Stampa e… - Alphabit.net · 2017-02-09 · Master EDITORIA GIORNALISMO E MANAGEMENT CULTURALE...

Il linguaggio giornalistico

Stampa e…

Master EDITORIA GIORNALISMO E MANAGEMENT CULTURALE (2013)

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Lingua, giornali, alfabetizzazione

¡  Situazione linguistica pre-unitaria

¡  Fino a metà Ottocento la lingua italiana “si giaceva morta nei libri”

¡  2% della popolazione era il destinatario dei giornali

¡  LINGUA ¡  Non si configura come linguaggio settoriale

¡  Lessico composto di parole rare, arcaiche e inconsuete

¡  Sintassi aulica, complessa


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Ottocento

¡  “Forzati da imperiose circostanza ad isfuggire le aperte e le secrete persecuzioni de’ tiranetti d’Italia e dagli attivi lor Seidi, noi dovremo per ora gettare dallo scoglio del nostro esiglio i semi della verità e della futura rigenerazione italiana sul suolo de’ nostri natali” (cfr. De Mauro, 2001, p. 460-61)

¡  Nella seconda metà del secolo si ha un certo allargamento degli argomenti, ma le gazzette. Lo stile è letterario. ¡  Con l’unificazione politica il quadro del giornalismo si modifica radicalmente, e si

accentua e approfondisce il ruolo della stampa periodica nell’unificazione linguistica del paese e nella formazione di un italiano moderno.

¡  Determinanti per l’innovazione linguistica dei giornali furono i nuovi mezzi di trasmissione, come il telegrafo e il telefono, che indussero una semplificazione e abbreviazione del periodare. Decisivo fu poi l’allargamento dei contenuti, con l’ampliamento della cronaca e l’inserimento di notizie riguardanti sport, economia, spettacoli, pubblicità. (Bonomi su Treccani)


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Ottocento

¡  Luigi Cesana (dal 1878) dirige “Il Messaggero” a Roma ¡  Cerca l’avvicinamento a elementi dialettali ¡  Contenuti da “asilo di infanzia” ¡  Tiratura 20.000 copie, eccezionale per l’epoca

¡  Accesso di nuovi ceti alla lettura ¡  Funzione dei movimenti cooperativi, sindacali, socialisti

¡  “La Tribuna”, Roma 1883 e “Il Secolo”, Milano ¡  Impaginazione più accurata, stampa più leggibile, maggior cura

alla chiarezza ¡  100.000 copie

¡  Nel 1901 sono ancoa 48,7% gli analfabeti

¡  Il 20% della popolazione parla italiano (5 milioni circa)


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Ottocento ¡  La scrittura dei giornali continua a diffondere

esotismi e neologismi

¡  Banzai (giapp.)

¡ Guerrafondaio, forcaiolo

¡  “Parole a corso forzoso” ¡  Bastone nodoso

¡  Questione annosa

¡  Sentiero tortuoso


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Il Novecento

¡  Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento la lingua dei giornali cambia nella sintassi, affiancando al periodare tradizionale di matrice letterario-argomentativa una sintassi breve.

¡  Si apre, anche se in misura molto contenuta, al parlato, nella morfosintassi con costrutti di tipo orale.

¡  Una parziale interruzione in questo processo è rappresentata dal ventennio fascista (➔ fascismo, lingua del).

¡  Si riduce in modo drastico quella commistione di componenti diverse che caratterizzava la lingua dei giornali dei primi decenni del secolo, nella direzione di un linguaggio scelto, elevato e ossequente all’ostracismo del regime nei confronti dell’elemento dialettale, ma anche in linea con le tendenze evolutive dell’italiano scritto, che si viene progressivamente affrancando dalla componente parlata e regionale.

¡  Si evidenzia, invece, soprattutto nel livello lessicale e in quello sintattico e stilistico, una spiccata predilezione per un tipo di lingua fortemente letteraria e retorica.


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Giornalismo tradizionale: fine ‘800 inizi ‘900 ¡  Caratteristiche linguistiche

¡  Lessico letterario-burocratico ¡  Morfologia standard ¡  Sintassi complessa ¡  ... anche se queste sono le punte più marcate; la situazione reale,

soprattutto per gli articoli di cronaca, era meno estrema

¡  Retorica di guerra: smaccata, ingenua ¡  D’Annunzio scrive nel 1917 sul pane immangiabile commissionato dal

ministero dell’Agricoltura per diminuire il consumo di farina:

¡  Il pane di guerra – fatto con mano pura – è pane di comunione – dove la patria intera – transustanziata vive – come il Corpo del Redentore – nell’Offerta Eucaristica


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Primo Novecento

¡ Alcuni giornali del Nord, tra cui il Corriere della sera, scelgono tuttavia una linea antiretorica, realistica con un linguaggio più sobrio di descrizione dei fatti, rispetto alla stampa propagandistica

¡ Mussolini (10 ottobre 1928) ¡  […] In Italia, a differenza di altri Paesi, il giornalismo, più che

professione o mestiere, diventa missione di una importanza grande e delicata, poiché nell'età contemporanea, dopo la scuola che istruisce le generazioni che montano, è il giornalismo che circola tra le masse e vi svolge la sua opera d'informazione e di formazione. […]

¡  La stampa più libera del mondo intero è la stampa italiana.


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fascismo ¡ Giornalismo come lavoro di propaganda e

controllo ¡  Contro dialetto

¡  Contro esotismi

¡  Uso di retorica trita e cristallizzata ¡  Figura maschia, sagoma romana, forgiato nel

bronzo, dura vigilia, immancabili mete, democrazie agnostiche e imbelli, invocazione incontenibile, grido oceanico


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Gli strati di informazione ¡ De Mauro, 2001: 476-77: il grande giornalismo

italiano esiste, ma i documenti non si trovano nella stampa dell’epoca. ¡  Strato infimo, giornali di imbonimento ed evasione:

uso retorico del linguaggio e delle illustrazioni ¡  Strato basso, informazioni ricavate da direttive

governative, informazioni più legate all’esposizione dei fatti non propagandistica (lette dal Corriere)

¡  Strato medio, informazioni in possesso di chi redigeva il Corriere e, in parte, ciò che vi veniva scritto

¡  Strato alto, rapporti informativi prodotti per dirigenti che controllano economia, politica, milizia


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Dopoguerra e dopo… ¡  Nel periodo 1943-1970, per esempio, si è mantenuta una

lingua “sostenuta e sorvegliata” ma è scomparso il giornalismo del “bello scrivere” diffuso fin dalle origini (Bonomi 2002). La propensione per una lingua sostenuta e sorvegliata è in questo periodo generalizzata nella maggior parte dei quotidiani

¡  Varietà tematica e linguistica

¡  Dagli anni Settanta…

¡  Sembra che il linguaggio dei giornali sia molto cambiato a partire da metà anni Settanta: ¡  Si riduce molto la componente letteraria e burocratica ¡  I periodi si fanno più brevi ¡  Entra il linguaggio colloquiale

¡  La tendenza comune (non senza controspinte) è verso il colloquiale e l’espressivo (lista di tratti in Bonomi, p. 130; v. anche Dardano 1994, Serianni 2000).


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Il giornalese ¡  Caratteristiche

¡  Nebbia impenetrabile ¡  Slang fisso, burocratico e oscuro ¡  Appesantimenti: nella misura in cui, relativo a, per rapporto a ¡  Al polo più estremo del giornalese si trovano i settimanali ¡  Contro questa tendenza sono più attenti soprattutto il Corriere della

Sera e l’Unità

¡  Gli elementi a sfavore: ¡  Analfabetismo (nel 1971 sceso al 5,2%) ¡  Bassa scolarità (nel 1971 il 76,6% non andava oltre la licenza

elementare) ¡  Barriera economica


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La rivoluzione La Repubblica ¡  La Repubblica: “dalla sua nascita,

nel 1976, ha impresso al linguaggio giornalistico una forte spinta innovativa, avvicinandolo alla lingua comune e allontanandolo dal ‘giornalese’ che certo contribuiva, insieme ad altre cause, alla scarsa leggibilità e popolarità dei quotidiani” (Bonomi 2003, p. 128) ¡  Più conservativi: per esempio La

Stampa.

¡  Le testate locali conservano caratteri tradizionali del linguaggio dei giornali.


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L’espressività ¡  espansione del discorso diretto, che apre alla vivacità del parlato: esso si

presenta sia nella forma dell’intervista, sia in quella del mosaico di citazioni (Dardano 20022) all’interno del pezzo, e porta a una evidente semplificazione sintattica, con l’esclusione del discorso riportato in forma indiretta, e a un’apertura alla spontaneità e all’informalità nel lessico.

¡  Ad essa si devono ricondurre certe punte estreme della componente parlata, esibite come segno di disinvoltura e disinibizione: ¡  lessico triviale, ¡  modalità testuali miranti a creare attesa e a colpire ¡  eccessiva frammentazione sintattica

¡  uso marcato e connotativo della punteggiatura (fenomeni che saranno esemplificati oltre).

¡  In ambito lessicale, vanno poi sottolineati altri elementi che concorrono alla caratterizzazione dello stile brillante: il neologismo effimero ed espressivo (cattivista, chiacchieroso) e soprattutto il traslato e la metafora («la sua corrente affila le armi»).


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Caratteristiche ¡  diminuzione della componente burocratica e di

quella letteraria

¡  La maggior parte degli articoli di giornale è da ascrivere al tipo informativo, mentre di tipo argomentativo può essere un articolo di fondo o di contenuto scientifico o culturale.

¡  Al tipo descrittivo e al tipo narrativo possono appartenere parti di articoli, e in questo senso è da rilevare la crescente tendenza alla descrizione, anche per influsso del medium televisivo. sempre minore differenziazione tra gli articoli e una progressiva incertezza di confini

¡  la mescolanza investe il piano dello stile e, molto, quello del lessico, anche in conseguenza dello scambio tra i diversi sottocodici (lo sport accoglie termini scientifici, la lingua comune accoglie termini dello sport, e così via). Genere trasversale in netta espansione è l’intervista. (Bonomi su Treccani)


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Altra modalità testuale in espansione è la suddivisione in paragrafi con titoletti autonomi, a scandire segmenti del testo e cambi di argomento e a evidenziare una parola-tema.

Tipi testuali (Bonomi 2002)


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la riconoscibilità di un genere si basa spesso sulla presenza al suo interno di tratti formali o di contenuto L’italiano dei giornali viene percepito modo “di default” di esprimersi nello scritto.

Titoli

¡  Dal punto di vista della struttura linguistica, i titoli presentano sempre più spesso una struttura bipartita in due segmenti, separati dalla virgola o dai due punti, raramente dal punto fermo, con tema nominale al primo posto e rema nominale o verbale al secondo («Fazio show: faccia a faccia in stile Usa»).

¡  Molto frequente anche la presenza di una battuta di discorso diretto.

¡  Ancora usati il titolo nominale composto da un sostantivo determinato da attributi o espansione di complementi («La guardia giurata uccisa da un solo colpo alla nuca»), e il titolo costituito da una frase verbale («Torna in libertà la madre di Samuele»). (Bonomi su Treccani)


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Nuovo lessico ¡  Resta sempre centrale la categoria del neologismo (Adamo &

Della Valle 2003), che, oltre a riflettere i contenuti nuovi veicolati dai quotidiani, evidenzia le modalità di formazione delle parole più produttive.

¡  Nell’ambito della prefissazione, ricorrono oggi con frequenza soprattutto anti- (antiscafista), co- (cofinanziamento), contro- (controindagine), de- / dis- (deburocratizzazione, dissalazione), mega- (meganegozio), mini- (minibomba), tele- (teledivo, ma anche telecomando «comando a distanza», teletraduttore «traduttore telematico», telecarta «carta telefonica»), super- (superpagato), iper- (ipermoderno), ultra- (ultraortodosso), con una certa inclinazione per i prefissi elativi. Relativamente alla suffissazione, si citano per i nomi -ismo (ribaltonismo), -ista (cassettista, giuslavorista), -istica (effettistica), -izzazione (ottimizzazione), per i verbi -are (stoppare, cortocircuitare), -izzare (ottimizzare), per gli aggettivi -ale (digitale), -ano (morettiano), -ese (benignese), -abile (scannerizzabile), -ico (massmediatico). Sono molto frequenti i composti, come teatronovela, ripara-cellule.


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Caratteristiche generali ¡  La lingua dei giornali è più rapida della lingua letteraria ad

accogliere le ultime novità lessicali ¡  neologismi e di forestierismi

¡  stile brillante (Dardano), la comunicazione è più diretta e meno allusiva, sul modello dei settimanali, i grandi quotidiani si aprono a un largo ventaglio di argomenti ¡  Metafore ¡  Linguaggio allusivo (e occasionalmente triviale) ¡  Lessico connotato espressivamente

¡  - Variazione diatopica (ci sono diversità locali?)

¡  - Variazione diacronica (com’è cambiato il linguaggio dei giornali nel tempo?)

¡  - Soprattutto, variazione diafasica (i giornali sono diversi anche molto tra loro)

¡  Il linguaggio dei giornali non è una lingua speciale


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Free Press


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Da slides Borbala Samu, Università per Stranieri di Perugia

Caratteri linguistici della free press

¡  I fogli gratuiti (ingl. free press), di recente nascita (2000) ma già concorrenziali nelle grandi città e soprattutto presso determinate fasce di popolazione nei confronti dei quotidiani a stampa, mostrano caratteri linguistici, oltre che strutturali, significativamente differenziati rispetto a questi.

¡  Non ovunque, peraltro, perché Bonomi (2003, pp. 134-5) nota anche come i giornali gratuiti abbiano per esempio come caratteri espressivi “la leggibilità, l’essenzialità, la medietà, la scarsa espressività, che li differenziano significativamente dai quotidiani a pagamento”

¡  Gli articoli, per la maggior parte a firma redazionale, riproducono con minima rielaborazione le notizie di agenzia: ciò favorisce una notevole omogeneità nella scrittura dei diversi pezzi che compongono il giornale.

¡  significativa è la componente visiva, fotografica.

¡  i privilegia un’informazione essenziale ma anche frammentaria, che sacrifica il commento e suggerisce una lettura sincopata e poco continuativa (Bonomi)


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¡  la leggibilità, l’essenzialità, la medietà, la scarsa espressività, che li differenziano significativamente dai quotidiani a pagamento.

¡  preferenza per il discorso indiretto, lo stereotipo e il burocratismo

¡  spicca la persistenza di stereotipi (tragico incidente, a nulla sono valsi i soccorsi, clamorosa protesta)

¡  e di voci ed espressioni indotte dall’influsso burocratico (in stato di detenzione, proseguono gli accertamenti, soggetti privi di permesso di soggiorno)


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Quotidiani online ¡  il Rapporto Istat 2005 su Stampa periodica e informazione on-

line, pubblicato nel settembre del 2006, dà in questo senso informazioni interessanti. Il 10% degli intervistati pensa per prima cosa a Internet per “accedere alle notizie dell’ultima ora” (p. 3), sfruttando anche i cosiddetti “rulli di notizie” aggiornati in tempo reale, e il numero delle testate che esce solo in versione digitale si avvicina ormai a quello delle testate pubblicate in formato cartaceo ed elettronico (Gualdo)

¡  All’inizio, infatti, quasi tutti i quotidiani on line erano la versione in rete del quotidiano cartaceo

¡  Ora, acquisendo una sempre maggiore indipendenza, si caratterizzano come strumenti diversi, sia relativamente alla lingua degli articoli, sia, con una crescita esponenziale, relativamente alle forme comunicative interattive presenti al loro interno, il blog e il forum

¡  l’immediatezza e l’aggiornamento continuo delle informazioni, l’ipertestualità, la leggibilità, la chiarezza, la brevità


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Caratteristiche strutturali quotidiani online

¡  la struttura a blocchi, sui quali si opera l’aggiornamento;

¡  le modalità di coesione interna diverse rispetto ai quotidiani a stampa;

¡  l’evidenziazione grafica con la sottolineatura che rimanda ai link e il grassetto variamente utilizzato;

¡  le caratteristiche specifiche del paratesto (titoli e trafiletti).


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Il lessico LS, CO e LS GIO


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Lessico giornalistico nel Gradit Lessico Nr. lemmi

Lessico marcato giornalistico

160


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•  si è passati dal burocratico ‘assunzione di stupefacenti’ al colloquiale ‘serata diversa’ o al gergale ‘serata da sballo’” (Loporcaro 2005, p. 139)

•  documentati da due servizi di due diversi telegiornali Rai del 23 marzo 2001:

•  “Sei ragazzi decidono di passare una serata diversa” •  “Doveva essere una serata da sballo”.

Lessico dei giornali (rango fino a 1.000)


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Marca lemma CAT occorrenze Marca lemma CAT occorrenze

euro N 3.221 CO collezione N 405 CO foto N 1.371 CO|TS quota N 403 CO sondaggio N 1.209 CO investimento N 400 TS blog N 1.147 CO imprenditore N 395 CO supporto N 1.130 CO sentenza N 379 CO tv N 708 CO edizione N 370 CO leader N 679 TS appalto N 368 ES design N 676 CO gestire V 364 TS premier N 648 CO abbonamento N 356 CO dollaro N 646 ES gossip N 351 CO|TS sito N 624 CO gestione N 347 CO auto N 533 CO vertice N 342 CO evento N 533 ES|TS web N 338 CO sfilata N 500 CO riferimento N 337 CO aperto A 490 TS mondiale N 335

gol N 438 CO versione N 329 CO tecnologia N 434 CO intercettazione N 315 CO|TS video N 416 CO previsto A 306 CO|TS fax N 413

L’articolo di giornale e la lingua

¡  l’“articolo di giornale” può essere considerato un super-genere, perché esistono sottogeneri di articolo ben definiti

¡  Loporcaro: ¡  Componente attualistica (prestiti dall’inglese e neologismi,

spesso collegati ai settori economico, tecnico e bellico) ¡  Componente colloquiale (definita genericamente, attraverso

esempi: calderone, fare fuori...) ¡  Retaggio giornalistico (sinonimi elevati, termini burocratici,

stereotipi: giunto a un’intersezione, urtava il veicolo...) ¡  Espressività sportiva (definita attraverso una maggiore densità

dei prestiti e della componente colloquiale, con traslati metaforici, ecc.)

¡  Testo informativo e testo di opinione ¡  Nella tradizione anglosassone separati, meno distinti in quella

italiana attuale


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Formule fisse ¡  Titoli ¡  è + sostantivo senza interposizione dell’articolo: è scontro, è

bufera;

¡  e giornalistico di avvio: E il governo tace

¡  omissione dell’articolo: sentenza su dignità lavoro

¡  omissione dell’ausiliare: per noi reato prescritto

¡  pretema


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Simulazione del parlato ¡  uso del virgolettato per riportare opinioni e scambi in

discorso diretto o per simulare il parlato.

¡  il tasso di battute in discorso diretto è cresciuto per vivacizzare titoli e testi e per dar loro un aspetto di immediatezza e di veridicità. Si tratta spesso di un parlato simulato, infarcito di interiezioni e intercalari discorsivi, di battute tratte dalla lingua quotidiana o persino dal dialetto, di espressioni colorite fino al turpiloquio.


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Il discorso diretto


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Stile brillante e/ma


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Un esempio: “allarme”


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0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

9.000

"allarme" in Repubblica per anno

Allarme + Nome


34 WordSketch (su corpus ItWac) terrorismo 277 clima 13 bomba 198 occupazione 12 sicurezza 67 prezzo 12 incendio 66 maltempo 11 tsunami 55 cinghiale 11 a<entato 49 s>pendio 11 mucca 47 codice 11 inquinamento 46 radioa@vità 10 siccità 38 obesità 10 smog 36 satellitare 10 criminalità 31 diro<amento 9 an>terrorismo 28 frana 9 virus 27 black-‐out 9 busta 25 povertà 9 comando 25 meningite 8 diossina 24 blackout 8 epidemia 19 maremoto 8 inflazione 19 tumore 8 alcol 13 neve 8

allarme mucca pazza

allarme busta esplosiva

allarme cinghiali

Allarme si trova al rango 1.686 nel corpus giornalistico del NVDB

allarme in chiave comparativa


35

170

80 76

19 0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

A STAMPA B NARRATIVA C SPETTACOLO D NONFICTION

"allarme" in corpora di diversi generi (dati NVDB)

La prima pagina Repubblica online (14.02.2012)


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Metafore usurate ¡  la notizia è subito rimbalzata, indagini a 360 gradi

¡ A livello lessicale ¡  esodo per ‘partenza di massa’, veleni per ‘malignità,

sentimenti di rancore’

¡  bagno di folla, essere in fibrillazione


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La sintassi Dei giornali


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Periodo: sintassi e lunghezza ¡  Si parla molto di “riduzione della ipotassi” e di

“preferenza spiccata per il periodare monoproposizionale e frammentato” (Bonomi 2002, p. 242), visti come casi di: ¡  avvicinamento al parlato ¡  Espressività ¡  evidenziazione di informazioni importanti

¡  Oggi, per esempio, negli articoli di giornale si trova una media di “20-25” parole per frase, contro 30-35 negli anni Cinquanta (Bonomi 2002, p. 249); si trovano poi 2,5 proposizioni per periodo contro le 3,5 negli anni Trenta (p. 250).


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sintassi ¡  L’accumulo di periodi monoproposizionali spesso

slegati tra loro e l’uso di frammentare la linea logico-sintattica con incisi o stralci di discorso riportato tra virgolette vivacizzano il testo ma sono indice di «scarsa rielaborazione critica delle notizie» (Bonomi 2002, pp. 293 e 295).

¡  PROCESSI DI NOMINALIZZAZIONE: trasformazione di un sintagma verbale in nominale ¡  Il farmaco non ha controindicazioni > nessuna

controindicazione ¡  La Carothers scoprì che anche altre coppie di

cromosomi possono essere eteromorfe > la Carothers scoprì la possibile eteromorfia di altre coppie di cromosomi


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Biblio

gra

fia e

sito

gra

fia

¡  Bonomi, Ilaria. 2002. L’italiano giornalistico. Dall’inizio del ’900 ai quotidiani on line. Firenze, Cesati.

¡  Dardano, Maurizio. 1994. La lingua dei media. In: Valerio Castronovo e Nicola Tranfaglia (a cura di), La stampa nell’era della TV, Bari, Laterza, pp. 207-235.

¡  De Mauro Tullio (a cura di), 1994, Studi sul trattamento linguistico dell’informazione, Roma, Bulzoni.

¡  Loporcaro, Michele. 2005. Cattive notizie: la retorica senza lumi dei mass media italiani. Milano, Feltrinelli.

¡  Matricciani, Emilio. 2003. Fondamenti di comunicazione tecnico-scientifica. Milano, Apogeo.

¡  Dispense di M Tavosanis: http://%2Fital%2Ftavosanis%2Flinguistica2007%2Fdispense-lin2007.pdf


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