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LA PRIMA GUERRA MONDIALE 1914-1918
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LA PRIMA GUERRA MONDIALE
1914-1918
LE CAUSE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
Le cause della prima guerra mondiale sono:
il nazionalismo esasperato che aveva avuto
come conseguenza la corsa agli armamenti e
l'organizzazione di grandi eserciti.
I contrasti tra le grandi potenze europee.
All’inizio del Novecento in Europa esistono due schieramenti:
Triplice Alleanza
Germania Austria-Ungheria
Italia
Triplice Intesa
Russia Francia
Gran Bretagna
L’ATTENTATO DI SARAJEVO
Il pretesto che fa scoppiare la guerra è l'uccisione da parte di uno studente serbo, dell'arciduca erede al trono austriaco, Francesco Ferdinando e sua moglie. L’omicidio avviene il 28 giugno del 1914 a Sarajevo, capitale della Bosnia.
LO SCOPPIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
L'Austria accusa la Serbia di aver organizzato l'attentato e il 23 luglio le invia l'ultimatum. Dopo due giorni la Serbia non accetta e rimanda l'ultimatum inviato dall'Austria, perché forte dell'appoggio della Russia.
Ultimatum: atto diplomatico con cui uno Stato presenta ad un altro delle richieste. Se non vengono accettate viene dichiarata la guerra
SCATTANO LE ALLEANZE
Scatta il meccanismo delle alleanze e il conflitto assume proporzioni mondiali.
L’impero turco, alleato della Germania, entra in guerra in aiuto alla Triplice Alleanza.
L’Italia sceglie invece di rimanere neutrale: la Triplice Alleanza ha solo scopo difensivo.
L’ITALIA SI DICHIARA NEUTRALE
L’Italia sceglie di rimanere neutrale: la Triplice Alleanza ha solo scopo difensivo.
LA GUERRA DIVENTA MONDIALE La guerra diventa mondiale perché coinvolge anche le colonie dei Paesi europei. Inoltre, nel 1914, il Giappone dichiara guerra alla Germania perché vuole conquistare le colonie tedesche in Asia.
L’impero turco, alleato della Germania, entra in guerra in aiuto alla Triplice Alleanza.
I FRONTI DELLA GUERRA
La guerra inizia su due fronti:
• sul fronte occidentale la Germania combatte contro Francia e Inghilterra;
• sul fronte orientale Germania e Austria combattono contro la Russia.
Fronte occidentale Fronte
orientale
gli Imperi centrali, Germania e Austria-Ungheria, speravano di risolvere rapidamente il conflitto sferrando attacchi improvvisi contro gli avversari. Per aggirare le postazioni fortificate francesi, la Germania invade il Belgio e punta su Parigi. Pur con fatica l'esercito francese riesce a fronteggiare l'esercito tedesco. Il 22 agosto 1914 il fronte si sposta lungo il fiume Marna, a pochi chilometri da Parigi. A settembre la controffensiva francese riesce a respingere l'esercito tedesco, verso il Nord. Il piano tedesco di una guerra rapida è fallito.
DA GUERRA DI MOVIMENTO…
DA GUERRA DI MOVIMENTO…
Dopo la lunga battaglia della Marna (6 – 12 settembre), né i Tedeschi né le truppe franco-inglesi riescono ad avanzare: si fermano nelle rispettive posizioni sul fronte occidentale (dalle Fiandre alla Svizzera neutrale).
ALLA GUERRA DI POSIZIONE
Fino al 1916 gli eserciti combattono, ma nessuno riesce ad avanzare e così il conflitto diventa una faticosa guerra di posizione. L’obiettivo non è più conquistare terreno, ma ridurre la resistenza del nemico.
LE TRINCEE
I soldati passano quasi tutto il tempo nelle trincee in attesa di attaccare. La loro vita è terribile: vivono in fosse tra fango, topi e sporcizia; mancano acqua, cibo e ripari da pioggia e neve. Hanno sempre il terrore di essere attaccati e uccisi perché non possono proteggersi da nuove armi sempre più distruttive: gas asfissianti e incendiari e mitragliatrici, armi da fuoco automatiche capaci di sparare mille colpi al minuto.
Molti soldati disertano, anche se rischiano di essere fucilati o arrestati
LA SITUAZIONE ITALIANA
L’Italia, inizialmente neutrale, è divisa tra due correnti:
•Interventisti a favore dell’entrata in guerra.
•Neutralisti non vogliono partecipare alla guerra.
Erano a favore della neutralità: •Socialisti •Cattolici •Gruppi liberali legati a Giolitti
Erano interventisti: I nazionalisti e D’Annunzio L’esercito e la corte Alcuni gruppi industriali Alcuni socialisti (Benito Mussolini) e democratici
GIORNALI INTERVENTISTI E NEUTRALISTI
L’Italia neutrale tra la Triplice Alleanza e la Triplice Intesa
cartoline postali
1. Quali stati rappresentano le tre figure a destra?
2. Quali stati rappresentano le due figure a sinistra?
3. Quale stato rappresenta il pesce?
4. Cosa rappresentano le esche?
5. Qual è il senso complessivo della vignetta?
cartoline postali
1. Chi rappresenta il personaggio che strangola Trento e Trieste?
2. Qual è il significato complessivo della vignetta?
Rifletti ora sulle intenzioni dell’autore delle due cartoline: 1. Nel primo caso l’autore non vuole 2. Nel secondo caso l’autore vuole
cartoline postali
L’ITALIA ENTRA IN GUERRA L’ITALIA Il 26 aprile 1915 il governo italiano firma il Patto di Londra, un accordo segreto con Francia e Inghilterra: l’Italia entra in guerra a fianco dell’Intesa. Il 24 maggio dichiara guerra all’Austria-Ungheria tra l’entusiasmo generale.
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L’Italia avrebbe ottenuto: •il Trentino •il Sud Tirolo •la Venezia Giulia (con Trieste) •la penisola dell’Istria (ma senza la città di Fiume) •una parte della Dalmazia con alcune isole dei possedimenti in Albania
IL FRONTE ITALIANO
L’Italia dichiara guerra all’Austria il 24 Maggio 1915.
Il fronte italiano si sviluppa sulle frontiere alpine e in particolare sulle Dolomiti, dove si delinea una guerra di trincea in cui muoiono migliaia di soldati.
IL FRONTE ITALIANO L’esercito italiano, comandato dal generale Cadorna, è formato da contadini e operai non preparati alla guerra e non ha armi adatte al combattimento.
Cadorna ordina di attaccare l’Austria sul fiume Isonzo, ma l’esercito italiano non riesce ad avanzare. Inizia così una guerra di posizione lungo un confine di 600 Km assai complesso e accidentato (arco alpino, valli, altipiano carsico)
LA POPOLAZIONE CIVILE PARTECIPA ALLA GUERRA
La vita della popolazione civile e l’economia cambiano molto. I governi introducono l’economia di guerra: le industre devono produrre armi e ciò che serve agli eserciti.
La popolazione deve fare molti sacrifici: i beni di consumo diminuiscono, costano molto e vengono razionati. Inoltre quasi tutti gli uomini lasciano il lavoro per andare a combattere. Tutti i cittadini non arruolati lavorano nell’industria della produzione militare, in cui vengono impiegate anche molte donne.
Vengono introdotte importanti innovazioni tecnologiche in campo militare, come i sommergibili, gli aerei, i carri armati e i gas asfissianti.
LE GRANDI BATTAGLIE DEL 1916 Il 1916 è l’anno della grandi battaglie:
Febbraio 1916: i Tedeschi tentano di sfondare il fronte francese a Verdun; la battaglia dura cinque mesi, ma si conclude senza vincitori e con 700.000 morti.
Giugno 1916: altra battaglia, sul fiume Somme. Vengono usati per la prima volta i carri armati e i gas velenosi: nessun vincitore e 1.000.000 di morti.
Estate 1916: battaglia dello Jutland tra Inglesi e Tedeschi, conclusasi senza vincitori.
1917 LA RUSSIA SI RITIRA DALLA GUERRA
Nel marzo 1917 in Russia scoppia una rivoluzione che provoca la fine dell’impero zarista.
Il governo provvisorio decide di uscire dalla guerra e nel 1918 viene firmato il trattato di pace di Brest-Litovsk.
1917 LA RITIRATA DI CAPORETTO Quando la Russia si ritira dalla guerra, gli Austriaci possono concentrare le loro forze sul fronte italiano a Caporetto. La ritirata disastrosa travolge anche migliaia di civili e impone un nuovo capo di stato maggiore, Armando Diaz. sono chiamati a combattere anche i giovani di 18 anni (i cosiddetti “ragazzi del ‘99”.
1917 GLI STATI UNITI ENTRANO IN GUERRA Dopo l’intensificarsi della guerra sottomarina contro le navi americane che portavano rifornimenti all’Inghilterra , gli USA entrano in guerra nell’aprile 1917 contro Germania e Austria.
Gli Stati Uniti partecipano per motivi economici e politici:
• gli Stati Uniti hanno dato soldi in prestito agli Stati dell’Intesa, perciò non vogliono perdere denaro;
• i sommergibili tedeschi attaccano le navi americane che portano rifornimenti a Francia e Inghilterra;
• gli Stati Uniti vogliono vincere la guerra per diventare una grande potenza mondiale.
1918 LA FINE DELLA GUERRA
Germania e Austria vengono sconfitte
L’intervento degli Stati Uniti dà una svolta decisiva ai combattimenti e le truppe dell’Intesa sconfiggono l’esercito tedesco sul fronte occidentale. Poco dopo la popolazione tedesca si ribella, l’imperatore Guglielmo II fugge e viene proclamata la repubblica.
Il 3 novembre 1918 la Germania firma un armistizio con l’Intesa.
Nel frattempo Sul fronte italiano il 4 novembre il nostro esercito sfonda le linee austriache a Vittorio Veneto e conquista Trento e Trieste.
Il 4 novembre l’Austria-Ungheria firma l’armistizio (= interruzione della guerra) con l’Italia e l’11 novembre la Germania si arrende.
Dopo cinque anni di combattimenti, 21 milioni di feriti e 10 milioni di morti, si conclude la Grande Guerra.
Anche la popolazione civile soffre la fame e le epidemie, tra cui l’influenza spagnola
LA CONFERENZA DI PACE A PARIGI E LA PACE DI VERSAILLES
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Nel gennaio 1919 si svolge la Conferenza di pace a Parigi, a cui partecipano solo le nazioni vincitrici; infine Francia e Gran Bretagna firmano la pace di Versailles il 28 giugno 1919. Dalle trattative:
la Germania esce annientata per le durissime condizioni imposte;
l’Impero austro-ungarico si dissolve.
la Francia ottiene l’Alsazia e la Lorena;
l’Inghilterra l’ampliamento delle sue colonie;
all’Italia non vengono riconosciute Fiume e la Dalmazia.
Vengono ignorati i Quattordici punti del presidente americano Wilson, un documento che avrebbe dovuto ispirare i trattati di pace secondo il principio dell’autodeterminazione dei popoli.
Il principio di autodeterminazione dei popoli
Woodrow Wilson
il presidente statunitense Wilson propone un documento costituito da quattordici punti con alcune proposte per evitare che scoppiassero in futuro altre guerre.
Tra i punti, vi è il principio di autodeterminazione per cui ogni popolo deve decidere i propri confini, nel rispetto degli altri.
LA GERMANIA DOPO LA PACE DI VERSAILLES
La Germania è considerata responsabile della guerra.
Secondo le dure condizioni di pace, la Germania deve:
• perdere l’Alsazia, la Lorena e le colonie in Africa e in Asia;
• pagare le riparazioni di guerra, cioè dare moltissimo denaro agli Stati vincitori per i danni causati dalla guerra;
• ridurre l’esercito ed eliminare la flotta navale e le armi pesanti, come i cannoni.
L’ITALIA DOPO LA PACE DI VERSAILLES
L’Italia ottiene una “vittoria mutilata”: resta aperta la questione di Fiume e della Dalmazia. I nazionalisti italiani, capeggiati da D’Annunzio, occupano Fiume per chiederne l’annessione. Si diffonde un sentimento di rabbia.
L’EUROPA PRIMA E DOPO LA GRANDE GUERRA
In Germania crolla l’impero: l’Alsazia-Lorena è ceduta alla Francia; altre regioni a est e a nord passano alla Polonia e alla Danimarca
L’Impero austro-ungarico si dissolve. Nascono: Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Austria, Iugoslavia.
L’Italia acquisisce: Trentino, Alto Adige, Trieste, Istria e parte della Dalmazia.
Corridoio Polacco
Sparisce anche l’Impero russo, al posto del quale si formano l’Unione Sovietica e nuovi Stati: la Finlandia, l’Estonia, la Lettonia e la Lituania.
IL MEDIO ORIENTE
•L’Impero ottomano si dissolse, perdendo i suoi territori nel Medio Oriente e si trasformò, nel 1923, in una repubblica. Con a capo Mustafà Kemal Atatürk, la Turchia riprese molti territori persi in guerra, reprimendo tutte le minoranze.
•Ad oriente, nelle regioni appartenute all’Impero ottomano si formano gli stati della Siria e del Libano, non pienamente indipendenti, ma affidati, col titolo di «mandati» all’amministrazione francese, e quelli di Palestina, Transgiordania e Iraq, che divennero mandati dell’Inghilterra.
Il Medio Oriente prima e dopo la Grande Guerra
I trattati di pace
La Società delle Nazioni
In realtà la nuova organizzazione non riesce a raggiungere il suo obiettivo. Le principali ragioni di questo fallimento sono due: - il rifiuto degli Stati Uniti di farne parte: il Senato americano non vuole impegnarsi nei problemi europei e boccia la proposta di Wilson di entrare nella Società delle Nazioni;
- la mancanza di una propria forza militare: la Società delle Nazioni non possiede un proprio esercito da utilizzare contro chi viola le sue decisioni.
All'interno dell'organizzazione, cosi, si ricreano le stesse tensioni presenti tra i singoli Stati e negli anni Trenta torna a imporsi l'idea di risolvere i conflitti con le armi..
Nel 1920, per volere del presidente americano Wilson, nasce la Società delle Nazioni, che avrebbe dovuto garantire la pace nel mondo attraverso la diplomazia. I risultati tuttavia sono fallimentari
