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La previdenza in Europa Dati tratti da: «LEGISLAZIONE STRANIERA. MATERIALI DI LEGISLAZIONE COMPARATA» Camera dei Deputati, giugno 2013 La Previdenza in Europa. Bologna, 7 marzo 2014

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La previdenza in Europa

Dati tratti da:

«LEGISLAZIONE STRANIERA. MATERIALI DI LEGISLAZIONE COMPARATA»

Camera dei Deputati, giugno 2013

La Previdenza in Europa. Bologna, 7 marzo 2014

Una premessa • Le pensioni, in Italia come negli altri paesi europei, hanno natura:

• Previdenziale (a fronte di versamenti contributivi) • Assistenziale (finanziate dalla fiscalità generale)

• I sistemi pensionistici possono essere: • A ripartizione: i contributi dei lavoratori pagano le pensioni, è un patto fra generazioni.

Di stampo pubblico. Il sistema è sostenibile se la popolazione lavorativa cresce in maniera proporzionale

• A capitalizzazione: ognuno versa i contributi e li riprende in forma di pensione, lo sono in genere le forme complementari o assicurative private

• misto

• Il calcolo della pensione può essere fatto con il metodo: • Contributivo: si considerano i contributi versati e rivalutati • Retributivo: si fa riferimento alle retribuzioni percepite

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I «pilastri» nei sistemi previdenziali

• Pubblico, a finanziamento sia contributivo sia fiscale, obbligatorio

• Ad adesione collettiva, legato a fondi di categoria o professionali

• Privato ad adesione individuale

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Alcune differenze legate alle storie nei diversi paesi europei

• Nei paesi anglosassoni, a modello «liberale», prevale il secondo pilastro, quello delle pensioni di categoria o complementari. Quello di base pubblico, è volto al sostentamento e alla prevenzione della povertà

• In Italia e Spagna le pensioni sono quasi totalmente coperte dal primo pilastro, quello della previdenza pubblica. La forma pensionistica complementare è ancora poco sviluppata

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Partiamo dalle differenze…. Francia

• In Francia la pensione di base è integrata da pensioni complementari obbligatorie, tutte col meccanismo della ripartizione

• REGIME DI BASE, su tre elementi • Le retribuzioni

• L’aliquota (massima del 50%)

• L’anzianità assicurativa (tutti i periodi nei vari regimi di base nel territorio francese)

• REGIMI COMPLEMENTARI OBBLIGATORI

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Partiamo dalle differenze….Francia

• Esistono regimi diversi:

• Privato e autonomi

• Pubblico: regimi pensionistici di base e regime supplementare obbligatorio. Esistono la «categoria sedentaria» e la «categoria attiva»

• Regimi speciali: settori ferrovie, trasporti, energia elettrica, militari, marittimi…

I diversi sistemi sono in via di progressivo allineamento

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Partiamo dalle differenze…. • Germania: il sistema varia secondo categorie lavoratori/settori produttivi.

C’è un primo «pilastro» statale e obbligatorio, finanziato in parte dai contributi e in parte dalla fiscalità, pensioni professionali regolate da accordi collettivi, pensioni integrative a capitalizzazione e volontarie.

• Regno Unito: la pensione statale si articola in pensione di base, pubblica e obbligatoria a copertura universale e pensione addizionale. C’è possibilità di scelta degli assicurati. E’ incentivata la partecipazione a fondi di previdenza aziendali o esterni.

• Spagna: c’è un unico regime, statale e obbligatorio, con pensione minima che sostituisce vecchia “assistenza sociale”. I regimi integrativi a capitalizzazione non sono diffusi.

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I problemi comuni ai sistemi europei

• Le dinamiche demografiche • Invecchiamento della popolazione attiva

• Bassa natalità

• Allungamento della speranza di vita

• L’andamento dell’occupazione

• Adeguatezza e sostenibilità sociale del sistema, e conseguente rischio povertà

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Le ragioni di riforma in Europa

• I sistemi previdenziali in Europa sono stati riformati negli ultimi anni: • Francia 2010 – 2012 - 2013

• Germania 2012

• Regno Unito 2011 - 2013

• Spagna 2013

Obiettivi:

- Contenere la spesa pubblica

- Garantire la sostenibilità finanziaria del sistema

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I criteri di riforma • allungamento della vita attiva

• innalzamento progressivo età pensionabile e anzianità contributiva

• Sono previste, in misure differenziate nei diversi paesi: • Salvaguardie

• Particolari tutele

• Adattamenti per alcune attività lavorative

• Sistema di penalizzazioni o premi

• Transazione tra vita lavorativa attiva e pensione

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Età pensionabile: cresce ovunque

• In Francia: viene elevata gradualmente (per i nati dopo luglio 1951) fino ad arrivare a 67 anni nel 2022,

• In Germania: elevazione a 67, effettiva per tutti dal 2029

• Nel Regno Unito: progressivo innalzamento da 60 a 67 anni (si prevede anche 68 nel 2046).

• In Spagna: innalzamento graduale fino al 2027 (65 – 67 anni secondo l’anzianità contributiva)

Per le donne l’innalzamento è più rapido per la normativa europea sulla parità

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I contributi necessari • In Francia vengono allungati di un trimestre/anno in base all’anno di

nascita per adeguamento alla aspettativa di vita. Vengono considerati: periodi di studi superiori riscattati, periodi di lavoro a tempo parziale per maternità e/o congedo parentale

• In Germania per il raggiungimento dei 35 anni valgono anni di formazione e quelli dedicati all’educazione dei figli fino a 10 anni di età. Il requisito di maturazione contributiva minima è 5 anni

• Nel Regno Unito l’anzianità contributiva minima per ottenere la pensione di base è stata ridotta a 30 anni

• In Spagna occorrono 16 anni di contributi, per la pensione piena a 67 anni ne occorreranno 37

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Le possibilità di anticipare…

• In Francia:

• lavoratori precoci (possibilità di ottenere la pensione a 60 anni, con il requisito contributivo previsto per la generazione, avendo iniziato il lavoro prima dei 20 anni di età)

• Invalidità (almeno 20%) derivante da attività lavorativa

• Madri over 55 con almeno tre figli, genitori di portatori di handicap, se hanno interrotto l’attività per lavoro di cura

• Particolari tutele per alcune categorie più «fragili»

• Alcune categorie di lavoratori «attive» (es. vigili del fuoco, polizia…)

• Con 43 anni di contributi ed età minima per il pensionamento (62)

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Le possibilità di anticipare…

• In Germania: • Assicurati con lunga carriera assicurativa (35 anni), con carriera

assicurativa particolarmente lunga (45 anni), per donne nate prima del 1/1/1952, per invalidità (non inferiore al 50%)

• Per disoccupazione (con determinati requisiti di tempo/età) o dopo lavoro a tempo parziale (per almeno 24 mesi)

In Spagna: • Per gli entrati nel sistema prima del 1967 (possono accedere dai 60

anni) • A 63 anni età e almeno 33 di contributi, con riduzione del 7,5% per

ogni anno di anticipo

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Alcuni criteri di calcolo • Francia

• Calcolo sui 25 anni di maggiore retribuzione percepita (per i nati dal 1974)

• E’ previsto un tetto massimo

• Se si raggiunge età minima per la pensione senza i contributi necessari per la pensione piena sono previste penalizzazioni.

• E’ previsto un premio per pensionamento ritardato: maggiorazione 5% anno per chi, superati limiti di età e contributi, rimane fino a 70 anni (il datore di lavoro non può obbligare il pensionamento)

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Alcuni criteri di calcolo • Germania

• Calcolo sui contributi versati nel corso dell’intera vita assicurativa

• Incremento (0,5 mese, 6% anno) per chi posticipa la pensione

• Spagna

• Si prendono a riferimento gli ultimi 16 anni precedenti il pensionamento, che cresceranno gradualmente fino ai 25 anni precedenti il pensionamento.

• Sono previste riduzioni nei casi di pensionamento anticipato

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Pensione parziale o progressiva • Francia

• Meccanismo di «pensione progressiva»: lavoro a tempo parziale e liquidazione parziale della pensione con: età legale minima, un minimo di contributi (almeno 150 trimestri, 37.5 anni), attività lavorativa inferiore all’80%

• Germania

• Si può optare per la pensione parziale se raggiunta l’età si continua l’attività lavorativa (con un tetto massimo di reddito)

• Regno Unito • Possibilità del pensionamento parziale con rimodulazione orario di lavoro o

mansioni • Spagna

• E’ possibile la pensione parziale a determinati requisiti. E’ previsto ma non obbligatorio il contratto di sostituzione da parte del datore di lavoro.

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Le pensioni delle donne: «parità di retribuzione a parità di lavoro»

• Differenze sostanziali: • Per ragioni sociali e culturali hanno vita lavorativa più breve e frammentata.

Tasso di occupazione più basso soprattutto nei paesi mediterranei

• Nonostante titoli di studio più elevati, la vita professionale è più debole (lavori flessibili, precari, part-time, stacchi per congedi parentali…..)

• Hanno carriere più difficili, remunerazioni più basse

• Le differenze fra percorsi professionali si riflettono sulle pensioni

• Importi inferiori

• Età del pensionamento più avanzata (poche anzianità, requisiti minimi da raggiungere)

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Confronto europeo: «equiparazione dell’età pensionabile»

Non si fa equità se non si interviene sulle cause che penalizzano le donne:

• Sviluppo dei servizi (infanzia, non autosufficienza)

• Più equa distribuzione responsabilità (famiglia e lavoro)

• Forme di maggiore flessibilità, più possibilità di scelta

• Riconoscimento periodi di cura ed educazione figli

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Alcune riflessioni finali • Quali solidarietà

• Tra giovani e anziani • Tra soggetti forti e soggetti svantaggiati • Il tema delle povertà degli anziani, soprattutto donne, in prospettiva

• Il bisogno di certezze per chi si avvicina «al traguardo» • Come tener conto di condizioni specifiche

• Il lavoro precoce • la debolezza nel mercato del lavoro • i lavori gravosi • le condizioni di fragilità

• Attenzione alla «uguaglianza formale» e «disuguaglianza sostanziale» delle donne

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