PATOLOGIA ATROFIA TESTICULAR, METAPLASIA ESCAMOSA, DISPLASIA UTERINA, HIPERPLASIA PROSTATICA
INFORMASANITA' MARZO 2019Clinica neurologica, ad eseguire accessi complessi al midollo per la...
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Connessioni neurali del cervello in RMN 3TConnessioni neurali del cervello in RMN 3TConnessioni neurali del cervello in RMN 3T
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PERIODICO d’informazione dell’Azienda Ospedaliera di Padova
Marzo 2019
DIRETTORE RESPONSABILE Luisella Pierobon
DIRETTORE GENERALE AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA Luciano Flor
HANNO COLLABORATO Silvia Baggio, Eliana Camporese, Francesco Causin,
Umberto Cillo, Carla Cremonese,
Joseph Domenico Gabrieli, Gino Gerosa,
Enrico Gringeri, Loira Leoni, Luisella Pierobon,
Carla Scaroni, Filiberto Zattoni
Servizi fotografici: Ufficio Stampa, Luca Ferraresso I.T.
Consulenza Legale: Luisa Longhini
DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE Via Giustiniani 1— Padova tel. redazione 049.8213923 fax redazione 049.8218283 [email protected]
Registrazione del Tribunale di Padova n. 1553 del 21.01.97 Registro Stampa
In copertina:
Immagine al microscopio di un bronchiolo
La Neuroradiologia pag. 3
Task force di specialisti rimuove tumore renale esteso
al cuore con nuova tecnica pag. 11
Primato mondiale della Chirurgia Epatobiliare pag. 15
Endocrinologia, successo nella ricerca clinica
sulle malattie rare pag. 19
Ambulatorio di aritmologia pediatrica e del cardiopatico
congenito pag. 21
Nuovo ambulatorio prevenzione malattia mentale
adolescenti e giovani adulti pag. 23
informasanità
IndiceIndice
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LA NEURORADIOLOGIA
La NEURORADIOLOGIA è la disciplina specialistica che grazie alla creazione e
all’interpretazione d’immagini statiche e
dinamiche, fornisce indicazioni anatomi-
che e diagnostiche riguardanti il sistema
nervoso, gli organi di senso e le loro
componenti. A questo scopo nel corso
del tempo sono state utilizzate diverse
tecnologie quali la radiologia tradizionale,
la TAC, la Risonanza Magnetica, l'eco-
grafia, e l'angiografia digitale. Oltre a
questo ambito diagnostico, la moderna
Neuroradiologia opera anche in ambito
terapeutico.
Non si limita cioè a formulare la
diagnosi, ma interviene con metodiche
interventistiche mini-invasive nel tratta-
mento dell’ictus acuto, delle stenosi delle
arterie del distretto testa-collo, degli a-
neurismi cerebrali e delle malformazioni
vascolari. Vengono, inoltre, eseguite te-
rapie percutanee per l'ernia del disco e
per il trattamento di fratture vertebrali
causate dall’osteoporosi, da metastasi,
traumi e malformazioni vascolari.
La Neuroradiologia di Padova è una delle
istituzioni storiche in ambito italiano, tra
le prime ad essere state fondate.
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LA NEURORADIOLOGIA
Il suo fondatore, Francesco Galligioni, al-
lora presidente della Associazione Italia-
na di Neuroradiologia, fu l’organizzatore
del primo Congresso Italiano di Neurora-
diologia nel 1980, che si tenne per
l’occasione a Firenze. Da allora la Neuro-
radiologia padovana è sempre stata ai
vertici per le sue competenze tecniche,
scientifiche e per la sua profonda capaci-
tà di seguire da vicino l’evoluzione dei
processi che hanno trasformato, nel corso
degli anni, numerose branche mediche.
Fin dagli inizi è stata in grado di proporre
e produrre attività innovative in ambito
clinico e scientifico. La dottoressa Carla
Carollo, succeduta al Professor Galligioni,
infatti è stata tra le più autorevoli persona-
lità italiane, in particolare in ambito neuro-
radiologico pediatrico, proseguendo la
tradizione, innovando ed estendendo gli
ambiti d’interesse della Neuroradiologia.
Oggi l’Unità Operativa di Neurora-
diologia diretta dal Dr. Francesco Causin
è costituita da 8 medici specialisti radiolo-
gi dedicati, 10 tecnici sanitari di radiologia
medica, 8 infermieri e 6 operatori socio-
sanitari, è divenuta un punto di riferimento
regionale e nazionale, con competenze,
capacità e attività al pari di centri di riferi-
mento di valenza internazionale. La mo-
derna medicina infatti non può più pre-
scindere dallo sviluppo di competenze
specialistiche di alto livello e dalla forma-
zione di professionisti dedicati a partico-
lari tecnologie e patologie.
In questo tipo di ottica culturale e
organizzativa, la Neuroradiologia si inte-
gra sia con le altre discipline cliniche,
quali la Neurologia, la Stroke Unit, la
Neuro-rianimazione, l’Oncologia, la Pe-
diatria e la Riabilitazione, che con molte-
plici discipline chirurgiche, quali la Neuro-
chirurgia, la Chirurgia otoiatrica, Maxillo-
facciale, Plastica, Vascolare, Ortopedica
e Pediatrica.
Nel percorso diagnostico affianca
sempre di più l’Anatomia patologica, la
genetica e la biologia molecolare
nell’interpretazione di patologie rare e
nella definizione di casi complessi. In am-
bito locale, regionale e provinciale, è in-
serita in un ampio progetto organizzativo
di cooperazione e complementarietà fra
centri di riferimento e ospedali territoriali
per la gestione condivisa di patologie
complesse. Questo è attualmente reso
possibile grazie allo sviluppo della rete di
telemedicina che consente lo scambio in
tempo reale di immagini e la realizzazio-
ne di consulenze diagnostiche e terapeu-
tiche.
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L’EQUIPE diretta dal Dott. Francesco Causin
È composta dai Medici Neuroradiologi: Dott.ssa Mariagiulia Anglani,
Dott. Giacomo Cester, Dott. Ignazio D'Errico, Dott. Sandro Dal Pos,
Dott. Joseph-Domenico Gabrieli, Dott.ssa Matia Martucci, Dott. Giuseppe Rolma
Circa 20.000 TAC all’anno e oltre 200 interventi per patologie neuro-vascolari.
Apparecchiature e numeri di un centro di eccellenza. Una svolta nella terapia dell’ictus che interviene rimuovendo i coaguli direttamente dalle arterie cerebrali.
LA NEURORADIOLOGIA
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Le procedure Interventistiche
gestite dall’Unità Operativa
di Neuroradiologia interessano
sia il distretto cranio-encefalico
e del massiccio facciale,
che vertebro-midollare
LA NEURORADIOLOGIA INTERVENTISTICA
♦ Angiografia cerebrale e angiografia midollare
♦ Embolizzazioni di aneurismi cerebrali
♦ Embolizzazioni di fistole cerebrali e spinali (FAV)
♦ Embolizzazioni di malformazioni artero-venose cerebrali (MAV)
♦ Posizionamento di stent in vasi sovra-aortici e intracranici
♦ Disostruzione meccanica e/o farmacologica di vasi intracranici
♦ Occlusioni vasali cerebrali temporanee o definitive
♦ Embolizzazioni preoperatorie di tumori del capo-collo
♦ Alcolizzazioni percutanee dei tumori capo-collo
♦ Sclero-embolizzazioni di malformazio-ni vascolari
♦ Vertebro-cifoplastiche e biopsie vertebrali
♦ Biopsie delle lesioni del collo, della faccia e pericraniche
♦ Infiltrazioni vertebrali, gangliari, artico-lari e discali
♦ Trattamento percutaneo dell’ernia discale
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Il Direttore della Neuroradiologia Dott. Francesco Causin
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La Neuroradiologia dell’Azienda Ospeda-
liera di Padova si avvale di moderne ap-
parecchiature di altissimo livello tecnolo-
gico, in grado di eseguire esami diagno-
stici con tecniche all’avanguardia. Le pro-
ficue collaborazioni instaurate con le altre
Radiologie e la Medicina Nucleare
dell’Azienda Ospedaliera di Padova, con-
sentono l’utilizzo quotidiano e continuati-
vo di apparecchiature di Risonanza Ma-
gnetica 3 tesla ed 1.5 tesla, PET-
Risonanza, e TAC multistrato per lo stu-
dio di pazienti adulti e pediatrici.
Ogni anno vengono eseguiti dalla Neuro-
radiologia oltre 8000 esami di Risonanza
magnetica, di cui 2400 solo per pazienti
pediatrici, e circa 20.000 esami TAC.
Il lavoro svolto in sinergia con la Medici-
LA NEURORADIOLOGIA
na Nucleare, la Neurologia e il Centro
regionale per il Maltrattamento infantile,
nonché le numerose collaborazioni in at-
to con bio-ingegneri, neuro-psicologi, fisi-
ci e matematici ha portato alla crescita di
competenze e allo sviluppo di tecniche
diagnostiche di altissimo livello. In parti-
colare, sono stati sviluppati progetti di
ricerca avanzati volti allo studio e alla de-
finizione delle reti neurali e per lo studio
delle malattie neuro-degenerative, vasco-
lari e oncologiche.
Le apparecchiature di Risonanza magne-
tica sono quotidianamente impegnate
nell’esecuzione di esami specifici mirati
allo studio delle malattie infiammatorie in
collaborazione con il Centro Regionale
della Sclerosi Multipla.
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Inoltre, in collaborazione con il Diparti-
mento di Medicina Veterinaria e grazie
all’applicazione di software per la diagno-
si dell’ictus, si stanno sviluppando sia
progetti di Machine Learning per la dia-
gnostica strumentale automatizzata che
di Computer Assisted Diagnosis per la
valutazione della progressione dell’ictus
acuto.
La Neuroradiologia è dotata di una
sala angiografica con apparecchio bipla-
nare di ultima generazione per gli inter-
venti endovascolari e le procedure spina-
li. L’apparecchiatura è in grado di esegui-
re studi 3D delle arterie e delle vene ce-
rebrali, indispensabili alla diagnosi e alla
terapia e delle malformazioni vascolari
superficiali ed intracraniche.
Questo sistema consente infatti di
eseguire interventi endovascolari per gli
aneurismi e le malformazioni vascolari
cerebrali e midollari, grazie all’elevata
risoluzione delle immagini, che rende
possibile la visualizzazione di rami arte-
riosi cerebrali e midollari sottilissimi.
Sulla medesima apparecchiatura
vengono eseguiti trattamenti per
l’occlusione di malformazioni vascolari
anche del massiccio facciale, delle orbite
e del cavo orale nonché delle vie aeree
superiori, oltre ad esami bioptici spinali
complessi, e per la terapia dell’ernia del
disco e delle fratture vertebrali.
Queste tecnologie hanno permesso
LA NEURORADIOLOGIA
di eseguire studi ed interventi per la cura
dell’ictus che nel corso degli ultimi 2 anni
si sono triplicati, passando da 31 nel
2015 a 89 nel 2017. Questo trend è co-
stante ed è presente anche nel 2018 con
analogo andamento. Le competenze svi-
luppate nel corso di questi anni associate
all’esistenza di sistemi organizzativi com-
plessi, pone Padova tra le prime strutture
di riferimento in Italia per questo genere
di terapie. La rivascolarizzazione delle
arterie cerebrali, se eseguita in tempi ra-
pidi, è in grado di restituire le persone
colpite da ictus alla vita quotidiana.
Le tecniche sono diverse: una pri-
ma linea terapeutica che prevede
l’iniezione di farmaci endovenosi che
sciolgono il coagulo ed una seconda li-
nea che prevede la riapertura meccanica
mediante l’uso di microcateteri
dell’arteria occlusa. La combinazione del-
le due tecniche, la prima eseguita dai
colleghi della Neurologia/Stroke Unit e la
seconda, se necessaria, in sala angio-
grafica dai Neuroradiologi Interventisti,
fornisce risultati positivi, anche in condi-
zioni molto critiche, in circa il 60% dei pa-
zienti.
La sala angiografica della Neuroradiolo-
gia lavora quotidianamente eseguendo
circa 700 procedure all’anno, di cui circa
150 interventi per malattie vascolari i-
schemiche e oltre 100 per patologie mal-
formative ed emorragiche (MAV, aneuri-
smi, Fistole AV).
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LA NEURORADIOLOGIA
A livello nazionale è uno dei maggiori cen-
tri per lo studio e la terapia delle patologie
vascolari pediatriche, in cui si eseguono
interventi per il trattamento delle malfor-
mazioni vascolari complesse in epoca ne-
onatale. Inoltre è uno dei tre centri in Ita-
lia, per la terapia endovascolare per il Re-
tinoblastoma (tumore pediatrico
dell’occhio) e tra i centri maggiori per la
terapia dei paragangliomi, in collaborazio-
ne con gli oftalmologi, gli oncologi pediatri,
i chirurghi vascolari e gli otoiatri.
Le numerose competenze tecniche e clini-
che finora sviluppate anche per la colonna
vertebrale, hanno consentito al gruppo in-
terventistico di Neuroradiologia di essere
tra i primi in Italia, in collaborazione con il
gruppo delle malattie neuromuscolari della
Clinica neurologica, ad eseguire accessi
complessi al midollo per la somministra-
zione di nuove terapie per la cura della
SMA (Atrofia Muscolare Spinale).
La Neuroradiologia ha anche un accesso
diretto per gli utenti, attraverso un ambula-
torio settimanale dedicato a patologie mal-
formative vascolari e spinali e per consulti
specialistici di esami, nel quale ogni anno
vengono valutati circa 300 pazienti. Que-
ste attività sono in progressivo aumento,
rivolte sia alla cura dei pazienti urgenti che
di quelli programmati.
La Neuroradiologia, così come le al-
tre discipline delle neuroscienze
dell’Azienda Ospedaliera, attrae pazienti
da altre regioni italiane. Nel corso del
2017 la percentuale di pazienti provenienti
da altre regioni che si è rivolta alla Neuro-
radiologia, è stata di oltre il 15%.
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IMMAGINI DEL CERVELLO IN RMN 3T
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LA NEURORADIOLOGIA DIAGNOSTICA
L’attività diagnostica attuata dall’Unità
Operativa di Neuroradiologia è dedicata
allo studio sia del distretto cranio-
encefalico, del massiccio facciale che del
settore vertebro-midollare anche con ap-
plicazione di tecniche avanzate di Tomo-
grafia Computerizzata e Risonanza Ma-
gnetica
Tomografia Computerizzata Cerebrale e della Colonna Vertebrale con ricostruzioni multiplanari
AngioTC per lo studio dei tronchi sovra-aortici e del circolo arterioso intracranico
TC perfusionale per la valutazione in acu-to dell’ictus
TC ad alta risoluzione per lo studio dell’orecchio interno e dei seni paranasali
Risonanza magnetica cerebrale e del mi-dollo spinale
Risonanza magnetica per lo studio dei plessi Brachiale e Lombare
Angio Risonanza dei tronchi sovra-aortici e del circolo arterioso intracranico
Studi di Perfusione cerebrale mediante tecniche DSC e pCASL
Studi di Trattografia della sostanza bianca cerebrale mediante tecnica DTI
Studi Funzionali della corteccia cerebrale mediante sequenze BOLD
Risonanza Magnetica Fetale
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PADOVA: TASK-FORCE DI CARDIOCHIRURGHI, UROLOGI, CHIRURGI EPATOBILIARI RIMUOVE
TUMORE RENALE ESTESO AL CUORE ASPIRANDOLO SENZA APRIRE IL TORACE CON NUOVA TECNICA.
E’ LA PRIMA VOLTA AL MONDO
Preparazione e studio del caso Affetto da numerose patologie e già sotto-posto ad intervento di triplice by-pass aor-to-coronarico, ha scoperto durante una visita di controllo di essere affetto da una patologia renale. L’esame ecografico pri-ma e la TC addominale dimostravano la presenza di un umore renale destro este-so fino al cuore. L’intervento che normal-mente viene eseguito in questi casi pre-vede: - l’asportazione del rene coinvolto dal tu-more attraverso l’apertura dell’addome - la rimozione del trombo/tumore dal cuo-re attraverso l’apertura del torace e del cuore con l’ausilio del bypass cardiopol-monare totale in collaborazione tra urologi e cardiochirurghi.
Nel caso specifico, per la presenza delle numerose patologie e per il pregres-
so intervento di bypass localizzati nei siti chirurgici strettamente connessi alla ria-pertura, l’approccio tradizionale era proi-bitivo. Coordinati e capitanati dal Prof. Gi-no Gerosa i chirurghi hanno studiato a tavolino il caso clinico. La storia di questo paziente ha imposto di cercare una solu-zione alternativa all’intervento classico, e così è stata messa in piedi la task-force di cardiochirurghi, urologi e chirurghi epato-biliari, coadiuvati da cardioanestesisti e personale sanitario per realizzare il deli-cato intervento, mai effettuato prima. E’ stato optato per l’approccio inno-vativo microinvasivo con sistema Angio-VAC e entrando nel vivo dell’intervento i professionisti si sono susseguiti per spe-cialità, alternandosi al tavolo operatorio come in una staffetta.
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L’equipe multidisciplinare Cardiochirurghi: Prof. Gino Gerosa - Direttore Cardiochirurgia, Dott. Vincenzo Tarzia, Dr.ssa Olimpia Bifulco Urologi: Prof. Filiberto Zattoni - Direttore Urologia, Dr. Tommaso PrayerGaletti, Dr.ssa Mariangela Mancini, Dr.ssa Marta Bianco Chirurghi Epatobiliari: Prof. Umberto Cillo - Direttore Chi-rurgia Epatobiliare, Dr. Francesco D’Amico Cardioanestesisti: Dr.ssa Cristiana Carollo, Dr. Eugenio Serra, Dr. Antonio Marcassa, Dr. Guido Di Gregorio
Perfusionisti: Dr. Fabio Zanella, Dr.ssa Lisa Ceccato, Dr.ssa Federica Raffin
Infermieri: Dr.ssa Monica Berton, Dr.ssa Sofia Pasello, Dr.ssa Cristina Molena, Dr.ssa Sofia Gobbo, Dr.ssa Nicoletta Baldan, Dr. Paolo Zucchini, Dr. Giuseppe Di Lorenzo, Dr.ssa Claudia Ferron, Dr. Matteo Vianello, Dr.ssa Michela Ghiraldin, Dr.ssa Katia Antonello, Dr. Marco Vianello
PADOVA: TASK-FORCE DI CARDIOCHIRURGHI, UROLOGI, CHIRURGI EPATOBILIARI RIMUOVE
TUMORE RENALE ESTESO AL CUORE ASPIRANDOLO SENZA APRIRE IL TORACE CON NUOVA TECNICA.
E’ LA PRIMA VOLTA AL MONDO
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PADOVA: TASK-FORCE DI CARDIOCHIRURGHI, UROLOGI, CHIRURGI EPATOBILIARI RIMUOVE
TUMORE RENALE ESTESO AL CUORE ASPIRANDOLO SENZA APRIRE IL TORACE CON NUOVA TECNICA
La cronaca dell'intervento eseguito durante il periodo di Natale 2018. Ore 8: Il paziente entra in sala operatoria. 8-9.30: Gli infermieri di sala ed i cardioanestesisti preparano il paziente attraverso il posizionamento di cateteri arteriosi e venosi, l’intubazione oro-tracheale ed il posizionamento della sonda trans esofagea che permetterà di ottenere le immagini dell’interno del cuore per guidare i cardiochirurghi durante la procedura. 9.30-12: I cardiochirurghi in collaborazione con i cardioanestesiti ed i perfusionisti configurano il nuovo sistema AngioVAC che permetterà di ri-muovere il tumore dall’interno del cuore, senza aprire il torace, a cuore battente, senza l’ausilio del bypass cardiopolmonare totale con una solo incisione a livello dell’inguine. Il nuovo approccio con l’inserimento, senza inci-sioni chirurgiche, della cannula di aspirazione a livello di una vena del collo collegata ad una pom-pa centrifuga e ad un filtro ha permesso come un’aspirapolvere l’aspirazione ad alto flusso del tumore. Il sangue aspirato dall’interno del cuore durante l’intervento chirurgico è stato filtrato e re-immesso nel circolo arterioso attraverso un’altra cannula posta all’altezza dell’arteria femorale. Per la prima volta al mondo, la particolare confi-gurazione artero-venosa del sistema Angio-VAC in modalità ECMO non solo ha permesso l’aspirazione della massa dal cuore ma ha garanti-to la stabilizzazione del paziente durante tutte le
fasi dell’intervento chirurgico. 12-15.45: Gli urologi procedono con l’apertura dell’addome e l’isolamento della vena cava inferio-re e del rene di destra. 15.45-18: I chirurghi epatobiliari derotano il fegato ed isolano la vena cava inferiore sovra epatica fino allo sbocco all’interno del cuore. 18-19: I cardiochirurghi, gli urologi ed i chirurghi epato-biliari coadiuvati dai cardioanestesisti e dai perfusionisti operano contemporaneamente al tavolo operatorio per l’asportazione del rene, per la rimozione del trombo/tumore dalla vena cava e per prevenire l’embolia polmonare causata da eventuali embolizzazioni di materiale neoplastico. L’intervento è eseguito con successo. 19-20.45: I cardiochirurghi procedono allo svezza-mento dal supporto ECMO con successo ed insie-me agli urologi procedono con la chiusura delle ferite chirurgiche. Ore 21 il paziente lascia la sala operatoria in con-dizioni stabili. Dopo circa 12 ore di intervento effettuato, il pa-ziente viene trasferito in Terapia Intensiva della Cardiochirurgia dove il decorso avviene in modo regolare con il risveglio e l’estubazione in meno di 24 ore dall’intervento. Dopo alcuni giorni è potuto tornare alla sua vita normale.
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Prospettive future Il nuovo approccio chirurgico microinvasi-vo permette l’asportazione di masse in-tracardiache da tumori renali senza apri-re il torace, a cuore battente, senza l’ausilio della circolazione extra corporea con una sola incisione a livello dell’inguine. L’innovativa configurazione artero-venosa in modalità ECMO consente l’aspirazione della massa intracardiaca e la stabilizzazione del paziente durante tutte le fasi dell’intervento.
PADOVA: TASK-FORCE DI CARDIOCHIRURGHI, UROLOGI, CHIRURGI EPATOBILIARI RIMUOVE
TUMORE RENALE ESTESO AL CUORE ASPIRANDOLO SENZA APRIRE IL TORACE CON NUOVA TECNICA.
E’ LA PRIMA VOLTA AL MONDO
E’ stato rimosso un tumore renale esteso al cuore in un paziente di 77 anni. L’operazione realizzata da 28 professio-nisti susseguitisi in sala operatoria ha ri-chiesto un notevole sforzo che si è rivela-to un arricchimento per le specialità coin-volte. Interventi di questa complessità, pos-sono essere realizzati in Centri altamente specializzati grazie al supporto di tecno-logie all’avanguardia e di personale alta-mente professionale, duttile ad esperien-ze multidisciplinari.
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I Direttori delle Chirurgie che hanno eseguito l’eccezionale intervento
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PRIMATO MONDIALE, ECCEZIONALE INTERVENTO CHIRURGICO
SU METASTASI EPATICHE INOPERABILI
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foto di gruppo del team di Chirurgia Epatobiliare con il Direttore Generale Luciano Flor
Il paziente di 47 anni, in questi giorni è ritornato a casa e ha ripreso la sua attività ordinaria. Era affetto da multiple metastasi epatiche da tumore del colon e giudicato inoperabi-le per il numero di metastasi che interes-savano tutti i segmenti del fegato. Il Prof. Umberto Cillo Direttore della Chirurgia Epatobiliare e dei Trapianti Epa-tici dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova con il suo staff di professionisti altamente qualificati ha optato per un in-novativo intervento che nasce dalla lunga esperienza nell’ambito della trapiantologia oncologica della Clinica di Chirurgia Epa-
tobiliare. L’intervento chirurgico si è svolto in due tempi: nel primo intervento un piccolo frammento di fegato donato da un familia-re è stato trapiantato a fianco del fegato malato. Dopo la crescita del frammento donato che in 17 giorni ha raggiunto un volume tale da sostenere la vita, nel se-condo intervento il fegato metastatico del paziente è stato rimosso per la prima vol-ta al mondo a Padova con tecnica mini-invasiva in videolaparoscopia. Il folto team di esperti (chirurghi, anestesisti, tecnici della perfusione, strumentisti, infermieri e operatori di sala
L’INTERVENTO CHIRURGICO
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INFORMASANITA’ MARZO 2019 | 16
operatoria, oltre 20 persone specializzate) ha eseguito il delicatissi-mo intervento chirurgico combinando le 3 tecniche chirurgiche di alta specializ-zazione: 1. l’asportazione di metà del fegato
affetto da metastasi; 2. il trapianto in posizione ausiliaria
della porzione di fegato donato (a fianco del fegato malato);
3. l’asportazione in videolaparosco-pia del fegato malato residuo dopo aver ottenuto una rigenerazione fino ad oltre il doppio del volume della porzione del fegato donato.
Step 1 L’intervento chirurgico è stato eseguito presso l’Azienda Ospedaliera/Università di Padova, ha avuto inizio alle 8:00 del mattino e si è concluso alle ore 2:00 di notte del giorno successivo. Nella prima fase è stata condotta l’esplorazione addominale sul paziente che ha ricevuto il trapianto. Accertata l’assenza di malattia extraepatica, in u-na sala operatoria adiacente ha avuto inizio l’intervento chirurgico sul donatore che ha portato all’asportazione del lobo sinistro del fegato, circa il 20% della massa epatica. Fino ad oggi il trapianto da vivente veni-va eseguito utilizzando almeno il 60-65% della massa epatica del donatore con significativo aumento del rischio. Nella sala operatoria vicina, è stata ese-guita in contemporanea l’asportazione del lobo sinistro del fegato del ricevente. La porzione di fegato prelevata dal do-natore è stata impiantata con tecniche di ricostruzione vascolare microchirurgi-ca e con l’ausilio del microscopio opera-torio. E’ stato eseguito un trapianto di
fegato ausiliario da donatore vivente con tecnica RAPID. Il ramo destro della vena porta del ricevente è stato quindi interrotto per garantire tutto l’apporto ematico al lobo sinistro trapiantato stimolandone una rapida (RAPID) rigenera-zione epatica. Questo primo intervento è du-rato 15 ore. Step 2 A distanza di 15 giorni con un esame TAC è stato eseguito il calcolo volumetrico del fe-gato donato dopo rigenerazione. La TAC ha dimostrato che il fegato trapiantato dopo in-cubazione e rigenerazione ha raggiunto più del doppio del volume iniziale dimostrando di essere funzionalmente sufficiente a soste-nere la vita del paziente. Si è quindi eseguito il secondo inter-vento 17 giorni dopo. L’intervento è durato 6 ore e si è svolto interamente con tecnica mi-ni-invasiva videolaparoscopica ed è consisti-to nell’asportazione del fegato malato resi-duo. Con tecnica mini-invasiva per via vide-olaparoscopica è stato rimosso il lobo destro malato lasciando in sede solo il lobo sinistro trapiantato da donatore vivente, incubato e rigenerato, per la prima volta al mondo.
step di intervento sul fegato con metastasi
PRIMATO MONDIALE, ECCEZIONALE INTERVENTO CHIRURGICO
SU METASTASI EPATICHE INOPERABILI
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È la sesta volta che sulla Terra vie-ne eseguito questo complesso intervento, il secondo nel mondo da donatore vivente e Padova ha realizzato lo Step 2, per la prima volta al mondo, interamente con tecnica mini-invasiva in video laparosco-pia.
L’EQUIPE L’intervento è stato eseguito da tre equi-pes chirurgiche della Chirurgia Epatobilia-re coordinate in contemporanea: Prof. Umberto Cillo, Prof. Enrico Gringeri, Dott. Riccardo Boetto, Dott. Domenico Bassi, Dott.ssa Marina Polacco, Dott.ssa Miche-la Di Giunta, Dott.ssa Alessandra Bertac-co, Dott. Alessio Pasquale, Dott.ssa Fe-derica Scolari. L’equipe anestesiologica: Dott. Paolo Fel-tracco, Dott.ssa Stefania Barbieri, Dott. Helmut Galligioni, Dott. Stefano Verone-se. Si sono alternati nell’arco della lunga maratona chirurgica oltre 20 tra strumenti-sti, infermieri e operatori di sala operato-ria. Hanno contribuito i Radiologi dell’Azienda Ospedaliera diretti dal Dott. Camillo Aliberti.
Il paziente è stato seguito e selezio-nato per il trapianto dalla Dott.ssa Vittori-na Zagonel dell’Istituto Oncologico Vene-to e dalla sua equipe: Dott.ssa Sara Lo-nardi, Dott. Fotios Lupakis, Dott.ssa Francesca Bergamo, Dott. Vincenzo D’Adduzio.
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L’equipe protagonista dell’eccezionale intervento chirurgico
PRIMATO MONDIALE, ECCEZIONALE INTERVENTO CHIRURGICO
SU METASTASI EPATICHE INOPERABILI
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LA TECNICA La tecnica RAPID configura un tipo di trapianto di fegato parziale ausiliario in due Step. La procedu-ra consiste in un primo tempo chirurgico con il prelievo di una piccola porzione di fegato (lobo sinistro) dal donatore (vivente o deceduto) attra-verso un intervento chirurgico di resezione epati-ca. Nel ricevente viene asportata la stessa porzione di fegato (lobo sinistro) al posto della quale viene impiantata, nella stessa sede, la porzione di fega-to sinistro del donatore. La porzione destra del fegato malato del ricevente (lobo destro) rimane ancora in sede a dare un aiuto temporaneo al lobo sinistro trapiantato nello svolgimento delle sue funzioni. La vena che garantisce il flusso di sangue al fegato destro - ramo destro della vena porta - viene occlusa e tutto il flusso di sangue attraverso il quale arrivano anche i fattori di rige-nerazione, viene esclusivamente convogliato al lobo sinistro trapiantato. 2 settimane dopo vengono eseguiti il calco-lo del volume della nuova porzione di fegato tra-piantato (lobo sinistro) e un test di funzione me-diante scintigrafia epatobiliare. Se il volume epati-co risulta sufficiente a sostenere la vita del pa-ziente, si procede al 2° Step chirurgico in cui il lobo destro malato viene definitivamente rimosso, mantenendo in sede solo il lobo sinistro trapianta-to adeguatamente rigenerato e funzionante.
IL FUTURO Se gli studi confermeranno le premesse, la tecnica RAPID rappresenterà una straordinaria fonte di donazione aggiuntiva a quella oggi disponibile, caratterizzata da un bassissimo rischio di complicanze per i donatori viventi, vista la bassa percentuale di fegato donata (solo 20%). Questa tecnica inoltre rappresenta una possibilità concreta di trapianto di fegato per i numerosissimi pazienti con metastasi inopera-bili da tumore del Colon-retto oggi affidati alla sola chemioterapia.
Il tumore del colon è la seconda causa di morte per neoplasia nei paesi occidentali
Circa il 50% dei pazienti svilupperanno metastasi al fegato nel corso della malattia Oltre il 65% delle morti è correlato alla insufficienza epatica secondaria alla presenza di
metastasi epatiche La chirurgia è l’unica opzione terapeutica valida in grado di offrire sopravvivenze del 50-
60% a 5 anni
La chirurgia ad intento curativo è possibile solo nel 10-20% dei casi
La ricorrenza di malattia è del 70% a 3 anni
I pazienti non operabili sono candidati a cure palliative
La sopravvivenza mediana dopo la prima linea di chemioterapia è di 24 mesi ma si riduce a
10-12 mesi dopo la seconda linea di chemioterapia e a 5 mesi in pazienti in progressione di
malattia
Il trapianto di fegato potrebbe garantire sopravvivenze superiori al 60% a 5 anni in casi
strettamente selezionati
DATI EPIDEMIOLOGICI SULLE METASTASI DA TUMORE DEL COLON-RETTO
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PRIMATO MONDIALE, ECCEZIONALE INTERVENTO CHIRURGICO
SU METASTASI EPATICHE INOPERABILI
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SUCCESSO DELLA SANITÀ PADOVANA NELLA RICERCA CLINICA
SULLE MALATTIE RARE
Due progetti di ricerca presentati dal gruppo di ricerca coordinato dalla prof.ssa Carla Scaroni, direttore della UOC di En-docrinologia della Azienda Ospedaliera/Università di Padova, sono stati premiati dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), classificati tra i primi tre sui 12 finanziati dopo la selezione fatta su più di 350 pro-poste presentate.
I due progetti, uno esclusivamente padovano coordinato dalla prof.ssa Sca-roni, l’altro dove il gruppo padovano colla-bora con altri centri italiani, hanno lo sco-
po di identificare nuove cure per due ma-lattie rare endocrinologiche: il morbo di Cushing e l’acromegalia.
Si tratta di tumori rari a carico dell’ipofisi, ghiandola posta alla base del cervello, caratterizzati da quadri clinici complessi.
Gli studi premiati da AIFA sono un esempio di lavoro multidisciplinare che è iniziato con esperimenti nel laboratorio di Endocrinologia, dove vari farmaci sono stati testati su modelli di cellule simili a quelle del tumore umano, poi seguiti da
Al centro la Prof.ssa Carla Scaroni insieme ai collaboratori medici
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uno studio clinico pilota su pochi pazienti (approvato da AIFA anni fa).
Il progetto ora premiato prevede l’estensione ad un numero molto più am-pio di casi e l’utilizzo di più farmaci, an-che in combinazione, per aumentare l’efficacia del trattamento, riducendone le dosi e limitando così gli effetti negati-vi.
Il successo di oggi è in linea con il riconoscimento ottenuto dall’Azienda Ospedaliera/Università di Padova nel campo delle malattie rare. Il complesso padovano, infatti, è risultato al primo po-sto in Europa per la diagnosi e la cura di tali malattie, grazie anche al coordina-mento del Centro Regionale delle Malat-tie Rare.
SUCCESSO DELLA SANITÀ PADOVANA NELLA RICERCA CLINICA
SULLE MALATTIE RARE
Si tratta di una chiara dimostrazione che si vince lavorando in gruppo, come in una or-chestra formata da esperti di varie discipli-ne (endocrinologia, neuro-radiologia, chi-rurgia, otorino-patologia, oncologia) indi-spensabile per affrontare queste comples-se malattie.
Risulta poi essenziale il ruolo del la-boratorio di analisi diretto dal prof. Mario Plebani, che rappresenterà il punto di riferi-mento italiano per tutta la diagnostica or-monale.
Va infine segnalato che a Padova esi-ste un gruppo multidisciplinare di eccellen-za dedicato ai problemi dell’ipofisi, coordi-nato dalla prof.ssa Scaroni, che nel 2018 è stata nominata nel direttivo europeo dedi-cato alle malattie rare endocrine.
La Prof.ssa Carla Scaroni con il team della ricerca clinica
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AMBULATORIO AMBULATORIO DIDI ARITMOLOGIAARITMOLOGIA PEDIATRICAPEDIATRICA E E DELDEL CARDIOPATICOCARDIOPATICO CONGENITOCONGENITO
Le aritmie in età pediatrica e adolescen-ziale spesso risultano essere di difficile gestione e ingenerano non poca ansia nelle famiglie, nella scuola e nelle organiz-zazioni sportive a cui spesso questi ragaz-zi afferiscono. Data la diversità fisica e psicologica, e le caratteristiche specifiche delle aritmie in età pediatrica serve una struttura clini-ca, organizzativa, diagnostica e interventi-stica specifica e dedicata alla cura dei bambini aritmici. L’organizzazione deve prevedere al suo interno possibilità dia-gnostica e terapeutica (farmacologica e interventistica) orientata al bambino con disponibilità di personale e strumentazioni dedicate, in particolar modo per il bambino e l’adolescente aritmico cardiopatico con-genito in cui le aritmie sono la maggior causa di mortalità e mobidità. Concentrare in un unico centro i pa-zienti aritmici con questo tipo di patologie permette di raggruppare le competenze e mettere a disposizione in un unico centro tutte le professionalità necessarie alla ge-stione dei piccoli pazienti. Inoltre permette ai medici di operare con una numerosità
la Dr.ssa Loira Leoni con il team di clinici dell’ambulatorio
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tale da rendere più sicuri ed efficaci i trat-tamenti garantendo ai pazienti le migliori cure. L’aritmologia pediatrica e del cardiopatico congenito si occupa della diagnosi e tratta-mento (clinico e interventistico) di tutte le aritmie del neonato, lattante, bambino e adolescente sia a “cuore sano” che con cardiopatia congenita. Attualmente in re-gione Veneto e nel Triveneto non esistono centri per la cura specifica delle aritmie in età pediatrica se non quello esistente pres-so l’Azienda Ospedaliera di Padova. Presso l’ambulatorio SSN per le arit-mie pediatriche e del cardiopatico conge-nito vengono inviati bambini per la diagno-si e cure di vari tipi di patologie aritmiche. In questi ultimi anni è stata crescente l'af-fluenza a tale ambulatorio con una media di circa 500 pazienti anno e vi è una previ-sione di continua crescita. Dall’analisi dei dati dell’attività degli ultimi 5 anni risulta che il 65% dei pazienti giunge dalla Regio-ne Veneto, il 25% da Trentino e Friuli e il 10% da altre regioni. Gestisce inoltre nu-merosi bambini con patologie genetiche rare a rischio di morte improvvisa oltre che
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il follow up dei piccoli pazienti portatori di pacemaker o defibrillatori. All’ambulatorio vengono inviati i pa-zienti pediatrici con aritmie mediante la cre-azione di una rete con invio dei pazienti per consulenza e presa in carico tra le medici-ne dello sport, luogo spesso di prima dia-gnosi delle aritmie in ambito pediatrico, pronti soccorsi, reparti di pediatria e di car-diologia in cui arrivano bambini e adole-scenti con aritmie. Queste strutture periferiche (spoke) inviano i pazienti all’ambulatorio di aritmo-logia pediatrica (Hub) per le valutazioni del caso. La stessa clinica pediatrica riferisce tutti i bimbi aritmici direttamente all’ambulatorio di aritmologia pediatrica. Successivamente i pazienti valutati dall’ambulatorio vengono inviati o alle e-ventuali procedure interventistiche (ablazioni, impianti studi elettrofisiologici), qualora necessarie o per la presa in carico cronica in caso di patologie erdo familiari o dei pazienti portatori di device. ♦ Vengono eseguite mediamente circa
100-120 procedure interventistiche/anno tra ablazioni (mediamente 50-70/anno), studi elettrofisiologici (mediamente 30/anno) o impianti di pacemaker/defibrillatori (mediamente 20/anno)
Presso l’ambulatorio di aritmologia pediatrica dal 2013 al 2018 sono state ese-guite circa 2214 prestazioni e sono presi in carico e seguiti in follow up clinico:
• circa 60 lattanti e bambini sotto i 7 anni con aritmie alla nascita in trattamento
farmacologico che deve essere periodi-camente adeguato al peso almeno sino ad un peso sufficiente ad essere sottopo-sti ad ablazione; • circa 100 bambini affetti da cana-lopatie, prevalentemente sindrome del QT lungo e Brugada;
• circa 120 bambini e congeniti a-dulti con aritmie ventricolari e sopraven-tricolari; • circa 180 bambini e congeniti a-dulti portatori di PM (epicardico ed endo-cardico) e defibrillatore o biventricolare. Tutti i pazienti con device sono visti annualmente in ambulatorio e trimestral-mente in telemedicina. Infine afferiscono all’ambulatorio per consulenza urgente tutti i bambini che giungono a vario titolo presso i pronto soccorso della Regione per aritmie. L’attività di aritmologia pediatrica ha numerose collaborazioni: con la genetica clinica pediatrica della Pediatria a cui vengono inviati i pazienti con sospette patologie genetiche aritmiche, con la Me-dicina Sportiva dall’Azienda a cui vengo-no inviati i pazienti per i test non invasivi, con alcuni servizi dei Distretti per esami di primo livello. Inoltre vi è una linea diret-ta con i Laboratori ECO, RMN, Farmaco-logia clinica e Psicologia clinica.
AMBULATORIO AMBULATORIO DIDI ARITMOLOGIAARITMOLOGIA PEDIATRICAPEDIATRICA E E DELDEL CARDIOPATICOCARDIOPATICO CONGENITOCONGENITO
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NUOVO AMBULATORIO PREVENZIONE NUOVO AMBULATORIO PREVENZIONE DELLA MALATTIA MENTALE DELLA MALATTIA MENTALE
IN ADOLESCENTI E GIOVANI ADULTIIN ADOLESCENTI E GIOVANI ADULTI
La letteratura internazionale sostiene che circa il 75% di tutti i disturbi mentali insor-ge prima dei 24 anni ma di questi solo una m i n i m a p e r c e n t u a l e a r r i v a all’osservazione professionale, soprattutto nel caso della psicosi in cui una sintoma-tologia spesso poco visibile rende difficile la prevenzione, la diagnosi e l’intervento precoce.
Dopo circa un anno di sperimenta-zione, parte quest’anno l’ambulatorio di Prevenzione in Malattia Mentale rivolto ad adolescenti e giovani adulti per i quali si sospetti uno stato mentale a rischio di di-sturbo psichiatrico maggiore.
L’Azienda Ospedaliera di Padova ha aperto una nuova strada con la propo-sta della Clinica Psichiatrica di aprire un innovativo Ambulatorio, uno tra i primi in Italia, che si rivolge ad adolescenti e gio-vani adulti in uno spazio a loro dedicato.
Tale scelta permette di accedere a valutazioni e trattamenti specialistici in
la Dr.ssa Carla Cremonese con i giovani medici
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tempi brevi e risulta oltremodo strategica per ridurre l’influenza negativa dello stig-ma che nonostante la buona volontà, è ancora attivo nel rendere difficoltoso l’accesso dei giovani ai servizi di salute mentale.
L’Ambulatorio di prevenzione malat-tia mentale, di cui è Responsabile la Dr.ssa Carla Cremonese, offre un rapido accesso ai molti giovani che attraversano momenti difficili della loro vita o che pre-sentano diverti tipi di stress, ansia, de-pressione o altro, e non sanno a chi rivol-gersi. L’Ambulatorio, pensato per dare una valutazione tempestiva ai giovani tra i 15 e i 24 anni che si dovessero trovare in situa-zioni di particolare complessità, permette di programmare un progetto terapeutico e psicoterapeutico integrato e personalizza-to, che coinvolge sia il paziente che i suoi familiari.
Uno dei primi segnali a cui prestare attenzione in questi casi, è un blocco del funzionamento nella vita quotidiana come, per esempio, difficoltà scolastiche non
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presenti prima, rifiuto di uscire o di vedere gli amici, un cambiamento del carattere o l’impossibilità di continuare un’attività lavo-rativa senza apparenti motivi.
Questi cambiamenti repentini rendo-
no ancora più evidente la necessità di for-nire ad adolescenti e giovani adulti delle risposte che siano oltremodo rapide e spe-cifiche.
L’individuazione precoce dei segnali anomali, la prevenzione della psicosi e dei disturbi depressivi costituiscono l’obiettivo primario della moderna psichiatria, che si è posta il compito di ridurre il rischio ed e-ventualmente la gravità di una transizione da uno stato mentale a rischio per psicosi o disturbo depressivo alla malattia mentale conclamata.
E’ solo in tempi recenti che l’intervento precoce, già diffuso nelle principali aree della sanità, è diventato parte della salute mentale nei paesi con i sistemi sanitari più avanzati.
E’ stato infatti provato che migliora il
decorso e gli esiti dei disturbi mentali, riduce la sofferenza di chi è affetto da quel disturbo e riduce l’impatto della malattia psichiatrica sul funzionamento sociale e sulle traiettorie di sviluppo delle abilità sociali e delle funzioni cognitive.
NUOVO AMBULATORIO PREVENZIONE NUOVO AMBULATORIO PREVENZIONE DELLA MALATTIA MENTALE DELLA MALATTIA MENTALE
IN ADOLESCENTI E GIOVANI ADULTIIN ADOLESCENTI E GIOVANI ADULTI
L’accesso a l l ’A mbu la to r io dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova avviene tramite richiesta di prima visita prescritta dal medico di base e con l a s u c c e s s i v a p r e n o t a z i o n e dell’appuntamento alla segreteria della Clinica al numero 049/8213800 o e-mail: [email protected]. Costo previ-sto, il ticket per visita ambulatoriale.
Il percorso di valutazione prevede
una prima visita con il giovane e almeno uno dei familiari (la presenza dei familiari è obbligatoria per i minori di 18 anni).
Possono essere programmati suc-
cessivi 3-4 incontri che si concludono con una relazione di restituzione sulla presenza o meno di uno stato a rischio e dell’eventuale proposta di progetto tera-peutico integrato e personalizzato.
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