la nostra strategia ope- - European Union External...

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Transcript of la nostra strategia ope- - European Union External...

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“Si tratta di una parte del-

la nostra strategia ope-

rativa, efficace, che sta

producendo risultati ed è qualcosa su cui

l’Europa è unita, non solo nei processi deci-

sionali ma anche in termini operativi”: que-

ste le parole dell’Alto Rappresentante

dell’Unione Europea per gli affari esteri

e la politica di sicurezza, Federica Mo-

gherini, riferendosi ai risultati raggiunti

dalla missione EUNAVFOR MED (EU-

ropean NAVal FORce MEDiterranean),

nota anche come operazione Sophia.

Era la notte del 18 aprile scorso quando

una piccola imbarcazione, che si stima

trasportasse circa 700 migranti, si capo-

volse all’interno delle acque territoriali

libiche, a circa 130 miglia a sud dell’isola

di Lampedusa. Nonostante i coraggio-

Antonello de RENZIS SONNINO

Operazione Sophia

L’operazione militare

europea di contrasto al

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preso il nome di Sophia,

la bambina nata a bordo

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L’Italia guida la lotta al traffico di esseri umani nel Mediterraneo

FOCUS DIFESA

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si sforzi della Marina Militare italiana

e maltese e di altre imbarcazioni pre-

senti nella zona, furono recuperati solo

28 superstiti. Una tragedia questa che

l’UNHCR definiva come la più grande tra-

gedia avvenuta nel Me-

diterraneo nel corso di

questa crisi. Da allora la

Marina Militare italiana

ha condotto e conduce

operazioni volte a recu-

perare le salme intrap-

polate a più di 300 metri

di profondità all’interno

dello scafo affondato.

La reazione dell’Unio-

ne Europea, però, non

si fece attendere e solo

due giorni dopo una ri-

unione straordinaria dei

ministri degli interni e degli affari esteri

dei paesi membri portò alla firma di un

piano di azione basato su 10 punti e volto

al contrasto del fenomeno della migra-

zione clandestina e del traffico di esseri

umani. Il secondo pun-

to di questo piano, “Im-

pegno sistematico al fine

di catturare e distrugge-

re le imbarcazioni uti-

lizzate dai trafficanti”

si è concretizzato in

EUNAVFOR MED,

un’operazione militare

con lo scopo di contri-

buire a minare le fon-

damenta del business

model dei trafficanti

e contrabbandieri di

uomini, negandogli la

“Combattere i

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Federica Mogherini

Alto Rappresentante dell’Unione

Europea per gli affari esteri e la politica

di sicurezza

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libertà di movimento e neutralizzando

le imbarcazioni e le infrastrutture a loro

disposizione.

Con la decisione 778/2015 del Consiglio

Europeo del 18 maggio scorso si lancia-

va una missione militare, designando il

Quartier Generale dell’Unione Europea

situato a Roma - Centocelle presso l’ex

aeroporto F. Baracca e nominando l’Am-

miraglio di Divisione Enrico Credendino

quale Operation Commander. Iniziava,

così, una vera e propria maratona che,

in tempi record, ha permesso di passare

dall’idea all’azione. Il mese successivo,

veniva infatti approvato l’”Operational

Plan” (OPLAN) ed il 22 giugno una ul-

teriore decisione del Consiglio Europeo

dava il via all’Operazione EUNAVFOR

MED.

Il piano operativo

Sono 4 le fasi previste nel piano operati-

vo della missione:

• Fase UNO, conclusasi lo scorso 7 ottobre,

volta a dispiegare le forze e raccogliere

informazioni sul modus operandi dei traf-

ficanti e contrabbandieri di esseri umani;

• Fase DUE, durante la quale gli assetti del-

la Task Force potranno procedere, nel ri-

spetto del diritto internazionale, a fermi,

ispezioni, sequestri e dirottamenti di im-

barcazioni sospettate di essere usate per

il traffico o la tratta di esseri umani. Tale

fase è stata a sua volta suddivisa in una

fase in alto mare, attualmente in corso, ed

una in acque territoriali libiche, che potrà

iniziare a seguito di una Risoluzione del

Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite

e dell’invito del relativo Stato costiero;

• Fase TRE, volta a neutralizzare le imbar-

cazioni e le strutture logistiche usate dai

contrabbandieri e trafficanti, sia in mare

che a terra, e quindi contribuire agli sfor-

zi internazionali per scoraggiare gli stessi

contrabbandieri nell’impegnarsi in ulte-

riori attività criminali. Anche questa Fase

necessita di una specifica Risoluzione del

Consiglio di Sicurezza dell’ONU e del con-

senso e della cooperazione da parte del

corrispondente Stato costiero;

• Fase QUATTRO, che prevede il ritiro delle

forze al termine della missione.

Tutte le attività svolte, ed in program-

ma nelle varie fasi, sono condotte nel

pieno rispetto delle leggi internaziona-

li vigenti e in particolare, delle norme

sullo status di rifugiato e quelle relative

ai diritti umani. Inoltre, ogni passaggio

Operazione Sophia

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di fase deve essere approvato e stabilito

dallo stesso Consiglio d’Europa a seguito

di proposta dell’Operation Commander e

delle conseguenti valutazioni dei 28 stati

membri.

La rotta della morte

Nel mese di ottobre scorso, molte orga-

nizzazioni e istituzioni internazionali,

governative e non, hanno onorato, con

varie iniziative, il secondo anniversario

della tragedia in cui almeno 366 perso-

ne persero la loro vita nelle vicinanze

dell’isola di Lampedusa. Da allora, 3 ot-

tobre 2013, il flusso di migranti è stato

incessante richiedendo l’impegno senza

sosta della Marina Militare e delle isti-

tuzioni italiane, in prima battuta, con le

operazioni Mare Nostrum e Mare Sicuro,

e successivamente di numerose organiz-

zazioni non governative e dell’Unione

Europea attraverso l’operazione TRITON

(dell’Agenzia FRONTEX) ed EUNAVFOR

MED.

Ad oggi, nel 2015, più di 800.000 mi-

granti sono giunti in Europa e, mentre

nel mese di settembre la rotta balcanica,

principalmente terrestre, ha visto decu-

plicare il transito di migranti, sulla rotta

del Mediterraneo Centrale, per la prima

volta negli ultimi 3 anni, è stata registrata

una riduzione del 9% del flusso migrato-

rio. Dati, questi, che se paragonati a quel-

li disponibili prima dell’avvio dell’Opera-

zione EUNAVFOR MED, dimostrano che

molto è cambiato in questi 4 mesi. Nel

mese di maggio, infatti, il flusso migrato-

rio era egualmente distribuito tra la rot-

ta centrale e quella orientale/balcanica

mentre oggi meno del 25% dei migranti

sceglie la rotta del Mediterraneo centra-

le. Un cambio di tendenza che può esse-

re attribuito a numerose cause ma che,

certamente, è anche legato all’azione di

deterrenza portata avanti dai numero-

si assetti navali in area, all’aumento dei

controlli che l’Egitto ha implementato

sui propri confini, rendendo più difficile

il transito verso la Libia, ed al fatto che la

rotta orientale è meno rischiosa.

Purtroppo infatti, nonostante gli sforzi

della comunità internazionale, la rotta

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Ban Ki-moonSegretario Generale delle Nazioni Unite

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centrale rimane la più pericolosa con un

tasso di mortalità pari al 2%, mentre sulla

rotta balcanica tale percentuale scende

allo 0,1%. Sono infatti più di 2800 i mi-

granti che, nel 2015, hanno perso la vita

cercando di raggiungere l’Italia, e l’Euro-

pa, prendendo il mare dalle coste libiche.

La fase I: dispiegamento delle Forze e

raccolta di informazioni

Con il contributo di 22 stati membri

(Italia, Belgio, Bulgaria, Cipro, Estonia,

Finlandia, Francia, Germania, Grecia,

Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta,

Olanda, Polonia, Regno Unito, Repub-

blica Ceca, Romania, Slovenia, Spagna,

Svezia e Ungheria), l’operazione EUNA-

VFOR MED è entrata nel vivo il 26 giu-

gno scorso, con la partenza da Taranto di

nave Cavour, designata unità di bandie-

ra della costituenda Task Force europea.

A bordo della portaerei italiana, il Con-

trammiraglio Andrea Gueglio, nominato

Force Commander, ovvero Comandante

delle Forze in mare, ed uno staff inter-

nazionale composto da circa 80 ufficiali

e sottufficiali.

Il 27 luglio, a seguito dell’integrazione di

una nave idrografica inglese nonché di

una fregata e una nave ausiliaria tede-

sca, la task force ha quindi raggiunto la

piena capacità operativa nel Mediterra-

neo Centrale, in un’area di operazione

di circa 525.000 miglia nautiche qua-

drate (più di 6 volte la superficie dell’I-

talia). Solo un mese dopo, anche grazie

al determinante contributo degli assetti

aerei a disposizione (3 elicotteri e 3 aerei

da pattugliamento), l’ammiraglio di divi-

sione Enrico Credendino, annunciava al

Comitato Politico e di Sicurezza (COPS)

dell’Unione Europea il pieno successo

della prima fase. Gli assetti navali e ae-

rei di EUNAVFOR MED avevano, infat-

ti, raggiunto tutti gli obiettivi prefissati,

raccogliendo le informazioni necessarie

al passaggio alla fase successiva in acque

internazionali e finalizzata al contrasto

attivo della loro attività. Di particolare

interesse il fatto che alla data del passag-

gio ufficiale alla seconda fase, lo scorso

7 ottobre, erano state 22 le occasioni in

cui gli assetti di EUNAVFOR MED ave-

Operazione Sophia

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!"#$%&"'&()&"*+(,"-'*.-/,colloquio con l’Ammiraglio di Divisione Enrico Credendino

a cura di Mario Renna

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! #77%$5#4+%4%$7%''"!''($!&&!$ (71%4(-(&(';$ #+&($7)!<7'(”, così riassume l’anda-

mento dell’operazione Sophia l’Ammiraglio Enrico Credendino, a capo della più

importante missione militare europea, formata da 22 nazioni, dotata anche di com-

ponenti aeree e terrestri oltre che marittime, e la cui =!+7:(1 è italiana: la portaerei

Cavour e in seguito la portaeromobili Garibaldi.

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cooperazione: “>%%1#"(!*%$)%4$&!$?("#3(%4#$@!3(%4!&#$A4'(*!<!$#$A4'('#""%"(7-

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vano avvistato possibili imbarcazioni di

trafficanti operanti al di fuori delle acque

territoriali libiche. Purtroppo il mandato

della prima fase non consentiva l’abbor-

daggio di queste imbarcazioni e, tanto-

meno, il fermo dei criminali coinvolti.

Un’attività, questa, ora possibile nell’am-

bito della seconda fase in alto mare che

è stata ulteriormente confermata dalla

risoluzione nr. 2240 in data 9 ottobre

2015 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU,

approvata dai 15 Stati membri con l’unica

eccezione del Venezuela che nello speci-

fico caso si è astenuto.

Principali risultati ottenuti

Negli ultimi 3 mesi, a seguito delle attività

condotte dalla Task Force di EUNAVFOR

MED operazione Sophia, attualmente

composta da 6 navi (1 portaereomobili,

1 fregata, 1 corvetta, 1 nave ausiliaria,

1 idrografica e 1 cacciamine) e 6 assetti

aerei (3 elicotteri e 3 aerei da pattuglia-

mento), 43 sospetti trafficanti sono stati

individuati e consegnati alle autorità di

polizia italiane e 54 imbarcazioni utiliz-

zate per il trasporto dei migranti sono

state rese indisponibili per ogni possibile

riutilizzo criminale anche perché, se la-

sciate alla deriva, avrebbero potuto co-

stituire un serio pericolo per la sicurez-

za della navigazione. Risultati concreti,

questi, recentemente riconosciuti nel

corso di numerosi incontri istituzionali,

anche nei paesi del Nord Africa. L’ope-

razione Sophia funziona come efficace

deterrente, soprattutto ora che, nella se-

conda fase, la task force può compiere ab-

bordaggi e procedere al fermo dei sospet-

ti scafisti in alto mare. Inoltre, si è di fatto

assistito ad un cambiamento significati-

vo del modus operandi: prima il barcone

con i migranti veniva scortato fino nelle

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Libia, Daesh e migrazione !"#$!%&'!(() !*#+! '()"!intervista a:

Mattia Toaldo dell’European Council on Foreign Relations a cura di Mario Renna

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Operazione Sophia

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18

acque internazionali da una unità più

piccola, quella degli scafisti, che poi re-

stava in zona per recuperare l’imbarca-

zione non appena ultimate le operazioni

di soccorso. Ora questo non succede più:

gli scafisti temono di essere arrestati e ri-

mangono ben alla larga. In aggiunta, le

navi dell’Operazione Sophia hanno potu-

to salvare più di 7000 vite contribuendo

allo sforzo che l’Italia, con l’Operazione

Mare Sicuro, l’Europa con l’Operazione

Triton dell’Agenzia Frontex e molte altre

organizzazioni nazionali ed internazio-

nali, con le quali EUNAVFOR MED è in

stretto coordinamento, stanno portando

avanti nel Mediterraneo Centrale. Un’at-

tività, questa, che pur non rientrando

nel mandato assegnato alla missione, è

un obbligo ineludibile per il diritto in-

ternazionale nonché morale proprio del

DNA di ogni marinaio, in adempimento

al quale l’operazione SOPHIA si è attiva-

mente impegnata, prevedendo il soccor-

so quando chiamata ad intervenire dal

competente Centro di Coordinamento

del Soccorso Marittimo. Ciò è avvenuto

sino ad oggi e continuerà ad avvenire nel

prosieguo della missione.

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Donald TuskPresidente del Consiglio Europeo.

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PORTFOLIOIMMAGINI

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27

operazioneS O P H I A

Sono 22 i Paesi europei - con l’Italia in testa - attualmente in prima linea contro il traffico

di esseri umani attraverso il Mediterraneo centrale. In un’area marina sei volte più grande

della superficie italiana sono impegnati navi e aeromobili della European Naval Force

Mediterranean, i cui equipaggi hanno messo fuori uso più di 50 imbarcazioni usate dagli

scafisti, salvando migliaia di migranti e consegnando alla giustizia decine di criminali.

Il primo bilancio dell’operazione Sophia è positivo, come testimonia anche il trend in

diminuzione del fenomeno migratorio originato dalle coste libiche.

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“Ho visto cose che voi umani conoscete bene,

ho portato nel mio grembo la vita, la morte,

il dolore, la gioia, la speranza e l’illusione.

Ho visto uomini contro uomini,

ho visto morire bimbi, giovani, anziani.

Ho visto morire donne gravide,

ho visto partorire donne gravide,

ho visto morire bimbi appena nati.

Ho visto corpi straziati, ho visto cadaveri gettati.

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di Daniele Pennuto

tratto da ‘Mare Monstrum Mare Nostrum’,

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