La Pulce nell'Orecchio - numero 15

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Il racconto di una giornata dietro le sbarre Chiaccherata con un “detenuto per un giorno”, stupito della solidarietà trovata tra le mura del Don Soria 20 VAFFANBAGNO 21 GIOCHI E PASSATEMPI Periodico di informazione, cultura e costume Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% CB-NO/ ALESSANDRIA n° 15 anno 2011 Luglio 2011 - Anno X - Numero Quindici Sembrava un ponte unico al mondo, invece no. In giro per l’Italia e sui fiumi di mezza Europa si trovano tanti fratelli e alcuni gemelli solo leggermente diversi. Avere un agriturismo non apre le porte solo alle agevolazioni, ma anche a una serie di regole da rispettare. Ma lo fanno davvero tutti? Il sovrappopolamento sta creando problemi non solo in collina, ma, sempre più spesso anche in pianura, in autostrada e perfino in Cittadella. GIORNALE GRATUITO Giurnal a bafëla L’unica rubrica che recensisce i bagni pubblici www.lapulceonline.it I furbetti dell'orticello Caprioli ovunque, anche in città Dopo l’esperienza di Milano, il centrosinistra alessandrino ora vuole dare una spallata a Piercarlo Fabbio. Nel Pdl c’è già la fila di volontari A pag. 10 0 0 A pag. 8 A pag. 4 4 4 4 A pag. 20 0 0 A pag. 3 3 A pag. 16 6 6 A pag. 20 0 0 Quanto costano le “prestazioni” delle lucciole e di quelle che ricevono in casa? Ve lo diciamo noi! I prezzi del sesso Satira Il Meier ha tanti fratelli COMUNICAZIONE www.voxcomunicazione.it Comunicare nel terzo millennio vuol dire disporre di più competen- ze rispetto a quelle che servivano nel passato: giornali e internet, tv, radio e social networks, siti web e immagini si contendono il primato della comunicaizione ma, soprat- tutto, dividono le persone in fasce sempre più diverse le une dalle altre. Per questo è fondamentale avere a disposizione, per ogni set- tore della comunicazione, le giuste competenze. Vox Comunicazione nasce proprio da questa esigenza ed a questa esigenza cerca di fornire le migliori risposte. Benvenuto nel mondo dei Media 3M Il mondo 2.0 al servizio della tua voglia di comunicare e interagire w t Il sole ha dato alla testa. Nelle recenti uscite ufficiali politici e non si sono fatti vedere con occhiali da sole degni del migliore (o peggiore) Elton John Lenti eccellenti A pag. 6-7 Disfida a distanza (ma mica tanto) tra un prodotto tipico delle nostre zone e uno che lo sta diventando, anche grazie a una trattoria italianissima Agnolotto VS Kebab Prendetevela pure... ma sul ridere! Il boom delle Band under 18 Basta un giro tra i corridoi del “Volta” per sentire quante ce ne sono A pag. 19 9

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Periodico gratuito di informazione della provincia di Alessandria

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Il racconto di una giornata dietro le sbarre

Chiaccherata con un “detenuto per un giorno”, stupito della solidarietà trovata tra le mura del Don Soria

20 VAFFANBAGNO 21 GIOCHI E PASSATEMPI

Periodico di informazione, cultura e costume

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% CB-NO/ ALESSANDRIA n° 15 anno 2011

Luglio 2011 - Anno X - Numero Quindici

Sembrava un ponte unico al mondo, invece no. In giro per l’Italia e sui fi umi di mezza Europa si trovano tanti fratelli e alcuni gemelli solo leggermente diversi.

Avere un agriturismo non apre le porte solo alle agevolazioni, ma anche a una serie di regole da rispettare. Ma lo fanno davvero tutti?

Il sovrappopolamento sta creando problemi non solo in collina, ma, sempre più spesso anche in pianura, in autostrada e perfi no in Cittadella.

GIORNALEGRATUITOGiurnala bafëla

L’unica rubrica che recensisce i bagni pubblici

www.lapulceonline.it

I furbetti dell'orticello Caprioli ovunque, anche in città

Dopo l’esperienzadi Milano, il centrosinistra alessandrino ora vuole dare una spallataa Piercarlo Fabbio.Nel Pdl c’è già la fi ladi volontari

“ “

A pag. 1000 A pag. 8 A pag. 4444

A pag. 2000

A pag. 333

A pag. 16666A pag. 20000

Quanto costano le “prestazioni” delle lucciole e di quelle che ricevono in casa? Ve lo diciamo noi!

I prezzi del sesso Satira

Il Meier ha tanti fratelli

C O M U N I C A Z I O N E

w w w . v o x c o m u n i c a z i o n e . i t

Comunicare nel terzo millennio vuol dire disporre di più competen-ze rispetto a quelle che servivano nel passato: giornali e internet, tv, radio e social networks, siti web e immagini si contendono il primato della comunicaizione ma, soprat-tutto, dividono le persone in fasce

sempre più diverse le une dalle altre. Per questo è fondamentale avere a disposizione, per ogni set-tore della comunicazione, le giuste competenze. Vox Comunicazione nasce proprio da questa esigenza ed a questa esigenza cerca di fornire le migliori risposte.

Benvenuto nel mondo dei Media 3M

Il mondo 2.0 al servizio della tua voglia di comunicare e interagire

w t

Il sole ha dato alla testa. Nelle recenti uscite uffi ciali politici e non si sono fatti vedere con occhiali da sole degni del migliore (o peggiore) Elton John

Lenti eccellenti

A pag. 6-7

Disfi da a distanza (ma mica tanto) tra un prodotto tipico delle nostre zone e uno che lo sta diventando, anche grazie a una trattoria italianissima

Agnolotto VS Kebab

Prendetevela pure... ma sul ridere!

Il boom delle Band under 18Basta un giro tra i corridoidel “Volta” per sentire quantece ne sono

A pag. 199

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LUGLIO 2011 | n.152

POLITICA

LA PULCE NELL’ORECCHIOPeriodico registrato al Tribunale di Alessandria al n°631 del Registro

Stampa il 13 novembre 2009

Direttore ResponsabileGiordano Panaro

CondirettorePaolo Allegrina

RedazioneMarco Baccari, Valentina Frezzato,

Aldo Monta, Vittoria Torriani, Marco Vernazza

Hanno collaborato: Piero Archenti, Fabio Buff a,

Franca Ferraro, Valentina Ferraro,Emanuela Vignale

FotoMatteo Buratto, Lino Carter,

Vittoria Torriani

Largo Bistolfi , 315121 Alessandria

[email protected] e fax 0131.481374

EditoreNa.Va.Le

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FondatoreCav. Bruno Ferraro

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La Pulce nell’Orecchio è stampata su carta riciclabile. Rispetta

l’ambiente, non gettare il giornale per terra.

La notizia che ha tenuto banco que-sto mese, senza ombra di dubbio, è stata quella del’ar-resto del Consi-gliere Comunale, nonché Presidente della Commissio-ne Territorio del Comune di Ales-sandria, Giuseppe Caridi.L’accusa, come noto, riguarda la presunta apparte-nenza alla ‘ndran-gheta calabrese. Una notizia accol-ta con stupore ma che sta risveglian-do in alcune frange alessandrine il vecchio stereotipo: “Sud uguale mafi a.”

Una nota che riteniamo profon-damente ingiusta se è vero, come è vero, che lo stesso miracolo eco-nomico italiano degli anni sessanta non sarebbe stato possibile senza la

forza lavoro del meridione d’Italia.Braccianti, manovali, laureati e quant’altri, hanno abbandonato le avare terre del Sud per trovare un lavoro nelle fabbriche del Nord. Si tratta di persone che hanno do-vuto affrontare le stesse umiliazio-ni che oggi vengono riservate agli extracomunitari, ed ora che hanno abbondantemente dimostrato di valere quanto un qualunque citta-dino autoctono piemontese, lom-

bardo, veneto, ecc., qualcuno ha rispolverato e riproposto quel vec-chio slogan.Un assunto che, naturalmente, non ha fatto piacere al Consigliere Comunale Maurizio Sciaudone, di origini meridionali ma residente in Alessandria da oltre trent’anni.Sciaudone esorta gli alessandrini a “non generalizzare individuando la mafi a come un fenomeno che coin-volge tutto il meridione italiano.”Una esortazione inviata al giorna-le l’indomani del caso Caridi dopo

Il Sud non ci sta: "Non siamo tutti Al Capone

aver “letto e sentito in pubblico interventi negativi e sarcastici nei confronti del Sud - per cui aggiun-

ge - sono commenti ingiusti verso chi ci è nato o ha comunque origini meridionali, vive e lavora ad Ales-sandria considerandola la propria città a tutti gli effetti.”Una domanda, “Sud uguale ma-fi a?”, che abbiamo posto anche ad altri alessandrini, non sempre nati qui come, ad esempio, ad un noto commerciante, Simone Lumina, di origini lombarde ma tuttavia impe-gnato nella salvaguardia del terri-torio di Valle San Bartolomeo, dove ha posto la sua attuale residenza.“Se pensiamo che l’equazione Sud uguale mafi a rappresenti la norma e sia una cosa corretta - ci dichia-ra Lumina, titolare del negozio di abbigliamento “Il barbiere di Rio” - rifl ettiamo sul fatto che la maggior parte dei magistrati che combatto-no la mafi a e che in passato hanno anche sacrifi cato la vita è gente del Sud.Quindi ritengo irrispettoso nei con-fronti delle persone che da sempre

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combattono la mafi a ad ogni livello, dal cittadino che si ribella al pizzo, al magistrato che si occupa di que-sto terribile argomento, e accomu-narli tutti a questo pessimo clichè non contribuirà certamente a pla-care gli animi.Questo perché comunque la storia dice che così non è - conclude Lu-mina - ma purtroppo viviamo di stereotipi per cui in Italia indivi-duiamo nel cittadino veneto quello che beve, l’emiliana dovrebbe esse-re la donna di facili costumi, il to-scano quello che bestemmia, anche se sappiamo che non sempre le cose funzionano in questo modo!” Molto più articolato invece il pen-siero di Corrado Parise, di origini calabresi, fra l’altro l’unico politico che al momento abbia presentato, alle primarie alessandrine del PD, la sua candidatura alla poltrona di sindaco.

“Al Sud esistono due sponde; una accoglie la mafi a, la ‘ndrangheta e la camorra, sull’altra approda in-vece il grande popolo del Sud. Un popolo dalla civiltà millenaria, anzi, direi bimillenaria ma che è sempre stato oppresso dallo Stato e dalla politica.Ciò nonostante, la grandissima parte crede nella legalità così come me, mio padre e prima ancora mio nonno e tutta la mia famiglia. Cer-tamente al Sud la mafi a ha trovato la sua origine e continua ad esistere per ragioni che tutti conosciamo, dal momento che sono imputabili alla cattiva politica - un concetto, quello della cattiva politica, che Pa-rise sottolinea - una cattiva politica nazionale, non solo meridionale. La seconda cosa da dire è che Italia è uguale mafi a da tempo, ivi compre-so il Nord.Perché non è un caso che la mafi a abbia origine al Sud, ma che i mag-giori affari li conclude al Nord, con imprese del Nord, ma anche con politici del Nord. Quindi dobbia-mo affrontare un fenomeno asso-lutamente nazionale che coinvolge tutti ma con una differenza. C’è la mafi a dei colletti neri, ed è quella che viene arrestata in questi gior-ni, e c’è quella dei colletti bianchi, al Sud come al Nord. Una mafi a invisibile, sotterranea, apparente-

mente rispettabile, ed è la mafi a più pericolosa. Quella, per intenderci - è la conclusione di Parise - che la politica deve saper combattere con maggior vigore.”

Anche un personaggio arcinoto del-la politica alessandrina, come l’av-vocato Aldo Rovito, nato in Libia da genitori siciliani, non rinuncia ad esprimere la sua opinione sul que-sito oggetto di questo sondaggio d’opinione.

“Bisogna evitare di alimentare una reazione eccessiva a quella dell’as-sunto secondo il quale tutti i cal-

bresi sono dranghettisti, che tutti i siciliani sono mafi osi, che tutti i napoletani sono camorristi - è la risposta di Rovito al luogo comune, Sud uguale mafi a, che gli abbiamo sottoposto - bisogna avere l’intel-ligenza e la capacità di distinguere, per cui, se c’è qualcuno che ha sba-gliato pagherà, e sta pagando, ma non bisogna cadere in queste gene-ralizzazioni che sono estremamente sbagliate.Anzi molti dei meridionali che vi-vono al Nord sono qui proprio per poter sfuggire alla camorra, alla ‘ndrangheta e alla mafi a e trovare condizioni di vita normali.”

Lo stereotipo sud=mafi a è tornato in auge dopoil “caso Caridi”

Piero Archenti

"No al protagonismodei Sindaci

Maurizio Sciaudone

Corrado Parise

Aldo Rovito

Piero Lumina

Felice Borgoglio, personag-gio “ingombrante” della po-litica alessandrina, vorrebbe più poteri per gli assessori e il consiglio comunale: “Per fare da contrappeso alla gestione personalistica dei sindaci”, dice, criticando i partiti di oggi, “senza anima e corpo” che non hanno più idee né progetti. Da socialista duro e puro ed europeista convinto, l’ex sindaco off re un giudizio politico sulla situazione loca-le: “Alessandria deve tornare capoluogo con progetti per il futuro, non giorno per gior-no”. Da osservatore esterno di chi è stato criminalizzato ai tempi di Tangentopoli e poi

assolto in tribunale, è pron-to a dare il suo contributo d’esperienza per elaborare un progetto organico: “Cen-trodestra e centrosinistra, nelle due ultime legislazioni non hanno aff ascinato il cit-tadino, segno di una politica sbagliata, troppo persona-lizzata”. Sebbene confessi di non amare questo tipo di centrosinistra dà l’identi-kit del possibile candidato per le amministrative 2012: “Una persona radicata sul territorio, un volto nuovo ma che mastica già di politica, un innovatore. Se è donna avrà un valore aggiunto”. C’è qualcuno/a che risponde a questi requisiti?

“Ad Alessandria né il centrosinistra né il centrodestra hanno lasciatoil segno”

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3LUGLIO 2011 | n.15

Il racconto di un giorno al Don Soria. Da carcerato

d’acqua che passava il cacere”. Tut-te cose portate dall’esterno. Dentro, gli extra si pagano con una specie di carta di credito. I soldi arrivano

dai famigliari. Il tempo trascorre lento; lo si fa passare conversando (“facevano a gara a chi era stato nel carcere peggiore, si parlava di poli-tica e della condizione carceraria in genere”), leggendo (“avevo portato un libro di Slavoj Zizek che poi ho regalato loro a fi ne detenzione”), o

Gira e rigira la birra tra le mani, mentre ricorda quella lunga giorna-ta che non dimenticherà facilmente. Quel giorno in carcere, colpa della “ganja” trovata in casa e di una legge che non permette la coltivazione del-le piantine per prepararsi qualche canna. Ma questa è un’altra storia, sebbene abbia interessato diretta-mente un alessandrino – che per ri-servatezza chiameremo Mario – ar-restato e detenuto un giorno al Don Soria. Quell’esperienza gli ha aperto gli occhi sul mondo carcerario vissu-to in prima persona, conclusosi con un bell’esempio di solidarietà fuori dal comune.600 grammi di marjiuana sono fi n

troppi per una persona sola. Lo dice la legge. I Carabinieri fermano due persone in auto, nelle campagne del Monferrato casalese. L’odore incon-fondibile li inguaia: dritti in caserma per accertamenti. “Ho trascorso la notte senza dormire per continui in-terrogatori. Poi all’alba è scattata la perquisizione domiciliare”, racconta il 38enne il quale aveva già messo in conto che, prima o poi, tutto questo sarebbe capitato. Consegnata spon-taneamente la marjiuana, i militari hanno proceduto. “Sei in arresto”. Giusto il tempo di prendere un cam-bio, salutare gli increduli genitori e, in manette, è stato portato al co-mando. Foto, impronte e trasferi-mento al “Don Soria”. “Lì mi hanno fatto spogliare completamente ed inginocchiare su uno specchio per controllare tutto”, racconta Mario, che non aveva ancora chiuso occhio né mangiato dalla sera prima. Nella piccola stanza 3 del braccio B, con lui, erano in sei. Tre letti a castello, angolo con bagno e fornelli. C’era un piccolo televisore e la radio. “Erano tutti italiani, chi da Acqui Terme, chi dal Sud”. Uno di pochissime parole si diceva fosse di un clan mafi oso, gli altri erano ladri e rapinatori. Forse per la sua faccia da bravo ragaz-zo, Mario riceve subito solidarietà concreta. “Mi hanno dato pantaloni corti per resistere al caldo, sigarette, bibite e mi hanno poi cucinato qual-cosa di più sostanzioso della cena a base di riso bianco e un bicchier

“Il sistema penitenziario ales-sandrino da un lungo lasso di tempo vive una grave crisi, dopo l’apertura del 1997 della Casa circondariale “Cantiello-Gaeta”(Don Soria) attingendo a parte del personale dell’altro istituto “San Michele” e la cre-azione del Nucleo Traduzioni e piantonamenti. La città si è ritrovata ad essere una realtà penitenziaria fatta da ben due istituti con oltre 800 detenu-ti, numeri da grandi città, dove però, sia il numero degli opera-tori sia dei vari servizi connessi, è totalmente diversa.Il Sappe (sindacato autonomo di polizia penitenziaria) da anni si batte per evidenziare le gravi lacune che l’amministrazione penitenziaria locale e nazionale sta continuando a trascurare, oltre all’irrisorio numero di Per-sonale di Polizia Penitenziaria, il sistema si trova a fronteggiare le enormi diffi coltà operative del-la Casa Circondariale, struttura vetusta ubicata al centro città e creata sulle basi di un vecchio

convento, cosa che rende impos-sibile garantire sia la sicurezza, sia le normali attività previste dall’ordinamento penitenzia-rio per i reclusi che sempre più spesso si trovano in celle sovraf-follate e senza alcuna possibilità di avere una umana detenzione. Più volte lo stes-so comune di A l e s s a n d r i a ha proposto la chiusura del vecchio istituto per i problemi poc’anzi ac-cennati ma con scarsi risultati.E’ notizia di questi mesi che ol-tre al danno si sta perpetrando anche la beffa, tanto è vero che nel piano carceri di prossima attuazione è stato previsto l’am-pliamento della struttura del “San Michele” dove “dovrebbe” trovare posto un nuovo padi-glione con la capienza di oltre 200 nuovi detenuti.È triste dover raccontare, per

esempio, come le divise da in-dossare quotidianamente siano così usurate che è ormai pratica comune dovere rattopparle alla miglior maniera, oppure ricor-dare che alcuni posti di servizio, in particolare l’istituto di San Michele, non garantiscono più neanche la salubrità prevista per gli agenti di servizio. Due esem-pi: le garitte per le sentinelle che cadono letteralmente a pezzi e la portineria.

Nei giorni di pioggia bisogna dotarsi di bacinelle per le in-fi ltrazioni e quando le tempe-rature estive salgono, risulta umanamente impossibile la-vorare per 6 o 8 ore a oltre 40 gradi. Le Direzioni si trincera-no dietro circolari che invita-no al risparmio. I problemi si stanno ormai sedimentando gli uni sugli altri, ma gli unici che ne pagano le conseguenze sono sempre gli stessi”.

“Mentre vivevo questa avventura mi rassicurava pensare ad una frase dell’”Apologia di Socrate” di Platone: “Ad una persona buona non può capitare nulla di male: né in vita né in morte, le cose che lo riguardano non vengono trascurate dal Dio”.

disegnando: “un compagno di cella aveva ritratto la fi danzata”. Nell’unica notte Mario è crollato, stremato. Il giorno dopo sveglia alle sette: tutti in cortile per l’ispezione a sorpresa delle celle. Poi il colloquio con il GIP e l’avvocato, e la succes-siva scarcerazione con obbligo di

fi rma per 50 giorni. Il processo, nell’aprile

2011 con rito abbrevia-to lo vede condannato

per 10 mesi con la condi-zionale.

Ma la solidarietà ricevuta tra le quattro mura lo ha colpito nel pro-fondo, così tanto da sentirsi in debi-to con chi lo ha aiutato, senza giudizi morali. Appena libero ha mandato un vaglia con 70 euro indirizzato ad uno degli amici carcerati, da divide-re con i “coinquilini”.

Carceri al collassoLa Polizia Penitenziaria è costretta a lavorare in condizioni diffi cili

Tra le celle molta solidarietà

SOCIETA’www.lapulceonline.it

Giordano Panaro

Enrico D’Ambola, Vice segretario regionale Sappe

Il Don Soria è vecchio e il San Michele “fa acqua” da tutte le

parti

Per aiutare i carcerati ci si può rivolgere al cappellano del carcere San Michele, don Giuseppe Bodrati, nella parrocchia di San Michele Arcangelo, in via Remotti (fraz. San Michele).

Commosso dalla

solidarietà ricevuta, ha voluto sdebitarsi

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LUGLIO 2011 | n.154

I caprioli "marciano anche in Cittadella

ATTUALITA’ La Pulce da leggere ogni giorno. Sempre gratis: www.lapulceonline.it

Non basta più l’abbattimento di mille capi all’anno. Nel 2006 gli animalisti di tutta Italia si mobilitarono per salvare i Bambi. E ora? Invadono le nostre strade

Bruno Morena all’epoca non era presidente dell’ATC AL 4 (Acquese-Ovadese), ma si ricorda benissimo la polemica nazionale sugli abbatti-menti dei caprioli e la mobilitazione degli animalisti, durata una stagio-ne. Solo quell’anno, il 2006, alla decisione di fucilare 600 caprioli,

il popolo degli amanti di Bambi si era ribellato. Forte di un tam-tam mediatico che aveva avuto riso-nanza nazionale, molte persone si erano alzate al canto del gallo per disturbare i cacciatori che, incredu-li, avevano visto spuntare dai boschi non la selvaggina, ma gruppi di ani-malisti scalpinati, pronti a mettere in fuga i caprioli. Nel nome del no assoluto alla caccia, senza conside-rare che le battute al capriolo erano una consuetudine prima, e lo sono state anche negli anni successivi. Gli abbattimenti programmati ave-vano fatto “strage” di ungulati nel 2004 come nel 2005 o nel 2007, ma solo in quella fatidica stagione si mobilità l’Italia con proposte a dir poco bizzarre. Persino il critico

d’arte Vittorio Sgarbi si espresse a favore dei caprioli. Ci fu una vera e propria gara di solidarietà per ten-tare di adottare quelli destinati a fi -nire impallinati. Qualcuno azzardò: catturiamoli per poi trasportarli al-trove, dove potranno vivere liberi e felici. Magari in qualche parco della Calabria, sempre meglio che uccci-derli, avevano pensato. Sull’onda dell’emotività si parlò di “mattan-za”. Che per la verità non fu del tut-to impedita. “Fu una montatura dei mass media in contrasto con la realtà”, dice Mo-rena, “In un anno quegli animali, in mancanza di predatori, si raddop-piano”. Gli unici nemici del caprio-lo sono gli uomini, diffi cile dunque pensare che senza un intervento dei cacciatori si possa ridurre il numero dei capi, croce degli agricoltori e de-gli automobilisti. I campi delimitati da reti elettrifi cate e il “fregone” (la rete posta attorno agli alberi giova-ni, per evitare che vengano scorti-cati dallo sfregamento con le corna) non sono suffi cienti a frenare i dan-ni che questi grossi animali arreca-no alle colture, sia in collina sia in pianura. L’ATC comunque ogni sei mesi risarcisce i danni comprovati dal passaggio di animali selvatici (cinghiali e caprioli in particolar modo) al 100%.Morena parla chiaro: “A forza di proliferare indisturbati, i caprioli sono arrivati alle porte delle città urbanizzate: addirittura sono sta-ti avvistati anche in Cittadella ad Alessandria”. Nel 2010 i cacciatori, nella sola area di competenza di Morena, hanno abbattuto quasi mille caprioli. No-

nostante tutto “la provincia ne è invasa”. Però negli ultimi anni nessun ani-malista si è più alzato all’alba per disturbare le battute di caccia. Morena difende la caccia, attività

di età o perché, tra divieti e gabelle, non si diverte più, non viene rim-piazzato da nuove leve. “I giovani non fanno più attività che compor-tino sacrifi ci di tempo ed orari. La caccia è uno sport mattiniero”.

Il Piemonte “apre” ai cacciatori esteri e al turismo venatorio

ammissibili per ogni A.T.C. Tale misura – secondo gli estensori del provvedimento - non solo consen-te di favorire un maggior prelievo selettivo degli ungulati selvatici, ma permette di completare i pia-ni di abbattimento a volte lasciati incompleti e, infi ne, consentirebbe una sorta di turismo venatorio, al-berghiero ed in termini di attratti-vità specializzata in Piemonte.

Sono stati approvati in Consiglio regionale, due emendamenti pro-posti dall’Assessore all’agricoltura ed alla caccia Claudio Sacchetto, di modifi ca alla Legge regionale 4 settembre 1996, n. 70. La presenza di un’eccessiva quantità di fauna selvatica è sempre più frequen-temente causa di gravi danni alle colture agricole e cagione di inci-denti stradali. Tra i numerosi cambiamenti ap-provati spicca la possibilità di am-mettere i cacciatori residenti in altre regioni o all’estero in misura superiore al 10% dei cacciatori

G.P.

Nuove regole regionali per favorire la caccia

Per una maggior tutela contro i danni da fauna selvatica, richiesta a gran voce dal territorio, è stato ampliato il periodo autorizzato per cacciare gli ungulati, portando-lo così dal 1° giugno al 15 marzo dell’anno successivo. Sempre nell’ottica della riduzio-ne del fenomeno dannoso viene modifi cato il carniere relativo gli ungulati selvatici (sulla specie cin-ghiale da 5 a 10 capi annuali); in-fi ne sarà consentito l’utilizzo del fucile con canna ad anima rigata sia negli A.T.C. che nei C.A. per il prelievo della specie cinghiale se-condo le indicazioni dettate dalla Giunta Regionale.

Pure in autostrada

Tanti, troppi. Sono i caprioli in giro per le nostre colline che non rimangono nell’ha-bitat “giusto”, ma decidono di muoversi, in zone pericolose. Non solo per loro, ma anche per noi. Recentemente, oltre agli incidenti sulle strade comunali e provin-ciali, si sono verifi cati anche sinistri sulle autostrade. Una decina, solo in quest’ul-timo periodo, che hanno causato anche feriti più o meno gravi. “Il problema – spie-gano dall’uffi cio faunistico della Provincia – diventa più grave quando a impattare contro questi grossi animali sono i mo-tociclisti”. Ed è già capitato già più volte. Sono agili, saltano il guard rail e in un se-condo te li ritrovi davanti al tuo mezzo. “Capita sempre più spesso nel novese o tra Tortona e Serravalle, perché girano nelle zone pedecollinari”. Su 100 sinistri, 70 sono sicuramente contro dei caprioli. “Ma sempre più spesso ci si scontra anche con i cinghiali, ancora più pericolosi”.

Incidenti sia sull’A7 che sull’A26. “Colpa del sovrappopolamento”

L.P.

V.T.

utile, e passatempo “capace di dare grandi soddisfazioni a chi la prati-ca”. Nonostante le idee del presi-dente dell’ATC 4, i cacciatori sono sempre meno. Chi appende la dop-pietta al chiodo per raggiunti limiti

"

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Bilancio dell’Amag, 2 mln di utileed investimenti per i Comuni

Il Gruppo Amag (Amag, Alegas e Ream) chiude il bilancio 2010 con un utile di oltre 2 milioni di euro, per la precisione con 2,6 milioni, un reddi-to operativo lordo di 15 milioni e 500 mila euro e investimenti per quasi 17

milioni di euro. Numeri importanti, se si associano a quanto erogato in un anno: 12 milioni di mc di acqua e 94,4 milioni di mc di gas. Repetto vuo-le così sgombrare il campo da dubbi e perplessità sull’operato dell’azienda, mosse da alcuni comuni, ma che però

Il Gruppo Amag spa di Ales-sandria si arricchisce di una nuova sede e continua così il suo progetto di avvicinamento alle popolazioni della provin-cia.Sabato 2 luglio alle ore 10.30, alla presenza delle massime au-torità, verrà inaugurata la nuo-

va struttura ad Acqui Terme, che oltre a servire 39 comuni, dà lavoro a 23 persone.La nuova sede sorge in via Ca-pitan Verrini (angolo via Cas-sarogna) e si estende su una superfi cie complessiva di circa 1.300 metri quadrati. Soddisfatto il Presidente del

hanno il sapore di una lamentela politi-ca e non tecnica sulla gestione manage-riale del Gruppo. Le nuove assunzioni? “All’interno dell’azienda lavoravano sette imprese, sostituite con dicianno-ve assunzioni interne”. Amag, a parte l’Alessandria Calcio, sponsorizza sport minori o iniziative culturali dedica-te alla collettività, ed alcuni lavori ef-fettuati nel capoluogo sono risultato di compensazioni ambientali, come prescrive la norma, e quindi perfetta-

mente in linea con la mission e i doveri dell’Amag. Per i piccoli comuni della Langa astigiana, poi, sono stati investiti oltre un milione di euro. Insomma, Lorenzo Repetto è sereno: “Chi si lamenta, almeno, venga alle as-semblee..”

Lorenzo RepettoPresidente dell’ AMAG

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Gruppo Amag spa di Ales-sandria: “Questo intervento ha una notevole rilevanza per la città di Acqui Terme e per i comuni che gravitano intorno a questa città. E’ un in investi-mento considerevole di oltre un milione e mezzo di euro, che permette al Gruppo Amag spa di realizzare a pieno il suo motto un’azienda di servizi al servizio del cittadino. In-fatti, con questo investimento siamo più vicini alla gente ed abbiamo la possibilità di sod-disfare le esigenze dei nostri clienti in tempi minori; nel contempo possiamo valutare meglio le condizioni di svilup-po di un’azienda multi servizi proprio perché riusciamo ad essere più vicini agli utenti. E’ un momento diffi cile del mer-cato ma è anche, allo stesso tempo, profi cuo specialmen-

Nuova sede acquese dell’Amag: più vicini ai cittadini

te per chi ha idee, progetti e iniziative; il tutto è fi nalizzato alla crescita dell’azienda. Per ora nella città di Acqui Terme e nei comuni limitrofi , Amag si occupa del servizio idrico integrato; la speranza è di ge-stire, in un futuro che ritenia-mo prossimo, anche tutti gli altri servizi di cui si occupa il Gruppo”.Una sede moderna, all’avan-guardia, con magazzino, ca-pannone, uffi ci ed uno sportel-lo che risponderà alle esigenze degli utenti tutti i giorni dal lunedì al venerdì. Orari, che potrebbero comunque subìre modifi che, proprio per cercare di venire incontro ai cittadini in maniera il più possibile esau-stiva e puntuale.I comuni interessati alla nuo-va sede del Gruppo Amag spa saranno: Acqui Terme, Ga-

malero, Cassine, Castelnuovo Bormida, Val Badone (Carpe-neto, Cremolino, Grognardo, Montaldo Bormida, Morbel-lo, Morsasco, Orsara Bormi-da, Prasco, Trisobbio), Valle Bormida (Bistagno, Cartosio, Castelletto d’Erro, Denice, Malvicino, Melazzo, Merana,

Montechiaro d’Acqui, Pare-to, Ponti, Spigno Monferrato, Terzo), Langa Astigiana (Bub-bio, Cassinasco, Cessole, Loaz-zolo, Mombaldone, Monastero Bormida, Montabone, Olmo G., Roccaverano, Rocchetta Palafea, San Giorgio Scarampi, Serole, Sessame, Vesime).

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LUGLIO 2011 | n.156

SOCIETA’

Le ricette La ricetta tradizionale del ristorante “Del Cambio” (Torino)

Ripieno: arrosto di carne bianca, arrosto di carne rossa, manzo bollito, gallina bollita disossata (conservando nel brodo), cavolo verza (cuci-nato cin gli arrosti), uova intere, parmigiano reggiano, noce moscata, sale, pepe

Sugo: fondo di cottura degli arrosti, burro, spicchio d’aglio, rametto di rosmarino, parmigiano reggiano

Sfoglia: farina, tuorli d’uovo, uova intere, cucchiaio d’olio, sale

La ricetta di nonna Renata (Alessandria)

Ripieno: stufato, carne magra tritata, carota, cipolla, sedano, spinaci, salsiccia, vino rosso, grana, sale

Sugo: carne tritata, stufato, vino

Sfoglia: farina, uova, acqua, olio, sale

La ricetta di mamma Caterina (Masio)

Ripieno: brasato (carne tenerone, sedano, carote, cipolle, chiodi di garofano), vino rosso, salsiccia, uova, noce moscata, parmigiano reggiano, sale, pepe

Sugo: sugo del brasato

Sfoglia: farina 00, semola di grano duro, uova, olio, sale

La ricetta di nonna Teresa (Melazzo)

Ripieno: carne di maiale, arrosto, carciofi (o scarola), grana, uova, noce moscata, maggiorana, sale

Sugo: carote, sedano, rosmarino, aglio, cipolla, pelati, pepe, pepe-roncino, olio

Sfoglia: farina, uova, sale

Forse ha un po’ perso il suo ruolo di “simbolo” della Festa, magari per-ché le feste hanno perso il sapore sacrale che le ha da sempre contrad-distinte nella tradizionale civiltà contadina, ma per ogni piemontese sua maestà l’agnolotto è e rimane il piatto imprescindibile di un pranzo che si rispetti.Incerta l’origine del nome, anche se lo si fa in genere derivare da quello di un cuoco monferrino: Angiolino, detto Angelot.Secondo la tradizione infatti fu lui che codifi cò la ricetta tradizionale che, a differenza di numerose al-tre specialità analoghe sparse per il belpaese, vuole il ripieno – rigo-rosamente racchiuso dalla sfoglia sottile con pasta all’uovo - a base di carni arrosto, ottenute magari riuti-lizzando parti meno pregiate, come accade per esempio nei colli torto-nesi dove la tettina – la mammella delle bovine – era alla base.Il legame con l’arrosto, infi ne, è consolidato dall’utilizzo del sugo di arrosto come condimento della tradizione, anche se non mancano altri modi di servire questo piatto: in brodo, col ragù, burro e salvia o ancora – sempre più di rado ormai – a “culo nudo” o con il vino.Gli agnolotti al vino, in particola-re, hanno sempre rivestito un po-sto di rilievo nell’utilizzo di questi piccoli prodigi della gastronomia piemontese. Serviti bollenti, nello stesso vino rosso che si beve a ta-vola, erano infatti molto apprezza-ti, tanto che anche i ristoranti della tradizione oggi tornano ad offrirli ai loro clienti per un assaggio affatto

Una fi nestra sempre aperta sulla tua provincia: www.lapulceonline.it

Sua Maestà l'agnolotto regna ancora sulle nostre tavoleMa non hanno ancora conquistato i palati degli alessandrini stranieri

M.V. - V.T.

Ricette segretissime che, dicono,

seguono quella tradizionale

sgradevole.Ma quando e “quanto”, oggi, si usa-no gli agnolotti?Per scoprirlo ci affi diamo ad un esperto, Alessandra Bertucci, professione, manco a dirlo, “impastatrice di agno-lotti”. E non solo. Da più di vent’anni, esat-tamente dal 1989, ha preso in mano (e come altrimenti?) il pastifi cio di famiglia, quello Pie-montese di via Guasco, aperto otto anni prima. “Non

Anloti Foci a Man

ho ereditato solo un’attività, ma dei veri e propri segreti”, quelli delle ricette, che non ci svelerà, delle sue paste fresche, ma soprattutto di quelle ripiene, tra ci il mitico agno-lotto. “La ricetta che utilizziamo è quella di famiglia, tramandata alla vecchia maniera”, ma attenzione: qui non si fa l’agnolotto piemonte-se, ma quello alessandrino. “Cam-bia il ripieno – ci spiega – e sono le dosi che fanno la differenza”. Nes-

sun ingediente strano, solo un “tocco” partico-

lare, che fa dell’agno-lotto l’agnolotto del Pastifi cio Piemon-tese. È Alessandra a raccontarci l’evo-luzione di questo

piatto tipico: “Non vengono solo gli an-

ziani a comprarlo, ma anche molti giovani”, magari

della nostra città, ma anche d’Italia. Impossibile che venga sostituito”. Al massimo innovato, reinventato, modernizzato. Con l’aggiunta di qualche ingrediente: “Molto prima di Giovanni Rana, vendevo già gli agnolotti al cioccolato, ricoperti con una sottile sfoglia di pasta al cacao e il ripieno di ricotta bovina fresca, cioccolato fondente, zucchero di canna, panna, baccelli di vaniglia. Da provare”. Per i più classici e meno arditi, questo è il periodo giu-sto per buttarsi sugli agnolotti dal ripieno decisamente estivo: carciofi , asparagi, erbette.

quelli che non hanno una nonna-cuoca. Pochi, però, gli stranieri che osano provarlo, “solo qualche nord europeo, ma entrano raramente”. L’articolo viene venduto in quantità maggiori nel fi ne settimana, per il tipico pranzo domenicale o per un sabato sera in famiglia (o tra amici amanti della cucina); “ma questo – continua – è il periodo in cui le ven-dite calano, a causa della stagione. Se il caldo “affl oscia” le vendite, non si può dire la stessa cosa della no-mea dell’agnolotto che, secondo chi ci lavora ogni giorno, “rimarrà per sempre uno dei piatti tipici non solo

Un’istituzione tra le sagre provinciali quella di San Cristoforo dedicata agli agnolotti. Già dal nome, “Anloti Foci a Man”, si capisce che di strada ne ha fatta parecchia. “È dal 1984 – spiega l’assesso-re Elio Ghio – che organizziamo questa manifestazione, utilizzando sempre la solita ricetta, quella creata dallo storico cuoco Valerio Ferrari, scomparso qual-che anno fa”. Il segreto per riuscire, in un solo weekend, a servire quasi seimila piatti di agnolotti sta nell’impasto, par-ticolare e – ovviamente – segreto. La ri-cetta di uno degli agnolotti alessandrini più tipici è gelosamente custodita “e non

la sveleremo mai”. Non più un piatto, ma un simbolo per questo pa-ese, che lo celebra ogni anno a inizio luglio.

Mandaci anche la tua ricetta! [email protected]

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7LUGLIO 2011 | n.15

Il kebab parla italiano

Il kebab ha sedotto anche i ri-storatori specializzati in cucina piemontese, segno che la pie-tanza turca sta attraversando un periodo di popolarità senza precedenti. L’”Antica Trattoria Micarella”, a Castellazzo Bormi-da- ristorante tipico il cui asso nella manica sono proprio le ricette tradizionali monferrine- ne è un esempio lampante: da circa due anni infatti, il titolare del ristorante situato in Strada Alessandria 2, Roberto Doglio-li (insieme a sua moglie Giu-sy), ha deciso di servire ai suoi clienti anche kebab; la “carte” si divide così in gastronomia mandrogna e cucina etnica “bizantina”. Molti sono infatti coloro che- soprattutto a pran-zo- invece di due agnolotti o un piatto di rabatòn, optano per il noto “intruglio” di carni allo spiedo giunto da pochi anni in Italia. Un kebab che il signor Doglioli ordina regolarmente ogni settimana, facendone an-dare circa 10 kg ogni due gior-

ni. Composto in questo caso da carne di tacchino e di vitello, è disponibile in tutte le sue forme e varianti: servito nella piadina, nel pane arabo o semplicemen-te nel piatto con tanto di salse e contorni. Nulla da invidiare ai chioschi gestiti da ristoratori turchi o marocchini, insomma, sparsi ormai un po’ ovunque. “Da noi ordina kebab soprattut-to chi non si fi da dei fast food specializzati”, ci racconta Ro-berto. “Gente che magari non aveva mai ‘osato’ e che ora inve-ce ne va letteralmente ghiotta perché ha scoperto un sapore nuovo. Ogni giorno, soprat-

tutto all’ora di pranzo, decine di persone lo preferiscono agli agnolotti o al risotto”. Della se-rie: gli italiani lo fanno meglio. Anche quando il “brevetto” non è il loro. E viene da chiedersi: il folklore culinario della nostra zona si sta forse incrociando alle “new entry” gastronomiche introdotte dai fl ussi migratori e dalla globalizzazione? Siamo destinati ad una nuova, inedita cucina ibrida? Noi la buttiamo lì: qualcuno ha mai pensato di servire “agnolotti ripieni di ke-bab” o di fare la scarpetta con pane arabo una volta sbaff ato tutto il pollo alla Marengo?

Un’antica trattoria tipica decide di servire un piatto che di piemontese ha ben poco

SOCIETA’

Ma come è veramente composto il cilindro di carne che va sempre più di moda?

è amatissimo, consumatissimo, ven-dutissimo. E gli afi cionados aumen-tano di anno in anno (soprattutto tra i giovani), così come gli introiti ad esso legati. Che sia carne di mam-muth, di grifone o di unicorno sem-

bra di fatto non preoccupare più di tanto i fans della più popolare por-tata turca. Ma a questo arriveremo in seguito.

Giunto in Occiden-te e soprattutto in Italia - per non dire ad Alessandria - da pochissimi anni, il kebab è approdato nelle nostre tavole da quando i fl ussi migratori dal Medio Oriente hanno co-minciato a fare dav-vero sul serio, ovvero poco più di una deci-na di anni fa. Piatto millenario, il kebap

Diversamente dall’agnolotto che ben conosciamo da secoli, il kebab è una pietanza sì sulla cresta dell’on-da, ma di cui, in realtà, sappiamo ben poco: chiedendo in giro, a par-tire dai consumatori più incalliti, pare che ad esempio nessuno abbia mai capito quale sia esattamente la sua composizione, quali siano i suoi ingredienti, quale sia la sua prepara-zione, per non parlare poi della sua storia. Leggende metropolitane (ma anche alcune autorevoli fonti d’in-formazione) lo vogliono composto da ingredienti a dir poco raccapric-cianti come frattaglie animali, or-gani interni, occhi, denti, polmoni, cuore e addirittura zoccoli. Di quale animale poi non si è mai ben capi-to. Ma quello del kebab è forse uno dei pochissimi casi in cui le voci di corridoio messe in giro dai male in-formati non scalfi scono il prestigio dell’oggetto in questione: il “nostro”

Dicerie a parte, si usano ingredienti di qualità, anche se in pochi sanno quali sono

(così viene chiamato in patria, signi-fi ca letteralmente “carne grigliata”) è una prelibatezza di origine ottomana che inizialmente veniva consumata a fette, e non come lo conosciamo oggi, infi lzato in uno spiedo verticale. Quest’ultima tecnica di cottura, che consiste nel lasciar ab-brustolire per diverse ore l’impasto di carne facendone colare parte del grasso attraverso la rotazione del cilindro, è un’invenzione risalen-te solo a circa un secolo fa. E qui forse per alcuni potrebbe crol-lare il primo mito: la parola “doner” che sempre vediamo affi ancata a “kebab” nelle insegne dei fast food non è il nome proprio di uno scaltro imprenditore alimentare tedesco o di una multinazionale, ma semplice-mente un vocabolo turco che indica qualcosa “che gira”, di “roteante”, che ne indica dunque il moderno tipo di cottura. Da qui la traduzione di Doner Kebab: Carne Grigliata che Gira.Ma veniamo al punto più saliente della faccenda: da quale benedetta carne è composto il nostro benea-mato kebab? Siamo andati da uno dei ristoratori del settore più in voga

del momento, dipen-dente del chiosco Ba-ran Instambul 2 di via Milano 72 a chiedere

qualche informazione. Tugay Kartal è nato 17

anni fa nella provincia di Ankara e vive regolarmente in

Italia da tre. Conosce il kebab quan-to noi conosciamo la pastasciutta ed è, nonostante la giovane età, un cuoco dalla lunga esperienza. E’ lui che qui prepara la carne, le salse, i piatti combinati, i condimenti. Ci svela subito che il kebab è compo-sto, almeno nel suo locale, esclusi-vamente da carne di vitello e di tac-chino impastate insieme. La prima è più scura, la seconda più chiara. E le parti utilizzate sono quelle più carnose dell’animale come cosce e petto. Niente viscere dunque, né or-gani, né ossa, né code di rospo, né ali di pipistrello. Alcuni- ci dice Tu-gay- utilizzano anche pollo o agnel-lo, ma mai- per motivi religiosi- il maiale. La carne viene acquistata direttamente dalla fabbrica produt-trice, quindi consegnata surgelata al negozio ed infi ne, una volta sconge-lata, tagliata a piccoli pezzi e quindi impastata nella famigerata forma a cilindro; dopodichè il cono di carne viene trafi tto con lo spiedo e messo a rosolare mezz’ora prima dell’apertu-ra dell’esercizio in modo che le par-ti grasse colino il giusto affi nché la carne non diventi troppo dura e sec-ca. Il tutto viene salato e condito con spezie, in particolare origano.I cilindri di kebab possono variare di dimensione e peso: dai 10 kg ai 100kg, dipende dalla grandezza e dai consumi medi del ristorante. Da Baran Istambul 2 in media si arro-

stiscono cilindri di circa 20-25 chili, e ogni settimana ne vanno dai 7 ai 9. Acquistati all’ingrosso, costano all’esercente 5 euro al chilo più IVA. Tugay Kartal si dice soddisfatto di come stiano andando gli affari, e così anche i suoi tre colleghi. La popolarità del kebab è in costante ascesa e soprattutto tra i giovani e gli studenti è diventata una pietanza abituale. E sebbene il prodotto più venduto sia il classico “doner” av-volto nel pane arabo o nel “durum” (una specie di piadina), pare che va-dano alla grande anche gli altri tipi di preparazione:la pizza-kebab e il piatto-kebab sono altre due punte di diamante che ben vendono e che piacciono molto. Tutti queste portate sono state nel tempo condite con alcuni surplus per meglio venire incontro ai gu-sti occidentali: ecco quindi (oltre al “tzatziki”, meglio conosciuta come “salsa yogurt”, tipicamente turca) ketchup e mayonese, salsa piccante e patatine fritte di contorno, queste ultime spesso contestate dai “puri-sti”. Molto utilizzate come tocco in più anche verdure come insalata, pomodori e cipolle.Sì, attualmente la kebab-mania è al suo apice. Si tratta di una fascinazio-ne momentanea oppure di un feno-meno destinato a radicarsi nelle no-stre abitudini alimentari? Vedremo. Dopo tutto noi italiani- ma anche alessandrini- siamo il popolo più os-sessionato dal cibo che esista... Sem-pre più onnivori, sempre più curiosi. Basti pensare anche al clamoroso boom della ristorazione giapponese avvenuto recentemente nel nostro Paese. A quando i fast food a base di cavallette e scarafaggi?

Kebab, l'ascesa del fast food d'Oriente M.B.

www.lapulceonline.it

SPRITZ BARdi Mendes De Almeida snc

Colazioni

Via Isonzo, 86 | ALESSANDRIA

panini aperitivi

spiedo ma e

, en-

f

Tann

“Doner”, signifi ca

semplicemente “che ruota”

Page 8: La Pulce nell'Orecchio - numero 15

LUGLIO 2011 | n.158

ECONOMIA Cronaca, politica, gossip, foto e video: www.lapulceonline.it

“Lo spirito della legge è quella di fornire integrazione di red-dito agli agricoltori, attraverso la somministrazione di pasti, i pernottamenti e la promozione turistica”. Il comandante dei NAS di Alessandria, capitano Renato Giraudo (una trentina di carabinieri che controllano le province di Alessandria, Asti e Cuneo, per una media di 350 ispezioni al mese), conferma che i controlli non sono poi così ferrei, basta che le nor-me principali siano rispettate: “L’importante è non trovare 500 coperti, come in un agritu-rismo cuneese, o la cena a base di pesce di mare tra le Langhe.

O peggio ancora, trasformare la tenuta in stabilimento bal-neare”. I prodotti devono co-munque essere locali (sull’in-terpretazione del termine c’è comunque comprensione) e non acquistati – come capitato - al supermercato. Insomma, l’importante è che i ristoranti non si travestano da agrituri-smi. “Abbiamo una discreta elasticità mentale nel giudi-care stagionalità dei prodotti e situazioni eccezionali, ma ci mettiamo una mano sulla co-scienza per capire le situazioni di dolo, colpa o distrazione”. Sulla pulizia e l’igiene, però, non si transige.

Attenti agli agriturismi che servono...bufaleIn attesa che la Regione Piemonte regolamenti il settore, gli agrituri-smi stanno vivendo in una sorta di “limbo” in cui le regole, a volte, sono interpretate più che applicate. Per-messi e licenze sono concesse con disinvoltura e chi è bravo con gli az-zeccagarbugli riesce a trovare sem-pre la scappatoia per guadagnarci. A rimetterci, quindi, sono sempre gli agricoltori. Già, perché l’attività agrituristica dovrebbe essere svolta da coltivatori diretti che decidono di aumentare il magro reddito con attività alternative di ristorazione o di ospitalità. L’agriturismo non è un ristorante, anche se le cucine hanno

gli stessi standard di qualità impec-cabile. Il numero di coperti è però ristretto a 60 e i posti letto a 25. E la produzione deve essere propria (in prevalenza) o provenire da pro-duttori locali. “Se vi imbattete in un agriturismo in cui ci sono tre ma-trimoni nello stesso giorno, sicura-mente c’è qualcosa che non va”, dice un agricoltore che non ce la fa più a lottare con i furbi. E se il menu pre-vede piatti non nostrani e non vede-te all’orizzonte neppure un orticello o un pollaio, beh, qualche dubbio dovete farvelo venire. Soprattutto perché, spesso, il conto al tavolo è tale e quale quello di un ristorante che acquista la materia prima all’in-grosso. Le associazioni agricole di categoria premono affi nché si ridi-scutano le regole, rimanendo con i piedi a terra, nel senso che l’atten-zione deve essere rivolta al lavoro dei campi. Invece partiamo male:

Veri e propri ristoranti si travestono per agevolazioni e fi nanziamentiL.P.

gli agriturismi, in Piemonte, sono inclusi nel settore del turismo, in-vece che dell’agricoltura. Ciò la dice lunga su come vengano considera-ti e su chi comandi. Se la maggior parte delle strutture, a fatica, riesce a offrire qualità stando nei “palet-ti”, alcuni li dribblano, cedono alle lusinghe del business (l’agrturismo non può rifornirsi all’Esselunga...), trasformandosi in ristoranti o alber-ghi, ma sempre sotto il para-vento (magari dopo aver usufruito di contributi per ristrutturazioni o inizio attività) della gestione famigliare. “Esistono strutture

in provincia che hanno il permesso di agriturismo solo per le camere, e quello da ristorante per la parte alimentare. Con questo escamota-ge si prendono i vantaggi da tutti i campi”. Sono anomalie (legali) che drogano il mercato e minano la cre-dibilità del settore. Chi controlla: Carbinieri del Nas,

Guardia di Finanza e Asl visita-no periodicamente le strutture per controllare ogni aspetto. “Dovreb-bero avere però più discrezione”, si lamenta un operatore, “non si può bloccare la cucina per mezz’ora, il sa-bato sera, quando c’è tutto esaurito”. Ma a monte c’è l’autorizzazione ad aprire fi rmata dal sindaco. “In certi casi non si capisce il criterio di con-

cessione”, dice il capitano dei Nas che si è imbattuto in anomalie evidenti, diffi cili

da passare inosservate. Evidentemente qualche primo cittadino chiu-de un occhio o tutti e due. Per non sbagliare,

quando si va a mangiar fuori, è me-glio scegliere piccoli agriturismi. E se qualche gestore è stato “cacciato” da un’associazione di categoria per mancanza di requisiti, e poi accolto da un’altra – mantenendo le mede-sime qualifi che – vuol dire che anche in quel campo c’è qualcuno che non controlla bene.

Diffi date dai locali sfarzosi dove organizzano tre matrimoni ogni domenica

“Lo spirito della legge è quelladi fornire integrazione di red-dito agli agricoltori, attraverso la somministrazione di pasti, ipernottamenti e la promozione turistica”. Il comandante dei NAS di Alessandria, capitanoRenato Giraudo (una trentinadi carabinieri che controllanole province di Alessandria, Astie Cuneo, per una media di 350ispezioni al mese), confermache i controlli non sono poicosì ferrei, basta che le nor-me principali siano rispettate: “L’importante è non trovare500 coperti, come in un agritu-rismo cuneese, o la cena a basedi pesce di mare tra le Langhe.

O peggio ancora, trasformarela tenuta in stabilimento bal-neare”. I prodotti devono co-munque essere locali (sull’in-terpretazione del termine c’è comunque comprensione) enon acquistati – come capitato - al supermercato. Insomma,l’importante è che i ristorantinon si travestano da agrituri-smi. “Abbiamo una discretaelasticità mentale nel giudi-care stagionalità dei prodotti e situazioni eccezionali, ma cimettiamo una mano sulla co-scienza per capire le situazionidi dolo, colpa o distrazione”. Sulla pulizia e l’igiene, però,non si transige.

Associazioni agrico-le e la Provincia di Alessandria hanno pensato di promuo-vere le sagre davve-ro dedicate ai pro-dotti del territorio. Per loro è pronto un marchio di qualità che le contraddi-stingue dalle altre.

Quali? Quelle crea-te solo per attirare “clienti” e fare cassa al fi ne di fi nanziare le attività paesane. Per rientrare in que-sto speciale “albo” bisogna compilare il modulo sul sito e certifi care che i pro-dotti cucinati siano

a “kilometri zero”, con approvvigiona-mento in loco e tipi-ci della zona e della stagione.La pagina è ancora in costruzione, ma presto si avrà tutto il calendario a dispo-sizione dei buongu-stai consapevoli.

Le sagre tipiche da difendereSul sito www.turismo.al.it si possono conoscere tutte le manifestazioni che promuovono la “fi liera corta”

Vigilano i Nas

500 coperti, fritto misto di mare e piscine olimpioniche scoperti negli agriturismi dei “furbetti”.

Alessandria

Acqui

Casale

Novi

Ovada

Tortona

Valenza

TOT

20

26

45

32

22

36

3

184

Agriturismi in provincia di Alessandria

Dati della Provincia di Alessandria. Aggiornato al 23/06/2001

pver i

Naano

dI pochi falsi

danneggiano gli onesti

agricoltori

G.P.

Page 9: La Pulce nell'Orecchio - numero 15

9LUGLIO 2011 | n.15

ATTUALITA’www.lapulceonline.it

Disturbi alimentari: come riconoscerli, come curarli

che qui ci interessa - responsabile dell’AIDAP di Alessandria, l’Asso-ciazione Italiana Disturbi Compor-tamentali e del Peso che, nel suo studio in via Messina 23, gestisce lo sportello informativo dell’asso-ciazione e tenta di sensibilizzare so-prattutto i giovani nei confronti di queste patologie.

“Innanzi tutto occorre capire che i disturbi dell’alimentazione e del peso sono una vera e propria pato-logia – esordisce – che spesso non viene compresa neppure da familia-ri ed amici che, nella maggior parte dei casi, rimproverano il congiunto malato di anoressia o bulimia, per i suoi disturbi mentre nessuno, per esempio, si sognerebbe di rimprove-rare chi ha un diabete o un tumore. Eppure anche i disturbi dell’alimen-tazione sono una malattia, proprio come il diabete o il tumore, con l’ag-gravante che il malato non sempre ne è consapevole dal principio.”

Nessuno di noi, probabilmen-te, mangia proprio come ci suggerirebbe un dietologo. Vuol dire che siamo tutti ma-lati?

“Per capire cosa siano i disturbi dell’alimentazione e del peso oc-corre fare chiarezza: a differenza di quanto si crede, non sempre il peso è una componente fondamentale: a volte anche persone che hanno un peso normale possono essere

A tutti noi, in genere sulla soglia dell’estate, è sicuramente capitato prima o poi di guardarsi allo spec-chio immaginandosi in costume da bagno, e non per tutti la cosa è stata sempre un piacere: i chili di troppo denunciano spesso un’indulgenza ai piaceri della tavola, magari uni-ta alla sedentarietà, che favorisce la comparsa delle inequivocabili curve del sovrappeso, e non è certo chiamandole “maniglie dell’amore” che riusciamo ad esorcizzare l’idea che le nostre abitudini alimentari, e magari non solo quelle, andrebbero riviste.

Buoni propositi estivi che ciclica-mente molti di noi fanno, e che nel migliore dei casi portano qualche frutto immediato che ci consente di rientrare nel costume con un mini-mo di decoro ma, al primo accenno d’autunno, fi niscono nello stesso cassetto del costume salvo ripropor-si a distanza di un anno...Per qualcuno, tuttavia, la preoc-cupazione per il proprio peso e il proprio aspetto è questione centrale della vita di tutti i giorni, ed anzi per chi è predisposto rischia di diven-tare una vera e propria patologia, come ci spiega la dottoressa Sara Cappelletti, psicologa e psicotera-peuta cognitivo-comportamentale, segretario dell’Associazione Psi-coterapia Provincia di Alessandria (APPA) e soprattutto – per quel

“Non è facile prendere consapevolezza della malattia”

I modelli sbagliati forniti dai media possono far aumentare i problemi

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malate. Il sintomo principale della malattia, infatti, non è soltanto la perdita o l’acquisto di peso – che potrebbero essere legati ad altri fat-tori – ma è invece l’incidenza che il problema del peso e della forma fi sica acquista nella vita di una per-sona.Essere ossessionati dal peso o dalla forma fi sica in ogni momento della giornata, essere penalizzati nei no-stri rapporti sociali da una sorta di “incubo” del dover mangiare insie-me agli altri, nascondere e vivere nel privato, appartati, il momento del pasto, è l’indizio che qualcosa non va. Tutti noi siamo attenti alla no-stra alimentazione e alla forma fi si-ca, ma ben diverso è lasciare che queste preoccupazioni condi-zionino tutta la nostra vita.

Un disturbo alimentare è clinica-mente rilevante quando la preoc-cupazione per il peso e il cibo sono “preoccupazioni estreme”, incidono cioè pesantemente nella vita quoti-diana di una persona.”

Per chi ne è affetto è facile fare un’auto-diagnosi di questo

tipo di malattia?“Non è affatto facile prendere consapevolezza di questa ma-lattia, ma è il passo fondamen-tale da compiere per risolvere il problema. Può essere in questo cruciale il ruolo di familiari e amici, perchè è molto più faci-le, dall’esterno, accorgersi di quello che il malato non percepisce.In questi casi il primo passo da fare è chiedere aiuto e l’AIDAP su questo fronte è il primo presidio, anche perchè in Italia mancano le linee guida per la cura dei disturbi alimentari, tant’è vero che noi uti-lizziamo le linee guida accreditate

all’estero, negli Stati Uniti o in Inghilter-

ra, per l’appli-cazione di una terapia cogni-tivo-compor-tamentale che è l’unica te-

rapia con evi-denze scientifi -

che di effi cacia per risolvere il problema,

rendendo il malato consa-pevole, motivandolo e aiu-tandolo a cambiare radical-mente il proprio approccio al problema.”

Si può dire che sia un problema dei giovani, o dei paesi occidentali “ricchi”?

“Sembra un paradosso ma si può dire che è un problema dei paesi in cui esistono i mass-media. In assen-za di modelli estetici estremizzati, in termini di magrezza o di forma fi sica, che sono quelli proposti dai mass-media, la malattia non esiste. In questo panorama è ovvio che i più giovani siano i soggetti mag-

giormente a rischio, ma nessuna classe di età ne è esente”

Cosa scatena questi problemi?“L’effetto scatenante può essere molteplice. In chi è predisposto, perchè ormai è certo che esiste una predisposizione soggettiva data da vari fattori genetici ed ambientali, l’elemento scatenante può essere una dieta fai-da-te magari ripe-tuta nel tempo, o una dieta che si autoimpone chi non ne avrebbe bisogno essendo normopeso. Una recente indagine ha dimostrato che, per le studentesse che praticano diete inutili o scorrette, è otto vol-te più facile ammalarsi di disturbi dell’alimentazione e del peso rispet-to al campione.”

Le diete, insomma, possono essere pericolose?“Solo le diete inutili o scorrette. Non siamo contro le diete quando servono, sono sane, controllate e ben gestite da chi le pratica. “

E quando si può dire corretta-mente che una dieta serve dav-vero?“Quando un soggetto è in sovrap-peso. Talora le persone ritengono erroneamente di essere in sovrap-peso, perchè tendono a voler asso-migliare a un ideale non compa-tibile con la biologia degli esseri umani, che è poi quello dei mo-delli e delle modelle veicolato dai media.Eppure è chiaro a tutti che essere sottopeso e stare bene in salute non è possibile. E’ possibile invece essere magri e sani. Le diete, quan-do servono, vanno poi attentamen-te controllate da un medico”

Per chi volesse approfondire que-sta tematica , è possibile accede-re al sito dell’AIDAP, sul forum dell’associazione di cui lei stessa è moderatrice all’indirizzo www.po-sitivepress.net/aidap, oppure con-tattare direttamente la dottoressa Sara Cappelletti al numero telefo-nico 0131264669.

Sara Cappelletti

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LUGLIO 2011 | n.1510

ATTUALITA’

I l Ponte Meier e i suoi (tanti) fratelli

Entro il 2013 avremo il nuovo ponte sul Tanaro, sulle ceneri del Cittadel-la, secolare passaggio sul fi ume che nell’anno 2009 è stato abbattuto con una decisione risolutiva, quan-

Le costruzioni ad arco sono la moda del momento in fatto di architettura. Il Meier rischia di essere dimenticato e confuso tra strutture simili o più imponenti

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do impazzava ancora la discussione dei comitati e partiti a favore e con-tro il ponte. Il “Meier” – dal nome dell’architetto americano, vera e propria star interna-

“Sosta gratis ad agosto. Fa beneal commercio e agli automobilisti”

Da capogruppo ho condiviso, insieme a Vit-

toria Poggio e dai consiglieri comunali Pdl-

FI Walter Grassi, Gloria Grillo, Cristian

La Greca, Carmine Passalacqua, Pietro Tascheri e

Luca Taverna una mozione che impegna la Giunta

a deliberare per rendere gratuita la sosta nelle aree

delimitate dalle strisce blu nel mese di agosto.

Ci siamo fatti portatori del pensiero e delle esigenze

manifestate dalle Associazioni di Categoria del Set-

tore Commercio e da molti cittadini. Occorre, infat-

ti, sostenere coloro che, nel mese di agosto, restano

aperti per offrire un servizio a quella parte di popolazione che non abbandona la città per

le ferie estive. Riteniamo infatti che questa soluzione possa agevolare quanti intendono,

nonostante le temperature elevate, recarsi a fare acquisti rendendo più facile l’accesso

al centro, alle sue attività commerciali, ai ristoranti e ai bar fornendo un aiuto concreto

a quelli che, talvolta con sacrifi cio e spirito di servizio, restano aperti durante il mese di

agosto. La sosta gratuita, secondo i fi rmatari, favorirebbe, inoltre, la presenza in città

di non residenti e turisti. Questa è la prima di una serie di azioni che porteremo

avanti anche con l’analisi nelle apposite Commissioni consiliari così da poter tro-

vare adeguate soluzioni sulla base delle diverse esigenze rappresentate dai settori

commerciali ed economici coinvolti.Fabrizio Priano

Capogruppo PdL-FI in Consiglio Comunale

Mes

sagg

io p

ubb

licita

rio

L. P.

zionale – ha visto perfi no “colpi di scena” nell’assegnazione dell’appal-to (bocciate le prime due ditte clas-sifi cate, ricorsi al Tar, poi ritirati) e ridimensionamenti del progetto. Anche se il proverbiale disfattismo

dell’alessandrino medio vuo-le che il ponte non vedrà mai

la fi ne, il cronoprogramma prevede che se i Maya han-no torto (e la fi ne del mondo del 21 dicembre 2012 non ci sarà) Alessandria avrà un

nuovo ponte, fi ammante e in-vidiato da tutti.

Nuovo? Il progetto è del 2000, e segue le mode del momento in fat-to di ponti. Già, anche gli architetti vanno a periodi, seguono il trend e come veri e propri artisti della co-struzione seguono le correnti cul-turali più glam. L’arco centrale del Ponte Meier che controbilancia i pesi e regge le carreggiate senza bisogno di piloni centrali è una ge-

nialata per gli alessandrini che non hanno mai visto una roba del gene-re. Ma guardandoci intorno, sco-priamo che questa soluzione non è poi così unica e rara. Addirittura ci

sono ponti in autostrada che segui-ranno la falsariga del Meier (o vice-versa?) e altri fratelli minori in giro per l’Italia e L’Europa.

Gli archi non sono tutti uguali, ma sono tanto simili...

Siete mai stati a Glasgow? Sul fi ume Clyde dal 2006 c’è un parente stret-to del nascituro: lo “strabico”, per la forma del suo arco. Alcuni progetti, scartati, del Millennium Bridge sul Tamigi a Londra, poi, assomigliano proprio al nostro. A Melbourne un ponte pedonale già su, può essere defi nito il cugino australiano del Meier. Passiamo ai parenti italiani: a Reg-gio Emilia, sulla Milano-Bologna, tra Alta Velocità e strade secon-darie, svetta il ponte di Calatrava (altro archistar che di ponti – a Ve-nezia per esempio – se ne intende) con una vela centrale da far invidia ad uno stegosauro. E che dire del

L’idea è di 10 anni fa. Altri “parenti” nel

frattempo hanno preso

vita

Ponte... crollatoIl vento ha fatto crollare il manifesto che pubblicizza i lavori del ponte Meier: un presagio?

Ponte di Caltrava - Reggio Emilia

Clyde bridge -Glasgow

Rendering ponte ad arco su Milano-Meda

Il progetto del ponte Meier Richard Meier

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11LUGLIO 2011 | n.15

discusso ponte a Paderno Dugnano, sulla autostrada Milano-Serravalle? Ci sono molte affi nità con quello madrogno (a partire dalla proprietà dell’autostrada...). Anche lì ci sono polemiche ferocissime e paesi lette-ralmente spaccati per la costruzione che, infondo, poco c’azzecca.Ad Albenga un ponte in ferro tutto rosso (da qui il nome) può essere un lontano parente di quello futuro sul Tanaro. A Roma è stato aperto da poco il Ponte della Musica sul bion-do Tevere (Lungotevere Flaminio): beh, i tratti sono vagamente quelli là. Gli architetti e i puristi dello stile avranno di che lamentarsi su questi accostamenti. Tubi, campate, tiran-ti, cemento o ferro non sono la stes-

Dalla Scozia all’Australia, tutti i gemelli diversi del Ponte Meier, ancora da iniziare. L’archistar non ha forse brillato troppo in originalità?

Perfi no ad Albenga ne

hanno già uno. Cambiano le

dimensioni ma non l’idea di

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ATTUALITA’www.lapulceonline.it

Pedestrian Arch bridge - Melbourne “Ponte rosso” - Albenga

Ponte della musica - Roma Riverside bridge - Cambridge

sa cosa. Impossibi-le compararle. Non

si può generalizzare? I ponti romani, infon-

do, sono tutti uguali. Ma loro, almeno, conoscevano un

solo modo per costruirli.

Il Ponte Meier sarà sicuramente una novità ed il nuovo simbolo per la città di Alessandria, ma a ben guardare, l’arch. Richard non sarà contento di vedere che sul Tanaro non è ancora stato inaugurato e già lo hanno copiato.

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LUGLIO 2011 | n.1512

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Come gli eventi dell'ultimo mese www.lapulceonline.itIL BORSINO DELLA PULCE

Botte al parkingVita dura per gli addetti al traffi co. Dopo l’aggressione ad un’agente della Polizia Municipale anche un au-siliario del traffi co è stato picchiato mentre redigeva una multa in pieno centro. È stato spintonato e schiaf-feggiato. L’USB chiede che i “vigilini” girino sempre in coppia. - 5

La valle protestaSimbolico rally di protesta degli abitanti di Valle San Bartolomeo che hanno protestato contro la ce-mentifi cazione selvaggia del sobborgo e contro la mancanza di servizi pri-mari che sta trasforman-do Valle in un nucleo abitato-dormitorio. - 8

Auto in compagniaCar-pooling, ovvero la con-divisione dell’auto se si fa lo stesso tragitto. È on line il sito per la provincia di Ales-sandria. Lo scopo è quello di risparmiare sui costi dei trasporti privati e migliora-re la qualità dell’aria. E poi si trovano compagni con cui chiacchierare. http://AL-carpooling.it. +25

Primo candidatoClaudio Prigione è il primo candidato sindaco certo alle elezioni amministrati-ve del 2012. Lo propone La Destra, uscita dalla mag-gioranza di Palazzo Rosso. Nel centrosi-nistra, invece, per ora l’unico che parla di pri-marie è Cor-rado Parise, già respon-sabile citta-dino. Nessun altro si è fatto avanti.

Tilt in postaUffi ci postali in tilt anche ad Alessandria. Il black-out nazionale dovuto a proble-mi con i computer non ha risparmiato gli utenti ales-sandrini che hanno subito disagi e ritardi. L’Adicon-sum invita a rivolgersi ai loro sportelli per documen-tare i disguidi ed avere ri-sarcimenti. -30

Musica liveTanti concerti esti-vi. Da Giusy Fer-reri (gratis) ad Alessandr ia , al cartellone della Citta-della, con i Pooh, Van De Sfroos, Gua-lazzi... anche a Tortona c’è buona musica: Bollani, Noemi, Cremonini. E in giro per i paesi le vecchie glorie degli anni ‘60 fanno ballare alle sagre. +16

Restyling in stazioneIl Comune di Alessandria ha deciso di riqualifi care l’area di fronte alla stazione ferroviaria (ai lati della fon-tana Gardella) che da anni è in condizioni pessime. Il progetto di riqualifi cazione prevede il restyling dei due edifi ci antistanti alla stazio-ne, che ora ospitano un bar, un ristorante e un bazar. Sarà costruita una passerel-la pedonale. +9

L’Italia dei doloriLa dialettica politica è fi nita male. Il consigliere comu-nale Paolo Bellotti e quello provinciale Vincenzo De-marte (che è anche segreta-rio provinciale del partito), si sarebbero scontrati non solo verbalmente, in disac-

cor-do sulle politiche dell’Italia dei Valori. Il partito nazio-nale prenderà provvedi-menti. -17

Quattro si

R e fe r e n -d u m : quorum raggiun-to e va-langa di

“si” anche nel nostro ter-

ritorio per i quattro quesiti. Da più parti si parla di ritorno alla politi-ca partecipata, ma dopo l’entusiasmo per il risulta-to ottenuto, i movimenti e i comitato sono andati... in vacanza.

La Fiat parte da GaviLa Fiat crede molto nel suv Freemont, stile americano ma capace di aff asci-nare anche gli europei. E’ stato presentato  a Gavi, Villa Sparina, l’azienda vinicola di Massimo Moccagatta, grande produttore mondiale di vino. Il nuovo crossover

della casa torinese è la prima auto frutto

dell’integrazione con la statuni-tense Chrysler. Fiat punta di venderne 30 mila uni-tà all’anno, la maggior

parte in Italia. +22

L’export va suBoom di esportazioni per le aziende della provincia di Alessandria. Nei primi tre mesi dell’anno l’export alessandrino è stato pari a € 1.204.728.037, a fronte di vendite all’estero per € 832.316.675 registrate nel periodo gennaio – mar-zo 2010. La crescita delle esportazioni provinciali ha interessato un po’ tutti i princi- p a l i

comparti ma è stata par-ticolarmente marcata per metalli e prodotti in me-tallo (+66,7%), macchi-nari ed apparecchi n.a.c. (+27,7). +31

Venduti?Alessandria-Ravenna è tra le presunte partite truccate fi nita nell’inchiesta nazio-nale del Calcioscommesse. Giorgio Veltroni (ormai ex

patron dei Grigi) avrebbe contattato il dirigente ra-vennate sotto inchiesta off rendo 50 mila euro, cifra giudicata irrisoria. -20

Politico indagatoAltro indagato nel Comune di Alessandria. È il dirigen-te Nicola Sirchia, anche assessore di Casale. L’ipo-tesi di reato è associazione a delinquere insieme agli altri dirigenti della società vercellese Terre d’Acqua. Sirchia si dichiara estraneo ai fatti. -10

Alessandria valeva01/06/2011

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hanno variato il valore della cittàwww.lapulceonline.it IL BORSINO DELLA PULCE

Cent’anni di impreseTredici aziende della provincia di Alessandria sono ultra-ce n te n a r i e . Sono nel r e g i s t r o “ i m p r e s e storiche” di Unioncamere. Ci sono i nomi storici di Borsa-lino e Paglieri, ma non solo: Mino, Su-gherifi cio Balza, Argenti Cesa, distillerie Mazzetti, Panelli e altri. +10

Baby rapinatoreUn ragazzo marocchino di 15 anni, N.E., con preceden-ti penali, armato di pistola giocattolo è riuscito a ra-pinare una tabaccheria di via Bensi, ma la fuga è durata poco: la polizia

l o ha ricono-sciuto e rintracciato poche ore dopo a passeggio per le vie del rione Cristo. -15

‘NdranghetaTerremonto in con-siglio comunale. I

carabinieri hanno arrestato Beppe Cari-

di con l’accusa di essere affi liato ad una cosca della ‘ndrangheta. Con lui altri sei personaggi calabresi. Il sindaco Fabbio ha però precisato che non ci sareb-bero infi ltrazioni mafi ose nei palazzi: Caridi non ave-va ruoli importanti decisio-nali. -100

Salvati i grigiIn extremis, con una mano-vra congiunta imprendito-ri-istituzioni, l’Alessandria Calcio è riuscita fi nalmen-te ad iscriversi al prossimo campionato di Prima

Divisione e incomincerà a pagare i debiti pregressi, in primis gli stipendi. Per ora la società è retta da un pool di avvocati, in attesa che si formalizzi l’ingresso di alcuni imprenditori loca-li. +30

A tutto sfrattollarme sfratti: Nella nostra provincia il numero di chi viene cacciato di casa per morosità o per scadenza del contratto è più del dop-pio rispetto la media nazio-nale. Nel 2010 sono giunte ai tribunali 638 richieste di sfratto (+14,13% rispetto al 2009) così suddivise: 605 richieste per morosità, 33 richieste per fi nita locazione e nes-suna richiesta per necessità del locatore.

-21

La maggioranza si sLegaMaggioranza in crisi? La Lega Nord ad Alessandria vota con l’opposizione per ridurre le tariff e dei par-cheggi, facendo infuriare il PdL, soprattutto per le dichiarazioni sibilline sulle valutazioni politiche futu-re. Intanto il Popolo della Libertà “rilancia” chiedendo

parcheggi gratis per tutto ago-

sto, come a Valenza.

Denuncia al ministroUn ex manager di Alessan-dria ha denunciato il Mini-stro Roberto Maroni dopo averlo sentito in tv inneg-giare la Padania e la seces-sione dal palco del comizio leghista di Pontida. “Villi-pendio alla Costituzione ed alto tradimento” sono le ac-cuse mosse al ministro.

Pendolari arrabbiatiLa prima class ac-tion di pendolari delle ferrovie è par-tita da Ovada dove

cinque passeggeri della Acqui-Ovada-

Genova si sono rivolti a

due legali dopo l’ennesima soppressione improvvisa e i numerosi disagi subiti. Chiederanno i danni a Tre-nitalia. -1

Serie A!E’ festa grande per lo sport locale. Il basket casalese è stato promosso ai massimi livelli, con la Junior Fastweb Casale che vince i play off e conquista la serie A di pal-lacanestro. +40

01/07/2011Alessandria vale

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Cesare Italo Rossini da Castellazzo Bormida, tifosissimo di calcio, espe-rienze nell’editoria locale e nella produzione di farine ce l’ha fatta. Ha coronato il suo sogno di diventare presidente dei Grigi, seppure ad in-terim, in attesa che arrivino questi imprenditori alessandrini. L’uomo giusto al momento giusto, ha fatto da “ponte” tra la vecchia e la nuova dirigenza.

Beppe Caridi ha messo la parola fi ne alla sua carriera politica. Arrestato per affi liazione alla ‘ndrangheta, no-nostante neghi tutto, dovrà difen-dersi da accuse pesantissime. Entra-to in coniglio comunale nel 2007, è stato presidente di una commissio-ne. Lo si ricorda per un gemellaggio Alessandria-Calabria e per aver ab-bracciato tutti i calabresi alla festa , il giorno prima dell’arresto.

Personaggi del mese: Cesare Rossini e Giuseppe Caridi,

protagonisti dei temi “caldi” di giugno. Il primo per aver “salvato” i

Grigi, l’altro per il suo arresto che ha fatto molto scalpore

Personaggi del mese: Cesare Rossini e Giuseppe Caridi,

protagonisti dei temi “caldi” di giugno. Il primo per aver “salvato” i

Grigi, l’altro per il suo arresto che ha fatto molto scalpore

I personaggi del mese

Page 14: La Pulce nell'Orecchio - numero 15

LUGLIO 2011 | n.1514

UFFICIO RECLAMI

“Aiuto, l’acqua del Rio mi sta facendo franare la casa”

“Aridatece la Monarchia: quando c’era il Re si stava meglio”

Un piccolo corso d’acqua a ca-rattere torrentizio attraversa il paese di Solero. Il Rio Salario della Molina, un nome quasi nobile col “pedigree”, che na-sconde, nella sua semplicità, una vera e propria minaccia per alcuni abitanti. Nel tratto in cui arriva nei pressi di via Chiozza il fiumiciattolo è imbri-gliato da una parte da un muro di contenimento in cemento,

“Carissimi italiani, è l’ora di sve-gliarsi perché siamo arrivati alla frutta”, Giuseppe Calabrò si de-fi nisce “cittadino indignato”. Ce l’ha un po’ con tutti, con la poli-tica in generale “destra e sinistra, bisogna mandarli tutti fuori. Nulla è cambiato, i tartassati sia-mo solo noi poveracci”. Lo sfogo poi si fa più personale: “Ho lavorato 37 anni, l’INPS mi riconosce una pensione di 1350

per segnalazioni: [email protected]

Suicidio inspiegabile a Castelnuovo Scrivia

A Gavi Marchionne presenta il suv italiano

Incidente auto-moto, muore il centauro

Lavorava da casa vendendo hashish

Contachilometri radioattivi, si indaga a Bistagno

Festa dei carabinieri: le foto della cerimonia

Ultras grigi inca****** neri

Sale la spesa per il concertone di fi ne anno

Grigi eliminati, passa la Salernitana

Mezza impresa per i grigi

Giuseppe Arena forte come un treno

Valle San Bartolomeo: un corteo per fermare l’edilizia selvaggia

Gli articoli più letti

I commenti più curiosi

Cosa manca in provincia? Arriva un tuo amicoad Alessandria. Dove lo porti?

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14%10%

1%

I sondaggi

Un treno diretto per Milano

Un parco divertimenti,in stile Gardaland

Altro

Sport ad alti livelli

Un ministero (o un ministro)

40%22%

16%15%

7%

In giro per le colline

In Corso Roma

All’outlet

Altro

Per musei

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ma dall’altra sponda può stri-sciare lentamente nella terra viva, infiltrarsi e “lavorare” per la sia inesorabile opera di ero-sione. Gli abitanti hanno paura. Nonostante le perizie, i sopral-luoghi e i solleciti comunali, la situazione continua a degene-rare. Il corso d’acqua sta erodendo il terreno “libero” da sponde artificiali, minacciando così il

giardino porticato di della fa-miglia Rava che da dieci anni (cioè da quando abita in quella casa) sta lottando per risolvere il problema. Nelle foto si vede che la struttura che prima pog-giava contro il muro della casa, ora è inclinata in modo preoc-cupante verso il rio. Il pavimen-to si sta crepando e la paura è che possa intaccare le fonda-menta dell’edificio principale.

Il Comune, attivatosi immedia-tamente e pronto ad aiutare le quattro famiglie in difficoltà, ha le mani legate. La burocra-zia ci ha messo lo zampino. In-fatti la cura dei corsi d’acqua, anche quelli più piccoli, è del MagisPo, l’ente interregionale che gestisce tutti gli affluenti diretti ed indiretti al grande fiume padano. Nei mesi scor-si sono stati effettuati alcuni

rilevamenti geologici, ma, no-nostante i solleciti, la situazio-ne non è variata. Anzi. Giorno dopo giorno peggiora. “sta fra-nando tutto, come in un terre-moto”, lamenta una residente. “Devo rinunciare a pezzi del mio orto e continuare a portar terra per pareggiare i livelli. Ma la mia più grande paura è che il rio vada ad intaccare le fon-damenta”.

euro, ma pago 700 euro di trat-tenute, mentre in famiglia siamo in tre. Mio fi glio, diplomato, non trova lavoro e alla terza settima-na del mese devo attingere ai risparmi di una vita”.Vorrebbe una casa popolare decente, e vorrebbe che tutti rispettassero le regole. La dispe-razione di un uomo che “tira a campare” sfocia inevitabilmen-te in considerazioni di carattere

razziale, sugli stereotipi degli immigrati “cattivi”che tolgono lavoro e le case popolari, anche se i problemi sono più profondi e da ricercare altrove. Il lettore azzarda: “Tutto va cam-biato, l’Italia torni agli Italiani e torni pure il Re, la Monarchia che possa tutelare il popolo. Ve lo dico io che da piccolo me lo ri-cordo, quanto rispetto portava-no i miei genitori per la Famiglia

Reale: per prima la correttezza e lealtà verso la Nazione!”. Pro-pongo di ritornare al voto con un Partito Monarchico (lui che cinque anni fa, alle amministra-tive si era candidato PdL, ndr), candidare il giovane principe Emanuele Filiberto, molto sim-patico e generoso, discendente di quella Casa Savoia che ha uni-to l’Italia proprio 150 anni fa”.

paolo

A “noi” è stato imposto il concerto di Giusy Ferreri pagata a peso d’oro dai contribuenti…“loro” (a Tortona) hanno Cesare Cremonini, Bollani e Noemi e in più non sono costati un euro!!!! Chi dobbiamo ringraziare??

In risposta a: Bollani, Noemi e Cremonini scendono nell’Arena

mirko

La strada è quella giusta… se perde potrá riciclarsi in politica…

In risposta a: Luca, professione: giocatore di poker

Lone Wolf

Fate delle battute, li catturate e li mandate in qualche parco. Magari qualcuno in Cittadella ad Alessandria

In risposta a: Coldiretti dichiara guerra ai caprioli

Page 15: La Pulce nell'Orecchio - numero 15

15LUGLIO 2011 | n.15

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Un posto esclusivo, raffi nato e divertente

Viale Massobrio 38dove festeggiare compleanni, lauree, matrimoni e tutte le cerimonie di fronte al Mc Donald

Cosa si potrebbe mai fare per ‘sti giovani, demoralizzati dalla disoc-cupazione e ipercritici nei confronti degli svaghi disponibili nella loro città? La generazione più sventu-rata degli ultimi ottant’anni (per quanto riguarda il lavoro) e più insoddisfatta dovrà pur sbattere la testa da qualche parte se vuol “so-pravvivere” alla gogna della Crisi-Creata-Dalle-Banche, all’emargi-nazione professionale, al declino dei sogni. Da una parte c’è quel la-voro che non arriva, dall’altra quel (troppo?) tempo libero che non si sa come impiegare. Come uscire da questo vortice di incertezza e fru-strazione?I numeri, per quanto riguarda la città di Alessandria, sono di fatto tutt’altro che incoraggianti: fanali-no di coda del Piemonte nella cre-scita industriale, 137 le attività che hanno chiuso i battenti per sempre nel 2010, con una disoccupazione tra i ragazzi dai 15 ai 24 anni tocca il 22%, la nostra città non sta di certo attraversando la sua Età dell’Oro; lo aveva detto anche l’ex Segreta-rio Nazionale della Cgil, Guglielmo

Casale e Alessandria unite dallo sport

Epifani, in occasione del convegno “La morsa della crisi, il buio dello Sviluppo” tenutosi a Palazzo del Monferrato lo scorso gennaio: “Per i giovani”, dichiarò il sindacalista, “ c’è crisi profonda, e sono attesi da un futuro drammatico”. Incorag-giante, vero?Che fare, quindi? Qualche risposta potrebbe averla l’Assessore alla Pia-nifi cazione Territoriale, Politiche Giovanili e dello Sport della Provin-cia di Alessandria, Raffaele Breglia, da tempo impegnato nell’inseri-mento dei giovani nel mondo del lavoro e nella loro formazione at-traverso diverse iniziative “in loco”. Anche Breglia ammette la gravità della situazione, sottolineando in-nanzi tutto quanto le precarie con-dizioni fi nanziarie di molte famiglie stiano infl uendo in maniera preoc-cupante sul futuro dei ragazzi: “Se un tempo i giovani aspiravano allo

Marco Baccari

rugby, il tutto anche alla presen-za, talvolta, degli atleti più in vista della città. Nonostante i “tagli” si va avanti: “Noi proseguiamo per la nostra strada. Svolgiamo indagini sui desideri e le aspirazioni dei ra-gazzi, sulle loro condizioni e sulla loro sensibilità, come è avvenuto col progetto “Nave della legalità”, viag-gio a Palermo per commemorare la morte dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Lavoro, forma-zione, educazione ma anche sport. “Un buon periodo, un anno stra-ordinario, il 2011, per la provincia sportiva (l’annata d’oro dei Grigi e la promozione della Fastweb Casale Basket): in questo periodo anche gli alessandrini dovrebbero festeggiare insieme ai casalesi e deporre tutte le rivalità storiche. La Fastweb, con la sua impresa, non ha portato alle luci della ribalta solo Casale Mon-ferrato, ma tutto l’Alessandrino”.

Non è facile gestire le politiche giovanili, soprattuttoin questo periododi crisi

studio con l’obiettivo di inserirsi poi in un contesto lavorativo a loro congeniale, oggi gli stessi giovani non hanno neppure la possibilità di accedere all’istruzione per motivi meramente economici”. Per risalire la china è dunque necessario che le istituzioni addette ai lavori presen-tino proposte e idee allettanti (e fun-zionali) per i giovani stessi. Come, ad esempio, la recente iniziativa a regia provinciale “Progetto Milleri-ghe”, il cui scopo è stato quello di valorizzare, supportare ed incenti-vare i giornali studenteschi di tutti gli istituti superiori della provincia. Un modo per dare prima di tutto voce ai giovani ed eventualmen-te “scovare” aspiranti giornalisti. “L’Assessorato alle Politiche Giova-nili ha il compito di proporre idee e stabilire i confi ni del percorso ”, af-ferma Breglia, “tutto il resto è nato dallo scambio paritario nel quadro

delle attività ed i diversi percorsi editoriali sono rimasti autonomi ed indipendenti. La Provincia è di fatto intervenuta con un contributo economico a sostegno della stampa delle copie dei giornalini scolastici e sono stati organizzati momenti di formazione concordati con le scuole stesse”. Aiutando quindi gli istituti nello sviluppo dei propri progetti editoriali interni si è trovato uno stimolo a cui magari gli studenti non avrebbero mai pensato. Ana-loga esperienza è invece quella del “Corso di Giornalismo Sportivo” presentato e sviluppato lo scorso gennaio sempre da Breglia, in cui 65 ragazzi dai 16 ai 30 anni hanno avuto (gratuitamente) la possibilità di imparare i trucchi del mestiere al fi anco di cronisti professionisti del settore attraverso lezioni ed incon-tri, e redigendo articoli, reportage, interviste e servizi. Calcio, basket,

Giornalini scolastici e indagini sui bisogni dei giovani: lavoro, formazione e sport

Page 16: La Pulce nell'Orecchio - numero 15

LUGLIO 2011 | n.1516

GIOVANI E WEB

Chiamateli “emergenti”, chia-mateli “apprendisti musicisti”, chiamateli “giovani gruppi”, chiamateli un po’ come volete; sono le nuove leve della musica alessandrina, quelle

b a n d composte da ragazzi di 16, 18, 20 anni e poco più che nascono sui banchi di scuola e che vedono nel loro line up studenti delle scuole superiori sulla via del diploma, adolescenti e ragazzi la cui ani-ma è stata letteralmente folgo-rata dal rock’n’roll. Del resto è quella l’età perfetta. E anche le nuove generazioni lo sanno: se si vuole creare, comporre, suo-nare, bisogna iniziare a farlo pri-ma di entrare defi nitivamente nel girone dantesco del mondo lavorativo. Come “La Pulce” faceva notare nel numero di giugno, quella che si potrebbe defi nire “sce-na musicale alessandrina” non accenna ad affi evolirsi, il per-petuarsi di nuove generazioni di “rockettari” e affi ni è un dato di fatto: la musica è nel DNA dei giovanissimi, è stata così in passato e a quanto pare la sarà sempre. Basta farsi un giro per le scuole medie-superiori di Alessandria, recarsi alle “Assem-blee Musicali” che ogni anno mettono in luce nuovi gruppi, nuovi talenti (quando è il caso), nuovi progetti che naturalmen-te puntano al massimo, forse all’olimpo dello show business, anche se probabilmente i diretti interessati non lo ammettereb-bero mai. Ecco quindi una s c u o l a

BAND ALESSANDRINE

Baby boyband cresconotra i banchi di scuola

Marco Baccari

Quattro gruppi “rivali” accomunati da una scuola: il “Volta”

Cronaca, politica, gossip, foto e video: www.lapulceonline.it

come l’”Istituto Tecnico Indu-striale Volta”, che vanta tra i propri studenti un numero tutt’altro che esiguo di musicisti impegnati in un progetto ben

defi nito ed avviato. Tant’è che sono almeno

quattro le ban-ds in cui

almeno u n

com-p o -

nen-te è

i s c r i t t o a l l ’ i s t i t u -

to: sono i “Red Sunset”, “The Bloody

Mary”, “Strikedown” e “Dum-pster”. Tutti gruppi di ispira-zione rock- ma, si badi, con le dovute peculiarità- che già da tempo hanno infranto gli stretti confi ni delle cover e che si sono consacrati alla composizione di brani originali. Soprattutto in lingua inglese. Già perché mica son stupidi: puoi essere man-drogno fi nché vuoi ma è pro-prio l’idioma anglofono, per ov-vie questioni storico-fonetiche, il collante perfetto per il rock. Stessimo parlando di cantau-

torato, o di folk, allora sarebbe un altro paio di maniche. Ma qui abbiamo a che fare con chitarre elettriche e compagnia bella, di fonti d’ispirazione come Muse, Nirvana, Foo Fighters, Strokes, Libertines, Arctic Monkeys...I “Red Sunset” sono un quintet-to post-grunge i cui membri- eccezion fatta per il cantante/compositore Leonardo Mantel-li, classe 1991 - sono nati tutti nel 1993. Il gruppo è stato fon-dato dopo diversi scioglimenti nel novembre 2010 e fi nora

sembra che tutto vada a gonfi e vele: par-

titi con un r e p e r -

torio

cover oggi Mantelli, Riccardo “Cios” Gilardenghi, Luca Perna, Simone Salerno e Alessandro Pigoni possono già celebrare la nascita del loro primo singolo originale, “True Lover”, farina del loro sacco che stanno cercando di riversare un po’ ovunque in zona: reduci dalla rassegna rock “The Italian Lesson” alla caser-ma Valfrè e del “Wualmi Party” della Valmilana, i “Red Sunset” si rifaranno vivi- ormai scrollatisi di dosso gli esami di maturità- alla Festa della Birra di Masio il prossimo 16 luglio e in seguito con diversi concerti nel mese di agosto. Del resto si sa, le esi-bizioni live sono fondamentali per farsi le ossa, migliorarsi e, non ultimo, far parlar di sé. Poi ci sono gli “Strikedown”, in-sieme da circa un anno ed at-tualmente occupati negli ultimi ritocchi del loro EP d’esordio, ancora senza titolo ma con i quattro brani già praticamen-te ultimati: “Summer Smile”, “I’m getting”, “Mindless Night” ed una quarta canzone ancora da defi nirsi, verranno dati alle stampe entro agosto. Il sound, dicono, dovrebbe aggirarsi in-torno a Green Day, Blink 182 e Muse. Anche qui si tratta di un quintetto, composto da Mattia Narcisi (voce), Niccolò Carret-ta (chitarra solista), Alex Bal-lacchio (basso), Andrea Dieli (batteria) e Marco Mantelli (chitarra ritmica), e anche qui si tratta di un’equipe clamo-rosamente attiva tra concerti, assemblee musicali giocate in casa- cioè al Volta- sagre e feste varie. Vedi l’agenda del gruppo, stracolma, presente passata e futura: lo scorso aprile con un live come supporto a Dj Farget-ta (!) al “Easter School Party” alla discoteca Luna Rossa e poi al Mephisto Rock Cafè di Lu Mon-ferrato, lo scorso giugno al My Space di San Michele, alla Val-frè in occasione della festa “The Italian Lesson” e alla Festa Poli-sportiva di Cabanette; a luglio (venerdì 15) alla Festa della Birra di Casalbagliano e poi- con un agosto ancora da defi nirsi- due date ad ottobre, al Cantone Pub di Alessandria e alle assemblee musicali dell’Istituto Volta che si terranno presso la discoteca QBA in Corso Brigata Ravenna. E le prove? Il quartier generale degli “Strikedown” è la sala di re-gistrazione “Rockstar” di via Ma-ria Bensi, quartiere Cristo, una specie di manna dal cielo alle-stita per giovani gruppi che non dispongono di garage in affi tto o mansarde da far saltare in aria presso la casa dei genitori. Quindi veniamo ai “Dumpster”, originari di Novi Ligure (o Novi Lugubre, come la chiamano

loro) -il cui can-t a n t e N i c o l ò Santanie l lo è l’unico “Volti-no”- che nascono nel “lontano” 2008 col nome di “New Noise”, ovve-ro quando i membri (Maurizio Montalto, Alessandro Gastaldo e l’appena fuoriuscito Alessan-dro Coniglio) avevano circa 15 anni. A giudicare dalla biografi a i “Dumpster” non hanno aff atto avuto vita facile: assenteismi, discussioni, line up che cambia, diffi coltà logistiche e chi più ne ha più ne metta...ma guai a gettare la spugna. Passione e affi atamento oltrepassano gli ostacoli ed ecco che la band riesce a risorgere più volte av-viando, infi ne, il progetto in maniera defi nitiva: punk/rock e grunge (con qualche aggiunta di progressive) diventano gli in-gredienti fondamentali del loro sound e di canzoni rintracciabili anche su www.my-space.com/grun-

g e -d u m p -sterinc come “Beating Hearts (IFIGHTPOVER-TY)”, “The Gray Life”, “Deluso Terminale”, “Don’t Tell Me”, “No Name” e “EMO-ngoloidi”, pesan-te, feroce invettiva nei confronti dei loro coetanei deprex appar-tenenti alle cosiddetta moda “Emo”. Infi ne, segnaliamo i “The Bloody Mary”. Quartetto composto da Stefano Modena (voce), Martino Maranzana (chitarra), Francesco Buzzi (batteria, tromba, voce) e Simone Nascimbene (basso) in circolazione da oltre tre anni che abbraccia un effi cacissimo ibri-do di garage, rock, brit-pop anni ‘90 e indie dei 2000. Per capirci: le infl uenze rimandano a gente del calibro di “The Who”, “T-Rex”, “The Strokes”, “White Stripes”e molti altri, e i risultati si vedono: i pezzi dei “Bloody Mary” sono lineari e diretti, duri e crudi nei loro grezzi dettagli. Brani come “Dreaming” o “You’re Gonna Say Yeah” potrebbero essere un’otti-

m a i n t r o d u -

zione al loro sound tra revival e modernità. Reduci da un giugno fi ttissimo di impegni on stage come gli appena trascorsi “Wal-my Party”, “eVolve in Musica”, “The Italian Lesson” e al pub “Il Cantone”, i “Mary” hanno anche fi ancheggiato sul palco molti gruppi veterani del panorama alessandrino, segno che pro-babilmente le carte in regola ci sono. Curiosità: i nostri dispon-gono anche di uno shop in Rete (www.thebloodymary.spre-adshirt.it) in cui vendono il pro-prio merchandising: magliette, felpe, borse e adesivi...per i fans.Insomma, si tratta di gruppi giovanissimi- come direbbero i

più vecchi “alle prime armi”- da p o c h i

a n n i sal-

pa-ti nel

c i r c u i t o musicale ales-

sandrino con ancora tanto da navigare, questo sì, ma con le idee chiare e in mol-ti casi con le vele ben spiega-te. Successo o non successo. Le tribolazioni per i trasporti, il denaro, le sale prove, i coetanei che apprezzano o criticano o non capiscono, quell’accordo sbagliato o quella rullata fuo-ri tempo sono bazzecole. Con l’esperienza, guai e sbavature si correggeranno da soli. E poi, dettaglio non da poco, anche quest’anno prima o poi la scuo-la fi nirà: il tempo verrà investito a buttare giù arrangiamenti per nuovi brani invece che in atroci ore di studio, la dinamica di un assolo sostituirà le cupe lezioni di algebra, si studierà il testo di questa o quella canzone invece della “Pace di Westfalia”, le gior-nate saranno libere e si potrà creare ancor di più, tutti insie-me e senza zaini pachidermici sulle spalle, qualcosa di nuovo.

Dumpster

Bloody Mary

RedSunset

Strikedown

Page 17: La Pulce nell'Orecchio - numero 15

17LUGLIO 2011 | n.15

Mister del mese: Manuel

Burbero e riservato all’apparenza come nella tradizione astigiana, sa regalare sorrisi e bei momenti

Il suo sogno è diventare stilista di abiti da sposa

Manuel Furin nasce ad Asti il 28 novembre e sin da bambi-no coltiva due grandi passio-ni che ancora oggi lo accom-pagnano: le moto ed il calcio.Studia e si diploma da geo-metra. Impegnato per gran parte dell’anno in una squa-dra dilettantistica che milita in promozione, dove ricopre il ruolo del portiere, attende la bella stagione e l’estate per divertirsi in moto ed in pista con gli amici.La passione per il calcio lo spinge a migliorare conti-nuamente il suo fi sico fi no ad intraprendere la strada

Luciana Tudose ha 18 anni e proviene da una cittadina romena sul confi ne con la Molda-via, vicino alla prima e più grande diga della Romania. Mamma commerciante, papà impiegato nel settore dell’edili-zia. Ha una sorella e un fratelli-no più piccolo. Ha frequentato un corso per fotomodella a Mi-lano e fa la ragazza immagine. Ama la musica e il disegno, ma il suo sogno nel cassetto è di-ventare stilista, in particolare per abiti da sposa (magari per la griffe Max Mara). Le pia-ce Alessandria, la città in cui vive e in cui frequenta il suo fi danzato italiano. Confessa di essere brava in cucina: lo avrà preso per la gola?

LucianaTudose

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Ama cucinare, disegnare e la musica. E’

fi danzata con un alessandrino

dell’immagine. Nel 2009 lo nota l’agenzia “Cool Made“ che lo porterà in importanti discoteche estere in Svizzera ed in Germania.Sincero e leale crede mol-to nell’amicizia e nei valori importanti della vita; all’ap-parenza puo sembrare un burbero, molto serio e riser-vato ma se una persona lo conosce e si pone lealmente si scioglie come il ghiaccio al sole regalando sorrisi e ri-spetto indiscusso.Fido scudiero della Cool Made Agency Milano, potete seguirlo tutti i week end nella discoteca Metropolis di Cara-glio e nel Tour di Destination.

Per info su serate e per cono-scerlo più da vicino, potete trovarlo su Facebook.

Page 18: La Pulce nell'Orecchio - numero 15

LUGLIO 2011 | n.1518

Dopo una carriera di oltre dieci anni a sfi lare sulle passerelle sui tacchi alti, ha deciso di dire basta. “Faccio a volte la madrina, quan-do mi chiamano”. Per la tortone-se Cristina Nucci, la lunga paren-tesi dei concorsi di bellezza si è chiusa, da poco, dopo aver colle-zionato primi posti, fasce e pre-mi a non fi nire, più del Milan di Arrigo Sacchi. Quasi dieci anni di concorsi d’ogni genere, dalla fe-sta di paese alle ribalte nazionali.

La Nucci non ne perdeva uno, spiegando la voglia instancabile di gareggiare con quell’innato carattere competitivo che fi no all’adolescenza l’aveva portata su ben altri concorsi e tutt’altro genere di gare: ippica, salto ad ostacoli. Quando era una ragaz-zina, Cristina era un’amazzone promettente, una delle migliori in Piemonte. Poi per vicissitudini famigliari ha dovuto rinunciare a malincuore al mondo dei caval-li, “rifugiandosi” nei contest di bellezza. Il primo, come al solito,

Una vita con la fascia,da miss

Dieci anni sulle passerelle per concorsi di bellezza: “Mi piace la competizione”

Cristina Nucci inizia per caso.E non smette più

vinto per caso; poi una escalation di appuntamenti sotto i rifl ettori. Miss Tortona, Miss Italia, Miss Padania, Miss Universo, La Più Bella d’Italia, Miss Muretto di Alassio, Un Volto per il Turi-smo... Con scientifi ca dedizione la bionda tortonese non perdeva un appuntamento, sbaraglian-do spesso concorrenti molto più giovani: “Non è semplice fare un concorso di bellezza, non ba-sta avere un bel corpo”, rivela, “ci vuole classe. Bisogna saper camminare, sapersi truccare ed

abbinare i colori”. E lei faceva tutto da sola. Il fi danzato del momento l’accompagnava alle serate e poi via, subito a casa. Niente vita mondana nella “Mi-lano da bere” che negli ultimi tempi si è trasformata nella città delle vallette. “Non frequentavo molto il jet-set, stavo sulle mie e non socializzavo tanto. In que-sto campo bisogna curare molto le pubbliche relazioni”. Vallo a raccontare alla “olgettine” che in fatto di public relation... “Ho partecipato a programmi tele-visivi, televendite, spot pubbli-citari e comparsate in qualche fi ction. Ho fatto la madrina al Giro d’Italia: tutto in modo pulito”, come dire, se sei brava ci puoi riuscire anche senza scorciatoie. Cri Nucci ha persino rinunciato a posare per un calendario stile “donne e motori”,

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GIOVANI E WEB

E’ la veterana delle Miss,

non si perdeva una tappa o

una passerella

A. M.

dove le “nude” non erano solo i bolidi senza carena. Invece oggi le modelline si spogliano di fronte al primo click, sicure di avere un successo più rapido senza veli.L’età alle signore non si chiede

mai, ma se ha calcato le passerelle per un decen-nio ed ha iniziato tardi

(dopo i 20 anni), il conto è (quasi) fat-to. Il nome di Cristina Nucci è indisso-lubilmente lega-to al “Volto per il

Turismo”, storico concorso di bellezza

a tappe di Paolo Paoli, scomparso a 72 anni, un

anno e mezzo fa. “E’ un piace-vole ricordo, Paolo era speciale, voleva bene a tutte e ci trattava come sue fi glie. Aveva uno stile volutamente casereccio per non creare quella competizione ma-lata come in altre occasioni: in una selezione di Miss Italia ave-vano tagliato spalline e lacci delle scarpe. Il Volto era unico, è nato ed è fi nito con Paolo”.Ma questa è un’altra storia, o meglio, un’altra vita. Ora si torna alla prima vera grande passione dei cavalli e ai concorsi ippici.

Web: la TV dei Leoncelli

DerTube, non è un canale del digitale terrestre, ma una WebTV molto interes-sante e ricca di contenuti sportivi. È il network www.derthona.it, il sito in-terner della squadra di calcio di Tortona che milita in serie D, insieme ad altre grandi del calcio provinciale, come Ac-qui e Novese. Nonostante una stagione non esaltante ed i problemi societari (si cercano nuovi partner per sostenere le spese) la squa-dra del patron Luigi Pelegalli (presiden-te onorario è José Altafi ni) e dell’ammi-nistratore Flavio Tonetto ha ideato una bella iniziativa multimediale per avvici-nare i tifosi ed informare i tortonesi su tutto ciò che riguarda i “leoncelli”. Il campionato è fi nito e va da sé che gli aggiornamenti non sono più puntuali, ma l’idea è interessante. DerTube è formato da cinque canali:

“3D Channel”, novità, in cui è possibile trovare fi lmati in 3D visibili con il pro-prio computer purché siano indossati gli appositi occhialini. “Match Channel” ospita la sintesi delle partite del Dertho-na, con fi lmati degli incontri ad altissi-ma defi nizione. “Tuttogoal Channel” è il “novantesimo minuto” tortonese, con tutte le reti segnate dai Leoni. “Channel

La squadra di calcio è on line con un network di canali tematici

Magazine” è invece il canale delle inter-viste e del dopo partita, oltre ai contri-buti del settore giovanile. C’è anche il canale dedicato ai tifosi, “Ul-tras Channel”, con servizi per i suppor-ters. Insomma, un servizio curato che, per ora, neppure certe squadre di categoria superiore se lo sognano.

Le miss con Paolo Paoli

www.derthona.it

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19LUGLIO 2011 | n.15

SESSO

Ogni angolo è buono per il sesso a pagamento

Insomma, esiste ancora la prostitu-ta vecchio stile che esercita scosciata sul marciapiede oppure ormai tutto è affi dato a Internet e ad annunci scaltri e afrodisiaci svolazzanti? Parto. Unico dettaglio: per rendere la faccenda più interessante e capi-re se davvero tutti sono i benvenuti non vado in macchina, ma in bici-cletta. Prima tappa, via Buozzi. Trovo su-bito una ragazza di colore, molto appariscente e dall’abbigliamento attillatissimo, appostata in un an-golo buio. Le chiedo le tariffe, e lei

mi delinea la situazione: rapporto sessuale com-pleto, anche in un prato lì nelle vicinanze: 30 euro; Sesso orale: 20 euro. Non ci sono limiti di tempo, sta a me. Provo a chiedere un po’ di sconto, ma niente da fare: il tariffario non è assolutamente trattabile. Mi dice di avere 18 anni e di provenire dalla Nigeria. Resterà all’angolo fi no alle 3, salvo imprevisti- ovvero qualche cliente ritardatario troppo infervo-rato per rinunciare e tornarsene a casa con la “coda” tra le gambe.Seconda tappa, via Piave, ormai noto crocevia della lussuria on the road. Trovo una ragazza di indubbia bellezza appena scesa da un’auto. Ciò che mi stupisce maggiormen-te è il suo portamento, il suo look: non sembra affatto una prostituta di strada e vista in un altro contesto potrebbe essere benissimo una delle milioni di ragazze che si vedono tut-ti i giorni in Corso Roma a passeggio con le amiche. Porta una microgon-na bianca, una canottierina stretta e strategica, una borsetta azzurra e scarpe col tacco. E’ molto cordiale, e giovane: ha vent’anni, viene dalla Romania e mi assicura che, visto che sarebbe complicato “consumare” sulla sella della mia bicicletta, si po-trebbe anche fare tutto lì in strada, in un angolo. Il menù consiste in 30 euro per un rapporto sessuale com-pleto con tanto di preliminari attivi e passivi per entrambi; altrimenti, 20 euro per una singola fellatio, fi no al gran fi nale, naturalmente. Provo di nuovo a negoziare, proponendo

Tour notturno tra le belle di notte agli angoli dei marciapiedi di Alessandria

di eliminare “l’antipasto”orale della prima offerta e vedere se il prezzo cala, ma anche in questo caso niente da fare: i prezzi non sono trattabili, sian belli o siano brutti, sian giovani o vecchi, sian simpatici o scorbuti-ci, ai clienti è riservato sempre lo stesso trattamento, senza eccezioni. Prendere o lasciare. Le chiedo poi se è possi-bile recarsi a casa mia, per essere più comodi, e lei risponde di sì, si può fare, ma il prezzo salirebbe a 50. E dovrei

fare tutto in 10 minuti! Impos-sibile, anche

perché quello sarebbe il tem-

po che impiegherei solo per arrivare nel mio

appartamento, che si trova a 5 o 6 isolati. Questo fatto dimostra soprattut-to che le ragazze sono disposte- o meglio, obbligate- a recarsi perfi no all’interno dell’abitazione dei clien-ti, qualora fosse loro richiesto. Non vengono presi in considerazione eventuali rischi o possibili violenze che potrebbero consumarsi in caso le ragazze, completamente sole, si trovassero in balia di qualche sog-getto poco raccomandabile. O se li si prendono in considerazione, questi rischi, chi gestisce la merci-fi cazione del corpo non se ne cura e impone alle “sue” ragazze di sod-disfare qualsiasi richiesta, anche di carattere logistico.Terza tappa, storica, nei pressi dello stadio “Moccagatta”, ma noto subi-to che davanti alla facciata princi-pale del “Grigiodromo” i vecchi fasti sono ormai andati: il meretricio fi -brillante che fi no agli anni’80-pri-mi’ 90 muoveva le folle non c’è più.Qualcuno ricorda la leggendaria “Mafalda”, che proprio sotto la Curva Sud esercitò ben oltre l’età pensionabile, improponibile e in-discussa veterana? Beh, non c’è più neanche lei.Perciò non mi resta che proseguire verso altri lidi, in direzione della traffi catissima via Giordano Bruno,

di cui i marciapiedi sono- da tem-pi immemori- teatro di frenetici intrallazzi: già dalla rotonda noto diverse auto in sosta ai bordi della carreggiata e all’interno delle aree di servizio; e soprattutto alcune sa-gome femminili aggirarsi nei punti strategici. Sterzo e con una volata

alla Bartali mi immet-to in un’area di servizio p i u t t o s t o m o v i m e n -tata, dove noto una ra-

gazza, sola: di colore, giovane ma non giovanissima, che veste- si fa per dire- con abiti chiari, le gam-

I prezzi: dai 30 ai

50 euro, all inclusive

be in bella vista, i seni soffocati in una scollatura studiata ad arte per monopolizzare tutta l’attenzione dell’interlocutore. Le chiedo subi-to se è possibile fornicare nel retro del distributore di benzina. E per quanti danari. Entrambe le risposte sono affermative: possiamo andare là dietro e farci “un giro” per i soliti, immutabili... 30 euro.Questa volta la signorina è di poche parole ed è diffi cile strapparle informazioni. Ma c’è una variante interessante rispetto agli incontri precedenti: riesco fi nalmente ad ottenere uno

Se sei a piedi o in bici non importa: puoi “consumare” dietro una siepe

sconto. 15 euro per una prova ora-le invece che 20. Serata di “magra” oppure differenti papponi, che con-sentono la contrattazione? In qualche modo, farneticando fra-si volutamente poco chiare, riesco a divincolarmi appena concluso l’af-fare e mi ri-immetto in strada, sulla via del ritorno. Alcune delle ragaz-ze che avevo visto appena arrivato non ci sono più e quando mi volto indietro noto che quella con cui avevo appena interloquito è già im-pegnata con una vecchia Mercedes sbucata dal nulla.

Marco Baccari

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Annunci hot: in casa costa di più

In tutto chiamo quattro numeri, corrispondenti a due ragazze cinesi, una thailandese e una giapponese che lavorano in coppia, e un’italiana. Chi lavora in casa adotta “regole” diff erenti da chi pratica in strada: innanzi tutto il prezzo sale, siamo - in tutti i casi presi in esame - sui 50 euro a prestazione. Una delle due cinesi mi off re a quel prez-zo una “compagnia” a tempo illimitato, con la sola restrizione di non concedere il lato B. Per il resto si può fare un po’ di tutto. Dice di avere 23 anni, risiede nei pressi della piscina comunale e per accedere al suo apparta-mento non devo fare altro che richiamarla una volta in zona. Poi passo- sempre per rimane-re in Oriente- alla coppia thai/nipponica che lavora in simul-tanea. Sì, in eff etti posso averle entrambe, ma il ménage à trois mi costerebbe 100 euro, cioè il doppio, ovvio. Qui tutto è con-

cesso, ma la fregatura sta nella tempi-stica giacché ho appena mezz’ora per soddisfare le mie voglie. Con tutte e due. Da notare è il fatto che tutte

queste conversazioni (oltre che a delineare un’apparente mag-gior libertà d’azione rispetto alle outdoor) si svolgono nell’essen-zialità più assoluta, con ragazze molto restie nel fornire informa-zioni. Ma non mi lamento: bene o male le mie domande trovano sempre risposta, seppur tele-grafi ca. Per questo, sperando in una conversazione più ricca, digito il numero di una conna-zionale. E qui la musica cambia. Il suo tono di voce è rilassato e naturale, e risponde senza esi-tazione a tutte le mie curiosi-tà. Ovviamente, dal momento che mi sto fi ngendo un cliente seriamente interessato ad un incontro, ci metto anche un po’ di fantasia, che non guasta mai: domando se i baci sono con-templati (sì), se posso “fare con calma” (sì), se posso portare con me un paio di vibratori (sì, an-che se ammette la sorpresa di

fronte a tale richiesta), se posso sapere qual è il suo aspetto (sì, è castana, alta 1,65, ha 25 anni ed è formosa il giusto), se il ser-vizio è completo- ma proprio completo (sì), se posso portare un’amica (no). Insomma, grazie alla sua disponibilità quello che doveva essere un incontro al buio si trasforma per lo meno in un incontro nella penom-bra. Così ci si può fare un’idea e valutare. Come ci si dovrebbe comportare invece nel caso ci si imbattesse in una ragazza che fi sicamente parlando non pia-ce? Si girano i tacchi e si lascia l’appartamento? Si fugge? Si fi nge un malore? Giada (così dice di chiamarsi) non può però comunicarmi le tariff e al telefono. Sarebbe meglio incontrarsi di persona e parlarne faccia a faccia. Le chiedo dunque se questo è un trucco per valutare il cliente, ovvero: prima ci vediamo, poi se sei brutto e non mi piaci ti rifi uto oppure il prezzo sale alle stelle; se sei almeno accettabile si adotta il tariff ario standard. Mi risponde che mi sbaglio, non è così, è semplicemente il suo personale modus operandi... ma ho la sensazione che stia mentendo. Ma se anche così fosse, come biasimarla?

Page 20: La Pulce nell'Orecchio - numero 15

LUGLIO 2011 | n.1520

Prendetevela pure... ma sul ridere!

Freddure alessandrine

Berlusconi: “i leader del-la sinistra si lavano poco”. Sarà il primo articolo del-la riforma costituzionale

Il Pd alessandrino ha presentato una mozione sui cattivi odori agli Orti. E’ risaputo infatti che in quel quartiere abitino un sacco di leader di si-nistra...

La giunta di Casale Mon-ferrato passa alla fase 2. Dopo il “rem” c’è sempre il sonno profondo

Alessandria: dopo l’ag-gressione subita da uno di loro, ora gli ausiliari del traffi co gireranno in due. Gli automobilisti multati, in tre

A fi ne anno, gli alunni di diverse scuole alessan-drine hanno imparato a fare gli agricoltori. Il loro futuro sarà il latifondo?

Dopo l’esperienza di Milano, il centrosinistra alessandrino ora vuole

dare una spallata a Pier-carlo Fabbio. Nel Pdl c’è già la fi la di volontari

Anche il Pd alessan-drino adotterà il colore arancione. Va su tutto ….

Ad Alessandria c’è il boom del trekking. Equi-talia ha pignorato tante automobili

Secondo una recente indagine ogni italiano evade 2000 euro all’an-no. Infatti quest’anno va di moda il “nero”

Una ragazza di Borgo San Martino è stata in-coronata “Miss Peugeot”. Quando invecchierà ri-schia la rottamazione

Ad Alessandria c’è l’al-larme per mafi a e usura. Tra poco “La squadra” sarà ambientata da noi

Ad Alessandria sono tanti gli immobili scono-sciuti al catasto. Orga-nizziamo una serata in

discoteca... così si cono-scono

Ad Alessandria si è te-nuto un convegno sulla sanità tra pubblico e pri-vato. Quante risate !!!

Tra un anno ad Alessan-dria una struttura di ferro e acciaio sostituirà i bar davanti alla stazione. Sa-gome di cartone sostitui-ranno invece i treni

Bankitalia: “vola lo sti-pendio nel pubblico im-piego”. Il problema è riu-scire a prenderlo

Veltroni ha presentato il suo nuovo libro: “L’inizio del buio”. Giorgio o Walter?

Renzo Bossi alla Micro-soft per frequentare un corso di informatica. Le Trote, si sa, sono abituate a navigare …

Salute e benessere: uscita la nuova guida sul-la eiaculazione precoce. Si legge in un attimo

IL MORSO DELLA PULCE

Fabu

VAFFANBAGNO

Avete mai pensato di scegliere il locale, il negozio o il bar in cui andare in base alla pulizia dei servizi?

Buono stato Medio stato Cattivo stato

Vaff anbagno è la rubrica che fa per voi: ogni mese verranno giudicate alcune toilette visitate (e fotografate) da La Pulce. Aspettiamo anche le vostre recensioni! Poche righe di descrizione, corredate da una o due foto, e alcuni giudizi. Facile come ...tirare l’acqua! [email protected]

LORD NELSONCorso Don Orione, Tortona - Giugno 2011 Se non sapessimo di essere sulla terraferma, ecco un tipico bagno da barca, che del mare riporta i colori e lo spirito. Il blu è ovunque, tranne - fortunatamente - che sulla tazza. Carta igienica: sìSapone lavamani: sìSalviette: sìAsciugamani: sìPulizia: buona Valore aggiunto? La maniglia stile marinaiNon va: i fi ori fi nti vicino allo specchio

ZOGRACorso Roma, Alessandria - Giugno 2011 Non è un brutto bagno, intendiamoci. Ma si allaga facilmente. Non mi ricordo di esserci entrato e non aver visto delle pozze d’acqua. E, ai tempi d’oro, pare abbiano trovato anche un preservativo.

Carta igienica: sìSapone lavamani: sìSalviette: sìAsciugamani: sìPulizia: “bagnata!

Valore aggiunto? Il design del lavandino, very coolNon va: troppo buio

MODA

Lenti (da sole) eccellenti

Tutto quello che avete sempre pensato dei personaggi alessandrini e non avete mai osato dire

Che il sole ab-bia dato alla testa ai poli-tici nostrani, ma non solo a loro? Nelle ultime uscite

pubbliche e uffi ciali non si sono più notati (e criti-cati) i vestiti. Nossignore. Perché lo sguardo (e cosa altrimenti?!) rimaneva letteralmente bloccato dai folkloristici occhiali da

sole. Siamo ri-masti ipnotizza-ti dalla coppia Fabbio -

R o s s a (eccheccoppia), entrambi con un tutt’altro che so-brio paio di occhia-li, modello Wayfa-rer Ray Ban. Fabbio sceglie il blu elettrico, forse per omaggiare il colore di partito? Dice-vamo blu con lente scura. Azzarda Rita con una mon-tatura total white e lenti a specchio. Degni entrambi

del migliore Elton John. Ma attenzione, attenzione, alla festa della Polizia non sono stati i soli a volersi coprire dai raggi: ed ecco il Vescovo, con una monta-tura alla Francis Llewellyn

“Ponch” Pon-cherello di

Chips, il te-lefi lm cul-

to degli a n n i

70/80. Compli-

ce la bella stagione, spe-

riamo di assistere ad altre sfi late di lenti eccel-lenti.

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Page 21: La Pulce nell'Orecchio - numero 15

21LUGLIO 2011 | n.15

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GIOCACON NOI!

C R U C I P U Z Z L E M A N D R O G N O

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ISRAL

MANTOVANA

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MAZZETTI

MONFERRATO

PAGLIERI

PLANA

SAGRE

UNESCO

VACIS

ZOPPI

Cercate le parole contenute nello schema (in orizzontale, verticale, da destra a sinistra e da sinistra a destra, dall’alto in basso, dal basso in alto ). Le lettere rimanenti formeranno la “chiave”.

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C R U C I V E R B A A L E S S A N D R I N OI L P E R C O R S O D E L L A P U L C E

Le defi nizioni in grassetto sono a “tema” sulla provincia di Alessandria

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ORIZZONTALI

1) Frazione di Silvano d’Orba, zona industriale, 6) Reggio Emilia per l’ACI, 8) Ormone... dopante, 9) I con-fi ni dell’Italia, 10) Liquore per il “Waikiki”, 11) Lo dice lo sposo, 12) Tecnologia obso-leta per cellulari, 13) Il nome della rockstar Stewart, 14) Città indiana, 15) Mammi-feri... che ridono, 16) Lo è lo Scrivia, 18) Il piatto di una sagra di Castelferro, 20) Ascoli Piceno, 21) Novara sulle targhe, 22) Antica cit-tà mesopotamica, 23) Corsi

d’acqua a carattere torren-tizio, 25) Propri di grandi imbarcazioni, 27) L’avv. proprietario dei Grigi ad interim, 28) Articolo per calciatore, 29) Organizzava la StrAlessandria, 30) Sono dispari nel volo, 31) Una “classe” energetica, 32) Dif-fi cile trovarlo in un pagliaio, 33) Risultato senza reti..

VERTICALI

1) Storica azienda di ar-genti di Alessandria, 2) E’ il partito di Gianni Vi-gnuolo (sigla), 3) Rovigo,

4) Lo strumento di Gianni Coscia, 5) Famiglia... in bre-ve, 6) Lo è l’Europista, 7) Lo scrittore de “La storia Infi ni-ta”, 10) La parte asciutta del letto del Tanaro, 12) Il nome del musicista Brecovic, 14) Si grida allo stadio, 15) Ma-nifestazione novese dei commercianti, 16) Sorta di fecola originaria del Sud America, 17) Esercito Italia-no, 18) Mister grigio, 19) Il Beppe del Movimento 5 Stelle, 22) Pianta secolare in piazzetta Monserrato, 24) Lo gridano per tirar su 26) Ancona.

trova ledifferenze

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La foto 2 ha 7 diff erenze rispetto alla foto 1. Trovale!

Partendo dalla prima parola, fi no all’ultima, inserire i termini riportati in fondo, seguendo un ordine logico o grammaticale.

ORI | ORTO | PO | SICOT | ORTI | VALENZA | ZUCCHINO | TORI

SANTA CROCE | MEDIOEVO | VINO |

MONFERRATO | CROCE | COLLINE | CROCIATE

BOSCO MARENGO

TIMORASSO

EXPO

QUATTORDIO

Le soluzioni del Cruciverba e del Crucipuzzle saranno pubblicate nel prossimo numero.Per Trova le diff erenze e Il Percorso della Pulce... Gira pagina!

CHIAVE (9): nome di battesimo dell’ex sindaco Calvo

Page 22: La Pulce nell'Orecchio - numero 15

LUGLIO 2011 | n.1522

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23LUGLIO 2011 | n.15

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02 - CICLI E MOTOCICLI

03 - ACCESSORI

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05 - MACCHINE AGRICOLE

IMMOBILIARI

10 - ALLOGGI VENDITA/AFFITTO

11 - CASE VENDITA/AFFITTO

12 - CASE VACANZA VENDITA/AFFITTO

13 - ATTIVITA’ COMMERCIALI

14 - RUSTICI E TERRENI

LAVORO

20 - LAVORO CERCASI

21 - LAVORO OFFRESI

22 - LEZIONI PRIVATE

MERCATINO

30 - ABBIGLIAMENTO

31 - TECNOLOGIA

32 - ANTIQUARIATO E COLLEZIONISMO

33 - ARREDAMENTO

34 - ANIMALI

35 - VARIE

Spett.le La Pulce nell’Orecchio

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LA PULCE NELL’ORECCHIO NON E’ RESPONSABILE DELLA QUALITA’, VERIDICITA’, PROVENIENZA E PUNTUALITA’ DELLE INSERZIONI E NEPPURE PER LE CONSEGUENZE DIRETTE E INDIRETTE CHE POSSONO DERIVARE DALLA NON CORRISPONDENZA DEI DATI RISPETTO ALLA REALTA’.

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I LETTORI SONO INVITATI AD ACCERTARSI DELLA PROVENIENZA DEL BENE CHE SI INTENDE ACQUISTARE ONDE EVITARE DI INCORRERE NEL REATO DI “INCAUTO ACQUISTO”.

SI PREGA DI SEGNALARE (CON LE MEDESIME MODALITA’ ) GLI ANNUNCI CHE NON HANNO PIU’ BISOGNO DI ESSERE PUBBLICATI.

PER INVIARE IL COUPON:per posta, in busta chiusa, a: La Pulce nell’Orecchio - Largo Bistolfi , 3 - 15121, AlessandriaVia fax al numero: 0131 481374; via e-mail a [email protected].

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