La provincia di fermo.com - Febbraio n. 1

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LA PROVINCIA PRENDE IL VOLO? Politica Di Ruscio, dieci anni di lavori e problemi Sport Il bomber Marilungo tra olive e gol d'autore Economia L'esplosione degli outlet Si spaccano i Comuni Il bomber Marilungo tra olive e gol d'autore L'esplosione degli outlet Si spaccano i Comuni Viaggi Vacanza da sogno in Marocco NUMERO 1 • FEBBRAIO 2011 • COPIA GRATUITA Notizie, Eventi e Curiosità dal Fermano Registrato presso il Tribunale di Fermo con autorizzazione n° 04/2010 del 05/08/2010

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LA PROVINCIA PRENDEIL VOLO?PoliticaDi Ruscio, dieci annidi lavori e problemi

SportIl bomber Marilungotra olive e gol d'autore

EconomiaL'esplosione degli outletSi spaccano i Comuni

SportIl bomber MarilungoIl bomber Marilungotra olive e gol d'autoreIl bomber Marilungotra olive e gol d'autore

L'esplosione degli outletL'esplosione degli outletSi spaccano i ComuniL'esplosione degli outletSi spaccano i Comuni

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Registrato presso il Tribunale di Fermo con autorizzazione n° 04/2010 del 05/08/2010

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DIRETTORE RESPONSABILEClaudio Trasatt i

DIRETTOREGiuseppe Nuciari

[email protected]

CONDIRETTORERaffaele Vital i

[email protected]

IN REDAZIONELorenzo Girel l i , Daniele Luzi ,

Vincenzo Marzial [email protected]

FOTOGRAFIECrist iano Chiodi

HANNO COLLABORATOMarco Mari lungo, Andrea Vesprini ,Carlo Pagl iacci , Samuele Baccifava,Andrea Braconi , Isabel la Cardinal i

GRAFICA ED IMPAGINAZIONEDigitype srl

Via del l ’ industria 51/AZ.I . San Marco Paludi

63900 – FERMOwww.digitype. i t

PROPRIETÀ EDITORIALEClaudio Trasatt i

STAMPAD’Auria Industrie Gra� iche SpA

PUBBLICITÀDigitype srl

tel . 0734-673602 fax 0734-641383mobile 348-6549250

SITO [email protected]

È UN PROGETTO AMBIZIOSO, il nostro: quello di fare libera informazione. Forse per molti sarà un’eresia. Ma ci proveremo. Sarà un mensile di approfondimento tematico, di ri�lessione, di dibattito. Faremo parlare chi fa cultura, chi amministra, ma parleremo anche noi offrendo le nostre posizioni alla ri�lessione comune. Ma “laprovinciadifermo.com” sarà anche un quotidiano telematico con aggiornamento dinamico che racconterà i fatti del territorio offrendo un’informazione tempestiva e imparziale.

È UN MOMENTO DI GRANDE DIFFICOLTÀ per chi amministra. Le sempre più gravi carenze �inanziarie impongono scelte e soprattutto scelte oculate e un grande sforzo di fantasia. Chi ne fa le spese, manco a dirlo, è la cultura e il turismo. Sono settori invece che dovrebbero diventare, specie per un territorio come il nostro, attività produttiva e fonte di reddito. Alla carenza di risorse pubbliche si può sopperire con buone idee e soprattutto con voglia di fare e di coinvolgere soggetti e risorse private su un progetto di rete condiviso che valorizzi le più importanti esperienze del territorio . È questo quello che ci aspettiamo dalla provincia, da subito.

LA POLITICA VIVE L’ATTESA DELLA COMPETIZIONE

ELETTORALE per il rinnovo amministrativo del Capoluogo nella prossima primavera. A Fermo si affronteranno, allo stato dei fatti, non due,né tre, bensì quattro schieramenti. Il centro sinistra compatto,almeno è questa l’immagine che dà all’esterno, sulla candidatura Brambatti, il centro destra spaccato in tre tronconi: il Pdl , le liste civiche di Di Ruscio più il Fli forse, le liste civiche di Romanella. È ovvio che se la situazione dovesse rimanere così , sarà gioco facile per il centro sinistra riprendersi la città. L’elettorato, è questa la lezione degli ultimi vent’anni, punisce sempre chi si divide. Ma la politica ci ha abituato anche a repentini colpi di scena, all’uomo dei miracoli, all’asso calato all’ultima mano. Ma forse non è il caso di questa tornata elettorale.

IN ATTESA DEL PIANO TERRITORIALE della provincia che dovrà disegnare lo sviluppo del territorio, i vari Sindaci cercano di forzare la decisione trovando però un Cesetti molto determinato. Di questa situazione ne fa le spese il PD che deve convivere con una situazione interna molto composita e diversi�icata su argomenti di vastissimo interesse come il Motodromo di S. Marco alle paludi e il polo del lusso di Porto S.Elpidio. E non è detto che questa spaccatura non si possa ripercuotere in qualche modo sulla coalizione che guida la provincia… Ahimè, ormai i partiti, sia a destra che a sinistra, sono contenitori privi di idee e di idealità, senza una linea comune, in balia di sindaci che pensano solo all’interesse del loro orticello, completamente privi di una visione comune del territorio. FERMO STA LENTAMENTE SCIVOLANDO verso Campiglione, in procinto di diventare la nuova Fermo2: due centri commerciali, il villaggio del cinema di recente apertura, il nuovo ospedale (ma che ci facciamo del vecchio che ancora deve essere completato?), probabilmente la nuova sede degli uf�ici provinciali e poi il ponte che collegherà Molini a Campiglione. Porto Sant’Elpidio si sta sviluppando a nord e sud, si parla di mega progetti commerciali, Porto San Giorgio attacca la collina, l’unico territorio che gli è rimasto, per la realizzazione della cittadella sanitaria, con la benedizione della comunità di Capodarco, ma non ha più un cinema. La politica preferita da chi amministra sembra essere solo quella del consumo del territorio, anziché quella di prediligere il recupero produttivo del centro storico e di servizi di socialità. La politica del decentramento nelle periferie ha portato alla deserti�icazione dei centri storici con conseguenze negative di carattere sociale,culturale, turistico e commerciale. Forse è arrivato il momento di fare una pausa di ri�lessione.

Giuseppe Nuciari

Testi, foto e disegni contenuti in questa rivista non possono essere riprodotti, anche parzialmente, senza l’autorizzazione dell’Editore.Distribuzione gratuita - Trasporto esonerato da DDT - Registrato presso il Tribunale di Fermo con autorizzazione n° 04/2010 del 05/08/2010.

Chiuso in tipogra�ia il 16 gennaio 2011.

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Via Svarchi 41 • ALTIDONA (FM)Telefono 0734.932958www.nuovaediliziadue.it

• PAVIMENTI e RIVESTIMENTI

• PARQUETS

• ARREDO BAGNO

• SANITARI

• RUBINETTERIA

• VASCHE e DOCCE IDROMASSAGGIO

• CAMINETTI e STUFE a PELLETS

La Nuova Edilizia Due opera da anni nel settore della rivendita di materiali edili e forniture di attrezzature per l'edilizia, utilizzando sia materiali tradizionali che prodotti tecnici innovativi delle migliori marche.

I NOSTRI SERVIZI

• SOMMARIO •

S O M M A R I O

Argomento del mesepag. 6 La Provincia andrà in moto? Cultura e Spettacolopag. 9 Intervista a Giorgio Montaninipag. 10 Calendario Spettacoli Fatti di Provinciapag. 12 Il ‘Piano’ che può tuttopag. 13 Bilancio, previsione nera Fermopag. 14 I dieci anni del Sindaco di Rusciopag. 16 Intervista a Nella Brambattipag. 17 È tutto un cinema!pag. 18 Commercio in via d’estinzione? Montegiorgiopag. 19 La giunta nell’occhio del ciclone Monte Uranopag. 20 Energia mon amour No alcol no fumo Montegranaropag. 21 Takimiri sogna la scuola circensepag. 22 L’ospedale dimenticatopag. 23 Lillo&Greg sul palco del teatro La Perla Porto San Giorgiopag. 24 La ‘Festa del Doge’pag. 25 Guerre atavichepag. 26 Cemento in collina Porto Sant’Elpidiopag. 28 Piazza, approvato il piano di recuperopag. 32 La città del futuro Sant’Elpidio a Marepag. 34 Gli outlet della discordiapag. 36 Mezzanotte prende l’ascensore dal Comprensoriopag. 38 Un Comune per trepag. 39 Valdaso nel mirinopag. 40 Pannello selvaggiopag. 41 Il nodo biomassepag. 42 Qui la divisione non è mai �initapag. 43 Il mondo in un ‘Palazzo’ Personaggio del Mesepag. 45 Enrico Panicciàpag. 46 Satira in Libertàpag. 49 La ricetta del Mesepag. 51 Viaggio del Mese Sportpag. 52 Sutor, vittorie e velenipag. 53 La Fermana sognapag. 54 Saf tra giovani e nuovi arrivipag. 55 Fermo ‘85 si veste d’azzurropag. 56 Intervista al bomber Guido Marilungo

2011; F�������

N°1 in questoNUMERO

San Marco alle Paludi al bivio: moto o alberi?

Il progetto “Motodromo”

pag. 6Intervista all’attore Giorgio Montanini

In anteprima con “Nibiru”

pag. 9P. S. Elpidio: i progettiper la città del futuro

Dalla piazza agli outlet

pag. 32-33L’imprenditore ‘illuminato’ tra soldi e impegno sociale

Intervista a Enrico Paniccià

pag. 45Fermana e Sutor sognano in grande

Lo sport è gialloblù

pag. 52-53

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I NOSTRI SERVIZI

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S O M M A R I O

Argomento del mesepag. 6 La Provincia andrà in moto? Cultura e Spettacolopag. 9 Intervista a Giorgio Montaninipag. 10 Calendario Spettacoli Fatti di Provinciapag. 12 Il ‘Piano’ che può tuttopag. 13 Bilancio, previsione nera Fermopag. 14 I dieci anni del Sindaco di Rusciopag. 16 Intervista a Nella Brambattipag. 17 È tutto un cinema!pag. 18 Commercio in via d’estinzione? Montegiorgiopag. 19 La giunta nell’occhio del ciclone Monte Uranopag. 20 Energia mon amour No alcol no fumo Montegranaropag. 21 Takimiri sogna la scuola circensepag. 22 L’ospedale dimenticatopag. 23 Lillo&Greg sul palco del teatro La Perla Porto San Giorgiopag. 24 La ‘Festa del Doge’pag. 25 Guerre atavichepag. 26 Cemento in collina Porto Sant’Elpidiopag. 28 Piazza, approvato il piano di recuperopag. 32 La città del futuro Sant’Elpidio a Marepag. 34 Gli outlet della discordiapag. 36 Mezzanotte prende l’ascensore dal Comprensoriopag. 38 Un Comune per trepag. 39 Valdaso nel mirinopag. 40 Pannello selvaggiopag. 41 Il nodo biomassepag. 42 Qui la divisione non è mai �initapag. 43 Il mondo in un ‘Palazzo’ Personaggio del Mesepag. 45 Enrico Panicciàpag. 46 Satira in Libertàpag. 49 La ricetta del Mesepag. 51 Viaggio del Mese Sportpag. 52 Sutor, vittorie e velenipag. 53 La Fermana sognapag. 54 Saf tra giovani e nuovi arrivipag. 55 Fermo ‘85 si veste d’azzurropag. 56 Intervista al bomber Guido Marilungo

2011; F�������

N°1 in questoNUMERO

San Marco alle Paludi al bivio: moto o alberi?

Il progetto “Motodromo”

pag. 6Intervista all’attore Giorgio Montanini

In anteprima con “Nibiru”

pag. 9P. S. Elpidio: i progettiper la città del futuro

Dalla piazza agli outlet

pag. 32-33L’imprenditore ‘illuminato’ tra soldi e impegno sociale

Intervista a Enrico Paniccià

pag. 45Fermana e Sutor sognano in grande

Lo sport è gialloblù

pag. 52-53

2011

in questo

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TITOLO

Porto San Giorgio

Porto Sant’Elpidio

TITOLO

Fermo

TITOLO

TITOLO

Montegiorgio

Monte Urano

Montegranaro

Satira in Libertà

TITOLO

Ricetta del Mese

Viaggio del Mese

Sport

Cultura & Spettacolo

Sant’Elpidio a Mare

Dal Comprensorio

Personaggio del Mese

TITOLO

6 7

dell’80% dei residenti che sostiene essere con lui, attacca gli ambientalisti che “farebbero bene a preoccuparsi di altri problemi come il depuratore…Meglio il motodromo che la specula-zione selvaggia”. La posizione del prelato ha scatenato la replica stizzita e sarcastica degli ambientalisti.

“Don Vinicio ha dato per scontato che il destino dell’ultimo lembo di territorio fermano �inora rimasto quasi intatto sia ormai segnato e auspica che lo stravolgimento si faccia subito per limitare i danni. Citando le parole di nostro Signore: 'quello che devi fare fallo presto', dimen-tica il monsignore che Gesù non si rivolgeva al sindaco di Fermo bensì a Giuda. Dovremmo quindi per trenta denari esser complici della croci�issione e morte del nostro paesaggio?"

La vicenda ormai è diventata un caso nazionale. Si è scomodato pure il “Comitato per la bellezza” presieduto da Vittorio Emiliani e che conta �irme eccellenti tra cui i presidenti nazionali del Fai, WWF, Lipu e Italia Nostra nonché la conduttrice televisiva Licia Colò, con un vibrante appello alle Istituzioni preposte perché questo nuovo grave scempio, si parla di 120 ettari di fertile territorio, venga risparmiato al paesaggio fermano e marchigiano la cui particolare bellezza è ormai nota a livello internazionale. “Un’opera faraonica di cui in verità non se ne sente proprio il bisogno e che darà occupazione a non più di 40 unità. Quanti posti di lavoro – si chiede il comitato – può invece produrre un paesaggio ben conservato sotto forma di turismo culturale, di agriturismo, di agricoltura specializzata? Certamente molti ma molti di più. E senza dissipare un solo ettaro di suoli liberi e di paesaggio”.

Decisamente contrario al progetto anche il Citasfe, il neo comitato che si sta occupando delle emergenze ambientali (biomasse,ecc..) che chiede alla proprietà di dimostrare che non sia un progetto bluff, presentando il piano economico - �inanziario e dissipando il sospetto che non sia una speculazione edilizia che possa prendere corpo una volta constatata la mancata redditività dell’impianto. Ipotesi scartata con sdegno dal proprietario Ramadori e dal sindaco di Fermo che giurano sulla compatibilità ambientale e sulla redditività della struttura .

Ugualmente critica la posizione dell’ordi- ne degli architetti per il quale “la proposta del motodromo non può essere accettata nei termini in cui è stata posta perché si pone al di fuori di qualsiasi strategia piani�icatoria, e perché la perdita di valori storico paesaggistici non può essere ricompensata esclusivamente da ipotetici

e tutti da veri�icare scenari occupazionali”.Ma è la posizione uf�iciale della Provincia,

sostanziata dal voto contrario in consiglio provinciale, che taglia le ali al motodromo. Con questo atto si passa dalle schermaglie politiche al cuore del problema. L’ipotesi progettuale, secondo la Provincia, non è coerente con le scelte del Piano regolatore frutto dell’adeguamento al piano paesaggistico regionale.

“Non è più possibile rimettere in discus-sione gli ambiti di tutela de�initivi”-sostiene Cesetti. Il progetto, così come presentato dal Comune, non potrà mai essere autorizzato perché interessa le aree sommitali della collina a vincolo di crinale ed aree di versante con penden-ze prossime e superiori al 30 per cento dove sono vietati i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale e/o stabilmente il pro�ilo del terreno esistente. L’ipotesi progettuale, prevedendo la

costruzione di strade, asfaltature per la pista e soprattutto rilevanti sbancamenti sulla zona collinare, per la realizzazione di una piattaforma stradale di larghezza variabile da 30 a 60 m non si armonizza con l’ambiente e modi�ica irreversi-bilmente il pregevole contesto ambientale.

Di contro, Di Ruscio si dice convinto che se ci fosse la volontà delle Istituzioni interessate tutti i problemi si potrebbero superare in quanto a suo avviso non si trovano impedimenti in nessuna disposizione di legge.

Ma tant’è che al momento la partita �inisce uno a zero per Cesetti. Ora la s�ida si sposta sul Piano Territoriale di Coordinamento la cui approvazione non avverrà prima di un altro anno. Il motodromo, c’è da giurarci, sarà uno dei temi che in�iammerà la prossima campagna elettorale.

Giuseppe Nuciari

La Provincia andrà in moto?Argomento del mese

foto Chiodi

Funzioni di coordinamento, di sicurezza, di controllo, di sviluppo. Quante funzioni ha la Provincia in Italia! E dire che in tanti la vorrebbe-ro sopprimere. Considerata l’emblema degli sprechi politici, spesso si dimentica che la Provincia conta eccome. E a Fermo, neonata istituzione di questo dispendioso stivale, se ne stanno rendendo conto tutti. Nel bene e nel male. Se il motodromo impegnerà il presidente Cesetti per i prossimi mesi, come non pensare ai vincoli ambientali posti sul territorio e che dalla Provincia dipendono. Come non sottolineare il potere che ha sullo sviluppo delle strade. Come non porre attenzione alla voce che può e deve alzare per salvare la montagna, prima risorsa che subirà drastici tagli dal governo centrale. E già, lo Stato. Roma a Fermo è rappresentata dalla prefettura. Ma cosa abbiamo a un anno e mezzo dal via uf�iciale? Un bell’uf�icio a palazzo Sassatelli e niente più. Neppure un prefetto vero, perché per la Zarrilli la nomina uf�iciale ancora non c’è stata - pare che arriverà proprio mentre saremo per la prima volta in stampa. Tutto dipende ancora da Ascoli, dalla questura al comando dei vigili del fuoco. Eppure, non sono proprio queste le voci che rendono un territorio indipendente? Forse non a Fermo, dove basta avere poltrone e tutti già credono che la Provincia viva. Vive per cementi�icare, speriamo sopravviva per governare.

Raffaele Vitali

I l p r o g e t t o “ M o t o d r o m o ”

Il progetto del motodromo di S. Marco alle Paludi, fortemente sponsorizzato dal sindaco di Fermo e dai fans delle due ruote, con ogni probabilità non si farà. La Provincia di Fermo, a cui spetta l’ultima parola, ha detto no all’accordo di programma proposto dal comune di Fermo e ha rimandato la decisione �inale al Piano territoriale di coordinamento (P.T.C.) sposando in toto la posizione intransigente del suo Presidente Cesetti che ne ha fatto una questione politica riconducendo anche i ”possi-bilisti” della sua coalizione sulla sua posizione

Il progetto presentato dall’imprenditore calzaturiero Sergio Ramadori, da sempre appassionato delle due ruote, inizialmente prevedeva anche delle volumetrie residenziali. Sono state successivamente tolte e modi�icato il tracciato per evitare eccessivi sbancamenti. “Tutto il circuito è circondato da alberi e vegeta-zione e l’impatto acustico e ambientale- sostiene il proprietario- è risibile”. Il costo dell’opera è di 50 milioni di euro.

“Il progetto - sostiene Ramadori, non è un azzardo e produrrà posti di lavoro e attivo, sono pronto a scommetterci. Il giro di affari annuo è

stato stimato in 40 milioni. Diverse decine di persone saranno occupate stabilmente, diverse centinaia verrebbero occupate in occasione dei grandi eventi”

Dal giugno scorso la questione è stata dibattuta in lungo e largo, ed anche animatamen-te, dagli opposti schieramenti. Le posizioni sono chiare: centro - destra e centauri a favore, centro sinistra - quasi compatto - e ambientalisti contrari. Ad appoggiare la posizione di Di Ruscio anche due illustri esponenti del PD, i primi cittadini di M. Urano e di S. Elpidio a Mare, preoccupati solo che i loro comuni non vengano tagliati fuori dagli eventuali bene�ici derivanti dal progetto. Il si è condizionato alla realizzazio-ne di opere compensatorie come il ponte sul Tenna. Fatto, questo, che dà l’idea di quanto variegata e con�littuale sia sull’argomento dell’assetto territoriale la posizione in seno al PD che potrebbe rischiare di dare più di un proble-mino, specie in sede di adozione del P.T.C, al governo provinciale.

A dare manforte al progetto e al sindaco di Fermo, anche il parroco di S. Marco, mons. Vinicio Albanesi che facendosi paladino

I l p u n t o

Planimetria delmotodromo

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TITOLO

Porto San Giorgio

Porto Sant’Elpidio

TITOLO

Fermo

TITOLO

TITOLO

Montegiorgio

Monte Urano

Montegranaro

Satira in Libertà

TITOLO

Ricetta del Mese

Viaggio del Mese

Sport

Cultura & Spettacolo

Sant’Elpidio a Mare

Dal Comprensorio

Personaggio del Mese

TITOLO

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dell’80% dei residenti che sostiene essere con lui, attacca gli ambientalisti che “farebbero bene a preoccuparsi di altri problemi come il depuratore…Meglio il motodromo che la specula-zione selvaggia”. La posizione del prelato ha scatenato la replica stizzita e sarcastica degli ambientalisti.

“Don Vinicio ha dato per scontato che il destino dell’ultimo lembo di territorio fermano �inora rimasto quasi intatto sia ormai segnato e auspica che lo stravolgimento si faccia subito per limitare i danni. Citando le parole di nostro Signore: 'quello che devi fare fallo presto', dimen-tica il monsignore che Gesù non si rivolgeva al sindaco di Fermo bensì a Giuda. Dovremmo quindi per trenta denari esser complici della croci�issione e morte del nostro paesaggio?"

La vicenda ormai è diventata un caso nazionale. Si è scomodato pure il “Comitato per la bellezza” presieduto da Vittorio Emiliani e che conta �irme eccellenti tra cui i presidenti nazionali del Fai, WWF, Lipu e Italia Nostra nonché la conduttrice televisiva Licia Colò, con un vibrante appello alle Istituzioni preposte perché questo nuovo grave scempio, si parla di 120 ettari di fertile territorio, venga risparmiato al paesaggio fermano e marchigiano la cui particolare bellezza è ormai nota a livello internazionale. “Un’opera faraonica di cui in verità non se ne sente proprio il bisogno e che darà occupazione a non più di 40 unità. Quanti posti di lavoro – si chiede il comitato – può invece produrre un paesaggio ben conservato sotto forma di turismo culturale, di agriturismo, di agricoltura specializzata? Certamente molti ma molti di più. E senza dissipare un solo ettaro di suoli liberi e di paesaggio”.

Decisamente contrario al progetto anche il Citasfe, il neo comitato che si sta occupando delle emergenze ambientali (biomasse,ecc..) che chiede alla proprietà di dimostrare che non sia un progetto bluff, presentando il piano economico - �inanziario e dissipando il sospetto che non sia una speculazione edilizia che possa prendere corpo una volta constatata la mancata redditività dell’impianto. Ipotesi scartata con sdegno dal proprietario Ramadori e dal sindaco di Fermo che giurano sulla compatibilità ambientale e sulla redditività della struttura .

Ugualmente critica la posizione dell’ordi- ne degli architetti per il quale “la proposta del motodromo non può essere accettata nei termini in cui è stata posta perché si pone al di fuori di qualsiasi strategia piani�icatoria, e perché la perdita di valori storico paesaggistici non può essere ricompensata esclusivamente da ipotetici

e tutti da veri�icare scenari occupazionali”.Ma è la posizione uf�iciale della Provincia,

sostanziata dal voto contrario in consiglio provinciale, che taglia le ali al motodromo. Con questo atto si passa dalle schermaglie politiche al cuore del problema. L’ipotesi progettuale, secondo la Provincia, non è coerente con le scelte del Piano regolatore frutto dell’adeguamento al piano paesaggistico regionale.

“Non è più possibile rimettere in discus-sione gli ambiti di tutela de�initivi”-sostiene Cesetti. Il progetto, così come presentato dal Comune, non potrà mai essere autorizzato perché interessa le aree sommitali della collina a vincolo di crinale ed aree di versante con penden-ze prossime e superiori al 30 per cento dove sono vietati i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale e/o stabilmente il pro�ilo del terreno esistente. L’ipotesi progettuale, prevedendo la

costruzione di strade, asfaltature per la pista e soprattutto rilevanti sbancamenti sulla zona collinare, per la realizzazione di una piattaforma stradale di larghezza variabile da 30 a 60 m non si armonizza con l’ambiente e modi�ica irreversi-bilmente il pregevole contesto ambientale.

Di contro, Di Ruscio si dice convinto che se ci fosse la volontà delle Istituzioni interessate tutti i problemi si potrebbero superare in quanto a suo avviso non si trovano impedimenti in nessuna disposizione di legge.

Ma tant’è che al momento la partita �inisce uno a zero per Cesetti. Ora la s�ida si sposta sul Piano Territoriale di Coordinamento la cui approvazione non avverrà prima di un altro anno. Il motodromo, c’è da giurarci, sarà uno dei temi che in�iammerà la prossima campagna elettorale.

Giuseppe Nuciari

La Provincia andrà in moto?Argomento del mese

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Funzioni di coordinamento, di sicurezza, di controllo, di sviluppo. Quante funzioni ha la Provincia in Italia! E dire che in tanti la vorrebbe-ro sopprimere. Considerata l’emblema degli sprechi politici, spesso si dimentica che la Provincia conta eccome. E a Fermo, neonata istituzione di questo dispendioso stivale, se ne stanno rendendo conto tutti. Nel bene e nel male. Se il motodromo impegnerà il presidente Cesetti per i prossimi mesi, come non pensare ai vincoli ambientali posti sul territorio e che dalla Provincia dipendono. Come non sottolineare il potere che ha sullo sviluppo delle strade. Come non porre attenzione alla voce che può e deve alzare per salvare la montagna, prima risorsa che subirà drastici tagli dal governo centrale. E già, lo Stato. Roma a Fermo è rappresentata dalla prefettura. Ma cosa abbiamo a un anno e mezzo dal via uf�iciale? Un bell’uf�icio a palazzo Sassatelli e niente più. Neppure un prefetto vero, perché per la Zarrilli la nomina uf�iciale ancora non c’è stata - pare che arriverà proprio mentre saremo per la prima volta in stampa. Tutto dipende ancora da Ascoli, dalla questura al comando dei vigili del fuoco. Eppure, non sono proprio queste le voci che rendono un territorio indipendente? Forse non a Fermo, dove basta avere poltrone e tutti già credono che la Provincia viva. Vive per cementi�icare, speriamo sopravviva per governare.

Raffaele Vitali

I l p r o g e t t o “ M o t o d r o m o ”

Il progetto del motodromo di S. Marco alle Paludi, fortemente sponsorizzato dal sindaco di Fermo e dai fans delle due ruote, con ogni probabilità non si farà. La Provincia di Fermo, a cui spetta l’ultima parola, ha detto no all’accordo di programma proposto dal comune di Fermo e ha rimandato la decisione �inale al Piano territoriale di coordinamento (P.T.C.) sposando in toto la posizione intransigente del suo Presidente Cesetti che ne ha fatto una questione politica riconducendo anche i ”possi-bilisti” della sua coalizione sulla sua posizione

Il progetto presentato dall’imprenditore calzaturiero Sergio Ramadori, da sempre appassionato delle due ruote, inizialmente prevedeva anche delle volumetrie residenziali. Sono state successivamente tolte e modi�icato il tracciato per evitare eccessivi sbancamenti. “Tutto il circuito è circondato da alberi e vegeta-zione e l’impatto acustico e ambientale- sostiene il proprietario- è risibile”. Il costo dell’opera è di 50 milioni di euro.

“Il progetto - sostiene Ramadori, non è un azzardo e produrrà posti di lavoro e attivo, sono pronto a scommetterci. Il giro di affari annuo è

stato stimato in 40 milioni. Diverse decine di persone saranno occupate stabilmente, diverse centinaia verrebbero occupate in occasione dei grandi eventi”

Dal giugno scorso la questione è stata dibattuta in lungo e largo, ed anche animatamen-te, dagli opposti schieramenti. Le posizioni sono chiare: centro - destra e centauri a favore, centro sinistra - quasi compatto - e ambientalisti contrari. Ad appoggiare la posizione di Di Ruscio anche due illustri esponenti del PD, i primi cittadini di M. Urano e di S. Elpidio a Mare, preoccupati solo che i loro comuni non vengano tagliati fuori dagli eventuali bene�ici derivanti dal progetto. Il si è condizionato alla realizzazio-ne di opere compensatorie come il ponte sul Tenna. Fatto, questo, che dà l’idea di quanto variegata e con�littuale sia sull’argomento dell’assetto territoriale la posizione in seno al PD che potrebbe rischiare di dare più di un proble-mino, specie in sede di adozione del P.T.C, al governo provinciale.

A dare manforte al progetto e al sindaco di Fermo, anche il parroco di S. Marco, mons. Vinicio Albanesi che facendosi paladino

I l p u n t o

Planimetria delmotodromo

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LA BANCA DELTERRITORIO

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G iorgio Montanini

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8 l ’ intervista 8

Pronto al debutto con il suo nuovo spetta-colo, impegnato in diversi progetti, tra cui un �ilm in uscita e un altro in cantiere, alle prese con la politica che lo vede nell’inedito ruolo di “disturbatore/presentatore” in una serie di incontri che il governatore della regione Marche, Gianmario Spacca, ha avviato tra la gente.Giorgio Montanini, la sua agenda è piena più di quella di un onorevole…“È vero, ma purtroppo nella mia agenda la voce ‘Escort’ risulta libera! Scherzi a parte, in questo momento il progetto a cui mi sto maggiormente dedicando è il mio nuovo spettacolo, che debutta a febbraio, dal titolo “Nibiru”. Uno spettacolo prodotto dall’Amat attraverso il progetto Matilde, dal Veregra Street Festival - comune di Montegra-naro, da Improvvivo, con la regia di Francesco Niccolini (livornese, autore anche di Marco Paolini, ndr). L’anteprima sarà il 16 febbraio a Urbino, presso la Sala Del Maniscalco, poi il debutto nazionale il 19 febbraio al teatro di San Costanzo dove sono in cartellone, poi il 25 a Montegranaro e poi dal 3 al 6 Marzo a Roma. Pura stand up comedy”.Tradotto?“Si tratta di un genere che negli Stati Uniti è famosissimo. È il genere di artisti come Bill Hicks, George Carlin, Lenny Bruce… un po’ tutti quelli che ha copiato Luttazzi. Per quanto riguarda il mio spettacolo si tratta di satira ferocissima, in cui si affrontano, senza censure, i più svariati temi… dalla politica, alla religione, al sesso… si parla dell’uomo partendo dall’individuo e non dai massimi sistemi, il primo a mettermi in gioco sono io dicendo quello che penso.”.Ferocissima… per questo lo spettacolo è vietato ai minori di 18 anni?“Diciamo che il VM18 è stato pensato per non rischiare di essere denunciato, nella realtà quello che faccio per tutta la durata dello spettacolo è dare alle cose il suo vero nome. Il genere che porto in scena è nato proprio per infrangere i tabù… per dissacrare i luoghi comuni. Nel mio spettacolo non cerco il consenso del pubblico, ho solo l’intenzione di portare sul palco quello che sento. Lo faccio

soprattutto perché nessuno, la tv, la stampa, la politica, mi rappresenta. È un po’ come se raccon-tassi la mia opinione ai miei amici, c’è chi è d’accordo e chi non lo è. “Montanini, lei è fuori tempo, non è questo il momento del politicamente corretto?“Sì, è il tempo del politicamente corretto, del troppo politicamente corretto, anche per questo - risponde sorridendo - serve ricominciare a dare i nomi giusti alle cose. Purtroppo sono abituato a fare una cosa che in molti reputano inopportuna, scomoda, inutile: pensare! Ma non posso farci nulla è un dannato difetto che mi porto dietro da quando facevo catechismo, anche li facevo troppe domande… ma non ricevevo mai le risposte.”Non è esattamente cabaret…“Assolutamente no”Rinnega il cabaret?

“Figurarsi. La vittoria a Cabaret Amore Mio lo scorso anno è stata una grandissima soddisfazio-ne, così come l’esperienza fatta a Musicultura con Paola Turci, per me altro straordinario momento artistico. Questo è l’inizio invece di una nuova avventura, un passo ulteriore che compio in avanti”.Lei ha cominciato come attore, che le resta di quell’esperienza?“Ho cominciato come attore, teatro classico e cinema, peraltro tardissimo per poi approdare nel mondo della comicità, e il monologo, con Improv-vivo. Non ho abbandonato comunque il mondo del cinema, tanto che sto girando le ultime scene di “Il fuoco nella testa” per la regia di Stefano Mazzeo nonché, a febbraio, uscirà “Succo di Marca” il �ilm dei Vincisgrassi, un lavoro che vede alcuni dei migliori comici marchigiani”.Niente più politici da imitare?“Guardi, io non ho mai pensato che l’imitazione del sindaco di Fermo o di chi altro fosse un punto di arrivo nella mia carriera ( ride) per quanto ben riuscita”.A quando l’imitazione del governatore Spacca?“Ah, ci devo pensare! Per ora mi limito ad accom-pagnarlo negli incontri del “Matching per le Marche” in giro per la Regione”.Lui parla e lei che fa?“Gli rompo le scatole”.Un politico che ha voluto accanto a sé un comico-presentatore, c’è qualcosa che non va?“No no assolutamente. Va, eccome se va. Proprio questo rende l’esperienza straordinaria e questo è stato uno dei motivi che mi ha spinto ad accettarla. Io neppure l’ho votato Spacca e gliel’ho anche detto. Davanti a tutti. In un teatro pieno. Però gli riconosco non solo una grande preparazione ma anche una forte capacità di mettersi in discussione perché, mi creda, rispondere alle domande, senza �iltri, senza censure, di chiunque non è da tutti. A questi incontri sono intervenuti precari, ambien-talisti, altri politici, e tutti senza essere imbeccati. Un raro esempio di partecipazione democratica. Non è per tutti. Lui ci riesce, anche quando sono io a stuzzicarlo”.Non è che scende anche lei in politica?“Mai, li la concorrenza è spietata, fanno molto più ridere di me”.

Isabella Cardinali

GPronto al debutto con il suo nuovo spetta- “Figurarsi. La vittoria a Cabaret Amore Mio lo

Quando par lare di reteva di modaLa Regione parla di rete, la provincia si

adegua, e come per miracolo anche i comuni della provincia di adeguano a parole. Su iniziativa dall’assessore alla cultura di P. S. Elpidio la provincia ha sposato Il progetto “Teatri Comuni” presentandolo uf�icialmente alla stampa (senza la presenza dei comuni interessati ad eccezione di quello proponente). In una nota uf�iciale si legge che la provincia “promuove in modo coordinato spettacoli già previsti nei cartelloni dei Comuni del territorio. Si tratta del debutto della sigla e del logo di un progetto già avviato da alcuni Comuni e

ripreso dalla Provincia, che vuole ristrutturarlo trasformandolo in un protocollo tra tutte le 40 Amministrazioni.” “Questa formula - per l’ass. Buondonno - diventerà una rete organica capace di avviare processi di condivisione nella programmazione e nell’organizzazione dei servizi per il teatro.”

Al momento sembra essere solo un doppione della pubblicazione dell’Amat “Platea delle Marche”, anche perché i promotori non hanno saputo rimuovere il problema principale che è alla base dell’esigenza di rete: evitare la

sovrapposizione delle date.L’iniziativa pur lodevole nelle intenzioni

arriva come sempre a fuochi fatti, dopo che ogni comune ha realizzato la sua programmazione senza tener conto delle date altrui. E chi si fa promotore dell’iniziativa, l’assessore alla cultura del comune di Porto Sant’Elpidio è il primo a non tener conto della programmazione altrui. Per ben due volte nella stagione in corso,ma anche nella stagione trascorsa, si sovrappone alle date di un altro comune della rete. Forse prima di parlare bisognerebbe dare il buon esempio.

= ANTEPRIMA =Venerdì 25 FebbraioOf�icina delle Arti Montegranaro ore 21.30NIBIRU“Satira feroce, corrosiva, senza inibizioni”

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; PORTO SAN GIORGIOTeatro comunale ore 17domenica 13 febbraio 2011Fratelli di Taglia (Rimini)“Jack e il fagiolo magico”Teatro d’attore, teatro comico; PORTO SANT’ELPIDIOTeatro delle Api ore 17.30Domenica 20 febbraioViva Opera Circus (Verona)“Aladino” Teatro d’attore, pittura dal vivo, videoproiezionietà consigliata dai 5 ai 10 anni; PORTO SAN GIORGIOTeatro Comunale ore 17Domenica 27 febbraio 2011L’Uovo (L’Aquila)“Tutti matti per Matilde”Teatro d’attore

¥ M u s i c a µ; FERMOSabato 5 febbraioTeatro dell’Aquila, ore 21,15“Giornata della Memoria e del Ricordo”Ensemble Strumentale FermanoS. Donzelli (soprano) K. Goldsmith (violino)Direttore Angelo BolciaghiDomenica 6 febbraioSala dei Ritratti, ore 17.30“I sei concerti di J.S.Bach”

per pianoforte e orchestra d’archiCamerata ClassicaDirettore Enrico Belli; FERMOTeatro dell'Aquila ore 21.306 febbraio 2011STEFANO BOLLANItam tuttaun'altramusicaDomenica 13 febbraioTeatro dell’Aquila, ore 17.30Orchestra Filarmonica MarchigianaSolista Behzod Abduraimov (pianoforte)Domenica 20 febbraioSala dei Ritratti, ore 17.30Maurizio Moretti (pianoforte)In coll. Festival Liszt GrottammareDomenica 27 febbraioSala dei Ritratti, ore 17.30Dai Miyata (violoncello)1° premio Rostropovich Parigi 2009Andrea Dindo (pianoforte); MONTEGRANARO Auditorium Of�icina delle Arti domenica 13 febbraio 17:15"L'opera in concerto"Orchestra Sinfonica AbruzzeseSolista Francesco Di Rosa, 1°Oboe Accademia di Santa CeciliaSolista Fabrizio Meloni, 1°Clarinetto Teatro alla ScalaMusiche di: G. Puccini, G. Rossini, G. Verdi

CENTRI OPERATIVISICILIA

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� PEPPE VOLTARELLI è un musicista che ha girato il mondo senza mai voltare le spalle alle sue origini; è un uomo, ironico e profondo, con gli artigli di un falco e il cuore di un leone! Ciò che di nuovo emerge con Voltarelli è lo stato precario e l’intrinseca precarietà dei cittadini del Sud, tutto ciò mescolato ad uno stile Naif che richiama alla terra d’appartenenza contaminata con i luoghi che lo hanno ospitato nel suo girovagare.

Cantattore calabrese unico e particolare, incrocio artistico di strade ed esperienze, sarà in scena al Teatro La Perla di Montegranaro venerdì 11 febbraio. Una di quelle chicche che è raro vedere nei nostri teatri, caratterizzati da una programmazione omogata e normale.

È un appuntamento da non mancare per i tanti fans che questo artista, ormai non più giovanissi-mo, conta anche nella nostra Regione,che vive però un periodo di carriera assai pro�icuo, culminato con la vittoria al Premio Tenco 2010. Il suo nuovo disco “Ultima notte a Malà Strana” viene salutato dalla critica con entusiamo.

“Finalmente un disco di musica popolareche suona popolare e parlaal cuore del popolo”.

¥ Te a t r o µ

; MONTEGRANAROTeatro La Perla ore 21.30domenica 30 gennaio 2011MADDALENA CRIPPA“E pensare che c’era il pensiero”di Giorgio Gaber e Sandro Luporiniregia Emanuela Giordano; FERMO teatro dell’Aquila ore 21.00lunedì 31 gennaio e martedì 1 febbraio 2011ATDC - Fondazione Sciascia - Teatro di RacalmutoSEBASTIANO SOMMA, ORSO MARIA GUERRINI, CATERINA DE REGIBUS E GAETANO ARONICA“Il giorno della civetta”di Leonardo Sciasciaregia Fabrizio Catalano; MONTEGRANAROOf�icina delle Arti ore 21.30giovedì 3 febbraio 2011COMPAGNIA IMPROVVIVOcon ospiti a sorpresaMONOLOGO LAB“liberi esperimenti di monologhi”; PORTO SANT’ELPIDIOTeatro delle api ore 21.15sabato 5 febbraio 2011AB ManagementMAURIZIO BATTISTA“Via cor vento”testi di Maurizio Battista in collaborazione con Riccardo Graziosi ; MONTEGIORGIOTeatro Alaleona ore 21.15Domenica 6 Febbraio 2011“Volare” omaggio a Domenico Modugno Regia di Marco Mete ; MONTEGRANAROTeatro La Perla ore 21.30venerdì 11 febbraio 2011PEPPE VOLTARELLI“Recital”; FERMOTeatro dell’Aquila ore 21.00mercoledì 16 e giovedì 17 febbraio 2011Gli IpocritiROCCO PAPALEO“Eduardo: più unico che raro!”Quattro atti unici di Eduardo De Filipporegia Giancarlo Sepe; SANT’ELPIDIO A MARE teatro Cicconi ore 2117 febbraio 2011NON SOLO BOLEROComp.Mvula SunganiCon Kledi Kadiu-Emanuela Bianchini

; PORTO SAN GIORGIOTeatro comunale ore 21.15venerdì 18 febbraio 2011Teatro Stabile delle Marche, Teatro Eliseo, Nuovo TeatroDANILO NIGRELLI, ARTURIO CIRILLO, MONICA PISEDDU, SABRINA SCUCCIMARRA“Otello” di William Shakespeareregia Arturo Cirillo; MONTEGRANAROOf�icina delle Arti ore 21.30venerdì 18 febbraio 2011GENERAZIONE IMPROVVIVOTRAMANDO“Sei improvvisatori in cerca di autore”; PORTO SANT’ELPIDIOTeatro delle Api ore 21.15sabato 19 febbraio 2011Cadmo in collaborazione con Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle ArtiFABRIZIO GIFUNI“L’ingegner Gadda va alla guerra”(o della tragica istoria di Amleto Pirobutirro) un’ idea di Fabrizio Gifuni(da Carlo Emilio Gadda e William Shakespeare); MONTEGRANAROOf�icina delle Arti ore 21.30venerdì 25 febbraio 2011Giorgio MontaniniNIBIRU“satira feroce, corrosiva, senza inibizioni”di Giorgio Montanini e Francesco NiccoliniSpettacolo vietato ai minori di 18 anni; MONTEGIORGIOTeatro Alaleona ore 21.15Lunedì 28 Febbraio 2011 Compagnia Luigi De Filippo“L’Avaro” da Molière Regia di Luigi De Filippo

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; PORTO SAN GIORGIOTeatro Comunale ore 17DOMENICA 30 GENNAIO 2011Teatro Verde (Roma)“Tra le nuvole”; PORTO SANT’ELPIDIOTeatro delle Api ore 17.30Domenica 6 febbraioTIB Teatro (Belluno)“Cappuccetto rosso da’ i numeri” Teatro d’attore, teatro comicoetà consigliata dai 3 ai 10 anni

MONTEGRANAROTeatro La Perla ore 21.30venerdì 11 febbraio 2011

PEPPE VOLTARELLI“Recital”

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Cantattore calabrese unico e particolare, incrocio artistico di strade ed esperienze, sarà in scena al Teatro La Perla di Montegranaro venerdì 11 febbraio. Una di quelle chicche che è raro vedere nei nostri teatri, caratterizzati da una programmazione omogata e normale.

È un appuntamento da non mancare per i tanti fans che questo artista, ormai non più giovanissi-mo, conta anche nella nostra Regione,che vive però un periodo di carriera assai pro�icuo, culminato con la vittoria al Premio Tenco 2010. Il suo nuovo disco “Ultima notte a Malà Strana” viene salutato dalla critica con entusiamo.

“Finalmente un disco di musica popolareche suona popolare e parlaal cuore del popolo”.

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; PORTO SAN GIORGIOTeatro Comunale ore 17DOMENICA 30 GENNAIO 2011Teatro Verde (Roma)“Tra le nuvole”; PORTO SANT’ELPIDIOTeatro delle Api ore 17.30Domenica 6 febbraioTIB Teatro (Belluno)“Cappuccetto rosso da’ i numeri” Teatro d’attore, teatro comicoetà consigliata dai 3 ai 10 anni

MONTEGRANAROTeatro La Perla ore 21.30venerdì 11 febbraio 2011

PEPPE VOLTARELLI“Recital”

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Il ‘Piano’ che può tutto Bilancio, previsione neradi Giuseppe Nuciar i8 La Provincia e lo sviluppo del territorio 8

8 Tante strade, poca promozione 8La vicenda del Motodromo porta prepotentemente alla ribalta il P.T.C, dicasi Piano Territoriale di Coordinamento, vale a dire lo strumento di piani�icazione di area vasta. A parole tutti i sindaci lo vogliono, nella pratica, ce lo insegna la cronaca quotidiana, ogni sindaco pensa al suo orticello. Lo scorso mese di novem-bre il consiglio provinciale ne ha approvato le linee guida.Ne parliamo con l’assessore provinciale

all’urbanistica Renzo Of�idani.

“La provincia ha delle competenze proprie e non ha alcuna intenzione di invadere quelle dei comuni, però ha il compito di gestire l’area vasta, di programmare il territorio . Il PTC dovrà essere il contesto al quale i vari piani regolatori dei comuni debbono fare riferimento. La programmazione urbanistica spetterà poi ai comuni e saranno le Amministrazioni locali a decidere nell’ambito delle norme stabilite insieme. L’elaborazione del PTC credo che debba diventare occasione di partecipazione larga e non solo di addetti ai lavori, occasione di crescita culturale su queste tematiche. Su un punto credo possiamo essere tutti d’accordo: in questa fase di crisi c’è più bisogno di programmazione pubblica. Questo non signi�ica dire no alle opportunità e all’investimento privato. Signi�ica creare le condizioni perché ci sia un contesto entro cui gli investimenti anche privati vengono ricondotti. Credo che ciò sia possibile”.Quali sono le emergenze di questo territorio

a livello di piani�icazione?

“Da tempo abbiamo individuato la necessi-tà di riequilibrare questo territorio tra i diversi ambiti geogra�ici individuati. C’è una sproporzio-ne, a livello di concentrazione abitativa e di servizi, tra zona montana e collinare e la costa. Va affrontata la salvaguardia e la riquali�icazione dei centri storici, che si svuotano e che non sono più punti di riferimento. Il PTC dovrà individuare carenze e criticità e de�inire le politiche di

sviluppo e di valorizzazione. Quando parliamo di qualità della vita parliamo di mantenimento di servizi in zone collinari e montane, servizi che non debbono essere soppressi; parliamo di mobilità, dicome deve essere.

Il PTC potrà individuare idee che consen-tano collegamenti migliori anche in funzione del turismo. Penso al potenziamento della ferrovia, alla realizzazione di una metropolitana di super-�icie (vecchio, ma tutt'ora attuale, progetto della provincia di Ascoli). Con questa situazione di crisi forse non ci dovremmo nemmeno pensare ma credo che non ci si debba arrendere anche se c’è una politica nazionale che va contro. Bisogna fare il possibile e l’impossibile. Lavoreremo anche per la mobilità dolce, per un piano di piste ciclabili”.

Il PTC si occuperà anche di stabilire i criteri di dimensionamento dei Piani Regolatori con particolare attenzione al contenimento del consumo del suolo, privilegiando il recupero e la riquali�icazione delle aree degradate. Il PTC, in�ine, dovrà anche individuare i criteri localizzativi per interventi di carattere sovra comunale e di grandi strutture, pubbliche e private,come il nuovo ospedale, le vie di grande comunicazione, piste ciclabili, motodromo, ecc. Quindi uno strumento di sviluppo e riequilibrio territoriale ma anche di salvaguardia ambienta-le. Una s�ida ancora tutta da giocare.

Gin

Il 30 dicembre il consiglio provinciale, non senza polemiche per la scelta della data, ha approvato il bilancio di previsione per il nuovo anno. “Abbiamo voluto dare la prova che la provincia c’è e lavora”. L’assessore al bilancio Of�idani, o meglio il super assessore della provincia di Fermo (detiene le deleghe anche dell’urbanistica, edilizia residenziale pubblica, trasporti e viabilità - praticamente l’80% della provincia sta sulle sue spalle) sprizza soddisfa-zione da tutti i pori. “Abbiamo fatto un bilancio con 900.000 euro in meno di trasferimenti mantenendo la capacità di spesa dello scorso anno. Abbiamo fatto fronte alle minori entrate con nuove risorse, tagliando sulle spese di funzionamento e riducendo risorse ad alcuni assessorati”. Quali sono le scelte di fondo?

“Innanzitutto la quali�icazione dell’offerta forma-tiva. Abbiamo accresciuto il contributo all’Euf che passa da 200.000 a 250.000 euro. Investiremo 1.200.000 euro per la sistemazione della nuova sede del liceo pedagogico, ex Ipsia, in modo da completare il polo umanistico con il vicino liceo classico. Abbiamo predisposto investimenti per la messa in sicurezza delle scuole di nostra competenza. In sostanza le risorse per beni e attività culturali sono aumentate rispetto al bilancio precedente”. Quali sono i progetti che vedranno la luce nel

2011?

“Il Museo dell’innovazione tecnologica presso le of�icine storiche del Montani, la ristruttura-zione della casa di Licini, l’organizzazione dell’importante mostra Licini - Morandi per la quale la provincia interverrà con 50.000 euro, il museo della Shoa a Servigliano, la fototeca pro-vinciale di Altidona. Mentre a livello nazionale c’è una sottovalutazione dei beni culturali qui stiamo cercando nei limiti delle possibilità di

recuperare”.E nel campo della formazione?

“Sosteniamo la cassa integrazione in deroga di aziende sotto i 15 dipendenti, work experience con particolare sostegno ai piccoli comuni, corsi di formazione professionale, corsi di quali-�icazione, sostegno alla creazione d’impresa con il progetto Colombo”.Per quanto riguarda le grandi opere?

“Per una concentrazione incredibile di risorse quest’anno andiamo ad appaltare una serie di importanti opere che ci portiamo dietro da anni, pensiamo all’ammodernamento della Valdaso per circa 10.000.000 di euro, la realizzazione del collegamento tra la variante del Ferro e la SP 204 lungo Tenna, circa 5 milioni di appalto, la circonvallazione di Amandola, la Veregrense. Tra le opere non completate 2010 e opere 2011 par-liamo di almeno 32-33 milioni di euro di appalti. Signi�ica dare risposta consistente ai problemi della viabilità signi�ica anche dare lavoro a tante imprese e lavoratori. C’è da aggiungere l’attività di investimento del genio civile: 4 milioni per la sistemazione idrogeologica di �iumi e torrenti”.Lo sforzo per fare un bilancio dignitoso sicura-mente c’è stato, in molti settori, ma è un bilancio che risulta anche molto carente nel campo del turismo, una voce che invece dovrebbe meritare, specie per una provincia come la nostra, più attenzione.

Fatti diPROVINCIA

Fatti diPROVINCIA

a.s.c.d.GISELLE DANZA e MUSICAVia Pasquale Cotechini63822 PORTO S. GIORGIO (FM)Tel: 0734.672051 • [email protected]

31 gennaio 2011STAGE di Modern Jazz

con

Kledi Kadiu

12-13 febbraio 2011STAGE di Modern Jazz

con

Christopher Hugginsballerino Alvin Ailey USA

RenzoOf�idani

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Il ‘Piano’ che può tutto Bilancio, previsione neradi Giuseppe Nuciar i8 La Provincia e lo sviluppo del territorio 8

8 Tante strade, poca promozione 8La vicenda del Motodromo porta prepotentemente alla ribalta il P.T.C, dicasi Piano Territoriale di Coordinamento, vale a dire lo strumento di piani�icazione di area vasta. A parole tutti i sindaci lo vogliono, nella pratica, ce lo insegna la cronaca quotidiana, ogni sindaco pensa al suo orticello. Lo scorso mese di novem-bre il consiglio provinciale ne ha approvato le linee guida.Ne parliamo con l’assessore provinciale

all’urbanistica Renzo Of�idani.

“La provincia ha delle competenze proprie e non ha alcuna intenzione di invadere quelle dei comuni, però ha il compito di gestire l’area vasta, di programmare il territorio . Il PTC dovrà essere il contesto al quale i vari piani regolatori dei comuni debbono fare riferimento. La programmazione urbanistica spetterà poi ai comuni e saranno le Amministrazioni locali a decidere nell’ambito delle norme stabilite insieme. L’elaborazione del PTC credo che debba diventare occasione di partecipazione larga e non solo di addetti ai lavori, occasione di crescita culturale su queste tematiche. Su un punto credo possiamo essere tutti d’accordo: in questa fase di crisi c’è più bisogno di programmazione pubblica. Questo non signi�ica dire no alle opportunità e all’investimento privato. Signi�ica creare le condizioni perché ci sia un contesto entro cui gli investimenti anche privati vengono ricondotti. Credo che ciò sia possibile”.Quali sono le emergenze di questo territorio

a livello di piani�icazione?

“Da tempo abbiamo individuato la necessi-tà di riequilibrare questo territorio tra i diversi ambiti geogra�ici individuati. C’è una sproporzio-ne, a livello di concentrazione abitativa e di servizi, tra zona montana e collinare e la costa. Va affrontata la salvaguardia e la riquali�icazione dei centri storici, che si svuotano e che non sono più punti di riferimento. Il PTC dovrà individuare carenze e criticità e de�inire le politiche di

sviluppo e di valorizzazione. Quando parliamo di qualità della vita parliamo di mantenimento di servizi in zone collinari e montane, servizi che non debbono essere soppressi; parliamo di mobilità, dicome deve essere.

Il PTC potrà individuare idee che consen-tano collegamenti migliori anche in funzione del turismo. Penso al potenziamento della ferrovia, alla realizzazione di una metropolitana di super-�icie (vecchio, ma tutt'ora attuale, progetto della provincia di Ascoli). Con questa situazione di crisi forse non ci dovremmo nemmeno pensare ma credo che non ci si debba arrendere anche se c’è una politica nazionale che va contro. Bisogna fare il possibile e l’impossibile. Lavoreremo anche per la mobilità dolce, per un piano di piste ciclabili”.

Il PTC si occuperà anche di stabilire i criteri di dimensionamento dei Piani Regolatori con particolare attenzione al contenimento del consumo del suolo, privilegiando il recupero e la riquali�icazione delle aree degradate. Il PTC, in�ine, dovrà anche individuare i criteri localizzativi per interventi di carattere sovra comunale e di grandi strutture, pubbliche e private,come il nuovo ospedale, le vie di grande comunicazione, piste ciclabili, motodromo, ecc. Quindi uno strumento di sviluppo e riequilibrio territoriale ma anche di salvaguardia ambienta-le. Una s�ida ancora tutta da giocare.

Gin

Il 30 dicembre il consiglio provinciale, non senza polemiche per la scelta della data, ha approvato il bilancio di previsione per il nuovo anno. “Abbiamo voluto dare la prova che la provincia c’è e lavora”. L’assessore al bilancio Of�idani, o meglio il super assessore della provincia di Fermo (detiene le deleghe anche dell’urbanistica, edilizia residenziale pubblica, trasporti e viabilità - praticamente l’80% della provincia sta sulle sue spalle) sprizza soddisfa-zione da tutti i pori. “Abbiamo fatto un bilancio con 900.000 euro in meno di trasferimenti mantenendo la capacità di spesa dello scorso anno. Abbiamo fatto fronte alle minori entrate con nuove risorse, tagliando sulle spese di funzionamento e riducendo risorse ad alcuni assessorati”. Quali sono le scelte di fondo?

“Innanzitutto la quali�icazione dell’offerta forma-tiva. Abbiamo accresciuto il contributo all’Euf che passa da 200.000 a 250.000 euro. Investiremo 1.200.000 euro per la sistemazione della nuova sede del liceo pedagogico, ex Ipsia, in modo da completare il polo umanistico con il vicino liceo classico. Abbiamo predisposto investimenti per la messa in sicurezza delle scuole di nostra competenza. In sostanza le risorse per beni e attività culturali sono aumentate rispetto al bilancio precedente”. Quali sono i progetti che vedranno la luce nel

2011?

“Il Museo dell’innovazione tecnologica presso le of�icine storiche del Montani, la ristruttura-zione della casa di Licini, l’organizzazione dell’importante mostra Licini - Morandi per la quale la provincia interverrà con 50.000 euro, il museo della Shoa a Servigliano, la fototeca pro-vinciale di Altidona. Mentre a livello nazionale c’è una sottovalutazione dei beni culturali qui stiamo cercando nei limiti delle possibilità di

recuperare”.E nel campo della formazione?

“Sosteniamo la cassa integrazione in deroga di aziende sotto i 15 dipendenti, work experience con particolare sostegno ai piccoli comuni, corsi di formazione professionale, corsi di quali-�icazione, sostegno alla creazione d’impresa con il progetto Colombo”.Per quanto riguarda le grandi opere?

“Per una concentrazione incredibile di risorse quest’anno andiamo ad appaltare una serie di importanti opere che ci portiamo dietro da anni, pensiamo all’ammodernamento della Valdaso per circa 10.000.000 di euro, la realizzazione del collegamento tra la variante del Ferro e la SP 204 lungo Tenna, circa 5 milioni di appalto, la circonvallazione di Amandola, la Veregrense. Tra le opere non completate 2010 e opere 2011 par-liamo di almeno 32-33 milioni di euro di appalti. Signi�ica dare risposta consistente ai problemi della viabilità signi�ica anche dare lavoro a tante imprese e lavoratori. C’è da aggiungere l’attività di investimento del genio civile: 4 milioni per la sistemazione idrogeologica di �iumi e torrenti”.Lo sforzo per fare un bilancio dignitoso sicura-mente c’è stato, in molti settori, ma è un bilancio che risulta anche molto carente nel campo del turismo, una voce che invece dovrebbe meritare, specie per una provincia come la nostra, più attenzione.

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mai l :info@phoneup. i twww.phoneup. i t

hi si aspetta un Di Ruscio con le valigie in mano sbaglia. La sua scrivania è ancora piena zeppa di scartof�ie, di pratiche da chiudere nei prossimi mesi. Mai come adesso è immerso nel lavoro. Deve portare a compimento i suoi progetti. Sa che può contare solo su se stesso, ma non è una novità. C’è abituato. La coalizione che lo sostiene praticamente non esiste più da due anni, dal momento in cui ha deciso di candidarsi a presiden-te della provincia. Fatto che indubbiamente gli ha creato qualche problema politico e operativo. Ha reagito alla dif�icoltà da politico consumato, facendo uscire dalla �inestra le liste civiche il cui contrasto con i ceroniani era insanabile, e varando un monocolore PDL s�idando lo stesso partito a s�iduciarlo. Il futuro politico di Di Ruscio sarà quello di leader dei civici. Ha pronto un nome, forse più di uno, con il quale mettere d’accordo tutta la coalizione, posto che “qualcuno” sia disposto a fare un passo indietro riconoscendo gli errori. Se ciò non avvenisse le civiche correrebbero da sole. Si vocifera su quel Massimo Esperide nominato assessore al traf�ico qualche settimana fa.

Di Ruscio smentisce e parla di un innomina-to candidato di area di sinistra. D’altronde ha smentito la sua candidatura a Sindaco di Fermo sino al giorno prima della scadenza delle candida-ture.

Il futuro politico che preferirebbe sarebbe quello di Presidente del Consiglio comunale, tanto per restare a galla in attesa della candidatura alle elezioni politiche. Il futuro professionale invece sarebbe, a detta di qualcuno, quello di direttore del CIIP, posto che gli ha lasciato in caldo il suo nuovo alleato Alati. Ma lui smentisce anche questo e dice che, caso mai, ritornerà a fare il dirigente del turismo in comune. La cosa che lo ha reso più orgoglioso in questi dieci anni di regno è l’istituzione della provincia di Fermo. “Ci ho lavorato intensamente per tre anni, è e sarà deter-minante per il cambiamento di questo territorio. Il merito, ovviamente, non è solo mio, ma anche di

quanti ci hanno lavorato prima di me”.Allora, dieci anni spesi bene?“Per la città senz’altro”. E per lei? “Anni di grandi soddisfazioni ma anche di privazioni”. Quali sono le opere realizzate che ritiene strategiche per il futuro della città?“Innanzitutto la variante del Ferro, che si inserirà nel progetto della provincia di collegamento rapido con l’entroterra attraverso la mezzina. Oggi la città, grazie a quest’opera, è più accessibi-le”.Opera in verità assai contestata e controver-sa…“L’opera non è stata realizzata a regola d’arte, doveva avere un’inclinazione diversa. Prossimamente verranno realizzate opere di contenimento”.E quindi ci sarà più spesa...“Beh, qual è il problema?”Se l’opera era sbagliata, perché allora è stata collaudata? “…Non l’ho collaudata io, non sono un tecnico”.E poi?“L’altra trasformazione riguarda le zone di Campiglione e Girola che sono diventate il cuore pulsante della nuova provincia di Fermo”.Non si rischia con questa politica di deserti�i-care ancor più il centro storico? Quali misure ha adottato per il contenimento di questo esodo?“Le misure messe in atto vanno dagli investimen-ti strutturali sull’Università, al rilancio dei corsi universitari, dal potenziamento delle attività teatrali e della convegnistica, alla costante attività di animazione sia d’estate che di inverno. Abbiamo sistemato la biblioteca civica e quella universitaria, messo a punto progetti di rilancio museale.” Non tutto però è andato per il verso giusto…“Dove siamo rimasti indietro e avuto dif�icoltà

14 15

è con il project �inancing che doveva servire per migliorare l’accessibilità al centro e come polo di attrazione per il commercio… ”Quali sono le dif�icoltà del centro storico?“Credo siano tutte riconducibili alle attività com-merciali. Al centro storico debbono trovare collo-cazione attività commerciali di alta qualità e non attività simili a quelle del centro commerciale. Il mercato coperto serviva da polo di attrazione in tal senso.” Da cosa è dipeso il fallimento del project?“Non è dipeso dal comune, ma dalle ditte aggiudi-catarie che si sono succedute e che sono andate in liquidazione. Se si mettono insieme l’area mercato coperto, il cinema nuovo, l’area Vallesi, l’ascensore dell’Astoria, il consorzio agrario si ha un quadro completo di come questi interventi erano mirati a migliorare l’accesso e i parcheggi e mettevano a disposizione ulteriori locali per attività commerciali, direzionali e per la residenza. Per il project andremo alla rescissione del contratto in danno. Incamereremo la polizza �ideiussoria di 800 mila euro, probabilmente ci sarà un contenzioso, ma conferiremo l’immobile alla società patrimoniale del comune (come già fatto per il Sagrini) la quale dovrà predisporre un nuovo progetto meno invasivo. Chi verrà dopo troverà la strada spianata”. Altri risultati di cui va �iero?“Abbiamo anche cercato di valorizzare tutte le discipline sportive, anche quelli minori. Abbiamo realizzato 4-5 palestre, completato la pista di atletica... con pistino coperto e tribuna… abbiamo �inanziato con l’assestamento di bilancio anche il rifacimento dell’anello”.E c’è anche il contestato ruzzodromo di Molini il cui costo (600 mila euro) ha destato scandalo… “Al di là della spesa consistente, peraltro ho fatto veri�icare i conti, si tratta di un impianto realizzato su dieci ettari. Non è solo per la ruzzo-la, ma anche per altri sport come il tiro con l’arco, per il ciclismo giovanile. L’anello esterno di circa 2 km consente anche passeggiate… L’abbiamo af�idato in gestione alla società di ruzzola che dovrà curarne l’uso collettivo”. “...Un altro risultato che mi piace evidenziare è l’attività di riquali�icazione svolta nei quartieri per creare un tessuto sociale prima inesistente, attraverso il verde, nuovi impianti sportivi e piazze da Lido 3 Archi a S. Tommaso a Campiglione.”

Quando poi si va a parlare di turismo scatta di nuovo l’orgoglio. È orgoglioso di quanto fatto, dell’interesse che la città di Fermo in questi anni ha suscitato. Ci parla con entusiasmo dei fratelli Taviani che a febbraio verranno a Fermo a girare il loro nuovo �ilm, e resteranno in città per sei settimane. Ci racconta dell’interesse dell’attore Ennio Fantastichini, che ha debuttato con la prima

del suo spettacolo al Teatro dell’Aquila, ad allestire uno spettacolo nelle cisterne romane e poi sciorina i suoi gioielli che a suo dire hanno dato notorietà a Fermo: la trasmissione di Radio Uno “con parole mie”, “tipicità”, i vari articoli apparsi per disparati motivi sulla stampa nazionale, i mondiali di cross . Ma sulle attività culturali riconosce che pur avendo fatto tanto, “la città è viva, ogni settimana ci sono iniziative”…forse è mancato un progetto di fondo… E su cosa punta in questo settore?“Puntiamo molto sui contenitori, sul Fontevecchia con destinazione uf�ici pubblici e culturali, archivio di stato e spazi di accoglienza per le cisterne romane (il progetto è in itinere), sulla sistemazione dei musei. A tal proposito in attesa di �inanziamenti per la sistemazione del piano terra del palazzo dei priori dove avrà sede de�initiva, il museo archeologico tornerà alle piccole cisterne.”In questi anni Lei è stato molto contestato per alcune scelte urbanistiche. L’opposizione ha in particolare criticato l’uso e l’abuso del territorio, dall’area Vallesi ai lotti alberghieri di Casabianca, dal motodromo alla eccessiva urbanizzazione.“Il Prg che stiamo gestendo - tiene a precisare Di Ruscio - è stato adottato dalla giunta Fedeli e lo abbiamo portato a termine con notevoli ridimensionamenti dovuti anche ai tagli fatti dalla provincia di Ascoli. L’area Vallesi prevedeva un parcheggio, oltre al parcheggio noi ci abbiamo fatto le case, e abbiamo ottenuto gratis il parcheggio e messo a disposizione spazi per uf�ici e residenze. L’intervento nel suo complesso poteva essere forse ridimensionato, ma comunque ha creato un collegamento verti-cale vitale per il Corso e per la vita del centro storico”. Sulla questione dei lotti alberghieri di Casabianca precisa che si sta discutendo del passaggio a residenziale a condizione che un lotto e 6 milioni di opere pubbliche vadano al Comune. Se qualcuno è in grado di fare meglio si faccia avanti. Per il motodromo la questione è semplice: se si vuol fare si fa. La posizione della Provincia è scorretta”.

L’intervista scivola via per due ore. Purtroppo non riusciamo a darne conto nella sua interezza. Una conferma però questo incontro ce l’ha data: sono stati anni in cui non si può dire che il Sindaco sia stato con le mani in mano. Alcuni progetti sono stati realizzati, altri progetti sono falliti, per altri si poteva fare meglio ma l’impegno c’è stato. Forse con una idea progettuale di fondo in settori come la cultura e il turismo si sarebbe potuto fare di più. Forse una coalizione amministrativa meno litigiosa avrebbe ottenuto ulteriori risultati.

Giuseppe Nuciari

Fermo

C

INTERVISTAal SindacoFermo

Di Ruscio, dieci anni di lavori e problemi

Page 15: La provincia di fermo.com - Febbraio n. 1

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Di Ruscio smentisce e parla di un innomina-to candidato di area di sinistra. D’altronde ha smentito la sua candidatura a Sindaco di Fermo sino al giorno prima della scadenza delle candida-ture.

Il futuro politico che preferirebbe sarebbe quello di Presidente del Consiglio comunale, tanto per restare a galla in attesa della candidatura alle elezioni politiche. Il futuro professionale invece sarebbe, a detta di qualcuno, quello di direttore del CIIP, posto che gli ha lasciato in caldo il suo nuovo alleato Alati. Ma lui smentisce anche questo e dice che, caso mai, ritornerà a fare il dirigente del turismo in comune. La cosa che lo ha reso più orgoglioso in questi dieci anni di regno è l’istituzione della provincia di Fermo. “Ci ho lavorato intensamente per tre anni, è e sarà deter-minante per il cambiamento di questo territorio. Il merito, ovviamente, non è solo mio, ma anche di

quanti ci hanno lavorato prima di me”.Allora, dieci anni spesi bene?“Per la città senz’altro”. E per lei? “Anni di grandi soddisfazioni ma anche di privazioni”. Quali sono le opere realizzate che ritiene strategiche per il futuro della città?“Innanzitutto la variante del Ferro, che si inserirà nel progetto della provincia di collegamento rapido con l’entroterra attraverso la mezzina. Oggi la città, grazie a quest’opera, è più accessibi-le”.Opera in verità assai contestata e controver-sa…“L’opera non è stata realizzata a regola d’arte, doveva avere un’inclinazione diversa. Prossimamente verranno realizzate opere di contenimento”.E quindi ci sarà più spesa...“Beh, qual è il problema?”Se l’opera era sbagliata, perché allora è stata collaudata? “…Non l’ho collaudata io, non sono un tecnico”.E poi?“L’altra trasformazione riguarda le zone di Campiglione e Girola che sono diventate il cuore pulsante della nuova provincia di Fermo”.Non si rischia con questa politica di deserti�i-care ancor più il centro storico? Quali misure ha adottato per il contenimento di questo esodo?“Le misure messe in atto vanno dagli investimen-ti strutturali sull’Università, al rilancio dei corsi universitari, dal potenziamento delle attività teatrali e della convegnistica, alla costante attività di animazione sia d’estate che di inverno. Abbiamo sistemato la biblioteca civica e quella universitaria, messo a punto progetti di rilancio museale.” Non tutto però è andato per il verso giusto…“Dove siamo rimasti indietro e avuto dif�icoltà

14 15

è con il project �inancing che doveva servire per migliorare l’accessibilità al centro e come polo di attrazione per il commercio… ”Quali sono le dif�icoltà del centro storico?“Credo siano tutte riconducibili alle attività com-merciali. Al centro storico debbono trovare collo-cazione attività commerciali di alta qualità e non attività simili a quelle del centro commerciale. Il mercato coperto serviva da polo di attrazione in tal senso.” Da cosa è dipeso il fallimento del project?“Non è dipeso dal comune, ma dalle ditte aggiudi-catarie che si sono succedute e che sono andate in liquidazione. Se si mettono insieme l’area mercato coperto, il cinema nuovo, l’area Vallesi, l’ascensore dell’Astoria, il consorzio agrario si ha un quadro completo di come questi interventi erano mirati a migliorare l’accesso e i parcheggi e mettevano a disposizione ulteriori locali per attività commerciali, direzionali e per la residenza. Per il project andremo alla rescissione del contratto in danno. Incamereremo la polizza �ideiussoria di 800 mila euro, probabilmente ci sarà un contenzioso, ma conferiremo l’immobile alla società patrimoniale del comune (come già fatto per il Sagrini) la quale dovrà predisporre un nuovo progetto meno invasivo. Chi verrà dopo troverà la strada spianata”. Altri risultati di cui va �iero?“Abbiamo anche cercato di valorizzare tutte le discipline sportive, anche quelli minori. Abbiamo realizzato 4-5 palestre, completato la pista di atletica... con pistino coperto e tribuna… abbiamo �inanziato con l’assestamento di bilancio anche il rifacimento dell’anello”.E c’è anche il contestato ruzzodromo di Molini il cui costo (600 mila euro) ha destato scandalo… “Al di là della spesa consistente, peraltro ho fatto veri�icare i conti, si tratta di un impianto realizzato su dieci ettari. Non è solo per la ruzzo-la, ma anche per altri sport come il tiro con l’arco, per il ciclismo giovanile. L’anello esterno di circa 2 km consente anche passeggiate… L’abbiamo af�idato in gestione alla società di ruzzola che dovrà curarne l’uso collettivo”. “...Un altro risultato che mi piace evidenziare è l’attività di riquali�icazione svolta nei quartieri per creare un tessuto sociale prima inesistente, attraverso il verde, nuovi impianti sportivi e piazze da Lido 3 Archi a S. Tommaso a Campiglione.”

Quando poi si va a parlare di turismo scatta di nuovo l’orgoglio. È orgoglioso di quanto fatto, dell’interesse che la città di Fermo in questi anni ha suscitato. Ci parla con entusiasmo dei fratelli Taviani che a febbraio verranno a Fermo a girare il loro nuovo �ilm, e resteranno in città per sei settimane. Ci racconta dell’interesse dell’attore Ennio Fantastichini, che ha debuttato con la prima

del suo spettacolo al Teatro dell’Aquila, ad allestire uno spettacolo nelle cisterne romane e poi sciorina i suoi gioielli che a suo dire hanno dato notorietà a Fermo: la trasmissione di Radio Uno “con parole mie”, “tipicità”, i vari articoli apparsi per disparati motivi sulla stampa nazionale, i mondiali di cross . Ma sulle attività culturali riconosce che pur avendo fatto tanto, “la città è viva, ogni settimana ci sono iniziative”…forse è mancato un progetto di fondo… E su cosa punta in questo settore?“Puntiamo molto sui contenitori, sul Fontevecchia con destinazione uf�ici pubblici e culturali, archivio di stato e spazi di accoglienza per le cisterne romane (il progetto è in itinere), sulla sistemazione dei musei. A tal proposito in attesa di �inanziamenti per la sistemazione del piano terra del palazzo dei priori dove avrà sede de�initiva, il museo archeologico tornerà alle piccole cisterne.”In questi anni Lei è stato molto contestato per alcune scelte urbanistiche. L’opposizione ha in particolare criticato l’uso e l’abuso del territorio, dall’area Vallesi ai lotti alberghieri di Casabianca, dal motodromo alla eccessiva urbanizzazione.“Il Prg che stiamo gestendo - tiene a precisare Di Ruscio - è stato adottato dalla giunta Fedeli e lo abbiamo portato a termine con notevoli ridimensionamenti dovuti anche ai tagli fatti dalla provincia di Ascoli. L’area Vallesi prevedeva un parcheggio, oltre al parcheggio noi ci abbiamo fatto le case, e abbiamo ottenuto gratis il parcheggio e messo a disposizione spazi per uf�ici e residenze. L’intervento nel suo complesso poteva essere forse ridimensionato, ma comunque ha creato un collegamento verti-cale vitale per il Corso e per la vita del centro storico”. Sulla questione dei lotti alberghieri di Casabianca precisa che si sta discutendo del passaggio a residenziale a condizione che un lotto e 6 milioni di opere pubbliche vadano al Comune. Se qualcuno è in grado di fare meglio si faccia avanti. Per il motodromo la questione è semplice: se si vuol fare si fa. La posizione della Provincia è scorretta”.

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Giuseppe Nuciari

Fermo

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Mentre il centrodestra è nel caos e si parla di tre candidati per la prossima competi-zione elettorale, il centrosinistra, rinvigorito dal positivo risultato delle provinciali, ha da tre mesi fatto la sua scelta , compatto come non mai, puntando su Nella Brambatti. Attualmente presidente del conservatorio, riconfermata per altri tre anni, la Brambatti non è nuova alla scena politica, anche se ha vissuto per diversi anni fuori Fermo. È stata assessore alla cultura nella giunta Emiliani e poi nella giunta Fedeli, dopo l’abbandono del prof. Catani, ritirandosi anticipatamente per divergenze di carattere politico-amministrativo. “Quando si è nella pubblica amministrazione bisogna tenere a mente gli obiettivi della comunità. In quella fase - racconta la Brambatti - mi sono trovata in disaccordo con il direttore del Teatro e sull’investimento per lo stadio Recchioni che comportava oneri enormi per il bilancio e comprometteva altre scelte e servizi”. Fatto questo che probabilmente, visto come sono andate le cose successivamente, ha portato i partiti allora critici con Fedeli, a sostenere immediatamente la candidatura Brambatti. Non c’è stato bisogno di primarie. Tra la rosa di candidati scaturita dai circoli del PD i partiti della coalizione non hanno avuto tentennamen-ti ed hanno scelto lei, togliendo le castagne dal fuoco al PD per il quale le primarie sarebbero state una carne�icina.

Un carattere deciso, caparbio ma a volte sognatore, quasi fosse estranea alla politica. Chiediamo alla Brambatti un giudizio sui dieci anni di Di Ruscio. Confessa di aver vissuto il periodo in maniera parziale essendosi trasferi-ta per diversi anni a Napoli. Alla domanda se ha trovato la città cambiata risponde che “la città poteva essere più pronta ad accogliere la provincia anche sotto il pro�ilo dei servizi”. “Fermo - a suo avviso - deve recuperare il ruolo di capoluogo di provincia perché al momento non si percepisce. Non perché debba emergere ma perché deve essere un punto di riferimento sotto il pro�ilo culturale”.

È dif�icile riuscire a parlare di program-

mi e cose concrete, dato che proprio in queste settimane i partiti della coalizione sono indaffarati a discuterne nel tentativo di elaborarne le linee guida. Sollecitata, la Brambatti qualcosa vuole puntualizzare. “C’è da risolvere con priorità la questione attinente al centro storico in particolare il mercato coperto, la rivitalizzazione dei contenitori culturali. C’è la necessità di incentivare la residenza nel centro storico e lo sviluppo di attività commerciali. Vorrei un centro storico più vitale, senza serrande chiuse, che stimoli alla presenza, pronto ad accogliere”. “Punteremo molto sulle politiche giovanili cercando di recuperare spazi per i giovani, favorendo punti di incontro per iniziative e attività nel contesto del centro storico. Abbiamo l’idea di recuperare l’attuale area Steat che può diventare, proprio per la posizio-ne attigua a due importanti istituti scolastici, un importante contenitore culturale per i giovani. Turismo e cultura debbono coniugarsi. Il concetto di cultura deve andare oltre le proposte culturali. La cultura passa attraverso il rispetto della città, del territorio e dell’ambiente, che se viene massacrato diventa meno appetibile dal lato turistico. Penso ad un centro storico più dinamico. I turisti debbono trovare servizi di accoglienza che ora non ci sono. Penso ad una amministrazione attenta alle proposte culturali che vengono dal territo-rio. Penso ad una cultura fatta non di cose eclatanti dai grandi costi ma ad un progetto di spessore che migliori la qualità della vita, che coinvolga anche investimenti privati. Penso anche ad una Città solidale, attenta ai bisogni delle fasce più deboli, alle nuove povertà, ai giovani senza lavoro. Penso ad una sorta di mutuo soccorso, alla banca del tempo, insomma ad un progetto di condivisione che unisca la Città”.

Insomma, ci troviamo ancora nella fase delle enunciazione di principio. Ma una cosa è già chiara. Il centro sinistra punterà molto sulla cultura. Seguiremo nelle prossime settimane lo sviluppo delle proposte non solo del centro sinistra, ma di tutte le liste in lizza facendoci promotori di un confronto tra candidati... quando questi effettivamente ci saranno.

GiN

16 17

Fermo

Con il Super8 di Campiglione inaugurato in fretta e furia alla vigilia di Natale tanto da scordarsi i parcheggi, sono tre le multisale che si contendono il mercato del cinema nella provincia di Fermo. Nove sale il Multiplex Giometti di Porto Sant’Elpidio, 8 sale il super 8 targato Perugini, tre schermi il Multisala Moderno di Servigliano, unica struttura inserita nel contesto urbano della città. Il tutto in un raggio di appena 40 km. Chissà quale e quanta offerta… si penserà. Invece no, i �ilm proiet-tati contemporaneamente in ciascuna delle tre multisale sono sempre gli stessi, più o meno. Vige la dura legge delle grandi distribuzioni. Non si vedranno grandi �ilms ma si possono vedere anche a prezzi stracciati. La politica dei grandi colossi è quella di fare i numeri e per fare questo abbassano vertiginosamente i prezzi, praticano offerte speciali per uomini, donne, scapoli e ammogliati nei giorni feriali.

Anche se poi oltre al biglietto si acquista il pop corn, il caffè, la pizza, la bibita, e la spesa �inale non è poi così ridotta. L’apertura del Super8 al momento non ha creato eccessivi problemi per le altre sale. Sembra che il numero complessivo degli spettatori nel territorio, nel periodo natalizio, sia aumentato. Ma è molto presto per fare un’analisi del fenomeno. Il pubblico si deve ancora abituare alla nuova struttura.

Nel territorio della provincia restano in vita: la Sala degli artisti di Fermo, gestita dalla Maxman, una brillante cooperativa di giovani, dall’ottobre 2009, il cinema La Perla di Montegranaro gestito dalla ditta Verolini, il cinema Arlecchino di Monte Urano, avamposto sul territorio della ditta Giometti e il cinema di Amandola, gestito dal titolare della multisala di Servigliano. Non risponde all’appello invece il cinema Cicconi di SEM.

Il fatto di praticare nei festivi prezzi più bassi rispetto alle multisale non basta a fare pubblico. Si regge abbastanza bene la Sala degli artisti che punta ad una programmazione di qualità, sia nei feriali che nei festivi. Ormai, dopo un anno, ha un suo pubblico che gli consente di barcamenarsi e attutire il colpo derivato dalla recente apertura del Super8. Gli altri cinema “cittadini” che puntano ad una programmazione popolare per il �ine settimana e ai cicli d’essai periodici sostenuti dai comuni si reggono però a mala pena.

Il futuro delle sale dei piccoli comuni è un punto interrogativo e chiama necessariamente in causa l’ente pubblico. Senza l’intervento e il

sostegno �inanziario dei comuni e della provincia o di privati illuminati e senza un solido progetto culturale di rete, ben presto i gestori potrebbero restituire le chiavi ai comuni. I centri storici perderanno un altro pezzettino di storia e di socialità a bene�icio delle periferie, ormai diventa-te i nuovi veri centri delle città. Qualche prospetti-va positiva però sta maturando nel capoluogo. La Provincia cerca i �inanziamenti per la ristruttura-zione del teatrino del Montani ricorrendo al bando della Telecom per una destinazione polifunziona-le, come polifunzionale sarà l’auditorium che verrà realizzato da Nero Giardini sulle ceneri dell’Helios. Anch’esso potrebbe infatti essere destinato a seconda sala cinematogra�ica cittadi-na. Ma c’è anche l’idea di prevedere un’altra sala nel nuovo progetto del mercato coperto. Se son rose... �ioriranno.

È tutto un cinema!di Giuseppe Nuciar i

La Maxman ha ereditato dalla soc. Desideri una sala tecnicamente quasi abbandonata e nel corso dell’anno di gestione è riuscita a digitalizzare la sala cambiando anche schermo e audio. Ora La Sala degli artisti, che in poco più di un anno ha visto la presenza di 20.000 spettatori, ha la possibilità di offrire al pubblico Fermano una sala che non è solo cinema, potendo proiettare anche in digitale. La Digitalizzazione permetterà infatti di proiettare dirette di concerti di musica classica e non solo. Nei prossimi mesi verrà riquali�icato l’ingresso che andrà ad ospitare un'esposizione permanente di foto di Mario Dondero sul cinema.

“Nel breve periodo della nostra gestione - ci dice Paolo De Paolis. uno dei soci della Maxman - siamo riusciti a far incontrare il pubblico Fermano con diversi e affermati registi: Renato De Maria per “La prima linea”; Giorgio Diritti per “L’uomo che verrà”; Fredo Valla per “Il vento fa il suo giro”; Lucio Pellegrini per “Figli delle stelle”; Ascanio Celestini per “La pecora nera” Abbiamo attivato convenzioni con varie associazioni fermane dal CAI, al FAI, a Italia Nostra e Società Operaia. La sala ha aderito al Davide di Donatello giovani. Abbiamo attivato il progetto Scuole al cinema con le proiezioni al mattino per le scuole di Fermo. In estate è stata realizzata l’arena estiva alla Casina delle Rose che ha avuto un gran riscontro sia di pubblico che di consensi da parte di tutti, riprendendo una positiva esperienza di venti anni fa”.

Sala degli Artistiimportanti novità

A r ischio i p iccol i Comuni

Il programma non c’è, le idee sì:

“Punto su giovani e cultura”

FermoINTERVISTA

a Nella BRAMBATTIa Nella BRAMBATTIa Nella BRAMBATTIa Nella BRAMBATTIcandidata del centro sinistra a Sindaco di Fermo

Page 17: La provincia di fermo.com - Febbraio n. 1

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Mentre il centrodestra è nel caos e si parla di tre candidati per la prossima competi-zione elettorale, il centrosinistra, rinvigorito dal positivo risultato delle provinciali, ha da tre mesi fatto la sua scelta , compatto come non mai, puntando su Nella Brambatti. Attualmente presidente del conservatorio, riconfermata per altri tre anni, la Brambatti non è nuova alla scena politica, anche se ha vissuto per diversi anni fuori Fermo. È stata assessore alla cultura nella giunta Emiliani e poi nella giunta Fedeli, dopo l’abbandono del prof. Catani, ritirandosi anticipatamente per divergenze di carattere politico-amministrativo. “Quando si è nella pubblica amministrazione bisogna tenere a mente gli obiettivi della comunità. In quella fase - racconta la Brambatti - mi sono trovata in disaccordo con il direttore del Teatro e sull’investimento per lo stadio Recchioni che comportava oneri enormi per il bilancio e comprometteva altre scelte e servizi”. Fatto questo che probabilmente, visto come sono andate le cose successivamente, ha portato i partiti allora critici con Fedeli, a sostenere immediatamente la candidatura Brambatti. Non c’è stato bisogno di primarie. Tra la rosa di candidati scaturita dai circoli del PD i partiti della coalizione non hanno avuto tentennamen-ti ed hanno scelto lei, togliendo le castagne dal fuoco al PD per il quale le primarie sarebbero state una carne�icina.

Un carattere deciso, caparbio ma a volte sognatore, quasi fosse estranea alla politica. Chiediamo alla Brambatti un giudizio sui dieci anni di Di Ruscio. Confessa di aver vissuto il periodo in maniera parziale essendosi trasferi-ta per diversi anni a Napoli. Alla domanda se ha trovato la città cambiata risponde che “la città poteva essere più pronta ad accogliere la provincia anche sotto il pro�ilo dei servizi”. “Fermo - a suo avviso - deve recuperare il ruolo di capoluogo di provincia perché al momento non si percepisce. Non perché debba emergere ma perché deve essere un punto di riferimento sotto il pro�ilo culturale”.

È dif�icile riuscire a parlare di program-

mi e cose concrete, dato che proprio in queste settimane i partiti della coalizione sono indaffarati a discuterne nel tentativo di elaborarne le linee guida. Sollecitata, la Brambatti qualcosa vuole puntualizzare. “C’è da risolvere con priorità la questione attinente al centro storico in particolare il mercato coperto, la rivitalizzazione dei contenitori culturali. C’è la necessità di incentivare la residenza nel centro storico e lo sviluppo di attività commerciali. Vorrei un centro storico più vitale, senza serrande chiuse, che stimoli alla presenza, pronto ad accogliere”. “Punteremo molto sulle politiche giovanili cercando di recuperare spazi per i giovani, favorendo punti di incontro per iniziative e attività nel contesto del centro storico. Abbiamo l’idea di recuperare l’attuale area Steat che può diventare, proprio per la posizio-ne attigua a due importanti istituti scolastici, un importante contenitore culturale per i giovani. Turismo e cultura debbono coniugarsi. Il concetto di cultura deve andare oltre le proposte culturali. La cultura passa attraverso il rispetto della città, del territorio e dell’ambiente, che se viene massacrato diventa meno appetibile dal lato turistico. Penso ad un centro storico più dinamico. I turisti debbono trovare servizi di accoglienza che ora non ci sono. Penso ad una amministrazione attenta alle proposte culturali che vengono dal territo-rio. Penso ad una cultura fatta non di cose eclatanti dai grandi costi ma ad un progetto di spessore che migliori la qualità della vita, che coinvolga anche investimenti privati. Penso anche ad una Città solidale, attenta ai bisogni delle fasce più deboli, alle nuove povertà, ai giovani senza lavoro. Penso ad una sorta di mutuo soccorso, alla banca del tempo, insomma ad un progetto di condivisione che unisca la Città”.

Insomma, ci troviamo ancora nella fase delle enunciazione di principio. Ma una cosa è già chiara. Il centro sinistra punterà molto sulla cultura. Seguiremo nelle prossime settimane lo sviluppo delle proposte non solo del centro sinistra, ma di tutte le liste in lizza facendoci promotori di un confronto tra candidati... quando questi effettivamente ci saranno.

GiN

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Fermo

Con il Super8 di Campiglione inaugurato in fretta e furia alla vigilia di Natale tanto da scordarsi i parcheggi, sono tre le multisale che si contendono il mercato del cinema nella provincia di Fermo. Nove sale il Multiplex Giometti di Porto Sant’Elpidio, 8 sale il super 8 targato Perugini, tre schermi il Multisala Moderno di Servigliano, unica struttura inserita nel contesto urbano della città. Il tutto in un raggio di appena 40 km. Chissà quale e quanta offerta… si penserà. Invece no, i �ilm proiet-tati contemporaneamente in ciascuna delle tre multisale sono sempre gli stessi, più o meno. Vige la dura legge delle grandi distribuzioni. Non si vedranno grandi �ilms ma si possono vedere anche a prezzi stracciati. La politica dei grandi colossi è quella di fare i numeri e per fare questo abbassano vertiginosamente i prezzi, praticano offerte speciali per uomini, donne, scapoli e ammogliati nei giorni feriali.

Anche se poi oltre al biglietto si acquista il pop corn, il caffè, la pizza, la bibita, e la spesa �inale non è poi così ridotta. L’apertura del Super8 al momento non ha creato eccessivi problemi per le altre sale. Sembra che il numero complessivo degli spettatori nel territorio, nel periodo natalizio, sia aumentato. Ma è molto presto per fare un’analisi del fenomeno. Il pubblico si deve ancora abituare alla nuova struttura.

Nel territorio della provincia restano in vita: la Sala degli artisti di Fermo, gestita dalla Maxman, una brillante cooperativa di giovani, dall’ottobre 2009, il cinema La Perla di Montegranaro gestito dalla ditta Verolini, il cinema Arlecchino di Monte Urano, avamposto sul territorio della ditta Giometti e il cinema di Amandola, gestito dal titolare della multisala di Servigliano. Non risponde all’appello invece il cinema Cicconi di SEM.

Il fatto di praticare nei festivi prezzi più bassi rispetto alle multisale non basta a fare pubblico. Si regge abbastanza bene la Sala degli artisti che punta ad una programmazione di qualità, sia nei feriali che nei festivi. Ormai, dopo un anno, ha un suo pubblico che gli consente di barcamenarsi e attutire il colpo derivato dalla recente apertura del Super8. Gli altri cinema “cittadini” che puntano ad una programmazione popolare per il �ine settimana e ai cicli d’essai periodici sostenuti dai comuni si reggono però a mala pena.

Il futuro delle sale dei piccoli comuni è un punto interrogativo e chiama necessariamente in causa l’ente pubblico. Senza l’intervento e il

sostegno �inanziario dei comuni e della provincia o di privati illuminati e senza un solido progetto culturale di rete, ben presto i gestori potrebbero restituire le chiavi ai comuni. I centri storici perderanno un altro pezzettino di storia e di socialità a bene�icio delle periferie, ormai diventa-te i nuovi veri centri delle città. Qualche prospetti-va positiva però sta maturando nel capoluogo. La Provincia cerca i �inanziamenti per la ristruttura-zione del teatrino del Montani ricorrendo al bando della Telecom per una destinazione polifunziona-le, come polifunzionale sarà l’auditorium che verrà realizzato da Nero Giardini sulle ceneri dell’Helios. Anch’esso potrebbe infatti essere destinato a seconda sala cinematogra�ica cittadi-na. Ma c’è anche l’idea di prevedere un’altra sala nel nuovo progetto del mercato coperto. Se son rose... �ioriranno.

È tutto un cinema!di Giuseppe Nuciar i

La Maxman ha ereditato dalla soc. Desideri una sala tecnicamente quasi abbandonata e nel corso dell’anno di gestione è riuscita a digitalizzare la sala cambiando anche schermo e audio. Ora La Sala degli artisti, che in poco più di un anno ha visto la presenza di 20.000 spettatori, ha la possibilità di offrire al pubblico Fermano una sala che non è solo cinema, potendo proiettare anche in digitale. La Digitalizzazione permetterà infatti di proiettare dirette di concerti di musica classica e non solo. Nei prossimi mesi verrà riquali�icato l’ingresso che andrà ad ospitare un'esposizione permanente di foto di Mario Dondero sul cinema.

“Nel breve periodo della nostra gestione - ci dice Paolo De Paolis. uno dei soci della Maxman - siamo riusciti a far incontrare il pubblico Fermano con diversi e affermati registi: Renato De Maria per “La prima linea”; Giorgio Diritti per “L’uomo che verrà”; Fredo Valla per “Il vento fa il suo giro”; Lucio Pellegrini per “Figli delle stelle”; Ascanio Celestini per “La pecora nera” Abbiamo attivato convenzioni con varie associazioni fermane dal CAI, al FAI, a Italia Nostra e Società Operaia. La sala ha aderito al Davide di Donatello giovani. Abbiamo attivato il progetto Scuole al cinema con le proiezioni al mattino per le scuole di Fermo. In estate è stata realizzata l’arena estiva alla Casina delle Rose che ha avuto un gran riscontro sia di pubblico che di consensi da parte di tutti, riprendendo una positiva esperienza di venti anni fa”.

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Il programma non c’è, le idee sì:

“Punto su giovani e cultura”

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a Nella BRAMBATTIcandidata del centro sinistra a Sindaco di Fermo

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Centro; S������

...il vestiario pensatoper le scuole di danza

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Centro

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Fermo

8 Tiene banco la questione Del Bianco 8

Nel 2008, dopo quasi 15 anni di governo di centrosinistra, Montegiorgio decide di voltare pagina e consegna l'Amministrazione cittadina ad una lista civica di centrodestra. Complici di questo avvenimento due fattori di non poco conto: il candidato Sindaco del centrodestra e quindi attuale primo cittadino di Montegiorgio, Armando Benedetti, è uno stimato Medico che nel corso della sua lunga carriera ha curato non pochi concittadini e l'altro fattore da non sottovalutare è stato il tentennamento del Sindaco uscente, Luciano Achilli, sulla sua ricandidatura prima e sulla composizione della lista poi. A conti fatti, la lista capitanata dal dott. Benedetti è uscita trionfante dalle consultazioni amministrative, con uno stacco sugli avversari di oltre 700 voti...un vero e proprio trionfo! Ma, un po' com'è successo a Berlusconi, nonostante una larga maggioranza, i guai sono cominciati �in da subito per la Giunta Benedetti-Liberati (come ama de�inirla l'opposizione), allorquando, a pochi mesi dalle elezioni, tre consiglieri di maggioranza, Belleggia, Mariani e Pompa, decidono di fare gruppo a sé e di seguire i lavori consiliari da indipendenti, decidendo di volta in volta se e con chi votare, con la maggioranza o con l'opposizione. Il motivo del contendere è senz'altro il trattamento riservato ad uno dei tre, Giorgio Mariani, che dopo essere stato nominato Assessore ai Lavori Pubblici (dato

anche l'altissimo numero di preferenze ricevu-te), viene “fatto fuori” e sostituito da Silvia Del Bianco, che subentra nelle deleghe. La recente polemica politica, tra l'altro, riguarda proprio lei, l'Assessore Del Bianco, dimessasi qualche giorno fa da consigliere comunale “per motivi personali”e surrogata, ma disponibile però a rimanere come assessore esterno. Al momento la poltrona è vuota. Il sindaco Benedetti aveva tutta l’intenzione di nominarla ma ci dicono che stia tentennando per il gran casino che la vicenda ha causato. Il Partito Democratico di Montegiorgio si domanda come mai i “motivi personali” che non consentono alla Del Bianco di svolgere il suo ruolo da consigliere comunale non sono però d'intralcio allo svolgimento del pur impegnativo ruolo di assessore. Il sospetto dell’opposizione è che dietro tutto questo ci sia in realtà la questione Edilmare (ex consorzio), che da un anno deve essere discussa e votata in consiglio ma che puntualmente è stata rimanda-ta in quanto, dati i numeri risicati della maggio-ranza e con l'assessore Del Bianco che non poteva votare in quanto all’epoca facente parte dello studio di progettazione, la Giunta avrebbe rischiato di andare sotto. Anche il recupero della Tarsu 2004-2005 ha creato all’Amministrazione non poche �ibrillazioni, costretta alla �ine, dopo proteste e contestazioni, a togliere le sanzioni e gli interessi inizialmente richiesti.

Altra questione in ballo, la ventilata istallazione di un'antenna di telefonia mobile nel pieno centro di Piane di Montegiorgio, che ha fatto letteralmente imbestialire i residenti e ha portato alla nascita di un comitato ad hoc che, per il momento, ha ottenuto il risultato di blocca-re tutto.

Dulcis in fundo la questione ospedale. Il PD lamenta incontri e accordi segreti tra il sindaco e la Asl per deciderne il futuro. “Abbiamo subito fatto richiesta di un consiglio comunale aperto- dice Massimiliano Gentili- perché non si può pensare di gestire la questione sanità senza alcun confronto con i cittadini e con i Sindaci dei comuni limitro�i, interessati anch'essi al futuro del nosocomio territoriale. È da settembre che aspettiamo la convocazione, invano. Ci siamo dovuti rivolgere al Prefetto”.

Fino a una ventina di anni fa il valore attrattivo dei centri storici di città medio piccole si misurava anche sul piano commerciale. C'era chi dai paesi del circondario subiva il fascino del negozio di città dov’era facile trovare qualità e varietà. L'avvento della grande distribuzione con i mega centri commerciali ha messo in crisi questo scenario. Anche a Fermo.

Un tempo in “Piazza” si andava per lo “struscio” e si faticava a camminare. Da anni non è più così. A volte si ha l'illusione di poter inverti-re la rotta con eventi che attraggono migliaia di persone: “notti bianche”, grandi concerti, “mercatino del giovedì”… Ma, appunto, è un'illu-sione: a questi “inneschi” non si è stati capaci di dare, negli anni, una continuità strutturale. Il tentativo di far attecchire l'idea del centro commerciale “naturale” non ha sortito effetti.

Il “grande assente” in questo quadro è un progetto complessivo di rilancio del centro storico per troppo tempo camuffato sotto le insegne del project �inancing di Piazzale Azzoli-no: doveva essere la chiave per far ripartire commercialmente il cuore della città e invece si è rivelato un �lop per l'amministrazione Di Ruscio. Da qualche parte in Comune c’è un plastico che racconta un pezzo di città che non esiste. Ancor più tristemente, sono stati appesi per anni cartelli che annunciavano l'avvio dei lavori. Poi la pletora delle dichiarazioni che, data per certa la realizzazione del project �inancing, si sono trascinate �ino all’epilogo che tutti conosciamo.

Ma se parliamo di un “morto” che in realtà non è mai nato, di “cadaveri” veri e propri ce ne sono altri, forse più imbarazzanti: come de�inire

altrimenti il terminal del maxi parcheggio eredità della giunta Fedeli? È tollerabile che una struttura costata milioni alla collettività sia lasciata in completo abbandono? Perché in dieci anni non si è trovata una soluzione? Da lì avrebbe dovuto partire l’impianto di risalita tramite scale mobili e ascensori che continua ad essere utopia per Fermo. Il palliativo dell'ascen-sore a ridosso dell'Hotel Astoria, scollegato com'è da un'area di ampi parcheggi, sembra un ripiego inutile e costoso.

D'altra parte, le annunciate griffe della moda che dovrebbero aprire in Centro per rilanciarne la vocazione commerciale, non si vedono. Sopravvivono solo alcuni negozi, più che altro per mancanza di alternative. Il centro commerciale “naturale” non è decollato e tante questioni, come il rilancio del mercato del sabato, rimangono irrisolte. Né servono a far chiarezza le boutade improvvisate tipo l'idea di una copertura della “Piazza” per favorire l'organizzazione di eventi nel periodo invernale. Insomma, tanta confusione e poche idee.

Quel che serve è un progetto di rilancio del Centro che coniughi strutture, cultura, turismo, eventi e commercio in un circuito virtuoso per far si che l'appetibilità degli investi-menti commerciali e residenziali nel cuore della città torni ad esser concreta. Ricominciamo dal centro storico ma non dimentichiamoci tutto il resto, una città con i suoi quartieri dove i proble-mi del commercio sono spesso analoghi e dove, a volte, si evidenzia una vitalità che lascia ben sperare: Piazzetta docet.

Carlo Pagliacci

Commercio in estinzione? Giunta nell’occhio del ciclone

Montegiorgio

Il sindacoBenedetti

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Fermo

8 Tiene banco la questione Del Bianco 8

Nel 2008, dopo quasi 15 anni di governo di centrosinistra, Montegiorgio decide di voltare pagina e consegna l'Amministrazione cittadina ad una lista civica di centrodestra. Complici di questo avvenimento due fattori di non poco conto: il candidato Sindaco del centrodestra e quindi attuale primo cittadino di Montegiorgio, Armando Benedetti, è uno stimato Medico che nel corso della sua lunga carriera ha curato non pochi concittadini e l'altro fattore da non sottovalutare è stato il tentennamento del Sindaco uscente, Luciano Achilli, sulla sua ricandidatura prima e sulla composizione della lista poi. A conti fatti, la lista capitanata dal dott. Benedetti è uscita trionfante dalle consultazioni amministrative, con uno stacco sugli avversari di oltre 700 voti...un vero e proprio trionfo! Ma, un po' com'è successo a Berlusconi, nonostante una larga maggioranza, i guai sono cominciati �in da subito per la Giunta Benedetti-Liberati (come ama de�inirla l'opposizione), allorquando, a pochi mesi dalle elezioni, tre consiglieri di maggioranza, Belleggia, Mariani e Pompa, decidono di fare gruppo a sé e di seguire i lavori consiliari da indipendenti, decidendo di volta in volta se e con chi votare, con la maggioranza o con l'opposizione. Il motivo del contendere è senz'altro il trattamento riservato ad uno dei tre, Giorgio Mariani, che dopo essere stato nominato Assessore ai Lavori Pubblici (dato

anche l'altissimo numero di preferenze ricevu-te), viene “fatto fuori” e sostituito da Silvia Del Bianco, che subentra nelle deleghe. La recente polemica politica, tra l'altro, riguarda proprio lei, l'Assessore Del Bianco, dimessasi qualche giorno fa da consigliere comunale “per motivi personali”e surrogata, ma disponibile però a rimanere come assessore esterno. Al momento la poltrona è vuota. Il sindaco Benedetti aveva tutta l’intenzione di nominarla ma ci dicono che stia tentennando per il gran casino che la vicenda ha causato. Il Partito Democratico di Montegiorgio si domanda come mai i “motivi personali” che non consentono alla Del Bianco di svolgere il suo ruolo da consigliere comunale non sono però d'intralcio allo svolgimento del pur impegnativo ruolo di assessore. Il sospetto dell’opposizione è che dietro tutto questo ci sia in realtà la questione Edilmare (ex consorzio), che da un anno deve essere discussa e votata in consiglio ma che puntualmente è stata rimanda-ta in quanto, dati i numeri risicati della maggio-ranza e con l'assessore Del Bianco che non poteva votare in quanto all’epoca facente parte dello studio di progettazione, la Giunta avrebbe rischiato di andare sotto. Anche il recupero della Tarsu 2004-2005 ha creato all’Amministrazione non poche �ibrillazioni, costretta alla �ine, dopo proteste e contestazioni, a togliere le sanzioni e gli interessi inizialmente richiesti.

Altra questione in ballo, la ventilata istallazione di un'antenna di telefonia mobile nel pieno centro di Piane di Montegiorgio, che ha fatto letteralmente imbestialire i residenti e ha portato alla nascita di un comitato ad hoc che, per il momento, ha ottenuto il risultato di blocca-re tutto.

Dulcis in fundo la questione ospedale. Il PD lamenta incontri e accordi segreti tra il sindaco e la Asl per deciderne il futuro. “Abbiamo subito fatto richiesta di un consiglio comunale aperto- dice Massimiliano Gentili- perché non si può pensare di gestire la questione sanità senza alcun confronto con i cittadini e con i Sindaci dei comuni limitro�i, interessati anch'essi al futuro del nosocomio territoriale. È da settembre che aspettiamo la convocazione, invano. Ci siamo dovuti rivolgere al Prefetto”.

Fino a una ventina di anni fa il valore attrattivo dei centri storici di città medio piccole si misurava anche sul piano commerciale. C'era chi dai paesi del circondario subiva il fascino del negozio di città dov’era facile trovare qualità e varietà. L'avvento della grande distribuzione con i mega centri commerciali ha messo in crisi questo scenario. Anche a Fermo.

Un tempo in “Piazza” si andava per lo “struscio” e si faticava a camminare. Da anni non è più così. A volte si ha l'illusione di poter inverti-re la rotta con eventi che attraggono migliaia di persone: “notti bianche”, grandi concerti, “mercatino del giovedì”… Ma, appunto, è un'illu-sione: a questi “inneschi” non si è stati capaci di dare, negli anni, una continuità strutturale. Il tentativo di far attecchire l'idea del centro commerciale “naturale” non ha sortito effetti.

Il “grande assente” in questo quadro è un progetto complessivo di rilancio del centro storico per troppo tempo camuffato sotto le insegne del project �inancing di Piazzale Azzoli-no: doveva essere la chiave per far ripartire commercialmente il cuore della città e invece si è rivelato un �lop per l'amministrazione Di Ruscio. Da qualche parte in Comune c’è un plastico che racconta un pezzo di città che non esiste. Ancor più tristemente, sono stati appesi per anni cartelli che annunciavano l'avvio dei lavori. Poi la pletora delle dichiarazioni che, data per certa la realizzazione del project �inancing, si sono trascinate �ino all’epilogo che tutti conosciamo.

Ma se parliamo di un “morto” che in realtà non è mai nato, di “cadaveri” veri e propri ce ne sono altri, forse più imbarazzanti: come de�inire

altrimenti il terminal del maxi parcheggio eredità della giunta Fedeli? È tollerabile che una struttura costata milioni alla collettività sia lasciata in completo abbandono? Perché in dieci anni non si è trovata una soluzione? Da lì avrebbe dovuto partire l’impianto di risalita tramite scale mobili e ascensori che continua ad essere utopia per Fermo. Il palliativo dell'ascen-sore a ridosso dell'Hotel Astoria, scollegato com'è da un'area di ampi parcheggi, sembra un ripiego inutile e costoso.

D'altra parte, le annunciate griffe della moda che dovrebbero aprire in Centro per rilanciarne la vocazione commerciale, non si vedono. Sopravvivono solo alcuni negozi, più che altro per mancanza di alternative. Il centro commerciale “naturale” non è decollato e tante questioni, come il rilancio del mercato del sabato, rimangono irrisolte. Né servono a far chiarezza le boutade improvvisate tipo l'idea di una copertura della “Piazza” per favorire l'organizzazione di eventi nel periodo invernale. Insomma, tanta confusione e poche idee.

Quel che serve è un progetto di rilancio del Centro che coniughi strutture, cultura, turismo, eventi e commercio in un circuito virtuoso per far si che l'appetibilità degli investi-menti commerciali e residenziali nel cuore della città torni ad esser concreta. Ricominciamo dal centro storico ma non dimentichiamoci tutto il resto, una città con i suoi quartieri dove i proble-mi del commercio sono spesso analoghi e dove, a volte, si evidenzia una vitalità che lascia ben sperare: Piazzetta docet.

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Il sindacoBenedetti

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Monte Urano Montegranaro

8 Corradi: “La Provincia ci lasci liberi” 8

Qui s ì che“ci sto bene”

Le vicende del centro sinistra sono stori-camente contraddistinte, a livello nazionale come in quello locale, da frequenti momenti di tensione e divisione. Ma quando l’11 gennaio è apparsa la notizia che “la giunta Monte Urano inciampa sulla gestione del servizio pubblicità e pubbliche af�is-sioni” e, ancora, “Il voto contrario espresso dall’assessore Romolo Corradi rischia di creare delle fratture all’interno della maggioranza” i cit-

tadini sono rimasti interdetti. Come era possibile un simile fatto a Monte Urano, vera e propria roc-caforte “rossa”, da sempre immune a polemiche e ribaltoni? E poi proprio l'assessore all'urbanistica Corradi, uomo simbolo di continuità con ben 12 anni di assessorato alle spalle? Urgeva un incontro chiari�icatore con il protagonista che, interpellato, ha subito abbassato i toni: “La decisione di proro-gare il contratto per il servizio pubblicità e pubbli-che af�issioni con l'Aipa per ulteriori sei mesi mi ha visto in dissenso non per il rinnovo in quanto tale ma per le modalità impiegate per giungere a questa decisione”.

Solo una questione di metodo quindi e nessun malessere all'interno della maggioranza che, anzi, “tutta compatta ha raggiunto un risultato straordinario: il completamento e l'attivazione di un impianto fotovoltaico”. Attraverso un �inanzia-mento di 4milioni di euro, reperito attraverso un leasing, l'amministrazione ha infatti dapprima af-�ittato un terreno in zona San Giovanni (nei pressi della località Triangolo) e poi af�idato in appalto a una ditta privata la costruzione di un impianto da 1 mega watt, consegnato entro il termine del 31 di-cembre. L'impianto, attualmente in fase di attiva-zione, consentirà al comune un introito annuo di circa 300mila euro al netto dei costi dovuti a lea-sing, af�itto terreno e manutenzione per 20 anni (la durata media della ef�icacia di un impianto). “Si tratta di un'operazione importante ambientale ed economica che ha generato una sorta di volano per il territorio - spiega Corradi -. Molti cittadini hanno installato piccoli impianti, la boccio�ila ha sostitui-to il tetto in eternit con i pannelli e anche la par-rocchia ha fatto la richiesta per effettuare dei lavori”. L'intenzione dell'assessore sarebbe quella di realizzare altri impianti, ma nel frattempo le norme in materia sono diventate più ferree e di-venta necessario muoversi tra i vari paletti del PTC e della Regione.

Energia mon amour8 Le Istituzioni non si decidono 8

Il Veregra Street Festival ha contribuito, so-prattutto negli ultimi anni, a fare di Montegranaro un importante punto di riferimento a livello inter-nazionale per artisti e appassionati delle arti di strada. Ma esiste anche un altro punto di contatto fra il Comune calzaturiero e le arti circensi. Stiamo parlando della famiglia Takimiri, una delle più im-portanti dinastie circensi italiane, che ormai da 13 anni ha la propria sede operativa a Montegranaro. Nel dicembre del 2009, in occasione della presen-tazione di un libro dedicato alla �igura di Antonio Taddei, fondatore della dinastia, il �iglio Ulisse di-chiarò l'intenzione di realizzare nel territorio co-munale una scuola dedicata alle arti circensi, la prima nel centro Italia, per rafforzare i rapporti e gemellarsi con la realtà del Veregra Street e con il Clown & Clown Festival della vicina Monte San

Giusto. Seguì a breve un incontro tra la famiglia Takimiri, il sindaco Gastone Gismondi e gli assesso-ri provinciali Renzo Of�idani e Peppino Buondonno in cui venne raggiunto un accordo per destinare un'area della zona San Tommaso alla tensostruttu-ra adibita a scuola circense.

A distanza di un anno però non sono stati fatti signi�icativi passi in avanti. Tutt'altro. In questi mesi, malgrado i numerosi incontri tra amministra-tori provinciali e comunali, la questione non è stata ancora risolta. A quanto è dato capire, occorrereb-be una variante al piano territoriale di coordina-mento che deve essere preventivamente valutata con la Provincia.

Una volta approvata la variante ci sarebbe-ro poi da rispettare i tempi burocratici (almeno un anno da quando viene depositata la richie-sta �ino all'adozione de�initiva con i vari passaggi in Comune e in Provincia). Proprio nella fase ini-ziale della concertazione, sarebbero emerse non poche dif�icoltà che devono ancora essere supera-te. “In ogni caso, la volontà sia del presidente della Provincia Cesetti, sia dell'assessore Buondonno, sia mia, come Sindaco, è di farla realizzare” pun-tualizza Gismondi. “Il comune di Montegranaro deve modi�icare una normativa nel rispetto delle distanze indicate dal piano territoriale di coor-dinamento oppure presentare una soluzione al-ternativa a quella proposta”, spiega l'assessore Of�idani.

Nel frattempo è prevista nei prossimi �iorni un'ulteriore riunione fra le tre parti in causa ma è chiaro che la partita si giocherà fra comune e pro-vincia. L'auspicio è che si giunga ad un accordo e che la volontà comune di realizzare la scuola cir-cense si traduca �inalmente in qualcosa di concreto. Sarebbe infatti un peccato se il territorio si lascias-se sfuggire una struttura unica nel centro sud Italia, con insegnanti di livello internazionale, capace di formare nuove generazioni di artisti.

Takimiri sogna la scuoladi Lorenzo Gire l l iIl progetto di prevenzione ambientale

“Monte Urano ci sto bene” nasce dall'esigenza dell'amministrazione comunale di compiere una ri�lessione approfondita sulle dipendenze patolo-giche fra i più giovani, in particolare dopo il ritro-vamento di sostanze stupefacenti all'interno della scuola media locale. Il progetto si pone l'obiettivo, attraverso misure preventive che modi�icano e in-tervengono sulle norme sociali e culturali di una comunità, di sensibilizzare e informare la cittadi-nanza per contrastare ef�icacemente le minacce per la salute, in special modo quelle legate all'uso di alcol, tabacco e droghe. Il tutto con la partecipa-zione attiva delle associazioni, del centro di aggre-gazione giovanile, delle parrocchie e dei commer-cianti. Quattro le aree di intervento (Comunicazione e Informazione, Educazione, Sicurezza, Cura) e per ognuna di queste si stanno attuando interessanti iniziative. “Per l'area comu-nicazione realizzeremo un video, sullo stile della pubblicità progresso, che coinvolgerà le società sportive, i bar, il Cag e le associazioni di categoria. Il messaggio - spiega Laura Marcatili, referente del progetto per l'Ambito Sociale XX - sarà “No alla droga e al fumo”. L'area educazione coinvolge le scuole e mira alla prevenzione dell'uso di tabacco, alcol e droghe. Gli interventi dell'Amministrazione si concentrano sull'area sicurezza: un'ordinanza sul divieto di fumo nei pressi degli edi�ici scolastici e comunali e una, in elaborazione, sulla sommini-strazione degli alcolici. L'area cura, in�ine, ha l'obiettivo di monitorare i fenomeni di dipendenza e favorire l'accesso ai servizi”.

No alcolno fumo

DA NON PERDERE!Martedì 22 Febbraio ore 21,30Cine Teatro Arlecchino“FUTBOL”Peppe Servillo, Javier Girotto, Natalio Mangalavitein concerto

Il sindaco di M. UranoGiacinti

Romolo Corradi

Page 21: La provincia di fermo.com - Febbraio n. 1

L’espansione del; F�����������

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Monte Urano Montegranaro

8 Corradi: “La Provincia ci lasci liberi” 8

Qui s ì che“ci sto bene”

Le vicende del centro sinistra sono stori-camente contraddistinte, a livello nazionale come in quello locale, da frequenti momenti di tensione e divisione. Ma quando l’11 gennaio è apparsa la notizia che “la giunta Monte Urano inciampa sulla gestione del servizio pubblicità e pubbliche af�is-sioni” e, ancora, “Il voto contrario espresso dall’assessore Romolo Corradi rischia di creare delle fratture all’interno della maggioranza” i cit-

tadini sono rimasti interdetti. Come era possibile un simile fatto a Monte Urano, vera e propria roc-caforte “rossa”, da sempre immune a polemiche e ribaltoni? E poi proprio l'assessore all'urbanistica Corradi, uomo simbolo di continuità con ben 12 anni di assessorato alle spalle? Urgeva un incontro chiari�icatore con il protagonista che, interpellato, ha subito abbassato i toni: “La decisione di proro-gare il contratto per il servizio pubblicità e pubbli-che af�issioni con l'Aipa per ulteriori sei mesi mi ha visto in dissenso non per il rinnovo in quanto tale ma per le modalità impiegate per giungere a questa decisione”.

Solo una questione di metodo quindi e nessun malessere all'interno della maggioranza che, anzi, “tutta compatta ha raggiunto un risultato straordinario: il completamento e l'attivazione di un impianto fotovoltaico”. Attraverso un �inanzia-mento di 4milioni di euro, reperito attraverso un leasing, l'amministrazione ha infatti dapprima af-�ittato un terreno in zona San Giovanni (nei pressi della località Triangolo) e poi af�idato in appalto a una ditta privata la costruzione di un impianto da 1 mega watt, consegnato entro il termine del 31 di-cembre. L'impianto, attualmente in fase di attiva-zione, consentirà al comune un introito annuo di circa 300mila euro al netto dei costi dovuti a lea-sing, af�itto terreno e manutenzione per 20 anni (la durata media della ef�icacia di un impianto). “Si tratta di un'operazione importante ambientale ed economica che ha generato una sorta di volano per il territorio - spiega Corradi -. Molti cittadini hanno installato piccoli impianti, la boccio�ila ha sostitui-to il tetto in eternit con i pannelli e anche la par-rocchia ha fatto la richiesta per effettuare dei lavori”. L'intenzione dell'assessore sarebbe quella di realizzare altri impianti, ma nel frattempo le norme in materia sono diventate più ferree e di-venta necessario muoversi tra i vari paletti del PTC e della Regione.

Energia mon amour8 Le Istituzioni non si decidono 8

Il Veregra Street Festival ha contribuito, so-prattutto negli ultimi anni, a fare di Montegranaro un importante punto di riferimento a livello inter-nazionale per artisti e appassionati delle arti di strada. Ma esiste anche un altro punto di contatto fra il Comune calzaturiero e le arti circensi. Stiamo parlando della famiglia Takimiri, una delle più im-portanti dinastie circensi italiane, che ormai da 13 anni ha la propria sede operativa a Montegranaro. Nel dicembre del 2009, in occasione della presen-tazione di un libro dedicato alla �igura di Antonio Taddei, fondatore della dinastia, il �iglio Ulisse di-chiarò l'intenzione di realizzare nel territorio co-munale una scuola dedicata alle arti circensi, la prima nel centro Italia, per rafforzare i rapporti e gemellarsi con la realtà del Veregra Street e con il Clown & Clown Festival della vicina Monte San

Giusto. Seguì a breve un incontro tra la famiglia Takimiri, il sindaco Gastone Gismondi e gli assesso-ri provinciali Renzo Of�idani e Peppino Buondonno in cui venne raggiunto un accordo per destinare un'area della zona San Tommaso alla tensostruttu-ra adibita a scuola circense.

A distanza di un anno però non sono stati fatti signi�icativi passi in avanti. Tutt'altro. In questi mesi, malgrado i numerosi incontri tra amministra-tori provinciali e comunali, la questione non è stata ancora risolta. A quanto è dato capire, occorrereb-be una variante al piano territoriale di coordina-mento che deve essere preventivamente valutata con la Provincia.

Una volta approvata la variante ci sarebbe-ro poi da rispettare i tempi burocratici (almeno un anno da quando viene depositata la richie-sta �ino all'adozione de�initiva con i vari passaggi in Comune e in Provincia). Proprio nella fase ini-ziale della concertazione, sarebbero emerse non poche dif�icoltà che devono ancora essere supera-te. “In ogni caso, la volontà sia del presidente della Provincia Cesetti, sia dell'assessore Buondonno, sia mia, come Sindaco, è di farla realizzare” pun-tualizza Gismondi. “Il comune di Montegranaro deve modi�icare una normativa nel rispetto delle distanze indicate dal piano territoriale di coor-dinamento oppure presentare una soluzione al-ternativa a quella proposta”, spiega l'assessore Of�idani.

Nel frattempo è prevista nei prossimi �iorni un'ulteriore riunione fra le tre parti in causa ma è chiaro che la partita si giocherà fra comune e pro-vincia. L'auspicio è che si giunga ad un accordo e che la volontà comune di realizzare la scuola cir-cense si traduca �inalmente in qualcosa di concreto. Sarebbe infatti un peccato se il territorio si lascias-se sfuggire una struttura unica nel centro sud Italia, con insegnanti di livello internazionale, capace di formare nuove generazioni di artisti.

Takimiri sogna la scuoladi Lorenzo Gire l l iIl progetto di prevenzione ambientale

“Monte Urano ci sto bene” nasce dall'esigenza dell'amministrazione comunale di compiere una ri�lessione approfondita sulle dipendenze patolo-giche fra i più giovani, in particolare dopo il ritro-vamento di sostanze stupefacenti all'interno della scuola media locale. Il progetto si pone l'obiettivo, attraverso misure preventive che modi�icano e in-tervengono sulle norme sociali e culturali di una comunità, di sensibilizzare e informare la cittadi-nanza per contrastare ef�icacemente le minacce per la salute, in special modo quelle legate all'uso di alcol, tabacco e droghe. Il tutto con la partecipa-zione attiva delle associazioni, del centro di aggre-gazione giovanile, delle parrocchie e dei commer-cianti. Quattro le aree di intervento (Comunicazione e Informazione, Educazione, Sicurezza, Cura) e per ognuna di queste si stanno attuando interessanti iniziative. “Per l'area comu-nicazione realizzeremo un video, sullo stile della pubblicità progresso, che coinvolgerà le società sportive, i bar, il Cag e le associazioni di categoria. Il messaggio - spiega Laura Marcatili, referente del progetto per l'Ambito Sociale XX - sarà “No alla droga e al fumo”. L'area educazione coinvolge le scuole e mira alla prevenzione dell'uso di tabacco, alcol e droghe. Gli interventi dell'Amministrazione si concentrano sull'area sicurezza: un'ordinanza sul divieto di fumo nei pressi degli edi�ici scolastici e comunali e una, in elaborazione, sulla sommini-strazione degli alcolici. L'area cura, in�ine, ha l'obiettivo di monitorare i fenomeni di dipendenza e favorire l'accesso ai servizi”.

No alcolno fumo

DA NON PERDERE!Martedì 22 Febbraio ore 21,30Cine Teatro Arlecchino“FUTBOL”Peppe Servillo, Javier Girotto, Natalio Mangalavitein concerto

Il sindaco di M. UranoGiacinti

Romolo Corradi

Page 22: La provincia di fermo.com - Febbraio n. 1

Del duo, Lillo è il più corporeo. Greg è quello più smilzo e occhialuto. Lillo nasce come disegnatore e fumettista comico mentre Greg s'è sempre districato tra la musica jazz e l'attività attoriale. Poliedrici e scanzonati, Lillo & Greg si sono poi, nel tempo, saputi reinventare. Dovevano sfondare nel mondo della musica demenziale poi, per uno scherzo del destino, si sono ritrovati insieme ad arteggiare come non mai.

Dalla televisione alla radio, dai palchi dei teatri sino al lavoro certosino di chi, matita alla mano, butta giù bozzetti per riviste di fumetti, il passo è davvero breve. Una intensa attività di ricerca, la loro. Sia linguistica che artistica allo stesso tempo. "In tutto ciò che facciamo" - precisa Greg- " il nostro intento è quello di poter diversi�i-care l'approccio". E se il �il rouge che li lega in tutte le loro attività è dato da una sottile chiave comico umoristica, basta dare uno sguardo ai loro sketch in teatro per capire come, attraverso il metalin-guaggio, riescono ogni volta a smantellare e ricostruire situazioni nuove. "L'obiettivo - prosegue Greg - è quello di poter indagare l'animo umano nella sua quotidianità". Negli incontri tra un uomo e una donna, ad esempio, o nei compor-tamenti legati al mondo del lavoro. Con l'intento di poter svelare, attraverso una risata, il quotidiano nei suoi compotamenti, nei suoi linguaggi e nei suoi tic.

Un forte spirito d'osservazione, dunque, spezzato di continuo, da un umorismo divertente e che, nello stesso tempo, allontana dal consueto. "Un giusto antidoto - precisa Greg - per far girare in modo diverso ed intelligente le rotelle mentali". Un po’ come succede per lo spettacolo "Sketch and soda" che il duo comico ha portato recentemente in scena, con successo di pubblico e di critica, al Teatro La Perla di Montegranaro. Una girandola di eventi che s'alterna sul palco. Dagli spunti comici

della loro trasmissione radiofonica "610" sino alle improvvisazioni e alle situazioni che s'avvicenda-no, man mano, in un crescendo di dialoghi sempre più graf�ianti. In fondo, la ricetta della comicità è data soprattutto, dal fatto di saper osservare il mondo meglio degli altri. In più Lillo & Greg ci hanno messo quella loro particolare capacità di saper mescolare. Di saper passare, con disinvoltu-ra, dal cabaret al cinema, dalla musica alla matita, senza mai perdere la loro anima di autori/attori appassionati della vita e del loro mestiere.

Samuele Baccifava

I nodi della; S�����

I nodi dellaS�����

22 23

8 Potes e Rsa a r ischio 8

Non chiamatelo ospedale, ma “Villaggio della salute”. A Montegranaro si usa così, anche se alla gente comune gliene cale poco di come chiamarlo, l'importante è che all'interno di quell'enorme palazzone trovi i servizi di cui ha bisogno e magari anche qualcuno in più. Lo spazio c'è, la struttura è ben messa, i parcheggi ci sono, c'è anche la pista di atterraggio per l'eliambulanza che, non per essere immodesti, ma oltre Fermo chi ce l'ha?

Il posto per i tanto annunciati 20 letti di Rsa ce n'è in abbondanza, nonostante sia stato attivato un centro diurno per l'Alzheimer, l'hospice e funzioni un centro sperimentale del piede (sia pure con dotazioni di personale e di strumentazio-ne del tutto insuf�iciente). La Potes, anch'essa tanto annunciata, può benissimo essere allocata al piano terra, vicino alla nuova sede della Croce Gialla. Sono anni che a Montegranaro aspettano Rsa e Potes e sono altrettanti anni che la Regione traccheggia. Ora è stata annunciata la svolta, nel 2011, nonostante gli spaventosi tagli che il governo farà nel distribuire soldini alle Regioni, penalizzando anche quelle virtuose in materia di sanità come le Marche. Così l'assessore regionale, Almerino Mezzolani, chiamato a Montegranaro dal

suo Pd, ha assicurato: “I servizi esistenti vanno consolidati” e giù applausi. Almeno non portano via altri servizi e niente non è. “Per la Potes e l'Rsa gli accordi del 2003 sono saltati. I tempi sono cambiati. Bisognerà ripartire. Stiamo rivisitando il sistema dell'emergenza. Come e dove collocare la Potes dobbiamo deciderlo insieme”. Insomma, si riparte da capo. I Pd montegranaresi applaudono comunque, gli amministratori un po' meno.

Sorridono sornioni a S. Elpidio dove l'ospedale è agonizzante come gli unici pazienti che ormai affollano il reparto di medicina, speran-zosi che qualcosa di buono possa arrivare anche lì: l'Rsa? La Potes? O tutte e due? D'altronde un ospedale di supporto a quello di Fermo, come è S. Elpidio, merita di avere un qualche motivo per continuare a fregiarsi di una de�inizione tanto pomposa quanto vuota di ogni signi�icato. Sorrido-no anche a Montegiorgio dove hanno la lungode-genza e la Potes nella quale, il colmo della beffa, prestano servizio i volontari della Croce Gialla di Montegranaro. Così il sindaco Gismondi e i suoi capiscono che c'è un'altra battaglia da ingaggiare per avere ciò che gli spetta di diritto. Una battaglia contro la Regione, contro gli arraffoni Comuni limitro�i e, forse, contro decisioni già prese.

[email protected]

L’ospedale dimenticato8 Il segreto del loro successo 8

Lil lo&Greg a teatro

Montegranaro Montegranaro

Sede Legale:Cartotecnoca - AmministrazioneVia S.S. Croci�sso, 34 FRANCAVILLA D’ETE (FM)Tel. 0734 966109 (4 linee r.a.)Fax 0734 966036

Ondulatore - imballagi IndustrialiVia Maestri del Lavoro, 1MOGLIANO (MC)Tel. 0733 556360 (6 linee r.a.)Fax 0733 557134

[email protected]

s.p.a.

Cartone ondulato

Imballagi industriali

Scatole per pizza

Scatole stampate per calzaturifici e pelletterie

Cartelle in polionda per cancellerie

Lillo&Gregospiti del teatro

‘la Perla’ diMontegranaro

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Del duo, Lillo è il più corporeo. Greg è quello più smilzo e occhialuto. Lillo nasce come disegnatore e fumettista comico mentre Greg s'è sempre districato tra la musica jazz e l'attività attoriale. Poliedrici e scanzonati, Lillo & Greg si sono poi, nel tempo, saputi reinventare. Dovevano sfondare nel mondo della musica demenziale poi, per uno scherzo del destino, si sono ritrovati insieme ad arteggiare come non mai.

Dalla televisione alla radio, dai palchi dei teatri sino al lavoro certosino di chi, matita alla mano, butta giù bozzetti per riviste di fumetti, il passo è davvero breve. Una intensa attività di ricerca, la loro. Sia linguistica che artistica allo stesso tempo. "In tutto ciò che facciamo" - precisa Greg- " il nostro intento è quello di poter diversi�i-care l'approccio". E se il �il rouge che li lega in tutte le loro attività è dato da una sottile chiave comico umoristica, basta dare uno sguardo ai loro sketch in teatro per capire come, attraverso il metalin-guaggio, riescono ogni volta a smantellare e ricostruire situazioni nuove. "L'obiettivo - prosegue Greg - è quello di poter indagare l'animo umano nella sua quotidianità". Negli incontri tra un uomo e una donna, ad esempio, o nei compor-tamenti legati al mondo del lavoro. Con l'intento di poter svelare, attraverso una risata, il quotidiano nei suoi compotamenti, nei suoi linguaggi e nei suoi tic.

Un forte spirito d'osservazione, dunque, spezzato di continuo, da un umorismo divertente e che, nello stesso tempo, allontana dal consueto. "Un giusto antidoto - precisa Greg - per far girare in modo diverso ed intelligente le rotelle mentali". Un po’ come succede per lo spettacolo "Sketch and soda" che il duo comico ha portato recentemente in scena, con successo di pubblico e di critica, al Teatro La Perla di Montegranaro. Una girandola di eventi che s'alterna sul palco. Dagli spunti comici

della loro trasmissione radiofonica "610" sino alle improvvisazioni e alle situazioni che s'avvicenda-no, man mano, in un crescendo di dialoghi sempre più graf�ianti. In fondo, la ricetta della comicità è data soprattutto, dal fatto di saper osservare il mondo meglio degli altri. In più Lillo & Greg ci hanno messo quella loro particolare capacità di saper mescolare. Di saper passare, con disinvoltu-ra, dal cabaret al cinema, dalla musica alla matita, senza mai perdere la loro anima di autori/attori appassionati della vita e del loro mestiere.

Samuele Baccifava

I nodi della; S�����

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8 Potes e Rsa a r ischio 8

Non chiamatelo ospedale, ma “Villaggio della salute”. A Montegranaro si usa così, anche se alla gente comune gliene cale poco di come chiamarlo, l'importante è che all'interno di quell'enorme palazzone trovi i servizi di cui ha bisogno e magari anche qualcuno in più. Lo spazio c'è, la struttura è ben messa, i parcheggi ci sono, c'è anche la pista di atterraggio per l'eliambulanza che, non per essere immodesti, ma oltre Fermo chi ce l'ha?

Il posto per i tanto annunciati 20 letti di Rsa ce n'è in abbondanza, nonostante sia stato attivato un centro diurno per l'Alzheimer, l'hospice e funzioni un centro sperimentale del piede (sia pure con dotazioni di personale e di strumentazio-ne del tutto insuf�iciente). La Potes, anch'essa tanto annunciata, può benissimo essere allocata al piano terra, vicino alla nuova sede della Croce Gialla. Sono anni che a Montegranaro aspettano Rsa e Potes e sono altrettanti anni che la Regione traccheggia. Ora è stata annunciata la svolta, nel 2011, nonostante gli spaventosi tagli che il governo farà nel distribuire soldini alle Regioni, penalizzando anche quelle virtuose in materia di sanità come le Marche. Così l'assessore regionale, Almerino Mezzolani, chiamato a Montegranaro dal

suo Pd, ha assicurato: “I servizi esistenti vanno consolidati” e giù applausi. Almeno non portano via altri servizi e niente non è. “Per la Potes e l'Rsa gli accordi del 2003 sono saltati. I tempi sono cambiati. Bisognerà ripartire. Stiamo rivisitando il sistema dell'emergenza. Come e dove collocare la Potes dobbiamo deciderlo insieme”. Insomma, si riparte da capo. I Pd montegranaresi applaudono comunque, gli amministratori un po' meno.

Sorridono sornioni a S. Elpidio dove l'ospedale è agonizzante come gli unici pazienti che ormai affollano il reparto di medicina, speran-zosi che qualcosa di buono possa arrivare anche lì: l'Rsa? La Potes? O tutte e due? D'altronde un ospedale di supporto a quello di Fermo, come è S. Elpidio, merita di avere un qualche motivo per continuare a fregiarsi di una de�inizione tanto pomposa quanto vuota di ogni signi�icato. Sorrido-no anche a Montegiorgio dove hanno la lungode-genza e la Potes nella quale, il colmo della beffa, prestano servizio i volontari della Croce Gialla di Montegranaro. Così il sindaco Gismondi e i suoi capiscono che c'è un'altra battaglia da ingaggiare per avere ciò che gli spetta di diritto. Una battaglia contro la Regione, contro gli arraffoni Comuni limitro�i e, forse, contro decisioni già prese.

[email protected]

L’ospedale dimenticato8 Il segreto del loro successo 8

Lil lo&Greg a teatro

Montegranaro Montegranaro

Sede Legale:Cartotecnoca - AmministrazioneVia S.S. Croci�sso, 34 FRANCAVILLA D’ETE (FM)Tel. 0734 966109 (4 linee r.a.)Fax 0734 966036

Ondulatore - imballagi IndustrialiVia Maestri del Lavoro, 1MOGLIANO (MC)Tel. 0733 556360 (6 linee r.a.)Fax 0733 557134

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Imballagi industriali

Scatole per pizza

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Lillo&Gregospiti del teatro

‘la Perla’ diMontegranaro

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8 Chi � inanzia la Quintana del mare?8

8 La politica del fare e disfare 8 Il leone dispiegherà le sue ali sopra i cieli di Porto San Giorgio? Lo stemma di Venezia troneggerà insieme al gonfalone del porto fermano? Il sogno di rivivere i fasti del 1253 potrebbe diventare realtà. Nel lontano 13° secolo, il veneziano Raniero Zeno, podestà di Fermo, venne nominato Doge di Venezia. Fu un grande avvenimento. Delegazioni arrivarono dalla laguna per onorare il prode condottiero che pochi anni prima, nel 1244, aveva placato la ribellione di Zara.

Da quel lontano 1253 un �ilo sottile ha legato il capoluogo veneto a Porto San Giorgio. Un �ilo che �ino a qualche anno fa riviveva nella ‘Festa del Doge’. Sembrava un legame solido ma la cecità di alcune amministrazioni spezzò il rapporto. A nulla valsero i tentativi degli ex responsabili dell’Apt capitanati dal professor Silvio Sebastiani, rimasto alla guida dalla nascita alla morte dell’azienda.

Oggi, nell’anno 2011, c’è chi riprova a sognare, chi desidera fare della ‘Festa del Doge’ la Quintana del mare. Sono privati cittadini uniti da un’unica passione, quella per la storia. Riccardo Tarantini, presidente provinciale della Confcom-mercio nonché membro di giunta della Camera di Commercio, è uno di loro. Anzi, uno dei più attivi.

“Stiamo lavorando sulla struttura, sulla società e soprattutto sullo statuto. Come modello ci siamo ispirati alla Quintana di Ascoli”. Lo statuto è un punto chiave, perché proprio da quello dipende molto del futuro della festa che, come si augurano gli organizzatori, ha l’ambizione di entrare a far parte della ‘Federazione italiana giochi storici’. Ci sono requisiti ferrei da rispettare, a cominciare dalla base storica. “Proprio per questo – spiega Tarantini – stiamo coinvolgendo storici ed esperti del settore, come Giovanni Martinelli che presiede l’associazione a livello regionale ed è stato tra i protagonisti delle quattro edizioni svolte”. L’obiettivo dichiarato è di organizzare un palio tra i comuni fermani. Una gara a colpi di remo su splendide gondole che si spera saranno fornite da Venezia. Proprio il

rapporto con la nobile città marinara è uno degli scogli da aggirare al meglio. “Non ci presenteremo mai a Venezia prima di avere la certezza che il progetto partirà. Per certezze intendiamo impegni concreti di enti e istituzioni, vere delibere e non solo parole”. Dietro a Tarantini e company c’è già una entusiasta Camera di Commercio. Certo, non potrà essere il solo ente a coprire i 200mila euro previsti per il primo anno. Primo anno, tra l’altro, che non vedrà volare in mare le gondole, ma vivrà tra studi e pagine ingiallite, momenti fondamentali per organizzare un grande convegno e realizzare una pubblicazione.

Progetti ambiziosi che necessitano di appoggi. Saprà la neonata Provincia di Fermo cogliere al volo l’occasione per valorizzare il suo territorio e riallacciare quel �ilo sottile e affasci-nante che univa il suo porto con Venezia? Nei prossimi due mesi o si rema o si affoga.

Raffaele Vitali

Dure battaglie tra chi si alterna al governo della città e consumo �ino all’ultimo lembo del poco territorio a disposizione per soddisfare la speculazione: queste da anni le peculiarità della politica sangiorgese. Quasi una maledizione per la città, destinata, da una parte, all’immobilismo e, dall’altra, alla perdita di una conformazione per la quale in passato poteva fregiarsi dell’appellativo di “Verde riviera picena”.

A Porto San Giorgio capita che al primo cittadino di turno non vada mai bene quanto fatto da chi lo ha preceduto perché lo considera un nemico e non un concorrente con il quale collabo-rare per il bene comune. Si ricomincia sempre da zero, cancellando il pregresso. Solo per fare qualche esempio: tra le prime iniziative dell’attuale amministrazione ci sono state le revoche del piano regolatore portuale, del progetto della piazza sull’area ex Grand Hotel, del progetto di utilizzo della ristrutturata Villa Murri, del concorso di idee per la riquali�i-cazione di piazza Matteotti. Le alternative, dopo quasi tre anni di amministrazione, o non ci sono o sono al palo. Riguardo all’urbanistica, l’attuale primo cittadino, Andrea Agostini, quando il 30 settembre del 2009 rassegnò le dimissioni, subito rientrate, sembrò conscio della situazione affermando: “Il fatto, sotto gli occhi di tutti, è che da oltre quaranta anni Porto San Giorgio è schiava del partito, trasversale, del mattone…” e, preso da un raptus ambientalistico, urlò: “No a logiche di pura speculazione edilizia, no al mattone �ine a se stesso, no alla lobby dei palazzinari…no a qualsiasi costruzione nell’area ex Grand Hotel e nel compar-

to Canossiane…”. La verità vera è che ogni sindaco sembra faccia a gara a chi costruisce di più. E l’ex Claudio Brignocchi, che fu chiamato “palazzinaro”, rischia di essere declassato a “capomastro” se andranno in porto i progetti di cui si parla, a cominciare da quello portuale - con circa 300 mini appartamenti -, dalla cittadella sanitaria, dalle costruzioni ipotizzate nell’area ex Salvadori e dal piano attuativo (già adottato) del comparto

Canossiane, con aumento della super�icie edi�icale.

La differenza tra l’ex e l’attuale primo cittadino è che Brignocchi se la doveva vedere con un’opposizione feroce, anche all’interno della sua stessa maggioranza, mentre Agostini gode di un potere grande e incondizionato. Grande anche perché ai 13 consiglieri comunali di centrodestra se ne sono aggiunti due transumanti dall’opposizione: Andrea Susino e Valerio Vesprini. Una grande coalizione dunque adusa ubbidir tacendo, con alcuni consiglieri dediti a cambiar casacca, sempre

al suo interno, per formare sottogruppi funzionali a conseguire una rappresentanza nell’esecutivo. È accaduto con la costituzione dei Liberal e la nomina ad assessore di Massimiliano Gula al posto di Cesare Catà. Agostini sembra bearsi di questi giochetti. Per il resto fa e disfà a piacimento per progetti anche di assoluto rilievo, dichiarando guerra a chi osa contraddirlo. È un po’ l’elezione diretta che porta a questo, con primi cittadini che, sentendosi “unti dal Signore”, ritengono gli organi democratici inutili orpelli e il proprio operato insindacabile, qualunque esso sia.

Terenzio

Porto San Giorgio Porto San Giorgio

La ‘Festa del Doge’Guerre ataviche

Il sindacoAgostini

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Fax 0734.628682F E R M O

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8 Chi � inanzia la Quintana del mare?8

8 La politica del fare e disfare 8 Il leone dispiegherà le sue ali sopra i cieli di Porto San Giorgio? Lo stemma di Venezia troneggerà insieme al gonfalone del porto fermano? Il sogno di rivivere i fasti del 1253 potrebbe diventare realtà. Nel lontano 13° secolo, il veneziano Raniero Zeno, podestà di Fermo, venne nominato Doge di Venezia. Fu un grande avvenimento. Delegazioni arrivarono dalla laguna per onorare il prode condottiero che pochi anni prima, nel 1244, aveva placato la ribellione di Zara.

Da quel lontano 1253 un �ilo sottile ha legato il capoluogo veneto a Porto San Giorgio. Un �ilo che �ino a qualche anno fa riviveva nella ‘Festa del Doge’. Sembrava un legame solido ma la cecità di alcune amministrazioni spezzò il rapporto. A nulla valsero i tentativi degli ex responsabili dell’Apt capitanati dal professor Silvio Sebastiani, rimasto alla guida dalla nascita alla morte dell’azienda.

Oggi, nell’anno 2011, c’è chi riprova a sognare, chi desidera fare della ‘Festa del Doge’ la Quintana del mare. Sono privati cittadini uniti da un’unica passione, quella per la storia. Riccardo Tarantini, presidente provinciale della Confcom-mercio nonché membro di giunta della Camera di Commercio, è uno di loro. Anzi, uno dei più attivi.

“Stiamo lavorando sulla struttura, sulla società e soprattutto sullo statuto. Come modello ci siamo ispirati alla Quintana di Ascoli”. Lo statuto è un punto chiave, perché proprio da quello dipende molto del futuro della festa che, come si augurano gli organizzatori, ha l’ambizione di entrare a far parte della ‘Federazione italiana giochi storici’. Ci sono requisiti ferrei da rispettare, a cominciare dalla base storica. “Proprio per questo – spiega Tarantini – stiamo coinvolgendo storici ed esperti del settore, come Giovanni Martinelli che presiede l’associazione a livello regionale ed è stato tra i protagonisti delle quattro edizioni svolte”. L’obiettivo dichiarato è di organizzare un palio tra i comuni fermani. Una gara a colpi di remo su splendide gondole che si spera saranno fornite da Venezia. Proprio il

rapporto con la nobile città marinara è uno degli scogli da aggirare al meglio. “Non ci presenteremo mai a Venezia prima di avere la certezza che il progetto partirà. Per certezze intendiamo impegni concreti di enti e istituzioni, vere delibere e non solo parole”. Dietro a Tarantini e company c’è già una entusiasta Camera di Commercio. Certo, non potrà essere il solo ente a coprire i 200mila euro previsti per il primo anno. Primo anno, tra l’altro, che non vedrà volare in mare le gondole, ma vivrà tra studi e pagine ingiallite, momenti fondamentali per organizzare un grande convegno e realizzare una pubblicazione.

Progetti ambiziosi che necessitano di appoggi. Saprà la neonata Provincia di Fermo cogliere al volo l’occasione per valorizzare il suo territorio e riallacciare quel �ilo sottile e affasci-nante che univa il suo porto con Venezia? Nei prossimi due mesi o si rema o si affoga.

Raffaele Vitali

Dure battaglie tra chi si alterna al governo della città e consumo �ino all’ultimo lembo del poco territorio a disposizione per soddisfare la speculazione: queste da anni le peculiarità della politica sangiorgese. Quasi una maledizione per la città, destinata, da una parte, all’immobilismo e, dall’altra, alla perdita di una conformazione per la quale in passato poteva fregiarsi dell’appellativo di “Verde riviera picena”.

A Porto San Giorgio capita che al primo cittadino di turno non vada mai bene quanto fatto da chi lo ha preceduto perché lo considera un nemico e non un concorrente con il quale collabo-rare per il bene comune. Si ricomincia sempre da zero, cancellando il pregresso. Solo per fare qualche esempio: tra le prime iniziative dell’attuale amministrazione ci sono state le revoche del piano regolatore portuale, del progetto della piazza sull’area ex Grand Hotel, del progetto di utilizzo della ristrutturata Villa Murri, del concorso di idee per la riquali�i-cazione di piazza Matteotti. Le alternative, dopo quasi tre anni di amministrazione, o non ci sono o sono al palo. Riguardo all’urbanistica, l’attuale primo cittadino, Andrea Agostini, quando il 30 settembre del 2009 rassegnò le dimissioni, subito rientrate, sembrò conscio della situazione affermando: “Il fatto, sotto gli occhi di tutti, è che da oltre quaranta anni Porto San Giorgio è schiava del partito, trasversale, del mattone…” e, preso da un raptus ambientalistico, urlò: “No a logiche di pura speculazione edilizia, no al mattone �ine a se stesso, no alla lobby dei palazzinari…no a qualsiasi costruzione nell’area ex Grand Hotel e nel compar-

to Canossiane…”. La verità vera è che ogni sindaco sembra faccia a gara a chi costruisce di più. E l’ex Claudio Brignocchi, che fu chiamato “palazzinaro”, rischia di essere declassato a “capomastro” se andranno in porto i progetti di cui si parla, a cominciare da quello portuale - con circa 300 mini appartamenti -, dalla cittadella sanitaria, dalle costruzioni ipotizzate nell’area ex Salvadori e dal piano attuativo (già adottato) del comparto

Canossiane, con aumento della super�icie edi�icale.

La differenza tra l’ex e l’attuale primo cittadino è che Brignocchi se la doveva vedere con un’opposizione feroce, anche all’interno della sua stessa maggioranza, mentre Agostini gode di un potere grande e incondizionato. Grande anche perché ai 13 consiglieri comunali di centrodestra se ne sono aggiunti due transumanti dall’opposizione: Andrea Susino e Valerio Vesprini. Una grande coalizione dunque adusa ubbidir tacendo, con alcuni consiglieri dediti a cambiar casacca, sempre

al suo interno, per formare sottogruppi funzionali a conseguire una rappresentanza nell’esecutivo. È accaduto con la costituzione dei Liberal e la nomina ad assessore di Massimiliano Gula al posto di Cesare Catà. Agostini sembra bearsi di questi giochetti. Per il resto fa e disfà a piacimento per progetti anche di assoluto rilievo, dichiarando guerra a chi osa contraddirlo. È un po’ l’elezione diretta che porta a questo, con primi cittadini che, sentendosi “unti dal Signore”, ritengono gli organi democratici inutili orpelli e il proprio operato insindacabile, qualunque esso sia.

Terenzio

Porto San Giorgio Porto San Giorgio

La ‘Festa del Doge’Guerre ataviche

Il sindacoAgostini

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26

8 Ok di Comune e Provincia . Pd diviso 8

C’era una volta Coco Chanel, la regina delle due ‘C’. Un simbolo storico che, però, sarà presto soppiantato dalle due nuove ‘C’ del sindaco Andrea Agostini: cantieri e cemento. La città si prepari a grandi cambiamenti. Diverso sarà lo skyline guardando dal mare verso Fermo, differente sarà dalle colline verso il porto.

Una cittadella sanitaria in alto, pale eoliche alte 25 metri in basso. Due priorità per la città, due prerogative a cui il sindaco Agostini non rinuncerà mai. Progetti ambiziosi e contro-versi che sono in attesa di pareri tecnici, autoriz-zazioni, valutazioni ambientali e quant’altro sia necessario per fare di Porto San Giorgio una città unica nel comprensorio, ma forse anche in regione. Pareri che, per la cittadella sanitaria sono in parte già arrivati.

La Provincia, infatti, ha dato parere favorevole, con un atto preliminare, all’adozione della variante che permetterebbe al Comune di Porto San Giorgio di modi�icare la destinazione dell’area. Dietro la decisione dell’Ente, la �inalità socio-sanitaria dell’opera che si andrà a realizza-re. Lo standard previsto era per un parco, stesso livello di standard per le strutture socio-sanitarie. Ora, trovato un primo accordo con la Provincia, bisogna attendere il parere della Regione.

L’ambiziosa opera che potrebbe cambiare lo skyline di Porto San Giorgio è un centro privato, inizialmente previsto in 49mila metri quadrati ora ridotto in 20mila per addolcire la pillola, sulla collina che, verde e rigogliosa, guarda la città dall’alto. Serve? A sentire i favore-voli è necessaria. Per chi ama la natura è una follia, una colata di cemento privata per sopperi-re “alle lacune pubbliche”, come dice il sindaco. Per l’opposizione è “la dimostrazione che questa amministrazione non ha un solo progetto guida. Basta la proposta di un privato – sottolinea Nicola Loria, capogruppo Pd - e cambiano i programmi. L’inedi�icabilità di quella collina è un valore per la città, e lo è stato per i sindaci di ogni colore. La cittadella sarebbe uno sfregio urbanistico e sociale”. Nessuna corsa all’appalto, ma dopo l’ok della Provincia il progetto avrà una accelerazione. È dif�icile pensare, infatti, che la Regione possa dire no a una nuova struttura sanitaria, pensata per gli anziani, che ha come promoter Don Vinicio che dell’Inrca è presiden-te. “La collina non è sacra in toto - sottolinea Agostini -, guardate gli altri comuni” . In cambio?

Un paio di strade, magari un sottopasso, tutto a spese del privato.

Diverso il caso del porto. Il progetto prevede la realizzazione di due mini-generatori tripala alti 24,75 metri e della potenza di 50kw ciascuno da posizionare nella zona del porto peschereccio. “Ci tengo molto a questo progetto, l’ho anche presentato all’università e – sottoli-nea il sindaco Agostini – ha ricevuto solo applau-si”. Certo, quando si parla di energie alternative è dif�icile trovare pareri contrari. Ma la domanda che si pone la città è: vale davvero la pena investire tra i 600 e i 900 mila euro per produrre energia destinata a coprire il dispendio del porto

stesso? Ma se è vero che il Comune ha già raggiunto la somma necessaria a coprire i lavori, 100mila euro dall’ex pescheria e 600mila dall’Unione Europea, l’opposizione ambientali-sta avrà poche armi al suo arco. Il primo cittadi-no ha le idee chiarissime e, varato il nuovo piano regolatore portuale, che prevede strade, rotonde, nuovi servizi, guarda avanti.

Privato e pubblico, con�ine sottile a Porto San Giorgio. Dove le opere viarie e di urbanistica vanno avanti a colpi di aste e alienazioni e dove i cantieri, a prescindere, sono il simbolo del fare. Se poi è fare bene, lo vedremo a breve.

Porto San Giorgio

Cemento in Coll ina di Raffaele V i ta l i

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Percorso lungo e tortuosotra palazzi abbattuti e c ic labi l i

Riquali�icazione di Piazza Garibaldi, se ne parla da anni in città, con ancora maggiore insistenza dopo che, nel settembre 2009, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle Marche ha posto il vincolo a tutela dell'ex cineteatro “Beniamino Gigli” impedendone il previsto abbattimento e, di fatto, bloccando il progetto che il sindaco Mario Andrenacci contava di portare a termine dopo la vittoria alle ammini-strative del 2008. Interrotto questo percorso, a causa di un vincolo che Andrenacci continua a

de�inire “un grave danno per la città”, occorreva ricominciare. Da dove? Da un documento di indirizzo stilato congiuntamente da tutte le forze consiliari di maggioranza e di minoranza, sottoscritto da tutti (unica eccezione il consigliere Rodolfo Olivieri di Azione civica) e uf�icializzato lo scorso luglio tra sorrisi e reciproche pacche sulle spalle. Impegnativo, e nello stesso tempo innovati-vo il contenuto: le forze politiche avrebbero lavorato insieme, in una commissione consiliare

congiunta, per de�inire il nuovo piano di recupero della città seguendo le linee di indirizzo stabilite nel documento e che le aveva trovate tutte d’accordo.

I contenuti: l'ex cineteatro diventa elemen-to portante nella progettazione della nuova piazza, restaurato secondo le indicazioni e sotto la guida della Soprintendenza; demolito il mercato coperto; demolito l'ex municipio al cui posto sarebbe sorto un nuovo immobile con destinazioni commerciali, direzionali e istituzionali (la nuova

sala consiliare); un nuovo sistema di rotatorie a servizio della viabilità attorno alla nuova piazza (completamente pedonalizzata); un nuovo (e costoso) sottopasso ferroviario dietro il cineteatro per un accesso più diretto al lungomare; un adeguato sistema di collegamenti ciclo-pedonali con il lungomare, con il centro, la Torre Orologio e Villa Murri; l'alleggerimento delle volumetrie previste nel precedente piano e la razionalizzazio-ne delle eventuali permute; scompaiono le tre

palazzine all’ex Sera�ini che ne diventano due, traslate nei pressi del parcheggio di via Don Minzoni, parte delle quali disponibile per la permuta con il “Gigli” di proprietà della Azzurro srl che il Comune intende acquistare.

Il tempo dei sorrisi e del ‘vogliamoci bene’ è durato poco. La tregua è �inita il 6 dicembre quando, all’improvviso, con il buio di un pomerig-gio invernale, le ruspe hanno iniziato a demolire l'ex municipio. Un'operazione a sorpresa decisa dalla giunta comunale e di cui nessuno, neanche in maggioranza, era al corrente; un’operazione spettacolo che l’8 dicembre ha tenuto moltissimi cittadini inchiodati davanti alla piazza per vedere crollare, pezzo dopo pezzo, l’ex municipio.

Si aprono così le prime falle nell’armonia creata dal documento d’intenti: non tanto per la demolizione in sé, quanto per le modalità con cui vi si è giunti. Alcuni consiglieri di minoranza sentono tradito il patto siglato con il sindaco Mario Andrenacci e la sua maggioranza, parlano di blitz studiato ad hoc per evitare che l’edi�icio compisse 50 anni e potesse diventare oggetto di valutazione per un possibile vincolo da parte della Soprinten-denza. Dà il là alle critiche, il consigliere Simone Mazzoni (P. S. Elpidio tutti noi), seguito a ruota da Federico Costantini (Cittadini in movimento) e Rodolfo Olivieri (Azione Civica). Non li seguono i consiglieri del Pdl. Il famoso documento diventa

poco più di carta straccia. Mazzoni, venendo meno al “patto fra gentiluomini” del silenzio stampa sui lavori della commissione, svela i contenuti del piano di recupero e denuncia che anche l'edi�icio ad ovest di Piazza Garibaldi, noto come ‘palazzo Belletti’ sarà demolito, che i residenti troveranno sistemazione presso il nuovo edi�icio di cinque piani che dovrà sorgere al posto dell'ex municipio e dove non era assolutamente prevista la destina-zione residenziale.

Nell’acceso e affollato consiglio comunale di �ine anno, il piano di recupero (al quale manca il raggiungimento dell’accordo tra Comune e privato sull’ex teatro e sulla relativa permuta) viene approvato ma con i soli voti favorevoli della maggioranza; si astiene il Pdl; votano contro Mazzoni, Costantini e Olivieri che paventano anche il ricorso alla Corte dei Conti per valutare l’ipotesi di un danno erariale riguardo la proposta del Comune di acquistare l’ex teatro, concedendo una permuta di valore nettamente superiore. Il patto è de�initivamente rotto e la maggioranza si sente svincolata da ogni accordo e libera di procedere come meglio crede. I civici, Legambien-te, altri cittadini tornano ad af�ilare le armi e assicurano battaglia, ancora una volta. Morale: l'iter sarà tortuoso e la città dovrà attendere ancora a lungo per avere la nuova Piazza.

Piazza, approvato il piano di recuperodi Lorenzo Gire l l i

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foto Chiodi

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congiunta, per de�inire il nuovo piano di recupero della città seguendo le linee di indirizzo stabilite nel documento e che le aveva trovate tutte d’accordo.

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8 Quattro obiettivi: nuove piazze 8 8 Strade, aree verdi e poli del lusso 8

Come quelle di molti comuni del nostro territorio anche le casse comunali di P. S. Elpidio languono (nel 2009 non è riuscita a rispettare il Patto di Stabilità) e per far fronte alla necessità di investire in opere che completino l'innegabile crescita della città avvenuta negli ultimi quindici anni, diventa necessario scendere a patti con il privato di turno. In questo tipo di operazioni, la linea di con�ine tra l'interesse per la collettività e quello per il privato è molto sottile e, dando uno sguardo ai progetti in cantiere per la P. S. Elpidio futura, attenta dovrà essere l'amministrazione a tenere in equilibrio questi fondamentali fattori.

Insieme alla questione Piazza Garibaldi, l’ex Fim rappresenta da anni la fonte inesauribile del dibattito politico cittadino. Risale al 10 giugno la presentazione-monologo di Andrenacci alla cittadinanza dell'ambizioso progetto di recupero dell'intera area. Un lavoro elaborato dallo Studio del famoso architetto Paolo Desideri e contempla opere pubbliche (comunque a carico del privato per un investimento di circa 11milioni di euro) e private. Le prime si svilupperanno secondo quattro linee di intervento: la realizzazione di un sistema di piazze, una nuova viabilità, grandi aree

verdi (circa 8 ettari) con percorsi ciclo-pedonali e il restauro della ‘cattedrale’ edi�icio vincolato dal 2001, che secondo indiscrezioni sarà trasformata in una “città del gusto”. In contropartita il privato otterrà un incremento di volumetria di 35mila metri quadri suddivisi fra residenziale, commer-ciale e turistico. Fulcro dell'intervento privato, e oggetto delle maggiori perplessità da parte di molti cittadini, sarà un mega albergo di lusso di 22 piani per circa 70 metri di altezza. Una grande scommessa per la città ... o un azzardo? Andrenac-ci ha precisato che la struttura verrà alla luce solo se si farà vivo un imprenditore all'altezza (è il caso di dire) del progetto, lasciando intendere un eventuale ridimensionamento dell'hotel. L'ammi-nistrazione intende portare il progetto in consiglio entro il primo semestre dell'anno quando (e se) le acque di Piazza Garibaldi si saranno calmate.

Porto Sant'Elpidio è per de�inizione lunga e stretta e l'unica parte di territorio ancora inconta-minata è quella che si estende nella parte nord della città, fra il mare e la ferrovia. Per quest'area, ormai dal 2003, esiste il progetto per la realizza-zione di una darsena, imponente opera pubblica a vocazione turistico-commerciale. Se è vero che la

darsena è stata inserita nel Piano dei Porti della Regione, con piena soddisfazione di Andrenacci & c., è altrettanto vero che la Regione ha anche imposto di rivedere il preliminare in base a precise prescrizioni che non sono di poco conto: si raccomanda, infatti, di diminuire le altezze e le volumetrie degli edi�ici che vi sono previsti. Di fatto, il progetto che ancora campeggia su qualche poster in Comune, va dimenticato. Se darsena sarà, non sarà così e il rischio nel quale l’operazione potrebbe incappare è che diminuendo le volume-trie diminuisca anche l’interesse dei privati investitori. Per realizzare la darsena, inoltre, il Comune dovrà trattare con i privati proprietari del terreno. La domanda è: sarà trovato un accordo o occorrerà procedere all’esproprio? Nel quadro delle opere che caratterizzeranno la �isionomia futura della città si parla già dell'area ex Ligmar Gomme, sita tra la SS16 e il multiplex Giometti.

Salita agli onori della cronaca per il forte inquinamento presente nell'area, attualmente sono in corso lavori di boni�ica per la rimozione dell'eternit e dei ri�iuti industriali, è stata acquisita da un importante gruppo commerciale del centro-nord. Al momento nessun progetto risulta essere giunto all'amministrazione ma, vista la vocazione della zona circostante, è altamente probabile che vi sorgerà un nuovo polo commer-ciale… per la gioia, si fa per dire, dei commercianti del centro. In ognuno di questi progetti destinati a dare un volto nuovo alla città rivierasca, il Comune ha come interlocutori privilegiati i privati. Seppur valga il detto: il �ine giusti�ica i mezzi, gli ammini-stratori dovranno saper mantenere il giusto equilibrio tra l’interesse pubblico nel dotare la città di opere imponenti e importanti, e quello privato che è parte fondamentale di questo processo ma che, ovviamente, persegue principal-mente il proprio business.

Ecco la città del futuro

La terza corsia? Un tesoro per gli ammini-

stratori elpidiensi (del Porto) che stanno spremen-

do Società Autostrade per ottenere opere pubbliche

di cui bene�icerà sì, il territorio, come il buon

Andrenacci si affretta a puntualizzare, ma soprat-

tutto P. S. Elpidio. Opere per svariati milioni di euro

che saranno cedute, gratis et amore deo, al Comune.

Intanto, come in un Risiko, Andrenacci comincia a

sistemare altre pedine (polo del lusso, centri

commerciali, grandi aziende, alberghi) tutt'intorno

a queste zone che diventeranno strategiche. Se a

sud i giochi sono fatti, appare più complesso il

discorso a nord dove si mira a un ponte sul Chienti

che colleghi il casello dell'A14 di Civitanova con le

zone industriali e commerciali di P. S. Elpidio e S.

Elpidio. Mentre Comuni, Province e Autostrade

trattano, Andrenacci sta giocando anche su un altro

tavolo con Civitanova, per un ponte carrabile,

ciclabile e pedonale sul Chienti che colleghi le due

città costiere. I risultati, per ora, non si vedono ma il

proliferare di centri commerciali nella zona nord

della città non è un caso: in attesa dei ponti, P. S.

Elpidio sta sistemando le sue pedine per non farsi

trovare impreparato. E pazienza se il piccolo

commercio sarà penalizzato. È il prezzo da pagare

per lo sviluppo della città, signori.

Porto Sant’Elpidio Porto Sant’Elpidio

di Lorenzo Gire l l i

Il ‘risiko’ di Andrenacci

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Porto Sant'Elpidio è per de�inizione lunga e stretta e l'unica parte di territorio ancora inconta-minata è quella che si estende nella parte nord della città, fra il mare e la ferrovia. Per quest'area, ormai dal 2003, esiste il progetto per la realizza-zione di una darsena, imponente opera pubblica a vocazione turistico-commerciale. Se è vero che la

darsena è stata inserita nel Piano dei Porti della Regione, con piena soddisfazione di Andrenacci & c., è altrettanto vero che la Regione ha anche imposto di rivedere il preliminare in base a precise prescrizioni che non sono di poco conto: si raccomanda, infatti, di diminuire le altezze e le volumetrie degli edi�ici che vi sono previsti. Di fatto, il progetto che ancora campeggia su qualche poster in Comune, va dimenticato. Se darsena sarà, non sarà così e il rischio nel quale l’operazione potrebbe incappare è che diminuendo le volume-trie diminuisca anche l’interesse dei privati investitori. Per realizzare la darsena, inoltre, il Comune dovrà trattare con i privati proprietari del terreno. La domanda è: sarà trovato un accordo o occorrerà procedere all’esproprio? Nel quadro delle opere che caratterizzeranno la �isionomia futura della città si parla già dell'area ex Ligmar Gomme, sita tra la SS16 e il multiplex Giometti.

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Ecco la città del futuro

La terza corsia? Un tesoro per gli ammini-

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do Società Autostrade per ottenere opere pubbliche

di cui bene�icerà sì, il territorio, come il buon

Andrenacci si affretta a puntualizzare, ma soprat-

tutto P. S. Elpidio. Opere per svariati milioni di euro

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Intanto, come in un Risiko, Andrenacci comincia a

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sud i giochi sono fatti, appare più complesso il

discorso a nord dove si mira a un ponte sul Chienti

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Elpidio. Mentre Comuni, Province e Autostrade

trattano, Andrenacci sta giocando anche su un altro

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di Lorenzo Gire l l i

Il ‘risiko’ di Andrenacci

Page 34: La provincia di fermo.com - Febbraio n. 1

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PER UN

COLLOQUIO

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8 La guerra tra ‘Il Castagno’ e Tod’s regalerà il ‘lusso’ a P.S.Elpidio? 8

Sant’Elpidio troneggia dall’alto dei suoi 250 metri. Da lassù ha una visuale privilegiata sui problemi della vallata ma, al contempo, ne risente quando dal basso qualcosa si muove, senza coordinamento.

Il caso più eclatante di uno scollamento territoriale lo sta vivendo in questo momento con l’avanzata di Porto Sant’Elpidio nel settore del lusso e della moda. Un mega polo del lusso, una Factory Mall da 30mila metri quadrati

starebbe nascendo a due passi dal casello dell’A14 in via di costruzione. Non ci saranno solo scarpe perché anche il distretto del cappello dovrebbe rivestire un ruolo chiave, passando attraverso l’abbigliamento e la pelletteria. Nota ai più per essere il Comune di Diego Della Valle (che, in realtà, cita sempre la sua Casette d’Ete), Sant’Elpidio a Mare vanta una ridotta propensio-ne al commercio per cui la creazione del centro commerciale “Il Castagno”, il ‘distretto

dell’eccellenza’ come l’hanno de�inito gli impren-ditori che hanno investito su questa operazione, ha inevitabilmente avuto un notevole risalto, anche mediatico. La struttura, che si estende su una super�icie di 7.500 mq, è caratterizzata da una lunga passeggiata centrale lungo la quale si aprono le vetrine dei 50 negozi, dagli 80 �ino a 262 mq. Non tutti i locali sono ancora occupati, ma sono date in arrivo altre note griffes che andranno ad aggiungersi a quelle già presenti. Curato nei minimi particolari, “Il Castagno” dispone anche di 700 posti auto. Descritto così sembrerebbe un luogo da sogno. Ma non è tutto. E’ ottima anche la collocazione, a poche centina-ia di metri dall’uscita della superstrada 77 Val di Chienti, nel cuore del distretto che produce le migliori calzature al mondo.

Altro dato favorevole è la vicinanza con un altro punto vendita di prestigio: di �ianco al ‘Castagno’ sorge il centro direzionale e il princi-pale stabilimento produttivo del Gruppo Della Valle, con tanto di punto vendita. La caccia a un paio di Hogan o Tod’s, a un giubbino Fay, per gli appassionati delle griffe di mezza Italia, nasce nella frazione di Casette d’Ete.

Separati da un piccolo fossato in secca, ci sono da una parte l’imprenditore che piace ai politici e ai giornalisti televisivi, dall’altra nomi importanti della moda italiana, da Prada, Premiata, Pollini, Lanciotti de’ Verzi accanto ai prodotti artigianali di validi imprenditori locali. Potenzialmente un polo del lusso da fare invidia alle gallerie milanesi. Potenzialmente, però. Perché in pratica l’amore tra i due vicini non è mai scattato. Anzi, la Tod’s aveva avanzato una serie ricorsi dal giugno 2009 per opporsi alla Dia (denuncia di inizio attività) per la fusione di cinque locali in un’unica unità commerciale all’interno de Il Castagno, a Casette d’Ete, proprio di �ianco al grande complesso di proprie-tà dell’azienda del patron della Fiorentina e già meta di un �lusso di clienti provenienti da tutta Italia. Uno scontro nel quale è entrata anche una delle grandi rivali della Tod’s, Prada. Guerra di carte e di cifre, guerra di affari fatti e mancati. Guerra in cui, però, alla �ine a rimetterci potreb-be essere proprio Sant’Elpidio.

Nelle tensioni tra Comune e Della Valle, si

è abilmente inserito il sindaco di Porto Sant’Elpidio Mario Andrenacci che, avendo coltivato da tempo la possibilità del grande colpo – creare un polo del lusso nel suo territorio – si è subito mosso ed è uscito allo scoperto: "Nelle Marche, da qualche parte, ci sarà una struttura simile. La nostra Regione è sotto la lente di ingrandimento di qualche grossa catena commerciale che vuole investire qui e quindi chi va più veloce riuscirà ad accaparrarsi questa opportunità".

L’idea è ambiziosa: la cosiddetta "Factory Mall" si estenderebbe su un’area di 30mila metri quadrati, sarebbe una piccola città con un centinaio di negozi. Tra questi potrebbe esserci anche lo spaccio della Tod’s? Questa domanda è per ora senza risposta, ma visto l’attaccamento di Della Valle al suo territorio verrebbe da augurarsi di no. D’altra parte, è impensabile immaginare un nuovo polo del lusso senza l’imprenditore principe della zona. L’amministrazione di Porto Sant’Elpidio continua a lavorare al progetto, ha già avuto diversi incontri con gli investitori che vogliono realizzare l’opera, con i quali sta studiando i diversi target con cui caratterizzarla, i marchi su cui puntare: in base alla �iloso�ia che sarà sposata dal pubblico (per il bene del territorio) e dai privati, verrà fuori il progetto, la sua qualità, la bellezza.

E ‘Il Castagno’? Non è possibile immagina-re che l’unica arma di difesa sia attendere il confronto di fronte al ‘Piano di coordinamento provinciale’ dove l’intesa tra Comuni e Provincia sulla destinazione dell’area dovrà essere netta. ”La preoccupazione c’è, anche perché - sottoli-nea il sindaco di Sant’Elpidio a Mare, Alessandro Mezzanotte – l’area commerciale Brancadoro presenta costanti numeri di crescita. Ha logica creare una concorrenza così vicino?”. Se il progetto di P. S. Elpidio, che in molti vorrebbero venisse considerato il progetto del Fermano, va avanti la soluzione potrebbe essere quella di creare un coordinamento tra le due realtà. Possibile, viste le distanze?

Possibile, in realtà, sarebbe il coinvolgi-mento delle zone industriali di Montegranaro, meglio note come ‘Villaggio del lavoro’ sul lungo

Chienti e quella di Villa Luciani. Possibile, ma da nessuno paventato. Forse che dalla collina più alta del territorio non ci si sia ancora accorti che rischiano di ritrovarsi un’area inutile, abbando-nata e piena di scatoloni vuoti? Possibile che dal ‘villaggio del lavoro - della moda’ nessuno senta il bisogno di dire: “Ma scusate, perché non ampliare l’area Brancadoro arrivando sul nostro territorio?”. Certo, se è vero che vicino al casello l’area è già stata individuata (nel Ptc dovrà essere calata la destinazione commerciale), che il privato è pronto a investire, che un accordo di massima con gli imprenditori già c’è, dif�icile fermare una macchina che pare piaccia tanto guidare anche alla Provincia. Ma oltre alla passione, forse sarebbe il caso di guardare al risultato �inale. Poli del lusso a macchie di leopardo fanno scena su un divano, ma non attirano chi il lusso lo vuole scegliere comoda-mente, senza farsi mezz’ora di coda tra un centro commerciale e l’altro e che �inirà per scegliere o l’uno o l’altro.

Gli outlet della discordia

Una caratteristica va riconosciuta a Enrico Bracalente, amministratore unico della Bag spa, ovvero la NeroGiardini: è un uomo del fare. Tra un proclama e l’altro, Bracalente lavora. Molti diranno che è agevolato dai politici, nello speci�ico dal sindaco di Fermo, Saturnino Di Ruscio, ma la realtà è che lui investe e costruisce. A breve, quindi, passeggiando fuori dal centro del capoluogo tra Campiglione e Molini Girola, si staglierà una mega struttura di 12mila metri quadrati. All’interno il nuovo polo logistico della NeroGiardini, tra scatole di scarpe e corsi per studenti dell’Artigianelli. Detto così parrebbe la solita fabbrica, di certo moderna e utile per far crescere l’occupazione, ma nulla di speciale, ma se intorno verranno costruiti un polo �ieristico e magari altre aziende o per�ino un centro commerciale, i dubbi sulla progettualità della nuova provincia aumentano. ‘Il castagno’, la ‘Factory mall’, il polo di Bracalente: tre realtà in tre città.

Sant’Elpidio a Mare Sant’Elpidio a Mare

Il terzo poloè ‘Nero’

di Raffaele V i ta l i

Diego Della Valle

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Sant’Elpidio troneggia dall’alto dei suoi 250 metri. Da lassù ha una visuale privilegiata sui problemi della vallata ma, al contempo, ne risente quando dal basso qualcosa si muove, senza coordinamento.

Il caso più eclatante di uno scollamento territoriale lo sta vivendo in questo momento con l’avanzata di Porto Sant’Elpidio nel settore del lusso e della moda. Un mega polo del lusso, una Factory Mall da 30mila metri quadrati

starebbe nascendo a due passi dal casello dell’A14 in via di costruzione. Non ci saranno solo scarpe perché anche il distretto del cappello dovrebbe rivestire un ruolo chiave, passando attraverso l’abbigliamento e la pelletteria. Nota ai più per essere il Comune di Diego Della Valle (che, in realtà, cita sempre la sua Casette d’Ete), Sant’Elpidio a Mare vanta una ridotta propensio-ne al commercio per cui la creazione del centro commerciale “Il Castagno”, il ‘distretto

dell’eccellenza’ come l’hanno de�inito gli impren-ditori che hanno investito su questa operazione, ha inevitabilmente avuto un notevole risalto, anche mediatico. La struttura, che si estende su una super�icie di 7.500 mq, è caratterizzata da una lunga passeggiata centrale lungo la quale si aprono le vetrine dei 50 negozi, dagli 80 �ino a 262 mq. Non tutti i locali sono ancora occupati, ma sono date in arrivo altre note griffes che andranno ad aggiungersi a quelle già presenti. Curato nei minimi particolari, “Il Castagno” dispone anche di 700 posti auto. Descritto così sembrerebbe un luogo da sogno. Ma non è tutto. E’ ottima anche la collocazione, a poche centina-ia di metri dall’uscita della superstrada 77 Val di Chienti, nel cuore del distretto che produce le migliori calzature al mondo.

Altro dato favorevole è la vicinanza con un altro punto vendita di prestigio: di �ianco al ‘Castagno’ sorge il centro direzionale e il princi-pale stabilimento produttivo del Gruppo Della Valle, con tanto di punto vendita. La caccia a un paio di Hogan o Tod’s, a un giubbino Fay, per gli appassionati delle griffe di mezza Italia, nasce nella frazione di Casette d’Ete.

Separati da un piccolo fossato in secca, ci sono da una parte l’imprenditore che piace ai politici e ai giornalisti televisivi, dall’altra nomi importanti della moda italiana, da Prada, Premiata, Pollini, Lanciotti de’ Verzi accanto ai prodotti artigianali di validi imprenditori locali. Potenzialmente un polo del lusso da fare invidia alle gallerie milanesi. Potenzialmente, però. Perché in pratica l’amore tra i due vicini non è mai scattato. Anzi, la Tod’s aveva avanzato una serie ricorsi dal giugno 2009 per opporsi alla Dia (denuncia di inizio attività) per la fusione di cinque locali in un’unica unità commerciale all’interno de Il Castagno, a Casette d’Ete, proprio di �ianco al grande complesso di proprie-tà dell’azienda del patron della Fiorentina e già meta di un �lusso di clienti provenienti da tutta Italia. Uno scontro nel quale è entrata anche una delle grandi rivali della Tod’s, Prada. Guerra di carte e di cifre, guerra di affari fatti e mancati. Guerra in cui, però, alla �ine a rimetterci potreb-be essere proprio Sant’Elpidio.

Nelle tensioni tra Comune e Della Valle, si

è abilmente inserito il sindaco di Porto Sant’Elpidio Mario Andrenacci che, avendo coltivato da tempo la possibilità del grande colpo – creare un polo del lusso nel suo territorio – si è subito mosso ed è uscito allo scoperto: "Nelle Marche, da qualche parte, ci sarà una struttura simile. La nostra Regione è sotto la lente di ingrandimento di qualche grossa catena commerciale che vuole investire qui e quindi chi va più veloce riuscirà ad accaparrarsi questa opportunità".

L’idea è ambiziosa: la cosiddetta "Factory Mall" si estenderebbe su un’area di 30mila metri quadrati, sarebbe una piccola città con un centinaio di negozi. Tra questi potrebbe esserci anche lo spaccio della Tod’s? Questa domanda è per ora senza risposta, ma visto l’attaccamento di Della Valle al suo territorio verrebbe da augurarsi di no. D’altra parte, è impensabile immaginare un nuovo polo del lusso senza l’imprenditore principe della zona. L’amministrazione di Porto Sant’Elpidio continua a lavorare al progetto, ha già avuto diversi incontri con gli investitori che vogliono realizzare l’opera, con i quali sta studiando i diversi target con cui caratterizzarla, i marchi su cui puntare: in base alla �iloso�ia che sarà sposata dal pubblico (per il bene del territorio) e dai privati, verrà fuori il progetto, la sua qualità, la bellezza.

E ‘Il Castagno’? Non è possibile immagina-re che l’unica arma di difesa sia attendere il confronto di fronte al ‘Piano di coordinamento provinciale’ dove l’intesa tra Comuni e Provincia sulla destinazione dell’area dovrà essere netta. ”La preoccupazione c’è, anche perché - sottoli-nea il sindaco di Sant’Elpidio a Mare, Alessandro Mezzanotte – l’area commerciale Brancadoro presenta costanti numeri di crescita. Ha logica creare una concorrenza così vicino?”. Se il progetto di P. S. Elpidio, che in molti vorrebbero venisse considerato il progetto del Fermano, va avanti la soluzione potrebbe essere quella di creare un coordinamento tra le due realtà. Possibile, viste le distanze?

Possibile, in realtà, sarebbe il coinvolgi-mento delle zone industriali di Montegranaro, meglio note come ‘Villaggio del lavoro’ sul lungo

Chienti e quella di Villa Luciani. Possibile, ma da nessuno paventato. Forse che dalla collina più alta del territorio non ci si sia ancora accorti che rischiano di ritrovarsi un’area inutile, abbando-nata e piena di scatoloni vuoti? Possibile che dal ‘villaggio del lavoro - della moda’ nessuno senta il bisogno di dire: “Ma scusate, perché non ampliare l’area Brancadoro arrivando sul nostro territorio?”. Certo, se è vero che vicino al casello l’area è già stata individuata (nel Ptc dovrà essere calata la destinazione commerciale), che il privato è pronto a investire, che un accordo di massima con gli imprenditori già c’è, dif�icile fermare una macchina che pare piaccia tanto guidare anche alla Provincia. Ma oltre alla passione, forse sarebbe il caso di guardare al risultato �inale. Poli del lusso a macchie di leopardo fanno scena su un divano, ma non attirano chi il lusso lo vuole scegliere comoda-mente, senza farsi mezz’ora di coda tra un centro commerciale e l’altro e che �inirà per scegliere o l’uno o l’altro.

Gli outlet della discordia

Una caratteristica va riconosciuta a Enrico Bracalente, amministratore unico della Bag spa, ovvero la NeroGiardini: è un uomo del fare. Tra un proclama e l’altro, Bracalente lavora. Molti diranno che è agevolato dai politici, nello speci�ico dal sindaco di Fermo, Saturnino Di Ruscio, ma la realtà è che lui investe e costruisce. A breve, quindi, passeggiando fuori dal centro del capoluogo tra Campiglione e Molini Girola, si staglierà una mega struttura di 12mila metri quadrati. All’interno il nuovo polo logistico della NeroGiardini, tra scatole di scarpe e corsi per studenti dell’Artigianelli. Detto così parrebbe la solita fabbrica, di certo moderna e utile per far crescere l’occupazione, ma nulla di speciale, ma se intorno verranno costruiti un polo �ieristico e magari altre aziende o per�ino un centro commerciale, i dubbi sulla progettualità della nuova provincia aumentano. ‘Il castagno’, la ‘Factory mall’, il polo di Bracalente: tre realtà in tre città.

Sant’Elpidio a Mare Sant’Elpidio a Mare

Il terzo poloè ‘Nero’

di Raffaele V i ta l i

Diego Della Valle

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TITOLO

Porto San Giorgio

Porto Sant’Elpidio

TITOLO

Fermo

TITOLO

TITOLO

Montegiorgio

Monte Urano

Montegranaro

Satira in Libertà

TITOLO

Ricetta del Mese

Viaggio del Mese

Sport

Cultura & Spettacolo

Sant’Elpidio a Mare

Dal Comprensorio

Personaggio del Mese

TITOLO

Parla il; S������

Parla il

36

Sant’Elpidio a Mare

8 Marciapiedi, strade e un nuovo super campo sportivo 8

Il 2011 sarà un anno importante per Sant’Elpidio e per il suo sindaco, Alessandro Mezzanotte. Il primo cittadino si gioca la rielezione, visto che poi nella primavera del 2012 dovrà confrontarsi con il voto, la città deve trovare risorse e idee per migliorare viabilità e servizi.

Tanti i nodi da sciogliere, ma molti anche i progetti avviati e prossimi alla realizzazione. Si parte da Corso Baccio per arrivare alla scuola Castellano, si passa per l’ospedale per terminare la corsa davanti al terrapieno che circonda il campo sportivo Montevidoni.

Si chiude lì la corsa, perché è di fronte a quella terra che Mezzanotte giocherà l’asso. Un piano ambizioso, futuristico per certi versi, ma anche semplice da realizzare. Semplice se verranno trovati i due milioni di euro necessari per realizzarlo. In breve. Al posto del terrapieno verrà costruito un nuovo campo sportivo in erba sintetica con tribune. Detto così, parrebbe nulla di speciale. Ma è sotto che il sindaco immagina un mondo parallelo che si struttura tra colonne. Chissà, forse dopo un viaggio a Barcellona sarà rimasto affascinato dalla sala coperta appena entrati al Parc Guell composta da 84 colonne. Perché l’idea di utilizzare lo spazio sottostante il nuovo campo per un autoparco comunale, per dare una sede alla protezione civile e, soprattut-to, per costruire i nuovi locali della Croce Azzurra è quantomeno geniale.

Un’opera che potrebbe lasciare del sindaco il giusto ricordo e che potrebbe così garantire a lui la rielezione e alla città la soluzio-ne di una serie di problemi. “L’uf�icio tecnico sta

lavorando, il progetto è in fase di realizzo – ha sottolineato il sindaco mostrando i disegni a computer dell’opera – e stiamo valutando la copertura �inanziaria”. Scelta la bomba urbani-stica del nuovo anno, Mezzanotte deve fare i conti però con la realtà di ogni giorno, a comin-ciare da quella sanitaria. “A breve trasferiremo il servizio prelievi da via Murri all’ospedale in modo da garantire un maggior utilizzo e una valorizzazione del nostro nosocomio. E poi – sottolinea soddisfatto – ho avuto la conferma che presto saranno aggiunti venti posti di lungodegenza. Manca solo l’ok del’Ambito 20 e poi potremo soddisfare le tante richieste territo-riali”. Le certezze del sindaco arrivano dopo il confronto con l’Asur regionale, che ha garantito che all’interno del Paz, piano di ambito zonale, la

centralità di Sant’Elpidio come supporto di fermo è confermata. Sempre che la cittadella sanitaria, che ha come priorità la lungodegenza, prevista a Porto San Giorgio non acceleri il suo iter.

Sciolti i nodi sanitari, non restano che quelli viari. Gli ascensori faranno da cornice al 2011 del centro storico, prima in via Boccette (350mila euro il costo �inale, già coperto) poi in via Murri (160mila quello previsto), per non parlare di in�initi marciapiedi messi in cantiere. Se poi i lavori non dovessero andare bene ci sono sempre le telecamere della videosorveglianza che controllano. Anzi no, quelle sono in via di de�inizione, da qualche anno però. Il troppo storpia… ma fermarsi a metà sarebbe da ‘mezzo-giorno’ non certo da Mezzanotte.

spaziodisponibile

spaziodisponibile

Mezzanotteprendel'ascensoredi Raffaele Vitali

Area Montevidoni:com’era e come sarà

Il sindacoMezzanotte

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OUTLET maglieria

ScatolificioF.lli BIONDI & C. snc

Via San Paolo, 563831 RAPAGNANO (FM)

Tel: 0734 56171Fax: 0734 510990

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Scatole per valorizzare i vostri contenuti• Scatole per scarpeScatole in cartone teso o microonda di varie dimensioni, con rivestimento neutro o stampato, particolarmente utilizzate per confezioni di calzature di alta qualità.

• Scatole per oggettisticaScatole in cartone teso di dimensioni ridotte, con rivestimento neutro o stampato, particolarmente utilizzate per confezioni di oggettistica e preziosi.

• Scatole a valigettaScatola in microonda; accoppiata e stampata; chiusura ad incastro con maniglia in plastica o cordone.

• Scatole con occhiello Scatole realizzate in cartone teso e microonda, con rivestimenti stampati e accoppiati.

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• Scatole con stampa in rilievoScatole in cartone teso, con stampa in rilievo per conferire un maggior impatto visivo al vostro logo.vostro logo.

Scatole per valorizzare

Verso la; F������

38 39

8 Già al lavoro un comitato 8 8 Troppi incidenti: fondi per le strade 8

Un comitato che unisce i Comuni di Montappone, Monte Vidon Corrado e Massa Fermana, per essere da stimolo alle amministra-zioni e per promuovere azioni unitarie a bene�icio del distretto.

“Comune Unico” è il nome di questo comitato che alla �ine del 2010 ha deciso di dotarsi di un direttivo e quindi di un presidente, il quale ha voluto raccontare come è nata l'idea e quali sono le ambizioni di questa iniziativa: “Tutto è nato dal basso, dai cittadini – ha spiegato Egidio Santucci – che hanno dato vita al comitato per poter dialogare con le istituzioni ed essere allo stesso tempo uno stimolo”. Lo scopo è tanto semplice quanto ambizioso: studiare, capire e promuovere quelli che potrebbero essere i bene�i-ci derivanti da un accorpamento dei tre Comuni in questione. “Abbiamo cercato – ha aggiunto il presidente Santucci - di riunire nel comitato quelle professionalità che hanno già esperienza di come funziona la macchina amministrativa: vogliamo analizzare un po' tutti gli aspetti della vita quotidiana, dalla gestione dei ri�iuti all'assetto territoriale, dai servizi all'organizzazione istituzionale”.

Bene�ici che non si limitano a semplici questioni burocratiche, ma investono la quotidia-nità: “Con un unico ente – ha spiegato Santucci – arriverebbero anche giovamenti a livello impren-ditoriale. Per capirci, invece di parlare con tre amministrazioni il referente diventerebbe uno solo. Per non parlare dei rapporti con Provincia e Regione, con il territorio che acquisirebbe maggio-re forza per portare sul tavolo esigenze speci�iche”. In sostanza, ha concluso Santucci, “l'idea è di valorizzare le potenzialità che questi Comuni hanno e che ancora non sono state valorizzate: penso alla cultura, ma anche a tanti altri aspetti peculiari di queste zone”. Un esperimento che ha

preso il via da poco e che adesso si lancia nella fase di sensibilizzazione e promozione, per avvicinare quanta più cittadinanza possibile a questo proget-to. Adesso, quindi, il comitato si è dotato di un proprio direttivo (12 membri, quattro per ogni Comune) che a sua volta ha eletto le due cariche più importanti (Egidio Santucci presidente e Luigi Antinori vice), mentre l'assemblea (35 soci, ma sono in arrivo molte altre adesioni) ha approvato lo statuto.

Viabilità, la Provincia mette mano alla 'Valdaso'. Un intervento consistente che va ad interessare un tratto di strada particolarmente importante e che, come conferma l'ultimo studio dell'Automobile Club d'Italia in collaborazione con il Sistema statistico nazionale, è spesso teatro di incidenti, anche gravi. L'ultimo atto, in ordine di tempo, è la delibera della Giunta provinciale che un mese fa ha approvato il progetto de�initivo dell'opera di ammodernamento di circa 3 chilome-tri tra Pedaso e Campo�ilone della strada provin-ciale 238 'Valdaso'. Un provvedimento che ha fatto seguito all'approvazione della variante urbanistica parziale dei due Comuni principalmente interessa-ti dall'intervento, cioè Pedaso e Campo�ilone.

Un lavoro possibile grazie al �inanziamento, con fondi ex Anas, di 2 milioni e 600 mila euro, con i quali sarà possibile anche la creazione di due rotatorie. Soldi che si aggiungono al milione e 100 mila euro arrivati a novembre ed alla stessa cifra che la Regione aveva destinato a Fermo a dicembre per la manutenzione straordinaria delle sue strade. Soldi che dovranno servire per invertire la tendenza che, come accennato, l'Aci ha rilevato nel suo ultimo reportage sugli incidenti stradali.

Anche se i numeri si riferiscono al 2009, l'allora strada statale Val d'Aso ha fatto registrare dati preoccupanti. Innanzitutto, 14 incidenti che la collocano al sesto posto tra le strade più pericolose tra la provincia di Fermo e quella di Ascoli; i 2 morti che questi hanno comportato, poi, la fanno balzare ad un triste secondo posto, dietro soltanto all'autostrada A14. In confronto all'allora Statale Fermana-Faleriense, ad esempio, gli incidenti sono molto meno ma il tasso di mortalità (numero di morti in relazione agli incidenti) è decisamente più alto (142,86 contro il 32,97 della A14 seconda in graduatoria) e così pure l'indice di gravità (numero di morti in relazione agli infortunati lungo la strada), che tocca vette preoccupanti (76,92 contro i 17,14 della A14 che segue in questa classi�ica), anche se il rapporto con la lunghezza della strada mette la 'Valdaso' in una posizione meno drammatica, con 0,33 incidenti per chilome-tro.

Comunque si voglia leggere questo rappor-to, alla �ine della storia la verità è che la Provinciale 238 aveva assoluto bisogno di interventi per ammodernarla e, soprattutto, renderla più sicura.

d. l.

Verso la

dalComprensorio

Un Comune per tre Valdaso nel mirinodi Danie le Luz i

dalComprensorio

EgidioSantucci

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8 Già al lavoro un comitato 8 8 Troppi incidenti: fondi per le strade 8

Un comitato che unisce i Comuni di Montappone, Monte Vidon Corrado e Massa Fermana, per essere da stimolo alle amministra-zioni e per promuovere azioni unitarie a bene�icio del distretto.

“Comune Unico” è il nome di questo comitato che alla �ine del 2010 ha deciso di dotarsi di un direttivo e quindi di un presidente, il quale ha voluto raccontare come è nata l'idea e quali sono le ambizioni di questa iniziativa: “Tutto è nato dal basso, dai cittadini – ha spiegato Egidio Santucci – che hanno dato vita al comitato per poter dialogare con le istituzioni ed essere allo stesso tempo uno stimolo”. Lo scopo è tanto semplice quanto ambizioso: studiare, capire e promuovere quelli che potrebbero essere i bene�i-ci derivanti da un accorpamento dei tre Comuni in questione. “Abbiamo cercato – ha aggiunto il presidente Santucci - di riunire nel comitato quelle professionalità che hanno già esperienza di come funziona la macchina amministrativa: vogliamo analizzare un po' tutti gli aspetti della vita quotidiana, dalla gestione dei ri�iuti all'assetto territoriale, dai servizi all'organizzazione istituzionale”.

Bene�ici che non si limitano a semplici questioni burocratiche, ma investono la quotidia-nità: “Con un unico ente – ha spiegato Santucci – arriverebbero anche giovamenti a livello impren-ditoriale. Per capirci, invece di parlare con tre amministrazioni il referente diventerebbe uno solo. Per non parlare dei rapporti con Provincia e Regione, con il territorio che acquisirebbe maggio-re forza per portare sul tavolo esigenze speci�iche”. In sostanza, ha concluso Santucci, “l'idea è di valorizzare le potenzialità che questi Comuni hanno e che ancora non sono state valorizzate: penso alla cultura, ma anche a tanti altri aspetti peculiari di queste zone”. Un esperimento che ha

preso il via da poco e che adesso si lancia nella fase di sensibilizzazione e promozione, per avvicinare quanta più cittadinanza possibile a questo proget-to. Adesso, quindi, il comitato si è dotato di un proprio direttivo (12 membri, quattro per ogni Comune) che a sua volta ha eletto le due cariche più importanti (Egidio Santucci presidente e Luigi Antinori vice), mentre l'assemblea (35 soci, ma sono in arrivo molte altre adesioni) ha approvato lo statuto.

Viabilità, la Provincia mette mano alla 'Valdaso'. Un intervento consistente che va ad interessare un tratto di strada particolarmente importante e che, come conferma l'ultimo studio dell'Automobile Club d'Italia in collaborazione con il Sistema statistico nazionale, è spesso teatro di incidenti, anche gravi. L'ultimo atto, in ordine di tempo, è la delibera della Giunta provinciale che un mese fa ha approvato il progetto de�initivo dell'opera di ammodernamento di circa 3 chilome-tri tra Pedaso e Campo�ilone della strada provin-ciale 238 'Valdaso'. Un provvedimento che ha fatto seguito all'approvazione della variante urbanistica parziale dei due Comuni principalmente interessa-ti dall'intervento, cioè Pedaso e Campo�ilone.

Un lavoro possibile grazie al �inanziamento, con fondi ex Anas, di 2 milioni e 600 mila euro, con i quali sarà possibile anche la creazione di due rotatorie. Soldi che si aggiungono al milione e 100 mila euro arrivati a novembre ed alla stessa cifra che la Regione aveva destinato a Fermo a dicembre per la manutenzione straordinaria delle sue strade. Soldi che dovranno servire per invertire la tendenza che, come accennato, l'Aci ha rilevato nel suo ultimo reportage sugli incidenti stradali.

Anche se i numeri si riferiscono al 2009, l'allora strada statale Val d'Aso ha fatto registrare dati preoccupanti. Innanzitutto, 14 incidenti che la collocano al sesto posto tra le strade più pericolose tra la provincia di Fermo e quella di Ascoli; i 2 morti che questi hanno comportato, poi, la fanno balzare ad un triste secondo posto, dietro soltanto all'autostrada A14. In confronto all'allora Statale Fermana-Faleriense, ad esempio, gli incidenti sono molto meno ma il tasso di mortalità (numero di morti in relazione agli incidenti) è decisamente più alto (142,86 contro il 32,97 della A14 seconda in graduatoria) e così pure l'indice di gravità (numero di morti in relazione agli infortunati lungo la strada), che tocca vette preoccupanti (76,92 contro i 17,14 della A14 che segue in questa classi�ica), anche se il rapporto con la lunghezza della strada mette la 'Valdaso' in una posizione meno drammatica, con 0,33 incidenti per chilome-tro.

Comunque si voglia leggere questo rappor-to, alla �ine della storia la verità è che la Provinciale 238 aveva assoluto bisogno di interventi per ammodernarla e, soprattutto, renderla più sicura.

d. l.

dalComprensorio

Un Comune per tre Valdaso nel mirinodi Danie le Luz i

dalComprensorio

EgidioSantucci

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Il futuro è; G����

TOMAIFICIO PFVia G. Pascoli, 1

STELLA DI MONSAMPOLO (AP)Tel.: 0735 705016

diGABRIELLAD’ERCOLI

località Madonna Bruna, 3 • LAPEDONA (FM)Tel e Fax: 0734 936562 • Cell: 338 4426756

[email protected]

A tavola... con le specialità di una volta!

AMBIENTE GIOVANE E DINAMICO

APERTO ANCHE A PRANZO

GRADITA PRENOTAZIONE

ANIMAZIONE SU RICHIESTA

Ristorazione

Pizzeria Forno a Legna

Cerimonie

Eventi

Camere

Sala Assemblee

Compleanni

7

8

9

7

8

9

7

Un elegante agriturismo immerso nel suggestivo paesaggio dei dolci colli marchigiani, a soli 6 Km dalla costa adriatica, al centro di un’azienda agricola di 120 ettari, fronteggiato da uno splendido giardino nel comune di Lapedona in provincia di Fermo.

40 41

8 Dubbi e risorse del fotovoltaico 8 8 Tavolo di confronto sulla centrale 8

La green economy si sta diffondendo anche nella Valdaso. E con essa le contestazioni. Nonostante un'analisi della Coldiretti sui dati GSE di settembre inserisca la provincia di Fermo all'ultimo posto per diffusione di impianti fotovol-taici, l'argomento è molto sentito e foriero di discussioni. A Monte Rinaldo, le contestazioni sono iniziate prima dell'installazione.

Il 5 novembre l'amministrazione comunale ha depositato in Provincia la relazione preliminare per l'istallazione di un impianto fotovoltaico �isso a terra da realizzarsi su un’area complessiva di 25.000 mq in contrada Valdaso, zona Cuma, nelle vicinanze del sito archeologico.

Tale progetto ha suscitato le lamentele di una parte dei cittadini, che si sono rivolti all'Asso-ciazione per la Tutela e la Valorizzazione della Valdaso, che ha depositato in Provincia una dettagliata relazione.

“Il progetto di impianto fotovoltaico, proposto dall'amministrazione comunale di Monte Rinaldo , rischia di produrre danni anche al patrimonio archeologico. Infatti - ha dichiarato Roberto Ferretti, presidente dell'Associazione di tutela della Valdaso - questo impianto necessita di fondazioni costituite da circa 1280 micropali da installare a circa due metri di profondità; pali che potrebbero danneggiare reperti ancora nascosti. Inoltre, l'area di installazione dell'impianto, nel PAI (piano di assetto idrogeologico), è classi�icata come zona P2 che vieta “installazioni di impianti superiori ai 200 mq”.

Osservazioni alle quali il sindaco di Monte Rinaldo, Marcello Vallorani, ha replicato con durezza: “I pali di fondazione sono amovibili senza cemento armato, �issi a terra, e l'impianto è al di là delle zone con vincolo archeologico; se anche ci fossero delle esigenze di tutela, mi stupisce che se ne parli solo oggi, dopo oltre 50

anni dai ritrovamenti; riguardo poi la classi�icazio-ne P2 dell'area, sussiste un problema frane nella parte a monte, non dove andrebbe fatto l'impian-to; tra l'altro abbiamo commissionato un' indagine per riperimetrare l'area e valutare l'eventuale rischio; stiamo seguendo tutta la procedura opportuna; se l'impianto si può fare bene, altrimenti ognuno si prenderà le proprie respon-sabilità”. Ora spetta alla Provincia pronunciarsi in merito alle osservazioni depositate e valutare l'eventuale assoggettamento o l'esclusione del progetto alla procedura di valutazione di impatto ambientale. La querelle è tutt’altro che chiusa.

Una centrale da 52 MW termici in Valdete: è questo il primo progetto presentato dalla Powercrop nel 2009, con relativa richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale alla Regione, e legato alla riconversione della ex Sadam di Campiglione.

La contrarietà manifestata dai Comuni di Fermo, Grottazzolina, Montegiberto, Monterubbiano e Ponzano, stimolata soprattutto dalle vibranti proteste dei cittadini e dall'attività del Comitato C.I.T.A.S.FE, spinge la Powercrop a rivedere i propri obiettivi.

Nel periodo tra le elezioni provinciali del 2009 e le regionali dell'anno successivo, la situazio-ne resta in una fase di apparente stand-by, �ino al giugno 2010: la ditta, infatti, presentando alla P.F. Energia - Fonti Rinnovabili - Risparmio Energetico della Regione Marche un nuovo progetto, ottiene una sempli�icazione delle procedure autorizzative. Oltre al sito (si torna a parlare di Campiglione), nel progetto sono state previste due centrali - una ad olio combustibile ed una più piccola a cippato e resi-dui solidi agricoli - per una dimensione complessiva di 48MW termici che, essendo inferiori al limite dei 50 MW previsti dalla normativa, permettono di evitare la V.I.A. e di ricevere l'autorizzazione al termine delle conferenze dei servizi.

Ma una nuova legge regionale datata dicembre 2009 prevede che la V.I.A. venga avviata dalla Provincia interessata per tutte le centrali, indifferentemente dalla loro dimensione.

“Allo stato attuale - spiega Daniele Postacchini del Comitato C.I.T.A.S.FE - siamo in attesa che la ditta presenti questa richiesta di V.I.A. alla Provincia di Fermo che, nel frattempo, ha già espresso la propria posizione di contrarietà al nuovo progetto con una delibera di giunta del settembre 2009 ed una lettera pubblicata anche dai quotidiani, in cui è stata evidenziata la totale incompatibilità dell'industria con il futuro ospeda-le del territorio, la cui ubicazione sarà proprio nel quartiere di Campiglione”.

Uno scenario complicato, che però trova in Jesi un signi�icativo precedente: dopo una lunga ed aspra contrapposizione tra ditta e Comuni da un lato e cittadini dall'altro, nei mesi scorsi la Powercrop ha deciso di riconvertire il sito della ex Sadam a �ini commerciali. Il Sindaco di Fermo Di Ruscio ha subito sollecitato la Regione per una soluzione simile anche nel Fermano, mentre la Provincia si è attivata per l'apertura di un tavolo di confronto tra tutti i soggetti interessati (Regione, Comune, Sindacati ed azienda) per valutare ipotesi di riconversione alternative.

Il futuro è

dalComprensorio

dalComprensorio

di Andrea Braconidi Vincenzo Marziali

Pannello selvaggio Il nodo biomasse

Il sindaco diM. RinaldoVallorani

Page 41: La provincia di fermo.com - Febbraio n. 1

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40 41

8 Dubbi e risorse del fotovoltaico 8 8 Tavolo di confronto sulla centrale 8

La green economy si sta diffondendo anche nella Valdaso. E con essa le contestazioni. Nonostante un'analisi della Coldiretti sui dati GSE di settembre inserisca la provincia di Fermo all'ultimo posto per diffusione di impianti fotovol-taici, l'argomento è molto sentito e foriero di discussioni. A Monte Rinaldo, le contestazioni sono iniziate prima dell'installazione.

Il 5 novembre l'amministrazione comunale ha depositato in Provincia la relazione preliminare per l'istallazione di un impianto fotovoltaico �isso a terra da realizzarsi su un’area complessiva di 25.000 mq in contrada Valdaso, zona Cuma, nelle vicinanze del sito archeologico.

Tale progetto ha suscitato le lamentele di una parte dei cittadini, che si sono rivolti all'Asso-ciazione per la Tutela e la Valorizzazione della Valdaso, che ha depositato in Provincia una dettagliata relazione.

“Il progetto di impianto fotovoltaico, proposto dall'amministrazione comunale di Monte Rinaldo , rischia di produrre danni anche al patrimonio archeologico. Infatti - ha dichiarato Roberto Ferretti, presidente dell'Associazione di tutela della Valdaso - questo impianto necessita di fondazioni costituite da circa 1280 micropali da installare a circa due metri di profondità; pali che potrebbero danneggiare reperti ancora nascosti. Inoltre, l'area di installazione dell'impianto, nel PAI (piano di assetto idrogeologico), è classi�icata come zona P2 che vieta “installazioni di impianti superiori ai 200 mq”.

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anni dai ritrovamenti; riguardo poi la classi�icazio-ne P2 dell'area, sussiste un problema frane nella parte a monte, non dove andrebbe fatto l'impian-to; tra l'altro abbiamo commissionato un' indagine per riperimetrare l'area e valutare l'eventuale rischio; stiamo seguendo tutta la procedura opportuna; se l'impianto si può fare bene, altrimenti ognuno si prenderà le proprie respon-sabilità”. Ora spetta alla Provincia pronunciarsi in merito alle osservazioni depositate e valutare l'eventuale assoggettamento o l'esclusione del progetto alla procedura di valutazione di impatto ambientale. La querelle è tutt’altro che chiusa.

Una centrale da 52 MW termici in Valdete: è questo il primo progetto presentato dalla Powercrop nel 2009, con relativa richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale alla Regione, e legato alla riconversione della ex Sadam di Campiglione.

La contrarietà manifestata dai Comuni di Fermo, Grottazzolina, Montegiberto, Monterubbiano e Ponzano, stimolata soprattutto dalle vibranti proteste dei cittadini e dall'attività del Comitato C.I.T.A.S.FE, spinge la Powercrop a rivedere i propri obiettivi.

Nel periodo tra le elezioni provinciali del 2009 e le regionali dell'anno successivo, la situazio-ne resta in una fase di apparente stand-by, �ino al giugno 2010: la ditta, infatti, presentando alla P.F. Energia - Fonti Rinnovabili - Risparmio Energetico della Regione Marche un nuovo progetto, ottiene una sempli�icazione delle procedure autorizzative. Oltre al sito (si torna a parlare di Campiglione), nel progetto sono state previste due centrali - una ad olio combustibile ed una più piccola a cippato e resi-dui solidi agricoli - per una dimensione complessiva di 48MW termici che, essendo inferiori al limite dei 50 MW previsti dalla normativa, permettono di evitare la V.I.A. e di ricevere l'autorizzazione al termine delle conferenze dei servizi.

Ma una nuova legge regionale datata dicembre 2009 prevede che la V.I.A. venga avviata dalla Provincia interessata per tutte le centrali, indifferentemente dalla loro dimensione.

“Allo stato attuale - spiega Daniele Postacchini del Comitato C.I.T.A.S.FE - siamo in attesa che la ditta presenti questa richiesta di V.I.A. alla Provincia di Fermo che, nel frattempo, ha già espresso la propria posizione di contrarietà al nuovo progetto con una delibera di giunta del settembre 2009 ed una lettera pubblicata anche dai quotidiani, in cui è stata evidenziata la totale incompatibilità dell'industria con il futuro ospeda-le del territorio, la cui ubicazione sarà proprio nel quartiere di Campiglione”.

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Page 42: La provincia di fermo.com - Febbraio n. 1

GIARDINO DEI CEDRIContrada Aso, 24

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occasioni più importanti dove trascorrere momenti

all'insegna della natura e della sana cucina...

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fotografici...

Via Toscana scn • Porto S. Giorgio0734.674830

PRESENTAquesto tagliandoed avrai uno sconto del

; S����������

42 43

8 Saccuti prepara il referendum 8

; A�������

Più di duemila e quattrocento giorni: tanto è trascorso da quando il Parlamento, con la legge 147, ha istituito la Provincia di Fermo. Un iter lunghissimo per dare attuazione alla legge, per dividere patrimonio e personale, e ancora questa storia non conosce la parola '�ine'.

Il caso emblematico è quello di Amandola, che ha sempre storto il naso di fronte alla sua associazione alla neonata provincia fermana e che ancora oggi non ha del tutto tagliato il cordone ombelicale che la lega ad Ascoli. Tanto per fare un esempio, Amandola dipende dal capoluogo piceno per quanto riguarda il Tribunale, il Giudice di Pace e i servizi sanita-ri; viceversa, per l'Uf�icio delle imposte e l'Inail il riferimento è diventato Fermo. “Queste cose interessano poco alla gente – dice il sindaco di Amandola, Giulio Saccuti – che spesso si rivolge ai sindacati: se poi questi lavorano con Fermo o Ascoli a loro, giustamente, importa poco”.

La realtà parla di un paese di circa 4 mila abitanti che però ancora non si sente completa-mente legato alla nuova Provincia e il sindaco spiega perché: “Semplicemente per una questione di comodità: per arrivare ad Ascoli occorrono venti minuti, per andare a Fermo più del doppio. Adesso che abbiamo la strada verso il capoluogo piceno siamo �initi per convergere verso quello fermano”. Ma Saccuti spiega anche qual è l'umore dei suoi concittadini in merito a tutta questa faccenda: “La politica è sempre più lontana dalla gente. La verità è che questa nuova Provincia non ha fatto altro che diminuire le risorse a disposi-zione, già esigue, perché mentre i soldi sono

rimasti gli stessi si sono raddoppiati i costi di gestione e quelli della politica”. Ma non sarebbe stato più logico, una volta decisa la divisione,

separare i servizi in modo de�initivo? “Ad Amandola i cittadini non sono mai stati interpel-lati in merito alla destinazione del loro paese. Certo, senza la galleria di Croce di Casale sarebbe stato uguale, ma così no. Poi se Fermo mi assicura che, per dire, si investiranno 10 milioni di euro nei prossimi 10 anni ad Amandola, io resto con Fermo. Ma se la situazione è la stessa, se non peggio...”.

Cosa potrebbe succedere? “Il referendum. È la forma più democratica: faccio un regolamen-to comunale e poi interpello i cittadini. Se voglio-no tornare ad Ascoli, basta una delibera e il gioco è fatto”. Altro che �ine, qui siamo appena ai titoli di testa...

; A�������

dalComprensorio

dalComprensorio

8 Giovani, solidarietà e cooperazione 8

L'associazione Noi Ragazzi del Mondo

Marche nasce nel 1996 da un'intuizione di uno

dei preti più rivoluzionari dei nostri tempi, Don

Franco Monterubbianesi. L'idea originale, che

tutt'oggi caratterizza l'associazione, è lo scambio

tra i giovani del Nord e Sud del mondo.

Letizia Bellabarba è la responsabile dei pro-

getti. Quali sono le �inalità dell’associazione?

“Le nostre �inalità non si limitano alla realizza-zione pura e semplice di progetti di solidarietà internazionale, ma riguardano anche l'educazio-ne alla mondialità e alla Pace e soprattutto il sostegno al protagonismo delle giovani genera-zioni nella vita come nel lavoro, nella società come nella politica”.Oltre ai giovani, a chi altri vi rivolgete?

“Interlocutori privilegiati sono le Istituzioni e gli enti locali, perché sono loro che devono dare l'esempio di una società solidale, che si preoccupa di chi è rimasto indietro e che con coraggio destina risorse, umane ed economiche, alle politiche sociali, di integrazione e di solidarietà internazionale. Per questo, da un'ennesima intuizione di Don Franco, alcuni anni fa è nato il progetto “Palazzo Monti” a Servigliano, un ente di coordinamento per la promozione della Pace e della solidarietà internazionale fra le Associazioni no pro�it e gli enti locali di Ascoli e Fermo”.In particolare di cosa dovrebbe occuparsi il

Coordinamento?

“L'idea è grande e il progetto ambizioso: si tratta di lavorare insieme, ognuno per le proprie competenze e capacità, per promuovere una nuova idea di cooperazione, prima di tutto fra noi e poi con gli altri, dove i Comuni, con a capo la Provincia, sono i veri protagonisti. Purtroppo siamo ancora molto legati alla fase dell'idealità e manca una vera cabina di regia”. Qual è l’obiettivo?

“Quello di arrivare a fare di Palazzo Monti la “casa del mondo” , dove i giovani possano incontrarsi e sviluppare la strategia per una realtà eco-solidale ed arrivare ad istituire la sede distaccata dell'Università della Pace di Ancona”. Quali sono i progetti di cooperazione interna-

zionale attivi?

“L'ultimo, insieme all'associazione “Cuenca del Rio Zuñag”, riguarda la salvaguardia di un corridoio ecologico che si trova alle porte della Foresta Amazzonica dell'Ecuador. Oltre a questo, siamo presenti in Ecuador con altri 4 progetti di cooperazione rivolti soprattutto a giovani e bambini: a Chone e Riobamba, con la Fundación Mano Amiga, ad Ibarra, con la Fundación Cristo de la Calle e a Quito, con la Fundación Muchachos solidarios. Ma sosteniamo anche le progettualità dei ragazzi africani del Maejt (Mouvement Enfents et Jeunes Travailleurs) e delle donne campesinas in Bolivia”. g.n.

Il mondo in un ‘Palazzo’Qui la divisionenon è mai finita di Danie le Luz i

Page 43: La provincia di fermo.com - Febbraio n. 1

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42 43

8 Saccuti prepara il referendum 8

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Più di duemila e quattrocento giorni: tanto è trascorso da quando il Parlamento, con la legge 147, ha istituito la Provincia di Fermo. Un iter lunghissimo per dare attuazione alla legge, per dividere patrimonio e personale, e ancora questa storia non conosce la parola '�ine'.

Il caso emblematico è quello di Amandola, che ha sempre storto il naso di fronte alla sua associazione alla neonata provincia fermana e che ancora oggi non ha del tutto tagliato il cordone ombelicale che la lega ad Ascoli. Tanto per fare un esempio, Amandola dipende dal capoluogo piceno per quanto riguarda il Tribunale, il Giudice di Pace e i servizi sanita-ri; viceversa, per l'Uf�icio delle imposte e l'Inail il riferimento è diventato Fermo. “Queste cose interessano poco alla gente – dice il sindaco di Amandola, Giulio Saccuti – che spesso si rivolge ai sindacati: se poi questi lavorano con Fermo o Ascoli a loro, giustamente, importa poco”.

La realtà parla di un paese di circa 4 mila abitanti che però ancora non si sente completa-mente legato alla nuova Provincia e il sindaco spiega perché: “Semplicemente per una questione di comodità: per arrivare ad Ascoli occorrono venti minuti, per andare a Fermo più del doppio. Adesso che abbiamo la strada verso il capoluogo piceno siamo �initi per convergere verso quello fermano”. Ma Saccuti spiega anche qual è l'umore dei suoi concittadini in merito a tutta questa faccenda: “La politica è sempre più lontana dalla gente. La verità è che questa nuova Provincia non ha fatto altro che diminuire le risorse a disposi-zione, già esigue, perché mentre i soldi sono

rimasti gli stessi si sono raddoppiati i costi di gestione e quelli della politica”. Ma non sarebbe stato più logico, una volta decisa la divisione,

separare i servizi in modo de�initivo? “Ad Amandola i cittadini non sono mai stati interpel-lati in merito alla destinazione del loro paese. Certo, senza la galleria di Croce di Casale sarebbe stato uguale, ma così no. Poi se Fermo mi assicura che, per dire, si investiranno 10 milioni di euro nei prossimi 10 anni ad Amandola, io resto con Fermo. Ma se la situazione è la stessa, se non peggio...”.

Cosa potrebbe succedere? “Il referendum. È la forma più democratica: faccio un regolamen-to comunale e poi interpello i cittadini. Se voglio-no tornare ad Ascoli, basta una delibera e il gioco è fatto”. Altro che �ine, qui siamo appena ai titoli di testa...

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8 Giovani, solidarietà e cooperazione 8

L'associazione Noi Ragazzi del Mondo

Marche nasce nel 1996 da un'intuizione di uno

dei preti più rivoluzionari dei nostri tempi, Don

Franco Monterubbianesi. L'idea originale, che

tutt'oggi caratterizza l'associazione, è lo scambio

tra i giovani del Nord e Sud del mondo.

Letizia Bellabarba è la responsabile dei pro-

getti. Quali sono le �inalità dell’associazione?

“Le nostre �inalità non si limitano alla realizza-zione pura e semplice di progetti di solidarietà internazionale, ma riguardano anche l'educazio-ne alla mondialità e alla Pace e soprattutto il sostegno al protagonismo delle giovani genera-zioni nella vita come nel lavoro, nella società come nella politica”.Oltre ai giovani, a chi altri vi rivolgete?

“Interlocutori privilegiati sono le Istituzioni e gli enti locali, perché sono loro che devono dare l'esempio di una società solidale, che si preoccupa di chi è rimasto indietro e che con coraggio destina risorse, umane ed economiche, alle politiche sociali, di integrazione e di solidarietà internazionale. Per questo, da un'ennesima intuizione di Don Franco, alcuni anni fa è nato il progetto “Palazzo Monti” a Servigliano, un ente di coordinamento per la promozione della Pace e della solidarietà internazionale fra le Associazioni no pro�it e gli enti locali di Ascoli e Fermo”.In particolare di cosa dovrebbe occuparsi il

Coordinamento?

“L'idea è grande e il progetto ambizioso: si tratta di lavorare insieme, ognuno per le proprie competenze e capacità, per promuovere una nuova idea di cooperazione, prima di tutto fra noi e poi con gli altri, dove i Comuni, con a capo la Provincia, sono i veri protagonisti. Purtroppo siamo ancora molto legati alla fase dell'idealità e manca una vera cabina di regia”. Qual è l’obiettivo?

“Quello di arrivare a fare di Palazzo Monti la “casa del mondo” , dove i giovani possano incontrarsi e sviluppare la strategia per una realtà eco-solidale ed arrivare ad istituire la sede distaccata dell'Università della Pace di Ancona”. Quali sono i progetti di cooperazione interna-

zionale attivi?

“L'ultimo, insieme all'associazione “Cuenca del Rio Zuñag”, riguarda la salvaguardia di un corridoio ecologico che si trova alle porte della Foresta Amazzonica dell'Ecuador. Oltre a questo, siamo presenti in Ecuador con altri 4 progetti di cooperazione rivolti soprattutto a giovani e bambini: a Chone e Riobamba, con la Fundación Mano Amiga, ad Ibarra, con la Fundación Cristo de la Calle e a Quito, con la Fundación Muchachos solidarios. Ma sosteniamo anche le progettualità dei ragazzi africani del Maejt (Mouvement Enfents et Jeunes Travailleurs) e delle donne campesinas in Bolivia”. g.n.

Il mondo in un ‘Palazzo’Qui la divisionenon è mai finita di Danie le Luz i

Page 44: La provincia di fermo.com - Febbraio n. 1

44

I CAP dei 33 Comuni della Provincia di Ascoli Piceno

I CAP dei 40 Comuni della Provincia di Fermo

COMUNE CAPAcquasanta Terme...................................................63095Acquaviva Picena .....................................................63075Appignano del Tronto ............................................63083Arquata del Tronto ..................................................63096ASCOLI PICENO ............................................... 63100Carassai ........................................................................63063Castel di Lama ...........................................................63082Castignano ..................................................................63072Castorano ....................................................................63081Colli del Tronto .........................................................63079Comunanza.................................................................63087Cossignano..................................................................63067Cupra Marittima .......................................................63064Folignano.....................................................................63084Force ..............................................................................63086Grottammare .............................................................63066Maltignano..................................................................63085Massignano.................................................................63061Monsampolo del Tronto........................................63077Montalto delle Marche...........................................63068Montedinove ..............................................................63069Monte�iore dell'Aso .................................................63062Montegallo ..................................................................63094Montemonaco............................................................63088Monteprandone ........................................................63076Of�ida.............................................................................63073Palmiano......................................................................63092Ripatransone..............................................................63065Rocca�luvione ............................................................63093Rotella ...........................................................................63071San Benedetto del Tronto.....................................63074Spinetoli .......................................................................63078Venarotta .....................................................................63091

COMUNE CAPAltidona........................................................................63824Amandola ....................................................................63857Belmonte Piceno ......................................................63838Campo�ilone ...............................................................63828Falerone .......................................................................63837FERMO ............................................................... 63900Francavilla d'Ete.......................................................63816Grottazzolina..............................................................63844Lapedona.....................................................................63823Magliano di Tenna ...................................................63832Massa Fermana .........................................................63834Monsampietro Morico ...........................................63842Montappone ...............................................................63835Monte Giberto............................................................63846Monte Rinaldo ...........................................................63852Monte San Pietrangeli ............................................63815Monte Urano ..............................................................63813Monte Vidon Combatte..........................................63847Monte Vidon Corrado.............................................63836Montefalcone Appennino .....................................63855Montefortino..............................................................63858Montegiorgio..............................................................63833Montegranaro............................................................63812Monteleone di Fermo .............................................63841Montelparo .................................................................63853Monterubbiano .........................................................63825Montottone .................................................................63843Moresco........................................................................63826Ortezzano ....................................................................63851Pedaso...........................................................................63827Petritoli.........................................................................63848Ponzano di Fermo....................................................63845Porto San Giorgio .....................................................63822Porto Sant'Elpidio....................................................63821Rapagnano ..................................................................63831Sant'Elpidio a Mare .................................................63811Santa Vittoria in Matenano..................................63854Servigliano ..................................................................63839Smerillo ........................................................................63856Torre San Patrizio ....................................................63814

• Elenco dei Codici di Avviamento Postale •

Lo Sapevate? Sono cambiati TUTTI i CAP(Codici di Avviamento Postale) delle provinciedi ASCOLI PICENO e FERMO.

I CAP dei 33 Comuni della Provincia di Ascoli Piceno

COMUNE CAPAcquasanta Terme...................................................63095Acquaviva Picena .....................................................63075Appignano del Tronto ............................................63083Arquata del Tronto ..................................................63096ASCOLI PICENO ............................................... 63100Carassai ........................................................................63063Castel di Lama ...........................................................63082Castignano ..................................................................63072Castorano ....................................................................63081Colli del Tronto .........................................................63079Comunanza.................................................................63087Cossignano..................................................................63067Cupra Marittima .......................................................63064Folignano.....................................................................63084Force ..............................................................................63086Grottammare .............................................................63066Maltignano..................................................................63085Massignano.................................................................63061Monsampolo del Tronto........................................63077Montalto delle Marche...........................................63068Montedinove ..............................................................63069Monte�iore dell'Aso .................................................63062Montegallo ..................................................................63094Montemonaco............................................................63088Monteprandone ........................................................63076Of�ida.............................................................................63073Palmiano......................................................................63092Ripatransone..............................................................63065Rocca�luvione ............................................................63093Rotella ...........................................................................63071San Benedetto del Tronto.....................................63074Spinetoli .......................................................................63078Venarotta .....................................................................63091

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Page 45: La provincia di fermo.com - Febbraio n. 1

TITOLO

Porto San Giorgio

Porto Sant’Elpidio

TITOLO

Fermo

TITOLO

TITOLO

Montegiorgio

Monte Urano

Montegranaro

Satira in Libertà

TITOLO

Ricetta del Mese

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TITOLO

45

Personaggio

del MESE

8 “Con�industria torni unita e guardi a Macerata” 8

La voce è squillante, i progetti sono ambiziosi, le vedute aperte. Enrico Paniccià, presidente dei giovani imprenditori Anci, vuole portare il Ferma-no ai vertici dell’economia italiana. Come? Tanti sono i modi: dall’uso della nuova Provincia alla messa in rete delle aziende, dal mecenatismo alla tutela del made in Italy. E per farlo non punta sulle chiacchiere, ma sul lavoro. Lavoro che gli piacerebbe portasse avanti Con�industria, in maniera unitaria: “Della Valle e NeroGiardini? Sono due grandi imprenditori che possono fare grande il territorio. Uno è dentro, l’altro speriamo entri. Tutti devono capire che non possono esserci divisioni per promuovere al meglio la propria realtà. Ecco la Con�industria che vorrei”.Paniccià, chi è e cosa fa Giano, l’azienda che lei guida?“È un’azienda calzaturiera di terza generazione, fondata nel dopoguerra da mio nonno Umberto, era il 1947. Oggi Giano è un’eccellenza del made in Italy. E questo lo dicono i numeri: da un fatturato di poco più di 1 milione di euro nel 1999 siamo passati a quello attuale di circa 10 milioni”. La Provincia di Fermo è davvero una risorsa?“Io non sono mai stato un fanatico della nuova Provincia. Però adesso c’è e dobbiamo fare di tutto per renderla una istituzione operativa, concreta, che metta in campo politiche ef�icaci di intervento ad esempio in tema di viabilità: Ascoli, sotto questo pro�ilo, ha fatto davvero ben poco in tanti anni”. Cosa fare per far emergere il Fermano a livello nazionale?

“Abbiamo uno dei distretti produttivi più impor-tanti d’Europa, con marchi di altissimo pro�ilo. Le nostre imprese potrebbero essere il volano per una conoscenza molto più ampia e approfon-dita del territorio che le ospita. Impresa e territorio, impresa e turismo, impresa e cultura: ecco i temi su cui puntare”.Con�industria Ascoli e Fermo sapranno andare oltre alla divisione territoriale? “Le due associazioni sono divise da prima delle Province, segno che gli interessi sono diversi, differente è il tessuto economico. Magari condivideremo battaglie comuni, ma è più facile che accada con Macerata”Come presidente Anci, non crede che i calzaturieri vadano troppo da soli?“È uno dei nostri limiti nelle Marche. Andare da soli signi�ica essere divisi e, come conseguenza, contare poco politicamente. Spero che il nuovo presidente di Con�industria Fermo possa dare un impulso all’unità. Ancor di più se sarà un calzaturiero”. Non solo scarpe nella sua vita, anche impegno nel sociale. Cominciamo dal progetto Mus-e.“Ho un lavoro che mi piace, mi impegna e mi grati�ica. Un lavoro legato al territorio e alla gente che per l’azienda Giano lavora. Credo sia giusto restituire parte di ciò che l’impresa produce in termini di ricchezza. Da qui nasce il nostro impegno in ambito sociale e culturale. Mus-e è un esempio di come si può pensare una società migliore per i nostri �igli cercando di superare le differenze tra bambini italiani e stranieri attraverso un percorso artistico nelle

scuole elementari �inanziato da privati”.Imprenditori mecenati: chi regala teatri, chi scuole. È dura competere con questi soggetti?“No, perché? Magari ci fossero tanti colleghi in grado di sostenere il territorio. Vorrebbe dire che l’economia funziona. La regola è che ognuno fa quello che può, sulla base delle risorse disponibili. C’è chi può permettersi di fare una scuola, regalare teatri e chi, come Giano, �inanziare un corso Mus-e o la stagione teatrale di un piccolo comune. L’importante è che questa volontà ci sia e continui, soprattutto in tempi come quelli che viviamo dove sempre più l’impresa è chiamata a supplire alle carenze di fondi del pubblico in ambiti cruciali come il sociale e la cultura”.

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Se non dovesse pensare alle divisioni dentro Con�industria e a come mettere attorno a un tavolo i ‘grandi’ del territorio, il 36enne Paniccià parlerebbe solo di Mus-e. Un progetto internazio-nale che in Italia è stato sposato da Riccardo Garrone, presidente onorario Erg e della Sampdo-ria, e che qui a Fermo si è strutturato in una associazione denominata ‘Mus-e del Fermano onlus’ di cui fanno parte persone che hanno a cuore il futuro delle nuove generazioni. Il gruppo è riuscito ad attivare 5 classi tra Fermo, Monte Urano e Montegiorgio e punta a far partire altri corsi a breve.

EnricoPANICCIÀ

intervista a

di Raffaele V i ta l i

M��-�:educazione ed integrazione

Amministratore unicoGiano srl e presidente

Giovani e Imprenditori

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La Copertinadel Mese

46 47

Satira inLibertà

Satira inLibertà

> È caduta la neve e subito sono… piovute polemiche. È stato contestato il mancato utilizzo del sale da parte del comune. “Il sale fa male perché alza la pressione. Noi ci teniamo alla salute dei nostri concittadini.” - Il laconico commento del sindaco Di Ruscio ha lasciato tutti di ghiaccio.> Elezioni fermane. Accordo in vista tra centro

sinistra e civiche di Lido. Il nuovo sindaco sarà RomaNella Brambatti.> Crisi all’interno dell’Italia dei valori provin-

ciale. In molti sono usciti in aperta polemica con il coordinatore Adolf Marinangeli, accusato di gestione autoritaria. Uno il nome non ce l’ha mica per caso…> Nella seduta del 30 dicembre, prima della

discussione sul bilancio provinciale, Cesetti ha consegnato una targa ai dipendenti andati in pensione. Per la macchina dovranno attendere il bilancio pluriennale.> Polemiche a Falerone per la mancata

rappresentazione del presepe vivente. Maggioran-za e opposizione ai Ferri..ni corti.> Il consigliere provinciale del PDL Bruno

Belleggia �inalmente fa outing. “Si sono io il vero capo dell’opposizione a Montegiorgio”. “ Li devo mannà a casa”.. è proprio la casa..della libertà.> Importante dichiarazione del capogruppo

provinciale PDL Putzu sul motodromo:” Invece del motodromo ci farei un... �icodromo, così Silvio verrà ad inaugurarlo.”> Cesetti ha messo in piedi i “progetti speciali

di sviluppo Della Casa”. Ma la commissione edilizia non ne sa nulla . È tutto in regola o è un abuso? > Il sindaco di P. S. Giorgio ha organizzato per

i dipendenti comunali, in orario d’uf�icio, nella sala consiliare, la messa di Natale. E poi c’è chi dice che a P. S. Giorgio non c’è più religione!!!> Il sindaco Andrenacci di Porto Sant’Elpidio

con un colpo di ruspa cancella 50 anni di storia, abbattendo, in nome del progresso, il vecchio municipio di piazza Garibaldi, con una procedura

furbesca e molto contestata. Insomma fa piazza… pulita (anche degli ambientalisti).> Elezioni fermane. Di Ruscio dopo il poliziot-

to di quartiere gioca la carta del poliziotto senza quartiere. Af�ida l’assessorato al traf�ico e viabilità al funzionario della digos Massimo Esperide. Dopo meno di due ore la città è stata seppellita sotto cinque centimetri di neve e c’è rimasta per una settimana… “si è visto subito che non è un funzio-nario di… pulizia stradale.> Il Natale del capoluogo è trascorso tra

conferme (i presepi, la �iera di Natale, la befana), buone intuizioni (il mercato coperto degli artisti) e scelte di cui sinceramente se ne poteva fare a meno (il mercatino dei terremotati bulgari in piazza e il tendone per cenone di �ine anno). Insomma un Natale senza infamia e senza lode. molto provinciale ma non da capoluogo di provin-cia.> Completamente assente, durante le festività

natalizie, l’assessorato al turismo della provincia di Fermo. In verità l’assessore preposto non ha dato segni di vita neanche durante l’estate, nonostante abbia presenziato a tutte le sagre del territorio per diventare un assessore di... peso. Invano.> Montegranaro. Polemiche a non �inire per la

chiusura e poi riapertura del cinema. Scambi di accuse tra maggioranza e opposizione, divisi sulla vicenda ma accomunati da un fatto: né gli uni né gli altri sono mai andati a cinema… gli basta quello che fanno durante le sedute consiliari.> La prefetta Zarrilli ha �inalmente fatto un

annuncio importantissimo: ha completato l’arredo della sua sede. > Tutti i sindaci del fermano hanno chiuso

l’anno con i botti, tanto per non sottrarsi alla tradizione. Nella conferenza stampa di �ine anno... ne hanno sparate talmente tante che sembrava di stare a Bagdad…

Frasi CELEBRI?

GiN

Remigio Ceroni(Parlamentare PDL)

“È necessario che ciascunodabbia secondo le suecapacità”

Silvio Dionea(Consigliere Comunale)

“Abbiamo messo unapietra miliardare”

Silvio Dionea

Umberto Marconi(ex Presidente del Cosif)

“Tu puoi parlare per anzianità di età. Chi decide di votare rimane, chi decide di non votare... non li tengo!!!”

VITTURINIconsiglio provincialedel 30.12.2010

"... questo bilancio di previsione che andremo ad approvare... ehm... sì... che però io voterò contro..."

Giampiero Gallucci (Consigliere Provinciale)

“Il mototodromo è importante”

Giampiero Gallucci

Bruno Belleggia(Consigliere Provinciale)

“Non ho potuto leggere i regolamenti perché non sono stato bene, ho avuto la tosse”

“Questa è una terra che ama il motorismo”

Il Consiglio comunale, con la sola eccezione dei consiglieri Benni e Calcinaro, approva una variante al Lido di Fermo che consente di modificare, traslandola di diversi metri verso il mare, la linea di battigia per consentire al privato di edificare. Un miracolo passato inosservato sulla stampa locale, ma riportato con grande evidenza da quella straniera.

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sinistra e civiche di Lido. Il nuovo sindaco sarà RomaNella Brambatti.> Crisi all’interno dell’Italia dei valori provin-

ciale. In molti sono usciti in aperta polemica con il coordinatore Adolf Marinangeli, accusato di gestione autoritaria. Uno il nome non ce l’ha mica per caso…> Nella seduta del 30 dicembre, prima della

discussione sul bilancio provinciale, Cesetti ha consegnato una targa ai dipendenti andati in pensione. Per la macchina dovranno attendere il bilancio pluriennale.> Polemiche a Falerone per la mancata

rappresentazione del presepe vivente. Maggioran-za e opposizione ai Ferri..ni corti.> Il consigliere provinciale del PDL Bruno

Belleggia �inalmente fa outing. “Si sono io il vero capo dell’opposizione a Montegiorgio”. “ Li devo mannà a casa”.. è proprio la casa..della libertà.> Importante dichiarazione del capogruppo

provinciale PDL Putzu sul motodromo:” Invece del motodromo ci farei un... �icodromo, così Silvio verrà ad inaugurarlo.”> Cesetti ha messo in piedi i “progetti speciali

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furbesca e molto contestata. Insomma fa piazza… pulita (anche degli ambientalisti).> Elezioni fermane. Di Ruscio dopo il poliziot-

to di quartiere gioca la carta del poliziotto senza quartiere. Af�ida l’assessorato al traf�ico e viabilità al funzionario della digos Massimo Esperide. Dopo meno di due ore la città è stata seppellita sotto cinque centimetri di neve e c’è rimasta per una settimana… “si è visto subito che non è un funzio-nario di… pulizia stradale.> Il Natale del capoluogo è trascorso tra

conferme (i presepi, la �iera di Natale, la befana), buone intuizioni (il mercato coperto degli artisti) e scelte di cui sinceramente se ne poteva fare a meno (il mercatino dei terremotati bulgari in piazza e il tendone per cenone di �ine anno). Insomma un Natale senza infamia e senza lode. molto provinciale ma non da capoluogo di provin-cia.> Completamente assente, durante le festività

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l’anno con i botti, tanto per non sottrarsi alla tradizione. Nella conferenza stampa di �ine anno... ne hanno sparate talmente tante che sembrava di stare a Bagdad…

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• 1 sgombro s�ilettato diviso in 4• 8 cannolicchi• 2 spicchi d'aglio-mezza cipolla bianca• Prezzemolo-basilico in foglie• 4 pomodori rossi• 4 cucchiai grandi d'olio extra vergine• 1 peperoncino rosso piccante• 300 cl di vino bianco secco• sale q. b.

In una padella con il bordo alto mettere l'olio, l'aglio �inemente triturato, la cipolla a julienne, tutto il pesce lavato eviscerato e s�ilettato in precedenza, i pomodori, il peperoncino, il sale. Lasciare andare tutto insieme a fuoco alto per 5’ minuti poi aggingere il vino e lasciare sfumare per altri 5‘ quindi spegnere e togliere dalla padella solo il pesce di paranza. Cuocere la pasta in abbon-dante acqua salata per 3’ quindi scolarla e �inirla a

cuocere saltandola in padella con tutto il pesce aggiungendo un mestolo di acqua di cottura. Amalgamare il tutto, mettere sopra alla pasta il pesce di paranza e spolverare con abbon-dante prezzemolo e servire.Vino consigliato: Ribolla Gialla,Cantina Isidoro Polencic.

PREPARAZIONE

lo chefMassimo Santarelli

DON DIEGO

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51

la SATIRA 51

Viaggio del Mese

8 Perché questa destinazione? 8

Se Rabat è la capitale politica del Marocco

e Casablanca quella economica e �inanziaria, Fes è

sicuramente quella culturale.

Già città imperiale e capitale del Regno, è

chiamata la “Firenze del Maghreb”, oltre che per

il giglio che ne è il simbolo, per la straordinaria

ricchezza di monumenti e di testimonianze di

incomparabile valore storico e artistico. Fra queste,

la moschea di Karaouiyne, fondata da una donna

nell’862 e che fu sede di una delle più antiche

università del mondo, frequentata per secoli da

studenti non solo arabi ma anche occidentali, tanto

che rivaleggia per tradizione con i principali atenei

europei. Fès è una città multipla, unica per il suo

splendore. Oltre alla città europea costruita dopo

la prima guerra mondiale, Fès si sdoppia in Fès el

Jédid ("la nuova") e Fès a el Bali (" l'antica").

Gli Arabi d'Andalusia, portavano con sé

l'arte e il sapere di una civiltà all'apice della propria

gloria. Il quartiere degli Andalusi colpisce per il suo

splendore e per la ricchezza degli edi�ici. I palazzi

rivaleggiano nelle decorazioni: boiseries scolpite,

bronzi cesellati, zelliges policromi, mouchearabiehs,

colonne e decorazioni in gesso...

A due passi, la porta monumentale della

Moschea degli Adalusi invita i fedeli al raccoglimen-

to. Segnalata dal suo minareto verde e bianco,

la médersa el Sahrij (1321) rifulge in tutto il suo

splendore. Tutte le médersa celano una corte lastri-

cata di marmo o d'onice che si scorge dalle porte

socchiuse ed appare come un tempio di luce. Da una

�inestra sfuggono voci salmodianti di fanciulli. Chi

sa ascoltare sente vibrare come corde di violino i

legami che uniscono un popolo e la sua cultura, la

terra e il cielo, la materia e lo spirito.

La visita di Fès è una passeggiata così incan-

tevole che vien voglia di farla due volte. All'alba,

nella luce che sorge dalle colline e al tramonto

quando il sole inzuppa di ocra e di rosso le cascate

di tetti e di cupole. Visione imperiale, che si incide

nella memoria come un dolce invito a ritornare.

Il modo migliore per visitarla è camminare

senza fretta e senza meta, di lasciarsi trasportare

dai sensi. Lana sof�ice, bicchiere di te bollente,

profumo di piante aromatiche e di salamoia nel souk

dei droghieri, incantesimo colorato delle matasse

appese nel souk dei tintori, sapor di spiedini e di

pasticcini al miele, vociare d'uomini, rumori sordi

di utensili.... Perdersi in questo labirinto di stradine,

scale, passaggi, volte e vicoli cechi è il modo migliore

per condividere il fascino e l'autenticità di un mondo

gelosamente protetto.

(Fonte: Uf�icio Nazionale per il Turismo del Marocco).

PROGRAMMA DI VIAGGIO

Venerdì: in arrivo a Fès incontro con la guida e accompagnatore. Giro orientativo della città, pranzo. Pomeriggio libero. Sistemazione in hotel cena e pernottamentoSabato: dopo la prima colazione proseguimento della visita guidata. Pranzo in ristorante, pomerig-gio libero per usufruire di un trattamento benessere presso l'hammam. Cena in locale tipico con serata folkloristica.Domenica: Visita guidata di Meknes e Volubilis – quando cultura e avventura si incontrano Meknes: città imperiale dichiarata Patrimonio Mondiale dell'Unesco, con un eccezionale patrimonio storico e culturale è anche soprannominata la “Versailles del Marocco” Dopo il pranzo in ristorante partenza alla volta di Volubilis sito di grande interesse storico archeologico. Rientro in hotel cena e pernottamento.Lunedì: in mattinata tempo a disposizione per attività personali. Trasferimento in aeroporto in tempo utile per il disbrigo delle formalità di imbarco.

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Sutor, vittorie e veleni La Fermana sogna8 Quinta Final Eight consecutiva 8 8 Il Dg: “Puntiamo alla serie D” 8

Il pubblico è calato, gli sponsor sono cresciuti. I parcheggi sono arrivati, i problemi dentro il palazzo sono rimasti. I giocatori italiani sono tornati, l’allenatore delle dieci vittorie in �ila (Frates) è stato eliminato.

Tutto questo è racchiuso in una palla da basket, quella che ogni domenica si tinge di giallo-blù e che, girando tra PalaSavelli e mezza Italia, smuove l’entusiasmo della neonata Provincia. La Sutor Montegranaro, proprio mentre chiudevamo il primo numero del mensile, ha conquistato il suo quinto accesso, in cinque anni di serie A, alle Final Eight di Coppa Italia. Un traguardo importante e, per certi versi, inaspettato. Oddio, a dire il vero era l’obiettivo minimo di metà stagione. La dirigenza, questa estate, ha dichiarato che questa era la “squadra più forte mai allestita”. Insomma, era un po’ come dire che l’allenatore avrebbe dovuto quantomeno portarla ai play off. E per farlo non è stato scelto un coach qualunque, ma un pezzo di storia della società nata tra i campetti di Montegranaro e diventata grande sul parquet dei cugini, un tempo odiatissimi, di Porto San Giorgio. Stefano Pillastrini è tornato con un pesantissimo contratto triennale. Una specie di carta bianca sulla �iducia quella che i dirigenti di viale Zaccagnini, la Triade, gli ha messo in mano. Una carta pesante, soprattutto quando dall’altra parte c’è invece un direttore generale, Gianmaria Vacirca, che è in scadenza. Non sono mancate ten-sioni tra i due in questi primi mesi, sfociate anche in battibecchi a distanza che hanno minato la se-renità della squadra. Il risultato infatti, è stato un �ilotto di inaspettati ko prima di Natale che stava per rovinare tutto e che ha allontanato ancora di più gli spettatori dai gradoni del palasport. Sarebbe stato il fallimento di una stagione iniziata tra proclami e contratti con marchi da centinaia di migliaia di euro. Forse troppi, hanno detto in

tanti. Si parlava più di sponsor che di basket. Ma poi sono arrivati i risultati e tutto si era placato.

Dove arriverà questo gruppo non è chiaro. Come non è chiaro come �inirà lo scontro tra Fabrizio Ciuti, gestore del PalaSavelli, e il sindaco di Porto San Giorgio, Andrea Agostini. Non è chiaro perché neppure il Tar, tribunale amministrativo regionale, ha posto �ine alla questione che vede il Comune intento a cacciare il gestore e Ciuti, carico e armato per la battaglia legale, al lavoro per la sua difesa. Ebbene, il Tar, dopo mesi, ha chiuso la querelle con un nulla di fatto, bocciando le istanze dell’uno e dell’altro. “Il Giudice – spiega il sindaco Agostini – ha rigettato la sospensiva della Studio 31 per ‘l’accertato grave e reiterato inadempimento all’obbligo di versare il canone concessorio’ e affermato che ora ‘Il Comune potrà utilizzare gli ap-positi strumenti di legge per rientrare in possesso del bene’. Insomma, siamo punto e a capo.

Un cammino da prima della classe nel campiona-

to di Eccellenza, al cospetto di società come Ancona,

Fulgor Maceratese e Vis Pesaro: la Fermana sta

vincendo una s�ida che all'inizio della stagione

sembrava al di sopra delle sue possibilità, e adesso

la promozione in serie D più che un sogno è un

traguardo alla portata. Con il direttore generale

Domenico Di Antonio abbiamo cercato di capire

come è nato questo progetto e quali sono stati gli

ingredienti che hanno reso la ricetta-Fermana

praticamente perfetta.

Direttore, si aspettava di essere così in alto a

questo punto della stagione?

“Domanda da un milione di dollari. Noi in estate eravamo partiti con l'intenzione di fare bene, volevamo avere un ruolo da protagonisti in questo campionato e ci stiamo riuscendo”.

Adesso l'obiettivo della promozione in serie D

è concreto.

“Abbiamo costruito un organico in grado di lottare per la promozione, la nostra idea era questa sin dal primo giorno in cui abbiamo iniziato a lavorare per la Fermana. Certo, adesso che siamo lì è naturale pensarci e in questo senso valuteremo anche l'opportunità di prendere un altro difensore per rinforzare la rosa a disposizione del mister”.

Qual è stata �inora la vera rivelazione del

campionato?

“Sicuramente l'Elpidiense Cascinare ha sorpreso tutti: magari nemmeno loro pensavamo di poter stare così in alto, nonostante abbiano un gruppo molto valido”.

Sulla scarsa af�luenza di pubblico c'è stato

anche l'appello del presidente Ferrante per

riportare la gente al 'Recchioni': quale crede

che sia il motivo di questa disaffezione?

“Il fatto che una società come la Fermana si trovi a disputare il campionato d'Eccellenza è già penaliz-

zante. Credo che il motivo principale sia lo scarso appeal di questo torneo in una città come Fermo. Però stiamo facendo il massimo per riportare i tifosi allo stadio”.

Quali sono le concorrenti più attrezzate per il

salto di categoria?

“Ancona e Tolentino. La prima, però, dovrà disputare anche la Coppa Italia e questo potrebbe incidere sulle sue prestazioni in campionato, visto che giocherà molte partite durante la settimana. Noi comunque proseguiamo per la nostra strada, non ci nascondiamo: abbiamo un bel gruppo, la società è seria e ci stiamo amalgamando al meglio”.

Quali giocatori toglierebbe alle altre formazio-

ni?

“Ci sono tanti ottimi elementi: penso ai due attaccanti del Tolentino, Tonici e Melchiorre, a Genchi dell'Ancona, allo stesso capitano dei biancorossi, Pesaresi. Ogni squadra ha la sua stella”.

E tra i giovani, quale nome si sente di fare?

“Mi è piaciuto molto Marchegiani, un difensore classe '91 dell'Ancona”.

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Sutor, vittorie e veleni La Fermana sogna8 Quinta Final Eight consecutiva 8 8 Il Dg: “Puntiamo alla serie D” 8

Il pubblico è calato, gli sponsor sono cresciuti. I parcheggi sono arrivati, i problemi dentro il palazzo sono rimasti. I giocatori italiani sono tornati, l’allenatore delle dieci vittorie in �ila (Frates) è stato eliminato.

Tutto questo è racchiuso in una palla da basket, quella che ogni domenica si tinge di giallo-blù e che, girando tra PalaSavelli e mezza Italia, smuove l’entusiasmo della neonata Provincia. La Sutor Montegranaro, proprio mentre chiudevamo il primo numero del mensile, ha conquistato il suo quinto accesso, in cinque anni di serie A, alle Final Eight di Coppa Italia. Un traguardo importante e, per certi versi, inaspettato. Oddio, a dire il vero era l’obiettivo minimo di metà stagione. La dirigenza, questa estate, ha dichiarato che questa era la “squadra più forte mai allestita”. Insomma, era un po’ come dire che l’allenatore avrebbe dovuto quantomeno portarla ai play off. E per farlo non è stato scelto un coach qualunque, ma un pezzo di storia della società nata tra i campetti di Montegranaro e diventata grande sul parquet dei cugini, un tempo odiatissimi, di Porto San Giorgio. Stefano Pillastrini è tornato con un pesantissimo contratto triennale. Una specie di carta bianca sulla �iducia quella che i dirigenti di viale Zaccagnini, la Triade, gli ha messo in mano. Una carta pesante, soprattutto quando dall’altra parte c’è invece un direttore generale, Gianmaria Vacirca, che è in scadenza. Non sono mancate ten-sioni tra i due in questi primi mesi, sfociate anche in battibecchi a distanza che hanno minato la se-renità della squadra. Il risultato infatti, è stato un �ilotto di inaspettati ko prima di Natale che stava per rovinare tutto e che ha allontanato ancora di più gli spettatori dai gradoni del palasport. Sarebbe stato il fallimento di una stagione iniziata tra proclami e contratti con marchi da centinaia di migliaia di euro. Forse troppi, hanno detto in

tanti. Si parlava più di sponsor che di basket. Ma poi sono arrivati i risultati e tutto si era placato.

Dove arriverà questo gruppo non è chiaro. Come non è chiaro come �inirà lo scontro tra Fabrizio Ciuti, gestore del PalaSavelli, e il sindaco di Porto San Giorgio, Andrea Agostini. Non è chiaro perché neppure il Tar, tribunale amministrativo regionale, ha posto �ine alla questione che vede il Comune intento a cacciare il gestore e Ciuti, carico e armato per la battaglia legale, al lavoro per la sua difesa. Ebbene, il Tar, dopo mesi, ha chiuso la querelle con un nulla di fatto, bocciando le istanze dell’uno e dell’altro. “Il Giudice – spiega il sindaco Agostini – ha rigettato la sospensiva della Studio 31 per ‘l’accertato grave e reiterato inadempimento all’obbligo di versare il canone concessorio’ e affermato che ora ‘Il Comune potrà utilizzare gli ap-positi strumenti di legge per rientrare in possesso del bene’. Insomma, siamo punto e a capo.

Un cammino da prima della classe nel campiona-

to di Eccellenza, al cospetto di società come Ancona,

Fulgor Maceratese e Vis Pesaro: la Fermana sta

vincendo una s�ida che all'inizio della stagione

sembrava al di sopra delle sue possibilità, e adesso

la promozione in serie D più che un sogno è un

traguardo alla portata. Con il direttore generale

Domenico Di Antonio abbiamo cercato di capire

come è nato questo progetto e quali sono stati gli

ingredienti che hanno reso la ricetta-Fermana

praticamente perfetta.

Direttore, si aspettava di essere così in alto a

questo punto della stagione?

“Domanda da un milione di dollari. Noi in estate eravamo partiti con l'intenzione di fare bene, volevamo avere un ruolo da protagonisti in questo campionato e ci stiamo riuscendo”.

Adesso l'obiettivo della promozione in serie D

è concreto.

“Abbiamo costruito un organico in grado di lottare per la promozione, la nostra idea era questa sin dal primo giorno in cui abbiamo iniziato a lavorare per la Fermana. Certo, adesso che siamo lì è naturale pensarci e in questo senso valuteremo anche l'opportunità di prendere un altro difensore per rinforzare la rosa a disposizione del mister”.

Qual è stata �inora la vera rivelazione del

campionato?

“Sicuramente l'Elpidiense Cascinare ha sorpreso tutti: magari nemmeno loro pensavamo di poter stare così in alto, nonostante abbiano un gruppo molto valido”.

Sulla scarsa af�luenza di pubblico c'è stato

anche l'appello del presidente Ferrante per

riportare la gente al 'Recchioni': quale crede

che sia il motivo di questa disaffezione?

“Il fatto che una società come la Fermana si trovi a disputare il campionato d'Eccellenza è già penaliz-

zante. Credo che il motivo principale sia lo scarso appeal di questo torneo in una città come Fermo. Però stiamo facendo il massimo per riportare i tifosi allo stadio”.

Quali sono le concorrenti più attrezzate per il

salto di categoria?

“Ancona e Tolentino. La prima, però, dovrà disputare anche la Coppa Italia e questo potrebbe incidere sulle sue prestazioni in campionato, visto che giocherà molte partite durante la settimana. Noi comunque proseguiamo per la nostra strada, non ci nascondiamo: abbiamo un bel gruppo, la società è seria e ci stiamo amalgamando al meglio”.

Quali giocatori toglierebbe alle altre formazio-

ni?

“Ci sono tanti ottimi elementi: penso ai due attaccanti del Tolentino, Tonici e Melchiorre, a Genchi dell'Ancona, allo stesso capitano dei biancorossi, Pesaresi. Ogni squadra ha la sua stella”.

E tra i giovani, quale nome si sente di fare?

“Mi è piaciuto molto Marchegiani, un difensore classe '91 dell'Ancona”.

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di Danie le Luz id i Raffaele V i ta l i

La vittoriaa Pesaro

Il talentuosoEkani

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Riccardo Palmieri

Riccardo Palmieri

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I talenti della; G���������

Riccardo Palmieri

54 55

8 L’obiettivo del 2011 è il salto di categoria 8 8 La società è una eccellenza regionale 8

La Sport Atletica Fermo si rifà il look e si prepara al nuovo anno con due novità importan-ti: l'arrivo di sei nuovi atleti e la de�initiva affermazione dei Centri di avviamento per lo sport (Cas) dedicati ai più giovani. Due indirizzi che rendono subito l'idea di quale sia il �ilo conduttore della società presieduta da Giovanni Giacopetti.

Dopo le soddisfazioni del 2010, ecco che l'anno nuovo si apre quindi all'insegna dei nuovi: Rodolfo Sorcinelli (dall'Atletica Senigallia), Silvia Cenni (dall'Olimpus San Marino), Costanza Muratori (dall'Atletica Recanati), Daniele Spadoni (dal Cus Urbino), Roberta Del Gatto e Fabia Paternesi (dall'Atletica Elpidiense). Sei acquisti che dimostrano la grande capacità di attrazione della società fermana all'interno del panorama sportivo regionale. A conferma di questo ci sono i numeri, che raccontano una storia fatta di 120 tesserati per il settore agonistico e 140 per quello giovanile.

Tirando le somme dell'anno appena trascorso, questo ha portato il record di società e atleti partecipanti alla 15a edizione del “Trofeo Città di Fermo”, oltre alla presenza di un'autorità come Carlo Vittori (ex allenatore di un certo Pietro Mennea...) al convegno “Principi

fondamentali nella corsa veloce”, organizzato dalla Saf a testimonianza dell'attenzione della società fermana per la preparazione e la forma-zione di tecnici ed atleti.

Da ricordare il titolo di campione italiano indoor di prove multiple, nella categoria Assoluti, di Riccardo Palmieri, che ha stabilito anche il nuovo record marchigiano; e la staffetta rosa composta da Irene Piergentili, Francesca Ramini, Ilaria Giretti e Chiara Natali, che nella 4x400 a Pescara si è laureata campione d'Italia nella categoria Promesse. Senza dimenticare le �inali nazionali ai Campionati italiani di società, dove la Saf si è piazzata sesta in entrambe le categorie. Se l'anno appena trascorso ha riserva-to soddisfazioni sia in campo maschile (serie A2) che femminile (serie A1), la Saf spera che il 2011 sia quello giusto per la valorizzazione dei giovani: un obiettivo da raggiungere attraverso i Centri di avviamento allo sport, che già contano 140 bambini tra i 5 e i 13 anni, che verranno iniziati all'attività motoria di base.

Aspettando che i giovani talenti crescano, però, l'augurio del direttore tecnico Alberto Andruszkiewicz è di fare il salto di categoria: i maschi alla �inale A1 e le ragazze alla �inale Argento.

SPORT SPORT

Una realtà importante non solo per il territorio fermano ma per tutto l'ambiente della ginnastica regionale e nazionale: la Fermo 85, che nel 2010 ha festeggiato il suo 25° compleanno, continua a sfornare talenti e a tenere alto il nome della ginnastica fermana.

Due squadre agonistiche (maschile e femminile), quasi 200 persone che partecipano all'attività della società: numeri importanti che trovano conferme di rilievo, come la presenza di Carlo Macchini alle quattro gare che comporranno il prossimo campionato di A1 con la maglia della Virtus Macerata e di Francesco Chiacchiera con quella di Vercelli (il primo è un Allievo ma fa già parte della Nazionale Junior, mentre il secondo rientra nella categoria Senior e può vantare anche esperienze a livello internazionale). “Questi due nostri atleti - ha spiegato Luigi Peroli, responsabile del settore maschile - sono tra i nostri migliori elementi e per questo motivo andranno a rinforzare le compagini di Macerata e Vercelli per le gare che decideranno il campionato di A1”.

A Macchini il 2010 ha portato anche la maglia azzurra, in occasione dell'incontro tra Italia ed Olanda che si è svolto a Macerata, mentre per la Fermo 85 ha portato a casa un quarto posto ai Campionati italiani di categoria. Soddisfazioni sono arrivate anche da Mario Macchiati, classe 1999, che ai Campionati italiani under 15 ha centrato un lusinghiero ottavo posto.

In casa Fermo 85 c'è anche Elia Berdini, quindicenne già soprannominato “piccolo Juri” in onore del campione degli anelli Jury Chechi, e che ha preso parte al campionato nazionale di specialità Anelli. Le ragazze pure non scherzano: la Junior Stefania Piattoni si è piazzata quinta ai Campionati italiani di categoria, mentre Eleonora Santarelli, classe 1994, è salita sul

terzo gradino del podio nel volteggio tra le Senior ai Campionati italiani di specialità, mentre nel corpo libero ha conquistato il sesto posto.

Le ragazze quindi proseguono la loro marcia trionfale, nonostante nel 2010 abbiano visto sfumare il passaggio in A2, dopo essersi classi�icate quarte alla �inale nazionale.

L'obiettivo, quindi, è tentare di nuovo l'assalto nella prossima stagione che prenderà il via a marzo, mentre i ragazzi disputeranno il campionato regionale di serie C, puntando ad entrare ai Nazionali.

d. l.

Saf tra giovani e nuovi arrivi La Fermo ‘85 si veste d’azzurro

Giovanni Mantovani

di Danie le Luz i

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8 L’obiettivo del 2011 è il salto di categoria 8 8 La società è una eccellenza regionale 8

La Sport Atletica Fermo si rifà il look e si prepara al nuovo anno con due novità importan-ti: l'arrivo di sei nuovi atleti e la de�initiva affermazione dei Centri di avviamento per lo sport (Cas) dedicati ai più giovani. Due indirizzi che rendono subito l'idea di quale sia il �ilo conduttore della società presieduta da Giovanni Giacopetti.

Dopo le soddisfazioni del 2010, ecco che l'anno nuovo si apre quindi all'insegna dei nuovi: Rodolfo Sorcinelli (dall'Atletica Senigallia), Silvia Cenni (dall'Olimpus San Marino), Costanza Muratori (dall'Atletica Recanati), Daniele Spadoni (dal Cus Urbino), Roberta Del Gatto e Fabia Paternesi (dall'Atletica Elpidiense). Sei acquisti che dimostrano la grande capacità di attrazione della società fermana all'interno del panorama sportivo regionale. A conferma di questo ci sono i numeri, che raccontano una storia fatta di 120 tesserati per il settore agonistico e 140 per quello giovanile.

Tirando le somme dell'anno appena trascorso, questo ha portato il record di società e atleti partecipanti alla 15a edizione del “Trofeo Città di Fermo”, oltre alla presenza di un'autorità come Carlo Vittori (ex allenatore di un certo Pietro Mennea...) al convegno “Principi

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Da ricordare il titolo di campione italiano indoor di prove multiple, nella categoria Assoluti, di Riccardo Palmieri, che ha stabilito anche il nuovo record marchigiano; e la staffetta rosa composta da Irene Piergentili, Francesca Ramini, Ilaria Giretti e Chiara Natali, che nella 4x400 a Pescara si è laureata campione d'Italia nella categoria Promesse. Senza dimenticare le �inali nazionali ai Campionati italiani di società, dove la Saf si è piazzata sesta in entrambe le categorie. Se l'anno appena trascorso ha riserva-to soddisfazioni sia in campo maschile (serie A2) che femminile (serie A1), la Saf spera che il 2011 sia quello giusto per la valorizzazione dei giovani: un obiettivo da raggiungere attraverso i Centri di avviamento allo sport, che già contano 140 bambini tra i 5 e i 13 anni, che verranno iniziati all'attività motoria di base.

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Due squadre agonistiche (maschile e femminile), quasi 200 persone che partecipano all'attività della società: numeri importanti che trovano conferme di rilievo, come la presenza di Carlo Macchini alle quattro gare che comporranno il prossimo campionato di A1 con la maglia della Virtus Macerata e di Francesco Chiacchiera con quella di Vercelli (il primo è un Allievo ma fa già parte della Nazionale Junior, mentre il secondo rientra nella categoria Senior e può vantare anche esperienze a livello internazionale). “Questi due nostri atleti - ha spiegato Luigi Peroli, responsabile del settore maschile - sono tra i nostri migliori elementi e per questo motivo andranno a rinforzare le compagini di Macerata e Vercelli per le gare che decideranno il campionato di A1”.

A Macchini il 2010 ha portato anche la maglia azzurra, in occasione dell'incontro tra Italia ed Olanda che si è svolto a Macerata, mentre per la Fermo 85 ha portato a casa un quarto posto ai Campionati italiani di categoria. Soddisfazioni sono arrivate anche da Mario Macchiati, classe 1999, che ai Campionati italiani under 15 ha centrato un lusinghiero ottavo posto.

In casa Fermo 85 c'è anche Elia Berdini, quindicenne già soprannominato “piccolo Juri” in onore del campione degli anelli Jury Chechi, e che ha preso parte al campionato nazionale di specialità Anelli. Le ragazze pure non scherzano: la Junior Stefania Piattoni si è piazzata quinta ai Campionati italiani di categoria, mentre Eleonora Santarelli, classe 1994, è salita sul

terzo gradino del podio nel volteggio tra le Senior ai Campionati italiani di specialità, mentre nel corpo libero ha conquistato il sesto posto.

Le ragazze quindi proseguono la loro marcia trionfale, nonostante nel 2010 abbiano visto sfumare il passaggio in A2, dopo essersi classi�icate quarte alla �inale nazionale.

L'obiettivo, quindi, è tentare di nuovo l'assalto nella prossima stagione che prenderà il via a marzo, mentre i ragazzi disputeranno il campionato regionale di serie C, puntando ad entrare ai Nazionali.

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I talenti della

Saf tra giovani e nuovi arrivi La Fermo ‘85 si veste d’azzurro

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TITOLO

Porto San Giorgio

Porto Sant’Elpidio

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Fermo

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Montegiorgio

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Satira in Libertà

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Sant’Elpidio a Mare

Dal Comprensorio

Personaggio del Mese

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SPORT

GuidoMARILUNGO

intervista

di Danie le Luz i

8 “Da Montegranaro a Bergamo, i miei gol per la serie A” 8

Un prodotto 'made in Montegranaro': stavolta non si parla di scarpe, ma di chi con quelle da calcio regala passione. Guido Marilungo, attaccante classe 1989, dopo un'infanzia trascorsa nel suo paese di origine tra le colline fermane è sbarcato a Genova, sponda Sampdoria, per corona-re il sogno di ogni bambino: diventare calciatore. Lui ce l'ha fatta, grazie alla volontà e alle qualità che lo hanno portato pure a togliersi la soddisfa-zione di vestire la maglia azzurra della Nazionale under 20 e 21. In questa �inestra di mercato, poi, Marilungo ha deciso di sposare il progetto dell'Ata-lanta, che ha dimostrato di puntare decisamente su di lui sborsando 5 milioni di euro per il cartellino. “Ho voglia di tornare subito in A e quindi di vincere questo campionato, come ho fatto a Lecce – ha detto alla conferenza di presentazione -. Il proget-to dei nerazzurri è solido, qui c'è tanta passione e io non ho avuto nessun problema a scendere in serie B”.

Marilungo, è tornato a Montegranaro per le feste natalizie?

“Sì, sono stato a casa dal 20 al 24 dicembre, poi ha fatto un salto a Lecce dalla mia �idanzata”.

Il suo trasferimento è arrivato pochi giorni dopo quello di Cassano: quale rapporto aveva con il talento di Bari?

“Da giocatori come lui, come Pazzini, si impara sempre qualcosa. Stiamo parlando di un calciato-re eccezionale: ce ne sono davvero pochi così”.

Che ricordi ha dei suoi inizi calcistici con la maglia del Montegranaro?

“Eravamo forti. Io a Montegranaro ho iniziato dai

Pulcini, passando per gli Esordienti �ino ad arrivare ai Giovanissimi regionali. Sono stati anni bellissimi”.

Gol a raf�ica?

“Non ricordo quanti ne ho fatti, però è vero che segnavo molto. Quello che non mi riesce granché in questo momento. In questa stagione, soprat-tutto, sto facendo un po' di fatica a fare gol”.

Dopo Montegranaro è passato alla Samp, nell'estate del 2004: l'Ascoli in B aveva ottenuto una salvezza tranquilla e la Fermana aveva mantenuto la C. Le è dispiaciuto che queste squadre l'abbiano 'snobbata'?

“La verità è che in quel periodo ero tra l'Ascoli e la Sampdoria. Poi ho deciso io di andare a Genova, perché volevo allontanarmi da casa per pensare solo ed esclusivamente al calcio, senza le distra-zioni che potevano arrivare dal fatto di essere a due passi da casa”.

Lo scorso anno al Lecce, con la vittoria del campionato: che esperienza è stata?

“Mi è servita molto, perché in pratica è stata la mia prima stagione tra i grandi. In più abbiamo anche vinto, quindi...”

Cosa le è rimasto dentro del Fermano?

“Montegranaro resta sempre casa mia, dove ho tantissimi amici e dove conosco praticamente tutti. Ogni volta che torno è l'occasione per una cena, oppure per andare a ballare. Fermo invece la conosco poco, perché quando sono andato via ero ancora un ragazzino e avevo a malapena il motorino. Quasi tutti i miei professori erano di Fermo! (risata)”

Cosa le manca, invece?

“Gli arrosticini, ma soprattutto le olive all'ascola-na”

Meglio del pesto?

“Dieci a zero per le olive”.

intervista

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8 Niente risultati, società a rischio 8

Il futuro dell'Ascoli Calcio si copre di nuvole scure che annunciano tempesta: le ultime vicende societarie, infatti, stanno mostrando una dif�icoltà di gestione che non fa presagire niente di buono. I tifosi si sono lamentati della poca chiarez-za da parte del presidente Benigni, il quale ha risposto appellandosi all'amore della gente per i colori bianconeri e ribadendo l'intenzione di andare via. Nessun chiarimento, però, sulla possibile cessione della società e sulle fantomati-che cordate interessate a rilevarla: se Massimo Ubaldi sembrava essere l'uomo destinato a concretizzare questo passaggio, il suo rapido (e mai spiegato) allontanamento non è di certo un segnale positivo. L'ultima assemblea degli azioni-sti, quella che avrebbe dovuto decretare l'aumento di capitale, si è risolta con un nulla di fatto.

Ma quando ha avuto inizio tutto questo? La goccia che ha fatto traboccare il vaso, e portato alla luce quanto �ino ad allora era rimasto dietro le quinte, è stato l'arrivo in bianconero del giovane Doumbia: un giocatore che probabilmente non cambierà le sorti dell'Ascoli sul terreno di gioco, ma che ha smosso parecchio le acque in società. Il motivo è semplice: non è stato acquistato da Ubaldi, che invece aveva concluso il trasferimento di Giallombardo a Grosseto e l'arrivo di Calderoni dal Piacenza e che stava portando avanti le altre trattative. Insomma, l'uomo addetto al mercato, pur se non uf�icialmente, doveva essere lui, ma Doumbia (suo malgrado) ha scombussolato i piani. Ubaldi si è fatto da parte mentre è venuto alla ribalta il nome di Alessandro Cesaroni, ex dirigente della Santegidiese (proprio la squadra che ha lanciato Doumbia) e compagno della �iglia del patron, Giulia, come attore principale dell'ope-razione: nessuno in società, comunque, si è degna-to di fare chiarezza su questo 'traf�ico'.

A completare l'opera di rimescolamento delle carte si è aggiunto anche l'appello del presidente Benigni al sindaco Castelli, indicato come l'unico in grado di salvare l'Ascoli, anche se non è chiaro come e perché dovrebbe farlo. In tutto questo calderone, non manca lo spettro di un'ulteriore penalizzazione: a febbraio la Commis-sione Disciplinare deciderà infatti se togliere o meno un altro punto ai bianconeri per il mancato versamento dei contributi sugli stipendi di luglio, agosto e settembre 2010. Alla �ine della storia, restano due speranze: che Benigni venda a condizioni non impossibili e soprattutto che qualche imprenditore (o benefattore) locale che ha a cuore il destino dell'Ascoli si faccia carico della società, scacciando così rapidamente lo spettro del fallimento.

di Danie le Luz iAscoli nel caos

Sarà un febbraio decisivo per le sorti dei ragazzi di Castori, con quattro partite fondamentali per la corsa alla salvezza. La prima sarà quella di sabato 5 in casa contro il Piacenza: portare a casa tre punti in uno scontro diretto avrebbe un valore doppio. Anche perché la s�ida successiva sarà quella al 'Castellani' di Empoli, dove l'Ascoli avrà vita dif�icile nonostante i toscani stiano deludendo le aspettative di inizio stagione. Il 19 febbraio per l'Ascoli ci sarà un'altra opportunità per giocarsi tra le mura amiche del 'Del Duca' un match chiave nella lotta per non retrocedere: arriverà infatti il Portogruaro, squadra tutt'altro che irresistibile che però all'andata punì i bianconeri, allora allenati da Gustinetti, con la prima scon�itta stagionale. Nel turno successivo partita proibitiva per l'Ascoli, venerdì 25 in notturna, e di nuovo in Toscana, contro il Livorno di Pillon.

Quattro gare da vincere

Mister Castori con il presidente Benigni

SPORT

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FERMO • Cavalcata dell’Assunta

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