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GIUGNO 2014 LA V OCE DELLA C OMUNITÀ MEDA OSC ORATORIO FERIALE PER I RAGAZZI E LE RAGAZZE DALLA I ALLA IV ELEMENTARE MDF ORATORIO FERIALE PER I RAGAZZI E LE RAGAZZE DALLA V ELEMENTARE ALLA III MEDIA SG CAMP PER I RAGAZZI E LE RAGAZZE CHE RICEVERANNO LA COMUNIONE E LA CRESIMA MESE DI GIUGNO GRANDI ESPERIENZE EDUCATIVE PER I RAGAZZI DELLA COMUNITà NEI NOSTRI ORATORI

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giugno 2014

LA voce DELLA

comunitàMEDA

OSC

OratOriO feriale

per i ragazzi e le ragazze dalla i alla iV elementare

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OratOriO feriale

per i ragazzi e le ragazze dalla V elementare

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Camp per i ragazzi e le ragazze

Che riCeVerannO la COmuniOne e la CreSima

meSe di giugnO

grandi eSperienze eduCatiVe

per i ragazzi della COmunità

nei nOStri OratOri

CoMunità PAstorAlE sAnto CroCifisso | MEDA2

lA PArolA DEi sACErDoti

A CHE Punto siAMo?Ognuno di noi è chiamato a diventare più responsabile del fratello nell’annunciare il Vangelo

Con settembre concluderemo il quinto anno del cammino di Comunità Pastorale. Cinque anni non sono un lungo

periodo, ma già sono un periodo significativo, come i primi cinque anni di nozze o di ordinazione sacerdotale. Nasce spontanea la domanda: “A che punto siamo? Come possia-mo valutare il cammino fatto?”.Non intendo qui fare un’analisi della situazione, che sareb-be troppo impegnativa, ma solo lanciare alcune suggestioni, senza alcuna pretesa di fornire giudizi condivisi, ma solo di avviare alcune riflessioni.Forse chi è ai margini della comunità in questi anni non ha notato niente di particolare; chi però è più direttamente coin-volto ha visto molte cose cambiare. Abbiamo ormai un unico Consiglio Pastorale e anche i Consigli per gli Affari Economici si riuniscono sempre insieme. Abbiamo imparato a progetta-re insieme il cammino e nemmeno ci sogniamo più di pensare a tre cammini diversi. Se uno degli obiettivi principali della Comunità Pastorale è quello di favorire la pastorale d’insie-me, di mettere insieme le idee e le forze, un po’ ci siamo ri-usciti. Certo, le cose cambiano sempre più velocemente, le mentalità invece hanno bisogno di periodi più lunghi, ma le fondamenta, almeno dal punto di vista organizzativo – ma non solo – le abbiamo poste.Nasce però una domanda: stiamo diventando più missionari? La Comunità Pastorale – ci è stato detto fin dall’inizio – non può ridursi ad una organizzazione più efficace del lavoro che supplisca al diminuire delle forze (soprattutto preti e suore), ma deve essere un modo diverso di affrontare la realtà, così

da annunciare in modo nuovo il Vangelo in un mondo che cambia. Deve tendere ad aprire le nostre vele al vento dello Spirito, che ci spinga al largo. Deve far scoprire ad ognuno di noi, laici, religiose e preti, la gioia di seguire Gesù e di rac-contare ai fratelli che cosa cambia la fede nella nostra vita. Ci sono ancora molti Cristiani fedelissimi ai loro doveri, che non mancano mai ad una Messa, ma senza un alito di vita e di gioia, incapaci di rendere ragione della speranza che è in loro. Negli Atti degli Apostoli si dice: “Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconosce-vano come quelli che erano stati con Gesù” (At 4,13). Bella definizione di Cristiani! Ci sono tante persone che per diversi motivi si sono allonta-nati dalla fede, ma conservano nel cuore, talora solo in modo vago, un desiderio di Gesù, ma non trovano persone capaci di accompagnare nella semplicità questo loro cammino di ri-cerca. Anche a questo la Comunità Pastorale ci dovrà educa-re. Ognuno di noi è chiamato a diventare più responsabile del fratello nell’annunciare il Vangelo, “se necessario anche con le parole”, come diceva S. Francesco ai suoi frati.Forse in questo quinquennio abbiamo fatto dei passi impor-tanti, abbiamo posto le basi di un cammino. Ora è il momento di passare alla seconda fase: rilanciare un cammino che sia at-tenzione, condivisione e riscoperta di Cristo con tutti i fratelli, per una fraternità secondo il Vangelo.

Don Gaudenzio

“Elogio PEr lA gEntE Di MEDA” Il gesto delle benedizioni delle famiglie in tanti luoghi di incontro e preghiera: le prime sensazioni

bEnEDizionE fAMigliE

“Lasciate che io faccia l’elogio del-la nostra gente.

Conosco la nostra gente, […] l’ho vista nelle chiese, l’ho vista nelle strade e l’ho vista là dove si lavora e si discute, dove si studia e dove si patisce, dove si fati-ca e dove si fa festa. Conosco la nostra gente e le voglio bene.Ho stima della nostra gente e mi com-muove quel fare il bene, quel prender-si cura degli altri, così naturale, come fosse una cosa ovvia, tanto che se dici: «Grazie!», la nostra gente addirittura si sorprende, come fosse scontato che sia-mo al mondo per far del bene. La nostra

gente è come quel ragazzo che ha solo due pani e si sente quasi sopraffatto dal numero degli affamati, eppure si fa avan-ti: «Ecco, questo è quello che ho. Può servire?». Serve! Serve! Voglio fare l’elo-gio anche del volto della nostra gente: hanno il volto serio le donne e gli uomini di Milano. Certo potrebbero sorridere un po’ di più, ma hanno il volto serio, come chi considera la vita una cosa seria. Si alza ogni mattina la nostra gente e rico-mincia a far funzionare il mondo: non si stupisce che ci sia da fare, fare in fretta, fare bene, fare quello che si deve fare. È gente seria la nostra gente.

Mi impone di essere serio la nostra gen-te, anche con quell’inclinazione a “far la tara”, che diffida dei chiacchieroni e degli esibizionisti, che legge i giornali senza crederci troppo. Riconosce inve-ce, per una sorta di sapienza naturale, quello che vale e chi merita d’essere ascoltato. […] Voglio fare l’elogio anche del malumore della nostra gente: ci sono momenti in cui non ne può più delle complicazioni inutili, delle perdite di tempo senza co-strutto, delle code incomprensibili, del-le inefficienze esasperanti. Merita più rispetto la nostra gente!

CoMunità PAstorAlE sAnto CroCifisso | MEDA3

bEnEDizionE fAMigliE

Conosco i difetti della nostra gente e le ferite della città, so dei drammi e delle complicazioni, della fatica di vive-re e della consunzione della speranza, dell’apprensione per l’inedito e della troppa solitudine, delle idee strampala-te e delle sentenze perentorie. Però c’è nella nostra gente come un istinto per la verità, una specie di irresistibile inclina-zione al buon senso e alla misericordia. Perciò la nostra gente, con tutti i suoi difetti, può vincere lo scoramento, far fronte senza far rumore, risuscitare alla fierezza e consumarsi in una dedizione.Io faccio l’elogio della nostra gente. E benedico nel nome di Dio la nostra gente. C’è, tra la nostra gente, anche chi non sa più che nome invocare. Ma io benedico tutti, perché tutti possano alzare lo sguardo, stare diritti e contra-stare l’ingiustizia e la disperazione, l’il-legalità e il qualunquismo, porre mano all’impresa di costruire la nuova Milano e l’Europa dei popoli, e di prepararsi a ospitare il mondo l’anno prossimo.Concedi, Padre di tutti, che tutti possa-no alzare lo sguardo e sorridere un po’ di più”.

Sono le parole di mons. Delpini, Vicario generale della Diocesi di Milano, pub-blicate all’indomani della grande pro-fessione di fede in piazza Duomo dell’8 maggio. Che c’entrano – qualcuno si domanderà – con il titolo di questo pez-zo? Per noi c’entrano perché l’esperien-za vissuta a maggio, preparando a San Giacomo i momenti delle benedizioni delle famiglie (e pensiamo anche da altri prima, nel resto della Comunità S. Cro-cifisso), ci porta a trovare pienamente calzanti anche alla nostra gente di Meda le parole rivolte da mons. Delpini alla più ampia platea di Milano. Sì, perché tra noi tanta gente si è prima posta del-le domande su cosa si intendesse per benedizioni delle famiglie non più nelle case, ma in luoghi del quartiere, poi si è messa a disposizione partecipando a un incontro preparatorio o, ove impossibili-tata, segnalando la propria disponibilità. Si sono aperti così tanti cancelli, cortili, ma ancor di più cuori e intelligenze per preparare al meglio i diversi luoghi di preghiera. Non è stato difficile trovare quasi subito ventuno luoghi di incontro distribuiti nei rioni Montecampi e Sume-lè, interessati quest’anno dalle benedi-

zioni, in una corsa a rendere gradevoli le serate, bella e ospitale l’accoglienza al Signore e al suo messaggero. Proprio le

fatiche di tanti preparativi hanno rivelato il volto di tanta gente buona che ha solo bisogno di essere incontrata, salutata, interrogata nella sua quotidianità spesso solcata da fatiche, delusioni, infedeltà, debolezze, ma al fondo capace ancora di un riscatto, pronta a mettersi a dispo-sizione per altri momenti, coinvolgendo tutti i componenti della famiglia (grandi e piccoli, giovani e anziani). E allora an-che noi, pur senza la sapienza di mons. Delpini, facciamo un “elogio” alla gente di Meda che su questo numero offre ai nostri lettori alcune riflessioni su come ha vissuto e cosa ha provato in quei mo-menti. In molti punti di ritrovo abbiamo pregato intorno all’immagine di Maria: come i discepoli nel cenacolo invochia-mo che lo Spirito di Dio compia in noi, Chiesa di Meda, in questo nostro tempo, con tutte le nostre fatiche e miserie, un po’ delle “grandi cose” che ha compiuto in Maria.

E.N.Via Sicilia e dintorni “abbiamO apertO la CaSa al SignOre”La benedizione di Suor Maria Angela è iniziata così: “Non sempre è necessario andare nella casa del Signore per tro-varlo, a volte è Lui che viene da noi”. Questa breve frase racchiude quanto successo mercoledì sera 21 maggio: con amici e vicini di casa o di quartiere ci siamo ritrovati tutti insieme per una “benedizione collettiva” che è riuscita, in un clima di gioia ed affetto, a portare

il Signore in mezzo a noi, proprio nella via in cui abitiamo. La partecipazione numerosa, l’affetto ri-scontrato ed il piccolo rinfresco seguito al momento di preghiera, che ha raffor-zato ancora di più il senso della bene-dizione, ci devono far ricordare che, a volte, è veramente facile trovare qual-che minuto per aprire la propria casa al Signore ed invitarLo a condividere que-sto momento con le persone a noi care o che vivono accanto a noi. In fondo Lui è sempre disponibile per noi. Un grazie speciale a Suor Maria Angela, che con il suo spirito e le sue parole è riuscita non solo a colpire gli adulti, ma anche i bambini e i ragazzi presenti, che hanno bisogno di figure come lei per potersi in qualche modo rispecchiare e confrontare sempre nella fede! ...Grazie, ci vediamo per la pizzata!

Via Sicilia

Via San Giuseppeuna gran VOglia di ritrOVarSi per pregare inSiemeLa scelta delle Benedizioni Pasquali del-le abitazioni è stata bella e molto coin-volgente. Ricevuto l’incarico, vi è stato prima un contatto diretto con ogni fami-glia della via San Giuseppe, poi è segui-to un costante passa parola per la prepa-razione di questo momento di vita della Parrocchia. La scelta di dove ritrovarsi è stata semplice. Da quasi quarant’anni la statua della Madonna del signor Aurelio, su indicazione della zia Antonietta, è po-sizionata in una piccola grotta e da allora è un punto di riferimento per i residenti: a turno vi si portano fiori freschi di giar-dino o dei vicini boschi. In alternativa, in caso di pioggia, ci saremmo ritrovati sotto un porticato. Così ben prima delle 21 di lunedì 31 marzo sono arrivati tutti – o quasi – gli abitanti della via. Una ses-santina di persone di ogni età, anche un po’ emozionate ed entusiaste, ma tutti con una gran voglia di ritrovarsi per dia-logare e per pregare insieme. L’arrivo di don Luigi è coinciso con il momento di massima attenzione e di silenzio. La pre-ghiera è stata comunitaria e partecipata. La sensazione era quella di essere coin-volti in una serata che lascia un segno di presenza. Certamente un momento più intenso rispetto al veloce ingresso di un sacerdote in casa. Le parole di don Lu-igi sembravano davvero entrare nei >>

Conosco la nostra gente, […] l’ho vista nelle chiese, l’ho vista nelle strade e l’ho vista là dove si lavora e si discute, dove si studia e dove si patisce, dove si fatica e dove si fa festa. Conosco la nostra gente e le voglio bene.

mons. Delpini

CoMunità PAstorAlE sAnto CroCifisso | MEDA4

>> cuori dei presenti. Per la conclusione le mamme della via hanno preparato un gustoso buffet che ha rallegrato la fresca serata di inizio primavera.

Paolo G.

Via Luigi Rho n. 141 e dintorni un mOmentO di Vera COndiViSiOneÈ stato un momento di vera condivi-sione il preparare il piccolo altare, lo scrivere nuove preghiere, il mettere i lumini anche fuori dal cancello qua-le segno di richiamo e il preparare, in un angolo, la tavola di torte, biscot-ti e beveraggi vari (non di solo pane vive l’uomo... ma anche di quello).

Le parole iniziali di don Cristiano sono state molto delicate e così profonde che hanno dato una scossa ai nostri cuori, in quanto ha pregato tutti noi di essere attenti ai bisogni di chi ci circon-da, persone malate e sole, persone con difficoltà economiche, persone con gra-vi problemi familiari, segnalandole con discrezione a lui stesso o a altri don, in modo che la Provvidenza arrivi a loro concretamente. E che dire della testimonianza di Gesù, secondo il Vangelo di San Matteo (14,13-21)? Non ha allontanato la folla, ma ha voluto condividere con la stessa, attraverso il pane tangibile, il Suo amo-re, la Sua misericordia.

Al contrario i discepoli volevano allon-tanarla affinché andasse a cibarsi al-trove, ma Gesù, che va oltre la ragione per toccare la follia dell’amore che è Misericordia, ordinò alla folla di sedersi sull’erba e con i cinque pani e i due pe-sci moltiplicati la sfamò.Ecco, così è successo poi anche in Via Luigi Rho n. 141: ci siamo messi al ta-volo delle torte e abbiamo incomincia-to a mangiare, parlare, ridere insieme. È stato veramente così bello che ci sia-mo dati appuntamento, con le famiglie presenti, per un happy hour a giugno. E don Cristiano ha accettato con gioia l’invito.

Grazia e Antonella

in rito AMbrosiAno AntiCoI Funerali del conte Luigi Antona Traversi

Nella chiesa di S. Vittore, di pro-prietà della famiglia, si sono svol-

ti i funerali dell’avvocato (come noi lo chiamavamo) Luigi Antona Traversi, che improvvisamente ci ha lasciato a soli 65 anni non ancora compiuti. Per suo espresso desiderio, i funerali sono stati celebrati in latino, secondo il rito ambrosiano antico. Il rito è stato rego-larmente autorizzato dal servizio per la pastorale liturgica della Diocesi di Milano.Siccome mi sono state poste diverse do-mande, vorrei dare alcune spiegazioni.Chi ha la mia età ricorda certamente come tutta la Messa e le altre celebra-zioni venissero celebrate in latino, con dei paramenti e dei riti un po’ diversi dall’attuale. Poi è arrivato il Concilio Vaticano II che, con la costituzione sulla liturgia, ha introdotto delle mo-difiche nelle celebrazioni e soprattutto ha chiesto di farle non più in latino, ma nelle lingue moderne, in modo che la gente potesse capire e partecipare più direttamente alle celebrazioni.Come ogni cambiamento, anche l’ap-plicazione della riforma liturgica non è stata esente da esagerazioni e sbava-ture. Forse anche per questo – ma non solo – sono sorti in alcuni ambienti del-la Chiesa nostalgia e rimpianto dell’an-

tico modo di celebrare, tutto in latino, come forma più espressiva del mistero liturgico.La parte più estrema di questo movi-mento si è raccolta intorno al Vescovo – ora defunto – Marcel Lefèvre, che ha contestato e rifiutato il Concilio Vatica-no II ed è tornato alle celebrazioni di prima del Concilio. La situazione di co-storo nella Chiesa è certamente critica: ai loro Vescovi Benedetto XVI ha tolto la scomunica come segno di buona vo-lontà, ma certamente non sono in sin-tonia con la Chiesa. Ed il colloquio con loro non sembra fare passi avanti.Ad esempio, quest’anno sono stati ce-lebrati due matrimoni in S. Vittore da sacerdoti lefevriani. Secondo la Chiesa cattolica, alla quale noi facciamo par-te, questi matrimoni, in base al canone 1108 del Codice di Diritto canonico, non sono validi.Altri Cattolici hanno conservato la no-stalgia delle antiche celebrazioni, ma senza mettersi in contrasto con la Chie-sa e riconoscendo il valore del Conci-lio. “Però a noi piacerebbe celebrare in latino, come prima”. A costoro Papa Benedetto XVI, con il motu proprio Summorum Pontificum, ha concesso di celebrare con l’antico messale di S. Pio V, frutto della riforma liturgica del Con-

cilio di Trento e mai abrogato, anche quando Papa Paolo VI nel 1969 pro-mulgò il nuovo messale, sia in latino che in italiano, usato attualmente dalla Chiesa. La celebrazione con il vecchio messale è autorizzata in alcune chie-se e ad alcune condizioni. L’avvocato Traversi, cultore del Medioevo, ama-va partecipare a queste celebrazioni presso la chiesa del Gentilino a Milano e per questo desiderava che il suo fu-nerale fosse celebrato secondo il rito ambrosiano antico, conforme al mes-sale di S. Pio V. Cosa che la Chiesa di Milano ha regolarmente permesso ed autorizzato.Una mia riflessione: ho partecipato a questa celebrazione, ho rivisto alcuni particolari di quando facevo il chieri-chetto e che non mi ricordavo più, ho gustato e cantato insieme gli antichi canti in ambrosiano-gregoriano che cantavo da giovane (tuttora amo fare gli esercizi spirituali in un monastero benedettino, dove si canta in gregoria-no); ma non celebrerei mai con la gen-te una Messa così. Alla fine del funerale ho ringraziato il Signore per il Concilio Vaticano II e la riforma liturgica che mi permette di celebrare e cantare nella lingua della gente.

Don Gaudenzio

PEr CAPirE

bEnEDizionE fAMigliE

AnnivErsAri Di MAtriMonio

un vEro DonoFare tesoro dei successi passati cercando di non ripetere gli errori commessi

Il 4 maggio 2014 ha avuto luogo la programmata celebrazione comunitaria degli anniversari di matrimonio, che ha coinvolto le coppie con anniversari “importanti” e “non” per gran parte della giornata, per fortuna serena e ben soleggiata.

50 anni inSieme Anch’io, in coppia con mio marito, ho partecipato e così mi sono resa conto, riflettendo sulle parole di don Tomma-so, che effettivamente una tappa di vita di ben cinquanta anni è stata un vero dono che ci ha permesso di realizzare, nel bene e nel male, una storia familia-re importante. Per questo concordo nel

dovere un ringraziamento per questo dono, nel dovere anche chiedere scusa per non essere stata sempre all’altezza delle situazioni e nel cercare di predi-sporre anche per il futuro una strada su cui non potrò influire, se non facendo tesoro dei successi passati e cercando di non ripetere gli errori commessi.Questo potrebbe essere una specie di testamento spirituale, scaturito dalla positiva esperienza odierna.

Un grazie a tutti coloro che con la loro efficienza e simpatia ci hanno fatto tra-scorrere una splendida giornata.

Angela e Gianvittorio

CoMunità PAstorAlE sAnto CroCifisso | MEDA5

Ciao a tutti, mi chiamo Tommaso e sono un bambino di 9 anni che frequenta la terza elementare.

Lo scorso sabato 10 maggio ho incontrato Papa Francesco all’evento “la chiesa per la scuola” e con queste poche righe voglio raccontarvi la mia esperienza.Il mio viaggio è iniziato una sera di 4 mesi fa quando la mam-ma, al rientro dal lavoro, mi raccontò dell’opportunità di an-dare a Roma dal Papa insieme a mia cugina e a tutti i suoi compagni. Arrivati a Castel Sant’Angelo, nelle prime ore del pomerig-gio, ci siamo resi conto di quanta gente aveva avuto il nostro stesso desiderio di incontrare il Santo Padre: insieme a noi tre c’erano infatti altre 300 mila persone venute da tutta Italia e da tutto il mondo. Dispiaciuti e tristi, perché non riuscivamo a raggiungere Piazza San Pietro, ci siamo seduti sull’ultima pan-china di via della Conciliazione in attesa di sentire e vedere il Papa attraverso i maxi schermi piazzati un po’ ovunque. Dopo quattro ore di attesa, nonostante i canti e i tanti bam-bini e ragazzi vicini a me, mi sentivo sfinito dalla stanchezza, dal sole e dalla noia; poi all’improvviso la folla ha iniziato ad esultare, il Papa stava arrivando da noi. Mia mamma allora mi ha fatto salire in piedi sulla panchina; da lì vedevo bene e infatti, dopo qualche minuto, ho visto il Papa sulla sua bella Papamobile dirigersi verso di noi. Tutte le persone intorno a me erano come impazzite dalla gioia, c’era chi piangeva, come la mia nonna, o chi gridava “Papa salvaci”, ma la cosa più bella che voglio raccontarvi è stato quando Papa Fran-

il PAPA inContrA il MonDo DEllA sCuolA

DAl PAPA Con lA sCuolA“È stata proprio una bella giornata che ricorderò per sempre”

cesco ha salutato un piccolo bambino che stava piangendo chiedendogli “Perché piangi?”… Sentivo la sua presenza, la sua energia positiva e sentivo la mamma che mi stringeva forte forte per paura che cadessi dal muretto.È stata proprio una bella giornata che ricorderò per sempre.

Tommaso (scuola Frassati)

CoMunità PAstorAlE sAnto CroCifisso | MEDA6

PEllEgrinAggio

fAtiMA E sAntiAgoIl pellegrinaggio può aumentare la nostra fede

Dal 28 aprile al 3 maggio la Comunità Pastorale, guidata dal Parroco, è stata in pellegrinaggio a Fatima e Santiago di Com-postela. Per problemi di posti in aereo abbiamo dovuto fermarci a cinquantaquattro persone, ma è stata una rappresentanza significativa. Non facciamo la cronaca del pellegrinaggio: cerchiamo solo di comunicare alcune nostre impressioni e di lasciare il messaggio della Madonna di Fatima.

“Quando lessi sul foglio degli avvisi il programma del pellegrinaggio

a Fatima e Santiago, fui colpita da un moto di interesse. Era un preciso desi-derio di mio marito e mio effettuarlo. Ho chiesto un parere ai medici che mi se-guono e su loro consiglio mi sono iscrit-ta, escludendo il tratto del cammino. Ora, con l’aiuto di Dio, sono contenta di essere riuscita a farlo senza, spero, avere recato impiccio ai compagni di viaggio.Un grazie particolare a don Gauden-zio per l’intensità della parte spirituale, soprattutto a Fatima. Le S. Messe, le preghiere e le riflessioni hanno notevol-mente arricchito il pellegrinaggio. Di nuovo grazie e, se Dio vorrà, appun-tamento al prossimo pellegrinaggio”.

Carla

“Sono partita per questo pellegri-naggio con un po’ di ansia nel

cuore, ma anche confortata dal pensie-ro che le persone che lasciavo a casa erano contente che io potessi realizzare il desiderio di recarmi a Fatima.Durante questi giorni sono stati parec-chi i momenti che ho vissuto con inten-sità, diverse le parole che mi sono state suggerite per riflettere.Su tutte però la parola che mi è rima-

sta dentro è la parola “luce“. La luce delle candele che si accendono l’una con l’altra all’inizio della processione con le fiaccole: piccole luci ma che in-sieme formano quasi una grande luce. Occorre però essere vigili e non lasciare spegnere la luce di questa fiaccola (ma-gari solo per un piccolo colpo di vento) e se questo accade non aver paura di chiedere a chi ti è vicino di aiutarti a ri-accenderla.

Così nella vita quotidiana, quando ci sono i momenti bui e per qualsiasi moti-vo la luce della tua fede si spegne, la tri-stezza ti prende, ti senti solo, non esitare a guardarti intorno e trovare qualcuno che ti aiuti a riaccendere la speranza.L’augurio è che ognuno trovi sempre accanto persone pronte ad accendere la fiaccola che si è spenta e anch’io ab-bia sempre l’attenzione a vedere quan-do c’è qualcuno da consolare”.

G.A.

“Il pellegrinaggio è sempre la rispo-sta ad un invito a recarti in quel

luogo speciale per rafforzare la tua fede. Di questo breve cammino che si inseri-sce nella mia vita tanto mi è rimasto nel cuore. I momenti della sera a Fatima, la recita del S. Rosario e la processione in-torno alla piazza con le fiaccole in tutta la sua compostezza, la numerosa par-tecipazione e soprattutto la devozione sincera che esprimeva questo popolo in cammino, tutti con lo sguardo rivolto alla Madonna che guidava i nostri passi. Tra le tante cose che ho visto non potrò

CoMunità PAstorAlE sAnto CroCifisso | MEDA

mano che il botafumeiro girava più ve-loce, aumentava il fumo dell’incenso e ad un certo punto dall’incensiere usciva anche la fiamma: perché l’incenso bru-ci ha bisogno di aria; se il botafumeiro fosse rimasto fermo, in breve l’incenso avrebbe spento il fuoco. Così è nelle nostre comunità: se manca l’aria, se ci si chiude in se stessi, il fuoco dell’amore si spegne; se ci si lancia nel vento del-lo Spirito, allora ne viene la nube della gloria di Dio. Ce lo ricorda Papa France-sco, quando insiste a dire che la Chiesa se si chiude in se stessa si ammala, ma se si apre al vento dello Spirito e della novità ed esce verso le periferie, allora acquista vigore”.

Don Gaudenzio

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PEllEgrinAggio

certo dimenticare la nuova Basilica dedi-cata alla SS. Trinità. Innanzitutto la gran-diosità di questa chiesa, il bellissimo pre-sbiterio rappresentante la Gerusalemme celeste tutta color oro che ha come do-minate il tema della luce, il grande croci-fisso e la statua bianca della Madonna. Mi ha colpito il grande invito alla pre-ghiera che ci è stato costantemente ri-volto. La Madonna chiedeva ai tre fan-ciulli di pregare per la situazione del loro tempo, ma lo chiede ancora a noi oggi ogni giorno. Anche noi viviamo momenti difficili perché il tanto male che vediamo intorno sembra quasi prevalere sul bene. Il richiamo alla conversione, la conversio-ne non solo di chi è lontano, ma anche la nostra conversione quotidiana. Per questo chiederò sempre a Maria di riuscire a comunicare questa esperienza di mantenere viva in me la luce ricevuta e la gioia vissuta.”

Una partecipante

“Ho concelebrato a Santiago di Compostela con sacerdoti di di-

versa nazionalità, ma soprattutto Italiani, la Messa del pellegrino alle 12.00. Alla fine della Messa è toccato a me mettere l’incenso nel botafumeiro, il grande in-

censiere d’argento che poi viene fatto oscillare velocemente, con grande ma-estria, per tutto il transetto della chie-sa. È qualcosa di impressionante: ogni volta che passava veniva spontaneo abbassarsi, come se ti potesse cadere addosso…e sembra che non finisca mai di oscillare. Ero quasi emozionato nel mettere tutti quei cucchiai di incenso e vedere il fumo alzarsi. E intanto pensa-vo: il fuoco è segno dell’amore di Dio, che arde nel nostro cuore; l’incenso è segno del dono di Dio: a contatto col fuoco diventa il fumo della nostra pre-ghiera che sale a Dio. “Si elevi la mia preghiera come incenso al tuo cospet-to” (Salmo 140). Nella Bibbia la nube è segno anche della gloria di Dio. Man

il MEssAggio Di fAtiMANon si nasce con la fede, si conquista

Il pellegrinaggio può cambiare il senso della nostra vita; ci fa conoscere luo-

ghi nuovi e stupendi. Ma il valore dello stesso è che può aumentare la nostra fede. Non si nasce con la fede, si con-quista. Chi possiede la fede ha già un valore in tasca. Ma è importante anche lo stare insieme. Ogni persona prega per sè e per l’altro.

Nella regione centrale del Portogallo, a 50 km dall’Oceano Atlantico, sorge il villaggio di Fatima. A un chilometro si trova Aljustrel, dove nacquero i tre pastorelli: Lucia e i fratelli Francesco e Giacinta, che nel 1917 avevano rispet-tivamente dieci, nove e sette anni. Il 13 maggio di quell’anno, dopo la Messa, i tre pastorelli si diressero a Cova da Iria con il gregge, una piccola valle ad

anfiteatro distante due chilometri dal loro villaggio. Ad un tratto videro una folgore come di lampo, quindi decisero di tornare a casa, ma poi scorsero una signora vestita di bianco più splenden-te del sole emanante luce.“Non ab-biate paura – disse la Signora – sono venuta qui per chiedervi di venire qui ogni tredici del mese, a quest’ora, per sei mesi. Siete disposti a offrirvi a Dio per sopportare i dolori che egli vorrà mandarvi in riparazione dei peccati?”. Rispose Lucia: “sì, lo vogliamo”. I fan-ciulli restarono incantati, lo sguardo fisso verso il cielo, poi si alzarono e si accordarono di non dire niente a nes-suno. Ma la più piccola, Giacinta, disse alla mamma: “Oh, che bella Signora” e quella sera rivelò il segreto alla mamma. Fu l’inizio per i piccoli e per le loro fami-

glie di un periodo di sofferenza e umi-liazione, preannunciato dalla Madonna. La Signora chiese la recita del S. Rosario ogni sera e di dire sovente: “Oh Gesù, è per il Vostro amore e per la conversione dei peccatori”.

Narra Lucia che la Vergine aprì le mani ed i pastorelli si trovarono di fronte a una visione terrorizzante. Videro l’infer-no ed in esso le anime dei dannati. Il volto dei veggenti divenne cadaverico. La Signora disse: “Avete visto l’inferno, dove vanno le anime dei dannati. Se faranno ciò che io dico, molte anime si salveranno ed avranno pace. La guerra sta per finire, ma se non ces-sano di offendere Dio ne verrà un’altra peggiore; per impedire tornerò a chie-dere la consacrazione della Russia >>

CoMunità PAstorAlE sAnto CroCifisso | MEDA8

PEllEgrinAggio

>> al mio cuore immacolato e la comu-nione riparatrice nei primi Sabato. Se si osservano le mie richieste la Russia si convertirà e ci sarà pace, altrimenti spanderà i suoi errori in tutto il mondo”.

La visione dell’ inferno, la profezia del-la Russia ed il futuro incerto del mon-do costituiscono le prime due parti del Segreto di Fatima. Segreto che sarà causa di tanta sofferenza per i veggenti, sottoposti a stringenti interrogazioni e minacciati di torture o di morte orribile: “Vi getteremo in una caldaia di acqua bollente”. I piccoli, tuttavia, non si la-sciarono intimidire. Il 19 agosto, coster-nati di avere mancato all’appuntamento del 13 agosto, mentre si trovavano con un gregge a Valinhos comparve la Si-gnora che si posò su un piccolo leccio e promise il miracolo per ottobre per-ché tutti potessero vedere l’apparizio-ne. Inoltre parlò di una cappellina da costruire a Cova da Iria. Poi aggiunse: “Pregate, pregate molto e fate sacrifi-ci per i peccatori, molte anime vanno all’inferno perché non c’è nessuno che prega per loro”.

La quinta apparizione, il 13 settembre, circa venticinquemila persone erano presenti all’appuntamento con la Si-gnora che, come sempre, chiese a Lucia di continuare a recitare il rosario tutti i giorni, per ottenere la fine della guer-ra. E ancora una volta la dolce visione promise un grande miracolo ad otto-bre. Dal 13 settembre al 13 ottobre la vita dei pastorelli fu agitata più che mai. I politici ed i nemici della religione pre-gustavano la disfatta. La mamma di Lu-

do il suo essere scampato all’attentato del 13 maggio del 1981 come opera di Maria: “Fu una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola” ed il Papa agonizzante si fermò alla soglia della Morte (Giovanni Paolo II).Inoltre il terzo segreto è un richiamo divino alla storia sbagliata di un seco-lo. “Un secolo di ideologie demenzia-li – come lo ha definito Papa Giovanni Paolo II – che ha riempito l’Europa so-prattutto di cimiteri”. Nella Centesi-mus Annus lo stesso Papa ne ha fatto una spietata verifica, proprio in riferi-mento ai preannunci di Fatima, circa i disastri che il comunismo e l’espan-dersi dell’ateismo nel mondo avreb-bero determinato. Inoltre ci sono state le due grandi Guerre, i campi di con-centramento e di sterminio, i Gulag, le pulizie etniche e le persecuzioni, il terrorismo, i rapitori di persone, le dro-ghe, gli attentati alle vite non nate ed alla famiglia. Quante vittime nel corso dell’ultimo secolo del secondo millen-nio. Viene da constatare come l’uomo, mettendo da parte Dio, non possa rag-giungere la felicità ed anzi finisce per distruggere se stesso. I mali peggiori non sono le guerre, le sofferenze, bensì il peccato ed i peccatori che vanno a finire all’inferno. È il calo della morali-tà e la perdita della fede il vero male del secolo. La Madonna è venuta qui a Fatima per chiedere conversione e preghiera.

Anna Maria

cia disse: “È bene che andiamo a con-fessarci, dicono che moriremo domani se la Signora non farà il miracolo”. Lucia rispose: “Sono certa che domani farà il miracolo”.

Il 13 ottobre circa settantamila persone erano presenti: devoti, miscredenti, atei e giornalisti. “Silenzio! Silenzio!” escla-mava Lucia. La veggente era estranea a tutto quello che la attorniava, vide No-stra Signora aprire le mani e converger-le verso i raggi del sole. La visione fu più splendida del sole stesso. Ecco quello che la moltitudine vide: il miracolo del sole. La testimonianza è di Almeida, in-viato speciale de “Lo Seculo”, del qua-red anticlericale: “... L’astro sembra una placca d’argento opaco ed è possibile guardarlo, non scalda, non acceca, ecco che si alza il grido. Miracolo! Miracolo! Gli occhi sbarrati di quel popolo ci tra-sporta ai tempi biblici. Tutti con gli oc-chi verso l’alto. Il sole si fermò, poi co-minciò a danzare fino a quando sembrò staccarsi dal cielo e precipitare sopra di noi come un’enorme palla di fuoco. Fu il momento più terribile, qualcuno fece confessione ad alta voce. Infine il sole si fermò e ritornò al suo posto nel firma-mento. Ultima inspiegabile meraviglia, tutta quella gente inzuppata d’acqua si ritrovò all’asciutto”. Il terzo segreto dice del pesante con-tributo della chiesa nel cammino di testimonianza e di redenzione. Si parla di città in rovina, di montagne ripide e piene di martiri ed il Papa ucciso da un gruppo di soldati. L’angelo propone pe-nitenza, Maria si impone come l’ancora di salvezza. Il papa lo ha detto leggen- santiago di Compostela

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8 MAggio - ProfEssio fiDEi

ProfEssio fiDEi in PiAzzA DEl DuoMo Un momento nel quale professare pubblicamente la nostra fede in Gesù in un contesto pubblico

L’arcivescovo Angelo ha invitato l’in-tera diocesi, fin dallo scorso set-

tembre, a un momento nel quale pro-fessare pubblicamente la nostra fede in Gesù in un contesto pubblico. Questo gesto rappresenta uno degli apici del cammino intitolato Il campo è il mondo, che ha accompagnato la nostra diocesi in questo anno pastorale. L’intuizione è stata quella di portare la fede in Gesù morto e risorto nei luoghi ordinari dove la gente lavora, soffre, spera, ama. Sim-bolicamente è stata scelta la croce di san Carlo Borromeo, che contiene una reliquia della croce di Cristo, come se-gno che ha accompagnato l’arcivesco-vo pellegrino in quattro luoghi significa-tivi della città di Milano.Nel pomeriggio dell’8 maggio l’arcive-scovo ha visitato anzitutto un ospedale, la Clinica Mangiagalli, dove si è soffer-mato in particolare con le famiglie che soffrono per la malattia di un loro con-giunto. È stata poi la volta del mondo della cultura, della moda, del design e della comunicazione, incontrato dal cardinale presso la Triennale di Milano. La croce di san Carlo ha sostato anche presso i nuovissimi palazzi dell’Unicre-dit, che rappresentano l’impresa, l’eco-nomia e le istituzioni. Infine l’ultima tap-pa del pellegrinaggio del pomeriggio è stata una parrocchia della periferia milanese, caratterizzata da una forte componente di immigrazione. Nasce dall’incontro fecondo ma non scontato con culture differenti il volto del «mi-lanese del futuro», come si è espresso l’arcivescovo.Ma la giornata ha trovato il suo compi-mento nella serata organizzata in piazza del Duomo.I presenti e le tante persone che si sono collegate attraverso la televisione hanno potuto seguire uno spettacolo di circa due ore, durante il quale alcuni brani del-la passione di Gesù nella versione di san Luca sono stati illustrati da contributi arti-stici di vari generi, ma di indubbia qualità. Abbiamo allora assistito a brani musicali eseguiti a turno dalle orchestre e dai cori

presenti, alle esibizioni di un tenore e di una soprano, alla vibrante lettura di un In-terrogatorio alla vergine di Franco Testori e soprattutto abbiamo potuto apprezzare il genio letterario e cristiano di Alessan-dro Manzoni. Dai Promessi Sposi è stato letto magistralmente il brano della con-versione dell’Inno mi na to, brano nel qua-le la lenta e inesorabile conversione del signorotto è accompagnata dalla pazien-te e benigna guida del cardinal Federigo. A mio personale giudizio il momento più toccante è stata la testimonianza di Gemma Calabresi, la vedova del com-missario di Polizia ucciso nel 1972. Già all’epoca dell’omicidio aveva avuto il

coraggio di domandare pubblicamente che Dio perdonasse gli autori del gesto; nella testimonianza offerta in piazza ha anche raccontato del faticoso cammino che ha permesso a lei e alla sua famiglia di perdonare a loro volta chi ha ucciso il marito e padre.Special guest della serata (furbesca-mente tenuti per ultimi) sono stati il cantante comasco Davide Van de Sfross e l’attore comico Giacomo Poretti. Il pri-mo ha proposto una commovente Nin-na nanna del contrabbandiere in dia-letto laghee, il secondo una divertente riflessione sul ruolo di Maria nella vita di Gesù e del credente. Al termine l’arcivescovo ha offerto una sua personale professione di fede, nella quale ha ripreso i diversi momenti del

Simbolo della fede (il Padre, il Figlio, lo Spirito, la Chiesa) in modo originale, prima di invitare tutta la piazza a profes-sare la fede con le parole del Credo. La benedizione dei presenti con la croce di san Carlo ha chiuso una serata davvero molto significativa.

Ho apprezzato soprattutto il coraggio e la determinazione dell’arcivescovo nel proporre di percorrere quella che ha chiamato la via pulchritudinis, la «via della bellezza». La cultura, di cui il no-stro paese è ricco, è imbevuta di capo-lavori animati dalla fede. Riscoprire e riascoltare queste opere è una significa-tiva modalità per annunciare il messag-gio della croce di Cristo con un linguag-gio, quello della bellezza, che non può lasciare indifferente chi lo ascolta.

don Tommaso Castiglioni

w È possibile rivedere l’intera serata cercan-do in Youtube «8 maggio 2014 - Lo spet-tacolo della Croce». Il portal della diocesi (www.chiesadimilano.it) ha in home page un ricco speciale.

«Ora comunichiamo la bellezza

della proposta cristiana, semplice e potente

perché viene dall’alto»Card. Scola

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50 Anni PArroCCHiA MADonnA Di fAtiMA

grAnDE fEstA PEr i CinQuAnt’Anni

La festa per il Cinquantesimo del-la Parrocchia Madonna di Fatima

è iniziata sabato 3 maggio con il Con-certo di primavera della banda La cit-tadina, anche se l’avvio ufficiale è stato dato giovedì 8 con la S. messa seguita dall’Adorazione eucaristica, l’inaugura-zione della mostra fotografica Come eravamo, come siamo e come saremo – accompagnata dall’esposizione dei disegni dei ragazzi di catechismo – e l’apertura della tradizionale pesca di beneficenza e del banco vendita.

Il giorno successivo, Venerdì 9 mag-giO, è stata la volta di un momento di intrattenimento e nello stesso tempo di preghiera: il coro Musikè ha reso il suo grazie a Maria con una serata di canti a Lei dedicati. Un pubblico scarso ma at-tento ha potuto apprezzare vari canti di stile e generi diversi (preceduti tutti da

SabatO pomeriggio sono finalmente scesi in campo i bambini, protagonisti dell’ormai consueta biciclettata: ge-nitori, nonni, zii hanno accompagnato i bambini per le vie del quartiere, for-mando un lungo serpentone chiassoso e colorato. Risultato finale: le strade di Meda Sud invase da campanelli e voci squillanti. Dopo svariati percorsi e scor-tati da poliziotti in moto, i ragazzi sono arrivati al punto di partenza: l’oratorio Madonna di Fatima, dove ad attenderli c’era una meritata merenda con deli-ziose crêpes preparate dalle efficien-tissime mamme della Parrocchia. E così tutto l’oratorio si è riempito di ragazzi pronti a giocare senza sosta!Dopo il concerto sacro del venerdì, un altro concerto, ma di tutt’altro genere, sa-bato sera: sul palco dell’oratorio sono sa-liti i Geriatrix, un gruppo di musicisti non più giovani, ma che amano la musica e ri-

una breve presentazione da parte del-le coriste) che glorificano Maria in vari attimi della sua vita. In conclusione an-che il pubblico ha dato il suo contributo cantando con il coro l’Ave Maria per rin-graziarla per questi primi cinquant’anni della nostra Parrocchia.

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evocano le belle canzoni degli anni ottan-ta, novanta e dei giorni nostri. Con grinta e passione hanno divertito i numerosi ospiti che dopo una gustosa cena e tra una pescata e l’altra hanno avuto modo di ascoltare buona musica fino a tarda sera. Mentre gli appassionati si sono fermati sotto il palco ad ascoltare i Geriatrix, un nutrito gruppo di parrocchiani si è sfidato a carte nel torneo organizzato nel salone dell’oratorio: una vera e propria gara sen-za esclusione di colpi! E la temperatura gradevole e la buona compagnia hanno reso la serata molto piacevole.

Eccoci quindi a dOmeniCa, uno dei momenti principali della festa. La gior-nata è iniziata presto per i ragazzi della nostra società sportiva, che si sono ritro-vati di buon mattino presso il Santuario Santo Crocifisso dove don Gaudenzio ha benedetto la fiaccola votiva. Da lì, attra-versando le strade di Meda e passando di mano in mano, la fiaccola è arrivata alla piazza del mercato del nostro quartiere, dove si sono unite alla corsa le squadre di calcio e pallavolo dei bambini. Il cor-teo è arrivato all’oratorio di Madonna di Fatima poco prima delle 11, dove un giovane calciatore ha acceso il braciere. Accompagnati dalla Banda Santa Ceci-lia, il corteo dei giovani atleti insieme ai sacerdoti è finalmente entrato in Chiesa per la S. messa. La funzione, presieduta da don Gaudenzio, ha visto la partecipa-zione di alcuni dei sacerdoti che hanno fatto la storia della nostra Parrocchia: don Pietro, don Beniamino e don Fio-

renzo, oltre ovviamente al nostro don Angelo. Il momento più toccante è stato sicuramente alla fine della S. Messa con l’intervento di don Fiorenzo che, avendo riconosciuto tra i fedeli volti a lui noti, ne ha approfittato per rievocare alcuni mo-menti della sua decennale presenza >>

DEllA nostrA PArroCCHiA!

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un’ampia varietà di premi, tra cui giocat-toli e le due ambite biciclette.

Nella serata di lunedì 12 presso il sa-lone della Parrocchia si è tenuto l’incon-tro Come eravamo, come siamo, come saremo. Un susseguirsi di testimonianze e ricordi, intervallati dai canti del coret-to della Parrocchia, ci ha fatto attraver-sare in un paio d’ore questi primi cin-quant’anni della nostra storia: l’arrivo

dOmeniCa Sera canonica cena presso il salone dell’oratorio, seguita dall’estra-zione dei biglietti vincenti della lotteria, il tutto con l’accompagnamento di Luca alla tastiera, che ci ha rallegrato con mu-sica e canzoni di ieri e di oggi. Durante la serata sono stati anche chiusi la pesca di beneficenza e il banco vendita, che durante la festa hanno visto una buona affluenza di visitatori e hanno soddisfat-to dai più grandi ai più piccoli grazie a

>> presso di noi. Al termine della S. Mes-sa giovani e meno giovani si sono river-sati in sacrestia per salutare i sacerdoti e ridere con loro ripensando al passato.Un gruppo altrettanto numeroso di persone si è poi trasferito in oratorio per l’immancabile pranzo preparato dalle sapienti mani dei nostri cuochi. Per festeggiare i cinquant’anni della Parrocchia il gruppo cucina ha prepa-rato un menù coi fiocchi: antipasto, doppio primo, secondo, dolce e caffè! Non si poteva che essere soddisfatti! Si sono seduti a tavola con noi anche i Sacerdoti presenti alla S. Messa, a cui si sono aggiunti anche don Mattia e Suor Mariangela.Dopo il pranzo, pomeriggio ancora de-dicato ai bambini. Nei diversi campi dell’oratorio sono stati organizzati dagli adolescenti della Comunità pastorale degli stand con vari giochi, tra cui l’intra-montabile percorso con le macchinine a pedali. Ad ogni bambino è stato dato un tagliandino dove scrivere il punteg-gio ottenuto nei vari stand e alla fine del pomeriggio sono stati fatti i conti: i tre bambini che hanno ottenuto il punteg-gio complessivo maggiore sono stati premiati con un gustosissimo gelato!

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delle prime famiglie in questo quartiere ancora disabitato, le lunghe cammina-te fino a Meda centro per assistere alla S. Messa prima della costruzione di una cappella all’interno dell’oratorio, la posa della prima pietra di quella che sa-rebbe diventata la Parrocchia Madonna di Fatima, il primo bar costruito e ge-stito dai giovani, le processioni con la Madonnina. I ricordi sulla fondazione e sulla vita nella Parrocchia si fondono con frammenti di vita quotidiana che emergono dalle parole di quelli che fu-rono i primi abitanti del quartiere, per lo più migrati dal Veneto alla ricerca di un lavoro. Le riflessioni di don Gaudenzio e don Angelo sul presente della Parroc-chia, ora parte della Comunità pastora-le, hanno concluso la serata. A fare da sfondo ai racconti le foto della mostra e i disegni dei bambini che hanno parte-cipato al concorso.

La festa si è chiusa con due momenti all’insegna della preghiera e del rac-coglimento. martedì 13 maggiO – giorno dell’apparizione di Maria a Fatima – dopo la S. Messa tenutasi nel cortile di alcune palazzine si è svolta la

processione per le vie del quartiere con la statua della madonna di fatima, accompagnata dalla Banda Santa Ceci-lia e dai canti del coretto.

Infine giOVedì 15 maggiO il S. Rosa-rio seguito dalla S. Messa a suffragio dei defunti della Parrocchia è stato la giusta conclusione della festa.

Cogliamo l’occasione per ringraziare tut-ti coloro che durante queste giornate in

diverso modo hanno dato il loro contri-buito: gli uomini e le donne della cucina, il gruppo sportivo, la Commissione litur-gica, gli adolescenti della Comunità pa-storale, coloro che si sono occupati della pesca e del banco vendita e ovviamente tutti coloro che hanno partecipato ai di-versi momenti rendendoli speciali.Appuntamento al prossimo anno!

Chiara, Daniela, Davide, Ilaria, Riccardo, Renata, Valentina, Veronica

lampada VOtiVa

Domenica 11 maggio, in occasione del 50° della parrocchia Madonna di Fatima, è stata posta una lampada votiva a fianco della statua della Madonna. La comunità si impegna a mantenere costantemente accesa la fiamma per tutto l’anno, in segno di preghiera alla Madonna stessa. Chi volesse contribuire ad offrire l’olio per mantenere accesa la lampada può far pervenire la sua offerta a don Angelo.

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Consiglio PAstorAlE DEllA CoMunità

Il Consiglio pastorale della Comunità S. Crocifisso si è riuni-to venerdì 9 maggio 2014 alle ore 21.00 presso la parroc-chia S. Giacomo con il seguente ordine del giorno:

1. Proposta e discussione di iniziative concrete per il prossi-mo anno pastorale.2. Revisione del Triduo Pasquale: valutazione di ciò che è stato proposto e suggerimenti in vista del prossimo anno.3. Varie ed eventuali. Dopo la recita della compieta, prende la parola don Gau-denzio per introdurre il primo punto all’ordine del giorno. Ripercorrendo le modalità di lavoro che si erano fissate al termine della seduta precedente, ricorda che era stato af-fidato alla diaconia il compito di sintetizzare le riflessioni emerse e rilanciare, per il prossimo anno pastorale, il tema delle relazioni, specificando degli obiettivi più definiti. La diaconia propone dunque che le singole commissioni conti-nuino a rivedere sia il proprio lavoro, sia le diverse iniziative tradizionalmente proposte nella logica di un arricchimento del tessuto di rapporti tra le persone; si vorrebbe però pro-vare ad approfondire un aspetto particolare, già sottolinea-to, ma che è rimasto un poco in ombra durante questo anno pastorale: il tema della diffidenza nelle relazioni. Quello della “paura dell’altro” perché diverso, perché sconosciuto, perché segnato dal pregiudizio sembra essere un problema effettivo. Compito del Consiglio Pastorale dovrebbe essere quello di analizzare il tema e suggerire iniziative concrete che stimolino la comunità.

Il moderatore invita i consiglieri a intervenire nella discus-sione: i diversi interventi si soffermano sul fatto che spesso la diffidenza deriva dalla non conoscenza tra le persone e propongono alcune iniziative concrete volte a facilitare il contatto. Ciò che appare importante, però, è che tali oc-casioni di aggregazione non rimangano episodi a sé stanti, ma costituiscano l’inizio di un cammino da percorrere insie-me. Alcuni interventi sottolineano la necessità di favorire gli incontri in piccoli gruppi o di riuscire a rompere quei gruppi chiusi che sono presenti anche nelle nostre realtà ecclesiali. Si approfondiscono alcuni aspetti degli atteg-giamenti di diffidenza che caratterizzano le nostre relazioni e si ipotizzano interventi specifici adatti ai diversi ambiti dell’azione pastorale.

Dopo altri interventi focalizzati sul tema del peso del giudi-zio altrui nelle relazioni, Don Gaudenzio e il moderatore in-vitano a ipotizzare come si potrà sviluppare quanto emerso dalla discussione; raccolte alcune proposte, si decide che la diaconia riassumerà in modo organico i contenuti e che in seguito le commissioni lavoreranno per sviluppare, ela-borare o integrare le proposte presentate, col compito di sintetizzarle e presentarle nel prossimo Consiglio. Per per-

mettere alle Commissioni di riunirsi e lavorare si decide di posticipare la data della seduta prevista per il 13 giugno al 27 giugno.

Si passa alla trattazione del secondo punto all’ordine del giorno. Don Gaudenzio sottolinea come il Triduo Pasquale sia il centro della vita della Chiesa e che, avendolo appena vissuto, è bello rivederlo insieme. Personalmente fa notare come la liturgia della sepoltura di Gesù, che si è svolta a Santa Maria Nascente la sera del venerdì santo, sia piuttosto scarna e spoglia e si chiede se sia opportuno mantenerla. Alcuni consiglieri presenti al rito mettono in evidenza che la celebrazione della morte di Gesù, che nella parrocchia centrale si svolge alle 15.00, è molto più significativa. Si sta-bilisce di sospendere la funzione in Santa Maria Nascente e di invitare i fedeli a partecipare alle ore 15.00 o alle celebra-zioni serali nelle altre parrocchie.

Si sollevano alcune obiezioni anche sulla Messa in Coena Domini del giovedì. Don Cristiano mette in evidenza che la partecipazione a Madonna di Fatima non è stata particolar-mente numerosa e si chiede se non sia il caso di celebrare un’unica Messa in una sola parrocchia; sarebbe un gesto particolarmente significativo perché darebbe la possibilità a tutti i sacerdoti di concelebrare e offrirebbe un segno di unità per la Comunità. Alcuni consiglieri fanno però notare che togliere la celebra-zione del giovedì da qualche parrocchia significa di fatto to-gliere o ridurre la possibilità di partecipare a un buon nume-ro di persone che per vari motivi hanno difficoltà a spostarsi. Si apre una discussione tra i consiglieri in cui emergono voci favorevoli alla proposta di don Cristiano di un’unica celebra-zione e voci favorevoli a mantenere una celebrazione per parrocchia visto che quella del giovedì santo è una Messa così importante nell’anno liturgico.Emergono le seguenti possibilità: a) celebrare un’unica Eucarestia come segno di unità all’in-terno della Comunità Pastorale; b) diversificare ulteriormente gli orari delle celebrazioni nel-le tre parrocchie per evitare sovrapposizioni che impedisca-no ai sacerdoti di concelebrare; c) mantenere le tre celebrazioni nelle diverse chiese parroc-chiali con gli stessi orari con cui vengono ora celebrate per non togliere la possibilità di partecipare a chi ha difficoltà a spostarsi.

Dal momento che le posizioni espresse sono molto diverse, si rimanda la decisione, prevedendo magari il coinvolgimen-to della commissione liturgica. •

Consiglio PAstorAlE DEl 9 MAggio 2014

Anche quest’anno i gruppi missio-nari della Comunità hanno aderi-

to alla proposta della commissione di zona, che si trova a Desio presso i Mis-sionari Saveriani, di VENDERE IL RISO. L’impegno è stato grande, perché oltre sedici quintali di riso sono stati venduti durante le Sante Messe del sabato sera e della domenica 17/18 maggio u.s. È stato possibile ottenere un utile di 770 euro che, unito al contributo di tutte le parrocchie della zona di Monza, andrà a sostenere i quattro progetti scelti pre-cedentemente dalla commissione di cui facciamo parte.La risposta della comunità è stata anco-ra una volta straordinariamente gene-rosa: avendo scelto di acquistare il riso si sono anche condivisi la motivazione

gEsto DEl riso Oltre sedici quintali di riso sono stati venduti durante le Sante Messe

e l’obiettivo di favorire le popolazioni indigenti (famiglie, bambini, bambine bisognosi di tutto, dal cibo alla forma-zione-educazione) in paesi dove Mis-sionari, Religiosi e Laici sono impegnati nell’Evangelizzazione, portando la Gio-ia della Carità Cristiana. Il ringraziamen-to a tutta la Comunità è allora doveroso, affidando tutti nella preghiera, anche da parte dei destinatari: Malhada dos Bois, Sergipe (nord-est Brasile) Referente Lu-igia Consonni (Figlie S. Eusebio) Zam-boanga city parrocchia Trnsfiguration (Filippine) Referente Padre Nevio Viga-nò (Pime) Sao Luis (Brasile) Referente Suore della Purificazione Sao Josè dos Basilios Maranhao (Brasile) Referente Rossana Cataldi (missionaria laica Fidei Donum). •

Don Mario Mascheroni è un prete medese, deceduto il 7 giugno 2004 all’età di 76 anni e a pochi giorni dalla ri-

correnza del suo cinquantesimo anniversario di sacerdozio. A Meda attualmente vivono la sorella Piera e i nipoti Virginia, Paolo e Pierluigi Favé con le rispettive famiglie.Ha esercitato il suo ministero inizialmente a Solbiate Olona per circa ventitré anni come Vicario Parrocchiale: qui la comu-nità cittadina gli ha intitolato lo stadio comunale.Dal 1977 al 2004 è stato parroco della Parrocchia San Gio-vanni Battista in Bergoro di Fagnano Olona (sempre nel Varesotto), dove ha lasciato una testimonianza e un ricordo che la comunità del posto intende ora rinnovare, a dieci anni dalla sua morte, con l’inaugurazione, domenica 15 giugno 2014, del busto di Don Mario nel parco cittadino a lui inti-tolato e la presentazione di un libro a suo ricordo che rac-coglie osservazioni, commenti, giudizi, omelie attinte da un diario da lui tenuto.L’associazione “Qualcosa per il Mondo” di Bergoro di Fagna-no Olona. promotrice dell’iniziativa con la parrocchia di Ber-goro, nell’invitare i parenti, i sacerdoti e chi l’ha conosciuto, lo ricorda come “indimenticato sacerdote e parroco dalle umili e preziose qualità umane”.A lato pubblichiamo la locandina di presentazione con il pro-gramma.

E.N.

in riCorDo Di Don MArio MAsCHEroni A 10 Anni DAllA MortE

un uoMo, un PrEtE “Indimenticato sacerdote e parroco dalle umili e preziose qualità umane”

gruPPo MissionArio

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PEr APProfonDirE - fEConDAzionE in ProvEttA

All’inizio di aprile la Corte Costitu-zionale ha dichiarato incostituzio-

nale il divieto di fecondazione umana eterologa stabilito dalla legge 40. Con questa sentenza è così caduto l’ultimo paletto che la stessa legge poneva per regolare la fecondazione artificiale – cioè in provetta – consentita solo all’in-terno di una coppia sposata e ad alcune condizioni: w che il numero degli embrioni, cioè dei

figli prodotti in provetta e immessi nell’utero della donna, non fosse su-periore a tre;

w che non si producessero embrioni in soprannumero, vietandone così la crio-conservazione, cioè il congela-mento;

w che su di loro non si facesse né speri-mentazione né selezione eugenetica.

È saltato ora anche il quarto paletto di questa legge contraria al Magistero della Chiesa – che sempre vuole il bene dell’uomo nel rispetto del diritto di Dio e dei figli concepiti che sono sempre e solo Suo dono – e che durante la cam-pagna referendaria è stata difesa da

molti politici e dal comitato Scienza e Vita come buona.Purtroppo buona non è, ma solamente gravemente ingiusta! Infatti sconvol-ge l’ordine naturale che il Creatore ha stabilito all’origine: cioè che il figlio è dono, Suo dono, che egli dona in piena libertà mediante un rapporto d’amore tra un uomo e una donna che lo acco-glie in sé e lo custodisce per nove mesi, nutrendolo e proteggendolo (così fece la Madonna con Gesù), mentre egli si sviluppa e cresce autonomamente, altro da lei, lavorando 24 ore su 24 se qualcuno non lo uccide. Per questo motivo San Giovanni Paolo II, durante il Giubileo delle famiglie a Roma nell’ot-tobre del Duemila, gridò – come ad Agrigento contro la mafia –: “È il diritto del figlio a nascere come Dio ha stabi-lito che va salvaguardato, non il diritto della coppia ad avere un figlio!“ Mai potrò dimenticare quel grido che così profondamente mi colpì.

Inoltre la Legge 40 è occisiva, cioè abortiva, perché consente che venga-no fecondati in vitro e messi in utero tre

embrioni umani per ogni tentativo di fe-condazione e occorrono normalmente sei tentativi, cioè diciotto figli concepi-ti, per avere un bimbo in braccio. Così sono sacrificati diciassette fratellini per ogni bambino che nasce dalla provetta. Ora, se questa non è una strage d’inno-centi, ditemi che cosa è! Il 25 marzo scorso il quotidiano cattolico “AVVENIRE” ha pubblicato un articolo dal titolo “PROVETTA-BOOM”, che ri-chiamava un articolo della rivista ingle-se British Medical Journal del 28 gen-naio scorso che esprimeva tre principali

fEConDAzionE in ProvEttA: Pro o Contro l’ uoMo?La Consulta autorizza la fecondazione eterologa

“È il diritto del figlio a nascere

come Dio ha stabilito che va salvaguardato,

non il diritto della coppia ad avere un figlio!“

San Giovanni Paolo II, Giubileo delle famiglie,

Roma - ottobre 2000

PEr APProfonDirE - fEConDAzionE in ProvEttA

timori: nessun medico si specializza più nello studio e nella cura della sterilità umana, ma sceglie la scorciatoia della fecondazione in provetta, economica-mente più conveniente; le coppie van-no gradualmente perdendo lo sguardo “giusto” sul figlio che hanno voluto a tutti i costi, perché lo vedono sempre più come “oggetto” del loro deside-rio e questo inevitabilmente avrà con-seguenze molto negative nel rapporto educativo. Il giornale riassumeva questi dati in una tabella a fondo pagina:w Dal 1978 al 2003 (venticinque anni),

con la fecondazione in provetta è nato un milione di bambini, ma dal 2003 al 2013 (10 anni) il numero è au-mentato vorticosamente: ne sono nati quattromilioni, in tutto cinquemilioni.

w Il 95% è la percentuale delle coppie che riescono ad avere una gravidanza naturale entro ventiquattro mesi dal primo tentativo.

w Il 90% è la percentuale del maggiore rischio di morte perinatale in gravi-danza da fecondazione artificiale ri-spetto a quella naturale.

w Il 70% è la percentuale del maggiore rischio di malformazioni genetiche. (Senza calcolare i danni causati dalla superstimolazione ovarica nel corpo della donna).

Poiché il 25 marzo ricorreva la solennità dell’Annunciazione, Mistero dell’Incar-

nazione del Signore, pensavo di trova-re nello specchietto del giornale anche questo dato: 5 milioni di bambini nati con la fecondazione omologa in provet-ta corrispondono a 5 milioni x 17 em-brioni/bambini uccisi, pari a 85 milioni di figli sacrificati.Ma questo dato mancava. Allora ho pregato così: “Mostraci, Signore, il Tuo volto nel volto dei figli concepiti” e ho pensato: “Quanto è doveroso conti-nuare l’Adorazione Eucaristica il primo sabato di ogni mese in riparazione di quest’abominio che si aggiunge a quel-lo dell’aborto legalizzato che ormai non fa più notizia!”. Questo è il frutto della fecondazione in provetta omologa: una Shoah orribile di cui il Creatore un gior-no ci chiederà conto, così come della nostra indifferenza.Come non reagire allora alla sentenza della Consulta che propone libertà as-soluta a tutti i livelli, anche alle coppie omosessuali, con la fecondazione ete-rologa? Dopo lo scambio di due em-brioni – figli concepiti – negli ospedali di Roma avvenuto nei giorni successivi alla sentenza, ci dobbiamo preparare al rischio che un giorno i figli dell’ete-rologa s’innamorino senza saperlo dei propri fratelli e che si sposino tra loro con conseguenze antropologiche gra-vi. Così avremo anche l’incesto legale, perché nessuno potrà mai controllare ed essere certo che non accada.

“Il tentativo, portato all’estremo, di pla-smare le cose umane facendo completa-mente a meno di Dio ci conduce sempre di più sull’orlo dell’abisso, verso l’accan-tonamento totale dell’uomo”, affermò un giorno Joseph Ratzinger. E il 26 mag-gio, a Gerusalemme, in visita al memo-riale di YAD VASHEM, papa Francesco diceva: “Uomo, chi sei? Non ti riconosco più./Chi sei, uomo? Chi sei diventato?/Di quale orrore sei stato capace?/Che cosa ti ha fatto cadere così in basso?/Non è la polvere del suolo, da cui sei tratto./La polvere del suolo è cosa buo-na, opera delle mie mani./Non è l’alito di vita che ho soffiato nelle tue narici./Quel soffio viene da me, è cosa molto buona (cfr Gen.2,7)./No, quest’abisso non può essere solo opera tua, delle tue mani, del tuo cuore…Chi ti ha corrotto? Chi ti ha sfigurato?/Chi ti ha contagiato la presunzione di impadronirti del bene e del male?/Chi ti ha convinto che eri dio? Non solo hai torturato e ucciso i tuoi fratelli, ma li hai offerti in sacrificio a te stesso, perché ti sei eretto a dio./Oggi torniamo ad ascoltare qui la voce di Dio: “Adamo, dove sei?”… Eccoci, Signore, con la vergogna di ciò che l’uomo, crea-to a tua immagine e somiglianza, è stato capace di fare. Ricordati di noi nella tua misericordia!”.E così sia.

Cesarina Ferrari Ronzoni

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sPort

oMf un Anno DA riCorDArE! Tanti complimenti alle ragazze della pallavolo, alle nuovissime del minivolley e ai ragazzi del calcio

Come ogni anno, con il finire della scuola e l’arrivo dell’estate termi-

nano anche i campionati CSI per le no-stre squadre.Quest’anno è stata introdotta nella nostra società la pallavolo: le bambi-ne che lo scorso anno giocavano nella categoria minivolley da settembre si sono misurate in un campionato inver-nale Under 11 un po’ difficile, ma la loro grinta e la loro voglia di dare il 100% le hanno aiutate a giocare ancora meglio nel campionato primaverile. Formano davvero un’ottima squadra, sempre pronte a sostenersi l’una con l’altra sia in caso di vincita, sia in caso di sconfitta. La squadra della categoria minivolley, dovendosi riformare, non ha disputato un campionato vero e proprio, ma le bambine sono migliorate allenamento dopo allenamento e vedremo i frutti del loro lavoro durante la nostra Festa dello Sport di giugno! Parlando invece delle squadre di calcio, ognuna di esse ha disputato ottimi cam-pionati, piazzandosi sui più alti gradini del podio. Anche per loro la stagione ha riservato partite in cui vincere è stato molto semplice e partite in cui i ragazzi si sono dovuti sudare la vittoria a suon di gol! Ma i nostri giovani calciatori non si sono mai abbattuti per una partita persa e durante l’allenamento settimanale han-no migliorato costantemente le loro abi-lità per poter vincere la partita successiva. Per quanto riguarda le squadre di calcio dei più piccoli – che hanno svolto il cam-pionato del Decanato – le vittorie sono

state molte, anche grazie agli allenatori che hanno sempre spronato i ragazzi a dare il massimo; anche per loro il podio è stato conquistato meritatamente!Un grazie sentito va alle varie tifoserie che hanno accompagnato i nostri ra-gazzi e le nostre ragazze sia nelle partite in casa che in quelle in trasferta, soste-nendoli sempre, nonostante il risultato.

Ora prima delle meritate vacanze ci at-tende la chiusura dell’anno sportivo con la nostra festa dello Sport: vi aspettia-mo all’oratorio Madonna di Fatima sa-bato 7, domenica 8, sabato 14 e dome-nica 15 giugno. Cogliamo inoltre l’occasione per invita-re tutti i bambini che vogliono cimen-tarsi con calcio e pallavolo a fare delle lezioni di prova gratuite nelle prossime settimane (per la pallavolo aspettiamo bambine e bambini nati negli anni com-presi tra il 2003 e il 2008, per il calcio tra il 1998 e il 2008).Non mancate!

Martina

7, 8, 14 e 15 giugno Festa dello sportOratorio Madonna di Fatima

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PiAno tErrA Gli adolescenti in piazza Duomo per la presentazione dell’Oratorio Feriale 2014 con il Card. Scola

orAtorio fEriAlE 2014 - inContro DioCEsAno Con il CArDinAlE

Venerdì 23 maggio noi adolescen-ti che ci apprestiamo ad iniziare il

periodo dell’oratorio feriale come ani-matori ci siamo ritrovati alle 17,20 pres-so la stazione di Meda per comprare i biglietti del treno che sarebbe poi par-tito alle 17,30 con destinazione Milano Cadorna. La nostra meta era Piazza Duomo, per assistere alla presentazio-ne dell’Oratorio feriale 2014 a cui ha partecipato anche l’arcivescovo ange-lo Scola.Dopo una mezz’oretta di viaggio in treno, siamo arrivati alla stazione e da

lì abbiamo iniziato a camminare per raggiungere il Duomo. Giunti in piaz-za, i nostri due accompagnatori Mar-co e Don Mattia sono andati a ritirare la cartina con l’indicazione degli orari della serata e dei luoghi dove erano posizionati gli stand da visitare (gli or-ganizzatori avevano infatti preparato sette stand in alcune delle vie attorno al Duomo). Seguendo la cartina abbiamo deciso di visitare lo stand che ci avrebbe aiu-tato a trovare nuove idee per i labora-tori dell’oratorio feriale, ma per nostra

sfortuna quando siamo arrivati lo stand stava già chiudendo perché ormai era il momento di tornare in piazza visto che un’ora dopo sarebbe cominciata la presentazione. Ritornati in Duomo intorno alle 19,30, abbiamo preso posto, ci siamo seduti per terra tutti insieme e, dopo una bre-ve preghiera condotta dal don, abbia-mo iniziato a mangiare ognuno il pro-prio pranzo al sacco portato da casa. Alle 20,30 è iniziata la presentazione: come prima cosa ci hanno spiegato il motivo del tema di quest’anno: Piano Terra - e venne ad abitare in mezzo a noi; subito dopo ci hanno mostrato al-cuni dei nuovi balli e canti riguardanti il tema portante. Intorno alle 21 è arrivato l’Arcivesco-vo Scola: ha assistito anche lui agli ultimi balli e a uno spettacolo di ma-gia messo in scena da un prete. Alla sua presenza ci hanno fatto inviare un messaggio a dieci nostri amici dicen-do che eravamo insieme a lui. Davanti all’Arcivescovo ha tenuto un discorso anche un altro ospite di quella serata: la fondatrice dell’Associazione Nuovi Orizzonti, Chiara amirante. Verso le 22 c’è stata la conclusione con la lettura di un brano del Vangelo e la benedizio-ne pasquale da parte dell’Arcivesco-vo. Alle 22,30 abbiamo preso il treno di ritorno e con un po’ di ritardo sulla tabella di marcia siamo giunti a Seveso alle 23 passate.

Riccardo

gruPPi Di AsColto DEllA PArolA - sEttiMo inContro

20CoMunità PAstorAlE sAnto CroCifisso | MEDA

Ma chi è questo servo? Ora è Ciro, ora è il popolo di Israele, ora è

un gruppo o ‘il resto di Israele’, ora è il profeta, ogni personificazione con doti e carattere forte, a volte differenti e non in tutti allo stesso modo tali da far molto discutere nelle condivisione di gruppo; non è stato facile.In realtà non sono idee escludenti, sono tutte giuste e tutte vanno accolte. Ab-biamo camminato assieme alle letture penetrando nelle nostre storie e/o situa-zioni di sofferenza, accettando i momen-ti e le pagine sempre capaci di parlare, anzi “gridare” a noi oggi, per suscitare fede e speranza, cercare la forza di vive-re nella realtà della propria vita quotidia-na, chiedendoci se, come il discepolo, siamo pronti ad ascoltare chi ci parla (esponendo la sua situazione magari con fatica). Ancor più sentito è il mo-mento del prendere decisioni contro-corrente per rimanere nell’obbedienza senza preoccuarsi delle esteriorità, per accettare e sopportare sofferenze, certi che il Signore non ci abbandona. Il testo di Isaia, dunque, nel suo “senso pieno” parla di Gesù. Questo però non annulla le altre ‘letture’. Anzi... parla ad ogni persona che soffre per il nome di Gesù.

Gesù è il vero servo, un servo maltrat-tato, disprezzato, crocifisso, morto e ri-sorto. Averlo come esempio ed imitarlo deve essere l’impegno per la nostra vita. Potremo imitarlo?Io penso che il passo per imitarlo non è quello di cercare la sofferenza, ma è quello di sapere che anche nella soffe-renza portiamo salvezza. Questo servo è un sofferente, è mite e disprezzato, è perseguitato e messo a morte, offre le proprie sofferenze per espiare i peccati degli uomini: un qua-dro desolante, i popoli si meravigliano

di questa impotenza e disprezzo, sino a pensare: “castigato, percosso da Dio e umiliato”. Orrore e splendore della Pas-sione del servo.Nel gruppo emergono sempre le realtà del dolore e della morte che continua-no a restare nella nostra esistenza, le situazioni più disparate di disperazione, morti incomprensibili, amarezze, insod-disfazioni, depressioni, preoccupazioni, tribolazioni, povertà e…Sembra che il nostro vivere non ci porti più a ringraziare il Signore per il dono della vita, ma il profeta ci sprona a viver-la anche noi come lui, facendosi solidali con chi soffre. Anche se sembra un perdente, l’invito è di ascoltare la voce del servo di Dio.L’atmosfera che circonda l’uomo è spes-so mancante di fede ed entusiasmo, di allegria e relazioni, di carica e coscien-za, di interessi e mete, di colore e vitali-tà, a volte è sopravvivenza e lamentele, è debolezza e sfiducia, è morte. Cosa possiamo fare allora? Il Signore garantisce un risultato ec-cezionale per il proprio servo che può contare sull’aiuto e sulla potenza di Dio. Il lavoro dei servitori di Dio quindi deve essere fatto come quello svolto da Gio-vanni Battista, ovverosia di preparazio-ne materiale e spirituale. Il progetto di Dio è quello di far cono-scere la verità ad ogni generazione di ogni nazione, iniziando da chi sta in alto sino al più piccolo, nessuno escluso, tantomeno noi.Se la fase conclusiva del regno di Dio è nell’eternità, ora è attorno a noi. Indi-pendentemente dagli eventi storici che stiamo vivendo, forse dobbiamo inizia-re/continuare a dimostrare che il regno di Dio è anche qui, mettendo subito in pratica quanto Gesù ci ha comunicato e fatto vedere, testimoniando e conta-giando di speranza ogni nostra cono-scenza.

Andrea (Gruppo di Ascolto - di via Molino )

CHi AvrEbbE CrEDuto Al brACCio Di jHwH E Al suo sErvo? (Is. 50,4-11; 51,1-3)In te, Signore hanno sperato i nostri padri , e non sono rimasti delusi (Salmo 22)

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MostrA DECAnAlE

Per iniziativa del Decanato di Seveso e della Zona Pastorale di Monza/

Brianza dal 1° maggio è stata allestita, presso il Centro Pastorale Ambrosiano di Seveso (l’ex Seminario Arcivescovile di San Pietro Martire), la mostra “e vide che era cosa molto buona – il dono del-la vita, la vita come dono”, con il Patro-cinio della Diocesi di Milano, della CEI e della Libreria Editrice Vaticana.La mostra ha come riferimento base il testo del cardinale Angelo Scola,“Cosa nutre la vita?” ed un filo conduttore trat-to dal racconto biblico della Creazione, dove il creato è raccontato non come qualcosa di dovuto ma di donato e di cui l’uomo diventa il custode. Dio infatti affida il creato alla signoria, custodia e cura dell’uomo perché da esso tragga ciò di cui ha bisogno per vivere e – avendo a cuore il suo destino – arriva a donare se stesso attraverso l’Eucaristia. Da questa logica del dono di sé propria di Dio l’uomo è introdot-to “nella logica del dono come legge della vita. L’esistenza umana acquista allora una forma eucaristica”.

In un tempo nel quale il mondo non è più percepito come opera di Dio e la natura “una grammatica da Lui scritta e una dimora a noi affidata perché sia coltivata e custodita” (Papa Francesco, Lumen Fidei), la mostra è un contributo alla rifles-sione avviata dal card. Scola sui temi al centro di EXPO Milano 2015 – alimentazione, energia, pianeta, vita – con lo sguardo rivolto a quel rapporto equilibrato uomo-creato che scaturisce dall’appagamento dei bisogni dell’uomo “in una prospettiva

“E viDE CHE ErA CosA Molto buonA” In preparazione di Expo 2015: la proposta di un rapporto equilibrato uomo-creato nella prospettiva di una nuova “ecologia dell’uomo”

di compimento integrale dell’esistenza, che non può essere affrontata con una misura puramente quantitativa“ (card. Scola, “Cosa nutre la vita?”).Si tratta, ed è il messaggio centrale del-la mostra, di una dimensione di quella più integrale “ecologia dell’uomo” di cui parla Benedetto XVI nella Caritas in veritate, “la Chiesa ha una respon-sabilità […] difendere la terra, l’acqua, l’aria come doni della creazione appar-tenenti a tutti. Deve proteggere soprat-tutto l’uomo contro la distruzione di se stesso. È necessario che ci sia qualcosa come un’ecologia dell’uomo”.

L’ideazione e l’allestimento della mo-stra sono stati possibili per l’impegno e la passione educativa di un numero-

so gruppo di persone di tutte le comunità del Decanato che – insieme ad alcuni componenti della commissione per l’ani-mazione sociale – hanno cominciato tre anni fa a proporre, in occasione della grande festa popolare di “Calendimaggio”, l’allestimento di una mostra, quale strumento significativo per la missione e per sostenere la vita stessa delle comunità del territorio. Una proposta a cui partecipano attivamente i com-ponenti di gruppi, aggregazioni e movimenti ecclesiali presenti sul territorio, che in questo modo realizzano quella “pluriformi-tà nell’unità” a cui spesso richiama il nostro Arcivescovo.Ed ogni anno è un’esperienza imprevedibile.Quest’anno, in particolare, il “Gruppo di lavoro mostre“ del De-canato ha trovato, oltre al consueto e attento sostegno del De-cano don Flavio Riva, nuovi “compagni” nel cammino di prepa-razione, in primis il Vicario episcopale della nostra Zona, mons. Patrizio Garascia, che è venuto a risiedere nell’ex seminario di Seveso. Davvero convinto della preziosità dello strumento edu-cativo della mostra, ci ha seguiti con passione, “sfidandoci” a la-vorare perché la mostra diventi un appuntamento “tradizionale” di ogni anno, così che segni il cammino delle nostre comunità. Più precisamente, quest’anno, quando ci si è trovati per con-frontarci su cosa fare per il Calendimaggio 2014, abbiamo cominciato ad azzardare l’ipotesi di costruire noi una mostra, invece che sceglierne una tra quelle bellissime già pronte. E questo perché tutti eravamo stati toccati dal discorso di sant’Ambrogio del nostro cardinale Arcivescovo. Con la sua ricchezza di prospettive, ci è parso bello poterlo valorizzare e presentare a tutti.In tale impegno ci siamo resi conto che dovevamo farci aiutare da chi già viveva l’esperienza della costruzione di una mostra, e, dunque, abbiamo chiesto la collaborazione di Itaca (che aveva messo a disposizione le due mostre precedenti) e così abbiamo invitato Eugenio Dal Pane ad una cena e da lì è “partito tutto”. >>

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MostrA DECAnAlE

Il bel tempo ha favorito il soggiorno marino del gruppo A.C.L.I. a Marina

di Castagneto Carducci, in Toscana, presso l’ottimo hotel “I Ginepri” che, come ogni anno, ci accoglie con sim-patia, cordialità e attenzione per farci passare 15 giorni nel migliore dei modi possibile, “viziandoci” con cibi partico-larmente curati e tipici della zona e con il personale (dai titolari ai camerieri agli animatori e a tutte le persone che fan-no parte dello staff) che, in tutti i modi, cerca di soddisfare le nostre necessità.Quest’anno il periodo di soggiorno oltre, come sempre, averci dato la possibilità di fare ginnastica mattutina, aderire alle varie proposte (giochi a carte, spettacoli serali, tornei, tombola, concorsi, prove di abilità e culturali) e prendere il sole in riva al mare accantonando, per un breve periodo, gli affanni e le preoccupazioni, condividendo con altri amici e amiche un po’ del nostro tempo, ci ha dato anche il modo di partecipare a diverse iniziative ed escursioni.w Giovedì 22 maggio: torneo di bocce

e merenda presso la struttura gestita dagli anziani di Castagneto Carducci che, come ogni anno, ci ospitano per passare alcune ore in amicizia;

w Domenica 25 maggio: S. Messa nel

Santuario di Montenero, che ricorda, con un anno giubilare, i 450 anni del-la proclamazione della Madonna di Montenero a Patrona di Livorno. San-tuario che da poche settimane acco-glie le reliquie di San Giovanni Paolo II che lo visitò nel 1982;

w Mercoledì 28 maggio: visita a Larde-rello, località nota per i soffioni bora-ciferi che l’ENEL ha sfruttato per pro-durre energia elettrica dove abbiamo visitato, con l’aiuto di una valente gui-da, il “Museo della Geotermia”.

Dopo la serata di giovedì dedicata alle

unA bEllA EsPEriEnzA Di AMiCiziAA Marina di Castagneto Carducci, tra iniziative e relax

premiazioni (con premi per tutti), sabato 31 siamo tornati alle nostre case un po’ malinconici, ma felici per aver trascorso 15 giorni ritrovando persone che non ve-devamo da anni e con le quali abbiamo condiviso la gioia di stare insieme dan-doci appuntamento, a breve, per ricor-dare i bei momenti trascorsi e, all’anno prossimo, per ritrovarci, tutti ancora, a passare un po’ del nostro tempo condivi-dendolo con altri in un clima di amicizia.Un grazie a chi ci ha dato questa oppor-tunità di vivere una bellissima esperienza.

A.M.

soggiorno MArino A.C.l.i.

>> Una delle cose più significative dell’iniziativa della mostra è il gruppo numeroso di persone che si rendono disponibili a fare da guida e ad allestire concretamente la mostra. Queste perso-ne compiono un vero cammino di approfondimento del tema e vivono questo servizio come occasione, anzitutto, per loro stessi, per rendere testimonianza della loro fede. Il compito della guida è fondamentale, perché è la mediazione necessaria affinché i contenuti della mostra vengano compresi e accolti.L’augurio condiviso con mons. Patrizio e don Flavio è che que-sto semplice strumento diventi una grande occasione di incon-tro e di evangelizzazione per comunicare ciò di cui noi stessi viviamo e cioè Gesù Cristo, convinti come siamo che, come dice il nostro Arcivescovo nel discorso di sant’Ambrogio, “è Lui la risorsa permanente di rinnovamento dell’umano. Perché Lui, Gesù Cristo, ha vissuto pienamente l’esperienza dell’umano, ed è in Lui che trova vera luce il mistero dell’uomo”.

A questo proposito, il “Gruppo di lavoro mostre” del Decanato continuerà il cammino di approfondimento e proposta, da una parte collaborando con don Alberto Lolli (che si è già coinvol-to con convinzione e determinazione nella preparazione della mostra) nella elaborazione delle proposte educative e forma-tive per le comunità del territorio, su cui sta lavorando come responsabile del Centro Pastorale Ambrosiano; dall’altra parte, proponendo alle Parrocchie della zona di prevedere, nell’am-bito della Buona Stampa, un piccolo spazio per il catalogo e per i testi di riferimento della mostra, utili per la formazione di un giudizio sulle tematiche al centro del prossimo Expo, ma anche per affrontare le vicende chiave dell’attualità “attingen-do” all’insegnamento della Chiesa e all’esperienza di testimoni autorevoli.

Sabino IlluzziCommissione per l’animazione sociale, Decanato di Seveso

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Al sAntuArio Di oroPA E Al riCEtto Di CAnDElo Sulle orme di Sant’Eusebio

23-28 giugno

VIAGGIO IN BASILICATA E CALABRIA

Prossimi aPPuntamenti

Nessuno avrebbe scommesso sulla tenuta del tempo sa-bato 3 maggio quando siamo partiti alla volta del Bielle-

se dove si trova il complesso delle Basiliche di Oropa. Siamo stati premiati! Il tempo ha tenuto, quel tanto che necessitava per visitare con comodo i due Santuari.Sant’Eusebio, vescovo di Vercelli, nel IV secolo contrastò l’espandersi dell’arianesimo diffusosi nell’Alta Italia e si ri-fugiò a Oropa con il duplice scopo di combattere l’eresia e cristianizzare le genti del luogo che erano ancora in preva-lenza pagane. Durante questa lotta egli fu esiliato in Palesti-na e risedette a Gerusalemme dove rinvenne, con l’aiuto dei Cristiani del luogo, tre corpi di martiri innocenti fatti uccide-re da Erode. Egli trasportò le loro spoglie a Vercelli quan-do, tornato in patria, riprese il governo della diocesi; portò con sé anche tre statue della Vergine (secondo la tradizione opere di San Luca Evangelista) delle quali una fu collocata ad Oropa. Il nostro gruppo ha visitato con devozione tutto il complesso delle Basiliche, quella Antica, dove si trova la statua originale, e la “Chiesa Nuova” consacrata nel 1960. L’ottimo pranzo servitoci a Candelo distante otto chilometri da Oropa, ha preparato la nostra comitiva alla seconda visita in programma: il Ricetto (significa recinto, mura difensive), costruzione medievale, usata per custodire derrate alimen-tari che i contadini, qui, mettevano al sicuro dai predoni che infestavano la valle. Certo un tuffo nel medioevo! Il Ricetto di Candelo, uno dei borghi più belli d’Italia, mantiene tutto-ra intatta la sua atmosfera antica, che noi portiamo a casa, con il ricordo di una giornata serena.

Carla

nelle foto sopra: il gruppo dei partecipanti a oropa sotto: alcuni dei festeggiati di maggio

MoviMEnto tErzA Età

inCOntrO dell’8 maggiO e tOmbOlataGiovedì 8 maggio scorso, presso la parrocchia S. Giacomo, dopo un momento di catechesi in cui si è meditato sul mi-racolo, narrato da Marco nel suo Vangelo (10, 46-52), riguar-dante il cieco di Gerico, si è svolta una grande tombolata con ricchi premi a cui (quasi) tutti hanno attinto facendo quintina o tombola e sono stati festeggiati i compleanni di maggio (nel-la foto vediamo alcuni di loro) e abbiamo, quindi, concluso l’incontro con un rinfresco. •

lA PAginA DEi PiCColi

24CoMunità PAstorAlE sAnto CroCifisso | MEDA

Cari bambini, cari ragazzi, l’estate si avvicina, la scuola sta per finire... avete voglia di vacanza? Voglia di mare? Allora cosa c’è di meglio di una storia ambientata proprio nel mare? Esatto... “Alla ricerca di Nemo”! E vi ricordate chi aiuta Marlin, il papà di Nemo, a cercare il figlio perduto? Giusto: Dory, la pesciolina smemorata, tanto smemorata che Marlin non la voleva tra i piedi... eppure Dory non se ne è andata via, ma ha continuato ad aiutarlo.

Chi non mi vuole ha bisogno di me[…] Mentre Marlin vaga alla ricerca del motoscafo che ha rapito Nemo, incontra per caso Dory, un pesce chirurgo femmina che soffre di gravi perdite di memoria a breve termine. Dory ha visto la barca e gli dice di seguirla per ritrovarla, ma dopo poco, non ricordandosi, gli urla di smettere di seguirla.

Marlin non ha tempo da perdere con una come Dory e decide di continuare da solo, ma mentre i due stanno per separarsi, vengono avvicinati da un enorme squalo bianco. Marlin è terrorizzato, e proprio Dory lo aiuta a cavarsela con gli squali.

E quando Marlin trova la maschera del sub che ha rapito Nemo è proprio Dory che riesce a leggere l’indirizzo e a ricordarselo, poi è sempre Dory che aiuta Marlin con i pesci luna che indicano loro la strada. E ancora Dory chiede aiuto alla balena che dà loro un passaggio.

Infine è proprio Dory che ritrova Nemo nelle acque di Sidney, nonostante Marlin se ne era andato solo, senza speranza e senza accettare l’amicizia di Dory. […]

Mai arrendersi, questo ci insegna Dory, sempre pronta ad aiutare Marlin anche se lui non la voleva e pensava di potercela fare da solo. Tutti abbiamo bisogno di qualcuno, ma soprattutto abbiamo bisogno di qualcuno che non ci lasci soli anche quando siamo noi ad allontanarlo. Questa è la vera amicizia che ci insegna Gesù.

Il libro, che proponiamo questo mese, racconta la storia umana e professio-

nale, vista dalla figlia Claire, del gran-de genetista Jerome Léjeune.

“Come si può scrivere un libro sul proprio padre? La sua vita è troppo vicina e al tempo stesso troppo lon-tana per consentire la solennità di un biografo. Troppo vicina perché l’affetto che portiamo non sopporta uno sguardo critico; troppo lontana perché la sua storia non è la nostra, anche se da un determinato momen-to si sono intimamente intrecciate. Qui comincia, allora, semplicemen-te il libro dei ricordi di un figlio. Lo sguardo innocente del primo, indi-menticabile amore”.Così Claire, figlia del grande geneti-sta Jerome Léjeune, scopritore della trisomia 21 (sindrome di Down), ini-zia a parlarci del padre nel libro “LA VITA È UNA SFIDA”, riordinando per noi i ricordi di lui e della sua vita di medico ricercatore che fu sempre una “sfida”, affrontata con amore e per amore: una sfida per la cono-scenza della realtà umana dei suoi pazienti con deficit intellettivi, che si spingeva in profondità fino all’in-dagine sul loro DNA per scoprirne le cause e trovarne le cure più efficaci;

“lA vitA È unA sfiDA” di Claire Léjeune (Edizioni Cantagalli)

un libro Al MEsE

“il libro dei ricordi di un figlio. lo sguardo innocente del primo, indimenticabile amore”

una sfida soprattutto di verità alla cultu-ra della selezione e dello scarto che, ne-gli Anni Settanta, inizia a contagiare la coscienza di quei medici che facevano distinzione tra il valore e la qualità della vita umana. una sfida che pagò a caro prezzo, senza battere ciglio, per l’amore con cui accoglieva, considerava e cura-va i suoi pazienti, nei quali riconosceva il volto del Signore.L’autrice riordina e mette in fila, come perle preziose di una collana, i ricordi di questo papà scienziato che per lei e i suoi fratelli è soprattutto un papà affet-tuosissimo, attento alle loro domande e sempre pronto a dare ragione del suo comportamento. Così Claire con mano leggera, ma assai efficace, ci fa conosce-re la grande umanità di quest’uomo che,

25

con profonda umiltà, ha contemplato con stupore e commozione il mistero di Dio Creatore nel mistero dell’uomo. Il lettore ne resta affascinato e scorre le pagine del libro con interesse, senza avvertire il bisogno di alcuna interru-zione. Scopre così l’attività instanca-bile di ricerca dello scienziato e le sue scoperte, la stima dei colleghi, anche a livello internazionale, e di San Gio-vanni Paolo II che gli aveva donato una familiarità e un’amicizia particolari, l’af-fetto dei suoi pazienti e la gratitudine dei loro genitori. Ma conosce anche le molteplici difficoltà da lui incontrate e l’ostilità di alcuni, superate con perse-veranza e mitezza di cuore. Attraverso il racconto di Claire impariamo a co-noscere un medico famoso, richiesto come relatore nei convegni più impor-tanti d’Europa, America e Italia, e la sua intelligenza venata di sottile umo-rismo; ma emerge soprattutto il cuore di un uomo amante della vita come dono di Dio da rispettare, curare e di-fendere sempre; un uomo che fu mari-to e padre esemplare per i suoi figli. Di lui è ora in corso a Roma il processo di beatificazione e, personalmente, pre-go ogni giorno lo Spirito perché abbia presto l’onore degli altari.

Cesarina Ferrari Ronzoni

i ProssiMi APPuntAMEnti

soLenne ProCessione euCaristiCa CorPo e sangue Di gesÙ

dOmeniCa 22 giugnO - Ore 21

partenza dalla ChieSa di madOnna di fatima - Via UDine - Via GOrizia

prima fermata: Via VerOna, 11 - Via Tre Venezie - Via Vicenza

SeCOnda fermata: Via pO, 74 (angOlO Via rOVigO) - Via UDine

arriVO alla ChieSa di madOnna di fatima

CoMunità PAstorAlE sAnto CroCifisso | MEDA

CoMunità PAstorAlE sAnto CroCifisso | MEDA

_______offerte maggio 2014

n.n. ..................................................................... € 500,00n.n. ..................................................................... € 500,00n.n. vari ............................................................. € 65,00Cassetta Chiesa Parrocchiale e santuario......... € 190,00buste Pasquali...................................................... € 90,00buste iia domenica maggio ............................... € 3.242,00numero unico restauro santuario..................... € 5,00Amici del seminario – festa della mamma....... € 1.370,00Memoria Carlo ballabio – gli amici.................... € 200,00

TOTALE ENTRATE MAGGIO 2014.................. € 6.162,00TOTALE AL 30/04/2014................................... € 1.414.196,00TOTALE ENTRATE AL 31/05/2014.................. € 1.420.358,00

_______usCite Per restauro DeL santuario

TOTALE UScITE AL 31/05/2014.................... € 1.526.250,72

_______Per restauro organo DeL santuarioSponsor e vendita libro “Adotta una nota” di Franco Minotti

sponsor libro........................................................ €. 1.090,00Per un 40° di nozze – gli amici........................... € 100,00Memoria Antona traversi g. luigi – i coscritti Classe 1949.................................... € 500,00 vendita libri.......................................................... € 700,00EntrAtE MAggio 2014................................... € 2.390,00EntrAtE Al 30 APrilE 2014............................. € 12.803,00TOTALE ENTRATE AL 31 MAGGIO 2014........ € 15.193,00

_______anagrafe ParroCChiaLe (maggio 2014)

Battesimi (DaL 1 gennaio aL 31 maggio 2014: n. 27) Chiara DottiDavide ParisiAndrea Di Marconicolò Cesananicole brambillaPietro fratusMatilda nocerino

matrimoni (DaL 1 gennaio aL 31 maggio 2014: n. 11)giovanni galli con Paola trabattoniroberto Mariani con Marta CastelliCarmelo gulizia con Caterina Alfia tulinoDanilo sandrini con Marta CerlianiDavide Priamo con barbara belloniMatteo Pozzi con lorena Mastellaro

Defunti (DaL 1 gennaio aL 31 maggio 2014: n. 54)Angela galimberti (a. 91)

Attilio Mombelli (a. 91)Delfina Asnaghi (a. 88)tarcizio Maddalena (a. 89)teodoro Mariani (a. 73)luigi g. Antona traversi g. (a. 64)Massimiliano longhi (a. 48)fernando Molteni (a. 76)giuseppe beretta (a. 87)Anna Maria Asnaghi (a. 80)otello Arcelli (a. 83)Piera borgonovo (a. 79)luigia Pozzi (a. 89)

_______offerte oPere ParroCChiaLi (maggio 2014)

offerte domenicali e festive.................................... euro 7.342,00offerte Amm. sacramenti................................... euro 3.190,00offerte varie......................................................... euro 2.099,93

sAntA MAriA nAsCEntE

offErtE PEr rEstAuro DEl sAntuArio

notiziAri PArroCCHiAli

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CoMunità PAstorAlE sAnto CroCifisso | MEDA27

notiziAri PArroCCHiAli

sAn giACoMo

MADonnA Di fAtiMA

_______anagrafe ParroCChiaLe (maggio 2014)

Battesimi (DaL 1 gennaio aL 31 maggio 2014: n. 5)Alberto giorgettiviola vittoria rizzoAlice sassu

matrimoni (DaL 1 gennaio aL 31 maggio 2014: n. --)--

Defunti (DaL 1 gennaio aL 31 maggio 2014: n. 18)giselda violato in Ceppi (a. 66)

_______offerte oPere ParroCChiaLi (maggio 2014)

offerte domenicali e festive.................................... euro 1.908,68offerte Amm. sacramenti................................... euro 120,00offerte varie......................................................... euro 1.647,45offerte benedizioni Pasquali.............................. euro 681,00

saBato 21 giugno raCCoLta taPPi

usate spesso bottiglie di plastica? anziché buttarne i tappi, raccoglieteli e metteteli fuori dai cancelli, in un sacchetto chiuso, il terzo sabato del mese, gli incaricati passeranno a ritirarli dalle ore 14.30. il ricavato della raccolta sarà destinato a progetti di accoglienza per bambini di strada in brasile, tramite l’associazione senza frontiere.

_______anagrafe ParroCChiaLe (maggio 2014)

Battesimi (DaL 1 gennaio aL 31 maggio 2014: n. 13)Anita Del vecchioCamilla Erin trevisiol

matrimoni (DaL 1 gennaio aL 31 maggio 2014: n. --)--

Defunti (DaL 1 gennaio aL 31 maggio 2014: n. 13)Pietro santonnera (a. 65)giorgio beretta (a. 88)

_______offerte oPere ParroCChiaLi (maggio 2014)

offerte domenicali e festive.................................... euro 2.740,00offerte Amm. sacramenti................................... euro 220,00offerte varie......................................................... euro 550,00

fEstA PAtronAlE lotteria................................................................ euro 5.926,00Pesca di beneficenza......................................... euro 1.500,00torte..................................................................... euro 720,00

Comunità PastoraLe santo CroCifisso | meDa

santa maria nasCenteUfficio Parrocchialepiazza della Chiesa 9tel / fax: 0362 341425e-mail: [email protected] di apertura:lun: 16.30-18.00mar: 18.00-20.00mer: 9.00-11.00gio: chiusoven: 16.30-18.00sab: 9.00-11.00dom. e festivi: chiuso

maDonna Di fatimaUfficio Parrocchialevia Madonna di fatima 5tel: 0362 70398cell. don Angelo: 349 8467813orari di apertura:lun. mer. gio. ven: 16.30-18.30mar. sab. dom. e festivi: chiuso

san giaComoUfficio Parrocchialevia Cialdini 138tel: 0362 71635e-mail: [email protected] di apertura:lun: 17.00-18.30mar: 17.00-19.00mer: 9.30-10.30gio: chiusoven: 17.00-18.30sab. dom. e festivi: chiuso

oratorio santo CroCifissopiazza del lavoratore 1tel: 0362 70688e-mail: [email protected] di segreteria:lun. mer. gio. ven: 16.00-19.00sab: 10.00-12.00

www.ParroCChiemeDa.it- per inviare avvisi, articoli, contributi: [email protected] (o presso gli uffici parrocchiali),

consegna entro il 27 di ogni mese, indicare nominativo e numero di tel.

- per inviare commenti: [email protected]

Don gauDenzio CornoParrocopiazza della Chiesa 9tel: 0362 70632e-mail: [email protected]

Don angeLo fossatiVicario della Comunità Pastoralevia Madonna di fatima 5tel: 0362 70398 - cell: 349 8467813

Don Cristiano mauriVicario della Comunità Pastoralepiazza del lavoratore 1tel: 0362 70688 - cell: 338 5629628e-mail: [email protected]

Don mattia CoLomBoVicario della Comunità Pastoralevia Cialdini 138tel: 0362 71635 - cell: 333 9576797e-mail: [email protected]

Don Luigi PeDrettiResidente con incarichi pastoralisantuario santo Crocifissopiazza vittorio veneto - tel: 0362 343248

Don ernesto CarreraResidente con incarichi pastoralivia Cialdini 128 - tel: 0362 344924

Don tommaso CastigLioniCollaboratore festivocell. 333 3862435 e-mail: tommasocastiglioni@seminario. milano.it

suore Di maria BamBinavia Matteotti 21tel: 0362 347293e-mail: [email protected]

sCuoLa Primaria ParroCChiaLe san giusePPevia orsini 35tel: 0362 70436 - fax: 0362 [email protected] [email protected] di segreteria:lun. mer. ven: 12.30-15.00mar: 8.10-9.00 / 15.00-16.30gio: 8.10-9.00

Centro Di asCoLto Caritasvia general Cantore 6tel: 346 6263971orari di apertura:martedì mattina: 9.00-11.30giovedì pomeriggio: 16.00-18.30

Foglio ad uso interno della Comunità Pastorale Santo Crocifisso di Meda, stampato in 1000 copie da Salvioni Stampe. Questo numero è stato chiuso il 4 giugno 2014.Progetto grafico e impaginazione: Daniela Meda_________________________________________________________________________________

Orari SS. Messe

giorni feriaLi

_____ LuneDì 8.00: santa Maria nascente 8.45: san giacomo 8.45: Madonna di fatima 15.30: Casa di Riposo 20.30: santa Maria nascente (oratorio santo Crocifisso) (dal primo lunedì di giugno all’ultimo lunedì di settembre verrà celebrata in santuario) _____ marteDì 8.00: santa Maria nascente 8.45: san giacomo 8.45: Madonna di fatima 15.30: Casa di Riposo 18.00: santa Maria nascente _____ merCoLeDì 7.00: Casa di Riposo 8.30: santa Maria nascente 8.45: san giacomo 8.45: Madonna di fatima 20.30: santa Maria nascente (in santuario) _____ gioveDì 8.00: santa Maria nascente 8.45: san giacomo 15.30: Casa di Riposo 18.00: santa Maria nascente 20.45: Madonna di fatima _____ venerDì 8.00: santa Maria nascente 8.45: san giacomo (sospesa in luglio) 8.45: Madonna di fatima 15.30: Casa di Riposo 20.30: santa Maria nascente 20.30: san giacomo (sospesa in agosto) _____ saBato 8.00: santa Maria nascente 8.45: san giacomo

giorni festivi

_____ saBato vigiLiare 17.00: santa maria nascente (in Casa di riposo) 18.00: madonna di fatima 18.30: santa maria nascente 20.30: san giacomo _____ DomeniCa 8.00: santa maria nascente 8.30: san giacomo 9.00: madonna di fatima (nei mesi di luglio e agosto viene celebrata alle 10.00) 9.00: santa maria nascente (santuario) 10.00: santa maria nascente (nei mesi di luglio e agosto viene celebrata alle 11.00) 10.30: san giacomo 11.00: madonna di fatima (nei mesi di luglio e agosto viene celebrata alle 10.00) 11.30: santa maria nascente (nei mesi di luglio e agosto viene celebrata alle 11.00) 17.00: madonna di fatima 18.30: san giacomo (sospesa in luglio e agosto) 18.30: santa maria nascente

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