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    Questa unopera di fantasia. Ogni riferimentoa fatti storici, persone o luoghi reali completamente fittizio.

    Altri nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono il frutto

    dellimmaginazione dellautore, e qualunque somiglianzacon fatti, luoghi o persone reali, viventi o defunte, del tutto casuale

    Titolo originale: Night World No. 3: WitchlightCopyright 1998 by Lisa J. Smith

    Traduzione dallinglese di Daniela Di FalcoPrima edizione: marzo 2012

    2012 Newton Compton editori s.r.l.Roma, Casella postale 6214

    ISBN 978-88-541-3520-8www.newtoncompton.com

    Realizzazione a cura di Corpotre, RomaStampato nel marzo 2012 da Puntoweb s.r.l., Ariccia (Roma)

    su carta prodotta con cellulose senza cloro gas provenienti da forestecontrollate e certificate, nel rispetto delle normative ecologiche vigenti

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    Lisa Jane Smith

    LA SETTA

    DEI VAMPIRI

    LA MALEDIZIONE

    romanzo

    Newton Compton editori

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    A Zachary e Anna Bokulic

    Se la povert la madre dei delitti,lo scarso ingegno ne il padre.

    JEAN DE LA BRUYRE (1688)

    Prendilo e basta, Dan, quel bastardo di cieconon sta nemmeno guardando da questa parte.

    BRIAN McCANN (1987)

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    Capitolo 1

    Il centro commerciale era tranquillo. Niente face-va presagire il terribile evento che stava per accadere.Sembrava un qualunque centro commerciale del

    Nord Carolina in una domenica pomeriggio di dicem-

    bre. Moderno. Pieno di decorazioni luminose. Affolla-to di clienti consapevoli di avere solo dieci giorni a di-sposizione per gli ultimi acquisti di Natale. Caldo e ac-cogliente, nonostante il freddo grigio del cielo alle-sterno. Sicuro.Non il genere di posto dove poteva comparire un mo-

    stro.Keller super un monitor che presentava La vera sto-ria di Babbo Natale con tutti i sensi tesi e vigili. E, nelsuo caso, significava un sacco di sensi. Le occhiate chelanciava a se stessa nelle vetrine oscurate del grandemagazzino le mostrarono una ragazza in et da liceo in

    tuta lucida, con i capelli neri e lisci che le arrivavano aifianchi e occhi grigi.Ma lei sapeva che chiunque lavesse osservata pi da

    vicino avrebbe notato qualcosaltro: una sorta di gra-zia furtiva nel suo modo di camminare e un segreto ba-

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    gliore nello sguardo ogni volta che si concentrava suqualcosa.

    Raksha Keller non sembrava del tutto umana. Ma noncera da sorprendersi, perch non lo era. Era una mu-taforma; e se la gente, guardandola, aveva limpressionedi una pantera semi-addomesticata lasciata libera, nonsi sbagliava affatto.Ok, ragazze. Keller sfior la spilla sul colletto, poi

    premette un dito sul ricevitore quasi invisibile che por-tava allorecchio, tentando di tagliare fuori la musicanatalizia che riempiva il centro commerciale. A rap-porto.Qui Winnie. La voce nel ricevitore suon allegra,

    quasi melodiosa, ma professionale. Sono di sopra, vi-cino a Sears. Ancora non ho visto niente. Forse non

    qui.Forse, ripet Keller dentro la spilla che non era af-

    fatto una spilla, ma un dispositivo di comunicazioneestremamente costoso. Ma a quanto pare adora fareshopping, e i suoi genitori hanno detto che era direttaqui. la traccia migliore che abbiamo. Continua a cer-

    care.Qui Nissa. Questa voce era pi pacata e sommessa,

    quasi inespressiva. Sono nellarea di parcheggio, stopassando vicino allentrata da Bingham Street. Nienteda segnalare... aspetta. Una pausa, poi la voce eva-nescente riprese con una nota di tensione: Keller, ab-

    biamo un problema. Una limousine nera si appenafermata davanti a Brodys. Sanno che lei qui.Keller sent una morsa allo stomaco, ma mantenne il

    tono della voce calmo: Sei sicura che siano loro?Sono sicura. Stanno scendendo dalla macchina un

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    paio di vampiri e... qualcosaltro. Un giovane, un ra-gazzo, direi. Forse un mutaforma. Non ne sono certa;

    non ho mai visto un tipo simile prima dora. La voceera preoccupata, e questo preoccup Keller. Nissa John-son era un vampiro con un cervello come la Bibliotecadel Congresso. Qualcosa che lei non conosceva?Devo parcheggiare e venire a darvi una mano?, do-

    mand Nissa.

    No, rispose Keller. Resta in macchina; potremmoaverne bisogno per una fuga improvvisa. Ce ne occu-peremo io e Winnie. Daccordo, Winnie?Daccordo, capo. In effetti, posso affrontarli da sola;

    tu stai a guardare.Tu stai attenta a quel che dici, ragazza. Ma Keller

    dovette soffocare il sorriso torvo che le stava stirando

    le labbra. Winfrith Arlin era lesatto opposto di Nissa:una strega, e incline ad abbandonarsi ai sentimenti. Ilsuo singolare senso dellumorismo aveva rischiaratopi di qualche momento nero.Tenete gli occhi aperti tutte e due, disse Keller, di

    nuovo seria. Entrambe sapete cosa c in gioco.

    S, capo. Questa volta, entrambi i toni di voce suo-narono smorzati.Loro sapevano.Il mondo.La ragazza che stavano cercando poteva salvare il

    mondo o distruggerlo. Non che lei ne fosse consape-

    vole... ancora. Il suo nome era Iliana Harman, ed erastata allevata come una umana. Non sapeva di averesangue di strega nelle vene e di essere una dei quattroPoteri Selvaggi destinati a combattere contro limmi-nente risveglio delle tenebre.

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    Sar per lei una bella sorpresa quando glielo dire-mo, pens Keller.

    Questo dando per scontato che la squadra di Kellerarrivasse a lei prima di quei tipi loschi. Ma ce lavreb-bero fatta. Dovevano farcela. Cera una ragione se era-no state scelte per venire qui, quando ogni agente delCircolo dellAlba del Nord America sarebbe stato feli-ce di accettare quellincarico.

    Una ragione davvero semplice: loro erano le migliori.Formavano una strana squadra un vampiro, unastrega e una mutaforma ma erano imbattibili. E Kel-ler aveva solo diciassette anni, ma era gi famosa pernon aver mai perso.E non ho intenzione di fallire adesso, pens. tut-

    to, bambine, concluse. Niente pi chiacchiere finch

    non individuiamo la ragazza. Buona fortuna. La fre-quenza di trasmissione su cui comunicavano era altera-ta, naturalmente, ma era inutile correre ulteriori rischi.Quei brutti ceffi erano estremamente organizzati.Non ha importanza. Vinceremo anche stavolta,

    pens Keller, sostando il tempo realmente sufficiente

    per espandere i suoi sensi.Era come entrare in un altro mondo. Cerano sensi

    che un umano non riusciva nemmeno a immaginare.Infrarosso. Vedeva il calore generato dai corpi. Olfat-to. Gli umani non avevano alcun senso dellolfatto,non propriamente, almeno. Keller riusciva a distingue-

    re la Coca-Cola dalla Pepsi da un lato allaltro di unastanza. Tatto. Come una pantera, Keller era dotata dipeli estremamente sensibili su tutto il corpo, special-mente sul viso. Anche quando aveva forma umana,riusciva a percepire le cose dieci volte pi intensamente

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    di un semplice umano. Era in grado di orientarsi nelbuio totale attraverso la pressione che laria esercitava

    sulla sua pelle.Udito. Captava toni sia pi alti che pi bassi rispetto

    a un umano, e localizzava un colpo di tosse di un indi-viduo in mezzo alla folla. Vista. La sua capacit visivanotturna era... be, come quella di un gatto.Per non parlare di pi di cinquecento muscoli che po-

    teva azionare volontariamente.E proprio in quel momento, ogni sua risorsa era al-lerta per rintracciare una ragazza in mezzo alla follabrulicante del centro commerciale. Il suo sguardo fru-gava i loro volti; le orecchie si drizzavano a ogni vocegiovanile; il naso passava al setaccio migliaia di odoriin cerca dellunico identico a quello presente sulla ma-

    glietta che aveva preso in camera di Iliana.Si era appena immobilizzata dopo aver captato un

    odore familiare, quando una voce si anim nel ricevi-tore che portava allorecchio.Keller, lho vista! Hallmark, secondo piano. Ma ci

    sono anche quelli.

    Lavevano trovata prima di loro.Keller imprec sottovoce. Poi diede le istruzioni ne-

    cessarie: Nissa, porta la macchina sul lato ovest delcentro commerciale. Winnie, non ti muovere. Sto arri-vando.La scala mobile pi vicina era in fondo al centro. Ma

    sulla piantina che aveva in mano, vide che Hallmarkera proprio sopra di lei, al livello superiore. E non po-teva perdere tempo.Keller flett le gambe per prendere lo slancio e spicc

    il salto.

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    Un unico balzo, dritto al livello superiore. Ignor isussulti e qualche grido delle persone intorno a lei

    mentre faceva scattare i muscoli. Allapice del balzo inverticale, si afferr alla ringhiera che delimitava il pas-saggio pedonale del piano superiore. Rimase sospesaper un secondo, poi si iss con unagile mossa.Altre persone si erano fermate a osservarla. Ignor

    anche quelle, scansandole per raggiungere il punto

    vendita Hallmark.Winnie era in attesa davanti al negozio accanto, dan-do la schiena alla vetrina. Era di bassa statura, con unanuvola di riccioli rossi sulla testa e un viso da folletto.Keller si mosse nella sua direzione, attenta a mante-nersi fuori dallorizzonte visivo del negozio Hallmark.Che succede?

    Sono in tre, le rispose Winnie con un sussurro ap-pena udibile. Proprio come ha detto Nissa. Li ho vistientrare e poi ho visto lei. Lhanno circondata, ma fino-ra si sono limitati a parlarle. Con un guizzo degli oc-chi verdi, lanci un rapido sguardo di lato verso Keller.Solo tre, possiamo prenderli senza problemi.

    Gi, proprio questo che mi preoccupa. Perchmandarne soltanto tre?.Winnie diede una leggera scrollata di spalle. Forse

    perch sono come noi: i migliori.Keller accus la risposta con un battito di ciglia. Si

    stava spostando di un centimetro alla volta, tentando

    di allungare unocchiata allinterno del punto venditaHallmark, fra le calze e gli animali imbalsamati espostiin vetrina.Eccoli. Due tipi vestiti di nero, quasi in uniforme, tep-

    pisti vampiri. Poi un altro, di cui Keller riusciva a ve-

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    dere solo in parte il profilo attraverso uno scaffale didecorazioni natalizie.

    E lei. Iliana. La ragazza che tutti volevano.Era bellissima, in modo davvero incredibile. Keller

    laveva vista in fotografia, ed era bella, ma adesso notche quel ritratto non le rendeva giustizia nemmenolontanamente.I capelli biondo cenere e gli occhi viola rivelavano il

    sangue Harman che le scorreva nelle vene. Aveva an-che fattezze cos delicate e una grazia innata nei movi-menti che la rendevano piacevole da osservare, comeun gattino bianco che gioca nellerba. Sebbene Kellersapesse che aveva gi diciassette anni, le parve esile co-me una ragazzina. O una fatina. E in quel momentoera intenta ad ascoltare, con occhi grandi e fiduciosi,

    qualunque cosa le stesse dicendo quel tipo di cui intra-vedeva appena il profilo.Con sua grande rabbia, Keller non riusc a cogliere nem-

    meno una parola. Evidentemente stava bisbigliando. proprio lei, sussurr Winnie dietro le spalle di Kel-

    ler, quasi in soggezione. La Strega Bambina. proprio

    come la descrive la leggenda, proprio come lavevo im-maginata. La voce adesso suon indignata: Non pos-so sopportare di vederla parlare con loro. ... blasfe-mo.Mantieni la calma, le sussurr Keller, continuan-

    do a osservare la scena allinterno del negozio. Voi

    streghe diventate cos emotive quando si parla dellevostre leggende.Be, doveroso. Lei non solo uno dei Poteri Selvag-

    gi, unanima pura. La voce di Winfrith trad una no-ta di timoroso rispetto. Deve essere cos saggia, genti-

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    le, lungimirante. Non posso stare qui ad aspettare,concluse in tono pi aspro. E non si dovrebbepermet-

    tere a quei teppisti di rivolgerle la parola. Andiamo,Keller, possiamo occuparcene alla svelta. Andiamo.Winnie, non....Troppo tardi. Winnie si stava gi muovendo, dritta

    dentro il negozio senza alcun tentativo di passare inos-servata.

    Keller si lasci sfuggire unaltra imprecazione. Ma or-mai non aveva scelta. Nissa, tieniti pronta. La situa-zione si fa emozionante, si affrett a dire dentro laspilla-trasmittente. Poi segu la compagna.Quando super la soglia, Winnie stava puntando ver-

    so il gruppetto intento a parlare. Di colpo allarmati, itre tipi alzarono lo sguardo. Keller not lespressione

    dei loro volti e si prepar a spiccare un balzo.Ma non arriv mai a farlo. Prima che potesse prepa-

    rare i muscoli, il giovane che fino a quel momento ave-va solo intravisto si volt e cambi ogni cosa.Il tempo cominci a scorrere al rallentatore. Adesso

    Keller vide chiaramente il suo viso, come se avesse avu-

    to un anno intero per studiarlo. Non era sgradevole,anzi, alquanto attraente. Doveva avere pi o meno lasua et; i lineamenti sembravano disegnati a pennello.Una corporatura piccola ma solida, con muscoli visibi-li anche sotto gli indumenti. I capelli neri ispidi malucidi, quasi come una pelliccia gli ricadevano sulla

    fronte in un modo volutamente in contrasto con lor-dinata eleganza di tutto il resto.E aveva occhi di ossidiana.Completamente opachi.Di uno scintillante argento nero, senza niente di chia-

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    ro o trasparente. Erano impenetrabili. E non facevanoche proiettare luce nera su chiunque provasse a guar-

    darvi dentro. Erano gli occhi di un mostro, e ognunodei cinquecento muscoli volontari di Keller simmobi-lizz nella paura.Non ebbe bisogno di ascoltare il ruggito di parecchi

    toni pi basso di qualsiasi frequenza che un orecchioumano potesse captare. N di vedere il vortice di ener-

    gia oscura che lo circondava come unaura nera bor-data di fuoco. Lo sapeva gi, istintivamente, e cerc ditrovare il fiato necessario per lanciare un grido dal-larme a Winnie.Non ne ebbe il tempo.Riusc solo a vedere il volto del ragazzo volgersi verso

    Winnie e lenergia esplodere fuori di lui.

    Non gli cost il minimo sforzo. Keller ebbe la sensa-zione che fosse stato un semplice guizzo della mente,come la coda di un cavallo che allontana una moscacon un colpetto. Ma la forza oscura invest Winnie e lasollev in aria, a gambe e braccia distese, mandandolaa sbattere contro una parete coperta di piatti e orologi

    in esposizione.Lo schianto fu tremendo.Winnie!, grid quasi ad alta voce Keller.La ragazza cadde dietro il banco del registratore di

    cassa, fuori del campo visivo di Keller. Non riusc acapire se fosse ancora viva. Urlando, la cassiera si pre-

    cipit fuori dal bancone, rifugiandosi in fondo al ne-gozio. I clienti si sparpagliarono ovunque: alcuni se-guirono la cassiera, altri schizzarono in direzione del-luscita.Keller indugi sulla soglia, mentre la gente terrorizza-

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    ta le passava accanto. Poi indietreggi barcollando eappoggi la schiena contro la vetrina del negozio ac-

    canto, respirando affannosamente.Una morsa di gelo le serr le viscere.Un drago.Quel ragazzo era un drago.

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    Capitolo 2

    Si erano procurati un drago.Il cuore le martellava nel petto.Chiss come, chiss dove, il Popolo delle Tenebre ne

    aveva trovato uno e lo aveva risvegliato. E lo avevano

    pagato comprato per schierarsi dalla loro parte.Keller non voleva nemmeno immaginare a quale prez-zo. Un fiotto di bile le sal in gola e inghiott a fatica.I draghi erano i pi antichi e potenti fra i mutaforma,

    e i pi malvagi. Si erano addormentati tutti trentamilaanni addietro, o meglio, erano state le streghe a met-

    terli a dormire. Keller non sapeva con precisione comefosse successo, ma tutte le antiche leggende riferivanoche da allora il mondo era notevolmente migliorato.E adesso ne era ricomparso uno.Ma non doveva essere ancora completamente sveglio.

    Dallocchiata che gli aveva dato, il corpo era ancora

    freddo, non irradiava molto calore. Doveva conservareancora una certa indolenza, non essere mentalmentevigile.Era loccasione di tutta una vita.In quellistante Keller aveva gi preso una decisione.

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    Non cera tempo n bisogno di rifletterci su. Gliabitanti del Mondo delle Tenebre volevano distruggere

    il mondo umano. E ce nerano tanti pronti a farlo, fravampiri, streghe oscure e ghoul. Ma questa era tuttaunaltra faccenda. Con un drago al loro fianco, il Mon-do delle Tenebre avrebbe facilmente annientato il Cir-colo dellAlba e tutte le altre forze che volevano salvaregli umani dallimminente fine del mondo. Non ci sa-

    rebbe stata gara.Quanto a quella ragazzina l nel negozio, Iliana laStrega Bambina, uno dei Poteri Selvaggi destinati a sal-vare lumanit, lavrebbero schiacciata come un insettose non avesse chinato la testa davanti al drago.Keller non poteva permettere che accadesse.Pur continuando a seguire il filo dei propri pensieri,

    Keller si stava trasformando. Era strano farlo in un luo-go pubblico, davanti alla gente. Andava contro tutte lepratiche pi profondamente radicate nel suo animo.Ma non aveva tempo per riflettere sul da farsi.Avvert un senso di benessere. Era sempre cos. Una

    sensazione piacevolmente dolorosa, come quando si

    viene liberati da una fasciatura stretta. Un sollievo.Il suo corpo stava cambiando. Per un momento non

    prov nulla, quasi non aveva consistenza. Era fluida, unessere di pura energia, una forma non pi definita dellafiamma di una candela. Era completamente... libera.Ed ecco le spalle inarcarsi e le braccia diventare pi

    muscolose. Le dita si stavano ritraendo, lasciando ilposto a lunghi artigli ricurvi ed estensibili. Le gambe sitorsero, le giunture si alterarono. E dal punto sensibilealla fine della colonna vertebrale, quel punto che senti-va sempre incompleto quando aveva forma umana,

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    stava spuntando qualcosa di lungo e flessibile. Frustlaria dietro di s con gioia selvaggia.

    La tuta che indossava era sparita. La ragione era sem-plice: indossava solo indumenti realizzati con la pel-liccia di altri mutaforma. Persino i suoi stivali eranoricavati dalla pelle di un mutaforma deceduto. Adessofurono entrambi rimpiazzati dalla sua pelliccia, unmanto di velluto nero con rosette pi scure. Si sent

    pienamente se stessa.Le braccia ora zampe anteriori si posarono a terracon un tonfo pesante e silenzioso. Un fremito percorsela pelle del viso, dove baffi lunghi e sottili stavanospuntando dalle guance. Le orecchie pelose si tesero inposizione di allerta.Un ringhio rauco si sollev dal torace, cercando la via

    di fuga della gola. Ma lo soffoc una reazione istinti-va. Fra tutti i predatori, la pantera per natura la mi-gliore nel tendere gli agguati.Anche la mossa successiva fu istintiva. Si prese un mo-

    mento per valutare la distanza fra s e il ragazzo con icapelli neri. Avanz di un passo o due, le spalle basse.

    Poi spicc il balzo.Rapido. Agile. Silenzioso. Il suo corpo era in movi-

    mento. Salt in altezza e in estensione, decisa a coglierela vittima totalmente alla sprovvista. Atterr sullaschiena del ragazzo, aggrappandosi con gli artigli affi-lati come rasoi.

    Le mascelle si chiusero sulla sua nuca. Era il tipicomodo di uccidere della pantera, con un morso alla spi-na dorsale.Il ragazzo lanci un grido di rabbia e di dolore, ten-

    tando di afferrarla mentre crollava a terra sotto il peso

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    del felino. Non sort alcun effetto. Gli artigli eranoaffondati troppo profondamente nella carne per po-

    tersene liberare, e la pressione delle mandibole era taleda frantumare le ossa. Un rivolo di sangue si vers nel-la bocca della pantera, che lo lecc istintivamente conla lingua ruvida e appuntita.Altre grida. Keller era vagamente consapevole che i

    vampiri la stavano attaccando, tentando di strapparla

    via dal corpo del ragazzo, e che le guardie di sicurezzastavano urlando qualcosa. Ignor tutto il resto. Nienteera importante, se non bloccare quella preda viva sottogli artigli.Sent un improvviso brontolio provenire dal corpo

    sotto di lei. Aveva una tonalit troppo bassa per essererecepito da un orecchio umano, ma a Keller risult sia

    cupo che spaventosamente sonoro.Poi il mondo esplose in un dolore straziante.Il drago le aveva afferrato la pelliccia appena sopra la

    spalla destra. Unenergia oscura crepitava allinternodel suo corpo, bruciandola come fiamma viva. Era lastessa forza oscura che aveva usato contro Winnie, so-

    lo che adesso nasceva da un contatto diretto.Il dolore era rovente, nauseante. Ogni terminazione

    nervosa del corpo di Keller sembrava ardere, e la suaspalla era ridotta a un solido bagliore rossastro. I mu-scoli erano percorsi da spasmi involontari e un saporemetallico le aveva riempito la bocca; ma non moll la

    presa. Resistette risolutamente, lasciando che le ondedi energia percorressero il suo corpo, cercando di di-stogliere la mente dalla sofferenza.Quel che la spaventava non era solo la forza, ma sen-

    tire la mente del drago sotto di essa. Avvert un terribi-

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    le senso di gelo: un nucleo di odio e malvagit irragio-nevoli che sembravano perdersi nelle nebbie del tempo.

    Questa creatura era antica, e sebbene Keller non sa-pesse dire cosa avesse a che fare con lera presente, sa-peva su cosa era concentrata in quel preciso momento.Uccidere lei. Non cera altro che gli interessava.E naturalmente voleva riuscire nellimpresa. Keller

    laveva intuito fin dallinizio.

    Ma non prima che io uccida te, pens.Per doveva agire in fretta. Quasi certamente ceranoaltri membri del Popolo delle Tenebre allinterno delcentro commerciale. Quei tipi potevano chiamare irinforzi, e probabilmente li avrebbero ottenuti.Non puoi... liberarti... di me, pens.Stava lottando per serrare le mandibole. Quel drago

    era pi coriaceo di un normale umano. Le mascelle diuna pantera erano in grado di frantumare il cranio diun giovane bufalo. Proprio in quel momento, sent imuscoli cedere sotto i suoi denti, ma non riusciva an-cora a finirlo.Resisti... resisti...

    Un dolore cupo... accecante...Stava perdendo conoscenza.Per Winnie, si disse.Unenergia improvvisa colm il suo essere. Il dolore

    non aveva pi importanza. Agit la testa tentando dispezzargli il collo, strattonandolo avanti e indietro con

    forza.Il corpo sotto di lei fu scosso da violenti spasmi. Av-vert in esso un piccolo cedimento, quellabbandonoche significava morte vicina. Keller prov un moto digioia selvaggia.

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    Poi qualcosaltro si fece strada nella sua consapevo-lezza. Qualcuno la stava staccando dal drago. Non

    maldestramente, come avevano provato a fare queiteppisti. Questa persona agiva con mosse esperte, toc-cando i punti di pressione per farle ritrarre gli artigli,infilandole un dito tra le fauci, proprio sotto i corti in-cisivi in mezzo ai canini micidiali.No!, pens Keller. Dalla sua gola di pantera sal un

    breve ringhio soffocato. Scalci con le zampe poste-riori nel tentativo di strappare le viscere allo scono-sciuto assalitore.No. La voce non le arriv attraverso le orecchie. Era

    nella sua mente. La voce di un ragazzo. E non tradivaalcuna paura, nonostante il fatto che lei stesse ancoraraspando debolmente con le zampe posteriori, cercan-

    do di ridurre il suo stomaco a striscioline sottili comespaghetti. La voce era preoccupata e ansiosa, ma nonspaventata. Ti prego... devi lasciarlo.Persino mentre diceva questo, continuava a sollecitare

    altri punti di pressione. Keller stava gi perdendo leforze. Dun tratto, si sent mancare, la presa sul drago

    si allent.E poi qualcuno la stava strattonando indietro, e dun

    tratto stava cadendo. Cinquanta chili di pantera nerastavano atterrando su chiunque lavesse tirata via conla forza.Un senso di vertigine...

    La vista si annebbi, il corpo sembr diventare digomma. Trov appena la forza sufficiente per girarela testa verso il ragazzo che laveva strappata dalla suapreda.Chi era stato? Chi?

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    I suoi occhi incontrarono lo sfavillio di due iridi dioro verde.

    Quasi gli occhi di un leopardo, e diedero a Keller unascossa. Ma il resto del ragazzo era diverso: capellibiondo scuro su un viso alquanto pallido e teso e li-neamenti scolpiti alla perfezione. Un umano, natural-mente. E lo scintillio intenso di quegli occhi sembravacomunicare preoccupazione piuttosto che ferocia ani-

    male.Non molte persone potevano sostenere in quel modolo sguardo di una pantera infuriata.Ud ancora la sua voce mentale. Stai bene?E poi, solo per un istante, accadde qualcosa. Fu come

    se si fosse aperto un varco in una barriera. Keller sentnella testa non solo la voce del ragazzo, ma la sua

    preoccupazione. Sent... lui.Il suo nome... Galen. Ed qualcuno nato per co-

    mandare, pens. Capisce gli animali. Un altro mu-taforma? Ma non riesco a intuire in quale animale sitrasforma. E non c alcun sentore di sete di sangue....Non capiva, e il suo cervello di pantera non era nelle

    condizioni migliori per tentare: era arenato nel qui eora, e non voleva altro che finire quel che aveva ini-ziato.Distolse lo sguardo da Galen e lo fiss sul drago.S, era ancora vivo, ma gravemente ferito. Un lieve

    ringhio affior dalla gola di Keller. Anche i teppisti

    vampiri erano ancora vivi; uno stava sollevando il feri-to da terra per trascinarlo via.Andiamo!, stava gridando con la voce resa stridula

    dal panico. Prima che il felino si riprenda....La ragazza!, disse il secondo vampiro. Non ab-

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    biamo la ragazza. Si guard intorno. Iliana era fer-ma accanto a un espositore di statuine di porcellana,

    graziosa e pallida come tutti gli altri. Si era portata en-trambe le mani alla gola e sembrava in stato di shock.Il secondo vampiro si mosse nella sua direzione.No, pens Keller. Ma non riusc a muovere le zam-

    pe. Non le rimase che giacere a terra inerte e osservarela scena con occhi fiammeggianti.

    No!, grid qualcuno accanto a lei, questa volta adalta voce. Galen era scattato in piedi e si era messo frail vampiro e Iliana.Il vampiro stir la bocca in un sorriso particolarmen-

    te sgradevole. Non hai laria di un gran lottatore, belragazzino.Non era del tutto vero, lo corresse mentalmente Kel-

    ler. Galen non era bello; era splendido. Con quei capel-li biondi e la sua carnagione, sembrava un principeuscito da un libro di fiabe. Un principe giovane e al-quanto inesperto. Ma mantenne la sua posizione, conespressione decisa e risoluta.Non ti permetter di darle fastidio, gli intim.

    Chi diamine questo ragazzo?, si domand Keller.Anche Iliana, pallida e con gli occhi sgranati, alz lo

    sguardo verso di lui. E Keller la vide... sciogliersi. Le-spressione tesa del viso si addolc, le labbra si schiuse-ro. Gli occhi ebbero un fremito di luce. Poco prima laragazza si era irrigidita per il terrore di fronte al vam-

    piro, ma adesso il suo corpo si era un po rilassato.Di certo Galen aveva tutta laria del paladino difen-sore, a differenza di Keller. Era pulito e in ordine, tantoper dirne una. Il manto di Keller, invece, era imbrattatodi sangue, suo e del drago. Per di pi, non riusciva a

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    soffocare piccoli ringhi rauchi di rabbia e disperazione,esibendo zanne gocciolanti e un muso macchiato di

    rosso.Peccato che quel ragazzo stava per essere massacrato.Non era un lottatore. Keller aveva letto nella sua men-

    te e sapeva che non aveva listinto di una tigre. Il vam-piro lavrebbe fatto a pezzi.Il vampiro si mosse verso di lui.

    E una voce dallentrata del negozio disse: Fermo do-ve sei.

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    Capitolo 3

    Keller gir di colpo la testa.Nissa era ferma l, calma e imperturbabile come sem-

    pre, con una mano posata sul fianco. I corti capelli co-lor visone non erano nemmeno arruffati; gli occhi, for-

    se di un paio di tonalit pi scuri, erano seri. Nellaltramano impugnava un bastone da combattimento di le-gno duro, con una punta micidiale.Keller emise un lieve brontolio di sollievo. Non ci si

    poteva aspettare che Nissa fosse ricca dinventiva, lasua mente non funzionava in quel modo. Ma su qual-

    siasi questione di logica era imbattibile, e aveva nervidacciaio. Particolare non insignificante in quel precisomomento, era una eccellente lottatrice.Se hai voglia di giocare, perch non provi con me?,

    lo stuzzic, roteando il bastone da combattimento conmosse veloci ed esperte. Il legno sibil disegnando una

    figura complicata nellaria, e fin il suo numero con na-turalezza sulla spalla della ragazza. Nissa punt lenta-mente lestremit acuminata verso la gola del vampiro.E non dimenticarti che ci sono anchio. La voce ar-

    riv da dietro il bancone e suon rauca e malferma,

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    ma ancora risoluta. Winnie si stava tirando su in piedi.Un colpo di tosse, poi raddrizz le spalle fronteggiando

    il vampiro. Un bagliore arancio di energia pulsante di-vamp fra le sue mani a coppa. Potere di strega.Sei viva, si rallegr Keller, con un lampo di sollievo

    negli occhi.Lo sguardo del vampiro si spost da una ragazza al-

    laltra. Poi si pos su Keller, distesa su un fianco, che

    tentava debolmente di articolare le zampe. La codafrustava furiosamente laria.Andiamo!, grid laltro vampiro, barcollante sotto

    il peso del drago mentre cercava di guadagnare lusci-ta. Portiamo Azhdeha fuori di qui. lui la cosa piimportante.Il primo vampiro esit un istante, poi gir sui tacchi e

    si precipit dietro al compagno. Insieme, trascinaronoin fretta il drago fuori dal negozio.Poco dopo erano spariti.Con un ultimo ringhio affannoso, Keller cominci a

    ritrasformarsi. Questa volta si sent come una lumacache scivola fuori dal guscio. Gli artigli sparirono, la

    coda si atrofizz e il corpo si ridusse nella sua formaumana.Capo! Tutto bene?. Winnie le si avvicin, ancora

    instabile sulle gambe.Keller alz la testa e i capelli neri ricaddero su en-

    trambi i lati del viso. Si sollev irrigidendo le braccia e

    si guard intorno, valutando attentamente la scena.Il negozio era tranquillo. Ed era anche ridotto a unosfacelo. Limpatto di Winnie contro la parete aveva fat-to crollare a terra la maggior parte dei piatti decorativie degli orologi esposti. Cerano decorazioni natalizie

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    sparse ovunque, piccoli frammenti scintillanti di colorerosso, verde e viola. Era come trovarsi dentro un gi-

    gantesco caleidoscopio.Allesterno, regnava la confusione. Lo scontro era du-

    rato soltanto cinque minuti, ma per tutto il tempo lagente non aveva fatto che gridare e scappare dal nego-zio. Keller aveva notato ogni dettaglio, ma lo aveva ar-chiviato nella propria mente come trascurabile: non

    cera niente che avrebbe potuto fare.Adesso, agenti della sicurezza convergevano da ogniparte verso il negozio, e qualcuno aveva sicuramentechiamato la polizia.Fece ancora forza sulle braccia e riusc ad alzarsi in

    piedi.Nissa. Le faceva male la gola a parlare. Dov la

    macchina?Proprio qui. Nissa indic il pavimento. Diretta-

    mente sotto di noi, parcheggiata fuori del negozio dibiscotti Mrs. Fields.Ok. Portiamo fuori Iliana. Keller guard la ragazza

    con i capelli lucidi che fino a quel momento non aveva

    pronunciato una sola parola. Te la senti di cammina-re?.Iliana la fiss, senza aprire bocca. Scioccata e spaven-

    tata, ne dedusse Keller. Be, sono successe parecchiecose negli ultimi minuti.So che tutto questo potr sembrarti assurdo, e pro-

    babilmente ti starai chiedendo chi siamo. Ti spieghertutto. Ma adesso dobbiamo andarcene di qui. Ok?.Iliana si ritrasse lievemente, scossa da un tremito.Non proprio uneroina, pens Keller. N svelta di

    comprendonio. Ma poi decise di essere stata ingiusta.

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    Quella ragazza era la Strega Bambina, indubbiamenteaveva poteri nascosti.

    Coraggio. Galen si rivolse gentilmente a Iliana. Haragione; qui non sei al sicuro.Iliana lo guard con aria assorta, sembr sul punto di

    dargli ragione; poi, scossa da un fremito, chiuse gli oc-chi e svenne.Galen la afferr prima che cadesse a terra.

    Keller era senza parole. troppo pura per affrontare situazioni del genere,intervenne Winnie in sua difesa. La violenza e tutto ilresto. Non significa essere fifoni.Fu in quel preciso momento che Keller cominci a nu-

    trire i primi seri dubbi sul nuovo Potere Selvaggio.Galen abbass gli occhi sulla ragazza abbandonata

    fra le sue braccia come un giglio spezzato, e guardKeller.Io....Tu porta lei; noi ti circonderemo per proteggervi, lo

    interruppe Keller. Era consapevole che i suoi capellierano ridotti a una massa arruffata, a un ciclone bur-

    rascoso intorno al viso; che la tuta lucida era strappatae sporca, e che la sua mano stringeva ancora la spalladestra pulsante di dolore. Ma doveva aver conservatola sua aria autoritaria, perch Galen non disse una pa-rola; si limit a fare s con la testa e si diresse verso lu-scita.

    Nissa gli fece da apripista, Winnie e Keller da retro-guardia. Erano pronte a combattere, ma quando gliagenti della sicurezza armati di ricetrasmittenti videroNissa roteare il bastone, si ritirarono in buon ordine.Le altre persone, spettatori curiosi attirati dal trambu-

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    sto, non solo si ritirarono ma scapparono a gambe le-vate, gridando.

    Andiamo, li incit Keller. Veloci. Adesso.Raggiunsero il punto vendita Mrs. Fields senza che

    nessuno tentasse di fermarli.Una ragazza con un grembiule rosso si appiatt contro

    la parete mentre si infilavano dietro il bancone e pas-savano nel retro del negozio, pieno di forni di dimen-

    sioni industriali. Un ragazzo alto e dinoccolato lascicadere a terra un vassoio di metallo, disseminando sulpavimento i panetti di pasta cruda.Continuarono a farsi strada verso la porta sul retro,

    dove cera la macchina, una limousine bianca in sostavietata lungo il marciapiede. Nissa tir fuori un porta-chiavi e premette un pulsante, e Keller ud lo scatto di

    sblocco delle portiere.Dentro!, disse a Galen. Il ragazzo ubbid. Winnie

    gir intorno alla vettura per salire dallaltro lato, e Nis-sa scivol al posto di guida. Keller si infil per ultimanellabitacolo, sibilando un Andiamo! mentre chiu-deva la portiera.

    Nissa part in quarta.La limousine schizz in avanti come un delfino, pro-

    prio mentre un furgone della vigilanza guadagnava ter-reno alle loro spalle e una macchina della polizia com-pariva proprio davanti a loro.Nissa era unautista eccellente. La limousine devi

    con uno stridio di gomme e svicol fuori da unaltrauscita dellarea di parcheggio. Una seconda vettura del-la polizia punt su di loro con le sirene accese, mentreNissa filava a zigzag in mezzo al traffico. Un altro col-po di acceleratore, e la limousine schizz in avanti. La

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    rampa di accesso alla superstrada si defil davanti aloro.

    Reggetevi, bofonchi Nissa.Stavano oltrepassando la rampa, lavevano superata.

    No, ancora no. Allultimo istante, le ruote della limou-sine stridettero tracciando un angolo di novanta gradi,sballottando rudemente i passeggeri. Keller soffocuna smorfia di dolore mentre la spalla ferita sbatteva

    contro il finestrino. Ma eccoli sfrecciare sulla rampa eimboccare la superstrada.Un lieve ticchettio sul parabrezza annunci le prime

    gocce di pioggia. Sporgendosi in avanti per guardareoltre la spalla di Nissa, Keller se ne rallegr. Con quel-la pioggia gelida e la nebbia grigia e fitta, probabil-mente nessun elicottero avrebbe dato loro la caccia.

    La grossa vettura super rombando le altre macchineche occupavano la carreggiata; Winnie tenne lo sguar-do fisso sul lunotto posteriore, mormorando un sorti-legio per confondere e ritardare qualsiasi tentativo diinseguimento.Li abbiamo seminati, disse Nissa. Keller si abban-

    don contro lo schienale con un sospiro di sollievo.Per la prima volta da quando era entrata nel centrocommerciale, permise a se stessa di rilassarsi vera-mente.Ce labbiamo fatta.Nello stesso istante, Winnie si gir e batt il pugno

    sul sedile posteriore. Ce labbiamo fatta! Keller... ab-biamo il Potere Selvaggio! Noi.... La voce si spenseappena vide lespressione sul volto di Keller. E, be...credo di aver disobbedito agli ordini. Stavolta, il pu-gno che diede al sedile fu un gesto dimbarazzo; chin

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    di colpo la testa biondo rossiccia. Ehm, sono desola-ta, capo.

    Fai bene a esserlo, replic Keller. Sostenne lo sguar-do di Winnie per un momento, poi aggiunse: Potevifarti uccidere, strega, e senza alcun valido motivo.Winnie fece una smorfia. Lo so. Ho fallito. Mi spia-

    ce. Ma subito sorrise timidamente a Keller. La suasquadra sapeva come prenderla.

    Anchio sono desolata, capo, intervenne Nissa dalsedile anteriore, lanciandole unocchiata di sbieco con isuoi occhi scuri. Non avrei dovuto lasciare la mac-china.Ma hai pensato che avremmo avuto bisogno di una

    mano, concluse per lei Keller con un cenno di ap-prezzamento, incontrando lo sguardo di Nissa nello

    specchietto retrovisore. Sono contenta che tu lo ab-bia fatto.Un leggero rossore di soddisfazione color le guance

    dellautista.Galen si schiar la gola.Ehm, perch lo sappiate, anchio sono desolato.

    Non intendevo partire alla carica in quel modo nel belmezzo della vostra operazione.Keller lo guard.Il ragazzo stava sorridendo appena, con una certa esi-

    tazione, come aveva fatto Winnie. Un sorriso grade-vole. Un angolo della bocca sincurvava con natura-

    lezza verso lalto, dandogli unaria birichina in quelmomento estremamente serio. Gli occhi doro verdeerano spiacenti e speranzosi allo stesso tempo.A proposito, chi sei?, gli domand Winnie scrutan-

    dolo dallalto in basso, sbattendo le lunghe ciglia nere.

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    Ti ha mandato il Circolo dellAlba? Pensavo che fos-simo sole a svolgere questa missione.

    cos, infatti. Faccio parte del Circolo dellAlba, manon sono stati loro a mandarmi. Solo che... be, erofuori dal negozio, e non ho potuto restare l fermo aguardare.... La voce si spense. E anche il sorriso. Seiproprio arrabbiata, eh?, disse rivolgendosi a Keller.Arrabbiata?. Fece un lento sospiro. Sono furio-

    sa.Il ragazzo batt le palpebre, imbarazzato. Io non....Tu mi hai fermata, quando avrei potuto ucciderlo!.Gli occhi doro verde si spalancarono scioccati, e co-

    me ricordando il dolore. Ma lui stava uccidendo te.Lo so, rispose Keller con rabbia. Non ha impor-

    tanza quel che succede a me. Il fatto che lui adesso

    libero. Non hai capito chi ?.Winfrith assunse unaria grave. Io non so chi sia. Mi

    ha colpita con qualcosa di poderoso. Energia pura, co-me quella che uso io, ma cento volte pi potente. un drago, disse Keller. Not le spalle di Nissa ir-

    rigidirsi, mentre Winnie scuoteva la testa, incredula.

    Una specie di mutaforma che non si vista nei parag-gi da circa trentamila anni.Pu trasformarsi in un drago?.Keller non sorrise. No, no di certo. Non essere scioc-

    ca. Non so cosa sia in grado di fare, ma un drago.Dentro di s. Winnie divenne di colpo inquieta appe-

    na la risposta cominci a farle effetto. Keller torn a ri-volgersi a Galen.E tu hai permesso che un essere simile rimanesse a

    piede libero nel mondo. Era lunica occasione per eli-minarlo, nessuno riuscir a coglierlo di nuovo di sor-

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    presa. Questo significa che tutto quel che combinerda ora in poi sar colpa tua.

    Galen chiuse gli occhi, come stordito. Mi spiace. Maquando ti ho vista... non potevo lasciarti morire....Io non sono indispensabile. Non so chi sei, ma sono

    pronta a scommettere che anche tu non sei indispensa-bile. Lunica a essere indispensabile, qui, lei. Kellerindic Iliana, distesa in una nuvola di capelli biondo

    cenere sul sedile accanto a Galen. E se credi che queldrago non intenda provare di nuovo a rapirla, sei paz-zo. Sarei stata felice di morire sapendo di averla libera-ta dalle sue grinfie.Galen aveva spalancato di nuovo gli occhi, e Keller

    aveva notato in essi una scintilla quando gli aveva det-to non so chi sei. Ma alla fine, il ragazzo le disse,

    con calma: Non sono indispensabile. E sono desolato.Non pensavo....Proprio cos! Non hai pensato! E adesso il mondo

    intero dovr soffrire.Galen ammutol, appoggiandosi allo schienale.Keller si sent strana: non le dispiaceva avergliele can-

    tate, si disse. Era quel che si meritava.Ma il volto del ragazzo era impallidito, lespressione

    tetra, come se non solo avesse compreso quel che leigli aveva detto, ma ci avesse riflettuto sopra. E il do-lore che colmava il suo sguardo era quasi insopporta-bile.

    Bene, si compliment con se stessa Keller. Ma poi ri-cord il momento in cui aveva letto nella sua mente: unluogo pieno di luce, caldo e aperto, senza recessi bui obaratri insidiosi. Ora tutto questo sarebbe svanito, la-sciando il posto a un crepaccio oscuro, pieno di orrore

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    e vergogna. Un marchio che si sarebbe portato dietroper il resto della vita.

    Bene, benvenuto nella realt, pens Keller; ma sentla gola serrarsi in una morsa dolorosa. Stizzita, decisedi guardare fuori dal finestrino.Vedi, fondamentale per noi tenere Iliana al sicu-

    ro, Winfrith stava tranquillamente spiegando a Ga-len. Il ragazzo non ne chiese il motivo, e Keller aveva

    gi notato prima che non aveva chiesto come mai Ilia-na fosse indispensabile. Ma Winnie volle dirglielo co-munque. Lei uno dei Poteri Selvaggi. Sai chi sono?E chi non lo sa al giorno doggi?, le rispose quasi in

    un sussurro.Be, la maggior parte degli umani, per esempio. Ma

    lei non semplicemente uno dei Poteri Selvaggi: la

    Strega Bambina. Una persona che noi streghe abbia-mo aspettato per secoli. Le profezie dicono che riuniri mutaforma e le streghe. Sposer il discendente dellaPrima Dinastia dei mutaforma, e le due razze sarannounite, e tutti i mutaforma entreranno nel Circolo del-lAlba, e riusciremo cos a evitare la fine del mondo al-

    lo scadere del millennio. Winnie era ormai senza fia-to. Pieg di lato la massa di capelli biondo rossicci.Non sembri sorpreso. Chi sei? Non lo hai ancora det-to esplicitamente.Io?, disse, con lo sguardo perso in lontananza.

    Non sono nessuno, se paragonato a voi. Poi, con un

    sorrisetto beffardo che non raggiunse i suoi occhi, con-cluse: Non sono indispensabile.Nissa lanci unocchiata preoccupata a Keller nello

    specchietto retrovisore. Il capo si limit a scrollare lespalle. Certo, Winnie stava raccontando un po troppe

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    cose a quel ragazzo non indispensabile. Ma non avevaimportanza. Non era dalla parte del nemico e, a ogni

    modo, il nemico sapeva gi tutto quel che aveva dettoWinnie. Avevano gi identificato in Iliana il terzo Pote-re Selvaggio; la presenza del drago ne era la prova.Non lo avrebbero inviato se non ne avessero avuto lacertezza.Comunque, era ora di liberarsi di questo ragazzo gua-

    stafeste. Di certo non potevano portarlo nel rifugio si-curo destinato a ospitare Iliana.Ci sta seguendo qualcuno?, volle sapere Keller.Nissa scosse la testa. Li abbiamo seminati chilometri

    fa.Sei sicura?Assolutamente sicura.

    Ok. Prendi unuscita qualunque, e facciamolo scen-dere. Si rivolse a Galen: Spero che troverai la stradaper tornare a casa.Voglio venire con voi.Spiacente. Abbiamo cose importanti da fare. Non

    ebbe bisogno di aggiungere e non sono affari che ti ri-

    guardano.Senti. Galen fece un profondo respiro. Il volto pal-

    lido era teso e stanco, come se avesse perso tre notti disonno da quando era salito a bordo della limousine. Enegli occhi cera qualcosa di molto simile alla dispera-zione. Devo venire con voi. Devo aiutarvi, tentare di

    rimediare al mio errore. Devo farlo adesso.Non puoi, ribatt Keller, in tono ancor pi bruscodi quanto avrebbe voluto. Non sei qualificato, e nonsei coinvolto in tutto questo. Sei inutile.Galen la guard. Nei suoi occhi non cera alcun di-

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    saccordo con quel che lei aveva appena detto, ma inqualche modo, per un solo momento, la fecero sentire

    piccola. Quegli occhi doro verde erano esattamentelopposto delle pupille opache del drago. Keller potleggere dentro di loro, addentrarsi in profondit abis-sali piene di luce, e non vi trov che disperazione. Unasofferenza cos grande che ne rimase sconvolta.Sapeva che doveva costargli molto esporsi cos da-

    vanti a lei, mostrarsi in modo cos schietto e vulnerabi-le. Ma continu a fissarla senza abbassare gli occhi.Non capisci, riprese con calma. Devo aiutarvi.

    Devo almeno tentare. So che non sono un lottatore delvostro livello. Ma io.... Esit. Non volevo dire que-sto....In quel momento, Iliana gemette e si tir su a sedere.

    O cerc di farlo. Non ci riusc del tutto: si port unamano alla testa e cominci a cadere sul sedile.Galen la sostenne passandole un braccio intorno alle

    spalle.Stai bene?, le domand Keller. La ragazza si pieg

    in avanti, cercando di mettere a fuoco il viso dellinter-

    locutrice. Anche Winnie si era sporta in avanti, conespressione ansiosa.Come ti senti? Non sei ferita, vero? Sei solo svenuta

    per lo shock.Iliana si guard intorno nellabitacolo. Sembrava to-

    talmente confusa e disorientata.

    Keller fu di nuovo colpita dalla bellezza soprannatu-rale della ragazza. Vista cos da vicino, sembrava unfiore, o forse una ragazza fatta di fiori. La pelle era ro-sea come i fiori di pesco e gli occhi avevano la vaga to-nalit blu di un iris. I capelli ricordavano la barba del

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    granturco, sottili e lucidi anche in quella luce fioca. Lemani erano piccole e graziose, le dita lievemente flesse

    come petali in una corolla. un tale onore conoscerti, disse Winnie, poi la sua

    voce assunse un tono formale mentre pronunciava iltradizionale saluto delle streghe. Unit, Figlia di Hel-lewise. Io sono Winfrith Arlin. Le sorrise, formandodue fossette nelle guance. In realt Arlin significa

    braccio di luce. La mia famiglia una delle pi anti-che, quasi quanto la tua.Iliana continuava a fissarla. Poi i suoi occhi si sposta-

    rono sulla nuca di Nissa, e infine scivolarono sul visodi Keller.Dopo aver inspirato profondamente, la ragazza co-

    minci a gridare.

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