La parte assente

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LA PARTE ASSENTE Stefania Crozzoletti

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Stefania Crozzoletti

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LA PARTE ASSENTE

Stefania Crozzoletti

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LA PARTE ASSENTE

Stefania Crozzoletti

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LA PARTE ASSENTE

STEFANIA CROZZOLETTI

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Prima edizione: novembre 2009

Ebook © Clepsydra Edizioni

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Rossa gallina, in te odio- più del tuo chiocciolio di spavento,dell'occhietto puntuto,dello sconcio berretto - in te odioil mezzo metro di ventoche spenni nel fracasso d'uno slanciogià rantolo e fratturaallo spiccarsi. In te odiola mia storpia fammata,il mio abortito amplesso con lo spazio,l'implacata natura che m'aizzaa un volo compromesso.

(Fernanda Romagnoli)

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Entrata libera

Com'è che questa ha sepolto un maritosprezzante altri ne ha lasciati per stradaprendendosi le ultime monete d'oro

in fondo è poca cosa

Allora penso che tra le gambecustodisca un caldo soleraggi come tentacoli che leganostordiscono

Tra i seni lucine di giostraintermittenti calamitemadonna del supermarketcon luminose offerte speciali

Sbaglio ioa non serbare nel corpo il sistema solare

sbaglio di sicurose a me si arriva passando dai buchi della testascendendo per le viscerescavando ad occhi chiusi infnite galleriesenza uscite di sicurezza

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Carte

Vai a sapere se sono buona per indole o per paura.Perdo tempo a ripetere il mantra qui e ora, qui e ora

[qui è distante, ora è irriconoscibile. Io sono miope]

Chi sei tu, chi siamo? se vicini siamo pali confccati nel fango, oscillanti elementi perduti, umani per modo di dire

Che faccio io, mi alzo, faccio, lascio fare,mi siedo, aspetto, saluto per prima?Ci sarà un senso, si farà prenderequesto insulso fato divino che imbroglia,rimescola le carte, apre sguaiato la bocca, mi deride: “donna, che fai lì? vivi, vivi!comprati vestiti, scarpe nuove, sfoglia riviste,fatti toccare, fatti attraversare,fatti, fatti...!”

E – vedi - io non ne sono capace, non ho etichette decenti da mostrare.Io, so solo gridarmi nella testa.

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*

Della vita bambina ricordo i tramonti sul giardino e l'altalena appesa alle braccia del gigante

Sfumava dalla terra un'aria profumatasimile alla tristezzanon avevo padre, né madre

fglia di nessunonata da una altalenaplanavo sulla terra e ripartivo ansiosa a cercare un pezzo libero di cielo

Ma il corpo nasce dai corpie l'anima forse piove dal cielo o spunta dalla terra come un foretrova dimora dove capita

la mia è stata portata dal freddonella culla la bocca aperta dal pianto chiamava amore

era solitudine, fame, sete,era già il vuoto

Nella latitanza del calore umanoun soffo al contrario è entrato

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sforando le gengive nude con le sue corte ali ha preso postotra la testa e il cuore

E' rimasta, l'anima, è rimasta sempre,anche dopo l'arrivo di abbracci tardivi, non richiesti

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Per E. (essere, non diventare)

Siamo rimaste intatte per anni nel sogno condivisouna realtà per pazzi e noi eravamo giovani strane donne.Un sogno non di gloria - non sapevamo nemmeno cosa fosse -ma l'allucinazione della vita come la volevamosigarette accese su vinili graffati.

Eravamo Sorelle dell'Ordine delle Piccole Figlie di Keith Richardsvergini spose di musicanti dai costumi sfrenati.Il sogno a due spiazzava il reale negava i fatticome quando i bambini giocano a fare fnta poi ci credononascoste rintanate ad escludere maschi e proiezioni del futuro.

Finché arrivò il mio turno ed un amore sghembodi lui mi attrasse l'esibita culturae una collezione di pugnali. Fu uno stiletto ad aprire il varco: lente scivolarono interferenze all'immaginazione.

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Si staccarono le ali d'angelo. Si aprirono le falle.

Da un sogno che affonda riafforano incubi.

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Spirito affne

Affacciandomi alle portedell'emisfero australeho intravisto il mio spirito affne

Sono tornata a casal'ho sentito tossire piano dietro la portarispettoso e discreto,

mite. Inventato per colmare le apneedi consolazionestillare lacrime dai ciclici attacchi di tristezza

Pratica più stupida che dannosa.E ingiusta:disdicevole affdarsia lui, caricarlo di responsabilitàpromuoverlo sul camposalvatore, mio salvatore

perché primo: non è stato registratoall'anagrafe dei sentimenti

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secondo:il sogno che cresce non ha pietà di chi lo ha generato

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*

Non disperata, sonodefnitivamente incompiuta

Non è nascosta o d'altrinon è del cieloné di questa terrala parte assente

per strada niente s'è personulla è stato strappatoSolo quello che manca

non è

Mi tengono viva questi pochi centimetri quadrati fatti di nomeche pesano sul cuore

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Quel poco

E' passato invano il tempocon il suo serio amore.

Sono arsa dal sole,esitante prosciugata,feno buono per gli animali(pare nasca cibo e una vita migliore dall'erba secca).

Tronco ruvido,le tenere foglie già non sono il mio-corpo(è inutile l'illusionedel giovane arbusto).

Partorire, dare(non distruggere quel poco).

Chiedere scusa per aver osato.

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Il bene

S'è raggrumatoquesto vivere male.Compresso, spinge nei pressi della gola,

pronto a scoppiare.La tua carezzaè detonatore.Per questo mi allontano

- per salvarci -

Ma stamattina sono le sei di mattinain questa casa che ci assomiglia, dentro.

Il canto degli uccelli entra nella stanza che non riesco mai a rassettare a dovere.

Rincasa il vicinodal turno di notte,passa il camion che raccoglie i rifuti dei nostri giorni trafelati.

Stamattina

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sono le sei di mattinae farsi accarezzarenon fa male.

Così per un poco rimangoferma,per una volta più distesache confusa,a ricevere in paceil bene che mi vorresti dare.

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Marinaio

Per vederti sorridereprometto ripartirò dalle mani e dalla carnedai perimetri delle cosedai bicchieri mezzi pieni

dal tuo viso familiaredai cromosomi intrecciatibaciati dalla nevela vigilia di natale

perché quando tutto fuori tremafnisco per cercartie su di te mi stendosolida nuvolache percorri il cielorasoterra

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Scelte

Quando le vedo- scelte messe al bando -vittime invisibili ad occhio nudoliberarsi emergeredalle profonditàsenza preavvisoesili ma fereresistere agli urticon la rabbia della dignità operaiasono contenta di non essere ancoramorta

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*

Lo ricordo bene il momento in cui ho chiuso la fnestranon prima di aver respirato tutta l'aria che c'era fuoritutta quella che ci stava dentrodoveva durare fno alla fne

vivere piano

piallare la testa consumareil minimo vitale, dosare le giuste energie per esistereblanda e lieve una modesta accelerazione richiede freni morbidi

la grande gioia mitigata dalla paura, pari e pattadurare, durare fnché si può

durare per gli altri

Far male i conti è la mia specialitànecessità asfttica ha riaperto la fnestra sul mondo

urlo e sole forte

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tutto in una volta un sentire che affatica il corpopreme sullo stomacoconduce lontano la testa

E' tutto come alloraed è un lampo ricordare perché dopo tanto vivere e ballaresu piani inclinati irridendo la sorteun giorno ho fatto l'ultimo inchino poiho abbassato le serrande

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Senso

Quando l'ho afferrato per il lembo della camicia, trascinato a riva con una forza che credevo di non avere (in un pomeriggio d'inverno può capitare di non poterne più e di spiccare un salto disperato), l'espressione era di gratitudine. Pareva compiaciuto, felice di essere riconosciuto.

Aveva lineamenti di valido motivo, sembianze di ragione quadrata. Era senso. Lo ammiravo così grande e promettente, gigantesco affrancatore.

Girava per casa. Signifcava. E la tazza sul tavolo in cucina tornava ai miei occhi tazza. Teneva tra i denti una bacchetta magica, trasformava le parole in luce con disperante chiarezza. Comprendeva. Dolorosamente comprendevo.

Inquieto, pavido senso: al primo ruggito di fera nascosta, s'è riavvolto. Tutto questo essere rende l’animo greve. Tutto questo esistere è un mancato volo.

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Battesimo

Conosco il mio dolore senza nomel'origine che è strappo.Curo come fgli i motivile maldestre danze notturnedi piedi pestati.

So di questa innominata pietra nascosta in gola, gli occhi chiusicome barriere.

Un giorno – non ora - in vecchiaiala battezzerò con acqua pulita e uno sguardo nuovo e indulgente (in te riconosco le debolezze del mondo).

E fnalmente, il respiro, dopo l'apnea di una vita.

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