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Relazione sulla storia, l'evoluzione e le applicazioni della penna.

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Politecnico di TorinoFacolt di Architettura ICorso di laurea spec. in Ecodesign Storia e critica del progetto ecocompatibile - Prof Sergio Pace .:

La pennaStudenti: Giuseppe Gerbino, Gilda Pugliese

Politecnico di TorinoFacolt di Architettura ILaurea specialistica inAnno accademico 2009/2010Docente: Sergio Pace

Design del Prodotto EcocompatibileCorso di Storia e Critica del Progetto Ecocompatibile

Relazione sulloggetto pennaStudenti: Giuseppe Gerbino e Gilda Pugliese

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Indice1. Introduzione 2. Alfabetizzazione e scolarizzazione 3. Preistoria della penna diversi strumenti di scrittura3.1. 3.2. 3.3. 3.4. 3.5. 3.6. 4.1. 4.2. 4.3. 4.4. Paleolitico Egitto Mesopotamia Siria Maya Mondo romano La penna di volatile Il pennino La penna stilografica La penna a sfera Scheda Storia della biro Classificazione Scheda Storia della stilografica Come usare una penna stilografica Brevetti La penna nella musica La penna nellarte Bibliografia Sitografia

pag. 5 pag. 7 pag. 9pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. 9 10 10 11 12 12 13 14 14 15

4. Evoluzione della penna

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5. La biro5.1. 5.2. 5.3. 6.1. 6.2. 6.3. 6.4. 7.1. 7.2. 8.1. 8.2.

pag. 17pag. 17 pag. 17 pag. 20

6. La stilografica

pag. 21pag. pag. pag. pag. 21 23 27 27

7. Curiosit

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8. Bibliografia e sitografia

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1. IntroduzioneLa penna, definizioneStrumento per scrivere costituito un tempo da una penna doca opportunamente lavorata, quindi sostituita da unasticciola di materiale vario munita di pennino di metallo, anchessa oggi disusata. Penna stilografica, dotata di un serbatoio per linchiostro che alimenta direttamente il pennino. Penna a sfera, munita di un serbatoio con inchiostro semisolido e di una sferetta scorrevole al posto del pennino. Penna a feltro, costituita da un cilindretto di feltro che sostituisce il pennino, e da una ricarica dinchiostro. Lo Zingarelli, Zanichelli, 2003

Fig.1: doca

Una

penna

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2. Alfabetizzazione e scolarizzazkioneOsservando la tabella, si possono vedere come siano cambiate le esigenze di scrittura allinterno del mondo occidentale. Lanalfabetismo e la mancanza della necessit di scrivere da parte delle masse ha sicuramente contribuito a rallentare il processo di evoluzione dello strumento di scrittura. Punti chiave dellalfabetizzazione in occidente: 3100 a. C. 3100-1500 a. C. 650-550 a. C. 500-400 a. C. Invenzione della scrittura Sviluppo di sistemi di scrittura Invenzione dellalfabeto greco Sviluppo delle prime scuole, citt-stato greche, tradizione della scrittura a fini civili 200 a. C.-200 d. C. Scuole pubbliche romane 0 Origine e sviluppo del cristianesimo 800-900 Lingua, scrittura e sviluppi burocratici carolingi 1200 Rivoluzioni urbane, commerciali, espansione dellamministrazione e altri usi dellalfabetizzazione e specialmente della scrittura, sviluppo dellistruzione dei laici, avvento delle lingue volgari, alfabetizzazione pratica, eresie protestanti 1300 Riscoperta delleredit classica 1450-1460 Avvento della stampa, consolidamento degli stati, umanesimo cristiano 1500-1600 Riforma, diffusione della stampa, crescita delle letterature in volgare, diffusione dellistruzione scolastica (alfabetizzazione di massa in aree protestanti estremiste) 1600-1700 Campagna di alfabetizzazione in Svezia 1700-1800 Illuminismo e consolidamento delle tradizioni, eredit liberali 1800-1900 Sviluppo delle scuole, istituzionalizzazione, alfabetizzazione di massa, pubblicazioni di massa, istruzione, pubblica e obbligatoria, in vista dello sviluppo sociale ed economico 1900 sgg. Media elettronici, diffusione della scrittura senza stampa Fine XX secolo Crisi dellalfabetizzazione... e altre cose...Fonte: Harvey J. Graff, Alfabetismo di massa, mito storia realt, edizioni Sylvestre Bonnard, Milano, 2002

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3. Preistoria della pennadiversi strumenti di scrittura3.1. PaleoliticoFin dal paleolitico superiore 30-40.000 anni fa, luomo ha cominciato a tracciare graffiti e pitture su rocce e pareti di caverne. Pi o meno allo stesso periodo risalgono i pi antichi frammenti di ossa e di ciottoli con tacche che sono stati rinvenuti. Purtroppo non si sa con sicurezza a cosa servissero i segni ripetuti, n le immagini di animali dipinte nelle grotte. Probabilmente i dipinti di animali erano legati a riti magici per favorire la caccia, mentre sembra che le tacche incise avessero lo scopo di contare qualcosa, come per esempio i giorni che passano, i mesi lunari, gli animali catturati. Non c unorigine unica della scrittura, ma nata indipendentemente in diverse parti del mondo. Fra gli studiosi c tuttavia un diffuso accordo nel considerare i sumeri e gli egizi i primi popoli capaci di scrivere. Questo avvenne a partire da circa il 3500-3300 a. C.. Non si sa con sicurezza quale di questi due popoli labbia inventata per primo, anche se pare che la scrittura egiziana abbia subito influenze sumere e non viceversa. Si trattava di popolazioni che avevano acquisito lagricoltura gi da qualche millennio e che sentivano la necessit di un sistema di notazione dei prodotti agricoli. In genere, tra laltro, i sovrani imponevano ai sudditi delle tasse sotto forma di prodotti agricoli. Essi usavano queste risorse per pagare la costruzione dei palazzi e templi, per mantenere lesercito, i funzionari e la corte, etc. Anche negli scambi commerciali si sentiva la necessit di poter annotare le merci. La stessa cosa valeva per le offerte che venivano portate ai templi. Linvenzione della scrittura ha seguito da vicino molte altre innovazioni tipiche del neolitico, quali la costruzione di citt, luso del bronzo, linvenzione della ruota, del tornio del vasaio e del telaio per tessere. Durante questo periodo lagricoltura e lallevamento si erano gi affermate e diventava sempre pi necessario poter indicare prodotti e persone in documenti contabili e in transazioni commerciali.Fig.2: graffiti rupestri nella grotta di Altamira, Spagna, circa 14000-12000 a.C.

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3. Preistoria della pennadiversi strumenti di scritturaFig.3: Statuetta di scriba con rotolo di papito, pietra, altezza 7,5 cm, Medio Regno, XII dinastia, 2000-1800 a.C. circa. Torino, Museo Egizio.

3.2.

Egitto

In Egitto, la civilt egizia si affid alla figura dello scriba per redigere ogni tipo di testo, dallamministrazione pubblica agli affari dei privati. I segni della scrittura egizia venivano prodotti con un pennello costituito da un bastoncino di giunco sfilacciato allestremit, che dava la morbidezza necessaria per la scrittura su papiro o altri supporti. In et graco-romana lo strumento viene dotato di calamaio. Una canna con una cima appuntita veniva incisa per lasciar filtrare linchiostro dalla fessura. Si potevano ottenere spessori diversi cambiando la grandezza e il tipo di taglio, in questo modo era possibile diversificare il tratto dato dalla penna. Lattrezzatura per la scrittura comprendeva anche un astuccio con due vaschette per gli inchiostri e da una terza vaschetta per lacqua per diluire i colori utilizzati. Questi erano preparati principalmente dal carbone di legno e ocra rossa. Per parti a pi colori, il compito era affidato a scriba specializzati, veri e propri pittori, dotati di una tavolozza pi ampia. La formazione degli scriba era lunga e comprendeva un lungo apprendistato. Infatti, agli allievi era richiesto dapprendere conoscenze tecniche in ogni campo di applicazione della scrittura.

3.3. MesopotamiaFig.4: Una delle lettere di Amarna, XIV secolo a.C..

La scrittura sumerica ebbe origine nella bassa Mesopotamia, nel corso della rivoluzione urbana avvenuta nel sito di Uruk, antica citt dei Sumeri. Le condizioni sociali ed economiche della Bassa Mesopotamia erano tali da spingere ad un progresso culturale che sarebbe sfociato nella nascita della scrittura. Infatti vi era una gestione centralizzata dei raccolti e una forte dominanza teocratica che richiedeva uno strumento pi complesso per registrare e contabilizzate. Anche in questa societ la scrittura sembra essere riservato ad una classe elitaria. Si forma un distinto gruppo sociale: gli scribi. La scrittura sumerica, come poi la successiva scrittura mesopotamica, si basava sulluso di cunei come simboli grafici per la scrittura, per una semplice esigenza: il supporto era forma-

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3. Preistoria della pennadiversi strumenti di scritturato da tavolette di argilla su cui si imprimevano dei segni mediante uno stilo appuntito. Quindi il segno era dovuto a pressione ed incisione e non a scorrimento, come invece accadeva sui papiri. Questo condizion la nascita dei segni grafici che, a differenza di quegli egizi, erano fortemente stilizzati. La scrittura sumerica nasceva di per s stessa gi astratta e poco legata ai pittogrammi tipici ad esempio nella scrittura geroglifica. Essa probabilmente la prima lingua per cui sia stato inventato un metodo di scrittura. Si conservata in scrittura cuneiforme su tavolette di terracotta e su altri oggetti come ad esempio statue che sono state trovate con scavi archeologici in Mesopotamia. Originariamente la scrittura cuneiforme stata utilizzata come sistema di segni ideografici (ossia ad ogni segno corrispondeva una parola). Nel corso del tempo si poi sviluppata una rappresentazione in sillabe, nella quale alcuni segni rendevano il suono di una sillaba. Questo principio sillabico rimasto tuttavia una caratteristica secondaria dietro al principio ideografico.

3.4. SiriaIn Siria a partire da circa 10.000 anni fa, venivano usati dei gettoni dargilla di forma diversa per indicare dei prodotti agricoli. Per esempio, un gettone di forma di una grossa moneta con incisa una croce indicava una pecora, uno di forma conica indicava una misura di grano, uno ovoidale indicava unanfora dolio, etc. Per distinguere fra pecore, montoni ed agnelli, si incidevano sul gettone dei segni diversi. Per indicare 20 pecore, erano necessari 20 gettoni. Questo sistema continu ad essere usato per diversi millenni. Nel 3500 a.C., gli amministratori dei magazzini del palazzo del sovrano per non disperdere i gettoni cominciarono ad inserirli in una palla cava di argilla (bulla) sulla quale in seguito si cominci a disegnare i gettoni che conteneva. Dopo circa 300 anni, i gettoni vennero soppressi e le palle cave vennero sostituite da una tavoletta piana dargilla sulla quale venivano incise le forme dei gettoni. Le tavolette erano pi piccole e comode da usare delle pesanti palle di creta. Quindi, tutti i precedenti oggetti tridimensionali vennero sostituiti da tavolette bidimensionali, molto pi pratiche da maneggiare e da archiviare. Se per si dovevano indicare 43 anfore, bisognava incidere 43 disegni di anfora. Qualcuno pens di semplificare le cose indicando prima il numero e poi loggetto contato. In pratica, si cominci ad indicare le unit con tratti verticali tracciati con la punta di uno stilo e le decine con impronte circolari ottenute premendo il fondo dello stilo sulla tavoletta. Dopo questi numeri seguiva la figura di ci che era stato contato. In questo modo, per indicare 43 anfore non cera pi bisogno di disegnare altrettante anfore, ma si indicava: OOOOIII e la figura di unanfora. Questo sistema era molto pi semplice da usare di quello precedente. Inoltre, i segni che indicavano i numeri e quelli che indicavano i beni si separarono in due differenti sistemi di segni: il sistema contabile e la scrittura vera e propria. Se era relativamente facile indicare prodotti agricoli con un disegno (pittogramma) o con un simbolo convenzionale (ideogramma), pi difficile era scrivere il nome di una persona. Per risolvere questo problema, qualcuno pens di utilizzare delle parole corte, mono o bisillabiche, e di unirle come facciamo con i rebus. Quindi,

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3. Preistoria della pennadiversi strumenti di scritturaintorno al 3000 aC, vennero introdotti altri segni che non venivano tanto usati per rappresentare un oggetto, quanto piuttosto per rappresentare il suo nome (fonogrammi). Per esempio, in sumero la testa si diceva lu e la bocca ka. Leggendo in successione come fonogrammi il disegno della testa e quello della bocca, si pu ricavare il nome moderno di Luca. Con questa importante innovazione si poterono indicare anche i nomi delle persone che erano coinvolte nella transazione e non solo le merci. Si poterono anche scrivere parole astratte. Dovettero per passare diversi secoli prima che a qualcuno venisse in mente di usare la scrittura per scopi diversi da quelli contabili. Una delle pi antiche scritte funerarie sumere risale al 2700/2600 a.C. e indica il nome e il titolo del defunto. Nel 2400 a.C., un sovrano sumero descrisse le proprie gesta in un testo abbastanza lungo. Nel 2000 a.C., la scrittura era usata per testi legali, di letteratura, scolastici, etc. La scrittura sumera era dunque un sistema misto che usava simboli convenzionali alcuni dei quali rappresentavano oggetti ed altri rappresentavano suoni.

3.5. MayaI Maya conoscevano qualcosa di simili alla scrittura. Sono stati rinvenute iscrizioni incise su pietra e testi manoscritti, i glifi, che spesso rivelano grande cura nellesecuzione. Questa popolazione ricavava una specie di carta dalle fibre del maguey rivestite di una vernice biancastra, e su di essa dipingevano le figure e i caratteri della scrittura. Il foglio veniva poi ripiegato pi volte su s stesso, come un paravento.

3.6. Mondo romanoPrima dellarrivo del papiro nella cultura romana, la consuetudine di scrivere era presente, ma limitata alla registrazione di atti ufficiali politici o religiosi. I supporti e, di conseguenza, i metodi di scrittura erano molteplici, membrane ricavate da alberi, preferibilmente tigli, che pressate davano origine a fogli sottilissimi usati per la corrispondenza. Esistevano libri in piombo, in lino, quelli creati da tavolette di legno spalmate di vernice bianca o cera che veniva scalfita con uno stilo di metallo o osso. I materiali pi usati erano comunque il papiro e la pergamena, quando lEgitto viet lesportazione del papiro (197-159 a. C.). Su questi supporti si scriveva generalmente con inchiostro nero ottenuto da un impasto di fuliggine di resina o pece, fecce di vino, nero di seppia e gomma arabica. Esso veniva conservato in appositi calamai e diluito di volta in volta. Per scrivere era utilizzata una cannuccia appuntita (calamus) oppure una penna duccello (penna) con la cima tagliata a pennino, temperate con un coltellino.

Fig.5: Calamaio in bronzo, et romana, provenienza sconosciuta. Museo di Antichit, Torino, I-II secolo d.C., di incerta provenienza, Alessandria, Museo Civico.

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4. Evoluzione della penna4.1. La penna di volatileLa penna doca, oltre ad essere uno strumento, anche considerata il simbolo della professione dello scrivere, tanto che la troviamo presente in molti stemmi dei maestri di scuola, della comunit degli scrivani e dei maestri di scrittura. La penna di volatile gi presente nella scrittura del v secolo con Teodorico, re degli Ostrogoti, durante i quali sostituisce il calamo, anche se gli strumenti verranno spesso usati entrambi. Carlo Magno considerato ispiratore per unimportante riforma scrittoria venutasi a creare allinterno della sua corte. Non a caso esiste oggi un tipo di scrittura elegante detta carolina. La penna doca ne lo strumento. Innanzitutto bisogna saperla preparare, sgrassarla, maneggiarla, tagliarla e temperarla. Anche quando, nel basso Medioevo, si passa dalla pergamena alla carta di stracci, la penna diventata uno strumento cos pratico che permane. Si cercano tecnologie e metodi per sgrassarla e temperarla pi velocemente e facilmente e vengono formulate diverse teorie in merito a quale siano le caratteristiche migliori. Per poter essere utilizzata, la penna di volatile doveva essere trattata, veniva messa a mollo per alcuni giorni in una sostanza acida, aceto, ad esempio, in modo che diventasse elastica. Successivamente veniva tagliata e conservato soltanto il tubo centrale, quello attaccato alla pelle, rimuovendo la punta che non aveva utilit. Una volta che questo procedimento veniva ultimato la penna veniva riscaldata. La difficolt era nel riuscire a portarla ad una temperatura che potesse diventare trasparente e resistente senza bruciarsi. Lultima parte del procedimento consisteva nelleffettuare un taglio che conferisse alla punta la una forma adatta a scrivere. Si iniziano a vendere confezioni di penne pronte per luso, comunque la gente continua a preferir farsele da s, ne troviamo spiegazioni sui libri di scrittura, corredate da illustrazioni esplicative. Con la nascita dei sistemi scolastici nazionali alla fine del XVIII secolo e il conseguente aumento dellalfabetizzazione, la produzione di penne diventa industriale, e anche gli sforzi per rendere il pennino pi durevole e per far fronte al problema dellautonomia dellinchiostro si moltiplicarono. Tra il Settecento e lOttocento

Fig.6: Il romanziere inglese Charles Dickens (1812-1870) fotografato mentre scrive con una penna doca.

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4. Evoluzione della pennafurono registrati numerosi brevetti che cercavano di risolvere questi problemi, nonostante questo, la penna di volatile rimase a lungo sempre la stessa.

4.2. Il penninoNon esiste un solo inventore del pennino, pi inventori si sono occupati della sua ideazione per apportare migliorie e cambiamenti, a partire dalla fine del Settecento per opera soprattutto di Thomas Wise, Sheldon Bryan Donkin. Tuttavia il pennino offriva ancora molti lati negativi rispetto alla penna di volatile, erano pi pesanti e meno maneggevoli, pi costosi e meno morbidi ed elastici, senza contare che si arrugginivano rapidamente. I pennini si diffusero con il perfezionamento dellacciaio temperato avvenuto durante la rivoluzione industriale. Ben presto divenne oggetto duso quotidiano, grazie alla produzione industriale che caus un abbattimento dei costi. Le ultime resistenze furono soprattutto di natura culturale. I vecchi maestri di calligrafia continuavano a preferire la penna doca, pi adatta a fabbricare meraviglie calligrafiche, la critica , per, anche sociale: il pennino viene associato alla scrittura scolastica, allindustrializzazione. Cos emerge una contrapposizione dellaristocrazia della penna doca contro la democratizzazione della scrittura. Il pennino comunque alla fine soppianta la penna doca, le industrie ne propongono infinite varianti di fogge, per diversi usi e occasioni.Fig.7: un amanuense al lavoro nella biblioteca con un pennino.

4.3. La penna stilograficaIl pennino ebbe, in ogni caso, vita breve. Non risolveva il problema dellautonomia dellinchiostro, nonostante la produzione di pennini con serbatoio.

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4. Evoluzione della pennaFurono gli americani a risolvere il problema, nel 1884 Lewis Edson Waterman, agente assicurativo pressato dallurgenza di far firmare subito i suoi contratti, riusc a trovare un modo per regolare il flusso dinchiostro dal serbatoio al pennino, in quanto questo non doveva essere troppo intenso o troppo debole. Dalla prima messa a punto in poi si susseguirono molti brevetti a modificare e migliorare le capacit delloggetto che, a breve, sarebbe diventato uno status symbol. Ogni fabbricante di penne diede un contributo nella sperimentazione, furono utilizzati nuovi tipi di gomme per i serbatoi, o lebanite. La caratteristica sulla quale viene posto laccento la grande autonomia che lascia una penna con un serbatoio capiente come quello della stilografica. Linconveniente quello del prezzo, comunque la stilografica resta un oggetto costoso. Non ha una grande diffusione in Europa e in Italia, resta pi che altro un regalo per le grandi occasioni. La vera diffusione si ha durante la prima guerra mondiale, si nota veramente la differenza con lindipendenza dal calamaio. In Italia fu proprio in quel periodo che furono fondate le prime fabbriche di penne stilografiche, lAurora a Torino e la Omas a Bologna. comunque dopo il secondo dopoguerra che linvenzione della cartuccia per linchiostro fa s che questo tipo di penna abbia veramente una grande diffusione. Piano piano la penna stilografica diventa anche un oggetto di design, dove viene valorizzata anche la funzione estetica, non soltanto quella funzionale.

4.4. La penna a sferaLa sua storia risale alla fine dellOttocento quando, J. J. Loud, brevett uno strumento di scrittura che si pu considerare il predecessore della penna biro. Nel 1952 si diffonde attraverso i manifesti il marchio Bic, il successo fu immediato. Essendo uno strumento pratico, economico, ebbe subito successo nelle scuole, anche se venne accettato completamente soltanto nel 1965. Le penne a sfera sono onnipresenti nella cultura moderna. Nonostante la presenza di altri tipi di penne, queste sono certamente le pi comuni, tanto che facile che ogni famiglia ne possegga anche pi di un esemplare. Le penne a sfera vengono anche utilizzate molto come forma di marketing, con impresso il nome o il logo di societ da pubblicizzare.

Fig.8: La classica penna a sfera, modello Bic Cristal, prodotto dallazienda Bic.

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4. Evoluzione della penna

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5. La biro5.1. SchedaNome delloggetto: penna a sfera. Autore: Lszl Jzsef Br. Produttore: vari. Dimensioni: 14,5 cm, spessore 0,7 cm. Materiale: generalmente in plastica o metallo. Peso: solitamente da 5 a 10 grammi. Costo: generalmente limitato, la penna a sfera duso comune costa anche meno di un euro, ci sono anche delle penne che costano di pi, magari in materiali pi pregiati o in combinazione con una matita o una penna stilografica. Imballaggio: le penne a sfera vengono vendute sia sfuse che in confezioni di lusso, queste confezioni posso essere riutilizzate come portapenne o, semplicemente, per esporre la penna o riporla sulla scrivania. Uso dichiarato: scrivere. Funzionalit: la penna sfera di solito utilizzata per il suo scopo originario. Viene anche, a volte, utilizzata tra i capelli, come fermacapelli. Rumore: lunico rumore che potrebbe produrre un lieve rumore strascicato sulla carta. Manutenzione: la penna a sfera , spesso, usa e getta. Solitamente non necessita di manutenzione perch una volta esaurita viene gettata. Ergonomia: loggetto ha una forma che rispecchia in modo completo la sua funzionalit. La forma non viene troppo stravolta cambiando il modello, assomiglia molto a tutti gli strumenti che vengono utilizzati per la scrittura. Il peso non eccessivo permette un uso prolungato, e le dimensioni non sono troppo ingombranti durante luso. Manovrabilit: vedi ergonomia. Durata: generalmente equivalente alla durata della cartuccia di inchiostro. Da un paio di mesi ad un anno. Tossicit: Alcune delle penne a sfera che utilizziamo ogni giorno contengono sostanze tossiche come il tricloro etano e la formaldeide. Linchiostro, inoltre, se ingerito, pu essere causa di unintossicazione. Estetica: Lestetica della penna a sfera solitamente determinata dalla sua essenzialit. Lassenza di orpelli, decorazioni e lutilizzo di materiali poveri costringe il produttore ad esprimere la sua creativit in altra maniera. Ad esempio, attraverso limpiego del colore o la personalizzazione del profilo della stessa.

5.2. Caratteristiche ed elementiUna biro un moderno strumento di scrittura, composto da un corpo principale, generalmente lungo una ventina di centimetri, una camera interna riempita di inchiostro vischioso, e una punta, dove presente un sfera che, rotolando, permette lerogazione dellinchiostro. La sfera, in metallo, pu avere un diametro che va dai 0.7 millimetri a 1,2 millime-

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5. La birotri, pu essere costituita di ottone, acciaio o carbonato di tungsteno. La moderna concezione della biro come strumento economico, riutilizzabile, il risultato di esperimenti e invenzioni create nel Ventesimo secolo. Ci sono molti progetti a testimoniare le prime infruttuose invenzioni. Il primo risale al Diciassettesimo secolo, ad opera di Galileo Galilei, che aveva progettato per primo una penna che avesse come fulcro del suo funzionamento la rotazione di una sfera. Il primo brevetto effettivo fu registrato da John Loud, il 30 ottobre 1889. Un conciatore di pelli che cercava un modo per scrivere sulle pelli, cosa che non poteva fare con le penne in circolazione fino a quel momento. La penna aveva una piccola sfera rotante dacciaio tenuta da un socket. Anche se la penna potrebbe essere utilizzata per scrivere su delle superfici ruvide, troppo grossolana per scrivere sulla pelle e quindi non viene sfruttata commercialmente in questo senso. Tra il 1904 e il 1946 linteresse verso linnovazione degli strumenti di scrittura era sempre pi alto. Specialmente quelli rivolti al miglioramento della penna stilografica. Le prime invenzioni per penna a sfera furono infatti dovute alla ricerca per un nuovo tipo di queste penne, Eduard Slavoljub Penkala aveva inventato un inchiostro solido. Baum brevett un progetto per un tipo di penna a sfera nel 1910. Ancora un altro brevetto lo registr Van Vechten Riesbrg nel 1916, dove linchiostro veniva posto allinterno di un tubo sottile bloccato da una piccola sfera al fondo, questa era posta in modo da non scivolare allinterno del tubo e non cadere fuori dalla penna. Linchiostro si aggrappa alla sfera che, ruotando, lascia una scia dinchiostro sulla carta. Queste antenate della penna a sfera non lasciavano per una traccia uniforme dinchiostro. Se la stretta sulla sfera era troppo elevata, linchiostro non raggiungeva la carta, con una presa troppo lasca, invece, scorreva sulla punta, causando perdite e sbavature. Nessuno degli inventori, per, riusc a risolvere questi problemi. Lszl Br, ungherese, direttore di giornale, era frustrato dallo spreco di tempo dovuto a riempire le stilografiche e a pulire le pagine macchiate. La punta acuminata della sua stilografica stracciava spesso le pagine di giornale. Br aveva per notato quanto asciugasse in fretta linchiostro utilizzato per stampare le pagine di giornale, lasciando la carta senza sbavature e asciutta. Partendo, quindi, dal presupposto di utilizzare quel tipo dinchiostro, il problema che gli si proponeva era quello del pennino. Quello della stilografica non era adatto. Studi. Il brevett che ne usc fuori fu, per funzionamento, simile a quello di Van Vechten Riesbrg.

Fig.9: Lszl Br, Argentina, 1978.

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5. La biroBr deposit il brevetto il 15 giugno 1938. Inizialmente le penne presentavano dei problemi, linchiostro le intasava oppure colava fuori. Questo dipendeva dalla forza di gravit e dalla difficolt di consegnare linchiostro alla sfera. Infatti la posizione verticale ne facilitava il flusso in uscita, mentre una diversa posizione la impediva. I problemi di flusso furono risolti con larrivo della pressurizzazione della biro. Nel 1940 i fratelli Br e un amico, Juan Jorge Meyne, si trasferirono in Argentina, fuggendo dalla Germania nazista. Il 10 giugno depositarono un altro brevetto e formarono Br Penne dellArgentina. Questa penna fu venduta con il marchio Birome, nome ancora utilizzato oggi per designare le penne a sfera in quel paese. Eversharp, un produttore di matite in societ con Eberhard-Faber nel maggio 1945 chiese in concessione la licenza del progetto per le vendite negli Stati Uniti. Circa nello stesso momento, Milton Reynolds vide una penna Biro in un negozio a Buenos Aires. Acquist diversi campioni e torn negli Stati Uniti per fondare la Reynolds International Pen Company, dove cominci a produrre il progetto di Br senza licenza, sotto il nome di Rocket Reynolds. Riusc a battere Eversharp sul mercato alla fine del 1945. La prima penna a sfera fu venduta a Gimbels, un grande magazzino di New York City, il 29 ottobre 1945, per US $ 12.50 cadauna. Questa penna conosciuta negli Stati Uniti come rucola. Penne simili arrivarono sul mercato entro la fine di quellanno in Inghilterra e, lanno successivo, nella maggior parte dEuropa. Laltro nome fondamentale per lascesa della penna sfera al successo fu Marcel Bich, un produttore francese di portapenne e astucci per penne stilografiche. Bich era sconvolto dalla scarsa qualit delle penne a sfera che aveva visto e rimase colFig.10: particolare del meccanismo di funzionamento della penna a sfera.

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5. La biropito dal loro costo elevato. La penna a sfera aveva per gi invaso il mercato. Bich decise, dunque, di progettarne una di alta qualit a basso prezzo che avrebbe saturato il mercato globale. Da questidea nacque la versione economica e usa e getta di questa penna prodotta dalla Societ Bic, la Bic. Successivamente il nome commerciale entr a far parte del linguaggio comune divenendo sinonimo di qualsiasi penna a sfera usa e getta. Il design originale della penna creata dalla Societ Bic ora denominato Bic Cristal.

5.3. ClassificazioneUn modo per classificare i tipi di penna a sfera pu essere usa e getta e ricaricabili. Il primo tipo principalmente di plastica e vengono gettate una volta terminato linchiostro. Laltro tipo, invece, costituito da metallo e plastica e tendono ad avere un prezzo pi alto. La ricarica va a sostituire il serbatoio e la punta. Questo perch il serbatoio richiederebbe una speciale centrifugazione ad alta velocit per essere riempito in modo adeguato. C anche unaltra categorizzazione importante che si pu fare: penne dotate di cappuccio e quelle di un sistema a scatto che fa rientrare la punta. Questo meccanismo , il pi delle volte, controllato da un pulsante posto sulla parte superiore del corpo.Fig.11: Parti di una penna a sfera.

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6. La stilografica6.1. SchedaNome delloggetto: Penna stilografica Autore: Lewis E. Waterman Produttore: vari Dimensioni: Generalmente la stilografica chiusa lunga circa 140 mm; aperta, senza cappuccio 130 mm; aperta col cappuccio calzato sul retro 170 mm; il diametro max. mm. 13,8, allimpugnatura 9 mm. Materiale: Lebanite costituisce il primo materiale utilizzato per la produzione di penne stilografiche, in uso fin dai primi esemplari prodotti alla fine del 1800. Se anche alcuni oggetti considerati precursori della penna stilografica vennero realizzati in metallo, le prime stilografiche nacquero sostanzialmente in conseguenza della invenzione di questo materiale, che con le sue caratteristiche di lavorabilit, inerzia chimica (e conseguente resistenza alla corrosione), si rivel ottimale per la costruzione del quel serbatoio di inchiostro che era in effetti il componente principale delle prime stilografiche, e questo anche grazie alle sue caratteristiche di isolante termico, che evitano la trasmissione del calore della mano allaria del serbatoio, con conseguente aumento di pressione e perdita di inchiostro. La galalite venne utilizzata nella produzione delle stilografiche da alcune aziende intorno agli anni 20, quando inizi una ricerca sui materiali che consentisse di sostituire lebanite. In particolare Sheaffer la utilizz per alcuni modelli prodotti per un tempo molto breve, che per i problemi riscontrati vennero riutilizzati come penne per la sostituzione temporanea. La galalite non ebbe per un grande successo e venne rapidamente abbandonata con lavvento della celluloide. La sua porosit, infatti, la rende fortemente igroscopica, con la tendenza ad espandersi con lumidit, il che comporta problemi di stabilit meccanica. Ancora peggiore, sempre per questa caratteristica, la sua resistenza allinchiostro, che tende a produrre macchie permanenti. Come materiale da costruzione il metallo presenta diversi vantaggi rispetto allebanite, sia sul piano della lavorazione, che della resistenza meccanica, consentendo spessori pi sottili e penne pi resistenti agli urti. Inoltre la possibilit di laccature o smaltature consente anche decorazioni molto sofisticate, del resto gi sperimentate nei vari rivestimenti. La bachelite, che un materiale dotato di elevatissima resistenza elettrica, che ha visto un ampio impiego nella realizzazione di isolanti in circuiti ed interruttori. inoltre dotato di una ottima resistenza al calore, propriet che unita alla capacit di isolamento lo ha visto impiegato diffusamente nella realizzazione degli involucri di

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6. La stilograficaapparecchi elettrici come radio e telefoni. La celluloide che, oltre alluso diretto, si presta alla combinazione con altri materiali, in particolare la Carter realizz un caratteristico materiale iridescente, denominato Pearltex, combinando la celluloide con madreperla. Un effetto simile si trova nella celloluide denominata Abalone dalla Sheaffer. Al giorno doggi la gran parte delle penne viene realizzata in una qualche resina plastica, pi o meno lucida o resistente a seconda della realizzazione. Levoluzione della tecnica consente anche di creare plastiche colorate la cui brillantezza e variet di colori ha ben poco da invidiare alla celluloide. Tutte queste per restano realizzazioni industriali il cui valore effettivo resta discutibile, per quanto una azienda possa sostenerne la preziosit. La celluloide infatti, per i tempi lunghi di lavorazione e limpossibilit di lavorazione a stampo, resta un materiale molto pi prezioso di qualunque resina plastica, ed anche per questo che ha visto un ritorno al successo negli anni recenti, come caratteristica distintiva di alcune produzioni (in particolare quelle della Visconti) di penne di lusso. Peso: circa 0,5 kg con limballaggio, netto circa 20 grammi. Comunque il peso varia a seconda del materiale in cui fabbricata, generalmente non molto, in quanto deve essere maneggiata con facilit e non affaticare che la sta maneggiando. Costo: il costo varia in modo significativo a seconda del materiale e del tipo di oggetto che si sta andando ad acquistare, infatti la penna stilografica pu essere intesa sia come oggetto duso comune che come oggetto di lusso. Per cui il prezzo pu oscillare da una somma di circa 5 a qualche migliaio. Imballaggio: nelle penne pi economiche limballaggio pu essere assente o essere soltanto un imballaggio di plastica e cartone, che poi verr gettato via. Le penne pi pregiate sono, solitamente, dotate di un astuccio dove si pu conservare la penna, o esporla, o anche utilizzarlo per altri scopi. Capita che nelle penne che non siano considerate di lusso, ma soltanto di buona qualit, lastuccio che le accompagna sia riciclato come portapenne. Uso Dichiarato: Luso dichiarato di essere uno strumento per scrivere. Funzionalit: Generalmente non viene utilizzata per altri scopi oltre la scrittura, se non si guarda il fatto che spesso considerata uno status symbol e, magari, lasciata in esposizione. Rumore: Il rumore decisamente contenuto, un lieve graffiare sulla carta quando la si usa. Ergonomia: Loggetto ha una forma che rispecchia in modo completo la sua funzionalit. La forma non viene troppo stravolta cambiando il modello, assomiglia molto a tutti gli strumenti che vengono utilizzati per la scrittura. Il peso non eccessivo permette un uso prolungato, e dimensioni non sono troppo ingombranti durante luso. Finiture: Le finiture possono essere delle pi svariate, sia delle stampe sulle stilografiche destinate ai bambini che delle decorazioni in lamina doro. Manovrabilit: vedi ergonomia Durata: La durata di una penna stilografica pu essere virtualmente infinita, dipen-

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6. La stilograficade da come viene trattata, in condizioni ottimali, una penna stilografica buona viene anche tramandata di padre in figlio. Tossicit: la penna in s non tossica, la tossicit pu essere in alcune ricette dinchiostro che venivano utilizzate in passato. Oggi la maggior parte di questi ad acqua e non tossico. Estetica: Lestetica dipende sempre dal tipo di penna stilografica che si sta esaminando. Ce ne sono per tutti i gusti, partendo da quelle stampare fino ad arrivare alle pi sobrie o quelle fabbricate in materiali di lusso. Valore sociale: Una penna stilografica di lusso pu essere indice di status symbol e, per questo, messa in mostra. Molti professionisti, anche quando si tratta di persone che non abbiano una reale esigenza di scrittura, ne portano una nel taschino.

6.2. StoriaLa penna stilografica il risultato di unevoluzione tecnologica iniziata nel XVII secolo, dalla penna doca, di cigno o di corvo. Il motivo principale che spinse alla sviluppo di una penna come la stilografica fu la necessit di avere un pennino che non si consumasse cos in fretta e una riserva dinchiostro che permettesse una certa autonomia nello scrivere, cos da non dover intingere continuamente il pennino nellinchiostro. Il problema principale contro il quale si scontrarono la maggior parte dei progettisti fu lafflusso dinchiostro al pennino, molto irregolare, macchiava la carta e la persona che impugnasse la penna, talvolta non usciva affatto. Fu Lewis E. Waterman, un assicuratore di New York, a brevettare nel 1884 la prima penna a serbatoio effettivamente funzionante, nellansia che i clienti firmassero i contratti, voleva che la penna non lo tradisse. Levoluzione di Waterman consisteva in un cilindretto scanalato, oggi definito alimentatore, costruito in ebanite, che da un lato pescasse linchiostro e dallaltro poggiasse sul pennino. Questo metodo sfruttava il sistema della capillarit per mantenere lafflusso dinchiostro sul pennino costante. Da quel momento, nuove invenzioni vennero brevettate per modificare e migliorare quello che sarebbe diventato a breve uno status symbol. Le modifiche, in particolare, vertevano sul sistema di caricamento della penna. Solitamente il serbatoio veniva raggiunto separando lalimentatore-pennino dal corpo e introducendo in questultimo linchiostro tramite un contagocce. Esistevano anche un tipo di penne per le quali bisognava far rientrare lalimentatore-pennino nel corpo ruotando il fondello. Queste erano denominate safety, di sicurezza. Anche per la chiusura di queste penne era richiesto lo stesso tipo di movimento, il pennino rientrava e il cappuccio, tramite una tenuta meccanica, tratteneva la fuoriuscita dellinchiostro. Fu questultimo metodo di caricamento a restare pi a lungo in produzione, nonostante la maggiore difficolt di costruzione e il rischio di perdite dinchiostro date dallusura della guarnizione di sughero del fondello.

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6. La stilograficaFu nei primi anni del Novecento che apparvero i primi caricamenti avanzati, si basavano sullidea di collegare allalimentatore un serbatoio di gomma che si potesse schiacciare e quindi ricaricare per suzione. Nei modelli pi semplici, estratto dal corpo il serbatoio, simmergeva il pennino nellinchiostro e, schiacciandolo, lo si ricaricava. In quelle pi complesse, era possibile che non fosse nemmeno necessario estrarre il serbatoio ma che lo si potesse ricaricare attraverso una pressione allesterno della penna e, con diversi e molteplici meccanismi, questo si ricaricava. In particolare linserimento allinterno del corpo della penna di una barretta metallica parallela che, azionando il meccanismo, lo comprimeva. Esistevano diversi metodi per azionare questo meccanismo: 1. Crescent filler. Una piastrina metallica a forma di mezzaluna fissata alla barretta interna, sporgeva dal corpo della penna. Premendo la mezzaluna, la barretta schiacciava il serbatoio. 2. Coin filler. Veniva praticata una fessura sul corpo della penna in cui introdurre una moneta che premesse sulla barretta. La mezzaluna era tenuta in posizione da un anello esterno. 3. Caricamento a leva laterale. Una levetta con fulcro asimmetrico veniva alloggiata in una fessura nel corpo della penna. Sollevandone lestremit pi lunga, la pi corta premeva la barretta di metallo che, a sua volta, schiacciava il serbatoio. 4. Congegno di fondo. La barretta metallica viene mossa azionando una levetta posizionata sul fondello. LAurora Novum era lunica con questo sistema di caricamento. Un altro sistema che riscosse successo, tanto da essere in uso ancora oggi, il sistema a stantuffo. Questo metodo basato sullo scorrimento, a tenuta daria, di un pistone allinterno della penna. Nei sistemi a vite si ruotava il fondello facendo scorrere lo stantuffo verso la punta della penna, in questo modo veniva espulsa laria, successivamente si immergeva tutto il pennino nel calamaio e, ruotando in senso inverso il fondello, per depressione creata per il movimento del pistone, veniva risucchiato linchiostro. Il pregio di questo sistema di caricamento era che forniva una riserva dinchiostro maggiore di una a serbatoio. Il difetto era che necessitava di un inchiostro non corrosivo o di una penna di un materiale resistente, con guarnizioni che garantissero una tenuta perfetta. Il fatto di avere un serbatoio costitu unoccasione per poter sviluppare penne in materiali che prima non erano usati perch corrosi dallinchiostro, come lebanite. Le innovazioni non riguardavano soltanto la funzionalit della penna, il problema daffrontare era anche un altro: il trasporto. La punta doveva essere rivolta verso lalto. Le stilografiche prodotte fino al primo decennio del Novecento erano sprovviste di fermaglio. Una prima soluzione fu di aggiungere un anellino al di sopra del cappuccio, in modo da poterla agganciare alla catena dellorologio oppure, nei modelli da signora, ad un nastro o una passamaneria, soluzione che rimase a lungo di moda. I primi fermagli permisero di agganciare la penna al taschino della giacca, erano direttamente fissati sul cappuccio o potevano essere rimovibili. Nella seconda versione, venivano venduti come accessori a parte. Nel 1912 gli Stati Uniti vantavano una sessantina di fabbriche di fountains pens

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6. La stilografica(penne stilografiche), gi utilizzate da professionisti e studenti del ceto medio e medio alto. In Europa, al contrario, la diffusione era limitata ad una cerchia ristretta, in quanto la penna stilografica era considerata un oggetto di lusso e di rappresentanza. Per questo era uso personalizzarla con stemmi e monogrammi o impreziosirla con decorazioni in oro o argento. Per la scrittura quotidiana era ancora abitudine lutilizzo di penna e calamaio. Fu la prima guerra mondiale una delle cause principali dellinizio della diffusione della penna stilografica in Europa. I soldati americani scrivevano a casa dal fronte utilizzando le fountains pens, donate loro da molte aziende, soprattutto per motivi patriottico-pubblicitari. In breve tempo questo tipo di penna diventa indispensabile per il soldato. In breve tempo questo strumento si diffuse tra tutti i militari dellIntesa, sia per emulazione e sia per necessit: comunicare con le persone care ogni volta che se ne sentisse il bisogno. Su questultimo punto fecero leva le campagne pubblicitarie delle maggiori aziende americane, che inondarono il mercato con queste penne. Nel dopoguerra, la domanda di stilografiche, le quali si erano imposte come strumento ideale della scrittura, crebbe rapidamente. Ogni nazione cominci la propria produzione, ora originale, ora assemblando pezzi eterogenei. A Torino, nel 1919, venne fondata la prima Fabbrica Italiana di Penne a Serbatoio, lAurora. Una volta raggiunto un buon livello di funzionalit delle penne a serbatoio, il richiamo del pubblico cominci a spostarsi verso il lato estetico del prodotto. Si passa dal desiderare di comunicare raffinatezza e rispettabilit a anticonformismo, modernit, spensieratezza. I maggiori produttori passarono da campionari costituiti da penne in decine, centinaia, di varianti a assortimenti composti da pochi modelli ben caratterizzati e riconoscibili. Per accontentare una societ radicalmente mutata dalla guerra, venne accantonata lebanite, il materiale utilizzato tradizionalmente per il corpo della penna, in quanto non era flessibile per la resa delle tonalit di colore, infatti si ottenevano soltanto nero, alcune sfumature di rosso, screziature azzurro-verde e giallo-nere. Tra i nuovi materiali sperimentati, la galalite, consentiva unampia gamma di colorazione, avendo come contro, per, la fragilit. Nel 1924 lamericana Shaffer, dopo numerosi esperimenti, riusc ad adattare alla produzio-

Fig.12: Pubblicit Aurora. Una pubblicit degli anni trenta.

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6. La stilograficane una materiale pressoch infrangibile, che permise di variare entro una gamma fino a qualche anno prima impensabile, di colorazioni. Questo nuovo prodotto, noto fin dal 1870, era la celluloide. Con il tempo i produttori si adeguarono al binomio colore e infrangibilit, senza comunque rinunciare ai modelli pi sobri e tradizionali che costituivano ancora una grossa fetta di mercato. A questa rapida evoluzione della penne stilografiche, Aurora contribu con evoluzioni sempre pi innovative, e i suoi prodotti, grazie a una grande qualit tecnica ed estetica, furono in grado di competere con i marchi dimportazione. Fin dalla sua fondazione, Aurora ebbe molta cura della propria immagine, investendo molto in pubblicit. Tanto che, allinizio del 1927, band un concorso allo scopo di dare un nome alla sua nuova collezione di stilografiche in celluloide. Questa azienda ebbe cos tanto successo che si cominciarono anche a fabbricare penne pubblicitarie per le pi importanti societ italiane, tra cui la Fiat. Aurora rivest un ruolo significativo anche nellabito delle innovazioni tecnologiche. A cavallo del 1930 brevett un nuovo sistema di caricamento che prevedeva una leva sul fondello, la quale azionava una molla interna al corpo della penna, che a sua volta comprimeva il serbatoio. Questo sistema caratterizz i modelli Aurora Novum, una collezione lanciata verso la fine del 1933. Questa penna era caratterizzata anche da altra innovazioni: un sistema antiscippo. Aveva un fermaglio particolare che permetteva di agganciare e sfilare la penna dal taschino soltanto premendola. La seconda caratteristica era il serbatoio in alluminio che garantiva lindeformabilit del corpo della penna. Una terza caratteristica era il particolare sistema di ancoraggio del serbatoio al gruppo pennino-alimentatore, che assicurava una migliore tenuta. Negli anni quaranta la stilografica cambi radicalmente il proprio look: accanto alle forme classiche fecero la loro comparsa forme estremamente affusolate, nelle quali il corpo si prolungava fino quasi a ricoprire il pennino, carenato come nella Parker 51. Con il successo di questo modello si coron una continua attivit di ricerca sia tecnologica sia di design, che non si era interrotta nemmeno durante la guerra. Attenzione: da oggi linchiostro non si tocca pi!. Con queste parole il mondo delle stilografiche entr a conoscenza di una rivoluzionaria invenzione: la cartuccia

Fig.13: Hastil, 1970. Progettata dallarchitetto Marco Zanuso e dallUfficio Stile Aurora.

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6. La stilograficadinchiostro che permise leliminazione del calamaio. Nello stesso periodo, lavvento della penna a sfera metteva a rischio il mercato delle penne stilografiche. La stilografica resse al momento di crisi grazie a nuovi modelli caratterizzati da una fine ricerca estetica e da una migliore funzionalit dei meccanismi. Aurora produsse anche un modello di penna per la scuola: Auretta. Divenne in breve uno standard per tutte le scuole, che abbandonarono penna e calamaio. La penna era disponibile in diversi colori per accattivarsi maggiormente lattenzione dei bambini. Anche se nel mondo accademico intorno agli anni settanta, la penna a sfera stava riprendendo piede. Aurora produsse anche alcuni modelli di penne a sfera con la collaborazione di designer come Zanuso.

Fig.14: Auretta. Una nuova stilografica Aurora per studenti.

6.3. Come usare una stilograficaPer come costruita una stilografica non necessita di pressione per lasciare una traccia sul supporto. Viene tenuto diagonalmente lasciando che la punta strisci su di esso. Questo significa che la penna lascia la mano libera di avere la postura pi comoda e di assumere angoli diversi. La penna va appoggiata nellincavo tra lindice e il pollice. Queste due dita vengono utilizzate soltanto per piccoli spostamenti, non per sorreggerla. La pressione pu essere utilizzata per modificare la traccia che naturalmente la penna esegue divaricando in maniera pi o meno accentuata le punte del pennino (questultima caratteristica variabile a seconda dellelasticit del pennino stesso) in modo da personalizzare la grafia.

6.4. Brevetti1884 Brevetto n 293545 , Azienda: Waterman, Brevetto di stilografica 1889 Brevetto n 293545 , Azienda: Parker, Brevetto di stilografica 1892 Brevetto n 698882 , Azienda: Waterman, Capuccio conico 1894 Brevetto n 512319 , Azienda: Parker, Alimentatore Lucky Curve 1899

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6. La stilografica Brevetto n 632320 , Azienda: Williamson, Giunzione jointless Brevetto n 622256 , Azienda: Parker, jointless pen Brevetto n 635700 , Azienda: Parker, jointless pen 1905 Brevetto n 781649 , Azienda: Eclipse, Caricamento di tipo sleeve filler Brevetto n 800141 , Azienda: Waterman, Il fermaglio Clip Cap Brevetto n 802668 , Azienda: Aikin Lambert, Caricamento di tipo bulb filler 1908 Brevetto n 896861 , Azienda: Sheaffer, Caricamento a levetta 1911 Brevetto n 990288 , Azienda: Parker, Alimentatore Lucky Curve perfezionato 1916 Brevetto n 1197224 , Azienda: Parker, Fermaglio con montaggio ad anello Brevetto n 1209978 , Azienda: DeWitt-LaFrance, Caricamento a levetta Brevetto n 1118240 , Azienda: Sheaffer, Caricamento a levetta 1919 Brevetto n 1302935 , Azienda: LeBoeuf, Tubi di celluloide colorata 1924 Brevetto n 1484683 , Azienda: Parker, Caricamento a pulsante di fondo 1926 Brevetto n 1576588 , Azienda: Eclipse, Tubi di celluloide colorata 1933 Brevetto n 1926405 , Azienda: Sheaffer, Caricamento Vacuum-Fil Brevetto n 397736 , Azienda: Zerollo, Penna doppia Brevetto n 728038 , Azienda: Zerollo, Penna doppia 1938 Brevetto n 288327 , Azienda: Columbus, Un caricamento a stantuffo 1939 Brevetto n 2170734 , Azienda: Sheaffer, Punta matita meccanica 1945 Brevetto n 2473690 , Azienda: Sheaffer, Clip a molla http://en.wikipedia.org/ wiki/Ballpoint_pen

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7. Curiosit7.1. La penna nella musicaAntonello Venditti, nel suo album Lilly, propone una canzone dal titolo proprio Penna a sfera. Questa canzone nata come satira nei confronti della stampa, in seguito ad unintervista che aveva rilasciato a Enzo Caffarelli dove era stato criticato dal giornalista in quanto le sue canzoni professavano impegno ma durante le tourne, soggiornava in alberghi di lusso e beveva champagne.

La penna a sfera - testoPenna rossa, penna gialla, penna bianca, penna nera per gli amici solamente penna a sfera il tuo nome diventato una bandiera. Tutto comincia in un verde mattino due brioches e un cappuccino e poi di corsa trafelato gi al giornale e questa volta certamente per un colpo sensazionale si tratterebbe di spubblicare questo dice il direttore un onesto e benvoluto cantautore tanto per non fare un torto al professore solo due fotografie magari in primo piano mentre fa pip oppure fa lindiano ma limportante calcare molto la mano; poi parlarono di soldi, ragione della sua vita, centomila pi le spese di trasferta e tutto il resto a sua discrezione personale penna rossa, penna nera prese a volo un taxi e le due civette con i flash alle calcagna e arrivarono alla reggia del cantautore non cerano carri armati n polizia privata fu facile penetrare nel giardino ma nella notte il destino stava tendendo un tranello penna a sfera decise di agire si tramut in un albero di mele Pollicino e il Gatto con gli stivali del cantautore, del cantautore nemmeno lombra telefon in tutti gli alberghi e perfino nel piano bar pensando che stesse bevendo ancora una coppa di champagne. Il cantautore era al Milite Ignoto penna rossa, penna gialla, penna bianca, penna nera per gli amici solamente penna a sfera il tuo nome diventato una bandiera. Sono il re dei festivals, delle feste padronali delle crociere promozionali, dei giornali musicali qui c sotto, qui c sotto un tradimento, tradimento decise di rilassarsi i nervi alla prima di un film qualsiasi dove tutti lo aspettavano perci non cera rimasto nessuno ferocemente grid nel buio: Stampa! il film era molto brutto ma degno di tre pallini ma segno indiscutibile di una stampa libera ed obbiettiva lui si sent un fallito and in via del Campo Marzio a comprare una pistola e poi ancora gi di corsa al suo giornale e certamente questa volta per un colpo sensazionale Direttore direttore smettiamola di fare la farsa non sono nato per fare il servo o lo spione e fino a prova contraria sono un grande scrittore e la pistola fece clic come tutta la sua vita quattro anni sono lunghi da passare in galera anche con la solidariet della stampa intera penna rossa, penna gialla, penna bianca, penna nera per gli amici solamente penna a sfera il tuo nome, il tuo nome diventato una bandiera.

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7. Curiosit7.2. La penna nellarteJuan Francisco Casas realizza tutte le sue opere con la penna biro. I suoi lavori sono frutto di una paziente tessitura di linee e tratti di penna che formano, una volta terminato il disegno, unimmagine che compete con la fotografia tanta la sua precisione e la somiglianza al vero. Casas ha cominciato a realizzare i suoi disegni prendendo spunto dalle sue serate con gli amici, basandosi sulle fotografie della sua movida ha iniziato a produrre queste opere di grandi dimensioni con visi e corpi ritratti nei minimi dettagli. Giovani che si divertono, che fanno smorfie, che ballano.Fig.15: Juan Francisco Casas allopera su uno dei suoi disegni a penna.

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8. Bibliografia e sitografia8.1. Bibliografia G. Alipradi, Dalla penna doca alla punta a sfera, in Guetenberg Jahrbuch, 1966. A. Bergonzi, Il pennino, Tipografia Padana, Cremona, 1990. G. R. Cadorna (a cura di), Sulle tracce della scrittura, Grafis, Carpi 1986. E. Castruccio, La Penna, Idea Libri, Milano 1985. H. J. Graff, Alfabetismo di massa, Sylestre Bonnard, Milano 2002. J. P. Lacroix e L. van Cleem, Il pennino, Ulisse, Torino 1988. D. Magnetti, Penna, inchiostro e calamaio, Umberto Allemandi, Torino 2008. U. E. Paoli, Vita romana, Le Monnier, Firenze 1962. A. Roccati, Arte e tecnica della scrittura, in A. M. Donadoni Roveri (a cura di). La civilt degli Egizi. Electa, Milano 1987.

8.2. Sitografia http://it.wikipedia.org/wiki/Bic http://en.wikipedia.org/wiki/Pen http://fountainpen.it http://inventors.about.com/library/inventors/blpen.htm http://www.bicworld.com/files/pdfs/print_bic_history_en.pdf http://www.associatedcontent.com/article/108868/the_history_of_the_ball_ point_pen.html http://www.experiencefestival.com/ballpoint_pen_-_history http://www.penbox.co.uk/jotter.history.htm http://www.mywoodworkingstore.com/aboutpens.html http://www.ringpen.com/history.html http://www.indiastudychannel.com/resources/86005-BALL-POINT-PEN-HISTORY.aspx http://www.flixya.com/post/ballpointpenart/1825768/Ballpoint_Pen_History http://wapedia.mobi/en/Ballpoint_pen http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dell%27istruzione_in_Italia www.solegemello.net/signcanzoni.html http://www.juanfranciscocasas.com/

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