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1
LA PRESENZA DELLE DONNE NELLA COOPERAZIONE:
vissuto, percezioni e aspettative di ruolo: un’indagine
conoscitiva per promuovere una politica di pari opportunità
nelle cooperative”
DICEMBRE 2002
Con il contributo del Ministero delle Attività Produttive
- Direzione Generale degli Enti Cooperativi -
2
INDICE
PREMESSA
OBIETTIVI E FINALITA’ DELLA RICERCA
STRUTTURA DEL DOCUMENTO
GLI AMBITI DELL’INDAGINE:
Dai strutturali e profilo del campione
Il lavoro in Cooperativa
La cooperazione e le donne
Democrazia e partecipazione
Governance
L’organizzazione
Abitudini e valori sociali
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E PISTE DI LAVORO FUTURO
ALLEGATI: TABELLE - QUESTIONARIO
3
PREMESSA
Nel corso del 1999/2000 il Dipartimento Promozione Imprenditoriale di Legacoop ha promosso e curato la realizzazione di una ricerca, sostenuta finanziariamente da un contributo del Ministero del Lavoro, finalizzata ad indagare l’andamento dell’occupazione e dell’imprenditorialità femminile nella cooperazione. I risultati dell’indagine presentati nell’ambito del Convegno “Imprenditorialità femminile” tenutosi a Roma il 1° febbraio 2001 hanno messo in evidenza come la presenza femminile nella cooperazione sia una realtà ben presente e peraltro in continua crescita.
La fotografia così ottenuta ha fatto emergere significativi elementi di conoscenza, quali, la distribuzione dell’occupazione femminile in relazione ai settori produttivi in cui la cooperazione aderente a Legacoop è presente, la distribuzione geografica, nonchè la concentrazione rispetto alle dimensioni delle imprese.
Questo patrimonio di informazioni sul dimensionamento quantitativo del fenomeno è stato arricchito, attraverso la presente indagine conoscitiva, da un ulteriore approfondimento in merito alle politiche complessive del sistema Legacoop a favore delle donne e al sistema di garanzie che la cooperazione è in grado di offrire alle socie e lavoratrici, quale misura della loro crescita professionale ed economica.
L’attuale ricerca nasce dall’esigenza di proseguire nel percorso di approfondimento per affrontare alcuni ambiti che potrebbero indirizzare in modo più mirato le imprese e gli organismi di rappresentanza del mondo Lega nella progettazione di azioni a sostegno della qualificazione della presenza femminile nella cooperazione, assumendo come punto di partenza la “voce delle donne” che operano nel mondo Lega.
In particolare, poichè la precedente fase di ricerca ha messo in luce il differente grado di partecipazione delle donne alla vita della cooperativa in funzione del loro posizionamento socio-economico e culturale, l’impostazione che si è inteso dare alla presente fase di indagine è fondamentalmente di natura qualitativa.
L’intenzione infatti era di far emergere e analizzare le aspettative e le motivazioni delle donne rispetto al lavoro, tenendo conto del loro posizionamento relativo, sia in funzione del segmento socio-economico-culturale di appartenenza, sia dei vincoli che le stesse percepiscono come ostacoli al raggiungimento di pari opportunità nell’ambiente lavorativo e negli organismi partecipativi, assumendo quindi, il loro vissuto e le loro attese come punto di partenza per la progettazione/riprogettazione di un programma di azioni positive.
4
OBIETTIVI E FINALITA’ DELLA RICERCA
La ricerca si è posta come principale finalità la progettazione e costruzione nel medio periodo di un
programma di azioni positive, allo scopo di supportare la qualificazione delle donne nelle cooperative aderenti
a Legacoop.
Coerentemente con l’obiettivo di fondo, la costruzione del programma di azioni positive, da intendersi come
obiettivo finale del percorso di lavoro, dovrà passare attraverso la costruzione di un repertorio conoscitivo
finalizzato a:
verificare quale sia il rapporto della donna con il proprio ambiente di lavoro e quindi con la realtà
cooperativa nella quale è inserita, in funzione del segmento socio – economico – culturale di
appartenenza, del ruolo da essa ricoperto nel contesto lavorativo (socia, dipendente, membro del
Consiglio di Amministrazione, ecc.) e in relazione alle aspettative professionali; si è cercato inoltre
in questa fase di lavoro di indagare quale orientamento esprimano le lavoratrici socie rispetto ai
temi della “governance” e delle politiche finalizzate a declinare i principi di democrazia e
partecipazione nel contesto lavorativo della cooperativa
identificare quali siamo le condizioni di contesto, intendendo per tali le caratteristiche
dell’organizzazione, le politiche di comunicazione e partecipazione adottate dalla cooperativa, in
relazione alle politiche di valorizzazione delle risorse umane
far emergere le abitudini, i valori sociali espressi dalle donne al di là del contesto di lavoro, le
aspettative rispetto al ruolo della donna nel contesto politico e sociale, le difficoltà di conciliazione
fra vita lavorativa e vita all’interno della famiglia e della società
enucleare un set di indirizzi, da condividere in diverse sedi istituzionali, allo scopo di far decollare
con il contributo dei territori indagati un piano – programma di azioni positive a sostegno delle pari
opportunità uomo – donna in ambiente di lavoro
5
OBIETTIVI E FINALITA’ DELLA RICERCA
L’indagine ha avuto come protagoniste 662 donne socie e/o lavoratrici di 116 cooperative distribuite in:
Lombardia (33 cooperative),
Emilia Romagna (58 cooperative),
Toscana (15 cooperative)
Campania (10 cooperative)
scelte tra le aziende, appartenenti ai settori agricolo, manifatturiero e servizi, con una presenza femminile superiore al 30% del totale dei lavoratori.
Nel campione così costruito sono state inserite tre importanti cooperative di consumo: Coop Estense, Coop Adriatica, Coop Consumatori del Nord Est per un totale di 80 intervistate che portano a 742 il numero complessivo di donne che hanno partecipato all’indagine – allo scopo di acquisire anche l’opinione delle lavoratrici di un comparto altamente significativo, in termini di fatturato e di presenza femminile, ancorchè anomalo, data la struttura di cooperazione di utenza e non di lavoro.
Questo campione, rappresentativo dell’universo delle cooperative operanti, ci dà un interessante spaccato dell’evolversi del vissuto delle donne rispetto al mondo del lavoro e ai valori che la cooperazione trasmette.
La scelta di inserire cooperative campane nel campione ha lo scopo di dare voce e rappresentatività alla cooperazione del sud Italia che sta riprendendo la propria identità dopo un periodo di crisi imprenditoriale.
I valori percentuali espressi dalle intervistate della Campania sono da prendere tuttavia con cautela, essendo il campione composto da 38 donne e 10 cooperative. Tali dati possono essere quindi evocativi di tendenze la cui corretta interpretazione andrebbe subordinata ad una verifica su un campione più allargato e, comunque, confortata dai trend socio economici del territorio campano.
I dati vengono presentati sotto forma di grafici commentati fornendo in allegato tutte le tabelle di elaborazione. In alcuni grafici relativi agli approfondimenti di segmentazione, per chiarezza di lettura, sono stati omessi i valori relativi al “non risponde”, questo potrebbe far si che sommando le risposte non si ottenga il 100%.
6
STRUTTURA DEL DOCUMENTO
Il documento è articolato in sezioni che corrispondono agli ambiti di indagine che la ricerca intendeva
approfondire.
La prima Sezione descrive le caratteristiche del campione.
La seconda è dedicata al “Lavoro in cooperativa”.
La terza focalizza il tema de “La cooperazione e le donne”.
La quarta la “Democrazia e partecipazione”
La quinta la “Governance”
La sesta la “Organizzazione”
La settima le “Abitudini e i valori sociali”
L’ultima Sezione è dedicata ai commenti e alle considerazioni conclusive indotte da questa fase di indagine;
infine vengono fornite alcune indicazioni per le piste di lavoro future da dedicare allo sviluppo del piano –
programma di azioni positive necessarie a qualificare la presenza delle donne nel mondo della cooperazione
e nella società in cui opera.
7
SEZIONE 1: “Dati strutturali e profilo del campione”
Gli elementi di classificazione presi a riferimento sono stati suddivisi in categorie per facilitare la
comprensione delle risposte fornite e, quindi, una valutazione più precisa dei fenomeni che s’intendeva
indagare.
ELEMENTI DI CLASSIFICAZIONE
Gli elementi di classificazione sono stati suddivisi in sottocategorie per rendere più significative le valutazioni.
Età:
le intervistate hanno in prevalenza una età compresa tra i 31 e i 40 anni (39% del campione) ma nel 35%
dei casi hanno un’età superiore ai 40 anni.
4% 19%
40%
36%
1%
18-24 anni
25-30 anni
31-39 anni
40 e più anni
non risponde
3%
6%
7%
11%
18%
28%
13%
43%
41%
50%
58%
39%
21%
38%
21%
30%
24%
21%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
18-24 anni
25-30 anni
31-39 anni
40 e più anni
8
SEZIONE 1: “Dati strutturali e profilo del campione”
ELEMENTI DI CLASSIFICAZIONE (segue)
Il nucleo familiare
I dati suggeriscono una situazione di stabilità e benessere. La maggioranza delle intervistate vive in coppia
(63%), con figli (51%), con più di un reddito (75%) e senza persone a carico (89%).
Da tenere in evidenza il dato della Toscana, dove emerge che il 33% dispone del solo reddito dell’intervistata,
rispetto al 19% dell’intero campione (pag. 10). Il dato è da mettere in relazione al maggior numero di single
(27% rispetto al 15% del campione).
Al momento vivi...
20%
15% 1%
64%
in coppia
nella famiglia d'origine
da sola
non risponde
67%
64%
57%
16%
19%
24%
17%
26%
12%
27%
18%
1%
63%
58%
8%
11%
13%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
in coppia
nella famiglia d'origine
da sola
non risponde
9
SEZIONE 1: “Dati strutturali e profilo del campione”
Hai figli?
Se sì, quanti figli hai?
53%
46%
1%
si
no
non risponde
55%
44%
50%
48%
44%
56%
50%
1%
53%
74%
26% Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
si
no
non risponde
1,92
1,45 1,46 1,57 1,67
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
Campania Consumo Emilia Lombardia Toscana
10
SEZIONE 1: “Dati strutturali e profilo del campione”
Hai altre persone a carico?
Ci sono altri redditi oltre al tuo?
6%
91%
2%
si
no
non risponde
Campania
Consumo
16%
14%
5%
6%
3%
84%
85%
93%
89%
93%
0%
1%
2%
4%
3%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
si
no
non risponde
77%
19%
4%
si
no
non risponde
68%
71%
80%
81%
57%
26%
29%
17%
14%
33%
5%
0%
3%
6%
10%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
si
no
non risponde
11
SEZIONE 1: “Dati strutturali e profilo del campione”
TITOLO DI STUDIO
Le intervistate hanno un titolo di studio medio alto (48% diplomate, 18% laureate)
2% 17%
48%
18% 1%
14%
licenza elementare
licenza media
qualifica prof.le (3 anni)
diploma di maturità (5 anni)
laurea
non risponde
4%
1%
16%
16%
17%
19%
17%
11%
25%
15%
14%
3%
63%
30%
46%
54%
60%
11%
29%
18%
12%
20%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
licenza
elementare
licenza media
qualifica prof.le
(3 anni)
diploma di
maturità (5 anni)
laurea
12
SEZIONE 1: “Dati strutturali e profilo del campione”
RESIDENZA E LAVORO
Luogo di origine
I dati esplicitati nei grafici sottostanti mettono in evidenza che esiste una notevole vicinanza tra i luoghi di
lavoro e la residenza. Le intervistate infatti, lavorano nello stesso comune di origine (47%) o nella stessa
regione (39%), mentre è ancora marginale il fenomeno dell’immigrazione da paesi esteri.
47%
39%
1% 1%
12%
stesso comune dove oggi
lavori stessa regione dove oggi
lavori altra regione italiana
paese etero
non risponde
49%
34%
47%
33%
37%
50%
30%
20%
12%
15%
7%
1%
3%
53%
45%
57%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
stesso comune
dove oggi lavori
stessa regione
dove oggi lavori
altra regione
italiana
paese etero
13
SEZIONE 1: “Dati strutturali e profilo del campione”
Residenza e lavoro
Anche i tempi di percorrenza tra residenza e lavoro, si attestano sotto i 20 minuti per il 65% del campione.
25%
40%
8% 1%
25%
meno di 10 minuti
tra i 10 ed i 20 minuti
tra i 20 ed i 40 minuti
oltre i 40 minuti
non risponde
25%
33%
26%
26%
43%
45%
37%
32%
50%
24%
12%
23%
21%
11%
7%
8%
7%
3%
1%
2%
21%
10%
33%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
meno di 10
minuti
tra i 10 ed i 20
minuti
tra i 20 ed i 40
minuti
oltre i 40 minuti
non risponde
14
SEZIONE 1: “Dati strutturali e profilo del campione”
Residenza e mezzi di trasporto
Il mezzo di trasporto utilizzato è comunque l’auto (76%), indicatore di benessere economico, da un lato, da
mettere peraltro in correlazione con la situazione dei mezzi di trasporto pubblici nelle singole zone.
Tale tendenza è trasversale ai territori con una particolarità data dalle cooperative di Consumo raggiunte
esclusivamente con mezzi privati, data la difficoltà ad essere raggiunte con mezzi pubblici.
79%
8%
4% 1%
8%
automobile
altro mezzo privato
mezzo pubblico
vado a piedi
non risponde 81%
74%
5%
10%
7%
17%
16%
8%
17%
3%
3%
63%
90%
74%
9%
8%
9%
5%
1%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
automobile
altro mezzo
privato
mezzo pubblico
vado a piedi
non risponde
15
SEZIONE 1: “Dati strutturali e profilo del campione”
IL LAVORO
Funzione aziendale
Il ruolo prevalente è quello impiegatizio (55% del campione) con una buona presenza di quadri e dirigenti
(rispettivamente il 10 e il 6% del campione).
L’87% delle intervistate è socia lavoratrice o socia coop il che consente di comprendere il senso di
appartenenza al mondo cooperativo dimostrato nelle diverse risposte successivamente fornite sia sulla
cooperazione in generale, sia per ciò che riguarda la governance e l’organizzazione del lavoro nella
cooperativa di riferimento.
6% 10%
25%
4%
55%
dirigente
quadro, capo(area, settore,
negozio, reparto…)
impiegato
operaia, addetta
non risponde
6%
7%
11%
24%
10%
10%
63%
66%
43%
29%
37%
11%
3%
7%
4%
58%
51%
13%
11%
18%
3%
5%
4%
5%
3%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
dirigente
quadro, capo(area, settore, negozio, reparto…)
impiegato
operaia, addetta
non risponde
16
SEZIONE 1: “Dati strutturali e profilo del campione”
Posizione istituzionale
Solo il 17% del campione ha però un ruolo istituzione come Presidente o membro del CdA. Occorre tuttavia
considerare che il 37% delle intervistate non risponde e il 46% non ha alcun ruolo istituzionale.
Il dato peggiora se consideriamo il ruolo di RSU (0,6%). C’è una piccola percentuale di consigliere di
amministrazione che svolgono anche il ruolo di RSU (0,9%), ma la maggior parte delle socie che
appartengono al campione non è coinvolta nella gestione strategica e istituzionale delle imprese. Il dato di
scarsa rappresentatività delle donne nelle strutture istituzionali è trasversale ai territori.
87%
11%
2%
socia lavoratrice / socia coop
dipendente
non risponde
87%
87%
21%
6%
11%
10%
1%
90%
91%
79%
12%
2%
3%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
socia
lavoratrice /
socia coop
dipendente
non risponde
17
SEZIONE 1: “Dati strutturali e profilo del campione”
Ruolo istituzionale
15%
1%
46%
37%
1%
Presidente/CdA
RSU
entrambi i ruoli
nessun ruolo
non risponde
15%
14%
1%
2%
2%
68%
3%
59%
36%
30%
21%
94%
23%
47%
42%
11%
4%
27%
1%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
Presidente/CdA
RSU
entrambi i ruoli
nessun ruolo
non risponde
18
SEZIONE 2: “Il lavoro in cooperativa”
DOM. 1: QUALI CARATTERISTICHE CERCHI IN UN LAVORO? Le risposte andavano riordinate dalla più importante (1) alla meno (5)
97% 3%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
risponde
non risponde
Come evidenzia il grafico le donne intervistate cercano innanzitutto sicurezza ma, soddisfatto il bisogno economico, scelgono un lavoro che
stimoli, ritenuto interessante, in cui lo stile aziendale sia imperniato sull’informalità, l’autonomia e la libertà individuale, stili aziendali peraltro,
tipicamente cooperativi. Di scarso interesse appare invece il prestigio e la possibilità di fare carriera. Tale tendenza è risultata trasversale in Emilia
Romagna, Lombardia e Toscana, mentre in Campania viene privilegiata la possibilità di fare carriera, ad evidenziare come, nel sud, la
cooperazione si distingua per rappresentare una avanguardia nel favorire una occupazione femminile qualificata e di buon livello.
Lo scarso interesse generale (4° posto) indicato per il “luogo di lavoro vicino, con orario adeguato e un grado di impegno opportuno”, è
probabilmente dovuto al fatto che nella maggior parte dei casi (64%) le intervistate vivono a meno di 20 minuti dal proprio luogo di lavoro (vedi
tabella a pag. 14).
un posto sicuro che mi
garantisca uno stipendio
dignitoso
un lavoro interessante dove
è possibile alternare attività
diverse
un ambiente informale, dove
si opera in autonomia e
libertà
un luogo di lavoro vicino,
con orario adeguato e un
grado di impegno opportuno
un lavoro prestigioso con
buone possibilità di cariera
19
SEZIONE 2: “Il lavoro in cooperativa”
DOM. 2: PER QUALI RAGIONI LAVORI IN UNA COOPERATIVA? Le risposte andavano riordinate dalla più importante (1) alla meno (6)
La principale motivazione all’inserimento in una azienda cooperativa è data dal sentirsi in sintonia con i valori cooperativi, ponendo una grande
attenzione ai valori che permeano il mondo della cooperazione e si avvertono come impliciti e diversi rispetto al privato. Varrebbe la pena
valorizzare questa forte enfasi sui valori sentita dalla base sociale femminile e a volte dimenticata dalla dirigenza cooperativa, a scapito di
tematiche più prettamente manageriali. Nonostante al secondo posto venga indicato “mi è capitato” va sottolineato come anche chi ha scelto
questa risposta, indichi entro le prime tre risposte la sintonia con i valori cooperativi. Ovvero anche chi entra in cooperazione per caso, poi si sente
attratto e coinvolto dai valori che questa esprime. Da sottolineare la differente situazione territoriale campana in cui le donne dichiarano di avere
poche alternative nella zona di residenza (3° posto contrariamente al 6° indicato dal campione). La cooperazione si pone qui come principale
possibilità occupazionale per le donne di questa regione. Sarebbe interessante proporre un approfondimento nelle altre regioni del mezzogiorno.
sono in sintonia con i
valori cooperativi
mi è capitato credo sia un luogo
dove la donna può
trovare un suo spazio
mi sento parte
importante dell'azienda
ci lavoravano dei
conoscenti
avevo poche
alternative nella zona in
cui vivo
94% 6%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
risponde
non risponde
20
SEZIONE 2: “Il lavoro in cooperativa”
DOM. 3: NELLA TUA COOPERATIVA HAI TROVATO CHE: Domanda a risposte multiple
La cooperativa si caratterizza per essere una struttura aperta, in cui le persone vengono valorizzate e che offre momenti di
partecipazione. L’aspetto maggiormente apprezzato dalle intervistate (31% delle risposte) è la disponibilità rispetto ai bisogni dei
lavoratori, tematica che poi viene sottolineata nelle risposte successive e che conferma il desiderio di riconoscimento da parte delle
donne non solo in veste di lavoratrici, ma di persone portatrici di molteplici esigenze che, se comprese, consentono alle donne di
partecipare come tasselli importanti nella vita dell’azienda.
30%28%
25%
17%
è disponibile ai
bisogni dei
lavoratori
è democratica
e offre momenti
di
partecipazione
valorizza e fa
crescere le
risorse umane
è un ambiente
di lavoro
informale
29%
23%
32%
29%
31%
35%
29%
29%
27%
16%
23%
23%
23%
28%
33%
13%
25%
16%
16%
20%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
è disponibile ai
bisogni dei
lavoratori
è democratica
e offre
momenti di
partecipazione
valorizza e fa
crescere le
risorse umane
è un ambiente
di lavoro
informale
98% 2%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
risponde
non risp.
21
SEZIONE 2: “Il lavoro in cooperativa”
DOM. 4: RISPETTO AL MONDO PRIVATO NELLA TUA COOPERATIVA H AI TROVATO CHE: Domanda a risposte multiple
20%
80%
74%
27%
59%
26%
47%
13%
la facilità di
ricollocarsi è
le opportunità di
cariera sono
la strutturazione
organizzativa è
gli stipendi sono
maggiore
minore
95% 5%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
risponde
non risp.
Gli aspetti da sottolineare nel confronto tra pubblico e privato sono
essenzialmente:
a) L’organizzazione è considerata maggiormente strutturata
(74%) affermazione da correlare alla presenza di un confronto
quotidiano e fondamentale con il proprio superiore (v. dom.
16) e alla sensazione di avere sempre punti di riferimento
chiari anche per ciò che riguarda la comunicazione delle
politiche aziendali (v. dom. 17).
b) Le retribuzioni sono considerate inferiori in cooperazione
rispetto al mondo privato (81%); il dato viene confermato dalle
principali indagini retributive svolte in ambiente imprenditoriale
privato sui livelli medio alti (Impiegati, quadri e dirigenti), che è
l’ambito prevalente in cui si colloca il 69% delle nostre
intervistate. Varrebbe la pena approfondire la tematica nei
ruoli con inquadramenti inferiori e in territori di
sottoccupazione ove le politiche cooperative si distinguono per
valori retributivi ai più alti livelli di mercato.
L’alta percentuale di non risposto (49%) può suggerire che, in
assenza di esperienza diretta nel privato, le intervistate non
abbiano voluto fornire una valutazione basata sulle sensazioni
o sul “sentito dire”.
22
SEZIONE 2: “Il lavoro in cooperativa”
DOM. 4: RISPETTO AL MONDO PRIVATO NELLA TUA COOPERATIVA H AI TROVATO CHE: Domanda a risposte multiple
Per una maggiore comprensione del dato “organizzazione più strutturata”, sono state incrociate le risposte con la
segmentazione territorio/ambito, con l’età e con le risposte alla dom. 16 (il rapporto con il capo) e 17 (il livello di
comunicazione). Da quanto sopra emerso, si potrebbe arguire che il concetto di strutturazione sia abbastanza “specifico”, o
meglio, molto connesso alla quotidianità, ovvero alla reiterazione e sistematicità della relazione, piuttosto che riconducibile alla
“formalizzazione o proceduralizzazione” del rapporto di lavoro. (L’azienda è strutturata perché vedo intorno a me una
struttura).
Segmentazione
Campania
3%
Consumo
9%
Emilia
60%
Lombardi
a
19%
Toscana
9%
Età
18-24
anni
5%
25-30
anni
17%
40 e più
anni
37%
31-39
anni
41%
Il rapporto col capo...TEMPORALE
sporadico
8%
programm
ato
17%
non risp.
0%
quotidian
o
75%
Il rapporto col capo... RILEVANZA
fondamen
tale
54%
utile
45%
acessorio
1%
Il rapporto col capo... STILE
partecipat
ivo
85%
non risp.
1% gerarchici
14%
51%47%2%9% 71%21%
45%47%8%
9% 57%34%5% 49%
47%
ascolta i soci
politiche comprensibili
informazioni arrivano a tutti
informazioni puntuali
ognuno sa a chi chiedere
Livello di comunicazione...
mai a volte sempre
23
SEZIONE 2: “Il lavoro in cooperativa”
DOM. 5: CONOSCI LE STRUTTURE DEL MONDO COOPERATIVO?
37% 60%
3%
64%
0,4%
no non risponde si dichiarano di non conoscere ma poi danno valutazioni
Il 64% delle donne intervistate conosce le strutture del movimento cooperativo (con punte del 70% in Toscana e nel Consumo).
E’ tuttavia interessante correlare il 37% che dichiara di non conoscerle, con le risposte fornite alla successiva domanda, finalizzata
ad indagare le cause di questa “non conoscenza”. Il 51% afferma di non avere sufficienti conoscenze e informazioni.
Per comprendere meglio il dato sopra indicato, abbiamo cercato di mettere a fuoco l’identità di chi ha sostenuto di non avere
sufficienti informazioni. Ne emerge un profilo di donna che per età e titolo di studio è coerente al campione, mentre si differenzia per
il ruolo aziendale. Iinfatti il 55% è operaia/addetta contro il 25% del campione, il chè ci consente di rapportare il fenomeno al profilo
di ruolo. Peraltro la conoscenza delle organizzazioni cooperative avviene prevalentemente tramite contatti diretti con le Strutture e/o
con le persone che le rappresentano, cosa certamente più agevole per chi ha una posizione più alta nella cooperativa.
E’ comunque una criticità da prendere in considerazione soprattutto in relazione alle campagne di comunicazione messe in atto
dalle diverse organizzazioni del mondo Coop.
30%
41%
38%
30%
37%
70%
58%
62%
70%
63%
Toscana
Lombardia
Emilia
Consumo
Campania
si
no
24
SEZIONE 2: “Il lavoro in cooperativa”
DOM. 5a: SE NO, QUAL E’ LA MOTIVAZIONE?
51%
21%17%
8%
3%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
non ho sufficienti
conoscenze/informazioni
sono in coop da poco
tempo
non mi sono interessata conoscere queste
organizzazioni non è
determinante per il mio
lavoro
non risponde
Età
7%
16%
38%
39%
18-24 anni 25-30 anni
31-39 anni 40 e più anni
Studi
3%
26%
19%
41%
11%
licenza elementare licenza media
qualif ica prof.le (3anni) diploma di maturità (5anni)
laurea
Professionalità
5%
55%
40%
dirigente
quadro/capo
impiegata
operaia/addetta
25
SEZIONE 2: “Il lavoro in cooperativa”
24%
20%
17%
14%
11%
8%6%
lega
nazionale
leghe territ. consorzi
formazione
assoc.ni di
settore
Coopfond consorzi
settore
Consorzio
Fidi
DOM. 5b: SE SI’, QUALI DI QUESTE ORGANIZZAZIONI CONOSCI? Domanda a risposte multiple
Addentrandoci in particolare nella conoscenza delle diverse organizzazioni possiamo sottolineare come Legacoop Nazionale,
ovvero la struttura legata ai valori e al simbolismo cooperativo, sia conosciuta attraverso contatti diretti e mezzi di comunicazione
e abbia una valutazione di grande utilità. E’ da sottolineare ancora che Legacoop ha promosso negli ultimi anni diverse azioni di
supporto alle pari opportunità e forse anche per questo ha un vissuto di maggiore conoscenza e importanza da parte delle
donne, che ne riconoscono il valore di soggetto portatore di stimoli innovativi. Un elemento di criticità, soprattutto in termini di
riconoscimento di utilità della struttura, riguarda le Associazioni di settore che vengono vissute dalla maggior parte delle
intervistate come migliorabili (61%) e dal 10% non soddisfacenti. Una possibile interpretazione in ordine ad un giudizio di scarsa
utilità è forse da attribuire al fatto che, mentre la Lega nazionale è percepita come portatore di valori, l’Associazione di settore e
posizionata nel “mondo degli affari” e la percezione di utilità è direttamente proporzionale alla vicinanza che le donne intervistate
hanno con il “business” di riferimento.
Conoscenza e soprattutto riconoscimento di grande utilità è attribuito a Coopfond, in particolare in Emilia Romagna e Toscana,
territori in cui l’intervento della struttura ha dato maggiore forza e incisività alle aziende cooperative (inserire dato numerico degli
interventi) Non stupisce il dato di scarsa conoscenza del Consorzio fidi, struttura appena creata che ha compiuto ancora pochi
interventi sul territorio Completamente diverso il giudizio delle appartenenti al settore consumo che riconosce come utili solo i
Consorzi di formazione, a sottolineare come le aziende più grandi, economicamente forti e strutturate, fatichino a riconoscere
l’importanza delle organizzazioni cooperative.
0 0,05 0,1 0,15 0,2 0,25 0,3 0,35
Toscana
Lombardia
Emilia
Consumo
Campania
Consorzio Fidi consorzi di settore Coopfond
associazioni di settore consorzi di formazione leghe territoriali
lega nazionale
26
DOM. 5c: ATTRAVERSO QUALI PERSONE E/O STRUTTURE SEI VENUTA A CONOSCENZA DI QUESTE ORGANIZZAZIONI? Domanda a risposte multiple
38%
21%
16%
20%
5%
rapporti diretti con la struttura
giornali, riviste, newsletter…
conosco il presidente o altre figure
istituzionali
tramite il personale della struttura
altro
DOM. 5d: IL RUOLO DELLE STRUTTURE ASSOCIATIVE E’ SECONDO TE:
96% 4%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
risponde
non risponde pur avendo dichiatato di conoscere
9%
49%
42%
9%
57%
34%
7%
51%
43%
10%
61%
29%
5%
44%
51%
7%
48%45%
8%
53%
39%
lega nazionale leghe territoriali consorzi di
formazione
associazioni di
settore
Coopfond Consorzio Fidi consorzi di
settore
insoddisfacente
migliorabile
utile
SEZIONE 2: “Il lavoro in cooperativa”
27
SEZIONE 2: “Il lavoro in cooperativa”
Campania
7%
25%
53%
60%
82%
75%
46%
62%
54%
47%
40%
11%
54%
38%
46%
lega nazionale
leghe territoriali
consorzi di formazione
associazioni di settore
Coopfond
Consorzio Fidi
consorzi di settore
insoddisf.
migliorabile
utile
Consumo
11%
9%
5%
6%
11%
15%
68%
64%
38%
73%
69%
56%
60%
21%
27%
57%
27%
25%
33%
25%
lega nazionale
leghe territoriali
consorzi di formazione
associazioni di settore
Coopfond
Consorzio Fidi
consorzi di settore
insoddisf.
migliorabile
utile
28
SEZIONE 2: “Il lavoro in cooperativa”
Emilia
10%
7%
3%
3%
5%
5%
7%
45%
54%
48%
63%
35%
48%
47%
45%
39%
49%
34%
60%
47%
45%
lega nazionale
leghe territoriali
consorzi di formazione
associazioni di settore
Coopfond
Consorzio Fidi
consorzi di settore
insoddisf.
migliorabile
utile
Lombardia
5%
18%
13%
12%
11%
28%
20%
59%
59%
65%
60%
68%
60%
36%
24%
23%
28%
21%
20%
36%
36%
lega nazionale
leghe territoriali
consorzi di formazione
associazioni di settore
Coopfond
Consorzio Fidi
consorzi di settore
insoddisf.
migliorabile
utile
29
SEZIONE 2: “Il lavoro in cooperativa”
Toscana
16%
25%
33%
46%
7%
9%
37%
50%
44%
31%
29%
40%
64%
47%
25%
22%
23%
64%
60%
27%
lega nazionale
leghe territoriali
consorzi di formazione
associazioni di settore
Coopfond
Consorzio Fidi
consorzi di settore
insoddisf.
migliorabile
utile
30
SEZIONE 3: “La cooperazione e le donne”
DOM. 6a: L’IMPRESA COOPERATIVA GARANTISCE SECONDO TE...
87%
13%
86%
14%
75%
25%
75%
25%
71%
29%
67%
33%
66%
34%
condizioni non
discriminanti
all'ingresso
pari opportunità di
formazione
possibilità di ingresso
per gli over 40
facilitazioni alla
maternità
orari di lavoro flessibile pari opportunità di
cariera per donne con
famiglia
pari condizioni
retributive vero
falso
91% 9%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
risponde non risponde
Consumo
93%
86%
68%
79%
52%
55%
80%20%
45%
8%
14%
32%
21%
48%
condizioni non discriminanti all'ingresso
pari opportunità di formazione
possibilità di ingresso per gli over 40
facilitazioni alla maternità
orari di lavoro f lessibile
pari opportunità di cariera per donne con famiglia
pari condizioni retributive
VERO
FALSO
31
SEZIONE 3: “La cooperazione e le donne”
DOM. 6b: L’IMPRESA COOPERATIVA GARANTISCE SECONDO TE...
Emilia
85%
83%
75%
73%
66%
67%
62%38%
33%
34%
27%
25%
17%
15%condizioni non discriminanti all'ingresso
pari opportunità di formazione
possibilità di ingresso per gli over 40
facilitazioni alla maternità
orari di lavoro f lessibile
pari opportunità di cariera per donne con famiglia
pari condizioni retributive
VERO
FALSO
Lombardia
94%
96%
81%
76%
82%
83%
69%31%
17%
18%
24%
19%
4%
6%condizioni non discriminanti all'ingresso
pari opportunità di formazione
possibilità di ingresso per gli over 40
facilitazioni alla maternità
orari di lavoro f lessibile
pari opportunità di cariera per donne con famiglia
pari condizioni retributive
VERO
FALSO
32
SEZIONE 3: “La cooperazione e le donne”
DOM. 6b: L’IMPRESA COOPERATIVA GARANTISCE SECONDO TE...
Toscana
86%
96%
74%
74%
93%
64%
61%39%
36%
7%
26%
26%
4%
14%condizioni non discriminanti all'ingresso
pari opportunità di formazione
possibilità di ingresso per gli over 40
facilitazioni alla maternità
orari di lavoro f lessibile
pari opportunità di cariera per donne con famiglia
pari condizioni retributive
VERO
FALSO
L’immagine dell’impresa cooperativa che le intervistate esprimono è fortemente positiva, in particolare per ciò che riguarda
l’assenza di discriminazioni all’ingresso (87% del campione), anche per donne che hanno superato i 40 anni (affermazione
particolarmente elevata in Lombardia, dove supera di 4 punti la media del campione).
Pari opportunità di formazione, orari flessibili e facilitazioni alla maternità sono gli altri aspetti individuati come garantiti in una
impresa cooperativa. L’aspetto più critico riguarda una percezione di disparità retributiva. Questi dati, sono trasversali a tutti i
territori con una denotazione di maggiore positività per la Lombardia.
Il tema della differenza retributiva è stato trattato anche all’interno dell’Indagine “Uomini e donne in carriera” promossa recentemente
da Federmanager sui dirigenti industriali delle PMI da cui si evince che solo il 53% delle intervistate ritiene che retribuzione e
benefits siano uguali indipendentemente dal genere di appartenenza.
All’interno del 3° rapporto annuale di Federmanager sulle politiche retributive nelle Pmi, si evidenzia come esistano differenze
retributive tra uomini e donne anche se in alcune aree, in particolare quella commerciale e informatica, si è generata
un’inversione di tendenza.
33
SEZIONE 3: “La cooperazione e le donne”
DOM. 6b: LA TUA COOPERATIVA GARANTISCE SECONDO TE...
90%
10%
88%
12%
80%
20%
78%
22%
73%
27%
72%
28%
72%
28%
condizioni non
discriminanti
all'ingresso
pari opportunità di
formazione
facilitazioni alla
maternità
possibilità di ingresso
per gli over 40
orari di lavoro
flessibile
pari condizioni
retributive
pari opportunità di
cariera per donne con
famiglia
vero
falso
91% 9%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
risponde non risponde
In questo approfondimento si rispecchiano i dati di percezione positiva dell’impresa cooperativa. I dati delle risposte 6a e 6b,
sembrano suggerire come il meccanismo di appartenenza alla cooperativa e di identificazione tra la propria realtà aziendale
(molto positiva) e la cooperazione più in generale, siano molto forti.
La percezione è rafforzata anche dai commenti raccolti durante le interviste telefoniche (circa il 20% del totale); infatti, di fronte
alla richiesta di indicare prima per la cooperazione in generale, poi per la propria cooperativa, quali fossero gli aspetti
positivi/negativi riscontrabili, la risposta generalmente era “ nella mia cooperativa si sta bene e la parità tra uomo e donne è
garantita, presumo che in tutte le cooperative funzioni cosi’, i valori sono comuni a tutti, cambia solo il lavoro svolto”.
34
Toscana
86%
96%
74%
74%
93%
64%
61%
14%
4%
26%
26%
7%
36%
39%
condizioni non discriminanti all'ingresso
pari opportunità di formazione
possibilità di ingresso per gli over 40
facilitazioni alla maternità
orari di lavoro f lessibile
pari opportunità di cariera per donne con famiglia
pari condizioni retributive
VERO
FALSO
Consumo
93%
86%
68%
79%
52%
55%
80%
8%
14%
32%
21%
48%
45%
20%
condizioni non discriminanti all'ingresso
pari opportunità di formazione
possibilità di ingresso per gli over 40
facilitazioni alla maternità
orari di lavoro f lessibile
pari opportunità di cariera per donne con famiglia
pari condizioni retributive
VERO
FALSO
SEZIONE 3: “La cooperazione e le donne”
35
SEZIONE 3: “La cooperazione e le donne”
Emilia
85%
83%
75%
73%
66%
67%
62%
15%
17%
25%
27%
34%
33%
38%
condizioni non discriminanti all'ingresso
pari opportunità di formazione
possibilità di ingresso per gli over 40
facilitazioni alla maternità
orari di lavoro f lessibile
pari opportunità di cariera per donne con famiglia
pari condizioni retributive
VERO
FALSO
Lombardia
94%
96%
81%
76%
82%
83%
69%
6%
4%
19%
24%
18%
17%
31%
condizioni non discriminanti all'ingresso
pari opportunità di formazione
possibilità di ingresso per gli over 40
facilitazioni alla maternità
orari di lavoro f lessibile
pari opportunità di cariera per donne con famiglia
pari condizioni retributive
VERO
FALSO
36
SEZIONE 4: “Democrazia e partecipazione”
DOM. 7: SEI MAI STATA AD UN’ASSEMBLEA DELLA TUA COOPERATIVA?
88%
12% 0,3%
si
no
non risponde
Il dato è estremamente positivo, l’88% del campione delle
intervistate dichiara di aver partecipato ad una assemblea;
uno scarto si registra in Campania (9% del campione). I
valori percentuali del Consumo differiscono rispetto a
quelli del campione dal momento che sono state
intervistate lavoratrici e non socie/consumatrici.
79%
73%
90%
91%
90%
21%
28%
9%
9%
10%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
si
no
37
SEZIONE 4: “Democrazia e partecipazione”
DOM. 7a: SE NO, PER QUALI MOTIVAZIONI?
32%
25%22%
13%
8%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
non ho tempo
non credo di poter
portare contributi
non credo che nelle
assemblee si
decida davvero
qualcosalo ritengo poco
interessante
non risponde
La motivazione rispetto alla mancata partecipazione
delle donne alla assemblea della proprio cooperativa
è differenziata per territorio. In Campania le donno
ritengono che l’assemblea non sia il momento
deputato a prendere decisioni.
In Emilia e in Lombardia la giustificazione è data dalla
mancanza di tempo.
Le intervistate Toscane invece ritengono di non poter
portare contributi. Tutti questi dati, soprattutto se
confrontati con le risposte successive (8b e 9),
portano alla sensazione di sfiducia nei confronti dello
strumento assembleare, ritenuto non più centrale per
il governo della cooperativa.
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
non ho tempo
non credo di poter
portare contributi
non credo che nelle
assemblee si decida
davvero qualcosa
lo ritengo poco
interessante
non risponde
38
SEZIONE 4: “Democrazia e partecipazione”
DOM. 7b: SE SI’, QUALI COMPORTAMENTI HAI ADOTTATO?
39%35%
18%
7%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
ho mantenuto un
ascolto attento
voto con
attenzione e
consapevolezza
mi è capitato di
fare degli
interventi
intervengo
abitualmente nel
dibattito
Quando le donne partecipano alle Assemblee, il
comportamento maggiormente adottato è l’ascolto
attivo (39% del campione che sale fino ad un 51% nel
consumo), seguito dal voto attento e consapevole
(36% del campione). Scarseggiano invece gli
interventi e soprattutto la continuità nel dibattito (solo
il 7% delle intervistate dichiara di intervenire
abitualmente). Le intervistate si configurano come
una “vigile maggioranza silenziosa” che poco si
lascia coinvolgere nelle situazioni istituzionali, pur
recando valori e positività di vissuto nei confronti della
cooperazione, che andrebbero valorizzati. Occorre
forse individuare momenti alternativi di ascolto al fine
da raccogliere anche le opinioni delle donne.
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
ho mantenuto un
ascolto attento
voto con attenzione
e consapevolezza
mi è capitato di fare
degli interventi
intervengo
abitualmente nel
dibattito
39
SEZIONE 4: “Democrazia e partecipazione”
DOM. 8: RITIENI DI ESSERE COINVOLTA NELLE DECISIONI PIU’ IMPORTANTI DELLA TUA COOPERATIVA?
51%47%
2%
si
no
non risponde
La valutazione si divide equamente tra chi ritiene di
essere coinvolta e chi invece no.
Fanno eccezione il Consumo che non si ritiene
coinvolto (70% di risposte no) e, in senso positivo la
Toscana in cui l’80% del campione ritiene di essere
coinvolto.
53%
10%
53%
55%
80%
47%
89%
45%
41%
20%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
si no
40
SEZIONE 4: “Democrazia e partecipazione”
DOM. 8a: SE NO, RITIENI CHE DOVRESTI ESSERLO?
15%
18%
66%
1%
si
no
in parte
non risponde
Il coinvolgimento è desiderato ma solo in parte (66%
del campione) e il dato è trasversale ai territori. Il
risultato, correlato alle successive risposte (8b e 9)
sembra far pensare ad un desiderio di coinvolgimento
su temi specifici utilizzando strumenti diversificati e
maggiormente operativi (gruppi di lavoro in
particolare) attraverso i quali sia più facilmente
possibile ottenere risultati anche a breve termine.
11%
4%
15%
27%
17%
11%
11%
22%
15%
17%
78%
85%
62%
56%
67%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
si
no
in parte
41
SEZIONE 4: “Democrazia e partecipazione”
DOM. 8b: SE SI’, ATTRAVERSO QUALI STRUMENTI? Domanda a risposte multiple
33%29%
23%
15%
assemblea
generale
contatti diretti con
chi ha
responsabilità
decisionale
gruppi di lavoro assemblee
separate
Il coinvolgimento passa attraverso l’ assemblea
generale (33%), i contatti diretti con chi ha
responsabilità decisionale (28%) e i gruppi di lavoro
(23%). In sostanziale declino le assemblee separate
che vengono ritenute strumenti utili al coinvolgimento
solo dal 16% del campione con un picco negativo
dell’8% in Toscana.
E’ interessante notare che sommando la percentuale
di intervistate che si ritengono coinvolte attraverso “i
gruppi di lavoro” e il “contatto diretto con chi ha
responsabilità decisionale” si supera
abbondantemente la maggioranza del campione
(67%).
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
assemblea generale
contatti diretti con chi ha
responsabilità decisionale
gruppi di lavoro
assemblee separate
42
SEZIONE 4: “Democrazia e partecipazione”
DOM. 9: QUALI STRUMENTI RITIENI PIU’ OPPORTUNO IMPIEGARE PER VENIRE COINVOLTA NELLE DECISIONI DELLA TUA COOPERATIVA? Domanda a risposte multiple
32%
28%
24%
14% 2%
gruppi di lavoro
contatti diretti con chi ha
responsabilità decisionale
assemblea generale
assemblee separate
non sono interessata a venire
coinvolta
Il 32% delle intervistate desidera essere coinvolta attraverso i gruppi di lavoro, a seguire il 28% ritiene utile avere
contatti diretti con chi ha responsabilità decisionali.
Nuovamente si torna alla opportunità di impiego di strumenti a coinvolgimento diretto e specifico mentre assemblee
separate (14%) e assemblea generale (24%) sono ritenute meno opportune.
43
SEZIONE 4: “Democrazia e partecipazione”
DOM: 10: SEI MAI STATA CANDIDATA?
28%
70%
2%
si
no
non risponde
La maggior parte delle intervistate, pari al 68% del campione non è mai stata candidata: il dato peggiora in Campania (74%). Si
conferma una situazione di esclusione delle donne dalle strutture istituzionali della cooperativa. Andrebbero indagate le
motivazioni che portano un numero cosi’ scarso di donne all’interno dei CdA.
26%
4%
29%
33%
40%
74%
91%
70%
64%
60%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana si
no
44
SEZIONE 4: “Democrazia e partecipazione”
Età
5%
49%
46%
25-30 anni 31-39 anni 40 anni e più
Hai f igli?
58%
42%
si no
Titolo di studio
2% 17%
8%
49%
24%
licenza elementare licenza mediaqualif ica prof.le (3anni) diploma (5anni)laurea
Luogo di origine rispetto a quello dove oggi
lavori
49%
37%
13% 1%
stesso comune
stessa regione
altra regione
italiana
non risp.
Per comprendere meglio il profilo della “candidata” abbiamo incrociato alcuni dati strutturali.
Il profilo che ne deriva mostra una donna al di sotto dei 40 anni, con figli, diplomata e radicata nel comune dove lavora.
IDENTIKIT DELLA CANDIDATA?
45
SEZIONE 4: “Democrazia e partecipazione”
DOM: 10a: SE SI’, CHI TI HA CANDIDATA? Domanda a risposte multiple
42%
27%
17%15%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
altri soci
qualche componente del CdA
autocandidatura
altre donne socie
La candidatura nasce da altri soci (42%), solo in
Campania c’è una forte ed esclusiva candidature
delle donne da parte di altre donne (67 %); di
scarsa rilevanza è anche l’autocandidatura (16%).
La cooptazione da parte di qualche componente
del CdA è la seconda forma di candidatura per le
donne (27%).
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
altri soci
qualche
componente del
CdA autocandidatura
altre donne socie
46
SEZIONE 4: “Democrazia e partecipazione”
DOM. 11: IN CASO DI CANDIDATURA, SEI STATA ELETTA?
83%
13%4%
si
no
non risponde
L’83% delle candidate sono state elette, a
conferma che, nel momento in cui avviene il
riconoscimento di stima e rappresentatività
attraverso la candidatura, questa viene
confermata con l’elezione.
Questo fatto deve indurre a riflettere
sull’opportunità di procedere ad una maggiore
candidatura di donne, vista l’elevata percentuale
di candidati vincenti.
80%
100%
78%
98%
83%
18%
2%
17%
20%
5%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
si
no
non risponde
47
Età
5%
48%
47%
25-30 anni
31-39 anni
40 anni e più
Hai f igli?
57%
43%
si
no
Titolo di studio
2%17%
50%
24%
7%
licenza elementare
licenza media
qualif ica prof.le
(3anni)
diploma (5anni)
laurea
Luogo di origine rispetto a quello dove oggi lavori
35%
13% 1%
51%
stesso comune
stessa regione
altra regione
italiana
non risp.
SEZIONE 4: “Democrazia e partecipazione”
Le donne elette si identificano per avere una età compresa fra i 31-39 anni, hanno figli (57%), sono diplomate ed
appartengono al ruolo impiegatizio.
IDENTIKIT DELL’ELETTA
48
SEZIONE 5: “Governance”
DOM. 12: RITIENI CHE IL CDA INDICHI EFFETTIVAMENTE GLI INDIRIZZI STRATEGICI A CHI E’ DELEGATO ALLA GESTIONE?
55%
11%
30%
4%
si
no
non so
non risponde
Il 54% del campione ritiene che il CdA indichi
veramente gli indirizzi strategici gestionali. Il dato
è trasversale a tutti i territori, con una maggiore
enfasi in Toscana dove la percentuale dei si’ è
pari al 70%. Tale indicazione positiva rispecchia
quanto rilevato nelle risposte alle domande
precedenti in cui si ribadisce l’importanza dei
diversi strumenti attraverso i quali è garantita la
democraticità in cooperativa.
Da sottolineare però il dato relativo a chi dichiara
di non sapere (28 % del campione che cresce al
40% nel consumo) che fa riflettere sull’efficacia
dei flussi della comunicazione in azienda.
42%
21%
57%
68%
70%
21%
26%
11%
4%
3%
37%
51%
30%
21%
17%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
si
no
non so
49
SEZIONE 5: “Governance”
DOM. 12a: RITIENI CHE IL CDA DELEGHI EFFETTIVAMENTE ALLE DIREZIONI LA GESTIONE DELL’ATTIVITA’?
59%
8%
27%
6%
si
no
non so
non risponde
Anche in questo caso la valutazione è positiva per
il 57% del campione con percentuali ancora più
alte in Campania e Toscana. In flessione il dato
relativo al consumo (solo il 48% di si).
63%
48%
60%
57%
67%
5%
6%
9%
4%
13%
32%
45%
27%
23%
10%
0%
1%
4%
16%
10%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
si no non so non risponde
50
SEZIONE 5: “Governance”
DOM: 13: QUALI TRA QUESTI STRUMENTI VIENE IMPIEGATO NELLA TUA COOPERATIVA PER GESTIRE IN MODO TRASPARENTE ED EFFICACE IL RAPPORTO PRESIDENZA/CDA/DIREZIONI? A ciascun strumento è stato attribuito un valore da 1 (per niente) a 5 (perfettamente impiegati)
Statuto, regolamenti, procedure, prassi di gestione, meccanismi di controllo sono egualmente impiegati, con una leggera
prevalenza dello statuto (voto medio 4,07 su 5). Ciò sottolinea come gli strumenti istituzionali siano non solo conosciuti da chi
opera in cooperativa, ma si abbia la percezione di un loro equilibrato utilizzo.
4,05
3,71 3,603,40
3,06
1
2
3
4
5 statuto
regolamenti
prassi di gestione
procedure
meccanismi di
controllo
82% 18%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
risponde
non risponde
1 2 3 4 5
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
statuto regolamenti prassi di gestione procedure meccanismi di controllo
51
SEZIONE 5: “Governance”
DOM. 14: CI SONO DONNE CHE RICOPRONO RUOLI ISTITUZIONALI NELLA TUA COOPERATIVA?
82%
15%3%
si
no
non risponde
26%
91%
81%
91%
87%
74%
3%
17%
6%
6%
10%3%
3%
3%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
si no non risponde
L’82% del campione indica una presenza
femminile in ruoli istituzionali in cooperativa. Il
dato appare in controtendenza rispetto alle
risposte fornite dalle intervistate in merito al “loro
ruolo istituzionale” in cooperativa. E’ comunque
da interpretare in modo positivo il fatto che esse
percepiscano come alta la presenza femminile in
ruoli importanti a livello istituzionale.
Questo dato confortante, smentito solo in
Campania (26% di risposte positive), è influenzato
anche dalla particolarità delle cooperative
componenti il campione (presenza femminile
superiore al 30%).
52
SEZIONE 5: “Governance”
DOM. 14a: SE SI’, TI SEMBRA CHE ADOTTINO UNO STILE DIREZIONALE DIFFERENTE RISPETTO AI COMPONENTI MASCHILI?
44%
2%
44%
10%
54%
no
non risponde
si
no, ma poi riscontrano
differenze di stile
Tale circostanza si riscontra anche nella già citata
ricerca Federmanager e conferma un dato emerso in
una ricerca sul comportamento delle donne
nell’organizzazione condotta da Smaer, ben dieci
anni fa presso un Ente Locale dell’Emilia – Romagna;
in tale indagine si evidenziava che la maggiore
predisposizione a cogliere aspetti di tipo relazionale,
affettivo e a considerarli parte integrante
dell’organizzazione e della cultura sia da considerare
uno specifico della cultura femminile.
Analizzando le risposte date nei diversi territori si nota
come la percezione di stili differenti sia accentuata in
Campania (100% delle risposte positive) e in Toscana
(65%).
65%
50%
57%
37%
100%
35%
42%
43%
63%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana si
no
Per il 44% del campione lo stile direzionale delle donne
è diverso da quello dei colleghi maschi.
Se a tale percentuale si aggiunge il 10% corrispondente
alle risposte fornite dalle intervistate che, pur avendo
detto “no” alla domanda precedente dichiarano nella
successiva di riscontrare differenze di stile, ne esce che
la maggioranza ritiene che l’approccio femminile al
lavoro abbia caratteristiche proprie, non mutuate
dall’universo maschile.
53
SEZIONE 5: “Governance”
DOM. 14b: SE SI’, SECONDO LA TUA PERCEZIONE, LO STILE DI DIREZIONE DELLE DONNE, E’ RISPETTO A QUELLO DEGLI UOMINI? Domanda a risposte multiple
47% 53%
18% 82%
91% 9%
90% 10%
0 50 100 150 200 250 300 350
partecipativo
orientato al confronto
autoritario
tecnico-manageriale
più
meno
Lo stile direzionale delle donne è imperniato sulla partecipazione (90% di risposte positive) e
l’orientamento al confronto (91% di risposte positive), mentre l’autoritarismo sembra non appartenere alla
cultura manageriale femminile.
Lo stile tecnico manageriale sembra differenziarsi nei territori: in Campania le donne hanno in maggiore
misura questa caratteristica rispetto agli uomini, mentre in Lombardia ed Emilia sembrano averla in minor
misura. Il dato riferito alla Campania può derivare dal fatto che in tale territorio la presenza femminile in
ruoli chiave è ancora in una fase di “stato nascente”, pertanto l’affermazione della leadership deve
ricorrere a modelli maschili, mentre nei territori in cui la presenza femminile in ruoli di “comando” è
considerata normale, le donne possono esprimere in maniera più libera le proprie caratteristiche di
personalità.
54
SEZIONE 5: “Governance”
DOM. 14b: SE SI’, SECONDO LA TUA PERCEZIONE, LO STILE DI DIREZIONE DELLE DONNE, E’ RISPETTO A QUELLO DEGLI UOMINI? Domanda a risposte multiple
55
SEZIONE 5: “Governance”
DOM. 15: RITIENI CHE LE DONNE CHE RICOPRONO RUOLI ISTITUZIONALI NELLA TUA COOPERATIVA SIANO...
45%
37%
5%
13% in quantità adeguata
non rappresentative
dell'effetiva numerosità
troppe
non risponde
Segmentazione
26%
42%
65%
67%
51%
20%
6%
9%
53%
33%
13%
10%
16%
21%
40%
23%
6%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
in quantità
adeguata
non
rappresentative
dell'effetiva
numerositàtroppe
non risponde
L’aspetto sul quale pensiamo vada posta
attenzione è l’alta percentuale di non risposte
fornite, in particolare in Campania (53%).
Questo confermerebbe le difficoltà per le donne a
ricoprire ruoli istituzionali, che si traduce proprio nel
“distacco” che le intervistate manifestano,
attraverso il non rispondere alla domanda.
Le intervistate forniscono dati non chiari: per il 44%
del campione le donne che ricoprono ruoli
istituzionali sono in quantità adeguata, mentre per il
35% non risultano essere rappresentative della
effettiva numerosità delle donne; il dato è però
differente in relazione al territorio di appartenenza.
In Lombardia e Toscana le donne si sentono
adeguatamente rappresentate (65% e 67%) mentre
nelle Cooperative di Consumo viene denunciata
una scarsa rappresentatività
56
SEZIONE 6: “L’organizzazione”
DOM. 16: SE DOVESSI DEFINIRE IL TUO RAPPORTO CON I TUOI CAPI, LO DIRESTI... Ambito temporale
70%
15% 13%
1%
0%
20%
40%
60%
80%
quotidiano
programmato
sporadico
non risponde
Il rapporto con i capi riflette ancora una volta il vissuto positivo che le intervistate hanno del loro lavoro.
Il capo è presente, si ha con lui un rapporto quotidiano (70%) o a cadenze programmate (15%), soprattutto in
Lombardia (81% di rapporto quotidiano).
Il suo appoggio viene ritenuto fondamentale (47%) e utile (47%) e lo stile è partecipativo (80%).
Da qui nasce probabilmente l’impressione che le intervistate esprimono alla dom. 4, di vivere all’interno di una
organizzazione che percepiscono molto strutturata.
Attraverso questi rapporti positivi si esalta anche l’immagine di buona organizzazione dell’intera cooperativa e la
sensazione di avere sempre punti di riferimento attenti.
53%
60%
68%
81%
67%
32%
5%
16%
11%
20%
16%
10%
15%
6%
13%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
quotidiano
programmato
sporadico
57
47% 47%
4%2%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
fondamentale
utile
accessorio
non risponde
SEZIONE 6: “L’organizzazione”
DOM: 16: SE DOVESSI DEFINIRE IL TUO RAPPORTO CON I TUOI CAPI, LO DIRESTI... Ambito della rilevanza
53%
34%
44%
51%
53%
37%
40%
47%
46%
43%
11%
1%
5%
2%
3%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
fondamentale
utile
accessorio
58
SEZIONE 6: “L’organizzazione”
DOM. 16: SE DOVESSI DEFINIRE IL TUO RAPPORTO CON I TUOI CAPI, LO DIRESTI... Ambito dello stile
80%
17%
4%
0%
20%
40%
60%
80%
partecipativo
gerarchico
non risponde
79%
55%
79%
82%
90%
21%
18%
17%
14%
10%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
partecipativo
gerarchico
59
SEZIONE 6: “L’organizzazione”
DOM. 17: COME GIUDICHI IL LIVELLO DI COMUNICAZIONE ESISTENTE NELLA TUA COOPERATIVA, RISPETTO ALL’ATTIVITA’ DELL’AZIENDA NEL SUO COMPLESSO
5%
49%
45%
12%
68%
20%
15%
49%
36%
13%
62%
25%
7%
46%
47%
ognuno sa a
chi chiedere
chiarimenti
sulle politiche
le informazioni
sulle politiche
arrivano
puntuali
le informazioni
sulle politiche
arrivano a tutti
le politiche
sono
comprensibili
da tutti
la cooperativa
ascolta i soci,
tiene conto
della loro
opinione
sempre
a volte
mai
96% 4%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
rispondono
non rispondono
Ancora una volta il bilancio è positivo: la comunicazione avviene in maniera capillare e i punti di riferimento sono chiari
(maggioranza di punteggio sommando le risposte “sempre” con “a volte”). La comprensione delle politiche aziendali
risulta invece critica. Sembra mancare un feedback e una sintonia concreta tra chi comunica e la base in ascolto: il
linguaggio viene percepito come complesso e tecnico, non adeguato all’ascoltatore e si rischia in questo modo di far
perdere interesse sui temi comunicati. Varrebbe la pena coinvolgere le linee intermedie (“i capi” vissuti in modo cosi’
positivo) nel processo di comunicazione affinché questo non assuma solo il senso di comunicazione di decisioni prese,
ma favorisca il coinvolgimento tanto desiderato anche sui temi di governance della cooperativa.
60
SEZIONE 6: “L’organizzazione”
DOM. 17: COME GIUDICHI IL LIVELLO DI COMUNICAZIONE ESISTENTE NELLA TUA COOPERATIVA, RISPETTO ALL’ATTIVITA’ DELL’AZIENDA NEL SUO COMPLESSO
11%
5%
16%
15%
23%
33%
12%
3%
8%
14%
14%
14%
6%
6%
11%
7%
6%
2%
7%
27%
17%
3%
47%
47%
68%
84%
21%
68%
73%
54%
79%
61%
47%
64%
52%
67%
54%
25%
53%
34%
63%
44%
50%
60%
37%
62%
30%
53%
42%
26%
16%
63%
17%
4%
13%
9%
37%
45%
22%
34%
19%
40%
68%
37%
59%
31%
53%
50%
33%
37%
21%
67%
ognuno sa a chi chiedere chiarimenti sulle po litiche
Campania
le informazioni sulle po litiche arrivano a tutti
la cooperativa ascolta i soci, tiene conto della loro
opinione
le informazioni sulle po litiche arrivano puntuali
le po litiche sono comprensibili da tutti
ognuno sa a chi chiedere chiarimenti sulle po litiche
Emilia
le informazioni sulle po litiche arrivano a tutti
la cooperativa ascolta i soci, tiene conto della loro
opinione
le informazioni sulle po litiche arrivano puntuali
le po litiche sono comprensibili da tutti
ognuno sa a chi chiedere chiarimenti sulle po litiche
Toscana
le informazioni sulle po litiche arrivano a tutti
la cooperativa ascolta i soci, tiene conto della loro
opinione
mai a volte sempre
61
SEZIONE 6: “L’organizzazione”
DOM. 18: QUALI TRA QUESTI STRUMENTI IMPIEGA LA TUA COOPERATIVA PER DARE LE INFORMAZIONI? A ciascun strumento è stato attribuito un valore da 1 (per niente) a 5 (perfettamente impiegati)
3,663,32
2,902,63
2,25
1
2
3
4
5
riunioni ad hoc
bacheca
passa parola
giornalino
posta elettronica/internet
94% 6%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
risponde
non risponde
62
SEZIONE 6: “L’organizzazione”
DOM. 18: QUALI TRA QUESTI STRUMENTI IMPIEGA LA TUA COOPERATIVA PER DARE LE INFORMAZIONI? A ciascun strumento è stato attribuito un valore da 1 (per niente) a 5 (perfettamente impiegati)
Gli strumenti di maggiore utilizzo sono i più tradizionali: riunioni ad hoc (voto medio 3,66) e bacheca (3,32). Ma molto importante è
il passa parola vissuto in modo positivo (“il capo mi dà informazioni su ciò che accade anche in situazioni non formali, mentre si
parla d’altro), soprattutto in Campania dove sembra essere il mezzo di comunicazione di maggior successo.
Giornalino e posta elettronica hanno avuto valutazioni meno positive (voto medio 2,63 e 2,25) da un lato per l’assenza del mezzo di
comunicazione, dall’altro per la difficoltà di accesso a reti telematiche da parte degli operatori sparsi sul territorio (in particolare per
le cooperative socio sanitarie o di servizi più in generale). Unica eccezione, rispetto al mezzo “giornalino”, è data dalle Cooperative
di Consumo, dove sono presenti pubblicazioni che con capillarità e puntualità raggiungono i soci e i lavoratori.
1 2 2 3 3 4 4 5
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
riunioni ad hoc bacheca passa parola giornalino posta elettronica/internet
63
SEZIONE 6: “L’organizzazione”
DOM. 19: IN GENERALE, PER LA TUA ESPERIENZA, UNA DONNA PER CONSEGUIRE LA PROPRIA CRESCITA PROFESSIONALE DEVE... E’ stato dato un voto da 1 (per niente) a 5 (del tutto) alle caratteristiche elencate
93% 5%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
risponde
non risponde
4,664,47
4,46
3,45
2,55
2,40
2,35
2,381,86 1,74
1
2
3
4
5
essere competente e preparata
essere decisa e determinata
lavorare sodo
essere libera da impegni che
limitano l’orario di lavoroavere agganci giusti
non avere famiglia
essere aggressiva
non deve fare niente più di un
uomonon svolgere attività in settori
prevalentemente maschiliassumere comportamenti e stili
maschili
64
SEZIONE 6: “L’organizzazione”
DOM. 19: IN GENERALE, PER LA TUA ESPERIENZA, UNA DONNA PER CONSEGUIRE LA PROPRIA CRESCITA PROFESSIONALE DEVE... E’ stato dato un voto da 1 (per niente) a 5 (del tutto) alle caratteristiche elencate
Attraverso questa domanda si chiedeva alle
intervistate di fare il ritratto della “donna di
successo” e delle capacità che devono
essere messe in campo per conseguire la
propria crescita professionale. La figura che
ne esce è caratterizzata da valori quasi
“calvisti” del lavoro, trasversali ai territori. Per
la propria realizzazione professionale, le
donne intervistate, ritengono che sia
necessario essere competenti e preparate
(voto medio 4,66 su 5), essere decise e
determinate (4,47) e lavorare sodo (4,46).
Non sembra avere alcuna importanza
assumere comportamenti maschili (1, 74) o
svolgere attività in settori prevalentemente
maschili (1,86). Una valutazione sulla quale
riflettere è l’indicazione sulla importanza di
essere libera da impegni che limitano l’orario
di lavoro (3,45), a sottolineare il fatto che per
una donna la conciliazione tra i tempi di
lavoro e i tempi per la famiglia è ritenuto
fondamentale per il conseguimento di una
crescita professionale serena. Nell’indagine
Federmanager, il requisito ritenuto
particolarmente utile per diventare dirigente
è non tanto la competenza, bensì la
massima disponibilità di tempo da
dedicare all’impresa.
1 2 3 4 5
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
essere competente e
preparata
essere decisa e
determinata
lavorare sodo
essere libera da impegni
che limitano l’orario di
lavoroavere agganci giusti
non avere famiglia
essere aggressiva
non deve fare niente più di
un uomo
non svolgere attività in
settori prevalentemente
maschiliassumere comportamenti e
stili maschili
65
SEZIONE 7: “Abitudini e valori sociali”
DOM. 20: QUANTO E’ IMPORTANTE NELLA TUA VISTA CIASCUNO DEI SEGUENTI AMBITI.. E’ stato dato un voto da 1 (per niente) a 5 (del tutto) alle caratteristiche elencate
1 2 2 3 3 4 4 5 5
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
famiglia
lavoro
amici e conoscenti
tempo libero
attività sociali
99% 1%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
risponde
non risponde
La famiglia rappresenta ancora l’ambito di maggiore
interesse per le donne (voto medio 4,71 su 5) seguito
immediatamente dal lavoro (4,05) e dalla
frequentazione di amici e conoscenti (3,72). Diventa
quindi di fondamentale importanza trovare modalità
lavoro che consentano di non penalizzare i ruoli extra
lavorativi consentendo alle donne una maggiore
focalizzazione sul lavoro.
Di minore importanza vengono considerate le attività
sociali (2,62), dato che viene confermato nelle
domande successive (dom. 23 solo il 5% svolge
attività di volontariato, dom 24 il 68% non partecipa
ad attività di circoli e associazioni).
4,71
4,053,72 3,56
2,61
1
2
3
4
5
famiglia
lavoro
amici e conoscenti
tempo libero
attività sociali
66
SEZIONE 7: “Abitudini e valori sociali”
DOM. 21: IN QUALE DEI SEGUENTI MODELLI DI FAMIGLIA TI PIACEREBBE VIVERE...
89%
4% 3% 2% 1% 1%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
pari condizioni lavorative, pari
mansioni famigliari
solo il marito lavora, la moglie
è casalinga
non so
il marito si occupa delle
faccende domestiche più della
moglie
pari condizioni lavorative,
mansioni famigliari a carico
della moglie
non risponde
68%
93%
92%
86%
90%
4%
3%
3%
2%
1%
7%
5%
2%
26%
4%
3%
4%
2%
0,5%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
pari condizioni
lavorative, pari
mansioni famigliari
solo il marito lavora,
la moglie è
casalinga
non so
il marito si occupa
delle faccende
domestiche più della
mogliepari condizioni
lavorative, mansioni
famigliari a carico
della moglie
L’aspirazione dell’89% delle intervistate è vivere in un
modello familiare di assoluta parità che appare però
ancora lontano dalla realizzazione concreta se cura
della casa e della famiglia occupano ancora la
maggior parte del tempo extra lavorativo delle donne (
v. domanda seguente). Un dato singolare emerge in
Campania dove il 26% delle intervistate dichiara di
desiderare di vivere in un modello familiare più
tradizionale con marito lavoratore e moglie casalinga,
probabilmente dovuto alla ancora scarsa diffusione
dell’occupazione femminile a tempo pieno.
67
SEZIONE 7: “Abitudini e valori sociali”
DOM. 22: CON CHE FREQUENZA TI DEDICHI ALLE SEGUENTI ATTIVITA’...
2%
16%
82%
1%
36%
63%
4%
76%
20%
63%
34%
3%0%
20%
40%
60%
80%
100%
cura della
famiglia
cura della casa tempo libero lavoro extra
mai
a volte
sempre
La cura della famiglia è la principale attività svolta dalle donne con continuità (82% di risposte “sempre”), seguita
dalla cura della casa (63%). Al tempo libero ci si dedica a volte (76%) mentre è raro il caso di donne con un lavoro
extra (63 % di risposte “mai”), che, quando presente, ha carattere di occasionalità e non è in relazione alle condizioni
socio economiche delle intervistate, come appare dai grafici che mettono in relazione la risposta con i dati strutturali.
68
SEZIONE 7: “Abitudini e valori sociali”
DOM. 22: CON CHE FREQUENZA TI DEDICHI ALLE SEGUENTI ATTIVITA’...
89%
3%
5%
69%
1%
1%
5%
60%
3%
3%
58%
3%
3%
3%
69%
11%
21%
100%
11%
17%
41%
28%
17%
39%
76%
37%
14%
29%
69%
40%
24%
33%
70%
24%
89%
79%
80%
59%
24%
82%
60%
18%
83%
71%
27%
72%
60%
23%
71%
3%
3%
2%
3%
cura della famiglia
cura della casa
tempo libero
lavoro extra
cura della famiglia
cura della casa
tempo libero
lavoro extra
cura della famiglia
cura della casa
tempo libero
lavoro extra
cura della famiglia
cura della casa
tempo libero
lavoro extra
cura della famiglia
cura della casa
tempo libero
lavoro extra
Cam
pania
Consum
oE
milia
Lom
bard
iaT
oscana
mai
a volte
sempre
69
Al momento vivi:15%
62%
23%
da sola
in coppia
nella famiglia d'origine
In famiglia ci sono altri redditi oltre il tuo?
80%
20%
si
no
Hai figli?41%
59%
si
no
Hai delle persone a carico?
9%
91%
si
no
SEZIONE 7: “Abitudini e valori sociali”
FOCUS SU CHI FA LAVORI EXTRA
70
SEZIONE 7: “Abitudini e valori sociali”
DOM. 23: NEL TEMPO LIBERO, QUALI TRA QUESTE ATTIVITA’ SVOLGI? Domanda a risposte multiple
40%
27%
21%
7%5%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
letture e/o
musica
sport e
hobby
cinema e
teatro
attività di
volontariato
altro
5%17%
15%
45%
18% licenza elementare
licenza media
qualif ica prof.le (3anni)
diploma (5anni)
laurea
98% 2%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
risponde
non risponde
La maggior parte delle intervistate sceglie di
dedicarsi a letture e/o musica (40% del
campione) dato influenzato probabilmente
dall’alta scolarità del campione (diplomate e
laureate) come testimonia il grafico in alto che
mette in relazione il dato strutturale “titolo di
studio” con le risposte fornite.
Da sottolineare è la scarsa adesione ad attività di
volontariato (5% del campione), dato ancora più
sorprendente se si mette in correlazione con la
vastità del fenomeno nei territori di appartenenza
(in particolare in Toscana ed Emilia in cui vasto,
diffuso e tradizionale è l’impegno sociale)
Studio, leggo o ascolto musica...
71
SEZIONE 7: “Abitudini e valori sociali”
DOM. 24: PARTECIPI ALL’ATTIVITA’ DI CIRCOLI E ASSOCIAZIONI E SE SI’, SVOLGI UN RUOLO ISTITUZIONALE?
28%
70%
2%
si
no
non risponde
11%
30%
29%
32%
17%
89%
68%
69%
67%
80%
3%
2%
1%
3%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana
si
no
non risponde
20%
80%
si
no
25%
17%
24%
40%
100%
75%
83%
76%
60%
Campania
Consumo
Emilia
Lombardia
Toscana si
no
Scarsa è l’adesione a circoli e associazioni, solo il 28% partecipa a tali attività e una percentuale ancora
inferiore (16%) vi ricopre ruoli istituzionali.
Partecipi...
Hai un ruolo istituzionale...
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SEZIONE 7: “Abitudini e valori sociali”
DOM. 25: QUALE VALUTAZIONE DAI DEGLI ORARI DI LAVORO ADOTTATI DALLA TUA COOPERATIVA RISPETTO ALLA POSSIBILITA’ DI CONCILIARLO CON ALTRI IMPEGNI/ATTIVITà EXTRALAVORATIVI?
88% 12%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
risponde
non risponde
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SEZIONE 7: “Abitudini e valori sociali”
DOM. 26: QUAL E’ IL TUO ATTUALE LIVELLO COMPLESSIVO DI SODDISFAZIONE RISPETTO AL TUO LAVORO? E’ stato dato un voto da 1 (per niente conciliabile) a 5 (del tutto conciliabile)
3,793,44
3,73 3,82 3,87
1
1,5
2
2,5
3
3,5
4
4,5
5
Campania Consumo Emilia Lombardia Toscana
98% 2%
0% 20% 40% 60% 80% 100%
risponde
non risponde
Il dato è nuovamente di buona soddisfazione (voto
medio 3,73 su 5) con maggiore evidenza in
Lombardia (3,82) e Toscana (3,87).
Si attesta su valori inferiori il voto dato dalle
lavoratrici delle cooperative di consumo, in
particolare dalle addette; probabilmente è da
mettere in relazione al lungo nastro orario di
apertura dei punti vendita che vincola ad orari di
lavoro non sempre conciliabili con le esigenze
familiari .
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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E PISTE DI
LAVORO FUTURE
IL RITRATTO DELLA DONNA SOCIA/LAVORATRICE
In un lavoro cerca sicurezza, ma anche motivi di interesse.
Vive in coppia, con due redditi, ha 1,52 figli (in linea con i dati ISTAT), lavora nella propria regione di origine e ha un percorso casa-lavoro molto breve (dato particolarmente significativo in Lombardia dove i tempi sono estremamente dilatati).
I suoi valori di riferimento sono la famiglia, ma anche il lavoro e gli amici.
Ha una scolarità medio alta, oltre il 63% ha un diploma di scuola media superiore o la laurea e trascorre il proprio tempo libero leggendo e ascoltando musica.
La sua aspirazione ad un modello di coppia paritario appare ancora lontana dalla realtà, visto che la maggior parte del tempo extra lavoro viene speso nella cura della famiglia e della casa (dato peraltro in accordo con quanto emerso da recenti ricerche sul tempo di lavoro delle donne).
Per la propria realizzazione professionale ritiene che sia necessario essere competente e preparata, essere decisa e determinata e lavorare sodo, mentre non ritiene che sia importante assumere atteggiamenti maschili.
E’ però una donna che fatica ancora ad inserirsi nelle “stanze dei bottoni”, anche in cooperativa in cui entra senza discriminazioni e dove viene facilitata anche nel suo ruolo di madre.
Quando però ricopre ruoli chiave nella struttura, adotta stili di comportamento nettamente diversi da quelli maschili, distinguendosi per essere partecipativa e orientata al confronto.
E’ una donna consapevole, colta, dedita alla famiglia, al lavoro ma anche agli amici, che lavora in azienda per scelta, perché si sente in sintonia con i valori cooperativi e sente di essere una parte importante del tutto.
Partecipa alla vita della cooperativa e vorrebbe sentirsi maggiormente rappresentata, soprattutto nel CdA.
Gli elementi che emergono dall’indagine appena conclusa, condotta da Legacoop Nazionale su un campione di 742 donne che lavorano nelle cooperative di quattro importanti Regioni, si collocano in un panorama che trova conferma anche in altre indagini portate a termine di recente da altri istituti di ricerca.
75
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E PISTE DI
LAVORO FUTURE
Abbiamo già citato i risultati conseguiti da un’indagine il cui titolo è “Uomini e Donne in carriera” svolta da Federmanager su un Gruppo di Giovani Dirigenti in merito alla situazione lavorativa, motivazione al lavoro, pari opportunità, benessere e stile di vita dei dirigenti industriali.
Un’altra fonte di particolare interesse ai fini di un inquadramento preciso del fenomeno è data dal rapporto “Il lavoro delle donne tra tutela legislativa e previsioni contrattuali” realizzato dalla Commissione dell’Informazione (III) del CNEL – Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro – presentato nel febbraio di quest’anno.
La ricerca del CNEL mette in evidenza come dalla Conferenza delle donne di Pechino (1995) l’Unione Europea abbia recepito le due parole chiave per accrescere il protagonismo delle donne in tutto il mondo:
mainstreaming, cioè il punto di vista delle donne nell’insieme delle azioni e delle politiche
empowerment, nel senso di accrescimento del potere e delle responsabilità delle donne a tutti i livelli.
Il vertice di Lussemburgo sull’occupazione del 1997 ha indicato le pari opportunità tra uomini e donne fra le quattro priorità della propria azione, finalizzate ad accrescere l’occupazione femminile, superare le discriminazioni, conciliare la vita familiare e quella lavorativa.
Da allora ad oggi, le statistiche confermano che il tasso di scolarità femminile è in continua crescita, e come le differenze fra i tassi di attività maschile e femminile diminuiscano al crescere del livello di istruzione, anche se, nei livelli gerarchici, a parità di titolo di studio, le donne di collocano a livelli inferiori rispetto agli uomini. Possiamo comunque segnalare aspetti confortanti.
I dati Istat dimostrano che fra il 1993 e il 2000 la quota di donne quadro e/o dirigente è salita dal 26,7% al 32,1%; anche la quota di impiegate, nello stesso periodo, è passata dal 47,9% al 51,2% e quella delle operaie dal 28,8% al 31%.
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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E PISTE DI
LAVORO FUTURE
La condizione della donna nel mondo del lavoro sta dunque migliorando sensibilmente e, progressivamente, i differenziali tendono a ridursi; in particolar modo la preparazione universitaria che le donne stanno acquisendo, rafforzata dalla propensione femminile a portare a termine gli studi senza abbandono, contribuisce ad aumentare la probabilità di trovare lavoro, specialmente qualificato; anche se sul fronte della parità retributiva – se si eccettuano professionalità come quelle dell’area commerciale ed informatica, dove il sorpasso per le donne è già stato conseguito – non possiamo a tutt’oggi segnalare una generalizzata perequazione uomo – donna.
L’ambito dove peraltro sono ancora da registrare forti sperequazioni è quello della distribuzione dei carichi familiari. Sia la ricerca di Federmanager, sia il Rapporto CNEL, anzi in particolare quest’ultimo, testimoniamo che esiste una notevole “asimmetria di genere” nella distribuzione del lavoro familiare e di cura dei figli, anche se qualche cambiamento si avverte nel comportamento delle nuove generazioni.
Se è dunque vero che molti traguardi sono stati raggiunti a livello europeo e nazionale è altrettanto vero che non tutti gli ostacoli sono stati rimossi e, in particolare, quelli più difficili e dolorosi da sopportare per le donne, in quanto la conciliazione fra lavoro e cura dei figli e della famiglia comporta il più delle volte penosi conflitti psicologici, spesso dibattuti in solitudine o in aperto conflitto con il partner.
Allo stesso tempo, proprio perchè è tangibile lo sforzo compiuto dalle Istituzioni Europee e da quelle nazionali, sarebbe inconcepibile non attivare tutte le risorse disponibili per accelerare i tempi.
Il Rapporto CNEL parla di rivoluzione culturale in merito al superamento di queste situazioni di disparità che inibiscono la piena espressione delle pari opportunità uomo – donna nel lavoro e nella società e, facendo questo, ne sottolinea l’aspetto più problematico, dal momento che le rivoluzioni culturali richiedono cambiamenti profondi nel comportamento degli individui e necessitano di tempi lunghi e di sforzi consistenti in termini di azioni positive, diffuse e strutturate.
77
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E PISTE DI
LAVORO FUTURE
Molti degli spunti che abbiamo riportato nelle pagine precedenti, citando i risultati delle ricerche più recenti in materia di pari opportunità e politiche di genere nella società italiana ed europea, si ritrovano nei risultati dell’indagine appena conclusa da Legacoop sul vissuto, le percezioni e le aspettative di ruolo delle donne presenti nella cooperazione.
L’immagine che emerge è quella di una donna che si identifica in misura notevole con la cooperativa in cui lavora, della quale ha completa fiducia, perché ha scelto di lavoravi in quanto è pienamente in sintonia con i valori cooperativi, che avverte come peculiari rispetto a quelli del mondo imprenditoriale privato – non ccoperativo.
Al tempo stesso è una donna che sente di operare in un ambiente lavorativo “normale” a tutti gli effetti, vale a dire in una realtà di impresa pienamente inserita nel mondo economico del paese, di cui peraltro condivide le regole generali, e, in questo contesto, per emergere, pensa di dover lavorare sodo, essere competente e preparata, decisa e determinata.
Non ritiene inoltre di dovere assumere atteggiamenti maschili, anzi dichiara che le donne dirigenti nella cooperativa adottano stili diversi da quelli degli uomini, più collaborativi e partecipativi, sono vicine ai propri collaboratori, e questo è in sintonia con le affermazioni esplicitate in altri punti della ricerca a proposito delle aspettative che cerca nel rapporto con il proprio “capo, che essa identifica con una figura di “coach” piuttosto che di rappresentante della gerarchia.
E’ interessante notare che i plus competitivi che le donne dichiarano vincenti per emergere nell’organizzazione hanno tutti una valenza sana e costruttiva, fortemente legata agli aspetti sostanziali del ruolo e non a quelli di ordine formale e/o gerarchico; in questo emerge una differenza rispetto ai risultati della ricerca promossa da Federmanager, nella quale il requisito principe per diventare dirigente è collocato nella “massima disponibilità di tempo da dedicare all’impresa” a scapito della competenza.
78
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E PISTE DI
LAVORO FUTURE
Tali affermazioni sono di estrema importanza perché rafforzano il profilo e la visione positiva che le donne esprimono in merito ai requisiti/valori che pensano di dover possedere per emergere nel mondo del lavoro.
E, pur ammettendo che esiste ancora un lungo tratto di strada da percorre per una reale parità uomo-donna nei ruoli di vertice, ritengono siano valori condivisi dal contesto organizzativo in cui operano.
Sono questi atteggiamenti solari, privi di ombre ed ambiguità, che fanno ben sperare in merito all’acquisizione
da parte delle donne di quella “consapevolezza di sè”, assolutamente indispensabile per raggiungere
qualsiasi traguardo, specialmente nell’ambito del lavoro e della carriera.
Consapevolezza che peraltro si evince anche da elementi non necessariamente positivi che emergono
dall’indagine; le donne dichiarano di avvertire – si tratta più di una percezione che di un dato suffragato da
evidenze oggettive – una disparità retributiva fra uono – donna (a favore degli uomini, naturalmente) e
ritengono di non essere adeguatamente rappresentate nel Consiglio di Amministrazione; tuttavia questo non
inficia i valori di normalità e di positività che rappresentano il tratto distintivo del profilo di donna che la
ricerca mette in luce, la quale non risulta mai portatrice di recriminazioni o di rivendicazioni verso l’impresa,
bensì risorsa che si identifica e si riconosce nella cooperazione.
Ci sembra che questo rappresenti una eccellente base di partenza per progettare nuove iniziative e
programmi di lavoro finalizzati allo sviluppo delle politiche di genere.
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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E PISTE DI
LAVORO FUTURE
LE PISTE DI LAVORO FUTURE
Dalle premesse appena descritte, Legacoop vuole partire per declinare un piano – programma di azioni positive che allo stato attuale si ferma agli enunciati, in quanto si è consapevoli dell’importanza di condividerne le linee guida nelle sedi più opportune, in particolare nelle Regioni che hanno contribuito alla realizzazione dell’indagine e presso le quali andranno pure approfonditi i risultati che la stessa ha messo in luce.
L’elemento di conforto è costituito dal filo rosso che attraversa la ricerca e che mette in chiaro come i valori cooperativi siano profondamente condivisi dalle socie/lavoratrici che hanno risposto, i quali sono perfettamente in sintonia con il vissuto positivo che le donne esprimono, sia rispetto al contesto lavorativo, sia rispetto a se stesse, intese come soggetti protagonisti all’interno della cooperativa.
Alcune parole chiave dovranno essere tenute presenti per la costruzione del piano – programma di azioni positive:
Conciliazione fra vita lavorativa ed extralavorativa
Su questo Legacoop si sta già muovendo per affrontare, in un’ulteriore indagine da poco avviata, il tema della conciliazione e delle politiche/azioni di sostegno, attualmente in corso di elaborazione da parte di importanti imprese cooperative, allo scopo di favorire la pratica attuazione delle pari opportunità. Questo tema andrà coniugato con altri significativi corollari che esso induce: la pianificazione dei tempi della città, le iniziative di supporto e scambio a livello locale (banche del tempo) e altri ancora
80
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E PISTE DI
LAVORO FUTURE
Le politiche di genere in sintonia con le logiche di mainstreaming
Il concetto di mainstreaming evoca l’acquisizione del punto di vista delle donne letteralmente al
“centro della corrente” nell’insieme delle azioni a sostegno delle politiche di genere dell’Unione
Europea. E costituisce uno dei “pilastri” del Trattato di Amsterdam cui tutte le politiche comunitarie
devono rifarsi. Insieme a imprenditorialità, adattabilità, innovatività, le pari opportunità fra le donne e
gli uomini costituiscono un riferimento imprescindibile e trasversale per accedere a programmi,
formulare progetti, pensare politiche nazionali, come, ad esempio i Piani per l’occupazione. Siamo
già al secondo quinquennio di programmazione (1996 – 2000: Quarto programma per “la parità di
opportunità”; 2000 – 2005: Quinto programma per “la parità di opportunità”) e sono stati raggiunti
importanti traguardi nella direzione di consentire l’acquisizione da parte delle donne dei paesi
membri di strumenti (formazione, sostegno all’imprenditoria, flessibilità delle condizioni di lavoro,
sviluppo dei servizi di affidamento e di cura, ecc.) in grado di favorire e facilitare la presenza della
donna nella società
Empowerment
Il concetto di “empowerment” richiama le azioni finalizzate a “conferire potere” alle persone e alle
risorse umane inserite nell’organizzazione; potere e responsabilità sono elementi inscindibili nel
concetto di empowerment, ed è evidente che, in assenza di una qualche forma di potere, non è
possibile ipotizzare che gli individui assumano responsabilità verso sé stessi e verso gli altri.
Ora, tali concetti, ampiamente utilizzati nella teorie più recenti allo sviluppo organizzativo, sono stati
arricchiti di ulteriori significati particolarmente utili ai fini delle politiche di genere, da quando
l’economista premio Nobel Amartya K. Sen li ha inclusi nelle proprie teorie di analisi etico –
economiche. Egli ha elaborato un approccio dello sviluppo umano basato sul benessere individuale,
inteso come insieme di capacità umane necessarie a far partecipare le persone pienamente ai
funzionamenti sociali.
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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E PISTE DI
LAVORO FUTURE
In tale approccio, lo sviluppo umano viene visto come uno spazio sociale agito da uomini e donne,
interpretati come soggetti multidimensionali dotati di molteplici capacità che richiedono risorse, diritti e
libertà per essere formate ed effettivamente utilizzate in funzionamenti sociali. Si attribuisce più
rilevanza a ciò che gli individui sono e fanno, piuttosto che a ciò che possiedono, come accade negli
approcci più tradizionali.
Empowerment, dunque, secondo questa concezione sta a significare in primo luogo ricognizione delle
condizioni di partenza - delle donne, nella fattispecie che noi abbiamo assunto nella ricerca - per
verificare la presenza di ostacoli alle dimensioni fondamentali dello sviluppo umano (vita, salute,
conoscenza, socialità, autodeterminazione, per citarne solo alcuni dei più importanti) in ragione dei
rispettivi funzionamenti rilevanti (integrità fisica e psicologica, comprensione, mobilità, partecipazione
sociale, ecc.). Si può comprendere come questo approccio si integri in modo armonico alla precedente
“guide line” rappresentata dal mainstreaming e qualifichi, integrandosi ad essa, lo sviluppo di una
programma di azioni positive.
Abbiamo dichiarato che la declinazione del piano – programma di azioni positive deve seguire un iter di
condivisione con le Leghe territoriali delle regioni che hanno partecipato alla presente indagine. Non
intendiamo smentirci a questo punto, ma riteniamo che possa essere utile alla prossima progettazione
di dettaglio del piano, proporre una traccia di lavoro pensata in termini di coerenza con le linee guida
poc’anzi richiamate.
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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E PISTE DI
LAVORO FUTURE
LE PISTE DI LAVORO FUTURE
Il tentativo che abbiamo cercato di compiere è stato quello di identificare un percorso di natura sequenziale in cui sono stati enfatizzati gli elementi di “processo” più che di contenuto; questi saranno perfezionati dai gruppi di lavoro che Legacoop andrà costituendo allo scopo di progettare il programma.
Diffusione dei risultati nelle Regioni che hanno partecipato alla ricerca
La prima azione da mettere in campo è proprio la condivisione dei risultati dell’indagine, sia nel suo complesso, che negli aspetti di contestualizzazione territoriale; è vero che, a parte alcune differenziazioni imputabili alla collocazione geografica, i risultati che emergono dalla ricerca sono sufficientemente omogenei per consentire l’emersione di un profilo di socia – lavoratrice omogeneo. Tuttavia il momento della condivisione rappresenta anche l’occasione per sancire la “ownership” del profilo di cooperatrice di quel territorio da parte delle Leghe regionali e, al tempo stesso, definirà in maniera più precisa il rapporto di partnership fra Legacoop e Leghe territoriali per la progettazione e contestualizzazione delle azioni positive.
Progettazione di un evento di diffusione e disseminazione dei risultati a livello nazionale
Al pari dei momenti di condivisione a livello locale, la progettazione di un evento che dia risalto ai risultati che la ricerca ha messo in evidenza costituisce un momento importante non solo di natura promozionale, nel senso nobile del termine – peraltro i vertici di Legacoop sono stati rinnovati nel Congresso conclusosi alla fine del novembre scorso e quindi un’iniziativa da programmare nella prossima primavera rappresenta un’occasione pubblica per manifestare gli orientamenti della nuova Presidenza – ma di comunicazione e scambio con i principali stakeholder, sia nazionali che internazionali. La presenza di rappresentanti dell’Unione Europea costituirà un’opportunità significativa di presentazione sia del profilo di donna socia - lavoratrice di cooperativa che la ricerca ha evidenziato, sia delle “buone prassi” che sono in corso di rilevazione presso alcune importanti cooperative. Servirà inoltre a verificare la coerenza dlle linee guida di progettazione del piano di azioni positive con gli indirizzi operativi dell’U.E. in materia di politiche di genere.
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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E PISTE DI
LAVORO FUTURE
Selezione di buone prassi in materia di politiche di conciliazione
Legacoop ha avviato da qualche tempo un ulteriore lavoro di approfondimento su un tema di grande attualità: le politiche di conciliazione fra vita lavorativa ed extralavorativa. L’intenzione è quella di selezionare casi di buone pratiche messi in atto da imprese cooperative a favore delle donne che vi lavorano, allo scopo di mettere in luce come lo sforzo compiuto in questa direzione costituisca un esempio efficace di rivisitazione del principio di mutualità e solidarietà cooperativa. Il progetto, che si dovrà concludere nella prossima primavera, costituirà un ulteriore tassello nella costruzione del repertorio di azioni positive per una reale programmazione di politiche di genere nelle cooperazione.
Presentazione di progetti regionali per la diffusione delle buone prassi in materia di conciliazione
Dai risultati, anche parziali, che verranno rilasciati dal lavoro di cui si è fatto cenno al punto precedente, riteniamo possibile presentare presso le Amministrazioni Regionali di alcuni ambiti geografici identificati da Legacoop – preferibilmente, ma non solo, quelli che hanno partecipato alla presente ricerca – progetti finanziabili dal FSE, Obiettivo 3, Asse E ( per le Regioni del nord e centro Italia). L’Idea di fondo è di creare un network fra le cooperative aderenti a Legacoop che sperimenti e valorizzi nuove modalità di partecipazione delle donne alla vita lavorativa in grado di conciliare – per innovatività, flessibilità e adattabilità – gli impegni delle donne dentro e fuori dall’ambiente di lavoro; l’obiettivo più ambizioso è quello di consentire, attraverso specificii strumenti progettati ad hoc e coerenti con le parole chiave adottate dall’Unione Europea – Mainstreaming ed Empowerment - l’accesso delle donne alle posizioni chiave di responsabilità nella cooperativa. Il network potrebbe diventare uno strumento permanente di monitoraggio del buon funzionamento di tali strumenti, dando vita ad una sorta di Osservatorio delle politiche di genere confrontabili a livello europeo.
84
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E PISTE DI
LAVORO FUTURE
L’idea di un Osservatorio – certo non nuova di per sé – potrebbe comunque beneficiare di un portato
originale, dal momento che gli spunti forniti dalla ricerca appena conclusa sono tanti e varrebbe la pena
di coltivarli, pianificarli e realizzarli attraverso un lavoro congiunto e sinergico fra Legacoop e le Leghe
territoriali.
Le sollecitazioni sono davvero molte e tutte ricche di elementi che sembrano comporsi in modo armonico:
la sintonia fra il modello partecipativo di cui la cooperativa è portatrice e l’identificazione forte che le
donne aderenti all’indagine esprimono verso tale modello sembra di buon auspicio, in un momento
storico tutt’altro che semplice, purtuttavia favorevole, quasi per scelta “obbligata”, a intraprendere strade
nuove in materia di progettazione di politiche di genere,
L’U.E. sta lavorando da tempo per rendere operativo nel contesto europeo il principio della “parità di
opportunità” uomo – donna nella vita sociale e lavorativa dei paesi membri; e, nello stesso momento,
fioriscono le ricerche e i saggi che mostrano e dimostrano come le donne siano risorse portatrici non solo
di esigenze proprie del loro genere, ma soprattutto risorse in grado di fornire valore aggiunto, nuova linfa
e nuove idee a un mondo che sembra non trovare più in sé stesso e nei vecchi paradigmi la forza e la
volontà per affrontare le sfide di questo terzo millennio.
Sono trascorsi più di venti anni da quando Franca Ongaro Basaglia scriveva nella Enciclopedia Einaudi,
alla voce “Donna” da lei redatta, che le donne, proprio perché “tenute nascoste, al riparo dal mondo e
dalle sue leggi feroci”, non erano state corrotte dalle ideologie e rappresentavano, quindi, una forza
nuova e intatta, oltre che potente, “per il loro naturale legame con la concretezza e i significati più
profondi di ciò che vale o non vale per questa vita”. Molte cose sono state fatte in questi venti anni, e pur
tuttavia rimane la convinzione, da parte di molti, che queste energie, forse non più completamente
intatte, ma ugualmente copiose, debbano essere incanalate – collocate nel centro della corrente – per il
vantaggio delle donne e della collettività.