˝LA MEDICINADI LABORATORIO NEL TERZO MILLENNIO · 2012. 11. 8. · ˝la medicinadi laboratorio nel...
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“LA MEDICINA“LA MEDICINA DIDI LABORATORIO NELLABORATORIO NELTERZO MILLENNIO”TERZO MILLENNIO”
(SCILLA)(SCILLA) 2424 –– 2727 OTTOBREOTTOBRE -- 20122012
3° CONGRESSO NAZIONALEF.I.Te.La.BF.I.Te.La.B
“ QUALI PARAMETRI MONITORARE NELLASINDROME METABOLICA ? ”
Per Sindrome Metabolica si intende una“particolare condizione patologica ”
caratterizzata dalla contemporanea “presenza”di più fattori di rischio cardiovascolaricardiovascolari in unostesso paziente, legati da meccanismifisiopatologici comuni.
SINDROME METABOLICASINDROME METABOLICAdefinizione (1)definizione (1)
Per Sindrome Metabolica si intende una“particolare condizione patologica ”
caratterizzata dalla contemporanea “presenza”di più fattori di rischio cardiovascolaricardiovascolari in unostesso paziente, legati da meccanismifisiopatologici comuni.
La tendenza di questi fattori di rischio apresentarsi come “CLUSTER” e la lorocostante associazione con l’insulino-resistenza , hanno portato i ricercatori aproporre l’esistenza di una condizionefisiopatologica a se’ stante, il cui primummovens, è rappresentato dallainsulino-resistenza e dal conseguenteiperinsulinismo compensatorio.
SINDROME METABOLICASINDROME METABOLICAdefinizione (2)definizione (2)
La tendenza di questi fattori di rischio apresentarsi come “CLUSTER” e la lorocostante associazione con l’insulino-resistenza , hanno portato i ricercatori aproporre l’esistenza di una condizionefisiopatologica a se’ stante, il cui primummovens, è rappresentato dallainsulino-resistenza e dal conseguenteiperinsulinismo compensatorio.
InsulinoInsulinoResistenzaResistenza //
IperinsulinemiaIperinsulinemia
IpertensioneDisfibrinolisi
Diabete
MalattiaMacrovascolare
IntolleranzaAl Glucosio
InsulinoInsulinoResistenzaResistenza //
IperinsulinemiaIperinsulinemia
Dislipidemia Obesità
DisfunzioneEndoteliale
MalattiaMacrovascolare
IntolleranzaAl Glucosio
Adapted from McFarlane SI, et al. J Clin Endocrinol Metab. 2001;86:713-718; Reusch JEB. Am J Cardiol.2002;90(suppl):19G-26G.
OrmoneOrmone proteicoproteico prodotto dalle cellule beta del pancreas,di P.M. 6000 costituto da due catene polipeptidiche (A e B)unite tra loro da due ponti disolfuro
A costituita da 21 Amminoacidi B costituta da 30 amminoacidiLa sintesi dell’insulina è preceduta da un precursore,
Proinsulina, nelle cui molecola le catene A e B sono unite daun peptide di connessione, Peptide C
All’interno delle cellule β del pancreas la proinsulina èenzimaticamente convertita in insulina, liberando ilsegmento di connessione
L’insulina è degradata principalmente a livello epaticodall’enzima Glutatione-insulina-transidrogenasi e per mezzodi una proteasi, mentre peptide C e proinsulina sonodegradati a livello renale
OrmoneOrmone proteicoproteico prodotto dalle cellule beta del pancreas,di P.M. 6000 costituto da due catene polipeptidiche (A e B)unite tra loro da due ponti disolfuro
A costituita da 21 Amminoacidi B costituta da 30 amminoacidiLa sintesi dell’insulina è preceduta da un precursore,
Proinsulina, nelle cui molecola le catene A e B sono unite daun peptide di connessione, Peptide C
All’interno delle cellule β del pancreas la proinsulina èenzimaticamente convertita in insulina, liberando ilsegmento di connessione
L’insulina è degradata principalmente a livello epaticodall’enzima Glutatione-insulina-transidrogenasi e per mezzodi una proteasi, mentre peptide C e proinsulina sonodegradati a livello renale
InsulinaInsulina
Principali Effetti dell’ InsulinaPrincipali Effetti dell’ Insulina
MuscoloMuscolo
TessutoTessuto AdiposoAdiposo
•• AumentoAumento trasportotrasporto eded
utilizzazioneutilizzazione deldel glucosioglucosio
•• ImmagazzinamentoImmagazzinamento deidei
grassigrassi
•• RiduzioneRiduzione delladella liberazioneliberazione
deidei grassigrassi
•• AumentoAumento trasportotrasporto eded
utilizzazioneutilizzazione deldel glucosioglucosio
FegatoFegato
•• AumentoAumento trasportotrasporto eded
utilizzazioneutilizzazione deldel glucosioglucosio
•• ImmagazzinamentoImmagazzinamento deidei
grassigrassi
•• RiduzioneRiduzione delladella liberazioneliberazione
deidei grassigrassi
••AumentoAumento delladella utilizzazioneutilizzazione deldel glucosioglucosio
••RiduzioneRiduzione deldel rilasciorilascio didi glucosioglucosio
•• AumentoAumento trasportotrasporto eded
utilizzazioneutilizzazione deldel glucosioglucosio
GlucosioPlasmaticoGLICEMIAGLICEMIA
GlucosioGlucosio endogenoendogeno GlucosioGlucosio esogenoesogeno
INSULINAINSULINAGlucosio
PlasmaticoGLICEMIAGLICEMIA
UtilizzazioneUtilizzazione PerifericaPeriferica((AttivitàAttività energeticheenergetiche varievarie))
EliminazioneEliminazione RenaleRenale
INSULINAINSULINA
L’insulina:L’insulina: AzioneAzione
• Stimola l’utilizzazione del glucosio facilitando ilpassaggio dal sangue alle cellule
• Stimola la Glicogenosintesi• Inibisce la Glicogenolisi
• Facilita il passaggio di FA dal sangue alle cellule• Stimola la lipogenesi e l’esterificazione dei FA in trigliceridi• Inibisce la lipolisi e l’ossidazione di FA• Stimola la produzione endogena di colesterolo
GlucidiGlucidi
• Facilita il passaggio di FA dal sangue alle cellule• Stimola la lipogenesi e l’esterificazione dei FA in trigliceridi• Inibisce la lipolisi e l’ossidazione di FA• Stimola la produzione endogena di colesterolo
• Facilita il passaggio di aa dal sangue alle cellule• Stimola la sintesi proteica• Inibisce la gluconeogenesi• Aumenta la capacità dei ribosomi di sintetizzare
le catene polipeptidiche.
LipidiLipidi
ProteineProteine
Queste azioni, si esplicano sia modificando i processi di permeabilità di membranasia modificando l’attività di alcuni enzimi intracellulari, sia promuovendo la sintesi di alcune proteine.
Per IR si intende ogni condizione nella qualeuna determinata quantità di insulina evoca una
risposta “Biologica” anormale.
Meccanismi dell’IRMeccanismi dell’IR1. Anomalie del prodotto di secrezione delle cellule β
- Anomale molecole dell’insulina- Conversione incompleta della proinsulina in insulina
Per IR si intende ogni condizione nella qualeuna determinata quantità di insulina evoca una
risposta “Biologica” anormale.
- Anomale molecole dell’insulina- Conversione incompleta della proinsulina in insulina
2. Antagonisti dell’insulina in circolo
- Elevata concentrazione ematica degli ormoni antagonisti- Anticorpi anti-insulina- Anticorpi anti-recettori dell’insulina
3. Anomalie dei tessuti bersaglio
- Diminuito numero dei recettori insulinici- ………………………………………………………………………..
I processi cellulari regolati dall’insulina dipendono dal legamedell’ormone con i suoi recettori presenti sulle membrane cellulari degliorgani bersaglio (fegato, cellule muscolari e tessuto adiposo).
Il numero di recettori di superficie può diminuire o per ridotta sintesi oper aumentata demolizione, o ancora per internalizzazione. Questapossibilità di variazione del numero dei recettori di membrana con iquali interagisce l’insulina, costituisce il fattore di controllo piùimportante della sensibilità delle cellule all’insulina. L’insulino-resistenza è infatti spesso determinata da una diminuzione del numerodi recettori di membrana. Anche uno stato di iperinsulinemia puòindurre una riduzione del numero di recettori di membrana senzatuttavia alterare il numero totale dei recettori cellulari. Si tratta delfenomeno della down regulation.
I processi cellulari regolati dall’insulina dipendono dal legamedell’ormone con i suoi recettori presenti sulle membrane cellulari degliorgani bersaglio (fegato, cellule muscolari e tessuto adiposo).
Il numero di recettori di superficie può diminuire o per ridotta sintesi oper aumentata demolizione, o ancora per internalizzazione. Questapossibilità di variazione del numero dei recettori di membrana con iquali interagisce l’insulina, costituisce il fattore di controllo piùimportante della sensibilità delle cellule all’insulina. L’insulino-resistenza è infatti spesso determinata da una diminuzione del numerodi recettori di membrana. Anche uno stato di iperinsulinemia puòindurre una riduzione del numero di recettori di membrana senzatuttavia alterare il numero totale dei recettori cellulari. Si tratta delfenomeno della down regulation.
INSULINAINSULINA
Traslocazione dei recettori dell’insulina dalla membrana all’interno della cellula in seguito ad unaesposizione prolungata delle cellule all’insulina
Età 35-64 Età 65-74
Area ♂ ♀ ♂ ♀
Nord-Ovest
19% 16% 23% 29%Nord-Ovest
19% 16% 23% 29%
Nord-Est 20% 18% 27% 34%
Centro 24% 22% 29% 41%
Sud-Isole 26% 29% 33% 44%
Atlante Italiano delle Malattie Cardiovascolari (It Heart J 2004)
L’allarme lanciato dallaL’allarme lanciato dallaAssociaz. internazion.internazion.Diabetologi PediatriDiabetologi Pediatri
1947: J. Vague “obesità diabetogena”1966: Camus “trisindrome metabolica”1983: viene indagato per la prima volta il “cluster” di fattoridi rischio che identificavano la sindrome metabolica
1988: Reaven introduce il concetto di sindrome X(ipertensione; intoll. gluc.; alterazione metabolismolipidico; insulino-resistenza)
1998: WHO decide di utilizzare il termine di SindromeMetabolica (in quanto non c’erano dati sufficienti adipotizzare la IR alla base di tutte le alterazioni)
2001: ATP III (Adult Panel Protocol III) ri-definisce la MS e laidentifica come target secondario nella riduzione del rischiocardiovascolare, al di là della riduzione del C-LDL
OMS :OMS :Codice Patologia
N°ICD-9-CM-277.7
1947: J. Vague “obesità diabetogena”1966: Camus “trisindrome metabolica”1983: viene indagato per la prima volta il “cluster” di fattoridi rischio che identificavano la sindrome metabolica
1988: Reaven introduce il concetto di sindrome X(ipertensione; intoll. gluc.; alterazione metabolismolipidico; insulino-resistenza)
1998: WHO decide di utilizzare il termine di SindromeMetabolica (in quanto non c’erano dati sufficienti adipotizzare la IR alla base di tutte le alterazioni)
2001: ATP III (Adult Panel Protocol III) ri-definisce la MS e laidentifica come target secondario nella riduzione del rischiocardiovascolare, al di là della riduzione del C-LDL
OMS :OMS :Codice Patologia
N°ICD-9-CM-277.7
WHO NCEPATP III
IDF
Sindrome Metabolica
AlbertiAlberti KGMM et al.,KGMM et al., DiabetDiabet Med 15: 539Med 15: 539--553, 1998553, 1998 -- NCEPNCEP--ATP III; Circulation 106: 3143ATP III; Circulation 106: 3143--3421, 20023421, 2002EinhornEinhorn D et al.,D et al., EndocrEndocr PractPract 9: 2379: 237--252, 2003252, 2003 -- BalkauBalkau B et al., DiabetesB et al., Diabetes MetabMetab 28: 36428: 364--376, 2002376, 2002
AACE EGIR
IDF
Le componenti più importanti includono:Le componenti più importanti includono:
Obesità addominale
Dislipidemia
Ipertensione
Alterazioni del Metabolismo Glicidico (alterata glicemia a digiuno, ridotta tolleranza al glucosio, diabete)
SINDROME METABOLICASINDROME METABOLICACaratteristicheCaratteristiche
Le componenti più importanti includono:Le componenti più importanti includono:
Obesità addominale
Dislipidemia
Ipertensione
Alterazioni del Metabolismo Glicidico (alterata glicemia a digiuno, ridotta tolleranza al glucosio, diabete)
WHO(1999)WHO(1999)
Obesità visceraleBMI >30 kg/m2 e/oMaschi: rapporto vita/fianchi >0.90Femmine: rapporto vita/fianchi >0.85
Trigliceridi e/o ≥150 mg/dl
Colesterolo HDL Maschi: <35 mg/dlFemmine: <39 mg/dl
Pressionearteriosa
≥140 mmHg o ≥90 mmHg otrattamento con anti-ipertensivi
Albuminuria ≥20 µg/min o ≥30 mg/g Cr
Diabete tipo 2 o iIperglicemiae ≥2 dei seguenti criteri
Alberti KGMM et al., Diabet Med 15: 539-553, 1998
Obesità visceraleBMI >30 kg/m2 e/oMaschi: rapporto vita/fianchi >0.90Femmine: rapporto vita/fianchi >0.85
Trigliceridi e/o ≥150 mg/dl
Colesterolo HDL Maschi: <35 mg/dlFemmine: <39 mg/dl
Pressionearteriosa
≥140 mmHg o ≥90 mmHg otrattamento con anti-ipertensivi
Albuminuria ≥20 µg/min o ≥30 mg/g Cr
NCEPATP III (2001)
Obesità viscerale Maschi: circonferenza vita ≥102 cmFemmine: circonferenza alla vita ≥88 cm
Trigliceridi ≥150 mg/dl
Colesterolo HDL Maschi: <40 mg/dlFemmine: <50 mg/dl
Pressione arteriosa ≥130/85 mmHg
Glicemia a digiuno ≥110 mg/dl
≥3 dei seguenti criteri
National Cholesterol EducationProgram (Adult Treatment Panel III)
NCEP-ATP III; Circulation 106: 3143-3421, 2002
Obesità viscerale Maschi: circonferenza vita ≥102 cmFemmine: circonferenza alla vita ≥88 cm
Trigliceridi ≥150 mg/dl
Colesterolo HDL Maschi: <40 mg/dlFemmine: <50 mg/dl
Pressione arteriosa ≥130/85 mmHg
Glicemia a digiuno ≥110 mg/dl
EGIR(2002)
Iperinsulinemia a digiuno (>75° percentile) e almeno due
dei seguenti criteri:
- Glicemia a digiuno> 110 mg/dl (escludendo il diabete)
- PA ≥140/90 mmHg o terapia
- TG >150 mg/dl o colesterolo HDL <40 mg/dl o terapia
- CV* ≥ 94 cm negli uomini e ≥80 cm nelle donne
(European Group for the
study of Insulin Resistence)
Iperinsulinemia a digiuno (>75° percentile) e almeno due
dei seguenti criteri:
- Glicemia a digiuno> 110 mg/dl (escludendo il diabete)
- PA ≥140/90 mmHg o terapia
- TG >150 mg/dl o colesterolo HDL <40 mg/dl o terapia
- CV* ≥ 94 cm negli uomini e ≥80 cm nelle donne
AACE(2003)
Almeno uno dei seguenti criteri:
- Diagnosi di CVD, ipertensione, ovaio policistico, steatosi epatica nonalcolica o acanthosis nigricans
- Anamnesi familiare positiva per diabete di tipo 2, ipertensione o CVD- Anamnesi personale di diabete gestazionale o intolleranza glucidica- Etnia non caucasica- Stile di vita sedentario- BMI> 25 kg/m2 e/o CV >102 cm M e >88 F- Età > 40 anni
ed almeno due dei seguenti:
- TG > 150 mg/dl- HDLc < 40 mg/dl negli M e <50 mg/dl F- PA > 130/85 mmHg- Glicemia a digiuno 110-125 mg/dl o a 2h dopo carico 140- 200 mg/dl
(escluso diabete)
AACE (American Associationof Clinical Endocrinologist)
Almeno uno dei seguenti criteri:
- Diagnosi di CVD, ipertensione, ovaio policistico, steatosi epatica nonalcolica o acanthosis nigricans
- Anamnesi familiare positiva per diabete di tipo 2, ipertensione o CVD- Anamnesi personale di diabete gestazionale o intolleranza glucidica- Etnia non caucasica- Stile di vita sedentario- BMI> 25 kg/m2 e/o CV >102 cm M e >88 F- Età > 40 anni
ed almeno due dei seguenti:
- TG > 150 mg/dl- HDLc < 40 mg/dl negli M e <50 mg/dl F- PA > 130/85 mmHg- Glicemia a digiuno 110-125 mg/dl o a 2h dopo carico 140- 200 mg/dl
(escluso diabete)
Obesità centrale (circonferenza vita, etnia specifica:EUROPEI: Maschi: ≥94 cm
Femmine ≥88 cm)≥2 dei seguenti criteri
IDF(2005)
Trigliceridi ≥150 mg/dl o trattamento specifico
Colesterolo HDL Maschi: <40 mg/dlFemmine: <50 mg/dl
Pressionearteriosa
≥130/85 mmHg o trattamento oprecedente diagnosi di ipertensione
Glicemia a digiuno ≥100 mg/dl o pregressa diagnosi didiabete tipo 2 *
Obesità centrale (circonferenza vita, etnia specifica:EUROPEI: Maschi: ≥94 cm
Femmine ≥88 cm)≥2 dei seguenti criteri
??≥2 dei seguenticriteri
insulina* (µU/ml) glicemia* (mmol/l)22.5
Insulino resistenza =
*valori del mattino a digiuno
insulina* (µU/ml) glicemia* (mmol/l)22.5
Insulino resistenza =
VALORI DI RIFERIMENTOSoggetti non insulino resistenti: < 2.5
Calcolo del BMIBMI
Distribuzione Visceraledi Adipe
Normale Sind. Metabolica
Effetti cardiometabolici avversi degli adipociti
Adiposetissue
↑ IL-6
↑ TNFα ↑ Resistina
↑ FFA↑ Insulina
↑ Angiotensinogeno
↑ Lipoprotein lipasi
Infiammazione
Ipertensione
Dislipidemiaaterogena
Adiposetissue
↓ Adiponectina
↑ Leptina
↑ TNFα
↑ Adiposina
↑PAI-1
↑ Resistina
↑ LattatoDiabeteTipo 2
TrombosiAterosclerosi
Lyon 2003; Trayhurn et al 2004; Eckel et al 2005
IPERTENSIONE ARTERIOSAIPERTENSIONE ARTERIOSA
8080--8484120120--129129NormaleNormale
<80<80<120<120OttimaleOttimale
<90<90<140<140Pressione normalePressione normale
PA diastolicaPA diastolicaPA sistolicaPA sistolica
110110180180IIIIII°°StadioStadio
100100--109109160160--179179IIII°°StadioStadio
9090--9999140140--159159II°°StadioStadio
9090140140IpertensioneIpertensione
8585--8989130130--139139NormaleNormale--altaalta
Linee Guida Europee 2003 per il trattamento dell’ipertensione arteriosa. ESH - ESC
Criteri DiagnosticiCriteri DiagnosticiFPG (mg/dl)(Glic. Digiuno)
2h-PG (mg/dl)(Glic. Dopo Pasto)
Normale <100 <140
IFGIFG (Impaired Fasting Glucose) 100-125 <140
IGTIGT (Impaired GlucoseTolerance) - 140-199
DiabeteDiabete 126126 200200
DiabeteDiabete Glicemia casualeGlicemia casuale 200mg/dl in200mg/dl inpresenza di sintomi specificipresenza di sintomi specifici
AMD-SID Standard Italiani per la cura del diabete mellito.
RAPPRESENTAZIONE SCHEMATICA DELLA STORIANATURALE DEL DIABETE MELLITO TIPO 2
LIVELLI DIGLICEMIA
ALTI
VALORINORMALI
LIVELLI DIINSULINEMIA
VALORINORMALI
BASSI FASE 1 FASE 2 FASE 3
40
60
80
100
Funzione
ß-Cell (%)
DiagnosiDiagnosi didiDiabeteDiabete didi TipoTipo 22
Diabete Mellito Tipo 2: Storia NaturaleDiabete Mellito Tipo 2: Storia Naturale
126 mg/dl126 mg/dl
Adapted from UK Prospective Diabetes Study Group (UKPDS 16). Diabetes. 1995;44:1249-1258.
0
20
40
-12 -10 -8 -6 -4 -2 0 2 4 6
Anni dalla diagnosi di Diabete di Tipo 2
Funzione
ß-Cell (%)
NormalglucosetoleranceNGT
ImpairedglucosetoleranceIFG - IGT
Type 2diabetes
50100
200250300350
Fastingglucose
Obesity IFG Diabetes Uncontrolled HyperglycemiaObesity IFG Diabetes Uncontrolled Hyperglycemia
MyocardialMyocardialinfarctioninfarctionAnginaAngina
StrokeStrokeTIATIA
Postmealglucose
050
100
150200250
-10 -5 0 5 10 15 20 25 30
Years of Diabetes
RelativeFunction (%)
PeripheralPeripheralarterialarterialdiseasedisease
HypertensionHypertensionRenalRenalfailurefailure
Insulin resistance
Insulin level-cell failure
Nonostante il diffuso interesse per questa
“particolare sindrome” non mancano
tuttavia posizioni contrastanti.
In sintesi, gli aspetti controversi riguardano la
definizione stessa della sindrome, il suo
significato prognostico e le implicazioni
terapeutiche che ne derivano.
SINDROME METABOLICASINDROME METABOLICA
Nonostante il diffuso interesse per questa
“particolare sindrome” non mancano
tuttavia posizioni contrastanti.
In sintesi, gli aspetti controversi riguardano la
definizione stessa della sindrome, il suo
significato prognostico e le implicazioni
terapeutiche che ne derivano.
- Nelle definizioni di SM tutte le componentihanno lo stesso peso diagnostico, ma in realtàsappiamo che alcuni fattori di rischio hanno unamaggiore importanza predittiva. La sola presenzadi diabete rappresenta un fattore di rischio di granlunga più importante rispetto ad esempioall’obesità e all’ipertrigliceridemia.
-Un aspetto metodologico che suscita non pocheperplessità riguarda la scelta di un valore soglia deisingoli parametri. Tutti i parametri chedefiniscono la sindrome metabolica sonovariabili biologiche continue eppure vengonovalutate come fossero variabili biologichedicotomiche (paz. affetto/non affetto).
- Nelle definizioni di SM tutte le componentihanno lo stesso peso diagnostico, ma in realtàsappiamo che alcuni fattori di rischio hanno unamaggiore importanza predittiva. La sola presenzadi diabete rappresenta un fattore di rischio di granlunga più importante rispetto ad esempioall’obesità e all’ipertrigliceridemia.
-Un aspetto metodologico che suscita non pocheperplessità riguarda la scelta di un valore soglia deisingoli parametri. Tutti i parametri chedefiniscono la sindrome metabolica sonovariabili biologiche continue eppure vengonovalutate come fossero variabili biologichedicotomiche (paz. affetto/non affetto).
La Sindrome Metabolica rappresenta un ideale punto di partenzaper i programmi di screening del rischio cardiovascolare.
La Sindrome Metabolica si associa, infatti, ad una maggioresuscettibilità allo sviluppo di obesità e di ipertensione arteriosastabile (PA >140/90 mmHg) e ad un rischio 2 volte più alto dieventi cardiovascolari e 5 volte più alto di sviluppare diabetemellito.
L’identificazione tempestiva della Sindrome Metabolica può,quindi, consentire di “intercettare” precocemente i pazienti arischio cardiovascolare.
Sindrome Metabolica e rischiocardiovascolare
La Sindrome Metabolica rappresenta un ideale punto di partenzaper i programmi di screening del rischio cardiovascolare.
La Sindrome Metabolica si associa, infatti, ad una maggioresuscettibilità allo sviluppo di obesità e di ipertensione arteriosastabile (PA >140/90 mmHg) e ad un rischio 2 volte più alto dieventi cardiovascolari e 5 volte più alto di sviluppare diabetemellito.
L’identificazione tempestiva della Sindrome Metabolica può,quindi, consentire di “intercettare” precocemente i pazienti arischio cardiovascolare.
Giovanni Perrone