La relazione La relazione di Aiuto Rogers 1951 - Andrea Fazi · Si ha relazione d’aiuto quando vi...

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Infermieristica Generale – CdL Infermieristica UnivPM A.A. 2016/2017 Andrea Fazi – www.andreafazi.it/infermieristica-generale/ La relazione Definizioni: Il complesso di atti o di manifestazioni che rendono operante un determinato rapporto. Legame tra due o più persone o cose. Infermieristica Generale – CdL Infermieristica UnivPM A.A. 2016/2017 Andrea Fazi – www.andreafazi.it/infermieristica-generale/ La relazione di Aiuto La relazione di aiuto può essere definita come una relazione in cui almeno uno dei protagonisti ha lo scopo di promuovere nell’altro : la crescita ( progressione lungo le tappe del ciclo vitale) lo sviluppo ( stima di sé e realizzazione delle potenzialità) la maturità dal principio del piacere a quello di realtà integrazione tra aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali l’integrazione sociale acquisizione di un modo di agire più adeguato al contesto e all’alterità capacità di adattamento accettazione ed utilizzo costruttivo della diversità consapevolezza e capacità di affrontare conflitti e difficoltà relazionali Rogers 1951 Infermieristica Generale – CdL Infermieristica UnivPM A.A. 2016/2017 Andrea Fazi – www.andreafazi.it/infermieristica-generale/ La relazione di Aiuto Si ha relazione d’aiuto quando vi e’ un “incontro” tra due persone, di cui una si trova in condizioni di sofferenza, confusione, conflitto disabilita’ dinanzi ad un problema che deve gestire, l’altra e’ dotata di un grado “superiore” di adattamento, competenza e abilita’ rispetto lo stesso problema. Infermieristica Generale – CdL Infermieristica UnivPM A.A. 2016/2017 Andrea Fazi – www.andreafazi.it/infermieristica-generale/ La relazione di Aiuto Una minima volontà da parte di due persone di relazionarsi Una capacità e una minima volontà di entrambi di ricevere informazioni dall’altro Un rapporto che esiste da un certo periodo di tempo

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Infermieristica Generale – CdL Infermieristica UnivPM A.A. 2016/2017 Andrea Fazi – www.andreafazi.it/infermieristica-generale/

La relazione

● Definizioni:– Il complesso di atti o di manifestazioni che

rendono operante un determinato rapporto.

– Legame tra due o più persone o cose.

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La relazione di Aiuto

● La relazione di aiuto può essere definita come una relazione in cui almeno uno dei protagonisti ha lo scopo di promuovere nell’altro :– la crescita ( progressione lungo le tappe del ciclo vitale)

– lo sviluppo ( stima di sé e realizzazione delle potenzialità)

– la maturità● dal principio del piacere a quello di realtà● integrazione tra aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali

– l’integrazione sociale● acquisizione di un modo di agire più adeguato al contesto e all’alterità● capacità di adattamento● accettazione ed utilizzo costruttivo della diversità● consapevolezza e capacità di affrontare conflitti e difficoltà relazionali

Rogers 1951

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La relazione di Aiuto

● Si ha relazione d’aiuto quando vi e’ un “incontro” tra due persone, di cui una si trova in condizioni di – sofferenza,

– confusione,

– conflitto

– disabilita’

● dinanzi ad un problema che deve gestire, – l’altra e’ dotata di un grado “superiore” di adattamento,

competenza e abilita’ rispetto lo stesso problema.

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La relazione di Aiuto

● Una minima volontà da parte di due persone di relazionarsi

● Una capacità e una minima volontà di entrambi di ricevere informazioni dall’altro

● Un rapporto che esiste da un certo periodo di tempo

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La relazione di Aiuto

● Quando si instaura:– Sospensione del giudizio

– Rispetto

– Non eccesso di manipolazione

– Valore alla unicità e alle potenzialità personali

– Riconoscimento dei nuclei creativi e positivi

– Reciprocità

– Curiosità dell’operatore

– Autenticità dell’operatore

– Centralità della relazione

Requisiti Imprescindibli

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La relazione di Aiuto

● Quando NON si instaura:– non guarda mai negli occhi di chi parla

– non mostra interesse

– non può star fermo per più di cinque minuti

– ha sempre troppo da fare

– viene costantemente interrotto (visite, telefonate... anche se questo, nei Servizi, può avvenire non per volere dell’Operatore)

– fa troppe domande interrompendo chi parla

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La relazione di Aiuto

● Quando NON si instaura:– non smette mai di parlare

– è troppo aggressivo

– non è obiettivo

– fraintende

– intende ciò che gli conviene

– non è abbastanza umile (pregiudizio)

– sta troppo sulle difensive

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La relazione di Aiuto

● Ruoli dell’infermiere nella relazione di aiuto:– Ruolo di persona estranea:

● implica l’accettazione del paziente così com’è;● il trattarlo come persona sana sul piano emozionale;

l’entrare in rapporto con lui.

– Ruolo della persona risorsa: ● fornisce risposte specifiche a determinate richieste

del paziente.

– Ruolo di educatore: aiuta il paziente a trarre giovamento dall’esperienza che sta vivendo.

H.Peplau

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La relazione di Aiuto

● Ruoli dell’infermiere nella relazione di aiuto:– Ruolo di capo:

● da svolgere democraticamente nel gruppo di lavoro, o in varie situazioni in rapporto al paziente.

– Ruolo di sostituto: ● l’infermiere viene spinto inconsciamente dal paziente

a svolgere attività che potrebbe eseguire da solo.

– Ruolo di consigliere: ● che promuove esperienze capaci di favorire il

benessere fisico e morale di coloro che assiste.

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La relazione di Aiuto

● Tipologie INEFFICACI di relazione:– La relazione di potere

– La relazione terapeuticamente inesistente.

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La relazione di Aiuto

● La relazione di potere.– E’ una relazione tra chi detiene il potere e chi si trova in

una condizione di necessità e di subordinazione.

– Il potere può derivare dalla conoscenza scientifica e dalla tecnologia avanzata o dalla stratificazione sociale.

– Tale relazione non si propone di stimolare l’autonomia del paziente, e favorisce la comparsa di reazioni regressive. Talvolta può generare aggressività, nel momento in cui il paziente, riconoscendosi come persona adulta, rivendica la sua autonomia, spesso in modo indiretto, aggredendo chi nella struttura sanitaria è un bersaglio più facile, perché detentore di minor potere.

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La relazione di Aiuto

● La relazione terapeuticamente inesistente.

● E’ una relazione dominata da reciproco distacco e da reciproca sfiducia. – Il paziente da un lato non ha fiducia nell’operatore

sanitario, e talvolta nell’intera struttura sanitaria; si pone perciò in un atteggiamento aggressivo, rivendicativo e scarsamente cooperativo.

– L’operatore sanitario dall’altro vive il suo lavoro come frustrante, scarsamente utile e poco gratificante, evitando così qualsiasi tipo di coinvolgimento emotivo con il paziente.

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La relazione di Aiuto

● Essa è una relazione umana tra due persone di pari dignità, anche se diverse per ruolo professionale (infermiere) e condizione esistenziale (malattia, bisogno fisico).

● E’ una relazione cooperativa particolare, tra una persona che è in stato di bisogno e un’altra che mette a sua disposizione la propria competenza professionale.

Sentire se stesso dentro le esperienze e i bisogni dell’altro.

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La relazione di Aiuto

● Quattro Momenti nella fase di relazione Infermiere – Paziente:– fase di pre-interazione

– fase introduttiva o di orientamento

– fase attiva

– fase conclusiva

H.Peplau

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La relazione di Aiuto

● Fase della pre interazione:– per l’infermiere il rapporto con il paziente inizia

molto prima del contatto personale con lui. Il più della volte l’infermiere è già in possesso di alcuni dati relativi al paziente prima di incontrarlo, dai semplici dati anagrafici alla cartella clinica. Grazie a queste informazioni l’infermiere può farsi qualche idea preliminare sul rapporto futuro con il paziente e prepararsi ad accoglierlo nel migliore dei modi.

H.Peplau

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La relazione di Aiuto

● Fase introduttiva– l’atmosfera in cui avviene il primo incontro tra

infermiere e paziente stabilirà le caratteristiche di tutto il rapporto e costitutuirà l’elemento determinante dell’efficacia dell’assistenza.

H.Peplau

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La relazione di Aiuto

● Fase introduttiva– Oltre a dire il proprio nome l’infermiere, in questa fase,

dovrebbe spiegare all’assistito, anche quale è il proprio ruolo nell’ambito dell’ospedale e, in particolare, in rapporto al paziente, fissando, il più possibile di comune accordo, le modalità e gli obiettivi di assistenza.

– In questo modo il paziente avrà un’idea di ciò che deve aspettarsi dall’infermiere. Tuttavia questa opinione dovrà poi essere verificata man mano che il rapporto progredisce.

– In questa fase possiamo ritrovare le prime tre fasi del processo di nursing, la raccolta dati, la formulazione delle diagnosi infermieristiche e la pianificazione degli obiettivi.

H.Peplau

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La relazione di Aiuto

● Fase attiva:– i soggetti ora si sentono più a loro agio nel rapporto in

quanto si conoscono meglio. Se il rapporto si evolve in modo positivo, si dovrebbero verificare dei periodi di “crescita”, rilevabili attraverso modificazioni positive del comportamento.

– Mano a mano che il rapporto si evolve e la fiducia reciproca tra infermiere e paziente si rafforza, nascono anche sentimenti di affetto reciproco. E’ responsabilità dell’infermiere far si che questi non superino i limiti di una rapporto supportivo professionale.

H.Peplau

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La relazione di Aiuto

● Fase attiva:– Con il passare del tempo è probabile che gli

obiettivi vengano modificati, che quelli fissati vengano sostituiti e che ne vengano aggiunti di nuovi.

– E’ necessario che gli obiettivi vengano realizzati affinchè si resti sui binari di una relazione terapeuticamente efficace.

– Qui ritroviamo la pianificazione degli interventi infermieristici e l’attuazione, quarta e quinta fase del processo di nursing.

H.Peplau

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La relazione di Aiuto

● Fase conclusiva– valutazione generale (sesta e ultima fase del processo di

nursing) basata sui comportamenti raggiunti, preventivamente concordati e fissati negli obiettivi. La valutazione segue ogni nostro intervento e può portare alla conclusione o all’inizio di nuovi piani.

– Perché sia utile la fine del rapporto deve essere netta e definitiva come indica il termine. Decine di rapporti vengono iniziati, mantenuti e conclusi dall’infermiere nel corso della sua esperienza professionale. Ogni rapporto però è unico. Ciascun rapporto offre all’infermiere nuove opportunità di migliorare le proprie tecniche interpersonali e di acquisire una sempre maggiore autocoscienza.

H.Peplau

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La relazione di Aiuto

"una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato. L'altro può essere un individuo o un gruppo. In altre parole, una relazione di aiuto potrebbe essere definita come una situazione in cui uno dei partecipanti cerca difavorire in una o ambedue le parti, una valorizzazione maggiore delle risorse personali del soggetto ed una maggior possibilità di espressione". (Rogers, 1951)

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La relazione di Aiuto

La specificitàspecificità che la distingue dalle altre relazioni umane è l'aspetto metacognitivo: per competenza d'aiuto si intende infatti la capacità di dare vita ad una relazione umana in modo consapevole, controllato ed intenzionale, padroneggiando razionalmente abilità

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La relazione di Aiuto

Elementi centrali della relazione d’aiuto

comunicazionecomunicazione

Accettazione positiva incondizionata

Accettazione positiva incondizionata

Comprensione empatica

Comprensione empatica

congruenzacongruenza

incongruenzaincongruenza

Contatto psicologicoContatto psicologico

Relazione d’aiutoRelazione d’aiuto

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Contatto Psicologico

● Complesso insieme di disposizioni verso di sé e verso l’altro che dà luogo ad una “apertura” relazionale che permette di

– comunicare in modo sincero, partecipato e congruente,

– di essere ascoltati con interesse e partecipazione, senza distorsioni e fraintendimenti, con la consapevolezza di entrambi i partecipanti che tutto ciò sta avvenendo.

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Incongruenza

● E’ la condizione in cui si trova il malato e consiste nella discrepanza tra l'esperienza reale e l'immagine di sé che l'individuo ha quando si rappresenta tale esperienza.

● Quando il soggetto non ha consapevolezza della sua incongruenza, allora si troverà in una condizione di vulnerabilità, mentre quando ne è cosciente si genererà uno stato di tensione detto ansia.

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Congruenza

● È la condizione sperimentata dal soggetto che consente di essere liberamente se stesso nel corso della relazione e del colloquio. L’operatore si deve trovare in uno stato di congruenza per poter essere d’aiuto.

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Accettazione positiva incondizionata

● Non vengono poste condizioni per l'accettazione dell'altro, la persona viene apprezzata senza essere valutata, in quanto individuo unico, specifico e distinto dagli altri.

● Essa implica l'assenza di qualunque giudizio e un sincero interesse per l'altro.

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Comunicazione

● Fa riferimento al fatto che il cliente/utente/paziente percepisca l'accettazione e l'empatia che l’infermiere manifesta nei suoi confronti.

● Serve però attenzione per il modo in cui tali sentimenti vengono comunicati e compresi

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Comprensione empatica

● È la capacità di sentire il mondo del cliente come se fosse nostro, senza perdere mai di vista la condizione di “come se”.

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Empatia

● Atteggiamento verso gli altri caratterizzato da uno sforzo di comprensione intellettuale dell'altro, escludendo ogni attitudine affettiva personale ( simpatia, antipatia ) e ogni giudizio morale.

● E’ l'attitudine di quando si decide di essere completamente disponibile per un'altra persona, mettendo da parte le nostre preoccupazioni e i nostri pensieri personali, pronti ad offrire la nostra piena attenzione.

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Specificità della relazione infermiere-assistito.

● Asimmetria data da ruoli stabiliti e diversità delle conoscenze specifiche.

● Si attua all’interno di uno specifico contesto.

● Può influenzare l’andamento del piano assistenziale.

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Relazione terapeutica nella pratica sanitaria (Balint)

● Esistono delle linee guida che gli operatori devono tener presenti per valutare la qualità della loro relazione con i pazienti:

– Comunicazione: una buona comunicazione professionista-assistito dovrebbe essere basata non solo sugli aspetti informativi ma anche su quelli emozionali (Stern, 1985)

● Inerenti

– la sicurezza– il rifiuto della paura – Il rifiuto delle false concezioni mitiche su malattia e

processo terapeutico.

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Relazione terapeutica nella pratica sanitaria (Balint) - 2

– Un atteggiamento positivo e recettivo alle componenti emozionali:

● questo atteggiamento da parte implica lo sviluppo di capacità di ascolto e osservazione che assicurano il contatto psicologico con il paziente (relazione interpersonale) e con se stesso (relazione intrapersonale).

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Il terzetto dell’assistenza

● "Saper come essere"

– la relazione Professionista-Assistito è uno strumento diagnostico che rende possibile l'investigazione sui segni della malattia.

– Contemporaneamente è un fattore terapeutico che permette l'investigazione della vita emozionale del paziente e un metodo di impostare la migliore relazione possibile. L’infermiere lavora nell'area della soggettività e dell'oggettività

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Il terzetto dell’assistenza

● "Sapere come ascoltare"

– è l'area della comunicazione ma in entrambe vi sono comunicazione verbale ed emotiva.

● "Sapere come agire"

– è l'area degli atti medici terapeutici in cui si trattano i sintomi e si contengono le ansie del paziente. Una delle componenti psicologiche o emotive che più di frequente capita nelle relazioni di cura è la variante psicologica dell'ansia.

● (Tizon, 1988).

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La relazione di Aiuto: quando non funziona?

● Sia l’operatore che il malato avranno esperienza dell'ansia malgrado le loro differenti personalità, capacità, conflitti, limiti, risorse etc.,

● Entrambi sono uniti di fronte alla malattia nel loro sforzo di vincerla.

● L'ansia del paziente è centrata sulla malattia stessa ed ogni realtà oggettiva che la riguarda, compreso il contesto sanitario.

● L'ansia del curante sorge dalla sfida clinica e da tutto ciò che vi è associato:

– la relazione con il paziente e la sua famiglia

– le risorse e le abilità proprie della sua professione.

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La relazione di Aiuto: quando non funziona?

● Incontriamo sostanzialmente tre forme di ansia che emergono dalla relazione operatore-paziente:

– Ansia Confusionale che subentra quando non c'è sufficiente comprensione o chiarezza a proposito di ciò che accade al paziente, all’operatore o alla relazione.

– Ansia paranoide che compare quando c'è la percezione di attacchi, sia esterni all’operatore che al paziente, sia interni a ciascuno dei due, reali o fantasticati dentro la relazione o dentro il contesto del benessere.

– Ansia Depressiva che sopraggiunge quando entrambi i partecipanti divengono consapevoli che certe loro azioni hanno avuto effetto negativo sull'equilibrio della relazione.

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Tipologie di Relazione

● Potenzialmente infinite…– Carattere del paziente

– Carattare dell’operatore

– Tipologia di malattia

– Competenza dell’operatore

– Fattori organizzativi

– …..

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Tipologie principali di paziente di Kahana e Bibring (1964)

● Il paziente dipendente

– enorme bisogno di essere accudito come un bambinetto (con una forte paura di abbandono).

– Inutilità ed impotenza, caratteristiche della situazione di malattia, accrescono questa paura e questa pretesa che il paziente tenta di soddisfare con richieste di cura e protezione sproporzionate.

– Finché questi bisogni sono così grandi è molto difficile entrare in rapporto con lui.

– In qualche caso il suo egocentrismo gli impedisce di realizzare che anche altri possono avere le sue necessità.

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Tipologie principali di paziente di Kahana e Bibring (1964)

● Il tipo ordinato – accumula aggressività repressa e piena di

paura che può liberarsi e dominarlo.

– In questo prototipo si trovano particolari aspetti della personalità come la metodicità, la precisione, l'ordine, il perfezionismo e la meticolosa indagine degli altri.

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Tipologie principali di paziente di Kahana e Bibring (1964)

● Il paziente teatrale– altamente narcisistico

– utilizza le attrattive personali per stabilire e mantenere una affettuosa, intensa e idealizzata relazione ( in stile con il rapporto mantenuto con le figure parentali).

– Teme la malattia perché lo danneggia fisicamente e gli provoca una perdita di fascino.

– Si rapporta all’operatore calorosamente, con grande affetto e fa grandi sforzi per assicurarsi la sua attenzione, sebbene sia capace di manifestare intensa gelosia nel caso il curante dedichi il suo interesse ad altri pazienti mentre si occupa di lui.

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Tipologie principali di paziente di Kahana e Bibring (1964)

● Il paziente sacrificato– offre una immagine di autosufficienza nella sofferenza e tenta

senza legame, di fare in modo che gli altri si accorgano dell'intensità della sua sofferenza e della sua forza nel sopportarla.

– Lo scopo della sua fantasia è l'attenzione, l'affetto e l'accettazione.

– Il suo senso di colpa è intenso ed il suo atteggiamento chiaramente masochistico.

– Ottiene una certa soddisfazione narcisistica dalla sua tribolazione e dal dolore.

– Il suo comportamento sottomesso ha lo scopo di ottenere l'attenzione sul suo Sé sofferente.

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Tipologie principali di paziente di Kahana e Bibring (1964)

● Il paziente sospettoso – reprime la sua debolezza vigorosamente.

– teme la sua malattia perché lo può lasciare in una situazione di grande vulnerabilità nella quale chiunque può danneggiarlo.

– La sua difesa fondamentale è la proiezione che egli usa per mettere dentro gli altri i suoi impulsi negativi, a volte aggressivi.

– Egli è sempre in guardia e trae vantaggio dalle situazioni spiacevoli per gettare sospetti sugli altri.

– È molto sensibile alle critiche e accusa gli altri di essere la causa della sua malattia, del suo decorso o dei danni che ne derivano.

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Tipologie principali di paziente di Kahana e Bibring (1964)

● Il paziente orgoglioso– credendosi indispensabile per gli altri, ha un esaltato senso

del suo potere e del suo valore.

– La malattia è una minaccia per il suo concetto di sé dato che ne diminuisce il potere, così egli la teme.

– Quando è in buona salute egli si crede quasi invulnerabile, ma la sua malattia gli dimostra, facendo emergere la sua debolezza e causandogli intensa ansia, che le cose non stanno come egli crede.

– La sua condotta è orgogliosa, vanagloriosa e arrogante, ed egli cerca di assicurarsi che i più prestigiosi professionisti si occupino di lui e di stabilire con loro una intensa relazione personale.

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Principali tipologie di Curanti● Il professionista premuroso

– è catturato da una parte dall'onnipotenza che ritiene il paziente si aspetti da lui e dall'altra dalla consapevolezza dei propri limiti riguardo il compito in corso.

– tende a diventare depresso e rassegnato ed incapace come è di fornire l'onnipotenza richiestagli, proietta questi atteggiamenti nel paziente, vissuto come un indifeso angosciato individuo, degno di compassione.

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Principali tipologie di Curanti● Il professionista premuroso

– è catturato da una parte dall'onnipotenza che ritiene il paziente si aspetti da lui e dall'altra dalla consapevolezza dei propri limiti riguardo il compito in corso.

– tende a diventare depresso e rassegnato ed incapace come è di fornire l'onnipotenza richiestagli, proietta questi atteggiamenti nel paziente, vissuto come un indifeso angosciato individuo, degno di compassione.

Infermieristica Generale – CdL Infermieristica UnivPM A.A. 2016/2017 Andrea Fazi – www.andreafazi.it/infermieristica-generale/

La relazione di Aiuto

● Il professionista ambivalente– non rinuncia al senso di onnipotenza, ma

conosce i suoi limiti.

– Si sente insicuro ed esercita un controllo eccessivo sui suoi pazienti vissuti come potenziali infidi nemici.

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La relazione di Aiuto: Quindi????● Il più appropriato tipo di rapporto

professionista-paziente è quello centrato sul paziente (Tizon, 1988), – il cui oggetto ed obbiettivo è il paziente, con ogni

altra cosa, compreso il fatto di porsi in secondo piano rispetto a lui.

– Una relazione Professionista-Paziente terapeutica è quella che favorisce quanto più possibile in ciascun caso, sollievo emotivo nel paziente, poiché questo ha un importante effetto positivo in tutti i tipi di trattamento (Cassel, 1996).

Page 13: La relazione La relazione di Aiuto Rogers 1951 - Andrea Fazi · Si ha relazione d’aiuto quando vi e’ un “incontro” tra due persone, di cui una si trova in condizioni di ...

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La relazione di Aiuto: Quindi???● Con questa premessa (centralità del paziente) si ottiene:

– la cura emotiva del paziente

– la cura psicologica di se stesso come professionista e di conseguenza della relazione con il paziente.

● Tizòn (1988) ha dato rilievo a due tipi di cura fondamentali che dovrebbero essere mantenute in una relazione terapeutica, per fare in modo che sia centrata sul paziente.– Struttura psicologica esterna costituita da tutto ciò che associato con lo

spazio fisico nel quale ha luogo la relazione: l'organizzazione personalizzata dell'incontro, la considerazione globale del paziente, la difesa della sua privacy etc.

– struttura psicologica interna, costituita da tutto ciò che avviene nello spazio psicologico del rapporto; considerazione di ciò che deve essere esplorato, contenimento dei propri conflitti e dell'ansia del paziente, atteggiamento recettivo verso il dolore e la sofferenza etc.