nazio-nale culminò in un delirio di on-
nipotenza autodistruttiva che loportò ad affondare con tutta lasquadra spompata del 2006. Edel resto lo si era capito quando siera presentato al Festival di SanRemo 2010 per sponsorizzare —senza dire nulla alla Federcalcio— “Italia Amore Mio” di Pupo,Luca Canonici ed Emanuele Fili-berto. Un momento tristissimo.
“I cavalli si contano al palo,Johnny”. Ora che l’avventura daallenatore è chiusa, trova compi-mento la citazione western chelui rese famosa anche più di“Quando un uomo con la pistolaincontra un uomo col fucile, quel-lo con la pistola è un uomo mor-to” (Clint Eastwood). Il PaulNewman del calcio italiano — ac-costamento che ha sempre dete-stato — ha vinto 5 scudetti, unaChampions (e 4 finali), un’Inter-continentale e un Mondiale. E 3scudetti in Cina, che in tutta one-stà vanno messi in una contabi-lità a parte.
Basta allenare, farà il grandesaggio che veglia su Cannavaro,anche perché il contratto garan-tisce altri milioni fino al 2017.Nella Little Italy di Canton non sisoffre di nostalgia.
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Resterà in Oriente a fareil direttore tecnico. Il suoposto in panchina verràpreso da Cannavaro
VENT’ANNI DI TRIONFI
Marcello Lippi, 66 anni, dal trionfoal Mondiale tedesco del 2006 alla
Champions conquistata con la Juventusa Roma nel 1996 fino ai tre scudetti
consecutivi con il Guangzhou
la Repubblica 39LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014REPUBBLICASPORT
DOMENICA C’È INTERLAGOSIl Gp del Brasile è la penultimagara del Mondiale 2014Formula Uno
Sassari sbanca Romae Recalcati beffa il Poz
BASKET/ VENEZIA VINCE CONTRO VARESE SULLA SIRENA. OGGI MILANO
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WALTER FUOCHI
NON va, fra i canestri, cometra Giotto e Cimabue, e vin-ce stavolta il maestro Re-
calcati, sull’allievo Pozzecco, os-sia il tecnico d’antico pelo, anchese deve spaccare in due l’ultimosecondo per veder accasciatoquello che fu il suo play di scudet-to e medaglia olimpica. A 55 cen-tesimi dalla sirena, fra Venezia eVarese che sono ancora pari, risol-ve Goss, un ex, con una tripla da ot-to metri. Il Poz s’era illuso guidan-do di 10 (80-70) a 7’ dalla fine, ilCharlie era rientrato e aveva sor-passato nel finale. Poi, i tiri liberiavevano messo pari le duellanti fi-no all’ultimo pallone: quello cheGoss ha collocato in cima a una tor-ta di 21 punti, per una vittoria gon-fiata anche da Viggiano (27 punticon 5 triple), in uno splendidoduello con Rautins (21 con 6).
Dopo la partita più bella del tur-no, c’è stato, a Roma, il successoche isola Sassari in vetta, in attesadi vedere se Milano, stasera adAvellino, saprà rispondere. Sof-frirà anche in Europa, la Dinamo,ma nel giardino nazionale restaun gruppo di qualità. Sontuosa nelprimo quarto (29-18), sicura nelsecondo (46-34), la banda Sac-chetti è poi calata per fatica, tro-vandosi Roma a -1. Difesa, rimbal-zi e canestri di Logan (17) e Dyson
(21) l’han fatta resistere. Per il re-sto, il colpo di giornata è stato diCapo d’Orlando, che a Cremonas’è tolta da quota zero, dove resta-no solo Caserta e Pesaro.
Risultati: Reggio Emilia-Pesaro91-73, Brindisi-Trento 82-74,Cantù-Bologna 89-67, Caserta-Pi-stoia 59-63, Cremona-Capo d’Or-lando 76-78, Venezia-Varese 98-95, Roma-Sassari 75-84. Stasera(20, RaiSport1): Avellino-Milano.Classifica: Sassari 8; Milano, Brin-disi, Venezia e Reggio Emilia 6;Cremona, Cantù, Pistoia, Varesee Roma 4; Bologna, Trento, Capod’Orlando e Avellino 2; Caserta ePesaro 0.
Lawal a canestro contro Roma
N. Rosberg (Gbr)Mercedes 4”314
D. Hamilton (Gbr)Mercedes 1h40’04”785
alla media di 184,896 km/h
D. Ricciardo (Aus)Red Bull 25”560
F. Massa (Bra)Williams 26”924
F. Alonso (Spa)Ferrari
Lewis Hamilton (Gbr)
7°Button (Gbr), 8°Massa (Bra),9°Hulkenberg (Ger), 10° Magnussen (Dan)
7°Vettel, 8°Magnussen9°Vergne, 10°Maldonado
316
Nico Rosberg (Ger) 292
Daniel Ricciardo (Aus) 214
Valtteri Bottas (Fin) 155
Sebastian Vettel (Ger) 149
Fernando Alonso (Spa)
MERCEDES
G.P. USA
149
608
RED BULL 363
WILLIAMS
FERRARI 196
MCLAREN 147
FORCE INDIA 123
1’35”231
V. Bottas (Fin.)Williams 30”992
Il colpo di Hamilton, Mondiale più vicinoUsa, un sorpasso da applausi e l’inglese batte Rosberg, ormai staccato di 24 punti. Ma dopo il Brasile c’è l’incognita Abu Dhabi
HAMILTON
La Mercedes è stataincredibile: conRosberg ora è unaquestione vitale, sitratta di uccidere oessere ucciso
”
“
DAL NOSTRO INVIATOMARCO MENSURATI
AUSTIN
UN SOLO colpo, sparato confreddezza e nel momentogiusto, aggiudica a Lewis
Hamilton il duello texano, per as-secondare la retorica westerncon cui qui negli Usa avevanopresentato la gara contro NicoRosberg. E’ successo poco primadi metà gara, quando dopo un pu-gno di giri consumati in una dan-za leggera d’avvicinamento, Ha-milton ha azzannato Rosberg,passandolo in curva con una ma-novra tanto classica quanto pre-cisa. Il resto è stato una dolce ca-valcata verso il primo gradinodel podio. Il titolo mondiale orasarebbe a un passo, per l’inglese.Se non ci fosse la diavoleria in-ventata da Bernie Ecclestone perspremere qualche dollaro in piùagli emiri di Abu Dhabi, ovvero ildoppio punteggio della gara fi-nale che di fatto lascia ancora tut-to aperto, nonostante il vantag-gio di Hamilton sul rivale sia sali-to, dopo la vittoria, a 24 punti.Molto, ovviamente, dipenderàda quello che accadrà tra una set-timana, in Brasile, penultima ga-ra stagionale, ultima con il pun-teggio ordinario. Inutile negareche il grande favorito resti pro-prio Hamilton. L’inglese ha do-minato tutta la stagione (ha vin-to undici volte contro le quattrodi Rosberg) e però il tedesco èstato più continuo andando apunti una volta in più del rivale.Decisiva sarà la gestione dell’a-spetto psicologico di una situa-zione tanto anomala come quel-la determinata dalla storia deldoppio punteggio.
Del duello in casa Mercedes,ieri alla Ferrari hanno avuto so-lamente notizie via radio, vistoche si svolgeva molto lontanodalle vetture di Alonso e Raikko-nen. Si può dire che dopo Marus-sia e Caterham, la Ferrari sia sta-ta il terzo team mancante dellagara americana. Un’assenzasimbolicamente riassunta nellagaffe incredibile fatta da Raikko-nen, prima del via. Il finlandese è
riuscito a “bucare” la cerimoniadell’inno, alla quale gli america-ni sono piuttosto affezionati: eral’unico pilota assente. Può sem-brare un dettaglio, ma la dicelunga sullo stato confusionaleche regna nel team.
In pista le cose non sono anda-te affatto meglio. Raikkonen,con l’unico alibi di essere statotamponato in partenza dalla For-ce India di Perez — al quale do-vrebbero fare il test del pallonci-no ad ogni gara — si è nascostonelle retrovie, e lì è rimasto lan-guidamente fino alla bandiera ascacchi, finendo terzultimo. Po-co di più ha fatto Alonso. Lo spa-gnolo ormai con la testa altroveha timbrato il cartellino, piaz-zando la sua numero 14 in sestaposizione, a più di un minuto didistanza da Massa (quarto) eBottas (quinto).
Decisamente meglio le cosesono andate dal punto di vista po-litico. Dove Mattiacci ha portatoa casa un buon risultato sul fron-te dello scongelamento dei mo-tori per il 2015. Il regolamentoprevede che le case costruttrici
possano intervenire, prima delvia del prossimo campionato, sul48% del motore che poi deve ri-manere congelato fino a finecampionato. La Ferrari avevachiesto che questa regola, ispira-ta al contenimento dei costi, ve-
nisse modificata: i costruttori se-condo Maranello dovrebbero po-ter intervenire sui motori sem-pre solo per il 48%, ma lungo tut-ta la stagione. La Mercedes si eraopposta: in teoria perché controil contenimento dei costi, in pra-
tica perché riteneva questo unvantaggio competitivo per i riva-li. Per qualche settimana sonovolate pure parole grosse (“LaFerrari non sa fare i conti, ha bi-sogno di una calcolatrice”). Fi-nalmente, ieri, grazie anche allepressioni di Ecclestone e dellaFia, i tedeschi hanno mollato. Ladirezione è quella di un compro-messo: si potrà intervenire in piùriprese, prestabilite. Prima di as-segnare il punto alla Ferrari,però, bisogna che la decisione,accettata preliminarmente dalteam Mercedes, venga approva-ta definitivamente dal quartiergenerale di Stoccarda.
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Alonso 6°, Raikkonenterzultimo. Ma Mattiacciottiene modifiche alleregole 2015 sui motori
24° GIROIl sorpasso di
Hamilton su Rosbergad Austin: per
l’inglese quintavittoria consecutiva,
decima in questastagione, oltre che
terza in America
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Procedura di aggiudicazione: L’aggiudicazione sarà effettuata con il criterio di cui ai punti IV.2.1 e VI.3del bando di gara integrale pubblicato sul profilo di committente: http://www.goriacqua.com. Importo complessivo dell’appalto posto a base d’asta: 3.657.295,35 - Modalità di partecipazione:Le modalità di partecipazione sono riportate al punto VI.3 del bando di gara integrale. Ricezione offerte:Le offerte, redatte in conformità alle disposizioni riportate nel disciplinare di gara, dovranno essererecapitate al protocollo G.O.R.I. S.p.A. al seguente indirizzo: G.O.R.I. S.p.A. – Via Ex Aeroporto, sncc/o Consorzio Il Sole - 80038 Pomigliano d’Arco (NA) entro le ore 12.00 del 24/11/2014. Richiestainformazioni: Per eventuali chiarimenti e informazioni di carattere tecnico occorre contattare, fino a tregiorni prima della scadenza del termine di presentazione delle offerte, i punti di contatto di cui al punto I.1del bando di gara integrale.
Pomigliano d’Arco (NA), lì 24/10/2014 Il Responsabile del Procedimento Ing. Marisa Amore
ESTRATTO AVVISO INDICATIVO PERIODICO – SETTORI SPECIALISERVIZI E FORNITURE 2016/2018
Ente affidante: ATVO S.P.A., piazza IV Novembre, 8 - 30027 San Donà di Piave (VE) - Italia; te-lefono +39 04215944, fax +39 0421594534; sito internet: www.atvo.it; punti di contatto: Dire-zione amministrativa - dr. Sergio Scaggiante, posta elettronica [email protected]: Servizi triennio 2016/2018 (pulizie locali; vigilanza sedi; manutenzione impianti antin-cendio; manutenzione impianti riscaldamento/raffrescamento, manutenzione impianti elettrici;smaltimento rifiuti; rettifica motori; revisione radiatori; disinfestazione ambienti). Forniture trien-nio 2016/2018 (gasolio; lubrificanti e antigelo; pneumatici nuovi; pneumatici ricoperti; ricambiper meccanica e carrozzeria autobus; accumulatori; prodotti vernicianti ed ausiliari; prodottiigienico-sanitari; biglietti di viaggio; vestiario).Procedura di aggiudicazione: procedura ristretta.Termine e modalità di presentazione manifestazioni di interesse: le manifestazioni di inte-resse dovranno pervenire alla Direzione amministrativa ATVO S.p.A., piazza IV Novembre, 8, SanDonà di Piave entro, e non oltre, le ore 12.00 del giorno 31 MARZO 2015.Informazioni: l’avviso indicativo periodico – settori speciali, in forma integrale, per i servizi èstato spedito, per la pubblicazione GUCE, in data 27/10/2014; l’avviso indicativo periodico – set-tori speciali, in forma integrale, per le forniture, è stato spedito, per la pubblicazione GUCE, indata 29/10/2014.Gli avvisi sono consultabili anche nel sito aziendale www.atvo.it.
f.to IL DIRETTORE GENERALE(ing. Stefano CERCHIER)
AZIENDA OSPEDALIERA S.CAMILLO FORLANINIP.zza Carlo Forlanini, 1 00151 Roma
ESTRATTO AVVISO DI GARA ESPERITAQuesta Azienda con deliberazione n. 564 del 15/10/2014 ha aggiudicato la garaa procedura aperta per la fornitura di Dispositivi medici di drenaggio dell'AziendaOspedaliera S. Camillo Forlanini alle ditte, per lotto aggiudicato, per importo c/iva,e per numero Cig come di seguito indicato: TAU MEDICA lotto 1 Euro 10.079,645707231COO lotto 30 Euro 36.600,00 57079984F5 lotto 31 Euro 732,005708010ED9 SPMED lotto 2 Euro 6.514,80 57072950D4 lotto 3 Euro 12.883,205707310D31 lotto 7 Euro 590,48 5707384A43 lotto 15 Euro 59.658,0057077020B2 lotto 16 Euro 7.954,40 5707733A44 lotto 18 Euro 14.640,005707763308 lotto 23 Euro 2.635,20 5707892D79 lotto 24 Euro 951,60570790368F COVIDIEN lotto 6 Euro 1.281,00 5707361749 lotto 8 Euro 17.385,0057073931B3 lotto 12 Euro 1.464,00 57075188D8 lotto 14 Euro 22.911,6057077020B2 lotto 27 Euro 46.970,00 5707950D56 FBM lotto 9 Euro 5.490,00570740291E lotto 19 Euro 732,00 5707772A73 lotto 20 Euro 1.061,405707825631 HMC lotto 13 Euro 68.320,00 5707693942 EUROSETS lotto 17Euro 1.952,00 57077475D3 DAVI MEDICA lotto 21 Euro 1.830,00 5707834D9Clotto 25 Euro 14.640,00 5707914FA0 ID&CO lotto 22 Euro 10.736,005707865733 lotto 26 Euro 49.483,20 5707932E7B COLOPLAST lotto 28 Euro7.949,52 5707865733 ALSE MEDICA lotto 29 Euro 14.347,20 5707988CB2 HE-ALTH DEFENCE lotto 32 Euro 25 .620,00 570802071C. L’avviso di aggiudicazioneè stato inviato alla GUCE il 23/10/14 e pubblicato sui siti www.regione.lazio.itwww.serviziocontrattipubblici.it www.scamilloforlanini.rm.it/benieservizi, da cia-scuno dei quali può essere tratta ogni uteriore informazione utile.Il Responsabile del procedimento: Dott. Paolo Farfusola
IL DIRETTORE GENERALE Dott. Antonio D’URSO
SERIE B
LATINA, DERBYAL FROSINONE
Posticipi della 12ª:Latina-Frosinone 1-4,Varese-Modena 2-1.
VOLLEY
MODENAVINCE ANCORA
4ª giornata: Milano-Modena 0-3, Molfetta-Latina 2-3, Padova-Perugia 0-3, Ravenna-Macerata 0-3. Class.(prime pos.): Modena12, Macerata, Piacenzae Ravenna 9; Trento 8;Perugia e Molfetta 7.
TENNIS/1
PARIGI-BERCYA DJOKOVIC
Finale Parigi-Bercy:Djokovic (Srb) b.Raonic (Can) 6-2, 6-3.
TENNIS/2
MASTERS BPENNETTA KO
Finale Masters B aSofia: Petkovic (Ger) b.Pennetta 1-6, 6-4, 6-3.L’azzurra n. 13 Wta.
SPORTIN BREVE
238
DAL NOSTRO INVIATOEMANUELA AUDISIO
NEW YORK
AQUALCUNO piace fredda.Non si viene qui a conso-larsi. Non lo permette il
vento che arriva dall’Artico eche fa scendere il termometroa tre gradi. È la maratona delmilionesimo runner, ma an-
che la più gelata degli ultimiventi anni, con raffiche di 60km orari. Correre controventoè dura, ma la leggerezza ke-niana sbanca New York: vin-cono tutto loro, gli atleti del-l’altopiano, Wilson Kipsangtra gli uomini e Mary Keitanytra le donne. La loro Africa haun bel fiato e mette le mani sul-l’edizione numero 44. Sullestrade del mondo nessunoonora elegantemente la faticacome questo pezzo di conti-nente. Il cronometro non ègranché, ma dimostra come ilvento sia un avversario checintura gambe e ritmo: Ki-psang all’arrivo a CentralPark alza la mani, ha una fac-
cia allegra, pare quasi vogliaballare, forse è solo ubriaco difatica. E felice per i 600 miladollari di premio, che arrivanodopo il successo di Londra eBerlino. L’ex primatista mon-diale ha un finale micidiale: co-pre gli ultimi 7195 metri in20’42” e vince in 2h10’59” su-perando l’etiope Lelisa Desi-sa, dopo un lungo testa a testa,alle spalle Gebremariam. Èquarto, dopo essere stato alungo protagonista, l’ameri-cano Keflezighi.
Rientro vincente per Mary(2h25’7”) che non correva daLondra 2012. È una delle tan-te atlete che si sono fermate
per poi ripartire. L’anno scor-so ha partorito il secondo fi-glio. «Ora i bambini non michiederanno più: mammaquando vinci? L’ho fatto an-che per loro». È gestita daGianni Demadonna, è allena-ta da Gabriele Nicola. Ha bat-tuto di soli tre secondi la suacompagna, Jemina Sumgong,seconda a Boston nel 2012 eterza a Chicago nel 2013. Ter-za la sorprendente portoghe-se Sara Moreira, 29 anni, al de-butto in una maratona, capa-ce alla fine di risalire diverseposizioni. Viene dalla pista, incarriera un argento e un bron-zo sui 5000 metri agli Europei.
L’azzurra Valeria Straneo fini-sce ottava (l’anno scorso erastata quinta): parte in testa, einizia a staccarsi a metà, al30esimo km Valeria ha tre mi-nuti di ritardo. Arriverà, strin-gendo i denti, in 2h25’59”, è laterza europea al traguardo.Ora andrà in vacanza e l’annoprossimo si concederà un po’di riposo. Al ritorno inizieràcon la sua allenatrice a fare deilavori sulla velocità finale(che non ha) in vista di Rio2016. Distrutta e in lacrimeKara Goucher, americana, 36anni, anche se suo figlio Colt,di quattro, le diceva: «Mam-ma non piangere». La miglior
atleta di casa è stata DesireèLinden, quinta. La più simpa-tica e sincera, l’ex numero unodel tennis, la danese CarolineWozniacki, arrivata al tra-guardo (in tre ore e 26 minuti)per beneficenza ad un ospeda-le per bambini: «Fossi matta,non la correrò mai più. Già hofatto abbastanza fatica, in piùcon tutte le telecamere che miinquadravano non ho avutonemmeno il diritto alle smor-fie di dolore negli ultimi terri-bili 10 chilometri». A darle lamedaglia ha trovato l’abbrac-cio caldo e vigoroso della starattuale, Serena Williams.
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la Repubblica40 LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014REPUBBLICASPORT
20 VITTORIE PER IL KENYA
Kenya a una lunghezza dagli Usanel computo delle vittorie a NyGli altri sport
Fredda New York, ma non per mamma Mary
Kenya padrone conKipsang e la Keitany(“Ora i miei due figlisanno che vinco”)
WOZNIACKI
Fossi matta, non lacorrerò più. Nonavevo nemmeno ildiritto alle smorfiedi dolore con tuttequelle telecamere
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STRANEO OTTAVA
Mary Kipsang altraguardo: èallenata daltorinese GabrieleNicola. OttavaValeria Straneo
C’è un’Italia campionein Qatar Guintoli beffa SykesAprilia trionfa in SuperbikeCOSIMO CITO
LA MARSIGLIESE e l’Inno di Mameli, sul po-dio di Losail, ma chi se l’aspettava? E chisi aspettava Sylvain Guintoli campione
del mondo della Superbike, in un mondialeche Sykes sembrava aver già chiuso a Misa-no, a giugno? E chi l’Aprilia, che dopo il titolocostruttori, porta a Noale anche il più ambi-to, il più bello? A 32 anni questo provenzalegentile - con moglie e quattro figlioletti bion-dissimi - s’inventa le due gare della vita in Qa-tar, nella doppia notturna che chiude il 2014delle derivate. Guintoli partiva 12 punti die-tro Sykes, cui sarebbe bastato incollare la suaKawasaki al mozzo del francese. Non acca-drà, ce ne sarà sempre uno di troppo tra lui ela velocissima Rsv4 Factory, Baz (che non ri-
spetta l’ordine di scuderia e non lascia stradaal compagno di squadra) e Rea che, occu-pando i due secondi posti di giornata, ribal-tano la situazione e il mondo: 416 per Guin-toli, 410 per Sykes. Si aggiorna il conteggiodell’Aprilia, con 54 titoli mondiali nel mondodelle corse, il 3° negli ultimi 5 anni di Super-bike, il bacio d’addio o forse di arrivederci, vi-sto il grande salto cui Noale è attesa nel 2015,quando sarà tutta per la MotoGp e solo unpo’, con il satellite Red Devils, per la Super-bike.
Bellissime le lacrime e l’abbraccio di Guin-toli a moglie e figli, e le parole «non ci crede-vo, non sono mai stato così veloce, così ag-gressivo, non ho mai smesso di crederci» e poi«sono andato bene quando era importante»,quasi una massima di vita, «la molta pressio-
ne mi ha dato moltissima forza». In pochi ciriescono. Aprilia si conferma una maledizio-ne per l’inglese, che due anni fa perse permezzo punto da Biaggi all’ultima curva del-l’ultima gara del Mondiale. Come allora, albox c’è il capotecnico Aligi Deganello, l’uomoche lanciò Marco Simoncelli. Una nuova festaper l’Italia che progetta, lavora, costruiscecapolavori: «Ce la siamo meritata - commen-ta l’ad di Piaggio (di cui Aprilia fa parte) Mi-chele Colaninno - abbiamo dimostrato deter-minazione e competenze tecniche di assolu-ta eccellenza». Ora la sfida si fa massima, nelgrande mare della MotoGp, «con un anno dianticipo - ancora Colaninno - rispetto ai pro-grammi, e con una voglia incredibile e con lanostra grande storia». Buon viaggio, Aprilia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Festa Aprilia: Guintoli, nuovo campione del mondo di Superbike
la Repubblica 41LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014REPUBBLICASPORT
PER i prossimi test match il ct Jacques Brunel ha convocato tre“equiparati” (stranieri in Italia per 3 anni consecutivi): SamuelaVunisa (Figi), Kelly Haimona (N. Zelanda), Quintin Geldenhuys
(Sudafrica). Nove gli “oriundi” (di origine italiana cresciutiall’estero): George F. Bagi (Scozia), Gonzalo Garcia, Luciano
Orquera, Sergio Parisse, Matias Aguero e MartinCastrogiovanni (Argentina), Dario Chistolini (Sudafrica),
Robert Julian Barbieri (Canada) Luke McLean(Australia).
MASSIMO CALANDRI
ANCHE la pazienza del rugbyha un limite. Tredici scon-fitte negli ultimi 14 incon-
tri, il quattordicesimo postonel ranking mondiale (maicosì in basso), l’opulentobilancio della Federa-zione per la prima vol-ta in passivo. L’Italiaè a un punto di nonritorno. Deve tor-nare a vincere edeve farlo subi-to, perché l’epi-ca dei guerrieri co-raggiosi ma sfortu-nati non regge più. Lamoda rischia di passarein fretta: gli sponsor co-minciano a dubitare, letelevisioni si tirano indie-tro, tra qualche mese riem-pire l’Olimpico per tre incontridel Sei Nazioni sarà un’impresa.Sabato prossimo gli azzurri af-frontano ad Ascoli i giganti delleSamoa, una settimana più tardic’è l’Argentina a Genova, si chiu-de a Padova col Sudafrica. Tre av-versari sulla carta più forti. E unasquadra sull’orlo di una crisi dinervi, farcita di stranieri, chia-mata ancora una volta a masche-rare la debolezza di un movimen-to che non ha mai veramente con-vinto.
Non c’è peggior offesa, perun rugbista, che dargli del cal-
ciatore. Come dire: noi non fac-ciamo sceneggiate e, soprattut-to, non accampiamo scuse. Ma Al-fredo Gavazzi, presidente Fir, hatirato in ballo la «sfortuna» per
giustificare le batoste degli az-zurri, all’asciutto da un anno.
«Quanti infortuni. Partiteperse per pochi punti. Nel-
la vita ci vuole un po’ diculo». Appunto. I mali-
gni lo hanno sopran-nominato “il Tavec-chio ovale”, per viadei modi naif. Si van-
ta di essere un magonei bilanci. E tuttavia,
per la prima volta la riccapartita doppia della Federazione
- 45 milioni di euro nel 2013 - siè chiusa con un brutto segno
rosso (poca roba, -265.940,41).«Tutta colpa di Papa Francesco».Prego? «Un anno fa lo avevamo in-vitato per la partita con l’Argen-tina all’Olimpico. Se fosse venu-to, sarebbe stato il pienone». In-vece gli spettatori furono 36.000.«Ci mancano gli incassi di quei te-st-match autunnali. Ma io non sa-rei negativo, anzi: vuol dire cheabbiamo investito tutto, sarebbestato peggio se non lo avessimofatto». Ha speso molto in unascommessa personale, preferen-do ai club le Accademie: ce ne so-no 9 per gli Under 18, molte piùche in Nuova Zelanda, costano3,5 milioni l’anno. E poi 32 centridi formazione U16 per 900.000euro, una U20 che partecipa alcampionato di serie A (800.000euro). Denaro che va alle struttu-re e ai tecnici. Con risultati deci-
samente modesti: i nostri ragazziperdono regolarmente con i coe-tanei francesi, irlandesi o britan-nici. «Dovremmo formare anchegli allenatori», ammette Gavazzi.«Però da qualche parte dovevopur cominciare».
Ci sono due nuovi azzurri nelgruppo di novembre, due giganti“pacifici”: uno si chiama KellyHaimona, è un maori neozelan-dese di Rotorua, l’altro SamuelaVunisa, e viene dalle isole Figi. Igiocatori di origine straniera inNazionale sono saliti a 11 su 30:sudafricani, scozzesi, canadesi,argentini. E all’appello mancaMartin Castrogiovanni di Pa-ranà, squalificato per la partitacon le Samoa. Haimona è un tre-quarti delle Zebre, prima era aCalvisano e Gavazzi - che vieneproprio da lì - lo cita come esempiovirtuoso di collaborazione traclub e Fir. È un equiparato, sonotre anni consecutivi che gioca in
Italia, non lo ha mai fatto per ilproprio paese. Vabbe’, succedeanche altrove. Però il presidentequest’estate ha mandato due uo-mini nelle isole del Pacifico a cac-cia di talenti da trasformare in“italiani”. «Tra Samoa e Figi ci so-
no delle opportunità. In invernone arriveranno due o tre». Allafaccia delle Accademie. E di gio-vani promesse italiane scartatedai miopi selezionatori azzurri,ma accolte a braccia aperte daprestigiosi club stranieri: adesempio il napoletano Sandro Fu-sco, finito all’Accademia del Lei-cester, o il genovese Paolo Pescet-to, passato a quella del Narbonne.
Sono vent’anni che il movi-mento italiano è come un icebergcapovolto, con la Nazionale a mi-stificare le difficoltà dei club. Og-gi le società continuano ad esserenei guai, bilanci striminziti e sta-di quasi deserti, ma l’Italrugby?L’ultima, faticosa vittoria, è del16 novembre 2013. Con le isole Fi-gi ridotte in 12 per 3 espulsioni.Nella classifica mondiale sonopassate davanti anche le Tonga eil Giappone, i dilettanti dellaGeorgia incalzano. Tra meno diun anno scatta il mondiale in In-ghilterra: gli azzurri sono in un gi-rone con Francia, Irlanda, Cana-da e Romania. Passano le primedue, indovinate chi? Attenzione,perché i rumeni scommettonoche ci faranno la pelle.
Le partite di novembre saran-no trasmesse da DMax (che hapoi raggiunto per conto proprioun accordo con Sky), ma che fati-ca chiudere il contratto. Lo scorsoanno, non trovando acquirenti, laFir si era vista costretta a regala-re le dirette a Sky. Il rugby non vapiù, altro che storie. Figuriamociquando si parla di club. L’ultimavicenda è surreale. RaiSport hacominciato a mandare in onda ilcampionato di Eccellenza dallaterza giornata, tra l’altro obbli-gando ad anticipi assurdi (sabatosi è giocato alle 13) per ragioni dipalinsesto. La produzione televi-siva è della Fir: che offre il tutto acosto zero, ma per stare nei costiha tagliato i contributi (150.000euro) proprio alle squadre prota-goniste del torneo. Sì, ricco e po-verissimo rugby italiano: la pa-zienza è finita.
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SABATO LE SAMOA AD ASCOLISabato gli azzurri affrontano leSamoa. Poi Argentina e SudafricaL’inchiesta
Uno sport al bivio. È stato per anni la disciplina più di moda dopo il calcio,amato da sponsor e pubblico in perenne attesa del salto di qualità della nazionale.Oggi gli azzurri sono reduci da 13 sconfitte negli ultimi 14 match, le accademie nonsfornano ricambi, la federazione recluta nelle isole del Pacifico. E la montagna diintroiti legati al Sei Nazioni non impedisce alla Fir di andare per la prima volta in passivo
Rugby, l’eredità perdutatra bilanci in rossoe azzurri pescati alle Figi
13SCONFITTE
Negli ultimi 14incontri 13 sconfitteper la nazionale.
10CUCCHIAI DI LEGNO
10 volte su 15 edizioniall’ultimo posto nelSei Nazioni (migliorrisultato: 4° posto).
265milaIL PASSIVO
Bilancio Fir per laprima volta in rosso: - 265.940,41 euro.
14IL RANKING
Peggior risultato disempre nel ranking:numero 14, dietroGiappone e Tonga.
12ORIUNDI
12 azzurri di originestraniera sui 30convocati per lapartita con Samoa.
I NUMERIDELLA CRISI
DAL QUEENSLAND
L’azzurro LukeMcLean: madrediorigine italiana,in Australia fino al2007
Scozia, Sudafrica: avanti c’è posto
IL CASO EQUIPARATI
Alfredo Gavazzi
Il presidente Gavazzi:“Niente pienone, colpa dipapa Francesco...”. E ilcampionato in tv è gratis
la Repubblica
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LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014 R2CulturaCONTATTI [email protected]
LONDRA
ILETTORI sopra i quarant’anni dovrebbero fare un esercizio di
memoria, e quelli sotto i quarant’anni un esercizio di imma-
ginazione, prima di leggere il nuovo libro di Nick Hornby: pen-
sare a un tempo lontano ma in fondo non poi così tanto in cui
la gente si riuniva la sera attorno a una fonte di luce e calore
per ascoltare storie che il giorno dopo venivano ripetu-
te, condivise, commentate, praticamente dall’intera
nazione. Succedeva da noi come in Inghilterra negli an-
ni Sessanta e la fonte luminosa che agiva da calamita
dell’attenzione nazionale era la televisione, all’epoca in
cui esistevano soltanto un paio di canali e passare le se-
rate a guardarli era qualcosa di nuovo, moderno, ecci-
tante, più o meno come stare adesso sui social network.
“Il Nobel? Meglio un Oscar”Nick Hornby parla di sé e del suonuovo romanzo: “Funny Girl”
ENRICO FRANCESCHINI
“Rock, tv, calcioI miei favolosianni Sessanta”
In Funny Girl(che in Italia esceil 20 per Guanda), suo ritornoalla narrativa dopo cinque annitrascorsi a scrivere sceneggia-ture, il più popolare scrittore in-glese della sua generazione sisintonizza appunto sul tubo ca-todico e sulla cultura popolaredi massa che ne fuoriusciva: unviaggio nostalgico nel nostrorecente passato, con per prota-gonista la “buffa ragazza” del ti-tolo, per intendersi un incrociotra una Franca Rame e unaFranca Valeri anglosassoni, af-fascinante ex-miss Blackpool
che però sogna di far ridere neipanni di attrice comica e ci rie-sce, diventando il centro attor-no a cui ruota un serial destina-to ad avere successo pratica-mente fino ai giorni nostri.L’autore di Febbre a ‘90, Alta fe-deltà e tanti altri best-seller in-ternazionali stavolta ha scrittoun esilarante romanzo su gio-ventù e invecchiamento, famae fame, classismo e lavoro disquadra, ma soprattutto suquella stagione di meravigliosacreatività ed esuberanza chenel nostro paese eravamo solitichiamare “i favolosi anni Ses-santa”. Tirando boccate da unasigaretta elettronica, nel suostudio di Islington, a due passida dove sorgeva Highbury, mi-tico stadio dell’Arsenal, oggitrasformato in un condominiodi lusso, Hornby sorride a sen-tire l’espressione italiana.
Si diceva qualcosa di simileanche da voi?«Be’ da noi si parlava di Swin-
ging London, ma l’epoca era lastessa. Gli anni Sessanta sono
rimasti effettivamente nell’im-maginario collettivo come unmito. Dalla musica alla poesia,dalla letteratura al cinema, dal-la politica all’amore, hannocreato uno spartiacque, è l’erain cui comincia in un certo sen-so la modernità. E la televisionene è stata il faro, perché era lacosa nuova, ancora più del rock.La gente è sempre andata a bal-lare e ad ascoltare altri che suo-nano, ma per la prima volta nel-la storia famiglie ed amici si riu-nivano la sera attorno a un falòelettronico per seguire i rac-
conti che ne uscivano».Dovendo raccontarlo a un gio-vane odierno, si può parago-nare l’effetto dirompente del-la tivù a quello scatenato oggidal web?«Sì, ma con una importante
differenza. Davanti al web ciandiamo ognuno per conto pro-prio, magari chattando e comu-nicando con decine, centinaia,anche migliaia di amici, ma fisi-camente soli. La tivù degli anniSessanta, la tivù con uno o duecanali in bianco e nero, venivafruita collettivamente».
Lei cosa ricorda dei suoi anniSessanta?«Ero bambino e poi, verso la
fine del decennio, ragazzino.Ma ho ricordi precisi, che sonosicuramente simili a quelli ditanti della mia generazione. Ri-cordo i Beatles. Ricordo il primomangiadischi per ascoltare lecanzoni di questi quattro ra-gazzotti di Liverpool con i ca-pelli a caschetto. Ricordo che siandava al cinema a vedere filmwestern. Ricordo la finale dei
Mondiali di calcio a Wembleynel ’66, quelli vinti, per la primae finora ahimè unica volta, dal-l’Inghilterra. E ricordo appuntola tivù, le serate a guardare latelevisione insieme alla mia fa-miglia».
Nel suo libro si avverte unasorta di rimpianto per la cul-tura popolare di allora: era mi-gliore, a suo parere, di quelladi adesso?«Era una cultura unificante,
perché appunto non c’era altrascelta che guardare il primo o almassimo, quando arrivò, il se-condo canale, e poiché era unanovità li guardavano tutti. Ogginon mi pare che si possa più di-stinguere tra cultura popolaree cultura non-popolare. I confi-ni tra cultura cosiddetta ‘alta’ e‘bassa’, di massa, sono sal-tati. La serie televisiva“True Detective” e l’ulti-mo romanzo di IanMcEwan vengono trat-tati allo stesso modo».
È un bene o un male?«Per me è un bene,
perché io non amola cultura in-tenzional-m e n t eastrusa,c o m p l i -cata, dif-ficile. Ilmio in-tento,q u a n -do scri-vo, èf a r m icapireda tut-ti, sepossibile.A n c h eper que-sto non mi
piace la prosa elaborata, anzicerco di scrivere in modo chenon attiri l’attenzione sulla pro-sa, bensì sulla storia. Questionedi gusti, naturalmente, non di-co che sia questo l’unico modogiusto per scrivere».
Ma tra Dickens e Joyce, per fa-re un esempio, lei preferisce ilprimo?«Indubbiamente».Quale è il messaggio di SophieStraw, la “Funny girl” del ti-tolo?«Non penso di scrivere ro-
manzi con la chiara intenzionedi inviare un messaggio.Sophie mi è stata ispirata da Ro-samund Pike, l’attrice che orafa il film di cui tutti parlano,“Gone girl” (in italiano “L’amo-re bugiardo”, ndr), e che ho co-
nosciuto quando aveva unaparte in “An education”, dicui ho scritto io la sceneg-giatura. Rosamund dice-va che voleva far ridere.
Ma il suo aspetto la co-stringeva a ruoli d’altro ge-
nere. L’idea di parten-za del libro, in me,
è nata così».Dà l’impres-sione di es-sersi diver-tito a scri-verlo.«Mi sono
divertito arileggerlo,q u a n d ol’ho fini-to. Mascriverloè statauna tortu-
ra, perchého dovuto
fare un saccodi ricerche suun’epoca pas-
sata, perché è un romanzo co-rale con tanti personaggi e sto-rie parallele, e perché si svolgeattraverso decenni successivi».
C’entra la sua età nel deside-rio di esplorare il passato, l’in-fanzia, forse anche quello chec’era prima di noi?«Sì, c’entra, perché fin quan-
do sei giovane sei concentratosu te stesso, poi quando superi i50 anni cominci a pensare aituoi genitori, alle tue radici, tifai domande che prima non tiponevi. Gli autori di quei serialtivù degli anni Sessanta aveva-no 30 o 40 anni, l’età dei miei ge-nitori. Avevano vissuto la se-conda guerra mondiale. Ed io,noi, la generazione dei baby-boomers, siamo il risultato diquella generazione. Desidera-vo conoscerla meglio».
Il titolo è un omaggio al cele-bre film con Barbra Strei-sand?«Naturalmente sì. Ma la mia
funny girl non somiglia a Bar-bra. La mia è una giovane don-na bella, piena di talento, per laquale il lavoro è la cosa più im-portante della vita, ma non cer-to la sola cosa importante».
Senta per concludere ho lettoda qualche parte che, tra unOscar e il Booker Prize, più fa-moso premio letterario bri-tannico, lei preferirebbe vin-cere un Oscar. E tra l’Oscar e ilNobel per la letteratura?«Di nuovo l’Oscar. Per la sem-
plice ragione che so benissimoche mai e poi mai potrei vincereil Nobel, e che senso ha speraredi vincere qualcosa di irrealiz-zabile? È come se chiedessero aFrancesco Totti, preferisci vin-cere il Nobel o la ChampionsLeague? Sono certo che rispon-derebbe: la Champions».
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“Oggi i confini fra alto e basso sono saltatiMcEwan è trattato come un serial”
LA CULTURA
Passavamole serate davantia un televisoreEra una culturaunificante
IL FILM
Il titolo del libro èispirato al film conla Streisand ma lamia ragazza nonassomiglia a Barbra
IL LIBROFunny Girldi Nick Hornby(Guanda, pagg. 384euro 18,50)
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REPTV-LAEFFE
Alle 13,45 suRNews (canale 50del digitaleterrestre e 139di Sky) il servizio
Pubblichiamo parte di un testo inedito diFranco Antonicelli custodito dalla figliaPatrizia
MIAfiglia non può capire che ame non piaccia la primave-ra, che la neve, la pioggia, ilfreddo, la nebbia mi piaccia-no infinitamente di più.
«Uomo selvaggio — mi dice citando un ver-so medievale imparato a scuola — che si ral-legra del tempo cattivo». Ma non è propriocosì, non è vero che la primavera non mipiaccia; l’odore del suo fogliame nuovo miinebria di frescura, le punte dei suoi rami-celli, il suo groviglio di nubi volanti certo mipiacciono, ma evito di assaporarla, rifuggodal goderne, perché è giocoforza per me sot-trarmi a ogni specie di turbamento. Non èpiù il tempo, e ogni godimento alla mia etàmi sembra che abbia del libertinaggio. (...)
C’è una decisa vena di contrasti tra mia fi-glia e me e io potrei continuare lungamente aillustrarla. In verità, il contrasto risale a moti-vi più generali, che investono tutta la conce-zione della vita, del passato, del presente, del-l’avvenire; è una differenza totale. Mia figliacome un gruppetto di suoi compagni di scuo-la è, ideologicamente, di sinistra, anche se la
sinistra e la destra mi pare che non siano perlei che linee di demarcazione ancora confuse,o forse (che è lo stesso) troppo decise. Lei sache anch’io sono un uomo di sinistra, ma con-sidera la cosa come priva di vera importanza;a qualunque punto io fossi nella strada di sini-stra, sempre mi direbbe che sono ben lontano,che lei è molto più avanti di me. Così è nei ri-guardi della vita sociale, della cultura, dell’e-ducazione, della religione; su moltissimi pro-blemi non ha dubbi, non soffre crisi.
Questa è la sua forza, che mi dà un po’ di sgo-mento. Vorrei poterle dire che nella mia mi-sura io sono coraggioso, spregiudicato, sapreicamminare al passo dei più giovani; vorrei po-terglielo dire, perché sinceramente lo sento.Ma come una gran ventata, un’aria un po’ diErebo se si vuole, mi trattiene, mi porta ancheindietro nei miei passi.
È sempre stato così, naturalmente; la sola
la Repubblica44 LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014R2 CULTURA
Il personaggioDa Gobetti alle lotte controle repressioni alla Fiat e la guerrain Vietnam. Quarant’annifa moriva l’intellettualee politico torinese
Antonicelliun crocianodalla partedegli oppressi
Ricordando quel catalogo inuna testimonianza resa a Cor-rado Stajano, il musicologoMassimo Mila avrebbe dettoqualche decennio dopo: «Se co-se simili le avessero fatte Cec-chi o Linati, non si finirebbe piùdi portare alle stelle “la lorofunzione insostituibile nellacultura italiana”. Le ha fatteAntonicelli che aveva la sfortu-na di essere un uomo elegante,
e queste cose faceva quasi enpassant con una certa noncu-ranza e tutti dicono allora cheera un dilettante».
Di Antonicelli ricorre il qua-rantesimo anniversario dellamorte, avvenuta il 6 novembredel 1974. Viene ricordato a To-rino e Sordevolo (Biella) dal 5al 7 novembre, in tre iniziativecurate dall’Unione Culturale,che porta il suo nome, e dal Cen-
tro studi Piero Gobetti. A di-stanza di anni, riemergono lasua figura, i suoi studi di lette-ratura — dai decadentisti fran-cesi a Gozzano, a Pascoli, aD’Annunzio — , l’attività di edi-tore — da Frassinelli a De Silva,dove stampò per primo Se que-sto è un uomo di Primo Levi, ri-fiutato dall’Einaudi — , la suapresenza nella vita pubblica.
Ha scritto Stajano, che nel
1976 ne raccolse scritti e di-scorsi in La pratica della li-bertà: «Le sue scelte politichenacquero sempre da intuizionidi ordine morale». Fu così perl’antifascismo maturato traGobetti e Benedetto Croce,Giustizia e Libertà e il partito li-berale, gli arresti e il confino, eper la Resistenza, che lo videpresidente del Cln piemonte-se. Fu così nello schierarsi a si-
nistra, eletto in Parlamento co-me indipendente nelle liste co-muniste, e nelle battaglie per idiritti civili, contro la guerranel Vietnam e il franchismo, ilgolpe di Pinochet, la strategiadella tensione.
Di sé e delle sue scelte parlacon efficacia nel testo ineditoche in parte qui pubblichiamo,una specie di lettera a sua fi-glia. Raccontava: «Il mio strap-
po fu Gobetti. (...) Lo andavo aprendere qualche volta allascuola allievi ufficiali, allora co-mandata da mio padre». In se-guito arrivò il legame con Cro-ce, «che ho sempre amato co-me un padre». Sotto il fasci-smo, proseguiva Antonicelli,«feci il mio dovere; non fui fa-scista, con le naturali conse-guenze». Ed «entrai nel “giro”,il giro che ci faceva trovare tut-
“Mia cara figliasfronda e butta viai rami secchima risparmiale mie radici”
MASSIMO NOVELLI
FRANCO ANTONICELLI
NEGLI anni Trenta del Novecento l’editore e tipografo torinese
Carlo Frassinelli pubblicò per la sua casa editrice la «Biblio-
teca Europea», che fece conoscere in Italia libri come Il pro-
cesso di Kafka, Moby Dick di Melville (nella traduzione di Ce-
sare Pavese), Dedalus di Joyce, L’armata a cavallo di Babel’,
Riso nero di Sherwood Anderson. Il direttore e ideatore della collana era
Franco Antonicelli, un letterato raffinato, nato a Voghera nel 1902, forma-
tosi nella Torino di Piero Gobetti e di Antonio Gramsci.
L’INEDITO
cosa nuova non è che il mondo ci assilla in ma-niera enormemente più violenta e più com-plessa che negli altri secoli, e di ciò abbiamopiena coscienza, ma è che queste situazioni lesoffriamo noi, e ogni esperienza eterna nei se-coli e in ogni latitudine si rifà nuova, partico-lare, originale per ciascuno di noi.
Quel che sento dentro di me, seppure nonriesca ancora a soddisfarmene completa-mente, è una ragione che mi sembra diversada quella solita che i giovani e i vecchi è natu-rale che abbiano due linguaggi opposti. Non sitratta infatti di accettare una legge inderoga-bile della vita: se i sessi si congiungono, perchénon debbono arrivare a fondersi, e cioè a in-tendersi, anche due pensieri differenti?
In altre parole, io e mia figlia potremmoconcordare in questo: ch’ella possa, e anzidebba odiare, l’antiquato che ci fosse in me, ilsuperato, il retrivo, ma non odiare l’antico. Ho
paura di una sua rivoluzione inconsulta; miafiglia dovrebbe sfrondarmi a colpi di accettadei miei rami morti o morenti, ma risparmia-re le mie radici. Lei non lo sa, o non vuole ac-corgersene ma le miei radici si protendono fi-no a lei. È verissimo che solo i nuovi e i diversisanno rivoluzionare il mondo e hanno ragionedi farlo; è verissimo che non ci vuole troppacomprensione né troppa compassione da par-te di chi vuol rifare tutto e dare una scossa de-finitiva a ciò che è maturo e indugia troppo acadere. Ma questo è un problema di mezzi, diforze strumentali, non di principi e non di fini.
Io sono convinto che le rivoluzioni profondele compie chi sa quel che perde e non certa-mente chi non lo sa; i grandi eversori della sto-ria sono nati in famiglie che conoscevano i be-ni della vita, della potenza e non erano solo pie-ni di disprezzo per tutto; gustavano le tradi-zioni e perciò quanto meglio le conoscevanotanto più dirittamente sapevano rinunciare ecolpire, abbattere.
Il disprezzo che ha mia figlia (naturalmen-te mitigato dall’affetto) per le mie abitudini ei miei “passatismi” è quel che le servirà per al-lontanarsi definitivamente dalla pianta pa-terna, ma non quello che le basterà per crearea se stessa il nuovo nido: ci vuole molto, moltoamore per distruggere a fondo, molto e tena-ce orgoglio del passato per rinnovarsi davve-ro.
la Repubblica 45LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014
PER SAPERNE DI PIÙwww.guanda.itwww.ilsaggiatore.com
ti quanti allo stesso posto, par-ticolarmente noi di Torino:Monti, Ginzburg, Pavese, Mi-la, Bobbio Foa, e poi alcuni altri,Umberto Cosmo e suo figlio, Zi-no Zini, Salvatorelli, BarbaraAllason». Tutto ciò «corroboròla mia disposizione morale al-l’intransigenza».
Fortemente repubblicano,all’indomani della Liberazionelasciò il Pli, convinto, sulla scia
di Gobetti, che la classe operaiafosse l’erede della tradizione li-berale democratica. L’elegan-te letterato divenne poi l’uomodelle mobilitazioni democrati-che, denunciò la repressionealla Fiat e le violenze della poli-zia, il governo Tambroni e gliattacchi ai valori resistenziali.Memorabile un discorso ad Al-ba nel novembre 1949, davan-ti a Luigi Einaudi. Rievocando
il Risorgimento democratico,esclamò: «Lei lo sa, Signor Pre-sidente, quel che successe aigaribaldini, quando l’epopeadei Mille fu conchiusa! (...) C’èquesta malinconia della di-spersione generale — quellache abbiamo sofferta tutti noi,dopo la Liberazione (...) Ma an-che lì c’è, come in noi, una spe-ranza».
ANTIFASCISTAAntonicelli in una fotosegnaletica del 1929,quando venne arrestato peraver firmato con altri unalettera di solidarietàa Benedetto Croce
SENATORENel ‘68 Antonicelli divennesenatore come indipendentenelle liste comuniste
IL GRUPPOFrancoAntonicelliè il terzo dasinistra. Alla suasinistra, PieroCalamandrei eNorberto Bobbio
LA RESISTENZAAntonicelli insiemea Ferruccio ParriNel 1946, dopo averpartecipato alla lottadi Liberazione, entrònel Partito repubblicano
IN PRIMO PIANO
Spoon Riverall’italiana
Di Girolamo racconta il Paeseattraverso le voci di chi non c’è più
COME sarebbe oggi la nostra storia se fosseraccontata dai morti? Cosa ci direbbero diquesti ultimi quaranta e passa anni MikeBongiorno e Giulio Andreotti, Tano Ba-
dalamenti e Achille Campanile, Renato Guttuso oGiovanni Falcone, i fantasmi di via Fani, MarcoPantani, i morti di Lampedusa? Per scoprirlo biso-gnerebbe ascoltarli, sentire le loro parole che han-no attraversato l’Italia e incrociarle con i silenzi,mescolarle dentro vicende note e vicende dimen-ticate. Bisognerebbe anche ricordare gli oggetti,le leggi, gli enti, i programmi tv che hanno segna-to un’epoca. Bombe, decreti, il Drive In, la Cassadel Mezzogiorno, il Porcellum. È il Paese ritratto dachi dorme, «e sempre dormirà sulla collina», unaSpoon River italiana scritta da un giovane giorna-lista, Giacomo Di Girolamo, che si è immerso nelrecente passato nazionale perraccogliere le voci di tutti loro,«uomini che tutto sapevano enulla rivelarono…uomini chenulla sapevano e tutto rivela-rono». Sono 1200 i personaggiselezionati in Dormono sullaCollina, 1969-2014(il Saggia-tore, pagg. 1263, euro 24);uno dopo l’altro propongonola loro versione dei fatti in unapagina o in una semplice riga.L’anno di partenza di questaraccolta è il 12 dicembre 1969,la strage di Piazza Fontana aMilano. E da lì che Giacomo DiGirolamo prova a immaginare come sarebbe se-gnata la storia d’Italia se a parlare fossero diretta-mente i morti, quelli che quella storia l’hanno fat-to o subita. C’è Vito Miceli, il direttore del Sid, il ser-vizio segreto implicato nei grandi misteri. C’è Cic-cio Franco con i suoi «Boia chi Molla». Ci sono i mor-ti innocenti dei massacri e della strategia della ten-sione rossa, nera e mafiosa, dai treni deragliati finoa Capaci. Ci sono Federico Fellini, Achille Occhet-to, Ruggero Orlando e Giovanni Spadolini, TotòRiina e Raul Gardini, Walter Chiari e Gianni Agnel-li, Laura Betti, Tiziano Terzani, Michelangelo An-tonioni, Natalia Ginzburg, Pier Vittorio Tondelli. Illibro sarebbe dovuto finire con Giulio Andreotti,l’uomo politico che ha rappresentato un’era(«Non sono mai esistite la prima o la seconda Re-pubblica, esiste solo un prima e dopo Giulio») mal’ultima “voce” è quella di un rudere, a Pompei: «Ca-diamo sempre, noi ruderi. Cadendo, raccontiamo.Finché anche l’ultima pietra verrà giù. E in quelgiorno vi chiederete: ma dove sono andati tutti?».
ATTILIO BOLZONI
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Parma in noirun nuovo caso
Nell’ultimo giallo di Varesi tornanole inchieste del commissario Soneri
CISONOpoliziotti che hanno bisogno di un ca-davere e altri che avvertono il marcio an-che sotto strati di profumo. Il commissarioSoneri appartiene alla seconda categoria:
riflessivo, malinconico e anticonformista, ha un’at-titudine ribelle che ricorda il Marlowe di Chandlerma come il Maigret di Simenon più che raccogliereprove indaga l’animo umano. Da quando ValerioVaresi lo ha inventato — era il 1998 — lo abbiamovisto immergersi nelle nebbie della bassa e uscirneogni volta più malconcio: maltrattato dalla vita, ar-rabbiato nei confronti del mondo, deluso dall’avi-dità e dall’indifferenza. Ha comunque tenuto duro.E così, quattro anni dopo la sua ultima inchiesta, ilcommissario Soneri scende lungo l’argine del fiu-me per seguire tra l’erba ghiacciata misteriosetracce di cani. Dove portano quelle orme? Che fineha fatto l’anziano scomparsodalla casa di riposo? Perché,mentre la giunta perde i pezzi,il sindaco si rifugia in una loca-lità di montagna? Domandeapparentemente slegate l’u-na dall’altra, ma che nascon-dono una identica regia, quel-la della lucertola. Il titolo del ro-manzo — Il commissario So-neri e la strategia della lucer-tola(Frassinelli, pagg. 320, eu-ro 17,50)— è infatti unametafora del potere: come lalucertola rinuncia alla codaquando viene presa in trappo-la, così chi comanda sacrifica gli anelli più debolipur di uscirne pulito. In Italia succede e Parma ne ètestimone: l’inchiesta per corruzione che nel 2013decapitò la giunta di Pietro Vignali (centrodestra)ha messo a nudo il malaffare, la pessima politica ela cattiva imprenditoria, le connivenze criminali eanche le illusioni di una città. Il commissario Sone-ri indaga sulla scomparsa del sindaco — un uomoimmagine, fantoccio nelle mani di imprenditorisenza scrupoli — ritagliando il suo personaggio sul-la figura dell’ex primo cittadino. Fa ascoltare il ru-more dell’indignazione — i coperchi di pentola suo-nati sotto il municipio — e la voce degli arruffapo-poli pronti a riempirne il vuoto. Scrive degli uominidelle cooperative rosse, dei fiumi di cocaina e dellefamiglie criminali che hanno messo radici al Nord.Lavora di fantasia, ma quello che maneggia è la ve-rità. Il romanzo si trasforma in una riflessione suldegrado della politica, sull’indifferenza di chi èsempre pronto a cambiare padrone, su quello cheSciascia avrebbe chiamato “il contesto”.
STEFANIA PARMEGGIANI
IL LIBRODormonosulla collinadi GiacomoDi Girolamo(il Saggiatore)
IL LIBROLa strategiadella lucertoladi ValerioVaresi(Frassinelli)
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COMANDO GENERALEDELL’ARMA DEI CARABINIERI
Servizio AmministrativoSezione Contratti
AVVISO DI AGGIUDICAZIONE DI APPALTO
Questo Comando ha stipulato il con-tratto a procedura negoziata con laEUNICS LAB S.r.l. di Tortoreto (TE),per la fornitura di postazioni di lavoroTEMPEST dotate di OmologazioneNazionale SDIP 27 di classe “A” -CIG 589496462E. Ulteriori informa-zioni potranno essere chieste al Co-mando Generale dell’Arma deiCarabinieri - Ufficio Informatica e Te-lecomunicazioni tel. 06/80982985 -2353 dalle ore 09:00 alle ore 13:00 ditutti i giorni feriali.
D’ORDINEIl Capo del Servizio Amministrativo
AVVISOLa Cassa Nazionale di Previdenza e As-sistenza Forense con sede in Roma, in-tende implementare, il proprio Albo perlavori, forniture e servizi, con fornitori cheutilizzino la fatturazione elettronica, se-condo le prescrizioni del D.M. 55/2013.Le aziende interessate possono pre-sentare domanda di iscrizione utiliz-zando il format appositamentepredisposto e reperibile sul sito del-l’Ente (www.cassaforense.it), da com-pilare in ogni sua parte e inviare allamail: [email protected]
Dott.ssa Mariacaterina Neri SerneriDirigente Risorse Umane
e Acquisti
COMUNE DI GENOVASTAZIONE UNICA APPALTANTE DEL COMUNE
Via Garibaldi 9 – 16124 Genova
AVVISO D’APPALTO AGGIUDICATOSi rende noto che il Comune di Genova,mediante procedura aperta, ha assegnato perconto della Società A.M.I.U. - AZIENDAMULTISERVIZI E D’IGIENE URBANA GENOVAS.P.A. il servizio di pulizia di alcune sedi edunità territoriali aziendali di A.M.I.U. GenovaS.p.A. (appalto verde) al RaggruppamentoTemporaneo d’Imprese Pulistar / IssItalia /Meranese Servizi. L’avviso di appaltoaggiudicato è stato inviato alla G.U.C.E. il27/10/2014, è affisso all'Albo Pretorio delComune, è in corso di pubblicazione sullaG.U.R.I. ed è scaricabile sui siti internetwww.comune.genova.itwww.appaltiliguria.itwww.serviziocontrattipubblici.it
IL DIRIGENTEDott.ssa Cinzia MARINO
AZIENDA POLICLINICO UMBERTO IROMA
AVVISO DI GARA PER ESTRATTO
Ex art. 55 D.Lgs. n. 163/2006 aggiudicazione ai sensi
dell’art. 83 comma 1 D.L.gs. n. 163/2006. Stazione
Appaltante: Azienda Policlinico Umberto I - A.F.C. Pa-
trimonio Servizi e Forniture - U.O.S. AA.GG. Bilancio
Contratti e Utenze. Sulla G.U.R.I. n. 126 del 03 novem-
bre 2014 è stato pubblicato il bando di gara relativo l’af-
fidamento della fornitura biennale, di dispositivi per
Chirurgia Bariatrica occorrenti all’Azienda Policlinico
Umberto I. Importo complessivo presunto dell’appalto:
Euro 166.600,00 più IVA di legge. La presente forni-
tura di durata biennale è suddivisa in tre lotti: Lotto n. 1:
Pallone intragastrico, ingeribile ad azoto, confezione sin-
gola sterile. Lotto n. 2: Pallone intragastrico in silicone
riempito con soluzione salina (400-700 ml) posizionato
per via endoscopica a volume non modificabile. Lotto n.
3: Pallone intragastrico in silicone riempito con soluzione
salina (400-700 ml) posizionato per via endoscopica a
volume modificabile.
1. Requisiti per la partecipazione alla gara. Per
partecipare alla gara, i concorrenti dovranno essere
in p ossesso, a pena di esclusione dalla stessa, dei
requisiti di ordine generale, di idoneità professionale,
di capacità economico-finanziaria e tecnico-profes-
sionale descritti nel capitolato speciale d’appalto e
nel bando integrale pubblicati sul sito internet azien-
dale http://www.policlinicoumberto1.it.
IL DIRETTORE GENERALE
Dott. Domenico ALESSIO
AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA FEDERICO II
Servizio Provveditorato ed Economato
Settore Acquisizione Farmaci e Presidi Sanitari
AVVISO DI GARA A PROCEDURA APERTA
CIG 5961522395 ed altri
Questa Azienda intende provvedere all’af-
fidamento, mediante procedura aperta,
della fornitura, articolata in lotti, di compo-
nenti di sistema di stimolazione cerebrale
profonda per le esigenze della Neurochi-
rurgia afferente al DAI Testa-Collo del-
l’A.O.U. Federico II di Napoli. Durata
dell’appalto: anni due. Importo presunto
complessivo biennale: Euro 296.880,00
oltre I.V.A. Il presente avviso, il bando, il
Capitolato speciale d’appalto e relativi al-
legati, sono reperibili presso il sito internet
www.policlinico.unina.it. Eventuali mo-
difiche e/o chiarimenti verranno pubblicati
esclusivamente sul sito; è onere delle so-
cietà tale consultazione. RUP: Prof. Fran-
cesco Maiuri (tel. 081 7462581). Il Bando
è stato inviato alla U.P.U.C.E. in data
28.10.2014 al n. 2014-142573.
IL DIRETTORE GENERALE
Giovanni PERSICO
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la Repubblica
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LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014 R2Spettacoli& TELEVISIONE CONTATTI
L’ex Roxy Music sta per uscire con un nuovo disco intitolato “Avonmore”come la strada londinese dove c’è la casa e lo studio “prestato” solo a Prince
LONDRA.Non c’è la solita femme fatalesulla
copertina del nuovo album di Bryan Ferry. Non
un’altra Amanda Lear, né un’altra Jerry Hall (che
nel ’77 lo piantò in asso per Mick Jagger), e neanche
Kate Moss, che quattro anni fa fu la musa di
Olympia. «Questa volta ci sono io», dice l’artista
mentre raggiungiamo il confortevole salotto
londinese. Sulle pareti, gigantografie delle
splendide copertine dei dischi (dopo lo scioglimento
dei Roxy Music ha venduto trenta milioni di copie).
«Per la cover di Avonmore(in vendita dal 17
novembre) ho scelto un mio ritratto low profiledi
trent’anni fa, in cui sembro un po’ trasandato», dice.
In realtà è fascinoso come sempre, come adesso, a
69 anni, non troppo stressato dal recente divorzio
con Amanda Sheppard (38 anni più giovane) che –
scrivono i tabloid inglesi – sta lottando a colpi di
carte bollate per insinuarsi nel patrimonio valutato
in 30 milioni di sterline. Dalla prima moglie, la
sofisticata Lucy Helmore immortalata da Robert
Mapplethorpe, ha avuto quattro figli maschi che ora
ronzano tutti intorno alle attività del celebre papà.
S’incanta a guardare una gigantografia del primo
album dei Roxy, con la modella Kari-Ann Muller
(che poi avrebbe sposato il fratello di Jagger) in una
posa voluttuosa.
DAL NOSTRO INVIATOGIUSEPPE VIDETTI
ISUOI gusti in fatto didonne sono cambiaticon gli anni?«Non direi. Ci sono bel-lezze intramontabili, co-
me Grace Kelly. Quello è il mio ti-po. Invecchiando ho solo impa-rato ad apprezzare la persona-lità - una volta l’aspetto fisicoera essenziale, ora contano an-che intelligenza, humour, cari-sma».Il suo stile ha fatto tendenza.Da chi ha ereditato l’elegan-za innata? «Dagli artisti che ho amato. A
undici anni andavo ai concerti diCount Basie e rimanevo incanta-to dagli orchestrali in smoking.Poi sono arrivati Eddie Cochran,Buddy Holly e Elvis. Molto ho ap-preso da Fred Astaire e CaryGrant. Alle sartorie di Savile Rowportavo le loro foto per farmi con-fezionare abiti su misura. Ora tro-vo tutto qui a Londra o a Milano».
Prima di questo disco ce n’èstato uno strumentale conversioni dei suoi classici riar-
rangiati in chiave jazz.«Quel cd è stata la realizzazio-
ne di un sogno, una piacevole pau-sa tra Olympiae Avonmore. Ma leconfesso che ho riscoperto il pia-cere dei concerti, quindi ho biso-gno di nuove canzoni. È stato unpiacere registrare questo disco,circondato da musicisti eccezio-nali, come Marcus Miller, NileRodgers e Johnny Marr (exSmiths). La sorpresa è Tara, il piùgiovane dei miei quattro figli, 24anni, che qui suona la batteria».
Nel disco c’è anche una coverdella malinconica Send in theclowns di Stephen Sondheim.Si è mai sentito, come nellacanzone, un pagliaccio che de-ve divertire il pubblico?
«Spesso, purtroppo. Quandosei lì – lo dico dopo mezzo secolo dicarriera – provi sentimenti con-trastanti; l’entrata in scena è il tal-lone di Achille del performer, inquel momento sei sensibilissimo.Se tutto fila liscio, provi un’esal-tazione pazzesca, ma se sei a pez-zi esibirsi diventa un’esperienzaterrificante - sei vulnerabile, tisenti usato, abusato persino».
Avonmore, come già Olym-pia, sembra una celebrazionedi questo angolo di Londra do-ve lei vive da anni (Olympia èil quartiere, Avonmore lastrada in cui si trova il suoquartier generale). È diven-tato stanziale?«Avonmore è il mio nido, il mio
rifugio, ogni cosa qui dentro è sta-ta scelta da me. Anche lo studioqui sotto è molto confortevole, unposto dove lavoro solo io, nessunaltro può metterci piede - anche serecentemente ho fatto uno strap-po alla regola».
Chi è stato il fortunato?«Prince ha registrato qui il suo
Plectrumelectricum con le3RDEYEGIRL. Come dire di no aun genio? Io ero in tour quindi so-no riuscito a tollerare l’invasionedi campo».
È sempre stato in bilico tra lastravaganza del rocker e laraffinatezza del crooner, oracon l’età che avanza il secon-do ha preso il sopravvento?«Non ancora. Non avrei chia-
mato Johnny Marr se non avessibisogno di un suono elettrico eprepotente. Ma adoro anche leballate, come Lost, con la chitarradi Mark Knopfler. Sono un ro-mantico, la melodia non invec-chia, il ritmo sì ».
Trova che la scena attualeproduca grandi melodie?«Al contrario, passano anni
senza che me ne resti una in men-te. L’ultima è stata Empire stateof mind di Jay-Z e Alicia Keys, unpo’ poco in tre anni. L’ho riascol-tata stamattina mentre ero daldentista, ha funzionato megliodell’anestesia».
Il suo primo idolo è stato Char-lie Parker?«Charlie Parker è ancora il mio
idolo. Qualche giorno fa ho suona-to alla Massey Hall di Toronto e laprima cosa che mi è venuta inmente è che il 15 maggio del 1953su quello stesso palcoscenico c’e-ra stato il suo quintetto, con DizzyGillespie, Bud Powell, CharlesMingus e Max Roach. Parker fa-ceva una musica rivoluzionaria;io con i Roxy Music volevo fare lostesso – produrre un suono diver-so, unico. Non posso dimenticarel’adrenalina che avevamo in cor-po quando con Brian Eno regi-strammo il primo album».
Con Brian è ancora guerraaperta?«Ma no, ha anche collaborato a
Olympiae Frantic.Dovremmo fa-re qualcosa insieme prima o poi,siamo una combinazione esplosi-va. Lui ama il doo-wop, io i Temp-tations, Frank Sinatra, Billie Holi-day, Neil Young e Dylan».
Non ce ne sono più come loroin circolazione.«Sempre più rari. L’ultima è
stata Amy Winehouse. Il nostromondo si stringe. Soffro quandonon trovo più un negozio che ama-vo e al suo posto vedo una jeanse-ria o uno Starbucks. Io mi realizzonella diversità, di lingue, di reli-gioni, di costumi, anche di mone-ta. Sono un individualista, nonposso pensare che prima o poi tut-to il pianeta guardi lo stesso showtelevisivo».
“Io? Invecchiole mie melodie no”
BryanFerry
ELEGANTE
Bryan Ferry, 69anni.Nel 71fondò i RoxyMusic; da più di 30anni ha una suacarriera solista
LO STILE
LA DIVERSITÀ
L’ho ereditato daimusicisti amati. A 11anni vedevo CountBasie incantatodagli orchestraliin smoking
I grandi artisti sonosempre più rari. E iomi sento sempre piùun individualista,uno che si realizzanella diversità
”
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“THEREALTHING”EWANMCGREGORDEBUTTAABROADWAYMACONVINCEAMETÀEwan McGregor ha debuttato a Broadway tra applausi e critiche.L’attore scozzese è protagonista nella riedizione di “The Real Thing” diTom Stoppard, che nel 1984 vide sul palco Jeremy Irons e Glenn Close. Al fianco di McGregor recitano Cynthia Nixon e Maggie Gyllenhaal.
INCASSIDRACULA PRIMO NEL WEEK-END DI HALLOWEENDracula Untold domina gli incassi nel fine settimana di Halloween. Il filmsulle origini del vampiro in Europa è andato meglio che in Usa. È primo albox office dei primi tre giorni, seguito dalla commedia Confusi e felici edai Guardiani della galassia. Resiste al quarto posto Il giovane favoloso.
ARRIVA la terza attesastagione della seriescandalo I Borgia, la
potente famigliarinascimentale,
con i pericolosifratelli Lucrezia(Isolda Dychauk)e Cesare (Mark
Ryder). Primapuntata stasera alle
21.10 su Sky Atlantic HD eSky Online. Il primoepisodio, sarà visibileanche in streaming sul sitoskyatlantic.it per un’interasettimana.
TELEVISIONE
I Borgiain streaming e in tv
BURLESQUE
E Conchitaconquistò il Crazy horse
David Crosby“Neil Youngcontro di me”
Newsin pillole
«NEIL è davvero moltoarrabbiato con me». Questoil commento via twitter diDavid Crosby dopo che NeilYoung, parlando dal palcodell’Academy of music diPhiladelphia, qualchegiorno fa aveva annunciatolo stop definitivo dei tourcon il quartetto Crosby,Stills, Nash & Young. «Ècome dire che nel Tibet cisono le montagne» haaggiunto ironico Crosby,«lo sappiamo Neil... e losapevamo già».
CONCHITA Wurst, la dragqueen barbuta vincitricedell’Eurovision, sarà discena per una settimanaal Crazy Horse di Parigi.Nello spettacolol’affiancheranno ungruppo di ballerine intopless che in suo onoreindosseranno barbe finte.«Qui sono tutte sexy,dovrò esserlo anch’io».
Kusturica & la Bellucci“Così ho riportatoMonica sulla terra”Il regista sta dirigendo l’attrice italiana in “Sulla via lattea”“L’ho trasformata in una donna comune in tempo di guerra”
MARIO SERENELLINI
SAN MARINO
«INun film d’amore, chipotrebbe essere piùamata di Monica Bel-lucci?». Tornato alla
regia sei anni dopo il Maradona
del 2008, Emir Kusturica ha tro-vato insieme ispirazione e pro-tagonista. Crogiuolo di passionie guerra, il nuovo lavoro del re-gista serbo, Sulla via lattea(“Na mlijecnom putu”), da luisceneggiato con la figlia Dunja,affida all’attrice italiana il ruolo
d’agente dei servizi segreti, dipadre serbo e madre italiana,che nei sanguinosi anni 90 del-la ex-Jugoslavia s’innamorad’una “staffetta del latte” (lostesso regista che per la parteè dimagrito d’una ventina dichili, sfoltendo barba e ca-
pelli). Al Festival di San Marinodiretto da Maurizio Zaccaro ap-pena concluso, Kusturica – 60anni il 24 novembre e dal 13 insala con La foresta di ghiaccio diClaudio Noce – non ha paroleche per la Bellucci: «È un’attricedalle grandi potenzialità, nonancora sfruttate nei 51 titoli dalei finora girati. Nel mio film, letolgo l’involucro d’icona e la ri-porto sulla terra. Ne faccio unadonna comune. Nella quotidia-nità della vita, sta rivelando ap-pieno per la prima volta le suecapacità d’interprete».
Sulla via lattea sarà ancheuna storia d’amore. «Leim’incontra quando devecambiare identità e ottenereun nuovo passaporto: io ognigiorno porto il latte, attraver-so le linee nemiche, nutrendoi serpenti strada facendo.Una storia d’amore e di guer-ra, ma con una dimensionemitologica: la funzione sim-bolica incarnata dal serpentenella vita dell’uomo dai tem-pi biblici». La trama è am-bientata nella Krajina, regio-ne della Croazia popolata da
serbi e teatro di cruenti scon-tri tra 1991 e 1995, con oltreventimila morti e centinaiadi migliaia di profughi, men-tre il set è a Trebinje, a sud del-la Bosnia, nella Republika Sr-pska, la parte a maggioranzaserba della Bosnia-Erzegovi-na. «L’estate ci è stata pur-troppo avversa: intemperie anon finire, io con una gambainfortunata. Riprenderemoin novembre, per poter pre-sentare il film a Cannes», an-ticipa il regista. Dopo la Bel-lucci, l’Italia è nei suoi pro-getti di regista per altre dueiniziative. «Farò un film eun’opera lirica. Il primo è latrasposizione di Se non oraquando? di Primo Levi. Pre-vedo due-tre mesi di riprese,tra Bielorussia e Torino, con ilcontributo di Piemonte FilmCommission». Ma Kusturicasarà anche il regista di una co-produzione con la Fenice el’Expo 2015, Ponte sulla Dri-na. «Due atti del compositoredi Sarajevo, Dejan Sparavalo,su mio libretto, tratto dal ro-manzo di Ivo Andric, PremioNobel jugoslavo nel ‘61. Pri-ma italiana a Venezia, dopo laprima assoluta in giugno aAndricgrad, sul fiume Drina,nella bosniaca Višegrad, unadelle due città della culturache ho appena finito di far co-struire tra Serbia e Bosnia».
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Emir Kusturica
LA DIVA
Monica Bellucci, frescacinquantenne, è laprotagonista del film diKusturica “Sulla via lattea”
REPTV-LAEFFE
In RNews (ore 13,45sui canali 50 digitalee 139 Sky) serviziosu Kusturica
la Repubblica50 LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014R2 AUTOMOTORI
MOTOLIVE
Tante esibizioni e garecon i campioni di Triale Supercross americano
COME da tradizione a Eicma2014 ci sarà Motolive conspettacoli esibizioni e garenell’area esterna del Salone diMilano. Si comincia giovedì.Gli appassionati potrannoammirare tanti campionicome Toni Bou, pluricampionedi trial mondiale, ChristophePourcel, crossista francese cheha vinto il mondiale MX2 e poiha trovato gloria nelSupercross americano.
LA CURIOSITÀ
La Vespa più preziosaricoperta di 500 fogliedi oro zecchino a 23 carati
CI SARÀ anche uno scootertutto d’oro sugli standdell’Eicma di Milano. Si trattadella Vespa Polini, su base125 primavera, ricopertainteramente con 500 foglie dioro zecchino a 23 carati. «Èuna proposta “no limits”’ —dicono gli autori del modello— che trasforma questoscooter in una opera d’arte».
L’ACCORDO
Mercedes Amg e MV Agustaal via la partnershipcommerciale e di marketing
Mercedes-Amg e la casamotociclistica MV Agustahanno siglato un accordo dipartnership a lungo termine.La collaborazione tra questidue marchi abbraccerà l’areadel marketing e delle vendite. La Mercedes-AMG acquisiràcontestualmente unapartecipazione del 25% in MVAgusta.
IRENE SADERINI
MILANO
L’ESPOSIZIONE Mondiale del Motoci-clismo (Eicma) compie cent’annie li festeggia confermandosi l’ap-puntamento più importante per
le due ruote, con 20 world première da sve-lare tra e il 6 e il 9 novembre. Non solo, allaFiera di Milano di Rho ci saranno le aree spe-ciali (Eicma Custom, The Green Planet,Area Sicurezza) oltre all’arena esterna Mo-toLive, lo spazio dedicato ai “100 anni di sto-ria verso il futuro” e il Temporary BikersShop. Sono più di 1.000 gli espositori (il 36%proviene dall’estero e il 30% rappresentanew entry) motivo per il quale gli eventi fuo-ri salone hanno riempito tutta la settimana,concentrandosi soprattutto la sera nel cuo-re di Milano.
Dentro il salone, invece, sono sempre dipiù le “belle da guardare”, quelle per le qua-li le prestazioni contano relativamente masoddisfano pienamente i nuovi bisogni delmercato. Qui è arrivata, anche se con qual-che ritardo, anche la Ducati, che ha però sa-puto farsi perdonare l’interminabile gesta-zione compiendo un piccolo capolavoro conla nuova Scrambler. Leggerina, con i suoi186 kg, e un po’ smorfiosa, con quel sellinoalto e i fari Led, ricorda prepotentemente ilmodello del 1973, la prima monocilindricadi Borgo Panigale. Il nuovo modello Scram-bler ha 75 cavalli e monta il motore Desmo-due da 802 cc Testastretta, raffreddato adaria. Ne esistono tre versioni: la Classic conle ruote a raggi, la Urban Enduro con i para-fanghi alti, la Full Throttle. Una moto dastrada che sembra pronta per andare a fareflat track. Qualunque versione si decida dimettere in garage, prezzo a partire da 8.240euro, la gratificazione nel guardarla è assi-curata.
Risulta altrettanto naturale girarsi aguardare la nuova Moto Guzzi V7II, l’altrabellezza italiana -Italians do it better - chebrilla letteralmente con quel serbatoio cro-mato della versione Racer. Ha manubri piùbassi del solito, assetto sportivo, cinghie incuoio. Si sceglie anche in altre due versioni,la Stone fortemente anni Settanta e la no-stalgica Special, la più simile all’originaletuttora ispirata anche nelle grafiche dallaV750 S3.
Soluzioni tanto nuove quanto inusualiquelle percorse anche dai tedeschi di BmwMotorrad forti, della riuscitissima NineT,modello presentato all’interno di un garagecome si conviene a una special. Il risultatodel curioso mix teutonico/creativo è che a
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Eicma 2014Da giovedì a domenica alla Fiera di Milanol’edizione del centenario con 20 anteprime
Oltre mille gli espositori presentiocchi puntati su Guzzi e Ducati
guardarla non si capisce come faccia a esse-re così vintage pur senza risultare prevedi-bile. Un modello esteticamente forte, pen-sato proprio per essere elaborato: dal telaiostrutturato a sezioni facilmente rimovibili,all’impianto elettrico con tanto di centrali-na già pronta a gestire impedenze diversedalla serie (e la predisposizione per altredue prese per l’illuminazione). La accendi eil collaudato boxer da 1170 cc e 110 Cv (conla specifica mappatura per la R NineT) pul-sa di quel rumore pieno tanto appagante danon sfigurare neppure con i dB killer mon-tati.
Anche in Giappone hanno pensato dipuntare tutto sul fascino retrò di un passa-to che torna sotto forma di Yamaha XJR1300 Racer, la special edition alla quale èstato deciso di lasciare il quattro cilindri cheforse di chilometri ne ha macinati a suffi-cienza. Una monoposto dall’anima inequi-vocabilmente anni Settanta. E se l’esteticaè così riuscita, possiamo dire che un occhio
lo abbiano girato in direzione della semica-renata Eau Rouge di Deus Ex Machina Mi-lano. Non a caso nei concessionari della Ca-sa di Iwata ora si vende anche il 400 DeusOpen Kit, ovvero il minimo indispensabileper avvicinarsi a una delle custom più grif-fate in circolazione, una SR400 da trasfor-mare in endurino con una base di partenzaa 10mila euro.
La febbre da custom è arrivata anche aHinckley, dalle parti di Triumph, che sfog-gia la nuova Bonneville Newchurch il cui no-me è la traduzione letterale di Neukirchen,la cittadina austriaca dove si radunano mi-gliaia di riders inglesi. Da oggi i più fedeli po-tranno avere questa edizione speciale con lasella ribassata e parafanghi, supporto deifari, manubrio, specchietti retrovisori emolle in tinta scura. Non bastasse montaanche dei cerchi in lega a sette razze neri condecorazioni verniciate a mano. Il motore èquello della Bonneville originale, due cilin-dri paralleli da 865 cc. Eicma, giunta all’edi-zione numero 72, apre al pubblico giovedì eil costo del biglietto, invariato da anni, è di18 euro. Mentre soltanto venerdì per il “wo-man friday” le donne entreranno gratis.
La Bmw presenta la NineT e laTriumph la Bonneville Newchurchedizione speciale del famosomodello della casa inglese
Belle e vintageil salone della motoriscopre le iconeEcco le reginedel made in Italy
TRIUMPH BONNEVILLE
Si chiama Newchurchspecial edition questaBonneville con nuovi
colori e dettagli all black
APRILIA TUONO 1100
Discendente diretta diRSV4, questa Tuono ha un
motore 1100 da 175 CV.Due i modelli RR e Factory
YAMAHA XJR 1300
Nel 2015 ritorna la XJRlinee pulite e il motoreraffreddato ad aria conla cilindrata più elevata
la Repubblica 51LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014
MARCO SCAFATI
MILANO
«NE venderemo una cinquantina l’anno».L’amministratore delegato di Kia Italia,Giuseppe Bitti, fa subito chiarezza sul ruo-lo della Soul elettrica, in vendita già da di-
cembre: non si punta certo sui volumi, quanto sulla ve-trina. Quella, cioè, che può regalare un’auto infarcita ditecnologia qual è la piccola coreana. Un fiore all’occhiel-lo, insomma, che fa bene alla reputazione del marchio,ma forse meno al portafogli. Sia di chi la vende, perchéaddestrare la rete distributiva a gestire un prodotto cheprima non c’era e sostenerne il lancio ha dei costi, sia dichi la acquista, perché il listino di quest’auto parte da 36mila euro (garanzia di 7 anni compresa). Un prezzo tut-to sommato in linea con quanto già offre il mercato, so-prattutto considerando che le batterie sono incluse, macomunque considerevole.
E allora? Allora bisogna pensare che il gruppo Hyun-dai-Kia è un player globale, e che ad esempio «in Ameri-ca si vendono 16 mila Soul normali al mese e lì sono mol-to sensibili ai temi ambientali, dunque i numeri sarannocertamente più grandi dei nostri», spiega ancora Bitti.
Il piccolo (grande) sforzo da fare è prendere atto, fi-
nalmente, che ormai l’Europa è marginale, anche per unmercato nascituro come quello delle auto elettriche.Mercato per cui, nondimeno, vale la solita litania: nonriesce a decollare. Specie in Italia, dove nei primi novemesi dell’anno ne sono state vendute 771, mentre inFrancia e Norvegia almeno siamo a cifre con tre zeri (for-se da noi ci si arriverà nel 2015). Sebbene anche più ingenerale, a livello continentale, la loro diffusione sia an-cora meno che modesta.
I problemi sono quelli di sempre: mancanza di infra-strutture, prezzi alti e percorrenze ancora troppo limi-tate (anche se qualche passo in avanti è stato fatto) perscongiurare quel fastidioso effetto ansia quando ci simette al volante.
Lasciateci dire, però, che è un peccato. Perché questaSoul è accogliente e piacevole da guidare, specie nel suoambiente naturale che è la città. Fila via agile e scattan-te nel traffico grazie ai 110 cavalli del suo motore elet-trico, e con un “pieno” di elettricità può arrivare fare fi-no a 210 chilometri. Teoricamente, perché in condizio-ni di guida normale l’autonomia è un po’ più bassa, in-torno ai 170. La ricarica completa da una presa di cor-rente a 120 volt avviene in 12-13 ore, da una a 240 scen-de a 5, mentre dalla quella rapida a corrente continua(100kW) sono sufficienti 25 minuti per portare le bat-terie all’80%.
Dentro tutto è curato nei minimi dettagli, a partire dauno speciale climatizzatore che limita i consumi di ener-gia fino al cruscotto elettronico, passando per le verniciatossiche nonché i materiali bio e antibatterici (cellulo-sa, canna da zucchero) utilizzati per plancia e interni.Fuori, c’è il look inconfondibile di un’auto che fa del de-sign il suo punto di forza, con alcuni ritocchi per miglio-rare l’efficienza aerodinamica. Non sta scritto da nessu-na parte, per fortuna, che per salvaguardare l’ambientesi debba sacrificare la bellezza.
AFFARI & FINANZA
ECCO LA GIULIETTA SPRINT
Per i 60 anni di unadelle sue vetture piùfamose l’Alfa presentala versione 2015 cherende omaggio allospirito della primaedizione del 1954Intanto si avvicinail momento del rilanciodella casa del Biscionee secondo il pianodi Marchionne l’arrivodi sette nuovi modelli
del Gruppo che ha sede a Pontedera — Nel con-tempo, è nuova dal punto di vista della tecnica,della motorizzazione, dell’ergonomia, della si-curezza, della qualità costruttiva e delle finiture.E del piacere di guida». Che è assicurato dal nuo-vo cambio con i primi e gli ultimi due rapporti rav-vicinati, così da diminuire il calo di giri tra unamarcia e l’altra; da una frizione più morbida eomogenea nello stacco; e da una sedutapiù bassa, perché il motore è stato incli-nato di quattro gradi verso l’asse ante-riore, così ci sono tre centimetri di spazioin più per le ginocchia. Il risultatoè che la triangolazione sella-pedane-manubrio è ora piùnaturale e comoda ancheper i piloti più alti.
Il resto lo fanno il peso con-tenuto e l’elasticità di eroga-zione del motore, uniti a un te-laio ben bilanciato a cui viene spontaneo affidar-si per danzare tra le curve, anche nel misto stret-to. Certo, la V7 II non è stata pensata per batterei record in pista, ma per un uso urbano “friendly”,oltre che per la classica gita senza stress fuoricittà. Perciò i 48 Cv del bicilindrico 750 sono piùche sufficienti, perché accompagnati da tantacoppia, subito pronta, che permette di mante-nere andature brillanti in tutto relax, con consu-mi contenuti. L’Aquila continua a volare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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L’ECOLOGI
CA
In strada con la piccolacoreana. Autonomiadi 210 km e 25 minutiper la ricarica rapida
Electric Soulla prima Kiaa impatto zero
SERGIO BRACCINI
MILANO
SOTTO il vestito… tanto. Da scoprire sotto iriflettori di una vetrina importante, l’Eic-ma di Milano, di cui si candida a diventa-re una delle principali attrazioni. Al salo-
ne internazionale dedicato al meglio delle dueruote, Moto Guzzi — marchio da un decennionell’orbita del Gruppo Piaggio — presenta l’ul-tima versione della sua best seller “serie picco-la”. A fronte di un look quasi invariato, le novitàtecniche della V7II sono tante. Le più importan-
ti: controllo di trazione, Abs ecambio a sei marce. Tre leversioni, subito disponibili aprezzi invariati rispetto allaserie precedente, con la Sto-ne, la Special e la Racer chevengono proposte rispetti-vamente a 8.470, 8.870 e
10.220 euro. Ci vogliono passione e competenza per man-
tenere fede alle attese e alla reputazione di unmarchio leggendario, universalmente ricono-sciuto come un simbolo del made in Italy. E sia aMandello del Lario che in casa Piaggio non man-cano di sicuro. «La seconda generazione della V7mantiene un design che dialoga tra le forme del-le Guzzi del passato coniugate con le esigenze diuna moto contemporanea, in grado di appagarela più ampia fascia di appassionati, compresi ineopatentati e l’utenza femminile — sottolineaAndrea Benedetto, direttore Sviluppo due ruote
LAPRO
VA
LE VERSIONI
Stone, Special e Racersono le versioni
disponibili della GuzziV7, rispettivamente
a 8.470, 8.870e 10.220 euro
IN VENDITA DA DICEMBRE
La Kia Soul EV sarà in vendita già da dicembrecon un listino di circa 36 mila euro
GuzziLA NUOVA V7
Miglioramenti estetici etecnici per la secondagenerazione. Serbatoiocromato per la Racer
DucatiTORNA LA SCRAMBLER
Arriva in tre versioni: Classiccon le ruote a raggi, UrbanEnduro con i parafanghi altie la Full Throttle
Stile classicoma tecnologiaultra modernala seduzione V7colpisce ancoraSegreti e caratteristiche della secondagenerazione della Guzzi: controllo ditrazione, Abs e cambio a sei marce
la Repubblica52 LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014R2 PROGRAMMI
RAI
8.30 Biliardo: Semifinali China OpenEurosport
9.30 Pattinaggio di figura: Skate America:Programma Libero Uomini ISU GrandPrix Series Eurosport 2
10.00 Tennis: Ottavi di finale ATP World TourMasters 1000 Parigi Sky Sport 2 HD
10.00 Golf: PGA European Tour BMW MastersSky Sport 3 HD
10.30 Biliardo: Quarti di finale China OpenEurosport
11.30 Tennis: Quarti di finale. Sessione seraleATP World Tour Masters 1000 ParigiSky Sport 2 HD
13.30 Sport estremi: Dew Tour Eurosport 213.30 Calcio: Cagliari - Milan Serie A Sky
Supercalcio HD14.00 Tennis: Quarti di finale. Sessione diurna
ATP World Tour Masters 1000 ParigiSky Sport 2 HD
14.00 Basket: San Antonio - Dallas NBA SkySport 3 HD
14.00 Calcio: Roma - Cesena Serie A SkySupercalcio HD
14.30 Football americano: Wisconsin -Maryland NCAA Big Ten ConferenceEurosport 2
14.30 Calcio: Cagliari - Milan Serie A SkySport 1 HD
15.30 Motociclismo: GP di Spagna MondialeSuperbike Eurosport
16.00 Biliardo: Semifinali China OpenEurosport 2
16.00 Football americano: NCAA: Lousville -Florida State Sky Sport 3 HD
16.15 Motociclismo: GP di Spagna MondialeSuperbike Eurosport
17.00 Calcio: Inter - Sampdoria Serie A SkySport 1 HD
17.30 Calcio: Cagliari - Milan Serie A SkySport 1 HD
17.55 Calcio: Genoa - Juventus Serie A SkySport 1 HD
18.00 Giants Live Strongest Man Eurosport 2
18.00 Tennis: ATP World Tour Masters 1000Parigi Sky Sport 2 HD
19.30 Tennis: Quarti di finale. Sessione seraleATP World Tour Masters 1000 ParigiSky Sport 2 HD
20.00 Pugilato: A. Golota - I. Contreras - G.Foreman Knock Out Classics Eurosport
20.25 Calcio: Nazionale Cantanti - NazionaleMagistrati Incontro Amichevole SkySport 1 HD
20.30 Calcio: Schalke 04 - AugsburgBundesliga Sky Supercalcio HD
21.00 Pugilato: Match da definire. PesiMassimi Incontro InternazionaleEurosport
15.10 Gli insetti di Ruud16.00 Avventura tra i giaguari16.50 Costruzione di un impero17.45 L’ultima missione dello
Shuttle18.40 Città ai raggi X19.30 Odissea di fuoco19.55 Odissea di fuoco20.25 Marchio di fabbrica20.50 Marchio di fabbrica21.15 Come è fatto21.40 Come è fatto22.05 Come è fatto22.30 Come è fatto23.00 I segreti della Terra
17.30 Il Diario Di Papa Francesco InDiretta
18.00 Rosario In Diretta Da Lourdes18.30 Tg 200019.00 L’ispettore Derrick20.00 Rosario Da Lourdes - In
Differita20.35 Tg Tg21.05 Le Commedie Di Eduardo:
Filumena Marturano22.55 Retroscena Speciale Eduardo
De Filippo 30 Anni Dalla Morte23.50 Effetto Notte
0.15 Rosario Dal Santuario DiPompei
14.20 Amici Oltre14.45 Il nostro piccolo grande amore15.15 Il nostro piccolo grande amore15.45 Abito da sposa cercasi: Outlet16.15 Abito da sposa cercasi: Outlet16.45 Abito da sposa cercasi: Outlet17.15 Quattro matrimoni - Canada18.10 Malati di pulito19.10 Amici Oltre19.40 Amici Oltre20.10 Cucine da incubo USA21.10 Bake Off Italia: dolci in forno22.10 Il boss delle cerimonie22.40 Il boss delle cerimonie23.05 Cucine da incubo USA
13.30 Buying & Selling14.30 MasterChef Australia15.15 SkyTg24 mezzogiorno15.30 MasterChef Australia16.30 Fratelli in affari17.30 Buying & Selling18.30 Fratelli in affari19.15 Affari al buio19.45 Affari al buio20.15 Affari di famiglia20.45 Affari di famiglia21.10 Hotel Transylvania23.00 Halloween: The Beginning
1.00 The Sex Inspectors - Segreti dicoppia
17.30 CSI New York Fox Crime HD17.35 Esperimenti esplosivi National
Geographic17.40 Tutto in famiglia Fox HD17.40 Grey’s Anatomy Fox Life17.55 Strega per amore Fox Retro18.00 Esperimenti esplosivi National
Geographic18.10 How I Met Your Mother Fox HD18.20 Cold Case Fox Crime HD18.25 Strega per amore Fox Retro18.30 Minatori d’azzardo National
Geographic18.35 How I Met Your Mother Fox HD18.40 Grey’s Anatomy Fox Life18.50 La Tata Fox Retro
19.10 I Simpson Fox HD19.15 NCIS Fox Crime HD19.20 La Tata Fox Retro19.25 Megafabbriche - Audi National
Geographic19.35 I Simpson Fox HD19.50 I Jefferson Fox Retro20.00 The Big Bang Theory Fox HD20.00 Bones Fox Life20.05 Criminal Minds Fox Crime HD20.25 I Jefferson Fox Retro20.25 Esperimenti esplosivi National
Geographic20.30 The Big Bang Theory Fox HD20.55 Tabù USA National Geographic21.00 CSI Fox Crime HD
21.00 Homeland Fox HD21.00 Grey’s Anatomy Fox Life21.00 I Jefferson Fox Retro21.30 Il mio amico Arnold Fox Retro21.55 Profiling Fox Crime HD21.55 Nashville Fox Life21.55 L’impero della droga National
Geographic22.00 Rake Fox HD22.05 Tre cuori in affitto Fox Retro22.35 La Tata Fox Retro22.50 Nashville Fox Life22.50 Truffato a Mumbai National
Geographic22.55 NCIS Fox Crime HD22.55 How I Met Your Mother Fox HD
23.05 I Jefferson Fox Retro23.25 How I Met Your Mother Fox HD23.40 I Jefferson Fox Retro23.50 Criminal Minds Fox Crime HD23.50 Grey’s Anatomy Fox Life23.50 Cacciatori di gemme National
Geographic23.55 The Big Bang Theory Fox HD
0.10 Tre cuori in affitto Fox Retro0.20 The Big Bang Theory Fox HD0.40 NCIS Fox Crime HD0.40 Tre cuori in affitto Fox Retro0.45 Grey’s Anatomy Fox Life0.45 A caccia di fantasmi National
Geographic0.50 I Griffin Fox HD
10.14 La leggenda del tesoro scomparso - diRyan Little Premium Cinema Energy
10.20 Kramer contro Kramer - di Robert BentonStudio Universal
11.34 Baby Blues - di Diane BertrandPremium Cinema Emotion
11.38 Next - di Lee Tamahori PremiumCinema
12.10 Rollerball - di John McTiernan StudioUniversal
13.13 Tokarev - di Paco Cabezas PremiumCinema
13.13 Baciami ancora - di Gabriele MuccinoPremium Cinema Emotion
13.22 Inside Man - di Spike Lee PremiumCinema Energy
13.55 Proof - La prova - di John Madden StudioUniversal
15.20 300 - di Zack Snyder Premium Cinema15.33 The Score - di Franz Oz Premium
Cinema Energy15.40 Baciami piccina - di Roberto Cimpanelli
Premium Cinema Emotion
16.15 Kate & Leopold - di James MangoldStudio Universal
17.16 L’uomo d’acciaio - di Zack SnyderPremium Cinema
17.22 Il dolce e l’amaro - di Andrea PorporatiPremium Cinema Emotion
18.20 Che fine ha fatto Baby Jane? - di RobertAldrich Studio Universal
19.21 Sospesi nel tempo - di Peter JacksonPremium Cinema Energy
19.41 La notte del giudizio - di James DeMonacoPremium Cinema
21.15 R.I.P.D. - Poliziotti dall’aldilà - di RobertSchwentke Premium Cinema
21.15 La versione di Barney - di Richard J. LewisPremium Cinema Emotion
21.15 King Kong - di Peter Jackson PremiumCinema Energy
21.25 Intervista col vampiro - di Neil JordanStudio Universal
22.58 Io Sono Tu - di Seth Gordon PremiumCinema
23.28 Il coraggio di cambiare - di Matt Mulhern
7.25 Matlock8.10 Matlock9.00 Wolff, un poliziotto a Berlino9.50 Wolff, un poliziotto a Berlino
10.50 Law & Order - I due volti della giustizia11.40 Law & Order - I due volti della giustizia12.30 Law & Order - I due volti della giustizia13.30 Giudice Amy14.20 Giudice Amy15.15 Matlock16.10 Matlock17.00 Matlock17.50 Law & Order - I due volti della giustizia18.30 Law & Order - I due volti della giustizia19.25 Law & Order - I due volti della giustizia20.15 Law & Order - I due volti della giustizia21.05 Silent Witness21.55 Silent Witness22.45 Law & Order - I due volti della giustizia23.35 Law & Order - I due volti della giustizia
0.30 Solved1.30 Law & Order - I due volti della giustizia2.20 Law & Order - I due volti della giustizia
RAI 2 RAI 3 CANALE 5 ITALIA 1 RETE 4 LA SETTE DEEJAY TVRAI 1
CINEMA MATTINA CINEMA POMERIGGIO CINEMA SERA CINEMA NOTTE
LA EFFE
DIG
ITA
LE T
ER
RE
STR
E
FOCUS CIELO TV2000
MEDIASET PREMIUM
SA
TELL
ITE
CINEMA
SPORT
RAI 4 PREMIUM
MOVIE
RAI 5
GIALLO
REAL TIMEFOX
7.00 Greek7.45 La Spada della Verità8.30 Robin Hood9.15 Heroes
10.00 Being Human11.00 Numbers11.45 La Vita Segreta di una Teenager Americana12.30 Joan of Arcadia13.15 Heroes14.00 Rai Player14.10 Beauty and the Beast14.55 Streghe15.40 Greek16.25 La Vita Segreta di una Teenager Americana17.10 Rai News - Giorno17.15 Joan of Arcadia18.00 Robin Hood18.45 La Spada della Verità19.30 Rai Player19.40 Streghe20.25 Beauty and the Beast21.10 Film: The Woman in Black - di James
Watkins, con Daniel Radcliffe, Janet McTeer,Ciarán Hinds, Jessica Raine
22.50 Wonderland23.15 Film: Hansel & Gretel - di Pil-Sung Yim,
con Jeong-myeong Cheon, Eun Won-jae,Eun-kyung Shim
1.10 Anica appuntamento al cinema1.15 Lip Service2.10 Lip Service3.05 Rai News - Notte
15.50 Madre, Aiutami17.35 Rai News - Giorno17.40 Pasion Prohibida18.25 Pasion Prohibida19.10 Rai Player19.20 Terra Nostra20.15 Un Medico In Famiglia21.15 Film: Soraya - di Lodovico Gasparini, con
Anna Valle, Erol Sander, Mathilda May,Stoyan Aleksiev
23.15 Fiction Magazine0.10 Squadra Speciale Vienna1.00 Rai News - Notte1.05 Film: Una stella in cucina - di Dilip Mehta,
con Seema Biswas, Don McKellar, Lisa Ray
15.50 Film: Un affare di cuore - di GilbertCates, con Jamie Smith Jackson, NatalieWood, Robert Wagner, Bruce Davison
17.05 Rai news - Giorno17.10 Rai player17.20 Film: Enigma - di Michael Apted, con
Dougray Scott, Kate Winslet, SaffronBurrows, Jeremy Northam
19.20 Film: Troppo forte - di Carlo Verdone,con Carlo Verdone, Alberto Sordi, StellaHall, Mario Brega
21.15 Film: Cleaner - di Renny Harlin, con SamuelL. Jackson, Ed Harris, Eva Mendes, LuisGuzmán
22.45 Film: Un gelido inverno - di Debra Granik,con Jennifer Lawrence, John Hawkes, GarretDillahunt, Isaiah Stone
0.30 Movie.Mag1.00 Rai news - Notte1.05 Anica - Appuntamento al cinema1.10 Film: Frailty - Nessuno è al sicuro - di
Bill Paxton, con Bill Paxton, MatthewMcConaughey, Power Boothe, Luke Askew
2.45 Film: Memento - di Christopher Nolan
14.10 Rai Player14.20 Capolavori Della Natura15.10 Yellowstone16.05 Biennale Danza Rizzo16.35 Senza Maschera17.10 Prima Della Prima Filumena Marturano17.25 Rai News - Giorno17.30 David Letterman Show18.20 I Tesori Perduti Di Kabul19.20 In Questo Stento20.25 Rai Player20.35 Passepartout21.15 Eduardo La Vita Che Continua22.15 Il Racconto Di Eduardo23.10 David Letterman Show
6.00 Tg 5 Prima pagina. All’in-terno: 7.54 Traffico; Borse e Monete; Meteo.it
8.00 Tg 5 Mattina8.45 Mattino cinque - condu-
cono Federica Panicucci, Federico Novella
11.00 Forum 13.00 Tg 5. All’interno: Meteo.it13.40 Beautiful14.15 CentoVetrine14.45 Uomini e donne16.15 Il segreto 17.00 Pomeriggio cinque 18.45 Avanti un altro! 19.55 Tg 5 Prima pagina20.00 Tg 5. All’interno: Meteo.it20.40 Striscia la notizia - La voce
dell’indecenza21.10 Il segreto - con Megan
Montaner, Alex Gadea,Maria Bouzas
23.30 Il Principe - Tf, con Jose Coronado, Alex Gonzales, Hiba Abouk
0.40 Magazine ChampionsLeague
1.30 Tg5 - Notte. All’interno: 1.50 Rassegna stampa
1.59 Meteo.it2.00 Striscia la notizia - La voce
dell’indecenza2.35 Uomini e donne - conduce
Maria De Filippi4.05 Trauma - Tf, con Carl Mari-
no, Derek Luke, Anastasia Griffith
5.00 Mediashopping5.15 Tg 5 (r). All’interno: 5.35
Rassegna stampa; Meteo.it
5.45 Mediashopping
6.05 Deja vu - Tf7.15 La vita secondo Jim7.40 Mike & Molly - Tf8.35 Psych - Tf
10.30 The Closer - Tf12.25 Studio Aperto. All’interno:
Meteo.it13.00 Sport Mediaset - Anticipa-
zioni13.05 Sport Mediaset14.05 I Simpson14.30 Futurama14.55 2 Broke Girls15.40 Big Bang Theory16.35 Chuck - Tf18.05 Love Bugs18.28 Studio Aperto - Anticipa-
zioni18.30 Studio Aperto. All’interno:
Meteo.it19.20 C.S.I. - New York - Tf21.10 Film: Innocenti bugie
- di James Mangold, con Tom Cruise, Cameron Diaz, Peter Sarsgaard, JordiMollà. All’interno: 22.05 Tgcom; Meteo.it
23.25 Le Iene1.05 Sport Mediaset1.30 Studio Aperto - La giornata1.45 Trasformat 2.25 Mediashopping2.40 Trasformat3.20 Mediashopping3.35 Film: Quando gli uomi-
ni armarono la clava e... con le donne fe-cero din-don - di Bruno Corbucci, con Antonio Sa-bato, Aldo Giuffré, Vittorio Caprioli, Nadia Cassini
5.15 Mediashopping5.30 Deja vu - Tf
6.00 Tg 4 Night News6.20 Mediashopping6.50 Zorro - Tf7.10 Hunter - Tf, con Fred Dryer8.05 Cuore ribelle 9.30 Carabinieri - Tf
10.35 Sai cosa mangi?10.45 Ricette all’italiana11.30 Tg 4 - Telegiornale. All’in-
terno: Meteo.it12.00 Detective in corsia - Tf13.00 La signora in giallo - Tf14.00 Lo sportello di Forum 15.35 Film: L’Inferno di cri-
stallo - di John Guil-lermin, Irwin Allen, con Steve McQueen (I), Paul Newman, Faye Dunaway, William Holden. All’inter-no: 16.10 Tgcom; Meteo.it
18.50 Anteprima Tg 418.55 Tg 4 - Telegiornale. All’in-
terno: Meteo.it19.35 Il segreto - con Megan
Gracia Montaner, AlexGadea, Maria Bouzas
20.30 Tempesta d’amore21.15 Quarto grado - conduce
Gianluigi Nuzzi, con Ales-sandra Viero
0.20 I bellissimi di Rete 40.25 Film: Phase IV - di Bryan
Goeres, con Dean Cain, Brian Bosworth, MimiKuzyk, Heather Mathie-son. All’interno: 0.50 Tg 4 Night News; Meteo.it
2.05 Film: L’avvertimento - di Damiano Damiani, con Giuliano Gemma, Martin Balsam, Laura Trotter,Giancarlo Zanetti
3.50 Mediashopping
13.30 Fuori Frigo13.55 Deejay Tg14.00 Perfetti ma non troppo15.00 The Flow16.00 Fuori Frigo16.30 Via Massena 216.55 Deejay Tg17.00 Deejay Hits18.00 Perfetti ma non troppo18.55 Deejay Tg19.00 Zero hour - Tf19.50 Miami Ink - Serie Tv20.40 Fuori Frigo21.10 Fino alla fine del mondo22.00 Deejay chiama Italia23.00 Breaking bad - Tf24.00 American Horror Story - Tf
6.00 Tg La7. All’interno: Meteo; Oroscopo; Traffico
6.55 Movie Flash7.00 Omnibus - Rassegna
Stampa7.30 Tg La77.50 Omnibus meteo7.55 Omnibus - con Andrea
Pancani, Alessandra Sar-doni
9.45 Coffee Break - conduce Tiziana Panella
11.00 L’aria che tira - conduce Myrta Merlino
13.30 Tg La714.00 Tg La7 Cronache14.40 Il commissario Maigret -
Tf, con Bruno Cremer16.30 Moonlighting - Tf, con
Cybill Shepherd, BruceWillis, Allyce Beasley
18.10 Commissario Cordier - Tf, con Pierre Mondy, Bruno Madinier, Antonella Lual-di
20.00 Tg La720.30 Otto e mezzo - conduce Lilli
Gruber21.10 Crozza nel paese delle
meraviglie - conduceMaurizio Crozza
22.40 Bersaglio Mobile - condu-ce Enrico Mentana
0.45 Tg La7 night desk1.15 Otto e mezzo (r)1.55 Movie Flash2.00 Coffee Break (r)3.15 L’aria che tira (r)
17.10 RED - Racconti dalle città dimare
18.05 RED - Jamie Oliver in USA18.55 RED - Bourdain: Cucine
segrete19.45 RNews19.55 Dalla A a laeffe20.10 Al cinema con laeffe20.15 RED - Racconti dalle città di
mare21.10 Film: Dracula di Bram
Stoker - di FrancisFord Coppola, con GaryOldman, Winona Ryder,Anthony Hopkins, KeanuReeves
23.20 The Paradise - Serie Tv0.20 Film: American Life - di
Sam Mendes, con JohnKrasinski, Maya Rudolph
6.00 Euronews6.10 Il caffè di Raiuno6.30 Tg 16.32 Previsioni sulla viabilità -
Cciss Viaggiare informati6.45 Unomattina - conducono
Francesca Faldini e Franco Di Mare. All’interno: Che tempo f
10.55 Rai Player 11.10 A conti fatti 12.00 La prova del cuoco 13.30 Telegiornale14.00 Tg 1 Economia14.05 Dolci dopo il Tiggì 14.40 Torto o ragione? Il verdetto
finale 16.00 La vita in diretta - condu-
cono Marco Liorni, Cristina Parodi. All’interno: 16.20 Che tempo fa; Previsioni sulla viabilità - Cciss Viag-giare informati; 16.30 Tg 1
18.50 L’Eredità - conduce Carlo Conti
20.00 Telegiornale20.30 Affari Tuoi - conduce Flavio
Insinna21.10 Carosello Reloaded21.15 Tale e quale show - condu-
ce Carlo Conti. All’interno: 23.15 Tg1 60 secondi
23.45 Tv70.50 TG1 Notte1.20 Che tempo fa1.25 Cinematografo 2.15 Sottovoce2.30 Rewind - Visioni private -
conduce Cinzia Tani3.00 La locandiera - con Carla
Gravina, Pino Micol, Mas-simo Belli
5.10 Da Da Da
6.00 Detto Fatto 7.10 Heartland - Tf8.35 Le sorelle McLeod - Tf9.55 Meteo 2
10.00 TG2 Insieme11.00 I Fatti Vostri 13.00 Tg 2 Giorno13.30 TG2 Eat Parade13.50 Tg 2 Sì, Viaggiare14.00 Detto Fatto16.15 Castle - Tf17.00 SuperMax Tv17.45 Rai Parlamento Telegior-
nale17.55 Tg 2 Flash L.I.S.18.00 Rai Player - conduce Fran-
cesca Lancini18.05 Rai Tg Sport18.10 Meteo 218.20 Tg 218.50 N.C.I.S. Los Angeles - Tf19.40 N.C.I.S. - Tf20.30 Tg 2 20.3021.00 ImPazienti - Serie Tv21.10 Criminal Minds - Tf22.45 The Good Wife - Tf23.30 Tg 223.45 Film: Aspettando il sole
- di Ago Panini, con Raoul Bova, Vanessa Incontrada, Gabriel Garko,
1.15 Film: Il siero dellavanità
2.45 Appuntamento al cinema2.50 Bulldozer - conducono
Dario Vergassola, Federica Panicucci, Enrico Bertolino
4.10 Videocomic4.35 Film: Below Sea Level -
di Gianfranco Rosi
6.00 Rai News Morning News7.00 TGR Buongiorno Italia7.30 TGR Buongiorno Regione8.00 Agorà
10.00 Mi manda Raitre 11.00 “Cantata delle parole chia-
re” - Commemorazionedel XXX anniversario della scomparsa di Edoardo De Filippo
11.55 Meteo 312.00 Tg 312.25 Tg3 Fuori Tg12.45 Pane quotidiano (r)13.10 Il tempo e la storia14.00 Tg Regione14.05 Tg Regione Meteo14.20 Tg 314.25 Meteo 314.50 TGR Leonardo15.00 Tg 3 L.I.S.15.05 TGR Piazza Affari15.10 Rai Player 15.15 Terra Nostra 2 - Tf16.00 Aspettando Geo16.40 Geo -18.10 Meteo 319.00 Tg 319.30 Tg Regione19.32 Tg Regione Meteo20.00 Blob20.15 Sconosciuti20.35 Un posto al Sole21.05 Film: Matrimonio all’i-
taliana - di Vittorio De Sica, con Marcello Mastro-ianni, Sophia Loren, Aldo Puglisi, Marilù Tolo
23.00 I Dieci Comandamenti24.00 Tg 3 Linea Notte
0.10 Tg Regione1.05 Rai Parlamento Telegior-
nale
15.20 Prima o poi mi sposo - di AdamShankman Sky Cinema Passion HD
15.45 Sister Act 2 - Più svitata che mai - di BillDuke Sky Cinema Family
16.30 Lo Hobbit - La desolazione di Smaug - diPeter Jackson Sky Cinema 1 HD
16.30 Shriek - Hai Impegni Per Venerdì 17? - diJohn Blanchard Sky Cinema ComedyHD
16.50 ESP² - Fenomeni paranormali - di JohnPoliquin Sky Cinema Max HD
17.05 Brutti, sporchi e cattivi - di Ettore ScolaSky Cinema Classics
17.05 Manuale d’amore 2 - Capitoli successivi- di Giovanni Veronesi Sky CinemaPassion HD
17.25 Money Train - di Joseph Ruben Sky
22.40 Amazzonia - di Luc Marescot, ThierryRagobert Sky Cinema Family
22.55 Che fine hanno fatto i Morgan? - di MarcLawrence Sky Cinema 1 HD
22.55 Il mio miglior nemico - di Carlo VerdoneSky Cinema Comedy HD
23.00 1855 - La prima grande rapina al treno- di Michael Crichton Sky CinemaClassics
23.15 Tutta colpa dell’amore - di AndyTennant Sky Cinema Hits HD
23.15 G.I. Joe - La vendetta - di Jon M. Chu SkyCinema Max HD
0.05 L’apprendista mago - di Joram LürsenSky Cinema Family
0.05 Passione sinistra - di Marco Ponti SkyCinema Passion HD
19.30 Scary Movie 5 - di Malcolm D. Lee SkyCinema Comedy HD
21.00 Moby Dick, la balena bianca - di JohnHuston Sky Cinema Classics
21.00 Asterix & Obelix - Missione Cleopatra - diAlain Chabat Sky Cinema ComedyHD
21.00 Io, lei e i suoi bambini - di Brian LevantSky Cinema Family
21.00 Pain & Gain - Muscoli e denaro - diMichael Bay Sky Cinema Max HD
21.00 Pearl Harbor - di Michael Bay SkyCinema Passion HD
21.10 Lo sguardo di Satana - Carrie - diKimberly Peirce Sky Cinema 1 HD
21.10 The International - di Tom Tykwer SkyCinema Hits HD
Cinema Hits HD17.35 Il mio amico Ted - di Shuki Levy Sky
Cinema Family18.00 Scary Movie 4 - di David Zucker Sky
Cinema Comedy HD18.30 Bad Boys II - di Michael Bay Sky
Cinema Max HD19.05 I vitelloni - di Federico Fellini Sky
Cinema Classics19.10 Monsters University - di Dan Scanlon
Sky Cinema Family19.10 Come l’acqua per il cioccolato - di
Alfonso Arau Sky Cinema Passion HD19.15 Il cacciatore di donne - di Scott Walker
Sky Cinema 1 HD19.20 The Words - di Brian Klugman, Lee
Sternthal Sky Cinema Hits HD
SKY[servizio a pagamento]
GLI ESAMI NON
FINISCONO MAI
Una delle più celebricommedie di Eduardo DeFilippo in un adattamentodel 1976. Tra gli interpreti,oltre all’autore, Luca DeFilippo, Angelica Ippolito,Marisa Laurito e Isa Danieli.
Rai 5 — ore 21.15
L’EMERGENZA che sconvolge l’Africa e al-larma il pianeta: l’epidemia del virus Ebo-la. A Nautilus, stasera alle 21.00 su RaiScuola ne parlano, con Federico Taddia,il virologo del Cnr Giovanni Maga e Ro-berto Scaini, medico dell’organizzazioneno profit “Medici Senza Frontiere”. Ebolaviene scoperto la prima volta dallo scien-ziato Peter Piot, a cui viene recapitato ilsangue di una donna malata di febbregialla nella Repubblica Democratica delCongo. Piot capisce che in realtà si trattadi un virus diverso e nuovo. Era il 1976. Da
allora Ebola ha alternato anni di virulen-te infezioni ad periodi di silenzio epide-mico. A marzo 2014 un nuovo focolaio,tra Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leo-ne: oltre 4mila morti e i primi contagiatiin Occidente. Roberto Scaini, appena tor-nato da Monrovia, racconta la sua espe-rienza con il virus. In studio un team diesperti divulgatori: la giornalista scienti-fica Silvia Bencivelli, e il blogger SimoneAngioni, esperto di “bufale scientifiche”che racconta le somiglianze inaspettatetra virus biologici e virus informatici.
Ebola: tutto quello che serve sapere sul virus
NAUTILUSFedericoTaddiaconduce“Nautilus”
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la Repubblica 55LUNEDÌ 3 NOVEMBRE 2014METEO