La nuova vita deL pneumatico · Le discariche illegali Le regioni a tradizionale presenza ... La...

4
gennaio 2011 recycling 61 RIFIUTI E RICICLAGGIO LA NUOVA VITA DEL PNEUMATICO O gni anno spariscono nel nulla – o si disperdono in canali poco chiari – fino a 100 mila tonnellate di PFU, circa 1/4 dei pneumatici immessi in com- mercio nello stesso arco di tempo. E’ partito da questo dato il dossier pre- sentato a Rimini – nel corso della 14.a edizione della Fiera Ecomondo – e realizzato da Legambiente, l’associazione ambientalista che dal 1994 elabora e pubblica il Rap- porto Ecomafie, ed Ecopneus, la società consortile costituita dai 6 principali pro- duttori di pneumatici operanti in Italia, pronta a partire con un sistema di raccolta capillare su tutto il territorio nazionale, a seguito della imminente pubblicazione in G.U. del decreto che dà il via alla raccolta dei PFU (Pneumatici Fuori Uso) su tutto il terri- torio nazionale. I dati elaborati evidenziano che dal 2005 a oggi sono state individuate ben 1.049 di- scariche illegali in tutta Italia, per un’estensione complessiva che supera ampiamente i 6 milioni di metri quadrati (per l’esattezza 6.170.537). Si va dalle discariche di ridotte dimensioni, frutto della smania di risparmiare qualche spicciolo da parte di piccoli ope- ratori (gommisti, officine, trasportatori, intermediari), a quelle più grandi, dove appare evidente la presenza di attività organizzate per il traffico illecito, svolte sia in Italia che all’estero. I traffici illeciti riguardano ben 16 regioni italiane e hanno coinvolto, sia come porti di transito sia come meta finale di smaltimento, 8 Stati esteri: Cina, Hong Kong, Malay- sia, Russia, India, Egitto, Nigeria e Senegal. Dalle indagini emerge chiaramente come i PFU siano tra i materiali più gettonati dai traf- ficanti: questa tipologia di rifiuti è stata al centro di oltre l’11% del totale delle inchieste svolte dal 2002 ad oggi. È possibile stimare le conse- guenze economiche di “coper- tone selvaggio”, che vanno dal mancato pagamento dell’IVA per le attività di smaltimento, alla ven- dita illegale di pneumatici, dalle Dopo anni di pratiche illegali - ben evidenziate dall’ultimo dossier di Legambiente - il nuovo sistema nazionale di raccolta e gestione, promosso da Ecopneus, metterà la parola fine al problema dello smaltimento dei PFU perdite causate alle imprese di tratta- mento, fino agli oneri per la bonifica dei siti illegali di smaltimento. La perdita economica per lo Stato può essere quantificata in circa 143,2 milioni di euro l’anno, di cui 140 milioni per il mancato pagamento dell’IVA sulle ven- dite e circa 3,2 milioni di euro per il man- cato pagamento dell’IVA sugli smaltimenti; i mancati ricavi degli impianti di tratta- mento, costretti a lavorare a regimi ridotti a causa della fuoriuscita degli PFU dal ci- clo legale, possono essere quantificati in almeno 150 milioni di euro l’anno; i costi di bonifica delle discariche abusive di PFU sequestrate nel periodo 2005-set- tembre 2010, che solitamente sono a ca- rico dei contribuenti, possono essere sti- mati in almeno 400 milioni di euro. Sulla base di queste stime non è azzar- dato ipotizzare un danno economico com- plessivo, sia alle finanze pubbliche che all’imprenditoria legale, accumulato sem- pre nel periodo 2005-settembre 2010, di oltre 2 miliardi di euro (esattamente 2,086).

Transcript of La nuova vita deL pneumatico · Le discariche illegali Le regioni a tradizionale presenza ... La...

Page 1: La nuova vita deL pneumatico · Le discariche illegali Le regioni a tradizionale presenza ... La prima regione per numero di ... con 131.Tra le regioni del centro, il Lazio è la

gennaio 2011 recycling 61

rifiuti e riciclaggio

La nuova vita deL pneumatico

Ogni anno spariscono nel nulla – o si disperdono in canali poco chiari – fino a 100 mila tonnellate di PFU, circa 1/4 dei pneumatici immessi in com-mercio nello stesso arco di tempo. E’ partito da questo dato il dossier pre-

sentato a Rimini – nel corso della 14.a edizione della Fiera Ecomondo – e realizzato da Legambiente, l’associazione ambientalista che dal 1994 elabora e pubblica il Rap-porto Ecomafie, ed Ecopneus, la società consortile costituita dai 6 principali pro-duttori di pneumatici operanti in Italia, pronta a partire con un sistema di raccolta capillare su tutto il territorio nazionale, a seguito della imminente pubblicazione in G.U. del decreto che dà il via alla raccolta dei PFU (Pneumatici Fuori Uso) su tutto il terri-torio nazionale.I dati elaborati evidenziano che dal 2005 a oggi sono state individuate ben 1.049 di-scariche illegali in tutta Italia, per un’estensione complessiva che supera ampiamente i 6 milioni di metri quadrati (per l’esattezza 6.170.537). Si va dalle discariche di ridotte dimensioni, frutto della smania di risparmiare qualche spicciolo da parte di piccoli ope-ratori (gommisti, officine, trasportatori, intermediari), a quelle più grandi, dove appare evidente la presenza di attività organizzate per il traffico illecito, svolte sia in Italia che all’estero.I traffici illeciti riguardano ben 16 regioni italiane e hanno coinvolto, sia come porti di transito sia come meta finale di smaltimento, 8 Stati esteri: Cina, Hong Kong, Malay-

sia, Russia, India, Egitto, Nigeria e Senegal. Dalle indagini emerge chiaramente come i PFU siano tra i materiali più gettonati dai traf-ficanti: questa tipologia di rifiuti è stata al centro di oltre l’11% del totale delle inchieste svolte dal 2002 ad oggi.È possibile stimare le conse-guenze economiche di “coper-tone selvaggio”, che vanno dal mancato pagamento dell’IVA per le attività di smaltimento, alla ven-dita illegale di pneumatici, dalle

Dopo anni di pratiche illegali - ben evidenziate dall’ultimo dossier di Legambiente - il nuovo sistema nazionale di raccolta e gestione, promosso da Ecopneus, metterà la parola fine al problema dello smaltimento dei PFU

perdite causate alle imprese di tratta-mento, fino agli oneri per la bonifica dei siti illegali di smaltimento.La perdita economica per lo Stato può essere quantificata in circa 143,2 milioni di euro l’anno, di cui 140 milioni per il mancato pagamento dell’IVA sulle ven-dite e circa 3,2 milioni di euro per il man-cato pagamento dell’IVA sugli smaltimenti; i mancati ricavi degli impianti di tratta-mento, costretti a lavorare a regimi ridotti a causa della fuoriuscita degli PFU dal ci-clo legale, possono essere quantificati in almeno 150 milioni di euro l’anno; i costi di bonifica delle discariche abusive di PFU sequestrate nel periodo 2005-set-tembre 2010, che solitamente sono a ca-rico dei contribuenti, possono essere sti-mati in almeno 400 milioni di euro.Sulla base di queste stime non è azzar-dato ipotizzare un danno economico com-plessivo, sia alle finanze pubbliche che all’imprenditoria legale, accumulato sem-pre nel periodo 2005-settembre 2010, di oltre 2 miliardi di euro (esattamente 2,086).

Page 2: La nuova vita deL pneumatico · Le discariche illegali Le regioni a tradizionale presenza ... La prima regione per numero di ... con 131.Tra le regioni del centro, il Lazio è la

recycling gennaio 201162

Le discariche illegaliLe regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia), sono quelle più colpite dalla presenza di siti illegali: qui si concentra più del 63% delle discariche abusive, per una su-perficie complessiva pari al 70,4% di quella sequestrata in tutta Italia dalle Forze dell’ordine.La prima regione per numero di discari-che sequestrate, contenenti PFU, è la Puglia, con 230 siti, quasi il 22% del to-tale nazionale. Un primato riconducibile sia ad una diffusa illegalità nel settore – dovuta anche alla non piena efficienza dell’intera filiera di raccolta e recupero di PFU (scarsi sbocchi economici per i pro-dotti trattati) – sia all’intensa ed efficace attività d’indagine svolta dalle Forze dell’ordine (coordinate dal 2007 in una task-force ambientale sostenuta dall’Am-ministrazione regionale), che consente di raggiungere importanti risultati operativi,

con numerosi sequestri e denunce.Al secondo posto della classifica per re-gioni si colloca la Calabria con 159 siti il-legali, seguita dalla Sicilia (con 141 disca-riche), e dalla Campania, con 131.Tra le regioni del centro, il Lazio è la più colpita con 77 siti illegali, per un’estensione che supera i 75 mila metri quadrati. Al primo posto tra le regioni del nord figura il Pie-monte, con 37 discariche sequestrate, per un’estensione pari a 177.950 metri quadrati. Aree che provocano un degrado paesaggistico e rappresentano un grave rischio per ambiente in caso di incendio.

Un sistema di gestione nazionaleL’Unione Europea ha vietato lo smalti-mento in discarica di quelli interi nel 2003, e di quelli frantumati nel 2006. Dal 2010 anche in Italia è illegale smaltire in disca-rica i PFU, da qui una proliferazione del fenomeno di abbandono illegale.Fino a oggi l’assenza di un sistema inte-grato di gestione a livello nazionale ha ge-nerato una situazione caratterizzata da alcune criticità: dal mancato controllo sui flussi globali di questo materiale attra-verso tutti i passaggi della filiera, situa-zione che non permette oggi di avere una chiara visione complessiva di questa re-altà; all’insufficiente utilizzo dei PFU e dei suoi derivati, fino all’assenza di una otti-mizzazione tra le varie componenti del si-stema (raccolta, trasporto, recupero e

impiego).Secondo le stime più attendibili sono circa 350 mila le tonnellate di PFU prodotte an-nualmente nel nostro Paese. Una quan-tità importante, frutto della vendita di ol-tre 30 milioni di pneumatici per autovet-tura, 2 milioni per autocarro, 3 milioni per mezzi a 2 ruote e 200 mila per mezzi in-dustriali ed agricoli, cui corrisponde, in li-nea di massima, l’uscita dal mercato di altrettante quantità di pneumatici usati. Della quantità di PFU prodotti nel 2009, circa la metà è stata destinata al recu-pero energetico, il 20% è stata recupe-rata come materia prima seconda per uti-lizzi urbani e industriali (dato pari alla metà della media Europea) e la quota restante (circa il 25%) si è dispersa in traffici o pra-tiche illegali.Appare dunque evidente che l’assenza di sistema integrato di gestione a livello nazionale ha generato una situazione ca-ratterizzata dalle seguenti criticità:• Mancato controllo sui flussi di questo materiale a fine vita• Insufficiente implementazione di utilizzi dei PFU e dei suoi derivati• Assenza di una razionalizzazione tra le varie componenti del sistema (raccolta, trasporto, recupero e impiego).Ciò si traduce, di fatto, in mancanza di garanzie sul fronte della tutela ambien-tale – numerosi sono i casi registrati dalla cronaca su discariche illegali, abbandoni e incendi di PFU in tutta Italia – e di una gestione efficiente ed improntata all’eco-nomicità a tutela del cittadino.

La filiera del recuperoOggi sono circa 30.000 i punti in cui viene generato il PFU: gommisti, stazioni di ser-vizio, officine, sedi di flotte su tutto il ter-ritorio nazionale. Centinaia sono poi le aziende autorizzate al prelievo e trasporto, con destinazione agli oltre 50 impianti di trattamento, siti in cui i PFU vengono pre-parati per il successivo recupero energe-tico o di materiale.Le aziende che hanno impostato le pro-prie attività sul ritiro e trattamento di PFU per effettuare operazioni di frantumazione, recupero o commercio, sono distribuite

Page 3: La nuova vita deL pneumatico · Le discariche illegali Le regioni a tradizionale presenza ... La prima regione per numero di ... con 131.Tra le regioni del centro, il Lazio è la

gennaio 2011 recycling 63

in modo omogeneo sul ter-ritorio nazionale, con più di cinquanta imprese che in-cludono:• impianti di frantumazione con o senza recupero• impianti di recupero ener-getico senza frantumazione• aziende di commercio e di trasporto di PFU interiLe dimensioni aziendali di tali attività sono variabili dalla piccola impresa a conduzione familiare al gruppo di rilevanza nazionale.

Ecopneus: un sistema di gestione integrato dei PFULa principale fonte normativa di riferimento per la gestione dei Pneumatici Fuori Uso è, ad oggi, l’articolo 228 del decreto le-gislativo n. 152/06 s.m.i. Alla luce del de-creto attuativo di imminente pubblica-zione, Ecopneus strutturerà e coordinerà una rete di raccolta, recupero e monito-raggio dei PFU su tutto il territorio nazionale che parte con i seguenti obiet-tivi:• Eliminazione delle sac-che di illegalità• Incremento della quota di recupero di materiale• Riequilibrio tra necessità e capacità di trattamento in ambito nazionale• Gestione all’insegna di

efficienza, ottimizzazione, economicità.Prioritario sarà, infatti, inter-venire per intercettare flussi illegali di materiale ed av-viarli a corretto recupero; ciò sia in termini di preven-zione di potenziali danni am-bientali che di valorizzazione di una materia prima se-conda dai molteplici possi-bili utilizzi.

Allo stesso tempo, saranno implemen-tate opportune azioni per supportare le aziende di recupero del materiale a svi-luppare innovativi impieghi del granulo. Un ambito cruciale di impegno sarà poi la creazione di una rete di impianti di re-cupero qualificata, affidabile e dimensio-nata rispetto ai quantitativi di materiali di-sponibili. Ciò sarà ottenuto attraverso una procedura di selezione di impianti, attra-verso apposite gare, fondata su criteri oggettivi di requisiti autorizzativi, tecnici e di esperienza.Infine, in linea con quanto stabilito dall’art. 178 del decreto 152/2006, tutto ciò sarà

improntato ai criteri di massima “efficacia, ef-ficienza, economicità e trasparenza”, garan-tendo al cittadino il mi-gliore impiego delle ri-sorse economiche che finanzieranno il si-stema, attraverso una logica no-profit (eco contributo).

I benefici del recupero dei PFUIl sistema integrato delineato mira all’ef-ficienza ed alla trasparenza e porterà be-nefici, sia per i cittadini, sia per i singoli operatori del settore.A beneficio dei cittadini, infatti, Ecopneus vigila sulla corretta applicazione del con-tributo ambientale, lo strumento econo-mico che consente di finanziare il recu-pero dei PFU. Tale contributo richiesto al cittadino già al momento dell’acquisto del nuovo pneumatico: Ecopneus garantisce un corretto e trasparente impiego delle risorse economiche dei cittadini, assicu-rando il processo di recupero al minor co-sto possibile.A beneficio dei gommisti, Ecopneus mo-nitora il sistema, al fine di evitare specu-lazioni e pratiche illegali, e garantisce un servizio efficiente ed uniforme su tutto il territorio nazionale, basato sulla corret-tezza legale.A beneficio dei recuperatori, Ecopneus garantisce una fornitura costante di ma-teriale da lavorare ed un aiuto nello svi-luppo di nuove applicazioni.Da ciò deriva un beneficio economico ed ambientale per il nostro Paese: Ecopneus, infatti, realizzando un monitoraggio co-stante del flusso dei Pneumatici Fuori Uso, combatte l’illegalità e la dispersione non corretta, consentendo a tutti gli at-tori di essere produttivi e tutelando l’am-biente da materiale nocivo.

…e i vantaggiUn sistema di riciclaggio e recupero di Pneumatici Fuori Uso ha un impatto sull’ambiente e sulla collettività estrema-mente positivo.

Vantaggi ambientali• Riutilizzo di una risorsa che, non es-sendo biodegradabile, se non recuperata occuperebbe grandi spazi;• possibilità di bonificare discariche o depositi abusivi;• maggior rispetto del territorio grazie al minor prelievo di ghiaia ed altri inerti dalle cave e dai fiumi per la produzione dei sottofondi stradali e dei manti asfaltati;• impiego al posto di preziose mate-

Ing. Giovanni Corbetta, Direttore Generale di Ecopneus

Page 4: La nuova vita deL pneumatico · Le discariche illegali Le regioni a tradizionale presenza ... La prima regione per numero di ... con 131.Tra le regioni del centro, il Lazio è la

recycling gennaio 201164

rie prime, spesso di importazione;• contributo alla sicurezza stradale, dato che le coperture stradali realizzate con tali asfalti sono migliori di quelle tradizionali soprattutto con fondo bagnato.

Vantaggi economici• Riduzione della quantità di rifiuti e conseguenti minori costi per la collet-tività;• recupero di acciaio;• miglioramento della bilancia commer-ciale relativamente all’importa-zione di combustibili tradizionali.

Vantaggi nel processo di trattamento• Assenza di inquinamento e contaminazione durante le fasi di lavorazione.• Contributo alla sicurezza stradale, dato che le coper-ture stradali realizzate con tali

asfalti sono migliori di quelle tradi-zionali soprattutto con fondo ba-gnato.

Gli operatori del sistema per un nuovo sviluppo della filieraForte sarà anche l’impegno di Ecopneus per supportare l’intera filiera nello svi-luppo delle numerose potenzialità an-cora inespresse in termini di qualità di

lavorazione, svi-luppo di nuove ap-plicazioni, incre-mento delle quan-tità lavorate.Già da tempo Ecopneus sta se-guendo progetti di ricerca e sviluppo legati ai seguenti ambiti tematici:

• sistemi di granulazione a getto d’ac-qua;• impianti di pirolisi;• processi di devulcanizzazione;• nuovi impieghi in edilizia e manti stra-dali.Attraverso questi ed altri progetti pas-serà, nei prossimi anni, la maturazione di nuove competenze per le aziende della filiera e la nascita di nuovi mercati di im-piego, supportando le aziende e promuo-vendo occupazione e sviluppo in tutte le regioni italiane.

CONSOLIDAMENTI & FONDAZIONI

GEOTECNICA & MACCHINE DA PERFORAZIONEMetodologie ed Innovazioni

Guida alle moderne metodologie di stabilizzazione e rinforzo dei terreni

M. Bringiotti - D. Bottero

M. Bringiotti

Strada Naviglio Alto, 46/1 43122 Parma Tel. 0521 771818 Fax 0521 773572 www.edizionipei.it [email protected]

CONSOLIDAMENTI & FONDAZIONI

2a edizione

Non è un caso che il volume GeoTecnica & Macchine da Perforazione Metodologie ed Innovazioni di M. Bringiotti, edito da Edizioni PEI, esca alcuni anni dopo la seconda edizione di Consolidamenti & Fondazioni Guida alle moderne metodologie di stabilizzazione e rinforzo dei terreni, scritto dallo stesso autore e pubblicato dallo stesso editore, che con la sua 2a edizione è sempre attuale ed assai apprezzato dagli operatori del settore. C’era quindi la necessità di nuovi apporti in questo campo ed il volume GeoTecnica & Macchine da Perforazione ha cercato di fornirli con metodo e competenza. Pur essendo un libro corposo – 750 pagine ed oltre 100 capitoli – la sua partizione in sezioni armoniche e capitoli monotematici ne rende la consultazione e la lettura scorrevoli e di facile comprensione, anche e soprattutto per i non “addetti ai lavori”.

L’opera sembra cogliere in pieno l’eccezionale comples-sità dei caratteri stratigrafici e geotecnici del territorio ita-liano, richiamando preliminarmente i principali concet-ti di geotecnica e descrivendo ed interpretando l’azione

di ciascun macchinario nelle diverse fasi operative.Apprezzabile è in questo senso la puntuale e circo-stanziata rappresentazione dei campi di variazione

e di adattabilità consentiti da ogni singola mac-china allo specifico contesto geotecnico ed am-bientale. La presentazione di numerosi esempi applicativi risulta in questo senso di utile e

stimolante riferimento.