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MACULOPATIA LA COS’È E COME SI CURA Con il patrocinio del Ministero della Salute

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MACULOPATIA

LA

COS’È E COME SI CURA

Con il patrocinio del

Ministero della Salute

© Copyright 2018Lucio BurattoPiazza della Repubblica, 21 - 20124 MILANOE-mail: [email protected]

EditoreFabiano Gruppo EditorialeRegione Rivelle, 7 – 14050 Moasca (AT) ImpaginazioneYlenia Fabiano

Edizione fuori commercio

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LA MACULOPATIA Cos’è e come si cura

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LA RETINA E I PROBLEMI DELLA MACULA

La retina è la delicata struttura visiva che rive-ste quasi tutta la parete interna dell’occhio.

Essa può essere affetta da diversi tipi di problemi che si ripercuotono sulla vista; essi possono inte-ressare:

• la retina centrale (macula): cioè la parte respon-sabile della visione dettagliata e della percezio-ne dei colori;

• la retina periferica: può essere soggetta a rottu-re e fori; essi a loro volta possono essere causa di distacco di retina;

• la retina in generale: che può essere colpita da malattie vascolari o degenerative come quadro localizzato di un problema più generale (dia-bete, ipertensione arteriosa, sclerosi vascolare, etc…).

Scopo di questo opuscolo è quello di aiutare i pa-zienti a identificare i sintomi che precedono l’in-staurarsi della maculopatia, di spiegare quali sono gli esami necessari per identificarla e di esporre le possibili soluzioni di terapia.

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Schema di un occhio con ingrandimento della

macula. La macula è la porzione posteriore della retina dove sono

raggruppati la maggior parte dei fotorecettori,

quelle cellule, che eccitate dalla luce, trasformano le immagini in segnali elettrici che vengono

condotti al cervello attraverso il nervo ottico.

La macula è la porzione fondamentale della retina

per la visione distinta; permette di leggere,

riconoscere i volti delle persone, vedere i dettagli.

LEMACULOPATIE

Le maculopatie sono delle malattie che interessano la macula cioè la parte di retina più importante;

infatti, in questa area risiedono gran parte delle cel-lule visive (i fotorecettori) che sono responsabili delle funzioni visive più importanti quali: leggere, guidare, vedere la televisione, lavorare al computer, eccetera.Esistono varie forme di maculopatia:- Degenerazione Maculare Legata all’Età (DMLE) che

può comparire in forma secca e umida- Maculopatia Diabetica- Maculopatia Miopica- Maculopatie di altro genere

DEGENERAZIONE MACULARE LEGATA ALL’ETÀ (DMLE)La macula può andare incontro a danni di varia natura: traumatici, infiammatori e degenerativi anche in giovane età ma più frequentemente la regione maculare viene colpita in età avanzata, ecco perché viene comunemen-te chiamata degenerazione maculare senile o Degene-razione Maculare Legata all’Età (DMLE).

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La degenerazione maculare, che più frequentemente compare a partire dalla sesta decade della vita, costi-tuisce una delle cause più frequenti di cecità legale nel mondo occidentale.Le lesioni a livello della macula determinano la riduzione visiva più o meno grave alla lettura ed al lavoro per vici-no; la visione periferica viene invece conservata per cui il paziente non corre il rischio di divenire totalmente cie-co, certo però può perdere la funzione visiva centrale.L’affezione colpisce il 18-20% della popolazione anziana, con prevalenza per il sesso femminile.

Perché si verificaCon i processi di invecchiamento si riduce l’apporto di sangue e di elementi nutritivi, si alterano cioè i delicati meccanismi che sovrintendono alla nutrizione delle cel-lule retiniche usurate con il risultato che avviene un ac-cumulo di “scorie” al di sotto della macula di uno o en-

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trambi gli occhi; esse alterano la funzionalità delle cellule deputate alla visione. I disturbi ed il calo dell’acuità visiva sono in funzione della conseguente scomparsa (atrofia) di queste cellule.Può però anche accadere che si formino al di sotto della macula indebolita, vasi sanguigni anomali, i quali molti-plicandosi, alterano la struttura della retina dando origine ad emorragie ed essudati; quando i vasi anomali, chia-mati neovasi, interessano la macula il calo visivo è grave.

I sintomi della maculopatia senile

La sintomatologia è costituita da:• visione distorta delle immagini

(metamorfopsie)• riduzione graduale e progressiva della

visione centrale• comparsa di macchia grigia o nera (scotoma)

che tende ad allargarsi sempre più• alterata visione dei colori• alterata sensibilità al contrasto• sensibilità alla luce (fotofobia)

Come si esegue la diagnosiOltre all’esame dell’acuità visiva e del fondo oculare nella diagnosi della degenerazione maculare è fonda-mentale l’esame con la angiografia retinica (Fluoran-giografia).Questo mezzo diagnostico, mediante iniezione di un colorante (fluoresceina) nella vena del braccio, permet-te di studiare con fotografie la circolazione sanguigna retinica e coroideale e soprattutto evidenziare quei vasi retinici anomali (neovasi) che danneggiano la macula. Saper riconoscere precocemente un vaso anomalo è di importanza vitale per mantenere stabile l’acuità vi-siva. Se non trattati precocemente, attraverso l’utilizzo di anti-VEGF o dove indicato laser terapia, tali neovasi si accrescono ed essudano creando danni irreversibili in regione maculare e quindi un calo visivo irreparabile.

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Oggigiorno, la diagnosi di maculopatia viene però, per lo più, effettuata soprattutto con una tecnica diagnosti-ca molto recente chiamata tomografia ottica a radia-zione coerente (OCT). Questa modalità, utilizzando un raggio luminoso, esegue sezioni tomografiche (strati) e permette l’analisi delle varie strutture della retina. Questo esame fornisce moltissime informazioni sullo stato della retina centrale, e quindi, riveste un ruolo fondamentale nello studio di numerose patologie del-la retina. (Vedere più avanti maggiori dettagli su que-sto esame).

Test di Amsler e visione di soggetto sano o che

non ha una maculopatia sintomatica: le righe appaioni diritte ed i

quadretti regolari, la visione di una casa

è distinta.

Esempio di test di Amsler e visione di un soggetto

con alterazione della visione centrale (scotoma):

è presente una macchia centrale che impedisce di vedere il centro della

griglia di Amsler, la visione della casa è incompleta a

causa della presenza della macchia.

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Rappresentazione di degenerazione maculare legata all’età di tipo secco. Le chiazze più scure visibili al centro della retina sono delle piccole aree di atrofia, in quei punti la retina si è come consumata e sono scomparsi i fotorecettori, le cellule che permettono la visione

Esempio di esame OCT di una retina sana. L’OCT permette di “vedere” una sezione della retina ed in particolar modo della macula. L’esame OCT permette di vedere cosa c’è sopra, sotto e dentro la retina. In caso di retina normale si vede la regolarità del tessuto retinico con la sua perfetta depressione foveale (la piccola valletta centrale) dove sono raggruppati il maggior numero di fotorecettori.

Esistono due forme di maculopatia senile

Esistono due forme di maculopatia senile- Forma secca o atrofica: è quella più

frequente (circa l’80% dei casi). E’ una forma ad evoluzione lenta ma quasi

sempre progressiva che comporta quindi un lento ma progressivo calo visivo.

Questa forma di maculopatia si presta poco ad essere curata; in casi selezionati trova aiuto da un nuovo tipo di laser 2RT

- Forma umida o essudativa: è meno frequente della secca e più invalidante ma ha più supporti terapeutici.

E’ caratterizzata dalla formazione di vasi anomali sotto alla macula; questi vasi facilmente si rompono e creano emorragie o lasciano trasudare liquido (maculopatia umida). E’ una maculopatia ad evoluzione più rapida della secca e che fa più danni in tempi più brevi.

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Rappresentazione schematica di

degenerazione maculare legata all’età di tipo

umido. Nella parte centrale della retina e

sotto di essa si sono formati dei vasi sanguigni

anomali (come si vede dallo spaccato). Questi

vasi sanguigni, chiamati neovascolarizzazione coroideale, perdono liquido e sangue che

si accumulano sotto la macula.

Fattori di rischio

La maculopatia senile è una patologia multifattoriale; esistono però alcuni fattori che espongono maggiormente alla malattia:• fumo e alcool• luce del sole• familiarità/ereditarietà• diabete• alimentazione squilibrata• malattie cardio-vascolariSe ne deduce che l’uso di occhiali da sole, l’evitare il fumo e l’assunzione di alcool, l’attenzione verso una corretta alimentazione, il controllo della salute generale dell’organismo, sono fattori che riducono il rischio di maculopatia.

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LA PREVENZIONE E LA TERAPIA

La degenerazione maculare senile è sicuramente una malattia multifattoriale che comprende numerosi fattori di rischio accertati o presunti tali. La predisposizione ge-netica, l’esposizione alla luce solare, l’ipertensione e le malattie cardiovascolari, l’aterosclerosi, l’elevata assun-zione di acidi grassi saturi e il fumo sono gli elementi più importanti tra i fattori di rischio.Molti meccanismi sono alla base di questa malattia, pri-mo tra tutti il danno ossidativo. Numerosi studi epidemiologici basati su questionari e rilevazioni cliniche hanno evidenziato il ruolo protettivo contro questo danno di alcuni antiossidanti, vitamine (A e E), oligoelementi (sono sostanze che servono all’or-ganismo in dosi piccolissime: zinco, selenio, rame, ma-gnesio, iodio, ferro, manganese) e dei pigmenti (luteina zeaxantina); quindi una terapia della degenerazione ma-culare senile deve comprendere componenti nutriziona-li coinvolti nei meccanismi di protezione, principalmente sostanze ad azione antiossidante.Nella degenerazione maculare senile di tipo atrofico non esiste una vera e propria profilassi farmacologica e il trattamento chirurgico e parachirurgico (laser) non ri-esce a contrastare efficacemente l’evoluzione della ma-lattia; ad oggi, non esistono quindi cure realmente effi-caci per questo tipo di DMLE, sebbene un nuovo tipo di laser fornisca risultati promettenti.Nella terapia della degenerazione maculare senile di tipo neovascolare gli obiettivi fondamentali da persegui-re sono la riduzione o la scomparsa della formazione di vasi neoformati sotto la retina centrale e la conseguente riduzione dell’edema e delle emorragie dell’area macu-lare. Questi effetti non sono sempre accompagnati da un miglioramento della vista, ma possono contribuire a conservare un sufficiente residuo visivo.L’area centrale colpita dalla malattia, area maculare, se non trattata può allargarsi in una sorta di espansione a

Esempio di fluorangiografia di una retina sana. All’esame fluorangiografico sono ben visibili i vasi sanguigni della retina perché riempiti del colorante che viene iniettato nella vena del braccio del paziente.

Esempio di fluorangiografia di una retina con degenerazione maculare legata all’età di tipo umido. In presenza di una lesione neovascolare il colorante che circola nei vasi della retina fuoriesce da essi e si accumula nella macula, questa fuoriuscita del colorante è ben visibile in fluorangiografia come un accumulo, centrale e diffuso a tutta la macula in questo caso, di colore chiaro.

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“macchia d’olio”; per mettere argine a questo peggio-ramento si usa il trattamento laser, che evita anche che le strutture vicine vengano coinvolte. Quindi, lo scotoma (area di mancata visione) creato dal-la lesione può essere limitato all’area centrale, senza coinvolgere le aree più periferiche, conservando così la visione al di là dell’area colpita (periferia).

Terapia laser selettiva per la maculopatia neovascolareLa terapia laser nella degenerazione maculare neo-vascolare sfrutta l’energia del laser diretta verso la le-sione retinica (neovaso), che provoca una regressione o distruzione del neovaso stesso. Questa distruzione deve essere il più possibile selettiva e colpire la retina malata con il massimo effetto, senza alterare le strut-ture sane vicine; proprio per questo motivo, si è giunti all’accoppiamento tra energia laser e molecole foto-sensibili, che reagiscono selettivamente a un determi-nato tipo di laser; queste molecole hanno la capacità di legarsi alle strutture malate della retina (neovaso) e quindi permetterne la distruzione selettiva. La terapia attualmente utilizzata è la cosiddetta terapia fotodina-mica con verteporfina.In alcuni casi, il trattamento laser può portare a un recu-pero della vista, anche solo parziale. Nella maggioran-za dei casi, invece, il laser serve per stabilizzare il qua-dro clinico e a prevenire un ulteriore calo visivo, senza peraltro modificare significativamente la vista. In questi casi, il trattamento ha quindi la finalità di impedire la possibile evoluzione negativa della malattia. Quando il processo di neovascolarizzazione e di degenerazione è

Esempio di esame OCT di una retina con

degenerazione maculare legata all’età di tipo

umido. L’OCT permette di vedere la grossa placca

che si trova sotto la retina e che rappresenta i neovasi della coroide, il

liquido accumulato al suo interno (le piccole cisti

dentro e sotto la retina) e la deformazione del profilo

della macula dovuta alla lesione.

Nella degenerazione maculare senile di tipo neovascolare esistono due trattamenti che hanno dimostrato una reale efficacia:– iniezioni intravitreali– terapia laser

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in fase iniziale, il trattamento laser riesce a distruggere le aree malate, conservando il tessuto sano circostante. L’integrità del tessuto riesce ancora a mantenere la sua funzionalità e quindi una buona capacità visiva. Quan-do il processo di degenerazione è in fase più avanza-ta, il trattamento laser non riesce a salvare in tempo le aree vicine, che quindi soffrono, causando una più o meno grave diminuzione della capacità visiva.

Iniezioni intravitrealiQuesta terapia sfrutta l’azione dei farmaci che, iniet-tati all’interno del bulbo oculare, ed esattamente nel vitreo (quella sostanza gelatinosa che riempie la cavità dell’occhio), interagiscono con il processo di neovasco-larizzazione. Essi prendono il nome di farmaci anti-an-giogenetici, cioè farmaci che inibiscono la formazione dei neovasi anomali responsabili della degenerazione maculare,legando e favorendo l’eliminazione dei fatto-ri di crescita tissutali che vengono rilasciati nel vitreo dalle cellule retiniche danneggiate o sofferenti. Attualmente i più utilizzati nella DMLE sono Afliber-cept (Eylea di Bayer), Ranibizumab (Lucentis di Novar-tis); Avastin è anche spesso utilizzato nonostante abbia indicazioni ufficiali per il trattamento delle patologie tumorali e non oculistiche.La proliferazione di un tessuto umano è legata stretta-mente al ruolo dei vasi sanguigni, con il loro apporto di ossigeno. Interagendo e influenzando la crescita di

Schema di come avviene un’iniezione intravitreale. Come si vede l’iniezione è una puntura a tutti gli effetti. Il piccolo ago viene inserito dentro l’occhio, come si vede in figura A, ed il farmaco viene iniettato all’interno dell’ occhio, nel vitreo, come si vede in figura B.

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questi vasi, e in particolare dei vasi anomali, si riesce perciò a ottenere anche importanti effetti terapeuti-ci. Questi farmaci, oltre a inibire lo sviluppo dei vasi anomali, esercitano anche un’azione riguardo alla per-meabilità dei vasi (edema ed emorragie). La loro som-ministrazione mediante iniezione intravitreale raggiun-ge velocemente una concentrazione elevata a livello retinico che permane nei compartimenti oculari per un tempo mediamente di circa tre giorni, esercitando quindi un effetto terapeutico prolungato.

La chirurgia maculare La chirurgia maculare consiste nella rimozione chirurgica del tessuto patologico. Questa chirurgia viene chiamata vitreo retinica perché avviene sul contenuto gelatinoso all’interno dell’occhio chiamato vitreo e sulla retina dove risiede la patologia maculare. È una chirurgia che prevede un piccolo ta-glio della congiuntiva e della sclera, cioè degli involucri esterni dell’occhio per poter accedere alle strutture in-terne (vitreo e retina).L’anestesia avviene per lo più mediante iniezione di ane-stetico vicino al bulbo oculare; può essere anche prati-cata una sedazione generale per via endovenosa. Le tecniche più moderne prevedono delle incisioni così piccole che non richiedono poi la necessità di punti di sutura per chiudere la “porta di entrata”. Una volta en-trati nell’occhio si procede ad un taglio del vitreo (vitrec-tomia) per poi procedere chirurgicamente in prossimità della macula.Il concetto di questa chirurgia maculare è quello di ri-muovere la parte malata compromessa dal processo degenerativo, cercando di non ledere, per quanto pos-sibile, il tessuto sano vicino. Questa chirurgia vitreo retinica permette di eseguire in-terventi di vitrectomia per le patologie vitreali (opacità, degenerazioni vitreali, emorragie), il peeling di membra-ne retiniche (degenerazioni che interessano il vitreo e la retina come il cellophane maculare, il foro maculare) la manipolazione del tessuto retinico (maculopatia neova-scolare, fotocoagulazione laser endobulbare).

Rappresentazione schematica di un intervento di vitrectomia. Il chirurgo inserisce nell’occhio una luce che permette di vedere cosa sta facendo ed un vitrectomo che è uno strumento con il quale il vitreo viene tagliato ed aspirato dall’occhio.

Rappresentazione schematica di una manovra di peeling della membrana epiretinica. Il chirurgo rimuove, con una piccola pinza, la membrana dalla superficie della retina visualizzandola con una luce.

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Trattamenti futuriNegli ultimi vent’anni il trapianto di cellule retiniche è stato studiato attentamente per un eventuale tratta-mento della degenerazione maculare senile. Il trapian-to retinico ha lo scopo di mantenere e/o ripristinare la funzione visiva in pazienti affetti da malattie degenera-tive della retina. Da parte della ricerca vi è stato quindi il tentativo di ricostruire una retina neurale e funzionale sana tramite la sostituzione dei fotorecettori (cellule vi-sive) e delle strutture retiniche importanti per la vista e la sopravvivenza delle cellule visive, quali l’epitelio pig-mentato retinico. Fino a ora gli incoraggianti risultati anatomici non hanno dato origine a risultati funzionali altrettanto positivi. Il trapianto di cellule visive e di epi-telio pigmentato retinico è riuscito in parte a ricostruire le lesioni retiniche, senza offrire risultati positivi in ter-mini di acquisto della capacità visiva.Sono recentissime le ricerche che sfruttano porzioni di retina sintetica, sottoforma di piccole porzioni elettro-niche (microchip) inserite chirurgicamente nella porzio-ne posteriore dell’occhio, che trasmettono a un elabo-ratore per l’interpretazione delle immagini anche solo in scale di grigio (luci e ombre).Non sono ancora tecniche entrate nella pratica clinica, proprio per la loro complessità e rimangono per ora a livello sperimentale.

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MACULOPATIA: DECALOGO DI PREVENZIONE

1) Vai dall’oculista con frequenza per fare un esame del fondo oculare e un OCT soprattutto dopo i 50 anni

2) Se hai una persona affetta da maculopatia in famiglia fai visite oculistiche più frequenti dopo i 50 anni

3) Non fumare o smetti di fumare e non bere alcool

4) Proteggi gli occhi dal sole con occhiali contro i raggi ultravioletti

5) Tieni un’alimentazione sana e varia cioè mangia tanta frutta e verdura fresca e colorata e proteine magre (pesce) oltre a cereali integrali. Riduci i grassi animali

- Mangia alimenti ricchi di antiossidanti (fragole, uva, arance, peperoni, papaya, cavoletti di Bruxelles)

- Mangia alimenti ricchi di vitamina B (pesce, uova, latte, riso, pane, avena)

- Mangia alimenti ricchi di vitamina A ed E (Vitamina A: carote, zucca gialla, albicocche; vitamina E: mandorle, spinaci, asparagi, semi di girasole)

- Assumi cibi contenenti luteina o zeaxantina (spinaci, cavolo nero, crostacei)

- Aggiungi alimenti contenenti Omega 3 (salmone, tonno, acciughe, trota, sgombro, etc)

6) Fai attività fisica con regolarità: almeno 30’, tre volte alla settimana

7) Mantieni la pressione arteriosa sotto controllo e nei limiti consigliati dal tuo medico curante

8) Tieni il peso sotto controllo ed evita obesità

9) Prenditi pause dal lavoro al monitor del pc, dallo smartphone e da altri dispositivi digitali

10) Controlla periodicamente la tua funzione visiva con un semplice test che consiste nel guardare come sono i quadratini di un foglio quadrettato: se riscontri distorsioni dei quadratini vai a fare una visita oculistica

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LA MACULOPATIA DIABETICAIl diabete mellito è una malattia che colpisce soprattut-to il sistema circolatorio sanguigno con prevalenza per i piccoli vasi. Un organo ricco di questi piccoli vasi è pro-prio l’occhio e precisamente la retina cioè la membrana visiva ed infatti il diabete comporta con frequenza danni all’organo della vista. Il rischio di retinopatia diabetica aumenta con la durata del diabete perché il danno a li-vello retinico può essere considerato come espressione di una alterazione cronica. Anche la gravità del diabete facilita l’insorgenza precoce dei danni della retina. La prevalenza di questa malattia e le probabilità di cecità sono quindi correlate alla durata e allo stato di compen-so della malattia diabetica.La retinopatia diabetica è una delle principali cause di cecità nei paesi più sviluppati; secondo dati statistici sarebbe responsabile dell’11% dei casi di cecità ricono-sciuta legalmente tra tutti i gruppi di età, e del 19% tra quelli d’età compresa tra i 20 e i 64 anni.Dei circa 3 milioni e 200 mila persone affette da diabete in Italia (il 5,3% della popolazione), si calcola che il 25% sia affetto da retinopatia; dopo i 15 anni di malattia, la frequenza tende a salire al 75-80%.

Meccanismo di insorgenza della retinopatiaLa retinopatia diabetica provoca uno stato di sofferenza del circolo sanguigno retinico che degenera in una con-dizione di ipossia retinica (rallentato e ridotto apporto d’ossigeno alla retina).Come in altri distretti del corpo umano quando un tessu-to non riceve più sangue e quindi ossigeno, degenera. A livello retinico i vasi sanguigni diventano più deboli, mo-dificano la loro morfologia, danno origine ad edema (li-quido nella retina) ed emorragie ripetute che a lungo ter-mine alterano il tessuto retinico; particolarmente grave è l’edema che colpisce la macula: edema maculare diabe-tico. Questo stadio della retinopatia diabetica si definisce non proliferante. Se queste alterazioni di tipo ischemico

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cioè da mancanza di irrorazione sanguigna sono accen-tuate o durano a lungo si può instaurare un processo per cui a livello retinico si formano dei vasi sanguigni anomali per sopperire alla mancanza di ossigeno; la struttura di questi nuovi vasi, anomali, è però molto debole per cui vanno incontro a ripetuti processi emorragici.Questi vasi anomali o neovasi proliferano e distruggono il tessuto retinico dando origine a processi fibrotici (cicatri-ziali) con possibile rottura e distacco retinico (retinopatia proliferante). Oltre all’esame del fondo oculare, la fluorangiografia è la metodica più adatta per l’esatta valutazione della malat-

DECALOGO MACULOPATIA DIABETICA

1) Il diabete è una malattia potenzialmente grave per il paziente e per la vista: va preso in grande considerazione.

2) Alimentazione: è da tenere molto sotto controllo; è importante limitare i cibi e le bevande che contengono zuccheri.

3) Peso corporeo: il controllo del peso è essenziale.

4) Una costante attività fisica è fondamentale nella cura del diabete.

5) Terapia medica: va eseguita con scrupolosa attenzione.

6) Glicemia: è fondamentale un controllo periodico e i valori vanno registrati.

7) Esami periodici di laboratorio, per un monitoraggio generale della salute del diabetico, sono necessari e indispensabili.

8) Periodiche visite oculistiche con esame del fundus oculare.

9) OCT periodico per valutare lo stato della retina centrale e la presenza di liquido nei suoi tessuti (edema maculare).

10) Fluorangiografia periodica per approfondimento diagnostico

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Retinopatia diabetica non proliferante: sono evidenti numerose emorragie rappresentate dalle macchie rosso scuro e alcuni essudati di colore giallastro.

Retinopatia diabetica proliferante con edema della macula

tia; evidenzia, infatti, le iniziali alterazioni del microcircolo retinico, accerta la presenza di aree di ischemia e fornisce quindi indicazioni indispensabili al trattamento laser. La fotocoaugulazione della retina con il laser è indicata nella retinopatia diabetica per bloccare le alterazioni vascolari, distruggere cioè i vasi anomali e le aree retiniche ischemi-che che altrimenti potrebbero degenerare in emorragie ripetute con conseguente perdita della visione. Quando la componente dell’alterazione retinica è soprat-tutto l’edema, è molto valida una terapia con sostanze antiedema oltre a una terapia con le iniezioni intravitre-

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ali di farmaci anti-VGF prima menzionati, anche quella di corticosteroidi (Ozurdex di Allergan e fluocinolone ace-tonide Iluvien di Sifi) e Triamcinolone acetonide, Taioftal di Sooft che vengono somministrate mediante iniezioni all’interno del bulbo oculare.

PrevenzioneIl soggetto diabetico oltre che mantenere un buon stato generale ed un buon compenso metabolico (controllo glicemico, dieta, terapia generale etc.) deve sottopor-si periodicamente ad un’analisi del fondo oculare ed eventualmente ad un esame fluorangiografico, oltre che all’OCT, per poter tempestivamente diagnosticare even-tuali alterazioni retiniche sopravvenute.

MACULOPATIE VASCOLARI L’occhio è un organo ricco di vasi sanguigni e come tale viene colpito da disturbi concernenti il sistema circola-torio. Alcune patologie come l’ipertensione arteriosa, le malattie delle cellule del sangue, l’arteriosclerosi, il dia-bete e le vasculopatie in genere possono coinvolgere le porzioni più vascolarizzate dell’occhio come la coroide e la retina.Vediamo le patologie più frequenti.

Occlusione della vena centrale della retinaA livello della retina l’ostruzione venosa può interessare la vena centrale o una sua branca; essa si verifica, di soli-to, in soggetti anziani arteriosclerotici e ipertesi.L’occlusione di una sola branca della vena centrale della retina è 2 o 3 volte più frequente dell’occlusione com-pleta della vena centrale; si ritiene insorga nel 5% dei pazienti anziani, ma molte occlusioni sfuggono all’osser-vazione perché asintomatiche.Più frequentemente insorge verso i 60 anni e non mostra predilezione per il sesso maschile o femminile; le cause predisponenti, oltre all’ipertensione e all’arteriosclerosi, sono il diabete e le malattie dislipidemiche.

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La patologia è caratterizzata da un’improvvisa diminuzio-ne dell’acuità visiva: l’acutezza visiva si riduce improvvisa-mente e spesso in modo grave, mentre nell’occlusione di branca parziale il danno funzionale è in relazione alla sede in cui è avvenuta l’occlusione. Particolarmente gra-ve è questa patologia quando l’occlusione venosa com-porta emorragie ed edema della macula.L’evoluzione può essere verso la guarigione o verso la riduzione permanente delle funzioni visive per accumu-lo di liquido a livello della retina e per la comparsa di nuovi vasi retinici anomali (neovasi) che danno origine ad emorragie retiniche. La terapia medica, a base di sostanze antiaggreganti e anticoagulanti, è spesso inefficace. La fluorangiografia retinica ha lo scopo di evidenziare l’estensione del distretto retinico interessato dagli effetti di ipoossigenazione e congestione conseguenti all’oc-clusione venosa. Nel caso si evidenzino con la fluoran-giografia retinica aree ischemiche è utile programmare un trattamento laser al fine di eliminare le aree malate cioè prive di circolazione sanguigna a favore delle aree non colpite che possono avere a loro disposizione un maggior apporto ematico e quindi nutritivo. I più recenti studi hanno dimostrato che oltre ai farmaci anti-VGF per iniezione intravitreale già menzionati, an-che il Desametazone (Ozurdex di Allergan) ha una buo-na efficacia per migliorare la prognosi visiva del paziente colpito da occlusione venosa.

Occlusione della vena centrale della retina, con numerose emorragie, rappresentate dalle macchie rosse, e edema della macula

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LA MACULOPATIA MIOPICALa Maculopatia miopica compare prevalentemente nella miopia elevata e nella miopia progressiva.Si caratterizza per alcune alterazioni caratteristiche:• sfiancamento del bulbo oculare (stafiloma) con

degenerazione della retina e delle altre strutture oculari; lo stafiloma è facilmente portatore di macu-lopatia quando interessa il polo posteriore dell’oc-chio miope.

• distrofia dell’epitelio pigmentato della macula che si accompagna a neovascolarizzazioni; con l’evolve-re dell’età e della miopia, queste aree di stafiloma e di distrofia evolvono verso l’atrofia corioretinica che interessa soprattutto la regione maculare del miope elevato.

• neovascolarizzazione coroidale ed emoraggie ma-culari (che comportano metamorfopsie cioè perce-zione di distorsione nell’immagine) e riduzione visi-va sono spesso presenti nella miopia elevata.

La miopia costituisce la seconda causa più frequente di neovascolarizzazione dopo la DMLE. Anche nella maculopatia miopica, le iniezioni intravitreali di farmaci anti-VGF sono di grande aiuto.

ALTRE FORME DI MACULOPATIAAcquisite:• Corioretinite sierosa centrale• Edema maculare cistoide• Foro maculare• Forme tossiche• Altre

Congenite ed ereditarie:• Retinite pigmentosa• Malattie di Stargardt• Altre

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GLI ESAMI PER UNA DIAGNOSI PRECOCEFluorangiografia retinicaL’esame fluorangiografico retinico è un esame clinico di grande utilità nello studio del fondo oculare. Esso infatti permette di studiare nei minimi dettagli la cir-colazione sanguigna della retina e della coroide che è una sorta di “spugna” vascolare posta al di sotto della retina stessa. Si effettua mediante introduzione in una vena del braccio di una sostanza colorante, una solu-zione al 10% di fluoresceina, che dopo 8-10 secondi dall’iniezione raggiunge la circolazione retinica; in tal modo i particolari dei vasi sanguigni e delle strutture retiniche possono essere fotografati usando un’appa-recchiatura dotata di filtri particolari. L’esame ha una durata media di circa 15 minuti. Un altro sistema di in-dagine utilizza al posto della fluoresceina una sostanza chiamata indocianina verde che sfrutta lo stesso prin-cipio ma ci permette di valutare la vascolarizzazione coroidale.

Tomografia ottica a radiazione coerente (OCT)L’OCT è una tecnica recente di diagnosi per immagini che permette l’analisi delle strutture retiniche median-te sezioni tomografiche (strati) ad alta risoluzione della retina e, in particolare, della macula. Mentre la fluoran-giografia e l’angiografia con verde indocianina permet-tono di visualizzare i vasi sanguigni, l’OCT permette di Esempio di esame OCT

di macula normale. Fotografia ed OCT che mostrano una macula assolutamente sana. Come si vede nell’ immagine a destra la retina è regolare e presenta la piccola valle centrale, la fovea, dove sono raggruppati la maggior parte dei fotorecettori

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Angio OCT di Zeiss

visualizzare gli strati della retina. Permette la diagnosi ed il follow up di numerose affezioni retiniche.L’OCT ha una capacità di risoluzione molto elevata. Non c’è bisogno di sonde a contatto con le strutture dell’occhio ma, utilizzando un raggio luminoso, ogni sezione ottica è fatta rapidamente ottenendo una mappa retinica in pochi secondi.L’OCT è un esame che richiede pochi minuti; avviene senza alcun contatto dell’occhio ed è estremamente utile nella diagnosi delle maculopatie.

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29 GENNAIO – 23 FEBBRAIO 2018MACULOPATIA: PRIMA CAMPAGNA NAZIONALE

DI PREVENZIONE E DIAGNOSI

I CENTRI di eccellenza dove si può effettuare una visita gratuita per prevenire la maculopatia sono:

Milano – CAMO Centro Ambrosiano OftalmicoPiazza della Repubblica 21

Milano – Clinica Oculistica IRCCS Ospedale San Raffaele e Università Vita-Salute Via Olgettina 60

Milano – Clinica Oculistica Universitaria Ospedale SaccoVia G. B. Grassi 74

Roma – Fondazione G. B. Bietti per l’Oftalmologia Via Livenza 3

Siena – Clinica Oculistica Università di SienaPoliclinico S. Maria alle Scotte Viale Bracci 16

Chieti/Pescara – Clinica Oftalmologica Università “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara, Centro Nazionale di Alta Tecnologia in Oftalmologia Via dei Vestini 1, Chieti

Sassari – Clinica Oculistica Università di SassariViale San Pietro

Udine – IEMO Istituto Europeo di Microchirurgia Oculare Via M. A. Fiducio 8

Carrara – Centro Maculopatie della U.O. Oculistica di Carrara c/o Centro Polispecialistico Monterosso, AUSL Toscana Nord Ovest Piazza Sacco e Vanzetti 1

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Arezzo – Divisione Oculistica Ospedale di Arezzo Via Pietro Nenni 20

Genova – Clinica Oculistica Di.N.O.G.Mi. Università di Genova, Ospedale Policlinico San Martino Viale Benedetto XV 5

Catania – Clinica Oculistica Univ. di Catania Policlinico Rodolico Via Santa Sofia 78

Bari – Divisione Oculistica Ospedale Di Venere Via Ospedale di Venere 1, Carbonara di Bari

Bari – Clinica Oculistica Universitaria Policlinico di Bari, Centro Terapie Intravitreali Arc Sterile Piazza Giulio Cesare 11

Tricase (Lecce) – Divisione Oculistica Ospedale Panico Via Pio X 4

Statte (Taranto) – Struttura Complessa di Oculistica ASL Taranto, Presidio Osp. Centrale, Stabilimento Ospedaliero “San Giuseppe Moscati” Via per Martina Franca

Firenze – Clinica Oculistica Università di Firenze Largo Brambilla 3

Parma – Clinica Oculistica Università di ParmaVia Gramsci 14

Varese – Osp. di Circolo Fondazione Macchi - Clinica Oculistica dell’Università dell’Insubria Viale Borri 57

Legnano – U. O. Oculistica di Legnano ASST Ovest Milanese Via Papa Giovanni Paolo II C.P. 3

PREVIENILA MACULOPATIA

Prenota subito il tuo screening gratuito, presso il centro oculistico che ti è più comodo, sul sito www.maculopatie.com

29 GENNAIO – 23 FEBBRAIO 2018

MACULOPATIA: PRIMA CAMPAGNA NAZIONALE DI PREVENZIONE E DIAGNOSI

Clinica Oculistica Università Vita-Salute

IRCCS Ospedale San RaffaeleVia Olgettina 60 - 20132 Milano

[email protected]. 02 2643383 - Fax 02 26433074

www.hsr.it

CAMO SpaCentro Ambrosiano Oftalmico

P.zza della Repubblica 21 - 20124 [email protected]

Tel. 02 6361191 Fax 02 6598875

www.camospa.it