SISTEMA MUSCOLARE

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1 CONOSCERE IL CORPO UMANO: SISTEMA MUSCOLARE DOCENTE: Prof. ssaTozzi Carla

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: SISTEMA MUSCOLARE

DOCENTE: Prof. ssaTozzi Carla

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: APPARATO LOCOMOTORE

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Il numero dei muscoli non può essere determinato in modo preciso, per la difficoltà di

stabilire se un corpo muscolare debba annoverarsi come muscolo o come semplice

fascio di un muscolo (374 – 656). Costituiscono oltre il 40% della massa corporea.

I muscoli sono uniti alle ossa

tramite i tendini.

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SISTEMA MUSCOLARE

MUSCOLI INVOLONTARIcontrollati dal S.N. Autonomo e ormoni tessuto muscolare liscio

MUSCOLI VOLONTARIcontrollati dal S.N.C.tessuto muscolare striato

MUSCOLO CARDIACO INVOLONTARIOControllato dal S.N.Autonomo (per la modulazione della frequenza)tessuto muscolare striato

I muscoli sono il motore del nostro corpo.

Si dividono in:

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Nell’uomo il sistema muscolare è costituito da

diverse tipologie di MUSCOLI

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MUSCOLI VOLONTARI (striati o scheletrici), di natura striata che sono deputati al movimento volontario e riflesso, sotto il controllo del sistema nervoso centrale e periferico. Sono legati alle ossa tramite tendini.

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MUSCOLI INVOLONTARI (lisci a contrazione involontaria), di natura liscia, il cui funzionamento è quasi sempre indipendente dalla volontà. Vengono detti anche muscoli viscerali perché si trovano a ricoprire gran parte delle pareti degli organi interni, come ad esempio nel tratto digestivo, nella vescica, nei dotti, nelle arterie, nelle vene, ecc.

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Fa eccezione il MUSCOLO CARDIACO, innervato dal sistema nervoso autonomo (detto anche miocardio), di natura involontaria ma di struttura striata. Molto resistente in grado di contrarsi continuamente.

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Tessuto muscolare striato

sezione trasversale Giunzione muscolo-tendineaFIBRE MUSCOLARI STRIATE

MULTINUCLEATEsi contraggono in risposta a stimoli che

provengono dai MOTONEURONI.

Tessuto muscolare striato

sezione longitudinale

Tessuto muscolare striato

cardiaco sezione trasversaleTessuto muscolare striato

cardiaco sezione longitudinale

Tessuto muscolare liscio

sezione longitudinale

Tessuto muscolare liscio

sezione longitudinale e

trasversale

FIBRE MUSCOLARI STRIATE UNINUCLEATE

Unico nucleo in posizione centraleMiocardiociti

CELLULE UNINUCLEATEUnico nucleo in posizione centrale senza

particolari striature

Tessuto muscolare striato

cardiaco sezione longitudinale

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Fascio di fibre muscolari striate

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I sistemi: muscolare, articolare e cardiaco formano l’apparato locomotore, di cui i muscoli sono la parte attiva.

Dal punto di vista della funzione motoria è

possibile distinguere muscoli deputati alla statica, in particolare i muscoli della parte posteriore del corpo, e deputati alla dinamica, rappresentati grossomodo dai muscoli della parte anteriore.

Importantissima è la correlazione col SISTEMA NERVOSO, il quale partecipa alla contrazione muscolare.

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FUNZIONI del MUSCOLO SCHELETRICO

Produzione di movimento: le contrazioni del muscolo scheletrico muovono le singole parti del corpo o il corpo nel suo insieme.

Mantenimento della postura: la posizione eretta o seduta, e tutti gli atteggiamenti del corpo quando si corre, cammina ecc. sono mantenuti da una continua ma parziale contrazione di determinati muscoli scheletrici ( es. i muscoli antigravitari ).

Produzione di calore: le cellule muscolari producono la maggior quantità di calore di tutto il corpo (metabolismo), essendo esse in grande quantità e in frequente attività. La contrazione dei muscoli scheletrici costituisce quindi un meccanismo molto importante nel mantenimento di una temperatura costante nel corpo (omeostasi della temperatura).

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ECCITABILITA’: capacità di reagire agli stimoli provenienti dal sistema nervoso.

CONTRATTILITA’: capacità di contrarsi (accorciarsi) o distendersi (allungarsi) in risposta allo stimolo nervoso.

ELASTICITA’: capacità della fibrocellula di riprendere la forma e la lunghezza iniziale una volta cessato lo stimolo.

TONICITA’: capacità che ha la fibra muscolare di mantenere sempre, anche in stato di riposo, una certa tensione (tono muscolare). Il tono muscolare permette al muscolo di entrare in azione più velocemente di quanto farebbe se fosse completamente rilassato. La stazione eretta è mantenuta dal tono muscolare e dai muscoli antigravitazionali.

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PROPRIETA’ DEL MUSCOLOIl MUSCOLO è costituito da cellule che sono organizzate e specializzate per contrarsi, dette fibre muscolari o fibrocellule che hanno le seguenti caratteristiche.

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I MUSCOLI SCHELETRICI si collegano allo scheletro mediante cordoni molto resistenti di tessuto connettivo chiamati tendini. I muscoli lunghi e piatti (es addominali) sono collegati tramite lamine fibrose chiamate aponeurosi il muscolo striato scheletrico è costituito da due estremità (tendini) e una parte centrale (ventre).

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VENTRE

TENDINI

APONEUROSI

ORIGINE

INSERZIONE

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I TENDINI sono strutture anatomiche interposte tra il muscolo e l’osso composti da fasci di fibre di tessuto connettivo fibroso:

molto resistente (resistenza alla trazione oltre 500 Kg.) poco elastico (allungamento massimo del 5% della sua lunghezza).

Costituiscono la parte iniziale (origine) e finale (inserzione) di un muscolo

La loro forma può essere diversa e strettamente dipendente non solo da quella del muscolo con cui interagiscono, ma anche dal tipo d’azione che esso esercita.

Nella zona di passaggio tra il muscolo e il tendine esiste un

sistema recettivo che registra lo stato di tensione muscolo

tendinea (apparato tendineo del Golgi) e lo trasmette al S.N.C.

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Organi tendinei del Golgi valutano la forza generata da un muscolo, misurando la tensione del suo tendine.

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Il VENTRE o CORPO MUSCOLARE è avvolto da uno strato esterno di tessuto connettivo l’ EPIMISIO, che lo rende compatto e ne definisce la forma, con tutte le fibre in esso contenuto a sua volta farà capo al tendine che si inserirà sull’osso in un tessuto chiamato PERIOSTIO (inserzione distale o prossimale, a seconda della maggiore o minore vicinanza al tronco).

Analizzando più a fondo l’epimisio, troveremo le MIOFIBRILLE o FIBRE MUSCOLARI, raggruppate in fascicoli di circa 150 fibre ciascuno, con lunghezze differenti (muscolo sartorio cm 30), orientate in senso longitudinale; ciascun fascio di fibre è tenuto insieme da una guaina di tessuto connettivo chiamata PERIMISIO (questo tessuto è irrorato da numerosi capillari i quali trasportano l’Ossigeno e il glucosio necessari al suo funzionamento). La membrana interposta tra fibra e fibra all’interno del perimisio è detta ENDOMISIO, il quale è a diretto contatto con la membrana esterna della fibra muscolare il SARCOLEMMA. L’insieme del perimisio e di tutti i suoi substrati, mediante l’epimisio diviene infine corpo unico con il TENDINE, il quale convoglierebbe la complessiva azione contrattile al segmento osseo di propria competenza. Andiamo a conoscere le varie componenti nella rappresentazione sottostante:

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Ciascuna fibra muscolare è costituita da una membrana esterna detta SARCOLEMMA che racchiude, immerse nel liquido citoplasmatico - SARCOPLASMA molte fibre più piccole dette MIOFIBRILLE.

Il SARCOPLASMA contiene tutti gli elementi necessari al lavoro delle fibre muscolari, MITOCONDRI deputati alla liberazione di energia per le funzioni cellulari (ATP) – RETICOLO SARCOPLASMATICO tramite le sue diramazioni permette la trasmissione degli impulsi nervosi alle fibre. Nel SARCOPLASMA sono immerse le MIOFIBRILLE formate da tanti sottilissimi filamenti proteici disposti regolarmente nello spazio.

I filamenti proteici contrattili sono di 2 tipi. ACTINA (meno densa) e MIOSINA (più densa). Proprio dall’alternarsi di questi 2 filamenti dipende la denominazione di MUSCOLO STRIATO.

L’unità contrattile della miofibrilla è detta SARCOMERO

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Dalla struttura macroscopica a quella microscopica

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FILAMENTI SOTTILI

ACTINA

FILAMENTI SPESSI

MIOSINA

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Epimisio o Fascia muscolare: guaina che riveste l'intero muscolo

Perimisio: guaina che riveste i fasci di fibre muscolari

Endomisio: membrana interposta tra fibra e fibra all’interno del perimisio

Anatomia del muscolo scheletrico e delle fibre muscolari

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fibra muscolare e miofibrille

nucleonucleo

miofibrillemiofibrille

sarcolemmasarcolemma

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PERIMISIO: guaina di tessuto connettivo che avvolge ciascun fascio di fibre

ENDOMISIO: membrana interposta tra fibra e fibra

EPIMISIO: strato di tessuto connettivo che rende il muscolo compatto definendone la forma – FACILITA LO SCORRIMENTO FRA MUSCOLI ADIACENTI

SARCOLEMMA: membrana di rivestimento di ciascuna fibra muscolare – il SARCOLEMMA racchiude immerse nel liquido citoplasmatico SARCOPLASMA molte fibre più piccole MIOFIBRILLE

MUSCOLO TOTALE FASCETTO

FASCIO di FIBRE

MIOFIBRILLA: immersa nel LIQUIDO CITOPLASMATICO

FIBRA MUSCOLARE e/o MIOFIBRILLA:

formata da tanti sottilissimi filamenti proteici contrattili di due tipi MIOSINA (proteina più densa), ACTINA (meno densa)

SARCOPLASMA – LIQUIDO CITOPLASMATICO: MATRICE FLUIDA contiene tutti gli elementi necessari al lavoro delle fibre muscolari, MITOCONDRI deputati alla liberazione di energia per le funzioni cellulari (ATP) – RETICOLO SARCOPLASMATICO tramite le sue diramazioni permette la trasmissione degli impulsi nervosi alle fibre.

NUCLEO

ENDOMISIO

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SARCOPLASMA – LIQUIDO CITOPLASMATICO: MATRICE FLUIDA contiene tutti gli elementi necessari al lavoro delle fibre muscolari, MITOCONDRI deputati alla liberazione di energia per le funzioni cellulari (ATP) – RETICOLO SARCOPLASMATICO tramite le sue diramazioni permette la trasmissione degli impulsi nervosi alle fibre.

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FASCICOLO

MUSCOLARE

MUSCOLO

BICIPITE

TESSUTO

CONNETTIVO

FIBRE

MUSCOLARI

MITOCONDRI

SARCOMERO

MIOFILAMENTI

LINEA Z

RETICOLO SARCOPLASMATICO

avvolge le fibre muscolari

MIOFIBRILLE

MEMBRANA PLASMATICA

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TENDINE

FIBRE MUSCOLARI

CORPO o VENTRE

TENDINE

PERIMISIO

PERIMISIO

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Quando un muscolo viene sollecitato (impulso del SNC) si contrae, per riacquistare la lunghezza originaria, è necessaria l’azione di un altro muscolo, capace di agire in senso opposto, detto antagonista.

MECCANISMO di CONTRAZIONE MUSCOLARE

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AGONISTA - ANTAGONISTA

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AGONISTA - ANTAGONISTA

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La contrazione prevede una

sequenza di interventi:Dal CERVELLO attraverso le cellule dell'area motoria, partono gli impulsi nervosi (fino a circa 50 al secondo ad una velocità da 12 a 120 metri al secondo) diretti alle corna anteriori del midollo spinale (motoneuroni alfa o scheletromotori), questi proseguono poi fino alla placca motrice o sinapsi neuromuscolare che è posta a contatto delle fibre muscolari interessate (Figura 1).

 

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All'arrivo dello stimolo nervoso la placca motrice o sinapsi neuromuscolare, libera acetilcolina (neurotrasmettitore) che si riversa nello spazio microscopico tra la fibra nervosa e quella muscolare (spazio sinaptico) e va ad attivare i recettori specifici situati sulla fibra muscolare. Questa reazione provoca un flusso ionico particolare che modifica profondamente la situazione elettrica della fibra muscolare. (Fig. 2)

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Questa modificazione elettrica della fibra muscolare (potenziale d’azione) provoca una serie di reazioni chimiche all’interno della fibra muscolare che, utilizzando le fonti energetiche, fanno in modo che i microfilamenti di actina e miosina scorrano reciprocamente e quindi la fibra muscolare si contragga Subito dopo avvengono altre reazioni chimiche che riportano la fibra muscolare ad una condizione elettrica di riposo e quindi la fibra si rilascia.

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Trasmissione dell’impulso nervoso

ASSONE EFFERENTE

del motoneurone spinale

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FIBRA MOTRICE

RAMO TERMINALE di un ASSONE MOTORIO

La FIBRA MOTRICE - RAMO TERMINALE di un ASSONE MOTORIO prende contatto con la fibra

muscolare con una particolare struttura che termina con piccole vescicole. All’arrivo dell’impulso

motorio (natura elettrica) le vescicole si rompono riversando riversando la sostanza chimica

(ACETILCOLINA) in esse contenuta nella placca motrice. Tutto ciò provoca una reazione della

membrana muscolare (TRASSMISSIONE dell’IMPULSO) con successivo scorrimento dei filamenti di ACTINA e MIOSINA (contrazione

muscolare)

Figura 2 NUCLEO

CELLULA di

SCHWANN

FIBRA

MUSCOLARE

GUAINA

MIELINICA

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I muscoli scheletrici sono innervati da grosse fibre nervose, le cui origini sono i motoneuroni alfa, situati nelle corna anteriori del midollo spinale. Tali nervi di moto si portano al muscolo tramite i loro prolungamenti assonali (fibra nervosa), le cui ramificazioni terminali prendono ciascuna contatto con una singola fibra muscolare attraverso la placca neuromuscolare.

Tratto terminale degli

Assoni nervosi sulla

Placca Neuromuscolare

Fibra Muscolare

MIDOLLO SPINALE VISTA DA DAVANTI

Assone

del motoneurone spinale

Figura 1

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Motoneurone spinale

CORNA ANTERIORI

CORNA POSTERIORI

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STRUTTURA CELLULA NERVOSA

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MITOCONDRISARCOLEMMARETICOLO

SARCOPLASMATICO

FILAMENTO

SOTTILE - ACTINA

FILAMENTO

SPESSO - MIOSINA

MIOFIBRILLA

TUBULI

T

NUCLEO

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Fibra (cellula) muscolare

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Bande A: bande scure, all’interno delle quali si osserva una zona più chiara (banda H) con una linea centrale (banda M)

Bande I: bande chiare, tagliate da banda scura (linea Z)

STRUTTURA DEL SARCOMERO (Unità funzionale e contrattile della miofibrilla)

BANDA H

BANDA M

MIOFILAMENTIMITOCONDRISARCOLEMMA

FILAMENTO DI MIOSINA - SPESSO

FILAMENTO DI ACTINA - SOTTILE

RETICOLO

SARCOPLASMATICO

MIOFIBRILLA

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SARCOMERO

FILAMENTI SOTTILI

ACTINA

FILAMENTI SPESSI - MIOSINA

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CONTRAZIONE MUSCOLARE

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FILAMENTI SOTTILI ACTINAFILAMENTI SPESSI MIOSINA

BANDA

BANDA

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Schema strutturale del

sarcomero

linea Zlinea Z linea Mlinea M linea Zlinea Z

banda Ibanda I banda Ibanda Ibanda Abanda A

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La contrazione muscolare si spiega con la teoria di scorrimento dei filamenti di actina e miosina, all’interno di un SARCOMERO (unità funzionale e contrattile della miofibrilla) quando un muscolo viene stimolato. I ponti di miosina si incurvano e i filamenti di actina scorrono lungo quelli di miosina. Questo provoca la contrazione dell’intera miofibrilla e quindi, del sarcomero. Quando le miofibrille si contraggono, l’intera fibra muscolare si accorcia e, con l’accorciamento di un numero sufficiente di fibre, l’intero muscolo si contrae

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STRUTTURA DELLA MIOFIBRILLA

Actina filamento sottile

Miosina filamento spesso

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CONTRAZIONE MUSCOLARE

Il funzionamento di questo raffinato dispositivo dipende dall'attività enzimatica della miosina

che catalizza la reazione ATP ADP + P la quale cede energia, avendo energia a

disposizione i filamenti di actina scorrono rispetto a quelli miosinici e per effetto di questo

scorrimento, le strutture alle quali essi si trovano ancorati alle estremità opposte, si avvicinano.

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FILAMENTI SOTTILI ACTINAFILAMENTI SPESSI MIOSINA

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SCORRIMENTO dei FILAMENTI di ACTINA e MIOSINA

1) La fibra è rilassata (actina e miosina sono staccate)

2) La contrazione è iniziata: si è formato il ponte trasverso

3) La testa della miosina si flette facendo scorrere i filamenti, una molecola di ATP fornisce l'energia per staccare il ponte

4) La testa della miosina si è riattaccata più avanti

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MIOSINA

ACTINA

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Struttura del filamento sottile

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actina

tropomiosina troponina

Struttura del filamento sottile

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Struttura del filamento spesso

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actina

tropomiosina

troponina

filamento sottile

Ruolo del Calcio nella contrazioneIl calcio lega la troponina che sposta la tropomiosina così che l’actina può legare le teste della miosina

QUINDIBassa concentrazione di Ca++

la troponina e la tropomiosina impediscono l’interazione actina-miosina

Alta concentrazione di Ca++

il calcio lega la troponina determinando il movimento della tropomiosina e quindi permettendo l’interazione actina-miosina

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… DA DOVE PROVIENE IL CALCIO?

Reticolo sarcoplasmatico: tubuli che si allargano in cisterne in corrispondenza dei tubuli T

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Lo stimolo nervoso (depolarizzazione) si propaga lungo l’assone giunge alla sinapsi neuromuscolare, determinando il rilascio di un neurotrasmettitore (ACETILCOLINA) lega un recettore sul sarcolemma e lo depolarizza (CANALE SODIO). La depolarizzazione si trasmette ai tubuli T che sono delle invaginazioni del Sarcolemma. La depolarizzazione si trasmette dai tubuli T alle cisterne terminali del reticolo sarcoplasmatico che rilascia ioni Ca++

Stimolo nervosoDEPOLARIZZAZIONEdella membrana con apertura dei canali e

rilascio di calcio

Sinapsi neuromuscolare

Vescicole di neurotrasmettitore

DEPOLARIZZAZIONE Variazione del potenziale elettrico all'interno della cellula (diminuzione) 

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In poche parole ... Lo stimolo nervoso, tramite la sinapsi neuromuscolare,

depolarizza il sarcolemma e i tubuli T, che sono delle invaginazioni del sarcolemma

La depolarizzazione si trasmette dai tubuli T alle cisterne terminali del reticolo sarcoplasmatico

che rilascia ioni Ca++

che si legano alla troponina che sposta la tropomiosina

così che l’actina possa scorrere sulle teste della miosina, consumando ATP e il sarcomero si accorcia

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Contrazione nel muscolo liscioLe differenze principali tra muscolo liscio e muscolo striato sono tre:1.nel muscolo liscio la contrazione può essere generata autonomamente o da ormoni (ad esempio epinefrina), oltre che da stimolo nervoso;

1.nel muscolo liscio il Ca2+ liberato nel citosol proviene dall’ambiente extracellulare, e non dal reticolo sarcoplasmatico;

1.il muscolo liscio non è dotato di sarcomeri o di altre unità funzionali. I filamenti di actina sono ancorati alla membrana plasmatica, generando una contrazione non organizzata delle cellula.

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La contrazione, anche di intensità massima, non vede mai impegnate tutte le miofibrille presenti in un muscolo. Ogni miofibrilla è programmata per reagire solo ad una determinata intensità di stimolo (soglia di stimolo). Se lo stimolo è più basso del limite di soglia la miofibrilla non reagisce. Solo con uno stimolo uguale o superiore al limite di soglia la fibra si contrae (legge del tutto o nulla).

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Le fibre muscolari deputate ai movimenti fini e delicati (es. mani), sono innervate da un singolo motoneurone che contrae una singola fibra muscolare (1:1), mentre nei movimenti più grossolani un unico motoneurone può innervare fino a 1500 2000 fibre muscolari (es. Quadricipite femorale).

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MECCANISMI ENERGETICI del MUSCOLO

ANAEROBICO ALATTACIDO

ANAEROBICO LATTACIDO

AEROBICO

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MECCANISMI ENERGETICI

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I muscoli sono il motore del nostro organismo e come tutti i motori

necessitano di energia per funzionare. Tale energia è fornita dall'ATP, una

molecola che consente di trasformare l'energia chimica contenuta nei cibi in

energia meccanica.

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MECCANISMI ENERGETICI

OGNI ATTIVITA’, SIA FISICA CHE MENTALE, PRESUPPONE CONTINUE MODIFICAZIONI, CHE PER AVVENIRE, NECESSITANO DI

ENERGIA (variabile per entità di impegno)

RICAVABILE DA PROCESSI CHIMICI (endo e extracellulari).

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Il cibo che ingeriamo viene prima "smontato" in molecole semplici costituite

da glucosio e trigliceridi (i grassi), questi vengono trasportati ai muscoli dove particolari cellule specializzate, i

mitocondri, li trasformano in ATP. Maggiore è la quantità di ATP a

disposizione del muscolo, maggiore è la forza che esso sarà in grado di

esprimere.

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MECCANISMI ENERGETICI

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La prestazione che è in grado di esprimere un muscolo dipende da

quanto velocemente esso è in grado di produrre ATP.

La produzione di ATP può avvenire in modo aerobico o anaerobico: si parla di

meccanismo aerobico quando la produzione avviene in presenza di

ossigeno, di meccanismo anaerobico quando avviene in assenza di ossigeno.

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MECCANISMI ENERGETICI

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I meccanismi aerobici e anaerobici funzionano in

parallelo, cioè contemporaneamente: a

seconda del tipo di sforzo alcuni di essi prevalgono

sugli altri.

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MECCANISMI ENERGETICI

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MECCANISMI ENERGETICI del MUSCOLOL'energia per la contrazione muscolare viene fornita dall’ ATP (Adenosin trifosfato) che si scinde in ADP (Adenosin-difosfato) e P (fosfato inorganico)

ATP = ADP + P +

La quantità di ATP presente nei muscoli è molto limitata per cui è necessario ricostituirla in continuazione. La resintesi dell'ATP avviene attraverso tre diversi meccanismi, ognuno legato alla durata e all'intensità dell'impegno muscolare. Il muscolo può utilizzare tutti e tre i sistemi contemporaneamente oppure privilegiarne maggiormente uno rispetto altri due.

1) Sistema aerobico

2) Sistema anaerobico alattacido

3) Sistema anaerobico-lattacido

energia

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MECCANISMI ENERGETICI

Molecola di ATP

Ribonucleotide trifosfato, formato da una

base azotata (adenina che è uno

zucchero) e da 3 gruppi fosfato.

Page 84: SISTEMA MUSCOLARE

84

MECCANISMO ANAEROBICOConsente all'organismo di produrre energia anche in assenza di O2. La produzione di energia per via anaerobica assume una percentuale rilevante in due casi:

durante gli sforzi massimali o sub-massimali; nelle primissime fasi della prestazione.

In pratica Il meccanismo anaerobico sopperisce alle mancanze di quello aerobico, che ha un'attivazione un po' lenta (necessita di 2-4 minuti per arrivare a pieno regime)

L'organismo possiede due meccanismi di produzione anaerobica dell'energia:

Meccanismo anaerobico alattacido Meccanismo anaerobico lattacido

CONOSCERE IL CORPO UMANO: ANAEROBICO ALATTACIDO

Page 85: SISTEMA MUSCOLARE

85

Meccanismo anaerobico alattacido

Quando l’ATP viene “bruciato” dal muscolo, perde una molecola di P, che può essere prontamente ripristinata dal creatinfosfato, una molecola di creatina a cui è legata una molecola di fosforo. Dopo la cessione, il creatinfosfato diventa creatina, la quale tramite altre reazioni chimiche (molto più lente della prima) viene a sua volta ricaricata della molecola di fosforo perduta ed è pronta per un nuovo ciclo di "ricarica" dell'ATP. Tale sistema è in grado di fornire tanta energia al muscolo in breve tempo, ma la quantità di creatinfosfato nel muscolo è molto bassa, pertanto tale meccanismo si esaurisce in pochi secondi (10” – 20”).

100 metri piani -sollevamento pesi -salto in alto - con l'asta salto in lungo.

CONOSCERE IL CORPO UMANO: ANAEROBICO ALATTACIDO

Page 86: SISTEMA MUSCOLARE

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1) Sistema ATP-CP (anaerobico alattacido)

Si innesca in assenza di O2 e senza formazione di Acido lattico nei muscoli, utilizzando una molecola altamente energetica immagazzinata nel muscolo la creatinfosfato o fosfocreatina - CP, la CP in seguito allo stimolo nervoso libera una grande quantità di energia scindendosi in creatina (C) e fosforo (P), quest'ultimo con l'ADP va a riformare l'ATP.

CCP

Accumulatore

di Energia

P + ADP

Elevata quantità di energia liberata in questa rapida reazione chimica per operare la risintesi di ATP bruciata dal muscolo

che ha perso una molecola di P

ATP

Sforzi di breve durata

10” – 20”

Contrazioni rapide

intensità massimale

Molta Potenza

CONOSCERE IL CORPO UMANO: ANAEROBICO ALATTACIDO

Page 87: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: ANAEROBICO ALATTACIDO

Caratteristiche del sistema ANAEROBICO ALATTACIDO:

Potenza: Elevata (60-100 Kcal/min) Capacità: Molto bassa (5-10 Kcal)

Latenza: Minima (PC si degrada appena cala la concentrazione di ATP).

Ristoro: Rapido   (al cessare dello sforzo o al diminuire dell'intensità gran parte della creatina viene rifosforilata a CP in circa 10"); questo sistema di resintesi è importante nelle attività che richiedono forza e velocità (salto, corsa breve e veloce, allenamenti di forza con serie brevi e carico elevato).

Page 88: SISTEMA MUSCOLARE

88

Questo processo di ricostruzione di ATP è molto rapido, quasi simultaneo, purtroppo la quantità di CP presente nel muscolo è relativamente limitata e si esaurisce in brevissimo tempo (8-10 secondi).

Questo sistema consente al muscolo di eseguire contrazioni molto rapide, anche d’intensità massimale, ma per periodi di tempo assai limitati (corse di velocità fino a 100 mt., salti, lanci etc.) che richiedono un impiego d’energia massimale.

L'energia spesa viene ripristinata dopo circa 3 minuti.

L'utilizzazione di questo sistema può andare ben oltre gli 8-10 secondi qualora l'impiego muscolare sia tale da non richiedere la massima potenza del processo, ma percentuali più basse (durata massima 40 – 45 secondi).

CONOSCERE IL CORPO UMANO: ANAEROBICO ALATTACIDO

Page 89: SISTEMA MUSCOLARE

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Meccanismo anaerobico lattacido

Quando lo sforzo si protrae nel tempo e l’atleta ha esaurito, tutte le scorte di CP presenti nel muscolo e quindi non può più ricostituire l'ATP con le proprie riserve chimiche, non cessa la sua attività, ma riesce a continuarla perché subentra il sistema dell'acido lattico o glicolisi anaerobia (in assenza di O2), che produce una sostanza detta Acido Lattico (sostanza tossica, il cui accumulo nei muscoli provoca fenomeni di affaticamento che costringono l’atleta a ridurre l’intensità dello sforzo, fino al blocco totale dell’attività muscolare).

Questo meccanismo, che utilizza l’energia liberata dalIa demolizione delle molecole di GLUCOSIO (presenti nei muscoli) e di GLICOGENO (accumulato nel fegato) tramite reazioni chimiche accelerate da particolari enzimi, permette la ricostituzione di ATP ma produce anche acido lattico

CONOSCERE IL CORPO UMANO: ANAEROBICO LATTACIDO

Page 90: SISTEMA MUSCOLARE

90

ZUCCHERIGlicolisi anaerobica

2 MOLECOLE di ATP

+ ADP ATP

Sforzi di

media durata

15” – 45”

Intensità elevata

GLICOGENO

GLUCOSIO

+

ENZIMI

ACIDO

LATTICO

Fegato sotto forma di glicogeno

Accumulato nei muscoli

Il processo anaerobico lattacido è di fondamentale importanza per compiere prestazioni fisiche nelle seguenti specialità sportive: quelle individuali continuative sub-massimali di durata compresa tra i 40 - 45 secondi e i 4 minuti circa; quelle di squadra con riferimento agli atleti che forniscono un impegno intenso e continuo.

CONOSCERE IL CORPO UMANO: ANAEROBICO LATTACIDO

P

Elevata quantità di energia liberata in questa reazione chimica per operare la risintesi di ATP

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: ANAEROBICO ALATTACIDO

Caratteristiche del sistema Anaerobico Lattacido:

Potenza: Inferiore alla precedente (50 Kcal/min). Capacità: Molto maggiore della precedente (fino a 40 Kcal).

Latenza: 15-30 secondi (se l'esercizio è subito molto intenso interviene in coda al sistema alattacido).

Ristoro: Subordinato alla eliminazione dell'acido lattico con resintesi di glucosio, con energia fornita dai processi ossidativi (pagamento del debito di O2 lattico); questo sistema di resintesi è importante nelle attività intense di durata compresa tra i 15" e 2' (es. corsa da 200 a 800m, inseguimento su pista ecc.).

Page 92: SISTEMA MUSCOLARE

92

CONOSCERE IL CORPO UMANO: ANAEROBICO ALATTACIDO

In ambiente anaerobico (assenza di O2) il piruvato viene fermentato con produzione di acido lattico o di alcool. La resa energetica della fermentazione è di 2 molecole di ATP per molecola di glucosio.

2 MOLECOLE di ATP x 1 di GLUCOSIO

Page 93: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

Ossidazione del glucosio Respirazione cellulare

1) Glicolisi anaerobia (nel citoplasma)- ASSENZA OSSIGENO2) Formazione dell’Acetil coenzima A2) Ciclo di Krebs o dell’acido citrico (nella matrice mitocondriale)3) Trasporto degli elettroni e chemiosmosi (sulle creste mitocondriali)

Page 94: SISTEMA MUSCOLARE

94

Se la quantità di ATP richiesta dal muscolo per svolgere la sua attività non è molto elevata, l'ossigeno (O2) che viene immesso nel nostro organismo per mezzo della respirazione ha la possibilità di ossidare (combinare) le sostanze presenti (zuccheri, proteine e grassi) e di riformare ATP producendo sostanze di rifiuto quali l’anidride carbonica (CO2) e l’acqua (H2O) che sono espulsi mediante la respirazione (polmoni) e la sudorazione. In tale situazione il lavoro muscolare può essere protratto più a lungo, teoricamente senza alcun limite. Utilizzando questo sistema, la quantità d’ossigeno trasportata ai muscoli non è mai inferiore a quella necessaria per riformare l'ATP e quindi l'organismo può lavorare in "steady-state" cioè in stato d’equilibrio.

MECCANISMO AEROBICO

CONOSCERE IL CORPO UMANO: AEROBICO

Page 95: SISTEMA MUSCOLARE

95

CONOSCERE IL CORPO UMANO: AEROBICO

SCAMBI GASSOSI tra polmoni e sangue

Page 96: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: AEROBICO

SCAMBI GASSOSI tra polmoni e sangue

Page 97: SISTEMA MUSCOLARE

97

CONOSCERE IL CORPO UMANO: AEROBICO

SCAMBI GASSOSI tra polmoni e sangue

Page 98: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: AEROBICO

SCAMBI GASSOSI tra polmoni e sangue

Page 99: SISTEMA MUSCOLARE

99

Il limite di questo processo energetico è la lentezza (ci vuole molto tempo affinchè l’ CO2 venga espulsa e l’O2 arrivi ai muscoli. Se lo sforzo si intensifica (maggiore consumo di O2), si creerà un accumulo di CO2 e contemporaneamente attraverso il processo di scissione del glicogeno, un accumulo di ac. lattico che costringe il corpo ad una richiesta superiore di O2 definita:

“DEBITO di OSSIGENO”

E’ necessario quindi rallentare il lavoro in modo da dare tempo al sangue e ai polmoni di espellere l’CO2, di trasportare al fegato l’ac. lattico e di immettere O2 con l’inspirazione, questo tempo di attesa si definisce:

“PAGARE IL DEBITO DI OSSIGENO”O periodo di tempo necessario per ripristinare l’equilibrio tra

consumo di O2 e immissione di O2

e poter riprendere il lavoro muscolare.

CONOSCERE IL CORPO UMANO: AEROBICO

Page 100: SISTEMA MUSCOLARE

100

O2

+ ADP

energia liberata per operare la risintesi dell’ATP

ATP

OSSIDA

ZUCCHERIDegradati

Anaerobicamente - GLICOLISI

Aerobicamente – CICLO di KREBS

GRASSIDegradati solo

In presenza di OSSIGENO

PROTEINE

CO2ESPULSA

con L’ESPIRAZIONE Anidride Carbonica

H2OESPULSA

con LA SUDORAZIONEAcqua

CONOSCERE IL CORPO UMANO: AEROBICO

P

Sforzi di

lunga durata

Superiori a 180”

Intensità moderata

2 MOLECOLE di ATP

Page 101: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: ANAEROBICO ALATTACIDO

In presenza di O2 il piruvato entra nei mitocondri dove viene convertito in acetil CoA. L’acetil CoA viene completamente ossidato con produzione di energia e liberazione di CO2 e H2O in due tappe:

Ciclo di Krebs Trasporto degli elettroni (Chemiosmosi).

Page 102: SISTEMA MUSCOLARE

102

CONOSCERE IL CORPO UMANO: ANAEROBICO ALATTACIDO

Caratteristiche del sistema:

Potenza: poco più bassa dei precedenti  (20 Kcal/min).Variabile a seconda del consumo di O2 dei soggetti.

Capacità: Alta (fino a 2.000 Kcal) Dipende da riserva di glicogeno e di lipidi

soprattutto.La durata di utilizzo dipende da intensità di esercizio e grado di allenamento. A intensità basse il tempo di utilizzo è praticamente illimitato, ad intensità alte è necessaria la presenza di glicogeno.

Latenza: maggiore dei precedenti: 2’-3'  

Ristoro: Molto lungo (36 - 48 ore)

Page 103: SISTEMA MUSCOLARE

103

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

Efficienza totale del processo di ossidazione di 1 molecola di GLUCOSIO

Page 104: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

Alcune sostanze diverse dal glucosio,

generano energia.

Page 105: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

I prodotti dei catabolismo dei carboidrati, delle proteine e dei grassi entrano a far parte della

glicolisi o del ciclo dell’acido citrico (ciclo di Krebs).

Lo schema mostra le vie metaboliche principali

Alcune sostanze diverse dal glucosio, generano energia.

Page 106: SISTEMA MUSCOLARE

106

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

CONTRIBUTO DEI MECCANISMI ENERGETICI DURANTE ESERCITAZIONI MUSCOLARI

DURATA  DELL’ ESERCIZIO  MASSIMALESECONDI MINUTI

10    30    60 2      4      10      30      60      120

% ANAEROBICA

AlattacidaLattacida

90   80    70 50    35     15       5        2         1

% AEROBICA 10    20    30 50    65     85      95      98       99

Page 107: SISTEMA MUSCOLARE

107

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

GRASSO STIPATO

GLICEMIA

CARBURANTI INERGETICI DELL’ORGANISMOAMMINO ACIDI /PROTEINE

Rappresentano il

3° carburante

vengono utilizzati

quando finiscono

gli zuccheri

Page 108: SISTEMA MUSCOLARE

108

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

La produzione d’energia durante l'attività aerobica si

basa sull'utilizzo bilanciato di carboidrati e lipidi. Le

proteine contribuiscono marginalmente e solo in

determinate situazioni hanno un ruolo energetico

importante. Il maggiore o minore utilizzo dei lipidi

rispetto ai carboidrati è in funzione dell’intensità e della

durata dell’attività aerobica; infatti, aumentando

l’intensità dell’esercizio e di conseguenza

diminuendone la durata, l’organismo tende ad

aumentare l’utilizzo dei carboidrati rispetto ai grassi. 

Page 109: SISTEMA MUSCOLARE

109

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

L’utilizzo delle proteine per fornire energia durante l’attività fisica sembra assumere un valore significativo solo quando le riserve muscolari di glicogeno sono molto scarse fin dall’inizio della

prestazione (ad esempio in una dieta ipocalorica e ipoglucidica) oppure diminuiscono

significativamente, fatto che, come visto, si verifica non prima dei 60-80 minuti d’esercizio aerobico intenso. In queste situazioni il catabolismo proteico

può concorrere dal 3 sino al 18% delle richieste energetiche dell’organismo. Anche in questo caso il

ruolo energetico degli aminoacidi è maggiore nei soggetti allenati rispetto ai sedentari.

Page 110: SISTEMA MUSCOLARE

110

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

Attività intensa pari o superiore al:

90 % della frequenza cardiaca massima FCmax

VO2max

Fonti energetiche principali:

carboidrati 85 % c.a.

Grassi 15 % c.a.

Page 111: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

Attività ad elevata intensità pari o superiore al:

75% della frequenza cardiaca massima FCmax

> 60% del VO2max

Fonti energetiche principali:

carboidrati 70 % c.a.

Grassi 30 % c.a.

L'intervento proteico è trascurabile infatti si definisce il "quoziente respiratorio non proteico".

Page 112: SISTEMA MUSCOLARE

112

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

Attività poco intensa pari al:

50 % della frequenza cardiaca massima FCmax

Fonti energetiche principali:

carboidrati 40 % c.a.

Grassi 40 % c.a.

Simile alla condizione di riposo

Page 113: SISTEMA MUSCOLARE

113

CONOSCERE IL CORPO UMANO: FCmax

Calcolo frequenza cardiaca massima FCmax

Formule della Ball State University, molto in voga negli States:

frequenza cardiaca massima → 214 - 0.8 x (età in anni) per gli uomini

frequenza cardiaca massima → 209 - 0.7 x (età in anni) per le donne

Formula di Tanaka:

frequenza cardiaca massima → 208 - (0.7 x età in anni)

Formula di Cooper:

frequenza cardiaca massima → 220 – età del soggetto

Page 114: SISTEMA MUSCOLARE

114

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

Page 115: SISTEMA MUSCOLARE

115

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

Il catabolismo muscolare e/o proteico si attiva in seguito alla riduzione

di glicogeno

In termini più semplici, quando manca una scorta sufficiente di carboidrati, l'organismo lo rileva e cerca

di porvi riparo "smontando" i muscoli e convertendo le proteine in energia.

Due sono le condizioni in cui tale situazione è riscontrabile:

• regime alimentare eccessivamente ipocalorico;• sforzo fisico prolungato.

Page 116: SISTEMA MUSCOLARE

116

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

Emoglobina- ossigenoLipoproteine-grassi

Glicoproteine-zuccheri

Immunoglobuline

Funzione immunitaria

AnticorpiFunzione

trasporto

Funzione strutturale

Rinnovo dei tessutiCollagene-Tessuto

connettivo

FUNZIONE enzimatica

Accelleratori di reazioni chimiche

CLASSIFICAZIONE DELLE PROTEINEin base alla funzione biologica che svolgono

Funzione Contrattile

Actina - Miosina

Funzione regolazione

ormonaleInsulina, glucagone

FUNZIONE depositoEs. ferro

FUNZIONE coagulante

Page 117: SISTEMA MUSCOLARE

117

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

I carboidrati sono quindi preferiti ai lipidi quando vi è la necessità di avere un rapido e

importante apporto energetico (attività aerobica corrispondente a carichi di lavoro pari

al 70 - 85% del VO2 max), pur avendo un potere calorico (4 cal/g) inferiore alla metà di quello dei

grassi (9 cal/g). Questo perché i lipidi, per produrre energia, necessitano di molto più

ossigeno rispetto agli zuccheri: quindi l’equivalente energetico per volume d’ossigeno

consumato, cioè il reale indice d’efficienza energetica, è più alto nei carboidrati

rispetto ai grassi.

Page 118: SISTEMA MUSCOLARE

118

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

CARBOIDRATI

(glucidi/zuccheri)

4 Kcal/g

CARBURANTE PIU’ EFFICACE

Max livelli di prestazione per la macchina umana

LIPIDI

(glucidi/zuccheri)

9 Kcal/g

Livelli prestativi

< degli zuccheri

Necessitano di > O2

per essere ossidati

PROTEINE IN ECCESSO Trasformate dal fegato in zuccheri e grassi

Page 119: SISTEMA MUSCOLARE

119

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

DISPONIBILITA’ di O2 dipende da:1.Livello polmonare (volumi e capacità polmonari)

2.Livello periferico

•concentrazione plasmatica (globuli rossi/ emoglobina)

•Numero fibre bianche o rosse

•Numero, dimensione ed efficacia degli enzimi (catalizzatori delle reazioni energetiche

Più sono efficaci questi due sistemi > è la percentuale di LIPIDI bruciata durante gli sforzi

di alta intensità

Page 120: SISTEMA MUSCOLARE

120

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

Glucosio e acidi grassi

nel nostro organismo sono continuamente convertiti (il glicogeno in eccesso viene

trasformato in grasso) l’uno nell’altro pertanto se nel programma di allenamento

(es. corsa) utilizzo una parte dei carboidrati immagazzinati dal corpo, nel pasto

successivo, i cibi introdotti non saranno convertiti in grassi ma andranno a reintegrare le scorte di carboidrati

(GLUCOSIO) consumate.

Page 121: SISTEMA MUSCOLARE

121

Per bruciare GRASSI a scopo energetico dobbiamo:

1. Aumentare l’O2 ai muscoli (VO2max )

2. Aumentare considerevolmente la frequenza cardiaca con un lavoro intenso di lunga durata

Tale da determinare un tempo lungo, successivo al lavoro

muscolare per pagare il debito di O2 (ripristino delle scorte energetiche, smaltimento dell’ ac. lattico attraverso il ciclo di Cori, riossigenare l’emoglobina, riparare le strutture lesionate dall’esercizio fisico).

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

Page 122: SISTEMA MUSCOLARE

122

L’organismo per pagare il debito di ossigeno, continua a bruciare calorie pertanto sarà utile

utilizzare anche lavori di intensità maggiori del 70% - Fcmax con il fine di

produrre un elevato debito di Ossigeno.

Esempio: interval training – frazioni di corsa ad elevata intensità alternate a fasi a bassa intensità,

della durata generalmente non superiore alla frazione di corsa.)

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

a) 5×800 metri – 120 sec. di riposob) 10×400 metri – 60 sec. di riposoc) 12×200 metri – 30 sec. di riposo

Page 123: SISTEMA MUSCOLARE

123

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

IMPORTANTE

La fatica si manifesta quando c'è riduzione estrema di

glicogeno nel fegato e nel muscolo indipendentemente

dalla disponibilità di ossigeno a livello muscolare.

Page 124: SISTEMA MUSCOLARE

124

La differenza tra apporto calorico e consumo calorico può stimolare la perdita di grasso o il guadagno di grasso.

DIMAGRIMENTO = SPORT + ALIMENTAZIONE (bilancio energetico) 

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

Page 125: SISTEMA MUSCOLARE

Corto veloce Migliora l'utilizzo dell'ossigeno. Corsa a ritmo uniforme su strada o in ambiente naturale ad una velocità vicina a quella della soglia anaerobica.

Medio Utile per migliorare l'utilizzo sia dell'ossigeno che degli acidi grassi. Corsa continua a ritmo uniforme, si esegue su strada o in ambiente naturale ad una velocità compresa fra l'85% ed il 90% della soglia anaerobica.

Lungo / Lunghissimo Distanze superiori a quelle che solitamente facciamo. È fondamentale per abituare i muscoli a consumare grassi, per abituare l'organismo ad eliminare sudore per periodi di tempo molto lunghi, per provocare adattamenti di vario tipo alle articolazioni, ai tendini, a tutto l'apparato locomotore.

Lento Velocità molto blanda. Può servire come componente di riscaldamento pre-gara o pre-allenamento, come defaticamento al termine della gara o dell'allenamento; favorisce, abbinato ad una dieta, il dimagrimento. Inoltre serve anche per scaricare le tensioni psichiche.

125

CONOSCERE IL CORPO UMANO: ALLENAMENTO

Page 126: SISTEMA MUSCOLARE

Fartlek Corsa continua, nella quale lo sforzo non si mantiene uniforme, ma presenta variazioni più o meno frequenti, nelle salite e discese, o solamente variazioni di velocità decise dall'atleta, indipendentemente dalle pendenze. Ad esempio un allungo di cinquecento metri ogni due chilometri, passando da un'andatura base di 5.00 a chilometro ad una di 3.40, provocando così un rapido innalzamento della frequenza cardiaca e facendo sì che il cuore aumenti la propria capacità di pompare sangue nella medesima unità di tempo.

Corsa in crescendo Corsa continua nel quale l'andatura non è uniforme, ma aumenta via via; il caso più tipico è quello in cui c'è un tratto iniziale all'andatura del lento, uno intermedio all'andatura del medio ed uno finale all'andatura del corto veloce.

L'obiettivo della corsa in crescendo è quello di far intervenire non solamente le fibre lente, ma anche una buona quantità di fibre veloci, cercando di fare in modo che pure queste ultime diventino "mangiatrici" di acidi grassi.

126

CONOSCERE IL CORPO UMANO: ALLENAMENTO

Page 127: SISTEMA MUSCOLARE

Come si calcola la FC di soglia

127

1. Metodo diretto

Ergospirometria: test ergometrico massimale con valutazione consumo di O2 (VO2) alle diverse FC e produzione di acido lattico.

2. Metodo teorico

• FC massima teorica (220 - età). Es atleta di 20 anni. FCmax = 200

• FC di soglia = 90% della FC max. Es FC soglia= 200*90% = 180

• FC < alla FC soglia = LAVORO AEROBICO

• FC > a FC soglia = LAVORO ANAEROBICO

Page 128: SISTEMA MUSCOLARE

128

Tabella per valutare la FC di allenamento per Obiettivi

Il valore che deve essere preso come base è la Frequenza Cardiaca Massima (FCM)Metodo teorico per valutare la FCM

FCM = 220 - età Si può affermare che la fascia allenante per una persona è tra il 60% e l'80% della sua FCM.

La seguente tabella illustra in dettaglio le diverse tipologie di allenamento dipendentemente dalla Frequenza Cardiaca. 

Età     20 anni    Frequenza Cardiaca Massima (teorica)  200    Frequenza di Soglia Anaerobica 180

Zona del metabolismo

Zona di ossidazione dei grassi corporei(zona aerobica)

Zona di ossidazione del

glucosio(zona aerobica)

Zona vicina alla soglia

anaerobica

Zona di glicolisi (zona

anaerobica)

Effetto Stimolazione del metabolismo dei

grassi

Stimolazione dei meccanismi aerobici

miglioramento cardiovascolare

Stimolazione della zona di soglia

aerobica/anaerobica

Stimolazione dei meccanismi anaerobici

Obiettivo Riduzione del grasso corporeo

e miglioramento della capacità aerobica

Miglioramento della capacità e potenza

aerobica

Miglioramento della soglia anaerobica

Miglioramento tolleranza lattacida

% Fc Max 60% 65% 70% 75% 80% 85% 90% 95% 100%

  120 130 140 150 160 170 180 190 200LAVORO AEROBICO LAVORO ANAEROBICO

Nell'atletica gli allenamenti si suddividono

Sotto il 60% lo sforzo che si

compie non è

allenante

   

Al superamento del 80% vi è l'inizio di

produzione dell'acido lattico

70-85% Fondo lento o lungo

Il 90% della Fc max corrisponde al P.I. (Punto di Innesco soglia anaerobica)

85-90% Fondo medio

90-95%

Fondoveloce

  

Page 129: SISTEMA MUSCOLARE

129

Intensità esercizio

Leggero Moderato Intenso Molto intenso

Attività Cammino spedito

Correre Correre velocemente

Corsa estrema

(100 m piani)

Respirazione NormaleSi riesce a

parlare

Aumentata Si parla a

fatica

Molto aumentataE’ difficile parlare

ApneaNon si riesce

a parlare

FC < 60% VO2 max

60-70% VO2 max

75- 90%V02 max

>90%VO2max

Fonte Energia

Grassi Grassi e Zuccheri

Zuccheri e grassi

Zuccheri

Metabolismo Aerobico Aerobico Aerobicoanaerobico

Anaerobico

Intensità dell’esercizio e parametri vitali

Page 130: SISTEMA MUSCOLARE

130

CONOSCERE IL CORPO UMANO: ALLENAMENTO

Relazione fra alimentazione e attività motorio-sportiva

Fornisce il Fabbisogno Calorico Giornaliero richiesto da:• Metabolismo Basale (MB): 60-70%• Attività Fisica giornaliera (AF): 20-30% • Azione dinamica degli alimenti (digestione, assorbimento, metabolismo, deposito : 10% 1. 1g proteine =4kcal 2. 1g lipidi = 9kcal3. 1g glucidi = 3.75kcal4. 1g alcool = 7kcal

Favorisce il Dispendio Energetico • Attività aerobiche: 6-18 kcal/kg/h • Attività aerobiche-anaerobiche: 5-15 kcal/kg/h • Attività anaerobiche: 3-12: kcal/kg/h

Page 131: SISTEMA MUSCOLARE

La respirazione 

Aspetto importante per ogni disciplina sportiva di resistenza. Ogni atleta deve svolgere esercizi specifici che migliorano il tono e

l'efficienza dei muscoli respiratori (intercostali esterni ed interni, elevatori delle costole, scaleni ed anche diaframma). Anche la stessa stimolazione respiratoria che si ha durante la corsa, soprattutto quando si corre ad andature elevate, è sufficiente a

migliorare l'efficienza dei muscoli della respirazione. È vero che la respirazione nasale rende l'aria più pulita e più calda in quanto i peli e le ciglia delle cellule epiteliali del naso depurano l'aria da eventuali polveri che potrebbero danneggiare le vie respiratorie. Respirare con il naso vuol dire introitare meno aria che con la bocca e correre il rischio di ritrovarsi velocemente in debito di ossigeno con i polmoni che bruciano e le gambe pesanti per

l'accumulo di acido lattico.

131

CONOSCERE IL CORPO UMANO: ALLENAMENTO

Page 132: SISTEMA MUSCOLARE

132

CONOSCERE IL CORPO UMANO: COSIGLI PER LA DIETA

1. Evita le diete yo-yo e quelle brutal force

2. Evita i cibi ai quali sei intollerante ed allergico

3. Mangia la maggior quantità possibile di cibi biologici privi di estrogeni contenuti nei cibi non biologici, come petrolio, fertilizzanti, diserbanti e ormoni.

4. Se i tuoi cibi o alimenti puzzano di plastica, buttali la plastica è un derivato del petrolio.

5. Minimizza il consumo di alcool compromette le capacità del fegato di disgregare e disintossicare i derivati degli estrogeni (circolando nel flusso sanguigno causando gonfiore, ritenzione idrica e  depositi di grasso, malattie croniche).

6. Controlla la tua insulina (vitamine, minerali, acidi grassi essenziali (Omega-3).

7. Svolgi una regolare attività fisica

Page 133: SISTEMA MUSCOLARE

133

Scambi metabolici tra fegato e muscoliParticolare importanza hanno gli scambi che avvengono tra il fegato e i muscoli e che riguardano il metabolismo degli zuccheri. Il fegato può rilasciare nel sangue glucosio che ricava scindendo le sue scorte di glicogeno (glicogenolisi) oppure sintetizzandolo a partire da vari precursori (gluconeogenesi); tra questi, il lattato e l'alanina, forniti principalmente dai muscoli. Il glucosio immesso nel torrente circolatorio può raggiungere le fibre muscolari ed essere impiegato come fonte di energia per la contrazione. Durante un'intensa attività, i muscoli scheletrici ottengono rapidamente energia attraverso il processo anaerobico di glicolisi; l'acido lattico che ne deriva ritorna al fegato, dove viene riconvertito in glucosio. La transaminazione permette la conversione dell'amminoacido alanina in acido piruvico e viceversa.

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

Page 134: SISTEMA MUSCOLARE

134

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

Scambi metabolici tra fegato e muscoli

Page 135: SISTEMA MUSCOLARE

135

Scambi metabolici tra fegato e muscoli

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SCAMBI METABOLICI

Page 136: SISTEMA MUSCOLARE

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Sistema ATP-CP (anaerobico alattacido)

Sistema anaerobico lattacido

Glicolisi Glicogeno muscolare

Sistema aerobico

FONTE

dI

ENERGIA

MECCANISMI ENERGETICI del MUSCOLO IN RAPPORTO ALLA DURATA NEL TEMPO

TEMPO

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SISTEMI ENERGETICI

Page 137: SISTEMA MUSCOLARE

137

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SISTEMI ENERGETICI

Il recupero post esercizio permette:

 - il ripristino delle riserve di glicogeno epatico e muscolare

 - la riparazione dei tessuti muscolari danneggiati;

 - la reidratazione ed il reintegro degli elettroliti persi con la sudorazione.

Page 138: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: SISTEMI ENERGETICI

 Carboidrati ricostituiscono le scorte di glicogeno muscolare ed epatico.

Proteine forniranno gli aminoacidi necessari a ristabilire l'integrità dei tessuti, affinchè il muscolo si possa

adattare a carichi di lavoro più gravosi.

Page 139: SISTEMA MUSCOLARE

139

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SISTEMI ENERGETICI

  Body-builder avrà la necessità di aumentare

enormemente le masse muscolari e quindi anche

il proprio peso, soprattutto nel periodo di massa.

 Maratona, ciclismo, triathlon o ancora sport di

breve durata e di velocità, dovrà prestare molta

attenzione a non aumentare oltre un certo peso;

anche pochi chilogrammi di peso in più, potranno

compromettere la prestazione velocistica anzichè

migliorarla!

Page 140: SISTEMA MUSCOLARE

140

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SISTEMI ENERGETICI

 L'assunzione di alcool deve essere fortemente scoraggiato durante le fasi di

recupero post-allenamento/gara.

favorisce la DISIDRATAZIONE 

disturba i meccanismi di restauro del tasso di zucchero nel sangue.

Page 141: SISTEMA MUSCOLARE

141

PROCESSO COMBUSTIBILE POTENZA DURATA TIPO di SPORT

REAZIONE di BASE ATP ALTISSIMA FINO A 3” GESTI SINGOLI 8salti, lanci, tuffi)

ANAEROBICO ALATTACIDODISGREGAZIONE della Fosfocreatina

(CP)ALTA 10” – 15”

ATLETICA LEGERA

100 e 110 hs

Lanci (disco, giavellotto, martello, peso)

Salti (alto, lungo, triplo, asta)

SOLLEVAMENTO PESI -PATTINAGGIO (velocità)

ANAEROBICO LATTACIDOSCISSIONE

del GLICOGENO GLICOLISI

ELEVATA 15” – 45”

ATLETICA LEGERA

800 – 1500 – 400 hs.

PATTINAGGIO

Ghiaccio 3000 mt. - Rotelle 1500 mt.

NUOTO

400 mt.

ANAEROBICI AEROBICI MASSIVI

SCISSIONE del GLICOGENO

GLICOLISIELEVATA 45” – 180”

ATLETICA LEGERA

200 e 400 piani

PATTINAGGIO

Ghiaccio 5 - 10 Km. - Rotelle 3 – 20 Km.

NUOTO

50 e 100 mt. stile libero

AEROBICOOSSIDAZIONE degli ZUCCHERI - GRASSI

MODERATASUPERIORI

a 180”

ATLETICA LEGERA

3.000 siepi, 5.000 mt., 10.000 mt., maratona, marcia

PATTINAGGIO

Ghiaccio 500 mt. - Rotelle 300 mt.

NUOTO

800 mt., 1.500 mt.

CICLISMO SU STRADA, CANOA

AEROBICO ANAEROBICO ALTERNATO

SPORT di SQUADRA – TENNIS - SQUASH

CLASSIFICAZIONE BIOENERGETICA DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SISTEMI ENERGETICI

Page 142: SISTEMA MUSCOLARE

142

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SISTEMI ENERGETICI

Page 143: SISTEMA MUSCOLARE

143

Le Fonti EnergeticheLe Fonti EnergeticheAccumulatori di Energia Accumulatori di Energia

Le Fonti EnergeticheLe Fonti EnergeticheAccumulatori di Energia Accumulatori di Energia

Aerobico Anaerobico Lattacido Anaerobico Alattacido

PotenzaPotenza Minima Quasi Max Max

DurataDurata ILLIMITATA 15” – 45” * 45” – 180” 10” – 15”

F.C.F.C. 120 - 150 > 160 Norm - > 180

RecuperoRecupero da 0” a giorni da 2-3’ a giorni da 0” a 120’

RiepilogoRiepilogo

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SISTEMI ENERGETICI

Page 144: SISTEMA MUSCOLARE

144

Tempi di recupero per il ripristino energetico dopo esercizio intenso

Sistema Anaerobico Alattacido (AA)

Sistema Anaerobico Lattacido (AL)

Sistema Aerobico (A)

Esercizio intermittente< 15 sec

Es. 100m Atletica

Esercizio intermittente>15 sec - 3 min

Es. 100m nuoto

Esercizio aerobico prolungato > 3 min

Es. 10.000m Atletica

Tempo di recupero2 - 3 min

Tempo di recupero5 - 24 ore

Tempo di recupero10 - 46 ore

Fox E., Fisiologia dello sport, Editoriale Grasso, Bologna 1988, p. 71Fox E., Fisiologia dello sport, Editoriale Grasso, Bologna 1988, p. 71

CONOSCERE IL CORPO UMANO: SISTEMI ENERGETICI

Page 145: SISTEMA MUSCOLARE

145

CONOSCERE IL CORPO UMANO: FORZA FIBRA MUSCOLARE

Page 146: SISTEMA MUSCOLARE

146

CONOSCERE IL CORPO UMANO: FORZA MUSCOLO

Page 147: SISTEMA MUSCOLARE

147

UNITA’ MOTORIE del MUSCOLO

All'interno di ogni muscolo si riconoscono diversi tipi di fibre, classificate in base alla velocità di contrazione e alla resistenza alla fatica.

CONOSCERE IL CORPO UMANO: UNITA’ MOTORIE del MUSCOLO

Page 148: SISTEMA MUSCOLARE

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- Unità motorie lente: dette anche fibre rosse (prevalentemente aerobie e ricche di mitocondri e mioglobina ) o ST o di tipo I.- Unità motorie rapide: o fibre bianche (aerobie e anaerobie, povere di mioglobina) o FT o di tipo II.

Le fibre a contrazione rapida si suddividono a loro volta in:- fibre del tipo II A (o FTa) aerobie e anaerobie;- fibre del tipo II B (o FTb) anaerobie.                                                             

Le UNITA' MOTORIE DEL MUSCOLO sono fondamentalmente di due tipi (Figura 1 – Figura 2):

Figura 1

In risposta ad uno sforzo fisico intenso

si attivano per prime le unità motorie

più lente (FI) e, mano a mano che

l'intensità aumenta, si ha un

progressivo maggior reclutamento

delle fibre rapide F IIa – F IIb)

CONOSCERE IL CORPO UMANO: UNITA’ MOTORIE del MUSCOLO

Page 149: SISTEMA MUSCOLARE

149

Entità della contrazione muscolare e tipo di fibre attivate    

Figura 2

CONOSCERE IL CORPO UMANO: UNITA’ MOTORIE del MUSCOLO

Page 150: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: UNITA’ MOTORIE del MUSCOLO

Page 151: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: UNITA’ MOTORIE del MUSCOLO

Page 152: SISTEMA MUSCOLARE

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Sezione trasversale di biopsia muscolare, colorata con l'enzima ATP-asi acida

(duecento ingrandimenti). Si osservano fibre muscolari che reagiscono

positivamente e vengono identificate come fibre di tipo 1 (fibre scure) e fibre di

tipo 2 che non si colorano (fibre chiare). Le fibre muscolari che rigenerano

presentano con questa reazione una colorazione di tipo intermedio.

CONOSCERE IL CORPO UMANO: UNITA’ MOTORIE del MUSCOLO

(-) Diametro (+) Mioglobina(+) Capillari(+) Mitocondri(-) Glicogeno

(+) Diametro (-) Mioglobina(-) Capillari(-) Mitocondri(+) Glicogeno

Fibre lente (Tipo I) Fibre veloci (tipo II)

Page 153: SISTEMA MUSCOLARE

153

Distribuzione delle fibre muscolari

SEDENTARIO: 40% di tipo I (lente) - 60% di tipo II (rapide)

SPRINTER: 20% di tipo I (lente) - 80% di tipo II (rapide)

PRATICA REGOLARE JOGGING 50% di tipo I (lente) - 50% di tipo II(rap.)

MEZZOFONDISTA: 55% di tipo I (lente) - 45% di tipo II (rapide)

MARATONETA: 80% di tipo I (lente) - 20% di tipo II (rapide)

ULTRAMARATONETA: 95% di tipo I (lente) - 5% di tipo II (rapide)

In ogni muscolo sono presenti sia fibre veloci che fibre lente. La distribuzione in percentuale varia da muscolo a muscolo e da atleta ad atleta.

CONOSCERE IL CORPO UMANO: UNITA’ MOTORIE del MUSCOLO

Page 154: SISTEMA MUSCOLARE

154

Percentuale di fibre lente (muscoli arti inferiori)rilevate in atleti impegnati in differenti discipline sportive

(C. Bosco: “La forza muscolare. Aspetti fisiologici ed applicazioni pratiche” - Società Stampa Sportiva 1997)

DISCIPLINADISCIPLINA % DI % DI FIBRE FIBRE LENTELENTE

AUTORIAUTORI

Atletica- 100 - 200 m.- 400 m.- 800 - 1500- 5000 m. - maratona- marciatori- lanciatori- saltatoriSci- fondo- slalom- salto dal trampolinoHockey su ghiaccioPattinaggio su ghiaccioCiclisti su stradaCanoaNuotoOrientamentoSci acquaticoLottaSollevamento pesiBody buildingPallamanoPallavoloHockey su pratoCalcioSportivi non competitivi

 

35 - 4040 - 5055 - 6065 - 8065 - 7050 - 5550 - 55

65 - 8550 - 5550 - 5545 - 6065 - 7055 - 6055 - 6050 - 6065 - 7050 - 5550 - 5540 - 4540 - 4545 - 5545 - 5545 - 5040 - 4540 - 60

Bosco. Tihanyi, Komi, Tesch, Burke, Gollnick, Lundin, Thorxstensson, Hakkinen, Prince, Jacobs, Apor, Carlsson e coll.

Serena Williams potenza e velocità

CONOSCERE IL CORPO UMANO: UNITA’ MOTORIE del MUSCOLO

Page 155: SISTEMA MUSCOLARE

155

Caratteristiche del muscolo e delle fibre muscolari 

In relazione alla disposizione delle fibre e alla modalità di inserzione dei

tendini, i muscoli del corpo presentano delle DIVERSE CONFORMAZIONI

(Figura 1).

 

  Figura 1

CONOSCERE IL CORPO UMANO: UNITA’ MOTORIE del MUSCOLO

Page 156: SISTEMA MUSCOLARE

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MUSCOLI FASICI – TONICI

AGONISTI, ANTAGONISTI, SINERGICI, FISSATORI, NEUTRALIZZATORI

FLESSORI, ESTENSORI, ADDUTTORI, ABDUTTORI, ROTATORI

 

CONOSCERE IL CORPO UMANO: AZIONI MUSCOLARI

AZIONI MUSCOLARI 

In base alla principale AZIONE SVOLTA

i muscoli possono essere suddivisi in:

 

 

Page 157: SISTEMA MUSCOLARE

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MUSCOLI FASICI (deputati al movimento), caratterizzati da una maggior dotazione di fibre muscolari bianche meno forti ma a contrazione piuttosto rapida.

MUSCOLI TONICI (antigravitari/posturali), caratterizzati da una ricca dotazione di fibre muscolari rosse molto forti e a contrazione lenta.

 

CONOSCERE IL CORPO UMANO: AZIONI MUSCOLARI

MUSCOLI FASICI – MUSCOLI TONICI 

Page 158: SISTEMA MUSCOLARE

158

MUSCOLI DEL GRUPPO TONICO - Hanno funzione di sostegno (posturali).

Si affaticano tardivamente - Si contraggono più lentamente. Contengono più fibre muscolari rosse (lente) - Sono più forti di circa 1/3. Reagiscono al carico errato con accorciamento e con peggioramento funzionale. Hanno fibre muscolari più corte e sono per lo più penniformi. Sono localizzati più profondamente e più medialmente. Generalmente appartengono al gruppo degli estensori le cui funzioni comprendono

anche l’abduzione e la rotazione esterna. Esprimono la massima potenza a velocità di contrazione moderata. Se inattivi divengono più lentamente deboli. Tendono ad accorciarsi a causa della continua tensione a cui sono sottoposti.

MUSCOLI DEL GRUPPO FASICO - Hanno funzione di movimento.

Si affaticano precocemente - Si contraggono più rapidamente. Contengono più fibre muscolari bianche (rapide) - Sono più deboli. Reagiscono al carico errato con indebolimento e peggioramento funzionale. Hanno fibre muscolari più lunghe e sono per lo più fusiformi. Sono localizzati più superficialmente e più lateralmente. Generalmente appartengono al gruppo dei flessori le cui funzioni comprendono anche

l'adduzione e la rotazione mediale. Esprimono la massima potenza a velocità di contrazione elevata. Se inattivi divengono più rapidamente deboli. Tendono ad allungarsi con l’inattività.

CONOSCERE IL CORPO UMANO: AZIONI MUSCOLARI

Page 159: SISTEMA MUSCOLARE

159

MUSCOLI AGONISTI – ANTAGONISTI SINERGICI – FISSATORI

NEUTRALIZZATORI

CONOSCERE IL CORPO UMANO: AZIONI MUSCOLARI

Agonisti: realizzano l’azione

Antagonisti: svolgono l’azione opposta degli agonisti

Sinergici: concorrono alla realizzazione di un’azione coadiuvando il movimento del muscolo principale

Page 160: SISTEMA MUSCOLARE

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Modalità di contrazione muscolare e di esecuzione del movimento Ruoli che può assumere il muscolo durante la contrazione

Agonista (*) Il muscolo più importante che esegue il movimento.

Antagonista (§)

Il muscolo che può eseguire il movimento opposto al muscolo agonista. Quando esegue il movimento diventa agonista.Il muscolo antagonista agisce anche come modulatore ovvero, mantenendo un certo tono, assicura la giusta direzione del movimento.

Sinergico (*)Non è il muscolo effettore principale del movimento ma vi partecipa insieme all'agonista.

FissatoreCon una contrazione statica o isometrica, fissa saldamente i segmenti sui quali un altro segmento si muove.

Neutralizzatore (§)

La sua contrazione neutralizza l'azione di altri muscoli agonisti, soprattutto biarticolari, il cui intervento completo non permetterebbe la possibilità di localizzare il movimento ad una sola articolazione ma muoverebbe più segmenti corporei contemporaneamente.

CONOSCERE IL CORPO UMANO: AZIONI MUSCOLARI

Page 161: SISTEMA MUSCOLARE

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FLESSORE: muscolo che ha la funzione di avvicinare tra loro due segmenti scheletrici, provocando un piegamento (bicipite).

ESTENSORE: muscolo che ha la funzione di allontanare tra loro due segmenti scheletrici provocandone un'estensione (tricipite).

ADDUTTORE: muscolo che determina un movimento tale da avvicinare un arto alla linea mediana del corpo (grande adduttore).

ABDUTTORE: muscolo che determina un movimento tale da allontanare un arto alla linea mediana del corpo (medio gluteo).

ROTATORE: muscolo che permette una rotazione interna o esterna (gemelli).

MUSCOLI FLESSORI – ESTENSORI ADDUTTORI – ABDUTTORI

ROTATORI

CONOSCERE IL CORPO UMANO: AZIONI MUSCOLARI

Page 162: SISTEMA MUSCOLARE

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TERMINOLOGIA

Flessione Estensione

Adduzine Abduzione

Supinazione Pronazione

Rotazione

CONOSCERE IL CORPO UMANO: AZIONI MUSCOLARI

Page 163: SISTEMA MUSCOLARE

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Inserzione dei muscoli allo scheletro

MUSCOLI MONOARTICOLARI

Le inserzioni tendinee estreme uniscono due segmenti ossei articolati fra loro.

Eseguono di solito uno o due movimenti.

Il movimento può avvenire solo su un'articolazione (esempio: muscolo adduttore)

CONOSCERE IL CORPO UMANO: INSERZIONI MUSCOLARI

Grande adduttore (monoarticolare)

Page 164: SISTEMA MUSCOLARE

164

Inserzione dei muscoli allo scheletroSartorio (biarticolare) MUSCOLI BIARTICOLARI

Il muscolo è collegato a tre segmenti ossei articolati in sequenza fra loro.

Sono muscoli, il cui ventre di solito si ripartisce in due o più tendini da un lato ed uno solo dall'altro (Bicipite, Tricipite, Quatricipite). Di solito, dalla parte della ripartizione almeno un tendine rimane monoarticolare e gli altri divengono biarticolari.

Il muscolo agisce su due articolazioni (esempio: Retto Anteriore del Muscolo Quadricipite femorale, che flette la coscia ed estende la gamba).

CONOSCERE IL CORPO UMANO: INSERZIONI MUSCOLARI

Page 165: SISTEMA MUSCOLARE

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Inserzione dei muscoli allo scheletroSacrospinale(pluriarticolare)

MUSCOLI PLURIARTICOLARI

Il muscolo ha inserzioni tendinee su più segmenti ossei (esempio: il Muscolo Sacrospinale estende e inclina lateralmente la colonna vertebrale articolando tra loro più vertebre).

Sono muscoli molto lunghi che solitamente sono disposti lungo la colonna vertebrale ripartendo le loro fibre su ogni vertebra.

Permettono movimenti di raddrizzamento, flessione e rotazione della colonna supportandola durante i diversi movimenti del corpo.

CONOSCERE IL CORPO UMANO: INSERZIONI MUSCOLARI

Page 166: SISTEMA MUSCOLARE

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CONTRAZIONI MUSCOLARI: FORZA MUSCOLARE

CONOSCERE IL CORPO UMANO: CONTRAZIONI MUSCOLARI

La forza muscolare è quella capacità motoria che permette di vincere una resistenza o di opporvisi tramite lo sviluppo di

tensione da parte della muscolatura.

Fattori che condizionano la forza muscolare:

a. maturazione del sistema nervoso centrale;

b. tipo di fibre muscolari (bianche – rosse);

c. numero di unità motorie che si riesce ad attivare;

d. sincronismo di azione dei muscoli sinergici (muscoli che coadiuvano l'azione di quelli principali);

e. sezione trasversa del muscolo (numero di fibre contrattili);

f. corretta tecnica esecutiva del movimento. 

Page 167: SISTEMA MUSCOLARE

167

ISOMETRICA o STATICA: contrazione con aumento della tensione del muscolo, ma senza accorciamento e spostamento delle fibre. Durante la contrazione muscolare la distanza tra i due capi articolari rimane invariata (il carico non viene né vinto, né si cede ad esso;

ISOTONICA o DINAMICA: Il muscolo si accorcia sviluppando una tensione variabile, nel vincere un carico costante. I due capi articolari si avvicinano durante la contrazione. Le contrazioni isotoniche, si differenziano in:

a. Concentriche: fase durante la quale il muscolo si accorcia le inserzioni tendinee estreme del muscolo si avvicinano ed il carico viene spostato o sollevato (positiva).

b. Eccentriche: fase durante la quale il muscolo si allunga le inserzioni tendinee estreme del muscolo si allontanano durante la contrazione, il muscolo cerca di opporsi al carico e gli cede lentamente. (negativa).

CONTRAZIONE PLIOMETRICA: che si ottiene con una rapida inversione da una contrazione eccentrica (prestiramento) ad una concentrica (es. salto da un gradone, calcio ad un pallone, etc.) sfruttando l'energia elastica del muscolo accumulata nel primo tipo di contrazione (salto in basso e rimbalzo).

CONTRAZIONE AUXOTONICA: combinazione di contrazione isometrica ed isotonica in cui la resistenza da vincere aumenta progressivamente (es.: partenza dai blocchi dei 100 metri).

CONOSCERE IL CORPO UMANO: CONTRAZIONI MUSCOLARI

Tipi di contrazione con cui viene espressa la forza muscolare

Page 168: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: CONTRAZIONI MUSCOLARI

Page 169: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: CONTRAZIONI MUSCOLARI

Page 170: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: CONTRAZIONI MUSCOLARI

Page 171: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: CONTRAZIONI MUSCOLARI

Page 172: SISTEMA MUSCOLARE

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Tipi di contrazione muscolare (esempio dei muscoli flessori dell'avambraccio)

Concentrica Eccentrica Isometrica Pliometrica

CONOSCERE IL CORPO UMANO: CONTRAZIONI MUSCOLARI

Page 173: SISTEMA MUSCOLARE

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Per spiegare in termini pratici questo concetto di meccanica muscolare, immaginiamo di tenere in mano con il braccio piegato a 90°, un manubrio il cui peso sia maggiore rispetto alla massima forza esprimibile dal bicipite, poniamo 60 kg. In questo caso, nonostante ogni sforzo, non può certamente flettere il braccio e portare il manubrio verso la spalla, abbiamo appena detto che il suo peso è maggiore della forza, anzi il braccio si distenderà verso il basso, proprio in virtù del grosso carico che è tenuto in mano. L'unica cosa che si è in grado di fare in questa situazione, è cercare di rallentare al massimo la caduta del carico, grazie appunto ad una contrazione eccentrica del bicipite. In questa condizione il muscolo funziona come un vero e proprio "freno“. Più si riuscirà a rallentare la caduta del peso, maggiore sarà la forza di tipo eccentrico espressa.

Contrazione concentrica si ha l'accorciamento

del ventre muscolare. Fig. 1

Contrazione eccentrica si ha l’allungamento del

ventre muscolare. Fig. 1

Contrazione eccentrica e concentrica

Figura 1

CONOSCERE IL CORPO UMANO: CONTRAZIONI MUSCOLARI

Page 174: SISTEMA MUSCOLARE

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Esercizio di pliometria: salto da una panca arrivando a terra mantenendo costantemente un angolo delle ginocchia intorno ai 90°-110°. Toccato il suolo, effettuare un caricamento con rapidissima inversione del movimento fino alla massima estensione degli arti inferiori e balzo verso l’alto.

Nei giovani e nei principianti usare bisogna utilizzare cautela e altezze di caduta modeste

Contrazione pliometrica

CONOSCERE IL CORPO UMANO: CONTRAZIONI MUSCOLARI

Page 175: SISTEMA MUSCOLARE

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La POSTUROLOGIA, studia l’equilibrio umano e le condizioni fisiologiche che lo rendono possibile.

La stazione eretta è una condizione instabile perché il baricentro è al di sopra del punto di vincolo, ossia al di sopra della base di appoggio. Il corpo di una persona, ferma in posizione eretta, è quindi soggetto a micro-moti continui, per mantenere il proprio bilanciamento posturale.

CONOSCERE IL CORPO UMANO: AZIONI MUSCOLARI

La postura

Page 176: SISTEMA MUSCOLARE

176

L’equilibrio si mantiene per l’azione concomitante di diversi sistemi:

Muscolo-scheletrico Sistema nervoso centrale Recettori sensoriali

Qualsiasi alterazione a uno di questi sistemi può avere conseguenze sull’assetto posturale.

CONOSCERE IL CORPO UMANO: AZIONI MUSCOLARI

La postura

Page 177: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: AZIONI MUSCOLARI

La postura

Page 178: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: AZIONI MUSCOLARI

Postura ideale: il baricentro generale del corpo o centro di gravità (punto in cui si applica la risultante delle forze di gravità che agiscono nei diversi punti del corpo umano), risulta allineato col baricentro della parte superiore del corpo (anteriore alle prime vertebre dorsali) ed è anteriore alla terza vertebra lombare. Grazie all'ideale allineamento dei baricentri corporei, tutte le curve della colonna vertebrale risultano fisiologiche. Il muscolo ileopsoas, che determina la posizione del tronco, prende, in questo caso, punto fisso correttamente sui piccoli trocanteri.

Page 179: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI ANTERIORI e POSTERIORI

Page 180: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI ANTERIORI e POSTERIORI

Page 181: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI ANTERIORI e POSTERIORI

Page 182: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI ANTERIORI e POSTERIORI

Page 183: SISTEMA MUSCOLARE

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CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI ANTERIORI e POSTERIORI

Page 184: SISTEMA MUSCOLARE

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INFORTUNI NELLO SPORTLa maggior parte degli infortuni sportivi riguarda muscoli, tendini, legamenti e articolazioni; in un numero limitato di casi si riportano rotture di ossa o danni agli organi interni. Alcuni tipi di infortunio ricorrono con particolare frequenza in determinati sport: ad esempio, tra i corridori sono piuttosto comuni disturbi al ginocchio e alla tibia (fratture dovute a torsioni o a stress), mentre tra i ginnasti si verificano soprattutto rotture dei legamenti. L'entità delle lesioni può essere valutata mediante esami radiologici; una particolare tecnica, l'artroscopia, permette anche di effettuare interventi su alcune articolazioni.

CONOSCERE IL CORPO UMANO: INFORTUNI NELLO SPORT

Page 185: SISTEMA MUSCOLARE

185

EFFETTI del MOVIMENTO sui MUSCOLIL’effetto generale che si ottiene svolgendo regolarmente attività fisica è quello di: migliorare lo stato di salute dell’individuo, le prestazioni sportive, evidenziare e modellare la muscolatura (migliorando l’estetica di tutto il corpo).

Il movimento determina inoltre sulla muscolatura degli altri effetti:

MORFOLOGICI - IPERTROFIA: aumento del volume sia in larghezza che in lunghezza. Un muscolo che viene fatto lavorare con dei carichi, aumenta il suo volume e conseguentemente la sua forza.

MECCANICI: variazioni del grado di estensibilità della porzione contrattile e di quella connettivale (elasticità)

METABOLICI: aumento delle sostanze energetiche presenti nel muscolo: maggior deposito di sostanze energetiche (glicogeno)

FUNZIONALI: miglioramento della funzione contrattile grazie ad una più veloce trasmissione degli stimoli nervosi.

CONOSCERE IL CORPO UMANO: INFORTUNI NELLO SPORT

Page 186: SISTEMA MUSCOLARE

186

CONOSCERE IL CORPO UMANO: TABELLA DI SINTESI

ISOTONICA

AUXOTONICA

ISOMETRICA

MOVIMENTO

FLESSORI

ESTENSORI

ABDUTTORI

ADDUTTORI

ROTATORI

ELEVATORI

Page 187: SISTEMA MUSCOLARE

187

“Datemi un punto d’appoggio e vi solleverò il mondo…”

“Archimede”

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

LE LEVE

Page 188: SISTEMA MUSCOLARE

188

Le leve sono dispositivi che, eseguendo un semplice

movimento, riescono a svolgere in modo efficace e con minor

fatica un lavoro.

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

Page 189: SISTEMA MUSCOLARE

189

La leva è costituita da un’ asta rigida che può ruotare intorno ad un punto fisso chiamato

FULCRO indicato con la lettera F

F

R P

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

Page 190: SISTEMA MUSCOLARE

190

Alla leva si possono applicare due forze:

Potenza P = forza che si applica per

vincere la resistenza

F

R P

F

Resistenza R = forza che si vuole vincere

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

R

P

Page 191: SISTEMA MUSCOLARE

191

La distanza tra il fulcro e il punto in cui si applica la resistenza è detto braccio della resistenza bR

F

R P

bR

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

Page 192: SISTEMA MUSCOLARE

192

Archimede

La distanza tra il fulcro e il punto in cui si applica la potenza è detto braccio della potenza bP

F

R P

bP

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

Page 193: SISTEMA MUSCOLARE

193

Le leve si basano sul concetto di equilibrio.

F

R P

bR bP

Sarà in equilibrio quando i momenti meccanici delle forze applicate avranno lo stesso valore.

R x b = P x b

momento momento

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

Page 194: SISTEMA MUSCOLARE

194

Le leve possono essere :

Vantaggiose

Svantaggiose

Indifferenti

se bP è > di bR

se

se

bP è < di bR

P > Rallora..

allora..P < R

bP è = di bRallora..

P = R

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

Page 195: SISTEMA MUSCOLARE

195

Tipi di leve1° genere: INTERFULCRATA

hanno il fulcro tra la potenza e la resistenza

F

bR bP

R P

Vantaggiose Svantaggiose Indifferenti

Possono essere :F

P

R

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

Page 196: SISTEMA MUSCOLARE

196

2° genere: INTER-RESISTENTEhanno la resistenza tra il fulcro e la potenza

Sono sempre :

Vantaggiose

F

R

P

F

P

R

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

Page 197: SISTEMA MUSCOLARE

197

3° genere: INTERPOTENTE hanno la potenza tra il fulcro e la resistenza

Sono sempre :

Svantaggiose

F

R

P

Page 198: SISTEMA MUSCOLARE

198

I muscoli scheletrici (che rappresentano l'elemento attivo del movimento), inserendosi sulle ossa (che rappresentano l'elemento passivo del movimento), per mezzo della contrazione muscolare determinano il movimento. Questo è possibile grazie anche alle articolazioni (che rappresentano l'elemento di congiunzione e perno delle ossa). Tutto l'apparato locomotore è basato su un sistema di leve. Questa situazione determina che, tutte le volte che c'è movimento, si produce una leva che può essere di primo, di secondo o di terzo tipo.

FULCRO asse di rotazione (di solito l'articolazione, ma può anche essere un punto di appoggio o di presa);

POTENZA punto in cui viene applicata la forza (di solito l'origine o l'inserzione muscolare, non il ventre muscolare);

RESISTENZA punto in cui viene generata la resistenza stessa (un peso, lo spostamento di un segmento corporeo, la gravità, ecc.).

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

LE LEVE del CORPO UMANO

Page 199: SISTEMA MUSCOLARE

199

Le leve del corpo umano

1° genere 2° genere 3° genere

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

A) B) C)

Page 200: SISTEMA MUSCOLARE

200

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

Articolazione di appoggio del capo

Atlanto – Occipitale.

Leva di 1° GENERE

In questo caso SVANTAGGIOSA bP è < di bR

FULCRO = ARTICOLAZIONE

Resistenza = PESO del CAPO

POTENZA = MUSCOLI SPLENICI

(posteriori del collo)

ALLA RICERCA DELLE LEVE NEL CORPO UMANO 

ALLA RICERCA DELLE LEVE NEL CORPO UMANO 

Page 201: SISTEMA MUSCOLARE

201

Sollevamento sugli avampiediFlessione plantare del piede dalla stazione eretta

Leva di 2° GENERE

VANTAGGIOSA bP è > di bR

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

FULCRO = DITA

RESISTENZA = PESO che grava sulla CAVIGLIA

POTENZA = MUSCOLI GEMELLI (esercitano una trazione sul Tendine di

Achille)

ALLA RICERCA DELLE LEVE NEL CORPO UMANO 

ALLA RICERCA DELLE LEVE NEL CORPO UMANO 

Page 202: SISTEMA MUSCOLARE

202

Articolazione del GomitoFlessione dell’avambraccio sul braccio

Leva di 3° GENERE

SVANTAGGIOSA

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

bP è < di bR

FULCRO = ARTICOLAZIONE del GOMITO

RESISTENZA = PESO dell’AVAMBRACCIO e della eventuale massa sostenuta dalla mano

POTENZA = Forza esercitata dal M. BICIPITE BRACHIALE

Page 203: SISTEMA MUSCOLARE

203

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

Page 204: SISTEMA MUSCOLARE

204

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

Page 205: SISTEMA MUSCOLARE

205

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

Page 206: SISTEMA MUSCOLARE

206

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

Page 207: SISTEMA MUSCOLARE

207

L’articolazione del gomito col braccio disteso è più svantaggiosa dell’articolazione del gomito col braccio raccolto vicino al tronco poiché in questo caso si può aumentare il braccio della potenza (Bp) e diminuire quello della resistenza (Br).

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE

Page 208: SISTEMA MUSCOLARE

208

Gli snodi del corpo umano (articolazioni e colonna vertebrale)

presentano dei limiti fisiologici oltre i quali il movimento non può essere

effettuato. Il motivo per cui la natura ha scelto tale accorgimento risiede

nel fatto che  i muscoli ed i tendini associati al movimento principale

verrebbero altresì stirati in maniera esagerata con conseguente

danno. Lo studio di tali limiti è essenziale per l’insegnamento delle arti

marziali, che sfruttano sofisticate tecnica dei controlli articolari.

CONOSCERE IL CORPO UMANO: MUSCOLI e LEVE