LA PIAZZZETTTA DI TRINITAPOLI
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3 DICEMBRE 2010
LA Piazzetta
Via Don Minzoni, 5 ( TrinitapoliEdito da Fimat Servizi srlIn attesa di distribuzione al TrbinualeTelefono e Fax 0883/634754E_MAIL: [email protected] collaborato: Michele Mininni - Pina CusmaiGrazia Laporta - Matteo De Musso -Francesco Sarcina - Marinella Testa -Alessandro Sarcina - Pietro di Biasestampa - Grafiche Del Negro(Trinitapoli)progetto grafico: Fimat servizi srlGrafica pubblicitaria: C. Moreseresponsabile marketing & pubbli-cità: Pina Cusmai tel.320.82.57.969Michele Minini tel.320.82.57.970
La collaborazione é aperta a tutti. La reda-zione si riserva la facoltà di condensare omodificare secondo le esigenze gli scrittisenza alterarne il pensiero. Gli articoli im-pegnano la responsabilità dei singoli autorie non vincolano in alcun modo la linea edi-toriale di questo periodico.
Finito di stampare il 20/12/2010
Si avvicina il Natale, nell’aria
si respira un profumo di gioia
e di amore. Il Natale, per i
cristiani, è la festa della na-
scita di Cristo, dell’Emmanue
le, del ‘Dio con noi’. E’ la fe-
sta della nascita di Gesù
Bambino. E’ la festa soprat-
tutto dei bambini. Ed un
bambino è sicuramente, con la
sua vitalità, un segno di spe-
ranza che rinnova la vita. Se
i nostri auguri tradizionali di
Natale e Capodanno debba-
no essere sinceri, occorre allo-
ra che tutti facciano qualcosa per i più
piccoli, soprattutto per quelli che non
hanno nulla da mangiare, che non han-
no una casa, che sono stati abbando-
nati dalla speranza di una vita mi-
gliore sin dalla nascita.
Ecco il messaggio della nostra coperti-
na: vogliamo da parte nostra significa-
re l’augurio che ognuno di noi possa
trovare il tempo, la passione, la voglia
e la determinazione di incontrare e di
aiutare un bambino in difficoltà. Un
bambino da accogliere senza pregiudi-
zi di sorta, così come Giuseppe e Ma-
ria accolsero Geù Bambino nella Ca-
panna a Betlemme. Ci auguriamo
pace, armonia, amicizia fra i popoli.
di Trinitapoli
Perché proprio lì, nella Capanna di
Betlemme, oggi non c’è serenità. Là in
quel piccolo paese non c’è gioia. C’è solo
dolore, gente che soffre, gente che muo-
re... C’è solo indifferenza in quel paese.
Alle persone non importa nulla del Na-
tale! Troppa gente soffre, troppa gente
non sa! E’ Natale! Cerca anche tu di
portare pace e amore dove c’è guerra e
odio. Auguri a tutti i trinitapolesi. Au-
guri Fimat Servizi Srl, nostri editori che
hanno creduto in questa iniziativa edito-
riale. Un sereno Natale a tutta la reda-
zione, alle loro famiglie, al nostro gior-
nale e naturalmente a Pina, il cuore pul-
sante della Piazzetta.
MICHELE MININNI
editoriale
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Rispondo a questa domanda dicendo subito
che si sarebbe potuto fare di più e ciò che è
stato realizzato poteva essere gestito in ma-
niera più efficiente.
Questa maggioranza riscontrò un enorme
consenso popolare ma il susseguirsi di vicis-
situdini, sono state causa di dissidi intestini
che hanno messo a dura prova la compat-
tezza della stessa fino al completo sfalda-
mento. Le vicissitudini a cui mi riferisco sono
rappresentate dalle polemiche sorte riguar-
do all’Aci, all’Impianto a biomasse, al
Rigassifigatore, ai Bilanci, ecc.); tant’è che
io stesso nonché altri consiglieri comunali,
su tali tematiche abbiamo preso le distanze
dalla maggioranza non potendo più condi-
viderne le modalità d’azione, i contenuti, i
comportamenti assunti anche nei rapporti
interpersonali oltre che le varie problematiche
in discussione.
Secondo il mio modesto parere in questa
consiliatura, il tallone d’Achille va indivi-
duato nell’assenza in “cabina di regia” di
una persona capace di cementare e di coin-
volgere nelle tematiche pubbliche, non solo i
consiglieri di maggioranza, ma anche quelli
di minoranza – attribuendo tale ruolo alla
persona del Sindaco, l’unico a cui d’altra
parte poteva essere attribuito un simil ruo-
lo. Il Sindaco a cui spetta questo ruolo è
apparso in difficoltà a governare la Sua stes-
sa giunta.
Promesse formulate nel 2006 e poi
non mantenute?
Qualche progetto elettorale è stato mante-
nuto come ho già affermato sopra, ma è in-
negabile che molto altro poteva farsi. In re-
altà è stato svolto un lavoro ordinario sen-
za dare risposte concrete ai cittadini in ter-
mini di occupazione, valorizzazione dei
prodotti agricoli, turismo, infrastrutture, ecc..
E’ pur vero però, che in tanti altri settori,
quali quelli relativi alla pulizia della cit-
tà, alla manutenzione delle strade, alla
Poliz ia Municipale,la situaz ione è
collassata tanto da poter dire che siano de-
cisamente regrediti rispetto a qualche anno
fa. Si è stati attenti ed oculati nella gestio-
palazzo di citta’
COSA SUCCEDE AL PALAZ-
ZO DI CITTÀ. PARLA IL
PRESIDENTE DEL CONSI-
GLIO COMUNALE
TRIGLIONE
«Servire lapolitica e nonservirsi della
politica»
DI MICHELE MININNI
Via Taranto,n.5
Trinitapoli
5 DICEMBRE 2010
ne del proprio orticello dimenticando di «ser-
vire la politica e non di servirsi della politi-
ca». Voglio augurarmi che il prossimo Consi-
glio Comunale sia formato da giovani e perso-
ne motivate dallo spirito di servizio del bene
comune, solo così le opere ‘straordinarie’ po-
tranno affiancarsi alle ordinarie!
Si è sempre sentito all’altezza del suo
ruolo istituzionale? Da Presidente
super partes ha sempre garantito i
diritti e le prerogative di tutti i consi-
glieri, garantendo l’esercizio effetti-
vo delle loro funzioni e curando l’os-
servanza e la corretta interpretazio-
ne del Regolamento comunale?
Da nove anni ricopro la prestigiosa carica di
Presidente del Consiglio Comunale, e posso
affermare con onestà e lealtà di aver sempre
assunto un comportamento equo e corretto nei
confronti di qualsivoglia persona istaurando
con ciascun consigliere un rapporto sincero e
rispettoso, o perlomeno mi auguro di esserci
riuscito. Quello che più volte mi ha infastidi-
to, ed in questa consiliatura si è verificato pur-
troppo diverse volte, è stato l’atteggiamento
ed i comportamenti sopra le righe di taluni
consiglieri che hanno travalicato il rispetto
personale dimenticatosi di ricoprire un ruo-
lo istituzionale, ruolo che deve essere di
esempio soprattutto per i cittadini ed i gio-
vani a cui prima o poi dovremmo cedere il
passo. Avrei auspicato una maggiore colla-
borazione su tutti i fronti, dal Primo Citta-
dino ai componenti dell’esecutivo, invece sono
stato obbligato più volte ad intervenire al
fine di garantire l’espletamento del ruolo di
consigliere da parte delle minoranze, alle
quali diverse volte venivano negati o conse-
gnati con fatica gli atti.
Quali scenari si presentano all’in-
domani delle amministrative del
2011?
Ad oggi si prospetta una lista che de-
finirei «monoblocco», ovvero una
riconferma Di Gennaro alla carica di
sindaco con tutti gli attuali assessori e
l’inserimento di qualche giovincello
rampante per tentare un finto rinno-
MICHELE
MININNI
vamento, da una parte, e dall’altra la
presenza di almeno un’altra compagi-
ne di centro-sinistra con in serbo qual-
che sorpresa. Senz’altro sarà presente
una lista di centro-destra.
Un pensiero di Natale per i
trinitapolesi?
Innanzitutto ringrazio Lei e tutta la reda-
zione de «La Piazzetta» per l’ospitalità ac-
cordatami e per l’opportunità concessami nel-
l’esprimere alcune riflessioni. Auguro al Suo
giornale un eccellente oltre che proficuo lavo-
ro, il quale sicuramente verrà svolto all’in-
segna dei valori di etica, imparzialità e cor-
rettezza. Certo, approfitto di questa inter-
vista per rivolgere ai miei concittadini gli
auguri più sinceri di un Santo Natale
auspicando che ciascuno di loro possa riceve-
re quello che di più bello desidera. Nel-
l’augurare a tutti che il nuovo anno sia
foriero di prosperità, salute e serenità porgo
un affettuoso abbraccio.
Lo staff augura Buone FesteLo staff augura Buone Feste
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Come consideri l’esperienza di questa
amministrazione Di Gennaro in questi
cinque anni?
(Piccinino): Non sono tempi particolar-
mente floridi per i comuni, il vincolo del
patto di stabilità frena di molto la loro azio-
ne. E’ stata un’Amministrazione che, co-
munque, ha saputo innovare, gestire e
rilanciare. C’è un risultato che non balza
subito agli occhi, mi rendo conto che solo
attenti addetti ai lavori possono verificarlo,
ma l’aver attuato una decisa operazione di
riduzione dell’indebitamento è una scelta
lungimirante e per il bene della nostra città,
delle generazioni future e delle classi politi-
che che verranno. Utlizzando una metafo-
ra ciclistica: è stata una amministrazione si-
mile ad un ‘passista’, un corridore che di-
stribuisce le forze per arrivare al termine
della competizione nelle migliori condizio-
ni fisiche. Più resistenza che scatto brucian-
te.
(Di Feo): Questa domanda legittima, e ap-
parentemente insidiosa, che andrebbe rivol-
ta al Sindaco ed ai cittadini, dovrebbe arre-
care al sottoscritto un certo imbarazzo per
il fatto che mio padre è il vicesindaco del-
l’attuale amministrazione locale e che da
circa due anni l’Unione di Centro, di cui
mi onoro essere il Presidente Provinciale,
ha stretto alleanza con il PD. Unione di
Centro che annovera in Consiglio Comu-
nale altri due consiglieri comunali Mauro
Vitale e Maria Montuori, rispettivamen-
te Assessore all’Unione dei Comuni e Vice
Presidente del GAL. Premesso che ho
sempre mantenuto ben distinto il mio
ruolo sociale e politico da quello di mio
padre e che ho sempre manifestato il mio
pensiero senza infingimenti e in piena li-
bertà, ma rispettando le dinamiche e le
volontà di partito a livello locale, ribadi-
sco quanto già detto in più occasioni (an-
che nel partito), compreso la campagna
elettorale per le elezioni del consiglio Pro-
vinciale, su questa amministrazione Di
Gennaro. Questa coalizione è uscita dalle
urne con un consenso elettorale strepito-
so al punto che le altre liste assieme non
raggiungevano il consenso della lista vin-
cente. Questo risultato, però, ha acuito le
aspettative dei cittadini che intravedeva-
no nell’attuale Sindaco più che un politi-
co, un manager che avrebbe corretto la
politica di palazzo del suo predecessore,
valorizzando Trinitapoli e dando risposte
concrete agli agricoltori, al turismo, alle
attività produttive, al terziario, al sociale e
quindi al lavoro. Un osservatore più at-
tendo, però, avrebbe dovuto leggere me-
glio il risultato elettorale e chiedersi se tale
successo fosse frutto di quanto proposto, il
risultato di aver creato un cartello elettorale
forte o piuttosto della inconsistenza della
proposta politica offerta dalle altre liste. Sta
di fatto che questa amministrazione vuoi per
la congiuntura internazionale,vuoi per i mo-
vimenti tellurici subiti dalla giunta, già da
metà mandato, ha dovuto combattere gli
avversari e difendersi all’interno avendo per-
so tre consiglieri comunali e l’intera leadership
diessina. Ciò detto non è sufficiente elencare
quanti nastri sono stati tagliati, in quattro anni
e mezzo, per meritarsi una promozione, ma
chiedersi piuttosto se si stia meglio o peggio
rispetto al passato... ai posteri l’ardua sen-
tenza. Certo se si guarda all’occupazione, al-
l’ambiente, alla cultura, all’agricoltura, ai la-
vori pubblici, allo sport e al settore ecologi-
co non c’è da essere sereni o soddisfatti. Se
si guarda alla posizione economica delle casse
comunali, idem: occorrerebbe comprende-
re, però, da dove riviene il debito pubblico,
da questa o dalla passata amministrazione?
Aveva ragione il Presidente dei revisori dei
conti dott. Antonio di Biase che ne addebi-
tava all’ex sindaco Barisciano le colpe del fal-
limento economico, oltre a quello politico-
amministrativo, o chi ne attribuisce la respon-
sabilità all’attuale Sindaco Di Gennaro? Gli
oppositori di sinistra quante responsabilità
hanno per la tattica usata contro il Sindaco
Di Gennaro? Quale fiducia può avere l’elet-
tore nei confronti di coloro i quali hanno
contribuito a frenare l’attività amministrati-
va? Quanta fiducia può avere l’elettore in chi
non ha saputo rimettere nelle mani del po-
polo il mandato? Questi gli interrogativi della
gente a cui la classe politica locale dovrà, pri-
ma o poi, dare delle risposte. Parlare singo-
larmente del solo Sindaco e della sua ammi-
nistrazione diventa riduttivo.
A breve ci saranno le amministrative. Da
giovane politico, quali sono secondo te
le priorità che intendi portare avanti per
il bene della cittadinanza?
(Piccinino): Tre azioni principali: continua-
re a migliorare la qualità della vita, nell’ottica
di uno sviluppo sostenibile del nostro terri-
torio, attraverso percorsi virtuosi; creare una
rete tra le agenzie educative della città per
affrontare insieme i problemi sociali, del la-
voro e della sicurezza, mettere a frutto gli
DI MICHELE MININNI
l’intervista doppia
BELLA GIOVENTU’
NELL’ATTESA DELLE FUTURE AMMINISTRATIVE ABBIAMO CON-VOCATO DUE GIOVANI POLITICI DI TRINITAPOLI, DONATOPICCININO SEGRETARIO CITTADINO DEL PD E FRANCE-SCO DI FEO, CONSIGLIERE PROVINCIALE DELLA BT E PRE-SIDENTE PROVINCIALE DELL’UDC.
7 DICEMBRE 2010
investimenti fatti nel passato nel settore
ambientale e culturale e aprire un tavolo
verde per il rilancio dell’agricoltura. Si
tratta, naturlamente, di temi generali e di
ampio respiro che sono già nella nostra
agenda dei lavori con proposte e idee
concrete e chiare. Questa è la costruzio-
ne del progetto politico.
(Di Feo): Grazie per il giovane politi-
co, ma ho già 39 anni e non mi sento un
politico nell’accezione propria del ter-
mine. Se per giovane politico si intende
che sono consigliere provinciale da circa
un anno e mezzo, allora si. Riconosco
che da più parti vi sono sollecitazioni che
mi vedrebbero il prossimo Sindaco e il
mio Partito mi chiede di scendere in cam-
po, ma non so se alle prossime ammini-
strative sarò candidato o meno. Io aborro
le candidature calate dall’alto o forzate.
La candidatura deve essere il frutto di un
sentire comune che deve promanare dalla
società verso un individuo che si ritiene mo-
ralmente, culturalmente e professionalmente
meritevole di assumersi la responsabilità di
amministrare il bene comune. Senza
autocelebrarmi sento di dire, con orgoglio,
che in questo primo scorcio di legislatura
provinciale ho dato prova - pur stando al-
l’opposizione - di come intendo espletare il
mio mandato. Mi sono dedicato attivamente
a dare suggerimenti e indicazioni per dare
la giusta soluzione ai problemi come la via-
bilità, l’ambiente, e le scuole. Se mi do-
vesse toccare l’onere di occuparmi della mia
amata città inizierei dalla lotta alla illegalità,
che non è solo la criminalità, ma è quella di
sistema che condiziona il vivere comune e
che mortifica la meritocrazia. Mi occuperei
della cultura: occorre riportare la cultura al
centro del nostro paese perché la gente deve
conoscere e sapere per essere più libera di
agire, ribellarsi e scegliere. Mi preoccuperei
del senso civico: occorre risvegliare il senso
civico in tutte le persone dai più piccoli ai
più grandi così da indurre al rispetto verso
le istituzioni, le forze dell’ordine, i profes-
sori e la propria Città partendo dalle scuo-
le, dalle parrocchie, dalle associazioni e non
trascurerei affatto il mondo dello sport. Mi
preoccuperei di valorizzare le forze produt-
tive del nostro paese: artigiani, commercianti,
coltivatori diretti, piccoli imprenditori, liberi
professionisti, in modo da riportare in loro
fiducia ed entusiasmo. Agirei per eliminare
la lotta di classe tra padrone e sottoposto,
tra ricco e povero: è necessario creare
sinergia e fare sistema. Le problematiche
relative ai lavori pubblici e all’urbanistica le
affronterei con un pool di giovani tecnici,
ingegneri, architetti e geometri, così da ren-
dere il territorio sempre più a misura d’uo-
mo dando dignità a coloro che vogliono
prestare la propria opera professionale. Lo
stesso dicasi per il contenzioso dell’ente
auspicherei che tutti, ma dico proprio tutti i
professionisti locali, fossero tenuti in debita
considerazione in relazione alle loro speci-
ficità professionali con tanto di graduatorie
e turnazioni. Mi preoccuperei, infine, e mi
pare ovvio, di assicurare a tutti un tetto e un
lavoro e vi posso garantire che è possibile,
ma non ve lo svelo ora. Comunque va fatta
una riflessione: tempo addietro si imparava
a ‘far politica’ nei Partiti, con l’auspicio di
diventare bravi amministratori. Oggi, che i
Partiti non hanno più le stesse strutture, chi
decide di occuparsi della cosa pubblica deve
dare prova di quanto è stato capace di fare
nella vita, con la famiglia, nel lavoro e nel
sociale. L’amministratore deve avere basi
concrete e conoscenze giuridiche, diversa-
mente diventerebbe una dramma per la
pubblica amministrazione ed il paese, in sin-
tesi non si può improvvisare.
E’ vero che l’ attuale classe politica è
decisamente non all’altezza della diri-
genza della Prima Repubblica?
(Piccinino): Non dobbiamo avere nostalgia
del passato. E’ giusto, invece, guardare avan-
ti. Mi limito a dire che sono ‘ere politiche’
diverse. Con strutture, processi e regole che
in questa fase sono saltate. Oggi fare politi-
ca è molto difficile, la disaffezione e la de-
lusione della gente sono aspetti che abbia-
mo modo di percepire quotidianamente.
Basta ripensare all’astensionismo che c’è sta-
to anche a Trinitapoli alle ultime elezioni (le
regionali). Non si era mai verificato nella
storia locale. Tutto questo non ferma però
i processi politici. Anzi, chiedo un atto di
fiducia nelle nuove generazioni che avran-
no la responsabilità di amministrare e di in-
terpretare ruoli politici. C’è solo una cosa
che mi preoccupa rispetto ad altre fasi sto-
riche: non ci si può inventare né politici né
amministratori, nessuno affidarebbe un au-
tobus a qualcuno che non ha la patente o
che non abbia fatto un po’ di pratica. Non
si può lasciare spazio all’improvvisazione e
alla ‘politica come arrembaggio’ o peggio
ancora chiedendo in prestito personale e
risorse che nemmeno conoscono la nostra
realtà come è accaduto a Margherita di Sa-
voia. Ma i trinitapolesi, è giusto sottolinea-
re, che sanno scegliere con oculatezza e re-
sponsabilità. E ci sono tanti luoghi di for-
mazione e crescita, oltre i partiti, che pos-
sono e devono dare il proprio contributo
diretto.
(Di Feo): Io non so se ci sia stata una pri-
ma repubblica, una seconda e se stia na-
scendo la terza e non amo le definizioni
precostituite o ragionare per categorie. Io
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so soltanto che ci possono essere, come
in tutti i lavori e le professioni, degli uo-
mini e delle donne capaci, onesti, prepa-
rati e animati da sana passione come ci
possono essere uomini e donne inetti, che
definisco funghi della società. Ritengo che
a Trinitapoli non siamo giunti a questo tipo
di disamina perché vedo tutti ancora sulla
breccia; ci sarà tempo per i bilanci e la
storia farà giustizia. Certo è necessario fare
un paragone con quanto avvenuto nei i
paesi limitrofi e a livello nazionale. Da
questo confronto si può affermare che la
classe politica Trinitapolese, tutto somma-
to, ne sia uscita bene. La prima repubbli-
ca è stata sepolta da tangentopoli, la se-
conda, se mai nata, è stata sepolta dall’in-
capacità di ereditare il fardello della pri-
ma repubblica e la terza, se nascerà, parti-
rà dall’esasperato personalismo della po-
litica. Trinitapoli pur rimanendo contami-
nata dalle scorie della politica nazionale
ha mantenuto come si suol dire la barra
dritta, un certo equilibrio e decoro sia pure
con un grosso limite: nessun rinnovamento.
I politici trinitapolesi hanno avuto la ca-
pacità di riciclarsi e di rigenerarsi ripar-
tendo dalle stesse persone senza mai un’al-
ternativa valida. Ciò ha comportato nel
tempo che gli amministratori inserissero il
pilota automatico: nessuno slancio, nessu-
na passione, nessun timore di sbagliare,
nessuna paura di essere insediati da una op-
posizione quantomeno impertinente. Una
lotta tutta interna all’interno dei Partiti che
ha prodotto conseguenze negative alla col-
lettività.
Credi nella politica per professione?
(Piccinino): No. La politica deve essere
servizio, la possibilità concreta di investire
tempo, risorse, capacità e competenza per
il bene della comunità. Se c’è questo signi-
fica che alla base c’è passione e allora non
ci sarà nessun limite temporale a fermarti.
Amministrare è un’altra cosa. Non lo si
può fare per sempre e soprattutto non si
può ‘essere buoni per tutte le stagioni’. Non
sono un rottamatore alla Renzi ma credo
che neppure regga il pensiero di quanti cre-
dono che oltre sé stessi c’è il nulla. Sareb-
be saggia, invece, una comunità che ini-
ziasse a pensare al proprio futuro così
come un padre ad un certo punto, deside-
ra la realizzazione dei propri figli.
(Di Feo): Politica per professione, cosa
significa? Se vi sono persone che della po-
litica ne hanno fatto un mestiere? Non è il
caso di nessun politico di Trinitapoli. Se in-
vece si vuole auspicare dal legislatore che
venga stabilito il numero dei mandati elet-
torali, è giusto che lo si faccia. Oramai la
strada sembra tracciata con previsioni di
sanzioni, come l’ineleggibilità a tutti i livelli
per 10 anni, per chi riduce sul lastrico le
proprie amministrazioni. Certo è diventata
una moda, ormai, quella di chiedere al po-
litico di svolgere il suo mandato in un’unica
soluzione o al massimo due. In linea di prin-
cipio potrei essere d’accordo, ma ho delle
riserve. Proviamo a riflettere sulle profes-
sioni o sui lavori: è il tempo e l’esperienza
che ne certificano la valenza. Sarebbe come
chiedere ad un medico di chiudere il pro-
prio ambulatorio dopo 5 anni. Anche qui
mi sento di affermare che occorre il buon
senso e che certamente non si può fare del-
la cosa pubblica una cosa privata, ma si deve
sempre guardare se il politico svolge il suo
ruolo con competenza, se è in sintonia con
il mondo che lo circonda e se la collettività
ne trae benefici o lo beneficia. Voglio, a tal
proposito, ricordare il Sindaco Angelo
Vassalli ucciso perché si era ribellato al can-
cro della sua terra: lacriminalità. Non im-
porta da quando si amministra ma come si
amministra.
10
Chi ricorda come era la stazione fer-
roviaria di Trinitapoli? Basta una pas-
seggiata per capire che nulla è più
come prima. E’ oramai sempre più
evidente la strategia adottata dalle
Ferrovie dello Stato nei confronti de-
gli utenti, trinitapolesi e non: per di-
gerire meglio una pillola amara è
meglio somministrarla a piccole dosi.
Se da un lato si cerca di eliminare il
deficit con drastici tagli di personale
ed eliminazione di servizi, dall’altro
nelle stazioni ferroviarie viene dap-
prima effettuata la cosiddetta ‘ope-
razione di restyling’ salvo poi (ed
Trinitapoli ne ha un esempio lampan-
te) farle diventare un monumento
allo spreco e all’incuria. Porte divelte
o mancanti, muri scrostati o imbrat-
tati con vernici spray, penne, matite
e quant’altro. Con il passare del tem-
po la stazione F.S. rischia di diventa-
re, oltre che una sorta di ‘manifesto’
dello stato in cui versano le ferrovie
italiane, un biglietto da visita degra-
dato e degradante per una città che
dovrebbe fare del turismo archeologi-
co la sua attrattiva principale. Non
solo, ma lentamente ed inesorabilmen-
te il punto di riferimento per l’intera
cittadinanza si è trasformato nella
‘meta di pellegrinaggio’ per teppisti, tos-
sicodipendenti ed ogni altro esempio
di individuo ai margini della società
civile.
I TAGLI DI PERSONALE E
IL DEGRADO
Dove una volta erano impiegati il Capo
Stazione Titolare, il Dirigente Movi-
mento, il Capo Gestione addetto alla
biglietteria ed alle merci, il manovra-
tore e l’ausiliario, non è rimasto nean-
che il Dirigente Movimento. E la bi-
glietteria? Un cimelio archeologico!
Cosa dire, poi, delle famigerate
emettitrici e ‘macchine obliteratrici’?
Sin dal giorno del loro ‘debutto’ sui
marciapiedi della stazione sono state
oggetto di attenzione pressochè quoti-
diana da parte di vandali che regolar-
DI PINA CUSMAI
l’inchiesta
mente le mettono ‘fuori servizio’. Nes-
suno si preoccupa di effettuare alcun
tipo di manutenzione nè tanto meno
di posizionare anche solo una di que-
ste in opportune bacheche protettive
all’interno del ‘fabbricato viaggiatori’.
Il risultato è che ormai tutti coloro che
prendono il treno a Trinitapoli si sen-
tono autorizzati a salire sullo stesso
senza la necessaria obliterazione. Se poi
il controllore non passa il viaggiatore
ha viaggiato gratis, essendo ancora in
possesso di un biglietto ‘immacolato’
valido... per la prossima volta.
Ed ancora: il mancato funzionamento
dei termosifoni nella sala d’aspetto, la
chiusura dei servizi igienici, i
portarifiuti puntualmente dati alle
fiamme, l’orologio che non è collegato
certo con il Gallileo Ferraris di Torino,
i monitor per visualizzare i treni in par-
tenza e in arrivo quasi sempre spenti.
Col tempo le cose non sono affatto mi-
gliorate, anzi. Lo smantellamento del-
la passerella per i disabili, assolutamen-
te necessaria perchè anche i portatori
di handicap possano usufruire del ser-
vizio di trasporto su rotaia.
I SERVIZI? UN
OPZIONAL
Sul servizio offerto, poi, sarebbe me-
glio stendere un velo pietoso. Mentre
in altre zone d’Italia partono iniziative
quali il ‘Treno Azzurro’, che attraver-
sando la riviera romagnola permette di
raggiungere facilmente le discoteche
della zona, qui i problemi di mobilità
lamentati dall’utenza non riescono a
trovare soluzione. Nell’orario attual-
mente in vigore dal 13 dicembre persi-
stono buchi anche di un’ora e mezza
per i collegamenti con Foggia e Bari.
L’offerta-treno dovrebbe essere poten-
ziata, disattendendo quella mobilità
economicamente ed ecologicamente
conveniente dai paesi limitrofi (San
Ferdinando – Margherita) verso il ca-
poluogo o la sesta provincia.
Ultimo, ma non ultimo, il Dirigente
UNA LENTA AGONIA
LA STAZIONE FERROVIARIA
11 DICEMBRE 2010
Movimento. Qualcuno si sarà certa-
mente chiesto cosa è rimasto del ‘Ca-
postazione’ di una volta, superbamen-
te immortalato sul grande schermo da
Totò in ‘Destinazione Piovarolo’ e, in
tempi più recenti, dal nostro conterra-
neo Sergio Rubini nel film ‘La Stazione’. Con cartelli ed avvisi di varia natura la ‘gentile clientela’ viene invitata a
servirsi dei punti vendita esterni per l’acquisto dei biglietti a fasce chilometriche. Per le lunghe percorrenze non c’è
problema: ci penserà il controllore a bordo treno, se e quando avrà il tempo di farlo. Per eventuali informazioni è
inutile rivolgersi al personale di stazione: basta telefonare al Numero Verde ‘F.S. Informa’.
FUORI SERVIZIOUn’obliteratrice chiamata desiderio
13 DICEMBRE 2010
Per la loro categoria continuiamo a nu-trire una forte ammirazione. Battevanoe strofinavano con vigore sopra una ta-vola di legno affrancata da quattro pie-di. Con caldaia scaldavano l’acqua. Eper rendere brillanti i panni, mettevanol’acqua di bucato! Stendevano, stende-vano, stendevano Avete capito di chistiamo parlando? Lei è lì che vi aspettacon tanto di macchine industriali in Cor-so Garibaldi. Altri tempi. L’antica La-vanderia del corso nasce nel 1963 la la-vanderia Angela in Viale VittorioVeneto, 45 con una macchina per la-vaggio a secco, due ferri a vapore, unacentrifuga, una macchina ad acqua e unpancione del figlio primogenito. Si la-vavano tovaglie e tovaglioli al Signor Ciccillo Cannone,stirandoli spesso di notte, per approntarli il giorno se-guente alle feste da lui organizzate. Tanti sono stati i di-sagi e i sacrifici affrontati per questo lavoro,ma tante an-che le soddisfazioni ricevute. Dopo molti anni, per sva-riati motivi, la lavanderia è stata trasferita in Via Marconi.Grazie all’incremento di lavoro è stata in seguito trasferi-ta in Corso Garibaldi, dove dopo qualche anno la signoraAngela è andata in pensione cedendo al figlio Mino l’atti-vità. Molto è stato aggiunto e trasformato. Infatti ora èmunita di catena di montaggio per indumenti, 4 ferri dastiro di ultima tecnologia, n.1 manichino a vapore, n.1imbustatrice, un essiccatoio, due macchine per lavaggioa secco a idrocarburi, n.2 centrifughe. Con questi mezzi,quindi la Lavanderia del Corso si è specializzata in lavag-gio di tappeti, pellicce, pelli, abiti da sposa ed eleganti.Trovandoci nel periodo del S. Natale l’Antica Lavande-
Antica Lavanderia del corsoillis temporibus
ria del Corso augura a tutta la Cittadinanza tanto Amore,tanta Gioia, tanta Felicità e tanta Serenità, con gli occhi
rivolti verso la capanna di Gesù Bambino.
15 DICEMBRE 2010
il personaggio
Oltre ad essere un bravo artista è stato un mio amico
d’infanzia: abbiamo frequentato la scuola insieme in quel
di Legnano. E’ sempre stato un simpaticone. La sua
mamma è di Trinitapoli. All’anagrafe fa Massimo Sisto.
E’ allora, avete indovinato di chi stiamo parlando? Di
Max Pisu (il suo nome d’arte). Il grande pubblico ha im-
parato a conoscerlo ed amarlo nei panni di Tarcisio, un
fervente frequentatore di parrocchie e gite a Lourdes, un
personaggio un po’ tonto che ha fatto ridere le platee di
tutta Italia.
In questi giorni l’ho chiamato al telefono. Caro Max ti
senti un po’ Pugliese? Risponde: «Non un po’. Almeno per metà.
La mamma è del tuo paese. Si dice casalina». Max ha dimo-
strato una grande poliedricità artistica, accantonando
spesso il personaggio per calarsi con successo nei panni
di conduttore, attore e comico puro a seconda delle di-
verse occasioni cinematrografiche, televisive e teatrali.
Il segreto del successo può essere la simpatia che il pub-
blico nutre per te? «Per fare questo lavoro – spiega al telefo-
no Max - essere ‘simpatici’ non basta. Simpatia e comicità non
sono la stessa cosa…Anzi, molti bravissimi attori comici, nella
vita poi magari non sono così simpatici come sembra». Ricordia-
Max Pisu: cuore di Mamma
di Michele Mininni
RESPONSABILE CARITASTRINITAPOLI
mo la sua partecipa-
zione a Zelig su Ita-
lia1 nel 2001 e suc-
cessivamente a Ca-
nale 5sempre Zelig ,
poi con Paolo
Bonolis in Ciao
Darwin. Nel 2004
debutta come attore
su Raitre Un posto al
Sole, e di seguito tan-
te apparizioni come
Guida al Campionato,
Quelli che il Calcio, nel
film Terapia d’urgenza, L’Italia sul Due, Aria Fresca con
Carlo Conti ecc. Chiudiamo con una promessa. La fa Max
Pisu a La Piazzetta: «Ogni tanto in Puglia ci capito per lavoro.
Spero che presto ci sia la possibilità di calcare le tracce delle mie
origini, magari portare a Trinitapoli il mio spettacolo. Mi fareb-
be molto piacere poter invitare anche qualche vecchio amico come
te». Ogni promessa è debito!
MICHELE MININNI
NON TUTTI SANNO CHE È PER METÀ TRINITAPOLESE
21 DICEMBRE 2010
giurisprudenza
IL D.L. 31 maggio 2010 n. 78 (Manovra2010), mira ad individuare e censire, da unlato, i fabbricati iscritti in Catasto ma nonaggiornati e, dall’altro, i fabbricati che nonrisultano dichiarati al Catasto ( i ccdd im-mobili fantasma).La norma trae origine da un’operazione av-viata già nel 2006 dall’Agenzia del territorioin collaborazione con l’Agea, a seguito del-la quale, grazie ai rilievi fotogrammetrici,sono emersi circa 2 milioni di immobili noncensiti nel Catasto fabbricati.La manovra 2010 prevede che l’Agenziacompleti entro il 30 settembre 2010 le atti-vità di individuazione degli immobili nondichiarati. I possessori di tali immobili devono pre-sentare, entro il 31 dicembre 2010 la dichia-razione di aggiornamento catastale, per laregolarizzazione catastale, alla quale dovràseguire quella fiscale, relativa agli annipregressi, non ancora caduti in prescrizio-ne. Stesso obbligo, e nei medesimi termini,per i possessori di unità immobiliari chehanno subito variazioni di consistenza(ampliamenti, recupero di sottotetti, forma-zione di verande nei terrazzi, creazione dicantine abitabili ecc.) o un cambio d’uso conopere.Le denuncie catastali devono essere com-missionate a tecnici professionisti iscritti aglialbi degli ingegneri, architetti, geometri, pe-riti edili e agrari, dottori agronomi eagrotecnici, che vi provvederanno, propo-nendo anche la rendita ai sensi dell’art. 1 delD.M. 701/94.L’individuazione di tali immobili è con ri-ferimento alle pubblicazioni effettuate inGazzetta Ufficiale negli anni 2007,2008 e2009. Gli elenchi, relativi a tali immobili,sono stati pubblicati, in ordine di comune,sezione, foglio e numero di particella, sullaGazzetta Ufficiale, e sono visibili nel sitowww.agenziaterritorio.gov.it e presso i co-muni e gli uffici provinciali dell’Agenzia.Qualora i soggetti obbligati non adempia-no nei termini previsti, l’Agenzia, nelle moredell’iscrizione in Catasto attraverso lapredisposizione delle dichiarazioni Do.C.Fa.,procede all’attribuzione di una rendita pre-sunta, da iscrivere provvisoriamente in Ca-tasto, anche sulla base degli elementi tecniciforniti dai Comuni. Tale attività viene svol-ta, ai sensi del comma 10, dall’Agenzia cononeri a carico dell’interessato, da determi-nare con apposito provvedimento del Di-rettore dell’Agenzia.
Dopo l’accatastamento, è necessario pro-cedere alla regolarizzazione fiscale in temadi imposte dirette e ICI. Per cui, nel caso diimmobili fantasma, secondo l’art. 2, comma36 del D.L. 262/06, l’efficacia della renditadecorre dal 1° gennaio dell’anno successi-vo a quello di ultimazione del fabbricato o,in mancanza, dal 1° gennaio dell’anno dipubblicazione degli elenchi sulla GazzettaUfficiale per il comune di appartenenza. Sesi tratta, invece, di variazioni presentate permutamenti nello stato delle unità immobi-liari già censite, l’efficacia della rendita risalealla data di effettiva ultimazione delle ope-re.La regolarizzazione deve essere fatta ricor-rendo al ravvedimento operoso, previstodall’art. 13 del D.Lgs. 472/97, che consentenotevoli risparmi nell’applicazione delle san-zioni, evitando così l’accertamento degli enticreditori.In caso di inadempienza, infatti, il comma11 del D.L. n. 78/2010 prevede che l’Agen-zia del territorio procede agli accertamentidi competenza, anche con la collaborazio-ne dei Comuni, mentre il comma 12 di-spone che a decorrere dal 01 gennaio 2011l’Agenzia dovrà attuare un costantemonitoraggio del territorio, in collaborazio-ne con gli Enti locali; a tal fine il comma 13estende agli Uffici dell’agenzia i poteri istrut-tori previsti dall’art. 51 del D.P.R. 633/72nonché quelli in materia di accessi, ispezionie verifiche, disciplinati dall’art. 52 del me-desimo decreto. Sul fronte urbanistico,l’adempimento va richiesto dai possessoridei fabbricati fantasma, mediante incaricoa uno dei tecnici citati, con la presentazioneal comune di un progetto edilizio insanatoria, versando le sanzioni previstedall’art. 37 del D.P.R. 380/2001 a condi-zione che la destinazione urbanistica siacompatibile con la costruzione eseguita.Analogamente, nel caso di unità immobi-liari già censite, ristrutturate con modificheche abbiano inciso sulla consistenza o per ilcambio d’uso, si potrà presentare una Scia(segnalazione certificata inizio attività) insanatoria, versando la sanzione che, in talefattispecie viene di norma applicata al mi-nimo. Sempre al fine di perseguire l’obietti-vo dell’allineamento delle risultanze docu-mentali con la realtà del patrimonio immo-biliare, con il comma 14 viene aggiunto ilcomma 1-bis all’art. 29 della legge 27 feb-braio 1985 n. 52, il quale prevede che gliatti pubblici e le scritture private autentica-
te, tra vivi, quindi tutti atti che rivestono unaforma idonea alla trascrizione, aventi adoggetto il trasferimento, la costituzione olo scioglimento di comunione di diritti realisu fabbricati già esistenti, devono contene-re, a pena di nullità, oltre l’identificazionecatastale, il riferimento alle planimetrie de-positate in Catasto e le dichiarazione, resain atti dagli interessati, della conformità allostato di fatto dei dati catastali e delleplanimetrie.Stesso monitoraggio e controllo viene ef-fettuato anche in sede di registrazione deicontratti di fitto, dove il comma 15dell’art.19 del D.L. 78/2010 prevede che, adecorrere dal 1° luglio 2010 la richiesta diregistrazione di contratti, scritti o verbali, dilocazioni o affitto di beni immobili esistentisul territorio dello Stato e relative cessioni,risoluzioni e proroghe anche tacite, devecontenere anche l’indicazione dei dati catastalidegli immobili. La stessa norma stabilisceche la mancata o errata identificazione deidati catastali è considerata fatto rilevante aifini dell’applicazione dell’imposta di registroed è punita con la sanzione prevista dall’art.69 del D.P.R. n. 131/1986 (dal 120% al240% dell’imposta dovuta). L’Agenzia del-le entrate ha quindi conseguentemente prov-veduto ad una revisione della modulisticautilizzata per l’esecuzione degli obblighi inquestione. Con provvedimento del 25 giu-gno 2010 sono stati in particolare approva-ti:- una nuova versione del Mod. 69 (richiestadi registrazione) nell’ambito del quale è sta-to inserito il Quadro D, denominato “Datidegli immobili”, da utilizzarsi per la regi-strazione dei nuovi contratti;- un nuovo modello, denominato CDC, dautilizzarsi per la comunicazione dei daticatastali in caso di cessioni, risoluzioni e pro-roghe di contratti già in essere.I nuovi modelli approvati riguardanol’adempimento “cartaceo”, presso gli Uffi-ci, degli obblighi di registrazione. Tuttavia,per la registrazione dei contratti di locazio-ne esiste anche una modalità telematica,obbligatoria per i possessori di oltre 100immobili e facoltativa per tutti gli altri con-tribuenti. In relazione a tale modalità, l’Agen-zia delle entrate ha provveduto ad appro-vare le nuove “specifiche tecniche”, al finedi consentire l’inserimento dei dati catastalidell’immobile anche nel programmainformatico da utilizzare per gliadempimenti di registrazione.
GLI IMMOBILI - FANTASMA
A CURA DELLA DOTT.SSA MARINELLA TESTA
22
echi di novembre
SUA MAESTÀ IL CARCIOFOGRANDE PARTECIPAZIONE DI PUBBLICO PER IL TRIONFO DEL SAPORE
La V edizione della Sagra del Carciofo fa il pienone. Mas-
siccia è stata la partecipazione a questo evento organiz-
zato dalle Associazioni di Volontariato
AVIS e A.V.S. Casaltrinità di Trinitapoli in collaborazione
con l’Assessorato
alle Attività Produttive del Comune di Trinitapoli, Gal
Dauno Ofantino, Produttori e Commercianti di carciofi
locali e con il patrocino della Regione Puglia e la Provin-
cia della Bt. Le due giornate in programma hanno regala-
to a Trinitapoli un ottimo riscontro in termini di presen-
ze. In vetrina c’erano le esposizioni, le mostre, gli spetta-
coli tradizionali e non,l’apertura al pubblico delle ricchezze
storiche del paese e, naturalmente, il richiamo del carcio-
fo e dei buoni sapori.Grande successo per gli itinerari cul-
turali e gastronomici predisposti lungo il percorso della
Sagra. Letteralmente presi d’assalto gli stand dove, ac-
canto al carciofo sua maestà, si potevano degustare molte
altre prelibatezze di Trinitapoli. E’ stata una sagra, a mio
modesto parere, molto ordinata con spazi ben organizzati
per ripartire la folla di persone in diverse aree. Ovunque
si trovavano bancarelle che vendevano a prezzi ridotti,
carciofi locali, ben sistemati sui banchi in mazzi molto
decorativi.
«Siamo molto soddisfatti -commentano insieme i due Presi-
denti della Associazioni Organizzatori Damiano
Marzucco (AVIS) e Antonietta De Rosa (A.V.S.) - il
nostro progetto è riuscito anche quest’anno, tutti gli obiettivi sono
stati raggiunti. Oltre allo scopo di raccogliere fondi per le due As-
sociazioni, abbiamo organizzato un buon evento culturale per la
nostra città. L’organizzazione può ancora crescere,ma per ora sia-
mo moltosoddisfatti così».
MICHELE MININNI
Nella prima domenica di Avvento è iniziata la Missione Parroc-chiale 2010-2011 in tutte le Parrocchie della città. Per entrare nelclima della Missione e per sapere di più di questo importante evento,La Piazzetta ha incontrato il Vicario episcopale, Mons.GiuseppePavone che gentilmente ci ha concesso un’intervista.
Mons. Pavone, ma cosa è la Missione Parrocchiale?
E’ un evento di grazia che viene offerto alla comunità parrocchialeper riscoprire Cristo,la bellezza e la forza trasformante della suaParola e per ritrovare la gioia di vivere l’esperienza cristiana in ma-niera più consapevole e operosa.Ma quanto dura?
Conosciamo l’inizio :28 novembre 2010,prima domenica di Av-vento. Non ci sarà una fine,perchè la comunità parrocchiale inten-de adottare per sempre uno stile di vita missionario. Chi è interessato?
La comunità parrocchiale in tutte le sue componenti:famiglie, adulti,anziani giovani, adolescenti, fanciulli, ammalati, lavoratori, opera-tori dei diversi settori della vita sociale. Ma come si svolge?
Sul territorio parrocchiale saranno costituiti dei cenacoli nelle casedi famiglie disponibili ad accogliere altri piccoli nuclei familiari perpoter incontrare e ascoltare la Parola di Dio. Ci saranno incontri dicategorie di persone. Chi saranno i Missionari ?
Non ci saranno Missionari professionisti,ma fratelli della nostracomunità che,dopo un periodo di preparazione e di conversionepersonale,aiutati dalla forza dello Spirito Santo,saranno proclamatorie testimoni della Parola di Dio.Mons. Pavone è possibile tramite la Piazzetta formulare ai
nostri lettori gli Auguri di un Buon Natale?
Il Redentore che ha già inabitato la nostra umanità, sia accolto datutti, sapendo che Lui è portatore di un Regno di giustizia, di amo-re e di pace che troverà compimento nella sua seconda venuta.Auguri di Santo Natale a tutti i lettori de “La Piazzetta”.
MICHELE MININNI
APRITE LEPORTE ACRISTO
23 DICEMBRE 2010
Erano in molti a non credere nel Coro polifonico di Sant’ Anna,mettendo in giro zizzanie e voci non vere. Ma con coraggio, dedi-zione e la devozione a Sant’Anna, il gruppo è andato avanti per lapropria strada cercando sempre di maturare, migliorare e di cre-scere grazie anche alla tenacia e all’incoraggiamento del nostroparroco Mons. Stefano Sarcina. Il Coro di Sant’Anna, più o menocome lo conosciamo oggi, si formò cinque anni fa sotto la guidapaziente del maestro Angelo Di Fidio - docente di Educazionemusicale presso la Scuola Media Statale ‘ Giovanni XXIII ‘ di SanFerdinando di Puglia – quando, in prossimità del Venerdì Santo, ilCoro era impegnato nelle prove canore del ‘Christus’, il cantocomposto dal maestro Giacomo Lacerenza ed entrato ormai nellatradizione locale. Da allora, il Coro è cresciuto, non solo di nume-ro, trovandosi impegnato in molti concerti e gemellaggi, acqui-stando riconoscenze anche in diversi paesi della BT.
L’ultimo è avvenuto proprio il 21 Novembre scorso a SanFerdinando di Puglia nella Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, inoccasione della prima rassegna di cori polifonici ‘S. Cecilia 2010’insieme ad altri cori polifonici ( Coro polifonico ‘Yobel’ dellaParrocchia S. Ferdinando Re e il Coro Polifonico ‘Sacro Cuore diGesù’). La serata è iniziata con l’eccezionale partecipazione delprof. Franco Terlizzi che ha declamato diverse poesie di alcuniautori famosi ed è proseguita con i vari cori che si sono esibitidavanti ad un numeroso pubblico, cantando tre brani ciascuno.Lo spettacolo si è concluso con il brano ‘Va’ Pensiero’- trattodall’opera del Nabucco di Giuseppe Verdi- eseguito all’unisono datutti e tre i Cori, riscuotendo l’ovazione del pubblico. Al termine,vi è stata la consegna delle Targhe per la partecipazione all’evento,ai vari cori. Ma il Coro di Sant’Anna non si ferma qui. Infatti ha inprogramma altri concerti, tra cui quello di Natale che si terrà aTrinitapoli presso la Rettoria di Sant’Anna il 06/01/2011.
Ma andiamo a conoscere meglio tutti i componenti del Coro diSant’Anna: Prof. Angelo Di Fidio: Direttore - Prof. Nando Ga-rofano: Pianista - Pantaleo Metta: Tenore
CORISTI: Giusy ed Emanuela Lopopolo, Maria Laura Di Fidio,Grazia Laporta, Francesca Pinto, Mariangela Stranieri, NunziaSapienza, Donata Pistilli, Grazia Di Biase, Domenica Guerini, Iris
echi di novembre
ph : Lattanzio
Rassegna di CoriPolifonici S. Cecilia
Rassegna di CoriPolifonici S. Cecilia
Ventura, Rosa Caressa, Erminia Colarossi, Maria Gio-vanna Fano, Santoro Gaetana, Nella De Benedittis,Nicoletta Lamacchia, Domenico Samarelli, MauroRusso, Sabino Damato, Michele Costantini, Vincenzo
Di Biase, Francesco Sarcina, Domenico Cuocci e Nicola Bru-no.
Ci sono tutti i presupposti perchè questo Coro continui a mi-gliorare, incassando successi e soprattutto donando a tutto ilsuo pubblico, attraverso l’arte e la musica, quel po’ di pace dicui l’uomo ha bisogno in periodi di incertezze e crisi comequesto. FRANCESCO SARCINA
E’ salita al cielo Angela Stella Sisto prima che giuridi-
camente venisse riconosciuta la onlus di cui lei era so-
cio-fondatrice. Nascerà in città ad opera di un gruppo
di volontarie un’associazione onlus e porterà un palpi-
to di cuore agli anziani. Nascerà a presto e combatterà
l’isolamento e l’istituzionalizzazione degli anziani non
autosufficienti, fornendo loro sostegno e assistenza
domiciliare. C’è un anziano bisognoso che aspetta te!Chiama e sarai con noi..INFOTEL: 345.35.61.835 –
339.42.38.243 – 347.67.39.134
APRI IL CUORE ALLA
SOLIDARIETÀ
APRI IL CUORE ALLA
SOLIDARIETÀ
25 DICEMBRE 2010
E’ stato davvero difficile per tutti i casalini doverrinunciare al bel campanile della Chiesa dell’Imma-colata che spiccava e dominava ovunque i paesag-gi. Per non parlare della sua inconfondibile e lumi-nosa Croce che è stata per molti anni un punto diriferimento, una bussola. Basti pensare che, comeci hanno confessato dei pescatori stessi, nei giorniin cui il faro non era funzionante, essi lo sostituiva-no guardando la Croce blu per fare ritorno a casa.
Ma andiamo per ordine, tutto iniziò lo scorso annoquando, dopo vari sopralluoghi e perizie, si nota-rono crepe e lesioni gravissime alla struttura permancanza di manutenzione, così si decise di abbat-tere il campanile per evitare vari pericoli in futuro.In una domenica d’inverno, Padre Michele al ter-mine della messa avvisò la comunità che da lì apoco sarebbe stato abbattuto il campanile perchéormai inagibile e pericolante; ovviamente a questanotizia la comunità rimase sconvolta e in disaccor-do con la decisone presa, visto il valore, soprattut-to affettivo, che essa gli attribuiva. Nel constatare ilmalumore creatosi, il Parroco, con la calma e ladolcezza di sempre, chiese se vi fossero altre pro-poste o idee tra la comunità per cercare di trovareinsieme agli ingegneri e all’architetto una possibilesoluzione.
Purtroppo c’era ben poco da fare, l’unica soluzio-ne era abbattere il vecchio campanile e ricostruirneuno nuovo, rispettando più o meno, lo stesso stile.I lavori, iniziati il 18 Maggio, sono tutt’ora in corsoe dovrebbero terminare il 18 Maggio 2012, come è scritto sul-l’insegna del progetto. Si pensa comunque, come ci ha confida-to lo stesso Padre Michele e lo crediamo anche noi, che i lavoritermineranno prima del dovuto, il tutto seguito dagli occhi vigilidell’ingegnere Giacomo Di Staso e Gioacchino Manzulli e dal-l’architetto Maria Pia di Staso che coordinano i lavori eseguitidalla ditta “ Impresa Edile Ruggiero Straniero”. Il 16 Novem-bre scorso è arrivato da Lecce la cupola, l’ultimo pezzo cheserviva al completamento dell’opera; il 17 Novembre una par-ticolare gru ha sollevato questa cupola, campane comprese, po-sizionandola in cima al campanile che, stando ai dati, è alta 39m. di cui 30 m. sono di struttura muraria e per i restanti 9 m., lacupola e la croce insieme. La cupola è costituita da 6 campanedi cui 2 nuove, ma già esistenti, dedicate a S. Francesco e S.Antonio e 4 nuovissime, di cui 3 dedicate alla S.S. Trinità (Padre,Figlio e Spirito Santo) e 1 alla Vergine Maria.
Il nuovo campanile è stato costruito grazie ai fondi versati dallanostra Diocesi, dalle istituzioni pubbliche e soprattutto graziealla generosità dei cittadini che si sono prodigati nel contribuireeconomicamente alla ricostruzione. Come ci ha confidato Pa-dre Michele, il nuovo campanile potrebbe riservare delle sor-prese rispetto al progetto iniziale. Lo scoop è che il 25 Dicem-bre per la prima volta sentiremo suonare le nuove campane!
echi di novembre
Nuova vita al campaniledei monaciNuova vita al campaniledei monaci
FRANCESCO SARCINA
NOZ
ZE D’A
RGEN
TO
LEONARDO DI BIASE & GRAZIA
LATTANZIO
hanno festeggiato le nozze d’argento.
Ne avete fatta di strada insieme.
E ne continuerete a fare.
ANNALISA E VINCENZO
27 DICEMBRE 2010
recensioniDI MATTEO DE MUSSO
Un caleidoscopio di vita vissuta, vita osser-vata, e saremmo tentati di dire addirittura“spiata”, poi pazientemente appuntata e ri-ferita con stile e con garbo. Snocciolandouno dopo l’altro quelli che a noi paiono “qua-dretti” veri, o forse verosimili (nel qual casola verve e la fantasia di un Signoriello narra-tore verrebbero ulteriormente esaltate), masegnalati semplicemente come “storie dipassaggio”, veniamo catapultati nel cuorefantasmagorico della Milano bene, lì cioèdove il lusso sfrenato pare mortificare altrenecessità impellenti e la crisi non ha diritto dicittadinanza, e dove di pari passo imperanola scaltrezza, la furbizia, o altri semplici espe-dienti per vedere esaurito questo o quel de-siderio, questo o quel capriccio. In questotesto, graficamente molto ben confeziona-to, l’impatto del lettore è con uomini d’affa-ri e con donne che interagiscono con sciol-tezza e savoir faire in quello che viene inter-nazionalmente comunemente denominato“quadrilatero” della moda milanese, anzidell’alta moda, mondo al quale noi comunimortali, sia detto senza invidia, per carità,possiamo accostarsi restando all’esterno, conil naso incollato alle vetrine, così tanto per
cogliere lo sfolgorio del loro contenutoestroso, ricco, non certo alla portata dellenostre povere tasche. Dobbiamo accon-tentarci di sfogliare queste interessanti pa-gine, centellinare i racconti, rivivere con lamente visioni quasi oniriche, evanescenti perpoi subito chiudere gli occhi e pensare:“Straordinario…, ma sarà tutto vero”? Men-tre questo dubbio ci arrovella, la lettura sisnoda in una trentina di storie, passandoda una situazione all’altra, tutte comunquecolte all’interno di una gioielleria. E’ quiinfatti che per bocca di Giovanni, il prota-gonista, e sotto gli occhi di Eleonora, suamoglie, e di Paola, che ha preso il posto diGiovanni sul lavoro, rivivono attimo perattimo curiose vicende che costituisconoin realtà altrettante anticipazioni di un te-sto che, sempre lui, il nostro caro Giovan-ni sta per dare alle stampe. Storie brevi,brevissime, flash simpatici ed accattivantiche possono farci compagnia la sera pri-ma di addormentarci: sarà sufficiente te-nere il libro sul comodino e divertirsi aleggerne una per sera. Un mese di sonnitranquilli sarà così assicurato, ricco, se non
proprio dello sfolgorio di gioielli, almenodi sogni felici.
VIAMONTENAPOLEONEDI GAETANO SIGNORIELLO, PENNA CASALINA
28
DI PIETRO DI BIASE
Nel clima delle celebrazioni per il 150° anniversario del-l’Unità d’Italia appare encomiabile il proposito dell’Asso-ciazione Carabinieri di Trinitapoli di voler ricordare chi,dei nostri concittadini, ha combattuto per l’Italia sino alsacrificio della propria vita. È nata così una prima ricercasu un umile muratore che, con la divisa da carabiniere, haversato il proprio sangue in terra iugoslava, in una guerradi cui sicuramente non capiva la logica che l’aveva gene-rata, né la perversa modalità di conduzione. La vicenda di Martino Cuocci, morto in combattimentoil 6 novembre 1942 a Licka Jesenica, durante l’occupazio-ne italiana dei Balcani, ci riporta ad una pagina per nullagloriosa della nostra storia nazionale, volutamente fattacadere nel dimenticatoio alla fine del conflitto. La politica di espansione che il fascismo realizza neiBalcani deriva dall’antica ambizione di fare dell’Adriaticoun mare interno italiano. Tali aspirazioni non si erano, tut-tavia, trasformate in una chiara strategia politica e l’esitodisastroso della campagna di Grecia rivelava il velleitarismodel disegno espansionistico fascista. L’occupazione della Jugoslavia, nell’aprile 1941, da partedella Wehrmacht e dell’esercito italiano portò alla spartizio-ne del paese e alla creazione di un nuovo Stato indipen-dente in Croazia, che venne diviso in due aree di influen-za, tedesca ad oriente e italiana ad occidente. Se la conquista della Jugoslavia era stata piuttosto agevo-le, la gestione e il controllo dei territori occupati fu estre-mamente difficile, specie da parte italiana. Ben presto, in-fatti, le forze d’occupazione dovettero misurarsi con unforte ed esteso movimento di resistenza, per cui misero inatto uno stato di guerra totale contro la popolazione, tra-sformando il conflitto in una grande operazione di polizia.Di qui la costituzione di tribunali militari, i rastrellamentinelle città e nelle campagne, il prelievo di ostaggi, la lorosommaria esecuzione, le razzie e gli incendi di villaggi, le
deportazioni nei campi di concentramento sparsi in tuttaItalia. A tutto ciò si accompagnò una serie di offensive ed azionimilitari, che non ottennero risultati duraturi sul piano delcontenimento della guerriglia partigiana, ma spinsero ancorpiù il popolo ad appoggiare il movimento di liberazione,alimentando nel contempo sentimenti di rancore verso gliitaliani. Per Enzo Collotti l’uso indiscriminato della violenza e dellarepressione nei confronti non solo dei movimenti della Re-sistenza, ma anche dei civili, è un ennesimo risvolto del-l’incapacità dei nostri governanti sia di avere una visionepolitica, che di dialogare con le popolazioni. I soldati italiani, dal canto loro, perlopiù non sapevanoneanche perché erano stati mandati a morire in quelle zonee, per spronarli, si dipingeva loro il nemico come apparte-nente ad una civiltà inferiore. Il tutto lo si può definire,con Sergio Romano, ‘un dramma senza senso’. Questo è il contesto in cui si trova ad operare il carabinie-re Martino Cuocci. Era nato a Trinitapoli il 28 ottobre 1905 e, di professione,faceva il muratore, attività collegata in qualche modo aquella del padre, che era ‘scarpellino’, lavorava cioè la pie-tra.
storia nostra
L’Associazione Carabinieri:
tra storia e memoria
29 DICEMBRE 2010
A 21 anni lo ritroviamo carabiniere in Abruzzo, con laqualifica di ‘Tiratore scelto’. Nell’estate del 1942 è in Croazia con le truppe di occu-pazione: fa parte del 4° plotone mitraglieri della Divisio-ne ‘Lombardia’, di stanza a Delnice, al confine con laSlovenia.Ci rimangono due cartoline postali che Martino spediscealla moglie, la prima del 18 giugno e l’altra del 5 luglio.1942, interessanti perché riportano a stampa dei pensieridi Mussolini. Così nella prima leggiamo: «Nel combatti-mento chi esita, cade». È la propaganda fascista: serve ad‘animare’ il soldato che scrive e… la famiglia che attendenell’angoscia.Ancor più significativa l’affermazione delDuce stampata sulla seconda cartolina: ‘Affermo solen-nemente, e senza tema di essere smentito né oggi né mai,che la responsabilità della guerra ricade esclusivamentesulla Gran Bretagna’: parole che si caricano di un valoreprofetico, nel presagio della disfatta finale e nella vogliadi scrollarsi di dosso le responsabilità del baratro in cuiera precipitata la nazione. Non sappiamo se la propaganda aveva fatto breccia nel-l’animo di Martino o se si trattava di uno slogan ripetutosenza convinzione, visto che apre e chiude il testo dellacartolina con l’espressione ‘Vinceremo’. Ma non andrà così. E, ancor prima della fine della guer-ra, Martino lascerà la vita sul campo a Licka Jesenica il 6
settembre 1942. Come riferisce una nota dell’Ufficio sto-rico del Comando Generale dei Carabinieri, in quel gior-no «circa 800 comunisti attaccano il presidio posto aprotezione della stazione ferroviaria di Licka Jesenica.Un nucleo di 16 carabinieri sostiene, insieme ad unacompagnia del 155° Reggimento T.M., un attacco dura-to oltre 8 ore. L’esemplare comportamento dei carabi-nieri si impone all’ammirazione degli ufficiali di quelpresidio. Vicino alla propria mitragliatrice cade colpitoa morte il carabiniere CUOCCI Martino, proposto per laconcessione di una medaglia di bronzo al valor milita-re». Alla fine del conflitto, gli verrà conferita la Croce diGuerra al Valor Militare ‘alla memoria’. Nel dopoguerra c’è stato un atteggiamento di rimozio-ne dei fatti accaduti e dei crimini commessi dall’occu-pazione italiana nei Balcani, nella perpetua eautoassolutoria riproposizione del mito degli ‘italiani bra-va gente’. Il velo di silenzio steso su quegli eventi, però,non può far dimenticare il sacrificio di chi, in una vicen-da che andava ben oltre i propri orizzonti, ha comunquefatto sino in fondo il proprio dovere di soldato, a servi-zio dell’Arma e della Patria. Per questo esprimo apprezzamento e gratitudine all’As-sociazione Carabinieri di Trinitapoli, che ha voluto, conuna pubblicazione, consegnare alla memoria cittadina ilricordo di un umile figlio di questa terra.
30
punto VOLLEY
Entra nel vivo il campionato provincia-le di pallavolo di prima divisione maschi-le 2010/2011 che, per il secondo annoconsecutivo, vede partecipare l’A.S.D.Casalvolley Trinitapoli.Giunti ormai alla 5^ giornata di campio-nato, la squadra diretta da Lino Pollo co-mincia a dare i risultati che tutti si aspet-tavano. Dopo un avvio casalingo incer-to, 3 a 0 secco contro l’AV Lucera chenon lasciava presagire nulla di buono, lasquadra è cresciuta fino alla bella vitto-ria per 3 a 1 nella terza giornata di cam-pionato che ha visto la Casalvolley con-trapposta al San Giovanni Rotondo, par-tita preceduta dalla vittoria corsara con-tro lo SportLab Foggia per 3 a 2. Grandepoi è stata la prova proposta dal sestettocasalino contro la fortissima Vico, doveha conquistato un punto tanto difficile
quanto prezioso, uscendo tra gli applau-si degli spettatori, dopo un match av-vincente ed emozionante. Anche que-st’anno prezioso è stato il contributodegli imprenditori locali Arturo Tedonee Angelo Panegos, che continuano fer-mamente e fortemente a credere in que-sto progetto. Gli obiettivi che la socie-tà sportiva si è prefissata sono ambi-ziosi, ma l’entusiasmo del presidente,dell’allenatore e, soprattutto, dei gio-catori è fortissimo. In primis si punta aun piazzamento della squadra nelle pri-me quattro posizioni della classifica afine campionato regolare, che aprireb-be la strada ai playoff con la possibili-tà della promozione in serie D. Inol-tre, la società punta alla realizzazionedi un settore giovanile attraverso unascuola di pallavolo rivolata ai ragazzi
dagli 8 ai 16 anni. Tale scuola, in-fatti, permetterebbe la formazionedi nuove leve, unico modo per ga-rantire continuità al progetto nellasua totalità. I problemi da affronta-re, però non mancano: primo fra tut-ti la ricerca di una struttura che per-metta l’avvio di tale progetto. La so-cietà confida nella proficua collabo-razione delle istituzioni comunali escolastiche, anche se, sino a questomomento, non si è ancora giunti aun punto d’incontro. Una palestrache rimane chiusa equivale a nonaverla. I prossimi impegnidell’A.S.D. Casalvolley la vedonoaffrontare il doppio turno casalingocontro I Muppets di Foggia e con-tro l’Ortanova. Non saranno am-messi passi falsi, i play-off sono allaportata della squadra di Lino Pollo,ma non bisogna sbagliare le partiteche li vedono favoriti. Determinante
sarà anche l’apporto del pubblico, checomincia a credere in questa squadrae che sempre più numeroso riempi glispalti del Pala Pertini. Fa piacere,inoltre, constatare la presenza di tan-ti appassionati di pallavolo che dai pa-esi limitrofi raggiungono Trinitapoli,per godersi la partita. La ‘cenerentola’dello sport trinitapolese è l’unicasquadra nella zona a partecipare adun campionato maschile di volley, ladirigenza e la squadra lo sanno ed èanche per questo che non farannomancare mai il proprio impegno e l’or-goglio di rappresentare questa città,anche se spesso questa città si dimen-tica di loro.A Trinitapoli la pallavolo è sempre dipiù CASALVOLLEY!
Addetto stampa Casalvolley
E’ RITORNATA LA PALLAVOLO
MASCHILE A TRINITAPOLI
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