LA NOTTE DEL BRIGANTE, CONSENSI E POLEMICHE -foto- · Una donna affondò un pezzo di pane nel...

13
LA NOTTE DEL BRIGANTE, CONSENSI E POLEMICHE -foto- Scritto da Dalila Bellacicco Giovedì 04 Agosto 2011 07:25 Una manifestazione ben articolata e di indiscussa originalità per rievocare le gesta e la storia del Serge nte Romano - personaggio di controversa fama , dapprima milite borbonico, poi brigante - che Gioia ricorda per le efferatezze commesse con i suoi uomini ai danni della Guardia nazionale piemontese e dei concittadini favorevoli all’Unità d’Italia, ma anche “uomo” innamorato della sua Lauretta ed a suo modo devoto, tanto da non separarsi mai dalla medaglietta donata da Pio IX. Legato alla divisa cui deve il suo riscatto sociale , nel disincanto postunitario accetta di divenire strumento dei potenti dell’epoca, idolo dei renitenti alla leva e dei 1 / 13

Transcript of LA NOTTE DEL BRIGANTE, CONSENSI E POLEMICHE -foto- · Una donna affondò un pezzo di pane nel...

LA NOTTE DEL BRIGANTE, CONSENSI E POLEMICHE -foto-

Scritto da Dalila BellaciccoGiovedì 04 Agosto 2011 07:25

Una manifestazione ben articolata e di indiscussa originalità per rievocare le gesta e lastoria del Sergente Romano- personaggio di controversa fama, dapprima milite borbonico, poi brigante - che Gioia ricorda per le efferatezze commesse con isuoi uomini ai danni della Guardia nazionale piemontese e dei concittadini favorevoli all’Unitàd’Italia, ma anche “uomo” innamorato della sua Lauretta ed a suo modo devoto, tanto da nonsepararsi mai dalla medaglietta donata da Pio IX.

Legato alla divisa cui deve il suo riscatto sociale, nel disincanto postunitario accetta didivenire strumento dei potenti dell’epoca, idolo dei renitenti alla leva e dei

1 / 13

LA NOTTE DEL BRIGANTE, CONSENSI E POLEMICHE -foto-

Scritto da Dalila BellaciccoGiovedì 04 Agosto 2011 07:25

nostalgici del tempo che fu. Maurizio Di Feo, artista ed “illustratore freelance” che annovera mostre nel Palazzo Ducaledi Urbino, a Roma, Kyoto, Parigi e Berlino - nonché membrodell’Associazione Chompa insieme a Francesco Fiorente, direttore tecnico - ne illustra la storia in quattordici installazioni estremamente suggestive. Disegni di dimensioni importanti in bianco, nero e sporadici intarsi rosso sangue, lì a ricordare lospettro della morte, intorno a cui il “menestrello” Franco Spadaro, Enzo Vacca armato dichitarra e Gianna Pellicciaro di “Piccola Ribalta”

hanno tessuto trama e ordito di una narrazione “ridotta ai minimi termini interpretativi” per necessità tecniche eper l’assenza degli attori di Ribalta Gaia– venuti meno per motivi personali. Sul percorso con ingresso in Largo Scarpetta un primo, magico incontro. Enrico Castellaneta,maestro burattinaio gioiese, incatena con la sua simpatia ed innata bravura grandi e piccini al “Teatrino del Brigante”. Dopo una doverosa e - a onor del vero – alquanto imparziale introduzione storica delpersonaggio, si apre il sipario e Errico la Morte (al secolo Pasquale Domenico Romano, dettoanche “il sergente Romano”),

con cappellaccio e mantello da brigante sottopone un simpaticissimo ed esilarante aspirantebrigante, soprannominato “Baccalà” alle prove del caso, mentre un cane dispettoso disturba lascena. Nel finale Enrico ricorda ai bimbi quanto sia importante conoscere la storia,mostrando lo stemma borbonico, per restare uniti sotto il tricolore . Quindi tutti ad ascoltare la storia del Sergente Romano, a suon di chitarra, tamburello,megafono e voce. Trenta minuti di pausa (tanto dura il percorso fino all’ultima “stazione” che vede Romanosteso su un

2 / 13

LA NOTTE DEL BRIGANTE, CONSENSI E POLEMICHE -foto-

Scritto da Dalila BellaciccoGiovedì 04 Agosto 2011 07:25

carretto, ormai morto), passando attraverso Piazza Livia, tra balle di fieno e gli splendidicavalli della “Scuderia Primavera” di Vito Palattella , su cui siinerpicano grandi e piccini per provare l’ebbrezza di una virtuale cavalcata. Allo scoccare della mezzora si riparte con il teatrino, con altri bimbi ed un pubblico sempre piùnumeroso, mentre i primi spettatori sono già in via Boscia, pronti a “ristorarsi” alla taverna diUeffilo perpoi godersi sul sagrato della Chiesa Madre i Cascarea, gruppo musicale etnofolkmolto coinvolgente. Paola Caterinaconduce e canta, alternando vernacolo e poesia alla musica di Riccardo Caiati(basso), Giuseppe Di Bisceglie

(fisarmonica e cori), Pietro Catucci (violino), Giuseppe Mazzilli (chitarra acustica e cori), Francesco Quatela(chitarra classica), Aldo Scaringella(batteria), e Aldo Quatela(percussioni e cori). Mentre riecheggiano i canti, alcuni avventori risalgono via Siniscalco, sulla destra alcuni stand,tra cui quello della “Librellula” con libri in tema e “Il ristoro del brigante”, dove degustareprodotti tipici. In fondo, su un telo posizionato di fronte al Castello su casa Pastore vengono proiettateimmagini dei briganti ,alcune famose, altre inedite, tutte contrassegnate da un

dettaglio curato da Maurizio Di Feo: il movimento. In ogni foto vi è una mano, un piede, unbraccio… una scintilla di vita dacogliere a livello subliminale ,tanto da dover sentire la necessità di lanciare una seconda occhiata per trovar conferma che…“eppur si muove!” Tra gli organizzatori non citati in precedenza il supervisore Elisabetta Antonacci e allepubbliche relazioni Teresa Angiola e Vincenzo Donvito. Sulla brochure, anch’essa originale sia nella grafica che nei contenuti, solo disegni (alcuni da“wanted western”), cornici, pagine ingiallite dal tempo e gli indispensabili

3 / 13

LA NOTTE DEL BRIGANTE, CONSENSI E POLEMICHE -foto-

Scritto da Dalila BellaciccoGiovedì 04 Agosto 2011 07:25

coloratissimi sponsor. A rendere ancor più preziosi i contenuti, una introduzione storica curata da Pino Dentico,già assessore alla Cultura, costellata di brani tratti da Oscar de Polie Giuseppe Massari, di cui riportiamo alcuni incisi. “Codesto brigante non era così abietto come gli altri, aveva coraggio e difatti morìcombattendo; nellasua indole era uno strano miscuglio di bieco fanatismo e di rozza pietà, né laconsuetudine del delitto gli aveva soffocato ogni senso di onestà; un qualche spiraglio di luce rischiava talvolta l'oscurità della sua coscienza, e componeva l'animo suo alla invincibile melanconia del rimorso.”

“A dispetto delle pagine scritte nel corso degli anni, soprattutto gli ultimi – afferma Dentico -appare forse questo, seppur nella sua rapidità, il ritratto più onesto ed equilibrato delSergente Romano. Lo traccia Giuseppe Massari, il parlamentare nostro conterraneo, che sul fenomeno del brigantaggio nelle provincemeridionali fu relatore alla Camera nel 1863, a chiusura dei lavori dell'apposita Commissioned'inchiesta. […] Fra luci e ombre, di stazione in stazione […] il tragico percorso, impetuoso e veloce come i cavalli dei briganti,che conduce al bosco di Vallata. Via Crucis, comunque, per tutti, popolani e galantuomini. Senza pretesa di approfondimenti storici che non ci competono e

striderebbero palesemente con l’iniziativa che proponiamo, senza facili demonizzazionida tempo dimostratesi infondate. Rifuggendo, soprattutto, dalla tentazione di una celebrazionefatua ed improbabile di uomini, gesta e teste senza più corona, come purtroppo, recentemente,ci è capitato di registrare. E’ una notte, dunque, quella del Brigante, misera e tetra, eppure squarciata da bagliori,vivida di slanci, fervida di umili generosità”. Il sindaco Piero Longo, nel suo saluto, ringrazia Dentico e ne ricorda l’impegno nelle passatelegislature, poi augura a Filippo Gallo, consigliere delegato alturismo, di far crescere questa manifestazioneportandola al livello della Grancia. Le foto inserite nell'articolo e nella gallery sono opera di Mario Di Giuseppe che si ringrazia perla collaborazione. ------------------------------------------------------- Di seguito le quattordici installazioni di Maurizio Di Feo corredate dalle note storiche - alla cuistesura ha collaborato Pino Denticoattraverso una accurata ricerca storico-bibliografica – che avrebbero dovuto recitare gli attori di Filippo Masie per i motivi su citati non “interpretate” da Spadaro e Vacca.

4 / 13

LA NOTTE DEL BRIGANTE, CONSENSI E POLEMICHE -foto-

Scritto da Dalila BellaciccoGiovedì 04 Agosto 2011 07:25

Le 14 stazioni del Sergente 1- IL SERGENTE ROMANO Nasce da Giuseppe e da Concetta Lorusso, semplici pastori. A soli 17 anni si arruola nelletruppe dell’esercito borbonico, dove ben presto raggiunge il grado di sergente. Con l’Unità d’Italia e lo scioglimento dell’esercito borbonico si fa brigante e si mette a capo degli“Sbandati”, che diventeranno centinaia dopo il fallito assalto a Gioia. Il comitato clandestino borbonico di Gioia, ancor prima, lo ha nominato comandante. Da quel giorno per tutti è “Errico la Morte”.

2-LO SCIOGLIMENTO DELL’ESERCITO BORBONICO E COMITATI LEGITTIMISTI Disciolto l'Esercito del Regno delle Due Sicilie, Romano da un giorno all’altro si trova senzapaga, senza divisa e senza futuro, ma non si da per vinto: diviene in breve tempo comandantedel Comitato Clandestino Borbonico di Gioia del Colle. Tuttavia, avvertendo il tempo chestringe, la gravità della situazione e mal sopportando l'inoperosità degli adepti del Comitato,dopo poco tempo abbandona i "salotti" e passa senza esitare alla lotta armata, dando il via allasua guerra contro i piemontesi. Nel giro di qualche settimana costituisce una prima bandaformata esclusivamente da militari del disciolto Esercito Borbonico. 3-ASSALTO A GIOIA – LA GUERRA CIVILE

5 / 13

LA NOTTE DEL BRIGANTE, CONSENSI E POLEMICHE -foto-

Scritto da Dalila BellaciccoGiovedì 04 Agosto 2011 07:25

All’indomani dell’Unità d’Italia, il 28 luglio del 1861,- è una domenica - Gioia paga un durissimotributo al nuovo Stato Unitario, una cruenta sommossa popolare sobillata dal partito filo -borbonico insanguina le strade e i vicoli del nostro paese, una vera e propria guerra civile. In quel funesto giorno, Gioia diventa teatro di una lotta fratricida: “Si narra che in paese, era appena terminata la “Messa grande” nella Chiesa Madre, quando siudirono scariche di fucili, i popolani annunciavano : “Mò arrivano gli sbandati!”. Questi guidati dal sergente Romano e dal caporale Ferrante, in numero di trenta e armati difucili, revolver sciabole e scuri,  fecero ingresso nel borgo di San Vito; si agitavano drappi dicolore bianco e si gridava: “Viva Francesco II, abbasso Vittorio Emanuele!”.

6 / 13

LA NOTTE DEL BRIGANTE, CONSENSI E POLEMICHE -foto-

Scritto da Dalila BellaciccoGiovedì 04 Agosto 2011 07:25

Si invitava il popolo a uscire dalle proprie abitazioni :”Armatevi! Armatevi con le falci!”, la notiziadella irruzione si diffuse rapidamente  nell’intero paese… Si urlava: “Accorrete al sacco e al fuoco! Oggi è tempo figliuoli! Uscite a saccheggiare,coraggio! Dobbiamo spianare tutta la pianta  dei Nazionali! Armiamoci, dobbiamo andare alCorpo di Guardia, Avanti! ” (Tratto dalla narrazione di M. Guagnano “Il Sergente Romano”) 4-PANE E SANGUE In quelle ore, come in tutte le guerre che si rispettino, molti sono stati gli episodi cruenti: traquesti viene ricordata l’orrenda fine dell’ex garibaldino Vincenzo Pavone, rimasto nel borgoper difendere l’incolumità della moglie: l’uomo fu ucciso a bruciapelo con diverse fucilate e il suocorpo fu sottoposto a brutali insulti. Una donna affondò un pezzo di pane nel sangue dellavittima, cibandosene davanti alla folla impazzita; ne seguì un’altra che intinse le sue dita inquella pozza di sangue, forbendosi le labbra. 5-IL BAMBINO MARTIRE L’episodio più efferato e toccante è quello di Federico Stasi. Il piccolo, di ritorno dalla

7 / 13

LA NOTTE DEL BRIGANTE, CONSENSI E POLEMICHE -foto-

Scritto da Dalila BellaciccoGiovedì 04 Agosto 2011 07:25

casa del nonno nei pressi del borgo di San Vito, si dirigeva alla casa della madre che loaspettava ansiosa nel borgo San Francesco. Il bambino, ingenuamente, indossava un berettinodella guardia nazionale, appartenente ad uno dei suoi fratelli. Uno sbandato lo avvicinò etenendolo per mano gli chiese: “Chi vuoi per Re Francesco II o Vittorio Emanuele?” Il poverino nella sua ingenuità rispose fieramente “Vittorio Emanuele!” A tale affermazione, codesti sbandati persero completamente la ragione e colpirono con bastonie scure il piccolo. Il bambino dopo una terribile agonia, spirò, dopo alcune ore nelle braccia diun soldato piemontese. 6-FUCILAZIONE AL CIMITERO Altrettanto dura è stata la repressione da parte dei Nazionali: in numero maggiore e meglioattrezzati, riuscirono, dopo ore di combattimento ad avere ragione sugli insorti. Con grandevigore occuparono il borgo e misero i rivoltosi in fuga….chiunque fosse sospettato diappartenere al movimento borbonico, veniva passato per le armi, senza processo!

8 / 13

LA NOTTE DEL BRIGANTE, CONSENSI E POLEMICHE -foto-

Scritto da Dalila BellaciccoGiovedì 04 Agosto 2011 07:25

Difficile fare un bilancio delle vittime, così come difficile è descrivere le modalità dell’esecuzionedei rivoltosi, per la chiara unilateralità dei rapporti e resoconti stesi dai militari e dalle autorità deltempo. A Gioia in quei giorni il potere dell’autorità giudiziaria fu completamente ignorato, gestito da uncomitato di guerra, che la sera del 28 luglio si improvvisò in spietato tribunale. Probabilmentenon sapremo mai la verità su quello che accadde realmente in quella notte nel Borgo di SanVito, ma la battaglia delle due opposte fazioni, oltre ad avere due vessilli nemici, fu l’occasioneper un regolamento di conti tra famiglie e individui che si erano sempre odiati. Di certo si sa chea seguito di giudizi sommari, le condanne emesse nei confronti dei rivoltosi vennero subitoeseguite nei pressi del vecchio cimitero

civico mediante fucilazione. 7-LA FUGA DEL SERGENTE ROMANO Il sergente pur braccato dalla Guardia nazionale, riesce a sfuggire alla cattura e accompagnatodal Ferrante, abbandona il suo paese natio al grido: ”Gioiesi traditori!” Ferito ad un braccio e ad una gamba, si rifugia in una grotta tufacea, posta nelle vicinanze dellastrada per Acquaviva, trascorrendo così quella fatidica notte. Alla delusione per la sconfitta si aggiunge il dolore per la morte del fratello Domenico, uccisonegli scontri. Nell’estate successiva, ripresosi dalle ferite e dallo scacco di Gioia, viene designato dai comitatireazionari di Roma comandante della controrivoluzione borbonica in Puglia.

9 / 13

LA NOTTE DEL BRIGANTE, CONSENSI E POLEMICHE -foto-

Scritto da Dalila BellaciccoGiovedì 04 Agosto 2011 07:25

Per tutto il 1862, la sua sincera battaglia politica fa scricchiolare gli esiti dell’Unità italiana, conazioni clamorose condotte soprattutto nel Salento. 8-LA BANDA DEL ROMANO Nonostante, la banda del Romano, non avesse i mezzi dei nazionali, “[…] e pur degna di notala sua estrema mobilita: esperti nella topografia, occulti, irreperibili, mobilissimi, scorazzandosugli agili cavalli, trascorrono con incredibile rapidità dall’uno all’altro luogo: ora si raccolgono inuna sola densa masnada, ora si frazionano e si disperdono per sinuosi avvolgimenti, in esiguimanipoli, volteggianti al tergo, ai fianchi, di fronti ai nostri militi. In tal guisa disorientanol’avversario ed eludono con insuperata maestria le ansie persecutrici della truppa, cheattraverso impenetrabili fratte, impervidi rupi ed ignoti sentieri persegue il fantastico nemico,dissipando le più salde energie in una lotta ingrata e fratricida”.

(Archivio provinciale di Bari, processi penali di Corte d’Assise) 9-BOSCHI A CAVAL

10 / 13

LA NOTTE DEL BRIGANTE, CONSENSI E POLEMICHE -foto-

Scritto da Dalila BellaciccoGiovedì 04 Agosto 2011 07:25

LO 10-RITORNO ALL’AZIONE Le azioni di guerra fulminee e imprevedibili, la spietatezza e nel contempo la lealtà e l’altosenso dell’onore, la ferrea disciplina militare a cui erano sottoposti i suoi uomini, le motivazionilegittimiste e religiose che lo spingevano a lottare con coraggio e determinazione, l’assolutafedeltà al suo sovrano Francesco II ed al Papa lo fecero diventare un mito: l’eroe che difendevagli oppressi, il partigiano imprendibile e coraggioso, la volpe dei monti e dei boschi, il brigantedegno dell’ammirazione delle popolazioni meridionali. 11-IL CULTO

Grande era la sua devozione per la Madonna del Carmine! Testimonianza del liberale Vitantoni oDonadeo, che ebbe salva la vita per uno strano accidente. 12-LAURETTA AMATA Oltre il suo sentimento religioso e la precarietà della sua condizione di fuorilegge c’è in Romanola passione per la giovane Lauretta D’Onghia, coinvolta  nel suo destino di “Sbandato” . Trascinato in un’impresa più grande di lui, Pasquale soffre lontano dalla sua amata. L’unica cosa che lo fa andare avanti con la prospettiva di una vita normale, è la sua fermaconvinzione che un giorno il suo Re tornerà sul trono. Tra i vari documenti ritrovati  dai militari, sul cadavere del Romano, c’è una lettera che ilSergente avrebbe voluto spedire alla sua fidanzata; il suo contenuto costituisce unatestimonianza esemplare della nobiltà d’animo del Romano, protagonista di una tragedia chenel 1860 travolse tantissimi giovani del Sud. Mia gentilissima Lauretta,

11 / 13

LA NOTTE DEL BRIGANTE, CONSENSI E POLEMICHE -foto-

Scritto da Dalila BellaciccoGiovedì 04 Agosto 2011 07:25

Mi affretto dirigerti questi pochi richi annunziandoti la mia buona salute, come quella appuntoch’io desidera dell’intiera, tua famiglia, ma con particolarità la tua, prediletta dell’anima mia latua lontananza mi sento struggere il cuore giorni per giorni, ma quello che alquanto tranquillizzail mio spirito è quello ch’io ben conosco quale e quante preghiere voi rivolgete all’altissimo per me, onde liberarmi da questo infame cimento locche spesso mirattrista. Solo posso assicurarvi prediletta del mio afflitto cuore, che non appena sentiremo la novella diesser nel Trono il nostro Re noi tutti saremo liberi, ed io a volo mi affretterò ad abbracciarti perquindi sposarti , se il Cielo lo permette. Io non posso più prolungarmi per non affliggervi di vantaggio, ma sottoponetelo che voi staretefissa nel mio cuore sempre scolpita con caratteri intellebili espresso ognor_Con mio profondorispetto bacio le mani a tuo padre e tua madre, ossequia i tuoi fratelli, e a voi più volte vi stringoal mio seno_

13-L’ULTIMA BATTAGLIA Ormai il Sergente Romano era diventato un mito, la sua fama aveva raggiunto ogni angolo dellaregione, ovunque lasciava simboli borbonici, con la crescita della sua fama crebbe anche latenacia e la determinazione della guardia nazionale nel voler stanare definitivamente la bandadi Errico la Morte. Sapendo di aver addosso tutte le truppe della zona il sergente a notte fonda si spostò nel boscodi vallata presso Gioia Del Colle, nello stesso posto laddove nel 1861 erano partite le sue primeincursioni. Questo suo spostamento fu intercettato e nel giro di qualche ora, il bosco fu circondato da unintero reparto di cavalleggeri di Saluzzo e da un plotone di guardie nazionali accorse in forza daGioia del Colle. Il sergente Romano e i suoi uomini non poterono evitare l’accerchiamento del conseguentescontro a fuoco. Uno alla volta i borbonici caddero sotto i colpi della soverchiante truppanemica. Il romano circondato dai militi piemontesi si batté con forza sovraumana, fino a quando copertodi sangue e ferito al grido di “Evviva il Re”, cadde gloriosamente, il 6 gennaio 1863. Alla sua morte i suoi uomini smisero di combattere.

12 / 13

LA NOTTE DEL BRIGANTE, CONSENSI E POLEMICHE -foto-

Scritto da Dalila BellaciccoGiovedì 04 Agosto 2011 07:25

14-IL CARRO FUNEBRE Il corpo del partigiano fu miseramente spogliato della divisa borbonica e issato come una predaad un palo sopra un carretto, fu portato a Gioia del Colle in Via della Candelora, dove rimaseesposto per una settimana; nonostante ciò la popolazione non volle credere alla morte delproprio eroe e continuò a raccontare le sue gesta, ad aspettare il suo ritorno, a sperare in unfuturo di giustizia. “Tutti gli abitanti del paese vollero contemplare un’ultima volta questi resti irriconoscibilidel’eroico brigante; si veniva là come ad un pellegrinaggio santificato dal martirio; gli uomini siscoprivano il capo, le donne si inginocchiavano, quasi tutti piangevano .”

13 / 13