La filosofia a portata di clic (classe quinta)

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Liceo Scientifico Statale “F. Vercelli” Anno Scolastico 2012/2013 Concorso “e-Notes 2013” Autori: Gruppo W552 Classe: VE Materia: Filosofia 1

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Autori: Lista Matteo, Chites Sebastian, Pinetti Elena

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Liceo Scientifico Statale “F. Vercelli”

Anno Scolastico 2012/2013

Concorso “e-Notes 2013”

Autori: Gruppo W552

Classe: VE

Materia: Filosofia

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PROGETTO, METODOLOGIA E FINALITA'

“La filosofia a portata di clic” è stato pensato e progettato per essere un efficace e agevole strumento di lavoro per gli studenti e per accompagnarli nell'apprendimento della filosofia. La trattazione segue un impianto storico-cronologico e si concentra sugli autori principali studiati durante l'anno scolastico 2012/2013.Si è ritenuto opportuno suddividere l'elaborato in unità didattiche riguardanti le molteplici correnti di pensiero e i loro maggiori esponenti, corredate da sottocategorie relative ai capisaldi della filosifia di ciascun filosofo e alle sue principali opere.Inoltre, si è cercato per quanto possibile di conciliare rigore concettuale e chiarezza espositiva, utilizzando un lessico accessibile, fornendo chiarimenti e spiegazioni ogniqualvolta fosse necessario, pur tenendo conto che il presente lavoro debba essere uno strumento di accompagnamento e non sostitutivo della figura dell'insegnante.

Le fonti a cui abbiamo attinto e che ci hanno accompagnati nella stesura del presente elaborato sono state: Filosofia (autori: S. Givone, F.P. Firrao, editore: Bulgarini), Protagonisti e testi della filosofia (autori: N. Abbagnano, G. Fornero, editore: Paravia), unitamente agli appunti personali regolarmente annotati durante le ore di lezione.

Per consentire un uso ancora più agevole di “La filosofia a portata di clic”, è stata nostra premura utilizzare anche gli strumenti visivi a nostra dispozione, ad esempio diversi colori nel carattere dei titoli (turchese per le correnti di pensiero, rosso per gli autori, lilla per i dati biografici, azzurro per i capisaldi del pensiero dell'autore, blu per gli scritti principali), ma anche immagini degli autori e delle loro opere, in quanto è nostra convinzione che un'adeguata stimolazione visiva sia favorevole a un migliore apprendimento. Ci teniamo inoltre a sottolineare come questo lavoro sia stato il coronamento di 5 anni di grande impegno ma soprattutto di sincera passione, come direbbero i latini: “Vir probus magnum studium in negotiis suis ponit.”

Nella speranza che questa seppur breve presentazione possa trasmettere l'animo che ci ha accompagnati in questo progetto e che il nostro lavoro possa essere d'aiuto, Caro Lettore, ti auguriamo... Buona Lettura.

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Indice

Argomento Pagina

Filosofia romantica idealista 4

Georg Hegel 5

Karl Marx 20

Arthur Schopenhauer 30

Søøren Kierkegaard 35

Positivismo 40

Auguste Comte 41

Herbert Spencer 45

Henri Bergson 49

Sigmund Freud 54

Friedrich Nietzsche 61

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Filosofia romantica idealistaFilosofia romantica idealistaNei primi anni del settecento la Germania fu l'epicentro di una nuova scuola di pensiero chiamata Romanticismo che affondava le sue radici nel movimento culturale chiamato “Sturm und Drang”(Impeto e Assalto).

Fu particolarmente valorizzata la figura dell'uomo e si arrivò per questo ad una sorta di culto dell'eccezionalità dell'uomo, che non sempre coincide con la morale, il cosiddetto “Titanismo”.

Di particolare importanza fu anche la figura dell'artista perché grazie all'intuizione riesce a cogliere l'infinito; in questo caso l'intuizione supera la ragione umana.L'artista diventa vero filosofo, in quanto riesce a raggiungere la vera realtà.

La nazione veniva celebrata, non in senso politico ma in senso culturale, si parlerà di “Amor Patrio” (valori della patria, desiderio di libertà, ecc..).

La religiosità, sopratutto in Germania, era vista come un'adesione emotiva e intuitiva all'assoluto; si notava inoltre un ritorno al Panteismo, l'esaltazione di una natura non più meccanicistica ma viva e onnipotente in una viva ripresa della cultura bruniana.

Il Romanticismo può anche essere visto come una sintesi tra “Sturm und Drang” e Classicismo, con una valorizzazione delle passioni forti.

Il pensiero gioca un ruolo fondamentale, esso viene visto come infinita attività pensante fondatrice della realtà stessa la cui natura non è oggettiva, questo processo è considerato un vero e proprio “Ribaltamento Kantiano”.

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Georg HegelGeorg Hegel

Biografia Biografia

Nasce nel 1770, propenderà per gli studi umanistici sviluppando un amore per i classici greci a cui farà molteplici riferimenti nelle sue opere.

Verso la fine degli anni '80 frequenterà l'università di Tubinga di filosofia e teologia; si tratterà di un ambiente chiuso e strettamente illuminista, ma qui conoscerà Schelling.

In seguito scoppierà la “Rivoluzione Francese” e nonostante tutti gli illuministi furono entusiasmati degli ideali rivoluzionari, questo entusiasmo andrà via via scemando fino alla delusione del filosofo portandolo ad atteggiamenti ascetici.

Completati gli studi farà il precettore, dapprima a Brema e poi a Francoforte, città vivace e commerciale, dove aprirà la sua mente all'economia e alla politica.

Con la successiva morte del padre, egli abbandonerà il lavoro di precettore e anche grazie all'eredità ricevuta si trasferirà a Iena dove ritroverà l'amico Schelling e dove otterrà la carica di docente “speciale”, ma con una cattedra vera e propria.

(Georg Wilhelm Friedrich Hegel 1770 – 1831)

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Alcune date

1801 : “Differenza tra il sistema filosofico di Fichte e di Schelling”.

1803 : Collaborazione con Schelling.

1807 : “La fenomenologia dello Spirito”.

1817 : “Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio”.

1818 : Comincia il periodo più di successo di tutta la sua vita, si trova a Berlino, durerà fino al 1831 e con l'appoggio delle autorità verrà proclamato filosofo ufficiale della Germania.

Scritti giovanili

I primi scitti sono principalmente di carattere teologico e la religione viene vista dall'autore come un mezzo per comprendere la cultura di un popolo.

Scritti: “La positività della religione cristiana” “Spirito del Cristianesimo e il suo destino”

Nel primo scritto tratta la differenza tra il mondo greco e quello ebraico, definendo il primo come più “idealizzato” senza un contrasto definito tra uomo e divinità, nel secondo mondo, invece, l'uomo si trova schiavo di fronte a Dio, esso è un'entità superiore che impone una sua legge e crea un rapporto di dipendenza dell'uomo verso Dio.L'uomo ebraico è triste ed il Cristianesimo è la continuazione dell'ebraismo.

Il secondo scritto è anch'esso un'opera minore, ma abbastanza valorizzato come premessa dei fondamenti della filosofia Hegeliana; abbiamo una revisione del suo giudizio riguardo ai Cristiani, che verranno nettamente separati sul piano ideologico dai cultori dell'Ebraismo.Cristo viene visto come l'uomo-dio che riscatta l'umanità, esso è figura di mediazone che riconcilia l'uomo e Dio, particolare ed universale.

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Capisaldi della filosofia hegeliana L'idealismo parte da un principio assoluto per dedurre la realtà, l'assoluto sta quindi alla base della realtà.

Si troverà in contrasto con Fichte e Shelling; porrà a fondamento della realtà un principio razionale, o meglio, “infinità razionalità” e gli attribuirà il nome di “Ragione”, “Idea” o “Spirito”.Sarà questo un principio attivo, è una realtà che si pone e realizza continuamente, è un infinito che produce il finito:

“Assioma delle determinazioni”- Ogni finito è una determinazione e ogni determinazione implica una negazione (assioma: ogni realtà, per essere ciò che è, basta che sia presupposta l'esistenza della sua antitesi).

Questa teoria giustifica l'interesse per “l'amore dei contrasti” di Eraclito in cui le opposizioni costituiscono una sorta di armonia che puo' essere superata solo da una sintesi. Abbiamo una “Tesi” ed una “Antitesi” continuamente poste dall'infinito e superate dalla “Sintesi” (Ovvero un'unità che si fa' attraverso il molteplice). La “Sintesi” media la “Tesi” e l'”Antitesi”: “mediare” vuole appunto dire “superare” e “conservare”.

La “Dialettica” per l'autore è il processo che permette di cogliere la “Vita dello Spirito”, questo continuo movimento con cui lo spirito continuamente pone e supera il finito; finito che di per sé non esiste, ma si presenta solo come un momento dell'infinito.

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La dialettica hegeliana

La dialettica è un punto fondamentale del pensiero hegeliano essa opera attraverso tre fasi principali:

1°- “Lato astratto o intellettuale”2°-”Momento Negativamente Razionale”3°-”Momento Positivamente Razionale” (o “Momento Speculativo”)

Secondo l'autore, quindi, l'assoluto per essere colto deve passare attraverso questi tre momenti.

1°) Momento conoscitivo o dell'intelletto (Tesi)La realtà viene colta attraverso le separazioni dell'intelletto, il quale non è adatto a cogliere la realtà nella sua totalità a causa della sua tendenza a frammentare e separare le nozioni.

2°) Momento della Ragione (Antitesi)Detto “Negativamente Razionale”, la Ragione coglie il movimento della dialettica perchè mette in luce le contraddizioni della realtà (l'intelletto invece era paralizzato da contraddizioni)

3°) Momento della contraddizione (Sintesi)La ragione, partendo dal finito, ne compie una sintesi, superandolo e cogliendone la sua totalità.

Partendo dal presupposto che “Ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è razionale”, la filosofia deve riconoscere che realtà e sviluppo della razionalità, la ragione è la struttura portante del mondo e della realtà stessa.

La razionalità non è un momento individuale, ma universale: solo ciò che avviene nella ragione universale può essere considerato reale.Come abbiamo detto, il processo di divenire della realtà è di tipo dialettico, esso ha una struttura dinamica e spiraliforme, in cui ogni cerchio aggiunge qualcosa che supera, ma che rimanda, a ciò che è stato.

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La fenomenologia dello spirito

Primo dei due maggiori scritti dell'autore, fu definito dalla critica un “romanzo d'esperienza”, il cui titolo significa “Storia dell'apparire dello Spirito”.

Abbiamo due piana di esperienza:

-1° “Piano Individuale”: Il soggetto parte da un punto di vista personale per cercare di raggiungerne uno più filosofico.

-2° “Piano Universale”: L'assoluto prende coscienza di se.

Vediamo lo Spirito essere sia oggetto (1°) che soggetto (2°), anche se questa differenza è solo apparente in quanto il percorso individuale è una parte del percorso universale.

E' diviso in 6 parti di cui noi considereremo principalmente le prime 3:

- Coscienza- Autocoscienza- Ragione- Spirito- Religione- Sapere Assoluto

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Coscienza, autocoscienza e ragione

La Coscienza nasce da un rapporto con un oggetto, un “qualcosa” che viene percepito come “altro”, separato da noi. La coscienza si sviluppa in 3 momenti:

- La Certezza Sensibile: E' quella conoscenza che sembra la più sicura, è la sicurezza di riconoscere qualcosa quando lo percepiamo. In realtà, pur sembrando la forma di conoscenza più ricca, è in realtà la più povera di tutte. Infatti, se non percepisco più con i sensi direttamente l’oggetto, non posso sapere che fine abbia fatto quest’ultimo. Dunque la conoscenza non dipende dall’oggetto, ma dall’Io che la sta considerando. C’è bisogno di dare più stabilità all’oggetto; questa, viene data dal secondo momento.

- Percezione: E' meno immediato rispetto alla Certezza Sensibile. Infatti l’oggetto ha una cosa, assume un insieme di caratteristiche, forma, colore, ecc. l’oggetto viene percepito nella molteplicità dei suoi aspetti, nelle sue qualità. Ciò che però lega assieme tutte queste qualità, in un certo senso è l’Io, è l’Io che stabilisce i

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legami fra le varie qualità di un oggetto. L’oggetto dunque può essere percepito solo grazie alla presenza dell’Io. In questa maniera, dunque l’interesse comincia a spostarsi, dalla cosa, verso l’esterno, in altre parole, dall’oggetto al soggetto.

- L’intelletto: E' la logica conclusione del percorso iniziato in quanto percepisce l’oggetto come Fenomeno. Ma il fenomeno rimanda al soggetto. il fenomeno è la rappresentazione della realtà per me. L’intelletto ha dato le regole affinché la realtà fosse concepita così. Per capire il mondo non devo fidarmi dal mondo sensibile, bensì guardare alla mia coscienza interiore, alla coscienza del soggetto. risolvere l’oggetto in sé implica che dunque il soggetto va cercato dentro. La ricerca che la coscienza compie non è più destinata a qualcosa che sta dentro bensì a qualcosa che sta fuori. La coscienza è dunque diventata Autocoscienza. Con l'Autocoscienza l'attenzione ora è totalmente incentrata sul soggetto.

A questo percorso, che ha portato la coscienza a diventare autocoscienza si carica di problemi. Infatti l’autocoscienza tende a ridurre tutto a sé. L’autocoscienza non tollera la presenza al di fuori di sé di altre autocoscienze, perché tende a riassorbire tutto all’interno di sé, tende a risolvere l’oggetto all’interno di sé. Da un altro punto di vista però, l’uomo ha bisogno di un'altra autocoscienza, perché ne ha bisogno per poter essere riconosciuto.Io vengo riconosciuto dagli altri, se esistono altre coscienze. La conoscenza di me, può essere riconosciuta da altri mediante altre coscienze. Non è l’amore fra le autocoscienze che permette ciò, piuttosto la lotta, fra le coscienze, in quanto ognuna di esse vuole ridurre tutte le altre a se stessa.

La conflittualità, riducendola a 2 coscienze, troviamo che la lotta fra le coscienze potrebbe finire con la morte. Se così fosse, la Dialettica, non avrebbe senso. infatti lo scontro termina con la “Subordinazione” di una coscienza ad un'altra. Nasce dunque quella figura notissima della fenomenologia del “Servo Padrone”.

-Il Servo è colui che si è sottomesso, che ha scelto di perdere la propria indipendenza per salvare la sua vita.

-Il Padrone, è l’autocoscienza vincente.

Il Servo dipende dal Padrone, per motivi di subordinazione, ma in un certo senso, è vero anche il contrario, questo perchè il Padrone non fa nulla, quindi dipende strettamente dal lavoro del Servo.Inoltre è proprio il Servo, che modifica la natura, e conduce una vita attiva. Il

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Servo, pur essendo alla dipendenza del padrone, per paura di morire, ha avuto modo di sperimentare la propria essenza. La sua coscienza si disciplina, impara a vincere le difficoltà, che ogni giorno si prostrano al Servo. Quest’ultimo dunque cresce, la sua coscienza cresce. Nella crescita del Servo, si trova persino aiutato dal Padrone. Nel rapporto con il Padrone, la coscienza del Servo cresce; il Padrone è un polo relazionale per il Servo.Le altre tappe evolutive della coscienza non saranno determinate dallo sviluppo della coscienza del padrone, bensì dalla crescita della coscienza del Servo. Questa figura del “Servo Padrone”, piacque moltissimo a Marx, per la grande valorizzazione del lavoro che era contenuto nell’opera di Hegel.

Si entra nel terzo e ultimo momento, la Ragione. La ragione è la certezza di essere in ogni realtà. La ragione, deve però trovare la conferma di questa sua certezza. Dunque la ragione si dispiegherà in 3 tappe:

- Ragione Osservativa

- Ragione Attiva

- Superamento di ogni individualità

Nella prima tappa la ragione si guarda attorno, osserva la realtà, la natura, come se fosse altro. La ragione cerca sé stessa nella natura. La coscienza esplora il mondo per cercare l’essenza delle cose, ovvero per cercare se stessa nelle cose. L’obiettivo è cercare la ragione nel mondo. Indugia dunque su alcune scienze, o pseudo-scienze, ritenute importanti all’inizio dell’800’, fra cui la fisiognomia (si poteva capire il carattere di un qualcuno, partendo dalla fisionomia di qualcuno).La ragione aveva la pretesa di riconoscere sé stessa. Questa ricerca non è destinata al successo,perché è osservativa. L’osservazione nella sua passività non può portare ad un risultato atto a cogliere la realtà processuale e dinamica intuita da Hegel.Si dovrà quindi passare alla tappa sucessiva.

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Con la Ragione attiva l'uomo cerca di agire, attraverso tre tappe:

- “Piacere e necessità”

- “Legge del cuore e delirio della presunzione”

- “La virtù e il corso del mondo”

Si dimostrerà anch'essa fallimentare ai fini di cogliere l'assoluto, perchè la ragione sta ancora lavorando in termini di individualità.

La ragione, per Hegel, è universale e fintanto che ci si mette dal punto di vista del singolo individuo si è condannati a non raggiungere mai l'universalità. Solo con il Superamento di ogni individualità, si rientrerà in uno schema di collettività che sarà in grado di cogliere lo Spirito.

Enciclopedia delle scienze in compendio

È l’opera più famosa al suo tempo. È un opera pretenziosa. In questo scritto vuole dare una rappresentazione completa ed esaustiva della realtà, attraverso una rappresentazione della storia della filosofia. Parte da un concetto molto ambizioso. La fenomenologia fu un “Opera Preparatoria”, per l’opera principale, L’Enciclopedia, in quanto la preparazione in ambito filosofico è completata. Questa realtà è sicuramente dialettica e dinamica. L’opera si struttura in 3 parti fondamentali:

- La Logica

- La Natura

- Lo Spirito

Essendo 3 le parti si intuisce che c’è un nesso dialettico:

La 1° parte, è la Tesi, momento che viene definito “In Sé”;La 2° parte, è l’Antitesi, momento che viene definito “Fuori di Sé”;La 3° parte, è la Sintesi Dialettica momento che viene definito “In Se e per Sé”.

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La logica

Per Hegel la “Logica” è anche metafisica e ontologia (studio dell'essere), non è puramente formale, qui “pensare” ed “essere” arrivano a coincidere.

La logica si articola in 3 parti:

- La logica dell'essere: Divisa in :

- Qualità : opposta alla “Quantità”

- Quantità : opposta alla “Qualità”

- Misura : momento mediatore tra “Qualità” e “Quantità” in quanto sono entrambe superate e riprese dalla “Misura”.

- La logica dell'essenza: vengono approfonditi i criteri del sapere scientifico:

Qui si mettono il esame i metodi scientifici con molte digressioni, come ad esempio : “Il vero e il falso”

- La logica del concetto: vengono approfondite le categorie del pensiero filosofico :

La ragione qui pone la “realtà finita”, in quanto la “realtà empirica” non è concreta.

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La natura

Nasce per un'esigenza dialettica, essa infatti richiede sempre delle opposizioni da superare e conservare. E' il momento “negativo”, qui l'idea esce da se, la Ragione si perde ma nonsi annulla: è come se fosse sopita.La natura è il mondo “dell'accidentale”. L’accidentale, è la casualità. Nella natura c’è una continua moltiplicazione, e questa è legata all’accidentalità.

Es. Perché un gatto ha una macchia bianca sulla coda ed un altro no?

La natura è il mondo dell’effimero, della morte, della caducità. È un mondo dove si trova un surplus di elementi accidentali e casuali, non riportabili alla razionalità ed alla realtà.

L'autore divide questa scienza in 3 “Gradi”:

- Meccanica

- Fisica

- Organica

E' molto importante notare come Hegel non proponga questi tre “Gradi” con un nesso dialettico. Questo perchè nella natura, per quanto lo “Spirito” sia comunque presente, esso è celato.

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Lo spirito

Lo “Spirito” si divide in tre fasi:

- Spirito Soggettivo

- Spirito Oggettivo

- Spirito Assoluto

Ognuna di queste tre fasi si articola a sua volta in altri punti.

”Spirito Soggettivo”

- “Antropologia”: Tratta la fisicità dell'uomo e la sua natura.

- “Fenomenologia”: Qui Hegel recupera e rende più sinteticamente alcune nozioni della “Fenomenologia dello Spirito”.

- “Psicologia”: Il soggetto avverte l'assoluto, si sente spirito libero.

“Spirito Oggettivo”

- “Diritto”: Insieme di norme che regolano la convivenza. Esso è esterno e coercitivo.

-”Morale”: E' interna, è un interiorizzazione del “Diritto”. Non è coercitiva.

-”Etica”: E' la sintesi, è la giusta conseguenza di “Diritto” e “Morale”, coercitiva e interna.

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La politica per Hegel

La parte politica del pensiero Hegeliano è strettamente connessa con il concetto di “Etica”, che viene vista come una specie di morale sociale.

Dividiamo in 3 parti:

- “Famiglia”: E' un sodalizio che nasce dall'unione volontaria di persone. Essa ha tre regole:

1° Matrimonio 2° Patrimonio 3° Educazione dei figli

–“Società”: Soddisfa i bisogni con processi tipo l'organizzazione del lavoro, è composta dall'unione di più famiglie che si dividono i compiti.

- ”Stato”: Forma il cittadino e impone le regole necessario affinchè esso si realizzi.

L'importanza dello stato per il singolo sta nella realizzazione personale; il cittadino è come una cellula che opera in un grande organismo.Saltano così tutte le teorie del giusnaturalismo e contrattualismo.

Non esiste lo “stato perfetto”, esiste lo stato migliore in relazione al suo tempo; Hegel identifica, nel suo periodo storico, la Prussia come stato più “Nazionale”, perchè soddisfa alcuni caratteri da lui precedentemente elencati, come ad esempio il maggiorascato.

Abbiamo 4 “Mondi Storici” stilati dall'autore:

1° Mondo Orientale: Dispotismo = libertà di uno.

2° Mondo Greco: Oligarchia = libertà di pochi.

3° Mondo Romano: Nasce un concetto nuovo e astratto, la “persona giuridica”, che sottostà allo Stato.

4° Mondo Germanico: Età nuova, quella attuale.

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Lo spirito assoluto

E il percorso per prendere coscienza di sé e cogliere l'assoluto, si sviluppa i tre tappe:

- Arte Ognuna di queste tre tappe si pone lo stesso - Religione obbiettivo ma usa strumenti differenti per raggiungerlo.- Filosofia

Nell'“Arte”, l'autore cerca di ricostruirne il percorso, ci fa una storia di essa. Infatti se esprime un percorso storico, lo si può ripercorrere. Ci sono 3 momenti dello sviluppo di questa:

- Simbolica: Non vi è armonia tra forma e contenuto.

- Classica: C'è equilibrio tra forma e contenuto.

- Romantica: Nuovo squilibrio, perchè gli artisti capiscono che non esiste un contenuto “finito” adatto a contenere una forma infinita”.

L'opera d'arte è un prodotto dello spirito, gli artisti intuiscono l'assoluto e lo infondono nell'opera artistica.L'intuizione è il carattere fondamentale dell'artista.

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L'”Arte” sarà un preludio alla “Religione”, infatti, come l'arte intuisce l'assoluto, la religione lo rappresenta e anch'essa viene descritta attraverso un percorso storico.

- Naturalismo Religioso: Tipica dell'età orientale.

- Religioni Greche e Romane: Politeismo.

- Periodo ebraico-cristiano: Idea di assoluto unitario e trinitario:

Idea in sé: Padre Idea fuori di sè : Figlio Idea per sé: Spirito Santo

Ad Hegel piacque molto inserire il cristianesimo nella sua filosofia perchè si adattava perfettamente al suo pensiero.

Arriviamo infine alla “Filosofia”, strumento del concetto che uniscec l'oggettività dell'arte alla soggettività della religione, si arriva ad una conoscenza concettuale dell'assoluto.È la “Nottola di Minerva”, arriva solo quando un percorso storico è concluso; la filosofia esprime sempre la propria epoca, segna il punto più alto della storia di quell'epoca.La filosofia è “storia della filosofia” perchè la filosofia presente riprende quelle passate.

La filosofia orientale è impropria perchè, affinchè un pensiero sia definito “filosofico” esso deve essere libero.

- Età Greca: Include anche la filosofia Romana, perchè essa non ha una propria originalità, i romani hanno fuso insieme altre filosofie.

- Età Germanica: Inizia con il cristianesimo e comprende tutta l'Europa.

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Karl MarxKarl Marx

(Karl Marx 1818 – 1883)

Biografia Biografia

Marx nasce nel 1818, in una famiglia benestante di origini ebraiche; avviato dal padre alla carriera giuridica, egli abbandonò questa strada per intraprendere la sua vera passione, la filosofia. Va a studiare a Iena, dove si laurea con la tesi “Differenza tra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro” , scegliendo tra le due quella epicurea in quanto è più pratica. Diventa anche giornalista e ottiene il posto di caporedattore della gazzetta renana. Si trasferisce a Parigi dove termina la critica della filosofia del diritto di Hegel (1843). Stringe una profonda amicizia con Engels, che gli da conforto anche a livello intellettuale. Nel 1844 scrive “Manoscritto economico-filosofico”. Viene espulso dalla Francia e si trasferisce a Bruxelles dove scriverà la “Sacra Famiglia”, un testo riferito ai filosofi tedeschi e alla sinistra hegeliana. Fu pubblicato postumo. È ritenuto comunque molto interessante perché Marx pone in questo scritto le prime basi della visione materialistica della storia. Nel 1847 si tiene il congresso dei comunisti ed Engels partecipa in sua vece. Questa lega dei comunisti da loro il compito di creare il “Manifesto del Partito Comunista” , documento che inneggia all’internazionalismo dei socialisti e del movimento operaio. Marx pubblica anche la “Miseria della Filosofia” contro il testo dello socialista Proudon “La filosofia della Miseria”. Si trasferisce in seguito a Londra, dove avrà modo di collaborare con il “New York Times”. Nel 1866 pubblicherà il suo capolavoro, intitolato “Il Capitale”; il trattato risulta composto da 3 libri

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pubblicati in momenti diversi (il secondo ed il terzo postumi ad opera di Engels). Infine, abbiamo nel 1875 la

“Critica al programma di Gotha”, testo nato in occasione della fondazione del SPD (partito socialista tedesco); l’autore mostrava un atteggiamento critico nei confronti del partito, perché troppo moderato.Il suo pensiero fu influenzato dalla filosofia tedesca (con particolare interesse verso Hegel), dagli studi di economia e dal pensiero socialista.

Critica della filosofia del diritto di Hegel L’accusa viene mossa su due piani:

1) Metodologico – filosofico2) Storico – politico

1) Hegel ha fatto della realtà empirica una manifestazione necessaria dello spirito. Per Hegel, prima ci sono i concetti e poi gli elementi reali, concreti. Le cose, dunque, perdono valore e diventano allegorie di una realtà spirituale occultata; ma il concreto è una manifestazione dell’astratto. Ciò che Marx intende dire, è che una vera metodologia dovrebbe partire dalla concretezza per poi astrarre il concetto.

2) Viene usato il termine “misticismo logico” per indicare il procedimento hegelliano : la realtà empirica viene svalutata in nome della divinizzazione del concetto; se i fatti sono manifestazioni dello spirito, allora la realtà viene santificata perché tutto ciò che è, è necessario perché voluto dalla ragione (giustificazionismo politico).Occorre dunque demistificare Hegel. A Marx però era piaciuta l’idea di una realtà che diviene e il concetto della Dialettica.

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Critica a Feuerbach Marx lesse con attenzione la critica che Feuerbach mosse a Hegel e la condivise; in seguito si allontanò da questo pensiero, rivolgendo a Feuerbach una critica; Marx è consapevole del fatto che la tesi di Hegel vada rovesciata, ma Feuerbach sbagliò a sua volta, poiché la sua teoria mancava di concreta attualizzazione. Non è l’uomo un prodotto del pensiero, ma il pensiero è un attributo dell’essere umano. L’uomo è un insieme di rapporti sociali, non è un essenza temporale, è inserito in un processo storico. Noi dunque dovremmo corregge Hegel con Feuerbach ma allo stesso tempo Feuerbach con Hegel. Ciò perché dobbiamo partire dalla concretezza, e non dal mondo astratto; Hegel però ha valorizzato la storicità dell’uomo, realmente sostenuta. Un secondo punto che allontana Marx da Feuerbach è l’interpretazione religiosa . Feuerbach disse che l’uomo è fatto di alienazione. Tale percorso avviene nella coscienza, è l’uomo che proietta Dio. Siccome il processo avviene nella coscienza l’uomo si può liberare. L’uomo di Marx però non è falsamente concreto, ma realmente concreto. è un uomo inserito in un intreccio di relazioni, è un uomo attivo che produce. La vera alienazione va cercata nella realtà concreta dell’uomo. La realtà più concreta è quella del Lavoro. Parlando del servo padrone Hegel sottolineò la funzione del lavoro umano (avviene dunque una ripresa). L’uomo contemporaneo, il proletario, il contemporaneo, è una creatura profondamente alienata, non nella coscienza ma nelle particolari condizioni in cui si svolge il suo lavoro. In quelle condizioni, di sfruttamento, l’uomo si ritrova alienato. Se muta il concetto di alienazione, muta anche il concetto di liberazione dall’alienazione. Se sono alienato per delle condizioni di lavoro, non è sufficiente prendere coscienza, come diceva Feuerbach, ma bisogna cambiare le condizioni lavorative per poter arrivare alla liberazione. E la religione? Anche Marx ne parla a riguardo. L’alienazione religiosa per Marx esiste, ma è prettamente secondaria, rispetto alla visione di Feuerbach. Le radici dell’uomo vanno ricercate in un particolare periodo storico. Dice che la religione è l’oppio del popolo. È come una droga che va assunta per poter superare l’alienazione. L’uomo alienato cerca illusoriamente nell’aldilà una prospettiva migliore, che gli viene negata nella vita. È il sintomo di una condizione umana di sofferenza. Solo se si trasforma la società l’uomo uscirà dalla prima vera alienazione e allora potrà liberarsi dall’alienazione compensativa (religiosa). La religione è il frutto di una società malata.

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Ci dice che ci sono 4 facce dell’alienazione. Il lavoratore è alienato:* Rispetto al prodotto: il lavoratore operaio che lavora contribuisce a produrre il capitale del capitalista che non gli appartiene, e non gli apparterrà mai. Il capitale che si forma grazie al lavoro dell’operaio si costituisce come una potenza operatrice nei confronti dell’operaio. Più il capitalista cresce, più forte si ritorcerà il capitale del capitalista contro l’operaio. C’è una proporzionalità inversa.* Rispetto alla sua attività: il lavoro dovrebbe realizzare l’uomo e l’operaio dovrebbe esprimersi tramite questo. Il lavoro è costruttivo ed è soggetto a fini estranei al lavoratore. L’uomo si sente solo uno strumento, come un animale, mentre dovrebbe sentirsi uomo. L’uomo si sente solo una piccola pedina dell’ingranaggio. * Rispetto alla sua essenza: Non c’è alcuna creatività, non c’è niente. È un lavoro che non gli permette alcuna realizzazione. Sottolinea che il vero lavoro dovrebbe essere creativo. In una catena di montaggio non devi assolutamente essere creativo. La creatività, essenza dell’uomo è completamente spenta. È un lavoro ripetitivo. * Rispetto al prossimo: il prossimo è soprattutto il capitalista. Quando pensa al prossimo, pensa al suo datore di lavoro, un individuo che lo sfrutta e lo tratta come un oggetto. Il rapporto con l’altro è necessariamente un rapporto conflittuale. C’è solo il profitto, che fa accrescere solo ed esclusivamente il datore di lavoro. Deve dunque avvenire un superamento del capitalismo. Bisogna cancellare la fonte di questo male, con la cancellazione della proprietà privata. La storia dovrà essere il fautore di ciò.Non è molto drastico anche se è possibile che la rivoluzione sia probabilmente l’unico vero strumento per ciò. Nonostante ciò dice che potrebbe aprirsi anche un'altra strada.

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Ideologia tedesca È il preludio della concezione della storia tedesca. Marx (insieme ad Engels) prepara il discorso del materialismo storico. I dubbi stanno sul termine ideologia. Definendo la parola ideologia, si potrebbe dire che sono una serie di idee interpretative del mondo condivise da un certo numero di persone; possono essere pensieri negativi o positivi, dunque non c’è un pensiero di valore. È un termine “neutro”. In realtà per Marx il termine ideologia viene inteso diversamente. È un immagine deformata della realtà. Dunque l’ideologia è carica di negatività. Una rappresentazione ideologica del mondo è una rappresentazione falsa, mistificante del mondo. Marx dovrà dunque svelare quella che lui reputa la verità. C’è qualcosa di veramente negativo. Secondo Marx la cultura tedesca è stata fortemente ideologica. Ciò significa che i filosofi tedeschi consapevolmente o inconsapevolmente hanno interpretato la realtà in maniera errata. Marx vuole fare un analisi della filosofia tedesca che considera ideologica, dotata di una falsa coscienza della realtà, trovando gli errori di questa. L’ideologo è convinto che le idee e il pensiero siano fondamentali. Smarriscono completamente i rapporti con la realtà e si sono chiusi nei loro castelli di idee, speculativi. Hanno presentato le loro idee come assolute e sempre valide e soprattutto hanno cercato di dimostrare che tutto il negativo che c’è nel mondo dipende da idee sbagliate. Hanno sopravvalutato moltissimo il ruolo delle idee e attribuito tutti i limiti all’errore che sta nelle idee. Dunque bisogna sostituire le idee false con idee vere. L’ideologo è il figlio di un pregiudizio che si è formato molto presto, già nel mondo antico. È il pregiudizio secondo il quelle le idee sono le uniche cose fondamentali. Nel mondo antico, la componente contemplativa, rispetto alla figurativa, contava molto di più. Bisogna arrivare al 700’ per capire che il lavoro materiale e le tecniche hanno una loro dignità, anzi sono più ricche di valore rispetto a quelle figurative. Questo avvenne perché si partiva dal concetto di base, secondo il quale le idee sono alla base della realtà. Così facendo si cade nell’Hegelismo. Per Marx anche Feuerbach a conti fatti è un ideologo, in quanto, nonostante lo sforzo di cambiare le cose, è rimasto prigioniero del pensiero, vista la soluzione che pone all’alienazione. Basta considerare le idee come dominanti, bisogna partire con una concretezza vera, e dare un nuovo valore alla realtà. L’intellettuale onesto è quello che demistifica l’ideologia. Cosa è l’umanità? “È una specie evoluta formata da individui associati che lottano per la propria sopravvivenza”. La storia è un processo concreto e

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materiale. Per capire la storia bisogna guardare le condizioni materiali, al soddisfacimento dei bisogni materiali. Alla base della storia c’è dunque il lavoro dell’uomo. Partendo da queste osservazioni che delinea la sua visione della storia, che si chiama “Materialismo Storico”.Bisogna innanzitutto distinguere fra “Forze Produttive” e “Rapporti di Produzione”. Le Forze Produttive sono tutti quegli elementi necessari per la produzione:* I Lavoratori, la forza lavoro.* Gli strumenti che vengono usati dagli uomini che producono. * Le Conoscenze scientifiche e tecniche, utilizzate per organizzare la produzione. I Rapporti di Produzione sono i rapporti che si creano fra gli uomini nel processo produttivo. Sono rapporti fra lavori, imprenditori, datori di lavoro, proprietari, ecc. Sono i rapporti maggiormente subalterni. Il modo di produrre di un certo periodo storico è strettamente legato ai vari momenti della storia. Perché c’è sviluppo, dinamismo? È un cambiamento che interviene nelle forze produttive, che determina un cambiamento anche nei rapporti di produzione. Forze Produttive + Rapporti di Produzione = Struttura. La struttura è il fondamento della società, ed è un fondamento essenzialmente economico. Alla base del divenire storico sta la struttura, cioè l’economia. Dunque religione, arte, filosofia cosa sono per Marx? Semplicemente Sovrastrutture. Non sono dunque realtà a sé stanti ma espressioni più o meno dirette della struttura. Quando cambia la struttura, cambia anche l’espressione artistica, l’espressione filosofica, cambiano le dottrine etiche. Le sovrastrutture derivano in qualche modo dalla struttura. Non sono le leggi, lo stato e le religioni che determinano l’elemento portante della società. Non vuole dire che la materia è l’unica realtà. Marx considera la materia la realtà principale. Quando parla di materialismo vuole piuttosto dirci che alla base del divenire storico non stanno le forze di natura spirituale, bensì forze di natura socio economica.Quando c’è un cambiamento di forze produttive ma non sono cambiati i rapporti di produzione allora ci sarà una frattura nella storia. Le nuove forze produttive sono incarnate da una classe che è in ascesa mentre quelli vecchi da una classe che sta esaurendo la sua forza produttiva. C’è una nuova classe e con questa ci sarà un inevitabile scontro tra queste due classi. Quindi c’è uno scontro inevitabile tra queste 2 classi. Quindi c’è uno scontro aperto tra la borghesia(nuova forza) e aristocraza(vecchi rapporti feudali e agrari). La

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classe borghese riesce avere poi la meglio. Un esempio di questo tipo si può trovare nella Francia della rivoluzione. Anche in questi anni sta emergendo una contraddizione tra capitalisti operai. L’industria moderna produce grazire alla collettività. Ma la proprietà è sempre più individuale. Quindi fabbrica di uno che produce attraverso tuttima il guadagno è solo del capitalista. Quindi dentro se c’è una contraddizione. Quando emerge una crisi che è di sovrapproduzione la crisi si supera attraverso una nuova esposizione di soldi perché la fabbrica grande mangia quella piccola. Quindi c’è una concentrazione di capitale. Si va quindi verso i monopoli. Bisogna quindi arrivare al rovesciamento del materialismo. Bisogna arrivare all’espropriazione degli espropriatori. Bisogna quindi arrivare al superamento del capitalismo. Questo futuro della storia è ormai vicino, che porti alla dittatura del proletariato. Marx dice che nel corso della storia ci siano stati diversi momenti storici con diversi sfondi politici e storici. Le tappe sono: “COMUNISMO PRIMITIVO”; “SOCIETA’ ASIATICA” caratterizzata da un concetto di pproprietà condivisa; “SOCIETA’ ANTICA” schiavitu’; “SOCIETA’ FEUDALE”; “SOCIETA’ BORGHESE” contemporanea; “SOCIETA’ FUTURA” comunismo cosciente. Queste tappe però non sono tutte necessarie perché ci sono alcune società che saltano dei gradini, la cosa importante che bisogna andare verso il comunismo vero che è lo sbocco inevitabile della dialettica storica. Marx come Hegel ritiene che sia una totalità processuale necessaria però dice che il soggetto della storia non è lo spirito ma bensì le classi che rimandano all’uomo. Quindi gli uomini fanno la storia. Le opposizioni sono concrete e determinate. C’è quindi un allontanamento di Hegel ben visibile. “MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA” è un testo in cui esprime la sua concezione del mondo.

Individuiamo alcuni punti salienti: 1) ANALISI ACCURATA DELLA FUNZIONE STORICA CHE LA BORGHESIA HA SVOLTO NEL MONDO; 2) INTERPRETAZIONE DELLA STORIA INTESA COME LOTTA DI CLASSE; 3) CRITICA DI TUTTI I SOCIALISMI NON SCIENTIFICI. 1) Marx esamina la vicenda storica della borghesia. Sintetizza i grandi meriti della borghesia. Fa l’apologia della borghesia. Il mondo è cambiato velocemnte grazie ad essa. Tutte le altre classi sono statiche in confronto ad essa. Il concetto di merce è molto importante. Ha fatto cose che non sono paragonabile alle cose che ha fatto la classe borghese. Tuttavia la borghesia è stata come un grande

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stregone che ha evocato delle forze gigantesche che non riesce più a controllare. Le forze soono gli operai delle fabbriche nate grazie alla borghesia che adesso si ribellano contro essa. Le forze produttive sempre più sociale si contrappongono contro la boeghesia. La classe oppressa deve portare alla fine della borghesia. 2) concetto chiave del manifesto (STORIA=LOTTA DI CLASSE). Quindi sono i vari soggetti dei dinamismi storici che si incarnano nelle classi. Ha portato il discorso delle classi alla sua essenzialità perché le classi sono sempre 2 ( una al tramonto e una in ascesa che prevale). 3) critica dei falsi socialismi. Fa molti riferimenti a personaggi storici. Scompone i socialismi prima del suo in maniera piuttosto articolata. Ci sono: * Socialismi reazionari: vogliono tornare al passato, ovviamente non hanno fattibilità. * Socialismo di stampo borghese: è incarnato da filantropi economisti utilitari che vogliono correggere il capitalismo senza eliminarlo. Vogliono i lati positivi del sistema borghese. Il capitalismo per essere tale deve avere per forza dei lati negativi. Inserisce anche Proudon, che viene accusato di non poter vedere bene le cose nella prospettiva giusta. Vorrebbe una proprietà senza difetti. La proprietà è un furto. Però non vuole eliminare la proprietà. * Socialisti utopisti: corrente di idee francese e inglese secondo la quale ci sono contraddizione tra le vaarie classi. Però ha un limite: non hanno saputo riconoscere al proletariato una funzione autonoma storica. Rimanevano in un ambito moralistico non pratico quindi il difetto era il paternalismo. Cioè staccati dalla realtà pensavano solo a cose ideali. * socialismo scientifico: è il suo socialismo basato su indagini scientifiche, e affida al proletariato il compito di portare avanti una loro battaglia autonoma che è mondiale. La lotta degli operai è una lotta mondiale. C’è l’internazionalismo della lotta operaia. Lo slogan è “PROLETARI DI TUTTI PAESI UNITEVI” in quanto i problemi sono comuni a tutti. Gli intellettuali devono essere l’avanguardia degli operai.

(Il Quarto Stato – Giuseppe Pellizza da Volpedo 1901)

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Il Capitale

Quando parla di capitalismo, fa una differenza fra economia capitalista e pre.capitalista. la pre capitalista si può descrivere nella formula Merce - Denaro - Merce (MDM). Una certa quantità di merce viene trasformata in denaro per essere ritrasformata in merce. Un contadino ha le uova, vende le uova e compra qualcosa con i soldi acquisiti. La vendita è necessaria per acquistare altra merce. Nella società borghese capitalistica cambia lo schema economico: (DMD+). Il capitalista investe del Denaro per una merce con lo scopo di ottenere più denaro. Come è possibile ciò? Da dove deriva questo Plusvalore? Il processo appare relativamente misterioso. Non può provenire dal denaro, che è un semplice strumento, merce di scambio. Il Plusvalore deve derivare da qualcos'altro. Marx lo fa derivare dal denaro. Dunque il capitalista ha la possibilità di comprare una merce speciale che ha come caratteristica il produrre denaro: è il lavoro dell'operaio. Il capitalista compra la sua forza lavoro e la paga secondo la sua forma di scambio. Lo paga il minimo, che gli permette di mantenersi in vita, il miinmo necessario. In realtà all'operaio viene chiesto molto di più. infatti può produrre un valore maggiore rispetto a quello che gli viene erogato dal salario. Che cosa tende a fare il capitalista? A richiedere all'operaio un attività lavorativa pari al suo valore di scambio e a retribuirlo con una paga inferiore al Pluslavoro che l'operaio da al capitalista. Il capitalista gli richiede 12 ore di lavoro, però lo paga per sole 6 ore, che sono quelle ore che gli permettono di vivere. Dal Plusvalore e Pluslavoro che derivano i profitti del capitalista.

Il Plusvalore e Plusprofitto non sono termini che si identificano, non sono la stessa cosa. Per capire la differenza occorre introdurre due concetti, per arrivare a due formule. Marx distingue fra Capitale Variabile (quel capitale che il capitalista investe nei salari, è mobile), e Capitale Costante (è il capitale che il capitalista ha investito nelle macchine e in tutto ciò che serve alla produzione). Saggio (Incremento) del Plusvalore nasce dal rapporto che esiste fra Plusvalore (deriva dal lavoro) e Capitale Variabile. Per capire il profitto vero, del capitalista: Saggio del Profitto nasce dal rapporto fra Plusvalore e Capitale Variabile sommato al Capitale Costante.

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Marx fa poi un analisi dei capitali, giungendo alla conclusione che il capitalismo è guidato solo ed esclusivamente dal Profitto Privato. Secondo questa logica, cosa dice riguardo a ciò?* Il capitale cerca di accrescere il Plusvalore aumentando le ore lavorative. Questa dilatazione di orario che genera Plusvalore e Pluslavoro ha dei limiti invalicabili; non si può far lavorare un operaio al di sopra di un certo numero di ore al giorno. dunque, essendo una strada bloccata trova altre soluzioni.* Si cerca di aumentare la produttività. Se si può produrre in 4 ore cosa normalmente si produce in 6, perché non farlo? La produzione "in serie" è la massima espressione di ciò. L'industria meccanizzata fa fare il salto di qualità. Questo metodo di produzione genera dunque crisi di Sovrabbondanza (al contrario del passato, che le crisi erano di sottoproduzione). Si può infatti parlare di Anarchia di Produzione. Nota che il capitalismo non è controllato da niente. dunque i capitalisti si buttano in quei settori che fanno avere i profitti maggiori, generando sovrapproduzione. Avvengono licenziamenti, operai di riserva e persino il Distruggimento dei Beni. Marx discute anche sulla necessità continua di rinnovamento delle tecnologie. Questo generamento delle tecnologie genera sul lungo la caduta del Saggio di Profitto, cioè quella legge secondo la quale cresce il Capitale Costante, diminuendo il Capitale Variabile. Dunque diminuisce il Saggio del Profitto, essendo quest'ultima al denominatore. C'è dunque una tendenza alla caduta del profitto. Gli investimenti danno profitti decrescenti, demotivanti. Marx d'altra parte dice anche che si possono abbattere dei costi, acquistando le materie prime a prezzi più vantaggiosi (all'estero); questo discorso si potrebbe benissimo applicare ad un economia Conclude il discorso sul capitalismo, descrivendo una scena dialettica. Da un lato c'è una minoranza che ha in mano un immenso potere, e dall'altra parte c'è una maggioranza proletaria, sfruttata. Questa situazione è internazionale, non riferita ad un solo luogo, essendo il capitalismo mondiale. Ci sono forze produttive sempre più sociali, con ricchezze sempre più concentrate. Ad un certo punto il contrasto fra i duq poli è così forte, stridente da determinare il rovesciamento della situazione. La centralizzazione dei mezzi di produzione e socializzazione del lavoro, raggiungeranno un punto critico che determineranno un cambiamento. Questo contrasto sarà così forte, che il capitalismo si spezzerà. Gli espropriatori verranno espropriati dall'azione autonoma dei proletari.

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Arthur Schopenhauer Arthur Schopenhauer

Biografia Biografia

Nasce nel 1788 a Danzica, fin dai suoi primi scritti dimostrò un'eccezionale chiarezza espositiva, si laurerà nel 1813 a Jena e diverrà famoso dal 1849, anno della restaurazione che “raffredderà” il suo ottimismo e darà così inizio alla sua filosofia pessimistica.

“La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia, passando per l'intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere e della gioia.” [Arthur Schopenhauer]

Riprenderà Kant con “spazio, tempo e 12 categorie” e criticherà Hegel.

Sarà importante anche l'influenza che avranno, sul suo pensiero, le filosofie orientali.

Muore nel 1860 a Francoforte.

(Arthur Schopenhauer 1778 - 1860)

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Capisaldi della filosofia di Schopenhauer

Per Kant il fenomeno era l'unica conoscenza accessibile all'uomo, per Schopenhauer la realtà è “illusione” e l'uomo puo' attingere dall'assoluto, dal noumeno.Tutto ciò viene descritto dall'autore con un tono “orientaleggiante”: “Noi possiamo squarciare il velo della Maya” riferendosi a quella forza divini che aiuta a cogliere la verità per gli induisti.

L'uomo non è solo un soggetto che pensa... In quel caso filtrerebbe tutto attraverso spazio, tempo e causalità e avrebbe così la conoscenza fenomenica, ma l'uomo è qualcosa di più, è un soggetto che vive; e vivendo attraverso la corporeità, egli coglie la “Volontà”.

La “Volontà” è il noumeno per l'autore, essa non è sottoposta alle regole di formazione del fenomeno (spazio, tempo e causalità, detti anche “Principium Individuationis”).

La “Volontà” è:

- Eterna, perchè mai filtrata dal tempo.

- Incausata, perchè mai filtrata dalla causalità.

- Libera e senza scopo.

- Unica, perchè non sottostà al principium individuationis.

- Inconsapevole.

- Essa è un'energia alogica irrazionale alla base e presente in ogni cosa.

L'uomo è l'unico ente che prende compiutamente coscienza di una realtà inconscia.

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La “Volontà” è per l'uomo causa di dolore.Il dolore è per Schopenhauer lo stato esistenziale dell'uomo, sopratutto per gli uomini che raggiungono la consapevolezza dell'assoluto.

L'uomo puo' provare gioia o piacere ma in relazione al dolore, puo' esistere il dolore senza gioia, ma non la gioia senza dolore.Quando si raggiunge un obbiettivo il dolore viene solo accantonato momentaneamente perchè poi, subito, sopraggiunge la noia.

Il suo pensiero è un pessimismo cosmico perchè tocca tutti gli esseri viventi, l'uomo è un essere profondamente egoista e che soffre, persino l'amore, per l'autore, è solo un legame che si crea durante l'incontro di due essere infelici che si uniscono per generare un'altra “infelicità”.

Schopenhauer va, sia oltre il materialismo (perchè riduce tutto a materia), sia oltre l'idealismo (perchè riduce tutto a soggettività); come per Hegel, in quanto entrambi romantici, l'uomo ha un valore pressochè nullo nel “tutto”, al cui capo si pone un fondamento infinito.I due autori si differenziano sopratutto per il loro pensiero:

- “Razionalistico”: Hegel.

- “Irrazionalistico”: Schopenhauer.

Il mondo viene sdivinizzato, a meno che non si inquadri la divinità con l'assoluto.

Un punto positivo dell'autore è in relazione al suicidio: - Esso è inutile, infatti il suicida non compie questo gesto perchè odia la vita, lo fa perchè odia la “SUA” vita; così facendo non nega la volontà, ma la sua esistenza.Il suicidio pone fine alla propria esistenza fisica ma non al dolore, anzi, dato che questo gesto va contro il principio di autoconservazione serve a trasformare la nostra stessa esistenza in ulteriore dolore.

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Annientamento della volontà

Esistono tre vie di liberazione dalla Volontà (in 4 libri):

- “Arte”

- “Etica”

- “Ascesi” (Molto orientale in quest'ultima tesi).

L'Arte è la via “estetica” o della “contemplazione” che permette di cogliere l'universale (idea platonica), mentre l'uomo viene coinvolto nell'arte si libera della “catena dei bisogni”.Grazie all'arte gli uomini possono diventare “Un puro occhio sul mondo”, in questo modo si raggiunge un temporaneo superamento del dolore; il metodo dell'arte non risulta quindi “definitivo”.

Schopenhauer pone una graduatoria delle varie arti, tra i gradi più alti abbiamo ad esempio la tragedia, perchè è una rappresentazione vicina alla vita reale; il gradino più alto è occupato dalla musica che è particolarmente apprezzata dall'autore e viene definita come una “Metafisica in suoni”.

L'Etica nasce dal fatto che l'uomo veda negli altri esseri umani la sua stessa sofferenza, nasce la “Compassione” in senso letterale, “Compatire” ovvero “Patire con gli altri”.È un egoismo mascherato, soffro con gli altri non perchè amo il prossimo, ma perchè rivedo in lui le mie sofferenze.La compassione da origine a due virtù:

- “Giustizia”: Vista negativamente, perchè significa “Non fare del male”.

- “Carità”: Vista positivamente perchè significa “Fare del bene”.

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L'Ascesi è l'esperienza che consiste nell'annullare la Volontà.L'asceta rimuove la volontà all'interno di sé, così facendo si libera dall'assoluto.L'asceta perfetto non ha bisogno di nulla:

Assenza di Volontà = Assenza di dolore.

L'obbiettivo della ascesi è quello di portare l'uomo verso il “Nirvana”, l'assoluta esperienza del nulla: Il “nulla” è la negazione del “tutto” e il “tutto” è la “Volontà”, raggiungendo quell'oasi di pace definita come “Nirvana” si puo' eliminare definitivamente la“Volontà”

.

(L'estasi di Santa Teresa – Gian Lorenzo Bernini 1647 - 1652)

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SSøren Kierkegaardøren Kierkegaard

(Søren kierkegaardøren kierkegaard 1813 – 1855)

Biografia Biografia

Kierkegaard ebbe un educazione religiosa accentuata e un senso del peccato dominante. Studi di filosofia e religione; alla morte del padre ebbe una eredità cospicua che gli permise di occuparsi della scrittura senza lavorare. Si innamorò di “Regina Holsen”. Fu un fidanzamento un po’ negato, e capì che non avendo la possibilità di seguire un percorso che prevedeva una famiglia e dei figli, decise di rompere il rapporto. Molte vignette raffiguravano Kierkegaard in maniera negativa, accentuando anche i particolari fisici negativi, mettendo la sua figura sotto un aura di negatività. Lui stesso fonda un giornale, chiamato “Il Momento”, attaccando duramente la Chiesa Danese. Non la attaccò da posizioni di ateismo, in quanto fervente credente, ma perché aveva assunto degli atteggiamenti lontano da quelli evangelici. Gli attacchi dunque erano rivolti alla Chiesa come istituzione, non come religione. Kierkegaard scrisse moltissimo in poco tempo; scrisse testi di argomento religioso e testi filosofici. I primi furono da lui firmati con il suo nome e cognome; quelli filosofici furono pubblicati senza il suo nome,

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ma con uno pseudonimo (li firma con nomi inventati, che si presentano suggestivi). Ciò anche perché voleva mantenere un valore intrinseco lontano dall’autore, lontano dalla vita personale.Questo autore viene visto come un oppositore, un contestatore della filosofia Hegeliana. Kierkegaard interpreta l’uomo in maniera diversa da Hegel. Per quest’ultimo l’uomo aveva senso solo se riportato all’infinito, sottovalutando l’uomo. Quindi lo definiamo un “Esistenzialista”.

Filosofia di Kierkegaard attraverso i suoi scritti:

Aut aut

È un testo complicato nella costruzione, e venne definito per questo un testo barocco. Emergono la Vita Estetica e la Vita Etica di Kierkegaard. La finzione letteraria da cui parte l’opera, è legata ad un certo Viktor Eremita, che ha comprato da un rigattiere un mobile. Nel cassetto di questo mobile trova degli scritti, che sono suddivisi in “Carte di A” e “Carte di B”. le prime contengono una serie di saggi (“Fra cui il “Diario di un” Seduttore”, firmato “Giovanni Seduttore”) che contengono la “Vita Estetica” e le seconde contengono dei saggi a favore della “Vita Etica”, scritte dal giudice “Guglielmo”.Ci sono addirittura degli aforismi. La seconda parte è molto più compatta ed omogenea. Le Carte di B sono scritte da un unico scrittore, il Giudice Guglielmo e sono indirizzate ad A. Sono scritti che danno valore alla scelta dell’esistenza etica. Ma cosa sono l’esistenza etica ed estetica? Chi è l’esteta? È colui che vive il rapporto con la vita come godimento. La sua sfera è immaginazione, è gioco e la sua vita è come teatro. Il modello più importante è il “Don Giovanni” di Mozart. Rappresenta benissimo la vita estetica. L’esteta vuole sfuggire alla banalità, alla noia, alla ripetizione. Si potrebbe dire che vuole vivere in modello eccezionale, vuole crearla in modo pieno. La sua, definita una scelta, in realtà non è tale. Infatti la vita estetica non contiene davvero una scelta, bensì l’esteta è colui che vuole evitare la scelta, perché vuole vivere sul fine di ogni possibilità. È come se il finito volesse realizzarsi come infinito. Ciò è possibile? Assolutamente no. In realtà l’esteta non fa altro che disperdere la propria esistenza, è privo di un contenuto reale, vive nell’orizzonte delle personalità infinite, ma in realtà quest’esistenza è dispersa nell’infinito. È prigioniero di questa dimensione esistenziale. L’esteta è “Disperato”.

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La vita etica invece si differenzia moltissimo. Rappresenta una scelta vera e propria, e quando l’uomo abbraccia quest’ultima, Sceglie. Si inserisce in un contesto, accetta le regole, accetta sé stesso. La vita etica, difesa dal giudice Guglielmo, è la vita più convenzionale, più normale che possiamo immaginare. Ha un ruolo sociale ben definito, è ben rispettato, ha una famiglia, va a messa la domenica, è un esempio perfetto di uomo inserito nella sua società. Ha una vita appagante? Nel contesto dell’eticità morale, il singolo si riassorbe. Solo nel mondo animale, la specie prevale sul singolo. Nel mondo umano ogni essere, ogni individuo, è una realtà irripetibile. L’uomo non si realizza in questo contesto, perché l’uomo è una creatura destinata alla singolarità, di fronte alle grandi scelte l’uomo è sempre solo. Questo tipo di scelta di vita non permette all’individuo di realizzare pienamente la propria vita. La vita etica allo stesso modo, non è appagante. Lo scacco della vita etica è il “pentimento”, dunque accettarsi, anche e soprattutto per quello che noi siamo. Ciò significa accettare e pentirsi dei propri errori. Il “Pentimento” è un esperienza individuale, ci fa sentire il peso dei nostri peccati e l’inadeguatezza di questa situazione esistenziale. Ecco che il pentimento ci fa comprendere come tutti noi siamo soli nella vita. La critica dell’eticità ci conduce in una nuova modalità di “Esistenza”. Questa viene trattata in “Timore e Tremore”, altra opera di Kierkegaard.

Da notare che angoscia e disperazione non sono due sinonimi, ma hanno un significato completamente differente. L’angoscia è quel sentimento che l’uomo prova di fronte al mondo, alle scelte; la disperazione si prova l’uomo di fronte a sé stesso, è quando non riesce a trovare una risposta di fronte a sé stessi, al contrario dell’angoscia nella quale l’uomo non trova risposte di fronte al mondo. La disperazione può essere positiva nel momento in cui spinge l’uomo di fronte ad una nuova scelta. Può essere combattuta, scacciata, oppure può essere assunta come base di partenza per una base diversa. In questo caso la disperazione funge da molla positiva, utile. Una scelta nuova significa la rinuncia alla scelta vecchia. È un Aut Aut. L’atto della scelta è fondamentale per l’uomo.

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Il concetto di angoscia La possibilità è un concetto fondamentale nel pensiero di Kierkegaard, a differenza di Hegel, per cui l’importante è necessita. Quando ad Adamo viene impedito di nutrirsi del frutto di un certo albero, il divieto divino rende consapevole ad Adamo di potere ed in lui si genera l’angoscia. Dice che il divieto divino rende inquieto Adamo perché svela in lui la possibilità di una libertà, la consapevolezza di potere. Il passato non ci darà angoscia, può dare angoscia perché riportato al presente, una colpa passata, può generare pentimento. Al massimo l’angoscia del passato esiste perché nel futuro potrebbe ripresentarsi. È il futuro che ci da angoscia. L’animale è incapace di percepire la libertà, così come l’angelo che conosce tutto. nell’uomo invece l’angoscia è paralizzante. Sottolinea che l’angoscia di Cristo è evidente soprattutto durante l'episodio dell’arrivo del suo discepolo Giuda pronto a tradirlo, nel momento in cui dirà: “Cio che devi fare, affrettalo”.

(L'urlo – Edvard Munch 1893)

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Timore e tremore Il Timore e il Tremore sono quelli di Abramo il quale, secondo il riferimento biblico, si sente fare una richiesta da Dio terribile: l’Episodio di Abramo e il Sacrificio di Isacco. Dio chiede ad Abramo di sacrificare il figlio Isacco.È posto di fronte ad una scelta che non si può mediare: fra i suoi sentimenti, e la morale di Dio. Ovviamente questo dramma lo vive in completa solitudine, non c’è nessuno che lo possa confortare, ciò che gli viene chiesto è terribile, è un Omicidio Grave. Abramo sa che Dio lo fermerà poco prima di ucciderlo? La scolta avviene, nel momento in cui Abramo decide di obbedire al comando divino. L’episodio di Abramo è di per sé esemplare.Non c’è nessun “et”, non c’è congiunzione, c’è solo “Aut Aut”.Innanzitutto non bisogna vedere niente di eroico nel “Cavaliere della fede” (così definisce chi sceglie la religione). Non ha i tratti dell’eroe, né lo scudo dei crociati. L’uomo di fede può essere anche il più semplice uomo di tutti. Potrebbe essere l’uomo più comune di tutta la terra. È il momento di fare una scelta paradossale. La fede è paradossale, Abramo lo mostra benissimo. L’uomo della fede è colui che si fida di Dio ed entra in rapporto diretto con lui, senza alcuna garanzia. È un rapporto giocato nella dimensione dell’attimo. C’è un unico rapporto che conta per l’uomo della fede: quello con Dio. Kierkegaard è chiaramente un Cristiano.

La malattia mortale La disperazione si riferisce non tanto al mondo, alle scelte, ma all’interiorità, all’io. L’Io si rapporta a se stesso.In pratica, se l'angoscia nasce dal rapporto dell'uomo con il mondo, la disperazione nasce dal rapporto dell'uomo con se stesso.L'uomo vorrebbe essere ciò che non è, non vuole accettare la sua finitudine, è un finito che aspira all'infinito.Esiste un'unica via d'uscita a questa situazione per l'uomo, ovvero la “Fede”; questo per il “paradosso della fede”, più ci siamo consapevoli della nostra lontananza da Dio, più ci sentiamo vicini a lui.L'esteta vuole abbracciare l'infinito, l'uomo etico abbraccia la vita ma viene schiacciato dalla società perchè cerca di vivere una vita esteriore e non interiore, infine l'uomo di fede, non ricerca, bensì si affida all'infinito.Questa fede si misura nell'attimo, essa non né una crescita né un divenire.

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Il PositivismoIl Positivismo

Il movimento si afferma nei primi decenni dell’ottocento, parallelamente al romanticismo idealista tedesco, rappresentando così l’altra faccia della cultura dell’ XIX secolo.

Con il termine “Positivismo” si intende un movimento culturale, dell’ Ottocento. “Positivismo” richiama il termine “positivo” non tanto quanto contrapposto al negativo, bensì all’astratto. Il positivo diventa dunque la realtà oggettiva, diventando così qualcosa di operativo, fecondo; in questo modo guarda al dato positivo con ottimismo.

Si celebra il dato scientifico, la cultura diventa scienza, è necessario applicare il metodo scientifico a tutte le discipline il clima generale indica una grande fiducia nella scienza. Di conseguenza si ha una svalutazione della metafisica in quanto non è basata su di un dato oggettivo. Ma, se tutto è scienza, qual è il ruolo della filosofia? Ha un suo posto perché si correla alle scienze, non viene disdegnata :la filosofia inizia dove finiscono le singole discipline, cioè parte dai risultati delle scienze e cerca di generalizzarli a sua volta. Il sapere filosofico diventa così quello più alto, quello più generale. In un certo senso è superiore perfino al sapere delle scienze, ma dipende dal dato scientifico.

ILLUMINISMO vs POSITIVISMOILLUMINISMO vs POSITIVISMO

Hanno in comune la razionalità scientifica e la critica alla metafisica. Inoltre la cultura del positivismo, come quella illuministica, cerca un sapere che possa essere utile ed efficiente. Nel positivismo manca, però, la carica polemica invece presente nell’illuminismo. I grandi illuministi erano anche dei grandi provocatori, attaccavano la vecchia cultura. Alla fine del Settecento gli intellettuali rappresentavano la classe borghese in lotta contro la nobiltà feudale, un ceto emergente contro uno ormai al tramonto. Adesso, nell’ottocento, la borghesia è la classe sociale dominatrice e non ha nulla contro cui combattere. Il positivismo diventa così la sua forma mentis.

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IDEALISMO vs POSITIVISMOIDEALISMO vs POSITIVISMO

La critica ha messo in risalto le enormi differenze fra i due movimenti. Nell’idealismo è un principio spirituale che pone la realtà mentre adesso si vuole partire dal dato empirico, non più dall’astratto. In questo senso si può vedere nel positivismo una reazione all’idealismo. Nonostante ciò per entrambe la realtà è una totalità necessaria e processuale. Il progresso è necessario, c’è un atteggiamento ottimistico nei confronti della realtà. A volte i positivisti sono così fedeli alla scienza(arrivando quasi a divinizzarla) che cadono nella metafisica della scienza in una fiducia totale, quasi irrazionale. È la stessa fede che Hegel aveva nella Ragione.

Auguste Comte

(Auguste Comte 1798 – 1857)

Biografia Biografia

Ci sono 2 momenti nella sua vita. Il primo momento è più propriamente scientifico, il secondo più metafisico. Elabora persino una religione metafisica. È animato dal forte senso di una missione. Si sente un riformatore. Scrisse il “Corso di filosofia positiva”.

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È divisa in 6 volumi, ed il primo venne pubblicato nel 1830. Non gli giovò sul piano pratico a far parte dell’accademia, in quanto le tesi non furono apprezzate. La legge fondamentale dell’impianto del testo fu la “Legge dei 3 stadi”. Doveva spiegare il corso della storia, era un interpretazione. Ha diversi piani di lettura, è sia la legge dell’evoluzione storica, sia una legge che disciplina l’apprendimento dell’uomo. La legge passa per 3 stadi, 3 piani diversi:

- Teologico: Nel piano teologico l’uomo è dominato dall’immaginazione. Quando vuole conoscere cerca l’origine profonda degli esseri, la causa “finale” ed ultima. I fenomeni nello stadio teologico non sono colti in modo oggettivo dall’uomo. Dunque vede sopra i fenomeni delle “Forze Soprannaturali”.

- Metafisico: Nello stadio metafisico c’è un passo in avanti, l’uomo è più razionale, usa il ragionamento. Cerca di sostituire le Forze Soprannaturali con forze più astratte. Ci sono forze astratte capaci ad originare i fenomeni che osserviamo.

- Positivo: E’ il piano più elevato che cerca di trovare le leggi invariabili, non cerca più le cause finali, ma cerca gli elementi causali e in essi, le connessioni.

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Enciclopedia delle scienze

Secondo Comte le scienze seguono un percorso storico, attraverso i diversi stadi dell'umanità. Le scienze più semplici, generali e complete sono arrivate prima alla fase scientifica dell'umanità.

In questo scritto l'autore ci presenta una “Tabella delle scienze” da cui esclude la matematica e la psicologia.

Questo perchè:

- La matematica è necessaria in tutte le discipline.

- La psicologia, invece, non è considerata una scienza. Essa ha la pretesa di analizzare fenomeni interiori all'individuo, ma tutto ciò che riguarda

l'interiorità di un gruppo di individui rientra nella sociologia e tutto ciò che riguarda l'interiorità del singolo rientra nella biologia.

Le restanti scienze sono ordinate in una tabella dalla più semplice alla più complessa:

- L'astronomia

- La fisica

- La chimica

- La biologia

- La sociologia: E' più difficile delle altre, essa presenta una parte dinamica ed una statica.

Anche Comte, come Hegel, credeva nel progresso come qualcosa di astratto che condizionasse la realtà, entrambi ritenevano che i grandi uomini erano solo strumenti nelle mani del progresso e che vi sia nella storia una necessità ultima interna.

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Lo scopo della scienza

Lo scopo ultimo di tutte le scienze è quello di creare leggi abbastanza generali da permettere la previsione di fenomeni naturali, in modo da anticiparli ed agine di conseguenza in modo vantaggioso.

La scienza passa attraverso 4 momenti:

- Osservazione della natura

- Formulazione di una legge per spiegare i fatti osservati

- Previsione

- Azione

Da questo ragionamento deriva che la sociologia sarà la scienza che guiderà l'umanità: una Sociocrazia.

(Tour Eiffel – Gustave Eiffel 1889)

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Il positivismo evoluzionisticoIl positivismo evoluzionistico

Si afferma un po’ più tardi, seconda meta ottocento, prende spunto gli sviluppi della biologia di darwin. Il concetto di evoluzione diventa il fondamento di una teoria generale dell’intera realtà tutta la realtà si può spiegare con l’evoluzione. Prima di tutto abbiamo il trasformismo biologico (teoria che contraddice la fissità), la lotta per l’esitenza è più forte fra gli individui della stessa specie perché hanno gli stessi bisogni.

Herbert Spencer

Biografia Biografia Herbert Spencer nasce nel 1820. E' un ingegnere ferroviario, nel 1845 riceve un'eredità che gli permette di vivere di rendita e di dedicarsi alla scrittura a tempo pieno.Negli anni 60 scrisse i “Primi Principi” testo più generale che riprendeva altri suoi testi più specifici (“Primi Principi di sociologia, psicologia, ecc..).

(Herbert Spencer 1820 – 1903)

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Primi principi

Particolarmente interessante è il primo capitolo, chiamato “L’inconoscibile”. Voleva far superare il contrasto fra scienza e religione. L’evoluzionismo Darwiniano suscito una serie di rivoluzioni, creando dei problemi. Scienza e religione sono compatibili perché hanno la loro base nel mistero. Alla fine tutte le religioni lo devono riconoscere, e devono capire che il mistero è la radice delle religione, e va preservata. Ci vuole, fede, non si può dimostrare tutto con la religione. Propone mistero, lo tutela e lo difende. La scienza invece si propone come scopo la conoscenza. Più la scienza avanza più deve fare i conti con delle radici enigmatiche. Il sapere della scienza è grande ma è pur sempre fenomenico. Conosce i fenomeni, li descrive ma il suo sapere non arriva Kantianamente all’essenza della realtà. La nostra conoscenza è grande ma è relativa. La conoscenza assoluta non è nelle nostre possibilità. Si includono sempre nuove verità, ma mai assolute.Queste due troveranno una conciliazione nel mistero. La religione protegge il mistero, la scienza dilata le conoscenze, ma entrambe esistono e lavorano ad unico scopo: il mistero.

Ruolo della filosofia

Dal positivismo la filosofia viene concepita come “conoscenza vista nel suo più alto grado di generalità”. La scienza cerca di unificare il sapere, ma in ambiti molto circoscritti e ristretti; ci sono tanti saperi scientifici e ciascun sapere scientifico cerca di unificare il sapere nel suo campo, nel proprio. La filosofia comincia là dove finiscono le scienze. Parte dalle generalizzazioni e a sua volta completa il processo di generalizzazione. La filosofia dunque p un sapere che offre una generalizzazione più alta possibile, che presuppone i saperi scientifici e li supera. È il prodotto finale di un lavoro.

I principi generali della scienza sono pochi:

- L'indistruttibilità della materia

- La continuità del movimento

- La persistenza della forza

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Con questi 3 processi filosofia spiega tutta la realtà ed i caratteri dell’evoluzione. La filosofia dunque spiega tutti gli aspetti della vita e dell’uomo. L’evoluzione è il passaggio da una forma meno coerente ad una forma più coerente. L’evoluzione è il passaggio dall’omogeneo all’eterogeneo. L’evoluzione è il passaggio dall’indefinito al definito.L'evoluzione è sempre positiva e migliorativa, quando si presentano delle cadute, si tratta solo di “momenti latenti” in cui avvengono sorte di assestamenti prima di ricominciare con il progresso (“Legge del Ritmo”).

Biologia

La biologia è lo studio dei fenomeni organici dell'individuo che entrano in relazione a necessità di adattamento.

“Principio di selezione naturale”: Tesi già proposta da Darwin.

Teoria del “A priori”: Ciò che è “a priori” per il singolo non lo è per la specie.

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Politica

Spencer professa i principi di libertà individuale, lo stato non deve intervenire troppo, non deve essere dirigista ma liberale e liberista.

Evidenzia due tipi di sistema politico:

- Inghilterra: Si ha una libera iniziativa dei singoli all'interno di un regime industriale basato sul singolo con consapevolezza dei diritti.

- Prussia: Stato dirigista attraverso un regime militare, si impone sul singolo.

Il sistema inglese viene riconosciuto come migliore, ma migliorabile.

Spenser ci propone, infatti, una terza tipologia di stato, anche se in modo utopistico:

- Regime sociale: Stato in cui egoismo ed altruismo coesisterebbero.

Sarebbe uno stato etico, in senso spenceriano, secondo un'etica biologica;l'uomo apprezza di più lo stato in cui meglio si adatta, pone quindi alla base dell'etica una sorta di “Utilitarismo Edonistico” che insiste più sulla specie che sul singolo individuo.

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SpiritualismoSpiritualismo

E' una reazione al positivismo, gli spiritualisti vedono l'uomo non riducibile al semplice fenomeno.Lo spiritualismo è quel movimento che rivendica una posizione per l'uomo nel mondo e non vede nella scienza l'unico mezzo conoscitivo in quanto al di là dei fatti materiali c'è un mondo spirituale da indagare attraverso l'introspezione.

Henri Bergson

Biografia Biografia

Nato nel 1859 a Parigi, fu un carismatico professore universitario ben visto sia dal ceto borghese che dai suoi stessi alunni.Fu mosso da una certa coerenza e rigore morale, di famiglia ebrea non praticante, si avvicinerà al Cristianesimo.Nel 1940 i nazisti invasero Parigi e obbligarono tutti gli ebrei a firmare delle carte per la loro identificazione, Bergson fu esonerato, ma egli non volle accettare questo “privilegio” e andò comunque a firmare, dando prova una grande coerenza e di un grande spessore morale.

(Henri Bergson 1859 – 1941)

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Filosofia di Bergson

L'obbiettivo che si pone è quello di difendere la figura dell'uomo irrudicibile a semplice materia empirica, anche se per questo non disdegnerà la scienza, ma anzi, la utilizzerà come supporto per la sua filosofia.Fu molto interessato a Spencer, infatti definiremo il pensiero di Bergson uno “Spiritualismo Evoluzionistico” anche in relazione al concetto di tempo.

Il concetto di tempo

Analisi del suo testo: “Durata e Simultaneità”, esso si confronta con la teoria di Einstein. Per la “Meccanica” il tempo è solo una serie di momenti in un contesto spazializzato, esso è “reversibile”, perchè dopo aver compiuto un esperimento posso tornare indietro e riproporlo tale e quale a prima in uno stesso arco di tempo; esso non è un'esperienza “vera”.

Il tempo “vero” è dato dalla “Durata”, la nostra coscienza coglie la durata non il tempo meccanico, quindi il tempo vero è quello per il soggetto che ricorda, per mezzo della memoria, il passato e anticipa il futuro.

Il tempo della coscienza è fatto da istanti tutti “diversi”, “uniti” e “irreversibili” perchè la coscienza ha una sua unità che non puo' essere recuperata, la nostra memoria non ci permette di rivivere il passato.

Questo concetto viene spiegato attraverso la metafora del “gomitolo”, esso cresce conservando il suo “passato” dentro di se, è un futuro che si costruisce sul passato.

Il tempo meccanico viene spiegato attraverso l'immagine della “collana di perle”, un oggetto composto da tante unità tutte identiche e separate le une dalle altre. (Concetto di tempo spazializzato)

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Saggio sui dati immediati della conoscenza

L'uomo è un essere libero, l'autore non è né un determinista né un sostenitore del libero arbitrio, perchè entrambe queste teorie derivano da categorie esterne alla coscienza.La libertà dell'uomo è correlata alla sua coscienza nel divenire, noi siamo liberi quando decidiamo di fare qualcosa per quello che noi siamo davvero.L'atto di scegliere è visto come una somma di atti che parte dalle nostre esperienze più remote.In pratica per Bergson, io sono libero se le mie scelte mi rispecchiano.La mia libertà dipende dalla coscienza e quindi dalla durata che colloga passato presente e futuro, anche per quanto riguarda l'atto di scegliere.

Materia e memoria

”Materia”: è la realtà esterna.

“Memoria”: è la realta interna.

In questo testo esplora il collegamento corpo-spirito, secondo alcuni, attraverso il “Parallelismo Psicofisico”.

Secondo altri attraverso gli stati mentali (coscienza) è epifenomeno, ovvero le funzioni del cervello.

3 momenti della coscienza:

1) Memoria

2) Ricordo

3) Percezione

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1° E' il gomitolo dall'inizio, è la durata della coscienza, tutto ciò che siamo, il nostro passato.

2° Frammento piccolo e circoscritto del nostro passato, esso mi serve per aver un riferimento presente – esperienze passate.

3° Questo è il gesto che il corpo compie per le esigenze del momento.

L'evoluzione creatrice

Il mondo viene visto come processo evolutivo spirituale.

In questo testo propone due critiche a teorie contemporanee evolutive:

“Teorie Meccanicistiche”: Esse spiegano il divenire a partire da cause efficienti e quindi guardano al passato.

“Teorie Finalistiche”: Esse spiegano l'evoluzione a partire da cause finalistiche e quindi guardano al futuro.

Entrambe sbagliano perchè spiegano il presente utilizzando un altro tempo.

Gli esseri vivono e si evolvono grazie allo “Slancio Vitale”, questa energia spirituale trova una sua pausa temporanea nella materia, questa è un momento di vera e propria caduta dello slancio.

L'evoluzione è come un albero ramificato, si spiega con le biforcazioni, che porteranno alla distinzione tra “Intelligenza” e “Istinto”.

“L'intelligenza”: E' la capacità di creare e di interagire con la realtà essa ha difficoltà ad intendere la globalità.

“L'istinto”: Non sbaglia mai, ma da la risposta a problemi precisi, coglie la totalità ma è inconsapevole.In origine istinto ed intelligenza erano uniti in una sorta di sintesi:

L'intuizione: una sorta di istinto intelligente.

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Le due fonti della morale e della religione

Esistono società chiuse e società aperte.

Società Chiuse: L'individuo è parte del tutto anche se ha poca libertà.

Società Aperte: Si ha una libertà maggiore.

Si creano la “Morale Meccanica” e la “Morale Assoluta”:

La prima è una morale delle “Obbligazioni” basata su delle abitudini per tutelare la continuità, la seconda favorisce lo sviluppo umano, essa si appella alla coscienza dell'uomo.

Si crea inoltre la “Religione” divisa in:

Statica: Basata sulle superstizioni sulla funzione fabulatrice, è contro l'intelligenza.

Dinamica: Ha il suo apice nel “Misticismo”, essa è viva, è basata sull'amore per cui l'uomo si sente parte del divino.

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Sigmund FreudSigmund Freud

(Sigmund Freud 1856 – 1939)

Biografia Biografia

Contribuisce a demolire dei punti fermi della tradizione, ovvero supera sia punto di vista del cartesianesimo per quando riguarda l’approccio all’essere umano sia il dualismo cartesiano delle res (cogitans ed estensa); questo è un legame corpo – mente. Egli pone in primo piano il concetto di pulsione biologica, ammettendo una profonda radice corporea, che tuttavia non riduce la mente ad una componente.

Nasce nel 1856 in una città della Moravia (oggi in Repubblica Ceca , all’epoca in impero Asburgico). Figlio di un mercante ebreo, si trasferisce prima a Lipsia e poi a Vienna (dove soggiorna di più, ma viene costretto a fuggire dal nazismo); infine emigra a Londra, dove morirà nel 39’.Diventa medico e si interessa molto alla neuropatologia; il suo merito è quello di coniugare medicina e psicologia. Da Vienna si trasferisce a Parigi dove abitava un famoso psicologo, Charcot, specialista nello studio dell’isteria, che curava attraverso l’ipnotizzazione, affermando che fosse soltanto un problema fisico (cosa che non convinse Freud). Tornato a Vienna, lavora con Brewer , con il quale sviluppò la cura a queste malattie, inizialmente con l’ipnosi.

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Questa attività medica fu prevalentemente teorica. Utilizzavano la tecnica dell’ipnosi, perché pensavano potesse far emergere esperienze che il paziente non ricordava; quest’ultimo, dunque, nel riviverle, si liberava dal problema. Attraverso questi studi Freud inizia a pensare che la coscienza sia soltanto una minima parte della nostra mente. Freud e Brewer, attraverso l’inosi, risalgono all’infanzia dei pazienti, momento cruciale per individuare i problemi; l’isteria è un insiseme di sintomi(come la febbre). Il sintomo non è altro che espressione di una causa da indagare. Un insieme di sintomi è espressione di un conflitto interiore. Secondo Freud, il conflitto interiore è legato alla sessualità, e più precisamente (almeno inizialmente), pensò fosse collegato ad un trauma. Dunque un evento drammatico viene represso dal paziente in quanto considerato inaccettabile. Freud introduce il termine RIMOZIONE, che consiste nella cancellazione dalla coscienza di un evento drammatico, spostato nell’inconscio e che riemerge sotto forma si sintomo.L’ipnosi però ha dei limiti: a) non tutti i soggetti sono ipnotizzabili b) i sintomi si ripresentavano sotto altre forme

Però resta importante perché conferma che la coscienza, ovvero la percezione che ognuno ha di sé, rappresenta soltanto una minima parte.

Prima topica – teoria dei luoghi della psiche

CONSCIO – coscienzaPRECONSCIO – memorie che possiamo recuperare con un certo sforzoINCONSCIO – dove giace tutto il rimosso

“L’umanità ha ricevuto tre importanti innovazioni : da Copernico, da Darwin e dalla scoperta dell’inconscio”Metafora dell’iceberg - la nostra coscienza è come la punta dell’iceberg.Essendo dunque l’Ipnosi insufficiente, Freud ci parla di un altro metodo: la libera associazione( un analista dice una parola ed il paziente dovrà dire la prima cosa che gli viene in mente, associata a quella parola).La PSICOANALISI è un’arte interpretativa; c’è una grandissima attenzione a parole, fatti etc, perché niente risulta privo di significato. L’interpretazione dei sogni risulta la via principale per l’inconscio: il sogno è l’appagamento di un desiderio rimosso. Risulta difficile interpretare i sogni perché la censura(che controlla che niente travagli dall’inconscio durante la veglia), è

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meno attento durante i sogni, tuttavia ciò che emerge è camuffato: il lavoro onirico di trasformazione . Il sogno ha un contenuto esplicito ed uno nascosto. Il lavoro onirico trasforma il contenuto vero in contenuto esplicito. L’interpretazione deve risalire dal CONTENUTO MANIFESTO al CONTENUTO LATENTE.

Il lavoro onirico agisce tramite tre tecniche:

1) CONDENSAZIONE – più elementi racchiusi in 12) SPOSTAMENTO – alcune figure del sogno ricoprono il ruolo di altre figure della realtà3) SIMBOLIZZAZIONE – allegorie ed immagini con significato unifersale

La CENSURA : elemento maggiore, che si allenta nel sogno ma c’è e trova espressione nelle tre tecniche.Fondamentale il rapporto tra paziente e psicanalista, scandito da affetto , coinvolgimento.Avviene il processo di transfert, ossia di traslazione: il paziente trasferisce sull’analista rapporti importanti. è un rapporto stretto, di dipendenza. Senza il transfert, la cura non ha effetto.

Seconda topica – nuova teoria dei luoghi della mente

ES o ID, IO o EGO, SUPERIO o SUPEREGO: 3 istanze della personalità.ES: prima istanza della personalità, luogo dove le pulsazioni sono caotiche. È totalmente inconscio. Il principio dominante è quello del PIACERE, che impone la realizzazione immediata di un desiderio. Questo cozza contro il principio della REALTA. L’es non bada al principio di non contradizione (posso volere una cosa e anche il suo contrario). Corrispondenza Es – Inconscio. Pulsazioni sessuali definite LIBIDOIO: in parte conscia in parte inconscia. Il principio di REALTA frena quello del PIACERE. Prende in esame le conseguenze, la fattibilità. Calcola vantaggi e svantaggi. Subisce pressioni da parte dell’Es e del Superio, dalla realtà. Io è il servo di tre padroni. È la componente più razionale, ma non si può identificare con la Coscienza, perché possiede una componente inconscia. I conflitti psichici possono portare a sbilanciamenti verso l’Es o il Superio. La Nevrosi è il simbolo di un conflitto di un soggetto che cerca un compromesso tra il desiderio e la rimozione.

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SUPERIO: è la coscienza morale del soggetto. Serve per interiorizzare insegnamenti fondamentali.

Legge del DIVIETO: nega soddisfazioni di piaceri contro a norme insegnate, interiorizzate.

La SESSUALITA INFANTILE, nei 3 saggi del 1901, dopo l’interpretazione dei sogni che fu utile all’elaborazione di questa teoria, grazie anche all’autoanalisi.

Complesso di Edipo

Al padre Laio fu predetto che suo figlio, Edipo, avrebbe rovinato la sua casa e così lo allontana. Edipo apprende da un indovino che ucciderà il padre e feconderà la madre. Lungo un viaggio uccide un uomo per un diverbio e sposa una regina rimasta vedova.Il complesso riguarda i sentimenti verso un genitore del sesso opposto( 3-5 anni). C’è un rapporto conflittuale ambivalente verso il genitore dello stesso sesso (odi et amo). Il complesso viene superato grazie all’apertura con il mondo esterno(ed in seguito superato). È normale ma patologico; il non superamento crea problemi. Il superamento avviene grazie alla socializzazione esterna (per esempio 5 anni è l’età della scuola). Porta al processo di SUBLIMAZIONE (importante per i rapporti sociali). Durante questo processo, l’energia esce dalla sfera sessuale per investire quella sociale.

LIBIDO: conica energetica con ampio raggio d’azione.

Ha diverse fasi che corrispondono a diverse zone erogene:

* Orale (per saziare)* Anale (controllo sfintere)* Fallica (complesso di Edipo)* Periodo di latenza (periodo sociale)

Infine l'individuo raggiunge la pubertà.

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“Psicologia della vita quotidiana”

Riassume due scritti : a) Psicologia della vita quotidiana b) Motto di spiritoa) Atti mancati – per esempio dimenticanze, azioni quotidiane, solitamente attribuite al caso.Per Freud sono azioni inconsapevoli. I processi spichici che provocano alla nevrosi sono dovuti ad atti mancati. Ebbe un grande successo perché i lettori si ritrovavano.b) Per una riflessione di manico che evidenzia legame tra motti di spirito e lavoro onirico. Il motto di spirito è un atto creativo liberatorio per i desideri proibiti da istanze morali. Come il sogno, c’è contenuto manifesto e contenuto latente. Anche le tecniche sono le stesse del sogno (condensazioni etc).Mentre nel sogno i contenuti sono rimossi, nel motto di spirito si esprime un’intenzione che se presentata seriamente sarebbe considerata offensiva, anche se poi si tratta di desideri incensurati. Si fa strada la possibilità di espandere la psicoanalisi all’arte (es nella letteratura si fa spesso analisi attraverso la psicoanalisi).

“Al di là del principio del piacere”

Per esperienza della guerra, della distruzione, dunque della morte.Dopo la guerra, Freud revisiona i suoi studi e cerca di elaborare una nuova teoria della società – all’istinto di autoconservazione e amore – EROS. L’istinto di distruzione e di morte – TANATHOS. Dunque ci sono 2 impulsi: a) Eros – istinto di vita, di sessualità b) Tanathos – istinto di distruzione, di morte; si manifesta attraverso aggressivitàMetapsicologia: sistematizzazione teorica della psicoanalisi per riflettere studi clinici, anche se temeva di fossilizzare il lavoro e bloccare le novità, una necessità di ordinare i risultati.

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Processo Psichico – 3 livelli : a) dinamico b) economico c) topico

a) Perché i processi psichici sono dovuti a forze contrastanti; abbiamo dunque pulsione dlal’interno. La Pulsione è diretta verso una meta . La pulsione è suscitata da uno stato di tensione che provoca sofferenza; dunque servono azioni per riportare la sofferenza ad un livello minimo, tramite oggetti o immagini a seconda del principio di piacere o realtà.Principio di Piacere (Primario)– Pulsioni sessualiPrincipio di Realtà (Secondario)– Pulsioni che derivano dall’IO per autoconservazione Entrambi si basano sull’energia libidica, in quantità finita; quando non soddisfacciamo le pulsioni del principio del piacere rimosse nell’inconscio, abbiamo meno energia.

b) C’è uno spostamento di energia nel modello economico: tot di energia spostato o da una parte o dall’altra.Il processo primario descrive la modalità di funzionamento inconscio in cui l’energia libidica fluttua liberamente; c’è libertà assoluta di fluttuazione dell’energia libidica e non c’è alcuna possibilità di sopportare la frustazione.Il secondario è per il Preconscio, Conscio. È più stabile e rigoroso. Ammette la possibilità di sopportare la frustazione.

c) L’inconscio è fatto da immagini. Il preconscio anche da parole, dove i ricordi possono emergere. Il Conscio è molto più importante dell’IO. Questi due processi ricordano le due topiche, ma non possono essre sovrapposti, a parte l’ES che corrisponde perfettamente co l’inconscio.

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“Saggio sul disagio sociale”

Obiettivo: interpretare la società e l’insoddisfazione diffusa.Rivede il concetto del SUPERIO; in passato era l’eredità delle figure parentali, interiorizzazione morale e l’aggressività del superio nei confronti dell’Io era la conseguenza dell’interiorizzazione delle proibizioni.Scoperto Tanathos, si presentò la necessità di rivalutare il superio; l’aggressività, per non essere rivolta verso l’esterno, viene rivolta all’interno.

C’è un senso di colpa perché la pulsione viene inibita, non solo interiorizza proibizioni, ma è anche una componente naturale dell’individuo.Differenza rimorso (per un’azione aggressiva)– senso di colpa (tensione naturale di tendenza dell’IO bloccata dal superio)Civilizzazione: processo che aumenta il senso di colpa perché richiede l’inibizione delle pulsioni.Analogia tra sviluppo sociale ed individuale: superio sociale- si forma da grandi personalità con grande forza spirituale (personalità maltrattate dalla vita e anche uccise- es Cristo)Pessimista ma non totalmente - i sacrifici imposti dalla società sono contrabbilanciati dalle offerte della società. Meccanismo di sublimazione (la felicità si deve ricercare nella società)– spostamento di energia verso oggetti differenti , pulsione indirizzata verso meta considerata\valorizzata dalla società(intellettuali, artistiche); dunque si viene premiati. Dimensione religiosa : illusoria e consolatrice – lo scopo è quello di ridurre l’aggressività, ma mortifica l’intelligenza perché questa aggressività viene rivolta verso l'interno, creando il senso di colpa.È meglio frammentare l’energia verso interessi sociali.

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Friedrich NietzscheFriedrich Nietzsche

(Friedrich Nietzsche 1844 - 1900)

BiografiaBiografia

Fu un contestatore; demistificò la cultura occidentale. La sua scrittura è più poetica che filosofica. Disse di essere il primo uomo decente, perché contraddisse ciò che nessun altro fece. Sapeva di proporre un messaggio nuovo e sconvolgente. Nasce nel 1844 e muore nel 1900. Gli studi di carattere filologico lo portano in contatto con la Grecità. Nietzsche era genio precoce. Non aveva ancora 25 anni quando riuscì ad ottenere la cattedra di lingue e letteratura greca nell’università svizzera di Basilea. Si ricordano i miti giovanili dell’autore (l’incontro con Schopenhauer fu importantissimo), e l’amicizia - collaborazione con Wagner. Nel 71 Nietzsche pubblicò il suo primo libro importante “La Nascita della Tragedia”. Questo testo fu criticato dalla cultura universitaria e dai colleghi. Ciò perché venne presentato come un testo di filologia mentre, in verità, si trattava di un testo di filosofia. I rapporti con il mondo accademico si fecero sempre più tesi, e lentamente si allontanò da questo mondo. Ben presto si trovò in una situazione psicologica ed emotiva difficile. Dunque iniziò a viaggiare, e l’Italia diventò una delle sue mete preferite. Frequentò Poll Re, un suo amico, con cui la collaborazione (anche culturale)finirà grazie all’intervento di una donna russa che andrà a

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convivere con Poll; probabilmente Nietzsche ne era innamorato, anche se lei non lo venne mai a sapere. In seguito i rapporti con la famiglia peggiorarono anche perché la sorella si sposò con un antisemita. Torino fu la prossima meta. La sua malattia (riscontrata in gioventù), iniziò a peggiorare; questo lo porterà a scrive lettere ad amici decisamente deliranti. Burckard, un suo amico, alla lettura di queste lettere, informò la famiglia, che mandò Nietzsche in una clinica per malattie nervose. Morirà nel 1900 senza aver recuperato la ragione. La sua malattia venne vista come un condizionamento forte anche nei suoi scritti. Quasi tutte le opere importanti di Nietzsche sono scritte nell’arco di un ventennio (dal 1871 al 1888). Il filosofo scrive moltissimi scritti, alcuni dei quali pubblicati postumi. Tradizionalmente gli scritti di Nietzsche si dividono in 3 periodi:

ξ

Le Opera Giovanili: “La Nascita della Tragedia”, “Le Considerazioni

Inattuali” (4 scritti in una raccolta unica).

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Fase Illuministica: “Umano Troppo Umano”, “Aurora”, “La Gaia Scienza”.

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Scritti della Maturità: “Così Parlò Zarathustra”. Annuncia la sua verità in questa fase, dove non viene presentata alcuna. Introduce i concetti dio “Superuomo”o “L’eterno Ritorno”o “La Volontà di Potenza”.Altre opere secondarie: “Al di la del Bene e del male”, “Genealogia del male” “Anticristo”, “Ecce Homo”(una specie di diario), “Il Caso Wagner”, “Nietzsche contro Wagner”. Sua sorella pubblicherà “La Volontà di Potenza”, unendo gli appunti di Nietzsche. Questo testo fu interpretato, ingiustamente, come una profezia del Nazismo. Nella prima fase Nietzsche è molto dipendente dai suoi maestri, ne è discepolo. Nella fase Illuministica, Nietzsche abbandona i miti giovanili e da inizio alla filosofia dello “Spirito Libero”. Infine nel terzo momento, Nietzsche si trasforma in Maestro che insegna. Nietzsche sperimenta molti stili, una grande varietà di generi letterari. Negli Scritti giovanili prevalgono le forme saggistiche della tradizione. La nascita della tragedia è nel solco della tradizione; non c’è niente di nuovo ed innovativo. Partendo dal secondo periodo, cambia stile; scrive in un modo più enigmatico, poetico, le sue opere sono piene di frasi, di aforismi provocatori, tutti da interpretare e da decifrare. Sperimenta diverse vie per tentare di

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esprimere orizzonti nuovi. La scrittura di Nietzsche si fa difficile da interpretare, pone dubbi, interrogativi, stronca, polemizza. Nello Zarathustra c’è un nuovo cambiamento sul piano linguistico. Non è un saggio, non è un trattato, non è un testo poetico, ma viene definito un testo in prosa. Il modello più vicino è il Nuovo Testamento, perché riproduce la struttura stilistica dei Vangeli.

La nascita della tragedia

Presentato come testo di filologica è in realtà filosofico. È un’opera nella quale Nietzsche indagò sulla genesi della tragedia greca. Il mondo greco venne considerato la culla della cultura e un modello esemplare per tutta la cultura successiva. Fin dalla prima lettura, ci si accorge che Nietzsche non analizzò il mondo classico in maniera tradizionale. Si accostò al classicismo con un punto di vista non condiviso dagli intellettuali del suo tempo. Egli rovesciò l’immagine tradizionale della grecità; parlando di mondo classico, tradizionalmente significava armonia, equilibrio, misura, serenità. Quando si voleva celebrare il mondo classico, si guardava all’età di Pericle, il momento più bello. Nietzsche invece, guardando a quel secolo, lo interpretò diversamente, sostenendo che nel V ebbe inizio la decadenza del mondo greco, perché lo spirito Greco fu smarrito, prosciugando in questo modo la vita. Leggendo Schopenhauer aveva condiviso il punto di vista della vita come sofferenza. Al tema della vita Nietzsche viene condotto anche grazie all’amicizia con Wagner. Quest’ultimo, grande musicista, vedeva l’arte nella musica; la musica è la lingua dell’inesprimibile, l’essenza della vita, l’immediatezza della vita. Supera i limiti della ragione, del concetto. Solo nella musica la vita piò trovare davvero espressione. La tragedia nel mondo greco era importantissima. Nella tragedia si ritrova la presenza di due grandi forze che animavano lo spirito greco: 1) Lo Spirito Apollineo: è il Dio della forma, della misura e si è espresso divinamente nella scultura, nelle arti plastiche. È il Dio della chiarezza della luce, dell’armonia. 2) Lo Spirito Dionisiaco: è il Dio dell’ebrezza. È il Dio del caotico, dello smisurato, è il Bacco Greco. Simboleggia l’energia, l’istinto, il furore. Trova la sua massima espressione nella musica. Solo la musica riesce ad esprimere la liberazione, l’abbandono, la passione. Grazie a questo dualismo l’arte greca fu così grande. In questi due principi,

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l’autore vedeva esprimersi il contrasto primigenio fra caos ed ordine, Ascendenza e Decadenza. Uno dei punti di forza della tragedia greca era il coro, nel quale si esprime al meglio l’elemento Dionisiaco. L’uomo greco, grazie alla tragedia, riusciva a vivere e sopportare la vita. L’Apollineo rappresentava l’illusione di una vita stabile ed armoniosa, il Dionisiaco, rivelava l’abisso, il caos, il gioco crudele della vita. In questo Dionisiaco c’è anche il dolore; rappresenta la vita che non è mai disgiunta dalla morte.La tragedia Greca, che aveva conosciuto grandi sviluppi con Eschilo, conosce la sua decadenza con Euripide, il quale trasformò l’azione tragica in un dibattito. Insieme ad Euripide, a dare inizio alla decadenza dell’età

ellenistica, ci fu anche Socrate. Lo spirito Dionisiaco perse di significato. Nietzsche affermò che “All’uomo tragico si sostituisce l’uomo teoretico”, cioè l’uomo che pensa, la potenza della ragione che vuole dominare la vita. L’uomo, con Socrate, ragiona sulla vita; la dimensione razionale cancella la vita. Platone imprigionò la vita, ponendo il mondo delle idee come alternativa alla vita reale. Rivalutò il piano dell’esistenza empirica, materiale. Nietzsche riteneva la teoria di Platone una teoria per pochi, per intellettuali. Il Cristianesimo non fece altro che prendere quei valori e rivalutarli, rendendoli comprensibili alle masse. L’uomo Cristiano infatti afferma che la vera dimensione dell’uomo è quella dell’aldilà, dopo la morte. Propone due dimensioni e svaluta la vita terrena, come fece Platone. Questo è l’approccio del mondo occidentale, che uccise il Dionisiaco, allontanando l’uomo dalla vita, e trasformandolo in una creatura debole che non vive nell’attimo, nel presente, ma che vive proiettata verso l’aldilà. L’uomo occidentale non sa vivere nel presente, non sa vivere la vita. Tutto ciò è la conseguenza della decadenza incominciata nel mondo greco e diffusasi nel mondo occidentale.

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La filosofia nell’età tragica dei greci

Ribadisce la frattura fra i Presocratici e Socrate. C’è un frammento di Eraclito che gli piace molto e risponde in parte anche alla sua idea di vita: “Il tempo è un fanciullo che gioca a dadi con il tempo”. Rivela l’innocenza del tempo, l’atteggiamento di chi vive la vita senza filtri razionali. Si può già cogliere un cenno al prospettivismo Nietzschiano. Il positivismo esaltava i dati oggetti, obiettivi. Nietzsche invece obietta e dice che non ci sono fatti ma solo interpretazioni. Non esistono verità, non esistono falsità ma solo prospettive diverse sulla realtà. Il conoscere è solo prospettico, al di là del vero o del falso. Il mondo è incerto, mutevole. Conoscere significa organizzare la realtà secondo una certa prospettiva. Il Nietzsche maturo riprende questi concetti e li sviluppa.

Considerazioni inattuali

Le considerazioni inattuali sono quattro scritti elaborati fra il 73’ ed il 76’. Sono considerazioni non condivise, che vanno a criticare la cultura contemporanea. Nella seconda, in particolare, si affronta il tema della storia e dello storicismo. Il titolo preciso è “Sull’utilità e il danno della storia per la vita”. È un tema molto inattuale, in quanto mettere in discussione la storia nel secolo dello storicismo, significava andare controcorrente. Nietzsche voleva mettere in risalto gli errori della storia in un’epoca che andava fiera della storia. Pensava che l’intero 1800 soffrisse di una “Malattia Storica”. Il 1800 aveva un legame troppo stretto con il passato e ciò portò all’atrofizzazione di tutti gli elementi attivi e creativi. Gli uomini erano ormai dominati dalla mentalità storica. Per combattere la malattia storica bisognava imparare a vivere in modo non storico. L’uomo aveva bisogno dell’oblio, doveva recuperare un certo grado di incoscienza. Nietzsche cominciò a parlare dell’importanza dell’attimo. Disse: “Chi non sa fisarsi sulla soglia dell’attimo, dimenticandosi del passato non saprà mai cos’è la felicità”.

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Presentò 3 modi fondamentali di porsi con la storia:

1) La storiografia monumentale: offre all’uomo contemporaneo grandi modelli, grandi maestri. Si guarda al passato perché il presente non riesce a fornire questi modelli. Questa storiografia può essere anche positiva. L’errore, il rischio che si corre con questo approccio è quello di falsare il passato, cioè mitizzare il passato. Il passato è solo passato e degno di imitazione. Il passato seduce l’uomo e spinge l’entusiasta al fanatismo.

2) La storiografica antiquaria: chi segue questo approccio vuole tutelare la tradizione, essere fedele alla memoria. Queste persone ricercano la propria storia, della loro stirpe, della loro città. Il limite di questa storiografia è quello di servire la storia passata al punto tale da mummificare la vita. Chi segue tale corrente diventa incapace di generare il nuovo.

3) La storiografica critica: è l’approccio di chi giudica il passato. “Bisogna portare la storia dinanzi al tribunale del presente”, detto in termini kantiani. Chi è così critico nei confronti del passato vuole staccarsi dal passato. È comunque pericoloso, in quanto non dobbiamo comunque staccarci completamente dal passato. Guardare indietro ha senso, serve anche per il futuro. Tutti e tre presentano dei rischi; l’uomo però non si deve lasciare sopraffare dai tre.

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Fase illuministica

Viaggiò moltissimo e la sua malattia peggiorò. Scrisse 3 testi. Modificò anche il suo linguaggio. Non adoperò più la forma del saggio tradizionale, ma uno stile nuovo. Il tono è spesso quello dell’invettiva ironica e tagliente. Il linguaggio è fatto di lampi, con passaggi repentini. Nietzsche recise ormai i legami con Schopenhauer e Wagner. Nietzsche di Schopenhauer apprezzò soprattutto l’analisi disincantata, pessimistica della realtà; Nietzsche condivise tutto ciò, ma è sempre stato meno disponibile ad accettare la soluzione finale dell’ascesi. Si distaccò anche da Wagner, per diverse ragioni; si convinse del fatto che l’arte non poteva in alcun modo riscattare l’umanità; ci sono anche altre ragioni più specifiche, riconducibili al progetto Wagneriano del Parsifal. È un opera ispirata alla leggenda del Santo Graal. Il Parsifal voleva fondere la leggenda del Santo Graal con l’Epopea dei Nibelunghi. Si scambiarono i scritti ma tacquero, senza commentarsi a vicenda; un’amicizia era finita. I tre scritti del periodo furono:* Umano troppo umano (1878) che contiene come sottotitolo Spiriti Liberi. Cambia l’orizzonte degli interessi di Nietzsche. C’è una critica alla trascendenza. Il cosiddetto altro mondo, è un illusione, è troppo umano. La metafisica, come le ipotesi religiose sono frutto di un inganno, sono delle bugie a cui l’uomo si appella per riuscire a sfruttare meglio la propria debolezza. L’uomo vorrebbe dare un significato infinito alla sua vita finita. Dunque Nietzsche analizza in modo spietato la sua età, la cultura del suo tempo, annuncia la malattia dell’uomo occidentale. C’è una denuncia degli imbrogli, in cui l’uomo è caduto. Critica la trascendenza e la morale. Quest’ultima subordina la vita, la morale propone dei valori pretesi trascendenti che bloccano l’esistenza. Bisogna smascherare queste illusioni. Bisogna denunciare la radice umana di queste illusioni. * Aurora: sorge qualcosa di nuovo, ci sono dei cambiamenti, dei mutamenti. * La Gaia Scienza: è una scienza libera dalla paura, dall’ignoranza, una scienza coraggiosa, così come coraggiosi furono grandi uomini, come Cristoforo Colombo, che seppe dire addio al vecchio continente per andare verso il nuovo. Tutti gli uomini che osarono agire, sono spiriti liberi, gli altri sono gli ipocriti. È bene in quest’opera parlare del tema della “Morte di Dio”. Ad un certo punto, ci presenta infatti attraverso una figura molto simbolica, che annuncia la Morte di Dio. Ad un certo punto c’è l’uomo folle che in pieno

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giorno con una lanterna accesa in mano arriva su una pubblica piazza e cerca Dio. Dov’è Dio? Sulla piazza sono radunati molti uomini, che vedendolo, lo prendono per pazzo. Dando però il suo annuncio “Dio è Morto”, la piazza ammutolisce; gli uomini cadono in uno stato di assoluta confusione, “Come faremo a vivere senza?” “Abbiamo perso il nostro punto di riferimento”. Il crollo di Dio ha comportato il crollo di tutti gli altri valori. La cosa terribile è che l’uomo ha ucciso Dio, siamo Noi i suoi assassini. L’uomo folle non è nient’altro che il filosofo, che è il portatore di una verità che gli altri uomini ancora non hanno compreso. Quelli che ridono sono quegli atei settecenteschi che si sono dichiarati atei senza comprendere nulla, senza comprendere la drammaticità dell’ateismo. Nel contesto Nietzschiano va inteso in senso molto alto questa morte. Per Nietzsche Dio non è soltanto un concetto religioso, teologico, bensì Dio per Nietzsche è Un insieme di valori; il crollo di Dio è il crollo di ogni certezza, ogni valore. La morte di Dio, determina nell’uomo un fortissimo senso di spaesamento. Ci si ritrova in una dimensione del nulla. Cos’è la scienza? Viene vista come metodo spregiudicato e libero, non un insieme di edificate certezze nelle quali nutrire quasi una fede. La scienza è un sapere libero, non privo di errori. Nietzsche con una riflessione molto moderna ha la consapevolezza lucida del fatto che gli errori siano ineliminabili. Nell’illuminismo Nietzsche apprezza la carica critica, polemica, rifiutando l’enciclopedismo. In una dedica a Voltaire, disse che bisogna liberare lo spirito. Da notare anche l’attacco feroce alla trascendenza.

Dio è anche la personificazione di tutte le certezze dell’uomo, oltre al valore trascendentale che esso ha. Anche la scienza è una delle personificazioni dell’uomo. La morte di Dio è anche bilanciata dall’accettazione della versione dionisiaca di Dio. La morte di Dio deve portare ad una trasformazione nell’uomo: la trasformazione in Super Uomo. Solo chi ha il coraggio di capire, prendere atto della morte di Dio può varcare la soglia che divide l’uomo dal Super Uomo. La morte di Dio è una cosa terribile, ma anche una cosa alla quale l’uomo può guardare con speranza ed aspettativa. Con il venire meno di ogni certezza, tramonta definitivamente il Platonismo. La cultura Platonica, che è pesata sull’uomo occidentale per secoli. Il Platonismo perché? Quest’ultimo è la filosofia metafisica per eccellenza. Platone ha condannato il mondo empirico ed ha inventato l’idea di un altro mondo, diverso da quello in cui viviamo. il Cristianesimo ha elaborato Platone. Anche chi non crede è comunque immerso all’interno di una cultura decisamente cristiana, che dura da secoli.

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Nietzsche disse che Platone riteneva che il mondo vero fosse quello delle idee e cogliibile solo dai saggi, dai sapienti. Con il Cristianesimo il mondo vero è stato promesso solo ai virtuosi. Con Kant il mondo vero è diventato un postulato morale. Con il positivismo la realtà diventata inconoscibile. Infine quando trionfano gli spiriti liberi, il mondo vero si rivela un idea inutile. Dunque viene meno la visione dualistica del mondo. La nostra dimensione è questa, creare altre dimensioni, significa creare favole.

Così parlò Zarathustra

Prende come modello il Nuovo Testamento, avendo una scrittura in versi (simile ai Vangeli). Zarathustra è un antico profeta iranico, antico moralista che contribuisce a fondare la morale. Lo scritto si divide in 4 parti: a) catena di parabole e profezia di Zarathustra. Cornice narrativa che racconta l’isolamento di Zarathustra su una montagna per meditare (a 30 anni – la stessa età che Cristo aveva quando iniziò a predicare). In seguito scenderà per rivelare agli uomini la verità che ha colto; b) Zarathustra ritorna sulla montagna, aspettando che dia frutti ciò che ha seminato tra gli uomini. c) C’è la terza discesa tra gli uomini, dove rivela il nucleo della sua dottrina. Annuncia il superuomo, l’eterno ritorno e la volontà di potenza. d) Esalta la vita del superuomo.

SUPERUOMO - tappa alla quale l’umanità deve arrivare. I critici preferisco usare il termine “oltreuomo” , in quanto più vicino al significato tedesco. La sorella ed il Nazismo la interpretarono come evoluzione perché giustificherebbe il dominio della razza ariana. Per Nietzsche il termine evoluzionismo assume risulta semplicistico. Il superuomo è un eroe affermatore; è un uomo che ha realizzato pienamente la disposizione dionisiaca, colui che ha vissuto drammaticamente la morte di Dio, ma non si rifugiò nella passività del fanatismo. Continua a vivere, pur sapendo che la vita è caos, è uno spirito pacifistico, senza morale e senza valori ha coraggio di vivere. Si oppone all’asceta di Schopenhauer.

VOLONTA' DI POTENZA – è la vita stessa interpretata come una forza che continuamente si espande e si supera. È l'autoaffermazione della vita. È legata alla volontà di dominio.

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ETERNO RITORNO – è spiegato nel capitolo: “La visione e l'enigma”. Zarathustra sta salendo su un sentiero di montagna seguito da un nano. Arriva davanti a un bivio con due indicazioni: “Passato”, “Futuro” e al centro “Attimo”. Zarathustra chiede al nano se le due strade sono destinate a contraddirsi e il Nano risposte che tutte le cose diritte mentono, ogni verità è ricuva, il tempo stesso è circolo. Zarathustra è insoddisfatto dalla superficialità della risposta del nano.Improvvisamente Zarathustra nota un pastore che soffoca a causa di un serpente in bocca e gli urla di mordere la testa del serpente. Il pastore segue il consiglio di Zarathustra e si trasforma nell'Oltreuomo.Il serpente simboleggia metaforicamente l'eterno ritorno. Il pastore rappresenta l'uomo che può trasformarsi in Oltreuomo solo se ha il coraggio di non temere l'eterno ritorno.L'eterno ritorno è qualcosa di più di una semplice visione ciclica del mondo. Secondo alcuni Nietzsche vuole dare un'interpretazione scientifica cosmologica: l'energia è finita e il tempo è infinito per cui si ripeteranno combinazione del mondo.Secontro altri, invece, si tratta di un imperativo morale ad amare la vita.Secondo Vattimo, Nietzsche rifiuta una visione epidica del tempo e ribadisce l'importanza del presente, ossia di uscire da prospettive millenarie in cui l'uomo comune è incatenato e divenire Oltreuomo.

PROSPETTIVISMO – Il mondo ha una pluralità di significati e quindi di prospettive diverse. Non esistono valori assoluti: anche la scienza è un'illusione che nasce dalla necessità di avere delle certezze legata all'insicurezza umana.

Nichilismo

Deriva dalla crisi dell'uomo moderno e dallo sgomento che prova di fronte all'esperienz del nulla. Il nichilismo può essere incompleto o completo.Il nichilismo incompleto è tipico dell'uomo che dopo la caduta delle certezze adotta valori alternativi con lo stesso approccio fideistico.Il nichilista completo, invece, può essere attivo o passivo. Il nichilista passivo rimane paralizzato dinanzi alla caduta delle certezze, mentre il nichilista attivo accetta la distruzione di ogni verità ed è lui stesso sorgente di nuovi valori che esaltano lo spirito dionisiaco.

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La morale

Nietzsche si propone di esaminare la necessità o meno della morale. Tutte le analisi, anche le più critiche sono partite da un riassunto di fondo che qualche regola etica sia necessaria. Nietzsche si chiede: “Chi l’ha detto che sia

necessario?”. Mette in discussione la necessità stessa della morale. Dunque va a cercare la genesi della morale nel mondo Greco. Si pensi per esempio all’Iliade. È un mondo aristocratico dominato da grandi guerrieri. È un mondo dominato da eroi che hanno caratteristiche vitali all’ennesima potenza. La loro caratteristica prima è la forza, l’energia, il corpo. Nel mondo Greco però, accanto alla classe dei principi guerrieri che incarnavano i valori del corpo, esisteva una classe sacerdotale che sul piano di questi valori, non poteva di certo competere. Questa classe sacerdotale quale operazione riuscì a compiere? Incapace di prevalere sul piano fisico, questa classe elaborò una tavola di valori alternativa a quelli del corpo; creò i valori dello spirito. La storia della civiltà è la storia della progressiva imposizione di questa tavola di valori spirituali in posizione che diventa sopraffazione dei valori del corpo. Il mondo occidentale si è sviluppato all’insegna di questi valori dello spirito, che la cultura Cristiana ha enfatizzato. Dal punto di vista di Nietzsche, i valori del Cristianesimo, non sono valori. L’uomo moderno non è altro che il frutto di una secolare imposizione di valori dello spirito. L’analisi non è positiva, l’uomo del tempo è un uomo debole. L’uomo comunque ha in sé inevitabilmente una carica di aggressività. I popoli sacerdotali hanno fatto sì che l’aggressività, invece di essere incanalata verso l’esterno, fosse proiettata verso l’interno. L’uomo contemporaneo è dominato da sensi di colpa. L’uomo contemporaneo è un uomo malato, infiacchito. La morale viene criticata profondamente, vista come uno dei mali più gravi dell’uomo contemporaneo.

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BIBLIOGRAFIA

• Filosofia (autori: S. Givone, F.P. Firrao, editore: Bulgarini)• Protagonisti e testi della filosofia (autori: N. Abbagnano, G. Fornero,

editore: Paravia)• Appunti personali

RINGRAZIAMENTI

Rivolgiamo un sincero ringraziamento al nostro istituto per l'opportunità di partecipare a questo concorso.

Un ringraziamento particolare va alla prof.ssa Cavallotto che con le sue lezioni ci ha fornito gran parte del materiale necessario a organizzare il presente elaborato.

Ci piacerebbe, inoltre, ringraziare e inviare un augurio di leale competizione a tutti i partecipanti, senza i quali non avremmo avuto uno stimolo aggiuntivo a fare del nostro meglio.

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