La nostra editoria moribonda - l'Unità 16.06.2013

download La nostra editoria moribonda - l'Unità 16.06.2013

of 1

Transcript of La nostra editoria moribonda - l'Unità 16.06.2013

  • 7/28/2019 La nostra editoria moribonda - l'Unit 16.06.2013

    1/1

    MALATEMPORA

    6CASE

    EDITRICI

    Troppi titoli, sostituiticontinuamentequandoinvenduti,conqualchebestsellerche recupera i contiE unadisparit esasperatanellavisibilittra i grandigruppie i piccolieditori

    La nostra editoriamoribondaNon solo il calo delle venditeanche scelte improbabili o scorrette

    LASERIE

    Lacrisidellaculturae lepotenzialit

    Siamoarrivatiallasestae ultimapuntatadella

    nostrainchiestasullacrisidellaculturain Italia. Il

    12maggioabbiamoaffrontatoil rischio

    scomparsadellepiccolelibreriee iproblemi

    anchedellagrandedistribuzione;il 19abbiamo

    parlatodellaDiscotecadiStato,unodeitanti

    istituticulturali italianiche rischianoil collasso; il

    26maggioviabbiamoillustratolacondizione in

    cuiversano i teatrie leFondazioniliriche; il2

    giugnoabbiamoparlatodellabbattimento

    dellaproduzionedeiprogramminella

    televisionee il9giugnodelnostropianeta

    teatrocherischiadi perderepezziimportanti:

    dallArenadel SoleallArchivolto.Proseguiremo

    conuna seriesullepropostee leoccasionidi

    riscattoancheeconomicodella cultura.

    ...

    Tagliingential personale,sparitealcune figurecomei correttori dibozze...rimastiprivilegiati i dirigenti

    CLAIMER:NIENTEDI QUANTOLEGGERETEDI QUIAL-

    FINE DI QUESTO PEZZO PU SORPRENDERVI, PER-

    SIETE ITALIANI,potete per meravigliarvi cheche i libri, che dovrebbero essere portatori dietica legata allacultura, sianostrumenti di unmplesso raggiro oggi giunto, forse, al capoli-a.Nonsiamoautorizzatiacrederecheabbiadirit-allasopravvivenzasolo perch il suo ambito dirtinenza lacultura.Delresto a volte lestinzio- ilmetodo miglioreperridare fiatoa unecosi-ma. Leditoria libraria italiana moribondartantimotivi,traiqualicenesonoalcuniogget-i,altri che appartengonoalla tipica furbetteria

    ale.Intanto bisogna sgombrare il campo dallideaedanoiconilibricilavorisologenteintelligen-colta e inappuntabile. Di intellettuali fan allalassonesonorimastipochi,travasatidaunpas-o che non esiste pi. il segno dei tempi, lorito manageriale ha preso il sopravvento,eacheconi soldiche circolanoin casa editriceipossafareanchealtrononunascopertaperssuno: scatole cinesi con passaggi di denaro

    o meno puliti che vedono nelle acquisizioni ilo cavallo dibattaglia.Per fare unesempiononppo lontano, appena dopo la met degli annivanta esplodeva il bubbonedelleperditegene-e dal settore libri del gruppo Rcs, circa 800liardi di lire, una vicenda figlia di un sistema

    uffaldino checi ricorda chepoliticae oligarchieanziarie oggipossono tutto, specie trovareme-

    di onesti per rubare. Non una novit.Andando con ordine, possibilencare i fattori che hanno de-

    minatola crisidelleditoriararia italiana oggi? Eccounipunti,cheforsenon

    no tutti ma sicuramen-danno unidea.Primoedibase:unta-o alla radice. Abbia-

    o una disincentivazio-della lettura nella sco-rizzazione, crescenalfabetismo di ritorno,lincapacitdi compren-neminimadiuntesto,e,co- una malattia endemica che

    mbrava debellata ma il cui virusvava nellombra, riapparsolanalfabe-movero. A scuola, fino a tuttigli anni Settanta,rasmetteva il concetto che la cultura fosse la

    se di unemancipazione sociale, dopodich si ssato a urlare che lo sono i beni di consumo. Il

    ogettodi unapopolazioneincapace diinterpre-e la sfera sociale in cui vive il presuppostollaffermarsi di ognidittatura. E quelle dellOc-ente contemporaneo sono pi raffinate chel passato, hanno imparato a essere discrete: si

    mmantano dinvisibilit.A seguire: sempre meno fondi per le bibliote-ee meno acquisizioni. Daltra partese unocre-e lascia i suoi volumi a una biblioteca, la metne buttata perch sono dei classici (e non c

    azio per dieci copie de I fratelli Karamazov, pereun esempio)gli altricreanogrande imbaraz-perch vanno catalogati: se sono depoca

    e-codice a barre il lavoro si allunga e non cfficiente personale per farlo; quindi vengonossi nelle cantine. Ergo, le biblioteche dovreb-

    ro assortire i libri regolarmente, ma il denaroarseggia, oltre che spesso, per la stessa ragio-

    la carta igienica nei bagni, il che le accomunaa scuola dellobbligo.

    La distribuzione in libreria completamentetilt: per anni i distributori e i librai sono statistretti a veicolare per il 90% i libri dei grandiuppi, con un sistema finanziario pi spavento-di quello dei future. Libri sostituiti continua-nte quando invenduti con qualche best-seller

    erecuperavaiconti:inperiododicrisiilmecca-mo si bloccato. E anche le catene librarie,

    e, a discapito soprattutto delleditoria indipen-nte, non hanno mai tenuto nei negozi tutte lecite ma solo un ristretto numero di titoli deiitinotiper fare fatturato, oggisi trovano alpa-Inepocadicrisiillettoreoccasionaleilprimoaver ceduto, mentreil lettore forteha bisognoun libraio esperto che sappia essere interlocu-e delle sue passioni di lettura.Gli strumenti nazionali di promozione del li-o premiano chi pi scaltro (eufemismo): asi umoristico, oltre che emblematico, il casolvolumeRizzoliFumetto!finanziatodal comita-dei 150dellUnitdItalia:peccatocheil fumet-nasca nel 1896 negli Stati Uniti e se vogliamoere approssimativi in Italia appaia allinizio Novecento (e stendiamo un velo pietoso sul

    ntenuto del volume, a cui incautamente, e prono, ha partecipato anche il sottoscritto). Ovve-i soliti potentatieditoriali,legati in linea diret-con quelli politici, si mettono daccordo peruttarelopportunitdi far circolaredel denarobblicoin casseprivate. Al contrarioun roman-o un graphic novel prodotto qui da un piccoloitoreinvestendo e rimettendoci delsuo pues-

    sere tradotto da un altrettanto piccolo editorefrancese con il sostegno dellIstituto del libro.

    Rcs libri stato fino a poco pi di un anno fa,primadi riunirsiper questionidi costinel palazzoRizzoli di Crescenzago, in un palazzo sito in viaMecenatea Milano appartenuto nelperiodobellodel cos detto collezionabile (ovvero le enciclo-pediea dispensee legrandioperea rate)allaFra-telli Fabbri Editore. I piani erano grandiopen-space in cui le aree erano suddivise soprat-tutto da grandi armadi/archivi di metallo. Fre-quentandoli perlavoro nelcorso degli ultimi ven-ti anni mi capitato di vedere apparire sulla mo-quette progressivamentesempre piaree chiare:intere filiere della produzione sparivano,insieme

    agliarmadi,fino a chegli ultimi sopravvissutista-vano rintanati negli angoli dei piani. un pola metafora delcambiamentodei pro-

    cessi editoriali: i primi a essersene andati sonostati appuntoi fotocompositori, i personal compu-terli hanno resiobsoleti.Poi tuttii processiester-nalizzabili, con i relativi lavoratori, dalla sempli-ce correzione bozze alla redazione sono statismantellati e affidati a service esterni. Natural-mente la qualit aveva gi smesso di essere unproblema da tempo, ma va riconosciuto che esi-stonoancheservicecon competenze moltoeleva-te. Ci per spendere meno e, non secondario,mantenerei privilegieconomici deivertici azien-dali,dirigentiche prendonostipendiparagonabi-liperesempioaquellideilorocorrispondentiallaFiat (perdonate il parallelo infelice e del tuttocasuale). Per quanto ci sia una rincorsa del ta-glio dei costi del lavoro altrui, il meccanismo si accelerato cos velocemente che tagliare non ba-sta, non baster mai. una rincorsa impossibile.Come si fa, per ipotesi, a sostenere un direttoreeditorialedei volumi economiciche magari pren-de 150mila euro allanno (uniperbole? Anche se

    fossero la met i conti non tornerebbero comun-que) convolumiche vanno al pubblico a 10 o me-no euro luno? Non ci vuole un economista perfare il calcolo.

    interessante vedere quante di queste perso-ne hanno amicizie o parentele illustri, per cui oc-cupanopostidi rilievo aldi ldeiloromeritieffet-tivi e delle competenze maturate e in alcuni casisorprendelapplicazione del passaggioereditariodegliincarichi dapadrein figlio, o a dazio a nipo-te, e soprattutto la capacit cangiante per cuitransitano daiposti diverticedi unacasaeditricea quelli di unaltra non grazie a un processo diricerca di dirigenti che funzionano, ma avendospesso prodottodisastrie abbandonandola barca

    prima che la falla la faccia inclinare.Per anni alcune grandi case editrici sono statefinanziatedallebanche. Pagaregli interessi passi-vi una voce debitoriache il libro sostienedifficil-mente, ma non mai stato un problema perchsene occupava ilpoliticodi turno.Basta scorrerei cataloghipercapire chisonoo sono statii politi-ci che si sono adoperati affinch alcune case edi-triciricevessero fidi e finanziamenti improbabili.Ho pensato che fare una storia dei volumi inutiliscritti dai politici (e dei loro romanzi che sono lapunta di diamante del pensiero debole e dellascritturainsulsa) sarebbeforseun belritratto del-la degenerazione della coscienza collettiva edellutilizzo della lingua italiana, ma questa unaltra storia. Poimagari capitatoche quelcir-colo vizioso del denaro: ti faccio avere un fido,mi fai il libro e poi magari fai rientrare qualchesoldo al partito sotto forma di finanziamento,nonpreoccuparti,nontelichiederannomaiindie-tro; si sia spezzato e adesso quei soldi debbanorientrare.Nessunproblema, si chiude la casaedi-trice, si lasciano i debiti a collaboratori,aventi di-rittoe tipografie siriaprecon unaltronomesimi-le, cos il lettore ci riconosce. Tanto una societ aresponsabilitlimitata, ovvero srl, in Italia per-mette questo e altro. Mentre il tipografo magarifallisce e il collaboratoreoltre ad averperso lavo-rononha i soldiconcui dovevavivere, leditoreinquestioneha salvaguardatoil suopatrimonio pri-vato accumulato in anni di soldi facili e si pupermettere di ricominciare a suo piacimento.

    ANIELEBROLLI