La Relativita’
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LA RELATIVITA’
Da Galileo a Einstein…
L’esperimento di Michelson-Morley
• Con questo esperimento si voleva dimostrare che: la luce fosse una perturbazione che si propaga in un particolare mezzo materiale, chiamato ETERE LUMINIFERO
Questo esperimento fallì, perché non mostrò alcuna variazione nella figura di interferenza come invece ci si aspettava
- http://www.ba.infn.it/~pierro/Didattica/fisica/relativita/esperimento_Michelson-Morley.php
ASSIOMI DELLA TEORIA DELLA RELATIVITA’ RISTRETTA
• Principio della relatività ristretta: le leggi della meccanica, dell'elettromagnetismo e dell'ottica sono le stesse in tutti i sistemi di riferimento inerziali.
• Principio di invarianza di C: la velocità della luce è la stessa in tutti i sistemi di riferimento inerziali, indipendentemente dal moto del sistema stesso o della sorgente da cui la luce è emessa
SIMULTANEITA’
I fenomeni P1 e P2 sono simultanei se la luce che essi emettono giunge nello stesso istante in un punto P equidistante da P1 e P2
A
B
M
Osservatore nel punto medio
A
B
M
I segnali dei due eventi giungono allo stesso tempo: gli eventi sono contemporanei
A
B
M
I segnali dei due eventi giungono a tempi diversi: gli eventi non sono contemporanei
10% c
87% c
99% cxx
'
cv
2
2
1
1
Contrazione delle lunghezze
Dilatazione dei tempi
cv
2
2
1
1
0.99c
tt '
Paradosso dei gemelli
Contraddizione nella teoria della Relatività Ristretta?
Situazione simmetrica
Paradosso dei gemelli
Relatività Ristretta
Astronave a velocità v vicina a quella della
luce
Esempio: v = 0.8 c 1/ = 0.6
Sul sistema in movimento il tempo scorre al 60% del tempo nel sistema in quiete
Paradosso dei gemelli
Relatività Ristretta
Sistema in quiete: Terra. Dilatazione dei tempi il fratello rimasto sulla Terra è più vecchio del suo gemello
Sistema in quiete: astronave. Dilatazione dei tempi + contrazione delle lunghezze il fratello a bordo dell’astronave è più vecchio del suo gemello
Paradosso?
Paradosso dei gemelli
Relatività Ristretta
L’astronave non è un sistema di riferimento inerziale
Risultato finale
Il gemello sulla Terra è più vecchio di quello sull’astronave
INTERVALLO INVARIANTEUn fenomeno è descritto da:
-un istante t-coordinate spaziali x,y,z
L’insieme delle coordinate temporali e spaziali (t,x,y,z) prende il nome di EVENTO
La lunghezza e le componenti di uno spostamento nello spazio
ordinario
Le singole componenti del vettore Δs variano, ma la sua lunghezza rimane costante e, quindi, la somma dei quadrati delle componenti è invariante.
L’espressione dell’intervallo invariante
Analogamente al vettore Δs, anche la coordinata temporale può dipendere dal sistema di riferimento scelto.
Dati due eventi esiste una quantità, detta intervallo invariante, che dipende soltanto degli eventi stessi e non dal particolare sistema di riferimento.
Dati due eventi E1 e E2 separati dagli incrementi di coordinate Δt e Δx, Δy, Δz si chiama intervallo invariante Δσ la radice quadrata della quantità
• (Δσ)² > 0
• (Δσ)² < 0
• (Δσ)² = 0
Δσ intervallo di tipo tempo
Δσ intervallo di tipo spazio
Δσ intervallo di tipo luce
Un segnale che avviene in corrispondenza dell’evento E1 può propagarsi fino a influenzare l’evento E2
Un segnale che avviene in corrispondenza dell’evento E1 non può propagarsi fino a influenzare l’evento E2
Solo un segnale luminoso che avviene in corrispondenza dell’evento E1 può propagarsi nel vuoto fino a influenzare l’evento E2
Minkowski fornì una rappresentazione geometrica che spiegasse in maniera semplice le leggi della relatività.
LO SPAZIO DI MINKOWSKI
Si definisce come lo spazio quadridimensionale (t, x, y, z) in cui l’intervallo invariante è
I vettori definiti nello spazio-tempo (i quadrivettori) hanno quattro componenti (una temporale e tre spaziali): cΔt, Δx, Δy, Δz
LA COMPOSIZIONE DELLE VELOCITA’
Finché si studiano velocità non elevate, valgono le leggi di trasformazione galileaneu′=u-v
Quando, invece, si raggiungono velocità vicine a quella della luce, valgono le leggi di trasformazione di Lorentz per cui la velocità è
𝑢 ′= 𝑢−𝑣
1− 𝑢𝑣𝑐2
𝑢=𝑢 ′+𝑣
1+𝑢𝑣𝑐2
OSSERVAZIONI:se u′ e u sono piccole rispetto a c si ritorna alla legge di Galileo se u′ =c per ogni valore di u si ottiene che anche u=c
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22 11'
L’EQUIVALENZA TRA MASSA ED ENERGIA
Massa e energia sono equivalenti: la massa può essere trasformata in energia e l'energia può essere trasformata in massa.
E = m · c²
Ciò comporta il principio di conservazione della massa-energia: non vi è conservazione della massa o dell'energia considerate separatamente ma vi è conservazione dell'insieme delle due: a una diminuzione della massa pari a Δm deve corrispondere un aumento dell'energia pari a Δm · c2.