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1,24 1 F. PAJER, La Religione. Umanità in ricerca © SEI 2011 on line Pag. 62 vol. 3 LABORATORIO Bene e male nelle religioni Tutte le grandi religioni mondiali hanno una loro dottrina sul bene e sul male. Nonostante le di- versità di cultura e nonostante le distanze nel tempo e nello spazio, le religioni hanno molti va- lori in comune, perché unica è dappertutto la natura umana: ovunque e in ogni tempo, l’uomo è sostanzialmente lo stesso e aspira alla stessa felicità cercando il bene e fuggendo il male. a. Cerca, in ognuna delle religioni, l’idea centrale che indica cos’è bene e cos’è male per l’uomo. b. In che cosa la legge dell’amore cristiana supera una distinzione rigida, legalistica tra bene e male? c. Spesso ritorna la parola «prossimo», «gli altri», «fratello»: in quali religioni? Confucianesimo L’uomo è per natura incline al male. Noi, infatti, fin da giovani: corriamo dietro al nostro utile: di qui sorgono lotte e contese; cominciamo a odiare quanto non ci piace: di qui nascono violenza e insincerità; vogliamo avere tutto quanto riesce gradito ai nostri sensi: di qui hanno origine vizi e sregolatezze. La pietà filiale e l’osservanza dei riti in onore degli antenati sono il massimo bene di una nazione. Testi confuciani Buddhismo L’aver cura del padre e della madre, proteggere la moglie e i figli: questa è una grande benedizione. Astenersi dal male, da bevande inebrianti, dal possesso avaro dei beni materiali: questa è una grande benedizione. Il rispetto, l’umiltà, il sapersi contentare, l’essere grati, cercare la ve- rità: questa è una grande benedizione. Aver tolleranza e cortesia, aver compassione, saper conversare sulla sana dottrina: questa è una grande benedizione. Raccolta di aforismi Induismo Il peccato non si attacca a un uomo saggio più di quanto l’acqua si attacchi a una foglia di loto. L’uomo libero da legami mondani scuote via da sé il peccato. L’uomo che possiede la saggezza non pecca; egli cessa di fare il male e per mezzo della saggezza annulla il male nella sua vita interiore. Se un uomo è intemperante e dedito alla lussuria, le penitenze e i sacrifici non gli gioveranno. Mahabharata, 12

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F. PAJER, La Religione. Umanità in ricerca © SEI 2011

on line� Pag. 62 vol. 3

LABORATORIOBene e male nelle religioniTutte le grandi religioni mondiali hanno una loro dottrina sul bene e sul male. Nonostante le di-versità di cultura e nonostante le distanze nel tempo e nello spazio, le religioni hanno molti va-lori in comune, perché unica è dappertutto la natura umana: ovunque e in ogni tempo, l’uomoè sostanzialmente lo stesso e aspira alla stessa felicità cercando il bene e fuggendo il male.a. Cerca, in ognuna delle religioni, l’idea centrale che indica cos’è bene e cos’è male per l’uomo.b. In che cosa la legge dell’amore cristiana supera una distinzione rigida, legalistica tra bene

e male?c. Spesso ritorna la parola «prossimo», «gli altri», «fratello»: in quali religioni?

ConfucianesimoL’uomo è per natura incline al male. Noi, infatti, fin da giovani:corriamo dietro al nostro utile: di qui sorgono lotte e contese;cominciamo a odiare quanto non ci piace: di qui nascono violenzae insincerità;vogliamo avere tutto quanto riesce gradito ai nostri sensi: di quihanno origine vizi e sregolatezze.La pietà filiale e l’osservanza dei riti in onore degli antenati sono ilmassimo bene di una nazione.

Testi confuciani

BuddhismoL’aver cura del padre e della madre, proteggere la moglie e i figli:questa è una grande benedizione.Astenersi dal male, da bevande inebrianti, dal possesso avaro deibeni materiali: questa è una grande benedizione.Il rispetto, l’umiltà, il sapersi contentare, l’essere grati, cercare la ve-rità: questa è una grande benedizione.Aver tolleranza e cortesia, aver compassione, saper conversare sullasana dottrina: questa è una grande benedizione.

Raccolta di aforismi

InduismoIl peccato non si attacca a un uomo saggio più di quanto l’acquasi attacchi a una foglia di loto.L’uomo libero da legami mondani scuote via da sé il peccato.L’uomo che possiede la saggezza non pecca; egli cessa di fare il malee per mezzo della saggezza annulla il male nella sua vita interiore.Se un uomo è intemperante e dedito alla lussuria, le penitenze e isacrifici non gli gioveranno.

Mahabharata, 12

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2 unità 3 dieci parole che valgono

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ShintoismoNon vi è posto per l’egoismo nello shinto. L’egoismo è contra-rio allo spirito del culto degli dèi. Si devono aiutare gli altri conspirito di servizio. È necessario vivere in armonia con la volontàdegli dèi e dell’imperatore, perseguendo la pace e la prosperità.L’uomo nasce con un duplice scopo: realizzare le speranze e gliideali dei suoi antenati, e accudire i propri discendenti conamore e con cura anche maggiori.Antenati e discendenti sono uniti in una stessa linea. Il rispettoper gli antenati non va mai dimenticato. Questo è il solo modoche l’uomo ha di adempiere gli scopi per cui è venuto al mondo.

Sokyo Ono

IslamNon invidiatevi l’un l’altro.Non maggiorate i prezzi.Non voltate le spalle l’un l’altro.Non siate venali, ma siate fratelli, o servi di Allah!Il musulmano è fratello del musulmano: non lo opprimené lo abbandona, non lo inganna né lo disprezza.Tutto ciò che possiede il musulmano è inviolabile per unaltro musulmano: il suo sangue, i suoi beni e il suo onore.

Muhammad (Maometto)

CristianesimoNon abbiate alcun debito con nessuno, se non quellodi un amore reciproco, perché chi ama il suo simile haadempiuto la legge.Infatti il precetto «Non commettere adulterio, nonuccidere, non rubare, non desiderare», e ogni altrocomandamento, si riassume in queste parole:«Amerai il prossimo tuo come te stesso».L’amore non fa alcun male al prossimo.Pieno compimento della legge è l’amore.

San Paolo ai Romani 13,8-10

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Sant’Agostino e il furto delle pereNel suo celebre libro autobiografico, Confessioni, sant’Agostino di Ippona (354-430), grandepensatore cristiano e vescovo, racconta come da ragazzo andasse con gli amici a rubare, nonperché avesse bisogno di mangiare, ma solo per fare una bravata e dimostrare ai coetaneila propria «libertà» di fronte alle leggi morali. Leggi il testo e rispondi alle domande che se-guono.La tua legge, Signore, condanna chiaramente ilfurto. Ciò nonostante io volli commettere un furtoe lo commisi senza esservi spinto da indigenza al-cuna. Mi appropriai di cose che già possedevo inmaggior misura e molto miglior qualità. Non mispingeva il desiderio di godere della cosa rubata, bensì ildesiderio del furto e del peccato in se stessi.Nelle vicinanze della nostra vigna sorgeva unapianta di pere carica di frutti dall’aspetto e sapore perniente allettanti. In piena notte, ce ne andam mo[io e alcuni amici] a scuotere la pianta, da cui poiasportammo i frutti. Venimmo via con un caricoingente e non già per mangiarne noi stessi, ma pergettarli.Quale sentimento provavo allora in cuore? I pec-cati chi li capisce? (Salmo 18,13). Era il riso che cisollecitava al pensiero di ingannare quanti non so-spettavano un’azione simile da parte nostra e nesarebbero stati fortemente contrariati. Perché dun-que godevo di non agire da solo? Forse perché nonè facile ridere da soli…Ecco dunque davanti a te, Dio mio, il ricordo dalvivo della mia anima. Non già la refurtiva, ma il com-piere un furto mi attraeva. Compierlo da solo nonmi attraeva davvero e non l’avrei compiuto. Vi èdunque un’amicizia inimicissima, una seduzioneinesplicabile dello spirito, un’avidità di nuocerenata dai giochi e dallo scherzo. Uno dice: – An-diamo, facciamo! – e si ha pudore di non esserespudorati.

AGOSTINO, Confessioni, IV, 15

a. Riassumi quello che hai capito leggendo questo brano.b. Che cosa vuole dire sant’Agostino con le due frasi scritte qui in corsivo?c. Secondo sant’Agostino, la gravità del suo furto dipende dalla quantità di frutti rubati o dal

suo «cuore»? Perché?d. Sapresti dire in quali occasioni l’uomo di oggi assomiglia al giovane sant’Agostino, nel

voler fare il male per il gusto di sentirsi «approvati e stimati» dal proprio ambiente?e. Gli adulti (genitori, insegnanti, la società…) si aspettano dai ragazzi una condotta disci-

plinata, e i ragazzi a volte esibiscono comportamenti contrari solo per il gusto di con-traddire e contestare l’autorità, la legge, l’ordine, la tradizione… Sei d’accordo su questaaffermazione? Conosci casi concreti a questo proposito o ricordi delle tue esperienzepersonali?

f. Poi sant’Agostino è cambiato. Che cosa gli ha fatto mutare comportamento?

LABORATORIO 3

Sandro Botticelli (Alessandro Filipepi), Sant’Agostino nello studio, 1495 ca.,

Firenze, Galleria degli Uffizi.

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Religioni naturali e comandamenti bibliciPresso le religioni primitive dell’Africa o di altre parti del mondo l’istruzione sul bene e sulmale viene impartita normalmente al momento dell’iniziazione. Presso i Serer del Senegal,per esempio, viene proclamata in quei giorni ai ragazzi una specie di decalogo.Quando tu, uscito di qui, te ne andrai lontano:rispetta la gente che ha l’età di tuo padre;rispetta la gente che ha l’età di tua madre;rispetta tuo fratello maggiore;rispetta la donna sposata perché suo marito possiede un coltello e il coltello uccide, tu lo sai;rispetta il grande incirconciso perché ha il coltello, e il coltello uccide tu lo sai;rispetta i beni degli altri, perché c’è un re nel paese…

P. ROSSANO, I perché dell’uomo e le risposte delle grandi religioni, Edizioni Paoline, Milano

a. Quali somiglianze trovi tra questi precetti e i comandamenti biblici?b. Per quale motivo si insegna al ragazzo l’osservanza delle leggi: per amore o per timore?

Le ragazze della tribù Krobo durante il rito di iniziazione alla vita adulta: il cappello a cilindro è simbolo della purezza.

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LABORATORIO 5

I comandamenti oggiOsservando l’elenco dei 10 comandamenti, rifletti e discuti con i compagni:a. Quale dei dieci comandamenti, se sei cristiano/a, ti è maggiormente di aiuto nella vita?

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b. Secondo te qual è il comandamento meno osservato nella società «cristiana»? Da cosaderiva questo tuo giudizio?....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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c. In una società come quella italiana di oggi, i cittadini in quanto tali sono obbligati a os-servare i comandamenti di Dio? Lo Stato può obbligare i suoi cittadini a osservare unalegge propria di una religione? Se la Chiesa difende il matrimonio indissolubile (sestocomandamento: non commettere adulterio) e lo Stato concede il divorzio (per legge vo-tata dal Parlamento), come si deve comportare il cittadino che contrae matrimonio?....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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d. Se ti fosse data la possibilità di aggiungere un undicesimo comandamento al decalogo,quale aggiungeresti? E perché?....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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La condizione originale dell’uomoLeggi il testo tratto dal Catechismo della Chiesa cattolica (1992).374. Il primo uomo non solo è stato creato buono,ma è stato anche costituito in una tale amicizia con il suo Creatoree in una tale armonia con se stesso e con la creazione, che saranno superate soltanto dalla gloria della nuova creazione in Cristo.376. Finché fosse rimasto nell’intimità divina,l’uomo non avrebbe dovuto né morire, né soffrire.L’armonia interiore della persona umana, l’armonia tra l’uomo e la donna,infine l’armonia tra la prima coppia e tutta la creazionecostituiva la condizione detta «giustizia originale».379. Per il peccato dei nostri progenitoriandrà perduta tutta l’armonia della giustizia originaleche Dio, nel suo disegno, aveva previsto per l’uomo.412. Ma perché Dio non ha impedito al primo uomo di peccare?San Leone Magno risponde: «L’ineffabile grazia di Cristo ci ha dato beni migliori di quelli di cui l’invidia del demonio ci aveva privati».E san Tommaso d’Aquino: «Nulla si oppone al fatto che la natura umanasia stata destinata ad un fine più alto dopo il peccato.Dio permette, infatti, che ci siano i mali per trarre da essi un bene più grande.Da qui il detto di san Paolo: «Là dove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia» (Romani 5,20). E il canto dell’Exultet: «O felice colpa, che ha meritato un tale e così grande Redentore!».

Hugo van der Goes, Peccato originale,

1473-1475

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a. Nel brano è citata più volte la parola «armonia». Aiutandoti con il vocabolario, cerca di ca-pirne il significato, nelle sue varie sfumature. Poi spiega con parole tue che cosa sono«l’armonia interiore» e «l’armonia della giustizia universale».

b. Il male esiste «per trarre da esso un bene più grande». Sei d’accordo con questa affer-mazione? Credi possibile un mondo senza il male?

Leggere un’immagine

Cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre, XII secolo, mosaico, Cattedrale di Monreale.

Guarda l’immagine proposta e costruisci un commento su alcune parti del soggetto rap-presentato (La cacciata dal paradiso terrestre), così come si fa nei percorsi iconografici.

Geremia parla davanti al tempioLeggi il testo e rispondi alle domande che seguono.Questa parola fu rivolta dal Signore a Geremia: Férmati alla porta del tempio del Signore e là pronunciaquesto discorso: Ascoltate la parola del Signore, voi tutti di Giuda che varcate queste porte per pro-strarvi al Signore. Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Rendete buone la vostra condottae le vostre azioni, e io vi farò abitare in questo luogo. Non confidate in parole menzognere ripetendo:

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LABORATORIO 7

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«Questo è il tempio del Signore, il tempiodel Signore, il tempio del Signore!». Sedavvero renderete buone la vostra con-dotta e le vostre azioni, se praticherete lagiustizia gli uni verso gli altri, se non op-primerete lo straniero, l’orfano e la ve-dova, se non spargerete sangue innocentein questo luogo e se non seguirete per vo-stra disgrazia dèi stranieri, io vi farò abi-tare in questo luogo, nella terra che diediai vostri padri da sempre e per sempre.Ma voi confidate in parole false, che nongiovano: rubare, uccidere, commettereadul terio, giurare il falso, bruciare incensoa Baal, seguire altri dèi che non conosce-vate. Poi venite e vi presentate davanti a mein questo tempio, sul quale è invocato ilmio nome, e dite: «Siamo salvi!», e poi con-tinuate a compiere tutti questi abomini.Forse per voi è un covo di ladri questo tem-pio sul quale è invocato il mio nome? An-ch’io però vedo tutto questo! Oracolo delSignore. Andate, dunque, nella mia dimora di Silo,dove avevo da principio posto il mionome; considerate che cosa io ne ho fattoa causa della malvagità d’Israele, mio po-polo. Ora, poiché avete compiuto tuttequeste azioni – oracolo del Signore – e,quando vi ho parlato con premura e insi-stenza, non mi avete ascoltato e quandovi ho chiamato non mi avete risposto, iotratterò questo tempio sul quale è invo-cato il mio nome e in cui confidate, e que-sto luogo che ho concesso a voi e ai vostripadri, come ho trattato Silo. Vi scaccerò dalla mia presenza, come hoscacciato tutti i vostri fratelli, tutta la di-scendenza di Èfraim.

Geremia 7,1-15

a. Da cosa dipende la sicurezza degli israeliti che il profeta critica? Perché nel tempio sisentono sicuri? Si tratta di una sicurezza materiale o di altro tipo?

b. Che cosa minaccia il Signore per chi continua a fare il male sentendosi protetto dalla re-ligione?

Michelangelo Buonarroti, Il profeta Geremia, particolare della volta della Cappella Sistina, 1508-1512, affresco Città del Vaticano, volta della Cappella Sistina.

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8 unità 3 dieci parole che valgono

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Amos: il culto inaccettabileLeggi il testo e rispondi alle domande che seguono.«Io detesto, respingo le vostre feste solenni e non gradisco le vostre riunioni sacre; anche se voi mi of-frite olocausti, io non gradisco le vostre offerte, e le vittime grasse come pacificazione io non le guardo.Lontano da me il frastuono dei vostri canti: il suono delle vostre arpe non posso sentirlo! Piuttostocome le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne. Mi avete forse presentato sa-crifici e offerte nel deserto per quarant’anni, o Israeliti?Voi avete innalzato Siccut come vostro re e Chiion come vostro idolo, e Stella come vostra divinità:tutte cose fatte da voi. Ora, io vi manderò in esilio al di là di Damasco», dice il Signore, il cui nomeè Dio degli eserciti.

Amos 5, 21-27

a. Perché Dio, per bocca del profeta, condanna così severamente le pratiche religiose?b. Che cosa propone di praticare al posto degli atti di culto?c. Nelle parole del capoverso finale, Dio appare come geloso e ironico. Ne aveva motivo?

Il profeta Amos, Bibbia di Souvigny, fine XII secolo,

miniatura su pergamena, Moulins, Mediateca.

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LABORATORIO 9

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Isaia: una preghiera di ringraziamentoLeggi il testo e rispondi alle domande che seguono.Tu dirai in quel giorno:«Ti lodo, Signore; tu eri in collera con me,ma la tua collera si è placata e tu mi hai consolato.Ecco, Dio è la mia salvezza;io avrò fiducia, non avrò timore,perché mia forza e mio canto è il Signore;egli è stato la mia salvezza».Attingerete acqua con gioiaalle sorgenti della salvezza.In quel giorno direte:«Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,proclamate fra i popoli le sue opere,fate ricordare che il suo nome è sublime.Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,le conosca tutta la terra.Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele».

Isaia 12,1-6

a. Elenca almeno cinque sentimenti umani che troviespressi in questa preghiera.

b. Isaia fa opera di profeta non solo quando accusa ilpopolo e minaccia castighi divini, ma anche quando siesprime con preghiere gioiose. In che senso la sua preghieraè anch’essa profezia?

Il profeta Isaia, mosaico della chiesa di San Vitale a Ravenna.

I profeti smantellano la falsa religione I profeti tagliano tutti i fili del telefono che mettono in comunicazione con Dio, fanno saltare tutti iponti che legano a Dio. Fanno piazza pulita, aprono una voragine e lasciano tutti nella insicurezza. Tutto è abbattuto e criticato come falso, non per se stesso ma in quanto non è più appello di Dio chespinge a camminare verso il futuro; anzi è diventato mezzo di comodo e perfino di oppressione pro-prio in nome di Dio. Anche oggi, chissà, il profeta direbbe le stesse cose e farebbe la critica a molte forme che consideriamoancora sante e intoccabili. E come allora neppure oggi il profeta sarebbe riconosciuto come tale, masarebbe rigettato proprio in nome di Dio. Ricordate? Lo stesso Gesù fu rigettato in nome di Dio e dellatradizione: «Quest’uomo non viene da Dio perché non osserva il sabato» (Giovanni 9,16).Né messa alla domenica, né rosario né oro, né cattedrale maestosa né Pasqua, né acqua benedetta nécandela, né ex voto, niente può «per se stesso» costringere Dio. Chi si aggrappa a queste cose si ag-grappa alla proiezione di se stesso, che certamente non è Dio ma un mito inesistente. Non è certo ilDio vivo e vero, quello che i profeti conoscono da vicino e adorano. Non esiste su questa terra unaleva capace di muovere il cielo. Il profeta si limita a criticare perché l’uomo capisca che insistere su tuttequeste forme esteriori, come se avessero in se stesse la forza di costringere Dio.Si capisce allora perché il profeta dovette affrontare forti resistenze; egli stava demolendo gli appoggipiù radicali della sicurezza umana. Tutta la critica fatta dai profeti, apparentemente così negativa, essi la facevano spinti dall’idea che ave-vano di Dio, profondamente in contrasto con il comportamento e le strutture della vita che il popoloconduceva. Non potevano permettere che l’uomo si alienasse dalla realtà della vita né che la religione

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fuggisse verso le forme mondane del rito, della cerimonia, del culto. Significava svuotare il rito, la ce-rimonia, il culto. Se vivessero oggi, quei profeti, sarebbero essi stessi i primi a dire che una religione del genere diventadavvero l’«oppio del popolo». Per convincersene basta leggere e meditare i loro scritti.

riduz. da C. Mesters, Dio, dove sei?, Queriniana, Brescia 1973, pp.76-77

a. Prova a riscrivere, parafrasan-dolo, il contenuto del primo ca-poverso..............................................................................................................

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b. Anche Gesù, ricorda il brano, èstato rifiutato come i profeti.Perché?

c. Perché non è vera religionequella di chi si aggrappa a og-getti rituali, pratiche esteriori ecerimonie?

d. Perché la critica dei profeti allafalsa religione è solo apparen-temente negativa?

e. Verifica quanto di comune l’au-tore di questo brano ha conAmos, il cui testo è riportatonell’esercizio a pagina 8.

Cristo in gloria circondato dai dodici profetiminori, XII secolo, miniatura su pergamena,Digione, Biblioteca municipale.

Oscar Romero, il profeta dei poveriOscar Romero (1917-1980) era arcivescovo di San Salvador, in America centrale, quando èstato assassinato mentre celebrava la messa in un ospedale. Appena nominato arcivescovo nel1977, era entrato in conflitto con i ricchi borghesi del paese, con il potere politico corrotto e conl’esercito che li proteggeva: denunciava, proprio come facevano gli antichi profeti di Israele, lacorruzione, le oppressioni, le intimidazioni ai danni della povera gente. Ha lottato fino in fondoper la difesa dei diritti umani, e ha pagato con la vita questo suo coraggio evangelico. In occasione del ventesimo anniversario dell’assassinio (24 marzo 2000), l’arcivescovo di LosAngeles cardinal Roger Mahony ha pronunciato durante la sua omelia queste parole.Oggi è il ventesimo anniversario della morte dell’arcivescovo Oscar Romero. Anch’egli fu assassinato,non solo per ciò che rappresentava, ma per la testimonianza della sua vita; perché nel suo tempo fuun profeta che parlò contro l’ingiustizia sociale e a favore dei più vulnerabili tra noi. Come per lamaggioranza dei profeti nella storia, le sue parole finirono per essere la misura con cui fu giudicato,ma anche la causa della sua morte tragica.

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LABORATORIO 11

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Tuttavia non dobbiamo soffermarci tantosulla morte tragica dell’arcivescovo Romero,perché penso che egli non approverebbe.Dobbia mo guardare avanti per irrigare i semipiantati da questo grande uomo. Se davverovogliamo celebrare l’anno del giubileo e com- memorare il ventesimo anniversario dellamorte e l’opera di questo uomo di Dio, alloradobbiamo assumere un’altra volta l’impegnoper la giustizia e la pace in un tempo in cuiesistono conflitti globali e un’intollerabile di-suguaglianza sociale ed economica. L’arci-vescovo sarebbe d’accordo. Egli diceva: «LaChiesa tradirebbe il proprio amore per Dio ela propria fedeltà al Vangelo se smettesse didifendere i diritti dei poveri e di essere unostrumento di ogni lotta legittima finalizzata arealizzare una società più giusta che prepari lavia al vero regno di Dio».

«Regno» 11/2000

a. Gli antichi profeti d’Israele hanno combattuto contro le ingiustizie che vedevano intornoa sé? Con quali mezzi?

b. Oscar Romero ha usato mezzi diversi per opporsi alla situazione ingiusta che lo circon-dava?

c. In quale senso «preparare la via al regno di Dio» è essere profeti anche oggi?

Facciamo che l’uomo crescaPadre David Maria Turoldo (sacerdote friulano, 1916-1992) ha unito alla sua attività di studiosoe di poeta una intensa passione per le cause civili. Ha composto questa lirica in occasionedi una storica manifestazione per la pace, tenutasi a Washington nell’ottobre 1969, per chie-dere la fine della guerra americana in Vietnam. Da allora molti altri intellettuali e artisti (inparticolare cantanti rock, poeti, registi) hanno esaltato il pacifismo per bloccare i conflitti delpianeta (dall’Irlanda del Nord al Sud Africa, da piazza Tien An Men alla Bosnia, da Israelealle Twin Towers). Qui il poeta-profeta Turoldo «vede» una marcia oceanica di uomini di tuttii continenti, ai quali si uniscono i milioni di morti di tutte le guerre. Per lui la pace non è solouna questione di disarmo, non si risolve solo con la coesistenza pacifica tra tutti i popoli; essarichiede anche l’intesa tra tutte le classi e categorie sociali e l’apporto decisivo delle religioni.La difesa dei diritti umani contro l’ingiustizia, la libertà contro l’oppressione, la verità controla menzogna: queste sono le armi per la vera pace; solo a queste condizioni «l’uomo potràcrescere». Oggi ero anch’io a Washington!Cristo camminava per le stradecantava e danzavae invocava pacecon voce di milioni di voci:pace a ogni uomo,

Manifestazione per ricordare il XX anniversario della morte di Oscar Romero,

San Salvador 2000.

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pace al negro e al bianco,all’Asia e all’Africa;pace sulla luna e negli spazi!Pace a te, America.Voci di vivi e di mortidai memorials1 di Lincolndi Jefferson, di John:voci dalle case dalle piazze dalle chiese:una voce sola e silenzio.Oggi ero anch’io a San Franciscoe a New York e a Boston:un popolo nuovo si è messo in cammino,un Mississippi di uomini veritra due oceani.In testa marciavano altri cinquantamila mortifinalmente tornati a casa;e camminavano insieme i milionidi morti di tutti i paesied erano tutti a casa:questa la mia chiesa viatrice2

questa è religione:il mondo è il mio monastero.

Operaio, prendi coscienzauniversitario, prendi coscienzascienziato, prendi coscienza

1. Monumenti funebri di tre personaggi degli USA: Abraham Lincoln (1809-1865), Thomas Jefferson (1743-1826)e John F. Kennedy (1917-1963).

2. Chiesa pellegrina che mi accompagna nel mio viaggio.

Una manifestazione contro la guerra in Iraq

per le vie di Roma, maggio 2003.

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LABORATORIO 13

giovani vecchi fanciulli astronauti,donne, o donne, prendete coscienzasoldati, prendete coscienzae gettate le armi:un mondo nuovo è prossimo a nasceredeve nascere,il regno di Dio è alle porte, deve venirese tutti insieme lo vogliamo.Pontefice, e pastori, prendete coscienzapoveri, oceano di poveri, prendete coscienzae uscite dalle vostre locations3

e camminate su tutte le strade:questo è il nuovo Israele, la chiesa vera.

E non un’arma portiamo,le armi le hanno i potenti;tutti senza «diritti», i diritti sono dei potenti.Per noi la lotta non ècontro la carne e il sangue.Portiamo il pane di Cristo in mano, diciamo solamente:una è la terrauno l’uomouno lo Spiritouno il Padre!Questo è il segno che Cristonon è morto invanoil segno che Cristo è risorto e vivee ci precede su tutte le strade.

E anche la Cina si metta a camminare:cammini! Sarà questol’evento sconvolgitore: camminare.Che esca dai propri confini!4

Ecco il prodigio: centomilioni in cammino, duecentomilioni in cammino, settecentomilioni in cammino.Nessuna linea di Sigfrido5

li potrà arrestare.E anche l’India si metta a camminaredietro i dolci passi di Vinoba6;e anche l’Africa si metta a camminaredietro le calde parole di Lutuli7:

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3. Case prese in affitto.4. Che esca dal proprio isolamento.5. Linea difensiva costruita dai tedeschi sul confine francese durante la seconda guerra mondiale.6. Scrittore indiano pacifista, discepolo di Gandhi.7. Capo tribù del Sud Africa, promotore con Nelson Mandela, dell’indipendenza del suo paese.

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14 unità 3 dieci parole che valgono

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«O bianchi, cessate di odiarcifinché c’è tempo…»E non sia un giorno solo di moratoriaMa cento annie mille anni!Ora con scosse pacificheportiamo avanti la terra, facciamo che l’uomo cresca.

a. Un popolo nuovo si è messo in cammino: perché nuovo? Che cosa significa «mettersi incammino»?

b. Il mondo è il mio monastero: che cosa ti suggerisce questa immagine di un «monasterolaico»?

c. Prendi coscienza!: elenca tutte le categorie sociali a cui il poeta indirizza questo invito.d. Una è la terra – uno l’uomo – uno lo Spirito – uno il Padre: se unica è l’umanità, anche Dio

deve essere riconosciuto come unico al di là delle diverse appartenenze religiose: seid’accordo?

e. Qual è il segno che Cristo non è morto invano?f. Trovi qualche affinità tra questa lirica e alcuni brani dei profeti biblici?

«Come cristiani, consideriamo uno scandalo…» Leggi il testo, tratto dal documento finale del-l’Assemblea ecumenica di Basilea (maggio1989), formata dai delegati di tutte le Chiese cri-stiane d’Europa.[…] Nella fedeltà al Vangelo, come delegati delle chieseeuropee:1. Consideriamo uno scandalo e un crimine che ogni annomilioni di persone debbano morire di fame in unmondo in cui ci sono risorse e prodotti alimentari suf-ficienti per tutti. Ci impegniamo per la condivisio nedelle nostre risorse. Ci impegniamo per l’opzio ne pre-ferenziale per i poveri, gli oppressi, i senza potere. Vo-gliamo adoperarci per un nuovo ordine economicointernazionale.2. Consideriamo scandaloso e criminale il modo con cuivengono violati i diritti umani. Gli esseri umani sonocreati a immagine di Dio e hanno un diritto inaliena -bile alle garanzie di vita fondamentali. Consideriamourgente e vitale proteggere la dignità della vita umanadi tutti per l’intera estensione della vita, specialmentequando essa è più vulnerabile, vale a dire al suo inizioe alla sua fine, nella malattia e nella esclusione dallacomunità umana. Ogni discriminazione di classe,razza, sesso, fede, come pure la separazione forzatadalle famiglie vìola profondamente la dignità umana.Respingiamo l’uso della tortura e della pena di mortein tutte le circostanze. 3. Consideriamo uno scandalo e un crimine il danno irre -ver sibile che continua ad essere arrecato alla creazio ne.

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LABORATORIO 15

Stiamo diventando consapevoli del fatto che c’è bisogno di una nuova condivisione tra gli esseriumani e il resto della natura. Non vogliamo più risolvere i problemi a spese di altre persone o produ-cendo nuovi problemi. Vogliamo adoperarci per un ordine ambientale internazionale.

Basilea, 1989

a. Quale di queste tre affermazioni ti colpisce di più? Ti sembrano coraggiose? Perché?b. A fare queste dichiarazioni sono cristiani cattolici, ortodossi, protestanti, anglicani. Se

queste dichiarazioni le avesse fatte una sola confessione cristiana, avrebbero la stessa im-portanza?

c. Sono dichiarazioni che risalgono al 1989. Ti risulta che i cristiani europei, da allora, ab-biano preso iniziative concrete per applicare le dichiarazioni fatte? Conosci documenti inproposito?

Morale egiziana e comandamenti bibliciNelle tombe dell’antico Egitto sono stati trovati numerosi esemplari di un libro curioso, ilLibro dei Morti, una specie di guida all’oltretomba messa a disposizione del defunto. In que-sto viaggio nell’aldilà, il momento più temibile era il giudizio: l’anima compariva davanti a Osi-ride, re e giudice dei morti, attorniato dalla sua corte. Posta su un piatto della bilancia, l’animadoveva dimostrare di essere «leggera», senza peccato, per meritare di passare all’altra vita. […] Io non ho commesso violenza.Non ho rubato.Non ho fatto uccidere alcun uomo.Non ho diminuito le offerte dovute agli dèi.Non ho detto bugie.Non ho fatto piangere.Non sono stato impuro.Non ho rovinato la terra coltivata.Non ho calunniato.Non ho commesso adulterio.Non mi sono rifiutato di ascoltare la verità.Non ho mandato malefici contro il re né contro mio padre.Non ho sporcato l’acqua.Non ho fatto maltrattare lo schiavo dal suo padrone.Non ho fatto falsi giuramenti.Non ho tolto di bocca il latte ai neonati.Non ho disprezzato Dio nel mio cuore.Io sono puro! Sono puro! Sono puro!

a. È facile trovare in questa litania di autodifesa diverse somiglianze con i dieci comanda-menti. In particolare le espressioni sottolineate richiamano l’uno o l’altro dei comanda-menti. Scrivi a lato di queste frasi il numero del comandamento biblico corri spondente.

b. Anche le frasi non sottolineate possono essere ricondotte all’uno o all’altro dei dieci co-mandamenti. Prova a trovare qualche punto di contatto.

c. Quello che è specifico della morale biblica è che non è fatta di norme dettate solodalla ragione, dal buon senso, dalla tradizione (questa morale si chiama naturale); laBibbia presenta invece il decalogo come una regola di vita voluta da Dio stesso (mo-rale rivelata). Che differenza fa allora, per l’uomo, osservare una morale piuttosto cheun’altra?

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Il tribunale di Osiride, signore dell’oltretomba e giudice dei defunti; XV secolo a.C., Torino, Collezioni del Museo Egizio.

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Il codice di Hammurabi e il codice dell’AlleanzaSi conoscono numerosi codici di leggidelle civiltà del Medio Oriente antico;molti di questi sono anteriori al decalogodegli ebrei. Mentre le leggi dei popolisono imposte dal re, il decalo go e il codicedell’alleanza sono volute da Dio stesso. Ilcodice di Hammurabi – scolpito in unastele granitica conserva ta ora al Museodel Louvre – è attri buito a un re di Babi-lonia del XVIII secolo a.C., e comprende282 paragra fi. Nella Bibbia (Esodo, capp.21-23), subito dopo le «dieci parole» deldecalogo, troviamo il codice dell’Alleanza,un insieme di norme e prescrizioni cheaccompagnano la proclamazione del de-calogo. Si tratta di leggi intese a proteg-gere la vita umana, i beni materiali, iltrattamento degli schiavi ecc.

Alleanza fra Dio e il popolo di Israele, miniatura del IXsecolo dalla Bibbia di San Paolo.

CODICE DI HAMMURABI

21 – Se un uomo ha perforato il muro d’una casa per rubare,lo si ucciderà e lo si seppellirà sul posto.

22 – Se un uomo ha praticato il brigantaggio ed è stato preso,quest’uomo è reo di morte.

196 – Se un uomo colpisce in un occhio un uomo libero, ac-cecandolo, gli si caverà un occhio.

197 – Se ha rotto un arto di un uomo libero, gli si romperà unarto.

198 – Se ha ferito a un occhio un uomo di bassa condizione ogli ha ferito un arto, egli dovrà pagare una moneta d’argento.

250 – Se un bue infuriato colpisce con le corna un uomo perstrada e lo uccide, questa causa non comporta reclami o risar-cimenti.

251 – Se il bue è solito cozzare con le corna e il padrone, co-noscendone il vizio, non prende precauzioni, nel caso che ilbue uccida un figlio d’un uomo libero, il proprietario dovràpagare mezza moneta d’argento.

252 – Se uccide uno schiavo di un uomo libero, dovrà pagareun terzo di moneta d’argento.

CODICE DELL’ALLEANZA

Es 22,1 – Se un ladro viene sorpreso mentre sta facendo unabreccia in un muro e viene colpito e muore, non vi è per luivendetta di sangue.

v. 2 – Ma se il sole si era già alzato su di lui, vi è per lui vendettadi sangue. Il ladro dovrà dare l’indennizzo: se non avrà di chepagare, sarà venduto in compenso dell’oggetto rubato.

Es 21,23-25 – Ma se [in una rissa] segue una disgrazia, allorapagherai vita per vita: occhio per occhio, dente per dente,mano per mano, piede per piede, bruciatura per bruciatura, fe-rita per ferita, livido per livido.

v. 26-27 – Quando un uomo colpisce l’occhio del suo schiavoo della sua schiava e lo acceca, darà loro la libertà in compensodell’occhio. Se fa cadere il dente del suo schiavo o della suaschiava, darà loro la libertà in compenso del dente.

Es 21,28 – Quando un bue cozza con le corna contro un uomoo una donna e ne segue la morte, il bue sarà lapidato e non sene mangerà la carne. Però il proprietario del bue è innocente.

v. 29 – Ma se il bue era solito cozzare con le corna già prima eil padrone era stato avvisato e non lo aveva custodito, se hacausato la morte di un uomo o di una donna, il bue sarà lapi-dato e anche il suo padrone dev’essere messo a morte.

v. 31 – Se [il bue] cozza con le corna contro un figlio o secozza contro una figlia, si procederà nella stessa maniera.

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LABORATORIO 17

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a. Forse ti sorprende che il testo biblico entri a definire nei minimi dettagli i casi della vita.Ma questo era nella mentalità e negli usi, anche civili, del tempo.

b. Data la somiglianza tra i due testi, si deve dire che il testo biblico ha copiato da quellobabilonese, o che si è semplicemente ispirato a quel testo?

c. Che cosa pensi della differenza di trattamento riservata allora agli uomini liberi e aglischiavi? La dignità della persona, per noi oggi, è la stessa?

«Dieci comandamenti per…»«I dieci comandamenti del buon autista», «i dieci comandamenti della segretaria», «dieci regoleper vivere bene…». La formula del decalogo ha invaso la vita profana, la vita professionale, iltempo libero. C’è una morale per tutte le condizioni di vita, per ogni categoria di persone. Eccoun esempio tra tanti: l’Istituto per l’Etica del computer, sorto a Washington nel 1985, ha pro-mulgato questi dieci comandamenti per l’uso del computer (cit. da «Jesus», 5/2000).

11. Non userai un computer per danneggiare altre persone.12. Non interferirai con il lavoro al computer di altre persone.13. Non ficcherai il naso nei file di altre persone.14. Non userai il computer per rubare.15. Non userai un computer per portare falsa testimonianza.16. Non userai o copierai software che non hai debitamente pagato.17. Non userai le risorse di altri senza autorizzazione.18. Non ti approprierai del risultato del lavoro intellettuale altrui.19. Penserai alle conseguenze sociali dei programmi che scrivi.10. Userai il computer in un modo che mostri considerazione e rispetto.

È un decalogo laico, che però si ispira ad alcuni valori di matrice religiosa, come il rispettodella persona, della verità, della proprietà altrui. Secondo te, chi può aver scritto questo de-calogo: un ateo, o un materialista, un cristiano, un buddhista, un islamico…? Da quali ter-mini lo percepisci?Ti è già capitato di «mancare» a qualcuno di questi doveri usando il tuo computer?Quali mali può provocare, e quali mali può far subire, l’uso scorretto del computer?

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I comandamenti di Allaha. Scrivi nella colonna di destra i

comandamenti biblici corri-spondenti a quelli del Corano(uno stesso comandamentopuò tornare più volte; tra pa-rentesi trovi il numero del co-mandamento).

b. Quali sono i precetti fonda-mentali su cui i due testi sacriconcordano, almeno nella for-mula letteraria?

c. L’insegnante può informarti suipunti della morale dove cristia -ni e musulmani si distinguono (per esempio, sul concetto di Dio, il rapporto uomo-donna,il rapporto fede-politica…).

DAL CORANO, SURA XVII, 23-3523. Ha stabilito il Signore di non adorare altri che lui. Hapure prescritto bontà verso il padre e la madre. Se rag-giungono la vecchiaia e si trovano presso di te, non li deviinsultare, né cacciare di casa.

26. Al parente tu devi concedere ciò che gli spetta e alpovero e al figlio di strada, ma senza sprecare vanamente.

31. Non uccidete i bambini per timore della penuria: nonsiamo forse noi che gli diamo da mangiare, come lo diamoa voi? L’infanticidio è iniquità senza perdono.32. Non fornicate: è lascivia assai turpe, strada di iniquità.

33. Non uccidete l’uomo che il Dio vi ha proibito di am-mazzare, a meno che non ci sia una ragione valida. Se unoviene ucciso concediamo al parente più vicino di farne ven-detta: si guardi bene però dal commettere eccessi nell’ucci-sione per vendetta!34. Non toccate i beni dell’orfano, se non per aumentarnegli interessi, fino a che egli non raggiunga la maggiore età.Osservate i vostri patti, poiché sui patti gli umani sarannointerrogati.

35. Quando voi misurate, sia giusta la vostra misura, pe-sate con la bilancia più esatta: è la cosa più bella, è il modopiù onesto.

DECALOGO, ESODO 20(I) ...............................................................................................................................................

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(IV) ..........................................................................................................................................

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(VII-X) ................................................................................................................................

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(V) ............................................................................................................................................

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(VI) .........................................................................................................................................

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(V) ..........................................................................................................................................

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(X) ...........................................................................................................................................

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(VIII) .....................................................................................................................................

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(VII) ........................................................................................................................................

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