la quinta provincia

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Free 20 - 1 Giugno 2012 - anno I - n° 2 Free press ACQUA PUBBLICA? SI INCOMINCIA DA QUI... pag. 6 - 7 commenti elettorali

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Free 20 - 1

Giugno 2012 - anno I - n° 2 Free press

aCQUa pUbblICa?SI InComInCIa da QUI...

pag. 6 - 7 commenti elettorali

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politica u Amministrazioni in bilico

GUarda ComE dondolo...II°( L a p r i m a pa r t e è i N r e t e s u L s i t o W W W . r r e d i t o r i . i t )

Nella prima parte (uscita sul numero di maggio) erano

stati indicati i comuni le cui am-ministrazioni sono “traballanti”: Recco, Santa Margherita ligure, Lavagna. Oggi possiamo dire senza tema di sbagliare che le posizioni si sono ulteriormente aggravate.a A Recco sale prepotentemente il dissenso dell’unica categoria economica presente – i commer-cianti. La città ha vissuto per anni di “tradizione” (focaccia, fuochi, fi ne settimana) e oggi mostra i segni di una totale in-capacità a gestire il territorio verso una costruzione solida di “valori” ricercati dal turista di vicinato (i genovesi). Le seconde case, dopo aver arricchito alcuni soggetti, sono oggi un peso per la collettività e non danno alcun benefi cio. Il sistema turistico è completamente cambiato ed è necessario chiedersi che cosa dovrebbe mai venire a fare a Recco un turista in giro per la Liguria; quali attrattività mostra la città? Quali offerte propone sui mercati del turismo? L’ente comunale è assente (ma forse è meglio) e dunque i singoli ope-ratori, consorziandosi, debbono prendere in mano le redini del paese.........non c’è altra soluzio-ne per evitare il “villaggio fanta-sma” che si profi la all’orizzonte.Quanto a Santa, il fenomeno ne-

gativo che la identifi ca è variega-to ma pieno di nuove patologie che concorrono, tutte, a lanciare segnali di allarme piuttosto evi-denti.Santa è malata perchè sono ma-lati di protagonismo alcuni sog-getti la cui popolarità è in gran-de declino dopo il fallimento di promesse “roboanti” che avreb-bero dovuto trasformare la città; santa è un meraviglioso borgo che potrebbe (!!!) tornare ad essere molto ambito se si fosse in grado di comprenderne il suo “vero” valore: l’unicità!Ci sono segnali di apertura che non vengono recepiti perchè il protagonismo genera mostri che producono danno irrepara-bile. Il sindaco dovrebbe pren-dersi una pausa di rifl essione e chiedersi se vuole veramente il “bene” della città o se vuole mo-rire con essa accompagnandola su un viale del declino neppure troppo lungo. Che cosa voglio-no fare i cittadini? Resteranno assenti come sempre o prende-ranno posizione? La scarsissi-ma affl uenza alla presentazione del PUC è un segnale perico-losissimo che lascia perplessi sulla continua invocazione alla “democrazia” della quale forse non si è compreso che con tale termine si intende la PARTECI-PAZIONE ALLA PROPOSTA e non certo la delega ad operare

per poi lamentarsi ad ogni piè sospinto.Anche Lavagna, che soffre la pesante crisi della nautica, non è da meno e si trova ora ad avere un certo fermento in consiglio comunale con alcuni soggetti in permanente “nomadismo” da una posizione all’altra; la costi-tuzione di un meet-up grillino in città è un segnale molto im-portante che lascia prevedere tempeste all’orizzonte anche alla luce delle proiezioni che danno il “grillismo” in costante ascesa a partire dalle prossime elezioni sestresi. Potrebbe essere utile alla città stringere un patto di sostanziale collaborazione con Chiavari che ha oggi un sindaco certamente più interessato a relazionarsi con i vicini di quanto non fosse Agostino. Che sia la volta buona perchè si realizzi un grande pro-getto sull’intero bacino dell’En-tella trasformando le idee ce-mentifi catrici in idee ambientali e culturali fruibili da un turismo adeguato e con buona capacità di spesa? Levaggi e Vaccarezza dovranno “prendere un the” con molta calma e dire qualche cosa di positivo alla fi ne dell’incontro; questo è ciò che si aspetta ogni persona di buon senso.Le turbolenze si allargano nel levante anche ad alcuni altri co-

muni; Avegno, patria del supe-rassessore della neonata giunta rapallese – Capurro – ha perso la vicesindaco che ha preferito staccarsi da un sistema di gestio-ne della cosa pubblica anomalo e che lei non ha diffi coltà a defi -nire “guidato” da qualcuno che non fa parte dell’amministrazio-ne. Probabilmente è tutto vero se Tassi (il sindaco “de iure”) annuncia che si farà “aiutare” da Badaracco (il sindaco “de facto”, come dicono quasi tutti..). Ad Avegno le questioni intriganti sono molte a cominciare dall’ex sansifi cio della famiglia Capurro che non trova soluzioni verso la maxicementifi cazione presen-tata a suo tempo. Il panorama

del fondovalle è decisamente orrendo e le responsabilità degli enti sovraordinati sono pesantis-sime in particolare per la totale “lontananza” dalla volontà di risolvere.Si mette in “luce” (pessima luce !) anche la città dei mille velieri – Camogli – che vede un tota-le allontanamento dei cittadini dalla partecipazione se è vero (come pare che sia) che i cittadi-ni hanno letteralmente disertato l’incontro con i cinque consi-glieri di minoranza avente ad oggetto la raccolta differenziata e la “questione ex scalo FFSS”.Probabilmente il “grillismo” troverà ampio spazio di attività anche qui!

muni; Avegno, patria del supe- del fondovalle è decisamente

Le segnalazioni con testi e foto inviate tramite email a

[email protected]

devono essere complete di date e luoghi che siano facilmente individuabili.

Per chiarimenti contatta ilTel 333 31 15 901

Free 20 - 3

Notizie daLL’europa (1)In una società, solitamente,

se va bene, va bene per tutti i soci, e se va male, va male per tutti: “oneri e onori” sono ripar-titi in base alla % di proprietà in possesso di ciascun socio. Nel caso della UE, c’è un socio (Ger-mania) che guadagna, alcuni soci che ci vanno pari, e altri (Grecia, Italia, Spagna) che pagano per far guadagnare il socio a cui va bene... L’UNICA SOLUZIO-NE, A QUESTO PUNTO, è USCIRE DALLA SOCIETA’... ma gli “amministratori delegati” (Governi) dei soci a cui va male - che dovrebbe decidere di uscire - si sono confusi: e anziché fare gli interessi dei soci che rappre-sentano, fanno quelli del socio che guadagna...(poichè è l’unico che ha compreso la portata del progetto europeo).Però, esistono alcune soluzioni utili a migliorare (anche parec-chio) la situazione; una di queste si può prendere in considerazio-ne immediatamente perchè non

richiede altro che una “merce” ormai piuttosto rara (alcuni lo sostengono!) ma che ognuno, se vuole, può trovare dentro di sé: La VOLONTA’. E’ la comunità europea che ci stimola in questa direzione, perchè è ampiamente previsto che per evitare di diven-tare i “lavavetri dei cinesi”, i cit-tadini europei (quindi anche gli italiani) debbono organizzarsi in maniera associativa e proposi-tiva con dei modelli possibili e sostenibili dalle capacità e dalle volontà degli associati al fi ne di rendere economicamente soste-nibile l’insieme ancora informe di stati che compongono la UE. Tutte le forme associative sono sicuramente favorite e tali forme producono vantaggi rilevanti se, in via preliminare, si segue il suggerimento del “SAGGIO”: “Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero..........” .

L’attuale situazione prevede di adeguarsi in maniera decisa al suggerimento che pare proprio non sia stato tenuto nella minima considerazione dai politici italia-ni i quali si ostinano “disonesta-mente” a raccontare un Europa (cambiando la verità) diversa da ciò che è in realtà. Infatti l’Eu-ropa, per sopravvivere, indica chiaramente di non aver biso-gno di loro ma solo ed esclusi-vamente di cittadini volonterosi; è iniziata la “grande guerra” che non si combatterà con le armi tradizionali ma con lo spavento-so potere monetario della Cina ( e di qualche altro paese) così come è facile osservare presso-chè ovunque. L’associazionismo, il forte contributo delle volontà e le “idee” sono l’unica possibile difesa schierabile nella battaglia appena iniziata e questa è “solo” la prima battaglia. Chi vuol fug-gire o intende suicidarsi faccia pure, sarà sempre perdente.

politiva u Quale soluzione

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devono essere complete di date e luoghi che siano facilmente individuabili.

Per chiarimenti contatta ilTel 333 31 15 901

In una società, solitamente, se va bene, va bene per tutti

i soci, e se va male, va male per tutti: “oneri e onori” sono ripar-titi in base alla % di proprietà in possesso di ciascun socio. Nel caso della UE, c’è un socio (Ger-mania) che guadagna, alcuni soci che ci vanno pari, e altri (Grecia, Italia, Spagna) che pagano per far guadagnare il socio a cui va bene... L’UNICA SOLUZIO-NE, A QUESTO PUNTO, è USCIRE DALLA SOCIETA’... ma gli “amministratori delegati” (Governi) dei soci a cui va male - che dovrebbe decidere di uscire - si sono confusi: e anziché fare gli interessi dei soci che rappre-sentano, fanno quelli del socio che guadagna...(poichè è l’unico che ha compreso la portata del

progetto europeo).Però, esistono alcune soluzioni utili a migliorare (anche parec-chio) la situazione; una di queste si può prendere in considerazio-ne immediatamente perchè non richiede altro che una “merce” ormai piuttosto rara (alcuni lo sostengono!) ma che ognuno, se vuole, può trovare dentro di sé: La VOLONTA’. E’ la comunità europea che ci stimola in questa direzione, perchè è ampiamente previsto che per evitare di diventare i “lavavetri dei cinesi”, i cittadini europei (quindi anche gli ita-liani) debbono organizzarsi in maniera associativa e proposi-tiva con dei modelli possibili e sostenibili dalle capacità e dalle volontà degli associati al fi ne di

politica u Responsabilità...

Notizie daLL’europa (2)

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XiX festivaL baNde e coriCome ormai tradizione, la stagione estiva della Val d’Aveto si aprirà con le note del XIX^ Festival Nazionale Bande e Cori “Appennino in musica”, dedicato alla memoria del capo-banda Pietro Tassi ed organizzato dal locale Corpo Musicale.Il 30 giugno e 1 luglio ed il 14 e 15 luglio, infatti, Santo Stefano d’Aveto ospiterà gruppi vocali e strumentali provenienti da varie regioni d’Italia, bande e cori che avranno il piacere di rallegra-re le serate e i pomeriggi con le loro esibizioni.Nonostante il periodo non facile che le associazioni musicali, e non solo, stanno attraversando, il Complesso Musicale ha voluto continuare la propria tradizione dando vita ad un’edizione forse più sobria delle altre ma non per questo meno ricca di buona musica.L’intento del Complesso Musicale è quello di far conoscere, attra-verso questo evento, la musica, la sua tradizione italiana e non solo, oltre a regalare alcuni momenti di spensieratezza e allegria con i vari appuntamenti delle giornate del Festival.I gruppi partecipanti avranno inoltre l’opportunità di conoscere il nostro paese e la nostra Valle e di portare un po’ della nostra montagna nelle loro case; un’opportunità quindi anche per far conoscere le bellezze di questo angolo di Liguria. Il Complesso Musicale di Santo Stefano d’Aveto, organizzatore dell’evento, ringrazia il Comune di Santo Stefano e tutti coloro che vorranno sostenere la manifestazione con il loro contributo e che renderanno così possibile, pur tra non poche dif�icoltà, un’altra edizione del nostro festival. C.P.

rendere economicamente soste-nibile l’insieme ancora informe di stati che compongono la UE. Tutte le forme associative sono sicuramente favorite e tali forme producono vantaggi rilevanti se, in via preliminare, si segue il suggerimento del “SAGGIO”: “Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla

al proprio pensiero..........” .L’attuale situazione prevede di adeguarsi in maniera decisa al suggerimento che pare proprio non sia stato tenuto nella minima considerazione dai politici italia-ni i quali si ostinano “disonesta-mente” a raccontare un Europa (cambiando la verità) diversa da ciò che è in realtà. Infatti l’Eu-ropa, per sopravvivere, indica chiaramente di non aver biso-gno di loro ma solo ed esclusi-vamente di cittadini volonterosi;

è iniziata la “grande guerra” che non si combatterà con le armi tradizionali ma con lo spavento-so potere monetario della Cina ( e di qualche altro paese) così come è facile osservare presso-chè ovunque. L’associazionismo, il forte contributo delle volontà e le “idee” sono l’unica possibile difesa schierabile nella battaglia appena iniziata e questa è “solo” la prima battaglia. Chi vuol fug-gire o intende suicidarsi faccia pure, sarà sempre perdente.

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La “casa”, il bene rifugio più ambito dagli italiani si

appresta a cambiare completa-mente il suo ruolo. Se fino ad ora, con la continua costruzione di nuovi complessi immobiliari, era appannaggio di un mercato speculativo delle imprese me-dio/grandi (spesso provenienti da fuori regione), oggi, almeno nel levante, diverrà appannaggio delle piccole imprese artigiane consentendo un guadagno assai diffuso sul territorio.La lettera riprodotta qui di segui-to è stata inviata da un “esperto” di mutui: “Penso che nel 2012 la situazioni si stabilizzi e il mer-cato riprenda un po’ il suo an-damento. Non prevedo nessuna ripresa, anche se spero di sba-gliarmi, ma anche non penso si arrivi alla caduta libera. Per ora è solo la fiducia degli italiani che è giustamente venuta a mancare, non la capacità di farsi carico di investimenti come l’acquisto di una casa. Anzi forse rimane il mercato d’investimento più solido e sicuro, perchè anche se potranno calare di valore, gli im-mobili non crolleranno come le azioni o altri titoli cartacei. E’ un mercato lento e quindi più facile da controllare per tutti.

Economia u Edilizia abitativa

Il “fEnomEno” ImmobIlIarE.Necessità di cambiameNto

I mutui on line, nonostante che molte banche abbiano aumen-tato lo spread, hanno sempre la loro convenienza con tassi rela-tivamente bassi ed offerte delle banche più in salute del panora-ma italiano.Inoltre le case di nuova realizza-zione e quelle di recentissima ri-strutturazione saranno le prota-goniste dei mercati futuri grazie alle loro alte prestazioni ener-getiche e nuove metodologie di costruzione. Quindi fate atten-zione a questi elementi, perchè sono gli immobili nuovi che non perderanno valore, al contrario dei vecchi edifici molto poco efficienti e dispendiosi dal pun-to di vista energetico. Le nuove soluzioni sono ideali perchè seppur più costose nel medio e lungo periodo sanno ripagare con il ritorno dell’investimento ammortizzando il costo delle bollette molto meno caro.Fondamentale a mio parere è il recupero degli edifici e delle zone più vecchie delle città con l’obiettivo di aumentare il verde e la sostenibilità energetica degli immobili e lo stop a nuove aree urbanizzate e cementificate. Sappiamo per certo che si è co-struito fin troppo in questi anni

ed ora è tempo di rivedere lo svi-luppo delle città in altra ottica, meno speculativa e più ecocom-patibile.”Dunque ristrutturazioni dell’esi-stente con particolare cura del risparmio energetico e, magari, la costruzione diffusa di “cister-ne” per le acque piovane in ogni dove, per risparmiare la sempre più rara “ACQUA” (riutilizzan-dola per irrigazione e servizi) e limitare in buona parte l’afflus-so a valle delle forti piogge cui siamo ormai abituati limitando i danni conseguenti. Le cisterne, infatti, trattengono volumi ri-levanti delle piogge improvvise che possono poi essere rilasciati lentamente se non usati ed evita-no l’esondazione delle condotte periferiche.Quando la “ragione” dominava sulla stupidità tutte le case pos-sedevano cisterne per le acque piovane ricavate dai tetti, terraz-zi, scale ecc.Questa attività di costruzione di cisterne potrebbe creare un vo-lume di lavoro impensabile per gli artigiani del territorio che sono da tempo in evidente dif-ficoltà non potendo “emigrare” come fanno, invece, le grandi società immobiliari.

A conferma della necessità di modificare il “fenomeno”

immobiliare è utile prendere visione della lettera con cui il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, ha chiesto al Governo misure concrete a sostegno del settore delle costruzioni

«Sostegno concreto alle esigen-ze dell’industria delle costruzio-ni». Lo ha chiesto il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti al presidente del Consiglio, Mario Monti con una lettera inviata nei giorni scorsi. Una lettera in cui si denuncia il livello di sofferenza ormai insostenibile per il settore, che ha portato a proclamare lo stato di crisi. La lista dei problemi è lunga, con ai primi posti la restrizione del credito e il mancato pagamento alle imprese dei lavori eseguiti per il committente pubblico. «Da mesi - scrive Buzzetti - l’As-sociazione denuncia un fortis-simo razionamento del credito verso tutto il settore». «Per le

Economia u Un intervento tardivo

L’aNce scrive a moNti: «sostegNo aLLe costruzioNi»

costruzioni - prosegue Buzzet-ti - il blocco delle erogazioni è duplice: diretto, perché non vengono finanziati gli investi-menti proposti dalle imprese, e indiretto, perché è praticamente impossibile per le famiglie con-trarre mutui per l’acquisto della casa. In questa fase le banche sono impegnate esclusivamen-te a richiederci di rientrare dai prestiti in essere».«Questa crisi di liquidità, inoltre, è accentuata drammaticamente dall’inaccet-tabile ritardo con cui la pubblica amministrazione paga le imprese per i lavori regolarmente esegui-ti. Una pratica che sta mettendo fortemente a repentaglio la so-pravvivenza di numerose azien-de».Lo scenario è fortemente negativo per il settore. Il 2012, stima l’Ance, vedrà un ulteriore ridimensionamento della produ-zione (-3,8% rispetto al 2011). Complessivamente, conclude l’Ance, nel quinquennio 2008-2012, il settore avrà perduto il 24,1% in termini reali, ripor-

tandosi ai livelli di produzione osservati a metà degli anni ‘90, con punte di -40,4% nel com-parto delle nuove residenze e del -37,2% in quello delle opere pubbliche. Intanto gli occupa-ti diretti sono già diminuiti di 250mila unità (oltre a 380mila occupati in meno nell’indotto).Non è allora il caso di prendere in esame la ristrutturazione del vecchio esistente che sosterreb-be in maniera molto rilevante le imprese di piccola dimensione che non possono trovare sfogo in cantieri nel Dubai e vicinan-ze?I sindaci sono i soggetti cui va ri-volta questa semplice domanda, anche perchè sarà molto difficile che MONTI trovi una soluzio-ne.

E’ solo a loro che spetta trova-re la soluzione per le migliaia di famiglie che traggono beneficio e sostentamento da attività arti-giane; è una questione di volon-tà, niente di più!

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“Siamo quelli che vogliono l’acqua pubblica, quelli

che credono che un bene uni-versale fondamentale per la vita non debba essere affi dato alle logiche del mercato e del pro-fi tto. Quelli che hanno raccolto quasi un milione e mezzo di fi r-me per promuovere 3 referen-dum per la totale ripubblicizza-zione dei servizi idrici. In Italia l’importanza della questione acqua ha raggiunto nel tempo una forte consapevolezza sociale e una capillare diffusione terri-toriale, aggregando culture ed esperienze differenti e facendo divenire la battaglia per l’acqua il paradigma di un altro model-lo di società. I referendum per l’acqua pubblica sono infatti proposti dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e dalla più vasta coalizione sociale mai messa insieme in questo pae-se. Da diversi anni sono attive nei territori decine di vertenze aperte da cittadini, lavoratori ed anche Amministratori Locali che sono portatrici di un’esigen-za comune e condivisa, cioè la necessità di una svolta radicale rispetto alle politiche che hanno fatto dell’acqua una merce e del mercato il punto di riferimento per la sua gestione, provocando

dappertutto degrado e spreco della risorsa, precarizzazione del lavoro, peggioramento del-la qualità del servizio, aumento delle tariffe, riduzione degli in-vestimenti, diseconomicità della gestione, espropriazione dei sa-peri collettivi, mancanza di tra-sparenza e di democrazia. Que-ste diverse realtà sociali hanno deciso di ritrovarsi per rendere più incisive le reciproche lotte in difesa dell’acqua come bene co-mune. E’ apparso a tutti chiaro come fosse decisivo far diven-tare l’acqua una vertenza nazio-nale, comunemente condivisa e costruita in forma partecipata. Contemporaneamente in Italia il processo di privatizzazione ha subito un’accelerazione con all’approvazione nel novembre 2009 del decreto Ronchi il quale sancisce la totale e defi nitiva pri-vatizzazione dell’acqua potabile.Il 20 marzo 2010 duecentomila persone sono scese in piazza a Roma per la seconda manife-stazione nazionale proprio per-chè ritengono che questo sia un epilogo da scongiurare, per un concetto inviolabile che an-novera l’acqua come un diritto universale e non come merce, perché espropria l’acqua potabi-le dal controllo degli Enti locali

Ciclo delle acque u La qualità

anCora “aCQUa pUbblICa” ricordate Queste paroLe ?

proposta di deLibera d’iNiziativa popoLare daL sito deL “forum itaLiaNo dei movimeNti per L’acQua”WWW.aCQUabEnEComUnE.orG

e dei cittadini, perché consegna al mercato l’acqua con tutte le ripercussioni sociali che questo può generare. Nei primi mesi del 2010, a par-tire dal Forum Italiano dei Mo-vimenti per l’Acqua, si è andata costituendo una vasta coalizione sociale (il costituendo Comitato Promotore) con il fi ne di pro-muovere tre referendum abroga-tivi di tutte le norme che hanno privatizzato l’acqua in Italia: il 1° quesito richiede l’abrogazio-ne dell’art. 23 bis Legge 133/08 e sue successive modifi che in-trodotte con l’Art. 15 del D.L. 135/2009; il 2° quesito richiede l’abrogazione dell’art. 150 del Decreto Ambientale 152/06; il 3° quesito richiede l’abrogazio-ne della parte dell’art. 154 del Decreto Ambientale 152/06 re-lativa alla remunerazione del ca-pitale investito. In tre mesi tra il 22 aprile e il 19 luglio sono state raccolte 1.402.035 fi rme a soste-gno dei tre quesiti. Un risultato assolutamente straordinario che fa di questa campagna referen-daria quella che ha raccolto il maggior numero di fi rme nella storia del nostro Paese. La Cor-te costituzionale a gennaio 2011 ha dichiarato ammissibili 2 dei tre quesiti su cui le elettrici e

gli elettori saranno chiamati ad esprimersi. Il 12 e 13 giugno 2011, i cittadini hanno espresso pienamente la volontà di ripor-tare l’acqua tra i beni comuni votando 2 SI’ ai referendum. Questo risultato non rende-rà più possibile né la gestione dell’acqua da parte di privati né la possibilità di trarne pro-fi tti. Perché l’acqua è un diritto di tutti e come tale deve essere considerata. Perché si scrive ac-qua, si legge democrazia.

E’ passato molto tempo da allora e i risultati tardano a venire con

il rischio che i gestori del “pro-fi tto sul bene naturale” trovino il modo di riprendersi quello che i cittadini hanno chiaramente in-dicato come “DI TUTTI”. Nella nostra zona esiste una sorgente di acqua classifi cata “eccellente” - la Santa Rita – nel comune di Né. Nella pri-ma pagina di questo numero compare un articolo apparso su Repubblica del 20 maggio che si avvicina al “problema”.Adesso occorre, come sempre, un po’ di buona volontà e il primo passo della ri-appropria-zione di ciò che i privati hanno “rapinato” sul territorio può tornare ad essere pubblico, con benefi cio estremamente diffuso.Se sei interessato a saperne di più e a leggere un progetto inte-ressante, scrivi una e-mail a:

[email protected].

Schema di provvedimento d’ini-ziativa popolare(Ai sensi dell’articolo… dello Statuto comunale/provinciale del Comune/della Provincia di …….....................…)IL COMUNE/LA PROVINCIA di .....................

PREMESSO CHEa) L’acqua rappresenta fonte di vita insostituibile per gli ecosiste-mi, dalla cui disponibilità dipen-de il futuro degli esseri viventi.

b) L’acqua costituisce, pertanto, un bene comune dell’umanità, il bene comune universale, un bene comune pubblico , quindi indisponibile, che appartiene a tutti.

c) Il diritto all’acqua è un diritto inalienabile : l’acqua non può es-sere proprietà di nessuno, bensì bene condiviso equamente da tutti, l’accesso all’acqua deve essere garantito a tutti come un servizio pubblico.d) L’accesso all’acqua, già alla

luce dell’attuale nuovo quadro legislativo, e sempre più in pro-spettiva, se non affrontato demo-craticamente, secondo principi di equità, giustizia e rispetto per l’ambiente, rappresenta :una causa scatenante di tensione e confl itti all’interno della comu-nità internazionale ;una vera emergenza democratica e un terreno obbligato per auten-tici percorsi di pace sia a livello territoriale sia a livello nazionale e internazionale.

SOTTOLINEATO CHESu questa base condivide e ade-risce alla proposta di legge d’ini-ziativa popolare “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposi-zioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico”, e quindi ri-tiene necessario che il Parlamen-to proceda celermente alla sua discussione e approvazione.

IL CONSIGLIO COMUNALE/PROVINCIALE DI ................... S’IMPEGNA A :1) riconoscere anche nel proprio

Statuto Comunale/Provinciale il Diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico;

2) riconoscere anche nel proprio Statuto Comunale/Provinciale che il servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, e quindi la cui gestione va attuata attraverso gli Artt. 31 e 114 del d. lgas n. 267/2000 ;

3) nominare seduta stante, la Commissione consiliare con lo specifi co compito di integrare/modifi care lo Statuto secondo le indicazioni sopra specifi cate ed assegna alla stessa il termine di gg. 30 per la conclusione dei lavori da sottoporsi all’approva-zione del successivo Consiglio Comunale/Provinciale ;

4) promuovere nel proprio terri-

torio una Cultura di salvaguardia della risorsa idrica e di iniziativa per la ripubblicizzazione del Ser-vizio Idrico Integrato attraverso le seguenti azioni :informazione della cittadinanza sui vari aspetti che riguardano l’acqua sul nostro territorio, sia ambientali che gestionali ;contrasto al crescente uso delle acque minerali e promuovere l’uso dell’acqua dell’acquedotto per usi idropotabili, a cominciare dagli uffi ci, dalle strutture e dalle mense scolastiche ;promozione di una campagna di informazione/sensibilizzazione sul Risparmio Idrico, con incen-tivazione dell’uso dei riduttori di fl usso, nonché studi per l’in-troduzione dell’impianto idrico duale ;promozione, attraverso l’infor-mazione, incentivi e la modula-zione delle tariffe, della riduzio-ne dei consumi in eccesso ;informazione puntuale della cit-tadinanza sulla qualità dell’acqua con pubblicazione delle analisi chimiche e biologiche in ogni quartiere e contrada ;promozione di tutte le iniziative fi nalizzate alla ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato nel territorio di propria pertinenza.

4) aderire e sostenere le iniziative del Coordinamento Nazionale “Enti Locali per l’Acqua Bene Comune e per la ripubblicizza-zione del servizio idrico inte-grato” recentemente costituitosi nell’ambito della Campagna Ac-qua Bene Comune che il Forum Italiano dei Movimenti per l’Ac-qua sta portando avanti da circa tre anni ;

5) sottoporre all’Assemblea dell’Ambito Territoriale Ottima-le l’approvazione delle proposte e degli impegni sopra richiamati oltre ai seguenti :

sensibilizzazione all’importanza della riduzione dei consumi di acqua in eccesso attraverso in-formazione, incentivi, nonché at-traverso una modulazione della tariffa tale da garantire la gratu-ità di almeno 50 litri per persona al giorno, quantità minima vitale defi nita dall’OMS (Organizza-zione Mondiale della Sanità) ;propone inoltre di destinare un centesimo al metro cubo di ac-qua consumata per interventi di costruzione di strutture di capta-zione e distribuzione di impianti idrici attraverso la cooperazione internazionale.

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Elezioni Comunali u Qualche osservazione

Ha “perso” CAMPODO-NICO e con lui il Pdelle

che ha faticato, senza risultato, a mostrarsi credibile. La “credibilità” in una città come Rapallo è più importante che altrove perchè si tratta di una “qualità politica” che non chiede alcuna dimostrazione pratica, ma solo “fede” e a Ra-pallo la fede è “di casa”!La ragione è nota a chiunque non sia distratto da fenomeni soprannaturali. Qui, come dovunque, il poli-tico/amministratore cerca di convincere il possibile elettore attraverso un percorso narrativo sul quale si avvicendano “favole per adulti”. La realtà, poi, è tutta un’altra cosa ! Questo è accadu-to a Rapallo e questo continuerà ad accadere anche a Costa, così come accadde a Capurro nel breve periodo in cui fu sindaco. Rapallo si mostra come una città ingovernabile per una quantità di ragioni diverse ma tutte con-tenute in un’unica “cartella”, il cui titolo potrebbe essere: “Confusione gerarchicamente voluta”. Per molti anni le am-ministrazioni succedutesi hanno lavorato pro-gruppo e contro la città.Tutte le amministrazioni fino ad ora apparse sulla scena ra-pallese hanno fallito nell’esame delle trasformazioni territoriali entrando in crisi nel momento in cui dovevano rappresentare e descrivere la “forma” della città e dell’organizzazione urbana. La crisi nasce dalla enorme distanza

rapaLLo dopo iL votoesistente tra i modelli interpreta-tivi di tipo gerarchico e la realtà analizzabile. Le amministrazioni che vogliano agire nella direzio-ne di un armonico riordino della città, debbono darsi modelli che tengano conto dei rapporti rela-zionali che strutturano/struttu-reranno la città. I modelli più idonei per un tale approccio sono di tipo reti-colare, imperniati su relazioni orizzontali. Qui si evidenzia il “problema Rapallo” perchè passare da un modello di tipo gerarchico (dei potentati) che è estremamente protettivo del sistema/potere ad uno orizzon-tale/paritetetico, che prevede partecipazione ampia non è pro-prio agevole in questa disastrata città (disastrata sotto il profilo relazionale/sociale). Il neo eletto, Costa, potrebbe darsi con estrema umiltà questo primo grande compito e, se rie-sce a decidere i percorsi in estre-ma libertà – secondo i criteri di “buon governo”- può diventare “QUALCUNO”! I servizi e gli spazi sono il più pressante problema da risolvere stante la necessità ormai indifferibile di dare ai cittadini e agli ospiti (fin-chè ce ne saranno ancora!) una “qualità della vita” armonica con le esigenze degli archetipi umani. Per far bene il lavoro suggerito, Costa dovrebbe pensare preli-minarmente a distribuire in tut-ta la città un tipo di contenitore nuovo, mai pensato prima: “Il cestino dell’EGO”. Dovrebbe

poi suggerire ai cittadini di get-tare all’interno ogni forma di ego-ismo, ego-centrismo, ego-tismo (suggerendo di fare il ge-sto iniziale ai suoi collaboratori in giunta) perchè in una città che mostra ovunque cancelli e chiusure, cartelli di divieto in ogni dove e sbarre a tutela degli accessi, è ben difficile pensare che esista un terreno fertile per creare quella socialità che di-stingue una città umanamente armonica, da un insieme inde-terminato di ghetti e colonie quale si mostra Rapallo ad ogni visitatore attento. Non è la “viabilità” da affron-tare, non lo è il sistema dei ser-vizi (RSU, Ciclo delle acque,

Trasporti, Parcheggi ecc.), così come non lo sono le spiagge e il porto. Tutti questi argomenti devono essere rimandati al mo-mento in cui il sindaco avrà ben compreso cosa debba essere una città dei cittadini partendo dal presupposto fondamentale che Rapallo è un borgo cresciuto molto malamente ed è divenuto città grazie al numero degli abi-tanti ma non ha mai posseduto la struttura sociale e urbana che potessero definirla tale. Creare la città di Rapallo è il compito di Costa e l’umiltà che fino ad ora ha mostrato potreb-be/dovrebbe essere la sua forza. A questo punto diventa neces-sario augurargli un percorso

positivo e capace di rispettare i “rituali del passaggio” (pre-senti in ogni trasformazione di un ambiente umano) che non prevedono fretta e approssima-zione ma solo ed esclusivamente determinazione e costanza. La determinazione gli sarà sem-pre necessaria perchè la sua “squadra” non è poi di livello qualitativamente elevato (per il progetto indicato) e questo fat-to gli procurerà molti intoppi; la costanza sarà invece quella qua-lità che i cittadini apprezzeranno maggiormente perchè potranno valutare compiutamente le sue “opere”, riponendo definitiva-mente in un cassetto il ricorso alla “fede”......

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Elezioni Comunali u Qualche osservazione

chiavari dopo iL votoI chiavaresi si sono espressi,

sono andati al voto e hanno detto addio all’isolamento cui li aveva costretti il mandato affida-to nel 2007 a Vittorio AGOSTI-NO. Ci sono state molte asten-sioni e sarà compito di Levaggi intercettare queste migliaia di persone per ottenere una riele-zione nel 2017. E’ un insegna-mento che ci viene dall’Europa quello che indica come gli eletti debbano “lavorare sodo” per convincere gli astenuti a vota-re la volta successiva in seguito alla convinzione di aver goduto di una buona amministrazione.(Olof Palme 1969). Tutti gli amministratori pubblici italiani hanno sempre scelto la via opposta (lavorare per i grup-pi che li hanno votati) perdendo così spazi ormai incolmabili che oggi mostrano la debolezza dei sistemi politici. Levaggi deve preliminarmente comprendere questo passaggio di modernità. Il suo lavoro sarà molto difficile ma certamente interessante per-chè dovrà essere sindaco della città e contemporaneamente lavorare in funzione di un’idea “provinciale” (dove Chiavari dovrà essere il capoluogo) per creare ricchezza nell’area del comprensorio (non combatten-do la ricchezza, ma la povertà diffusa....) Dovrà essere capace di limare tutte le intenzioni “campanili-stiche” e insegnare a chi non ha ancora compreso che cosa sia l’Europa, come debba essere un sistema di comuni che sia capace di realizzare un risultato econo-mico positivo senza fare un ri-corso continuo ai trasferimenti dagli enti sovraordinati che an-dranno via via in estinzione. Il comprensorio del chiavare-se (la famosa quinta provincia mai nata) è ricchissimo e può garantire una qualità di vita in-teressante ai suoi abitanti, ma andranno certamente rivisti tutti i sistemi di gestione ed eliminati i numerosi parassiti (uomini e sistemi) che appesantiscono le gestioni della cosa pubblica.I tempi di attivazione di un pro-getto di coordinamento com-prensoriale sono brevi perchè i segnali che si mostrano sul ter-ritorio sono assai evidenti e non lasciano spazi di manovra a tem-pi lunghi. Le “svendite” in atto sono cla-morose e fanno nascere in ma-niera disordinata movimenti di contrasto sui territori; si forma-no ovunque comitati che non hanno nessun peso se restano

isolati e non si consolidano in un progetto di dimensione ampia sostenuto – VERAMENTE – dalle amministrazioni comunali senza finzioni o interessi nasco-sti. I cittadini si allontanano dal voto perchè comprendono da tempo che l’interesse degli elet-ti è primariamente rivolto alla conservazione del loro “potere” e che le questioni riguardanti il bene comune sono secondarie. Il bene comune, una volta indi-viduato, deve essere perseguito comunque e sempre e nel lun-go periodo (i cinque anni di un mandato) paga sempre in termi-ne di consensi. Oggi questo “bene comune” va individuato in maniera molto diversa da come si intendeva in precedenza; non ha più un con-fine comunale ma si allarga ai comprensori come è, in questo caso, il Levante ligure. All’interno di quest’area sono presenti tutte le forme di eco-nomia utili allo sviluppo; c’è un forte settore primario in stato di abbandono che porta con se un settore secondario asfittico ed è proprio su questi due comparti che deve essere impostato un progetto sostenuto dalle espe-rienze reperibili sul territorio alle quali le amministrazioni co-munali – tutte assieme – devono dare una risposta immediata assumendosi la quota di rischio che deriva dalla convinzione di come sia l’unica via percorribile. La “crisi” (di cui tutti parlano senza averne valutato la porta-ta!) impone progetti concreti basati sulle qualità specifiche dei territori e degli esseri umani che possono/debbono utilizzarle in senso positivo. Ci sono soggetti con grandi ca-pacità di intraprendere che non trovano sviluppo perchè le am-ministrazioni – per affermare i loro piccoli poteri e conservarli – pongono vincoli burocratici non sopportabili. Se è corretto aver affidato le cariche assesso-riali ai più votati di ogni lista non è detto che si siano affidati incarichi alle persone più adatte a proporre (questo è il compi-to del politico/amministratore) progetti di sviluppo verso il bene comune. Significa quindi che Levaggi deve essere pronto a sostituire deleghe e incarichi non appena si evidenziasse una carenza o, peggio, una volontà di perse-guire interessi contrastanti con quello pubblico. I potentati chiavaresi sono vivi e pronti a mettersi di traverso

in ogni iniziativa che non fosse “gradita”; sarà necessario che il neoeletto individui con certezza persone e azioni intervenendo prontamente con determina-zione e trasparenza riportando il percorso amministrativo su un binario corretto. Se saprà interpretare bene questo ruo-lo, riuscendo a “fiutare” tutti i comportamenti antisociali potrà produrre un risultato che tra cinque anni gli renderà grande vantaggio ed avrà, come è cer-to, l’appoggio di ogni categoria economica, perchè è indubita-bile che solo dall’armonia esi-stenziale delle diverse categorie (non “classi”) nasce la conviven-za positiva che consente ad un informe agglomerato di edifici di farsi “città”. Se farà così tro-verà appoggi ovunque perchè il buon senso alberga ovunque, al-trimenti si avvierà su un percor-so irto di problemi e di sicuro insuccesso. Buon lavoro!!

iL tribuNaLe di chiavari: perchè è megLio chiuderLoChi ha memoria e onestà in-

tellettuale non può che ri-cordare i giorni 7/8/9 settembre del 2007 allorchè il procuratore capo CARLI diede fiato al ma-lessere del tribunale di Chiavari dicendo sostanzialmente che era un elemento anomalo del terri-torio perchè “non era in grado di dare risposta ai cittadini”. Lo fece utilizzando ampio spa-zio sulla stampa locale e Paolo CAVALLO, che dirigeva allora la sede chiavarese del SECOLO XIX scrisse una nota molto ef-ficace a proposito della impos-sibilità per i cittadini ad avere “giustizia”. Detto questo occorre spiegare perchè quel tribunale non serve a nulla, anzi, è “dannoso” per il territorio. Per fare questo diven-ta utile ricordare le osservazioni degli operatori di un sistema che il cittadino si è abituato a defi-nire “giustizia” e dentro il quale vengono riconosciuti come tali.Gli operatori di questo sistema, per il comune cittadino sono: L’agente di P.G. (Carabiniere, Poliziotto, Finanziere, Vigile ur-bano ecc.), il “magistrato” (sen-za comprendere la differenza tra inquirente e giudicante) e l’avvo-cato. Da un qualsiasi colloquio confidenziale con i componenti di questi tre gruppi emergono i “lati deboli”, anzi pericolosi, per chi si ostina a sostenere la validità di microstrutture quali

questa, vediamoli:-Dice il maresciallo “XY”: il tri-bunale di Chiavari è “comodo” perchè puoi parlare in ogni mo-mento con il magistrato che ti interessa e questo facilita spesso i percorsi.-Dice il magistrato “YZ”: siamo in pochi (i magistrati) e possia-mo così “tenere in mano” il ter-ritorio più facilmente perchè le indagini (magistrati inquirenti) non vengono distribuite ad una pluralità di persone.-Dice l’avvocato “XZ”: siamo in tanti (forse troppi !) e con il numero esiguo di magistrati disponibili bisogna entrare in “confidenza”. Si rileva quindi che ciò che per la P.G. è una “comodità”, per il magistrato è la “facilità di tenere in mano” e per l’avvocato è un “rapporto confidenziale” cozza in maniera violenta con il prin-cipio di “equità” che il cittadi-no si aspetta di trovare nell’idea

generale di GIUSTIZIA, perchè si tratta di tre componenti di una modalità comportamentale (comodità, facilità e confiden-za) che rimandano al tribalismo arcaico e non hanno nulla a che vedere con il diritto indefettibile del cittadino di pretendere uno schema pienamente adeguato di uguali libertà di base compati-bile con un identico schema di libertà per tutti gli altri. La gestione del sistema “giu-stizia” (perchè la giustizia è un “sistema disciplinare”) non può neppure lontanamente supporre di essere condizionata da mo-dalità di rapportazione basate su elementi che sono tipici del familismo e che allontanano lo stato di diritto dalla sua efficace espressione. E’ però triste vede-re che sarà chiuso per “questioni di bilancio”, sarebbe stato una grande vittoria averlo chiuso per constata inefficacia ad operare “PER” il cittadino.

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Beppe GRILLO “parte” da Genova all’interno di quel feno-meno creativo che è stato L’In-stabile (descritto benissimo nel libro di Faloppi e Bottaro di cui si vede la copertina in questa pagina) e mostra subito quelle elevate capacità taumaturgiche che oggi emergono in maniera strabiliante.Ha capacità di aggregare e co-municare riservata a pochissimi ma si porta dentro anche una rilevante competenza (“fiuto”) nell’analizzare uomini e pen-siero. Ha sviluppato in manie-ra non comune la capacità di “sentire” le cosiddette “forze elettrodeboli” che si esprimono attraverso il suo ESSERE UN TAUMATURGO, facendo “mi-racoli” nel lavoro di disvelamen-to delle cose del mondo.Sbaglia raramente anche perchè ha l’umiltà (che molti non ve-dono) di capire prima di aprire bocca e diventare quindi ricco di conoscenze. Sa bene che mol-te cose sono tenute nascoste da un sistema mediatico asservito a chi vive con la convinzione di es-sere il “dominatore” del mondo intendendo, con ciò, la necessità di contornarsi di “utili idioti” e di ….......beline ! (come direbbe Grillo).Il suo lavoro è difficilissimo ma certamente molto affascinante: cercare di svegliare dal torpore milioni di persone che da decen-ni sono completamente all’oscu-ro dei grandi piani che hanno lo scopo di “GOVERNARE” po-poli resi impotenti dal bombar-damento delle falsità mediatiche diffuse nell’occidente.

Per dare corpo al progetto si avvale di un social network de-nominato Meetup (come ce ne sono molti altri, facebook è il più conosciuto) che funziona piuttosto bene e che in questo periodo sta avendo, almeno in Italia, uno sviluppo impressio-nante grazie a lui. In estrema sintesi si può dire che Grillo ha una funzione estremamen-te positiva nello sviluppo della conoscenza ma.............esistono lati negativi, persino pericolosi, come in ogni azione dell’uomo; vediamone alcuni:Grillo è uno strabiliante “mega-fono” perchè sulla scena della politica dei partiti lui che “fa” politica pura, non partitica, è in grado di offuscare chiunque non essen-do un “parolaio” ma un “veridico” (con il significato dato ai seguaci di Irnerio, durante la fondazio-ne dell’Università di Bologna.....); i suoi comizi in piazza sono vere e proprie lezioni di educa-zione civica volte a diffondere la voglia si sapere che cosa accade nelle segre-te stanze del potere autoritario antidemocratico ma, intanto, si osservano pesanti infiltrazio-ni dentro il suo movimento di soggetti distruttivi delle buone finalità che lui esprime. Non è poi così vero che i “vecchi e anacroni-

(prima puNtata)

nuti, diventando, così, utili alle camarille partitiche che tentano una sopravvivenza del sistema corruttivo e antidemocratico che vedono attaccato senza tre-gua dal grillismo.Non è un caso che Grillo sia con-siderato dai media un “leader politico” (niente di più errato) perchè, semmai, gli si addice as-sai di più la definizione di “pro-feta” (lui, in effetti, non domina, ma indica e illumina la “via” con le doti sopra richiamate).Un secondo lato negativo del movimento è rappresentato dalla mancanza di una “scuola di conoscenza” che sia priva di dogmi ma ricca di dimostrazioni e di esperienze perchè le prossi-me elezioni politiche sono vicine e il movimento potrebbe fare un

balzo in avanti clamoroso che in mancanza di formazione speci-fica sarebbe un bluff colossale. Al grillismo manca un percor-so detto “delle tre C” (cultura, conoscenza, capacità) attraverso il quale si possa generare una consistente massa di elementi capaci di amministrare ma solo dopo aver preso consapevo-lezza della cultura civica che deve essere intrinseca all’essere umano destinato a farsi carico di un impegno sociale, non alla “messa in mostra” di sé stesso ! Nel Levante, sull’onda dei suc-cessi parmensi, nascono nuovi meetup, ma se saranno costituiti da soggetti legati agli schemi ge-stionali di partito è certo che il risultato sarà l’opposto di quello desiderato.

Chi è Grillo u ... e qual’è la sua “funzione”

meet-up e “griLLismo”, uN approfoNdimeNto

stici partiti” spingono i loro seguaci ad in-filtrare (snaturando-lo) il movimento; è semmai constatabi-le che moltissime persone che non sanno “leggere” la politica in altro modo che non sia quello dei “partiti”, sono impossibilitati a comprendere il progetto del m o v i m e n t o grillino e di-ventano (spes-so inconse-

pevolmente) la zavorra che rallenta

lo sviluppo e squalifica i conte-

daL secoLo XiX deL 31/06/2012

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EpIdEmIoloGIa? che cos’è e che fuNzioNe può avere.Nel numero di maggio

(leggibile in rete sul sito: www.rreditori.it) Roberto Santi parlava di SALUTE e non di Sanità. Questa volta introdurremo il concetto di “EPIDEMIOLOGIA” per comprendere quanto sia importante per continuare sull’argomento “SALUTE” NEI PROSSIMI NUMERI.

Dal punto di vista etimologico, epidemiologia è una parola composita (epi-demio-logia) di origine greca, che letteralmente significa «discorso riguardo alla popolazione»

Lo studio delle malattie può avvenire in 4 diversi contesti o dimensioni: (1) la dimensione molecolare, utilizzata dalla biologia molecolare, dalla biochimica e dall’immunologia; (2) la dimensione tissutale

Salute u Introduzione al “NUOVO PROGETTO”

(ossia dei tessuti) e organica (ossia degli organi), utilizzata dalla anatomia patologica; (3) la dimensione del singolo individuo, utilizzata dalla medicina clinica; (4) la dimensione della popolazione, che è quella utilizzata dall’epidemiologia. Che cosa si intende per epidemiologia ?

Esistono diverse definizioni e tra queste ne scegliamo una assai semplice, la più adatta allo scopo didattico, vedi schema 1.

Il fatto che vengano studiate le malattie non nel singolo individuo ma collettivamente, ossia a livello di popolazione, non deve far pensare che l’epidemiologia si occupi soltanto delle malattie infettive o di quelle contagiose, che tipicamente (ma non sempre!) coinvolgono molti individui di una popolazione (ma quasi mai tutti).

Infatti, l’epidemiologia si

occupa di TUTTE le malattie ma, diversamente da altre discipline, se ne occupa esclusivamente a livello di popolazione piuttosto che di individuo. Questo concetto verrà ampliato e risulterà più chiaro in seguito. Già fin d’ora è bene, comunque, ricordare che, in epidemiologia, la malattia nel SINGOLO animale (uomo) non assume alcun significato. Il singolo è importante solo in quanto parte di una collettività.

Cinque sono le parole-chiave della definizione: frequenza, distribuzione, determinanti, salute-malattia, popolazioni e lo schema qui sotto favorisce la comprensione, vedi schema 2

Nel prossimo numero di luglio potremo comprendere l’uso specifico delle analisi epidemiologiche su un determinato territorio dell’area del Levante Ligure.

( I° Puntata, continua)

Schema 1

Schema 2

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Europa u Le norme sconosciute

riservato a chi ha vogLia di capire...CoSa SIGnIfICa ESSErE “EUropEI”

coli insostenibili ed economica-mente e socialmente distruttivi del patto di bilancio di cui già al “six pack” (in particolare al regolamento 1175/2001 par.5 e segg.) e ripreso agli articoli 3 e ss. Del Fiscal Compact.Osservando poi che in forza degli art. 127 e ss. Del TFUE lo Stato membro è in via defi nitiva esautorato dalla propria sovrani-tà in materia di politica moneta-ria in favore del SEBC (sistema europeo di banche centrali) e della BCE, il cui consiglio diret-tivo e comitato esecutivo sono composti da membri nominati a titolo individuale e senza alcuna possibilità di controllo di tipo democratico, nell’ambito di una struttura impostata secondo un impianto di tipo prettamente privatistico (con la conseguenza sostanziale dell’affi damento del-la gestione della politica mone-taria degli stati membri ad una sorta di istituto privato) e con tanto di garanzia di immunità (art. 39 dello Statuto BCE); os-servando ancora che in tutto ciò l’unico organo che abbia un sia pur minimo fondamento demo-cratico – il Parlamento Europeo – non ha ruolo alcuno poiché è limitato ad essere un puro e

semplice elemento consultivo/pubblicistico, è facile indivi-duare la sostanziale e radicale SOTTRAZIONE DELLA SO-VRANITA con il certo, defi ni-to e totale esautoramento del Parlamento Nazionale ridotto ad essere un semplice esecutore delle disposizioni della Commis-sione Europea e della BCE.Alcuni avvocati italiani, ma an-che altri di altre nazioni europee, hanno presentato numerose de-nunce contro le più alte cariche dei singoli stati membri per reati penali di estrema gravità, quali quelli attinenti la “SOVRANI-TA” dello stato.Si tratta di un percorso che la-scerà deluse molte persone per-chè è indubbio che la magistra-tura è di fatto “IMPOTENTE”, ma questo non deve scoraggiare perchè è possibile porre rime-dio ad ogni fenomeno negativo a condizione di fare un salto di qualità di tipo popolare, preve-dendo una effettiva partecipa-zione alla fase propositiva (che è poi ciò che chiede l’Europa) togliendo di mezzo gli “interme-diari”. I prossimi alleggerimenti di co-sti della macchina burocratica/amministrativa (chiusura delle provincie, chiusura delle regio-ni, limitazione ad un numero simbolico di parlamentari ecc.) hanno lo scopo di consentire il salvataggio dell’Europa. I cittadini, per essere tali, hanno il dovere di organizzare il futu-ro............senza deleghe ma, si badi bene, dopo aver compreso che gioco si stia giocando in Eu-ropa.

europa, ovvero: un non meglio precisato sistema economico regolato da “trattati”. (vediamo qualche cosa inerente la “sovraNita”)

Ai sensi e per gli effetti del-le norme del Titolo VIII

del Trattato di Funzionamento Dell’Unione Europea (art 119 e ss.TFUE) come integrato – da ultimo – dall’Europact (sotto-scritto il 25 marzo 2011); dai ci-tati Regolamenti nn.1173,1174, 1175,1176, 1177, del 16 no-vembre 2011 e dalla Direttiva 2011/85/UE del consiglio dell?8 novembre 2011 (pubblicati in G.U. UE del 23 nov. 2011), noti anche come “six-pack”, entra-ti in vigore il 13 dic. 2011 ed il cui contenuto è stato poi tra-sfuso nel “Treaty on Stability, Coordination and Governance in The Economic and Mone-tary Union” meglio noto come “Fiscal Compact”, fi rmato il 2 marzo 2012, in corso di ratifi ca, la Commissione Europea viene investita di poteri penetranti e di gestione sostanzialmente esclusiva della politica econo-mica e fi scale, che giungono fi no alla diretta ingerenza in ter-mini di “NATURA,PORTATA E QUADRO TEMPORALE DELL’AZIONE CORRETTI-VA DA INTRAPRENDERE” (Titolo III art 3, par. 2 del Fiscal Compact) in caso di scostamen-to dello stato membro dai vin-

la Commissione Europea viene investita di poteri penetranti e di gestione sostanzialmente esclusiva della politica econo-mica e fi scale, che giungono fi no alla diretta ingerenza in ter-mini di “NATURA,PORTATA E QUADRO TEMPORALE DELL’AZIONE CORRETTI-VA DA INTRAPRENDERE” (Titolo III art 3, par. 2 del Fiscal Compact) in caso di scostamen-to dello stato membro dai vin-

Il 14 giugno 2012

cena con gli

“Spunciaporchi”

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Secondo settore u Socializzazione d’impresa?

QuaNto vaLe La “capacità” itaLiaNa ?ChE nE faCCIamo dElla lamES......

Per cercare innovazione, prodotti d’avanguardia,

lavoratori efficienti ed esperti, i dirigenti di Volkswagen non hanno attraversato l’Oceano ma solo le Alpi... Sono venuti a To-rino per incontrare 30 aziende piemontesi di componentistica auto e valutare accordi di forni-tura. Proprio in quello che fino a ieri fa era il feudo della Fiat ma da cui il Lingotto si sta progres-sivamente disimpegnando dopo la svolta “Detroit-centrica” im-pressa da Sergio Marchionne. Ed è probabilmente qualco-sa di più di una coincidenza il fatto che il gruppo tedesco muova verso Torino proprio mentre Fiat spedisce in cassa integrazione tutti i dipendenti di Mirafiori per la prima volta nella storia del celebre stabili-mento. La testa di ponte per lo sbarco tedesco in Piemonte è la Italdesign di Giorgetto Giugia-ro, prestigiosa firma del design automobilistico passato armi e bagagli sotto l’insegna tedesca nel 2010, in aperta polemica con le politiche industriali di Fiat. Insieme alle istituzioni locali Italdesign ha promosso e orga-nizzato l’incontro e ad ascoltare l’entusiasmo con cui Walter De Silva, responsabile design di Volkswagen, accoglie l’iniziativa viene da pensare che Fiat stia davvero abbandonando un te-soro. Secondo De Silva questa è ”un’ area esplosiva, dove ci sono

grandissime capacità”. Nell’or-mai ex territorio di casa Agnelli, sono presenti ben 900 aziende della filiera auto, a volte anche molto piccole ma estremamente agguerrite e innovative. Come sottolinea Giuseppe Berta, sto-rico dell’economia, profondo conoscitore di Fiat e del tessu-to imprenditoriale piemontese, quest’area ha davvero pochi eguali al mondo. “Qui, spiega, si concentrano aziende di de-sign e di meccatronica di altis-simo livello. Non si producono semplici componenti per auto ma veri e propri sistemi in cui è presente molta alta tecnologia”. “Per di più – continua Berta – la scrematura è già avvenuta negli anni scorsi e ormai sono rimaste solo le imprese più sofisticate e competitive”.L’arrivo di Volkswagen è dunque l’ennesimo segno di vitalità e ca-pacità di questo prezioso tessuto imprenditoriale ormai capace di

sopravvivere e affermarsi anche senza mamma o matrigna Fiat. I tedeschi sono talmente attratti dalle potenzialità di questa zona da non escludere neppure l’ipo-tesi di installare direttamente qui un loro stabilimento. Nessuna paura di sindacati, Fiom o articolo 18. Anzi, pro-prio in questi giorni il gruppo ha deciso di portare anche in Italia il modello tedesco di co-gestione che valorizza il ruolo dei sindacati (molto diversi dai nostri !!) coinvolgendoli diret-tamente nella scelte strategiche dell’azienda, in attesa di un pas-saggio successivo verso la socia-lizzazione dell’impresa. (è noto che VW sia di proprietà PUB-BLICA e che il 33% del capitale sia in “mano” ai dipendenti). L’accordo è stato firmato la scor-sa settimana e riguarderà i mille dipendenti della rete distributi-va italiana di Volkswagen. Una strada che corre in direzione op-posta rispetto alla Fiat di Mar-chionne. Qualcuno dirà che, al di là di scelte e valutazioni ideologiche, i tedeschi semplicemente se lo possono permettere. Volkswa-gen è infatti un gruppo che pun-ta alla leadership mondiale, ma-cina utili, infila un record di ven-dite dopo l’altro e solo nel 2011 ha pagato ai suoi dipendenti un dividendo da 7500 euro. Ma questi risultati non piovono dal cielo. Sono scelte di politi-che lungimiranti frutto di grandi investimenti sul prodotto e, ap-punto, di un rapporto virtuoso con le forze lavoro. A metà degli anni 90 il gruppo tedesco imma-tricolava in Europa più o meno lo stesso numero di auto di Fiat. Oggi ne vende quasi il quadru-plo. Ogni anno investe in ricerca su nuovi modelli qualcosa come 20 miliardi di euro, dieci volte tanto rispetto a quanto fa Fiat.

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Economia u Partecipazione popolare?

g a b r i e L e v o L p ie’ L’abramovich itaLiaNo o è abramovich iL “voLpi russo”

Migliaia di persone visitano la rete, componendo il

suo nome su Google, e affolla-no i blog e i siti che ne parlano; sono i numeri delle pagine visi-tate da paesi esteri che indicano la necessità di fare alcune osser-vazioni. Partiamo da casa: in Liguria è noto per gli impegni nello sport (pallanuoto e calcio) e nelle ope-razioni immobiliari (Recco, San-ta, Spezia, Brugnato, Sestri ecc.) ma lo è prevalentemente in de-terminati settori (sport e affari). Spesso, parlando in giro di lui, vengono richieste informazioni che indicano come non sia poi così popolare come si potrebbe pensare; nel contempo, degli individui che non hanno e non potranno mai avere il “peso” sulla società che ha lui, sono co-nosciuti ovunque e spesso senza che se ne comprenda bene la ragione. Se allarghiamo l’indagine in Italia vediamo che il fenomeno si accentua perchè la sua popo-larità è limitata SOLO ai settori già menzionati e non si allarga. All’estero si nota un forte inte-resse sul suo nome in ben defi-nite aree geografiche (Russia in particolare) determinato proba-bilmente dagli affari petroliferi e dalla “internazionalità” della Pro RECCO. Se ora proviamo a riflettere sul “peso” che potreb-be avere nella direzione espressa

al momento della creazione della FONDAZIONE intitolata a sua madre – Ida BISSO – e al “gran-de sindaco” - Antonio FERRO – viene naturale proporlo alla conoscenza diffusa in ogni stra-to sociale.VOLPI dispone di rilevanti ric-chezze ? Sembrerebbe di si.VOLPI intende dare un signifi-

cato positivo a questa disponibi-lità ? Lui dice di si.VOLPI può essere messo in gra-do di operare in questa direzio-ne ? Certamente si.In un’altra pagina di questo giornale è stata riportata una citazione di Olof PALME: “per dare un risultato positivo alla società non bisogna combatte-

re la ricchezza, ma la povertà” (quella NON-VOLUTA, ovvia-mente) e questo significa che ove sia necessario un “capitale” è altrettanto necessario intrat-tenere rapporti con un “capita-lista” (tale è definibile VOLPI) corretto.Che cosa significhi “corretto” lo lasciamo al giudizio indivi-duale, quindi consideriamo che il livello di correttezza sia mol-to opinabile, ma, in uno stato di diritto, questa “correttezza” è ricordata come il cosiddetto “giusto profitto” che deve deri-vare dall’impiego di un capitale che non produca in alcun caso uno sfruttamento speculativo.VOLPI vuole sfruttare specu-lativamente un territorio ? Lui dice di no.VOLPI vuole sfruttare specula-tivamente gli abitanti di un terri-torio ? Dice di no.Prendiamo allora ad esempio la questione (molto male im-postata) del progetto denomi-nato SANTA BENESSERE & SOCIAL con la quale VOLPI intendeva/intende prendere in

gestione un bene demaniale del-lo Stato quale è l’area portuale di Santa Margherita Ligure e realizzare ex-novo un “centro benessere” nello spazio che fu occupato per anni dal cantiere nautico Spertini.C’è stata una conferenza dei servizi, affollata di gente che ha il “potere” di decidere (quante persone inutili tra queste!), e a breve si avrà una risposta in me-rito alle due ipotesi di progetto presentate.VOLPI ha incaricato il nuovo presidente della società S.B.& S. di aprire ad un confronto pub-blico la possibilità di presentare un nuovo progetto stante la evi-dente anomalia dei due in gara e in attesa di “sentenza” della conferenza.Possiamo presumere che possa uscire una soluzione di interes-se pubblico perchè VOLPI ha indicato questa strada ? Proba-bilmente si.Prendiamo ora in considerazio-ne l’area di RECCO conosciu-ta come ex-IML sulla quale, ancora una volta, si è vista una pessima impostazione. Qui, in particolare, VOLPI vorrebbe costruire quella sede decorosa per gli incontri della Pro REC-CO che manca da decenni per evidente incapacità amministra-tiva ad individuare i “problemi” e le relative “soluzioni”. Gli enti amministrativi agiscono secon-do un interesse modellato su deprimenti e dannosi percor-

si dove ad ogni piè sospinto si ergono piccoli personaggi che vogliono affermare il loro po-tere ponendo vincoli e ostacoli; così facendo, ed in presenza di idee positive, si rischia di restare con un nulla di fatto perchè il “mediatore” (il pubblico ammi-nistratore) cura il suo interesse anche (molto spesso) a danno di quello collettivo.Se anche qui, come a Santa, si avvia un percorso di condivisio-ne con il territorio è possibile superare ogni forma di ostacolo, anche apparentemente difficile.Possiamo presumere che possa uscire una soluzione di interes-se pubblico perchè VOLPI ha indicato questa strada ? Proba-bilmente si.Quindi a VOLPI resta aperta una soluzione interessante: ac-quisire la popolarità (meritata socialmente) negli ambienti dove è oggi carente e dialogare con il territorio, non solo con i delegati.E i pubblici amministratori ? Oggi ci sono ma domani chissà !!!Il popolo è SOVRANO, almeno se ha voglia di esserlo e di indi-care la via.......

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GUIDO LOMBARDI “Le storie che noi siamo” ed. internòs € 15,00Dopo il grande successo ottenuto alla sua uscita a fi ne 2011, è in libreria

la ristampa de “Le storie che noi siamo” di Guido Lombardi. Il libro è una raccolta dei racconti già apparsi sulle pagine del Secolo XIX Levante, storie reali con un retrogusto di fantastico, dove i colori, i sapori, gli odori sono quelli sentiti per i carruggi, rubati ai discorsi della gente tra le colonne dei portici e sul mare, consegnati già all’immaginario popolare del borgo di provincia che diventa -ed è- centro e fulcro del mondo. Sono le storie di persone di tutto il Tigullio che vivono la propria realtà, ma al tempo stesso hanno passioni diverse. I racconti sono qui ordinati per leggerli in fi la come capitoli di un’unica

storia. Storia che inizia da una antica drogheria, luogo formativo di intenso scambio sociale, penetrato di parole, di vita quotidiana, campionario di umanità e scuola di pensiero di un gruppo di amici che, quando tirano a fare tardi e le parole stanche sembra non bastino più per trovare il senso delle cose, qualcuno lancia l’idea per chiudere in bellezza la giornata: “Andiamo a vedere il mare”. È l’ultimo rituale della compagnia. E di fronte al mare è come stare sull’orlo dell’universo, dove accade tutto o niente. Domani il mondo riprende a girare sotto i vecchi portici.

EMILIO PERISSINOTTI “Luneto (schegge)” prefazione di Luigi Surdich – ed. Gammarò € 12,00

Racconti apparentemente stralunati sono radicati proprio in un ipotetico “luneto”, neologismo inventato per identifi care un “orto di lune”, come esistono i frutteti. Sono racconti nati dalla rifl essione personale, certo a partire dall’esperienza professionale di neuropsichiatra , ma capaci di svilupparsi fra realismo e fantasia. Le lune – leggiamo – sono specchi capaci (…) capaci di evidenziare parti di noi isolate, ingrandite, qualche volta deformate, disturbanti. Tanto che spesso vorremmo negarle, ma poiché in qualche

nostro recesso stanno nascoste e pronte a venir fuori (…) meglio esserne consapevoli per contrastarle. Queste prose seguono a due raccolte di poesie (“Una vela rossa” 2006 e “Oltre i ponti” 2009), ma non sapremmo dire se è più vero che i racconti sono intrisi di poeticità o che le poesie sono profondamente cariche di realtà. La presentazione del libro avrà luogo nei locali della libreria la zafra a Chiavari giovedì 31 maggio alle ore 18 con la presenza dell’autore e del prof. Luigi Surdich.

EUGENIO POGGI “Rocce della Liguria” edizioni Il Piviere € 15,00Il libro rappresenta un’affascinante vetrina della spettacolare varietà di rocce e del patrimonio geologico presente nel territorio ligure; costituisce, inoltre, un utile e pratico strumento di interpretazione delle rocce, della loro genesi ed evoluzione nel corso delle ere geologiche. Un’edizione divulgativa, accessibile anche ai non addetti ai lavori, ricca di immagini, informazioni e schede tematiche, che si pone come obiettivo anche l’integrazione tra testi di interesse territoriale più circoscritto e la ricca bibliografi a scientifi ca.

Una “passeggiata geologica” a ritroso nel tempo per scoprire le numerose località in cui è possibile osservare ed esaminare l’incredibile varietà di rocce presenti in Liguria, la cui ridotta estensione superfi ciale racchiude un’elevata geodiversità. Il testo è organizzato in due parti: la prima costituisce un’introduzione generale alla Geologia, alla classifi cazione delle rocce e ai diversi processi che le originano, avvicinando alla terminologia “tecnica” utilizzata nella seconda, costituita da schede tematiche che descrivono le principali caratteristiche geologiche delle rocce liguri. Ogni scheda è corredata dall’indicazione e descrizione di un “affi oramento esemplifi cativo” di facile accessibilità.

libreria la zafravia Vittorio Veneto 32 - 16043 CHIAVARItel. 0185.301444 - mail: [email protected]

GUIDO LOMBARDI “Le storie che noi siamo” ed. internòs € 15,00

libreria LA ZAFRAdi Paolo Bonini

LICENZIARE I PADRETERNI:

“Gli stipendi del senato saliti del 19%in quattro anni - i palazzi del Palazzo che sono diventati 52 - Gli aerei blu che volano come mai prima - I rimborsi elettorali che hanno superato i 5 miliardi e mezzo... e poi tutte le altre follie con i soldi dei cittadini !!

LIBERI DALLA PAURA: Aung San Suu Kyi dice “Per favore, usate la vostra libertà per aiutarci ad ottenere la nostra” In questo libro c’è la testimonianza di una donna in apparenza fragile, ma in realtà molto forte, coraggiosa ed infl essibile, a cui ancora oggi una nazione stremata guarda come unica speranza.

PREPARIAMOCI: Luca MercalliMai tante crisi tutte insieme: clima, ambiente, energia, risorse naturali, cibo, rifi uti, economia. Eppure la minaccia della catastrofe non fa paura a nessuno. Come fare ? Ci vuole una nuova intelligenza collettiva. Stop ai dibattiti tra politici disinformati o in confl itto di interessi. Se aspettiamo loro sarà troppo tardi, se ci arrangiamo da soli sarà troppo poco, ma se lavoriamo insieme possiamo davvero cambiare. Meglio tenere il cervello sempre acceso.........

AGORA’ - CHIAVARI PIAZZA ROMA 48/49TEL. 0185 362409 E-MAIL: agorà[email protected]

Libreria AGORÀ

La cultura dalla “a” alla “z”

Un libro suggerito

dalla Quinta provincia

Ida Magli lancia un caustico grido di allarme contro l’at-tuale indirizzo politico e il nuovo apparato di governo, denunciando quello che per molti rappresenta un impor-tante passo avanti dell’Italia verso l’acquisizione di una piena dimensione “euro-pea” e che, ci dice la grande antropologa,costituisce inve-ce un’ulteriore tappa verso il de�initivo declino della nostra cultura, l’accettazione passi-va di falsi valori che, dietro il culto della forma e dei nu-meri, nasconde l’incapacità di immaginare un vero futuro.Ida Magli (Roma, 1925) è un’antropologa italiana.Ida Magli ha dedicato i suoi studi soprattutto alla condi-zione della donna nella civiltà occidentale. Ha insegnato Psi-cologia sociale e poi Antropo-logia culturale alla Sapienza.Negli anni settanta Ida Magli scriveva su Noi Donne, perio-dico dell’Unione Donne Italia-ne, associazionefemminista. Nel 1975 ha fondato la rivi-sta «DWK» (Donna, Woman, Femme).Nel 1982 vince il Premio Brancati per la letteratura con il suo libro Gesù di Nazareth, ma �igura tra gli autori di cui è vietata la lettura ai numerari dell’Opus Dei.

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