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Storia della lingua italiana – Isabella Chiari - a.a. 2002/2003 Facoltà di Scienze umanistiche, Università La Sapienza di Roma 1 LA PRONUNZIA DELLA L INGUA LATINA La lingua latina, come tutte le lingue, ha attraversato diverse fasi di variazione. Anche la pronunzia è cambiata nel tempo. Si conoscono due norme di pronuncia del latino: una, quella che solitamente si impara a scuola, è una pronuncia tarda del latino, molto vicina a quella dell’italiano attuale; si tratta della cosiddetta pronunzia romana ecclesiastica. Vi è tuttavia un’altra pronunzia, più antica, più vicina alla reale pronunzia del latino classico, meno nota, che si chiama pronunzia restituta (pronuntiatio restituta), usata nella lettura dei testi latini in tutta Europa. Si tratta della pronunzia del ceto colto della città di Roma nel I secolo a. C. Nel nostro corso di Storia della lingua italiana partiremo direttamente dalla pronunzia romana ecclesiastica, poiché da questa iniziano le variazioni fonetiche tipiche dei volgari italiani. Tuttavia segnaliamo in una tabella le principali differenze nella pronunzia delle parole. Le consonanti Lettera Pronunzia restituta Pronunzia romana ecclesiastica <C> CAELUM (occlusiva velare sorda) (affricata prepalatale sorda) <G> MAGISTER (occlusiva velare sonora) ? (affricata prepalatale sonora) <V> VENIO (approssimante labiovelare) (fricativa labiodentale sonora) <GN> GNOSIS (occlusiva e nasale) (nasale palatale) <TI> GRATIA (occlusiva alveodentale sorda) (affricata alveodentale sorda) Le vocali Lettera Pronunzia restituta Pronunzia romana ecclesiastica <Y> LYRA (vocale anteriore arrotondata) come la <u> del francese o del tedesco <ü> (vocale anteriore) <E> EST chiusa aperta o chiusa in variazione 1 <AE> GRAECUS con accento sul primo elemento con accento sul primo elemento <OE> COENA con accento sul primo elemento con accento sul primo elemento 1 Tendenzialmente in latino le E in sillaba chiausa erano pronunziate aperte le E in sillaba chiusa erano pronunziate chiuse

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Storia della lingua italiana – Isabella Chiari - a.a. 2002/2003 Facoltà di Scienze umanistiche, Università La Sapienza di Roma

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LA PRONUNZIA DELLA LINGUA LATINA

La lingua latina, come tutte le lingue, ha attraversato diverse fasi di variazione. Anche la pronunzia è cambiata nel tempo. Si conoscono due norme di pronuncia del latino: una, quella che solitamente si impara a scuola, è una pronuncia tarda del latino, molto vicina a quella dell’italiano attuale; si tratta della cosiddetta pronunzia romana ecclesiastica. Vi è tuttavia un’altra pronunzia, più antica, più vicina alla reale pronunzia del latino classico, meno nota, che si chiama pronunzia restituta (pronuntiatio restituta), usata nella lettura dei testi latini in tutta Europa. Si tratta della pronunzia del ceto colto della città di Roma nel I secolo a. C.

Nel nostro corso di Storia della lingua italiana partiremo direttamente dalla pronunzia romana ecclesiastica, poiché da questa iniziano le variazioni fonetiche tipiche dei volgari italiani. Tuttavia segnaliamo in una tabella le principali differenze nella pronunzia delle parole.

Le consonanti

Lettera Pronunzia restituta Pronunzia romana ecclesiastica

<C> CAELUM

(occlusiva velare sorda) (affricata prepalatale sorda)

<G> MAGISTER

(occlusiva velare sonora) ?(affricata prepalatale sonora)

<V> VENIO

(approssimante labiovelare) (fricativa labiodentale sonora)

<GN> GNOSIS

(occlusiva e nasale) (nasale palatale)

<TI> GRATIA

(occlusiva alveodentale sorda) (affricata alveodentale sorda)

Le vocali

Lettera Pronunzia restituta Pronunzia romana ecclesiastica

<Y> LYRA

(vocale anteriore arrotondata) come la <u> del francese o del tedesco <ü>

(vocale anteriore)

<E> EST

chiusa aperta o chiusa in variazione1

<AE> GRAECUS

con accento sul primo elemento con accento sul primo elemento

<OE> COENA

con accento sul primo elemento con accento sul primo elemento

1 Tendenzialmente in latino le E in sillaba chiausa erano pronunziate aperte le E in sillaba chiusa erano pronunziate chiuse

Storia della lingua italiana – Isabella Chiari - a.a. 2002/2003 Facoltà di Scienze umanistiche, Università La Sapienza di Roma

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Da ricordare inoltre che:

<GL> di GLADIUS si pronunzia sempre , mai con la laterale palatale.

<-S->, la sibilante in posizione intervocalica era sempre sorda ,

I dittonghi latini (sequenze di vocali nella stessa sillaba) sono solamente AE OE AU EU UI. L’accento in questi casi cade sul primo elemento. Avremo quindi ÁETAS, FÓEDUS, PRÓELIUM

nella pronunzia restituta.

In tutti gli altri casi le sequenze vocaliche formano iato, dunque le vocali appartengono a due sillabe diverse. La sillabazione latina del verbo VENIO è ve.ni.o (mentre in italiano sarebbe naturalmente ve.nio), di FILIOLUM è fi.li.o.lum (con accento sulla seconda sillaba).

Bisogna notare inoltre che nel gruppo <QU>, il secondo elemento è un’approssimante , quindi la parola ANTIQUUS, va sillabata an.ti.quus (non *an.ti.qu.us) e va pronunziata

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