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La prevenzione incendi in Europa: un progetto per la valutazione e gestione del
rischio incendio
Ing. Francesco Notaro
Il Nucleo Investigativo Antincendi (NIA) è una realtà nuova per il Corpo Nazionale dei
Vigili del fuoco che nasce solamente nel 2004 per far fronte all’esigenza di avere un
ufficio dedicato all’investigazione delle cause d’incendio, con il compito di studiare,
ricercare, analizzare e valutare delle cause d’incendio, oltre a supportare i competenti
organi di polizia giudiziaria per le attività investigative connesse al verificarsi
dell’evento stesso. L’ufficio si compone di nove uomini.
Attività del NIA
Nell’ambito dell’investigazione, le attività svolte sono diverse: non ci si sofferma
solamente all’esecuzione di accertamenti urgenti e rilievi tecnici, eventuale sequestro
di prodotti, materiali e quanto possa essere necessario ai fini della determinazione
della causa dell’evento (certificazione di prodotti e impianti, progetti di impianti
antincendio), ma vengono effettuati anche il coordinamento degli accertamenti tecnici
da eseguirsi presso i laboratori (prove e verifiche) sui reperti sequestrati.
Insieme a queste attività, sempre in collaborazione con le altre aree della Direzione,
vengono effettuate simulazioni ed analisi mediante modelli di calcolo degli eventi
oggetto d’indagine. Inoltre, vengono realizzate sperimentazioni con riproduzione degli
incendi in scala reale, a supporto e validazione delle ipotesi incidentali e delle
simulazioni numeriche effettuate.
Il Nucleo opera prevalentemente a supporto dei Comandi Provinciali dei Vigili del
Fuoco, ma anche su delega dall’Autorità Giudiziaria, oppure in collaborazione con altri
organi di Polizia Giudiziaria.
La casistica degli interventi
(“La nostra fonte deriva dal lavoro che svolgono i Comandi sul territorio (soccorso
tecnico urgente, prevenzione incendi, vigilanza)”).
Per avere una casistica ai fini dell’investigazione antincendi e per la raccolta dei dati
dei comandi provinciali, abbiamo realizzato una piattaforma web su intranet (“Una
maschera abbastanza semplice e intuitiva”), che contiene i dati di investigazione,
le informazioni sull’evento, la possibilità di analizzare i casi trattati dai VVF per
l’investigazione antincendi, la statistica delle cause d’incendio.
Per quanto riguarda pratiche trattate dal NIA, la maggioranza riguarda gli incendi
(66,3%) dei casi, seguiti dalle esplosioni incendi (18%).
Cause principali di eventi: il 25,8% sono dolosi, mentre il 10,1% risultano accidentali.
Dalle statistiche risulta che, nel 2009, gli interventi dei VVF su incendi di tipo doloso
sono stati quasi 10mila (9556).
La sicurezza partecipata
Per poter pensare di ridurre il rischio in termini di magnitudo, dobbiamo puntare su
una “sicurezza partecipata” che, oltre ai VVF e ai tecnici, abbia come protagonista
anche l’utente (“La persona che va al cinema, come il datore di lavoro o il lavoratore”),
che deve partecipare consapevolmente alle azioni per ridurre il rischio.
Le risultanze delle indagini e degli studi consentono non solo di verificare l’idoneità ed
il comportamento delle misure preventive e protettive usate, ma anche di individuare
particolari criticità delle misure sopracitate e comunicarle all’area Prevenzione
Incendi per l’eventuale adozione di provvedimenti normativi ad hoc.
Nell’ambito dell’attività investigativa si è avuto modo di constatare che le principali
cause di incendio e di propagazione dello stesso sono stati favoriti da:
1. Posa in opera di manufatti in maniera non conforme
2. Errato utilizzo di apparecchiature elettriche
3. Criticità materiali ed attrezzature
Il NIA e la Fire enginering
La Fire enginering è una tecnica che consente la ricostruzione degli scenari incidentali.
Per quanto questo strumento di analisi non possa ancora essere utilizzato in fase di
dibattimento processuale, viene impiegato per validare delle ipotesi su cui si basa
l’attività investigativa svolta e sulle prove, in scala reale, svolte dai VVF. Inoltre, la
Fire enginering viene anche utilizzata per validare le ipotesi incidentali.
Nel caso di un manufatto costituito da 3 vani in mattoni e in assenza di comunicazione
tra i locali, si è tentato di comprendere se l’incendio innescato in un locale avesse
potuto propagarsi negli altri. L’unico elemento di continuità era rappresentato dalla
copertura fatta con travi e lamiera aggregata. Il punto di intersezione con il soffitto,
chiuso con della malta, rappresentava l’unico punto di comunicazione. Pertanto,
abbiamo effettuato una serie di simulazioni che, in base alle temperature e allo spazio
nell’intersezione, ci hanno portato ad escludere che l’incendio fosse scaturito da uno
dei vani per poi coinvolgere gli altri spazi.
NOTA: se si decide di pubblicare la slide di pag 23 va corretta la formula di destra:
S=10mm T=300 C )
Sviluppi per la prevenzione incendi in Europa: the “ANSFR Project”
Nell’ambito dell’attività svolta dal NIA, va segnalata anche la cooperazione con Enti
nazionali ed internazionali che operano nel campo delle scienze forensi e nel settore
delle indagini tecnico-scientifiche.
La crescente interazione tra le nazioni costituenti l’Unione Europea ha comportato la
definizione di un progetto di interazione comunitario in merito al miglioramento delle
conoscenze e delle condizioni dei cittadini e degli operatori del settore nell’ambito del
Rischio Incendio. Il progetto ANSFR ("Accidental Natural and Social Fire Risk: the prevention
and diminution of the human and financial costs of Fire") cui ha partecipato il NIA, si
proponeva la diffusione tra i vari Paesi dell’Unione della cultura della prevenzione
finalizzata alla riduzione delle perdite umane ed economiche connesse al verificarsi
d’incendi. Ha visto uno scambio di esperienze tra le quattro nazioni europee
partecipanti, la condivisione della “best practice” nel settore della prevenzione incendi
e della fire investigation in Europa, la pubblicazione di linee guida sugli argomenti
affrontati ed infine la creazione del sito web www.fire-risk.eu, già attivo sulla rete e
gestito dai 4 partner europei, per la diffusione della documentazione prodotta e per
lo scambio di informazioni.
Dal 21 al 23 giugno a Newcastle, nel Regno Unito si è svolto il convegno conclusivo Fire
Risk Conference 2010.
Ing. Cristina D’Angelo
Sotto l’egida dell’Unione Europea, è stato sottoscritto un progetto volto al
miglioramento di quelle conoscenze e le condizioni dei cittadini e anche degli operatori
del soccorso su quello che è il rischio di incendio.
Il progetto ha visto la partecipazione di diverse organizzazioni di vigili del fuoco
provenienti da quattro nazioni: Regno Unito, Italia (in particolare, l’ufficio chiamato a
far parte del gruppo di lavoro è stato proprio il NIA del CNVVF), Danimarca e
Finlandia. E’ stato chiamato “The ANSFR Project”, dove l’acronimo sta a significare
“Accidental, Natural and Social Fire Risk Assessment and Management: the
prevention and diminution of the human and financial costs of fire through effective
risk assessment and management”. Come indica la denominazione anglosassone, si
tratta di un progetto finalizzato alla prevenzione e la riduzione di quelli che sono i
costi, umani e finanziari, dovuti agli incendi tramite la valutazione e la gestione del
rischio incendio. Ciò viene realizzato mediante proposte di soluzioni e piattaforme
comuni di gestione del rischio.
Il progetto è cofinanziato dalla Direzione Generale per l’Ambiente della Commissione
Europea e della Protezione Civile ed ha una durata biennale 2009-2010.
Oltre al CNVVF-NIA, partner del progetto sono: l’Unione Europea (punto di
riferimento centrale), il Northumberland Fire and Rescue Service inglese,
Frederikssund-Halsnaes Fire and Rescue Department danese, Emergency Services
College finlandese (“Si tratta, ad eccezione del NIA, di realtà regionali di VVF: che
evidenzia la diversa gestione dei VVF da parte degli altri Paesi”)
Scopi, obiettivi e realizzazioni del progetto
Lo scopo generale del progetto ANSFR è ridurre i costi, sia in termini di vite umane,
sia finanziari nelle nazioni partecipanti ed in Europa. Al fine di raggiungere questo
scopo, il gruppo di lavoro ha individuato 5 obiettivi-chiave e quattro realizzazioni
concrete:
- Effettuare un confronto delle tecniche di ricerca e degli strumenti utilizzati
dai partecipanti al progetto (“Ricognizione dello stato dell’arte di ciascun
progetto dei Paesi che lavorano al progetto in questione”);
- Sviluppare strumenti, tecniche e procedure finalizzate alla realizzazione
di un quadro di valutazione del rischio innovativo ed efficace, applicabile in
tutti gli Stati membri dell’Unione Europea;
- Creare un portale di informazione innovativo e di accesso sicuro, corredato
da una raccolta di documenti (“Inserendo almeno le parole chiave nelle lingue
dei diversi Paesi”)
- Creare e sviluppare uno strumento di formazione multi-lingua per la valutazione
del rischio incendio; - Sviluppare, diffondere ed adottare le prassi più efficaci e le competenze
relative alle metodologie e procedure di prevenzione incendi, ed agli strumenti
di valutazione del rischio dagli Stati europei.
Le quattro principali realizzazioni del progetto sono:
1. Organizzare quattro convegni, ognuno dei quali a cura di un differente componente
del progetto (“Il primo convegno è stato fatto in Inghilterra: non a caso gli inglesi
sono coordinatori del progetto, in quanto non nuovi ad ottenere finanziamenti in tale
materia. L’incontro ha rappresentato un momento di crescita molto importante, come
testimonia il report realizzato e diffuso online. Nel secondo ci siamo incontrati in
Danimarca, mentre il terzo è stato fatto a Roma, andando anche a visitare la Scuola di
formazione di Montelibretti”).
2. Creare un sistema elettronico basato sul web che faciliterà lo scambio a livello
europeo delle prassi migliori nella valutazione efficace e nella gestione del rischio di
incendio;
3.Realizzare uno strumento di formazione, basato sul web, relativo alle migliori
prassi usate nella valutazione e gestione del rischio incendio.
4. Organizzare una conferenza dedicata ai professionisti di tutta Europa (pubblici
e privati), per promuovere e discutere i metodi di valutazione e gestione del
rischio incendio. (La conferenza, denominata “Fire risk in Europe conference 2010”, si
svolgerà a Newcastle (UK) il 21 e il 22 giugno).
Tipologie di rischio incendio
Nell’ambito del lavoro svolto, la prima azione è stata quella di definire le principali
tipologie di rischio incendio.
• Rischio di Incendio Naturale/Ambientale – è il rischio di incendio che si presenta
per particolari ambienti naturali, prateria, brughiera, terreni incolti e boschi. Gli
incendi boschivi sono una tipologia particolarmente significativa di questo genere di
rischio. (“A tale proposito abbiamo ottenuto dati anche da altri Paesi UE: ad esempio
la Grecia ci ha fornito la sua visione di come hanno affrontato gli incendi che negli anni
scorsi devastarono il Peloponneso; ha partecipato anche l’Australia, che ci ha fatto
vedere una serie di dati e di informazioni importanti ai fini del report finale”).
Rischio di Incendio Accidentale – include i rischi d’incendio accidentale
originati/aggravati da mancanza di consapevolezza ed educazione sulla sicurezza
antincendio o da negligenza (“Gli inglesi hanno approfondito il problema poiché hanno
molti problemi con gli incendi in ambienti chiusi in particolare nelle case che, per
fortuna, colpiscono l’Italia con un incidenza minore; la localizzazione dove gli incendi in
ambienti domestici si sviluppano; una volta riuniti e dopo aver ascoltato le
problematiche di un singolo Paese, uno dei momenti cardine è rappresentato dal
discutere insieme su quando affrontato così da elaborarne dei dati).
Rischio di Incendio Sociale – comprende gli incendi dolosi ed il rischio di incendi
originati/aggravati da comportamenti rischiosi come l’abuso di alcol e l’assunzione di
droghe (“purtroppo questo caso non abbiamo ancora potuto analizzarlo, poiché per le
problematiche relative alla nube di cenere che si è manifestata nei cieli europei a
seguito dell’eruzione del vulcano islandese di qualche mese fa, non abbiamo potuto
fare l’ultimo incontro, previsto in Finlandia, che è stato rimandato”).