La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

25

description

San Nicola (Santa Claus) messaggero del Natale, fra storia, arte, culto e folklore

Transcript of La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

Page 1: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari
Page 2: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

San Nicola è una presenza tuttora viva e affascinante nel mondo contemporaneo, emblema ecumenico di un patrimonio mistico e mitico mirabilmente condiviso. Con il mantello di chiese a lui dedicate, delinea un “Cammino” secolare di storia, arte, devozione e folklore, che si snoda dall’Oriente all’Occidente, pari a quello di Santiago di Compostela. La sua figura è radicata profondamente nel sostrato devozionale, immaginifico e tradizionale delle popolazioni europee.Fra agiografia, letteratura, teatro, musica e tradizioni artistiche e folkloriche, questo libro tratteggia la fisionomia del santo non biblico più celebre della cristianità, dalla iconografia inconfondibile e familiare soprattutto ai bambini di tutto il mondo.

Nino Lavermicocca (Bari, 1942), già Direttore Archeologo presso la Soprintendenza Archeologica della Puglia, in qualità di responsabile del settore medievale della Regione ha condotto scavi programmatici ed esplorazioni di archeologia medievale. Promotore e animatore di mostre, attività didattiche, itinerari turistico-culturali, ha al suo attivo numerose pubblicazioni di carattere scientifico e divulgativo.Per i nostri tipi ha pubblicato Bari Bizantina. Capitale medi-terranea (2003), Bari Bizantina. 1071-1156: il declino (2006), La Via Egnazia itinerario di identità europea. Alle origini delCorridoio VIII (2008), Boemondo e Costantinopoli. Il sogno di un guerriero (2012) e ha curato, insieme a N. Cottone, i cinque volumi della serie Santi di strada (Pagina - B.A. Graphis, 2001-2003 ).

Page 3: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

195

PresentazioneSan Nicola venuto dal mare (di P. Damiano Bova, O.P.) 7

PrefazioneUn libro, tre sfere e la barba (di Sabrina Veneziani) 9

Introduzione

San Nicola: memoria e progetto 15

Parte prima Il santo

Una vita discreta 23Messaggero del Natale 27Provvido pronubo 31Patrono degli studenti 35Sostegno del cammino 40Dominatore delle tempeste 46Flagello degli ingiusti 50

Parte seconda I luoghi del culto

Cinque città per Nicola: Patara, Mira, Andriake (Gemile), Pinara, Bari 55Patara, p. 55

INDICE

Page 4: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

196

Mira, p. 57n La basilica madre, p. 57 n Il «myron» (manna), p. 59

Andriake, p. 61 n Il porto di Mira, p. 61 n Gemile: l’isola di san Nicola, p. 63

Pinara, p. 64Bari, p. 65 n L’ultima dimora, p. 65 n Una traslazione indifferibile, p. 67 n Un bianco man-tello di pietra: la basilica romanica, p. 70

Europa, attrazione fatale: san Nicola al di là delle Alpi 73I “Lorrains, p. 73 Austria, Germania e Svizzera: la Nikolausstrasse, p. 75

Dal Mediterraneo al Baltico 78Principato di Monaco, p. 78Spagna, p. 79Paesi Bassi, p. 80Amsterdam, città di san Nicola, p. 82n Alle origini del mito, p. 83 n Le verghe di “Pietro il nero” (Black Piet), p. 83 n

Festa di popolo, p. 84 n Benvenuto ad Amsterdam!, p. 85

Nella fredda Albione, p. 86n San Nicola “arcivescovo di Canterbury”, p. 87 n Il vescovo bambino: “the boybishop”, p. 89

Verso l’ultima Thule, p. 90

Breviario ellenico, cammino balcanico 91Grecia, p. 91Balcania, p. 92n Albania, p. 92 n Serbia, p. 93

Dal Mar Nero, ritorno ad Occidente 95Patriarca della Bulgaria, p. 95Romania, p. 97Polonia, p. 98Boemia, Slovacchia, Moravia, p. 99

San Nicola e la Russia 101Amore a prima vista, p. 101La chiesa di San Nicola “dei Russi” a Bari, p. 104La faticosa strada dei pellegrini della steppa, p. 105

Page 5: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

197

Parte terza Dal culto al folklore

Nicola dieci e lode: inni e canti 111Il santo a teatro 115L’immagine e il volto: san Nicola nella iconografia religiosa 119

Nascita e diffusione del canone iconografico, p. 119Il repertorio iconografico, p. 122L’iconografia di san Nicola in Puglia, p. 125

San Nicola nel folklore: da Bari al Nuovo Mondo 128San Nicola dei Baresi, p. 128 n «Ad usum Nicolai»: dall’immagine all’oggetto, p. 128 n San Nicola: “tre-sette”,p. 130 n Il Patrono e la città, p. 132 n Vicolo e santo, p. 134 n La colonna… damarito, p. 135

L’Europa “fantastica” e “pratica” di san Nicola, p. 136 n Freistadt (Austria): una visita di san Nicola, p. 137

Paradosso americano: il santo “bevitore”, p. 138

Parte quarta Antologia di testi

Testi liturgici 145Sequenza «Congaudentes», p. 145 Sequenza «Si quaeris miracula», p. 146 Inno di Romano il Melode (Secondi Vespri del 6 dicembre), p. 146

Testi poetici 147Il poema di san Nicola di Robert Wace, p. 147 Laude di sancto Nicolò di Lytia, decto sancto Nicolò di Bary, p. 149Lauda duecentesca pugliese per il miracolo delle tre donzelle, p. 150Canzone per il meraviglioso trasporto del Sire di Réchicourt, p. 150

Teatro 151Le Jeu de saint Nicolas, p. 151n Prologo, p. 151 n La taverna, p. 152 n Nella stanza del re, p. 153

«Praxeis» e miracoli 155«Praxis de tributo» (la riduzione delle tasse), p. 155 Le tortelle del povero e il rubino dell’imperatore, p. 157 San Nicola e i mercanti, p. 159

Leggende e racconti popolari 160Leggenda della Croce, p. 160

Page 6: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

L’ Icona del Vandalo («Thauma de imagine»), p. 161 La Vedova di Bari, p. 162 Storia del soldato Pietro, p. 164 Le streghe e il sale di san Nicola, p. 166 Il carrettiere spergiuro, p. 167 Nicola, l’amico di Dio, p. 167 San Nicola, il ladro e la candela, p. 170 Il mercante cristiano spergiuro e il giudeo, p. 171 Fratello ricco e fratello povero, p. 171 Il cuore di pietra, p. 172

Canti, litanie, filastrocche 173Canzone a san Nicola dei pellegrini di Chieti, p. 173 Canzone della mal maritata, p. 173 Litania della nubenda alla vigilia di san Nicola a Saint-Nicolas-de-Port, p. 174Canzoni dei bambini lorenesi, p. 174 n San Nicola in cammino, p. 174 n Il patrono dei piccoli, p. 175

Il marinaio Andon e san Nicola, p. 175 San Nicola in Germania, p. 175 n I doni di san Nicola, p. 175 n Un fratellino di troppo?, p. 176 n Soccorso al-l’innocenza, p. 176 n Scaccialupi, p. 176 n Scacciademoni, p. 176 n Canzone del-la Vigilia di san Nicola, p. 176

Supplica dei bambini di Friburgo, p. 177 La leggenda dei tre chierichetti, p. 177 Nikolauslied (romanza di Nicola): in fila per tre!, p. 180 Il gioco della “porta di san Nicola”, p. 180

Hanno scritto di san Nicola 181Nel mar di tanti errori, p. 181 Per la “feste de la minute de sanda Nicola da Mira a Vare”, p. 181 U rispinzorie de sanda Nicole de Vare, p. 181 Ampolla della Manna convertita in inchiostro, p. 182 Una slitta di notte sui tetti, p. 183 La lettera di Virginia, p. 183

Bibliografia 185

Page 7: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

27

Un santo poliedrico, dai mille volti, ambrato e solare, che una volta all’anno, de-posta la mitra regale e i paludamenti imperiali, e avvolto nel mantello scarlattodella fiaba, si fa messaggero del Natale. La notte più d’ogni altra bella si coloradunque di Nicola nel mondo magico dell’infanzia. Gli sono attribuiti tutti glielementi della festa: l’albero di luci, i dolci, i doni, i giochi, vini e birre, i merca-tini degli addobbi, le visite a domicilio, i tetti e i focolari, con una varietà di no-mi corrispondenti alla varietà dei popoli: Nicolaus, Niklaos, Klaus, Nicholas,Nicolas, Mikulas, Nikolaj, Kolia, Mikuliez, Nicolau, Niksa, Cole, Collins, Nick,ecc., e relativi diminutivi o derivati: Nicole, Colin, Nicolson, Niklos, Cleys, Klas,Nickel, Nicot e persino Nietsche! Lo accompagnano nella notte le figure mo-struose che popolano gli incubi dell’inverno settentrionale, rese innocue e sog-giogate docilmente dalla mano del vescovo, anch’esse divise per etnie: pèreFouettard, Krampus, Hans Trapp, Ruprecht, Tomte Gubbe, Zwarte Piet, Pelz-märtel, Semper, Schmutzli, Schandeclos, Perchta, Christkindel e “Markolwes”,una maschera celtica, singolarmente presente a Bari nel canzoniere del canonicoFrancesco Saverio Abbrescia.

Nicola, l’asino (Peckersel) e l’uomo nero sono al centro di tutti i cortei deipaesi d’Europa, da Bulle (corteo organizzato dalla Confraternita di Chalamala)a Friburgo (messo su fin dal 1182 dagli studenti del liceo San Michele fra canti,questue, inviti, banchetti) a Lucerna, Zurigo, Basilea (cortei di pittoreschi uomi-ni mascherati detti Silvester Klaus a Urnasc e Ziefen; o delle grandi “Mitrie” co-lorate e luminose di Küssnacht am Rigi).

MESSAGGERO DEL NATALE

Page 8: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

28

In Austria e nel Sud Tirolo i cortei più belli si svolgono a Innsbruck, Sali-sburgo, Vipiteno, Dobbiaco, Bressanone, Bolzano, Moena, Luttago, ecc. (giochidi mimi invece in piazza Santo Stefano a Vienna); in Germania a Magonza (conbarba “nuova” di san Nicola), Colonia, Francoforte, Aquisgrana, Treviri, Saar-brücken, Ulm, Augsburg, Norimberga, Bamberga, Rothenburg, ecc.; in Belgio ein Olanda a Gand, Bruxelles, Lovanio, Anversa e soprattutto nella cittadinaomonima di Sint Niklaas, fra una miriade di dolci, gadgets, doni (qui è vietato,con appositi cartelli, l’ingresso a Papà Natale), e nella capitale Amsterdam, do-ve l’arrivo di san Nicola “dalla Spagna”, in battello, a cavallo o addirittura in eli-cottero, esplode in una sorta di festa nazionale (san Nicola è ricevuto dal Sinda-co della città e dalla Regina in persona).

In Francia, soprattutto in Alsazia e Lorena, carri, luminarie e cortei percor-rono per lunghe ore le strade di Metz, Strasburgo, Epinal (cittadina famosa perla imagerie religiosa di san Nicola), Digione (dove, il 24 dicembre 1951, BabboNatale fu addirittura bruciato davanti a migliaia di bambini) e Nancy (bellissimaparata ed autentico effluvio di cioccolato). A Saint-Nicolas-de-Port (Nancy) – lagrande basilica gotica riconosciuta sede legittima di conservazione di una picco-la reliquia di san Nicola – ha luogo nella notte della vigilia della festa del santo,nella vastità delle navate rischiarate da un oceano di candele, la cerimonia piùsuggestiva d’Europa: la tradizionale ed ancestrale processione in ricordo della li-berazione dalla prigionia a Gaza, in Palestina, la notte del 5 dicembre 1244, delSire Cunon de Réchicourt, ritrovatosi, privo di catene e miracolosamente tra-sportato, sul pavimento della chiesa (cfr. Antologia, pp. 150 sg.). Da allora tor-me di fedeli si accalcano, seguendo l’ondeggiare del piccolo simulacro del santosul mare di fiammelle, per cantare a squarciagola – soprattutto gli stupefattibambini – il canto proprio dei Lorenesi, accompagnati dal fragore della bandamunicipale: «Saint Nicolas, à toi qui d’âge en âge a fait pleuvoir des bienfaitssouverains, étends toujours ton noble patronage sur tes amis les enfants de Lor-rain» (patrono dei bambini e dispensatore di grazie sovrane!): uno spettacoloemozionante, una sorta di frenesia collettiva, in cui si rinsaldano le radici etnichee la identità culturale dei Lorenesi, partecipi di una notte di paradiso in compa-gnia di san Nicola.

È questa dunque la “notte bianca” d’Europa e dei piccoli abitanti insonni delcontinente che scrutano impazienti il cielo per scorgere (chissà) la celebre slittatirata dal bianco pegaso volante e, per terra, sotto i raggi della luna, nella nevefresca, le orme delle sacre pantofole e degli zoccoli del cavallo e del mansueto so-

Page 9: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

29

marello, portatore di gerle; l’Europa dei fanciulli e di san Nicola, inveterato di-stributore di doni: dall’offerta abbondante di tre sacchetti d’oro per la dote del-le giovinette da maritare, all’infanzia restituita ai tre bambini stipati nella tinoz-za della salamoia dall’oste malvagio, alla vita donata ai tre Innocenti scampati aingiusta e sicura morte.

Per quei doni e grazie, san Nicola è diventato nume tutelare dei bambini.Ciabatte, pantofole, zoccoli, calze, calzettoni, ceste e pignatte non mancherannodi essere imbottiti dei doni straordinari di un inverno addomesticato: frutta(arance, mele, pere, noci), dolci (pan di spezie, tanto cioccolato, biscotti, con-fetti, caramelle) e giocattoli. Tradizione gentile favorita dalla scoperta del ruolopedagogico del santo, dalle storie curiose della sua vita, dalle scene del teatro po-polare, da canti e filastrocche comuni al patrimonio letterario dell’infanzia.

Nicola apre il periodo magico dei dodici giorni dell’Avvento trionfando neipittoreschi mercatini di Natale. Si comincia con il simbolo proprio della festa:l’albero, che in questi paesi è detto appunto «Arbre de saint-Nicolas», sia per-ché la vendita si apre il 6 dicembre, sia perché all’albero, come attestato da anti-che incisioni, era attaccata una scaletta, l’attrezzo che il santo aveva utilizzato perraggiungere le ciminiere del camino. Fu Martin Lutero a determinare lo sradi-camento dell’albero da san Nicola per trapiantarlo a Natale, pur addobbato diluci e doni (albero di Gesù Bambino).

Anche il ben noto e gustoso vin brulé, profumo d’inverno nei paesi nordici,è invece il vino di san Nicola, il dutch wine che gli Olandesi offrivano (e offrono)copiosamente a chi, travestito da vescovo, bussa alle porte della casa. Infine an-che il vocabolo inglese cookies (dolci) trae origine da quelli preparati per Nicolain Olanda: klaescoeck (ma, altrove, pains de saint-Nicolas, kuchen, klauskerl, sun-derklaus, nickelszöpfle, lebkuchen, klausenbaume, baiele, speculaas – da episco-pus… speculator).

A Mira (oggi Demre), patria riconosciuta del buon vescovo, è stata eretta neipressi della basilica una statua bronzea di san Nicola attorniato dai fanciulli, infigura di vegliardo bonario (Baba Noël), che intende sottolineare l’appartenen-za della cittadina turca al patrimonio folklorico europeo – al contrario del se-condo goliardico “monumento” a papà Natale, vistoso ma banale omaggio alfolklore americano.

Un relitto può essere considerata la festa di san Nicola dei bambini da qual-che anno in incremento a Molfetta, alla luce dei rapporti di quella marineria conl’alto Adriatico (Venezia, Trieste, l’Istria), al limitare dell’area di diffusione cul-

Page 10: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

30

tuale europea: Trentino e Sud Tirolo, Valli di Fassa e di Fiemme, Karerpass, ValGardena, Val San Niccolò, ecc.

Il silenzio assordante di Bari esclude di fatto questa città dalla notte biancad’Europa e dal reticolo straordinario di arte, folklore e tradizioni popolari, nateproprio nel segno di san Nicola, che interseca piazze e città lontane fra loro, tra-sformate in un immenso teatro, sul cui palcoscenico ciascuno recita il medesimosoggetto.

Page 11: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

Fig. 16. “Santa” (san Nicola) a casa sua:affiche pubblicitaria per la Coca-ColaCompany di H. Sunblom (1931).

Page 12: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

Fig. 17 (a sinistra). Saint-Nicolas-de-Port (Nancy, Francia):affiche pubblicitaria per la Birra di San Nicola (A. Gaillard,Musée Francais de la Brasserie, 1930 ca.).

Fig. 18 (in alto). Cipro: etichetta di acqua minerale; fonte diSan Nicola a Kakopetria.

Fig. 19 (in basso, a sinistra). Saint-Nicolas-de-Bourgueil(Tours, Francia): vino Doc (1993).

Fig. 20 (in basso, a destra). Bratislava (Slovacchia): etichettadella vodka prodotta dall’industria alimentare “St. Nicolaus”(dal 1867).

Page 13: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

Fig. 22. New York (Usa): vetrosoffiato in figura di san Nicola(Katie Merck).

Fig. 23. Vienna (Austria):san Nicola in cioccolato(Konditor Riegelein).

Fig. 21. Strasburgo (Francia), MuseoAlsaziano: pain d’épice in figura di san Nicola (Josef Stief ).

Fig. 25. Vienna (Austria):tovagliolo d’occasione per lacena di san Nicola.

Fig. 24. Vienna (Austria): san Nicolasulle nuvole, tavoletta di cioccolatoaustriaca Konditor Hofbauer.

Page 14: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

Fig. 27 (a sinistra).Olanda (prob.Amsterdam):vetrofaniad’occasione perla festa di sanNicola.

Fig. 26. Germania (prob.Norimberga):stikers natalizicon figura di sanNicola-papàNatale (riproduz.da una stampadel XIX sec.).

Fig. 28.Amsterdam(Olanda):mascherad’occasione perla festa di sanNicola.

Page 15: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

Fig. 32. Sint-Niklaas(Belgio): etichettaadesiva del patronodella città.

Fig. 31. Vienna(Austria): etichettaadesiva del V Distretto“Margareten”, con isanti patroni delquartiere (Nicola,Floriano, Margherita).

Fig. 30. Amsterdam (Olanda): carta regalo con figurina di sanNicola sui tetti.

Fig. 29. Amsterdam (Olanda): busta per dolciumi configura di Sinterklaas e Zwarte Piet.

Page 16: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

Fig. 33. Nancy (Francia): affiche con dolciumi per la festa di san Nicola in Lorena.

Page 17: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

Fig. 34. Neuruppin (Germania): il “Gioco di san Nicola” (lit. Gustav Kühn).

Page 18: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

Fig. 35. Londra (GranBretagna): ornamentonatalizio in panno configura di san Nicola.

Fig. 36 (in alto, a destra).Strasburgo (Francia), MuseoAlsaziano, collez. Cartes des saints:carta da gioco con san Nicola.

Fig. 37. Germania (o RepubblicaCeca): etichetta policroma perpain d’épice (XIX sec.).

Page 19: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

166

Le streghe e il sale di san Nicola

Nel paese di Tréguier [Bretagna], una consorteria di streghe malvagie uccideva chiun-que si avventurasse di notte sul greto del fiume.I salinaroli di Crec’h Morvan, una salina nei pressi, gelosi di quelli della salina di Bu-

guelès [protetta da una chiesa di San Nicola] perché il loro sale era più sapido e bianco,domandarono ad una vecchia strega di Gwagez di ostacolare i concorrenti in cambio diun moggio di sale al giorno. Una delle sue compagne allora andò ad appostarsi sulla stra-da del greto del fiume, lungo cui passavano i salinaroli di Buguelès di notte con il loro ca-rico, scavando buche e trabocchetti nei punti più pericolosi del tragitto. Poiché in effet-ti i salinaroli sparivano l’uno dietro l’altro, rovinando nei burroni, e soltanto qualche sac-co di sale riusciva a raggiungere il seccatoio e la cappella di San Nicola, il santo, “secca-to”, li redarguì attribuendo la scarsità del sale a qualche loro colpa o frode diabolica, mi-nacciando di procurarselo proprio dai nemici di Crec’h Morvan!Ma poi decise di intervenire di persona. Ordinò dunque di sostituire la carovana di

portatori notturni con una fila di donne, che si misero subito in marcia. Non avevano fat-to che qualche passo, quando la capofila cadde in una buca profonda. Anziché tirarlafuori, le compagne la coprirono di grosse pietre e continuarono sane e salve la marcia fi-no alla cappella. L’indomani fu grande il loro stupore quando scorsero al lavoro la com-pagna che pensavano di aver seppellito sotto le pietre. Interrogata, quella disse di non es-sersi mai mossa da lì! La notte seguente nella buca trovarono soltanto abiti da donna, chericonobbero appartenenti ad una delle streghe di Gwagez, quella effettivamente cadutanel trabocchetto. Da allora in poi in quella buca i salinaroli di Buguelès gettavano abitisbrindellati da donna ed un pugno di sale per mettersi al riparo da ogni malasorte e sor-tilegio!

[da P. Sébillot, in Mechin (1978), pp. 137-138; tr. di N. Lavermicocca]

Il carrettiere spergiuro

Un carro se ne andava da Vendron a Kruth [Alsazia], trascinando sulle ruote un pesan-te carico di legna. Ma la salita era ripida, si avvicinava la notte e le mule davano segni disfinimento. Al carrettiere allora venne l’idea di rivolgere una preghiera al grande protet-tore dei viaggi, Nicola, al quale era dedicata la cappelletta sulla sommità del monte. Eprese ad invocare così: «Spingi, Nicola, spingi, ché ti offro una candela!». Carro e mule ripresero in effetti la salita. Raggiunto finalmente il cocuzzolo, le caval-

cature cominciarono la discesa, trotterellando allegramente. Tutto soddisfatto allora ilcarrettiere spergiuro gridò per scherno: «Ora, Nicola, pussa via, ché non hai bisogno di candele!».

Page 20: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

167

Non aveva fatto i conti con la santa e giusta ira del vescovo: le mule s’imbizzarirono,il carro si rovesciò, il carico di legna si disperse rovinosamente trascinando al fondo delburrone lo spergiuro.

[da «L’Alsace», 5 déc. 1987, in Strich (1998), p. 109; tr. di N. Lavermicocca]

Nicola, l’amico di Dio

Una volta a san Nicola accadde un fatto straordinario. Gli apparve in sogno un angelodel Signore. Era un angelo di fuoco che montava un magnifico cavallo ed aveva nelle ma-ni una grande falce. Con voce grave, rivolto a Nicola, l’angelo disse:«È giunto il tempo della mietitura. Svegliati, alzati e vai nella tua Terra!».Si svegliò Nicola da quel sogno terribile con un certo timore. Fece la sua genufles-

sione sul sepolcro del Signore, ove era solito intercedere per tutto il genere umano, e spe-cialmente per i devoti, e s’incamminò verso la sua terra. Come ben si sa, san Nicola se èil santo di tutti, lo è in modo particolare per i Russi. Perciò, cammina cammina, per ter-ra e per mare, per monti e per valli, giunse finalmente nella Terra russa.Ma Nicola non la riconobbe. Troppe cose erano cambiate da quando l’aveva lasciata

l’ultima volta. Quelli che erano prati verdi erano diventate aride pianure, quelli che era-no campi verdeggianti o dorati di grano non erano che campi incolti, ma soprattutto nonriconosceva la sua Russia perché ovunque andava non trovava mai la giustizia. Il suo cuo-re ne fu affranto. Allora prese il pastorale (che gli faceva da bastone nel cammino) e si mi-se a viaggiare per portare aiuto agli abitanti della sua terra. Andò di città in città, di vil-laggio in villaggio, dal fiume Volga al fiume Mosca, dal Dnjepr alla costa del mare.Cominciò così a rimproverare i cattivi governanti che avevano dimenticato la parola

di Dio. Rimbrottò tutti quei fannulloni e parassiti che non avevano alcun amore per illuogo natio. Liberò tutti i prigionieri che erano stati incarcerati senza alcuna colpa. Fer-mò la spada che già pendeva sulla testa di innocenti condannati a morte. Risuscitò duebambini tagliati a pezzi. Donò giocattoli ai bambini poveri. Girò fra i solchi dei campi ri-alzando rigogliose spighe di grano e rimettendo su verdi germogli primaverili. Coprì diuno strato d’erba la terra calda, e fece asciugare il terreno dove era troppo inzuppato efece piovere dove era troppo arido. Persino quando vedeva i cavalli annoiarsi nel cortiledella masseria, li prendeva e li portava nei campi, e a notte li riportava nelle stalle.Passò la primavera, passò l’estate, ed ecco arrivare l’autunno. Nicola continuava il

suo viaggio sotto la pioggia per strade talmente inzaccherate che si riusciva a stento acamminare. Qui c’era un carro affondato nel fango, là un cavallo che non si riesce a tirarfuori. Ovunque c’era bisogno d’aiuto. Per il contadino russo san Nicola era come le suemani. Senza san Nicola era come essere senza le mani. Ciò che sfuggiva anche al conta-dino più esperto san Nicola lo notava. Lo invocavi ed egli, per fermare la grandine delterribile profeta Elia, andava a parlare con Gesù.

Page 21: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

168

Così, in scarpe da contadino, coi capelli bianchi e sostenendosi col pastorale, cam-minava Nicola per la terra russa tutta la primavera, l’estate, l’autunno fino alla festa del-la Nikolšina, il 6 dicembre. Per la festa sentì il suono di una campana ed egli andò per lapreghiera al monastero delle Grotte di Kiev. Al secondo suono egli giunse nella catte-drale di Santa Sofia in Novgorod. Al terzo rintocco venne nella cattedrale della Madon-na di Kazan a Pietroburgo. All’ufficio delle Lodi giunse in tempo nella cattedrale dellaDormizione a Mosca. Poi, andò incontro ai venti e raccolse una fitta rugiada, che egli co-minciò a sciogliere sulla Russia, tanto che in poco tempo tutta la Russia fu ricoperta diun vasto manto di rugiada. Alzò la mano e benedisse quella Russia tanto amara, tanto af-famata, tanto sfrenata e piena di ubriachi. Mentalmente pregava il Signore che la sua ter-ra divenisse meno balorda, meno superba, meno stupida, che non diventasse lo zimbel-lo degli altri popoli e non affondasse nella sua apatia.Tre volte la benedisse con la sua grande benedizione. Quindi cercando di rassettare

i suoi vestiti sgualciti e sporchi cominciò a risalire... in cielo. Di nuvola in nuvola eccoloarrivare col respiro affannoso nella grande prateria del cielo. Si diresse subito nel luogoove si celebravano le grandi feste. Era infatti il 6 dicembre e tutti i santi si erano raduna-ti sotto il grande albero. C’erano tutti: san Pietro, sant’Atanasio, san Basilio, santo Stefa-no, san Giovanni Battista, il profeta Elia, con cui spesso doveva fare i conti per poter aiu-tare i contadini, e il grande san Michele Arcangelo. Non ne mancava uno. Erano tutti lìad aspettare. Già il profeta Elia, preoccupato per il ritardo, aveva mandato qualcuno sul-la terra a cercarlo, ma non erano riusciti a trovano. Erano le nove quando, nelle scarpeda contadino, coi capelli bianchi e col pastorale e col vestito tutto sporco e logoro, Ni-cola giunse alle porte del paradiso. Appena lo vide Elia profeta lo interpellò:«Ehi, Nicola, che cosa è successo che hai ritardato tanto? Non è che ti sei messo a

portare le anime in cielo anche durante la tua festa?».«Ognuno è preso dai suoi guai – rispose Nicola, sedendosi alla tavola della festosa

compagnia e, riferendosi alla Russia –: è un popolo rovinato. Ladri su ladri, briganti subriganti, rubano, bruciano, uccidono, fratello contro fratello, figlio contro padre, padrecontro figlio. Tutti sembrano buoni, ma si mangiano vivi l'uno con l'altro.«Farò precipitare tuoni e fulmini – reagì il profeta Elia, impressionato dal racconto

di san Nicola –, brucerò e distruggerò la terra!».«E io non farò scendere la rugiada» disse alzandosi deciso san Giorgio.«E io farò scendere una morìa e una peste che li farà morire tutti come cani!» sbottò

san Cassiano che reagiva sempre a sangue caldo (una volta aveva bruciato i baffi a sanGiovanni Crisostomo).Ma san Nicola riprese:«A dire il vero, io avevo già avuto ordine dall’angelo del Signore di sterminare tutto

il popolo russo, ma quando sono andato per farlo... l’ho perdonato. Esso già soffre tan-to».Nessuno replicò a quelle parole di san Nicola che, per non fare aspettare oltre i san-

ti che erano venuti alla sua festa, alzò una coppa d’oro per fare il brindisi augurale.

Page 22: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

169

«Questo brindisi – disse Nicola – lo facciamo innanzitutto alla gloria di Cristo Dio, ilquale ha creato il cielo e la terra, il mare e i fiumi, i pesci e gli uccelli, e l’uomo a imma-gine e somiglianza sua...».Improvvisamente la coppa gli cadde dalle mani e finì sulla grande tavola imbandita.

Tutti i santi si agitarono. Nessuna festa in paradiso aveva avuto incidenti simili. Si cal-marono un po' quando videro che il vino augurale della coppa non si era versato nean-che di una goccia. Si rivolsero allora al santo per vedere che malore avesse avuto. Ma Ni-cola era in preda ad un sonno profondo. Si era addormentato improvvisamente mentrepronunciava le parole di brindisi in onore di Dio. Il profeta Elia lo scosse, ma Nicola nonsi svegliò. Per la seconda volta lo chiamò, ma Nicola non si mosse. Al terzo grido di Elia,Nicola sollevò il capo, quindi lentamente si riprese. Tutti i santi si erano accalcati intor-no a lui per sapere che cosa era successo. Quel fitto vocio si diradò fino a scomparire deltutto quando Nicola cominciò a parlare:«Era partita una nave dal monastero di Solovki e attraversava il Mare del Nord di-

retta a Myra di Licia. Su quella nave c’erano trecento pellegrini, anziani del monastero,che trasportavano cera e miele per la mia festa. Ad un tratto le onde si sono increspate,il cielo si è addensato di nuvole minacciose, ed è scoppiata una violenta tempesta. La na-ve era completamente in balia delle onde che la sballottavano di quà e di là come un fu-scello. Sul vento e sulle onde si udiva la voce minacciosa del dio Veles che esigeva unavittima. Ormai non c’era più nulla da fare. Allora pieni di fede e forti nella speranza que-gli anziani invocarono a gran voce: “Abbi pietà di noi, o Dio, e tu san Nicola, dovunqueti trovi in questo momento, vieni in nostro soccorso!”. In quell’istante mi sono sentito af-ferrare dalla volontà di Dio, mi ha sollevato la forza dello Spirito Santo, e sono accorsosul mare da loro, e li ho liberati dal mare ove stavano sprofondando. Ho costretto Velesa non nuocere e a non turbare più le acque. Ora quei pellegrini hanno ripreso il viaggiotranquilli e la nave solca sicura le acque. Ecco perché mi sono improvvisamente addor-mentato e ho fatto cadere la coppa».Tutti i santi ripeterono l’invocazione dei pellegrini: “Abbi pietà di noi, o Dio, e tu san

Nicola, dovunque ti trovi, accorri in nostro aiuto”. Detto ciò ripresero i loro posti e co-minciarono a mangiare e a far festa. E con loro festeggiava san Nicola, forte della poten-za di Dio, soccorritore di tutti i santi e raro ospite loro. In cielo infatti stava poco, sem-pre impegnato sulla terra a fare il bene: amico degli umili, accoglitore dei pellegrini, luistesso viaggiatore instancabile, e instancabile lavoratore, operatore di miracoli, difenso-re della Terra Russa.“Abbi pietà di noi o Dio, e tu san Nicola, dovunque ti trovi, accorri in nostro aiuto”.

[da Cioffari (1986), pp. 63-66]

Page 23: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

170

San Nicola, il ladro e la candela

C’era una volta in una città un ladro che aveva già fatto molti danni. Gli capitò una vol-ta di derubare un riccone; se ne accorsero e si gettarono ad inseguirlo. Egli corse a lun-go per il bosco, e appresso c’era una steppa vuota d’una decina di leghe almeno. Dopoche ebbe attraversato correndo tutto il bosco si fermò, non sapendo cosa fare: se correper la steppa, lo acchiappano subito perché per due leghe si vede ogni cosa, d’altrondesente che gli inseguitori sono ormai vicini. Allora cominciò a pregare: «Signore! perdo-na la mia anima peccatrice; piccolo padre san Nicola! Proteggimi tu, e io ti metterò unacandela di due soldi». D’improvviso ecco apparire e farsi visibile un uomo avanzato ne-gli anni, che chiede al ladro: «Cosa stavi dicendo?». Risponde il ladro: «Ecco cosa stavodicendo: piccolo padre san Nicola! Proteggimi dentro questa foresta. E gli promettevouna candela». E dinanzi al vecchio si pentì del suo peccato. Gli dice il vecchio: «Se vuoi,ficcati in questa carogna!». E infatti, non lontano di lì, c’era una carogna. Al ladro nonrestava da fare altro, bisognò ficcarsi nella carogna se non voleva esser preso. S’infilòdentro, e nello stesso istante il vecchio divenne invisibile. Quel vecchietto era san Nico-la in persona.Ecco che gli inseguitori s’avvicinano; la gente uscì nella steppa, la percorse per una

mezza lega: non vedono nessuno e tornano indietro; e il ladro giace dentro la carogna, re-spirando appena, dal puzzo che c’era! Quando gli inseguitori furono passati oltre, luiuscì fuori; e di nuovo vede lo stesso vecchino: è lì accanto, che raccoglie erba selvatica. Illadro gli si avvicina, lo ringrazia d’averlo salvato; allora di nuovo il vecchino gli chiede:«E cosa hai promesso a san Nicola mentre cercavi un rifugio?». Il ladro risponde: «Hopromesso di ricambiarlo con una candela di due soldi». «Proprio così! Ma come per teera nauseante stare nella carogna, così a san Nicola farebbe nausea la tua candela». E ilvecchino gli diede un precetto: «Non chiedere mai l’aiuto del Signore Iddio e dei suoisanti per azioni cattive; perché il Signore non benedice le cattiverie. E bada di ricordarele mie parole, e di’ agli altri che mai supplichino il Signore nelle azioni cattive!». Dettoquesto, sparì allo sguardo.

[da Afanasev (19828), pp. 230-231]

Il mercante cristiano spergiuro e il giudeo

Un cristiano aveva preso in prestito da un giudeo cento scudi d’oro, promettendo sul-l’altare di san Nicola di estinguere il debito alla data stabilita di comune accordo. Sca-duto il tempo, il giudeo chiese al cristiano soddisfazione, ma quello rispose di non do-vergli più dare alcunché! L’affare fu portato in tribunale. Al momento del giuramentodavanti al giudice, il cristiano, spinto da Satana, pregò il giudeo di reggere intanto il ba-stone, mentre egli proclamava solennemente di aver reso quanto dovuto. Il giudice, ri-

Page 24: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

171

conosciuta la bontà del giuramento, mandò libero il cristiano, che però, attraversando lastrada, fu investito violentemente da un carro, perdendo vita e bastone. E fu scopertol’inganno: il bastone infatti spezzandosi lasciò fuoriuscire dall’interno cavo i cento scudid’oro dovuti al giudeo, che il cristiano aveva nascosto subdolamente e consegnato nellemani del creditore al momento di giurare. Il giudeo si rifiutò di prendere le monete, ameno che san Nicola non avesse restituito anch’egli la vita allo spergiuro. E così avven-ne: san Nicola apparve, risuscitò il cristiano e lo perdonò. Così esaudito, il giudeo si con-vertì con la sua famiglia, mentre il cristiano, che aveva visto l’inferno da vicino, rese gra-zie al santo che l’aveva salvato dalla morte e dalla dannazione.

[parafrasi da Wace (1985), in Claude, Kevers-Pascalis, Thiriet (1998), pp. 225-227; tr. di N.Lavermicocca]

Fratello ricco e fratello povero

C’erano una volta un fratello ricco ed uno povero che vivevano da una parte e dall’altradi una strada. Il fratello ricco aveva ogni ben di Dio e anche di più, mentre il povero ave-va appena di che sostentare insieme e corpo e anima, comunque soddisfatto del poco.Un giorno giunse nella città nientemeno che san Nicola in persona. Per caso san Nicolabussò per primo alla porta del fratello ricco. Stanco del lungo viaggio, era assetato ed af-famato. Il padrone lo scrutò come un rospo bagnato e lo indirizzò per l’alloggio alla ca-sa di fronte. E qui fu accolto “regalmente”: la buona moglie mise subito in tavola ciò cheaveva: un pezzo di pane nero e una brocca d’acqua di fonte! Allora il santo chiese di por-targli una pignatta e la brocca vuota; le benedisse e comandò: «Pignatta riempiti!»; su-bito la pignatta si riempì di minestra fino all’orlo e allora san Nicola disse: «Pignatta, fer-mati!». E fece lo stesso con la brocca.Un giorno il fratello povero raccontò quel che gli era successo al fratello ricco; il qua-

le volle avere per sé la pignatta e la brocca pagandole a gran prezzo. Poste in tavola, chia-mò la moglie ad assistere al prodigio ed ordinò: «Riempitevi». Ciò che la pignatta e labrocca fecero immediatamente. Ma purtroppo aveva dimenticato la formula per fermar-le e così minestra e acqua, straripate dal collo, si riversarono prima nella stanza, poi nel-la casa ed infine nelle strade del paese. Il fratello povero allora, mosso a compassione (madietro compenso di un altro bel gruzzolo di monete d’oro), suggerì l’ordine e fermò l’i-nondazione!

[H. Pyle, in Wheeler, Rosenthal (2005), pp. 132-134; tr. di N. Lavermicocca]

Page 25: La nave dei miracoli. Le storie prodigiose di San Nicola di Bari

172

Il cuore di pietra

Un commerciante, già molto ricco, era ancora avido di ricchezze che cercava di accapar-rare sempre di più. Un giorno, mentre passeggiava rimuginando come fare, gli apparveSatana che gli chiese se davvero egli volesse diventare ricco a più non posso! «Con gran-dissimo piacere», rispose quel signore danaroso, ma il diavolo tuttavia gli fece una ri-chiesta: dargli in cambio il suo cuore.Senza alcuna esitazione, il commerciante lasciò che il diavolo estraesse dal petto il

cuore e vi mettesse, al suo posto, una pietra! In un attimo l’operazione fu compiuta e Sa-tana scomparve.Il commerciante divenne davvero ricco oltremisura ma, ciò nonostante, era sempre

solitario e derelitto. Una volta, mentre tutto triste passava sul punto dove il diavolo gliaveva preso il cuore, vide una nuvola luminosa e sopra il santo vescovo di Mira: «Perchései così triste?» gli domandò benevolmente san Nicola. Il ricco raccontò per filo e per se-gno la sua storia. Sorridendo allora il gran santo gli disse: «Vivaddio, allora dai tutte lericchezze ai poveri della città!». Il commerciante seguì subito il consiglio di san Nicola e,ad ogni buona azione, la pietra nel petto si sminuzzava fino a diventare di nuovo cuore!Alla fine, quando morì povero anche lui, ma felice, san Nicola stesso fu al suo capezzaleper confortarlo nelle ultime ore di vita!

[da Rahmer (1973), p. 53; tr. di Martina Pautsch]