LA PROVOCAZIONE DI NIETZSCHE

MOLTI GENITORI, PIÙ CHE AMARE IL BAMBINO, SI

AMANO NEL BAMBINO (F. NIETZSCHE)

L’EPOCA DELL’ “INTROSPEZIONE GENITORIALE”

FORSE L’IDEA DI NIETZSCHE ERA TROPPO “ESTREMA”.

LA VERITÀ HA MOLTE FACCE. E’ TEMPO, TUTTAVIA CHE

AVANZIAMO UNA SERIA ANALISI DEL RUOLO GENITORIALE

NEI TERMINI DELL’INCIDENZA CHE ESSO PUÒ AVERE NELLO

SVILUPPO COMPLESSIVO DEL BAMBINO SUI VERSANTI

COGNITIVO, AFFETTIVO E SOCIALE.

PERCHÉ SIAMO QUI“È IMPERATIVO CHE DEBBA OBBEDIRE EPPURE SI VORREBBE CHE FOSSE

LIBERO (…) AD OGNI MODO LA SOLUZIONE DI TALI PROBLEMI NON PUO’

ESSERE UN COMPROMESSO; È NECESSARIA UNA RIFORMA REALE,

CAPACE DI TRACCIARE NUOVE VIE ALL’EDUCAZIONE (…)

IL PRIMO PASSO PER RISOLVERE INTEGRALMENTE IL PROBLEMA

DELL’EDUCAZIONE NON DEVE DUNQUE ESSERE FATTO VERSO IL

BAMBINO, MA VERSO L’ADULTO EDUCATORE: OCCORRE CHIARIRE LA SUA

COSCIENZA, SPOGLIARLO DI MOLTI PRECONCETTI (…)

A QUESTO PRIMO PASSO SERVE UN ALTRO, DI PREPARARE AL BAMBINO

UN AMBIENTE ADATTO DI VITA E PRIVO SI OSTACOLI” (M. MONTESSORI)

LE DUE STELLE MANCANTI

MARIA MONTESSORI AFFERMA: “NEL FIRMAMENTO MANCA

ANCORA LO SPLENDORE DI DUE STELLE: QUELLA DELLA

DONNA E QUELLA DEL BAMBINO”.

COSA È CAMBIATO DA UN SECOLO A QUESTA PARTE?

L’EMANCIPAZIONE DELLA DONNA È “IN CORSO D’OPERA”.

L’EMANCIPAZIONE DEL BAMBINO?

… SUSCITA IN NOI

AMORE, SIMPATIA, TENEREZZA, BONTÀ. IL BAMBINO È UNA

FIGURA CHE “SUSCITA IN NOI” MOLTEPLICI SENTIMENTI, PER

DEFINIZIONE POSITIVI. CI SIAMO MAI CHIESTI COSA NOI

SUSCITIAMO IN LUI? CI INTERESSA VERAMENTE SAPERLO?

LO AMIAMO, OVVIO. MA LO RISPETTIAMO? RISPETTIAMO I

SUOI RAGIONAMENTI O LO ASSECONDIAMO? GLI

“PRESCRIVIAMO” I COMPORTAMENTI DA TENERE O LI

DISCUTIAMO CON LUI?

L’ULTIMA VOLTA CHE …

… ABBIAMO CAMBIATO IDEA, PROGRAMMA OD OPINIONE

PER INFLUENZA DI UN MESSAGGIO CHE IL BAMBINO CI HA

TRASMESSO E NON A MERO SEGUITO DI UNA SUA ESIGENZA?

… DIVENTERÀ

CI RIFERIAMO CONTINUAMENTE AL BAMBINO IN TERMINI DI

“FUTURO”, DI CIÒ CHE SARÀ, DI CIÒ CHE DIVENTERÀ, DI

COME STA CRESCENDO E DI “QUANDO SARÀ GRANDE”.

PENSIAMO ABBASTANZA AL SUO PRESENTE? OPPURE CI

LIMITIAMO A “SEZIONARE” LA SUA VITA IN POCHE PARTI “A

COMPARTIMENTI STAGNI”?

ESEMPIO: SEI BAMBINO … ORA GIOCA, POI CRESCERAI E

STUDIERAI, POI DIVENTERAI GRANDE E LAVORERAI

NON SOLO GIOCOMARIA MONTESSORI DEFINISCE IL BAMBINO “OPERAIO DELLA VITA”,

ADDIRITTURA “IL PADRE DELL’UOMO. NEI PRIMI TRE ANNI DI VITA È IN

GRADO DI ASSIMILARE LO STESSO NUMERO DI NOZIONI CHE NOI

APPRENDEREMO NEI SUCCESSIVI 60 ANNI DI VITA. SENZA ALCUNA

FATICA E CON ENTUSIASMO PIENO.

VOGLIAMO DUNQUE RELEGARE UNA TALE GENIALITÀ IN UN ANGOLO

PIENO DI GIOCHI, MEGLIO SE CHIUSO A MÒ DI GABBIA, OASI DORATA

DOVE NON POSSA “ROMPERE NULLA” IN UN PERIODO COSÌ PROPIZIO?

M. MONTESSORI INTERPRETA UN TALE (COMUNE) ATTEGGIAMENTO

COME VERO E PROPRIO OLTRAGGIO ALLA VITA.

…HO DA FARE!

SPESSO IL TEMPO DEDICATO ALL’INTERAZIONE COSTRUTTIVA COL

BAMBINO SI LIMITA A POCHI MOMENTI.

QUANTE VOLTE ABBIAMO DETTO “NON HO TEMPO”, OPPURE

“HO BISOGNO DI RIPOSARE”? QUANTE VOLTE CI SIAMO CHIESTI

QUANTE E QUALI OCCASIONI DI CRESCITA IL BAMBINO STA

PERDENDO MENTRE CI RIPOSIAMO O CI DEDICHIAMO AD ALTRO?

DI NUOVO TORNA LA STESSA DOMANDA: QUALE CONCEZIONE

ABBIAMO DEL BAMBINO?

DA “PARI” DI POCO VALORE A BAMBOLOTTO INESTIMABILE…

LA STORIA CI RIPORTA NUMEROSE CONCEZIONI DEL BAMBINO, CHE

RIASSUMIAMO NELLE LORO DERIVE PIÙ SIGNIFICATIVE:

1. BAMBINO COME “ADULTO IMPERFETTO” E MANCHEVOLE, I

CUI MESSAGGI VANNO TRATTATI CON SUFFICIENZA O CHE VA

TRATTATO CON DUREZZA AFFINCHÉ ACQUISISCA QUANTO

PRIMA IL NOSTRO MODO DI ESSERE E RAGIONARE

2. BAMBINO-BAMBOLOTTO, VEZZEGGIATO ALL’INVEROSIMILE:

OGNI SUA ESIGENZA È UN ORDINE.

PAUSA DI RIFLESSIONE …

QUALI SONO LE ESIGENZE DEL BAMBINO, A

VOSTRO PARERE?

STILATE MENTALMENTE O PER ISCRITTO UNA

LISTA…

RISPONDETE…

QUALI SONO LE PRIME TRE COSE CHE VI SONO VENUTE IN

MENTE?

QUANTE DI QUESTE ESIGENZE COMPRENDONO BISOGNI

MATERIALI, RICREATIVI O ISTANZE MORALI E QUANTE

ALTRE COMPRENDONO BISOGNI DI CRESCITA PERSONALE,

AUTOSTIMA E AUTOPERFEZIONAMENTO?

EDUCAZIONE E SCIENZA

LE SCIENZE EDUCATIVE HANNO DA SECOLI CERCATO DI

STABILIRE IL PROFILO EDUCATIVO “IDEALE”.

MOLTI GRANDI AUTORI HANNO PARLATO DI MODALITÀ

EDUCATIVE: DEL BAMBINO, DELLE SUE PRIORITÀ E DELLE

METODOLOGIE ATTE A COSTRUIRE UN BAMBINO SANO,

SERENO E COMPETENTE.

A MOLTI STUDI “SUI” BAMBINI SI INTERVALLANO ALTRI STUDI

“COI” BAMBINI. VEDIAMONE I RISVOLTI PIÙ SIGNIFICATIVI…

SOSTIENE FREUD …

NELL’EDUCAZIONE DEI NOSTRI FIGLI IL NOSTRO SCOPO

PRINCIPALE È QUELLO DI ESSERE LASCIATI IN PACE E DI NON

DOVER COMBATTERE CON DIFFICOLTÀ.

IN POCHE PAROLE VOGLIAMO TIRAR SU UN BAMBINO

MODELLO E CI CURIAMO BEN POCO DI VEDERE SE QUESTO

GENERE DI SVILUPPO SIA ANCHE GIOVEVOLE AL FANCIULLO

(FREUD, S., OPERE, 1905-21. P.276)

LE RIPERCUSSIONI

UN ADULTO POCO ATTENTO NELLA LETTURA DELLE

ESIGENZE DEL BAMBINO PUÒ DIVENIRE “GENERATORE DI

TRAUMI”; SECONDO L’IDEA FREUDIANA LE COMPLESSE E

INTRICATE ESIGENZE PSICOLOGICHE DEL BAMBINO, GIÀ DI

PER SÉ POTENZIALMENTE “AUTOTRAUMATIZZANTI”,

RISCHIANO DI TRASFORMARSI IN SINTOMATOLOGIE ESTESE

QUALORA L’ADULTO SI PONGA IN CONFLITTO CON ESSE.

SOSTIENE BOWLBY….

LA TEORIA DEL GRANDE ANALISTA INGLESE RISENTE DI

ALCUNI FONDAMENTALI CONTRIBUTI SCIENTIFICI;

DALL’ETOLOGIA DI LORENZ ALL’EVOLUZIONISMO

DARWINIANO SINO ALLE SPERIMENTAZIONI DI HARLOW.

BOWLBY SVILUPPA LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO, UN

DISPOSITIVO CHE METTE L’ATTACCAMENTO E L’ISTINTO

MATERNO AL CENTRO DELLA VITA E DELL’EDUCAZIONE

PRIMARIA MA, AL CONTEMPO, NE SOTTOLINEA LE

POSSIBILI “CONTROINDICAZIONI”.

SOSTIENE MARIA MONTESSORI…MARIA MONTESSORI NE “IL BAMBINO IN FAMIGLIA”

DENUNCIA LA “PREPOTENZA” CON CUI L’ADULTO PONE LE

PROPRIE ESIGENZE SOPRA QUELLE DEL BAMBINO,

ENTRANDO IN PALESE CONFLITTO CON ESSE E

COSTRINGENDO L’INFANTE AD “ABBASSARE LA TESTA” E A

OPERARE UNA SERIE DI RINUNCE” RISPETTO ALLE PROPRIE

MOTIVAZIONI PROFONDE.

QUALI SONO LE IMPLICAZIONI DI TALE CONFLITTO?

UN CONFLITTO IMPARI

SECONDO M. MONTESSORI, IL BAMBINO PORTATORE DI UNA

SERIE DI ESIGENZE, SPESSO IN CONTRASTO CON LE NECESSITÀ

E LA VISIONE DEL MONDO ADULTO, PROVA DISPERATAMENTE

A FAR VALERE SÉ STESSO MA TROVA DI FRONTE A SÉ UN

MURO INSUPERABILE. IL RAPPORTO EDUCATIVO DIVIENE COSÌ

UNA VERA E PROPRIA “BATTAGLIA” NELLA QUALE IL

BAMBINO, PIÙ DEBOLE, SOCCOMBE SEMPRE ED È COSTRETTO

AD ASSUMERE SUO MALGRADO IL MODELLO ADULTO.

LE DEVIAZIONI

… IL BAMBINO, DEPRIVATO DEL MATERIALE E DELLE POSSIBILITÀ

CHE LA NATURA CHIEDEVA FOSSERO SODDISFATTE, ATTRAVERSO

IL SUO LIBERO OPERARE NELLA REALTÀ, PROTESTA E LO FA CON IL

COSIDDETTO “CAPRICCIO”. LA CHIUSURA AL MONDO, IL

DESIDERIO DI POSSESSO FINE A SÉ STESSO, LA GELOSIA E

L’INVIDIA, L’AGGRESSIVITÀ E LA MENZOGNA, LA PERDITA DI

INTERESSE E DI ATTENZIONE SAREBBERO CONSEGUENZE DI TALE

“MURO” CHE L’ADULTO ERIGE PIÙ O MENO

INCONSAPEVOLMENTE VERSO I SUOI DESIDERI.

IL PARADOSSO EDUCATIVO

MARIA MONTESSORI CHIEDE A GRAN VOCE: PERCHÉ DEDICHIAMO COSÌ

TANTO TEMPO ALLE CURE MATERIALI E COSÌ POCO A QUELLE DELLO SPIRITO?

NE CURIAMO OGNI ASPETTO DI ORDINE MATERIALE (CIBO, PULIZIA,

ELEGANZA ESTERIORE ETC) E DIMENTICHIAMO L’IMPORTANZA DI

ARRICCHIRNE LO SPIRITO.

MARIA MONTESSORI CI PROPONE L’IMMAGINE DEL LETTO PIENO DI FIOCCHI E

PERLINE DEL BAMBINO CHE, PUR NELL’OPULENZA, VIENE COSTRETTO IN UN

ANGUSTO SPAZIO E PER MOLTI ANNI VIENE RIGIDAMENTE COSTRETTO A

LETTO PRESTISSIMO TANTO DA “NON AVER MAI VISTO LE STELLE”

AIUTAMI A FARE DA SOLO

IL TEMA DELLA LIBERTÀ DI CRESCERE, ESPLORARE E COSTRUIRE

DA SÉ (CON IL SUPPORTO DELL’ADULTO) È CENTRALE PER M.

MONTESSORI. LA FAMOSA MASSIMA CHE LA PEDAGOGISTA

ESPRIME COME MESSAGGIO UNIVERSALE “PARAFRASANDOLA”

DALLA BOCCA DEL BAMBINO È “AIUTAMI A FARE DA SOLO”,

SINTESI SEMPLICE E ASSIEME COMPLESSA DELL’INTERA OPERA

PEDAGOGICA CHE DEVE (DOVREBBE) ESSERE SVOLTA

DALL’ADULTO.

“SI FA, NON SI FA”

OLTRE LA LIBERTÀ C’È ANCHE L’ISTANZA MORALE. IL GENITORE È

DEPUTATO A COSTRUIRE NEL BAMBINO LA COMPLESSA PRESA DI

COSCIENZA DI CIÒ CHE È IMPORTANTE EVITARE E CIÒ CHE È

OPPORTUNO NON FARE, AL FINE DI EVITARE PERICOLI ETC.

GLI INVITI, DUNQUE A FARE E GLI AMMONIMENTI, I “NO”.

ENTRAMBI SONO FONDAMENTALI PER LA CRESCITA E

DOVREBBERO ESSERE ATTENTAMENTE EQUILIBRATI.

PAUSA DI RIFLESSIONE …

PENSIAMOCI SU. NELL’EDUCAZIONE MORALE DEI NOSTRI

FIGLI, SOPPESIAMO ADEGUATAMENTE I SÌ E I NO?

CI LIMITIAMO AI NO? OPPURE AI SÌ?

PERCHÉ?

TROPPI “SÌ”PERCHÉ DICIAMO SEMPRE SÌ ALLE RICHIESTE DEL BAMBINO?

POSSIBILI RAGIONI:

PAURA CHE IL BAMBINO “CI VOGLIA MENO BENE” SE DICIAMO DI

NO

INTERPRETAZIONE DELL’AMORE GENITORIALE INTESA COME

“ACCONTENTARE SEMPRE IL BAMBINO”

DIFFICOLTÀ DI ATTRIBUZIONE DI PRECISI CRITERI DI IMPORTANZA

RISPETTO ALLE RICHIESTE DEL BAMBINO

STANCHEZZA E “DESIDERIO DI NON DISCUTERE”

TROPPI “NO”TENDENZIALMENTE CI LIMITIAMO AI “NO” E AI “NON SI FA”.

POSSIBILI RAGIONI:

ABBIAMO AVUTO UN’EDUCAZIONE SEVERA E A NOSTRA VOLTA LA

RIPRODUCIAMO

CONVINZIONE CHE “BISOGNA ESSERE DURI PER OTTENERE LA

DISCIPLINE

CONVINZIONE CHE BISOGNA FARSI VEDERE FORTI DAI BAMBINI PER

ESSERE ASSUNTI COME ESEMPIO

STANCHEZZA E MANCANZA DI PROPOSITIVITÀ

CI SONO ALTRE PRIORITÀ, COSE PIÙ IMPORTANTI DA FARE

L’UTILIZZO DEI “NO” E DEI “NON”

“STAI ATTENTO A NON FAR CADERE IL BICCHIERE!”… “NON

CORRERE”… “NON TI ARRAMPICARE SULLA SEDIA”…

VI È MAI CAPITATO DI IMPARTIRE ORDINI DI QUESTO TIPO A

VOSTRO FIGLIO CON SCARSI RISULTATI, RITROVANDOVI A

DIRE, O AD ARRABBIARVI, DICENDOGLI: “EPPURE TI AVEVO

DETTO DI NON FARLO!”

LA NOSTRA MENTE E I “NO”

QUESTO ACCADE PERCHÉ USIAMO UN COMANDO SBAGLIATO.

LA MENTE UMANA (E QUINDI ANCHE QUELLA DI VOSTRO

FIGLIO) È STRUTTURATA IN MODO TALE CHE, PER NEGARE

QUALCOSA, DEVE PRIMA SAPERE CHE COSA NEGA. DEVE QUINDI

PRIMA RICONOSCERLO E POI NEGARLO.

FACCIAMO UNA PROVA. CONCENTRATEVI E NON PENSATE AD

UN GROSSO ELEFANTE ROSA SEDUTO PROPRIO DAVANTI A VOI…

CHE COSA AVETE PENSATO? EPPURE VI AVEVO DETTO DI NON

PENSARCI!

… OPPURE IMMAGINATE DI ENTRARE IN UN RISTORANTE,

IL CAMERIERE VI PORGE UN MENU NEL QUALE SONO

ELENCATE SOLTANTO LE COSE CHE NON SI POSSONO

ORDINARE…

OGGI NON ABBIAMO ANTIPASTO MISTO, NON SERVIAMO

SPAGHETTI ALLA CARBONARA E NON CUCINIAMO CARNE

ALLA BRACE…

FORSE AL SOLO LEGGERLO VI VERREBBE VOGLIA DI

ASSAGGIARE PROPRIO QUELLO… CHE NON C’È.

UN “RANDOM” DI SÌ E DI NO

ALTRA TENDENZA SPESSO FREQUENTE NEI GENITORI: DIRE DI

“SI” E DI “NO” SENZA UNA PARTICOLARE COERENZA,

ESPRIMENDO NEL “QUI” ED “ORA” DEL PROPRIO STATO FISICO E

DELL’UMORE IL PROPRIO GIUDIZIO IN MANIERA PERENTORIA.

IL BAMBINO PERDE PUNTI DI RIFERIMENTO: NON È PIÙ L’

«ATTO» A ESSERE BUONO O CATTIVO MA LO STATO

DELL’UMORE DEL GENITORE. PUÒ ASPETTARSI DI TUTTO,

QUINDI PERCHÉ CONSOLIDARE UNA COERENZA MORALE?

UN’ALLEANZA EDUCATIVA

ALTERNATIVA: DISCUTERE CON IL BAMBINO CIÒ CHE È GIUSTO FARE E

CIÒ CHE NON LO È, PARLARNE E CONCORDARE.

NON SI TRATTA DELLE LUNGHE E PEDANTI “RAMANZINE”,

FREQUENTISSIME DOPO CHE IL BAMBINO HA COMMESSO LA

“MARACHELLA”, MA DI VERE E PROPRIE DISCUSSIONI CU CIÒ CHE SIA

OPPORTUNO FARE E NON FARE E PERCHÉ.

QUANTE VOLTE LO FACCIAMO PRIMA CHE SIANO AVVENUTI I “FATTI” DI

CUI DISCUTERE?

CAMBIAMENTO DI PROSPETTIVA: NON UNA DISCUSSIONE PER FAR

FRONTE AL PROBLEMA MA PER PREVENIRLO.

DENTRO LA DISCUSSIONE …

SPESSO TENDIAMO A DARE ORDINI UTILIZZANDO LE DOMANDE,

SPESSO ANCHE DOMANDE RETORICHE. “NON CREDI CHE SIA

L’ORA DI DARSI UNA CALMATA?”… IL BAMBINO NELLA SUA TESTA

RISPONDE “NO, IO MI DIVERTO” E CONTINUA A FARE

IMPERTERRITO QUELLO CHE STAVA FACENDO. SE USI LA FORMA

INTERROGATIVA DEVI ESSERE PRONTO AD ACCETTARE LA

RISPOSTA CHE TUO FIGLIO TI DARÀ, SENZA ARRABBIARTI SE NON

COINCIDE CON LE TUE ASPETTATIVE.

MEGLIO UNA “VERA SCELTA” CHE UNA FALSA DOMANDA

ANCHE IN QUESTO CASO MEGLIO DIRE COSA CI ASPETTIAMO DA

LUI OPPURE FORMULARE LA DOMANDA PROPONENDO DA

SUBITO LE OPZIONI POSSIBILI: “CHE COSA PREFERISCI FARE

PRIMA DI ANDARE A LETTO: TI LEGGO UNA FIABA OPPURE VUOI

GIOCARE ALTRI 10 MINUTI?”.

“PREFERISCI CONTINUARE CON QUESTO COMPORTAMENTO

SBAGLIATO E SUBIRNE LE CONSEGUENZE OPPURE SMETTERE E

PARLARNE?”

MEGLIO PROPORRE CHE SANZIONARE

PERCIÒ INVECE DI DIRE CHE COSA TUO FIGLIO “NON DEVE FARE” INIZIA

A SUGGERIRGLI CHE COSA FARE.

SE PER CASO ROMPE UN OGGETTO, CONTENERE L’IMPULSO NATURALE

DI “AMMONIRLO CON RABBIA”; EVITARE DI DIRE “NON FARLO PIÙ”

OPPURE “NON SEI CAPACE” O ALTRO.

E’ PIÙ PROFICUO PROPORRE SOLUZIONI AFFINCHÉ LA COSA NON

ACCADA DI NUOVO, RICORDANDO CHE SE NON USERÀ IMPEGNO E

ATTENZIONE, IN SEGUITO L’UTILIZZO DI QUELL’OGGETTO NON GLI SARÀ

PIÙ CONCESSO.

CRITICARE IL COMPORTAMENTO, NON LA PERSONA…

SE DEVI FARE UN RIMPROVERO O MUOVERE UNA CRITICA A TUO

FIGLIO, SCEGLI DI FARLA AL SUO COMPORTAMENTO E NON A LUI

COME PERSONA. C’È UN ENORME DIFFERENZA TRA DIRE

“QUESTO COMPORTAMENTO È STUPIDO” E DIRE “SEI PROPRIO

UNO STUPIDO”, OPPURE “STAI FACENDO I CAPRICCI” PIUTTOSTO

CHE “SEI CAPRICCIOSO”. MAI DIRE A UN BAMBINO “SEI CATTIVO”,

“SEI UN MACELLO” O COSE SIMILI! QUESTE FRASI HANNO UN

IMPATTO PERICOLOSO!

PAUSA DI RIFLESSIONE…

PER COMPRENDERE L’EFFETTIVO IMPATTO DI

ESCLAMAZIONI SIMILI, PROVIAMO A RIPENSARE EVENTI

SIMILI IN CUI SIAMO STATI OGGETTO DI AFFERMAZIONI

COME LE SEGUENTI “SEI CATTIVO”, “SEI UN DISASTRO”,

“NON SAI FARE NIENTE”, O COSÌ VIA. LA MAGGIOR PARTE

DELLE PERSONE RICORDA, A LIVELLO PIÙ O MENO

COSCIENTE, EPISODI SIMILI ACCADUTI MOLTISSIMI ANNI

PRIMA.

NON FUNZIONA MAI!

NEL PRIMO CASO LO EDUCHIAMO SU QUALE SIA UN

COMPORTAMENTO UTILE E QUALE NO, MENTRE NEL SECONDO

CASO RISCHIAMO DI MINARE LA SUA AUTOSTIMA.

ACCUSARE CON INSISTENZA UN BAMBINO DI ESSERE COCCIUTO,

PASTICCIONE O INFANTILE, OPPURE DERIDERLO PER I SUOI

ERRORI, NON LO AIUTA NÉ A CRESCERE NÉ TANTOMENO A

CORREGGERSI

UN BAMBINO, MOLTI BAMBINI

L’UNIFORMITÀ DEL BAMBINO (E, IN GENERE, DELL’ESSERE

UMANO), NON ESISTE.

DALLA “SCOPERTA” DELL’INCONSCIO IN POI, CENTO ANNI DI

PSICOANALISI HANNO RIFERITO ALL’UNISONO UN MESSAGGIO

BEN PRECISO: IL BAMBINO COME ENTITÀ “MONOLITICA” NON

ESISTE.

ESISTE IL BAMBINO “PERCORSO” DA UNA SERIE DI IMPULSI,

MOTIVAZIONI, SPINTE DIFFERENTI. PERDE DI SENSO IL

CONCETTO DI “BUONO”, DI “CATTIVO”.

L’ADULTO NON È UN ORCO INSENSIBILE!

PER EVITARE “IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA”, CREANDO

UN ADULTO CHE SI AUTOCOLPEVOLIZZA ED È PARALIZZATO

DALLA PAURA DI SBAGLIARE, TENTIAMO DI SPIEGARE IL

PERCHÉ DI ALCUNI “SCONTRI” EDUCATIVI TRA ADULTO E

BAMBINO.

LO FACCIAMO ALLA LUCE DI UNA IMPORTANTE TEORIA

PSICOLOGICA, QUELLA DELL’”ECONOMIA MENTALE”.

COMPLESSITÀ VS ECONOMIA

SE MARIA MONTESSORI AVESSE POTUTO ASSISTERE AGLI

SPETTACOLARI SVILUPPI NEL CAMPO DELLE NEUROSCIENZE

DELL’ULTIMO SECOLO, AVREBBE FORSE ANCH’ESSA

RIMODULATO LA LETTURA DELLE CONFLITTUALITÀ TRA

BISOGNI INFANTILI ED ADULTI ALLA LUCE DELLA

CONFIGURAZIONE NEUROPSICOLOGICA ESTREMAMENTE

SPECIFICA CHE CONNOTA MENTE INFANTILE ED ADULTA.

ISOLIAMO DUE CONCETTI FONDAMENTALI, QUELLO DI

COMPLESSITÀ E DI ECONOMIA.

LA COMPLESSITÀ DEL BAMBINO

IL BAMBINO È PORTATORE DI MOLTEPLICI TENDENZE,

DISPOSIZIONI, BISOGNI, APERTURE E QUESTIONI. EGLI,

ANCORA POCO CAPACE DI ORGANIZZARE QUESTO ENORME

SLANCIO VITALE (L’HORMÉ MONTESSORIANA) NECESSITA,

DA PARTE DELL’ADULTO, DI UNA GUIDA E UN SOSTEGNO.

L’ADULTO È CONSAPEVOLE DI QUESTO, MA COME SI PONE

DI FRONTE A QUESTO?

COMPLESSITÀ

E’ IMPORTANTE CAPIRE CHE COSA SIGNIFICHI A LIVELLO

NEUROSCIENTIFICO LA PAROLA “COMPLESSITÀ”. LA

TRADUCIAMO GROSSOLANAMENTE COME PLASTICITÀ

NEURALE. ALL’INIZIO DELLA VITA LA CELLULA DEL

CERVELLO, IL NEURONE, POSSIEDE LEGAMI ANCORA

ASPECIFICI, TUTTI DA COSTRUIRE, CON LE ALTRE CELLULE E

QUESTO SI TRADUCE, NELLA PRATICA, NELLA POSSIBILITÀ DI

COSTRUIRE QUALSIASI DISPOSIZIONE O ABILITÀ.

ARGILLA DA MODELLARE

POTREMMO PARAGONARE LA SUA MENTE A UN BLOCCO DI

ARGILLA DA MODELLARE. ESSA SI STRUTTURA SULLA BASE

DELLE STIMOLAZIONI CHE RICEVE E, SOPRATTUTTO, A

CAUSA DELLA FORTE TENDENZA ALLA SENSORIALITÀ E

ALL’ESPLORAZIONE, SI ARRICCHISCE DELLE PICCOLE

ESPERIENZE PRATICHE DI OGNI GIORNO, CHE DIVENGONO

LE COLONNE SULLE QUALI COSTRUIRE NUOVI, ULTERIORI

ESPERIENZE, DISPOSIZIONI, MOTIVAZIONI.

L’ECONOMIA MENTALE…

A QUESTO PUNTO LA DOMANDA D’OBBLIGO È QUESTA:

“CHE COSA FACCIAMO NOI ADULTI CON QUEST’ARGILLA”?

LA PRIMA QUESTIONE È LA SEGUENTE: SIAMO NOI IN

GRADO (E, SE SÌ, FINO A CHE PUNTO) DI RICONOSCERE E

LEGITTIMARE TALE COMPLESSITÀ? LA RISPOSTA È DIFFICILE,

TUTTAVIA CONTINUIAMO A RISPONDERE PER BOCCA DELLA

NEUROPSICOLOGIA. DI FRONTE AL BAMBINO, “ENERGIA

POTENZIALE ALLO STATO PURO”, ECCO L’ADULTO.

ENERGIE POTENZIALE VS ENERGIA DI CONSERVAZIONE

IL CERVELLO DELL’ADULTO, A DIFFERENZA DEL BAMBINO, È UN

ORGANO ALTAMENTE SPECIALIZZATO, CHE HA GIÀ SALDATO E

MODELLATO LE PROPRIE SINAPSI ED È MOLTO MENO PROPENSO, PER

OVVIE RAGIONI EVOLUTIVE, AL CAMBIAMENTO. LE STRUTTURE

PSICOLOGICHE CON LO SCORRERE DEGLI ANNI SI IRRIGIDISCONO E DI

CONSEGUENZA, LA LETTURA DELLA REALTÀ È MENO FLESSIBILE.

PREVALE LA COMPARTIMENTAZIONE E L’ORGANIZZAZIONE SULLA

CURIOSITÀ E LA SPERIMENTAZIONE. LA MENTE SI “SETTORIALIZZA”.

LA TEORIA DELL’ECONOMIA MENTALE

QUESTA EVOLUZIONE DEL CERVELLO ADULTO CI PERMETTE

DI CAPIRE MEGLIO LA TEORIA DELL’ «ECONOMIA

MENTALE». DI FRONTE AI MOLTEPLICI STIMOLI DELLA

REALTÀ, LA MENTE È COSTRETTA A PORRE UN FILTRO, PER

NON SOVRACCARICARSI DI MATERIALE. COSÌ LE

INFORMAZIONI PERTINENTI CON QUELLE IN MEMORIA

VENGONO TRATTENUTE, MENTRE LE ALTRE VENGONO

ELIMINATE.

LE CONSEGUENZE

L’ADULTO TENDE DUNQUE PER RAGIONI NEUROLOGICHE E

NEUROPSICOLOGICHE A “SPECIALIZZARSI” IN ALCUNI SETTORI

ELIMINANDONE ALTRI. IL SUO FOCUS ATTENTIVO SI RIVOLGE AD

ALCUNI ASPETTI DELLA REALTÀ, MENTRE TUTTO IL RESTO VIENE

MESSO DA PARTE”. DAL PUNTO DI VISTA EVOLUZIONISTICO

TUTTO QUESTO È COMPRENSIBILE IN QUANTO SPECIALIZZARSI

EQUIVALE A SOPRAVVIVERE.

MA QUALI SONO LE RIPERCUSSIONI DAL PUNTO DI VISTA

PEDAGOGICO?

L’ELEFANTE NELLA CRISTALLERIA

DA UNA PARTE, IL BAMBINO: APERTO, CURIOSO, SPERIMENTATORE,

CHE GUARDA A TUTTO CAMPO, CHE “PRENDE TUTTO”, CHE INVESTE E

HA IL CORAGGIO DI “DILAPIDARE”. DALL’ALTRA PARTE L’ADULTO,

RIGIDO, SPECIALIZZATO, CHE GUARDA DI FRONTE A SÉ, CHE “PRENDE

QUELLO CHE GLI SERVE”, CHE DEVE “ECONOMIZZARE”. LO SCONTRO È

INEVITABILE; MARIA MONTESSORI DESCRIVE RIPETUTAMENTE LE

DIFFICOLTÀ DELL’ADULTO NELL’ «ACCOGLIERE LE NECESSITÀ DEL

BAMBINO». IL GENITORE CADE SPESSO NELLA “TRAPPOLA” DI

IDENTIFICARE LE ESIGENZE DEL BAMBINO CON LE PROPRIE.

BUSSOLE O MAPPE

LA MENTE INFANTILE È UN MONDO MOLTIFORME, COMPLESSO,

VARIEGATO. IN ESSO PRENDONO VITA, IN FORMA EMBRIONALE,

MOLTEPLICI TENDENZA, MOTIVAZIONI, ESIGENZE, CURIOSITÀ, CHE EGLI

SPERIMENTA IN MOLTO MODI, SPESSO IN MANIERA CONFUSA,

DISORDINATA E DISORGANIZZATA.

CI CHIEDIAMO DI NUOVO: COME DOBBIAMO PORCI DI FRONTE A LUI?

SPIANARGLI LA REALTÀ MOSTRANDOGLI CHE LE SOLUZIONI MIGLIORI

SONO LE NOSTRE SOLUZIONI? OPPURE PROPORRE DIVERSE VIE,

DIVERSE STRADE DA SEGUIRE AFFIANCANDOLO DURANTE LA RICERCA?

DOBBIAMO ESSERE “MAPPA” DEL BAMBINO O “BUSSOLA”?

UN NUOVO PERICOLO PER L’AUTONOMIA

IL BAMBINO È PER DEFINIZIONE “AL CENTRO DELL’ATTENZIONE”.

QUESTO CONTRIBUISCE A FARCI SENTIRE “ONNIPOTENTI” E A

FAR NASCERE IN NOI PENSIERI DEL TIPO: “FACCIO TANTO PER

TE, FARAI TANTO PER ME”, OPPURE “SO IO COSA È MEGLIO PER

TE” O ANCORA, IN MANIERA PIÙ SUBDOLA E MENO COSCIENTE,

PROIETTIAMO IN LUI SIGNIFICATI O IDEALI CHE SONO

SOPRATTUTTO NOSTRI E DI CUI SPESSO NON ABBIAMO PIENA

CONSAPEVOLEZZA.

IL BAMBINO CHE VOLEVA FARE IL MARINAIO

A VOLTE LO SCONTRO TRA BAMBINO E ADULTO ALTRO NON

È CHE LA NUOVA “MESSA IN SCENA” DI UN ATTO GIÀ

CONSUMATOSI MOLTO TEMPO PRIMA, QUELLO TRA IL

BAMBINO (CHE ORA È L’ADULTO) E IL SUO GENITORE.

QUESTA FAMOSA VICENDA NARRATA DURANTE UN

COLLOQUIO PSICOANALITICO NE È CHIARO ESEMPIO.

OSTAGGI DELL’ “IDEALE”

M. MONTESSORI SI FA INTERPRETE IN CAMPO PEDAGOGICO DI UNA

IMPORTANTE TEMATICA CHE SAREBBE STATA NEGLI ANNI

APPROFONDITA DALLA PSICOANALISI. SI TRATTA DELLA REALTÀ CHE

VIENE PRESENTATA AL BAMBINO, SOTTO VARIE FORME. UNA REALTÀ

IDEALE, DA SOGNO, CHE ESPRIME ASSIEME L’IDEALE GENITORIALE E IL

COMPLESSO DEI SUOI DESIDERI E BISOGNI, UNA REALTÀ POSTICCIA E

FAVOLISTICA IN CUI TUTTO È PERFETTO E CHE VIENE UTILIZZATA PER

INTRATTENERE IL BAMBINO. UN GENITORE CHE CERCA A TUTTI I COSTI

DI APPARIRE PERFETTO DI FRONTE A UN BAMBINO CHE, PER SUA

NATURA, È COMUNQUE PRONTO A IDEALIZZARLO.

QUALI IMPLICAZIONI?

LE IMPLICAZIONI DI UN TALE ATTEGGIAMENTO RIPETUTO,

CHE OFFRE AL BAMBINO LA VISIONE DI UN MONDO

PERFETTO DA RINCORRERE E DA IMITARE, PUÒ AVERE LA

SPIACEVOLE CONSEGUENZA DI PALESARE UN PROFONDO

SENSO DI INADEGUATEZZA RIFERITO ALLE SUA QUALITÀ,

UMANE, MORALI, PSICHICHE, (PERSINO CORPOREE!).

UN MONDO “DA FAVOLA”

IN PIÙ, LA VISIONE RIPETUTA DI UN MONDO “DA FAVOLA” IN

UN’EPOCA IN CUI IL BAMBINO FA ANCORA DIFFICOLTÀ A SCINDERE

REALTÀ E FANTASIA, PUÒ FAR EMERGERE NEL CORSO DEGLI ANNI

UNA INSODDISFAZIONE CRESCENTE. IL BAMBINO INIZIA A

PARAGONARE LA REALTÀ “COM’È” E COME “DOVREBBE ESSERE” E

RINCORRE IDEALI DELL’IO E DELLA STESSA REALTÀ SENZA MAI

RAGGIUNGERLI, COL RISCHIO DI UNA PERENNE INSODDISFAZIONE

E DI UN COSTANTE STATUS DI “OSTAGGIO DEI PROPRI DESIDERI”

LA “RICETTA” DI MARIA MONTESSORI

LA MONTESSORI, BEN COSCIENTE DI QUESTO TIPO DI

PROBLEMA, ANTICIPANDO LE INTUIZIONI PSICOANALITICHE

RICHIAMA A UNA DOPPIA NECESSITÀ: QUELLA DI EVITARE

LE “FAVOLE INVEROSIMILI” NELLA PRIMISSIMA FASE DELLA

VITA E DI ESALTARE LA REALTÀ, LA NATURA NEI SUOI

MERAVIGLIOSI ASPETTI E NELLE SUE INFINITE

MANIFESTAZIONI DI BELLEZZA.

NASCONO COSÌ LE FAVOLE COSMICHE.

BASTA “ADULTI PERFETTI”

LA PROPOSTA DI MARIA MONTESSORI INVESTE ANCHE L’ADULTO, TROPPO

SPESSO OCCUPATO A PRESENTARSI AL BAMBINO COME “DEPOSITARIO DI TUTTE

LE CONOSCENZE E LE VIRTÙ”. E’ IMPORTANTE CHE L’ADULTO SI PRESENTI COME

INTERLOCUTORE DEL BAMBINO, “ALLA PARI” (LA MONTESSORI PARLA

ADDIRITTURA DI “SERVITORE” DEL BAMBINO).

UN ADULTO RAGIONEVOLE, FALLIBILE, COSCIENTE DI TALE FALLIBILITÀ, PRONTO

A IRONIZZARE ANCHE SU SÉ STESSO E I PROPRI LIMITI. UN ADULTO PRONTO A

RACCONTARE E A MOSTRARE AL BAMBINO GLI SPLENDORI DELLA REALTÀ,

SENZA “DROGARLO” DI IMMAGINI POSTICCE, FAVOLE, SOSPIRI E DESIDERI,

STORIE INVEROSIMILI E SPLENDIDI MONDI DI FANTASIA.

UNA REALTÀ CHE STRUMENTALIZZA

IL MONDO DI OGGI SEMBRA IMPOSTATO, AL DI LÀ DI QUALCHE

IPOCRITA AFFERMAZIONE, AD AGIRE NEL MODO ESATTAMENTE

CONTRARIO; RELEGANDO (E DELEGANDO) TUTTO ALLA SCUOLA E

GIUNGENDO PURE AD ATTACCARLA E “SQUALIFICARLA”, CREA

ATTRAVERSO I MEDIA E LE PUBBLICITÀ A GRAPPOLO INFINITI DESIDERI

NEI BAMBINI. LA TV CONDUCE A UN MONDO DI PLASTICA E A UN

FAVOLISMO POSTICCIO CHE PORTA IL BAMBINO A SMARRIRE LA

DIMENSIONE DEL SÉ E DELLA REALTÀ E A DESIDERARE SEMPRE

“QUALCOS’ALTRO”. LA REALTÀ ANZICHÉ OCCASIONE DIVIENE PRIGIONE.

SOS AUTOPERFEZIONAMENTO

AL BAMBINO CHE PUÒ CONTARE POCO SULLA PRESENZA

DEL GENITORE “SERVITORE” PERCHÉ LAVORA, CHE RICEVE

DALLO STESSO SOPRATTUTTO “NO” PERCHÉ È STANCO, CHE

RIMANE OSTAGGIO DELLA REALTÀ POSTICCIA TELEVISIVA

PER MOLTO TEMPO, CHE VIENE ASSECONDATO NEI SUOI

DESIDERI PIÙ “BASSI” E MORTIFICATO IN QUELLI PIÙ

NOBILI, CHE IMPARA A SMINUIRSI E A SVALUTARSI, NON

RESTA MOLTO SPAZIO PER L’AUTOPERFEZIONAMENTO.

LE REALTÀ DROGANTI

A QUESTO PUNTO È CHIARO AL BAMBINO CHE NON “PUÒ

FARE DA SÉ” E CHE TUTTO PARE OSTEGGIARE LA SUA

AUTONOMIA E IL SUO “ESSERE NEL MONDO”, NON RESTA

CHE CEDERE A QUESTA REALTÀ ALLUCINATORIA E GODERNE

I FRUTTI AVVELENATI …

LA NOSTRA “MISSIONE”

IN UN QUADRO EDUCATIVO CHE DIVENTA ASSIEME PIENO

DI POTENZIALITÀ E DRAMMATICO E PERICOLOSO, IL

COMPITO EDUCATIVO DIVENTA UNA VERA E PROPRIA

“MISSIONE”.

RECEPIRE I PRESUPPOSTI DELLA MIGLIORE PEDAGOGIA È

UN OBBLIGO; LA SERENITÀ E LO SVILUPPO PIENO DEI

NOSTRI FIGLI DIPENDE DA TUTTO QUESTO.

VALE ANCHE PER NOI GENITORI …

UN CAPO QUALUNQUE FA SÌ CHE GLI ALTRI PENSINO CHE

IL CAPO SIA STRAORDINARIO.

UN CAPO STRAORDINARIO FA SÌ CHE GLI ALTRI PENSINO

CHE LORO STESSI SONO STRAORDINARI.

(HAGERTY)

QUALCHE DOMANDA “DI RIFLESSIONE”

QUANDO IL BAMBINO FA QUALCOSA CHE NON DOVREBBE,

CHE TECNICA ADOTTATE PER CORREGGERLO? LO LASCIATE

FARE LIBERAMENTE, LO SGRIDATE, LO AVVERTITE?

SE AVETE RISPOSTO “LO AVVERTITE”, CHE FORMA ASSUME

TALE AVVERTIMENTO? E’ NEUTRO? E’ MINACCIOSO? E’

BLANDO?

“DIRE DI NO DICENDO DI SÌ”. PROVATE A SPIEGARE QUESTA

AFFERMAZIONE PARADOSSO …

QUANTO SPAZIO HA PER PARLARE IL BAMBINO NEL

CORSO DEI VOSTRI RIMPROVERI?

PER QUANTO A LUNGO RIUSCITE AD ASCOLTARE I

VOSTRI FIGLI PRIMA DI SENTIRE IL BISOGNO DI

INTERVENIRE NELLA CONVERSAZIONE (SENZA CHE VI

VENGA RICHIESTO?)

SU 10 CONVERSAZIONI CON I VOSTRI FIGLI, QUANTE

SONO IMPRONTATE A PRESCRIVERE CIÒ CHE DEVE O

NON DEVE FARE E QUANTE SONO DEDICATE A UN

SEMPLICE E LIBERO COLLOQUIO?

IL BAMBINO, COME DA OPINIONE UNANIME DEGLI

PSICOPEDAGOGISTI, UTILIZZA LA SENSORIALITÀ COME

STRUMENTO FONDAMENTALE PER CONOSCERE IL

MONDO. CHE COSA FATE PER STIMOLARE CIASCUNO DEI

5 SENSI DEL BAMBINO?

QUANTE DELLE DOMANDE CHE RIVOLGETE AL

BAMBINO SONO EFFETTIVAMENTE DOMANDE E

QUANTE SONO INVECE ORDINI MASCHERATI?

VOSTRO FIGLIO HA GIOCATO PER APPENA DUE MINUTI

CON I REGALI DI NATALE, CHE VI SONO COSTATI CARISSIMI.

ORA STA GIOCANDO CON LA SCATOLA DEI REGALI E CON LA

CARTA DI IMBALLAGGIO. VI È GIÀ SUCCESSO? CHE COSA

AVETE PENSATO?

QUALE PENSATE SIA L’IMPATTO DI UNA ESPOSIZIONE

PROLUNGATA ALLA TV E AI VIDEOGIOCHI SUL BAMBINO. VI

SENTITE COERENTI CON CIÒ CHE PENSATE?

VOSTRO FIGLIO SI STA VESTENDO DA SOLO,LENTAMENTE MA FA DIFFICOLTÀ E VOI AVETE PAURADI FARE TARDI. COSA FATE?

VOSTRO FIGLIO STA PROVANDO AD ALLACCIARSI LESCARPE DA SOLO, DOPO AVER IMPARATO DA POCO,MA È IN LEGGERA DIFFICOLTÀ. CHE COSA FATE?

STATE PASSEGGIANDO; VOSTRO FIGLIO TENDE AFERMARSI SPESSO, INCURIOSITO DA OGGETTIAPPARENTEMENTE DI POCO CONTO. CHE COSA FATE?

BIBLIOGRAFIAM. MONTESSORI, IL BAMBINO IN FAMIGLIA, GARZANTI EDITORE

M. MONTESSORI, LA SCOPERTA DEL BAMBINO, GARZANTI EDITORE

M. MONTESSORI, L’ AUTOEDUCAZIONE, GARZANTI EDITORE

TERRY MALLOY, MONTESSORI E IL VOSTRO BAMBINO, UN MANUALE PER I GENITORI, EDIZIONI OPERA

NAZIONALE MONTESSORI

KONRAD LORENZ, L'ANELLO DI RE SALOMONE, ADELPHI EDITORE

JOHN BOWLBY, ATTACCAMENTO E PERDITA 3, BOLLATI BORINGHIERI EDITORE

AINSWORTH, M., BLEHAR, M., WATERS, E., & WALL, S. (1978). “PATTERNS OF ATTACHMENT”.

HILLSDALE, NJ: ERLBAUM.

FREUD, OPERE, BOLLATI BORINGHIERI EDITORE

LEON FESTINGER, TEORIA DELLA DISSONANZA COGNITIVA, FRANCO ANGELI EDITORE

L. BENEDETTO, IL PARENT TRAINING: COUNSELING E FORMAZIONE PER GENITORI, CAROCCI EDITORE