La Questione Dell'Uranio Impoverito

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Università Cattolica del Sacro Cuore Facoltà di Scienze Politiche LA QUESTIONE DELL’URANIO IMPOVERITO Tesi di Laurea di Valentina Sara Quarantini Matr. 3103651 Relatore Prof. Virgilio Ilari A.A. 2008-2009

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Università Cattolica del Sacro Cuore

Facoltà di Scienze Politiche

LA QUESTIONE

DELL’URANIO IMPOVERITO

Tesi di Laurea

di

Valentina Sara Quarantini

Matr. 3103651

Relatore Prof. Virgilio Ilari

A.A. 2008-2009

Page 2: La Questione Dell'Uranio Impoverito

INDICE

Introduzione …………………………………………………………………………….………..

1.Cos’è l’Uranio impoverito 1.1 Proprietà chimiche, fisiche e radiologiche……………………..…………………

2. Usi e rischi dell’ Uranio Impoverito

2.1 Applicazione civile e militare……………………………………………………….

Sistemi d’arma capaci di usare proiettili all’Uranio impoverito…...………

2.2 Rischi dell’Uranio impoverito. Effetti sull’uomo e sull’ambiente

Meccanismi di contaminazione ……………………………………...…………..

Esposizione esterna ed esposizione interna…………………………………….

Contaminazione ambientale………………………………………….…………..

3. L’Uuranio impoverito nei campi di battaglia

3.1 La Guerra del Golfo e la Sindrome del Golfo (GWS)………………..………….

3.2 Somalia e Bosnia……………………………………………………………………..

3.3 La Guerra in Kosovo e la Sindrome dei Balcani…………………………………

3.4 Norme di protezione………………………………………………………………….

3.5 L’aspetto giuridico…………………………………………..……………………….

4. La Questione dell’Uranio impoverito……………………………………………………...

Il dibattito in Italia

4.1 La commissione Mandelli…………………………………………………………..

Il linfoma di Hodgkin………………………………………………………………..

4.2 Il progetto SIGNUM…………………………………………………………………

4.3 Gli studi della dott.ssa Antonietta Morena Gatti…………………………………

4.4 La commissione parlamentare d’inchiesta………………..………………………

5. L’Uranio impoverito e le sue conseguenze. Testimonianze e Opinioni

Il punto di vista del Prof. Massimo Zucchetti…………………………………………

Il punto di vista di Fernando Trementini………………………………………………

Maresciallo Domenico Leggiero………………………………………………………..

Luca Sepe, un soldato…………………………………………………………………….

Il soldato Valery Melis……………………………………………………………………

Bambini deformi a Fallujah di Maria Estela del Sagrario Montero Garcia………

Conclusione……………………………………………………………………………………….

Tabelle e Mappe………………………………………………………………………………….

Bibliografia…………………………………………………………………………….…………

Pag.

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» 5

» 9 » 13

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Introduzione

Parlare di Uranio impoverito: di questo argomento vastissimo e di attualità si è scritto tanto, si

è detto tanto, si è dibattuto a lungo (spesso anche con fini prettamente politici), ma soprattutto si è

omesso tantissimo.

L’Uranio impoverito (DU dall’inglese Depleted Uranium) è il sottoprodotto del processo di

arricchimento dell’uranio. Classificato come scoria nucleare è divenuto materia prima per la

costruzione sia di proiettili che di corazze estremamente resistenti.

All'inizio del 2001, dopo la guerra del Kosovo e a seguito di un incremento di neoplasie1 che

hanno colpito i militari italiani impiegati nella regione dei Balcani, è emerso improvvisamente il

problema dell'impiego in azioni belliche di munizionamento all'Uranio impoverito (DU). Altrettanto

rapidamente è stato proposto da quasi tutti gli organi di informazione come qualcosa di nuovo e

inaspettato, dimenticando invece che il DU era stato utilizzato insieme alle cluster bombs2 fin dal

1991 in occasione della prima guerra del Golfo e quattro anni dopo in Bosnia Erzegovina.

Da dove deriva il problema e quali sono i possibili rischi diretti e indiretti che l'utilizzazione

del munizionamento al DU può comportare non è materia completamente chiarita, come non è

chiaro in quale modo il munizionamento di Uranio impoverito possa interagire mescolato ad altro

munizionamento convenzionale e con altri metalli a seguito di impatto. Si è parlato molto invece (e

si parla ancora) di radioattività. Si denunciano possibili malattie gravi notoriamente collegate a

questo fenomeno fisico, tralasciando di approfondire piuttosto altri particolari maggiormente

significativi.

Proporre il concetto del pericolo radioattivo aiuta sicuramente a distogliere l'attenzione da

altri problemi, ossia l'inquinamento chimico diretto e indotto che il DU può provocare nell'ambiente

e sulle persone anche catalizzando gli effetti degenerativi di altri metalli pesanti; argomentazioni

che, come il tempo sta dimostrando, hanno una certa validità.

1 Neoplasie: al sing. Neoplasia. Tumore

2 Cluster bombs: Munizioni a grappolo o bombe a grappolo. Sono bombe, in genere lanciate da aerei o dal suolo, che contengono un certo numero (fino a migliaia) di submunizioni (o bomblets) che, all'esplosione dell'ordigno principale (dispenser), vengono scagliate a distanza e si sparpagliano sul terreno.

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Il tipo di informazione finora sviluppata non può che essere definita omissiva nella maggior

parte dei casi, se non altro per la non completezza dei dati proposti e per le conclusioni

ufficializzate.

L’intenzione di questa ricerca è affrontare il problema con un approccio sereno ma concreto,

riassumendo tutto quello che riguarda l’Uranio impoverito, la sua storia, il suo utilizzo e i suoi

effetti, cercando di dare al lettore uno strumento adeguato e, a mio avviso, necessario per avere una

conoscenza generale su un argomento che, in questi ultimi anni, è stato di estrema attualità e che,

vedendo il proliferare di nuovi conflitti bellici in varie parti del globo, potrebbe tornare tristemente

alla ribalta nel prossimo futuro.

La ricerca si articola su cinque capitoli. All’interno di ogni capitolo sono state operate una

serie di suddivisioni nell’impaginazione pensate per rendere la trattazione più analitica e la lettura

più chiara.

Il primo capitolo si occupa di dare una visione generale di ciò che si intende con Uranio

impoverito; il secondo capitolo indaga i diversi utilizzi del DU sia in ambito civile che militare

focalizzando l’attenzione soprattutto sul settore militare in quanto problematico per quanto riguarda

i rischi per l’uomo e l’ambiente; il terzo capitolo, partendo dalla I Guerra del Golfo, presenta il caso

balcanico e cioè conflitto in Bosnia nel 1995 e in Kosovo nel 1999 come esempio di ciò di cui si è

trattato nei capitoli precedenti; il quarto capitolo, incentrato sul dibattito sorto in Italia, elenca una

serie di studi fatti da commissioni sorte in merito alla questione dell’Uranio impoverito mentre il

quinto ed ultimo capitolo non è altro che una raccolta di opinioni ed esperienze personali di

scienziati e militari che hanno vissuto sulla loro pelle le conseguenze causate dal contatto umano

con l’Uranio impoverito. In appendice sono state inserite tabelle, immagini e mappe utili per

inquadrare meglio l’argomento e per fornire uno strumento visivo necessario alla comprensione.

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Capitolo Primo

COS’E’ L’URANIO IMPOVERITO (DU)

1.1 PROPRIETA’ CHIMICHE, FISICHE E RADIOLOGICHE

L’Uranio è tutto intorno a noi.

L’Uranio è un metallo pesante che si trova in piccole quantità in rocce, suolo, aria, acqua e

cibi. Nella sua forma naturale, l’Uranio è costituito da 3 isotopi3, con una netta prevalenza (99%)

dell’isotopo 238. Tutti gli isotopi dell’Uranio sono radioattivi. A causa della sua lunga vita media,

l’U-238 ha una attività molto bassa. Per utilizzarlo nei reattori nucleari, o nelle armi nucleari, è

necessario arricchire l’Uranio naturale con gli isotopi fissili U-235 e U-234. Il materiale che ne

deriva è noto come Uranio arricchito, e la sua concentrazione di U-235 in peso varia fra il 2% ed il

90%. Il prodotto di scarto della lavorazione dell'arricchimento dell'Uranio è rappresentato

dall'Uranio impoverito.

L'Uranio è distribuito pressoché ubiquitariamente nella crosta terrestre, è comune come lo

Stagno, il Tungsteno ed è uno dei cosiddetti radionuclidi primordiali ovvero esistenti da sempre a

causa del suo tempo di dimezzamento4 estremamente lungo. Se non viene effettuata alcuna azione

di separazione fisica o chimica i membri di ciascuna serie radioattiva si trovano in uno stato di

equilibrio. Per preparare il combustibile per la produzione di energia elettrica nelle centrali nucleari,

viene estratto l’Uranio da vari minerali, principalmente uraninite e pechblenda, sotto forma di

3 Isotopo: Ogni elemento chimico esiste in natura come miscela di isotopi. L'isotopo è una delle forme possibili dell'atomo di un elemento chimico. Ad esempio, esistono tre isotopi dell'idrogeno: l'idrogeno propriamente detto, H-1, il deuterio, H-2, e il trizio H-3. La differenza tra gli isotopi è nel numero di neutroni contenuti nel nucleo. Nell'idrogeno non ce ne sono, nel deuterio ce n'è uno e nel trizio due. Alcuni esistono in natura, altri possono venire prodotti da reazioni nucleari all'interno dei reattori.

4 Tempo di Dimezzamento: il tempo che impiega una quantità di un elemento radioattivo a diminuire della metà la sua massa. Ad esempio, un Kg di U-238 si ridurrà a 1/2 Kg in 4.51 miliardi di anni, un chilo di U-234 diventerà mezzo chilo dopo 247.000 anni. Il tempo di dimezzamento è una entità puramente statistica: infatti, è una misura della tendenza del singolo atomo a trasformarsi, decadendo in un atomo di un elemento diverso più una certa quantità di energia emessa sotto forma di particelle o di radiazione.

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ossidi, uranati, carbonati, silicati, fosfati, tantalati5. In pratica il minerale grezzo, la cui

concentrazione di Uranio non è superiore allo 0.1%, viene frantumato, trattato chimicamente e

concentrato, ottenendo una miscela di tre radioisotopi indicata come Uranio naturale. È importante

ricordare che la separazione chimica non permette la separazione degli isotopi presenti nell’Uranio

naturale, per effettuare infatti questa separazione isotopica, nell’ambito della preparazione delle

barre di combustibile nucleare, e’ necessario ricorrere ai grandi impianti a diffusione gassosa. In tali

impianti l’U-235, materiale fissile6 per eccellenza, viene trasferito da una quantità di Uranio

naturale un’altra quantità di Uranio naturale trasformandola così in Uranio arricchito.

L'arricchimento e/o l'impoverimento dell'Uranio naturale è relativo alla concentrazione in

peso dell' U-235, presente nella miscela. L'Uranio impoverito, d’ora in poi DU (dalla sua sigla

inglese Depleted Uranim), è anche ottenuto come prodotto di scarto dai procedimenti di

riprocessamento del combustibile nucleare irradiato. Il DU è quindi uno dei materiali di scarto della

raffinazione dell'Uranio naturale impiegato a scopi militari (all'interno di bombe nucleari) o civili

(come combustibile per alcuni tipi di reattori nucleari). L’Uranio naturale, composto da 3 isotopi,

(come si può vedere dalla tab. 1) è costituito in massima parte da U-238, l’isotopo meno attivo.

Tab. 1 - Composizione dell’Uranio naturale e tempi di dimezzamento

Le armi nucleari e il combustibile delle centrali nucleari contengono invece una percentuale

maggiore di Uranio 235, ottenuta attraverso il cosiddetto processo di arricchimento dell'Uranio.

Questo processo ha due prodotti: da una parte, un metallo di Uranio arricchito nella sua frazione

5 Tantalati: In chimica il tantalio è l'elemento chimico di numero atomico 73. Il suo simbolo è Ta. È un metallo di transizione duro e duttile, lucido, di colore blu-grigio, molto resistente alla corrosione, soprattutto all'attacco degli acidi, ed è un buon conduttore di calore ed elettricità.

6 Materiale fissile: In ingegneria nucleare un materiale fissile è un materiale che è in grado di sviluppare una reazione a catena di fissione nucleare.

Isotopo Massa % Tempo di dimezzamento

U – 234 0.0054% 247 mila anni (emissione alfa)

U – 235 0.07110 % 710 milioni di anni (emissione

alfa)

U – 238 99.2836 % 4.51 miliardi di anni (emissione

alfa)

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235; dall'altra, un metallo di Uranio 238, e pertanto meno “ricco” di U-235. Per convenzione, il

primo viene chiamato Uranio arricchito, e il secondo Uranio Impoverito.

L'Uranio naturale è sufficientemente radioattivo da impressionare una pellicola fotografica in

circa un'ora. L'Uranio Impoverito manifesta circa il 60% di questa attività. Impressiona una

pellicola, quindi, in circa un'ora e venti.

Il DU possiede delle uniche proprietà fisiche quali la densità elevatissima (19 g/cm3, 1.7 volte

maggiore della densità del piombo) ed una notevole duttilità7. Inoltre, l’Uranio è piroforico, e

quindi delle piccole particelle prendono spontaneamente fuoco a contatto con l'aria.

La radioattività8 dell'Uranio naturale deriva da un processo spontaneo di decadimento9.

Questo processo interessa una percentuale minima degli atomi dell'elemento . Un grammo di

Uranio-238, ad esempio, impiega 4,5 miliardi di anni a trasformarsi in ½ g. di U-238 mescolato a un

altro ½ g. di Piombo. Il Piombo è il risultato finale del processo di decadimento. Nel corso di questo

decadimento, l'elemento emette energia sotto tre forme possibili (a parte il calore): raggi alfa10,

7 Duttilità: capacità di un metallo di essere lavorato oltre a quella di poter essere ridotto in fili sottili.

8 Radioattività: scoperta alla fine del 1800, è la disintegrazione spontanea di nuclei atomici con emissione di particelle subatomiche e di onde elettromagnetiche. Rutherford scoprì che vi sono almeno due componenti nelle emissioni radioattive: le particelle alfa, che penetrano solo per alcuni millesimi di centimetro nell'alluminio, e le particelle beta, caratterizzate da un potere penetrante 100 volte maggiore. Esperimenti successivi, rivelarono la presenza di una terza componente ad alta energia, i raggi gamma (vedi in appendice fig. 1). Le particelle beta sono dotate di carica negativa, le particelle alfa trasportano cariche positive (e hanno massa maggiore delle particelle beta) e i raggi gamma sono elettricamente neutri. La radiazione alfa, beta e gamma interagisce profondamente con la materia, provocando una intensa ionizzazione. Questo fenomeno, estremamente accentuato per le particelle alfa, meno per le beta e ancora meno per le gamma comporta differenti esiti in caso di interazione di queste particelle con organismi biologici. Le radiazioni alfa sono infatti profondamente dannose a brevi distanze, quelle beta e le gamma, nonostante arrivino più lontano sono in proporzione meno dannose per gli esseri umani.

9 Decadimento: il processo secondo il quale un elemento si trasforma in un altro emettendo contemporaneamente una radiazione o una particella. Il decadimento non deve essere confuso con la fissione, nella quale un atomo si spacca in due atomi diversi emettendo energia.

10 Raggi alfa: uno dei possibili schemi di decadimento di un atomo radioattivo. L'emissione alfa è costituita da un nucleo di elio-4 (2 neutroni e 2 protoni, carica +2) ad alta energia che viene "sparato" dall'atomo al momento della trasformazione. La velocità di queste particelle è circa il 5-7% della velocità della luce (circa 15.000 kmh) e il loro percorso medio nell'aria è circa 2-10 centimetri. Non sono molto penetranti, e possono essere fermate da una lastra di alluminio sottilissima (0,001 mm). Sono quasi sempre accompagnate a radiazioni gamma.

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beta11 e gamma12. I raggi alfa e beta sono in realtà composti da particelle (i primi sono nuclei di elio

e i secondi positroni, ovvero elettroni con carica positiva invece che negativa); i raggi gamma sono

radiazioni vere e proprie (fotoni ad energia molto maggiore di quella dei raggi X).

Osservando lo schema di decadimento dell'U-238 (vedi in appendice fig.2 e 3), si osserva

come a circa metà della catena si trovi il Radon 222, che è un gas nobile responsabile, tra l'altro,

della maggior parte della radioattività naturale alla quale siamo quotidianamente esposti (la

cosiddetta radiazione di fondo). Inoltre, bisogna notare che ognuno di questi prodotti di

decadimento sarà sempre presente in tracce in un campione di Uranio e che questi elementi

continuano a formarsi man mano che nuovi atomi di U-238 decadono. Questo processo continua

fino a che tutto l'Uranio si è trasformato in piombo. L'Uranio in sé è un emettitore alfa; tuttavia i

suoi prodotti di decadimento sono anche emettitori beta e emettitori gamma.

Visto che in un certo quantitativo di Uranio sono sempre presenti i suoi prodotti di

decadimento, alla fine l'emissione dell'Uranio impoverito sarà principalmente alfa con tracce di

emissione beta e gamma più o meno forti, ma comunque residuali.

11 Raggi beta: uno dei possibili schemi di decadimento di un atomo radioattivo. L'emissione beta è costituita da elettroni di velocità molto vicina a quella della luce. Esistono due tipi di emissione beta: negativa e positiva. Nella prima, viene emesso un elettrone e un neutrino; nella seconda un positrone (un elettrone positivo) e un neutrino. L'emissione beta è molto più penetrante di quella alfa: per fermarla è necessaria una lastra di alluminio spessa circa 1 millimetro.

12 Raggi gamma: uno dei possibili schemi di decadimento di un atomo radioattivo. L'emissione gamma è costituita da fotoni di altissima energia, che possono anche essere prodotti dal passaggio attraverso la materia di raggi alfa e beta. E' la radiazione più penetrante delle tre possibili, e ha un lunghissimo raggio d'azione (in linea retta). E' di solito associata a fenomeni di altissima energia (come un'esplosione nucleare).

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Capitolo Secondo

USI E RISCHI DEL DU

2.1 APPLICAZIONE CIVILE E MILITARE DEL DU

Come si è visto il DU è il materiale di scarto del ciclo del combustibile nucleare, ma è

diventato famoso solo da poco tempo in seguito alla I Guerra del Golfo (1991) e successivamente

durante i conflitti balcanici (Bosnia 1995 e Kosovo 1999). Negli anni ‘60 l'esercito Usa si interessa

all'uso del DU perché è un metallo pesante estremamente denso, piroforico, facile da reperire a

basso costo e in grandi quantità ed inoltre, appunto per le sue proprietà, può essere utilizzato come

penetratore ad energia cinetica.

Il Tungsteno13 fa concorrenza all’Uranio impoverito, ma quest’ultimo ha un costo inferiore ed

è lievemente superiore in efficacia oltre però ad essere radioattivo e più tossico. Entrambi vengono

usati negli arsenali Usa e di altri Stati. C’è inoltre, per quanto riguarda gli Usa, una ragione politica

per la preferenza del DU al Tungsteno: gli Usa, infatti, importano circa la metà del loro fabbisogno

di Tungsteno dalla Cina, considerata un paese non affidabile.

Il DU viene quindi utilizzato per le sue caratteristiche intrinseche (prodotto di scarto, basso

prezzo, alta densità e duttilità) sia in ambito civile che militare.

In ambito civile gli usi trovati per l’Uranio impoverito sono stati di solito collegati alla sua

alta densità e al costo comparativamente basso.

I suoi usi più importanti sono:

- in medicina: come materiale per la schermatura dalle radiazioni;

- in odontoiatria: incorporato nelle porcellane dentali, contribuisce a riprodurre nei denti falsi la

fluorescenza dei denti naturali;

- in chimica: per produrre diversi tipi di reagenti (es. uranile acetato, usato in chimica analitica e

in microscopia elettronica)

13 Tungsteno: elemento chimico di numero atomico 74. Il suo simbolo è W.

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- in mineralogia: nei pozzi petroliferi viene inserito nei pesi usati per favorire l’affondamento

degli strumenti nei pozzi pieni di fango;

- E’ stato ampiamente usato come sostanza colorante per porcellana e vetro nel XIX sec. e la prima

metà del XX sec. La pratica è stata in gran parte interrotta alla fine del XX sec.

- in ambito aerospaziale: come contrappeso e per le superfici di controllo degli aerei (ogni

Boeing 747 contiene 1500 kg di Uranio impoverito).

- E' stato usato anche in rotori giroscopici14 ad alte prestazioni (come quello di alcuni

elicotteri), nei veicoli di rientro dei missili balistici e negli yacht da competizione.

Non c'è alcun pericolo derivante da questi usi, poiché in questi casi l'Uranio (le cui radiazioni,

come è stato detto, hanno un basso potere penetrante, in quanto particelle alfa) è custodito in

appositi spazi che non permettono alle radiazioni di contaminare l'ambiente circostante; in

particolar modo, l'Uranio non è pericoloso in questi ambiti perché non è soggetto ad esplosione.

In ambito militare l’impiego del DU va associato principalmente alla Guerra del Golfo

(1991), della Bosnia e del Kosovo (1999), anche se la prima fase di sperimentazione risale ai primi

anni ’70.

Il DU è utilizzato nelle corazze dei carri armati, nelle munizioni anticarro, in missili, granate,

bombe a grappolo e proiettili vari. L'utilizzo militare del DU è dettato dalla sua alta densità (19

g/cm3, 1.7 volte maggiore della densità del piombo), dal suo alto coefficiente di penetrazione e dalla

sua piroforicità. Se adeguatamente legato e trattato col calore in combinazione con la sua grande

densità, questo processo lo rende molto efficace contro le corazzature (decisamente superiore al

relativamente più costoso tungsteno monocristallino, il suo principale competitore). Non bisogna

poi dimenticare che armi e proiettili contenenti DU sono, oltre che in dotazione a vari eserciti (Usa,

Gran Bretagna, Francia, Israele, Pakistan, Turchia, Arabia Saudita, Russia, Taiwan, Egitto,

Thailandia ecc.) considerate armi convenzionali. Il DU può essere fino al 50% meno radioattivo

dell'Uranio naturale a seconda del grado di impoverimento. In particolare il DU usato dall’esercito

Usa è il 40% meno radioattivo dell'Uranio naturale ed è classificato come materiale a bassa

radioattività.

14 Rotori giroscopici: elemento composto da più pale che attraverso la sua rotazione permette il sostentamento, il pilotaggio e la propulsione di un aerogiro (elicottero, autogiro o elicoplano).

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Munizioni e penetratori

La tipica munizione al DU è costituita da un rivestimento e da un "penetratore", che è la parte

che effettivamente penetra nella corazzatura. Il processo di penetrazione polverizza la maggior parte

dell'Uranio che esplode in frammenti incandescenti quando colpisce l'aria dall'altra parte della

corazzatura perforata, aumentandone l'effetto distruttivo. Le munizioni di questo tipo vengono

chiamate in "gergo" militare Api, Armor Piercing Incendiary Ammunitions ovvero munizioni

incendiarie in grado di penetrare nelle corazzature.

Tab. 2 - Alcuni tipi di penetratori al DU utilizzati da sistemi d’arma Usa.

I penetratori ad energia cinetica sono dense barre metalliche che possono perforare una

corazza quando sono sparate contro di essa ad alta velocità.

Il rapporto della Science Applications International Corporation (Saic) del luglio 1990

chiamato "Kinetic Energy Penetrator Environmental and Health Considerations " ha confrontato i

pro e i contro dell'uso di penetratori ad energia cinetica basati sul Tungsteno e sul DU. 15

15 http://web.peacelink.it/dossier/uranio/cosae1.htm

Tipo di munizione Sistema d'arma Peso del penetratore

M829A2

Armor Piercing Fin Stabilized

Discarding

Sabot with Tracer (APFSDS-

T) (120mm)

M1A1, M1A2 Tanks 4.76 kg

M900

(APFSDS-T) (105mm)

M1, M60A3 Tanks

3.85 kg

PGU-14

Armor-Piercing Incendiary

(API) (30mm)

A-10 Aircraft 304 g

M919

(APDS-T) (25mm)

M2, M3 Bradley Vehicles 90 g

PGU/20 (API) (25mm) AV-8B Harrier Aircraft

Light Amphibious Vehicles

150 g

MK-149-2 (20mm)

Phalanx CIWS missile

defense gun

68 g

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Il rapporto recita:

“Sebbene si conoscano meglio gli effetti sanitari delle leghe di Uranio di quelli delle leghe di

Tungsteno, le informazioni comparabili sulla tossicità chimica indicano che il DU insolubile è

circa 25 volte più tossico del Tungsteno insolubile e che il DU solubile è 20 volte più tossico del

Tungsteno solubile quando l'esposizione sia nei limiti ammessi dai regolamenti”.

Corazzature

Il DU viene usato anche per rinforzare la corazza dei carri armati Abrams della serie M116.

L’Uranio impoverito viene inserito così a strati nel normale acciaio del carro e poi saldato;

l'armatura DU dei carri armati della serie M1 viene chiamata Abrams Heavy Armor, o AHA. Le

torrette dei carri contenenti dispositivi AHA sono marcate con una "U" (per Uranio) stampata o saldata

vicino al lanciagranate destro come parte del numero di serie della torretta.

Purtroppo molte altre armi sono candidate a contenere DU e per ora sono sottoposte al segreto

militare.

In un documento del 1999, vengono presentati come "candidati" alla presenza di DU sotto

forma di penetratore, di rivestimento corazzante o di stabilizzatore nei seguenti sistemi d'arma:

Sistema d'arma o munizione Obiettivo

Produttore

Missile Cruise Tomahawk III Silos corazzati e ambienti

sotterranei

USA

BLU-107 Durandal

Distruzione di strade e piste di

aeroporti

FRANCIA

BLU-109/B 2000 pounds Silos corazzati

USA

GBU-28 Laser guided bomb

Comandi e controllo

sotterranei

USA

AGM-114 Hellfire API

Armor Piercing Incendiary USA

Tab. 3 - Sistemi d’arma contenenti DU

16 Vedi pag. 12. Sistemi d’arma capaci di usare proiettili all’uranio impoverito - M1 Abrams Main Battle Tank

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La produzione di Uranio arricchito effettuata per le bombe atomiche e per le centrali nucleari,

ha quindi creato una vasta riserva di DU, scoria radioattiva che viene ormai considerata una risorsa

per l'uso che se ne fa nella costruzione di armi. Il quantitativo totale di DU prodotto ammonterebbe

ad almeno 6 milioni di ton., pari a 1 kg per ogni abitante del pianeta, distribuito come segue:

Paese di produzione Quantità Prodotta Ditte produttrici:

Europa

318.000 ton. Cogema, Bnfl, Ureico

Canada

450.000 ton. Cameco

Usa

700.000 ton. Usec, Starmet, Msc, Lockheed,

Primex, Bnfl

Ex Unione Sovietica 5.000.000 ton Chepetsky Mechanical Plant

Tab. 4 – Paesi produttori di DU, quantità Ditte produttrici.

Sistemi d’arma capaci di usare proiettili all’uranio impoverito

Bisogna sottolineare che non è l'elicottero o l'aereo o il missile ad essere capace di utilizzare

munizioni al DU, ma il sistema d'arma che su esso è montato. Ciò non significa però che un sistema

d'arma usi effettivamente questa munizione specifica: significa solo che, in caso di "necessità", è in

grado di usarla.

Il velivolo da combattimento A-10 e l'OA-10

Usati nella Guerra del Golfo, in Bosnia e in Kosovo, L'A-10 e l'OA-10 Thunderbolt II sono i primi

aerei da combattimento progettati specificatamente per l'appoggio aereo ravvicinato alle truppe di

terra. Essi sono aerei semplici, efficaci che possono essere usati contro vari obiettivi terrestri,

compresi i carri armati ed altri veicoli corazzati.

Il cannone da 30mm GAU-8/A Gatling17 del Thunderbolt II18 può sparare 3.900 colpi al minuto, ed

è in grado di usare le munizioni all'Uranio impoverito.

17 Gatling: cannone composto da più canne rotanti che permettono un’elevatissima cadenza di tiro. 18 Vedi immagine in pagina seguente

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Gli A-10 sono stati usati intensivamente nella Guerra del Golfo e nella guerra del Kosovo. La loro

base di partenza in Italia nella guerra del Kosovo è stata Gioia del Colle (BR), per voli diretti

principalmente contro il territorio del Kosovo ma anche sul territorio della Federazione Jugoslava.

Nel caso della Bosnia, la base principale di partenza è stata Aviano.

A-10/OA-10 Thunderbolt II

Il cannone da 30mm GAU-8/A Gatling del Thunderbolt II

Cannone MK 15 Phalanx Close-In Weapons System (CIWS)

Il cannone Phalanx è un sistema di "difesa di punto"19 che equipaggia la marina statunitense

allo scopo di costituire un sistema di difesa terminale contro missili antinave che abbiano già

penetrato gli strati precedenti di difesa.

Progettato per contrastare i missili da crociera antinave e gli aerei, il cannone Phalanx fa tutto

da solo: individuazione, valutazione della minaccia, acquisizione del bersaglio, inseguimento,

fuoco, valutazione del risultato e cessazione del fuoco.

Il Phalanx ha iniziato la sperimentazione sulla USS Bigelow20 nel 1977, e la produzione è

iniziata nel 1978 con ordini per 23 sistemi per la marina USA e 14 sistemi per l'esportazione.

19 Difesa di punto: difesa di un singolo oggetto o di una zona limitata, ad esempio, una nave, un edificio o un campo di aviazione, di solito contro gli attacchi aerei e missili guidati.

20 USS Bigelow: cacciatorpediniere della classe Forrest Sherman nella Marina degli Stati Uniti.

Page 15: La Questione Dell'Uranio Impoverito

15

Il sottosistema di sparo è un cannone Gatling a sei canne rotanti che sparano proiettili

perforanti da 20mm costituiti da un penetratore da 15mm in metallo pesante (tungsteno o Uranio

impoverito) circondato da un rivestimento di plastica. Queste munizioni possono essere esplose ad

una frequenza di 3.000 o 4.500 proiettili al minuto in fuoco continuo o ad impulsi di 60 o 100

proiettili alla volta.

Il cannone Phalanx è un esempio di sistema d'arma "migrato" dall'uso dell'Uranio impoverito

a quello del tungsteno (questo vale solo per gli USA: ad esempio, il Regno Unito ha continuato ad

usare proiettili al DU fino al 2001);

Cannone MK 15 Phalanx Close-In Weapons System (CIWS)

M1 Abrams Main Battle Tank

Il carro armato M1-A1 Abrams, impiegato nella Guerra del Golfo, possiede una massiccia

corazzatura all'Uranio incorporata in acciaio (AHA, Abrams Heavy Armor), che porta il peso totale

dell'Abrams a 65 tonnellate e ne aumenta di molto la sua resistenza.

La produzione dei carri armati M1-A1 per l'esercito degli Stati Uniti è oramai completata.

Oltre 8.800 carri armati M1 e M1-A1 sono stati prodotti per l'esercito ed il corpo dei Marines

statunitensi21 e per gli eserciti di Egitto, Arabia Saudita e Kuwait.

21 Lo United States Marine Corps, in sigla USMC, anche conosciuto in Italia come Corpo dei Marines o semplicemente Marines, è una delle forze armate degli Stati Uniti. Anche se nei primi anni dalla fondazione si occupava quasi esclusivamente di sicurezza sulle navi e di operazioni anfibie, il Corpo dei Marines ha avuto un'evoluzione tale da fargli assumere molteplici ruoli, che ne fanno un caso a parte nell'apparato militare degli Stati Uniti.

Page 16: La Questione Dell'Uranio Impoverito

16

Attualmente sono schierate tre versioni dell'Abrams: il modello originale M1, che risale ai

primi anni '80 e due versioni più moderne, chiamate M1-A1 e M1A2. L'M1-A1, prodotto dal 1985

al 1993, ha sostituito il cannone principale da 105mm dell'M1 con uno da 120mm oltre ad apportare

molti altri "miglioramenti" al vecchio modello. Il più moderno M1-A2 comprende ulteriori

miglioramenti soprattutto a livello di comando e controllo.

M1 Abrams Main Battle Tank

Le munizioni di tank all'Uranio Impoverito

APFSDS-T M829A1

L'M829A1 (soprannominata "Pallottola d'argento" dagli equipaggi dei carri dell'operazione Desert

Storm22) è largamente riconosciuta come la più efficace arma anticarro nel mondo che equipaggi un

carro armato (il cannone principale da 120mm dell'M1 Abrams), e ha travolto le corazzature

irachene durante la Guerra del Golfo. L'M829A1 è una munizione a energia cinetica contenente un

penetratore a barra lunga al DU capace di sconfiggere veicoli pesantemente corazzati. La sigla

APFSDS-T significa Armor Piercing, Fin Stabilized, Discarding Sabot-Tracer.

APFSDS-T

22 Operazione Desert Storm: operazione Tempesta nel Deserto. Nome dato dalle forze armate statunitensi alle operazioni di aria e di terra che il 16 gennaio 1991 diedero inizio alla guerra nel Golfo.

Page 17: La Questione Dell'Uranio Impoverito

17

Consiste in una submunizione stabilizzata da alette in alluminio, un tracciante e un

penetratore al DU. Il peso della cartuccia è 41.1 lbs23. Una volta sparata, questa munizione è

autopropellente e va a colpire il bersaglio seguendo una traiettoria balistica. Al momento

dell'impatto, l'anima in Uranio impoverito penetra nella corazzatura del bersaglio, perforandola e

poi esplode in piccoli frammenti incendiari una volta attraversata l'armatura.

L'evoluzione di quest'arma è la APFSDS-T M829A2 da 120mm (v. figura), è quella

attualmente in produzione per i cannoni da 120mm dei carri Abrams M1-A1 e M1-A2. E' un

miglioramento tecnologico della M829A1. I miglioramenti apportati conducono ad una velocità di

impatto circa 100 m/s più alta della M829A1. E' interamente prodotta dalla PRIMEX24. Il proiettile

M829A2 APFSDS-T KE è compatibile con tutti i cannoni da 120mm dei carri armati della NATO.

APFSDS-T M829A1

Molti altri sistemi d'arma, come l'elicottero d'attacco Apache e il missile da crociera

Tomahawk (TLAM, Tomahawk Land Attak Missile) sono candidati a possedere sistemi d'arma a

munizionamento al DU.

Elicottero d'attacco Apache

Lo Hughes AH-64 Apache (ora Boeing AH-64 Apache) è un elicottero d'attacco sviluppato

negli Stati Uniti d'America a partire dagli anni settanta. Utilizza un rotore principale e uno di coda a

quattro pale. L'elicottero è stato concepito come bimotore biposto in tandem, per l'impiego in

23 Lbs: libbra. Unità di misura 1lbs = 450gr.

24 Primex Technologies Inc: come tale formata nel 1996 in Virginia, con sede principale a St. Petersburg (Florida) ha filiali sparse per vari stati (Pennsylvania, Washington, Arkansas, Illinois) ed un centro di ricerca e test per il governo svizzero a Lucerna. Primex, che deriva il suo attuale assetto da una operazione di redistribuzione azionaria compiuta dalla Olin Corporation (da cui viene la maggior parte del suo management) è divisa in due segmenti, la Ordnance and Tactical Systems e la Aerospace and Electronics.

Page 18: La Questione Dell'Uranio Impoverito

18

missioni d'attacco contro carro, assalto, scorta e caccia anti-elicottero, da svolgere in ogni

condizione di tempo o di luce. L'armamento principale è costituito da un cannone automatico M230

calibro 30 mm. Può venire equipaggiato con una combinazione di missili anticarro, razzi e missili

aria-aria agganciati alle alette laterali.

Gli Apache statunitensi sono entrati in azione nella invasione di Panama del 1989, nella

Guerra del Golfo del 1991, nella invasione statunitense dell'Afghanistan del 2001 e nella Guerra

d'Iraq del 2003.

Un AH-64 Apache in forza alla U.S. Army

Tomahawk Land Attack Missile (TLAM)

Il Tomahawk Land Attack Missile (TLAM) entrato in servizio con la Marina degli Stati Uniti

nel 1984 ed è stato utilizzato con successo durante la guerra del Golfo nel 1991.

Si tratta di un piccolo missile “da crociera” che può volare a bassa o ad alta quota, progettato

per colpire obiettivi strategici con il minimo di danni collaterali e senza rischi per personale

navigante.

Esistono solo due casi in cui il missile TLAM Tomahawk può possedere componenti al DU:

- come schermatura dell'eventuale testata nucleare (il THK ha anche questa capacità);

- come contrappeso nel corso delle esercitazioni, per compensare la mancanza della testata

esplosiva.

Queste informazioni non provengono da fonti ufficiali.

Tomahawk Land Attack Missile (TLAM)

Page 19: La Questione Dell'Uranio Impoverito

19

2.2- RISCHI DEL DU. EFFETTI SULL’UOMO E SULL’AMBIENTE

Meccanismi di contaminazione

Quando un penetratore all'Uranio impatta su un obiettivo, o quando un carro armato con

corazzatura all'Uranio o munizioni al DU prende fuoco, parte del DU brucia e si ossida in piccole

particelle. I penetratori al DU che non colpiscono l'obiettivo possono rimanere sul suolo, essere

sepolti o rimanere sommersi nell'acqua. Questi penetratori "spenti" si ossideranno nel corso del

tempo, disgregandosi in polvere di Uranio. L'ossidazione di un penetratore nudo (che abbia cioè

perso il suo rivestimento) avverrà molto più rapidamente in acqua o in un ambiente umido. La

grandezza delle particelle di Uranio create, la facilità con cui esse possono essere inalate o ingerite e

la loro capacità di muoversi attraverso l'aria, la terra, l'acqua o nel corpo di una persona dipendono

dalla maniera in cui si è polverizzato il DU metallico.

I test dell'Us Army hanno dimostrato che quando un penetratore al DU colpisce un obiettivo,

dal 20% al 70% del penetratore brucia e si ossida in piccole particelle. Ciò significa che a seguito

dell'impatto di un penetratore al DU da 120 mm contro un bersaglio corazzato si liberano tra 0.9-3

kg di polvere di Uranio radioattiva ed altamente tossica. Un carro armato colpito da tre di queste

munizioni e l'area attorno ad esso potrebbero essere contaminati da 3-9 kg di polvere di Uranio.

Naturalmente la polvere prodotta da un impatto iniziale potrebbe essere rimessa in sospensione da

impatti successivi.

Studi sul campo hanno mostrato che la maggior parte della polvere di Uranio prodotta dagli

impatti finisce per depositarsi entro un raggio di 50 m dal bersaglio.

Un memorandum datato 8 marzo 1991 inviato alle unità militari nella regione del Golfo

Persico dall' Us Army Armament, Research, Development and Engineering Center (Ardec)25

sintetizzava quattro rapporti prebellici che avevano studiato le particelle di DU create dagli impatti:

"L'aerosol di ossido di DU formatosi dall'impatto del DU sulle corazze ha un'alta percentuale

di particelle respirabili (dal 50 al 96%), e una percentuale apprezzabile di queste particelle sono

facilmente solubili nei fluidi polmonari (dal 17 al 48%)."26

25 ARDEC: Centro dell’Esercito per la letalità, riconosciuto a livello internazionale per il progresso degli armamenti della tecnologia e dell'innovazione tecnica.

26 Tratto da “L’Uranio impoverito nei Balcani”, Giorgio Ponti.

Page 20: La Questione Dell'Uranio Impoverito

20

Come notato dall'Ardec, una quantità tra il 50 e il 96% della polvere di Uranio creata da un

impatto sarebbe di dimensioni tali da renderla respirabile. Queste particelle respirabili hanno un

diametro inferiore a 0.001016 cm. Al confronto, un tipico granello di sabbia ha un diametro di

0.1016 cm, ovvero 100 volte più grande della maggioranza delle particelle di polvere di Uranio

create dall'impatto di un penetratore.

Le dimensioni microscopiche di queste particelle permettono loro di entrare facilmente nel

corpo per inalazione, ingestione o attraverso ferite. La solubilità stessa delle particelle di Uranio ne

determina la velocità di spostamento dal sito di incorporazione (i polmoni per inalazione, il tratto

gastrointestinale per ingestione, o il punto della ferita per contaminazione ed iniezione) al flusso

sanguigno e attraverso esso negli altri organi.

Secondo il memorandum Ardec dell'8 marzo 1991 una percentuale tra il 52% e l'83% delle

particelle di polvere di Uranio è insolubile, ovvero una volta entrate nel corpo non vengono espulse

velocemente.

Le particelle di Uranio solubili, invece, attraverseranno il flusso sanguigno per essere in

piccola parte secrete nelle urine e per il rimanente depositate nei reni, nel fegato, nel pancreas,

nell’intestino, nello stomaco e nelle ossa. Composti solubili dell'Uranio possono anche passare da

una madre esposta al feto attraverso la placenta o al neonato attraverso il latte materno. Anche gli

incendi che coinvolgono corazze o munizioni al DU possono produrre quantità significative di

polvere di Uranio.

Ad alta temperatura le munizioni possono "cuocere" e ossidarsi completamente in polvere.

Verrebbe così a crearsi una quantità di polvere di Uranio fino a 4.5 kg per ogni munizione da 120

mm consumata nel fuoco. Sebbene tutto il penetratore, nel fuoco, al DU si possa ridurre in polvere,

solo una piccola percentuale di questa polvere è di dimensioni microscopiche. Questa polvere di

Uranio, come quella creata dall'impatto di una munizione, potrebbe contaminare le ferite o essere

ingerita "attraverso l'ingestione del cibo, il fumo di sigaretta, ecc.

Il DU ossidato formatosi da un impatto o da un incendio può facilmente diventare aeriforme.

Queste particelle di polvere di Uranio possono essere trasportate dal vento per miglia prima di

ricadere al suolo.

Page 21: La Questione Dell'Uranio Impoverito

21

Esposizione esterna ed esposizione interna27

L'esposizione alle radiazioni ionizzanti può essere divisa in esposizione esterna quando

l'esposizione è prodotta da sorgenti radioattive situate all'esterno dell'organismo ed esposizione

interna quando l'esposizione è prodotta da sorgenti radioattive introdotte all'interno dell'organismo.

E' necessario una premessa.

L'Uranio impoverito, poiché emettitore di particelle alfa, se contenuto anche solo in un scatola

di plastica diventa innocuo (è questo il motivo per il quale, i militari americani che operano

all'interno dei carri M-128 con corazza all'Uranio impoverito, se non colpiti da altri proiettili, non

presentano gravi patologie).

I problemi, che sono gravissimi, avvengono nel momento in cui l'Uranio entra all'interno del

corpo umano, o sotto forma di pulviscolo, o sotto forma di schegge.

La tossicità chimica dell'DU rappresenta la fonte di rischio più alta a breve termine, ma la

radioattività dell'DU può causare seri problemi clinici nel lungo periodo (anni o decenni dopo

l'esposizione).

È ora necessario illustrare quelli che sono i potenziali effetti dannosi dell’Uranio impoverito.

Per quanto riguarda l’esposizione esterna esiste solo un rischio radiologico, mentre per quanto

riguarda l’esposizione interna i rischi sono sia radiologici che chimici.

Esposizione esterna: solo rischio radiologico

Esposizione interna: rischio radiologico + rischio chimico

Esposizione esterna

L'eventuale effetto dannoso, solo di tipo radiologico, dipende da:

- quanto DU è presente,

- da quanto si è vicini al DU

- per quanto tempo vi si rimane,

- quanto schermo è interposto fra l'individuo e il DU.

27 http://wwwsis.lnf.infn.it/seminars/aesposito/uranioimpoverito.html

28 Vedi Sistemi d’arma capaci di usare proiettili all’uranio impoverito - M1 Abrams Main Battle Tank

Page 22: La Questione Dell'Uranio Impoverito

22

Il pericolo maggiore per la irradiazione esterna è quello di contaminazione ambientale, vale a

dire per le popolazioni residenti nei luoghi oggetto di bombardamento (dell’Iraq, della Bosnia o del

Kosovo ad esempio).

È abbastanza semplice misurare e calcolare i campi di radiazione prodotti dal DU perché

questo materiale emette tre tipi di radiazione: alfa (95%), beta e gamma29. Le alfa non

rappresentano un problema perché si fermano nello strato morto della pelle. Le beta percorrono solo

pochi cm nel corpo e i raggi gamma possono attraversare il corpo. Pertanto in sufficiente quantità

potrebbero rappresentare un fattore di rischio per la salute.

Il rateo di dose alla pelle di un panetto di Uranio impoverito posto a contatto della pelle stessa

è dell’ordine di 2.5 mSv/h. Ovviamente detto valore diminuisce drasticamente se uno schermo

protettivo (un guanto) fosse interposto.

Come è noto la pelle è relativamente poco radiosensibile in modo tale che seppur vi fosse un

contatto continuo con l' Uranio impoverito ci vorrebbero qualche migliaio di millisivert, dati in

poco tempo, per avere qualche segnale di tipo somatico. Ma a un rateo di 2.5 mS/h ci vorrebbero un

migliaio di ore a contatto.

L'esposizione esterna massima ipotizzabile per un individuo completamente contornato dall'

Uranio impoverito è stata calcolata essere ≤ 0.025 mSv/h.

La radioattività30 del DU viene considerata "di basso livello" confrontata all' "alto livello" di

radioattività dell'Uranio arricchito. La radioattività 'High level'31 rilasciata dalle armi nucleari e da

altre sorgenti è pericolosa a causa dei raggi gamma (raggi ad alta energia che, come detto, possono

penetrare nel corpo e causare velocemente gravi danni o la morte). Sebbene la radioattività

dell'Uranio sia considerata “Low-level”32 perché è costituita primariamente da particelle alfa,

l'energia di una particella alfa è estremamente alta. Essa agisce solo a breve distanza, costituendo

così il tipo più pericoloso di contaminazione se contenuta nel corpo.

29 Vedi note 10-11-12

30 Vedi nota 8

31 High level: alto livello

32 Low level: basso livello

Page 23: La Questione Dell'Uranio Impoverito

23

Esposizione interna

Se invece l’Uranio impoverito entra nel corpo possono aversi sia rischi dovuti agli effetti

radiologici che ad effetti chimici.

È difficile definire un limite sicuro per l'esposizione alle radiazioni con particolare riguardo

agli effetti stocastici. Come già detto viene assunta una relazione lineare senza soglia fra gli effetti e

le dosi.

Il limite annuale per i membri del pubblico è pari a un mSv33, per i lavoratori esposti 20mSv.

Nel corpo umano L’Uranio è normalmente distribuito in tutti i tessuti dell’organismo, in

quantità comprese fra i 2 ed i 62 mg.

Di quest'Uranio il 66% è presente nello scheletro, il 16% nel fegato, l'8% nei reni e il 10% nei

restanti tessuti, possiamo passare a un esame dettagliato delle vie di introduzione dell'Uranio nel

corpo umano e delle vie di eliminazione .

Le vie di introduzione sono: l'inalazione, l'ingestione, la presenza di schegge nei tessuti.

Le particelle di Uranio possono entrare nel corpo attraverso il naso o la bocca (inalazione).

L’Uranio ingerito, inalato, o presente nei frammenti di proiettile incorporati può essere solubilizzato

dall’organismo e depositarsi in diversi organi. A seconda della loro dimensione, alcune particelle

vengono direttamente esalate, altre si depositano nelle vie respiratorie superiori e alcune altre si

depositano nel polmone. L'assorbimento e l'entrata in circolo dipende principalmente dalla

solubilità o meno della forma fisico-chimica e dalla dimensione delle particelle.

In dettaglio il meccanismo funziona nel seguente modo:

Il 75% circa del DU inalato viene esalato direttamente e solo il 25% è trattenuto nei polmoni.

Della parte trattenuta nei polmoni l'80% viene espulsa attraverso il meccanismo mucociliare34 di

pulizia bronchiale e va a raggiungere il tratto gastrointestinale dove la maggior parte di essa viene

eliminata e solo una piccola parte assorbita.

Del restante 20% il 16% raggiunge i linfonodi e il restante 4% va nei reni così che soltanto

l'1% della quantità inalata raggiunge il rene35.

33 mSv: millisievert (mSv, 1 Sv = 1000 mSv) e meno significativamente il microsievert. Sottomultiplo del sievert

34 Mucociliare: delle mucose

35 Rene: organo escretore dei vertebrati. Insieme alle vie urinarie costituiscono l'apparato urinario, che filtra dal sangue i prodotti di scarto del metabolismo e li espelle tramite l'urina

Page 24: La Questione Dell'Uranio Impoverito

24

Il rene è il principale organo interessato per la tossicità dell’Uranio e viene infatti considerato

“l'organo bersaglio” (vedi in appendice fig. 11). Il sito principale di interazione sono i tubuli

prossimali, dove i composti carbonati vengono degradati, consentendo all’Uranio di interagire con

le membrane delle cellule apicali dell’epitelio tubulare. L’effetto dell’Uranio sul rene è quello di

deprimere la secrezione degli anioni organici ed il riassorbimento del glucosio e degli amminoacidi.

Il risultato è una disfunzione renale, che provoca proteinuria36 e glucosuria37 e, a concentrazioni

molto elevate, il blocco renale.

L'altra via di esposizione interna all'Uranio impoverito è l'introduzione del contaminante attraverso

l'acqua e i cibi.

L'esposizione all'Uranio naturale dipende dalla dieta e da dove si vive (si ricorda che altra

fonte aggiuntiva di introduzione è quella dovuta al contatto mani-bocca). Giornalmente viene

introdotta una quantità di Uranio fino a 3µg.

L'Uranio è poco assorbito dalle pareti gastro-intestinali come per altro è vero per altri metalli

pesanti. L'Uranio entra poi in circolo e viene eliminato con i metodi consueti.

Altra modalità di introduzione è quella dovuta alla contaminazione di ferite e/o all'esistenza di

frammenti all'interno del corpo.

Questa via di introduzione è relativa al solo personale militare in zona di operazione.

Nella guerra del Golfo alcun carri americani con corazza all' Uranio impoverito furono colpiti da

fuoco amico di proiettili all'Uranio impoverito.

Alcuni soldati morirono altri si salvarono ma con schegge inestraibili dal corpo. Questi soldati

sono tutt'ora sotto osservazione.

Vale la pena infine ricordare che l'esposizione all'Uranio, inalato, ingerito e introdotto con

schegge o ferite, viene diagnosticato rapidamente tramite analisi delle urine.

Sulla pericolosità dell'Uranio impoverito gli scienziati non sembrano essere concordi e per

questo vi sono tesi differenti. Non esiste alcuno studio epidemiologico sull’uomo in grado di

dimostrare effetti tossici degli ossidi di Uranio. Si sono verificati però un certo numero di incidenti

nelle centrali nucleari, a causa dell’esplosione di Uranio metallico in aria mentre venivano

maneggiati da lavoratori. In questi casi, è possibile avere aerosol con concentrazioni molto alte di

36 Proteinuria: indica la presenza di proteine nell’urina.

37 Glucosuria renale: Escrezione di glucosio nell'urina in presenza di livelli normali o bassi di glucosio ematico e in assenza di altre anomalie della funzione renale.

Page 25: La Questione Dell'Uranio Impoverito

25

Uranio (decine di mg/m3 in aria)38, che sono chiaramente visibili. In un caso ben documentato, la

concentrazione di Uranio nelle urine il giorno dell’incidente era di 20 mg/l, e passò a circa 10 mg/l

nel giro di una settimana. I lavoratori coinvolti in questi incidenti sembrano non aver mai riportato

disfunzioni renali o di altro genere, né tumori anche molti anni dopo l’esposizione.

L' Uranio impoverito è un metallo pesante a bassa radioattività, sul quale esistono poche

informazioni sugli eventuali effetti sulla salute. Poiché comunque esso è identico, salvo per la

diversa concentrazione di radioisotopi, all'uranio naturale o a quello arricchito, una grossa mole di

dati è disponibile in riferimento ai lavoratori dell'industria estrattiva e nucleare. Esiste per questi

lavoratori una convincente evidenza di un eccesso di casi di tumore ai polmoni (minatori) dovuto

all'inalazione del radon, polveri di silicio39, fumi diesel e non ultimo il fumo delle sigarette.

Il rischio sembra essere minore per i soldati sottoposti a brevi inalazioni di DU, ma la

situazione potrebbe essere diversa nel caso della popolazione. L’Uranio lasciato sul campo di

battaglia viene lentamente trasportato dal vento e respirato, ed il fall-out40 può contaminare le falde

acquifere ed entrare nella catena alimentare. Esistono casi di contaminazione ambientale vicino le

industrie americane che si occupano di produrre proiettili all'Uranio impoverito e che hanno

sotterrato gli scarti della lavorazione.

L'ingestione di grandi quantità di DU può comunque provocare patologie a breve termine

come nausea, vomito, indebolimento e diarrea. Frammenti o particelle di DU entrati nel corpo

anche attraverso ferite possono provocare gravi patologie anni o decenni dopo l'esposizione

comprendenti danni al fegato o ai reni; immunodepressione; cancro osseo, ai polmoni e ad altri

organi; leucemia; decadimento dei tessuti; anemia; danni genetici; sterilità e difetti neonatali. Come

38 mg/m3: milligrammi per metro cubo

39 Il silicio è l'elemento chimico della tavola periodica degli elementi che ha come simbolo Si e come numero atomico il 14. Un semi metallo tetravalente, il Silicio è meno reattivo del suo analogo chimico, il carbonio. È il secondo elemento per abbondanza nella crosta terrestre dopo l'ossigeno, componendone il 27,7% del peso. Si trova in argilla, feldspato, granito, quarzo e sabbia, principalmente in forma di biossido di silicio, silicati e alluminosilicati (composti contenenti silicio, ossigeno e metalli). Il silicio è il componente principale di vetro, cemento, semiconduttori, ceramica e silicone.

40 Il fallout di una esplosione nucleare, detto anche ricaduta radioattiva, è il materiale coinvolto nell'esplosione, reso radioattivo e lanciato in aria fino al limite della troposfera, 12 km di quota, che ricade sotto forma di cenere e pulviscolo.

Page 26: La Questione Dell'Uranio Impoverito

26

notato dal colonnello dell'esercito Eric Daxon41, frammenti di Uranio incorporati possono causare

anche danni neurologici dipendenti dalla loro posizione nel corpo:

“Il rischio che frammenti vicini a tessuti nervosi danneggino questi tessuti dovrebbe essere

attentamente valutato a causa della natura non-proliferativa di queste cellule”42

.

Contaminazione ambientale

Vi è poi il rischio di contaminazione ambientale.

La polvere e i penetratori di DU depositati nel suolo possono contaminare il cibo e le falde

acquifere.

E’ stato poi messo in evidenza il rischio per la selvaggina. Animali possono inalare la polvere

di Uranio, bere acqua contaminata, ingerire vegetazione o altri animali contaminati. A tal proposito

una nota dell’Ansa del 30 gennaio 2004 informava che 10 tonnellate di selvaggina arrivate in Italia

dall’ex Jugoslavia erano state fatte incenerire perché provenienti da zone contaminate da uranio

impoverito. Anche in un articolo sul quotidiano “Avvenire” del 25 settembre 2004 si mette in

evidenza il possibile inquinamento dei viveri.

Il DU può posarsi sulle piante, e potrebbe accumularsi in alcune di esse attraverso le radici.

Lentamente, il metallo si ossida e può essere trasportato dal vento, depositarsi al suolo ed entrare

nella catena alimentare43.

Per quanto riguarda l’inquinamento del terreno le indagini che sono state condotte non hanno

dato luogo a risultati univoci. Bisogna tener presente che è estremamente difficile separare nelle

misurazioni l’Uranio “naturale” esistente nel terreno dall’Uranio “indotto” dai bombardamenti.

Secondo alcune rilevazioni non c’è un accrescimento di pericolosità, ma secondo altre questo

accrescimento esiste. Quindi siamo in una situazione di incertezza, che porta alla esigenza di

adottare misure di precauzione.

La polvere di ossido di Uranio creata dall'impatto di una munizione al DU su un obiettivo o

dall'ossidazione di una munizione al DU in un incendio è normalmente di colore nero opaco, anche

41 Col. Eric Daxon, Radiation Protection Staff Officer, US Army Medical Command

42 Eric Daxon , www.nato.int

43 Una catena alimentare o catena trofica è l'insieme dei rapporti tra gli organismi di un ecosistema. Ogni ecosistema ha una sua catena alimentare e, siccome un individuo può appartenere a più di una catena alimentare, si crea una vera e propria rete alimentare.

Page 27: La Questione Dell'Uranio Impoverito

27

se può occasionalmente apparire di un nero dorato o verdastro. Questa polvere di Uranio si può

trovare nel punto di impatto, sulla superficie e dentro un veicolo colpito e sul terreno circostante.

I livelli più alti di contaminazione si hanno solitamente all'interno del veicolo colpito. La

polvere di DU possiede una sua distinta firma radioattiva che può essere individuata e misurata da

un contatore di radioattività. Gli impatti di DU sono anche spesso caratterizzati da un piccolo foro

circolare circondato da linee a raggiera se il metallo non è indurito. Se il metallo è indurito, il foro

sarà circondato da un alone di ritempratura. Se il penetratore trapassa il bersaglio senza disgregarsi

completamente, il foro di uscita sarà anch'esso piccolo e circolare e lievemente più grande di quello

di entrata. La presenza di polvere di Uranio nera sui fori di entrata all'esterno di un veicolo sono

segni che provano un impatto di DU. Inoltre, l'impatto di un penetratore al DU, o la penetrazione di

una corazzatura al DU, può far sì che il metallo all'esterno o all'interno del veicolo colpito fonda e si

ricristallizzi (ritempra) e questa ritempra può contenere DU e dovrebbe anch’essa essere controllata

con un contatore di radiazioni.

Nei manuali di addestramento militari viene detto che il solo modo certo di identificare la

contaminazione da DU è analizzare l'equipaggiamento o le persone con contatori di radioattività. I

proiettili al DU esplosi in combattimento possono essere rinvenuti nei o vicino ai veicoli colpiti: la

maggior parte dei proiettili dei carri colpiscono l'obiettivo e rimangono in o vicino ad esso;

- Nel suolo: i proiettili che non colpiscono l'obiettivo spesso rimbalzano sul terreno come

sassi sull'acqua. Piccoli frammenti e particelle di DU saranno visibili sull'area del rimbalzo.

Essi si posano tipicamente entro uno o due miglia dal bersaglio mancato.

- Sepolti sotto la superficie del suolo: alcuni proiettili colpiscono il suolo ad un angolo tale da

seppellirvisi. La percentuale di munizioni sepolte dipende dall'angolo e dal raggio di tiro, dal

tipo e dalla consistenza del suolo. L'ossidazione della barra o del frammento di DU lo farà

diventare nero.

La contaminazione da DU può essere individuata usando un contatore di radiazioni44 nelle

aree di rimbalzo o nei punti di impatto finale del penetratore. Il livello di contaminazione del suolo

è più alto nelle aree di rimbalzo piuttosto che in quelle di atterraggio dei penetratori, ma la massa

principale di DU si trova solitamente dove il penetratore si posa definitivamente al suolo.

E’ stato stimato che, alla fine della guerra del 1991, siano rimasti in Medio Oriente fra le 40 e

le 300 tonnellate di DU, in forma di proiettili. Considerando la bassa attività dell’uranio, tali

44 Contatore di radiazioni: strumento per misurare la luminosità,campi magnetici EMF, radiazioni solari o radioattive.

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proiettili costituiscono un rischio molto piccolo, e possono essere maneggiati anche senza

precauzioni per lunghi periodi senza accumulare dosi biologicamente significative.

Benché attività e concentrazione siano comunque basse, certamente esiste una lacuna nella

conoscenza degli effetti genotossici45 degli ossidi di uranio inalati o ingeriti, che potrebbero avere

effetti tardivi dannosi soprattutto per alcune fasce della popolazione, come i bambini.

La sola maniera efficace di decontaminare un'area è rimuovere i frammenti di DU e lo strato

superiore del suolo e stoccare46 questi materiali in un deposito di scorie radioattive.

45 Genotossico: Per genotossicità si intende la capacità di una sostanza di indurre modificazioni all’interno della sequenza nucleotidica o della struttura a doppia elica del DNA di un organismo vivente. Le mutazioni posso avvenire a livello della linea germinale o somatica; nel primo caso queste possono essere trasmesse alla prole, mentre nel secondo interessano solo la linea cellulare mutata e possono portare a formazione neoplastiche e quindi cancri.

46 Stoccaggio: Operazione di immagazzinare e conservare in un deposito, o in recipienti di deposito, merci, materie prime, prodotti

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Capitolo Terzo

1- L’URANIO IMPOVERITO NEI CAMPI DI BATTAGLIA

3. 1- LA GUERRA DEL GOLFO E LA SINDROME DEL GOLFO (GWS)

Nel 1990 l'Iraq47 (reduce dalla guerra svolta contro l'Iran48 per il possesso di alcuni territori di

confine ricchissimi di petrolio, 1980-1988) invase il Kuwait49 per prendere il controllo dei suoi

giacimenti petroliferi e per ottenere uno sbocco sul Golfo Persico, dando inizio alla guerra del

Golfo. Il 16 gennaio del 1991 l'Onu autorizzò l'operazione Desert Storm (tempesta del deserto)50 per

la quale gli USA e gli altri stati della NATO51 schierarono quasi un milione di soldati e migliaia di

mezzi, terrestri, aerei e navali.

In 6 settimane, dal 16 gennaio al 28 febbraio 1991, la coalizione di 33 paesi guidata dagli Usa,

libera il Kuwait e distrugge la macchina militare irachena. La guerra fu estremamente dura e

sebbene non documentato o non documentato correttamente, si ipotizza che siano state usate armi

chimiche e batteriologiche da entrambi le parti, oltre ai proiettili all'Uranio impoverito. Il problema

47 L'Iraq (talvolta anche Irak per via della traslitterazione francese o inglese) è uno Stato dell'Asia. Confina con Turchia a nord, Arabia Saudita e Kuwait a sud, Siria a nordovest, Giordania a ovest e Iran verso est. Discende dall'antica Mesopotamia, la "terra dei due fiumi" (Bilād al-Rafidayn in arabo), mentre il nome attuale viene dal persiano eraq, ossia "terre basse" (in contrapposizione all'altopiano iraniano). La capitale è Baghdad.

48 L'Iran (farsì ناريا, /irɒn/), ufficialmente la Repubblica Islamica dell'Iran è un paese medio-orientale

situato nel sud-ovest asiatico, "cerniera tra mondo arabo e mondo asiatico, pur non appartenendo a nessuno dei due".

49 Il Kuwait è un emirato sovrano, situato nell'Asia sud-occidentale, in un'area particolarmente ricca di petrolio. Lo Stato si affaccia sul golfo Persico e confina con l' Arabia Saudita a sud e con l'Iraq a nord. Il nome è il diminutivo di una parola araba che significa fortezza costruita vicino all'acqua. L'antico nome della regione era Qurayn.

50 Operazione Desert Storm: vedi anche nota 21

51 NATO: North Atlantic Treaty Organization, acronimo NATO, o Organisation du Traité de l'Atlantique du Nord, acronimo OTAN, in italiano Organizzazione del Trattato Nord Atlantico, è un'organizzazione internazionale per la collaborazione nella difesa.

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principale di questa guerra, legato all'Uranio impoverito è che i proiettili furono sparati mentre i

soldati erano in azione (magari per distruggere il nemico a poca distanza o per fornire copertura) e

quindi i soldati si trovarono anche a dover respirare il pulviscolo di carri o siti distrutti da minima o

breve distanza. Alcuni militari alleati vennero addirittura bombardati per errore da quello che viene

definito fuoco amico (e cioè dai loro stessi compagni) con proiettili all'Uranio impoverito.

La Sindrome del Golfo(GWS)

Gli USA mandarono il maggior numero di uomini in guerra e già pochi mesi dopo la conclusione

del conflitto, molti reduci si rivolgono agli ospedali militari denunciando un insieme di sintomi

cronici: mal di testa molto violenti, diarrea, irritazioni cutanee, perdita di memoria, stanchezza

cronica, insonnia, depressione, impotenza. Più tardi cominciano ad essere denunciate problemi

ancora più gravi: leucemie, sindromi di immunodeficienza, malformazioni genetiche dei figli

concepiti dopo il conflitto. Si comincia a parlare di "Sindrome del Golfo” (GWS - Golf War

Syndrome).

Dei 697.000 soldati U.S. che hanno combattuto nel Golfo, più di 90.000 hanno accusato gravi

problemi medici.

Nel 1994 il presidente Bill Clinton52 nomina una commissione consultiva per indagare sulle

"malattie dei veterani della Guerra del Golfo". Nel giugno 1996 il Pentagono ammette per la prima

volta che almeno 20.000 soldati sono stati esposti all'effetto di armi chimiche (in particolare del gas

Sarin) durante la distruzione dei depositi di armi dell'esercito iracheno. Secondo alcuni studiosi le

malattie dei veterani sarebbero da attribuire ad una commistione di fattori e non ad un unico fattore.

Alcuni esperti sostengono che i disturbi siano un effetto collaterale dei vaccini somministrati prima

della partenza. Altri danno la colpa al clima del deserto. La commissione presidenziale presenta il

suo rapporto finale il 7 gennaio 2000 il quale dice:

"E’ fortemente probabile che i disturbi accusati dai reduci del Golfo siano dovuti allo stress".

Rimane il fatto che almeno 50.000 reduci sono affetti dalla "Sindrome" e le vittime sono tra le

cinque e le diecimila. Sarebbe stato inoltre contagiato il 76% dei familiari. Sono stati riportati difetti

neonatali nei loro figli nuovi nati e l'Uranio impoverito fa parte della lista dei sospetti per questi

disturbi (insieme alle armi chimico-batteriologiche e ai vaccini sperimentali forniti ai soldati).

52 William Jefferson "Bill" Clinton (Hope, 19 agosto 1946) è un politico statunitense. È stato il 42º presidente degli Stati Uniti d'America, in carica dal 1993 al 2001.

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Sicuramente più grave la situazione in Iraq.

Nel sud del Paese il tasso di radioattività aumenta fino a 100 volte. L'Istituto di medicina

nucleare di Baghdad denuncia un aumento del 50% dei casi di cancro, leucemie e malformazioni

alla nascita. Nel 1990 solo il 13% dei tumori maligni colpiva bambini con meno di cinque anni. Nel

1997 la percentuale sale al 47%. I tumori maligni nei minori di quindici anni aumentano del 120%.

I casi si concentrano nelle zone bombardate con proiettili al DU. Nel 1995 l'Atomic Energy

Authority (l'Agenzia per l'Energia Atomica)53 pubblica un rapporto in cui sostiene che il DU sparato

dagli eserciti americano e britannico in Iraq e Kuwait era sufficiente a causare "500.000 morti

potenziali".

3. 2- SOMALIA E BOSNIA

In Somalia nel 1993 gli Usa avrebbero usato nuovamente proiettili al DU nella missione di pace

"Restore Hope"54. La denuncia parte dall'Associazione nazionale vittime delle Forze Armate che

rende noto un documento diffuso dal Pentagono55 tra i militari americani in partenza per il Corno

d'Africa56, in cui si indicano precauzioni da adottare in casi di esplosioni ravvicinate. I proiettili al

DU sono esplicitamente definiti "cancerogeni".

In Bosnia nel settembre 1995 la Nato bombarda le postazioni serbe. Fra le popolazioni di

Milic, Vlasenica, Han Pijesak, Sokoc, Pale, Vogosca, Rogatici ed altri centri della Repubblica

53 L'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE) (in inglese International Energy Agency (IEA) è un'organizzazione internazionale intergovernativa fondata dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD) nel 1974 in seguito allo Shock petrolifero. Lo scopo dell'agenzia è quello di facilitare il coordinamento delle politiche energetiche dei paesi membri per assicurare la stabilità degli approvvigionamenti energetici (principalmente petrolio) al fine di sostenere la crescita economica. Recentemente l'agenzia ha esteso il suo mandato verso la direzione dello sviluppo sostenibile, occupandosi anche di protezione dell'ambiente e cambiamenti climatici.

54 L'operazione Restore Hope è durata dal 3 dicembre 1992 al 4 maggio 1993. Gli obiettivi dell'operazione erano di arginare la disastrosa carestia della Somalia che si ritrovava gettata nel caos e dominata da alcuni signori della guerra. A capo di questa operazione il presidente statunitense Bill Clinton mise l'ambasciatore Robert Oakley.

55 Il Pentagono (inglese: The Pentagon) è l'edificio in cui ha sede il quartier generale del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Si trova nella Contea di Arlington, in Virginia

56 Il Corno d'Africa è una penisola a forma di triangolo sul lato est del continente africano. Si estende nel Golfo di Aden a sud della Penisola araba (Yemen) e dello stretto di Bab-al-Mandab. Il vertice nord-orientale del Corno d'Africa è rappresentato dal Capo Guardafui.

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Srpska, viene registrata un'elevata incidenza di aborti spontanei, decessi di feti e nascite premature.

In tutta la Bosnia i tumori al cervello aumentano del 400%. In alcuni centri il livello di radioattività

dell'aria supera i limiti di guardia. Il 16 gennaio 2001 la Nato fornisce la mappa dei siti colpiti con i

proiettili incriminati.

3. 3 - LA GUERRA IN KOSOVO E LA SINDROME DEI BALCANI

Si arriva poi al 1999 con la crisi del Kosovo.

La provincia del Kosovo, autonoma fin dal 1974, sebbene abitata per circa il 90% da un’etnia

albanese era considerata dai Serbi una sorta di santuario intangibile e irrinunciabile, la “culla del

Paese”. Il 24 marzo 1999 nella regione, amministrata da un governo duro e controllata con la

presenza massiccia di polizia ed esercito, scoppia la "guerra del Kosovo".

Le forze della NATO, specialmente gli USA hanno utilizzato anche in questa guerra molta

tecnologia. L'uso del DU in Kosovo durante l'operazione Allied Force57 è ormai ben documentato e

i mezzi utilizzati furono molteplici. Per distruggere carri armati e per offrire un supporto diretto alle

truppe di terra vennero utilizzati aerei di appoggio tattico A-10 ed elicotteri "apache", entrambi

dotati di proiettili all'uranio impoverito.

Tuttavia, sebbene ci sia piena evidenza di questo uso per espressa ammissione della Nato, non

c'è chiarezza sull'esatta ubicazione dei siti esposti all'inquinamento da DU in Kosovo e, soprattutto,

non c'è alcuna notizia certa sull'uso di DU sul territorio della Serbia e con quali sistemi d'arma.

Appare tuttavia del tutto legittimo ritenere che esso sia stato usato anche sul territorio serbo.

Secondo una lettera trasmessa dalla Nato al Segretariato delle Nazioni Unite e pubblicata dal

Balkan Task Force dell'Unep, in Kosovo sarebbero state usate circa 31.000 proiettili da 30 mm con

penetratore al DU in circa 100 missioni aeree. Ciò equivarrebbe, secondo una stima grossolana, a

8.100–8.500 kg di DU anche se le fonti non ufficiali parlano di un numero più elevato.

A questa lettera è allegata una mappa che fornisce le migliori informazioni disponibili sui

luoghi dove sono state impiegate le munizioni a DU. Nella didascalia della cartina, sulla quale sono

state riportate a penna una serie di crocette per individuare questi siti sono riportate scarne

informazioni: le aree contraddistinte sulla mappa indicano una posizione in cui uno o più aerei

57 Operation Allied Force: Operazione Forza Alleata è il nome della campagna di attacchi aerei portata avanti dalla NATO per circa due mesi contro la Repubblica Federale di Jugoslavia di Slobodan Milošević, con l'intento di ricondurre la delegazione serba al tavolo delle trattative, che aveva abbandonato dopo averne accettato le conclusioni politiche, e di contrastare l'operazione di spostamento delle popolazione del Kosovo allo scopo di predisporre una sua spartizione tra Serbia e Albania.

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hanno attaccato; le marcature non sono precise: esse non esprimono punti precisi, bensì aree di

incertezza; la fonte dei dati riportati nella cartina consiste nel "debriefing" ovvero nei rapporti post-

missione dei piloti dopo l'ingaggio di una procedura di puntamento chiamata "Flex"58 (vedi in

appendice mappa 2 e fig. 6).

Per quanto riguarda il territorio kosovaro sappiamo così che le zone più contaminate secondo

la mappa dei siti fornita dalla Nato, sono 112 colpiti da circa 31.000 proiettili, per un totale di circa

9 ton. di DU. Le zone più colpite sono: l'area occidentale della strada Pec-Dakovica-Prizren, il

sobborgo di Klina, il sobborgo di Prizren e l'area a nord della strada Suva Reka-Urosevac. Un altro

settore particolarmente colpito risulta in pieno territorio serbo tra Presevo e Bujanovac59.

Per fortuna, rispetto alla guerra del golfo, i bombardamenti sono stati effettuati per la maggior

parte prima dell'arrivo delle truppe, che quindi hanno rischiato e tuttora rischiano "di meno". Oggi

ai contingenti militari precedono gruppi speciali che si occupano di "bonificare" la zona,

controllando preliminarmente la presenza di radioattività. Sembra però che comunque un certo

rischio di contaminazione possa esistere legato al pulviscolo disperso nell'aria e all'ambiente (acqua

e terra) contaminati.

Tra i soldati, anche italiani, che hanno partecipato alla guerra, sono stati riscontrati alcuni casi

sospetti di leucemia. Esistono statistiche che ricordano che il numero di malati di leucemia tra i

militari in Kosovo dovrebbe essere ricondotto al normale numero di casi di leucemie tra giovani in

un anno, tuttavia il governo e la NATO non hanno ancora fornito una risposta ufficiale e

soddisfacente.

La Sindrome dei Balcani

Come se non bastasse la già tristemente famosa “Sindrome del Golfo” sorta a seguito della I Guerra

del Golfo nel 1991, a partire dalla crisi kosovara e dal successivo intervento della Nato si comincia

a parlare anche di “Sindrome dei Balcani” per quanto riguarda tutti i militari di varie nazionalità che

dal 1995 (intervento in Bosnia) sono di stanza in Bosnia e poi (dal giugno 1999) in Kosovo e che

accusano sintomi e malattie al ritorno nei loro rispettivi paesi; si parla di militari italiani, tedeschi,

inglesi, portoghesi, francesi ecc. In breve scoppia il caso: si tratta forse di una sindrome come quella 58 vedi in appendice mappa 1 - Cartina del Kosovo con siti colpiti da proiettili al DU.

59 vedi in appendice mappa 1 - Cartina del Kosovo con siti colpiti da proiettili al DU.

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che ha colpito i militari americani in Iraq durante la I Guerra del Golfo? Ci sono legami tra

l’utilizzo di certi tipi di armamenti e le malattie riscontrate nei militari, è forse colpa dei vaccini a

cui sono stati sottoposti i soldati prima della partenza? Queste ed altre mille domande invadono tutti

gli organi di stampa e di comunicazione, si apre un dibattito e scoppia la polemica in Europa e non

solo e presto il principale oggetto di indagine diventa il DU. Le sue caratteristiche, i rischi legati al

suo utilizzo e tutte le sue applicazioni in campo militare vengono indagate.

Anche e soprattutto gli scienziati si interessano dell’argomento e si impegnano in campagne,

convegni, pubblicazioni nelle quali espongono i loro punti di vista sulla pericolosità del DU e sugli

eventuali rischi che può arrecare all’uomo. Tutto questo ed altro, che anima il dibattito sul DU dal

1999 al 2001 può essere appunto compreso nel “contenitore che comunemente chiamiamo

“Sindrome dei Balcani”, ma rimanendo più attenti alla terminologia quando si parla di “Sindrome

dei Balcani” si intende tutta quella serie di disturbi, malattie e decessi che hanno colpito e

colpiscono militari, civili e popolazione presenti in Bosnia, Kosovo e Serbia, luoghi teatro in questi

anni di conflitti bellici ai quali è attribuita la causa di questa “Sindrome”.

L’utilizzo di armi contenenti DU è stato il principale imputato, anche se, soprattutto per

quanto riguarda i militari sono stati presi in considerazione altri elementi come le vaccinazioni,

l’utilizzo di sostanze chimiche negli arsenali e per la pulizia delle armi ecc.

Sicuramente però l’argomento più controverso e più discusso è stato quello che si è svolto

attorno al DU e ad il suo notevole utilizzo durante i bombardamenti in Bosnia, Kosovo e alcune

località della Serbia.

3.4 NORME DI PROTEZIONE

Esistono diverse misure emanate da organi militari italiani e internazionali e studi che affermano il

grado di pericolosità del DU a diversi livelli.

- Le Norme NATO nel 1984

- Le Norme USA per la “Restore Hope” in Somalia nel 1993

- Le misure NATO per basse radiazioni nel 1996

- Le disposizioni della e dei Nuclei NBC60 del 22 novembre 1999

- Le disposizioni dello Stato KFOR61 Maggiore della Difesa del 6 dicembre 1999

60 NUCLEI NBC: (Nucleare Batteriologico Chimico). Nuclei specializzati, denominati NBC, che svolgono operazioni di monitoraggio ambientale e di bonifica di aree pericolose nonché di protezione e decontaminazione personale e del materiale.

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- Le disposizioni della Folgore dell’8 maggio 2000

- Disposizioni del Ministero dell’Ambiente in data 26 maggio 2000

- Documento del Ministero della Difesa, «Elementi di documentazione sell’interazione tra

uranio impoverito e salute umana nelle operazioni militari», aprile 2005.

A queste si aggiungono le comunicazioni del Capo della Sanità Militare USA in data

16.08.1993, dell’UNEP62, del CISAM (Centro Interforze Studi Applicazioni Militari) e numerose

valutazioni fatte da esperti nazionali e internazionali.

A questa normativa si può aggiungere anche un documento dell’Aeronautica americana, ossia

il rapporto sulle sperimentazioni nel poligono di Eglin in Florida, fatte tra l’ottobre 1977 e l’ottobre

1978, che mette in guardia sui pericoli dell’uranio impoverito.

Generalmente si prende in considerazione solo il pericolo dell’Uranio in caso di impatto con

un ostacolo solido, impatto in cui si sviluppa una temperatura altissima di circa 3000 gradi. Ci si

dimentica però che è pericoloso anche quando lo si maneggia a freddo.

Di questo pericolo l’Italia era stata avvertita fin dal 1984 da parte della NATO63 . Si trattava

infatti di norme per il maneggio a temperatura ambiente delle barre all’Uranio impoverito che

vengono usate per timoni di direzione negli aerei e missili.

In proposito si stabiliva che:

61 KFOR: Kosovo Force (KFOR). Forza militare internazionale, guidata dalla NATO, responsabile di ristabilire l'ordine e la pace in Kosovo, una provincia della Serbia sotto l'amministrazione dell'ONU dal 1999.

62 UNEP: United Nations Environment Programme (Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente). istituito nel 1972 come organismo istituzionale cui è attribuito il fine generale della tutela ambientale e dell'utilizzo sostenibile delle risorse naturali, nel quadro del complesso sistema organizzativo delle Nazioni Unite. Il suo quartier generale è a Nairobi, in Kenya. L’ UNEP opera in coordinamento con gli altri Programmi e Agenzie delle Nazioni Unite, con le altre Organizzazioni internazionali, con gli Stati nazionali, con le ONG e con gli esponenti del settore privato e della società civile. Le funzioni principali di UNEP riguardano:

• la realizzazione di studi volti a monitorare le condizioni ambientali a livello nazionale, regionale (su scala continentale) e globale;

• lo sviluppo di strumenti per la tutela delle risorse naturali e paesaggistiche; • il rafforzamento delle istituzioni per una corretta gestione delle fonti energetiche; • il trasferimento di conoscenze e tecnologie nell'ambito del c.d. sviluppo sostenibile; • l' attivazione di partenariati tra le autorità pubbliche, il settore privato e la società civile.

63 Norme NATO nel 1984

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“the following precautions should be observed”:

1) Personnel handling the balance weights should wear gloves;

2) Industrial eye protection should be worn;

3) Respirator mask should be worn to ensure no radioactive dust particle ingestion.

Gloves, wrapping material, wiping cloths, respirator filters, or any other articles used in the

handling of damaged balance weight should be discarded and appropriately labeled as

radioactive waste and disposed of accordingly”64.

Potremmo per inciso ricordare, in merito a queste direttive, che va menzionato anche il

pericolo che si incontra nel trattare il materiale tornato dalle aree di impiego e toccato nei depositi.

Infatti in Italia si sono verificati casi di sospetta contaminazione di militari addetti a depositi di

materiale (veicoli e vestiario) rientrato dai teatri operativi spesso senza che fossero state effettuate

appropriate misure di disinquinamento.

L’Italia era dunque al corrente, anche prima delle operazioni in Somalia e nei Balcani, del

rischio dell’Uranio impoverito, non solo in relazione all’esplosione nell’impatto, ma anche nel

semplice maneggio a freddo.

Quanto all’esistenza di pericoli legati all’uso dell’Uranio impoverito, il 6 dicembre 1999 lo

stesso Sottocapo di Stato Maggiore alla Difesa pro tempore Ten. Gen. Gianfranco Ottogalli65 ha

64 "Le seguenti precauzioni dovrebbero essere osservate": 1) Il personale che manipola i pesi deve indossare i guanti; 2) devono essere indossate speciali protezioni per gli occhi; 3) deve essere indossata una maschera respiratoria per garantire che particelle di polvere radioattiva non vengano ingerite. Guanti, materiale di confezionamento, stracci, filtri respiratori e tutti gli eventuali oggetti utilizzati nel trattamento pesi danneggiati, devono essere eliminati, adeguatamente etichettati come rifiuti radioattivi e smaltiti di conseguenza.

65 Il Generale Gianfranco Ottogalli, è nato ad Aquileia (Ud), il 26 agosto 1938, è sposato ed ha due figlie. Dall'8 febbraio 1997 ricopre l'incarico di Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa. Dopo aver frequentato l'Accademia Militare di Modena e la Scuola di Applicazione di Torino, è stato nominato Tenente del Genio Guastatori il 1° settembre 1963. Tra il 1972 ed il 1975 ha frequentato il 97° Corso alla scuola di Guerra dell'Esercito Italiano e, dal 1976 al 1977, l'11° Staff College Course nel Regno Unito. Laureato in Scienze Strategiche, parla correntemente l'inglese. Tra gli incarichi di comando ricoperti, quello di Comandante del 3° Battaglione Guastatori "Verbano", di Comandante della Scuola del Genio dell'Esercito, di Comandante della Brigata Meccanizzata "Gorizia" e di Vice Comandante della Regione Militare Tosco-Emiliana. Nell'ambito della Stato Maggiore dell'Esercito ha diretto, fra l'altro, l'Ufficio Infrastrutture ed è stato Capo dell'Ufficio Generale del Capo di SME, oltre che Direttore Generale della Direzione Lavori Demanio e Materiali del Genio. Il Gen. Ottogalli è Grande Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana, Cavaliere dell'Ordine di San Gregorio Magno, Grande Ufficiale del Sovrano

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emanato delle norme assai rigorose che testimoniano della pericolosità che veniva dallo Stato

Maggiore attribuita alle armi all’Uranio. Si precisa, ad esempio, in queste disposizioni che:

“nel raccogliere i proiettili (sia dardi, sia residui di contenitori), questi dovrebbero essere depositati

in un contenitore metallico munito di coperchio da disporre in zona custodita e appartata (possibilmente al

chiuso) e in maniera che il personale non possa avvicinarsi a meno di 5 metri”.

In proposito, nelle precauzioni per l’impiego delle armi all’Uranio impoverito, impartite dal

Ministero dell’Ambiente in data 26.05.2000 , si legge:

- Verificare, attraverso misure e controlli, l’effettivo uso di proiettili al DU;

- Stabilire l’estensione dell’area contaminata e se necessario delimitarla;

- Raccogliere i pezzi di proiettile e confezionarli per il trasporto secondo le dovute modalità

(imballaggio, trasporto e custodia di proiettili al DU);

- Raccogliere campioni di matrici ambientali per i controlli di laboratorio.

Può inoltre essere utile rileggere quanto dichiara il Col. Osvaldo Bizzari66, specializzato NBC

(Nucleare Batteriologico Chimico), nelle disposizioni di sicurezza per le forze della KFOR operanti

nei Balcani in data 22 novembre 1999, disposizioni che, appunto, recano la sua firma.

Ecco dunque quanto si legge in alcuni punti delle disposizioni suddette:

“...Evitate ogni mezzo che sospettate essere colpito da munizionamento UI o missili da

crociera Tomahawk. Non raccogliere o collezionare munizionamento UI trovato sul terreno,

informate immediatamente il vostro comando circa le aree che voi ritenete contaminate da

munizionamento UI....

....La contaminazione con la polvere UI inquina cibo ed acqua. Non mangiate assolutamente

cibo non controllato. Particelle che fossero state inalate possono causare danni ai tessuti interni

nel lungo termine. Se pensate di essere esposti alla polvere UI fate immediatamente un test delle

Militare Ordine di Malta, oltre ad essere insignito della Croce d'Oro di lungo servizio, della Medaglia di Bronzo al Merito di lungo Comando, della Medaglia Mauriziana e della Medaglia d'argento al merito della CRI.

66 Generale Osvaldo Bizzari, ‘commander’ dell’IT-JFHQ (Italian joint force headquarters). L’IT-JFHQ è un comando interforze permanentemente attivato, rapidamente proiettabile e dotato di personale altamente specializzato, a disposizione del capo di stato maggiore della Difesa per un ampio spettro di missioni. Il Jfhq è un comando interforze a livello brigata, quindi un comando non statico, di facile rischiaramento e in grado di coprire tutto lo spettro delle asymmetric operations, che vanno dal peacekeeping al humanitarian aid disaster relief.

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urine nelle successive 24 h per analizzare la presenza U 238, U 235, U 234 e creatina. Il personale

risultato positivo al test dovrebbe assumere agenti specifici per rimuovere il più possibile le

particelle contaminate presenti nel corpo.....

.....I veicoli ed i materiali dell’Esercito Serbo in Kosovo possono costituire una minaccia alla

salute dei militari e dei civili che dovessero venire a contatto con gli stessi. I veicoli e gli

equipaggiamenti trovati distrutti, danneggiati o abbandonanti devono essere ispezionati e

maneggiati solamente da personale qualificato. I pericoli per la salute possono derivare

dall’Uranio impoverito in conseguenza dei danni dovuti alla campagna di bombardamento NATO

relativamente a mezzi colpiti direttamente o indirettamente......

.....L’UI emette radiazioni Alfa a bassi livelli di radiazioni Beta e Gamma. Le normali

uniformi da combattimento sono sufficienti per prevenire l’assorbimento attraverso la cute.

Tuttavia la reale minaccia è rappresentata dalla possibile inalazione di UI......

......L’UI provoca un avvelenamento da metallo pesante ed il personale deve assolutamente

evitare i mezzi sospettati di essere stati colpiti da UI. La minima distanza di sicurezza non deve

essere inferiore ai 50 m. Se ci si deve avvicinare ulteriormente è necessario indossare maschera e

guanti per evitare di assorbire la polvere radioattiva......

.....L’UI è un metallo pesante chimicamente tossico e radioattivo con un peso specifico quasi

doppio rispetto al piombo.......

....L’UI emette radiazioni Alfa, Beta e Gamma con un tempo di dimezzamento di 4,5 miliardi

di anni. La sua pericolosità radioattiva è dovuta alle radiazioni alfa......”

Le norme di sicurezza si concludono con le seguenti “Regole d’oro”, che parlano da sole:

“Rimani lontano da carri-mezzi bruciati e da edifici colpiti da missili da crociera Se lavori

entro 500 metri di raggio da un veicolo o costruzione distrutti indossa protezioni per le vie

respiratorie Inalazioni di polvere insolubile UI sono associate nel tempo con effetti negativi sulla

salute quali il tumore e disfunzioni nei neonati. Questi potrebbero non verificarsi fino a qualche

anno dopo l’esposizione”.

A sostegno di quanto scrive il Col. Bizzari sono le affermazioni del Col. Fernando

Guarnieri67 contenute nelle disposizioni emanate l’8 maggio 2000 alla Brigata Folgore Nembo Col

Moschin68 dove si legge:

67 Colonnello Fernando Guarnieri, 187° Rgt Par. Folgore di Livorno

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“La pericolosità dell’uranio si esplica sia per via chimica, che rappresenta la forma più

alta di rischio nel breve termine, sia per via radiologica che può causare seri problemi nel lungo

periodo. La maggiore pericolosità per il tipo di radiazione emessa si sviluppa nei casi di

irraggiamento interno (contaminazione interna)”.

Il Col. Fernando Guarnieri formula anche il criterio per stabilire chi può essere definito ‘soggetto a

rischio di contaminazione interna da Uranio’ e cioè chi deve far parte del numero dei militari

potenzialmente a rischio. Scrive in merito il Colonnello:

“In relazione alla partecipazione del contingente italiano alle attività di supporto alla pace in

Kosovo, può essere definito soggetto a rischio di contaminazione interna da uranio colui che abbia

soggiornato ed operato in prossimità di un obiettivo colpito da munizionamento ad uranio

impoverito o in aree ove siano stati individuati proiettili o un frammento di essi”.

In questa formulazione del criterio del soggetto a rischio dovrebbe essere peraltro inclusa (in

base alle disposizioni NATO succitate del 1984) anche colui che semplicemente maneggia delle

armi ad uranio impoverito.

3.5 L’ASPETTO GIURIDICO

Un aspetto molto importante della questione "Uranio impoverito" è quello relativo alle

disposizioni di legge emanate fin qui da diversi paesi e organizzazioni internazionali allo scopo di

limitare un uso irresponsabile e incondizionato delle armi al DU.

A livello internazionale, è fondamentale ricordare, ad esempio, che il problema della

limitazione degli armamenti al DU fu affrontato in sede ONU dalla Sottocommissione per la

Prevenzione delle Discriminazioni e per la Protezione delle Minoranze, che il 30 agosto 1996 adottò

una risoluzione molto significativa in cui sollecitava:

"… tutti gli Stati a ispirare le loro politiche nazionali alla necessità di contenere la

produzione e la diffusione di armi per la distruzione di massa o a effetto indiscriminato, in

68 La Brigata paracadutisti "Folgore" è l'unica Grande Unità di paracadutisti dell'Esercito Italiano. Di questa fanno parte il 9° Battaglione d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin" e il 183° Battaglione Paracadutisti "Nembo".

Page 40: La Questione Dell'Uranio Impoverito

40

particolare armi nucleari, armi chimiche, ordigni combustibile-aria, napalm, bombe a

frammentazione, armamenti biologici e contenenti uranio impoverito;".

L’impiego di armi al DU fu oggetto inoltre di una risoluzione comune adottata dal Parlamento

europeo il 17 gennaio 2001. In quest’occasione il Parlamento chiese agli Stati membri della NATO

una moratoria sull’utilizzo di questi armamenti, e pur affermando la difficoltà di stabilire un nesso

di causa-effetto fra l’uso del metallo e la manifestazione di tumori fra i soldati presenti in Bosnia

nel 1995 e in Kosovo nel 1999, esortò l’Alto rappresentante per la PESC (Politica estera e di

sicurezza comune)69 e la Presidenza del Consiglio a far luce sulla "sindrome dei Balcani"50.

Per quanto riguarda la legislazione italiana, invece, uno studio del "Comitato Scienziate e

scienziati contro la guerra"70 menziona il Decreto Legge del 17 marzo 1995, n.230, che classifica

l’uranio impoverito come nuclide radioattivo, pur se "a debole radiotossicità71", e prescrive

esplicitamente che la quantità dell’isotopo U-238 sia contenuta entro determinati livelli..

69 La Politica Estera e di Sicurezza Comune (acronimo PESC) costituisce il cosiddetto "Secondo pilastro" dell’Unione europea, così definito dal Trattato di Maastricht del 1992. Ha sostituito la Cooperazione politica europea nell'obiettivo dell’unificazione politica in materia di politica estera e di sicurezza. La PESC riconosce la NATO come l'istituzione responsabile della difesa dell'Europa ("peace-making"), mentre dal 1999 dopo il Trattato di Amsterdam l'UE è responsabile della realizzazione delle missioni di pace ("peace-keeping").

70 Nel mese di aprile del 1999 in vari centri di ricerca e dipartimenti universitari italiani nacquero spontaneamente "comitati contro la guerra" (quella condotta dalla N.A.T.O. contro la Repubblica Federale di Jugoslavia). Singoli ricercatori e ricercatrici o gruppi organizzati cominciarono a inviare messaggi di posta elettronica a quanti altri conoscevano in rete e a liste di corrispondenti; furono spesso create liste di mobilitazione ad hoc. I messaggi rimbalzavano rapidamente e si diffondevano, parallelamente alle iniziative che in molte località italiane comitati e coordinamenti cittadini andavano organizzando per rispondere, con l'indignazione e il rifiuto civile, alle bombe d'aggressione e devastazione e al "bombardamento" ignobile della informazione manipolata. Così si diffuse un appello di ricercatrici e ricercatori romani, che suscitò un'eco immediata e da qui si formò a livello nazionale il comitato "scienziate e scienziati contro la guerra" e subito dopo la lista di discussione di posta elettronica "scienza e pace".

71 La radiotossicità è un indice della capacità potenziale di un radioisotopo di produrre effetti dannosi nelle cellule viventi o nei diversi tessuti in seguito alla sua inalazione (in genere la situazione più pericolosa) o per ingestione. Esse assume valori diversi per i diversi nuclidi in funzione della tipologia (particelle alfa, beta, raggi gamma o neutroni) e dell’energia delle radiazioni emesse durante il decadimento radioattivo, del tempo di dimezzamento sia fisico che biologico del nuclide, della radiosensibilità dell’organo interessato all'esposizione (o, nel caso, dell'intero corpo).

Page 41: La Questione Dell'Uranio Impoverito

41

D’altro canto, la legge statunitense risulta particolarmente severa, come dimostra il fatto che

nel febbraio 1980, nello stato di New York, la National Lead Industries72, produttrice di munizioni

e contrappesi all’Uranio impoverito, venne chiusa per aver superato i limiti di emissione di

radiazioni ammessi negli Stati Uniti, provocando un’eccessiva contaminazione dell’aria.

Sono questi segnali positivi che si registrano a livello legislativo, ma che non sono di per se

stessi sufficienti ad impedire che compagnie private e multinazionali continuino a fabbricare armi di

distruzione di massa, o che alcuni governi ne autorizzino indiscriminatamente l’uso.

72 NL Industries, Inc. è uno dei maggiori produttori americani di pigmenti di biossido di titanio, che vengono utilizzati per colorare e aggiungere opacità a vernici, plastiche, carta, coloranti tessili e smalti ceramici. L'azienda produce anche additivi che controllano il flusso e il livellamento delle proprietà di vernici, inchiostri, lubrificanti, sigillanti, adesivi e prodotti cosmetici.

Page 42: La Questione Dell'Uranio Impoverito

42

Capitolo Quarto

LA QUESTIONE DELL’URANIO IMPOVERITO

E’ dal Kosovo che parte il “caso DU”.

In Italia si comincia a parlare di Uranio impoverito nel 2000 quando vengono segnalati i primi

casi sospetti di leucemia tra militari italiani che hanno preso parte alla missione di pace in questa

regione. Ma la prima vittima nota è un ragazzo di Cagliari, Salvatore Vacca, morto nel settembre

1999.

Il 22 dicembre muore un soldato portoghese, stesso giorno in cui in Italia viene istituita la

Commissione Mandelli73. Il 30 dicembre muore un carabiniere italiano e si torna a parlare di un ex

militare di Pavia morto il 6 novembre. Nei primi giorni del 2001, l'allarme diventa europeo.

Vengono segnalati casi sospetti in Spagna, Regno Unito, Repubblica Ceca, Francia e Romania. Si

tratta di soldati che hanno prestato servizio per mesi nelle zone bombardate con proiettili al DU. Le

reazioni dei governi europei sono altalenanti. Inizialmente Germania ed Italia chiedono la messa al

bando delle armi al DU. La proposta è lanciata dal ministro della difesa italiano Sergio Mattarella74

73 Commissione, presieduta dal Prof. Franco Mandelli, con il compito di accertare tutti gli aspetti medico-scientifici dei casi emersi di patologie tumorali nel personale militare impiegato in Bosnia e Kossovo. Il Professor Franco Mandelli è professore ordinario fuori ruolo di Ematologia all’Università “La Sapienza” di Roma. Dal 1979 al 2003 ha diretto a Roma il Centro Universitario di Ematologia del Policlinico Umberto I° da lui creato, composto oggi di reparti ospedalieri di ricovero per adulti e bambini, centro trapianti di midollo, day hospital, ambulatori, servizio per le malattie emorragiche e trombotiche, servizio di assistenza domiciliare, casa-alloggio per malati e loro parenti, pronto soccorso ematologico 24 ore su 24. E’ Presidente dell’AIL- Associazione Italiana contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma.

74 Sergio Mattarella (Palermo, 23 luglio 1941) è un politico e deputato italiano, più volte Ministro della Repubblica. Di famiglia di tradizione democratica cristiana, figlio di Bernardo Mattarella e fratello di Piersanti, professore di Diritto parlamentare presso l'Università di Palermo, è stato un esponente della Democrazia Cristiana. Deputato dal 1983, diviene ministro dei rapporti con il Parlamento nei governi De Mita e Goria, al dicastero della pubblica istruzione nel Governo Andreotti VI, fino alle dimissioni, avvenute, insieme a quelle di altri ministri, per protestare contro l'approvazione della legge Mammì. Direttore del Popolo dal 1992 al 1994, Mattarella è stato uno dei principali rappresentanti del rinnovamento della Democrazia Cristiana che portò alla formazione del Partito Popolare Italiano. Porta il suo nome la riforma della legge elettorale in senso maggioritario (giornalisticamente nota anche con l'appellativo datogli

Page 43: La Questione Dell'Uranio Impoverito

43

al vertice Nato del 9 gennaio. Usa e Gran Bretagna dicono di no. Il giorno dopo, il Senato italiano

approva a larga maggioranza una richiesta di moratoria. Si scopre che forze Nato hanno usato armi

al DU in esercitazioni in Germania. La protesta di Berlino trova prima una smentita e poi

un'ammissione imbarazzata dall'Alleanza75. Il 16 gennaio il Parlamento Europeo76 approva (339

favorevoli, 202 contrari, 14 astenuti) una risoluzione che chiede una moratoria, a scopo

precauzionale, sulle armi in questione. Pochi giorni dopo, però, dal vertice dei Ministri della Difesa,

emerge una posizione molto blanda: nessuna decisione politica prima di dati scientifici certi. Il 18

gennaio il ministro Mattarella riferisce alla Camera sulla questione: 23 casi e 8 decessi il bilancio

provvisorio; nel frattempo anche il Times77 denuncia la presenza di plutonio nei proiettili

incriminati. In Europa scoppia questa polemica.

I fatti però non cominciano nel dicembre 2000 con i primi casi sospetti di leucemia tra militari

italiani. Non cominciano neppure alcuni mesi prima, quando Salvatore Vacca si arrendeva al

da Giovanni Sartori di Mattarellum) approvata nell'agosto del 1993. Nel 1996, con la nuova legislatura a maggioranza ulivista, viene eletto capogruppo dei deputati popolari. Durante il governo D'Alema I ha assunto la carica di vicepresidente del Consiglio, mentre nei successivi Governo D'Alema II e Governo Amato II è stato Ministro della Difesa. Nel 2001 viene rieletto alla Camera dei deputati nelle liste della Margherita, dal 2001 al 2002 ricopre l'incarico di vicepresidente del Comitato per la legislazione, che poi presiederà fino al 2003. Alle elezioni politiche del 2006 è riconfermato deputato per la lista dell'Ulivo. Cessato dal mandato parlamentare il 28 aprile 2008.

75 Alleanza: Rif. NATO

76 Il Parlamento europeo è l'assemblea parlamentare dell'Unione europea. Essa svolge una funzione di controllo ed è l'unica istituzione europea ad essere eletta direttamente dai suoi cittadini. Insieme al Consiglio dell'Unione europea, costituisce una delle due camere che esercitano il potere legislativo nell'Unione. Tuttavia, i loro poteri non sono identici (c.d. bicameralismo imperfetto), e devono convivere coi poteri che il trattato riserva agli Stati membri. Il Parlamento ha la propria sede ufficiale a Strasburgo, ove avvengono quasi tutte le sessioni plenarie, ma si riunisce anche a Bruxelles e in Lussemburgo. Per numero di votanti, più di 388 milioni, esso è la seconda più grande assemblea parlamentare al mondo tra quelle scelte tramite elezioni democratiche, dopo la Camera del Popolo dell'India. Ogni cinque anni a partire dal 1979, si tengono le elezioni contemporaneamente in tutti gli Stati membri per eleggere gli eurodeputati, attualmente 736 che rappresentano circa 500 milioni di abitanti. I nuovi Stati membri che entrano a far parte dell'Unione europea nel corso della legislatura, eleggono i loro deputati, il cui mandato termina alla fine della stessa, o tramite nomina parlamentare oppure tramite apposite elezioni popolari.

77 The Times è un quotidiano britannico che si stampa a Londra, famoso in tutto il mondo. Fu il primo a chiamarsi Times, pertanto non va confuso con i molti altri giornali del mondo che hanno un nome simile, ad esempio il New York Times, il Times of India, l'Irish Times ed il settimanale d'attualità TIME. Una caratteristica del giornale è stato il celeberrimo carattere tipografico Times New Roman, usato dal 1932 ma oggi sostituito con un carattere più adeguato.

Page 44: La Questione Dell'Uranio Impoverito

44

linfoma che lo aveva ormai condannato. Neanche con l’inizio dei bombardamenti in Bosnia,

quando gli aerei della Nato sganciano nelle campagne intorno a Sarajevo 10.800 proiettili con

testate a uranio impoverito. I fatti, come i documenti riportati in appendice testimoniano

cominciano molti anni prima, il primo marzo 1991, quando il ministero della difesa statunitense

commissionò al laboratorio di ricerca nazionale di Los Alamos test sugli effetti dei penetratori

all’Uranio impoverito.

Le armi all’Uranio impoverito sono il simbolo di un grande successo tecnologico. L’uranio

allo stato naturale non ha la durezza del tungsteno, ma può essere indurito con una tecnica segreta,

basata sulla formazione di una lega tra Uranio e titanio e con un successivo stadio di

raffreddamento. Alla fine si forma un unico grande cristallo metallico, anziché una massa caotica di

cristalli sottili. Questa struttura monocristallina è fortissima,e ha soprattutto il vantaggio di costare

molto meno del tungsteno78.

Nel 1991, dopo una serie di test effettuati a Los Alamos, in un memorandum gli studiosi del

Los Alamos National Laboratory, riassunsero in in modo inequivocabile quanto segue:

“L’uranio si comporta benissimo in battaglia ma, nonostante ciò, se ne sconsiglia l’uso e si

consiglia di monitorarne gli effetti; diversamente ne diventa praticamente inaccettabile l’utilizzo e

per questo sarebbe addirittura meglio cancellarlo dagli arsenali”79

.

Già prima in realtà erano state rilevate controindicazioni sull’utilizzo di questo materiale. Nel

1984 gli statunitensi avevano fatto ricerche sul DU usato come contrappeso nei bilancieri degli

aerei: si era verificato un incidente e alcune squadre erano state impiegate per recuperare il

materiale fuoriuscito. In questo documento firmato da Robin Beard80, all’epoca responsabile della

sicurezza degli aerei, si avvisava che:

“l’uranio ha una modesta emissione di radioattività, le particelle emesse sono di tipo alfa, le

più penetranti. Inoltre esplodendo , nebulizza nell’aria un aerosol di polveri chimicamente tossiche.

Se ingerite, queste polveri, possono danneggiare gli organi interni81

”.

78 Uranio. Il nemico invisibile, Stefania Divertito, Infinito, 2005

79 Uranio. Il nemico invisibile, Stefania Divertito, Infinito, 2005.

80 Robin Leo Beard, Jr. (21 agosto 1939 - 16 giugno 2007) è stato un membro repubblicano della Camera degli Stati Uniti dove ha prestato servizio dal 1973-1983.

81 Uranio. Il nemico invisibile, Stefania Divertito, Infinito, 2005

Page 45: La Questione Dell'Uranio Impoverito

45

Nozioni scientifiche quindi, non semplici opinioni politiche o illazioni di giornalisti in cerca

di notizie da urlare a tutta pagina

IL DIBATTITO IN ITALIA

4.1 LA COMMISSIONE MANDELLI

In Italia l'allarme DU esplode quindi nel dicembre 2000. I sospetti sulle morti dei militari italiani

costringono il governo presieduto da Giuliano Amato ad affrontare la questione.

Il 19 dicembre 2000 l’allora ministro della Difesa Sergio Mattarella (che fino al giorno prima

aveva

negato ogni sorta di preoccupazione nei confronti dei militari italiani di stanza nei Balcani)

istituisce con un decreto ministeriale una commissione d’inchiesta scientifica per monitorare la

situazione e capire se esiste una connessione diretta tra malattie ed esposizione all'Uranio. A

presiedere la commissione è il noto ematologo Franco Mandelli, scienziato di chiara fama

internazionale, impegnato da molti anni sul fronte delle leucemie attraverso l’Ail82 (Associazione

italiana contro le leucemie, i linfomi e il mieloma) e considerato il più illustre studioso della

materia.

Della commissione fanno parte il direttore del dipartimento di Fisica dell'Istituto Superiore

della Sanità Martino Grandolfo, il direttore del reparto epidemiologico dell'Istituto Superiore di

Sanità Alfonso Meli, il direttore dell'Istituto di radiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia

della Sapienza di Roma, Giuseppe Onofrio dell'Agenzia nazionale della Protezione ambientale,

Vittorio Sabbatini, capo ufficio nucleare del Centro Interforze Studi Applicazioni Militari e il

generale medico Antonio Tricarico.

Compito della Commissione è accertare tutti gli aspetti medico-scientifici dei casi emersi di

patologie tumorali nel personale militare, in particolare in militari che hanno svolto attività

operativa in Bosnia e Kosovo, verificando se esista correlazione con il munizionamento all’uranio

impoverito impiegato in quell’area; ovvero se siano identificabili cause diverse all’origine di queste

patologie.

La decisione di istituire la Commissione è stata assunta sull’onda dell’allarme sociale nato

dalla diffusione delle notizie sui giornali. Infatti l’articolo 2 del decreto ministeriale stabilisce “ La

Commissione avrà disponibilità di accesso alle informazioni di carattere medico, tecnico e

82 L’AIL - Associazione Italiana contro le Leucemie-linfomi e mieloma, costituita a Roma l’8/04/1969 e riconosciuta con Decreto del Presidente della Repubblica n. 481 del 19/09/1975.

Page 46: La Questione Dell'Uranio Impoverito

46

operativo necessarie per lo svolgimento delle proprie indagini che andranno svolte con

sollecitudine, tenuto conto dell’esigenza e dell’aspettativa che si faccia rapidamente chiarezza su

tale problematica, compatibilmente con i tempi occorrenti per i necessari accertamenti e

approfondimenti”. Le indagini andranno svolte con sollecitudine, questo sarà uno dei motivi per

cui, il 19 marzo 2001, a poche settimane dall’inizio dei lavori, la Commissione produsse già una

prima relazione, chiamata “preliminare”, e scrisse nell’introduzione:

“Il tempo impiegato per la stesura di questa relazione è derivato dalla necessità di

raccogliere tutti i dati riguardanti i militari che hanno svolto attività operativa in Bosnia e Kosovo

e di verificare la diagnosi delle neoplasie maligne”.

In poco più di due mesi erano stati già raccolti tutti i dati e scritto il primo resoconto, in cui si

legge che:

“La popolazione sulla quale è stata calcolata l’incidenza di neoplasie è costituita dai militari

che dal dicembre 1995 al gennaio 2001 hanno compiuto almeno una missione in Bosnia e/o

Kosovo. L’elenco di tali soggetti è stato fornito dagli Stati Maggiori dell’Esercito, Aeronautica,

Marina e Carabinieri, alla Direzione Generale della Sanità Militare che li ha trasmessi all’Istituto

Superiore di Sanità. Non sono stati presi in considerazione i casi senza diagnosi documentata e

quelli con diagnosi di malattie non neoplastiche. I casi segnalati, la cui documentazione acquisita

non era sufficiente per la definizione della diagnosi, non sono stati al momento presi in

considerazione.

Il calcolo dei tassi di incidenza è stato fatto considerando al numeratore il numero di casi per

ciascuna delle patologie segnalate ed al denominatore la somma dei tempi di osservazione di

ciascun soggetto (dalla data della prima missione al giorno 31 gennaio 2001, data in cui sono stati

acquisiti i dati da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, o alla data della diagnosi per i casi). Sono

stati calcolati i tassi specifici per classi quinquennali di età per le seguenti patologie: Linfoma di

Hodgkin (LH), Linfoma Non Hodgkin (LNH)83

, Leucemia Linfatica Acuta (LLA), totale delle

malattie emolinfoproliferative osservate, totale dei tumori solidi e totale complessivo dei tumori

maligni registrati. Il confronto dei tassi di incidenza della popolazione studiata è stato fatto con

quelli delle popolazioni maschili coperte dai registri tumori italiani. I registri tumori raccolgono

dati di incidenza in base a diagnosi confermate. Sono stati utilizzati i 9 Registri di cui erano

disponibili i dati aggiornati. I dati utilizzati si riferiscono al periodo 1993-1997. Come indicatore

per il confronto è stato utilizzato il rapporto tra i casi di tumore “osservati” nella popolazione dei

83 Linfoma di Hodgkin (LH), Linfoma Non Hodgkin (LNH): vedi cap. 4, punto 4.1

Page 47: La Questione Dell'Uranio Impoverito

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militari che si sono recati in Bosnia e/o Kosovo e quelli “attesi”, in quella stessa popolazione,

facendo riferimento ai tassi dei registri tumori italiani: il rapporto tra casi “osservati” e casi

“attesi” dà una misura di rischio denominata SIR (Standardized Incidence Ratio). Quando non c’è

differenza tra casi osservati ed attesi tale rapporto è uguale a 1, mentre un valore maggiore sta ad

indicare un numero di casi osservati maggiore di quello atteso e viceversa per un valore minore ad

uno. Anche per i SIR sono stati calcolati gli intervalli di confidenza.

Per rendere la popolazione in studio più omogenea e per rendere agevole il confronto con i

dati provenienti dai Registri tumori operanti in Italia, l’analisi è stata ristretta alle fasce di età tra i

20 ed i 49 anni che comunque comprendono il 97,1% dell’intero gruppo dei militari italiani andati

in missione in Bosnia e/o Kosovo. …

Il calcolo dei tassi e dei SIR è stato fatto anche tenendo conto del periodo di latenza tra

esposizione e patologie osservate. Poiché in letteratura non sono riportati dati certi riguardo alle

latenze, è stata ipotizzata una latenza minima di 12 mesi. Sono stati esclusi dall’elaborazione tutti

quei soggetti che avevano un periodo di osservazione inferiore a 12 mesi e, per ogni soggetto, sono

stati tolti i primi 12 mesi di osservazione (in quel periodo non erano a rischio di sviluppare la

patologia a causa dell’esposizione in studio).84

Preliminarmente la Commissione conclude che:

“1) Per le neoplasie maligne (ematologiche e non) considerate globalmente emerge un

numero di casi inferiore a quello atteso. Tale risultato può essere dovuto in parte alla selezione per

idoneità fisica alla quale sono sottoposti i militari ed in parte al fatto che gli attesi sono stati

calcolati in base a Registri Tumori che provengono soprattutto dal nord dove l’incidenza dei

tumori nel complesso è più elevata rispetto al sud (da dove proveniva la maggior parte dei militari

impegnati in Bosnia e/o Kosovo).

2) Esiste un eccesso, statisticamente non significativo, di casi di Linfoma di Hodgkin e

Leucemia Linfatica Acuta, ma allo stato attuale dei numeri tale risultato può essere dovuto al

caso”.

In conclusione, la Relazione preliminare stabilisce che sono esclusi legami tra linfomi e DU, è

segnalata però un'anomalia dell'incidenza del linfoma di Hodgkin che rende necessari ulteriori studi.

84 “Relazione Preliminare della Commissione istituita dal ministero della Difesa sull’incidenza di neoplasie maligne tra i militari impiegati in Bosnia e Kosovo”, 19 marzo 2001

Page 48: La Questione Dell'Uranio Impoverito

48

Il 29 maggio di quello stesso anno la Commissione Mandelli pubblica la Seconda Relazione,

basata su dati più ampi di quella precedente, ma non ancora definitiva. In questa seconda relazione

l’incidenza dei casi di neoplasie maligne con diagnosi confermata viene aggiornata con i casi

segnalati entro il 30 aprile 2001 e confrontata con i dati di 12 Registri Tumori Italiani invece dei 7

utilizzati nella Relazione precedente. Vengono inoltre riportati i primi risultati delle analisi eseguite

su un campione di militari per verificare l’eventuale esposizione ad uranio impoverito e sono inoltre

esposte alcune considerazioni preliminari sull’Uranio impoverito che derivano dai dati disponibili

in letteratura e dai risultati di analisi effettuate da organismi italiani ed internazionali.

La seconda relazione conclude che:

“1) Per le neoplasie maligne (ematologiche e non) considerate globalmente emerge un

numero di casi inferiore a quello atteso. Tale risultato può essere dovuto in parte alla selezione per

idoneità fisica alla quale sono sottoposti i militari ed in parte al fatto che gli attesi sono stati

calcolati in base a Registri Tumori che provengono soprattutto dal nord, dove l’incidenza dei

tumori nel complesso è più elevata rispetto al sud (da dove proviene la maggior parte dei militari

impegnati in Bosnia e/o Kosovo).

2) Esiste un eccesso, statisticamente significativo, di casi di Linfoma di Hodgkin. Si ritiene

necessaria una conferma dei risultati finora ottenuti, e pertanto si suggerisce:

a. Di svolgere uno studio caso-controllo all’interno della coorte considerando, oltre

all’uranio, altri possibili fattori di rischio.

b. Di seguire nel tempo la coorte dei soggetti impegnati in Bosnia e/o Kosovo, per monitorare

l’incidenza di neoplasie maligne e seguire l’evoluzione del quadro epidemiologico finora emerso.

c. Di proporre agli altri Paesi della Nato che sono stati impegnati in Bosnia e/o Kosovo,

anche in relazione agli studi già avviati, di individuare metodologie uniformi per valutare

l’incidenza di neoplasie maligne nei militari dei rispettivi Paesi. Ciò al fine di un confronto e di una

valutazione globale dei diversi studi.

d. Di proporre nelle opportune sedi internazionali - ad esempio, in sede UNEP – di estendere

le indagini sull'eventuale diffusione nell'ambiente di uranio impoverito anche alla Bosnia e, in

particolare, all'area di Sarajevo.85

85 “Seconda relazione della Commissione istituita dal ministero della Difesa sull’incidenza di neoplasie maligne tra i militari impiegati in Bosnia e Kosovo”, 28 maggio 2001

Page 49: La Questione Dell'Uranio Impoverito

49

Riguardo al Linfoma di Hodgkin, quindi, i risultati sono ribaltati ed è la Commissione stessa

a chiedere che si continui a lavorare su questi eccessi, proponendo una più ampia collaborazione tra

altri Paesi Europei e la Nato.

Intanto a giugno dagli Usa arrivano notizie allarmanti: lo stesso Pentagono avrebbe da tempo

accertato la pericolosità del DU. Sarebbe perciò smentito tutto il lavoro del team guidato da

Mandelli. Sulla commissione piovono critiche durissime. Non si discute la competenza e

l'autorevolezza di Mandelli, ma si sospetta, che la commissione non sia mai stata messa in grado di

condurre indagini pienamente indipendenti. Le ricerche sarebbero state guidate e condizionate dal

Ministero della Difesa ed avrebbe così prevalso la ragion di Stato a scapito della verità.

In sintesi, tra morti (9) e malati, erano stati 35 i casi esaminati nella seconda relazione della

commissione Mandelli, aggiornati al 30 aprile 2001 mentre la prima relazione, che si era fermata

alla fine di gennaio, era arrivata all'analisi di 28 casi. Intanto, secondo alcuni (uno schieramento

trasversale, composto da parlamentari, associazioni di militari, medici e scienziati) la vera causa

delle patologie starebbe nei vaccini: un mix di 35-40 vaccinazioni, tra facoltative e obbligatorie, in

tempi strettissimi, che avrebbero gravemente indebolito le difese immunitarie dei soldati. Altri,

invece, puntano l'indice contro inquinanti ''di vario genere'' presenti nell'ambiente: si parla, in ordine

sparso, di plutonio, benzene, radiazioni ionizzanti, contaminazioni legate alla natura degli obiettivi

colpiti durante i bombardamenti.

I sette uomini della commissione continuarono a lavorare. Impiegarono un anno per produrre

il risultato definitivo del loro lavoro: la terza relazione o relazione finale (11 giugno 2002).

Come per le precedenti relazioni si legge che:

“1) Per le neoplasie maligne (ematologiche e non) considerate globalmente emerge un

numero di casi inferiore a quello atteso. Tale risultato può essere dovuto in parte alla selezione per

idoneità fisica alla quale sono sottoposti i militari ed in parte al fatto che gli attesi sono stati

calcolati in base a Registri Tumori che provengono soprattutto dal nord, dove l’incidenza dei

tumori nel complesso è più elevata rispetto al sud (da dove proviene la maggior parte dei militari

impegnati in Bosnia e/o Kosovo).

2) Esiste un eccesso, statisticamente significativo, di casi di Linfoma di Hodgkin. L’eccesso di

LH nel gruppo di militari impegnati in Bosnia e/o Kosovo emerge anche dal confronto con i

Carabinieri mai impegnati in missioni all’estero. Questa popolazione è confrontabile con quella dei

militari impegnati in Bosnia e/o Kosovo, in quanto si tratta comunque di una popolazione militare;

Page 50: La Questione Dell'Uranio Impoverito

50

inoltre, la distribuzione per area geografica di provenienza dei Carabinieri non è molto diversa da

quella dei militari impegnati in Bosnia e/o Kosovo. D’altro canto, i dati sulle patologie registrate

su questa popolazione provengono dai Servizi Sanitari dell’Arma dei Carabinieri, ai quali la

comunicazione è fatta spontaneamente dai soggetti affetti dalla patologia; per questo motivo, i casi

possono essere sottostimati (con una conseguente sovrastima del SIR). Meno probabile è, invece,

una sottostima dei casi segnalati ai Registri Tumori. Infatti, questi ultimi utilizzano più fonti

(cartelle cliniche di ricovero, schede di dimissione ospedaliera, archivi dei referti istologici e

citologici, certificati di morte) per la registrazione dei casi.

L’incompletezza nella verifica della diagnosi (5 diagnosi verificate su 14) per i sospetti LH

nei Carabinieri può aver portato ad una sottostima dei SIR di tale patologia nei militari inviati nei

Balcani.

Per quanto riguarda l’incidenza di LH si sottolinea che, in Italia, non c’è evidenza di una

variazione geografica rilevante tra le diverse aree geografiche.

3) I risultati dell’indagine a campione svolta sui militari italiani impiegati in Bosnia e Kosovo

non hanno evidenziato la presenza di contaminazione da uranio impoverito. Questo risultato è in

accordo con quanto rilevato a tutt’oggi dalle altre indagini svolte, sia su militari che sull’ambiente,

a livello nazionale ed internazionale.

4) Sulla base dei dati rilevati e delle informazioni attualmente disponibili, non è stato

possibile individuare le cause dell’eccesso di Linfomi di Hodgkin evidenziato dall’analisi

epidemiologica svolta.

Nessun accenno alle informazioni limitate esistenti in letteratura scientifica per quanto

riguarda l’irradiazione interna da uranio impoverito., aspetto questo più volte sottolineato da

Martino Grandolfo, uno dei componenti della Commissione stessa. Solo, nelle raccomandazioni

finali si può leggere quanto segue:

RACCOMANDAZIONI

La Commissione raccomanda:

a) di seguire nel tempo la coorte dei soggetti impegnati in Bosnia e/o Kossovo, per

monitorare l’incidenza di tumori solidi ed ematologici e seguire l’evoluzione del quadro

epidemiologico finora emerso;

Page 51: La Questione Dell'Uranio Impoverito

51

f) di svolgere ricerche approfondite sulle possibili altre cause di aumentata incidenza di

linfomi, poiché allo stato attuale delle conoscenze, non è stata dimostrata una correlazione tra i

Linfomi di Hodgkin e non Hodgkin e l’esposizione interna a radiazioni ionizzanti86.

La “Relazione finale della commissione Mandelli” conclude così definitivamente le sue

indagini e afferma che per le neoplasie maligne il numero di casi è inferiore a quello atteso, che

esiste un eccesso statisticamente significativo di casi di Linfoma di Hodgkin, che i risultati

dell’indagine svolta sui militari non hanno evidenziato la contaminazione da DU e che non è stato

possibile individuare le cause dell’eccesso dei Linfomi di Hodgkin.

Riassumendo, viste le 3 relazioni della commissione, i risultati non cambiano di molto e

l’unico dato degno di nota è un eccesso di casi di linfomi di Hodgkin.

Questa fase avrebbe dovuto far capire che, in base alle limitate informazioni scientifiche

esistenti, non è possibile trovare un nesso causa-effetto tra l’utilizzo di questo materiale e i linfomi.

Però, come dirà in un’intervista lo stesso Grandolfo, allo stesso tempo e per gli stessi motivi non è

possibile neanche assolvere l’uranio.

Invece la stampa e i politici che avevano commissionato lo studio al team di Mandelli

dedussero semplicemente che l’uranio non è colpevole delle malattie e delle morti dei soldati.

Certamente la Commissione avrebbe dovuto scrivere le conclusioni tratte in maniera più esplicita.

Critiche alle relazioni87

Più volte nel corso degli anni sono stati messi in evidenza errori e manchevolezze nel mandato

ricevuto dalla Commissione Mandelli. Errori statistici, imprecisioni nella raccolta dati, nella scelta

del campione e nel calcolo del numero dei soggetti.

Il mandato ricevuto da parte del Ministero della Difesa in data 22 dicembre 2000 recita al

primo comma:

“Viste le informazioni emerse circa i casi di patologie tumorali di varia natura che hanno

interessato personale militare impiegato in missioni operative nei Balcani…”

86 “Relazione Finale della Commissione istituita dal ministero della Difesa sull’incidenza di neoplasie maligne tra i militari impiegati in Bosnia e Kosovo”, 11 giugno 2002

87 Uranio. Il nemico invisibile, Stefania Divertito, Infinito, 2005.

Page 52: La Questione Dell'Uranio Impoverito

52

E invece le relazioni Mandelli hanno preso in considerazione solo il personale che ha operato

nella Bosnia e nel Kosovo, nonostante, ad esempio, si sia trovato un inquinamento del suolo molto

rilevante in Serbia.

Una grave imprecisione effettuata è stata quella di affidare alla Commissione Mandelli uno

studio i natura epidemiologica. Studi di questo genere non possono essere avviti se non dopo che il

fenomeno da esaminare sia considerato concluso. Altrimenti rischia di essere incompleto e

contraddetto da eventuali dati che emergono successivamente. La Relazione, invece, è stata iniziata

e conclusa mentre il fenomeno era in pieno sviluppo.

Nel lavoro della Commissione Mandelli è completamente mancata una componente di

sperimentazione in “corpore vili”, cioè una sperimentazione che doveva e poteva essere eseguita

con le ovvie cautele previste.

Si tratta di sperimentazioni di armi all’Uranio contro vari obiettivi (carri armati, strutture

protettive, ecc.) e dell’analisi dei possibili effetti di nocività prodotti.

Non si capisce perché questa problematica non sia stata neppure presa in considerazione.

Altra questione riguarda le lacune nella raccolta dei dati.

Recentemente all’Associazione ANAVAFAF88 sono stati resi noti due casi di patologie

tumorali tra i militari che avevano partecipato alla Guerra del Golfo, cioè operazioni risalenti a circa

13 anni fa. Però, in queste relazioni, non sono stati presi in considerazione i casi sospetti verificatisi

dopo la prima guerra del Golfo, dopo la Restore Hope89 in Somalia e in zone limitrofe al Kosovo

come l’Albania e la Macedonia90 e inoltre nei poligoni.

Per limitarsi a casi apparsi sulla stampa (e quindi non incomunicabili per motivi di privacy),

ad esempio, questa Associazione ha registrato i seguenti casi:

1) nel Golfo Persico (Ceccarini, Boscaino, Del Vecchio, Maramarco);

88 L'ANAVAFAF, Associazione Nazionale Assistenza Vittime Arruolate nelle Forze Armate e Famiglie dei Caduti è stata costituita il 27 gennaio 1983. Presidente, Ammiraglio Falco Accame. L’Associazione svolge attività di tutela e si propone di prevenire e limitare il numero dei morti nelle Forze Armate (Militari di Leva e Militari di Carriera) in tempo di pace. 89 Vedi nota 46

90 La Repubblica di Macedonia (in macedone Република Македониjа) è uno stato della penisola balcanica nell'Europa sud-orientale. Da taluni stati è riconosciuto come the former Yugoslav Republic of

Macedonia (in italiano Repubblica Ex Jugoslava di Macedonia, acronimo FYROM) a seguito dell'adesione del Paese all'Organizzazione delle Nazioni Unite (1993) con tale "denominazione provvisoria" secondo l'organizzazione, adottata per via della disputa sul nome avviata dalla Grecia. Confina con Albania, Serbia, Bulgaria e Grecia.

Page 53: La Questione Dell'Uranio Impoverito

53

2) in Somalia (Diana, Marica, Pizzamiglio, D’Alicandro, Marini);

3) in Albania e Macedonia (Grimaldi, Melis, Meloni);

4) nei poligoni (Garofalo, Buonincontro, Pintus, Cappellano, Serra, Faedda, Cardia,

Falzarone, Medda).

Peraltro prima che i lavori della Commissione Mandelli potessero avere inizio, occorreva che

fosse svolta tutta una serie di analisi preliminari, per dir così “a monte” dello studio, che invece non

hanno avuto luogo. Tra queste, quella che riguarda la raccolta.

Ad esempio, è mancata la raccolta dei dati dei bombardamenti effettuati sulla Bosnia da parte

di aerei della base ad Aviano91 individuando in base ai rapporti di volo le coordinate geografiche dei

punti colpiti e la natura degli eventuali obiettivi, la qualità e quantità di armi che erano state

impiegate, le date in cui le operazioni erano state effettuate.

Doveva così essere costruita la mappa degli obiettivi colpiti. Occorreva stabilire dove e

quando erano stati dislocati i nostri reparti rispetto a questi obiettivi colpiti e stabilire, dunque, la

loro distanza dagli obiettivi nelle varie fasi di impiego. Inoltre, occorreva stabilire quando e per

quanto tempo detti reparti avevano sostato nella zona inquinata.

Altrettanto grave l’errore di considerare a pari rischio tutti coloro che si trovano in Kosovo

essendo l’area del Kosovo meridionale quella più colpita, e non prendere in considerazione, invece,

i nostri militari che hanno operato al confine con il Kosovo meridionale in Albania e Macedonia,

anche se l’Albania e Macedonia non sono state bombardate.

Tra i nostri militari, molti sono stati impiegati in operazioni di accompagnamento dei profughi

dal Kosovo verso l’Albania e la Macedonia e quindi hanno operato al confine (a volte pernottando

in zona kosovara). Questi militari, in terra di Albania e Macedonia, si sono trovati certo molto più

vicini ai posti bombardati, rispetto ad altri militari operanti nello stesso Kosovo ma più lontani dalle

zone bombardate.

Errata valutazione dei rischi?

Molto tardivamente, dopo che la Prima Relazione era già stata varata, sembra si sia

manifestato, tra i membri della Commissione, il sospetto che vi fossero stati degli errori circa la

presa in esame delle aree colpite e dei soggetti a rischio.

91 La Base aerea di Aviano (in inglese Aviano Air Base o semplicemente Aviano AB) è un aeroporto militare utilizzato dall'USAF. Si trova nel comune di Aviano, in Friuli Venezia Giulia, nell'Italia nord orientale, ai piedi delle Alpi Carniche, circa 15 chilometri a nord di Pordenone. Nella base ha sede il 31st Fighter Wing, dell'aeronautica militare statunitense e dal 1992 al 1 novembre del 2005, fu il quartier generale della Sixteenth Air Force, che ora si trova a Ramstein.

Page 54: La Questione Dell'Uranio Impoverito

54

Non si possono prendere in considerazione, nella stessa maniera, i militari che si trovano

distanti dalle zone bombardate insieme a quelli che, invece, si trovano in prossimità di esse.

Purtroppo però, queste considerazioni avrebbero dovuto essere state fatte prima che si fosse dato

inizio ai lavori della Commissione!

Andava richiesta la storia dell’esposizione dei singoli reparti per individuare dove e quando si

trovavano rispetto ai bombardamenti.

Comunque nessuna correzione è stata apportata, nemmeno dopo la redazione della prima

relazione. Infatti, sia nella seconda relazione che nella terza sono stati presi in considerazione, in

modo del tutto indiscriminato, circa 43.000 militari, mettendo in un unico calderone, oltreché

persone non protette, anche persone protette, persone a rischio e non a rischio, persone vicine e

persone lontanissime dalle zone bombardate, persone che avevano inalato forti dosi di ossido di

uranio e persone che forse non avevano inalato nulla. E tutto ciò non tenendo conto della “distanza

temporale” rispetto a quando erano avvenuti i bombardamenti, cioè persone che si erano trovate in

zone bombardate al momento dei bombardamenti e persone che si sono trovate nelle stesse zone ma

anni dopo.

Quando si parla di “soggetto a rischio”, naturalmente si pone una questione che non riguarda

un dato assoluto ma un dato relativo. Il soggetto può, infatti, trovarsi a rischio altissimo, oppure

alto, medio, basso, secondo dei criteri che devono essere preliminarmente specificati. E ciò, dunque,

andrebbe ben stabilito, ma nelle relazioni Mandelli di queste essenziali differenze non si fa il

minimo cenno.

Ad esempio, la Royal Society92 britannica ha stabilito tre diversi livelli di rischio:

1) esposizione alta per militari presenti all’interno di veicoli colpiti da proiettili al DU.

2) esposizione mediana: militari che hanno operato all’interno o in prossimità di veicoli già

colpiti

3) esposizione bassa: militari che hanno operato sottovento rispetto all’impiego di proiettili

DU oppure che possono aver soggiornato in siti contaminati a livello di suolo o risospensione

in aria.

Come si è detto, ovviamente corre un rischio più alto chi è più vicino ad un obiettivo colpito,

chi vi sta più a lungo e chi vi si trova a breve tempo dal momento del bombardamento. L’obiettivo

può essere, ad esempio, un carro armato distrutto, una fortificazione distrutta o una casa

92 Royal Society of London for Improving Natural Knowledge: nata a Londra il 28 novembre 1660, è la più antica società scientifica al mondo e la principale organizzazione nazionale per la promozione della ricerca scientifica in Gran Bretagna.

Page 55: La Questione Dell'Uranio Impoverito

55

danneggiata. Il rischio è, evidentemente, legato alla dose di inalazione subita. E d’altra parte è

legato anche alla mancata protezione.

Per esempio raccogliere a mani nude proiettili è certamente assai rischioso, perché basta una

screpolatura nella pelle affinché l’ossido di uranio possa penetrare nel sangue. E centinaia di

proiettili sono stati raccolti a mani nude per portarli presso un cratere e farli poi esplodere tutti

insieme, non adottando alcuna misura di protezione.

A questo proposito, un altro grave errore che ritroviamo in tutte e tre le relazioni Mandelli

riguarda il numero dei militari considerati come “esposti” alle radiazioni.

Le relazioni prendono in considerazione all’incirca 40.000 militari dimenticando che almeno

12.000 militari, cioè quelli che hanno operato dopo il 22 novembre 1999, dovevano aver ormai

adottato le norme di protezione e quindi non erano da considerarsi tra quelli a rischio. Ciò vuol dire

che, dal totale considerato di 40.000 soggetti ne andrebbero sottratti 12.000 (quasi un terzo), perché

ovviamente vanno considerati solo i “soggetti a rischio” e non i “soggetti non a rischio”!

Altra questione riguarda il fatto che nella relazione avrebbero dovuto essere stati precisati i

soggetti in base alle aree geografiche in cui hanno operato.

C’è, per esempio, chi ha operato solo in Bosnia e chi ha operato solo in Kosovo o solo in

Albania o solo in Macedonia. Ma c’è chi ha operato invece in più di una di queste aree. C’è, anche,

chi prima della Bosnia ha operato in Somalia o nella Guerra del Golfo.

In effetti sono stati messi in un unico calderone tutti soggetti supposti a rischio senza tener

conto di una necessaria loro suddivisione in relazione alle missioni effettuate.

Inoltre c’è differenza tra la condizione “particolare” dei militari e quella, invece, “globale” dei

civili.

La “popolazione dei militari” si distingue da quella dei “civili in genere” in quanto la

popolazione militare è soggetta a visite mediche per poter essere assunta in servizio, oltreché a

visite mediche periodiche per poter restare in servizio. È quindi particolarmente selezionato. Inoltre

per chi si reca in missione sono previste ulteriori visite mediche.

Si tratta dunque di una “fetta” di popolazione da considerarsi più “sana” rispetto a quella

raffigurata globalmente dalla totalità di tutti i cittadini e dunque, anche per questo motivo, il

confronto che è stato fatto è improprio.

Infine c’è un’altra questione. La popolazione dei militari è certamente una popolazione

prevalentemente “sudista”, mentre i registri dei tumori riguardano prevalentemente la popolazione

Page 56: La Questione Dell'Uranio Impoverito

56

“nordista”. E dunque, anche sotto questo aspetto, il confronto è improprio. Tutte questioni

dimenticate nelle relazioni Mandelli.

Assenza nell’analisi del pericolo chimico, dei problemi neurologici e delle malformazioni alla

nascita

Anche a questo proposito non si comprende perché non sia stata inclusa nel mandato la

esigenza di indagare sulla componente di rischio chimico pur essendo stata evidenziata nelle norme

di protezione.

Forse se il mandato della relazione Mandelli fosse stato formulato dal Ministero della Sanità

(Ministero che avrebbe dovuto occuparsi delle questioni in argomento) simili carenze non si

sarebbero verificate.

I problemi medici causati dall’utilizzo del DU non si sono limitati a forme tumorali. Vi sono

state anche forme neurologiche, malformazioni alla nascita dei figli e altri disturbi di maggiore o

minore gravità sia tra il personale militare che tra i civili.

Tutto ciò era mancante nel mandato affidato alla Commissione. Inoltre non sono state prese in

considerazione né le patologie neuropsichiche, né quelle cronico-degenerative e neurologiche. In

particolare la sclerosi amiotrofica laterale, che si è verificata in tanti casi tra i reduci negli USA e

almeno in un caso ci è stato segnalato in Italia.

Non sono state rese note disposizioni che sembrano essere state impartite in relazione al

pericolo di malformazioni alla nascita.

Eppure si sono verificati molti casi tra i militari (e anche tra i civili, abitanti nell’area dei poligoni).

La gravità di questa dimenticanza è ovvia tanto più che l’Italia era bene al corrente della materia

(perfino in televisione sono stati proiettati dei filmati sui casi di malformazioni alla nascita che si

verificarono tra i reduci dei militari USA che avevano operato nella Guerra del Golfo).

- Ci sono state verifiche circa il numero dei casi di patologie riscontrate?

Altra questione riguarda il termine di paragone assunto nelle relazioni Mandelli per stabilire

se i casi riscontrati si dovevano considerare in eccesso o in difetto rispetto a questo termine.

Ma il termine di paragone che è stato assunto come riferimento (cioè il numero che

rappresenta la “media italiana dei tumori”) è ampiamente arbitrario.

Come è noto in Italia non esiste che un numero limitatissimo di registri di tumori (circa 15)

che non possono dar luogo, quindi ad una definizione attendibile di “media nazionale”. Non solo i

registri sono in numero limitatissimo, ma sono tra di loro eterogenei come “confezionatura”. Si

riferiscono a dati ospedalieri relativi a determinate località non tenendo conto che molti ricoveri non

Page 57: La Questione Dell'Uranio Impoverito

57

sono stati fatti in ospedali ma in altre strutture (e spesso neppure nella città a cui il registro si

riferisce). Inoltre, tra le località a cui si riferiscono i registri tumori, ve ne sono alcune che erano ad

elevato rischio. Esse, quindi, alterano in modo “maggiorativo” la media.

Questi si limitano per lo più a registrare i dati fino al 1996 e manca quindi una comparazione

con tutto ciò che è successivo al 1996, e ciò appare incongruo col fatto che le relazioni della

Commissione Mandelli si riferiscono per lo più a casi verificatisi intorno al 2001.

Ma casi di malattie e di morte si sono verificati anche dopo il 2001 e si stanno ancora

verificando.

Improprio quindi un confronto tra i dati, perché manca il corretto riferimento temporale da

prendere in considerazione.

Inoltre, i registri tumori prendono in considerazione persone di tutte le età, diciamo da 0 a 100

anni, mentre la “popolazione dei militari” impiegata nelle operazioni è in età, diciamo, tra i 20 e i

50 anni. Quindi un paragone tra una popolazione che riguarda tutte le età e una popolazione che

riguarda solo un certo numero di anni, è assolutamente inappropriato. Inoltre la popolazione dei

militari è selezionata attraverso visite mediche di idoneità, a diversità della popolazione civile. E’

ovvio, data la selezione medica dei militari, che l’incidenza di tumori sia necessariamente minore

rispetto a quella della popolazione civile.

Qualunque confronto deve tener presente queste diverse condizioni di base.

Infine, c’è una sproporzione tra Nord e Sud: i registri si riferiscono prevalentemente al Nord

Italia mentre l’apparato militare si riferisce prevalentemente a personale del Sud.

Altra questione riguarda il numero dei militari presi in esame; c’è per esempio chi ha

denunciato che il proprio nome è stato conteggiato tre volte. Quindi la cifra complessiva (43.058

secondo l’ultima relazione Mandelli) appare, anche per questo motivo, poco credibile.

Il numero dei casi di morte e di malattia presi in considerazione, che è stato precisato (e con

un tono di grande certezza) nella Relazione ministeriale del 5 aprile 2005, è in realtà un numero

ampiamente discutibile e non può considerarsi in nessun modo come una “verità rivelata”.

La seconda e la terza relazione Mandelli hanno messo in evidenza che, almeno per quanto

riguarda i linfomi di Hodgkin questi risultano in quantità molto superiore a quella che poteva

attendersi…

Però, mentre a seguito della prima Relazione è stata tenuta una conferenza stampa con una

vastissima diffusione sui mass media, a seguito della seconda e terza relazione non è stata tenuta

alcuna conferenza che rettificasse le conclusioni della prima. Anzi, è calato il massimo silenzio.

Page 58: La Questione Dell'Uranio Impoverito

58

Circa il fatto che il numero dichiarato nella relazione non è necessariamente da considerarsi

realistico, ciò deriva anche dalla circostanza che chi si ammala può non rendere note le sue

condizioni di salute per motivi di privacy, per paura di perdere il posto di lavoro o per altri motivi.

Infine il Ministero della Difesa non ha tenuto alcun conto dei dati in possesso di Associazioni

alle quali si erano rivolti i militari o le loro famiglie, sebbene queste libere associazioni avessero

fornito la loro piena disponibilità.

Il linfoma di Hodgkin

Il linfoma di Hodgkin93 è un tumore del sistema linfatico abbastanza raro e dalle cause sconosciute.

Può presentarsi in soggetti di tutte le età, ma è più frequente in quelli fra 20 e 30 anni e fra 65 e 70.

Non è stata dimostrata in modo definitiva un'origine infettiva della malattia, anche se in molti casi è

possibile dimostrare la presenza del virus di Epstein-Barr94 (il virus della mononucleosi infettiva)

all'interno delle cellule neoplastiche. Sono in corso ricerche in molti laboratori per poter

comprendere i meccanismi con i quali il virus provochi la trasformazione neoplastica; quando ciò

sarà avvenuto è probabile che si riuscirà a realizzare anche farmaci più efficaci e meno tossici.

Il modo più comune con cui si presenta un linfoma è un ingrandimento significativo e

persistente di uno o più linfonodi95 superficiali, adenopatia96

superficiale (collo, ascelle, inguine),

senza che ve ne sia un motivo. I linfonodi del linfoma di solito non sono dolenti alla palpazione.

Oltre che in un’area linfonodale superficiale il linfoma può esordire in una sede profonda, non

visibile e non esplorabile con la palpazione, per esempio in sede mediastinica97 o addominale

98,

93 Linfoma di Hodgkin : prende il nome dallo studioso Thomas Hodgkin che nel 1832 descrisse per la prima volta questa malattia.

94 Il virus di Epstein-Barr (EBV) è un virus a DNA appartenente alla famiglia degli herpesvirus, responsabile della mononucleosi infettiva e coinvolto nella genesi di alcuni tumori epiteliali e di alcuni tipi di linfoma.

95 I linfonodi sono degli organi del sistema linfatico. Sono aggregati di tessuto linfatico disposti a intervalli lungo il decorso dei vasi linfatici. Danno origine ai linfociti, drenano e arrestano germi o cellule tumorali. 96 Adenopatia: Termine che letteralmente significa processo morboso che colpisce le ghiandole.

97 Il mediastino è un compartimento anatomico che occupa la parte mediana del torace. Comprende strutture ed organi dell'apparato circolatorio, dell'apparato respiratorio, dell'apparato digerente, del sistema linfatico e del sistema nervoso.

Page 59: La Questione Dell'Uranio Impoverito

59

senza che i linfonodi superficiali siano ingranditi. In tal caso i sintomi possono essere vaghi e la

diagnosi può essere posta più tardivamente, in pratica solo quando la massa linfonodale dà sintomi

compressivi oppure perché compaiono sintomi sistemici. Il linfoma può anche insorgere in sede

extranodale (tonsille, stomaco, intestino, cute, polmone, tiroide, testicolo, ecc). In questi casi i

sintomi saranno legati alla sede interessata. Naturalmente non tutti gli ingrandimenti linfonodali

sono sospetti per un linfoma. A volte può esserci febbre, diminuzione del peso corporeo,

sudorazioni notturne; raramente la malattia può presentarsi con disturbi respiratori tipo tosse,

dispnea, rigonfiamento del viso e del collo: in questi casi è probabile che i sintomi siano dovuti ad

ingrossamento dei linfonodi del mediastino.

Vi sono vari tipi di linfoma. Derivano tutti dalla trasformazione neoplastica dei linfociti.

L’alterazione neoplastica si concretizza in un aumentato ritmo proliferativo, oppure in una più lunga

vita cellulare. Ne risulta comunque un progressivo ingrossamento degli organi linfatici sede del

processo tumorale (a causa della crescente massa di cellule in essi contenuta). I linfonodi sede della

proliferazione linfomatosa si ingrandiscono e divengono palpabili (adenopatia o linfoadenopatia o

adenomegalia99). La milza100 (che normalmente non è palpabile) si può ingrandire e divenire

apprezzabile alla palpazione (splenomegalia). Il midollo osseo può essere infiltrato da cellule

linfomatose (interessamento midollare). In alcuni tipi di linfoma le cellule tumorali possono

invadere il sangue periferico con aumento dei globuli bianchi (leucemizzazione).

Il linfoma può svilupparsi, seppur meno frequentemente, anche al di fuori dei linfonodi ed in

tal caso si parla di linfoma extranodale: a carico di tonsille, stomaco, intestino, ghiandole salivari e

lacrimali, congiuntiva, cute, polmone, tiroide, testicolo, ecc.

Le procedure per la diagnosi e la stadiazione del linfoma di Hodgkin sono identiche a quelle

in uso per gli altri linfomi. Poiché lo stadio della malattia rappresenta probabilmente il fattore

principale che condiziona la scelta del tipo di terapia (chemioterapia e/o radioterapia), la stadiazione

98 L'addome è la cavità corporea che, assieme alla cavità toracica, costituisce il cosiddetto celoma. È delimitata anteriormente dalla parete addominale anteriore è chiusa in alto dal diaframma che la separa dalla cavità toracica e si continua inferiormente con la cavità pelvica. Vi sono contenuti organi dell'apparato digerente. La cavità addominale è rivestita interamente da una membrana sierosa detta peritoneo.

99 Adenomegalia: eccessivo sviluppo delle linfoghiandole

100 La milza è un organo pieno e un organo linfoide secondario,situato nella porzione sovramesocolica della cavità addominale, nella loggia renale,compresa tra la parete posteriore del corpo dello stomaco e la faccia anteriore del rene sinistro, appena sotto il diaframma (tramite il quale contrae rapporti con la pleura e il polmone destro), ed è rivestita dal peritoneo che ne lascia scoperta solo una piccola area di 2-3 cm contenuta tra i foglietti anteriore e posteriore del legamento spleno-renale.

Page 60: La Questione Dell'Uranio Impoverito

60

deve essere molto accurata in tutti i casi. Il sistema utilizzato per la stadiazione del morbo di

Hodgkin è quello di Ann Arbor, oppure la sua versione modificata di Cotswold.

Il sistema di stadiazione di Ann Arbor prevede 4 stadi:

- Stadio I: il tumore in questa fase si ritrova solo in un'unica sede linfatica o in un solo organo

extra-linfonodale (stadio IE)

- Stadio II: la massa tumorale invade due o anche più regioni linfatiche riguardanti lo stesso

lato del diaframma. Possono essere interessate altre sedi linfonodali. Se è interessato un

organo extra-linfonodale si definisce stadio IIE.

- Stadio III: la neoplasia ha raggiunto entrambe le parti rispetto al diaframma. In tale fase

possono essere coinvolti alcuni organi fra cui la milza, il più esposto. Tale stadio viene

suddiviso in III1 (coinvolgimento dei linfonodi sopra i vasi renali come gli ilari, i portali, i

celiaci e i portali), III2 (coinvolgimento dei linfonodi inferiori come i para-aortici, gli iliaci e

i pelvici), IIIE (se coinvolgimento extra-linfonodale) e IIIS

- Stadio IV: tumore diffuso, localizzazione extranodale estesa (midollo osseo, fegato,

polmone)

Ogni stadio viene inoltre definito A oppure B in base all’assenza o presenza di sintomi

sistemici, detti anche sintomi B (febbre superiore a 38°C, sudorazioni notturne profuse, calo di peso

superiore al 10% del normale peso corporeo negli ultimi 6 mesi). A completamento della

stadiazione, vengono definite “bulky”101 le adenopatie massive (mediastiniche, addominali,

superficiali). A livello mediastinico viene convenzionalmente definita bulky un’adenopatia con

diametro trasversale superiore ad 1/3 del diametro toracico, oppure superiore ai 10 cm.

L’assegnazione del singolo paziente alla categoria di rischio più appropriata consente di

scegliere sia il tipo di trattamento più adatto che l’intensità delle cure. Inoltre, per numerosi tipi di

linfoma sono stati condotti studi prospettici di confronto tra diverse opzioni terapeutiche che hanno

consentito di definire il programma di cura più efficace.

I linfomi comprendono due famiglie principali. il linfoma di Hodgkin e i linfomi non-

Hodgkin, questi ultimi sono di gran lunga i più frequenti.

linfomi non-Hodgkin si distinguono clinicamente in linfomi indolenti o a basso grado ed in linfomi

aggressivi o ad alto grado . Questa distinzione descrive la storia naturale del linfoma ed ha

importanti risvolti terapeutici.

101

Bulky: tradotto dall’inglese significa grosso, ingombrante, voluminoso.

Page 61: La Questione Dell'Uranio Impoverito

61

I linfomi indolenti, detti anche linfomi a basso grado hanno infatti un andamento clinico più

lento e rispondono bene alle cure. Possono però ripresentarsi e quindi hanno a volte bisogno di

essere ritrattati.

I linfomi aggressivi, detti anche linfomi ad alto grado, hanno un comportamento clinico più

aggressivo, progrediscono più rapidamente e richiedono trattamenti più intensivi. Nonostante la loro

aggressività possono guarire.

La classificazione più frequentemente utilizzata è la classificazione dell’Organizzazione

Mondiale della Sanità o classificazione WHO (World Health Organization)102, che costituisce

l’evoluzione della precedente classificazione REAL (Revised European-American Lymphoma

classification).

Le classificazioni WHO e REAL distinguono:

- Linfomi non-Hodgkin a cellule B (più frequenti)

- Linfomi non-Hodgkin a cellule T (più rari)

- Linfoma di Hodgkin

Il 70-80% dei pazienti affetti da linfoma di Hodgkin può oggi essere definitavamente guarito

con la chemioterapia e/o radioterapia. La mortalità per malattia di Hodgkin è oggi in costante

declino, grazie anche alla disponibilità di efficaci terapie di salvataggio in pazienti in cui la malattia

recidiva a distanza di tempo.

La terapia di questo tumore è tuttavia abbastanza complessa e richiede spesso l'intervento

coordinato di diversi specialisti, con lo scopo di identificare la migliore terapia nel singolo caso,

soprattutto negli stadi veramente limitati, in cui i risultati sembrano equivalenti con l'uso della

chemioterapia o della radioterapia. Negli stadi avanzati (III e IV) quasi tutti i pazienti sono oggi

trattati con chemioterapia ed, eventualmente con radioterapia limitata sulle zone in cui erano

presenti grosse masse tumorali al momento della diagnosi.

102 L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite (ONU) che funge da autorità di coordinamento internazionale per la salute pubblica. Fondata il 7 aprile 1948 con sede a Ginevra (Svizzera), l'Agenzia ha ereditato il mandato e le risorse del suo predecessore, l'organizzazione sanitaria, che era stata un'agenzia della Società delle Nazioni.

Page 62: La Questione Dell'Uranio Impoverito

62

4.2 PROGETTO “ SIGNUM”

Studio di impatto genotossico nelle unità militari

Il 29 giugno 2004, in un’audizione presso la Commissione Difesa della Camera, il generale medico

Michele Donvito103, direttore generale della sanità miliare, annuncia e illustra il progetto SIGNUM,

acronimo di “Studio di impatto genotossico104 nelle unità militari”. Si tratta di un monitoraggio dei

soldati di ritorno dall’Iraq istituito dal Parlamento il 12 marzo 2004 con la legge 68105 e finanziato

con una spesa di poco superiore a un milione di euro

Il Ministro della Sanità, con proprio decreto dell’agosto 2004, ha poi istituito il Comitato

scientifico, scopo del quale è il coordinamento dell’attività delle varie strutture che opereranno

all’interno del progetto SIGNUM (Sanità militare e alcune strutture civili di ricerca di alto prestigio, di

alta professionalità), che avranno il compito di portare avanti un settore specifico di ricerca, in modo da

disporre, al termine delle indagini, di dati i più obiettivi possibili e i più scientificamente accreditati per

conclusioni utilizzabili per prevenire complicazioni o comprendere eventuali correlazioni tra esposizioni

ad agenti genotossici e neoplasie.

Le finalita` di questo progetto sono tre:

1- Valutare nella coorte di militari dislocati sul teatro operativo l’effettiva esposizione ad uranio

impoverito e ad altri agenti detti genotossici, quindi cercare le tracce di questi agenti nei

campioni biologici dei soggetti;

103 Generale Michele Donvito. Dal 2003 ricopre l’incarico di Direttore Generale della Sanità Militare. Medico odontoiatra dotato di un ventaglio di specializzazioni e di una grande sete di cultura scientifica legata all’attualità, il Generale conduce una vita dinamica al pari dei suoi uomini. È chiamato a svolgere un compito complesso e multiforme nei vari scacchieri internazionali in cui le Forze Armate italiane sono impegnate in missioni di pace.

104 Per genotossicità si intende la capacità di una sostanza di indurre modificazioni all’interno della sequenza nucleotidica o della struttura a doppia elica del DNA di un organismo vivente. Le mutazioni posso avvenire a livello della linea germinale o somatica; nel primo caso queste possono essere trasmesse alla prole, mentre nel secondo interessano solo la linea cellulare mutata e possono portare a formazione neoplastiche e quindi cancri.

105 Legge 12 marzo 2004, n. 68: "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 gennaio 2004, n. 9, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali. Disposizioni in favore delle vittime militari e civili di attentati terroristici all'estero", pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 65 del 18 marzo 2004. http://www.parlamento.it/parlam/leggi/04068l.htm

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63

2- Evidenziare la presenza di esposizioni non previste a sostanze mutagene o cancerogene (per

esempio, valutando danni che eventualmente dovessero insorgere a livello di molecole di

DNA106 indotti da esposizioni ad agenti sia fisici sia chimici che possano essere presenti

nell’ambiente);

3- Stimare il rischio di tumore in base alla variazione delle frequenze di base del marcatore

studiato.

La struttura del progetto e` abbastanza complessa. Sono coinvolte sostanzialmente sei unità

operative, una militare (il Centro studi e ricerche di sanità e veterinaria dell’Esercito) e cinque

civili, di alto profilo (l’Istituto superiore di sanità, l’Istituto Casa sollievo della sofferenza - Mendel

di Roma, l’Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova, l’Università degli studi di Genova

e l’Università degli studi di Pisa). Queste sono le istituzioni che hanno messo a disposizione

laboratori e strutture per portare avanti una parte del progetto con indagini specifiche, che alla fine

verranno assemblate per giungere a conclusioni il più possibile obiettive e scientifiche.

Il teatro operativo scelto è l’Iraq, sia perché fonti ufficiali hanno riportato un impiego

significativo di munizionamenti ad uranio impoverito nel corso della guerra del Golfo del 1991, sia

per la presenza di insediamenti industriali ad alto rischio di inquinamento ambientale.

Lo studio prevede l’adesione volontaria di circa 1.000 militari di varie armi appartenenti a un

contingente nazionale di rotazione.

Al fine di valutare se alcune caratteristiche di base di questa popolazione avessero un

potenziale impatto sull’insorgenza di neoplasie e per essere statisticamente più obiettivi possibile, si

e` deciso di stratificare la popolazione di militari presa in considerazione secondo diversi parametri:

quindi per età, area di nascita e tipologia di impiego (considerato che alcuni erano dislocati sul

teatro operativo, altri facevano lavori d’ufficio, altri si trovavano magari in una situazione

intermedia).

Veniva precisato che lo studio sarebbe avvenuto per un periodo di non meno di 10 anni, a

evidenziare in modo inequivocabile l’incremento che l’uranio impoverito ha nell’incidenza di

tumori locali.

Questo progetto è stato però definito inaccettabile per una serie di motivi piuttosto validi.

106 L'acido desossiribonucleico o deossiribonucleico (DNA) è un acido nucleico che contiene le informazioni genetiche necessarie alla biosintesi di RNA e proteine, molecole indispensabili per lo sviluppo ed il corretto funzionamento della maggior parte degli organismi viventi.

Page 64: La Questione Dell'Uranio Impoverito

64

Gli uomini “cavia” opereranno per un decennio superprotetti, come ha affermato il Gen.

Michele Donvito nella sua audizione presso la Commissione Difesa della Camera del 29 giugno

2004:

“L’equipaggiamento in dotazione del personale schierato in Iraq comprende un facciale NBC

completo di borsa a doppio filtro, un indumento protettivo permeabile da indossare sulla tuta da

combattimento per proteggere la pelle da aggressivi chimici e biologici”.

Non si capisce quindi che senso abbia valutare il rischio da Uranio impoverito. Infatti si può

presumibilmente dire in partenza che, se il personale “cavia” adotterà tutte queste protezioni (come

una specie di “doppio airbag”), non correrà alcun rischio da Uranio impoverito o da altre sostanze

inquinanti. Ma ciò non vorrà dire affatto che, chi opera senza protezione (come è stato il caso dei

nostri reparti dal 1993 al 1999), non abbia corso rischi e non corra tuttora.

Teniamo conto, quando consideriamo le sperimentazioni, che è passato un tempo lunghissimo

rispetto ai bombardamenti del 1991 e un tempo molto più breve rispetto ai bombardamenti del

2003. E si sa che gli effetti nocivi dell’Uranio impoverito si indeboliscono nel tempo. Il rischio

riguarderà dunque situazioni diverse da quelle che hanno incontrato gli uomini che si sono trovati

ad operare in tempi ravvicinati rispetto ai bombardamenti.

Anche per questo motivo pare che la valutazione di rischio che si dovrebbe fare con i 1.000 è

ben poco significativa nei riguardi dei rischi che corre chi, senza protezione, si trova ad operare in

vicinanza dei luoghi bombardati, soprattutto se vi si trova a breve distanza di tempo dai

bombardamenti.

Falco Accame, presidente e ricercatore operativo dell’ANAVAFAF (Associazione Nazionale

Assistenza Vittime Arruolate nelle Forze Armate e Famiglie dei Caduti), nata nel 1983 con l’intento

di tutelare, prevenire e limitare il numero dei morti nelle forze armate in tempo di pace, così si

esprime in merito al progetto Signum:

«Ecco, io credo che questo studio-farsa dall’esito scontato servirà solo a dimostrare che

l’uranio non è pericoloso per l’uomo, quindi a non pagare le tante cause di servizio intentate

da chi di uranio impoverito invece si è ammalato o è già morto»

Accame aveva ragione. Più che una pietra miliare, questo studio si è rivelato una farsa e una pietra

tombale sulle possibilità di accertare la verità sull’Uranio impoverito.

Ad oggi, dello Studio Signum, nulla si sa.

Page 65: La Questione Dell'Uranio Impoverito

65

4.3 GLI STUDI DELLA DOTT.SSA ANTONIETTA MORENA GATTI

Antonietta Morena Gatti è ricercatore presso la facoltà di Medicina dell’Università di Modena dove

insegna Materiali dentari nel Corso di laurea in Odontoiatria e Biomateriali nel Corso di laurea

specialistica in Biotecnologie. E’ esperta in biomateriali e ha messo a punto tecniche innovative

diagnostiche per evidenziare corpi estranei anche nano dimensionati all’interno di organi (come

polmoni – fegato - cervello) e fluidi (come sangue e sperma). Ha al suo attivo centinaia di lavori

scientifici.

Nel 2005 ha scoperto che esiste una stretta correlazione tra alcune patologie sistemiche (di

origine ignota, come ad esempio granulomatosi cripto genica del fegato e del rene) e la presenza di

micro e nano particelle di origine esogena, inspirate o ingerite involontariamente col cibo inquinato

dall’ambiente. Particelle molto piccole (nanometriche) possono superare la barriera polmonare e

quella intestinale e finire nel torrente sanguigno ed essere intrappolate in organi come fegato e reni

dove possono indurre patologie. Il ritrovamento di questi corpi estranei all’interno di organi come

fegato e reni è stato possibile grazie a una tecnica innovativa di microscopia elettronica che

permette di vedere, misurare e analizzare chimicamente questi reperti.

La Comunità Europea finanziò un progetto di ricerca sulle malattie, battezzate nanopatologie,

per indicare come in realtà si tratti di patologie indotte da micro e nanoparticelle. Vale a dire, in

definitiva, da polveri più o meno sottili. La dott.ssa Gatti, supportata dalle Università di

Magonza107, di Cambridge e dalla Fey Company (ramo di microscopia elettronica della Philips) era

la coordinatrice di questo progetto.

Questo progetto aveva lo scopo di mettere a punto la tecnica di osservazione e di verificare se

queste presenze fossero ricorrenti in malattie come i linfomi, le leucemie e altre forme di cancro e

come, eventualmente, si relazionassero reciprocamente particelle e patologie.

Ciò che l’applicazione della tecnica ha permesso di verificare è che, in oltre 300 casi di tessuti

cancerosi esaminati, la presenza di detriti era costante e localizzata al confine tra il tessuto malato e

quello sano, che dal punto di vista chimico questi erano molto vari e che la loro origine era situabile

nell’ambiente, nel cibo e nei farmaci.

In genere le particelle sono inorganiche, sono costituite da elementi che non fanno parte della

composizione del nostro organismo, e hanno dimensioni che vanno da qualche decina di micron

fino all’ordine di grandezza dei pochissimi nanometri (il nanometro è un milionesimo di millimetro

ed è, più o meno, la dimensione di un atomo di idrogeno).

107 Magonza (ted. Mainz, fr. Mayence) è una città di 196.102 abitanti della Germania occidentale situata alla confluenza dei fiumi Meno e Reno, capoluogo del Land della Renania-Palatinato. Sede di un'università e di una diocesi cattolica, è molto nota per il suo carnevale.

Page 66: La Questione Dell'Uranio Impoverito

66

Ovviamente queste particelle devono essere penetrate dall’esterno nei tessuti umani e animali,

dove hanno innescato una reazione biologica che ha portato ad un processo patologico. La via

inalatoria, insieme all’apparato digerente, sono le porte d’ingresso certe per queste particelle.

La dott.sa Gatti osservò inoltre che il circolo sanguigno, caratterizzato da un fitto reticolato di

vasi che raggiungono ogni porzione di tessuto, è la via più ovvia per la diffusione di tali particelle

all’interno del corpo.

Sangue, apparato digerente, linfonodi, fegato, reni e perfino il cervello…Corpi estranei sparsi

ovunque. Tanto più gli studi si infittivano, quanto più la dott.ssa Gatti continuava a trovare nei

tessuti patologici particelle con composizioni chimiche molto varie ma tutte accomunate da alcune

caratteristiche: sostanze chimiche inorganiche , non biocompatibili e non biodegradabili.

E’ interessante vedere in che modo questi detriti interagiscono con l’organismo.

La dott.ssa Gatti evidenzia che l’organismo reagisce alla presenza di questi “invasori”

cercando di isolarli. Questo provoca una condizione, chiamata granulomatosi, una forma di

infiammazione cronica che, con il tempo, può diventare una patologia tumorale.

Quando però gli “invasori” sono molto piccoli, di fatto passano inosservati, riuscendo a

penetrare all’interno delle cellule e perfino nel loro nucleo, senza che queste mettano in atto azioni

di difesa efficaci.

Per provare se fosse vero che quei minuscoli granelli provocassero il cancro, il gruppo

francese che collabora alla ricerca iniettò dei particolari di cobalto108, nichel109, biossido di

titanio110, silice111 e cloruro di polivinile112 sotto cute in un gruppo di topi e in un secondo gruppo

sempre di topi, inserì contemporaneamente, sempre sotto cute gli stessi materiali, ma in forma di

dischetti di dimensioni molto maggiori rispetto alle particelle.

108 Il cobalto è l'elemento chimico di numero atomico 27. Il suo simbolo è Co.

109 Il nichel è l'elemento chimico di numero atomico 28. Il suo simbolo è Ni.

110 Il biossido di titanio (o ossido di titanio (IV) o E171) è una polvere cristallina incolore, tendente al bianco; ha formula chimica TiO2, il suo numero CAS è 13463-67-7. Il TiO2 in natura è presente in tre forme cristalline diverse, il rutilo, l'anatasio e la brookite, colorate a causa di impurezze presenti nel cristallo. Il rutilo è la forma più comune: ciascun atomo di titanio è circondato ottaedricamente da sei atomi di ossigeno. Le altre strutture sono degli arrangiamenti ottaedrici distorti.

111 La sìlice è un composto del silicio la cui formula chimica è SiO2.

112 Il cloruro di polivinile, noto anche come polivinilcloruro o con la corrispondente sigla PVC, è il polimero del cloruro di vinile. È il polimero più importante della serie ottenuta da monomeri vinilici ed è una delle materie plastiche di maggior consumo al mondo.

Page 67: La Questione Dell'Uranio Impoverito

67

Entro sei mesi gli animali che avevano ricevuto nano particelle metalliche, vale a dire nichel e

cobalto, avevano tutti sviluppato un tumore, mentre negli altri non si riscontravano patologie

mortali.

A questo punto la tecnica sviluppata permetteva di verificare se all’interno dei tessuti

patologici dei soldati reduci dalle guerre che si erano svolte nei Balcani e in Iraq, vi fosse o meno

l’Uranio che era stato indicato come responsabile delle patologie.

Nei campioni di biopsie e di autopsie dei soldati esaminati da questo team non sono mai state

trovate tracce di Uranio. In merito a ciò, così si esprime la dott.ssa Gatti:

“Non significa necessariamente che qualche particella di quel metallo non sia entrata nei corpi dei

soldati, ma solo che io non l’ho trovata. La cosa potrebbe essere dovuta al fatto, per ora del tutto

ipotetico, che queste particelle di uranio vengano sequestrate selettivamente da qualche organo o

tessuto, come, ad esempio, l’osso, che io non ho avuto l’opportunità di esaminare…

…Ciò che ho trovato nei campioni dei sodati, principalmente linfonodi ammalati di linfoma,

nelle forme Hodgkin o, più spesso, non Hodgkin, è una grande quantità di particolato composto

principalmente dai metalli più disparati il che è ragionevole, se si pensa alle condizioni d’origine.

Il proiettile colpisce il bersaglio ed esplode ad una temperatura altissima; il materiale colpito

acquisisce quella temperatura e le sostanze presenti si combinano in leghe del tutto casuali, leghe

formate anche da più di dieci elementi, di nessun interesse industriale o tecnico, e che non esistono

in nessun manuale di metallurgia. E proprio leghe simili io ho trovato sotto forma di micro e nano

particelle nei tessuti ammalati”.

Da questo venne dedotto che l’uranio sarebbe una specie di “mandante occulto”, mentre i

“killer” sarebbero le nanoparticelle degli altri metalli.

Comunque, non si hanno certezze riguardo gli effetti che queste nanoparticelle possono avere

sul’insorgenza di tumori o altre malattie.

Inoltre, questi studi si riferiscono in particolare ai rischi dell’Uranio nel momento in cui l’arma,

impattando con un ostacolo solido, sviluppa una temperatura di circa 3000 gradi. Una temperatura

che è superiore a quelle che si producono con impatti di armi costituite da altri metalli (che

comunque sono temperature anch’esse altissime).

Senza entrare nel merito delle varie questioni, e cioè se la presenza delle nanoparticelle

ritrovate possa essere o meno causa di tumori, si deve osservare che il rischio da Uranio impoverito

non è solo quello che si crea all’impatto di un proiettile con un ostacolo solido, ma è presente anche

Page 68: La Questione Dell'Uranio Impoverito

68

nel maneggio del metallo a temperatura ambiente (come da Norme NATO del 1984)113. Gli studi

della Dott.ssa Gatti non toccano questo aspetto.

Essi suscitano notevoli perplessità in quanto, fra l’altro, prive dell’indispensabile metodologia

statistica di supporto: la mancanza di un idoneo gruppo di controllo costituito, ad esempio, da

campioni bioptici di neoplasie provenienti da pazienti con anamnesi negative per esposizioni in aree

balcaniche, oppure da cellule di soggetti sani, costituisce un elemento di inaffidabilità. A riprova di

ciò, quanto essa ha affermato non ha trovato sino ad ora riscontro in alcuna pubblicazione

scientifica recensita a livello nazionale ed internazionale…

Sarebbe indispensabile, a questo punto, l’individuazione sperimentale qualitativa e

quantitativa delle particelle, metalliche o no, liberate in forma di nanoparticolato in a seguito

dell’impatto di proiettili al DU con infrastrutture rinforzate o con armature corazzate. Tale indagine

permetterebbe infatti di accertare ed, eventualmente, scartare o meglio precisare possibili fattispecie

di rischio espositivo che, al momento, possono essere solo oggetto di ipotesi, essendo pressoché

impossibile stabilire in modo inequivocabile un nesso plausibile causa-effetto sulla sola base di

accertamenti eseguiti su tessuti di soggetti ammalati.

4.4 COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SULL’URANIO

IMPOVERITO

L’istituzione e l’insediamento della Commissione di inchiesta

Con la deliberazione del Senato dell’11 ottobre 2006114, è stata istituita la “Commissione

parlamentare di inchiesta sui casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale italiano

impiegato nelle missioni militari all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti in cui vengono stoccati

munizionamenti, nonché le popolazioni civili nei teatri di conflitto e nelle zone adiacenti le basi

113 Vedi cap. 3, par 3.4 “Norme di protezione”

114 SENATO DELLA REPUBBLICA, DELIBERAZIONE 11 ottobre 2006: “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato nelle missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti in cui vengono stoccati munizionamenti, nonchè le popolazioni civili nei teatri di conflitto e nelle zone adiacenti le basi militari sul territorio nazionale, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione nell'ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico”. http://www.edott.it/LeggiDecreti/2006/SENATO-DELLA-REPUBBLICA--DELIBERAZIONE-11-ottobre-2006-.

Page 69: La Questione Dell'Uranio Impoverito

69

militari sul territorio nazionale, con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di proiettili

all’Uranio impoverito e della dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti

prodotte dalle esplosioni di materiale bellico”, chiamata spesso per brevità “Commissione

parlamentare di inchiesta sull’Uranio impoverito”.

La Commissione, composta da ventuno senatori, nominati dal Presidente del Senato della

Repubblica in proporzione al numero dei componenti i gruppi parlamentari, ha effettuato

complessivamente tredici sedute in sede plenaria e, rispetto alla data di approvazione della delibera

istitutiva (11 ottobre 2006), ha iniziato la sua attività effettiva con notevole ritardo, essendosi

insediata solo il 13 febbraio 2007.

L’inchiesta ha preso in considerazione, oltre all’Uranio impoverito, altri possibili fattori di

rischio che potrebbero aver innescato le patologie considerate, in modo particolare gli effetti della

dispersione ambientale delle cosiddette “nanoparticelle” di metalli pesanti prodotte dalle esplosioni

di materiale bellico che, sulla base delle risultanze scientifiche, per la loro forma e dimensione,

sono anch’esse riconducibili all’esplosione di ordigni all’Uranio impoverito.

Inoltre, mentre l’attenzione delle precedenti inchieste si era appuntata sul personale militare,

quella attuale ha allargato il suo spettro di azione anche alle popolazioni civili residenti “nei teatri

di conflitto e nelle zone adiacenti le basi militari sul territorio nazionale”.

Uno dei primi problemi affrontati ha riguardato la difficoltà di disporre di dati completi e

attendibili sui casi delle patologie oggetto dell’inchiesta, sia in riferimento al personale militare che

alle popolazioni civili interessate.

Occorre poi sottolineare la grande difficoltà, riscontrata dalla Commissione nell’individuazione, in

termini scientifici, di un rapporto diretto di causa-effetto (nesso di causalità) tra le patologie e

l’esposizione all’Uranio impoverito o ad altri fattori di rischio. Sia i consulenti della Commissione

che gli altri esperti interpellati, infatti, hanno subito messo in luce la necessità di disporre di dati più

completi ed accurati, oltre che di tempi adeguati per poter ipotizzare conclusioni attendibili e non

contestabili.

La Commissione ha allora promosso un’attività sistematica di raccolta dei dati presso i

competenti uffici del Ministero della difesa, mediante la formulazione di quesiti volti ad

individuare il personale militare ammalato o deceduto tra quello che, nel periodo 1996-2006, ha

prestato servizio nelle missioni all’estero o nei poligoni di tiro in Italia. Le relative risposte sono

Page 70: La Questione Dell'Uranio Impoverito

70

state acquisite per il tramite della Polizia giudiziaria presso tutti i Distretti e i Centri sanitari militari

e trasmessi, per le necessarie valutazioni, all’Istituto superiore di Sanità115.

Da una prima valutazione dell’Istituto, il materiale raccolto si è rivelato interessante ma,

ancora una volta, si è fatto presente che lo stesso aveva natura eterogenea e incompleta e che,

comunque, un’analisi seria e scientificamente rigorosa avrebbe richiesto tempi piuttosto lunghi.

Parallelamente, il Ministro della difesa Parisi116 ha fornito un elenco, riguardante tutto il

personale militare italiano che risulta essersi ammalato di tumore maligno nel periodo 1996-2006

nei quattro teatri operativi principali presi in considerazione ai fini dell’inchiesta (Balcani, Iraq,

Afghanistan e Libano): si tratta di 312 casi, con esito mortale per 77 soggetti.

Peraltro, come riconosciuto dallo stesso ministro Parisi davanti alla Commissione,

trattandosi di dati parziali e considerato che per poter disporre di serie indicazioni statistiche,

epidemiologicamente significative, riguardanti sia il personale militare che quello civile, sarebbe

necessario sottoporle anche ad una valutazione comparativa più precisa, ed esempio suddividendoli

per fasce di età, per tipi di tumore e per periodi di esposizione reali e corrispondenti all’impiego in

zone a rischio. Infatti, per apprezzare compiutamente il complessivo fenomeno appare necessario il

decorso di un adeguato periodo di latenza e occorrerebbe altresì prendere in esame i casi dei militari

italiani inviati all’estero in scenari di guerra in periodi precedenti il 1996 (quanto meno dal 1990).

Proprio per queste ragioni, il 23 novembre 2007 è stato costituito un apposito organismo di

ricerca, denominato “Comitato per la prevenzione e il controllo delle malattie del Ministero della

Difesa”, composto da ricercatori di riconosciuta competenza scientifica prescelti, oltre che dal

Ministero della Difesa, da quelli della salute e della ricerca, anche su indicazione della stessa

Commissione.

Data la grande difficoltà, riscontrata dalla Commissione nell’individuare questo rapporto

diretto di causa-effetto (nesso di causalità) tra le patologie e l’esposizione all’Uranio impoverito si

è quindi stabilito di operare un mutamento di prospettiva nell’impostazione del problema,

invertendo, per così dire, l’onere della prova.

115 L'Istituto Superiore di Sanità, anche ISS, è un ente di diritto pubblico che, in qualità di organo tecnico-scientifico del Servizio sanitario nazionale italiano, svolge funzioni di ricerca, sperimentazione, controllo, consulenza, documentazione e formazione in materia di salute pubblica. L'Istituto è posto sotto la vigilanza del Ministero della Salute.

116 Arturo Mario Luigi Parisi (San Mango Piemonte, 13 settembre 1940) è un politico italiano. Dal 17 maggio 2006 al 7 maggio 2008 è stato Ministro della Difesa del Governo Prodi II. In questa veste si è occupato del ritiro delle truppe italiane dislocate in Iraq, avvenuto il 2 dicembre 2006.

Page 71: La Questione Dell'Uranio Impoverito

71

Atteso infatti che le ricerche e i dati disponibili non consentivano di confermare, ma

neanche di escludere, un possibile legame tra le patologie oggetto dell’inchiesta e l’esposizione

all’Uranio impoverito o ad altri agenti nocivi, la Commissione ha sostituito al nesso di causalità, il

criterio di probabilità, utilizzando strumenti statistico-probabilistici nella valutazione delle

possibili cause delle patologie e sganciando, in un certo senso, l’effetto dalla causa.

“Non potendosi affermare – ma neppure escludere – la relazione tra l’evento morboso e la

causa scatenante, il fatto stesso che l’evento si sia verificato costituisce di per sé, a prescindere

cioè dalla dimostrazione del nesso diretto, motivo sufficiente per il ricorso agli strumenti

risarcitori. In tal modo è consentito l’accesso alle forme di assistenza e risarcimento previste dalle

disposizioni vigenti (compreso il riconoscimento della causa di servizio e della speciale

elargizione) in base ad un dato obiettivo ed inconfutabile, rappresentato, appunto, dal verificarsi

dell’evento morboso a prescindere dall’accertamento scientifico e medico della causa scatenante.

Si è cercato così di fornire una prima, doverosa risposta alle vittime delle patologie e alle loro

famiglie, che hanno spesso denunciato la difficoltà di accedere agli istituti assistenziali e

risarcitori indispensabili per far fronte alle drammatiche conseguenze della malattia, sentendosi

quasi abbandonati dalle istituzioni.”

Cosi viene scritto nella Relazione al Presidente del Senato sulle risultanze delle indagini svolte

dalla Commissione parlamentare d’inchiesta in data 1 marzo 2006117, dove si sottolinea anche la necessità

di semplificare le relative procedure amministrative, ottenendo al riguardo un preciso impegno da

parte del Ministero della difesa, che si è concretizzato in prima istanza mediante l’emanazione di

un’apposita circolare (la n. 0010654 del 1° giugno 2007)118 da parte della competente Direzione

generale della Sanità militare. Lo stesso Ministro ha confermato che sono state avviate le pratiche

per i risarcimenti e, ove possibile, per il riconoscimento della causa di servizio ai soggetti

interessati, con priorità per quelli ricompresi nell’elenco elaborato dal Ministero.

In tal senso, la Commissione raccomanda anzitutto il completamento della raccolta e

dell’analisi epidemiologica dei dati sanitari relativi al personale militare e civile interessato

dall’oggetto dell’inchiesta, sia di quello operante nei poligoni e nelle basi militari sul territorio

nazionale che di quello inviato nelle missioni internazionali all’estero.

La Commissione ritiene altresì opportuno avviare, appena possibile, una revisione dei

protocolli di controllo sanitario preventivo, in particolare per i soggetti destinati all’estero, mediante

117

www.senato.it/commissioni/

118 www.difesa.it

Page 72: La Questione Dell'Uranio Impoverito

72

esami clinici di tipo più mirato e maggiormente orientati alla verifica delle condizioni immunitarie

dei soggetti esaminati, al fine di individuare tempestivamente eventuali stati di rischio per la salute

o la necessità di precauzioni aggiuntive.

La Commissione raccomanda, inoltre, di avviare una indagine epidemiologica volta a

verificare l’eventuale incremento del tasso di morbilità e malformazioni congenite nei bambini nati

dal 1990 ad oggi, dai militari che si sono recati in missione nelle aree di interesse, nonché il tasso di

infertilità dei militari stessi

La Commissione è favorevole all’introduzione per il futuro di procedure finalizzate al

censimento, nel rispetto della libertà individuale, del personale civile non dipendente da organismi

pubblici (ONG) che, nell’ambito di iniziative di solidarietà, intenda recarsi in teatri bellici

all’estero, valutando altresì l’estensione a tali soggetti dei protocolli di controllo sanitario previsti

per il personale militare o di altre amministrazioni pubbliche e l’individuazione di adeguate forme

di assistenza e di tutela, anche di carattere assicurativo

Si è inoltre ritenuto opportuno controllare l’adeguatezza delle misure precauzionali e degli

equipaggiamenti di protezione individuale adottati dalle truppe italiane nei teatri operativi

all’estero, anche in rapporto alle condizioni igieniche e ambientali, controlli dai quali sono stati

tratti importanti spunti di riflessione. Se infatti non è ancora certo il legame fra casi di malattie o

decessi tra il personale militare, è però evidente che i soldati partecipanti alle missioni

internazionali si sono sempre trovati ad operare in contesti post-bellici, assai degradati dal punto di

vista ambientale ed igienico-sanitario, e che, in alcuni casi e in soggetti predisposti, ciò potrebbe

concorrere a determinare l’insorgere di gravi patologie, tumorali e non.

Risulta quindi fondamentale che i soldati inviati in queste zone siano adeguatamente

protetti, sia dal punto di vista dell’equipaggiamento individuale che delle misure generali di

controllo e profilassi.

La Commissione formula infine l’auspicio che, in base al principio di precauzione, l’uranio

impoverito non sia utilizzato a fini bellici, stanti la sua natura radioattiva e genotossica ed i sicuri

effetti di inquinamento ambientale, come confermato dalla letteratura internazionale, e indica la

necessità di un approfondimento della ricerca sui suoi meccanismi d’azione, soprattutto in relazione

agli aspetti sinergici.

Sono molti i problemi che la Commissione non ha trattato e che invece risultano essere di

essenziale importanza.

Page 73: La Questione Dell'Uranio Impoverito

73

Ostacolo principale alla mancata realizzazione di conclusioni certe e approfondite è stato

senza dubbio il tempo concesso alla Commissione, meno di un anno per acquisire dati, analizzare

fatti ed esperienze e indagare su eventuali responsabilità. Troppo poco.

È da precisare poi che il mandato conferito alla Commissione è stato un mandato

assolutamente restrittivo e che soprattutto evadeva il tema fondamentale della questione. E cioè

come è stato possibile che i nostri reparti abbiano operato nelle missioni in Somalia e in quelle nei

Balcani per oltre sei anni senza adottare, a differenza di quanto hanno fatto le Forze degli Stati

Uniti, misure di protezione.

Del tutto mancante nel mandato un’altra questione fondamentale e cioè la valutazione dei

risultati della Commissione Mandelli, sia per quanto riguarda il mandato affidato a tale

Commissione, sia per ciò che concerne il modo in cui furono raccolti ed elaborati i dati, sia riguardo

all’analisi degli errori compiuti nella relazione.

La Commissione avrebbe dovuto anche esaminare il grave fatto che dopo la prima

conferenza stampa, basata su dati errati, non siano stati resi noti con simili conferenze stampa i

risultati delle successive relazioni. Questo in modo da rendere note al pubblico le correzioni che

dovevano essere apportate a quanto asserito nella prima. E cioè il numero anomalo e ingiustificato

dei linfomi di Hodgkin che risultò evidente fin dalla seconda relazione e così pure gli altri gravi

rilievi di cui ho parlato.

E’ dunque mancato nella Commissione ogni dibattito sulle responsabilità che vi sono state

in relazione a quanto accaduto perché, è bene ribadirlo, quanto è accaduto non è dovuto né al fato

né al destino cinico e baro.

C’e stata poi una immotivata assoluzione dell’Uranio impoverito.

Secondo i risultati della Commissione non c’è alcuna prova che questo materiale sia

pericoloso, conclusione questa assai impropria, ingiustificata e assai dannosa.

In merito alla questione una cosa è certa: l’Uranio è un metallo pesante e quindi pericoloso e,

di conseguenza, il suo trattamento implica l’adozione di misure di protezione.

Sulla materia è bene ricordare comunque che si dispone di un’ampissima letteratura medica,

precedente e seguente alla guerra del Golfo del 1991, che quindi prende in considerazione i

numerosissimi casi di malattia, di morte e di malformazione alla nascita che si sono verificati tra i

reduci della guerra del Golfo.

Da questa letteratura si ha la conferma della necessità di adottare norme di protezione e di

fatto fin dal 1984 erano state emanate norme di precauzione, come l’uso di maschere, guanti,

occhiali, tute impermeabili ecc...

Page 74: La Questione Dell'Uranio Impoverito

74

C’è da osservare poi che, da quando i nostri reparti hanno adottato le norme, i casi di tumore e

altre gravi infermità si sono drasticamente ridotti. I militari come pure (anzi ancora di più) i civili

dovevano essere avvertiti in tempo utile dei rischi.

Nessuno per sei anni ha reso noti i rischi da Uranio impoverito ai militari e ai civili.

Page 75: La Questione Dell'Uranio Impoverito

75

Capitolo Quinto

L'URANIO IMPOVERITO E LE SUE CONSGUENZE

Testimonianze e Opinioni sull’argomento

Il punto di vista del Prof. Massimo Zucchetti

Il professor Massimo Zucchetti, esperto in radioprotezione, impianti nucleari ed effetti

biologici del Politecnico di Torino, nonché membro del comitato “Scienziate e Scienziati contro la

guerra”119 e autore di articoli, rapporti e libri sul DU esprime la sua opinione in merito al problema

dell’Uranio impoverito e relaziona una breve considerazione riguardo ai rapporti redatti

dall’Unep120 sulle ricerche svolte nei Balcani.

Il Professor Massimo Zucchetti sostiene che il DU diviene pericoloso quando viene inalato o

ingerito: poiché viene inserito nella punta dei proiettili per l’alta capacità che possiede nel forare le

corazze degli automezzi blindati, quando il proiettile colpisce il bersaglio crea un’esplosione e

causa la formazione di una nube radioattiva che investe le persone che si trovano nel raggio

d’azione di quella nube. Diverso è invece l’ordine di rischio nel caso in cui il DU venga utilizzato

per scopi civili, nel caso specifico gli aerei, laddove viene applicato sulla punta delle ali e nei piani

di coda con funzione di bilanciamento del velivolo durante l’atterraggio. 119 Nel mese di aprile del 1999 in vari centri di ricerca e dipartimenti universitari italiani nacquero spontaneamente "comitati contro la guerra" (quella condotta dalla N.A.T.O. contro la Repubblica Federale di Jugoslavia). Singoli ricercatori e ricercatrici o gruppi organizzati cominciarono a inviare messaggi di posta elettronica a quanti altri conoscevano in rete e a liste di corrispondenti; furono spesso create liste di mobilitazione ad hoc. I messaggi rimbalzavano rapidamente e si diffondevano, parallelamente alle iniziative che in molte località italiane comitati e coordinamenti cittadini andavano organizzando per rispondere, con l'indignazione e il rifiuto civile, alle bombe d'aggressione e devastazione e al "bombardamento" ignobile della informazione manipolata. Così si diffuse un appello di ricercatrici e ricercatori romani, che suscitò un'eco immediata e da qui si formò a livello nazionale il comitato "scienziate e scienziati contro la guerra" e subito dopo la lista di discussione di posta elettronica "scienza e pace".

120 Vedi nota 62.

Page 76: La Questione Dell'Uranio Impoverito

76

Evidente il rischio di inalare particelle radioattive per un lavoratore che utilizzi, ad esempio,

una fresa nella parte del velivolo impregnata dall’uranio o ancora, nel caso di disastro aereo,

laddove l’incendio che si sviluppa non è solo chimico ma anche radioattivo.

Secondo il Professor Zucchetti gli studi in corso tendono a dimostrare che il rischio di

accadimenti di questo genere è minimo, ma evidenziano anche una pressoché totale carenza di

informazioni. Nessuna autorità ha mai informato i vigili del fuoco in servizio presso gli aeroporti di

questa eventualità. E i rischi, a quanto stabilisce la legge, grandi o piccoli che siano, devono essere

oggetto di adeguata comunicazione.

Per quanto riguarda i Balcani, di esplosioni, ovviamente non accidentali, ma dovute ai

conflitti bellici in Serbia, in Kosovo e in Bosnia, ce ne sono state a migliaia. I proiettili al DU che

hanno raggiunto il suolo, le fabbriche, i mezzi blindati sono moltissimi. Nella sola Sarajevo furono

lanciati 500 missili Cruise e ogni missile conteneva 20 kg di U-238, pari a 1.000 ton.. Ora si tratta

appunto di verificare tutti i danni, sia dovuto al DU che ad altri fattori, sia sui militari che sui civili.

Per esempio i problemi per quelle popolazioni sono enormi e non solo connessi al DU. Sono state, e

sono tuttora esposte a materiali inquinanti rilasciati nell’aria dalle industrie chimiche rase al suolo,

dalle raffinerie distrutte; ad esempio la zona industriale di Pancevo121, che potremmo paragonare a

Porto Marghera, è stata polverizzata e il suo contenuto vaporizzato nell’aria. Per rendersi conto di

ciò basta solo immaginare che cosa accadrebbe se un evento simile si abbattesse su Porto Marghera,

che già provoca diversi casi di carcinoma ogni anno.

IL DU è il tracciante morale per far emergere una catastrofe ecologica di immani proporzioni

e che investe drammaticamente la popolazione serba, quella kosovara, quella bosniaca.

Sempre a titolo esemplificativo il professor Zucchetti sottolinea i dati del comune di Pancevo,

relativi al 2.000, sull’insorgenza di tumori tra la popolazione, parlano di 10.000 casi; l’anno

precedente al bombardamento erano 1.000. Uranio e non solo, Benzene122, Diossina123, Pcb ecc.,

veleni che hanno contaminato aria, acqua, suolo e sulla cui pericolosità è mancata, anche in questo

caso, l’informazione.

121 Pančevo (serbo: Панчево, ungherese: Pancsova, spesso citata in letteratura come Panczowa o Pancsowa) è una città e una municipalità del distretto del Banato meridionale nel sud-est della provincia autonoma della Vojvodina. È il più importante porto sul fiume Tamis.

122 Il benzene è un liquido volatile incolore dall'odore caratteristico. Dal punto di vista chimico, il benzene (talvolta indicato come Ph-H o φ-H) è un idrocarburo aromatico monociclico avente formula bruta C6H6.

123 La diossina (inglese dioxin), è un composto organico eterociclico la cui struttura consta di un anello con quattro atomi di carbonio, insaturi, e due di ossigeno di formula bruta C4H4O2.

Page 77: La Questione Dell'Uranio Impoverito

77

E’ certamente vero che i militari inviati in missione nei Balcani non sapessero di essere

esposti a questi rischi, ma è indubbio che le autorità sapevano. Esistono decine e decine di

documenti militari statunitensi che avvertivano sull’utilizzo di questi materiali.

Sempre secondo il professor Zucchetti l’Uranio contamina le matrici ambientali e si disperde

nell’aria per poi ricadere al suolo e depositarsi sul terreno, sulle verdure, sull’erba di cui gli animali

si nutrono, percola il terreno assieme alle precipitazioni atmosferiche, contamina le falde acquifere

e, quindi, ritorna all’uomo. Inalato o ingerito si comporta come molti altri metalli pesanti, passa

attraverso i polmoni, i reni e arriva alle ossa dove viene assorbito e, continuando ad emettere

radiazioni sul midollo spinale, provoca la leucemia124. Le statistiche Istat parlano di un caso ogni

100.000 giovani di età compresa tra i 25 ed i 28 anni. Sei casi ogni 50.000, quali quelli di cui oggi si

discute, portano il rapporto a 1 ogni 10.000. E’ vero che questi giovani possono aver respirato del

benzene o essere stati esposti ad altri agenti cancerogeni, ma la leucemia è una “firma” del DU.

Secondo l’autorevole parere del Professor Zucchetti i rischi presenti e futuri sono notevoli e lo

scenario che presenta è tutt’altro che sereno, forse la “Sindrome dei Balcani” è solo all’inizio.

124 La leucemia è un termine con il quale si indica un insieme di malattie maligne, vari tipi di tumori caratterizzati dalla proliferazione neoplastica di una cellula staminale emopoietica. Col termine leucemia viene quindi comunemente indicato il tumore "del sangue".

Le cellule staminali emopoietiche, che si trovano nel midollo osseo rosso, danno origine a due linee cellulari:

• La linea mieloide, da cui originano i globuli rossi, alcuni tipi di globuli bianchi (granulociti e monociti) e le piastrine.

• La linea linfoide, da cui originano i linfociti (un altro tipo di globuli bianchi).

A seconda della linea cellulare verso cui evolve il clone leucemico si parla di leucemia mieloblastica (LM) o leucemia linfoblastica (LL). All'interno di queste due suddivisioni si fa un'altra importante distinzione basata sul decorso della malattia: distinguiamo pertanto leucemie acute e leucemie croniche. Il quadro clinico della leucemia è dovuto essenzialmente all'invasione del midollo da parte del clone neoplastico e alla conseguente distruzione delle cellule emopoietiche normali: il paziente affetto da leucemia sviluppa dunque anemia (per insufficiente produzione di globuli rossi), infezioni frequenti e gravi (per ridotta produzione di globuli bianchi) ed emorragia (per ridotta produzione di piastrine). La leucemia acuta non trattata ha una prognosi rapidamente infausta, ma risultati soddisfacenti sono stati raggiunti con la chemioterapia e l'eventuale trapianto di midollo osseo, tanto da raggiungere una guarigione in alcuni casi (leucemia linfatica acuta common del bambino) anche nell'80% dei pazienti. La leucemia cronica rappresenta invece quadri molto eterogenei, tanto che è possibile che non influenzi nemmeno l'aspettativa di vita (leucemia linfatica cronica in stadio precoce).

Page 78: La Questione Dell'Uranio Impoverito

78

Per quanto riguarda i rapporti redatti dall’Unep cui hanno partecipato esperti di vari paesi

questi concludono che non è stata rilevata una contaminazione significativa delle aree sottoposte a

bombardamento con proiettili al DU, eccetto che nelle immediate vicinanze dei punti di

rinvenimento dei proiettili stessi dove, comunque, non è stata riscontrata contaminazione dell’aria,

dell’acqua o delle piante; anche in tutte le altre misure effettuate in campioni d’acqua e latte e in

relazione a edifici e oggetti non è stata riscontrata alcuna rilevazione. L’Unep inoltre valuta che

l’eventuale inalazione di polveri contaminate, non presenti rischi radiologici significativi, mentre si

è in presenza di un rischio chimico superiore ai livelli sanitari raccomandati a livello internazionale.

In sintesi i rapporti Unep dicono: nessuna contaminazione significativa delle aree dove sono

stati diretti i proiettili, eccetto i punti di impatto; non e’ stata evidenziata alcuna contaminazione di

acqua, latte, edifici e oggetti; l’eventuale ingestione di polveri in seguito ad azioni effettuate nei

punti di contaminazione non presenta rischi radiologici significativi, ma c’è un rischio chimico.

Nei rapporti Unep fra l’altro viene raccomandato di recuperare tutti i penetratori, di bonificare

le zone, di sorvegliare la contaminazione ambientale, di utilizzare i bioindicatori125 per il controllo

della contaminazione e di addestrare la popolazione sulle eventuali precauzioni da prendere.

Il Prof. Zucchetti, tuttavia, ha affermato che nelle ricerche dell’Unep non sarebbero stati usati

appositi bioaccumulatori126, mediante i quali sarebbe possibile rilevare la presenza dell’Uranio

impoverito anche a distanza di molto tempo dai bombardamenti. Inoltre, il fatto che le ricerche si

siano concentrate esclusivamente su 11 dei 112 siti indicati, e che si siano trascurate le indagini

compiute da esperti jugoslavi immediatamente dopo i bombardamenti (in base alle quali sarebbero

stati riscontrati in Kosovo livelli eccessivi del pericoloso metallo) farebbe sorgere, secondo lo

studioso, dubbi sulla sistematicità e completezza dell’analisi. In particolare, lo studio compiuto

esclusivamente negli 11 siti non sarebbe attendibile, date le caratteristiche "a spot" della

contaminazione da DU, in grado di polverizzarsi e diffondersi nell’aria.

125 Con il termine indicatore biologico (o bioindicatore) si intende una specie animale, pianta o fungo (vedi classificazione) particolarmente sensibile a cambiamenti apportati da fattori inquinanti all'ecosistema.

126 I bioaccumulatori sono particolari organismi dotati della capacità di assorbire dall'ambiente determinate sostanze per poi trattenerle all'interno dei propri tessuti senza eliminarle tramite processi metabolici. Proprio per le modalità di utilizzo si selezionano per questo scopo piante e animali estremamente resistenti agli inquinanti. L'utilità principale di questo tipo di organismi è quella di bioindicatori.

Page 79: La Questione Dell'Uranio Impoverito

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Il punto di vista del generale Fernando Trementini

Fernando Trementini è nato a Roma il 25 gennaio 1944. Ha frequentato i corsi

dell’Accademia militare di Modena, della Scuola di Applicazione di Torino e del primo anno di

stato maggiore a Civitavecchia. Arruolato nelle Forze Armate dal 1969 al 1995, attualmente è nella

posizione di ausiliario. Laureato in Scienze strategiche, è autore di studi e pubblicazioni, esperto

nella bonifica di mine e ordigni esplosivi, ex membro dell’agenzia statunitense per lo sminamento

umanitario, perito balistico presso il tribunale militare di Roma, capo delegazione degli esperti

italiani, consulente e diretto responsabile di attività tecnico operative del Genio in Pakistan, Kuwait,

Somalia, Mozambico, Bosnia, oltre che consulente tecnico nel settore di bonifica umanitaria e per le

problematiche di sicurezza di Intersos127, organizzazione umanitaria senza fini di lucro, che opera a

favore delle popolazioni in pericolo, vittime di calamità naturali e conflitti armati.

Riguardo alla sua attività di sminamento in Kosovo sostiene che in questo territorio ci sia un

forte inquinamento e che i rischi legati all’utilizzo di proiettili al DU siano reali. Lo stesso

Trementini ha ammesso di essersi imbattuto durante la sua attività di sminamento (durata circa un

decennio 1989 – 1999 dall’Iraq al Kosovo) in proiettili al DU e accusa i sistemi di bonifica, che non

prevedono protezione per i soldati italiani.

tratto da “Uranio impoverito, un nemico troppe volte sottovalutato”- Ottobre 2008

Gli ultimi conflitti combattuti nei Balcani, in Iraq e in Afghanistan sono stati caratterizzati

dall’impiego di ordigni sempre più potenti e sofisticati che stanno avendo pesanti ricadute anche sul

piano ambientale e sanitario, con l’inquinamento chimico dell’atmosfera e danni per coloro che si

trovano ad operare nelle aree dove si sono svolte le operazioni. Il pericolo è stato enfatizzato, a

livello mediatico, dall’uso di proietti ad Uranio impoverito (Depleted Uraniun – DU) ai quali

vengono attribuiti effetti radioattivi che sarebbero la causa di molti decessi tra il personale militare

impiegato nelle zone di guerra.

In realtà, l’inquinamento ambientale di un territorio interessato da eventi bellici è dovuto a

quanto è stato utilizzato sul campo di battaglia; è quindi complesso e indotto da molteplici agenti, di

cui il DU rappresenta una componente importante e spesso catalizzante. E’ essenzialmente un

inquinamento di natura chimica, provocato dal concentramento di polveri di metalli (pesanti e non),

quali piombo, rame, alluminio, tungsteno, mercurio e altri, e di residui di vernici e di sostanze

plastiche non biodegradabili.

127 Intersos: Organizzazione umanitaria per l'emergenza.

Page 80: La Questione Dell'Uranio Impoverito

80

Se detti elementi interagiscono con altro materiale in grado di sviluppare in un tempo

brevissimo (nanosecondi) temperature elevatissime (2.500-3.000°C) “coagulano”128 in forma

sferica.

Un accumulo di sostanze altamente inquinanti è anche conseguenza dei processi innescati

all’atto dell’effettuazione di volate per la distruzione di mine o unexploded ordnance (UXO)129 per

la bonifica di territori od altre attività operative assimilabili.

All’atto della detonazione, infatti, si producono “polveri di metallo e di altre sostanze”

sicuramente tossiche, dovute alla trasformazione chimica dell’esplosivo ed alla decomposizione del

metallo dei detonatori, dei proiettili e delle altre sostanze presenti. Un accumulo di polveri di

piombo, rame, fulminato di mercurio ed altri materiali si ha anche in prossimità delle posizioni dei

tiratori durante le attività addestrative tanto più elevate quanto maggiore è la densità delle sorgenti

di fuoco e quanto minore è la ventilazione del momento.

Se in mezzo alle mine e agli UXO vengono inseriti residui altamente pirofili, come quelli

contenenti DU, nel momento dell’esplosione si verifica uno stress termico con trasformazione dei

metalli in polveri di forma sferica, così come avviene ed in concentrazione ben più alta, quando un

proietto a DU colpisce l’obiettivo o impatta sul terreno, soprattutto se si tratta di oggetti ad elevata

resistenza (veicoli o infrastrutture protette, manufatti in cemento armato, nonché strati rocciosi).

L’altissima energia cinetica posseduta dal proietto e le caratteristiche fisiche del DU, pirofilo e di

elevato peso specifico, generano un picco istantaneo di pressione e temperatura che decompone i

metalli e le altre sostanze.

Sono proprio le polveri, qualora ingerite o inalate da coloro che si trovano nelle immediate

vicinanze dell’area dell’esplosione, che inducono nell’organismo una tossicità chimica ad alta

valenza.

Lo smaltimento di queste sostanze dall’organismo avviene in tempi non sempre immediati,

con le normali funzioni fisiologiche, e pertanto vengono coinvolte nel processo tossico tutte le parti

del corpo umano biologicamente interessate. Secondo quanto riferito dalla letteratura medica,

questa tossicità chimica può generare neoplasie anche gravi a vescica, intestino e/o organi ad essi

collegati, alla stregua di quanto provocato da altre sostanze chimiche inquinanti. Anche se il numero

esatto non è noto, è certo che parecchi militari o ex militari, con una comune esperienza di servizio

128 Coagulàre: lat. COAGULÀRE da COÀGERE = CÒGERE addensare, stringere, composto di COM = CUM insieme e ÀGERE spingere (v. Agire). Raccogliere insieme e condensare le particelle di certi liquidi, come latte, sangue, succo e simili.

129 UXO: Ordigni inesplosi che, lasciati al suolo, costituiscono un potenziale pericolo anche molti anni dopo il loro utilizzo.

Page 81: La Questione Dell'Uranio Impoverito

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in aree interessate dai conflitti citati, sono stati colpiti da patologie mediche rilevanti, con effetti

diversi ma tutti comunque significativi.

Non si conosce la ricaduta sulla popolazione civile residente anche se documenti ufficiali

dell’Università di Belgrado e statunitensi segnalano un notevole incremento percentuale di

neoplasie, tutte simili, in persone provenienti da territori dove si sono svolte vicende belliche in cui

risulta essere stato utilizzato munizionamento al DU.

Infatti, prescindendo dalle polveri, non bisogna dimenticare che l’Uranio impoverito è

solubile in acqua e che parti di esso, eventualmente derivate da mancate esplosioni di

munizionamento specifico, possono essere disperse nell’ambiente e nel tempo andare ad interagire

con la catena alimentare innescando problemi che in questo caso sarebbero anche causati dalla

emissione radioattiva, seppur modesta.

Peraltro, le analisi effettuate hanno consentito di accertare la presenza, nell’organismo di una

elevata percentuale di personale militare o ex militare colpito da gravi patologie, di particelle e

polveri, anche in forma sferica, di metalli e sostanze che compongono un qualsiasi proiettile o che

fanno parte degli elementi chimici caratteristici degli esplosivi, incendivi e polveri da lancio.

Risulta anche che una larga percentuale delle persone affette dalle patologie citate fa parte od

ha fatto parte di unità in possesso di particolari specializzazioni o ha svolto attività assimilabili in

uno stesso contesto operativo ed ambientale. Alcuni hanno partecipato a vaste attività di bonifica in

Bosnia e in Kosovo; molti hanno fatto parte delle aliquote di militari che per prime sono entrate in

aree interessate da combattimenti ad elevata intensità, nel periodo immediatamente successivo alla

fine delle ostilità. Essi potrebbero essere venuti in contatto con polveri inquinanti “ancora attive”

e/o aver frequentato ambienti ad elevato tasso di inquinamento chimico.

Anche se è doveroso sottolineare che la stessa Scuola NBC interforze ha prodotto una

documentazione operativa dettagliata, con la descrizione delle procedure che gli operatori e i

militari in genere devono seguire nelle aree colpite da proietti al DU e che nel novembre 1999

venne diramato al contingente militare italiano in Kosovo un appropriato “vademecum di

comportamento”, si deve rilevare che la campagna di informazione, sviluppata e in corso, sui

possibili danni dell’Uranio impoverito è mendace nei contenuti, fuorviante, offensiva nei confronti

di chi ha subito danni fisici rilevanti, in alcuni casi anche irreversibili, e comunque oltraggiosa per

chi nelle Forze Armate si è impegnato per affermare la Pace nel mondo.

Per quanto detto, sarebbe auspicabile l’avvio di un processo conoscitivo

“teorico/sperimentale” che consenta di arrivare a conclusioni condivisibili sul piano scientifico e

operativo, da confrontare con le relazioni ministeriali già agli atti, allo scopo di formulare un piano

Page 82: La Questione Dell'Uranio Impoverito

82

di misure ai fini sia della prevenzione e della cura sia del sostegno a coloro che sono stati colpiti

dalle malattie e alle loro famiglie.

A premessa di tutto, si dovrebbe procedere con una campionatura delle persone da esaminare

e alla definizione dei rischi che l’esposizione all’inquinamento dovuto alla esplosione di ordigni di

vario tipo e natura comporta.

In conclusione, una ragionevole certezza potrebbe essere raggiunta sviluppando una analisi su

un numero elevato di soggetti, scegliendo i campioni in modo mirato, dando priorità a coloro che

nella loro carriera sono stati impiegati per prolungati periodi in attività di bonifica, nell’uso di

sostanze esplosive e nella effettuazione di lezioni di tiro. Inoltre la campionatura non dovrebbe

essere limitata ai soggetti che si sono ammalati per le patologie oggetto di indagini ma anche a

coloro che sono stati soggetti all’esposizione senza contrarre finora malattie o a chi è incorso in

patologie che potrebbero essere in qualche modo indotte da sostanze inquinanti quali le polveri di

metalli e altre sostanze associate ad ordigni e materiali esplosivi.

Sicuramente molto è stato fatto da quando si è iniziato ad affrontare il problema dei rischi

ambientali nelle zone di guerra, per quanto riguarda sia il riconoscimento dei danni fisici subiti sia il

monitoraggio clinico del personale a rischio.

Tuttavia, non si ritengono sufficienti le iniziative avviate per garantire una sapiente

prevenzione del problema a totale vantaggio delle persone e dello Stato, abbattendo i costi sociali

derivanti da simili emergenze.

Una prevenzione basata su una “conoscenza” derivata da riscontri oggettivi attuati su largo

spettro ed attraverso prove incrociate, come delineato nel precedente paragrafo, potrebbe suggerire

anche modesti ma esaustivi provvedimenti, quale quello di far indossare una mascherina anti

polvere in occasione di attività operative ed addestrative di soggetti a rischio.

Maresciallo Domenico Leggiero

Laureato in Scienze Politiche, elicotterista dell’esercito con più di 1.800 ore di volo,

Domenico Leggiero è stato anche delegato Cocer130 e segretario Cocer interforze. Nel corso della

sua intensa carriera militare ha partecipato a molte missioni all’estero per il controllo e la

distruzione degli armamenti. Responsabile nazionale del settore Forze armate dell’Osservatorio

130 CoCeR: (COnsiglio CEntrale di Rappresentanza) : organo centrale, a carattere nazionale ed interforze, articolato in sezioni di Forza Armata o di Corpo Armato rappresenta unitariamente il personale dell'Esercito, della Marina, dell'Aeronautica, dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza);

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tutela-diritti per il personale militare, forze di polizia e civili131. Attualmente si trova in congedo

dalle Forze armate.

L’Osservatorio Militare132 si batte da anni per portare allo scoperto queste disgrazie e

soprattutto per denunciare l’omertà del ministero della Difesa, degli Stati maggiori delle Forze

armate. Il loro disinteresse, le loro manovre per cercare di negare l’evidenza dei fatti.

Intervistato più volte nel corso degli ultimi anni in merito alla questione dell’Uranio

impoverito, Leggiero non ha mai fatto mistero delle sue convinzioni. Convinzioni che gli sono

costate care anche a livello professionale. Il maresciallo attualmente si trova infatti in congedo

dalle forze armate, congedo solo apparentemente volontario visto che in realtà tale scelta è stata

resa indispensabile a causa delle ripercussioni subite per la sua attività con l’Osservatorio Militare.

Quando si parla di questo materiale è chiaro che si tocca uno degli argomenti più delicati,

pericolosi ma soprattutto scomodi, degli ultimi anni. L’Italia non poteva non sapere e ignorare la

lunga e copiosa documentazione legislativa che definisce l’uranio un elemento tossico e dannoso.

Semplicemente era opportuno non parlare e quindi non agire, nell’interesse di quei poteri forti che

temevano il diffondersi di un argomento così scottante: le lobby delle armi e il potere politico, che

ha autorizzato certe missioni internazionali senza tutelare i soldati. Secondo Leggiero molti

conoscevano i rischi portati dall’utilizzo di questo materiale ma ne hanno sottovalutato le

conseguenze, pensando che la ricaduta potesse essere minore.

Quando i giornali cominciarono a riportare le notizie di soldati ammalati, verso il settembre

del 2000 e un anno dopo la morte del primo soldato, Salvatore Vacca, quasi tutti i politici italiani

sostenevano che chi era stato in Bosnia non poteva essersi ammalato a causa dell’uranio impoverito,

perché questo materiale era stato utilizzato solo in Kosovo.

Così si esprime Leggiero in un’intervista del 24 gennaio 2005, pubblicata da Stefania

Divertito nel libro “Uranio, il nemico invisibile”, infinito edizioni, 2005.

131 Osservatorio tutela-diritti per il personale militare, forze di polizia e civili: Più comunemente chiamato Osservatorio Militare

132 L’OSSERVATORIO e' un Comitato di studio, ricerca e individuazione delle possibili soluzioni alle problematiche afferenti alla tutela ed il riconoscimento dei diritti, costituzionalmente protetti, del personale delle Forze Armate e Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare nonché della società civile nella parte inerente la sicurezza dei singoli cittadini. I Sig.ri Cosimo TARTAGLIA, Domenico LEGGIERO, Filippo BELLANTONE, Raffaele TARTAGLIA

sono i soci fondatori. Il Comitato ha sede in ROMA alla Via del Porto fluviale n. 9.

Page 84: La Questione Dell'Uranio Impoverito

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“Il problema non l’acquisto delle misure precauzionali. Ma si trattava di ammettere che si

stava per affrontare una guerra diversa dalle altre. Informando correttamente i nostri soldati, si

sarebbe implicitamente ammesso che in Bosnia era stata condotta una guerra diversa, guerra che

noi avevamo ospitato direttamente nelle nostre basi, perché non dobbiamo dimenticare i

collegamenti tv da Aviano con gli A-10 che partivano in lontananza, aerei con testate tossiche e

pericolose, innanzitutto per i civili che dovevano vivere sotto le bombe. Noi come osservatorio

abbiamo tutti i documenti che attestano quanto sto’ dicendo.”

La sua battaglia, che dura ormai da anni, nasce dalla voglia di dare aiuto a tutti quei soldati

che, una volta tornati da missioni internazionali, si trovano a dover combattere con la malattia.

Per questi uomini l’Osservatorio Militare diventa quindi il punto di riferimento per avere

tutela giuridica, sanitaria e morale.

Lua Sepe, un soldato

Il caporal maggiore Sepe Luca partì da Cardito, provincia di Napoli, nell’ottobre del 1999.

Destinazione Kosovo, dove il suo reggimento ha girato un po’ tutta la zona bombardata. L’elenco

dei luoghi con quello delle mappe fornite dalla NATO dove, secondo fonti ufficiali, sono state

sganciate nella primavera del 1999, qualche mese prima dell’arrivo dei nostri soldati, 30.100

ordigni con uranio impoverito. Il lavoro del reggimento consisteva nel rimuovere le antenne

danneggiate e sostituirle con quelle nuove. Ma non soltanto le antenne, rimuovevano i pezzi

frantumati anche di case, per poi installare un nuovo ponte di comunicazione.

Ogni volta che ha potuto, Luca ha raccontato la sua storia ai mezzi di informazione. Il

quotidiano “Metro” gli dedicò una pagina intera, “Striscia la Notizia” lo intervistò, con accanto il

padre nella sua casa di Cardito. Molti giornalisti sono diventati suoi amici. Ovunque si trovasse,

rispondeva al cellulare e raccontava, fornendo dettagli, date, fatti, nomi, situazioni.

Ha raccontato Luca133:

“Durante gli interventi in Kosovo non avevamo alcun tipo di protezione. Mascherine, guanti,

tute. Sulla carta avevamo a disposizione questi dispositivi di sicurezza ma di fatto non li

indossavamo e nessuno ci obbligava a farlo. D’altro canto non sapevamo assolutamente nulla

dell’uranio impoverito.

133 Tratto da: “Uranio. Il nemico invisibile”, Stefania Divertito, Infinito, 2005

Page 85: La Questione Dell'Uranio Impoverito

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Poi arrivarono gli americani

Indossavano tute e maschere speciali mai viste prima io feci rapporto al mio comandante ma

lui mi rispose di non farci caso, che erano tutte americanate.”

Luca scoprì di essere ammalato pochi mesi dopo il suo ritorno dalla missione, verso dicembre

1999. Era debole e aveva una tosse molto forte. All’infermeria della caserma militare di Milano gli

avevano diagnosticato una faringite. Seguirono altre visite e altre diagnosi: bronchite, laringite. Nel

frattempo, siamo nel marzo del 2000, cominciò ad avere anche la febbre molto alta.

Di sua iniziativa andò allora all’ospedale Borgomeo del capoluogo lombardo e qui, in

completa solitudine, dovette sentire per la prima volta quella diagnosi: una macchia scura al

polmone destro. Una specie di palla, gli dissero i medici.

Luca prese il primo treno per Napoli. Venne ricoverato e restò in un reparto per tutta estate.

Aveva la febbre altissima, dimagriva a vista d’occhio e per calmare la sua sensazione di freddo

dovevano coprirlo con quattro coperte.

A prima vista la malattia di Luca sembrava dovuta a uno di quei virus che si possono

contrarre all’estero. A un certo punto, però, suo padre insistette affinché suo figlio fosse portato al

Cardarelli.

Solo in quel momento il suo quadro clinico divenne chiaro: linfoma di Hodgkin, quarto

stadio, stadio B134.

La massa tumorale di Luca è stata sottoposta a una scansione con un’indagine di microscopia

elettronica l’11 dicembre 2002 dalla dott. Antonietta Morena Gatti.

Nei tessuti di Luca c’erano dei “detriti” in particolare nano particelle diverse “intimamente

connesse col tessuto”. Fosforo, ferro, cromo, calcio con presenza di silicio e alluminio. Le stesse

particelle che saranno ritrovate nei tessuti e nello sperma di altri militari.

Tre anni spesi negli ospedali o a casa, a letto. Tre anni divisi tra ematologi e oncologi. Il suo

curriculum in questi anni era contraddistinto da una serie di ricoveri e convalescenze a casa. Luca

aveva provato tutto, anche l’intervento con le cellule staminali. A un certo punto sembrava che

fosse guarito. Arrivò a una conferenza stampa a Roma con i genitori e la fidanzata sulle sue gambe.

Era più forte ma il sorriso non nascondeva le smorfie del dolore. Poi la leucemia tornò più

aggressiva di prima.

Il 13 luglio 2004 Luca Sepe muore. Prima di morire lasciò una memoria, contenuta nel ricorso

al Tribunale Amministrativo regionale del Lazio istruito dallo Studio Legale Tartaglia135, che sta

134 Vedi cap. 4 par 4.1 “Il linfoma di Hodgkin”

Page 86: La Questione Dell'Uranio Impoverito

86

seguendo i ricorsi di una trentina di ragazzi, al fine di ottenere il risarcimento del danno iure

proprio et iure successionis, cioè per sé e per i familiari.

La scrisse lui, di suo pugno136:

“Partito per Milano e sbarcato in macedonia, località Scopje, destinazione Peć, qui sono

rimasto per circa un mese, svolgendo lavori di vigilanza armata sul territorio, in tutte le ore, con

l’ausilio anche di mezzi militari, in territori vastissimi bombardati dagli americani.

Ricordo che in quel tempo circolava già la voce secondo la quale bisognava indossare un

abbigliamento adeguato per operare in quelle zone, altrimenti si sarebbe rischiato di ammalarsi.

Quindi, chiesi subito ai miei superiori se tutto ciò era vero: mi risposero che quello che si diceva

era frutto della fantasia umana e che non vi era alcun riscontro scientifico; e allora chiesi come

mai gli altri eserciti indossavano tute speciali fino a coprire interamente il loro corpo? Mi

risposero che erano esibizionisti e fanatici!

Quindi, continuai la mia missione confortato dalle affermazioni tranquillizzanti dei miei

superiori, operando in quasi tutto il Kosovo, svolgendo sempre lavori ad alto rischio per la mia

salute: es. respirando fumo e polveri di ogni tipo, calpestando terreni bombardati presumibilmente

contaminati da sostanze molto nocive per gli esseri umani; rimuovendo relitti bellici e non bellici

sempre bombardati, cercando sempre e comunque di ripristinare condizioni di normalità, ivi

comprese le rimozioni e le inumazioni di cadaveri in fosse comuni. Sempre comandato dai miei

superiori ho fatto tutto quello che al momento mi veniva richiesto e che fosse utile agli altri,

concludendo la mia missione di pace in terra straniera con la consapevolezza di aver fatto un buon

lavoro per il prossimo che probabilmente non conoscerò mai..

Quindi, sono tornato a Milano molto stanco ma felice per quel poco di me che ho potuto offrire

agli altri.

Dopo qualche giorno ho chiesto visita medica perché ero febbricitante e con tosse stizzosa, e

sulle prime gli ufficiali medici mi dissero che non ero affetto da nessuna patologia seria e che in

pochi giorni sarei tornato in buona salute come prima, e invece da quel giorno non sono stato mai

più bene come prima, perché dopo decine e decine di ricoveri,e a distanza di quattro anni ho

effettuato molteplici terapie anche molto invasive e devastanti per il mio organismo; mi sono

trovato un brutto tumore che ha cancellato forse per sempre il sorriso e la gioia di vivere dal mio

135 Studio Legale Tartaglia: studio legale molto apprezzato, sito in Roma, Via delle Medaglie D’Oro 266. L'avvocato Angelo Fiore Tartaglia, autorevole conoscitore del diritto militare, è il legale delle parti lese interessate in merito alla questione dell’Uranio impoverito.

136 Il maiuscolo è proprio dell’autore della lettera.

Page 87: La Questione Dell'Uranio Impoverito

87

volto e di tutti quelli che mi vogliono bene. E tutto è successo e succederà ancora a un ragazzo di

soli 28 anni.

Questo è un piccolo racconto di un soldato italiano che malgrado le sofferenze derivanti dalla

malattia che molto probabilmente non andrà mai più via, crede ancora nella fratellanza fra gli

uomini e la libertà di tutti, nonostante egli stesso sia rimasto vittima dell’incoscienza e

dell’indifferenza umana.

Con Amore, Luca Sepe

Il soldato Valery Melis137

Quella di Valery non è una storia come le altre poiché, a differenza di altri ragazzi, ha vissuto

in prima persona i bombardamenti: si trovava in Kosovo, dal 20 marzo 1999 al 4 giugno di quello

stesso anno, mentre la NATO sganciava sulla regione 31.000 proiettili con Uranio impoverito.

Sentiva i rumori e le deflagrazioni138 dei bombardamenti e stava in giro, in mezzo alla gente, tra la

polvere, senza mascherine né guanti.

Partito da Cagliari, sua città natale, aveva seguito l’addestramento a Cassino per tre mesi

nell’ottobre del ’96, poi a Caserta e con l’8° reggimento bersaglieri era partito per la prima

missione, in Albania, il 15 giugno 1997, restandoci per circa un mese, fino al 25 luglio. Poi, due

anni dopo, partì per la seconda missione, in Kosovo.

Subito dopo l’estate del 1999, al ritorno dalla missione, Valery lesse sui giornali la storia di

Salvatore Vacca, il primo soldato sardo ammalatosi e morto per linfoma dopo essere tornato dalla

Bosnia, e per la prima volta anche lui sentì parlare di Uranio impoverito.

Racconta la madre:

137 Tratto da: “Uranio. Il nemico invisibile”, Stefania Divertito, Infinito, 2005.

138 Una deflagrazione (Lat: de + flagrare, "incenerire") è un termine tecnico che descrive una combustione

subsonica, che usualmente si propaga tramite conduttività termica (materiale caldo, in combustione, che

riscalda uno strato adiacente di materiale freddo, facendolo infiammare). La deflagrazione è caratterizzata da

una grande diminuzione della densità del gas a valle dell'onda d'urto e da una leggera caduta di pressione. La

maggior parte del "fuoco" nella vita di tutti i giorni, dalle fiamme alle esplosioni, è tecnicamente una

deflagrazione. La deflagrazione differisce dalla detonazione per il suo campo di velocità, a monte

dell'esplosione, di tipo supersonico e si propaga attraverso compressione da collisione violenta.

Page 88: La Questione Dell'Uranio Impoverito

88

“In quel periodo mio figlio era sempre stanco, aveva una tosse insistente e una strana febbre

che si manifestava di sera”.

Nel frattempo Valery aveva seguito un corso ad Aosta, era diventato effettivo ed era stato

assegnato al corpo degli alpini a Cuneo. Qui si era fatto visitare in infermeria ma non gli avevano

diagnosticato altro che una tracheite.

Tornato a Cagliari, dopo un ricovero di venti giorni e molti esami specialistici la diagnosi si

fece più seria: linfoma di Hodgkin. Seguirono otto mesi di chemioterapia e tre di radioterapia. Il

male sembrò vinto e per un anno la malattia si arrestò. Nel 2001 Valery stava meglio, era sereno e

carico di speranza.

Poi, nel febbraio 2002, la prima ricaduta. Questa volta venne ricoverato all’Istituto tumori di

Milano, ricominciò le chemioterapie e si sottopose anche all’autotrapianto di cellule staminali.

Tutto sembrava essere andato per il meglio. Il male era nuovamente vinto e per Natale il giovane

tornò a casa dalla sua famiglia. Pochi mesi di tregua e, nel febbraio 2003 la seconda ed ultima

ricaduta. Valery tornò a Milano, sempre più debole e debilitato. Venne sottoposto a trapianto del

midollo. In un primo momento le cose sembravano andare per il meglio, ma poi il quadro clinico

peggiorò. La pressione arteriosa era alle stelle, incontrollabile; reni e polmoni erano ora

compromessi, fu necessario cominciare la dialisi e l’emolisi.

A gennaio del 2004 tornò a casa. Ormai non c’era più nulla da fare. Era immobile a letto e

aveva bisogno di ossigeno.

Il 4 febbraio 2004, in seguito a un’ischemia acuta, il primo caporal maggiore Valery Melis

muore. Il 16 maggio avrebbe compiuto 27 anni.

Durante uno dei suoi ricoveri all’Istituto tumori di Milano gli fu suggerito di conservare lo

sperma nel caso in cui le chemioterapie lo avessero reso sterile. Grazie a quel gesto è stato possibile

per la dottoressa Antonietta Gatti di Modena esaminare liquidi e tessuti del ragazzo. Anche in

questo caso il laboratorio modenese ha trovato corpi estranei di leghe chimiche nuove: solfato di

bario, antimonio e leghe di nano particelle non biocompatibili.

In uno dei suoi tanti ricoveri ospedalieri Valery Melis confidò alla madre:

“Se è l’uranio a ucciderci voglio sapere chi ci ha mandati allo sbaraglio. Se l’uranio è

pericoloso voglio sapere perché in Bosnia non avevamo strumenti di prevenzione. Se l’uranio è

pericoloso voglio sapere perché l’Italia non lo sapeva. Sempre ammesso che l’Italia non lo

sapeva”.

Valery, fino al giorno della sua morte, non ha ricevuto alcuna risposta.

Page 89: La Questione Dell'Uranio Impoverito

89

Bambini deformi a Fallujah

di Maria Estela del Sagrario Montero Garcia139

Bambini deformi o affetti da gravi forme di tumore. E’ l’eredità della guerra a Falluja140, la

città irachena dove nel 2004 si scatenò la devastante violenza militare degli Usa, che colpirono

anche la popolazione civile col micidiale fosforo bianco.

Le giovani donne di Falluja in Iraq hanno paura di avere figli a causa del numero crescente di

bambini venuti al mondo con grottesche deformazioni: con due teste, un occhio sulla fronte, con le

“scale”141 sul corpo o con arti mancanti. Inoltre, i bambini, sempre più frequentemente vengono

colpiti da orribili tumori e leucemie.

L’emergenza-tumori a Falluja è ora documentata dal quotidiano britannico “The Guardian” e

da documentari televisivi mandati in onda nel Regno Unito dall’emittente televisiva SKY il 1 °

settembre 2009 e nel giugno 2008: neurologi e ostetrici denunciano la continuità della strage, in una

città dove non ha precedenti il fenomeno dei bambini che nascono già malati di tumore o con

gravissime malformazioni, conseguenza del bombardamento e delle spaventose condizioni imposte

dalla guerra.

lo studio dimostra che a Falluja le anomalie sono 15 volte più frequenti rispetto al normale. Il

giornale inglese ha chiesto alla pediatra Samira Abdul Ghani di monitorare con attenzione il

fenomeno per tre settimane: nel solo ospedale centrale della città, in quel periodo sono nati 37

bambini con gravi anomalie.

Altri medici interpellati sono prudenti nel collegare il drammatico problema con l’uso di armi

non convenzionali: a minacciare la salute dei piccoli concorrono anche fattori come l’inquinamento

atmosferico, le radiazioni, prodotti chimici o medicine assunte in gravidanza e malnutrizione, oltre

allo stato psicologico della madre.

139 Maria Estela del Sagrario Montero Garcia, giornalista e professoressa di origini argentine, vive in Italia dal 2007. Attualmente risiede a Rovato (BS) e insegna privatamente Lingua Spagnola.

140 Situata sull’Eufrate a 70 chilometri da Baghdad, l’origine di Falluja risale ai tempi di Babilonia. Accanto alle 200 moschee, la città ospitò per secoli una importante accademia ebraica. Ancora nel 2003, la popolazione era di 350.000 abitanti, che ora si sono ridotti a 200.000. Sei edifici su dieci sono danneggiati, il 20 per cento rasi al suolo. Macerie e veleni, terrore e disperazione. Distrutte anche 60 moschee, cuore religioso dell’ex roccaforte sunnita della resistenza irachena.

141 scale: qui l’autrice intende piaghe, grinze.

Page 90: La Questione Dell'Uranio Impoverito

90

Il biologo Mohammad Tareq al-Deralji, direttore di un centro studi su Falluja, una ONG142

nata nel 2005 dopo i bombardamenti sulla città ribelle, in una conferenza stampa a Strasburgo riferì

che:

“testimoni hanno visto una pioggia di sostanze incendiarie di vari colori che quando

colpivano bruciavano le persone. E anche quelli che non erano colpiti avevano difficoltà a

respirare”.

“Ho sentito io l’ordine di fare attenzione perché veniva usato il fosforo bianco su Fallujah.

Nel gergo militare viene chiamato “Willy Pete”. Il fosforo brucia i corpi, addirittura li scioglie fino

alle ossa”,

dice Jeff Englehart, veterano della guerra in Iraq, a Sigfrido Ranucci, inviato del canale “all

news” della Rai nell’inchiesta diretta da Maurizio Torrealta.

“Ho visto i corpi bruciati di donne e bambini”, aggiunge l’ex militare statunitense: “Il

fosforo esplode e forma una nuvola, chi si trova nel raggio di 150 metri è spacciato”

Nel settembre 2009 il Falluja General Hospital ospitava 170 bambini, il 24% dei quali sono

morti nei primi sette giorni, e uno stupefacente 75% delle morti infantili sono state causate da

deformazioni.

Questo può essere confrontato con i dati di agosto 2002. Su un campione di 530 neonati solo

6 sono morti nei primi sette giorni e 1 decesso è stato segnalato come “causato da un difetto di

nascita”.

I medici di Falluja hanno fortemente sottolineato non solo il verificarsi di un numero senza

precedenti di parti prematuri e neonati con gravi di difetti alla nascita, ma anche il fatto che tali casi

sono anche aumentati in modo significativo dopo il 2003.

Ma il dato più allarmante fornito dai medici di Falluja è che:

142 Un'Organizzazione Non Governativa, in sigla ONG, è una organizzazione indipendente dai governi e dalle loro politiche. Generalmente, anche se non sempre, si tratta di organizzazioni non aventi fini di lucro (non profit) che ottengono almeno una parte significativa dei loro introiti da fonti private, per lo più donazioni. Nel mondo anglosassone vengono spesso identificate con la sigla PVO (di private voluntary organizations), preferita a NGO (sigla di non-governmental organization).

Page 91: La Questione Dell'Uranio Impoverito

91

"Un numero sempre più significativo di bambini che sopravvivono inizia a sviluppare gravi

disabilità in una fase successiva”. “L'uso di determinate armi ha un impatto tremendo. L’Iraq

diventerà un paese in cui è meglio evitare gravidanze e nuove nascite”.

Frattanto, un gruppo di funzionari iracheni e britannici, che include l’ex ministro per gli affari

femminili iracheno Nawal Majeed al-Sammarai, ha sottoscritto una petizione indirizzata

all’Assemblea generale dell’Onu, per chiedere che una commissione indipendente che faccia luce

sulla vicenda di Falluja, e individui eventuali misure da prendere.

Page 92: La Questione Dell'Uranio Impoverito

92

Conclusione

Come è chiaramente emerso nelle pagine precedenti l’argomento affrontato in questo

elaborato risulta essere molto più intricato e controverso di quanto si possa pensare. Inoltre, le fonti

in nostro possesso non permettono di fare completa chiarezza sulla reale situazione venutasi a

creare nell’ultimo decennio. E’ innegabile notare come sia mancata e manchi tuttora

un’informazione puntuale, seria e scientificamente corretta sull'argomento. A ciò contribuiscono un

po’ tutti: il "management" politico, i " mass media" e soprattutto i fortissimi interessi che

sottostanno alla produzione e all’impiego di armi all’Uranio impoverito (DU).

E’ come se sulla questione dell’Uranio impoverito, tanto seguita e dibattuta intorno agli anni

2000-2001, sia calato un velo di omertà, un silenzio “di comodo” voluto da qualcuno con precisi

interessi da salvaguardare.

Diversi elementi mi inducono a ritenere che il DU possa rivelarsi altamente nocivo per la

salute; la sua pericolosità viene però sovente sottovalutata, vuoi a causa delle oggettive difficoltà

che si riscontrano nel tentativo di determinare sperimentalmente la presenza del metallo, vuoi anche

ad una serie di logiche di mercato per le quali l’uso del DU risulta essere estremamente favorevole

agli interessi dell’industria bellica.

Per cui, invece di andare a studiare e ad approfondire scientificamente certe tematiche, si

cerca di creare una barriera oltre la quale è impossibile indagare, forse a causa della quale intere

popolazioni rischiano, in un futuro ormai non troppo lontano, di trovarsi a dover fronteggiare

problemi e malattie ancor peggiori della guerra.

Se pensiamo ai recenti interventi militari in Afghanistan ed in Iraq (II Guerra del Golfo), ci

rendiamo conto che invece di progredire nella messa al bando di certi tipi di armi, stiamo

inesorabilmente tornando indietro, verso uno stato di perenne conflitto.

E, come si sa, per lottare servono le armi.

All’epoca del Kosovo, si era aperto un vivace e proficuo dibattito intorno all’utilizzo di

armamenti contenenti Uranio impoverito; sono passati ormai diversi anni e tutto tace. Sembra quasi

che il problema non esista più. Anche l’Iraq di oggi, ancora una volta in guerra, ci dà un esempio di

come il silenzio sull’impiego di armi al DU continui.

Come si è visto risulta impossibile ammettere l’esistenza di una correlazione diretta fra

l’esposizione alle radiazioni da DU e il manifestarsi di patologie tumorali nel personale militare

come nei civili presenti nelle zone a rischio. Ritengo, tuttavia, importante ribadire che il DU ha una

Page 93: La Questione Dell'Uranio Impoverito

93

rilevanza sanitaria non trascurabile nel caso di esposizione interna, attraverso l’ingestione,

l’inalazione o l’incorporazione attraverso ferite.

L’Iraq (1991), la Bosnia (1994-1995), il Kosovo (1999), la Serbia e il Montenegro (1999),

l’Afghanistan (2001) e poi ancora l’Iraq (2003), sono solo alcuni dei teatri in cui sappiamo sia stato

fatto largo uso di armi al DU; quasi 15 anni di pressoché possibili “ininterrotte contaminazioni”. Per

non parlare poi di altri Stati che possiedono queste armi e che non sono certo tra i più pacifici (vedi

Israele, Pakistan , Turchia ecc.); stati dove spesso ci sono conflitti interni o con i vicini e dove

altrettanto spesso si ricorre all’uso della forza per risolverli. Anche in questi territori quindi c’è

pericolo che la popolazione e l’ambiente paghino prezzi troppo alti e duraturi nel tempo, quali

appunto gli effetti del DU. Senza tener conto poi, di quanti paesi potrebbero in questi anni aver

dotato i propri arsenali di armi all’Uranio impoverito. E’ perciò preoccupante constatare come il

problema non sia circoscritto solo ai luoghi in cui si sono svolti i conflitti più recenti, ma sia ormai

a livello mondiale.

Se ripensiamo a tutti i possibili rischi ed effetti legati al DU visti nei capitoli precedenti, a

livello globale la situazione è veramente inquietante: pensiamo solo a quante vittime dirette o

indirette legate al DU potrebbero esserci nei prossimi anni; pensiamo a che degrado ha raggiunto e

raggiungerà l’ambiente nei siti colpiti con proiettili al DU; pensiamo a quanti conflitti sono ancora

in corso e a quanti ce ne saranno in futuro…Insomma: le previsioni non sono certo tranquillizzanti.

Penso che il quadro emergente da queste pagine sia sufficiente per dare al lettore una visione

generale del problema e possa rappresentare un’utile base su cui formulare alcune considerazioni

conclusive.

- Le armi al DU rappresentano certamente un micidiale mezzo di distruzione.

- Il DU è pericoloso e dannoso sia chimicamente che radiologicamente se ingerito o inalato.

- Le ricerche e le analisi effettuate nei territori colpiti da proiettili al DU, dimostrano che la

presenza di DU è difficile da determinare sperimentalmente.

- Dagli esami effettuati sui militari e sui territori colpiti, per iniziativa del governo italiano

(commissione Mandelli) e all’estero da Organismi internazionali (Unep – Balkan Task

Force e varie commissioni di studio sull’Iraq) non è stata individuata una correlazione

diretta tra DU e forme tumorali. La stessa dott.ssa Antonietta Morena Gatti ha ammesso che

nei campioni di biopsie e di autopsie dei soldati esaminati da lei e dal suo team di esperti

non sono mai state trovate effettive tracce di Uranio. Tuttavia è assolutamente lecito

attendersi l’insorgenza di tumori da DU sia nella popolazione civile che nei militari.

Page 94: La Questione Dell'Uranio Impoverito

94

- Gli effetti provocati dall’Uranio impoverito sull’uomo saranno più chiari e visibili con il

passare degli anni.

- A partire dal 1991 il DU è stato ampiamente impiegato in scenari di guerra nonostante i

provvedimenti internazionali che lo proibiscono; perciò le autorità militari e politiche, nel

nostro caso italiane, non potevano non essere a conoscenza di tutto ciò.

- Gli organi di informazione, per quanto riguarda il dibattito sul DU, sono intervenuti tardi e

con notizie troppo frammentarie e superficiali generando allarmismi; a tutto ciò si aggiunge

il totale silenzio di oggi, nonostante ci siano ancora conflitti in atto.

- Gli interessi economici e politici delle grandi potenze hanno ormai il sopravvento su

qualsiasi altro tipo di valore al punto di arrivare a distruggere e danneggiare l’ambiente e le

popolazioni che lo abitano.

- Nonostante i casi continuino ad aumentare, le persone decedute e quelle ammalate, sia tra la

popolazione civile che militare, sono state ampiamente e per lungo tempo trascurate.

- Le guerre del nuovo millennio sono sempre più tra contendenti di forza impari ed oltre a

provocare danni immediati, catastrofi ambientali e sconvolgimenti di popolazioni, gli effetti

maggiori si avranno, forse, nel lungo periodo.

- A fronte anche dei più recenti eventi iracheni, è evidente che le norme di Diritto

Internazionale non vengono rispettate e che Organismi Internazionali quali le Nazioni Unite

sono sistematicamente assoggettate agli interessi di pochi Stati- nazione.

- Nei casi balcanico, iracheno, afgano ecc. i diritti alla salute, a vivere in un ambiente sano,

alla libertà e all’informazione sono stati calpestati in nome di interessi economici e politici

di pochi.

Appurato che le armi all’Uranio impoverito non sono armi convenzionali in quanto armi

radioattive il cui uso ha conseguenze altamente tossiche, è innegabile che tutte le leggi

internazionali sulla guerra pongono dei limiti all'uso della violenza ai combattenti e vietano l'uso di

armi crudeli ed indiscriminate.

Così recita il codice di diritto internazionale di guerra di Ginevra:

“Chiunque uccide un minuto dopo la cessazione delle ostilità , sapendo che le ostilità sono

cessate, è un assassino”.

Lo dice la Convenzione di Ginevra: l’uranio impoverito che miete vittime nei Balcani così

come in Iraq e tra i nostri soldati dopo la cessazione della guerra, è un assassino.

Page 95: La Questione Dell'Uranio Impoverito

95

Di conseguenza, le armi al DU violano la legge internazionale a causa della loro crudeltà

intrinseca e degli effetti mortali non confinabili nel tempo e nello spazio: infatti minacciano la

popolazione civile ora e per le generazioni a venire. Pertanto queste armi e i loro usi andrebbero

banditi.

Nei circa dieci anni in cui è sul tappeto la vicenda dell'uranio impoverito è sempre stata

negata l'esistenza di una connessione tra Uranio impoverito e tumori.

Nel dicembre 2008 avviene però un fatto storico e, sotto certi aspetti, decisamente

significativo.

Per la prima volta in dieci anni di battaglie legali e accese discussioni il Ministero della

Difesa, nella persona del Ministro Ignazio La Russa143, riconosce che la causa di tante dolorose

vicende è l'Uranio impoverito e stanzia 30 milioni di euro per i risarcimenti. Fino a quel momento

era stato asserito che tumori e altre gravi malattie erano dovute a cause come l'inquinamento

bellico, lo stress da combattimento o simili.

"Occorreva prevenire". Queste le parole pronunciate dal Ministro stesso e rese pubbliche da

Falco Accame, presidente dell’ L'Anavafaf144, in un’intevista pubblicata sul sito internet

http://www.forzearmate.eu in quello stesso mese di dicembre145.

Ancora più recentemente, il 1 dicembre 2009, con una sentenza del Tribunale civile di

Roma146, il Ministero della Difesa viene condannato al risarcimento con 1,4 milioni di euro ai

familiari di un militare della Provincia di Lecce, scomparso nel 2005, a soli 26 anni, dopo diverse

missioni in Kosovo, teatro dal quale era rientrato nel 2003.

Questi eventi sono la dimostrazione del fatto che, nonostante le numerose incertezze e i mille

dubbi in merito alle reali responsabilità dell’Uranio impoverito, il problema esiste seriamente. Sia

colpa dell’Uranio o di altre sostanze ad esso collegate, la nocività di questi materiali è stata ormai

sperimentata, dimostrata e legalmente punita.

143 Ignazio Benito Maria La Russa (Paternò, 18 luglio 1947) è un politico italiano, attuale ministro della Difesa.

144 L'Anavafaf: Associazione Nazionale Assistenza Vittime Arruolate nelle Forze Armate e Famiglie dei Caduti), nata nel 1983 con l’intento di tutelare, prevenire e limitare il numero dei morti nelle forze armate in tempo di pace

145 Roma, 26 dic. 2008 (Apcom). http://www.forzearmate.eu

146 Sentenza 10413/09 depositata presso il Tribunale civile di Roma il 1 dicembre 2009.

Page 96: La Questione Dell'Uranio Impoverito

96

Ritengo sia quindi opportuno che possibili rischi derivanti dall’utilizzo di DU vengano messi

maggiormente in evidenza per mezzo di un’imponente e massiccia campagna di sensibilizzazione

pubblica, rivolta soprattutto alle popolazioni, ai soldati e al personale a rischio.

Perché sia possibile nel futuro vedere dei cambiamenti veramente significativi, una delle

chiavi di volta è rappresentata sicuramente dalla gestione delle informazioni.

L'informazione dovrà essere obbiettiva, dovrà contare su un solido apparato di riferimento

tecnico scientifico, dovrà poter aver accesso a tutti i dati disponibili, dovrà essere libera e

soprattutto coraggiosa e capace di prendere posizioni forti e, se necessario, impopolari; ma

sicuramente giuste e necessarie per la salvaguardia del genere umano e dell’ambiente in cui vive.

Per contenere i danni provocati dall’impiego di Uranio impoverito occorrerebbe insomma uno

sforzo di maggior chiarezza e trasparenza da parte di tutte le istituzioni coinvolte, non solo italiane

ma anche a livello internazionale.

Page 97: La Questione Dell'Uranio Impoverito

97

TABELLE E MAPPE

(APPENDICE)

Tab. 5 - Quadro generale sull’Uranio Impoverito

Page 98: La Questione Dell'Uranio Impoverito

98

Fig. 1 - Proprietà penetranti delle particelle radioattive.

Fig. 2 - Effetti deterministici delle radiazioni ionizzanti in rapporto alla loro quantità assorbita

Page 99: La Questione Dell'Uranio Impoverito

99

Fig. 3 - La catena di decadimento dell'U-238, tutti gli isotopi descritti sono radioattivi, tranne il Piombo-206 che è stabile; alcuni lo sono molto più del prodotto di partenza, e sono sempre presenti in tracce insieme all'U-238.

Page 100: La Questione Dell'Uranio Impoverito

100

Fig. 4 - Catena di decadimento radioattivo dell’U-238.

Fig. 5 - Schema della distribuzione chemiobiocinetica nell’uomo di Uranio assunto durante esposizione inalatoria o per ingestione, dai polmoni l’Uranio può essere esalato o passare nel sangue, nei Linfonodi e nell’intestino e da qui essere secreto; da sangue l’Uranio può passare nei reni, nel fegato, nelle ossa e nei muscoli e infine dai reni può trovarsi nelle urine.

Page 101: La Questione Dell'Uranio Impoverito

101

Mappa 1 - Particolare dei siti colpiti in Bosnia da proiettili al DU.

Mappa 2 - Siti in Kosovo colpiti proiettili al DU, mappa fornita dalla Nato.

Page 102: La Questione Dell'Uranio Impoverito

102

Mappa 3 - Siti bombardati in Kosovo con proiettili al DU (i punti rossi indicano i i luoghi e il loro diametro è proporzionale al numero di proiettili sparati). http://www.peacelink.it

Fig. 6 - Cartina del Kosovo con siti colpiti da proiettili al DU.

Le aree contraddistinte sulla mappa indicano una posizione in cui uno o più aerei hanno attaccato; le marcature non sono precise: esse non esprimono punti precisi, bensì aree di incertezza; la fonte dei dati riportati nella cartina consiste nel "debriefing" ovvero nei rapporti postmissione dei piloti dopo l'ingaggio di una procedura di puntamento chiamata "Flex".

Page 103: La Questione Dell'Uranio Impoverito

103

Tab 6 - Elenco dei siti in Kosovo bombardati con uranio impoverito dalla Nato

sito data coordinate UTM proiettili riquadro kfor

1 06/04/99 34TDM717863 - - Germania

2 07/04/99 34TDM551901 110 4 Italia

3 08/04/99 34TDN665117 150 2 Italia

4 08/04/99 34TDN834190 - 9 Italia

5 15/04/99 34TEM580880 250 9 -

6 15/04/99 34TEM680995 - 10 -

7 16/04/99 34TEM643964 - 10 -

8 17/04/99 34TEM1885 200 8 U.S.A.

9 27/04/99 34TDM433974 - 3 Italia

10 27/04/99 34TDM680690 - 5 Germania

11 30/04/99 4203N02030E - 4 Italia

12 30/04/99 34TEM208935 - 8 U.S.A.

13 30/04/99 34TDN402102 - - Italia

14 05/05/99 34TDM515938 210 3 Italia

15 06/05/99 34TDM717863 - - Germania

16 07/05/99 34TDM503893 400 3 Italia

17 07/05/99 34TDN387039 500 1 Italia

18 07/05/99 34TDM771627 100 6 Germania

19 09/05/99 34TDN416092 200 1 Italia

20 10/05/99 34TEN148478 200 - U.K.

21 11/05/99 34TEN187470 700 - U.K.

22 11/05/99 34TEM019990 150 7 U.K.

23 11/05/99 34TDN505044 65 - Italia

24 12/05/99 34TDN505044 110 1 Italia

25 13/05/99 34TDN7735 570 - Italia

26 14/05/99 34TDM723693 170 6 Germania

27 14/05/99 34TEM105920 - 7 U.K.

28 14/05/99 34TDM525911 300 3 Italia

29 14/05/99 34TEM126888 90 7 U.K.

30 15/05/99 34TDM7462 210 6 Germania

31 15/05/99 34TDN514102 320 2 Italia

32 15/05/99 34TEM1995 200 8 U.S.A.

33 15/05/99 34TEM6496 130 10 -

34 15/05/99 34TDN719403 - - Italia

35 15/05/99 34TDM741622 - 6 Germania

36 16/05/99 34TDM745682 90 6 Germania

37 17/05/99 34TDM755619 170 6 Germania

38 17/05/99 34TEM540821 120 9 -

39 22/05/99 34TEM209103 - 8 U.S.A.

40 25/05/99 34TDM624931 120 4 Germania

41 25/05/99 34TEM620945 300 10 -

42 25/05/99 34TEM632934 150 10 -

43 26/05/99 34TDM588998 - 4 Italia

44 26/05/99 34TDM5597 170 4 Italia

45 28/05/99 34TEN472112 100 - U.S.A.

46 28/05/99 34TEM625882 200 10 -

47 28/05/99 34TDM43159425 300 3 Italia

48 28/05/99 34TDM659950 50 4 Germania

49 28/05/99 34TEM189923 90 8 U.S.A.

50 29/05/99 34TEN178432 350 - U.K.

51 29/05/99 34TDM695654 190 5 Germania

52 29/05/99 34TEM335844 - - U.S.A.

53 29/05/99 34TDM580994 - 4 Italia

54 29/05/99 34TDM659950 50 4 Germania

55 29/05/99 34TCM01479634 230 - -

56 29/05/99 34TEM335844 80 - U.S.A.

57 30/05/99 34TEM1691 480 8 U.S.A.

58 30/05/99 34TCM01479634 250 - -

59 31/05/99 34TDM54938 200 3 Italia

60 31/05/99 34TDM6573 970 5 Italia

61 01/06/99 422550N0202630E 200 3 Italia

62 01/06/99 34TDM663705 540 5 Germania

63 01/06/99 34TDM597858 400 4 Italia

64 01/06/99 34TDM782603 500 6 Germania

65 01/06/99 34TEM625882 970 10 -

66 02/06/99 34TDM728675 80 6 Germania

67 02/06/99 34TDM728675 70 6 Germania

68 02/06/99 34TDM5892 600 4 Italia

69 02/06/99 34TDM743720 400 6 Germania

70 02/06/99 34TDM503893 400 3 Italia

71 02/06/99 34TDN387039 500 1 Italia

72 02/06/99 34TDM771627 100 6 Germania

73 03/06/99 34TEN362171 150 - U.K.

74 03/06/99 34TDM503893 470 3 Italia

75 03/06/99 34TDM740590 370 6 Germania

76 03/06/99 34TDN59223216 700 - Italia

77 05/06/99 34TDN393005 280 3 Italia

78 05/06/99 34TDN4002 120 1 Italia

79 05/06/99 34TDN389042 400 1 Italia

80 05/06/99 34TDN393005 200 3 Italia

81 05/06/99 34TDN387005 560 3 Italia

82 05/06/99 34TDN603245 320 - Italia

83 05/06/99 34TDM67256935 286 5 Germania

84 06/06/99 34TDM409873 - 3 Italia

85 06/06/99 34TDM412883 907 3 Italia

86 06/06/99 34TDN4002 120 1 Italia

87 06/06/99 34TDM936785 970 - U.K.

88 06/06/99 34TDN474090 745 1 Italia

89 06/06/99 34TDM396948 100 3 Italia

90 06/06/99 34TDM396948 100 3 Italia

91 06/06/99 34TDN474090 200 1 Italia

92 06/06/99 34TDN464082 440 1 Italia

93 07/06/99 34TDM7439471956 140 6 Germania

94 07/06/99 34TDM545937 225 3 Italia

95 07/06/99 34TDN886168 370 - Francia

96 07/06/99 34TDM592764 610 5 Italia

97 07/06/99 34TDN465083 530 1 Italia

98 07/06/99 34TDN534026 655 2 Italia

99 07/06/99 34TDN4310 560 1 Italia

Page 104: La Questione Dell'Uranio Impoverito

104

100 08/06/99 34TDN528123 1320 2 Italia

101 08/06/99 34TDM771631-DM762600 400 6 Germania

102 08/06/99 34TDN863422 670 - Francia

103 08/06/99 34TDN528123 1000 2 Italia

104 09/06/99 34TDM755645 200 6 Germania

105 11/06/99 34TDM772630 500 6 Germania

106 11/06/99 34TEM625882 970 10 -

107 17/04/99 34TEM170852 - 8 U.S.A.

108 - 34TEM6308785128 - 10 -

109 - 34TEN17012908 - - U.K.

110 - 34TDM5359283702 - 3 Italia

111 27/05/99 34TEM397979 - 10 -

112 28/05/99 34TEM631852 180 - -

totale 30.523

Fig. 7 - Tutto sull’Uranio impoverito

E' necessario ricordare che nono solo i militari delle forze i

Page 105: La Questione Dell'Uranio Impoverito

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li Fig. 8 - Meccanismo di assorbimento di DU per inalazione.

li Fig. 9 - Meccanismo di assorbimento di DU per inalazione. ma

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li Fig. 10 - Limite di dose per effetti stocastici

Fig. 11 - Uno degli possibili organi bersaglio del DU, il rene. ma

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Tab. 7 e 8 - Tabelle relative a studi della Commissione Mandelli

Page 108: La Questione Dell'Uranio Impoverito

108

Bibliografia

Uranio. Il nemico invisibile, Stefania Divertito, Infinito, 2005 Uranio. Storia di un’Italia impoverita, Domenico Leggiero, M. I. R., 2005 Il metallo del disonore, Asterios Editore, International Action Center, 1999 Uranio impoverito, la verità. Giulia Di Pietro intervista Franco Accame, Malatempora, 2006 Due guerre. Dai campi di battaglia dei Balcani alla lotta contro il cancro da uranio impoverito. Emerico Maria Laccetti, Memori, 2008 Il Friuli Venezia Giulia e l’uranio impoverito, aero habitat, com.te Giuliano Mansutti, aprile 2001 Enduring Hypocrisy. I pesanti interrogativi sull'uso dell'uranio impoverito, Associazione Solidarietà Guerra infinita guerra ecologica, Massimo Zucchetti. Milano, Ed.Jaca Book, 2003. “L’uranio impoverito nei Balcani”, tesi di Giorgio Ponti, www.osservatoriobalcani.org, gennaio 2005 “Relazione Preliminare della Commissione istituita dal ministero della Difesa sull’incidenza di neoplasie maligne tra i militari impiegati in Bosnia e Kosovo”, 19 marzo 2001 “Seconda relazione della Commissione istituita dal ministero della Difesa sull’incidenza di neoplasie maligne tra i militari impiegati in Bosnia e Kosovo”, 28 maggio 2001 “Relazione Finale della Commissione istituita dal ministero della Difesa sull’incidenza di neoplasie maligne tra i militari impiegati in Bosnia e Kosovo”, 11 giugno 2002 “Conclusioni della Commissione istituita dal ministero della Difesa sull’incidenza di neoplasie maligne tra i militari impegnati in Bosnia e Kosovo” (Commissione Mandelli), Grandolfo M., Mele A. “Resoconto stenografico della 656° seduta del Senato”, mercoledì 22 settembre 2004 “Resoconto stenografico della 667° seduta del Senato”, mercoledì 6 ottobre 2004 “Resoconto stenografico della 671° seduta del Senato”, martedì 12 ottobre 2004 “Resoconto stenografico della 681° seduta del Senato”, martedì 26 ottobre 2004 “Resoconto stenografico della 693° seduta del Senato”, martedì 9 novembre 2004 “Resoconto stenografico della 697° seduta del Senato”, mercoledì 17 novembre 2004 “Resoconto stenografico della 725° seduta del Senato”, martedì 25 gennaio 2005 “Uranio impoverito e linfomi di Hodgkin nei soldati italiani in Bosnia e Kosovo: una possibile associazione?”, Notiziario dell’Istituto superiore di sanità 2003 “False Ngatives”, facts and fictions aboutDepleted Uranium and US Veterans, Dan Fahey, Palais des Nations Geneva, Switzerland, 2 April 2008

Fonti internet

http://it.wikipedia.org http://www.google.it http://www.osservatoriomilitare.it http://www.osservatoriobalcani.org. http://www.uranioimpoverito.it http://www.vittimeuranio.com http://www.scienzaepace.it

Page 109: La Questione Dell'Uranio Impoverito

109

http://www.disinformazione.it http://www.bandepleteduranium.org http://www.quinterna.org http://www.aerohabitat.org http://www.difesa.it http://www.fernandotermentini.it http://wwwsis.lnf.infn.it http://www.bulgaria-italia.com http://www.peacelink.it http://www.rfb.it http://www.militari.org http://www.intersos.org http://www.grandinotizie.it http://www.ngwrc.org http://www.peacereporter.net http://www.kosovo.com http://www.bo.cnr.it http://www.cnr.org http://www.limes.net http://www.terranews.it http://www.kforonline.com http://www.balkans.unep.ch

Fonti giornalistiche

Metro, “L’Onu tace sui casi di leucemia”, Stefania Divertito, 20 dicembre 2000 Metro, “Solo una mascherina contro la radioattività”, Stefania Divertito, 21 dicembre 2000 Metro, “La Nato ammette l’uso di U-238 in Bosnia”, Stefania Divertito, 22 dicembre 2000 Metro, “Incubo Uranio tra i bambini”, Stefania Divertito, 9 gennaio 2001 Metro, “Tutta l’Europa dice no all’uranio” Stefania Divertito, 18 gennaio 2001 Metro, “Ecco come l’uranio ha ucciso i soldati, parla Antonietta Gatti” , Stefania Divertito, 7 marzo 2003 Metro, “Uranio, l’Italia sapeva dal 1984”, Stefania Divertito, 27 maggio 2003 Metro, “Dossier uranio impoverito, non potevano non sapere”, Stefania Divertito, 30 settembre 2003 Metro, “Così lo stato mi abbandona, parla Valery Melis”, Stefania Divertito, 3 ottobre 2003 Metro, “Uranio: verso nuove analisi”, Stefania Divertito, 9 febbraio 2004 Metro, “Così l’uranio inquina la terra, per sempre”, Stefania Divertito, 21 settembre 2006 Corriere della Sera, “Sindrome dei Balcani, un altro morto”, Flavio Haver, 30 dicembre 2000 Corriere della Sera, “Noi italiani irradiati per mesi a Sarajevo”, Marco Galluzzo, 3 gennaio 2001 Corriere della Sera, “L’Italia chiede stop alle armi all’uranio”, Ivo Caizzi, 9 gennaio 2001 Corriere della Sera, “Uranio, paura anche tra i volontari”, Davide Frattini, 2 gennaio 2001

Page 110: La Questione Dell'Uranio Impoverito

110

Corriere della Sera salute, “Uranio Impoverito, insufficienza di prove”, Giuseppe Remuzzi, 11 marzo 2001 Corriere della Sera salute, “Il respiro delle bombe”, Franca porcini, 13 aprile 2003 Famiglia Cristiana, “Non solo proiettili”, Giuseppe Latamore, 21 gennaio 2001 Gente, “Uranio, paura per i nostri soldati”, Gennaro de Stefano, Stefania limiti, luglio 2004 Il Manifesto, “Uranio, le verità nascoste”, Angelo Mastrandrea, 12 gennaio 2001 Il Manifesto, “Militare campano muore di cancro, era stato in Bosnia”, 5 luglio 2002 Il Manifesto, “Io leucemico, lavoravo in un hangar”, Carlo Mercuri, 17 dicembre 2000 Unione Sarda, “Mio figlio poteva essere salvato”, Sandro Mantega, 15 settembre 1999 Unione Sarda, “Uccisi dall’arma invisibile”, Marco Landi, 7 ottobre 2000 Unione Sarda, “Il soldato morto, sospetti sull’uranio”, Marco Landi, 7 ottobre 2000 La Stampa, “Così sono stato contaminato nei Balcani”, Corrado Grandesso, 19 dicembre 2000 Rinascita, “Di uranio. Abbiamo intervistato il maresciallo Domenico Leggiero portavoce dell’Osservatorio Militare”, Alessia Lai, 29 giugno 2005 Arpa Rivista, “L’uranio impoverito e le malattie dei soldati al ritorno da missioni di pace, Antonietta M. Gatti, Massimo Zucchetti, maggio-giugno 2007

Norme di protezione

Norme NATO nel 1984 Norme USA per la “Restore Hope” in Somalia nel 1993 Misure NATO per basse radiazioni nel 1996 Disposizioni della KFOR e dei Nuclei NBC del 22.11.1999 Disposizioni dello Stato Maggiore della Difesa del 6.12.1999 Disposizioni della Folgore dell’8.05.2000 Disposizioni del Capo della Sanità Militare USA in data 16.08.1993 Disposizioni del Ministero dell’Ambiente in data 26.05.2000 Studi del CISAM (Centro Interforze Studi Applicazioni Militari) Studi dell’UNEP Documento del Ministero della Difesa, «Elementi di documentazione sell’interazione tra uranio impoverito e salute umana nelle operazioni militari», aprile 2005

Page 111: La Questione Dell'Uranio Impoverito

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Giunta ormai al termine di questo mio elaborato sento il bisogno di ringraziare innanzitutto il Professor Virgilio Ilari per l’opportunità datami di seguire questo percorso di ricerca, non sempre facile ma per me molto importante.

Ringrazio sentitamente il Dr. Mauro Gerbi che mi ha assistito e seguito durante tutti i

passaggi che hanno portato alla realizzazione di questa ricerca. I Suoi consigli, le innumerevoli

spiegazioni tecniche e le importanti direttive che di volta in volta mi impartiva si sono rivelate

indispensabili e di grande efficacia esplicativa; senza la Sua immensa disponibilità e i Suoi preziosi

suggerimenti certamente non sarebbe stato possibile realizzare un lavoro così completo.

Un profondo grazie alla mia famiglia che mi ha sostenuto, spronato e sopportato per tutti

questi anni! Li ho angosciati fino alla fine, anche nella scelta dell’argomento da trattare in questa

Tesi che secondo loro era molto, troppo vicino a quella che è stata la mia esperienza personale.

…Scusatemi se vi ho fatto preoccupare ma credete, ne è valsa la pena!

Grazie ai miei cari zii Katia e Vanni, che con Giulia e Anna sono sempre stati presenti e

partecipi ad ogni esame e ad ogni avvenimento. Cugine: Studiate, studiate, studiate! …Vedrete, alla

fine del vostro percorso, quanto sarà grande la soddisfazione, vostra e dei vostri genitori!

Grazie a Beppe per la pazienza e la comprensione che lo hanno caratterizzato per tutto questo

tempo.

Grazie inoltre a Maria per la sollecitudine con la quale mi ha aiutato nella ricerca di articoli e

testi per completare questa ricerca, e alle mie care amiche Eleonora, Annalisa e Francesca che con

le loro risate mi hanno fatto sfogare durante i nostri consueti incontri;

Un grazie particolare ad Alessandro che mi è stato vicino, mi ha aiutato e sopportato ogni

giorno al lavoro per tutti questi mesi. Non potrò mai dimenticare la costanza con la quale mi ha

sostenuto. Senza i suoi incitamenti certo ora non sarei qui a concludere la mia tesi!

Infine non posso non ringraziare te, nonna. Sono passati dieci lunghissimi anni, tu non sei più

qui ma sento che mi sei comunque vicina e lo sei stata per tutti questi mesi di lavoro e studio.

L’unica cosa che mi manca per essere pienamente felice oggi è poterti abbracciare ancora una

volta.

Grazie di cuore a tutti voi…

Valentina