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LA MALATTIA Cause, sintomi, diagnosi e possibili cure

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LA MALATTIACause, sintomi, diagnosi

e possibili cure

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Progetto e realizzazione editoriale

De Falco Editore

Direzione

Giuseppe De Falco

Coordinamento e redazione

Barbara Migliavacca

Progetto grafico

LexiStudio

Videoimpaginazione

Stefano Radicchio

Illustrazioni

Tino Chitò

© 2003 by AISLA, Novara

Tutti i diritti riservati

Seconda ristampa corretta

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Indice

Prefazione ........................................................................ 05

Domande e risposte sulla SLA ..................................... 07

La SLA – Nome e cognome .............................................. 09Che cosa è la SLA ............................................................. 09Le Malattie del Motoneurone ........................................... 10I motoneuroni visti da vicino ............................................ 10I motoneuroni e la vita quotidiana .................................... 14I motoneuroni e la SLA ..................................................... 14Chi contrae la SLA ............................................................ 15La SLA familiare ............................................................... 16Ipotesi sulle cause della SLA ............................................. 16

Eccesso di glutammato ..................................................... 16Predisposizione genetica ................................................... 17Carenza di fattori di crescita nervosa ................................... 17Eccesso di anticorpi .......................................................... 17Fattori tossico-ambientali .................................................. 18Virus ............................................................................. 18

È possibile prevenire la SLA? ............................................. 18I primi sintomi .................................................................. 18La diagnosi ....................................................................... 19La progressione della malattia ........................................... 20La cura.............................................................................. 20Vivere con la SLA .............................................................. 21L’AISLA ............................................................................. 22

Sintomi e rimedi ............................................................ 23

Un’avvertenza dovuta ...................................................... 25I sintomi e come curarli .................................................... 25

Crampi / Spasmi / Spasticità .............................................. 25Tremore della mandibola ................................................... 26Stanchezza ..................................................................... 26Urgenza urinaria .............................................................. 27Gonfiore di mani e piedi ................................................... 27Difficoltà di deglutizione ................................................... 28

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Perdita di saliva ............................................................... 28Stitichezza ...................................................................... 28Difficoltà di respiro ........................................................... 29Congestione nasale / Orecchie otturate ............................... 29Disturbi del sonno ........................................................... 30Problemi di comunicazione ................................................ 30Incontinenza emotiva ....................................................... 31Depressione / Ansietà ...................................................... 31

La sperimentazione terapeutica ........................................ 31Riluzolo ......................................................................... 31Sostanze ad azione antieccitotossica .................................... 31Fattori di crescita ............................................................. 33

Prospettive future ............................................................. 34Cellule staminali .............................................................. 34Terapia genica ................................................................. 34

Riabilitazione e ausili ........................................................ 35La chinesiterapia .............................................................. 35La medicina alternativa ..................................................... 36

Conclusione ..................................................................... 36

Indagini per il paziente con SLAPrima della diagnosi .......................................................... 38

Indagini per il paziente con SLADopo la diagnosi ............................................................... 39

Glossario .......................................................................... 41

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Prefazione

La collana Vivere con la SLA, di cui questo costituisce il pri-mo volume

1, vuole essere uno strumento per aiutare chi è sta-

to colpito dalla Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) a miglio-rare la qualità della propria vita. Ciascun testo è destinato inprimo luogo ai malati, ai loro familiari e amici, ma anche a tut-ti coloro che desiderino informazioni sulla patologia e sui mez-zi per farvi fronte.

La malattia. Cause, sintomi, diagnosi, possibili cure è stato scrit-to, con uno stile colloquiale e un linguaggio di facile com-prensione, immaginando di rivolgerci direttamente al pa-ziente.L’intento è quello di rispondere a molte delle domande chegeneralmente si pone chi scopre che la SLA è diventata par-te della sua esistenza. Cercheremo di fornire dunque indica-zioni e suggerimenti pratici per gestire una situazione cosìcomplessa; vorremmo soprattutto che questa lettura facili-tasse il dialogo con il medico curante, con gli infermieri e coni familiari.Vivere con la SLA è difficile e richiede una grande capacità diaccettare il cambiamento, di guardare con coraggio e fiduciaalla possibilità di mantenere la propria autonomia personale,anche quando aumenta la dipendenza e il bisogno degli altri.Il cambiamento deve inoltre essere affrontato da tutta la per-sona, a livello psicologico, nelle relazioni umane, nel lavoro,sul piano spirituale ed esistenziale.

Il nostro dialogo con lei prende avvio da una panoramica sul-la malattia, per consentirle di comprendere e fronteggiare ciòche accade al suo corpo: è molto importante, infatti, inco-minciare innanzitutto ad avere un’idea semplice e chiara sulluogo in cui la SLA si nasconde. I sintomi e la loro evoluzionepotrebbero altrimenti apparirle fenomeni misteriosi e incon-trollabili.

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1Il malato, la famiglia e la società, vol. 2; La vita quotidiana. Fisioterapia e ausi-

li, vol. 3; L’alimentazione e la comunicazione, vol. 4; La respirazione, vol. 5; Lapresa in carico. Aspetti psicologici ed etici, vol. 6.

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Nella prima parte del manuale cercheremo di spiegare perciòche cosa sono i motoneuroni, dove sono, come funzionano,come si ammalano e muoiono, come possono rigenerarsi.Nella seconda parte descriveremo invece molte delle proble-matiche di cui dovrà via via tener conto. Illustreremo i sinto-mi di cui potrebbe soffrire, spiegheremo i rimedi e le cure ido-nee a favorire una buona qualità di vita.Troverà infine un breve glossario, in cui abbiamo raccolto inordine alfabetico i vocaboli specifici legati alla SLA e altri didifficile comprensione contenuti nel presente volume, com-pleti della rispettiva spiegazione.

Sapere di doversi misurare con la malattia giorno per giornoè una novità pesante da sopportare. Probabilmente, quandole è stata comunicata per la prima volta la diagnosi, lei deveessersi sentito sorpreso e depresso. La brutta notizia potreb-be averle tolto la fiducia nella sua capacità di mantenere ilcontrollo della situazione. Si tratta di una reazione tempora-nea: è possibile condurre un’esistenza qualitativamente ac-cettabile nonostante la SLA. Conoscendo qualcosa in più suquesta patologia e sui suoi sintomi, lei potrà chiedere aiuto,diventare più forte.

Non sarà sempre facile ottenere una risposta ai suoi bisogni,anche quando sarebbe teoricamente possibile. Numerosi so-no gli ostacoli da superare avendo una malattia rara e pococonosciuta: può accadere, ad esempio, che le strutture sanita-rie locali non siano in grado di far fronte ad alcune delle sueesigenze. Chi è affetto da SLA tuttavia deve poter essere seguito a casa.Non si scoraggi, non rinunci a pretendere l’assistenza cui hadiritto. Se tanto deve essere ancora fatto perché adeguati ser-vizi di cura domiciliare si diffondano nel nostro Paese, talvol-ta la loro attivazione è nata dall’impegno di operatori sanita-ri sensibili alle coraggiose richieste di singoli pazienti.

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DOMANDE E RISPOSTESULLA SLA

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La SLA – Nome e cognome

La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) è la più grave fra le ma-lattie che colpiscono i motoneuroni, ovvero le cellule nervosedel cervello e del midollo spinale che controllano i muscoli.Il suo nome significa: indurimento (Sclerosi) della porzione la-terale del midollo spinale (Laterale) e dimagrimento muscola-re (Amiotrofica).

In Francia la SLA è detta anche Malattia di Charcot, da Jean-Martin Charcot (1825-1893), il neurologo francese – dal 1882cattedratico di Clinica delle Malattie Nervose alla Salpêtrière –che per primo la identificò e la descrisse; col suo nome sono in-dicate anche altre forme di malattie del sistema nervoso.Nei Paesi di lingua inglese la SLA è invece chiamata ALS (Amyo-trophic Lateral Sclerosis) o, più genericamente, MND (MotorNeuron Disease). Negli USA la SLA è nota come Malattia di Lou Gehrig (LouGehrig’s Disease), famoso giocatore di baseball americano chene fu colpito nel 1939, all’età di soli 36 anni, all’apice della car-riera agonistica.

Che cosa è la SLA

In Italia la SLA è una malattia neurologica poco conosciuta,che spesso viene confusa con la più nota Sclerosi Multipla.A causa della SLA i motoneuroni (le cellule nervose che tra-smettono i comandi per il movimento dal cervello ai muscoli)muoiono prima del tempo, provocando alla persona colpita unaperdita di forza lentamente progressiva che può arrivare finoalla paralisi.

Come vedremo, esistono due gruppi di motoneuroni: il primo(1° motoneurone o motoneurone centrale o motoneurone cor-ticale) si trova nella corteccia cerebrale e trasporta il segnalenervoso attraverso prolungamenti che dal cervello arrivano almidollo spinale; il secondo (2° motoneurone o motoneuroneperiferico o motoneurone spinale) è invece formato dalle cel-lule nervose che trasportano il segnale dal midollo spinale aimuscoli.

Domande e risposte sulla SLA

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Che cosa significa SLA?

La SLA ha anche altri nomi?

Che tipo di malattia è la SLA?

Quali sono le cellulenervose colpite

dalla SLA?

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La SLA è caratterizzata dal fatto che sia i motoneuroni centra-li sia quelli periferici vanno incontro a degenerazione e muoio-no. La morte di queste cellule avviene gradualmente, nel cor-so di mesi o anche di anni. In tale arco di tempo i motoneuronirisparmiati dalla malattia hanno la capacità di sostituire, alme-no in parte, le funzioni di quelli distrutti. I primi segni della SLAcompaiono perciò solo quando la perdita progressiva dei mo-toneuroni supera la capacità di compensazione dei motoneu-roni superstiti.

Le Malattie del Motoneurone

I motoneuroni sono colpiti anche da malattie diverse dalla SLA,che vengono genericamente indicate come Malattie del Mo-toneurone (MdM): tutte determinano una progressiva debo-lezza e atrofia (dimagrimento) muscolare.Se viene danneggiato solo il motoneurone corticale si parla diSclerosi Laterale Primaria. Quando degenera solo il motoneurone spinale si ha l’AtrofiaMuscolare Spinale o Atrofia Muscolare Progressiva. Nel caso in cui muoiano sia il motoneurone corticale sia quel-lo spinale la malattia è chiamata Sclerosi Laterale Amiotrofica(SLA), la più comune e la più grave tra le MdM.Anche il virus della poliomielite provoca la morte dei moto-neuroni spinali ingenerando paralisi (che si instaura nel corsodi pochi giorni); superata l’infezione la malattia può regredire.

I motoneuroni visti da vicino

Il sistema nervoso è costituito da miliardi di cellule, i neuroni,collegate tra loro e in continua attività. Ne esistono diversi tipi:alcuni sono destinati all’elaborazione del pensiero, alla memo-ria, al linguaggio, alla percezione tattile; altri presiedono alla vi-sta, all’udito, al gusto, all’olfatto e a ulteriori funzioni corporee.

I neuroni colpiti dalla SLA sono esclusivamente i cosiddetti mo-toneuroni, quelli cioè che consentono ai muscoli di esercitare imovimenti volontari (sollevare una matita, togliere il piede dalfreno, leggere ad alta voce ecc.). Ecco perché la funzionalitàdel cuore, del sistema digerente, della vescica – anch’essi mu-scoli, benché di diversa specie rispetto a quelli delle braccia o

Domande e risposte sulla SLA

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Esistono altre malattie

che colpiscono i motoneuroni?

Perché la SLA è una malattia

lentamenteprogressiva?

Che cosa sono i neuroni?

E i motoneuroni? ⇒

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delle gambe – non è compromessa dalla malattia: i loro movi-menti non sono, infatti, sotto il controllo volontario. Al con-trario la respirazione, pur avvenendo automaticamente, è ga-rantita dall’azione di muscoli che possiamo governare (è facilesospendere o variare la nostra attività respiratoria mentre nonriusciremmo, ad esempio, a dominare la frequenza cardiaca).

I motoneuroni sono dunque cellule specializzate nel trasmet-tere i segnali nervosi dal cervello ai muscoli.Come tutte le cellule nervose, i motoneuroni sono composti datre parti principali: il corpo cellulare, grande come un granellodi polvere, l’assone, un prolungamento sottile come un ca-pello e lungo anche più di un metro, e le sue ramificazioniterminali (fig. 1).

Domande e risposte sulla SLA

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Come è fatto un motoneurone?

corpo cellulare•

•assone

ramificazioni terminali

Fig. 1 La struttura di un motoneurone.

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Il corpo cellulare è la centrale di controllo: accetta il messag-gio chimico prodotto dal cervello, lo converte in un segnaleelettrico e lo invia a distanza lungo l’assone. Quest’ultimo, pa-ragonabile a un filo di rame in un cavo elettrico, trasporta il se-gnale fino alle proprie ramificazioni terminali. Qui il segnaleelettrico è nuovamente trasformato in segnale chimico, che de-termina la contrazione muscolare.

Il motoneurone funziona quindi come un trasduttore (elementoche trasmette energia da un sistema a un altro trasformando-la) chimico-elettro-chimico: accetta un segnale chimico, lo con-verte in un segnale elettrico, che dopo essere stato condottoa distanza lungo l’assone viene convertito nuovamente in se-gnale chimico a vantaggio di un altro neurone o di una fibramuscolare. Questi segnali viaggiano attraverso il corpo a unavelocità di oltre 300 km/ora. I motoneuroni, che possono prolungarsi dal midollo spinale fi-no ai muscoli del piede, sono sicuramente le cellule più estesedel nostro organismo.

Come anticipato, i motoneuroni sono raggruppati in due areedel sistema nervoso.La prima è quella costituita dai motoneuroni corticali (1° mo-toneurone o motoneurone centrale): i loro corpi cellulari occu-pano una striscia della corteccia cerebrale frontale detta cor-teccia motoria, mentre i rispettivi assoni sono stipati in fasci cheoccupano una posizione laterale lungo tutto il midollo spinale. La seconda area è costituita invece dai motoneuroni spinali (2°motoneurone o motoneurone periferico): i loro corpi cellularideterminano una lunga colonna nella parte anteriore del mi-dollo spinale, mentre i rispettivi assoni, raggruppati, formanole radici nervose che fuoriescono dalla spina dorsale e rag-giungono i muscoli con i nervi motori (fig. 2).

Quando un motoneurone corticale muore, anche il suo asso-ne degenera. Se molti motoneuroni muoiono si forma poi un'a-rea cicatriziale (o indurita) nella parte laterale del midollo spi-nale (Sclerosi Laterale). Quando il motoneurone spinale muore, anche il suo assone de-genera e le cellule muscolari che ricevevano segnali dalle sueramificazioni non possono più essere utilizzate per il movimento.Se molti motoneuroni muoiono il muscolo da essi innervato di-venta debole e dimagrisce (Amiotrofica) (figg. 3-5).

Domande e risposte sulla SLA

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Dove si trovano i motoneuroni?

Che cosa accade quando muoiono i motoneuroni?

Come funziona un motoneurone?

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motoneuroni corticali

••

corpi cellulari dei motoneuroni spinali

assoni

•motoneurone

bulbare

area cicatriziale

mot

oneu

roni

spi

nali

mot

oneu

roni

cort

ical

iFig. 2 Le due aree del sistema nervoso in cui sono raggruppati i motoneuroni. Nella figura è visibile anche il motoneurone bulbare,2° motoneurone che controlla i muscoli della masticazione, della deglutizione e della parola.Fig. 3 Le connessioni tra i motoneuroni e la conseguenza delladegenerazione dei motoneuroni corticali, cioè l’area cicatriziale(Sclerosi Laterale), e dei motoneuroni spinali, cioè l’atrofizzazionedel muscolo innervato (Amiotrofica).

Figg. 4-5 Prima e dopo la malattia. La degenerazione di un motoneurone spinale e il dimagrimento (amiotrofia) del muscoloda esso innervato.

muscolo atrofizzato

corteccia motoria

muscolo sano

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I motoneuroni e la vita quotidiana

Per avere un’idea schematica di come i motoneuroni inter-vengano nei movimenti della vita quotidiana, pensiamo, adesempio, a un semplice gesto: prendere una matita.Quando vogliamo compiere quest’azione, il nostro cervello de-ve impostare un piano complesso, il cosiddetto progetto mo-torio, che comporta l’elaborazione di numerose informazioni eche si conclude con l’attivazione dei motoneuroni corticali, iquali controllano i muscoli delle braccia e delle mani. Il motoneurone corticale trasmette i segnali elettrici dal cer-vello al midollo spinale; qui l’assone del motoneurone spinale,che giunge fino al muscolo, attraverso le sue ramificazioni tra-smette il segnale alle cellule muscolari; queste ultime, non ap-pena ricevono il segnale nervoso, si contraggono, così final-mente possiamo afferrare la matita.

Il processo appena descritto avviene istantaneamente e, quan-do l’oggetto da sollevare è leggero, comporta l’attivazione dipoche unità motorie.L’unità motoria è costituita da un singolo motoneurone spi-nale e dal gruppo di cellule muscolari che ricevono segnali dal-le ramificazioni del suo assone.Esistono muscoli formati da unità motorie molto grandi, cia-scuna composta da parecchie centinaia di cellule muscolari, emuscoli formati invece da unità motorie fatte di poche cellulemuscolari. Questa organizzazione consente di regolare la for-za che un muscolo può esercitare: se abbiamo bisogno di sol-levare un peso notevole, invieremo il segnale a tutte le unitàmotorie del muscolo interessato all’azione e svilupperemo quin-di la forza massima; diversamente verranno attivate solo alcu-ne unità motorie. Potremo sostenere un peso a lungo perchéle unità motorie impegnate si alterneranno con quelle inatti-ve. Quanto più numerose sono le unità motorie di un musco-lo tanto maggiore sarà la possibilità di regolarne la forza.

I motoneuroni e la SLA

Quando un motoneurone muore le cellule muscolari che fa-cevano parte della sua unità motoria, non ricevendo più im-pulsi, non sono più in grado di contrarsi (denervazione). Lestesse cellule muscolari denervate producono però alcune so-

Domande e risposte sulla SLA

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Come si prende una matita?

Che cos’è l’unità motoria?

A che cosa servono e come funzionano le unità motorie?

Perché i muscoli si indeboliscono?

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stanze che stimolano la crescita di ramificazioni negli assoni ap-partenenti ai motoneuroni superstiti. Tali ramificazioni fini-scono per stabilire nuovi contatti con le cellule muscolari de-nervate, che in tal modo possono riprendere a funzionare(reinnervazione).Questo processo di riparazione tende quindi a bilanciare il pro-cesso di denervazione, si verifica in tutti i pazienti e ovvia-mente è molto efficiente quando i motoneuroni morti sono po-chi e la malattia è all’inizio. La reinnervazione è un processo naturale che si svolge nei mu-scoli delle persone colpite da SLA opponendosi alla progres-sione della malattia. In alcuni casi il fenomeno è così efficaceche garantisce un recupero della forza e del ripristino di fun-zioni che sembravano irrimediabilmente perse.È molto importante che lei sappia che una moderata attivitàmuscolare o il movimento passivo dei muscoli più deboli fa-voriscono la produzione di quei fattori di crescita nervosa chestimolano la reinnervazione.

Un segnale dell’attività abnorme dell’unità motoria che può ac-compagnare sia le fasi di denervazione sia quelle di reinnerva-zione è costituito dalle cosiddette fascicolazioni, ovvero con-trazioni involontarie di piccoli gruppi di cellule muscolarigeneralmente appartenenti a una stessa unità motoria.Questi fenomeni non determinano movimento articolare e so-no generalmente percepiti od osservati come guizzi sotto la pel-le o della lingua; possono anche essere registrati durante l’e-lettromiografia (misurazione dell’elettricità nei muscoli). Alcunepersone hanno le fascicolazioni senza avere una malattia delmotoneurone.

Chi contrae la SLA

Generalmente si ammalano di SLA individui adulti di età su-periore ai 20 anni, di entrambi i sessi, con maggior frequenzadopo i 50 anni.In Italia si manifestano in media tre nuovi casi di SLA al giornoe si contano circa sei ammalati ogni 100.000 abitanti: questosignifica che nel nostro Paese ci sono più di 3.000 persone af-fette dalla malattia. La SLA è più frequente ma sicuramente me-no conosciuta di altre patologie (ad esempio interessa un nu-mero maggiore di casi rispetto alla Distrofia Muscolare).

Domande e risposte sulla SLA

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I muscoli possonorecuperare la forza?

Che cosa sono le fascicolazioni?

Quanti sono i malatidi SLA in Italia?

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La SLA familiare

La SLA è una malattia acquisita che si manifesta nell’età adul-ta e non è ereditaria.

Raramente (5-10% dei casi) nella stessa famiglia si possonoammalare più persone; quando ciò accade si parla di SLA fa-miliare, che può essere dovuta al caso, a una fattore ambien-tale o a un’alterazione genetica.Nel 1993 in alcune famiglie colpite da SLA familiare è statoaccertato che la mutazione di un gene può provocare la ma-lattia. Questa scoperta rappresenta un passo importante nelprogresso della conoscenza su questa patologia.

Il modo migliore per scoprire se una SLA è familiare è quellodi indagare la storia della famiglia in cui si manifesta. Se nellasua famiglia vi fossero stati altri casi potrebbe essere utile par-larne con un neurologo o con un genetista: un campione disangue potrebbe essere inviato in centri specializzati e analiz-zato per conoscere qualcosa in più sulla malattia.

Ipotesi sulle cause della SLA

Le cause della SLA sono ancora sconosciute. Sono state for-mulate molte ipotesi, e importanti studi hanno cominciato asvelare il mistero di questa patologia, tuttavia vari interrogati-vi rimangono tuttora senza risposta. È ormai accettato, comunque, che la SLA non è dovuta a unasingola causa. Si tratta invece di una malattia multifattoriale,determinata cioè dal concorso di più circostanze: si pensa, in-fatti, che una certa predisposizione genetica e diverse variabi-li ambientali debbano interagire. Le numerose ricerche in corso mirano a verificare alcune con-getture in particolare e a chiarire il ruolo di taluni fattori, chequi di seguito esporremo brevemente.

Eccesso di glutammatoIl glutammato è un aminoacido usato dalle cellule nervose co-me segnale chimico; quando il suo tasso è elevato ne deter-mina un’iperattività che può risultare nociva (eccito-tossicità). Esistono numerose conferme che un eccesso di glutammatogiochi un ruolo importante nella SLA.

Domande e risposte sulla SLA

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Che cos’è la SLA familiare?

La SLA è una malattia ereditaria?

È stata scoperta la causa della SLA?

Quali sono le ipotesisin qui formulate?

Che cos’èil glutammato?

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Alcune sostanze utilizzate nel trattamento della malattia, comeil Riluzolo, agiscono riducendo l’azione di questo composto.

Predisposizione geneticaLa scoperta della prima mutazione del gene per la SuperOssi-doDismutasi-1 (SOD1) in alcuni individui affetti da SLA fami-liare risale al 1993 e ha rilanciato la ricerca genetica sulla ma-lattia. A tutt’oggi sono state documentate più di 90 mutazionigeniche, nel 10-20% delle forme di SLA familiare e nel 2-3%delle forme sporadiche. La maggior parte delle forme familia-ri sono a trasmissione autosomica dominante ma anche reces-sive e legate al cromosoma X.Recentemente è stata individuata una nuova mutazione in unaforma cronica giovanile di malattia che determina il deficit diuna proteina denominata alsina che è importante nella strut-tura cellulare.

Carenza di fattori di crescita nervosaAlcune ricerche ipotizzano un difetto dei cosiddetti fattori dicrescita, chiamati anche fattori neurotrofici. Si tratta di so-stanze, prodotte naturalmente dal nostro organismo, che aiu-tano la crescita dei nervi e che facilitano i contatti tra i moto-neuroni e le cellule muscolari. Il loro ruolo è fondamentale nonsolo durante le fasi di sviluppo del sistema nervoso ma ancheper la normale sopravvivenza dei motoneuroni e nei processidi riparazione di eventuali danni (reinnervazione). La somministrazione di fattori di crescita nervosa è stata ten-tata come sperimentazione terapeutica nei pazienti con SLA:alcuni studi sembrano incoraggianti ma l’interpretazione dei ri-sultati è ancora controversa e nessun fattore di crescita è sta-to finora autorizzato per la cura di questa malattia.

Eccesso di anticorpiÈ un’altra delle ipotesi sulle quali si sono concentrati molti stu-di: i motoneuroni potrebbero essere il bersaglio di una reazio-ne abnorme del sistema immunitario del paziente. Sembra peròche solo in alcuni casi di MdM (non di SLA) vi siano segni diquesto fenomeno, con produzione di anticorpi contro i moto-neuroni (anticorpi anti-GM1, anticorpi anti-VGCC canali peril calcio). In presenza di tali sostanze sono state attuate conuna certa efficacia (tuttavia non nei casi di MdM) terapie confarmaci immunosoppressori o cicli di plasmaferesi (una meto-dica capace di filtrare il sangue allontanando gli anticorpi).

Domande e risposte sulla SLA

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Fattori tossico-ambientaliI numerosi studi fin qui condotti non hanno individuato parti-colari fattori di rischio ambientale per la SLA. In pratica, tutta-via, diversi elementi (alluminio, mercurio, piombo) o alcuni ve-leni possono danneggiare le cellule nervose e i motoneuroni. È stato inoltre ipotizzato che elevati livelli di esposizione a cer-ti pesticidi agricoli, in momenti specifici della vita, potrebberodeterminare una predisposizione alla malattia.

VirusL’ipotesi di una causa virale della SLA è stata testata per moltianni soprattutto per la similitudine con la poliomielite, ma nonè mai stato possibile isolare alcun tipo di virus. Recentementeè stata dimostrata la presenza di un enterovirus del tipo echo-virus-7 nel citoplasma dei motoneuroni spinali di pazienti de-ceduti per SLA. Questo risultato, seppur molto interessante,deve comunque essere confermato in altri laboratori e verifi-cato su un campione molto più esteso di pazienti e soprattut-to nel liquor di soggetti vivi.

È possibile prevenire la SLA?

La SLA non può essere prevenuta in alcun modo. I primi sin-tomi si manifestano probabilmente molto dopo che la malattiaha avuto inizio nell’organismo.Fino a quando non si conosceranno le cause della SLA non saràdunque possibile evitarne l’insorgenza: l’aria che respiriamo, ilcibo che mangiamo o lo stress non sono stati riconosciuti co-me fattori determinanti lo sviluppo di questa patologia.

I primi sintomi

Il primo sintomo della malattia è una progressiva perdita di for-za che può interessare tutti i movimenti volontari. Nella maggiorparte dei casi l’indebolimento riguarda prima i muscoli delle ma-ni o dei piedi e poi si estende agli altri muscoli del corpo. All’ini-zio può essere colpito un lato del corpo più dell’altro. La SLA puòmanifestarsi con difficoltà nel masticare, nell’ingoiare e nel parlare.Oltre alla debolezza, si possono avvertire rigidità (spasticità)e contrazioni muscolari involontarie, anche dolorose (crampi).Quando vengono danneggiati i muscoli respiratori, possono com-

Domande e risposte sulla SLA

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Qual è il primosintomo?

Si può evitarel’insorgere della SLA?

Quali sono i sintomiaccessori?

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parire affanno dopo sforzi seppur lievi e difficoltà nel tossire. Seprevalgono i disturbi della parola e le difficoltà di deglutizio-ne si parla di SLA bulbare. La regione bulbare del sistema ner-voso è localizzata tra il cervello e il midollo spinale. I primi stu-diosi di anatomia umana non ne conoscevano la funzione e lachiamarono così perché era molto simile a un bulbo di tulipa-no. Il termine SLA bulbare indica quindi che la malattia colpi-sce i motoneuroni localizzati nella regione bulbare del troncocerebrale, che controllano i muscoli della masticazione, delladeglutizione e della parola.

La diagnosi

La diagnosi di SLA è difficile: richiede diverse indagini medi-che e la valutazione clinica ripetuta nel tempo da parte di unneurologo esperto. Non esiste, infatti, un esame specifico checonsenta di accertare immediatamente e senza alcun dubbio lamalattia. Compito del medico di famiglia è quindi quello disospettare la SLA fin dai primi sintomi e di indirizzare subito ilpaziente al neurologo.

Spesso, al termine degli esami iniziali (si veda per questo la ta-bella ‘Indagini per il paziente con SLA. Prima della diagnosi’, apag. 38) sarà possibile solo formulare una diagnosi provviso-ria: saranno state escluse alcune patologie, ma per giungereal responso definitivo occorrerà aspettare e valutare l’anda-mento della malattia nel tempo (si veda per questo la tabella‘Indagini per il paziente con SLA. Dopo la diagnosi’, a pag. 39).L’incertezza, quindi, potrebbe protrarsi anche diversi mesi,con conseguenze pesanti sullo stato d’animo del malato. Se ladiagnosi che la riguarda fosse incerta o provvisoria, chieda nelfrattempo al suo neurologo di indicarle un collega esperto diSLA cui rivolgersi con la documentazione clinica per avere unsecondo parere.

Un rapporto medico-paziente basato su fiducia reciproca e sin-cerità nella comunicazione è la migliore arma per affrontare ilmomento della diagnosi. Se questo rapporto non esiste o è trop-po fragile per sopportare l’angoscia legata a una prognosi gra-ve la diagnosi non è comunicata al malato bensì ai suoi fami-liari, che ricevono la pesante responsabilità di accompagnarlonella conoscenza di una malattia misteriosa e senza nome.

Domande e risposte sulla SLA

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Che cos’è la SLA bulbare?

Esiste un esame specificoper diagnosticare

la SLA?

È normale che la diagnosi sia provvisoria?

È giusto comunicare la diagnosi al paziente?

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La progressione della malattia

La SLA in genere progredisce lentamente e, se ben curata, con-sente una qualità di vita accettabile. La gravità può variare molto da un paziente all’altro, perché di-versi possono essere i muscoli colpiti, la velocità del peggiora-mento e l’entità della paralisi. Nel singolo malato l’evoluzionepuò essere valutata solo attraverso il controllo neurologico pe-riodico (ogni due-tre mesi). Comunque è necessario essere mol-to cauti nelle previsioni.

In genere si osserva una progressiva perdita delle capacità dimovimento che può arrivare alla completa immobilità. Anchela masticazione, la deglutizione e la capacità di parlare posso-no essere compromesse.Gradualmente si manifesta nel soggetto la paralisi respirato-ria, cui si può ovviare solo ricorrendo alla ventilazione mec-canica.

Anche nelle fasi più avanzate la malattia colpisce soltanto il si-stema motorio e risparmia tutte le altre funzioni neurologiche. La SLA non compromette gli organi interni (il cuore, il fegato,i reni) né i cinque sensi (vista, udito, olfatto, gusto, tatto). So-no raramente toccati i muscoli che controllano i movimenti ocu-lari e quelli degli sfinteri esterni che trattengono le feci nell’in-testino e le urine nella vescica. Il pensiero, le attività mentali e le funzioni genitali sono pre-servati.

La cura

Al momento non esiste una terapia capace di guarire la SLA.Negli ultimi anni però le ricerche in questa direzione si sonomoltiplicate e la speranza di trovare presto un rimedio defini-tivo si è fatta più concreta.

Esistono comunque farmaci capaci di rallentare il progrediredella malattia. Esistono anche farmaci per ridurre i sintomi e au-sili per migliorare l’autonomia personale, il movimento, la co-municazione; è possibile intervenire per evitare la denutrizio-ne, per aiutare il paziente a respirare. Migliorare la qualità divita dei malati è dunque possibile.

Domande e risposte sulla SLA

20

Un decorso uguale in ogni paziente?

Quali sono lefunzioni neurologiche

compromesse dalla SLA?

E quali le funzionineurologicherisparmiate?

Esiste una terapia in grado di guarire

la SLA?

È possibile migliorarela qualità di vita

del paziente con SLA?

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Vivere con la SLA

La SLA è una malattia cronica che modifica profondamente lavita. Lei non potrà fronteggiarla da solo: avrà bisogno degli al-tri per muoversi, per mangiare, per comunicare, per respirare.Normalmente questi bisogni primari non pesano sulla relazio-ne tra persone adulte, sane e indipendenti. La SLA però comporta un cambiamento: la sua famiglia, gli ami-ci, i colleghi, i medici, lo psicologo, gli infermieri, il personaled’assistenza possono diventare risorse preziose per aiutarla asuperare gli ostacoli che la malattia comporta. Insieme agli altri le sarà più facile trovare le cure e gli ausilicapaci di ridurre i sintomi e di farle conservare la maggiore au-tonomia possibile.

Purtroppo nel nostro Paese l’offerta di cure appropriate è an-cora largamente insufficiente: i pazienti con SLA che riesconoa usufruirne sono infatti una minoranza. Troppo spesso, dopo la diagnosi, prevale un clima di sfiducia-to disimpegno e di rinuncia terapeutica. I pazienti e i loro fa-miliari sono poco e male informati; non conoscendo la malat-tia non possono quindi contrastarne gli effetti negativi. Alcunimedici, che pure conoscono la SLA, sembrano ignorare l’esi-stenza di concrete possibilità di cura.

D’altra parte va detto che intervenire in modo appropriato etempestivo è molto difficile: non basta la buona volontà. So-no necessarie competenze specifiche e diverse che solo ungruppo di lavoro può garantire. L’équipe può essere costitui-ta dal medico di base, dal neurologo e dal personale d’assi-stenza, o arrivare a comprendere neurologo, neurofisiologo,fisiatra, pneumologo, rianimatore, gastroenterologo, psicolo-go, dietista, ortofonista, fisioterapista, fisioterapista esperto inausili, infermieri particolarmente formati, assistente sociale.Comunque gli interventi dei vari specialisti dovrebbero esse-re coordinati da un unico medico curante (in genere il medi-co di base o il neurologo) e il paziente dovrebbe (come nel ca-so di tutte le malattie croniche) poter essere assistito pressola propria abitazione.In Italia gruppi di lavoro di questo tipo sono purtroppo rari. Illoro esempio dimostra tuttavia che è possibile agire sulla ma-lattia e migliorare la qualità di vita di chi ne è colpito e dei suoifamiliari.

Domande e risposte sulla SLA

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Da soli o insieme? ⇒

Perché vale la penanon arrendersi?

Con chi affrontare la malattia?

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Quanto accennato richiede progetti finalizzati a rimuovere osta-coli culturali e strutturali quali la separazione tra servizi ospe-dalieri e servizi per le cure domiciliari o la tendenza a insegui-re risposte miracolose lontano da casa.

In ogni caso una maggiore conoscenza della SLA e delle sueproblematiche socioassistenziali rappresenta il primo passo pertutelare il diritto alla cura del malato. Come pubblicato sul Sup-plemento ordinario alla “Gazzetta Ufficiale” n. 226 del25/9/1999, “i soggetti affetti da pluripatologie che abbianodeterminato grave e irreversibile compromissione di più orga-ni e apparati”, tra cui rientrano i pazienti con SLA (gruppo ri-conosciuto con cod. 049), sono esenti dal pagamento del ticket.Se nella sua Provincia non esistesse ancora un progetto fina-lizzato alla cura della SLA, potrebbe essere lei, insieme ad altrimalati e familiari, a muoversi affinché venga predisposto.

L’AISLA

Nel 1983 si è costituita l’Associazione Italiana per la SclerosiLaterale Amiotrofica (AISLA), con le seguenti finalità:• promuovere la tutela, l’assistenza e le cure ai malati di SLA,

garantendone la dignità personale per una migliore qualitàdi vita;

• diffondere nell’opinione pubblica la conoscenza delle pro-blematiche connesse alla SLA;

• richiedere alle autorità competenti gli interventi necessari agarantire i diritti dei malati;

• informare i pazienti e i loro familiari sulla malattia, sulle pos-sibilità di cura e di assistenza;

• favorire la formazione di gruppi di supporto ai malati e alleloro famiglie;

• promuovere la ricerca scientifica sulla SLA;• organizzare la raccolta e l’elaborazione di dati epidemiolo-

gici su base regionale e nazionale;• stabilire e mantenere rapporti con analoghe associazioni

internazionali.

L’AISLA comprende un Consiglio Nazionale e un certo nume-ro di sezioni locali. Presso la sede nazionale dell’Associazioneè possibile ricevere aiuto e informazioni sulla malattia o sullasezione locale più vicina alla quale rivolgersi.

Domande e risposte sulla SLA

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Le problematichesocioassistenzialilegate alla SLA

Quali sono le finalitàdell’AISLA?

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SINTOMI E RIMEDI

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Sintomi e rimedi

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Un’avvertenza dovuta

Questa seconda parte del manuale non vuole essere una gui-da al ‘fai da te’ o all’automedicazione, ma solo facilitare il dia-logo con il suo medico curante, che dovrebbe essere espertonella cura della SLA. A lui potrà rivolgersi per ottenere consigli,chiarimenti e indicazioni più precise in relazione al nome deifarmaci dei quali abbiamo indicato i rispettivi principi attivi.

Leggere i paragrafi che seguono potrà generare in lei preoc-cupazione e apprensione o addirittura suggestionarla, indu-cendola a interpretare come un principio di SLA fenomeni chenulla hanno a che fare con la malattia. Degli argomenti trattati, prenda in considerazione ciò che le in-teressa e sorvoli sul resto, anche se non sarà facile. Lei non pre-senterà tutti i sintomi menzionati. Alcuni, come la debolezza, do-vranno purtroppo essere accettati, ma molti (ad esempio ladepressione, l’insonnia, i crampi muscolari o i dolori) potranno,invece, essere prevenuti, alleviati, curati con opportune terapie.

I sintomi e come curarli

Crampi / Spasmi / SpasticitàUn crampo muscolare è un’improvvisa e dolorosa contrazionemuscolare involontaria (non sotto il suo controllo) che inte-ressa in genere un singolo muscolo. Quando il fenomeno riguarda contemporaneamente molti mu-scoli degli arti o del tronco si parla di spasmo.

Crampi e spasmi possono comparire improvvisamente, du-rante il movimento, a riposo o anche durante il sonno. Tutti imuscoli possono essere colpiti: braccia, gambe, tronco, schie-na, addome, mascella, gola. In alcuni casi questi appaiono ri-gidi, quasi si oppongono al movimento e tendono a fissare learticolazioni in determinate posizioni. Quando si verifica un crampo, noterà una visibile contrazione eun indurimento nei suoi muscoli, la mano o il piede potranno as-sumere una posizione anomala e dolorosa per tutta la durata delcrampo. Se queste contrazioni (che sono determinate dalla su-perattività dei motoneuroni superstiti) diventano frequenti e pro-lungate possono interferire con il movimento; se compaiono du-rante il sonno possono svegliarla e impedirle di riposare.

Che cosa sono crampi e spasmi?

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La spasticità (rigidità muscolare) è un altro fenomeno tipicodella SLA: i muscoli appaiono contratti e si oppongono all’al-lungamento; le articolazioni tendono a fissarsi in alcune posi-zioni e ciò può causare dolori articolari e artrosi. La spasticità èpiù evidente quando la perdita dei motoneuroni corticali pre-vale su quella dei motoneuroni spinali.

Lei può ridurre la frequenza dei crampi e ottenere sollievo daesercizi di stretching e prendendo l’abitudine di assumere be-vande reintegranti le perdite d’acqua e di sali (sono le stesseusate dagli atleti). Se i crampi la disturbano molto, il suo me-dico potrebbe prescriverle farmaci miorilassanti [SOLFATO DI CHI-NINO, DANTROLENE, BENZODIAZEPINE].Contro la spasticità e le sue conseguenze articolari è bene agi-re con la chinesiterapia e le ortesi. Se necessario, il suo medi-co potrà prescriverle anche farmaci antispastici [GABAPENTIN; BA-CLOFEN, DANTROLENE, TIZANIDINA].In qualche raro caso la spasticità può essere resistente anche aquesti farmaci ed essere fonte di dolori molto intensi o fissaregli arti in posizioni che ostacolano, ad esempio, l’igiene e la cu-ra della persona. Può essere necessario ricorrere all’uso dellaTOSSINA BOTULINICA: iniettata nei muscoli contratti ne determi-na la paralisi eliminando la spasticità. L’azione della tossina siprotrae per un periodo di alcuni mesi.Sappia comunque che i crampi, gli spasmi e la rigidità musco-lare sono generalmente un fenomeno temporaneo e tendonospontaneamente a scomparire nel corso della malattia.

Tremore della mandibolaPotrebbe aver notato un tremore involontario della mandibo-la, magari dopo uno sbadiglio, o mentre parla o mastica. Si trat-ta di una forma di spasticità, legata alla sofferenza dei moto-neuroni corticali. Se questa condizione si ripete spesso e diventa fastidiosa, il me-dico potrà consigliarle dei trattamenti per ridurre o far cessareil fenomeno [GABAPENTIN; BACLOFEN, DANTROLENE, TIZANIDINA].

StanchezzaStanchezza muscolare generalizzata e spossatezza sono sinto-mi comuni nella SLA. Quando un motoneurone muore, quelliche sopravvivono tentano di compensare la perdita lavorandodi più: l’attività di una singola cellula nervosa può aumentareanche di 100 volte. In alcuni momenti lei potrà fare determi-

Sintomi e rimedi

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Che cosa si intendeper spasticità?

Come alleviarecrampi e spasmi?

Come ridurre la spasticità?

Perché si verifica e come si manifesta?

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nate cose in modo del tutto normale (ad esempio salire le sca-le); in altri, a causa della fatica eccessiva cui i motoneuroni su-perstiti sono costretti, non ci riuscirà. In seguito a un impegnofisico considerevole, alla fine della giornata lei potrà sentirsiesausto e probabilmente ne avvertirà le conseguenze anche ilgiorno dopo.

Graduare gli sforzi non è facile e richiede un cambiamento del-le proprie abitudini, ma è importante che lei impari a muover-si più lentamente, a riposare e a rilassarsi.Recentemente è stato segnalato un effetto positivo della CREA-TINA nell’aumentare la forza massima muscolare e ridurre l’affa-ticabilità ma ulteriori sperimentazioni sono in corso: il miglior trat-tamento rimane una preparazione fisica costante e programmatache mantenga in attività i motoneuroni, i muscoli, le articola-zioni ed eviti l’esaurimento delle forze residue. Lei dovrà perciòcercare di imitare il maratoneta: ma se questi, con l’allenamen-to, aumenterà gradualmente il carico del lavoro, lei dovrà al con-trario gradualmente ridurlo per ottenere così le migliori presta-zioni. Se non è mai stato uno sportivo, chieda al fisioterapista diaiutarla a trovare il giusto equilibrio tra attività fisica e riposo,inserendo semplici esercizi nelle sue abitudini quotidiane.

Urgenza urinariaLe può essere capitato di avere difficoltà nel trattenere le uri-ne. Questo problema può essere dovuto a diversi fattori: ri-dotto controllo della muscolatura vescicale, difficoltà di movi-mento (che le impediscono di raggiungere il bagno e disistemarsi in tempo utile), infezione delle vie urinarie. Ne parli al suo medico, affinché possa trattare con antibioticiun’eventuale infezione urinaria o prescriverle delle terapie [OXI-BUTININA; AMITRIPTILINA] che possono aiutarla a trattenere più alungo le urine.

Gonfiore di mani e piediIn condizioni normali il sangue ritorna al cuore attraverso l’a-zione di pompa dei muscoli; nel caso di paralisi o debolezza del-le gambe, la pompa muscolare non riesce più a riportare il san-gue verso l’alto. Ciò può provocare gonfiore ai piedi (speciese la debolezza delle gambe la costringe a rimanere seduto alungo) o alle dita delle mani (se l’arto è paralizzato). Per ridurre il gonfiore, è necessario sollevare le braccia o legambe al di sopra del livello del cuore.

Sintomi e rimedi

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Esistono terapie per evitare

la spossatezza?

Perché si verifica? ⇒

Che cosa fare? ⇒

Perché si verifica? ⇒

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Esistono anche delle calze elastiche che possono ridurre laquantità di liquido che si accumula per gravità nelle gambe. Se il gonfiore è dolente e non accenna a diminuire, ne parlisubito con il suo medico: potrebbe trattarsi di un’infiammazio-ne delle vene (flebite) trattabile con cure specifiche.

Difficoltà di deglutizioneSe ha disturbi di questa natura ne parli con il suo medico e ri-cordi questi tre suggerimenti (si veda anche il vol. 4):• piegare la testa in avanti abbassando il mento verso il tora-

ce durante la deglutizione;• deglutire due o tre volte ad ogni boccone;• bere servendosi di una cannuccia.

Perdita di saliva Potrebbe aver notato un aumento anomalo di saliva tendentea colare dalle labbra (scialorrea), o difficile da deglutire al pun-to di ‘andarle di traverso’ provocandole un senso di soffoca-mento e tosse. Di norma, nell’arco della giornata appositeghiandole producono una grande quantità di saliva (circa un li-tro e mezzo), continuamente ingoiata in maniera automatica,per proteggere la bocca e per favorire la digestione dei cibi.L’accumulo eccessivo della saliva – soprattutto prima e duran-te i pasti, o nei momenti di ansia, quando cioè si verifica abi-tualmente un fenomeno di iperproduzione – è dovuto alla suafaticosa e ridotta deglutizione.

Se la saliva è divenuta sovrabbondante, potrà ricorrere a far-maci – che il suo medico saprà consigliarle [AMITRIPTILINA; OXI-BUTININA; cerotti di SCOPOLAMINA] – in grado di ridurne la com-ponente acquosa; se in seguito a questi trattamenti la salivadovesse di contro diventare filante e fastidiosa, potrebbe esse-re necessario utilizzare degli umidificatori ambientali, modifi-care la dose del farmaco, o sostituirlo con altri che diminuisca-no la componente proteica mucosa [ACETILCISTEINA,GUAIFENESINA].

StitichezzaQuesto sintomo può essere tra i più fastidiosi della SLA. Puòdeterminare dolore addominale, nausea, ansietà e angoscia;le feci possono essere dure e la defecazione risultare stentatao dolorosa. La stitichezza s’instaura lentamente, e può esseresostenuta da errate abitudini alimentari. Si manifesta con un

Sintomi e rimedi

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Che cosa fare? ⇒

Alcuni suggerimenti ⇒

Che cosa fare? ⇒

Che cos’è la scialorrea?

Che cosa provoca e come si manifesta?

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progressivo rallentamento nella frequenza delle evacuazioni ri-spetto alle sue abitudini. Le cause comprendono: la ridotta assunzione di liquidi, la die-ta povera di fibre, la diminuita attività fisica, la debolezza deimuscoli addominali, l’utilizzo di farmaci per ridurre la saliva-zione o il dolore, la presenza di tappi di feci (fecalomi) che pos-sono bloccare il transito intestinale.

Il primo rimedio deve essere una dieta mirata: si assicuri di bereogni giorno almeno un litro e mezzo tra acqua e bevande (evitiil tè, che favorisce la stitichezza); aggiunga frutta, verdura e yo-gurt alla sua alimentazione quotidiana. La ‘medicina naturale’ puòesserle d’aiuto: tisane, succo di prugne, polpa di mele, crusca. Se questo non bastasse potrebbe aver bisogno di clisteri unao due volte la settimana. Nel caso in cui la stitichezza fosse l’effetto collaterale di farmaciutilizzati per diminuire la salivazione o per attenuare il dolore,il suo medico, dopo un’attenta valutazione, potrebbe consi-gliarle di ridurre le dosi dei medicinali o di eliminare tempo-raneamente le terapie controindicate. Quando invece sussista-no fecalomi, la cui presenza può essere svelata da unaradiografia, questi vanno rimossi da personale esperto.

Difficoltà di respiroSe lei avesse difficoltà di respirazione, chieda al suo medicoinformazioni a riguardo. Le anticipo comunque tre suggerimentiche potrebbero aiutarla:• ricercare la posizione che più facilita il respiro (generalmen-

te si respira meglio stando seduti o in piedi);• evitare pasti troppo abbondanti;• provare a dormire semiseduto.

Congestione nasale / Orecchie otturateSe lei avverte il naso chiuso, specialmente di notte, ciò puòessere dovuto alla debolezza dei muscoli che normalmente in-nalzano le narici e aprono le vie aeree. Inoltre questi muscolipossono non mantenere più il tono delle tube di Eustachio, checonnettono la bocca e i canali uditivi, provocando l’otturazio-ne anche delle orecchie.

Per favorire la respirazione nasale può provare appositi cerot-ti, utilizzati anche dagli atleti. Eviti di portare occhiali pesanti,che possono comprimere le narici. Anche gli spray nasali an-

Sintomi e rimedi

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Perché si verifica? ⇒

Che cosa fare? ⇒

Alcuni suggerimenti ⇒

Perché si verificanoquesti sintomi?

Che cosa fare? ⇒

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tistaminici/decongestionanti possono dare sollievo, facilitan-do la respirazione nasale (quella effettuata attraverso la boccapuò provocare secchezza e irritazione della gola).

Disturbi del sonnoSe lei soffre di insonnia (disordine dell’inizio e del mantenimentodel sonno) è estremamente importante comprenderne le cau-se, prima di mascherare il sintomo con i farmaci. Molti sono ifattori che possono determinare la difficoltà ad addormentar-si e i frequenti risvegli. Ne parli con il suo medico, che cercheràdi individuarne la ragione e le suggerirà il rimedio più adatto. Talvolta l’insonnia può essere sostenuta da crampi, spasmi omovimenti periodici delle gambe. Se vi sono risvegli con affanno o apnee notturne possiamo tro-varci di fronte a una insufficienza respiratoria; in questo casoal mattino si potranno avvertire anche cefalea, difficoltà di con-centrazione, sensazione di stordimento o sonnolenza duran-te il giorno. Se si sospetta una causa respiratoria la confermapuò venire da una semplice ossimetria notturna (misurazio-ne dell’ossigeno arterioso durante la notte attraverso un sen-sore appoggiato su un dito). Può essere necessario sottopor-si a una polisonnografia (registrazione dell’attività elettricacerebrale, cardiaca e respiratoria durante le varie fasi del son-no notturno).

Alcuni semplici accorgimenti possono intanto migliorare la re-spirazione notturna: alzare la testiera del letto (se ortopedico)o aumentare il numero dei cuscini, adottare una posizioneconfortevole, mantenerne una semiseduta piuttosto che supi-na (sdraiati sulla schiena), garantire una buona respirazione na-sale, evitare l’assunzione di alcolici e sedativi. Quando queste misure non sono sufficienti, un sostanziale be-neficio può essere ottenuto con l’uso di una ventilazione disupporto.Se l’insonnia è invece causata da ansietà e depressione, mani-festatesi ad esempio poco dopo la diagnosi, un blando tran-quillante o un antidepressivo dovrebbero migliorare il suo di-sturbo.

Problemi di comunicazioneRicordi tre semplici accorgimenti (si veda anche il vol. 4):• parlare lentamente;• scandire le singole parole o le singole lettere;

Sintomi e rimedi

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Una sola causa? ⇒

Come accertare se si tratta

di insufficienzarespiratoria?

Come migliorare la respirazione

notturna?

Alcuni suggerimenti ⇒

Contro l’insonnia da ansietà

e depressione

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• utilizzare un mezzo di comunicazione diverso dalla voce (adesempio la scrittura, un codice fatto di segni…); non rinun-ci e non si demoralizzi.

Incontinenza emotivaLe può essere capitato di avere difficoltà nel controllare le emo-zioni, di piangere facilmente (magari senza motivo alcuno) o diridere in momenti inopportuni. Questi fenomeni sono definitiincontinenza emotiva e si pensa siano dovuti alla perdita delcontrollo volontario dei muscoli facciali e respiratori coinvoltinel riso e nel pianto.Se le manifestazioni sopra esposte tendono a ripetersi in modoper lei imbarazzante, ne discuta con il suo medico, che saprà in-dicarle il farmaco adatto [FLUOXETINA; SALI DI LITIO; AMITRIPTILINA].

Depressione / AnsietàLa comparsa di una reazione depressiva è frequente dopo averricevuto la diagnosi di SLA. Alcuni dei sintomi comprendonotristezza quotidiana, perdita di interesse per amici e hobby, ir-ritabilità e collera, problemi di appetito e disturbi del sonno.Ne discuta con il suo medico e richieda di poter iniziare una te-rapia. Pochi mesi di trattamento antidepressivo appropriatol’aiuteranno a superare questa fase difficile: la malattia le sem-brerà più accettabile man mano che aumenterà la capacità difronteggiarne i sintomi.

La sperimentazione terapeutica

La sperimentazione terapeutica è quell’insieme di procedureper stabilire se una terapia può guarire o rallentare l’evoluzio-ne di una malattia.Nel caso di patologie croniche come la SLA, caratterizzate dauna grande variabilità di decorso e di gravità, la sperimenta-zione terapeutica richiede la partecipazione di un numeroelevato di soggetti (molte centinaia). È richiesta loro una col-laborazione, per un periodo di circa 1-2 anni, che prevede con-trolli periodici comprendenti vari esami e questionari.

Sostanze ad azione antieccitotossicaRILUZOLO • Questa molecola, antagonista del glutammato, ècontenuta nell’unico farmaco al momento approvato per la cu-ra della SLA. Studi preclinici hanno provato che il Riluzolo pro-tegge i motoneuroni dalla degenerazione e dalla morte.

Sintomi e rimedi

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Come si manifesta e perché si verifica?

Esistono farmaci per ridurre questo

sintomo?

Quando e come si manifestano?

Esistono terapie idonee?

Che cos’è la sperimentazione

terapeutica?

Che cos’è il Riluzolo?

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Nella SLA la sua efficacia è stata dimostrata da una ricerca con-dotta a livello mondiale in oltre mille pazienti: i malati sotto-posti a questa terapia vivevano più a lungo rispetto a quelli cheavevano assunto il placebo (una sostanza inattiva). Il Riluzolo si assume per bocca, in compresse, due volte al gior-no. Generalmente è ben tollerato; talvolta gli effetti indeside-rati si limitano a un’affaticamento generale e a problemi di sto-maco (nausea e vomito). Perciò è preferibile iniziare la cura conbasso dosaggio assumendo le compresse durante i pasti. Durante i primi tre mesi di trattamento il suo medico le faràeseguire degli esami del sangue, necessari perché in rari casipossono verificarsi alterazioni del fegato.Il farmaco (circa 500 € al mese) in Italia non può essere ac-quistato in farmacia; è fornito gratuitamente in ospedale (di-stribuzione in fascia H a carico del Servizio Sanitario Naziona-le) e per averlo dovrà rivolgersi a un neurologo ospedaliero.

GABAPENTIN • Agisce riducendo l’azione del glutammato ed èstato sperimentato nei pazienti con SLA con risultati contra-stanti. Uno studio americano non ha evidenziato benefici suldecorso della malattia. Il Gabapentin è già approvato per la cu-ra dell’epilessia. Nel paziente con SLA può essere utilizzato comesintomatico nel trattamento dei dolori e della spasticità. I più fre-quenti effetti collaterali sono la sonnolenza e la spossatezza.

CELECOXIB • È un inibitore degli enzimi Cox 2 con un’azione neu-roprotettiva sul danno eccitotossico del motoneurone. Sono at-tualmente in corso trials clinici per verificare l’effetto sui pazienti inUSA.

MINOCICLINA • È un antibiotico che ha dimostrato una significa-tiva efficacia nel prolungare il decorso della malattia nei modellisperimentali. Attualmente è in corso un trial multicentrico ameri-cano e sii sta organizzando un trial europeo.

TOPIRAMATO • È un farmaco antiepilettico con azione antiglu-tammatergica. È stato interrotto il trial multicentrico americano pereffetti collaterali importanti.

CREATINA • Si è dimostrata efficace nell’aumentare la forza mu-scolare in pazienti con diverse malattie neuromuscolari e svolgeun’azione neuroprotettiva nel modello sperimentale di SLA. Sonoin corso studi per verificarne l’efficacia in pazienti con SLA.

Sintomi e rimedi

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Come si assume?Ci sono effetti

collaterali?

Quanto costa? ⇒

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Fattori di crescitaIGF-1 (MYOTROPHIN) • Questo fattore di crescita nervosaè stato oggetto di due sperimentazioni su malati di SLA. Laprima, nel Nord America, ha evidenziato che i pazienti intrattamento con IGF-1 presentavano un rallentamento del-la progressione della malattia rispetto a quelli trattati conplacebo. La seconda, condotta in Europa, non ha riportatorisultati conclusivi; è stata valutata la necessità di un terzociclo di sperimentazione.Uno studio è stato successivamente condotto in Giapponema non se ne conoscono i risultati. L’IGF-1 viene sommini-strato sottocute (come l’insulina nel paziente diabetico) duevolte al giorno; gli effetti collaterali più frequenti sono: ros-sore, dolore e gonfiore nella sede d’iniezione.

SR 57746A (XALIPRODEN) • Questo nuovo farmaco po-trebbe agire aumentando l’effetto del fattore di crescita ner-vosa e facilitando i processi di reinnervazione.I risultati di uno studio multicentrico condotto in Europa enegli USA non ha mostrato alcun effetto positivo aggiunti-vo a quello del Riluzolo.

BDNF (BRAIN DERIVED NEUROTROPHIC FACTOR) • Que-sto fattore di crescita nervosa (fattore neurotrofico di deri-vazione cerebrale) è stato sperimentato in due studi clinicisulla SLA. Il primo ha mostrato (malati trattati con BDNF pervia sottocutanea) un rallentamento nella perdita delle fun-zioni respiratorie.Il secondo, che prevedeva sempre l’inoculazione del farma-co per via sottocutanea, non ha mostrato una significativadifferenza nella sopravvivenza dei pazienti dopo nove me-si di terapia rispetto a quelli che avevano ricevuto il place-bo, e nemmeno significative differenze nella funzione re-spiratoria dopo sei mesi di trattamento.Altri due studi sono stati recentemente condotti, uno consomministrazione sottocutanea e l’altro per via intratecale,ma i risultati non sono ancora noti.

CNTF (CILIARY NEUROTROPHIC FACTOR) • È efficace sull’ani-male ma inefficace e con effetti collaterali importanti nell’uo-mo somministrato per via sistemica. Questi effetti collateralierano notevolmente ridotti dalla somministrazione intrateca-le, ma senza effetti sul decorso della malattia.

Sintomi e rimedi

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Quante e qualisperimentazioni?

Quante e qualisperimentazioni?

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GDNF (GLIAL CELL-LINE DERIVED NEUROTROPHIC FACTOR) •Nel corso di studi preclinici sugli animali – somministrato local-mente nei nervi, iniettato a livello sottocutaneo o direttamen-te nel liquido cerebrospinale – ha mostrato di proteggere i mo-toneuroni da una progressiva degenerazione.Somministrato per via intracerebroventricolare non ha mo-strato alcun beneficio. Le sperimentazioni nella SLA sono statepertanto sospese.

Prospettive future

Cellule staminaliIl trapianto di cellule staminali consiste nel trasferimento dicellule staminali, cioè cellule ancora in grado di differenziar-si in diversi tessuti. Queste cellule possono essere prelevatedal midollo osseo dello stesso soggetto o da embrioni o feti.Molti studi si stanno conducendo anche sul sistema nervoso(midollo spinale e cervello) in animali da esperimento con buo-ni risultati sulla rigenerazione delle cellule nervose malate indifferenti patologie del SNC sia di tipo focale sia degenerati-vo. Nell’ uomo risultati promettenti sono stati ottenuti nelmorbo di Parkinson, nella Corea di Huntington, nelle lesioniischemiche.

Questo tipo di sperimentazione quindi sembra aprire spiraglidi cura anche per la SLA. Il trasferimento all’uomo di questotipo di sperimentazione, tuttavia, solleva alcune perplessitàriguardanti i possibili effetti collaterali non completamenteprevedibili. Tra questi ultimi, la possibilità che le cellule sta-minali, molto mobili, migrino nei tessuti sbagliati o sviluppi-no tumori. Non si sa, inoltre, se queste cellule possano sca-tenare reazioni autoimmuni dei tessuti in cui sono statetrapiantate determinando un’autoaggressione.

Terapia genicaConsiste nell’inoculare dei vettori, generalmente virali (ade-novirus o retrovirus), affinché infettando le cellule nervose,possano trasferire loro i geni di fattori trofici diventando es-se stesse in grado di produrre queste molecole. Anche per laterapia genica il trasferimento all’uomo solleva molti quesitietici e perplessità riguardanti i possibili effetti collaterali, noncompletamente prevedibili.

Sintomi e rimedi

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Sintomi e rimedi

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Riabilitazione e ausili

Che l’ammalato di SLA non possa essere riabilitato è un luogocomune da superare; ingenera sfiducia e un clima di rinunciaterapeutica che aumentano la sofferenza del paziente.Certamente il termine ‘riabilitazione’, inteso come recuperodelle normali funzioni dell’organismo, mal si adatta a chi ècolpito da questa patologia. L’irreversibile progredire della de-bolezza muscolare rende vani, infatti, interventi che mirino a ri-cuperare l’originaria funzionalità degli arti. Per comprendere il senso dell’intervento riabilitativo nella SLAva ricordato il significato della parola ‘abilità’, cioè la capacitàdi usare strumenti: l’homo abilis è l’uomo che inizia proprio ausare strumenti. La disabilità, dunque, non è l’incapacità di svol-gere una determinata azione (bere, aprire la porta) ma di usa-re strumenti (il bicchiere, la maniglia). Riabilitare il paziente con SLA è possibile se forniamo alla per-sona disabile nuovi strumenti e la addestriamo a servirsene insostituzione di quelli che la malattia gli ha tolto. Esistono ausi-li idonei per ovviare ai problemi motori (ortesi, utensili modi-ficati, ausili per il movimento e per il controllo dell’ambientedomestico) e alla difficoltà di comunicazione verbale (tabellealfabetiche, sistemi di videoscrittura, sintetizzatori vocali). La riabilitazione presuppone l’accettazione del deficit, la vo-lontà di lottare contro la disabilità, di ridurre la dipendenza delmalato e di migliorarne la qualità di vita.

È necessario personalizzare la riabilitazione, individuare i biso-gni più significativi nel singolo caso, agire precocemente preve-dendo anche il tempo necessario all’addestramento, verificarel’efficacia dell’intervento nel tempo e adeguare gli ausili al cam-biamento delle possibilità funzionali residue (si veda il vol. 3). L’ambiente domestico e il posto di lavoro sono ovviamente i luo-ghi dove andrebbe calibrata qualunque azione riabilitativa, chedovrebbe comunque sempre prevedere la formazione e la col-laborazione di familiari, amici, volontari.

La chinesiterapiaLa chinesiterapia (curare attraverso il movimento) è un insie-me di metodiche (ad esempio ginnastica attiva e passiva) chesi propongono di mantenere mobili le articolazioni ed elastici itendini e i muscoli (si veda il vol. 3). Le tecniche variano in fun-zione delle condizioni del paziente, delle sue capacità di movi-

Che cosa vuol dire‘riabilitazione’?

Con quali strumentiriabilitare?

Che cos’è la chinesiterapia?

Come riabilitare? ⇒

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Sintomi e rimedi

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mento, del tipo di danno neurologico subito. È compito del me-dico fisiatra stabilire il piano di trattamento messo poi in attodal fisioterapista.

Nel caso della SLA l’obiettivo della chinesiterapia non è il re-cupero di una funzione normale ma la conservazione di unacerta autonomia nei movimenti e la prevenzione delle compli-cazioni della ridotta mobilità. È molto importante che il movi-mento di tutte le articolazioni entri a far parte delle abitudiniquotidiane del paziente in ogni fase della malattia. In poche se-dute, le opportune manovre di mobilizzazione possono esserefacilmente apprese dal paziente e dai suoi familiari (chinesite-rapia didattica), che potranno quindi ripeterle quotidianamen-te senza dover dipendere dal quasi sempre insufficiente perso-nale dei servizi di riabilitazione. Se la sua mobilità ènotevolmente ridotta è necessario che il fisioterapista insegniai suoi familiari e a chi l’assiste gli accorgimenti e le manovreche consentono di trasferirla con sicurezza.

La medicina alternativaTrattamenti non convenzionali quali l’omeopatia, l’agopuntu-ra, lo shiatzu, la chiropratica, le tecniche di visualizzazione pos-sono giocare un ruolo importante nella cura della SLA. Pro-fessionisti della medicina alternativa sono in grado talvolta difornire un contributo importante al miglioramento della qua-lità di vita. Diffidi comunque di chi le promette risultati mira-colosi, l’eliminazione dei sintomi o addirittura la guarigione.

Conclusione

Sappiamo ancora molto poco della SLA, tuttavia negli ultimianni le conoscenze sono progredite, nuovi trattamenti speri-mentati e resi disponibili. Con l’aiuto di nuovi farmaci si puòoggi sperare di vivere a lungo mantenendo una buona qualitàdi vita. Il clima di rassegnazione e abbandono che un tempocircondava i pazienti si è tramutato, in molte realtà, in impe-gno nella ricerca e in fiducia nella possibilità di vivere in ma-niera accettabile nonostante la malattia. Un sensibile contributo a questa inversione di rotta nel tratta-mento dei pazienti con SLA è stato offerto dal neurologo For-bes Norris, direttore del Centro Ricerca SLA di San Franciscoe, fino alla sua scomparsa avvenuta nel 1993, considerato

Perché è utile al paziente con SLA?

Come porsi neiconfronti di terapienon convenzionali?

Impegno e fiducia ⇒

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Sintomi e rimedi

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una delle massime autorità in materia. Per primo egli ha ac-cettato la sfida di questa terribile patologia e ci ha trasmessoun decalogo ancora attuale, cui possiamo utilmente ispirarci.

1. Non lasciare nulla di intentatoLa diagnosi deve essere formulata da esperti e confermata indipendentemente. Ladiagnosi è solo clinica e mancano esami specifici.2. Coltivare sempre la speranza Anche se altre diagnosi sembrano improbabili, la speranza in una prognosi mi-gliore deve essere mantenuta. La SLA potrebbe fermarsi e comportarsi come al-tre malattie del motoneurone meno maligne.3. Questa è una malattia della famiglia Tutta la famiglia deve essere coinvolta non appena la diagnosi sia confermata, per-ché molto del carico sarà sui familiari oltre che sul paziente.4. Un intervento precoce per migliorare i sintomiMolti sintomi della SLA possono essere migliorati con semplici trattamenti. Ne-gare questi interventi oltre che fornire un cattivo servizio è immorale. Evitate chesi sovrappongano ulteriori problemi curabili in una condizione già difficile.5. Lei non è abbandonato e soloLa partecipazione più precoce possibile a sperimentazioni cliniche conferma rea-listicamente che il paziente non è solo e abbandonato ma un vasto gruppo di ri-cercatori in tutto il mondo sta lavorando per combattere questa malattia.6. Non c’è posto migliore della casaNella maggior parte dei casi la cura domiciliare è la migliore. Brevi ricoveri in ospe-dale possono essere utili per i trattamenti più impegnativi ma è consigliabile lapresenza di un familiare.7. Un paziente informato è un paziente più attivoMantenere il malato informato è un dovere verso la sua persona e la sua intelli-genza. La decisione del paziente va sempre rispettata. Le decisioni difficili vannodiscusse apertamente e precocemente senza falsi pregiudizi prima che si rendanoclinicamente necessarie. La decisione del malato di rifiutare le terapie tradiziona-li e sperimentali e di rivolgersi alla ‘terapia alternativa’ non deve ridurre l’atten-zione degli operatori sanitari.8. Il malato è in carico alla malattiaNon dimenticate mai che il paziente è in carico alla malattia e l’équipe medica eparamedica serve solo ad aiutare il paziente e i suoi familiari ad affrontarla nel mi-gliore dei modi.9. Mantenere le finanze familiari e la casaUguale attenzione deve essere riposta al mantenimento delle finanze familiari edella casa, soprattutto se il paziente è la principale fonte di sostentamento.10. Mantenere alto il morale del paziente e della famigliaOgni cosa diventa più brutta e difficile se il morale è basso, d’altro canto un mo-rale alto consente di affrontare anche i problemi che sembrano insuperabili.

Il decalogo di Forbes Norris

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Indagini per il paziente con SLA Prima della diagnosi

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Indagine Scopo Rischi e disagio

ElettromiografiaStudio neurofisiologico

Esami del sangue

Risonanza magneticanucleareStudio neuroradiologico

Puntura lombare o rachicentesi Esame del liquorcerebrospinale (non sempre necessario)

Biopsia del muscolo o del nervo(raramente necessaria)

Evidenziare i segni di sofferenza del 2° motoneurone nei muscoli di braccia e gambe.Confermare la diagnosi.

Escludere altre malattieinfiammatorie, infettive(Malattia di Lyme,HIV), del sangue,tumorali, tiroidee,autoimmunitarie.

Escludere altre malattie dell’encefalo e del midollo spinale.

Escludere altre malattie neurologiche.

Chiarire la diagnosi in casi atipici.

Nessun rischio.Fastidio legato allapuntura con agonei muscoli e allastimolazione elettrica.

Puntura venosa.

Nessuno.

In qualche caso cefalea per pochi giorni.

Variabile a secondadella sede e della tecnica.

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Indagini per il paziente con SLA Dopo la diagnosi

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Indagine Scopo Rischi e disagio

Secondaelettromiografia(dopo circa 6 mesi, non sempre necessaria)

Spirometria(ogni 2-6 mesi, a seconda dei casi)

EmogasanalisiMisurazione dellaquantità di ossigeno e di anidride carbonica nel sangue arterioso

Ossimetria Stima della quantità di ossigeno nel sangue capillare con un sensore cutaneo

Polisonnografia(raramente necessaria)

Confermare la diagnosi.

Valutare l’efficienza della muscolaturarespiratoria.

Valutare la funzione respiratoria.

Valutare la funzionerespiratoria: consente di monitorarnel’andamento nel corsodel tempo (durante il sonno).

Valutare la funzionerespiratoria durante il sonno.

Nessun rischio.Fastidio legato allapuntura con ago neimuscoli e allastimolazione elettrica.

Nessuno.

Puntura arteriosa.

Nessuno.

Nessun rischio, minimo fastidio.

Esami del sangueControllarel’andamento delle terapie.

Puntura venosa.

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Glossario

AAgopuntura

Metodo terapeutico basato sulla pratica cinese di pungere, mediante aghi, speci-fici nervi periferici per alleviare il malessere legato a malattie dolorose.

ALSV. Amyotrophic Lateral Sclerosis.

AminoacidoComposti chimici che formano la struttura principale delle proteine; molti di essisono essenziali per l’alimentazione umana.

Amyotrophic Lateral Sclerosis (ALS)V. Sclerosi Laterale Amiotrofica.

AntibioticoFarmaco in grado di distruggere i microrganismi o di bloccarne la crescita.

AnticorpoProteina presente nel sangue in grado di riconoscere in modo specifico alcunesostanze estranee (antigeni), ad esempio proteine batteriche o virali, e di distrug-gerle.

Anticorpo anti-GM1 e anti-VGCCAnticorpi anomaio (autoanticorpi) capaci di determinare una malattia dei nervimotori che può essere simile alle Malattie del Motoneurone.

Anticorpo anti-VGCCAnticorpo anomalo (autoanticorpo) capace di determinare una malattia dei nervimotori che può essere simile alle Malattie del Motoneurone.

AntistaminicoFarmaco in grado, grazie a una somiglianza nella struttura chimica, di bloccare glieffetti (congestione nasale, prurito ecc.) dell’istamina (sostanza chimica che vie-ne liberata nei processi di infiammazione).

AntiviraleFarmaco impiegato contro le infezioni virali: distrugge il virus o sopprime la sua re-plicazione.

ArtrosiMalattia delle articolazioni (quelle più colpite sono l’anca, il ginocchio e la colon-na vertebrale), molto diffusa, che tende ad aggravarsi con il tempo portando a unacompleta deformazione delle articolazioni stesse.

Assistente socialePersona esperta di sociologia (disciplina che studia i fenomeni e i processi sociali)e di legislazione sociale che svolge opera di assistenza in campo sindacale, scola-stico, aziendale, sanitario ecc.

Assone Prolungamento del corpo cellulare del neurone; è deputato alla trasmissione del-l’impulso nervoso a distanza. Nel caso del motoneurone l’assone può superare ilmetro di lunghezza.

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AtrofiaDeperimento, diminuzione delle dimensioni di una cellula, di un tessuto, di unorgano o di parte di questo.

Atrofia Muscolare ProgressivaV. Atrofia Muscolare Spinale.

Atrofia Muscolare SpinaleV. anche Atrofia Muscolare Progressiva. Gruppo di malattie degenerative pro-gressive delle cellule motorie del midollo spinale. Inizia di solito dai piccoli mu-scoli della mano, e si estende lentamente alle braccia e quindi alle gambe.

AusilioAiuto.

BBiopsia

Prelievo di tessuto dagli organismi viventi da esaminare microscopicamente a sco-po diagnostico.

CCatetere

Strumento flessibile a forma di tubo, aperto alle due estremità, utilizzato per estrar-re liquidi da una cavità del corpo, in particolare per evacuare l’urina contenuta invescica.

Chinesiterapia Metodo terapeutico basato sul movimento attivo e passivo (ossia ginnastica e mas-saggio) finalizzato a migliorare la mobilità e la funzione di braccia e gambe, non-ché a prevenire le complicazioni secondarie dovute alla ridotta o assente mobi-lità. Nella SLA dovrebbe accompagnare l’intero decorso della malattia.

Chinesiterapia didatticaAddestramento del malato e dei suoi familiari all’esecuzione di semplici esercizi daripetere quando necessario, anche in assenza di personale specializzato.

ChiropraticaTecnica manipolativa della colonna vertebrale e delle articolazioni.

Corpo cellularePorzione della cellula che contiene il nucleo.

Corteccia cerebrale Rivestimento esterno del cervello formato da un sottile strato di materia grigia; èresponsabile delle funzioni mentali più elevate (ad esempio il ricordo, il pensiero,la percezione).

Corteccia motoriaArea del lobo (porzione) frontale della corteccia cerebrale deputata al controllomotorio primario del corpo (movimenti volontari); vi risiedono i corpi cellulari deimotoneuroni corticali.

CrampoContrazione involontaria, dolorosa e transitoria di un muscolo o di un gruppo mu-scolare. Nella SLA è espressione di una iperattività dei motoneuroni spinali.

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DDenervazione

Conseguenza di una lesione nervosa che interrompe la connessione tra neurone eneurone o tra neurone e cellule muscolari.

DiagnosiProcesso logico con cui in medicina si definiscono sia l’esistenza sia la causa dellamalattia.

DietistaPersona esperta nell’uso scientifico della dieta nello stato di salute e di malattia.

Distrofia MuscolareMalattia ereditaria, geneticamente determinata, degenerativa e indolore caratteriz-zata da debolezza e atrofia muscolare, senza interessamento del sistema nervoso.

EEccito-tossicità

Meccanismo anomalo per cui l’eccesso di attività dei neuroni finisce per danneg-giarli.

ElettromiografiaRegistrazione e studio delle proprietà elettriche del muscolo scheletrico.

EmogasanalisiValutazione della percentuale di gas (ossigeno e anidride carbonica) presenti nelsangue arterioso.

EncefaloParte del sistema nervoso centrale contenuta nel cranio.

FFarmaco immunosoppressore

Farmaco che previene o diminuisce la risposta immunitaria.

FascicolazionePiccola contrazione muscolare involontaria, visibile attraverso la cute, incapace digenerare movimento.

Fattori di crescita nervosaV. anche Fattori neurotrofici. Proteine che stimolano la crescita delle cellule ner-vose.

Fattori neurotroficiV. Fattori di crescita nervosa.

FecalomaAmpio accumulo di materiale fecale nel retto o nel colon che si forma spesso inpersone anziane o costrette a letto con stipsi (stitichezza) ostinata.

FisiatraMedico specializzato nelle tecniche di riabilitazione.

FisioterapistaTerapista esperto nelle tecniche di riabilitazione.

Flebite Processo infiammatorio acuto o cronico che interessa un vaso venoso. La malat-tia si accompagna a edema (gonfiore), rigidità e dolore della parte colpita.

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GGastroenterologo

Medico specialista nelle malattie del tratto digerente.

GeneStruttura in cui sono raccolte le informazioni necessarie alla produzione di protei-ne e da cui dipende lo sviluppo dei caratteri ereditari dell’individuo.

GlutammatoAminoacido contenuto in elevata concentrazione nelle proteine dei muscoli e deltessuto nervoso, principale neurotrasmettitore.

HHIV (Human Immunodeficiency Virus)

Virus dell’immunodeficienza umana acquisita che causa AIDS (Acquired Immuno-Deficiency Syndrome).

IInoculazione

Introduzione nell’organismo, mediante iniezione, di un vaccino o di un farmaco ascopo terapeutico.

InsulinaOrmone prodotto dal pancreas la cui carenza determina il diabete.

LLiquido cerebrospinale

V. anche Liquor cerebrospinale. Liquido che riempie le cavità cerebrali; ha un’a-zione protettiva di tipo meccanico.

Liquor cerebrospinaleV. Liquido cerebrospinale.

Lou Gehrig’s DiseaseV. Malattia di Lou Gehrig.

MMalattia di Lyme

Malattia infettiva trasmessa da una zecca. Può dare sintomi che possono far pen-sare alla Sclerosi Laterale Amiotrofica.

Malattia cronicaMalattia che dura a lungo, con decorso lento, con la quale si deve convivere.

Malattia di CharcotSclerosi Laterale Amiotrofica; così chiamata, specialmente in Francia, dal nome delneurologo che per primo se ne occupò.

Malattia di Lou GehrigV. anche Lou Gehrig’s Disease. Sclerosi Laterale Amiotrofica; così chiamata negliStati Uniti in memoria di un famoso giocatore di baseball che ne fu affetto.

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Malattia del MotoneuroneV. anche MdM. Malattia caratterizzata da debolezza muscolare e atrofia.

MdMV. Malattia del Motoneurone.

Medicina alternativaMedicina che non utilizza i metodi terapeutici convenzionali.

Midollo spinalePorzione del sistema nervoso centrale contenuta nel canale vertebrale da cui la-teralmente si dipartono i nervi spinali.

MiorilassanteFarmaco capace di diminuire la tensione muscolare, ridurre i crampi e gli spasmi.

MNDV. Motor Neuron Disease.

MobilizzazioneProcedimento che serve per muovere le articolazioni.

MotoneuroneCellula nervosa (neurone) del midollo spinale o dei centri motori della corteccia ce-rebrale che controlla l’attività contrattile dei muscoli volontari.

Motoneurone bulbareV. Secondo Motoneurone.

Motoneurone centraleV. Primo Motoneurone.

Motoneurone corticaleV. Primo Motoneurone.

Motoneurone perifericoV. Secondo Motoneurone.

Motoneurone spinaleV. Secondo Motoneurone.

Primo Motoneurone, o motoneurone centrale o corticale Primo motoneurone localizzato nella corteccia cerebrale: trasporta il segnale ner-voso attraverso prolungamenti che dal cervello arrivano al midollo spinale.

Secondo Motoneurone, o motoneurone periferico o spinale Secondo motoneurone localizzato a livello del midollo spinale: trasporta il segna-le nervoso dal midollo spinale ai muscoli.

Motor Neuron DiseaseV. anche MND.

NNeurofilamenti

Sottili filamenti che formano lo scheletro portante l’architettura dei neuroni.

NeurofisiologoMedico esperto di fisiologia, cioè dello studio delle funzioni del sistema nervoso.

NeurologoMedico esperto del sistema nervoso e del trattamento delle malattie che lo inte-ressano.

NeuroneCellula che rappresenta l’unità fondamentale del sistema nervoso.

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OOmeopatia

Metodo terapeutico basato sul principio della “legge di similitudine”, secondo cuiuna sostanza che somministrata a forti dosi fa insorgere disturbi in un soggetto sa-no è in grado invece, in dosi molto leggere, cioè diluite, di giovare a un soggettomalato.

Ortesi Apparecchiatura o dispositivo ortopedico usato come supporto per permettere omigliorare la funzione di parti mobili del corpo, per correggere deformità.

OrtofonistaTerapista specializzato nella correzione dei disturbi della parola e nella riabilitazio-ne della comunicazione.

Ossimetria notturnaDeterminazione della saturazione di ossigeno nel sangue arterioso durante la not-te. Nella SLA può rivelare una iniziale insufficienza respiratoria.

PParalisi

Perdita o riduzione delle funzione motoria volontaria di un arto o di una parte delcorpo.

PlaceboSostanza inattiva somministrata al paziente come se fosse un vero farmaco, persoddisfarlo.

PlasmaferesiSostituzione in un soggetto del suo plasma, contenente sostanze nocive, me-diante trasfusione di plasma di donatore.

PneumologoMedico esperto in malattie dell’apparato respiratorio.

PoliomieliteMalattia infettiva di carattere virale che colpisce i motoneuroni spinali provocan-do paralisi.

PolisonnografiaRegistrazione di diversi parametri fisiologici durante la fase di sonno.

ProteinaMolecola complessa formata da amminoacidi che costituiscono i principi alimen-tari fondamentali in tutti gli organismi.

PsicologoEsperto dello studio della mente e delle diverse attività mentali, soprattutto in re-lazione al comportamento umano e animale.

RRachicentesi

Prelievo di liquor cerebrospinale mediante puntura con ago apposito a livellodello spazio intervertebrale tra la 4-5 vertebra lombare; può essere effettuatocon il soggetto supino o seduto.

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RadiografiaTecnica fotografica basata sulle proprietà di penetrazione dei raggi X; permettedi ottenere immagini della struttura interna di un oggetto.

Ramificazioni terminaliParte finale dell’assone o prolungamento principale di un neurone che, attraver-so di esso, si mette in contatto con altri neuroni o fibre muscolari.

RandomizzazioneNella ricerca di nuovi farmaci è il metodo per assegnare a caso un farmaco a ognipaziente.

Regione bulbareParte del sistema nervoso centrale posta tra il cervello e il midollo spinale; contie-ne i motoneuroni che controllano i muscoli della masticazione e del linguaggio.

ReinnervazioneRicostruzione tramite collaterali di una fibra nervosa distrutta o degerata.

RianimatoreMedico esperto nel ristabilire le funzioni vitali compromesse.

Risonanza magnetica nucleareEsame che fornisce immagini molto dettagliate di regioni del corpo come l’ence-falo e il midollo spinale.

SScialorrea

Perdita di saliva dalla bocca; ipersalivazione; aumento della normale quantità disaliva prodotta giornalmente.

Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA)V. anche Amyotrophic Lateral Sclerosis (ALS) / Lou Gehrig’s Disease / Malattia diCharcot. Colpisce i motoneuroni (cellule nervose del cervello e del midollo spina-le che controllano i muscoli) determinando debolezza e paralisi muscolare.

Sclerosi Laterale PrimariaMalattia del motoneurone in cui è danneggiato solo il primo motoneurone.

Sclerosi Multipla (Sclerosi a placche)Malattia caratterizzata dalla presenza di aree multiple di demielinizzazione (per-dita della guaina che circonda e isola elettricamente gli assoni). Non deve essereconfusa con la Sclerosi Laterale Amiotrofica.

SfintereFascio muscolare che circonda e mantiene chiuso un orifizio naturale. Sfintere ana-le, sfintere vescicale.

ShiatzuMetodo terapeutico basato sul massaggio e il rilassamento di particolari punti delcorpo.

SintomaticoDicesi di rimedio che riduce o elimina un disturbo senza rimuoverne la causa.

SintomoManifestazione di evento patologico dell’organismo avvertita soggettivamente.

Sistema immunitarioSistema di difesa interna dell’organismo umano.

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Sistema nervosoSistema di organi che mette in correlazione gli accomodamenti e le reazioni di unorganismo alle condizioni ambientali interne ed esterne.

SLA bulbareSclerosi Laterale Amiotrofica che colpisce i motoneuroni dell’area bulbare.

SLA familiareSi verifica quando la malattia è presente in più membri della stessa famiglia.

SpasmoContrazione involontaria improvvisa e violenta di un muscolo o di un gruppomuscolare; genera dolore e alterazioni della funzione muscolare.

Spasticità Aumento oltre il normale del tono muscolare che porta a rigidità della parte inte-ressata.

Spirometria Tecnica diagnostica non invasiva per la valutazione della funzione respiratoria.

StretchingInsieme di esercizi che permette di mantenare una certa flessibilità ed elasticità del-la massa muscolare.

SuperOssidoDismutasi-1 (SOD1)Enzima la cui attività può essere alterata a causa di mutazioni genetiche. L’altera-to funzionamento della SOD1 è responsabile di alcuni casi di SLA familiare.

TTronco cerebrale

Parte del sistema nervoso tra cervello e midollo spinale.

Tube di EustachioCanale dell’orecchio medio che pone in comunicazione la cassa del timpano conla retrocavità delle fosse nasali.

UUnità motoria

Unità formata da una cellula motoria nervosa e dalle molte fibre nervose inner-vate da essa.

Ventricoli cerebraliQuattro cavità encefaliche contenenti liquido.

VVia intratecale

All’interno del canale vertebrale o dei ventricoli cerebrali.

Infezione viraleInfezione causata da virus.

VirusOrganismo che si riproduce all’interno di cellule viventi ospiti di origine animale,vegetale o batterica.