la Luna nuova - Numero 5 - Marzo 1999

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Periodico indipendente di Palagano e dintorni Attualità - Cultura - Solidarietà Periodico di informazione locale - Trimestrale - Spedizione in A.P. - articolo 2 comma 20/C legge 662/96 - Aut. della Filiale EPI di Modena - Tassa riscossa - Taxe perçue - DISTRIBUZIONE GRATUITA Marzo 1999 - Numero 5 - Anno II "Voi, uomini, che avete vissuto in prima persona quei terribili supplizi... Diteci: abbiamo forse noi dimenticato con troppa fretta il vostro inferno?"

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la Luna nuova. Notizie da Palagano e dintorni.

Transcript of la Luna nuova - Numero 5 - Marzo 1999

Periodico indipendente di Palagano e dintorni

Attuali tà - Cultura - Solidarietà

Periodico di informazione locale - Trimestrale - Spedizione in A.P. - articolo 2 comma 20/C legge 662/96 -Aut. della Filiale EPI di Modena - Tassa riscossa - Taxe perçue - DISTRIBUZIONE GRATUITA

Marzo 1999 - Numero 5 - Anno II

"Voi, uomini, che avete vissuto

in prima persona

quei terribili supplizi...

Diteci:

abbiamo forse noi dimenticato

con troppa fretta

il vostro inferno?"

Stampato in proprio con procedura ecologica - Chiuso in redazione 31/03/1999 - Tiratura: 1.250 copie

Direttore responsabile

GIUSEPPE CERVETTO

Associazione

La LUNAVia Palazzo Pierotti, 4/a

41046 PALAGANO (MO)Tel.: 0536/96.16.21 - 96.61.94Fax: 0536/96.15.21 - 96.61.94

Sindrome da telefonino(C.A.D. Cellular Addiction Disorder )Siamo tre amici, prendiamo l’ultimacorsa di una seggiovia al passo Rolle,sono le 16.20 e non c’è nessuno. Neltratto finale, immersi in una fitta neb-bia e nella prima oscurità, la seggio-via si ferma. “C...o!” esclamiamo, nonsi saranno mica scordati di noi!! Lan-cio un urlo e subito arriva la rispostadell’addetto al servizio; per questavolta è andata bene e comunico aimiei amici che se avessimo dovutopassare la notte là in cima, ci sarem-mo dovuti abbracciare appassiona-tamente! Ma "Goyko" (uomo previ-dente e ottimo sciatore) mi fa notareche lui ha il telefonino, se in quellagola prende la linea... Ecco, se fos-simo rimasti bloccati là e se il telefo-nino avesse preso la linea (quanti se),probabilmente per "Goyko" (e noil’avremmo ringraziato) sarebbe sta-ta l’unica volta della sua vita in cui iltelefonino gli sarebbe veramente ser-vito. Ormai si vive di telefonino e pre-sto uscirà un modello che farà an-che il thè e il vin brulè, così almenose non avesse preso la linea ci sa-remmo scaldati durante la notte! Nonridete troppo, perchè già esiste unorologio che fa da skipass, niente piùcartellino! Gli appuntamenti ormaifanno parte del passato, quando cisi trovava tutti in compagnia davantial bar, alla birreria o al solito punto diritrovo per poi decidere dove anda-re. Oggi la compagnia è il telefonino:dove sei, dove siete, cosa fate, doveandate, quante ragazze ci sono, chisono, come sono e se conviene ci siraggiunge poi in discoteca... Com’era

bello quando "Fonto" non arrivavamai e per amicizia lo si aspettavafinchè era possibile; com’era belloquando tutti sapevano che ti stavi di-vertendo a sciare ma non sapevanoin che pista eri! Tutto finito! Oggi seiiper, super, mega controllato e seanche il telefonino è spento sei fre-gato: ti lasciano il messaggio che nel90% dei casi corrisponde a: ”Dovesei? Cosa stai facendo?”. Insomma,siamo degli schiavi, di tutto e di tuttima sopratutto della moda, che dettale regole della vita. E nell’era in cui siparla tanto della legge sulla “privacy”,nessuno pensa di tutelare chi ha untelefonino, che di privacy non godepiù. Ma i moderni cow boys che por-tano il telefonino come si portava lapistola nel Far West, non ricevonomai una chiamata durante il giorno ese devono chiamare vanno alla ca-bina, perchè altrimenti costa troppo!!Ora amici prendete il vostro cellulare,leggete subito il messaggio che pri-ma vi ho detto, chiamate subito quellapersona anche se è giorno e rispon-detegli: ”Cosa te ne frega a te?” Dopodi che, vendete il telefonino a una diquelle poche persone che ne hannoveramente bisogno (rappresentanti,commercianti, elettricisti, idraulici) evivete almeno alcune ore e alcuni rarigiorni da veri uomini liberi.

Giovanni Serafini

Giù le zampe dallanostra moneta

Per noi italiani, che abbiamo dato ilprimo simbolico addio alla nostra liraè molto difficile capire la mentalità de-gli inglesi: sono un popolo talmente

eurofobico da non credere. Già nellontano 1960, con la fondazione delMEC, non vollero aderire (ci sareb-be solo da aggiungere che De Gaulleda parte sua fece di tutto per tenerlifuori dal gruppo), per poi convincersiad entrare una decina d’anni più tar-di. Da allora in poi, ogni passo inavanti della Comunità Europea è sta-to accolto dai successivi governi in-glesi allo stesso modo: inizialmentesi sono battuti perchè il passo inavanti non si facesse, poi hanno in-sistito per esserne esclusi. Avendoottenuto l’esclusione si sono lamen-tati che gli altri Paesi non li avesseroconsultati al momento di prenderedecisioni. Infine hanno supplicato (al-tri direbbero hanno rotto) per poteressere pure loro ammessi. E conl’Euro non poteva certo andare inmodo diverso. Vantandosi di essereuno dei pochi Paesi che aveva rag-giunto subito il livello di convergenzaper entrare a far parte dei primi Pae-si ad adottare l’Euro, il governo di SuaMaestà non si è sentito di abbando-nare la tanto amata sterlina. Dopotutto, non è il viso della regina chefigura su tutte le banconote e le mo-nete? Immaginatevi voi cosa succe-derebbe se uscisse una moneta sen-za l’immagine della regina sopra! Inu-tile dire che, se al momento di deci-derne il disegno avessero avuto laseria intenzione di unirsi agli altri, gliinglesi avrebbero potuto proporre dicontinuare ad aver l’immagine dellaloro amatissima (anche se non datutti) Elisabetta anche sulle nuovemonete. E magari, se proprio aves-sero insistito, che male ci sarebbestato a continuare a chiamare la va-luta con lo stesso nome? Adesso ilnuovo governo laburista si sta dan-do un gran da fare per convincerel’opinione pubblica che quelladell’Euro è la strada da seguire. Mah,come disse Alice nel paese delle me-raviglie: “Curiouser and curiouser!”

Guido Gianicoli - Londra

Appuntidi viaggio

Attualità, cultura, solidarietà.Periodico indipendente di Palagano edintorniTrimestraleDistribuzione gratuitaMarzo 1999 - Num. 5 - Anno IIAut. Tribunale di Modenanum. 1414 del 13/11/1997La citazione di copertina è di GiovanniPaolo II (discorso del 24 giugno 1988all'ex campo di Mauthausen)

Redazione:Davide Bettuzzi, Fabrizio Carponi,

Giorgio Compagni, Elisabetta Gazzetti,Gabriele Monti

Hanno collaborato:Gabriella Barbati, Silvano Braglia, Nicoletta

Casini, Giuseppe Diana, MassimoMontanari, Giuseppe Nannetti,Elio Pierazzi, Ignazio Ranucci,

Bruno Ricchi, Chiara Ricchi

la LUNA nuova

La risorsa della montagnache esiste ma non decollaè ormai un argomento usa-to e ricco di sproloqui. L'am-biente, la cultura, il patrimo-nio storico sono ingredientiche non vanno parimentatia statistiche o censimentima necessitano di supportidi fiducia da parte delle isti-tuzioni e soprattutto da co-loro che frequentano lamontagna.L’Appennino è un libro distoria che insegna alle ge-nerazioni future la quotidia-nità di una esistenza chesegue comunque regolesemplici e vitali. La transu-manza sui sentieri, l’epopeadella castagna, la decifrabi-lità delle pietre scalpellina-te e tanto altro ancora sonoun universo di inestimabilepotenzialità conoscitiva.L’Appennino è un insiemedi proposte che debbonoessere portate alla ribaltaogni giorno per costruireuno sviluppo legato alla ter-ra. Sono tante le personeche in silenzio nel loro quo-tidiano producono prospet-tive per questa terra, cisono persone che dedica-no la vita a questa terra cur-va ed arcigna.Siamo in tanti ad amare dalvero questo territorio ecome tanti conosco i possi-bili sviluppi che in futuro unapolitica non solo di salva-guardia ambientale ma nelcontempo di incentivo turi-stico possono produrre.Un appello questo ai giova-ni perchè è a loro che unanuova coscienza di gestio-ne delle risorse del territo-

ritorio, partendo dal presup-posto che l’ospite è una ri-sorsa e non un disturbo.L’Appennino ha bisogno dirispetto, da parte di tutti, habisogno di fiducia, ha biso-gno di giovani che cerchinoun’altra via, più naturale elibera rispetto a quelle del-l’ufficio e delle fabbriche, percercare di avere un nuovorapporto con la terra.Un rapporto che cerchi diunire il buon raccolto allabuona qualità dei prodottiche l’aria e la terra dei no-stri monti aiutano a produr-re. Alle istituzioni spetta, in-vece, il compito di aiutare edincentivare economicamen-te le iniziative che riguarda-no le possibilità che l'am-biente può dare ai giovaniche vogliono cimentarsi intanti lavori alternativi.A noi, associazioni, impren-ditori del turismo e a tutti co-loro che in montagna e nelsuo ambiente già ci vivono,il compito di non abbassarela guardia e di proporresempre nuove soluzioniaffinchè questo territorio nonsolo continui a vivere, ma in-segni ai grandi agglomeratiurbani che la qualità di vitainizia anche sentendo il pro-fumo delle castagne o il ru-more del "ruoto" e della ma-cina laggiù nel fiume che an-cora come sempre lentoscorre.

rio deveportare amater ia-lizzare itanti, trop-pi, discor-si teoricifino ad ora fatti.Noi in Appennino vi lavoria-mo, cercando di creare unacultura del turismo alterna-tivo legato all’ambiente, chein una era europea come lanostra, è la strada da per-correre.L’agriturismo, l’ospitalità ru-rale, un sistema musealeche recuperi la storicità con-tadina e tante altre risorsepossono e debbono essereintraprese.Creare una cultura di rispet-to, di conoscenza e di ac-cettazione di una biodiver-sità di un territorio, ai visita-tori la raccomandazione diarrivare e transitare in pun-ta di piedi, anzi di scarponi,di venire in Appennino ac-carezzando le sue compo-nenti umane e naturali e nondi appropriarsi di inutili tro-fei, o di ricordi che sfiorisco-no al primo giorno cittadino.Venire in Appennino è ri-collegarsi con un universoche a riscoprirlo riporta unondata di salubrità intelletti-va e fisica che non abbiso-gna di ricordi materiali.Agli abitanti la supplica diappropriarsi di una filosofiadell’accettare e di una ospi-talità improntata sulla tolle-ranza e cortesia, ingredien-ti primari per creare una pro-spettiva di ricettività che siripercuota in modo econo-micamente positivo sul ter-

diM. Montanari

La transumanzaLa transumanzaLa transumanzaLa transumanzaLa transumanzasui sentieri,sui sentieri,sui sentieri,sui sentieri,sui sentieri,

l'epopea dellal'epopea dellal'epopea dellal'epopea dellal'epopea dellacastagna, lacastagna, lacastagna, lacastagna, lacastagna, ladecifrabilitàdecifrabilitàdecifrabilitàdecifrabilitàdecifrabilitàdelle pietredelle pietredelle pietredelle pietredelle pietre

scalpellinatescalpellinatescalpellinatescalpellinatescalpellinatesono unsono unsono unsono unsono un

universo diuniverso diuniverso diuniverso diuniverso diinestimabileinestimabileinestimabileinestimabileinestimabilepotenzialitàpotenzialitàpotenzialitàpotenzialitàpotenzialitàconoscitivaconoscitivaconoscitivaconoscitivaconoscitiva

Una Proposta per lamontagna

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Il 26 dicembre scorso la corale diPalagano, assieme alla corale fem-minile di Montese, ha preso parte alconcerto di Natale.Note particolarmente suggestivesono state introdotte dall�arpa e dal-le cornamuse.Il 2 gennaio 1999, nella chiesa par-rocchiale di Palagano, Concerto Na-talizio di banda e corale di Palaga-no. Bene la banda, un po' meno lacorale.Simpatica la coreografia di Abete di

Natale e buona la partecipazio-ne di pubblico.

Sci club-PolisporSci club-PolisporSci club-PolisporSci club-PolisporSci club-Polisportivativativativativadi Palaganodi Palaganodi Palaganodi Palaganodi PalaganoDal 7 al 14 febbraio, a

Madonna di Campiglio, si è tenutala settimana bianca dello sci club-polisportiva Palagano con 65 parte-cipanti. La settimana, ben riuscita, èstata comunque caratterizzata da

scarsa neve e freddo intenso.

Palagano fuoristrada clubPalagano fuoristrada clubPalagano fuoristrada clubPalagano fuoristrada clubPalagano fuoristrada clubIl 13 febbraio cena sociale epremiazione annata sportiva '98 delPalagano Fuoristrada Club pressol�Agriturismo Lago Verde.Le autorità federali, i giornalisti, glisponsor e tutti i soci hanno veramen-te gradito la serata in una cornice dineve fresca ed abbondante.

Liceo di PalaganoLiceo di PalaganoLiceo di PalaganoLiceo di PalaganoLiceo di PalaganoPresso la salaconsiliare del Munici-pio, il 24 febbraio, siè tenuta un'assem-blea-dibattito sul fu-turo del liceo liguistico e Peda-gogico-sociale di Palagano. Pre-senti gli amministratori comuna-li, i responsabili della Cooperativascolastica, insegnanti, genitori edalunni, si è dibattuto ampiamente sulgrave fenomeno di contrazione del

Il 18 aprile saremo chiamati a votare il referendum per l’abolizionedella quota proporzionale alla Camera. Ecco alcune notizie che po-tranno servire per capire meglio il significato di questa consultazio-ne. Andremo a votare, più esattamente, per l’abolizione o meno delvoto di lista che attribuisce, con il metodo proporzionale, del 25%dei seggi alla Camera dei deputati. Attualmente la Camera dei De-putati è eletta con sistema misto: il 75% dei seggi (475) è scelto neicollegi uninominali con una sfida diretta fra diversi candidati; il 25%dei seggi (155) è scelto in circoscrizioni elettorali proporzionali incui ogni partito ottiene un numero di seggi corrispondente alla per-centuale di voti ottenuta. Il referendum propone di abolire la quotaproporzionale modificando il sistema di elezione di quei 155 seggi.Le operazioni di voto si svolgeranno solamente domenica 18 apriledalle 7 alle 22. Potranno votare tutti i cittadini con più di 18 annipresentando il certificato elettorale e un documento d’identità (sonovalidi anche i documenti scaduti da non più di tre anni). In seguitoalla Finanziaria del 1997 il numero dei seggi elettorali è stato ridottonotevolmente (nella nostra provincia sono passati da 288 a 183),per cui, anche se non ci risultano variazioni nel nostro comune,invitiamo gli elettori a controllare il numero e la sede della sezione,perchè potrebbero essere cambiati.

Referendum

a cura diB. Ricchi,G. Monti,

E. Gazzetti,D. Bettuzzi

numero degli iscritti per l'anno sco-lastico 1999-2000.Il dibattito ha comunque evidenziatoanche altri utili e non conosciutiaspetti della scuola e l�esigenza difornire alle famiglie una più puntua-le e capillare informazione.

AAAAAVISVISVISVISVISAssemblea AVIS presso il ristorante-albergo Dragone il 26 febbraio per

il rinnovo degli organi so-ciali, approvazione con-suntivo '98 e preventivo'99, incarico rappresen-tanti al Congresso Pro-vinciale. Presidente èstata eletta ElideUgolini, vice-presidentiLuca Tassi e LeonellaGualtieri, segretario Ro-berto Gianicoli, ammi-

nistratore Graziano Albicini, organiz-zazione e sviluppo Libero Gherardi,responsabile per la scuola FrancoPietrosemoli, responsabile per i gio-vani Monia Guigli, responsabileplasmaferesi Gabriele Monti.Alla conclusione dei lavori è stato of-ferto ai partecipanti un abbondanterinfresco.

European Business GameEuropean Business GameEuropean Business GameEuropean Business GameEuropean Business GameIl 27 febbraio presso la ComunitàMontana di Pavullo, gli studenti delnostro liceo hanno dato luogo al pri-mo �step� di verifica dell��EuropeanBusiness Game� (programma di si-mulazione imprenditoriale) presen-tando tre idee progetto: 1. Ombrel-lo con lampada più manicoriscaldabile (Umbrella Company); 2.Società di promozione turistica Val-le del Dragone (Amarcord). 3. Sky-box per riscaldare gli scarponi da sci(hot�n�sky).

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Venerdì 26 febbraio si è tenuto il primo incontro per la ricostituzionedel Centro Culturale Comunale.Il dibattito è stato aperto dall’Assessore alla cultura Chiara Ricchi,che ha promosso la serata raccogliendo la sollecitazione fatta dal grup-po di minoranza, attraverso una interpellanza consiliare. Dallarielezione del nuovo Consiglio Comunale, infatti, avvenuta quasi dueanni fa, non si capiva in quale palude si fosse arenato il Centro Cultu-rale Comunale, che per statuto deve essere rinnovato all’insediamen-to di una nuova Amministrazione.Dopo l’intervento di apertura è stato aperto il dibattito, presenti unaquindicina di persone, ed ognuno ha esposto il proprio punto di vistasui compiti e sulle finalità a cui dovrebbe assolvere il circolo. Le cor-renti di pensiero erano soprattutto due: c’era chi riteneva che il circo-lo debba principalmente assolvere al ruolo di coordinatore delle atti-vità già in programma sul territorio comunale, e chi invece sostenevala creazione di un gruppo di lavoro con il compito di proporre edorganizzare nuove iniziative a livello culturale.Vista la difformità di opinioni si è pensato di rimandare ogni decisio-ne ad un ulteriore incontro stabilito per l'8 aprile.

Circolo Culturale

�Baggiolara� delle Polle di Riolunato,ha avuto luogo l�ottavo MemorialRenzo Ruggi-Gara sociale dello SciClub Palagano.

La BadiaLa BadiaLa BadiaLa BadiaLa BadiaFrassinoro: il 28 marzo è stata inau-gurata presso la canonica la mostrafotografica e documentaria intitola-ta �I luoghi della Memoria: La Ba-dia di Frassinoro fra�800 e �900", a curadel prof. LucianoRuggi. La mostra è di-visa in due sezioni: laprima è incentrata sul-le notizie e immaginiraccolte da ArsenioCrespellani (RegioIspettore degli scavi emonumenti) e da G. Sorgato (foto-grafo) nel 1888; la seconda presen-ta diversi documenti che illustrano levarie modifiche architettoniche chela Badia ha subito negli anni. Tuttele didascalie sono state scritte a manodal prof. Ruggi.

Lusinghieri apprezzamenti sono sta-ti espressi dalle autorità provincialipresenti.

TTTTTeatro per leeatro per leeatro per leeatro per leeatro per lescuolescuolescuolescuolescuolePer il ciclo �Te-atro Battimani�,il 3 marzo, èstata presentatala favola �Hansele Gretel� (pupazzianimati)-agli alunni delle scuole ma-terne ed elementari. Lo spettacoloha mandato letteralmente in visibi-lio i giovani spettatori.

Daily R.U.PDaily R.U.PDaily R.U.PDaily R.U.PDaily R.U.P.....Dal dicembre scorso è stato introdot-to nei comuni di Montefiorino, Pala-gano e Frassinoro il servizio di rac-colta differenziata dei rifiuti urbanipericolosi (sostanze irritanti, tossi-che, corrosive, infiammanti...).Il servizio è effettuato a cadenzamensile utilizzando il "Daily R.U.P.",un automezzo attrezzato.A Palagano il Daily R.U.P. passa ogniprimo venerdì del mese (Palaganoore 8,30-10, Monchio ore 10,30-11,30, Boccassuolo ore 12-13).A tutti coloro che consegneranno ri-fiuti urbani pericolosi alla stazionemobile di raccolta, verrà dato inomaggio un sacchetto di compost, ilfertilizzante naturale ottenuto con iltrattamento di parte deirifiuti organici e vege-tali.

AmazzoniaAmazzoniaAmazzoniaAmazzoniaAmazzoniaPresso la palestra diCasa Papa Giovanni,l'11 marzo, ilgeologo AntonioRossi ha intratte-

nuto i numerosi convenuti, studentie no, in un interessante conferenza-filmato sull�Amazzonia, facendo co-noscere un mondo e dei popoli ve-ramente unici. Speriamo che"l�esploratore-geologo� modenesetorni presto con altri filmati e rac-conti.

TTTTTelelavoroelelavoroelelavoroelelavoroelelavoroIl 13 marzo, presso la sede dellaComunità Montana si è tenuto unseminario sul progetto di �sportellosperimentale di teleservizi etelelavoro�, redatto e finanziato incollaborazione con Provincia e Re-gione. Diversi relatori hanno espo-sto le possibili applicazioni delle nuo-ve tecnologie anche e soprattuttoutili ad �uccidere le distanze�, spe-cie in territori montanimorfologicamente �nervosi�. Piut-tosto scarsa la presenza di pubbli-co.

Memorial Renzo RuggiMemorial Renzo RuggiMemorial Renzo RuggiMemorial Renzo RuggiMemorial Renzo RuggiIl 21 marzo sulla pista

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leggendo "La Luna Nuova", e nontrovandosi concordi sui contenutiespressi nelle sue pagine, hanno lapossibilità di esprimere le proprieopinioni scrivendo a "La buca del-le lettere",la rubrica della posta diquesto giornale. Perchè è solo met-tendo a confronto le proprie ideeche si può cercare di dare una ri-sposta ai tanti problemi della no-stra realtà locale. Vorrei anche pre-cisare che il materiale che ci per-viene viene pubblicato integralmen-te senza tagli o correzioni (da sem-pre). Fatte queste doverose puntua-lizzazioni, alla luce dei contenutidella lettera di G.P., mi sento in do-vere di fare alcune precisazioni,perchè ritengo di essere stato frain-teso. Nell'articolo di dicembre di"Senz'offesa" veniva espressa sola-mente un'opinione, ma non su unosport (lo sci), e nemmeno su coloroche lo praticano e tantomeno sul-l'operato delle varie associazionisportive presenti sul nostro territo-rio. L' opinione riguardava un pro-getto che veniva definito come di"rilancio per l'immagine del nostropaese": ritenendo che una cosa siaaiutare e gratificare coloro che pra-ticano una disciplina sportiva mol-to seguita nel nostro territorio, al-tra cosa, invece, sia uno sport ve-ramente in grado di portare a Pa-lagano quel flusso turistico che oggimanca; non mi sembra il caso diquesto progetto. Nell'articolo stavascritto solo questo.Concludo consigliando che primadi volere leggere "fra le righe", sicerchi di comprendere ciò che stascritto nelle righe.

“Storia quasi comicadi malafiscalità”Era il lontano 1980, quando un com-puter impazzito fece un curiososcambio di persona. E così andaro-

La Luna nuovaV. Palazzo Pierotti 4/a

41046 PalaganoFax: 0536/96.15.21

0536/96.61.94

Non verrannopubblicate lettere anonime

Alla cortese attenzione Spettabile re-dazione de la “Luna Nuova”.Con la presente chiedo gentilmente lapubblicazione integra della seguentelettera sicuro della vostra disponibili-tà ringrazio e porgo sinceri saluti.Mi complimento per il simpatico arti-colo della Luna Nuova inserito nellarubrica “Senz’offesa” anche se l’oc-chio raffigurato nel Logo a mio avvi-so non ha visto più in là del proprionaso. Credo che i mezzi d’informazio-ne debbano però essere utilizzati cor-rettamente e in maniera costruttiva,altrimenti la lettura tra le righe puòessere fraintesa.Leggendo il vostro articolo ho sentitoil dovere di fare alcune precisazioniin merito, e se mi è concesso, espri-mere un mio modesto parere.Per ciò che riguarda gli impianti spor-tivi esistenti sul nostro territorio pen-so che siano il frutto di un duro lavo-ro svolto e continuato dalle Ammini-strazioni Comunali, e da cittadini vo-lontari, vedi le Polisportive, ilFuoristrada Club Palagano, gli SciClubs, e altri che si impegnano a cu-rarne il mantenimento.Ricordo che la piscina, i campi da ten-nis, i campi da calcio, le palestre, icampi polivalenti ecc. sono un patri-monio importante a disposizione ditutti. La Mountain-Bike, l’equitazio-ne, e il Trekking, citati come discipli-ne escluse, vengono invece organiz-zati e svolti in alcuni periodi dell’an-no, vedi Parco S.Giulia, Boccassuolo

e Palagano.Per l’equitazione sono sta-te svolte manifestazioni

sempre nel Parco S.Giulia poi a Co-strignano e anche a Savoniero.Infine per ciò che riguarda ilTrekking da alcuni anni laPolisportiva Costrignano e il sotto-scritto organizzano camminate, congrande riscontro di partecipanti, so-prattutto di gente che giunge da fuoricomune, grazie anche alle locandi-ne affisse in diversi luoghi.Per ultimo cito lo sci, una disciplinamolto praticata grazie alla presenzadi due sci club molto attivi, Boccas-suolo e Palagano, con relativa scuo-la sci e oltre 300 tesserati FISI in to-tale.L’Amministrazione Comunale peragevolare il trasporto dei ragazzisulle piste da sci, ha concesso ai clubl’uso dello scuolabus e anche in fun-zione di ciò ha fatto riparare il man-to stradale nel tratto che gli compe-teva della via che da Montemolinoconduce alle Piane di Mocogno. Sista inoltre lavorando per organizza-re un incontro tra gli atleti della Na-zionale Slovena, gli sci club locali,e gli studenti delle nostre scuole.Questa operazione è stata possibilegrazie alla collaborazione di alcuneditte e commercianti del territorio,che hanno dimostrato interessamen-to e grande attaccamento al paese.Ringraziandoli ricordo che l’Ammi-nistrazione Comunale inviando idepliant sui luoghi di svolgimentodelle gare di sci, per promozione tu-ristica, ha affrontato spese postali dispedizione per un importo di lire37.000. Concludo ringraziando an-che la redazione della Luna Nuovaper la pubblicazione di questa lette-ra dovuta alla mia citazione nel vo-stro articolo precedente firmato F.C.

Giuseppe Piacentini

Risponde Fabrizio Carponi.Ringrazio Giuseppe Piacentini diaverci mandato questa lettera. Inprimo luogo perchè mi dà l'occasio-ne per ricordare a tutti coloro che,

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no i fatti.Viveva tranquilla in quel di Palaga-no, un grazioso centro sull’Appen-nino modenese, Domenica Corti, unaanziana casalinga che, per un visce-rale attaccamento al suo paese, daesso non si era mai allontanata se nonper degenze ospedaliere; senonchè,un brutto giorno, le fu recapitata unacartella esattoriale con la diffida dipagare al più presto la somma di lire800.000 poichè aveva omesso di ver-sare la tassa IRPEF sulla liquidazio-ne riscossa nel 1977, per raggiuntilimiti di età, dopo aver prestato ser-vizio nell’ufficio postale diPalagonia, provincia di Caserta. Mi-nacciata più volte dall’esattore disequestrare i pochi mobili che pos-sedeva in caso di mancato pagamen-to della somma dovuta, la poveretta,esasperata, presentò ricorso con tut-te le certificazioni del caso allegate.Gentilmente rassicurata dal funzio-nario che le cose si sarebbero chiari-te in breve tempo, la signora, soddi-sfatta, si tranquillizzò assai.Passarono così diciotto anni e nes-suno pensava più a quell’incredibilestoria quando... in data 20 dicembre1998, la Corti Domenica, che nelfrattempo era passata a miglior vita,è stata avvisata, con lettera racco-mandata, che la sua pratica sarebbestata esaminata il 26 febbraio 1999.Potrà la cara estinta godersi la pacedei giusti, lei che fa parte dei “verievasori” perseguiti con ogni mezzo

dallo Stato italiano? E’ quello che sichiede divertita, ma non troppo, lafiglia Tina.

Piacentini Tina

Cara Luna,Siamo un gruppo di quelle mammeche hanno fatto sì che venissero toltialcuni giochi dal parco e ti scrivia-mo per rispondere alla Sig.na EnricaForti che, evidentemente, è statamale informata su come si sono svoltii fatti.Partiamo esattamente dall’inizio diMaggio del 1998. Noi mamme ci re-cavamo settimanalmente negli uffi-ci comunali di competenza per espor-re il problema della pericolosità del-l’altalena, dello scivolo e della giran-dola, tutti non a norma, e per chiede-re se era possibile sostituire quei gio-chi, ormai trentennali, con giochinuovi più sicuri.Solo alla fine di Maggio la nostra ri-chiesta venne accolta e finalmente siscelsero i giochi nuovi sfogliando uncatalogo specializzato con il respon-sabile del comune: tempi di conse-gna un mese.Alla fine di Giugno siamo ripartitealla carica per avere notizie dei gio-chi e per sollecitare eventualmenteil ritiro degli altri.A quell’epoca ci e stato risposto chei giochi erano arrivati, ma non erapossibile sostituirli per la mancanza

Ruscello freddo, ricolmo di gelo;ramo secco, vestito di bianco;Fruscìo leggero come angelo;

carezza dolce sul mio viso stanco

Visione beata, incantevoledi mistica farfalla blu

che danza nel vento e, consapevole,sussurra: "ti conosco...! Sei tu?!"

Allungo la mano, tremante,non si lascia nemmeno sfiorare;speravo tanto, impaurito, ansimante,di avere un contatto, di poterle parlare.

Lamentoso pregai: "Com'è... lì... da te?Non lasciarmi nel dubbio... così!"Ma... la risposta non vè.E d'incanto, il bel sogno svanì.

Il sogno (Farfalla blu)

Carissima LUNA,ti prego di voler trovare ancora, per me, un piccolo angolino, in quanto, inoccasione della S. Pasqua, vorrei dedicare alcuni versi, ed una preghiera, aduna persona che fu a me molto cara.Li dedico inoltre a tutti coloro che si portano nel cuore una pena ed unagrande speranza. Grazie!

Ugo Beneventi

Postadi due operai che erano andati inpensione.Intanto però, dopo ulteriori pressio-ni, alla metà di Luglio venivano toltilo scivolo e l’altalena.Come vedi cara Enrica non fu “det-to e fatto”, ma passarono ben duemesi e mezzo prima che qualcuno sidecidesse a prendere in considerazio-ne il problema.Ci spiace aver tolto il tuo sogno dibambina, anche a noi non piace ilparco in queste condizioni, ma la re-altà era che i nostri bimbi sfreccia-vano davanti alle altalene noncuran-ti del pericolo e venivano fermati,molte volte all’ultimo momento, pri-ma di essere colpiti dai seggiolini diferro.Noi crediamo che il parco debba es-sere un luogo di divertimento per ibambini e di tranquillità per le mam-me, non per fare salotto come si èfatto intendere e neanche per proi-bire ai bambini di salire su questo osu quel gioco, ma per vivere il tem-po libero in serenità, in uno spazioorganizzato in modo intelligente edotato di attrezzature conformi allenorme di sicurezza, norme stabiliteappositamente dalla legge per tute-lare il più possibile l’incolumità deibambini.Oggi, 10 febbraio 1999, cogliamol’occasione per rinnovare ancora unavolta la richiesta all’Amministrazio-ne Comunale ed in particolar modoall’Assessore Cultura Sport e Tem-po Libero, affinché vengano final-mente installati i giochi promessi.

Con simpatia, per le mammeinteressate

Luciana Pezzano

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la concessione di beneficie vantaggi di qualsiasi tipoprevisti da leggi speciali;assolvimento di specificiobblighi contributivi con l’in-dicazione dell’ammontarecorrisposto; possesso e nu-mero del codice fiscale,della partita I.V.A. e di qual-siasi dato presente nell’ar-chivio dell’anagrafe tributa-ria e inerente all’interessa-to.

4. Stato di disoccupazione,qualità di pensionato e ca-tegoria di pensione, qualitàdi studente o di casalingaqualità di legale rappresen-tante di persone fisiche ogiuridiche, di tutore, di cu-ratore e simili.

5. Iscrizione presso asso-ciazioni o formazioni socialidi qualsiasi tipo, tutte le po-sizioni relative all’adempi-mento degli obblighi milita-ri, comprese quelle di cuiall’art.77 del decreto delPresidente della Repubbli-ca 14 febbraio 1964, n.237come modificato dall’art.22della legge 24 dicembre1986, n.958.

6. Certificazione di non ave-re riportato condanne pena-li.

7. Qualità di vivenza a cari-co.

8. Tutti i dati a diretta cono-scenza dell’interessato con-tenuti nei registri dello sta-to civile.

albi o elenchi tenuti dallapubblica amministrazione.

2. Titolo di studio o qualificaprofessionale posseduta,esami sostenuti, titolo dispecializzazione, di abilita-zione, di formazione, di ag-giornamento e di qualificatecnica.

3. Situazione reddituale oeconomica, anche ai fini del-

Si possono autocertificare:

1. Data e luogo di nascita,la residenza, la cittadinan-za, il godimento dei dirittipolitici, lo stato di celibe,coniugato o vedovo, lo sta-to di famiglia, l’esistenza invita, la nascita del figlio, ildecesso del coniuge, del-l’ascendente o del discen-dente, la posizione agli ef-fetti militari e l’iscrizione in

Dal 23 febbraio, invece di farecode per uno stato di famiglia o perun certificato di nascita, come av-veniva in molte città, il cittadino puòprodurre da solo la dichiarazione

che gli serve, cioè si autocertifica compilando un apposi-to modulo. Comodo, no? Questo è stato reso possibile,dopo circa 30 anni, dalle seguenti leggi: Legge n.15 del 4gennaio 1968, L. n.127, 15 maggio 1997, L.n. 191 del 16giugno 1998 e il D.P.R. n.403 del 20 ottobre 1998.Ricordiamo che la mancata accettazione dell’autocertifi-cazione da parte dell'impiegato dell'ufficio pubblico, nei casiprevisti, costituisce violazione dei doveri d’ufficio, passibi-le di denuncia, come nel caso di un’autocertificazione fal-sa.

diE. Gazzetti

L’Assessorato alla Cultura ritiene patrimo-nio da valorizzare tutto quanto attiene alletradizioni del passato che rischiano di scom-parire.In questa ottica si vorrebbe istituire una"Scuola di Telaio" , grazie alla disponibili-tà di un esperto locale, che insegnerà agliinteressati la difficile arte dell’ordito e dellatrama.Non disponendo però di un telaio, senza ilquale non si può pensare ad una scuola sta-

bile, chiede a chi condivida questo progetto di fornirlo, anchesolo in prestito, al Comune. Ideale sarebbe un telaio ancora dotatodelle strutture portanti e in buono stato, ma saranno molto graditeanche parti della struttura portante e accessori vari. Si ringrazianoda subito quanti vorranno rispondere all’appello. Comporre il nu-mero 96.13.70 o 96.15.15, chiedere della Sig.na Barbara.

(Chiara Ricchi - Assessore alla cultura)

Il fai-da-tedel certificato

Focus

Sono almeno 32Sono almeno 32Sono almeno 32Sono almeno 32Sono almeno 32i ceri ceri ceri ceri certificati che sitificati che sitificati che sitificati che sitificati che sipossono farepossono farepossono farepossono farepossono faretramite l'auto-tramite l'auto-tramite l'auto-tramite l'auto-tramite l'auto-cercercercercertificazionetificazionetificazionetificazionetificazione

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a vigilare, per poter ricono-scere i segni dell’odio, cheè sempre pronto a nascerenella mente e nel cuore del-l’uomo e può crescere inmodo mostruoso, se non locombattiamo con azioni dirispetto, di pace e di solida-rietà.E' una frase di BertoldBrecht: “E voi, imparate cheoccorre vedere e non guar-dare in aria; occorre agire enon parlare. Questo mostrostava, una volta, per gover-nare il mondo! I popoli lospensero, ma ora non can-tiamo vittoria troppo presto:il grembo da cui nacque èancora fecondo.".

Noi ragazzi di quinta di Pa-lagano siamo andati a visi-tare il campo di concentra-mento di Fossoli ed il mu-seo di Carpi, per osservaredocumenti significativi sullastoria del Nazismo e dellaResistenza europea. Il mu-seo è situato nel castello deiPio, che si trova in piazzaMartiri a Carpi. E’ l’unicomuseo italiano che trattadell’argomento; è stato pro-gettato, per volontà del sin-daco Bruno Luosi, dall’archi-tetto Belgioioso, testimonediretto della terribile vicen-da della Deportazione.Il museo è nato per ricorda-re i sacrifici di tutte le per-sone morte per difendere lalibertà. La guida ci ha fattovisitare le tredici sale, rac-contandoci con molti parti-colari la storia dei campi diconcentramento.Per comunicarci questa sto-ria, il museo utilizza vari do-cumenti: fotografie, graffiti,oggetti di vita quotidiana, in-dumenti, filo spinato. Sullepareti si possono ammiraredei bellissimi graffiti, presida disegni di grandi artisti:Picasso, Longoni, Guttuso,Cagli, Léger. Il graffito diLongoni, che si trova nellaprima sala, rappresenta unafolla sterminata di personescheletrite, nude, senzasesso, senza bocca, condue buchi al posto degli oc-chi. L’autore ha voluto espri-mere l’annullamento dei de-portati, che venivano privatidi tutte le facoltà umane eanche della loro dignità. Unaltro graffito molto espressi-vo è quello di Lèger, che raf-figura due mani protese ver-

so il sole, simbolo della vitae della libertà, ostacolate,però, dal filo spinato, cherappresenta l’odio nazifa-scista. Gli oggetti conservatinel museo sono pochi, mamolto significativi, perché te-stimoniano il forte desideriodei prigionieri di mantenerela loro condizione umana. Inuna vetrina abbiamo vistouna bilancina che servivaper pesare il pane, in mododa poterlo distribuire congiustizia; insieme a questaci sono un cucchiaio, unaforchetta e un coltello, og-getti che i prigionieri si pro-curavano al mercato nero,per mangiare come perso-ne e non dover leccare laminestra direttamente dallaciotola, come cani. In alcu-ne teche abbiamo visto del-le foto di bambini denutriti,di uomini impiccati o bruciativivi, di persone uccise nel-l’atto di fuggire. Ci sono an-che alcuni disegni dei bam-bini rinchiusi nel ghetto diTerezin. Questi disegni cihanno particolarmente col-piti, perché raccontano mo-menti della vita libera. In tut-te le sale sono incise sullepareti frasi prese dalle let-tere dei condannati a mor-te. Queste parole sono sta-te scritte con il colore ros-so, come il sangue versato.Tutte le frasi trasmettono fi-ducia e speranza nel futu-ro.Questo ci ha fatto rifletteree ci ha fatto capire il grandevalore della libertà, del-l’uguaglianza e della digni-tà della persona umana. Cisiamo fermati su una frasein particolare. Essa ci invita

Scuola

diFrancesca,El Ham,Alessandro,Gabriele,Michael eStefano(classe Velementare diPalagano)

Tutto iniziò in Germania quando Hitlere i suoi seguaci spinti dall’odio nazista,cominciarono la persecuzione di ebrei,zingari ed omosessuali, per poi esten-dersi ad altri paesi europei.Fossoli era un campo di transito, moltiitaliani vi furono rinchiusi in attesa diessere trasferiti nei lager tedeschi. Mol-ti dei loro nomi sono incisi sulle paretie sul soffitto; in questo campo vi fùrinchiuso anche don Sante Bartolai chein seguito diventerà parroco diSavoniero.Viaggiavano in condizioni disumane,stipati dentro a carri bestiame, nonmangiavano e non bevevano per diver-si giorni, molti di loro morivano pri-ma di arrivare.Quando arrivavano ai campi di stermi-nio venivano spogliati e costretti ad in-dossare una divisa a righe bianche eblu che portava un numero che poiveniva riportato anche sul braccio: daquel momento diventavano unnumero.I nazisti portavano gli uominie le donne più robusti in “campi di la-voro”, dove li costringevano a fare la-vori pesantissimi, per dodici, trediciore al giorno, in luoghi malsani, rice-vendo, come pasto, brodaglie, qualcherapa e poco pane.Inoltre si prendevano gioco di loro, adesempio scrivendo, all’ingresso deicampi, la frase “Il lavoro rende liberi".

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Visita al MuseoMonumentoal deportato

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Classi I e V elementare di Palagano

Arrivammo ai primi boschidella Ciallamina verso ledieci del mattino e prose-guimmo a piedi lungo lastradina ghiaiata che si sno-da attraverso il castagneto.Un’arietta fresca e frizzantemi pizzicava il naso e misolleticava piacevolmente ilviso; sentivo un gradevoleodore di muschio bagnato edi foglie secche; a qualcu-no sembrava già di avverti-re il dolce profumo delle ca-stagne.Ben presto, infatti, incomin-ciammo a vederne tante ailati della strada, dove si eraformato un bordo di foglie

color tabaccoe di ricci doratiche coprivanoin parte i ciuffid’erba ancoraverdi. Si intra-vedevano ipiccoli frutti dicolor marronescuro; alcuniusciti dal loroinvolucro spi-noso si mi-schiavano allaghiaia; molteerano stateschiacciate dalle macchinee usciva la polpa bianca fa-rinosa.Lunghe ombre attraversa-vano il nastro argentato del-la strada.Nel silenzio del bosco siudiva lo scricchiolio dellaghiaia e delle foglie secchesotto i nostri piedi. Il cielo erasereno, di un azzurro inten-so e tutto uguale. Il sole, chesi era alzatosopra la corti-na degli albe-ri, splendevaluminoso, an-che se non piùcaldo come inestate.I suoi raggi sir i f l e t tevanosulle chiomedei castagni e,filtrando tra irami, formava-no chiazze diluce sui tron-chi e sul terre-no. La luce ac-cendeva i co-lori delle fo-glie, renden-

doli più brillanti: il giallo di-ventava oro puro e il marro-ne sembrava rame.Un venticello leggero face-va dondolare le fronde,cambiando continuamente igiochi di luce e di ombre.Per contrasto, nelle zoned’ombra, i colori apparivanoancor più scuri e spenti.Ogni tanto una foglia seccasi staccava dal ramo e vol-

Nel prato vicino alla casa abbiamosalutato Ercole, impegnato ad

ammucchiare i cardi delle castagne conun rastrello di legno, dai “denti” molto

larghi. Lì abbiamo visto anche un oggettostrano: era una “corga”, che un tempo

serviva per trasportare l’erba.

Appoggiata al muro della stalla c’era unaruota di pietra pesante e ruvida: una mola.La mola serviva per affilare lame o lisciaresuperfici.

Una piacevole passeggiataalla Ciallamina

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Appena arrivati al casolare abbiamo vistoMauro che preparava il forno per cuocere ilpane.Interessati e attenti ci siamo avvicinati eabbiamo osservato tutto quello che facevanoMauro e Pietro. Finito di scaldare il forno,Mauro lo ha pulito con lo “spazzone”, unaspecie di scopa, dal manico molto lungo, fattacon le foglie del granoturco. Mauro e Pietro poisono andati in casa a prendere la tavola con lepagnotte da cuocere che erano coperte da tantipanni. Quindi hanno cominciato ad infornare ilpane: Pietro appoggiava una pagnotta sullapala e Mauro la metteva nel forno.Terminata questa operazione Mauro ha chiusoil forno e ha fatto una croce sopraall’imboccatura in segno di buon auspicio e diringraziamento.

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teggiando lievemente, andava a voltarsiai piedi dei vecchi tronchi rugosi, sul mu-schio di velluto scuro. All’improvviso unafamiglia di funghi fece capolino tra le fo-glie e gli steli di erba secca.Erano russole dorate, con il cappello co-lor crosta di pane e il gambo color avorio.Più in là, ai piedi di un nocciolo, fra rovi earbusti di roverella ecco i fiori di autunno.Proseguendo oltre, arrivammo alla con-ca erbosa in fondo alla quale, dove il mon-te ritorna ripido, sorge il casolare.Nel prato lunghe ombre scure si disten-devano sull’erba verde chiaro chiazzatadi marrone e di giallo. Corremmo versole case dove ci accolse l’odore acre delfumo.

Stare all’aria aperta, camminando a passo veloce favenire fame! Subito abbiamo organizzato un picnic nelprato, poi, finita la merenda, via ... a ruzzolarci lungola discesa.

L anostra

scuo la ,oltre che

essere unLiceo rino-

mato perla qualità

della pre-parazione, ha anche ricevu-to, quest’anno, lusinghierielogi e gratificazioni nell’am-bito sportivo.In dicembre abbiamo parte-cipato ai CampionatiStudenteschì di Corsa Cam-pestre con l’iscrizione di duesquadre: una nella catego-ria Allieve, una nella cate-goria Seniores.“Siamo partite presto, il pa-esaggio invernale, il freddopungente, il ritiro deipettorali, la ricognizione del

percorso con le sciarpe eil berretto ben stretti, la ri-cerca affannosa della mi-gliore posizione di par-tenza, il colpo di pistola,

le spinte per passare avan-ti, il freddo polare, la faticache quasi ti blocca, il tra-guardo come un miraggio efinalmente l’arrivo.. .”(Patri-zia).Questi sono i ricordi e lesensazioni che noi tutte ab-biamo provato nell’affronta-re una disciplina così diffici-le e faticosa. L’esito dellacompetizione è stato co-munque onorevole, ancheperché il nostro obiettivo mi-nimo, quello di arrivare tut-te al traguardo, è stato pie-namente raggiunto.Nel mese di febbraio, tre ra-gazze: Valentina (Piacentini,ndr), Silvia (Rioli, ndr) eSara (Reggi, ndr) hannopartecipato ai CampionatiStudenteschi di Sci Alpinopresso il comprensorio delCimone, classificandosi se-conde assolute tra tutte le

scuole della Provincia! “E’stata una bella esperienza -dice Valentina - che mi hapermesso di confrontarmicon altre ragazze, ma so-prattutto abbiamo ottenutoun ottimo risultato dimo-strando che, tra le scuolemodenesi, anche noi, nelnostro piccolo, possiamodire la nostra. Ora laCompagnoni può ritirarsitranquilla... Ci siamo noi!”Il nostro Liceo ha partecipa-to anche al Campionato Stu-dentesco di Pallavolo otte-nendo risultati soddisfacen-ti.La partita contro il Liceo“Wiligelmo” ha sancito pur-troppo la nostra sconfitta ela conseguente eliminazio-ne. “Siamo partite con mol-te ambizioni, in quanto la no-stra squadra, modestamen-te, è di buon livello - raccon-ta Rita (Rioli, ndr) - ma que-sto non è stato sufficienteper raggiungere la tantoambita finale. L’anno pros-simo ci riproveremo!!”

Una stagioneUna stagioneUna stagioneUna stagioneUna stagionedensa didensa didensa didensa didensa di

appuntamentiappuntamentiappuntamentiappuntamentiappuntamentisporsporsporsporsportivi per glitivi per glitivi per glitivi per glitivi per gli

studenti delstudenti delstudenti delstudenti delstudenti delLiceo MariaLiceo MariaLiceo MariaLiceo MariaLiceo MariaImmacolataImmacolataImmacolataImmacolataImmacolata

"Mens sana in corpore sano" i ragazzi raccontano...

diN. Casini

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Liceo di Palagano

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55 anni f

�...pregare, lavorare, pensare, sperare, soffrire, amare...avere una madre, una sposa, dei teneri bimbi, avere la luce eneppure il tempo di gettare un grido ed essere schiacciato,rotolare cadavere ed essere la creatura più innocente.E� ladro chi ruba ad un altro la sua esistenza, la sua vita, lasua pace, il suo posto al sole e diventa assassino perchèuccide il fratello e uccide moralmente altri esseri infliggendoloro la spaventosa morte vivente...""...Le case distrutte continuano a mandar nell�aria densipennacchi di fumo nero; qualche muro sgretola, altri cadonocon sinistri fragori; la morte di persone care, la catastrofe; nell�intimo un vuoto che asfissia; intorno silenzio di morte che segue ogni csilenzio che segue il fragore d�una rovina; mi pare di non potere resistere! ...Mi manca la forza di pregare ed ogni applicazione mi rieleggo non so che cosa, la luce mi ferisce gli occhi stanchi; per togliermi da quella ossessione mi alzo, giro per la casa buia, non mia; efuori e mi ritrovo prostrata sulle tombe dei miei cari. I morti non hanno più voce, non hanno sguardo nè passo, ma sono nell�intimocase; parlano, ci sono vicini, ci guardano, ci accompagnano, ci chiamano... Cambiando luogo, il male non guarisce. Funeste tragiche villusa credo talvolta di calmare il male fuggendo, senza meta. Il colpo troppo forte mi ha stordita, prostrata; non mangio, non dormo, re la vista di certi ghigni cattivi e indifferenti a tanti guai e non ho altro rifugio che il Camposanto. Voltarsi su di un fianco o nell�altro, guanciale duro sotto la testa ardente non serve a calmare la febbre. L�angoscia delle case nuove dove forme ignote sembrano protendmi ferisce; mi pare che il soffitto della grigia stanzuccia, s�abbassi sempre di più, quasi a soffocarmi e per liberarmene alzo le braccia p

guerra, il turbine, l�incendio, la morte e certi mostri trovine degli innocenti innalzano i loro altari. Sono me fisicamente. Non si può passare tra i roghi d�un inrimanere scottati. Scendo la china con lo sguardo fisIl ricordo d�un essere assente s�accende nelle tenebrquanto più è scomparso, tanto più irradia; l�anima dquella luce nel suo orizzonte, quale stella della notte

Testimquel

MaMaMaMaMaall�epoca m

Quanto restava della Pieve medioevale di S. Giuliadopo il bombardamento del marzo 1944

Mvittime

Monchio: abitazione distrutta

a... come oggi

catastrofe, ilesce impossibile,esco, rientro, tornoo, entrano nellevisioni! Da poveranon posso sostene-mettersi undersi ed aggirarsi,per respingerlo. Latrionfano e sulle

malata moralmentenferno, senzasso su chi non è più.re del cuore eisperata vedee interiore.

monianza accorata ditragico 18 marzo di

ariannina Variannina Variannina Variannina Variannina Venturelli,enturelli,enturelli,enturelli,enturelli,maestra di Monchio.

Monchio: la piazza

Domenica del corriere (anni '50)

Molta gente usa il termine “bestiale” per descrivere ciò che alcuni uomini fanno alle loroe, e ritiene che si comportino “come animali”. A questa affermazione rispondiamo: “No,

costoro si comportano come esseri umani”. Solo gli uomini hanno lacapacità di uccidere per piacere, assaporando la sofferenza degli altri.

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Dalla preistoria aiDalla preistoria aiDalla preistoria aiDalla preistoria aiDalla preistoria ai

giorgiorgiorgiorgiorni nostri.ni nostri.ni nostri.ni nostri.ni nostri.

Un viaggio neiUn viaggio neiUn viaggio neiUn viaggio neiUn viaggio nei

secoli persecoli persecoli persecoli persecoli per

sapersapersapersapersaperne di piùne di piùne di piùne di piùne di più

e conoscercie conoscercie conoscercie conoscercie conoscerci

megliomegliomegliomegliomeglio

Storia 5

a cura diD. Bettuzzie G. Monti

I primi cristianiAttorno all’anno 60, Apollinare giunse aRoma, con S. Pietro, di cui era discepolo,provenendo da Antiochia e da qui, consa-crato Vescovo, fu inviato a Ravenna per dif-fondere il cristianesimo. Il cristianesimonella nostra regione giunse, quindi, fin dalprimo secolo. Anche se in montagna esi-stono chiese dedicate a S. Apollinare, tracui alcune molto antiche, come quelle diBoccassuolo e Coscogno, non pare possi-bile concludere che sia stato proprioApollinare a portare il cristianesimo nei no-stri monti. E' possibile affermare che grup-pi di cristiani si trovavano a Modena già nelsecondo secolo e che il primo vescovo mo-denese di cui abbiamo notizie è Antonino,che resse la diocesi negli anni 342-343.Le valli del Dragone e del Dolo si trovano“al confine” tra il modenese, il reggiano e laToscana. I primi missionari, dunque, dadove giunsero? Pare improbabile dalla To-scana, sia per motivi logistici ed ambienta-li, sia per il fatto che nella nostra valle nonsono nate dipendenze da autorità religiose

di quella regio-ne. Le comuni-tà cristiane chesi sono via viasviluppate inve-ce dipesero, etuttora dipendo-no, o dalla dio-cesi di Modenao da quella diReggio, conuna suddivisio-ne assai bizzar-ra che non tiene

conto dei confini naturali del territorio nè diquelli civili e amministrativi e che è rimastatale fino ad oggi. Tale suddivisione esiste-va già nel 962, come si legge nel diplomadi Ottone I, datato 20 aprile 962.Verosimilmente i primi evangelizzatori giuntiin Appennino provenivano da Modena. Aconferma, oltre ad altri dati, consideriamo

qui solamenteche una delle pri-me Pievi modenesi,quella di Rubbiano, sisviluppò proprio alconfine tra le due valla-te ed estese la propriagiurisdizione anche inpieno territorio reggiano. Successivamen-te arrivarono anche uomini da ReggioEmilia.Il centro di diffusione del cristianesimo perla nostra montagna fu Rubbiano, a partiredal V o VI secolo. Nel VI secolo, essendozona di confine tra il regno Longobardo, noncattolico (con centro a Bismantova) el’esarcato di Ravenna (Bizantini, cattolici,con centro a Carpineti e forse anche in queldi Pavullo) le valli del Dragone e del Dolorisentirono del dissidio tra i due blocchi. For-se due avvenimenti diedero maggior vigo-re alla diffusione del cristianesimo: la con-versione al cattolicesimo di Agilulfo, re deiLongobardi, secondo marito della cattolicaregina Teodolinda; l’insurrezione, nel 728,delle popolazioni dell’Appennino control’Esarcato di Ravenna, infine la sottomis-sione a Liutprando, re dei Longobardi. Così,un territorio precedentemente diviso tra Re-gno Longobardo ed Impero d’Oriente, di-venne unico, favorendo l’opera dievangelizzazione.Le prime chiese nacquero nella secondametà del VII secolo e furono le fondamentaper le future Pievi che erano chiese madridi un determinato territorio, provviste di bat-tistero, e da cui dipendevano chiese sotto-poste (ecclesiae), cappelle sfornite di fontebattesimale, situate nei vari villaggi. La Pie-ve più antica nella Valle del Secchia proba-bilmente fu la Pieve di S. Vitale di Carpineti(de Verabulo) fondata forse verso la fine deiIV o l’inizio del V secolo. Da questa “Pievegenerale” possono poi aver avuto originetutte le altre Pievi della Valle del Secchia.Inizialmente i sacerdoti vivevano nelle Pievie da lì si spostavano nelle varie chiese o

Rubbiano: Pieve

Riccovolto:La croce

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cappelle periferiche per prestare il proprioministero. Successivamente, per la distan-za, per il numero dei fedeli in continuo au-mento, per le particolari condizioni locali, ipreti furono delegati ad amministrare i sa-cramenti e a risiedere nei villaggi e le di-verse cappelle ebbero un loro rettore stabi-le e si trasformarono progressivamente inparrocchie autonome. Si ritiene che questofenomeno nella Valle del Dragone abbiaavuto inizio nel IX-X secolo.

La Pieve di RubbianoI documenti che si riferiscono alla Pieve diRubbiano sono tra gli autentici più antichiesistenti nella nostra diocesi e sono con-servati nella Biblioteca Capitolare. Nel pri-mo, datato 13 aprile 882, il vescovo di Mo-dena Leodoino nomina arciprete di Rubbia-no il sacerdote Giorgio. La Pieve era rovi-nata e cadente e necessitava di lavori diristrutturazione. Da ciò si ricava che la Pie-ve esistesse già da anni e considerando iltempo necessario ai primi cristiani giunti neinostri monti ad organizzarsi, crescere di nu-mero ed acquisire una forza e consistenzatale da costruire un luogo di culto di queltipo non è inverosimile ipotizzare che il cri-stianesimo sia arrivato qualche secolo pri-ma dell’anno 882. Il vescovo incaricòl’arciprete Giorgio di eseguire le necessa-rie opere di riparazione, di conservare lachiesa in ottimo stato e di tenere scuola perl’educazione dei fanciulli. Giorgio però non

I FranchiIl 774 fu l’anno dell’occupazione dei Franchi, e ilFrignano rimase sotto il dominio dei nuovi conqui-statori per circa due secoli sebbene, essendo com-preso nei territori del “Promissio Casiriacensis”,avesse dovuto entrare a far parte dei possedimentidella Chiesa Romana.Durante l’epoca Carolingia il territorio venne divi-so in marche (governate da Marchesi) e contee(governate da Conti). La marca che comprende-va anche il modenese fu affidata alla famiglia deiSupponidi, di provenienza francese, che governòfin verso il 960.

“Sigefredus ex lucensi comitatu”Sul finire del dominio dei Supponidi la parte piùalta dell’Appennino modenese era sotto la signo-ria di un tal “Sigefredus ex lucensi comitatu”. Chifosse in realtà Sigifredo non è stabilito con certez-za. Secondo alcuni giunse in Emilia tra il 920 e il930 ed acquistò proprietà nel Modenese, Reggianoe Parmense ed è considerato il capostipite dellafamiglia Canusinica, la famiglia cui appartennerole più note Beatrice e Matilde di Canossa che nel1071 costruirono il Monastero di Frassinoro.Ricordo del dominio di Sigifredo nella nostra mon-tagna potrebbe essere il nome che in passato eradato all’abitato di Riccovolto Vecchio:Roncosigifredo.

riparò la vecchia e cadente Pieve che ven-ne poi riedificata nel X secolo, forsedall’arciprete Sileberto.Nel secondo documento, 27 maggio 908,si legge che alcuni sacerdoti e laici dellaPieve di Rubbiano si presentarono alSinodo diocesano lamentando che la Pie-ve era in rovina e senza arciprete. Vienenominato arciprete il sacerdote Sileberto. Ildocumento è firmato, oltre che da altri, an-che dal nuovo arciprete: ben poche parroc-chie possono vantare l’esistenza della fir-ma autografa del proprio parroco risalentea più di 1000 anni fa!La Pieve di Rubbiano verso la fine del VIIIsecolo aveva sicuramente tre cappelle di-pendenti: S. Maria Assunta di Polinago, S.Giulia dei Monti e S. Maria di Frassinoro(dalla quale ebbe poi origine il monasterodi Frassinoro).Nel X secolo la chiesa di Polinago fu erettaa Pieve. Nel XII secolo ebbe il titolo di Pie-ve la chiesa di S. Giulia dei Monti (Mon-chio), già dipendente dalla Pieve diPolinago, con giurisdizione sulle parrocchiedi Morano, S. Vitale, Costrignano (S.Simone e S. Margherita), Susano, Palaga-no (S. Stefano) e Boccassuolo.

Oratorio diSerradimigni

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Un po' di più su...

L’origine della Pieve di Santa Giu-lia si perde nella notte dei tempi;infatti sotto le absidi della chiesaè stata rilevata la presenza di una ricca stra-tificazione archeologica avente uno spes-sore anche superiore ad un metro.Questo strato era composto da ceneri, fram-menti lignei carbonizzati e numerosi vasifittili frammentati e schiacciati in loco. Allabase di questo strato ne è stato rinvenutoun secondo costituito da grossi carbonicompatti, delimitato in basso dal terrenovergine. Durante i lavori di ricostruzione,

dopo l’ultima guerra, èstata rinvenuta, alla pro-fondità di circa un metro,una spada in bronzo, chesi pensa risalga a quellache i geologi chiamanol’età del bronzo, cioè a cir-ca mille anni prima di Cri-sto.Come già detto sopra lachiesa di cui parliamo furicostruita in seguito alladistruzione avvenuta du-rante l’ultima guerra mon-diale; l’attuale costruzio-

ne ha pianta allungata e tre absidi, la Pievemedioevale, di cui si parla per la prima vol-ta nel 1197 come “Plebs de Monte”, era apianta quadrata, esempio più unico che raronelle chiese d’epoca romanica; un ampiobattistero collegava la navata centrale al-l’unica abside semicircolare; dell’edificio ori-ginale non restano che pochi particolari nei

muri perimetrali e all’interno alcuni capitellie due basi di colonne.Interessante, poi, è cercare di capire per-chè Santa Giulia sia stata costruita sullavetta di un monte e lontana dalle abitazio-ni; in passato si è parlato di monaci orien-tali in cerca di solitudine, però non si capi-sce il perchè di una chiesa così grande; inol-tre intorno alla chiesa non esistono traccedi monastero o di qualsiasi altra costruzio-ne: possibile che questi monaci non abbia-no lasciato alcuna traccia del loro passag-gio? E’ visibile, invece, sul lato sud un fos-sato molto simile ad una trincea e questo ciporta a pensare ad una chiesa che univa alsuo fine di preghiera quello di difesa. Nondobbiamo dimenticare, infatti, i secoli di lottecontro i Bizantini e più ancora ai tempi im-mediatamente successivi a Matilde diCanossa, quando i capitani del Frignanoebbero via libera per le loro scorribande e iloro desideri di vendetta.Ma perchè quella chiesa è dedicata a S.Giulia? Per tentare di dare una rispostadobbiamo ritornare ai tempi precedentiMatilde di Canossa. Il culto di S. Giulia nel-l’Italia settentrionale ebbe il suo centro inBrescia, ed è storicamente provato che daBrescia, esattamente nel 772, Desiderio re

dei Longobardi donò vasti ter-ritori appartenenti alla Corte diMigliarina, presso Carpi, almonastero di S. Giulia di Bre-scia; ora tanto Brescia cheModena erano governate dal-la famiglia dei Supponidi, nes-suna meraviglia quindi che siastato favorito il culto della san-ta anche nel modenese, ono-randone il nome con un tem-pio visibile anche dalla pianu-ra lontana.

LALALALALA PiePiePiePiePievvvvveeeee dei Monti dei Monti dei Monti dei Monti dei Monti

Pieve di S. Giulia prima della distruzioneavvenuta durante la seconda

guerra mondiale

Le Pievi erano chiese madri in un determinato territorio, provvistedi battistero, e da cui dipendevano altre chiese minori (ecclesiae) ecappelle, sfornite di fonte battesimale, situate nei vari villaggi.Le diverse chiese erano tenute a versare un tributo alle Pievi da cuidipendevano ("decime"), la Pieve a sua volta versava tributi alla Dio-cesi.Nel XXIII-XIV secolo erano dipendenti dalla Pieve di S. Giulia leChiese di S. Simone di Costrignano, di S. Martino di Susano, di S.Apollinare di Boccassuolo, S. Pietro di Morano, S. Stefano di Pala-gano, S. Vitale di Monchio e S. Margherita di Costrignano.

Monchio:S. Giulia oggi

a curaG. Monti

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S. Giulia:S. Giulia:S. Giulia:S. Giulia:S. Giulia:

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e poteree poteree poteree poteree potere

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E me gnù in mana una cartulinaingialida dal temp,e gh’era ded dré una data:i prem de nevcent.Saluti da Savonierostazione climatica estiva e invernale,a seicento metri sul livello del mare.Tré cà in crus, una viacla fa una bisabèga tramez i camp;un paiarche par més lé a posta,per fas futugrafar.Una chiesina cun un campanilelt un span,al sei semnadi a scandalae a furment pré pàn.Mé a sun nà dop, ma a arguardarla valada destesa e insunienta,al cà, i filar...e mé davis d’arvader la gentaatacada a la téra e a u lavurche, a forza ed sùdurl’ha alvà ed fiè dal nidiàdbrisa sgnur,ma unèst e schiét cuma lur.

Cinquant’anni fa ero bambino. Al mattino, all’alba,lunghe file di muli coi caratteristici campanacci dibronzo, lasciavano il paese e si dirigevano verso iboschi lontani per il trasporto della legna fino a luoghiove non potevano accedere trattori e autocarri. Eranogrida e rumori, sempre uguali, che percepivo nel dormi-veglia e che, talvolta, mi richiamavano alla finestra ascostare le tendine e a guardare finché l’ultimo muloscompariva. Erano schiocchi di frusta, zoccoli ferratisulla massicciata delle stradine fra le case, brevi acutinitriti... e il risultato di qualche necessità fisiologicadall’acre intenso odore. E a sera, all’Ave Maria, lelunghe teorie di muli e mulattieri stanchi, rientravano inpaese alle “rimesse” e alle stalle guidati da qualche seccaimprecazione. Ricordo e rivedo i loro volti “conciati” dal sole, le sacche di pezza atracolla per il pane e il vino, la “tabacchiera” per il “moro” e le cartine, la frusta, grossi fazzolettirossi o gialli al collo... Erano Ferrarini Casimiro e Aldo, Ricchi Carlo, Lami Giuseppe, Grandi... Hopensato a loro in questi giorni, al durissimo mestiere del “mulattiere” che strade e tecnologia fannoormai scomparire; in affettuoso ricordo ed omaggio questa mia modesta composizione.

Savnèr (Savoniero)

Gridirumori di primo mattino

e schiocchi di frustabagliori di vita

preludio ai sudori del giornod’intorno

scalpiccio d’uomini e mulicon forza

dai vicoli all’aieche smorza gli attigui sentieri

tra boschi ed aratoafflato

di tremule froge.Moge

oppresse schiene di bastiguasti visi e capelli

intrisi di fatica;lontana ancora,

amica serati son desioso,

lì finalmentesarà riposo.

di R. Bruno

Mulattieri

di S. Braglia

Mi è venuto in mano una cartolina ingiallita dal tempo, viera scritta una data sul retro: i primi del novecento.Saluti da Savoniero stazione climatica estiva e invernale, aseicento metri sul livello del mare.Tre case in croce, una strada che fa una serpentina inmezzo ai prati; un pagliaio che sembra messo lì apposta,per farsi fotografare.Una chiesina col campanile alto uno spanno,le scie dei campi seminate a segala e a grano per il pane.Io sono nato dopo, ma a rimirare la vallata distesa esonnolenta, le case, i filari...mi sembra di rivedere la gente attaccata alla terra e allavoro che, a forza di sudore ha allevato nidiate di figli,non ricchi, ma onesti e schietti come loro.

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L’altra mattina vedevo fermo lungo laprovinciale lo scuolabus del Comune diPalagano mentre caricava un bambinodi sei, sette anni che sembrava appenauscito da un spot pubblicitario: zainettoe scarpe firmate...Il pensiero è corso alla mia infanzia: ave-vo anch’io sei anni, ma ero certamente piùvecchio del bambino dello scuolabus, noncome età anagrafica, sia chiaro, ma comeesperienza di vita, come vissuto. Già datempo andavo con mio nonno a pascolarele mucche e passavo giornate a raccoglie-re more o a pelare gli “stroppellini” (vimini)dei salici selvatici che crescevano lungo ilfiume per farne poi cesti per rivestire i fia-schi. A sei anni ero già in grado di fare tantipiccoli lavori come andare a cercare ghian-de per il maiale, raccogliere castagne, farei legacci per i covoni al tempo della mietitu-ra, ecc...Io abitavo allora a Savoniero, paese moltopiccolo, ma nel ’46, ritornati gli uomini dallaguerra, eravamo ben undici bambini. Lascuola era in uno stanzone di una vecchiacasa, riscaldata da una grande stufa di ter-racotta che spesso mandava più fumo checalore.Arrivavo a scuola coi pantaloni alla zuavae con gli scarponi con sotto le borchie pernon rovinare troppo presto le suole di cuo-io; arrivavano, spesso infangati in modoinverosimile, quelli delle borgate più lonta-ne col grembiulino nero e con la cartella dicartone sulle spalle: il maestro passava inrassegna tutti e qualche mattina controlla-va severo le unghie e, se qualcuno portavail “lutto” (rigo di sporcizia), era inevitabileuna bacchettata sulle dita.Ricordo ancora le mie prime aste... la lottaper non far cadere sul quaderno le mac-chie di inchiostro quando si intingeva lapenna nel calamaio... lo sforzo per non grat-tare col pennino di lamiera il foglio altrimen-ti... e le orecchie... ricordo con terrore leorecchie sul sussidiario o su quei quadernidalla copertina nera e dal bordo rosso...Quante sgridate per quelle orecchie!I ripetenti e quelli più vivaci erano spessoin ginocchio vicino alla cattedra con le manialzate e il maestro, passando, regalava

qualche “noce” in testa quando questi ride-vano o facevano smorfie. Usciti da scuolatornavamo ad essere bambini a tutti gli ef-fetti: scoppiavano le battaglie tra quelli delMonte e quelli della Bassa del paese; si fa-ceva alle "maloccate" e, quando mancavala neve, volava qualche sasso e qualcunotornava a casa con un bernoccolo in testa.L’aia delle borgate era sempre piena di vitae di bambini: i più piccoli avevano imman-cabilmente le croste ai ginocchi, la candelaal naso ed erano sempre pieni di mosche;bastava poco per divertirsi, qualche “pia-strella“ di arenaria, delle figurine di latta dipugili e ciclisti sconosciuti...L’estate era poi il tempo dei “carrioli”: i piùabili ritagliavano le ruote da qualche“assone” di castagno, poi un sedile primor-diale, un timone di fortuna... e via a gareg-giare giù per le “salgate” (il perchè delle croste!). L’autunno e l’inverno erano i tempi del-le veglie nelle case dei vicini e dei parenti aspanocchiare il granturco e a stare ad ascol-tare intorno al grande camino le storie rac-contate dagli anziani. Ricordo ancora trop-po bene la paura che avevo persino ad an-dare a fare pipì al buio perchè ovunquevedevo spiriti e sentivo lo sferragliare dicatene, suggestionato com’ero da quei rac-conti. E poi andare alla fiera... persino aSavoniero e nei paesini più piccoli c’eranofiere affollate con banchi di stoffe, ferramen-ta e dolciumi. Io ero incantato soprattuttoda quei banchi che vendevano unguentimedicamentosi, acidi per eliminare i porri,topicidi ecc... ma ancor più ero attratto daicantastorie che narravano il ritorno inaspet-tato, dopo diversi anni, di prigionieri dallaRussia, che cantavano di bambini maltrat-tati o di apparizioni prodigiose. Ad ognunoveniva dato un foglio che permetteva diseguire la narrazione: leggevo e rileggevoquelle storie e viaggiavo; proprio come fac-cio ora, con la mia fantasia.

Bambini e...bambini

diS. Braglia

"Leggevo e"Leggevo e"Leggevo e"Leggevo e"Leggevo e

rileggevo quellerileggevo quellerileggevo quellerileggevo quellerileggevo quelle

storie estorie estorie estorie estorie e

viaggiavo;viaggiavo;viaggiavo;viaggiavo;viaggiavo;

proprio comeproprio comeproprio comeproprio comeproprio come

faccio ora, con lafaccio ora, con lafaccio ora, con lafaccio ora, con lafaccio ora, con la

mia fantasia"mia fantasia"mia fantasia"mia fantasia"mia fantasia"

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Quando gli avvenimenti trascorsi esconodalla memoria dell’uomo, perdono ognirilevanza rispetto all'epoca in cui sonoaccaduti.Il tempo passato infatti non ha dimensione.Se di essi non esiste una memoria scritta,é come non fossero mai avvenuti. Pertantoho pensato che forse può rappresentare uncerto interesse per i nostri lettori, ricordaregli avvenimenti più importanti del nostropaese, soprattutto quelli che sono stati lapremessa dello sviluppo, veramenteeccezionale, che esso ha avuto daldopoguerra fino agli anni ‘80. Essi sonoormai svaniti nella memoria degli anziani,e del tutto sconosciuti nei giovani.Siccome non sarà una semplice cronaca,ma anche un’interpretazione critica sulleloro origini, soluzioni e conseguenze sullecondizioni economiche della nostracollettività, per meglio comprenderli, ritengoopportuno fare alcune considerazioni dicarattere generale sulla natura dellosviluppo delle comunità, cercando dicarpirne gli elementi essenziali.In questa ricerca, c’é da porsi il quesito diperché una certa metropoli si é sviluppatain quella zona e non in una vicina edugualmente dotata di terreni pianeggianti,fertili e con abbondanza d’acqua. Aprescindere da rari casi di fortunaoccasionale, lo sviluppo ha sempre allespalle l’elemento umano, inteso nella suacontinuità storica.Forse Torino sarebbe quella che è, se nonavesse avuto prima i Savoia, poi gli Agnelli,i Lancia? Milano cosa sarebbe se non

avesse avuto i Falk, Pirelli,Marelli, Borletti, per citare,nell’un caso e nell’altro, i solinomi più famosi? Ovviamente

essi sono stati favoriti da una popolazioneugualmente laboriosa ed intraprendente.Però a loro va il merito di averla stimolata eguidata. L’attuale miracolo economicodell’Italia del nord-est è dovuto alle stesseragioni. Se Maranello è conosciuto anchenel più sperduto paese della terra, lo deveal suo illustre cittadino Enzo Ferrari.Pertanto c’é da concludere che, a montedello sviluppo, c’é sempre da cercarel’uomo inteso nelle sue qualità diintelligenza, buon senso, intuito edintraprendenza.Palagano ha avuto la ventura di avere avutoin quegli anni del dopoguerra un gruppo dipersone che all’amore per la propria terraha unito una discreta dose di quelle qualità.Non sto a fare nomi, perché non éopportuno; poi ciò che conta sono i fatti. Mafra tutti non posso non ricordare MadreImelde la quale aveva conseguito unprestigio ed un’autorevolezza tali da esseresempre interpellata sul problema delmomento ed il suo parere aveva un valorefinale e decisivo, come un voto dimaggioranza. Poi le cose sono cambiate.Ma questo esula dall’attuale indagine.Il resoconto dei singoli fatti che man manoverranno presi in esame metterà inevidenza che sempre vi é stato contrastotra due fazioni: l’una a favore e l’altra controuna certa soluzione del problema agitato.A quei tempi Palagano ha sempre saputofare prevalere quella migliore, le cuiconseguenze sono sotto gli occhi di tutti.Con il prossimo numero inizierà il resocontodei fatti, uno per numero.

Memorie

diI. Ranucci

"Se, degli"Se, degli"Se, degli"Se, degli"Se, degli

avvenimentiavvenimentiavvenimentiavvenimentiavvenimenti

trascorsi nontrascorsi nontrascorsi nontrascorsi nontrascorsi non

esiste unaesiste unaesiste unaesiste unaesiste una

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é come noné come noné come noné come noné come non

fossero maifossero maifossero maifossero maifossero mai

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Palagano primi anni '40

Palagano oggi

V'arcurdav?

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stra valle, sono in programma5 escursioni, la prima dellequali si è effettuata a Palaga-no, il 28 marzo scorso e hadato inizio al nuovo program-ma escursionistico. I trekking,in val Dragone sono nati, inquesti ultimi anni, dalla colla-borazione tra le associazioni�la Luna��la Luna��la Luna��la Luna��la Luna� ed �il Ponte��il Ponte��il Ponte��il Ponte��il Ponte�, an-che nell�intento di fare cono-scere e quindi meglio apprez-zare, sempre a più persone lebellezze naturalistiche e cul-turali del nostro territorio.Zaino e scarponi e si parte!

diF. Carponi

Habitat

L�inverno è finito e con l�ini-zio della primavera, comeogni anno, arriva il nuovo ca-lendario di escursioni orga-nizzate dall�associazione �ilPonte�.Fanno parte del programma99' una serie di trekking emanifestazioni che avrannoluogo da marzo a novembre,tra l�appennino modenese ,reggiano e toscano.Per quello che riguarda la no-

Anche quest’anno, sulle orme del successo dell’anno scor-so, l’associazione il Ponte presenta il programma di escur-sioni-esplorazioni sull’Appennino dedicato ai più piccoli ealla loro famiglie. E’ un invito a continuare l’avventura tra imille segreti di una natura tutta da scoprire, dove il pae-saggio e gli ambienti montani diventano un palcoscenicounico, grande come la fantasia. Lasciatevi portare dagliartisti che animeranno le camminate in un percorsoviandante tra gli angoli nascosti di un Appennino da favo-la. Le camminate brevi e senza difficoltà prevedono nu-merose soste e momenti ricreativi per tutta la famiglia.

BabyPonte

25 Aprile: A Canossa in vaporeCon il vecchio treno che sbuffa tra le colline reggiane (Ciano d’Enza). Primavera nei castelli di Matildecon il treno a vapore della linea ferroviaria Reggio-Ciano: a spasso nella valle delle fate tra i segretidelle montagne dove dormono i dinosauri (Organizzazione CAI Val d’Enza).16 Maggio: La terra e le terreI vulcani brontoloni del nostro Appennino e i fanghi biricchini (Maranello). Passeggiate e attivitàcreativa tra le colline e la via Vandelli ritrovata: attività con la terra e allegrie intorno alle salse diPuianello.29-30 Maggio: CamminatrenoSui sentieri della Porretana dove il treno buca le montagne (Pracchia). Passeggiate tra le collinepistoiesi, il paese degli artisti e i sentieri degli ulivi; pernottamento nella casa vacanza, partenza e

ritorno in treno.12-13 Giugno: Le avventure del gufo GigiNotteavventura al castello di Matilde (Carpineti).

Programma escursionistico '99Per informazioni ed iscrizioni

Fabrizio Carponi0536/96.61.94

Escursioni'99

in ValDragone

18 aprile”Trekking delle ofioliti”

le rocce vulcaniche della val Dragone,il Calvario, Medola l’antica capitale

del feudo e il sentiero dei minatori

9 maggio”I sentieri della storia”

pellegrinaggio del Romanico in valDragone, dalla Pieve di Rubbiano alla

Pieve dei Monti (S.Giulia)

4 luglio”L’alta valle e le antiche vie”

Fontanaluccia e S.Pellegrino in Alpe, ilsentiero Matilde

e la Bibulca

28 novembre”I monti delle croci e delle

battaglie” Costrignano-Monchio: Croce di

Costrignano, Monte S.Martino, laBattaglia, Lama di Monchio, il

Castellaro

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re queste piccole grandi me-raviglie della natura, si con-tribuirà a meglio conserva-re quel poco di natura incon-taminata che ci è rimasta.

La PrimulaCominciamo il nostro cam-mino nella natura parlandodi una pianta molto facile dadistinguere e da trovare inquesto periodo , la Primula.Ne esistono varie specie, al-cune sono colorate in rosa-viola come PrimulaHirsuta, Primula Minima,Primula Farinosa che sipossono incontrare sulleAlpi e Dolomiti tra i 1200ed i 2600 metri, altre sonocolorate in giallo come Pri-mula Elatior, PrimulaAuricola, Primula Veris,Primula Vulgaris, queste ul-

Il fiore della primavera

time si possono incontrareanche nel nostro Appennino.In particolare prendiamo inesame le due specie più co-muni.

Primula VulgarisAlta fino a 15 cm, foglie lun-ghe fino a 15 cm a rosetta,colore verde chiaro, i fiorigiallo pallido spuntano di-rettamente al centro dellefoglie. Si trova anche a bas-se quote su terreni umidi edai margini dei boschi di la-tifoglie, fiorisce da febbraioa maggio. I fiori vengonoutilizzati crudi in insalataoppure in infuso come seda-tivo, le foglie bollite sonousate come gli spinaci.

Primula VerisAlta fino a 30 cm, poche fo-glie alla base colorate di ver-de scuro, i fiori giallo inten-so sono riuniti in inflore-scenze su un unico gamboche spunta al centro dellefoglie, profuma di latte. Cre-sce su terreni calcarei in pra-ti e radure, fiorisce da aprilee maggio. I fiori, nei paesianglosassoni, vengono usa-ti per produrre un vino emarmellate, le foglie vengo-no mangiate in insalata e sipossono usare come cica-trizzante.Le due piante intere vengo-no usate in erboristeria comeinfuso contro la tosse.Ricordate che sono pianteprotette soprattutto all'inter-no dei parchi.

E' arrivata la primavera econ questa stagione la natu-ra si risveglia dal lungo le-targo invernale. Il modo mi-gliore per constatare questocambiamento è fare dellepasseggiate in mezzo allanatura, ci si accorgerà chemolti fiori sono già spuntatie che parecchie piante han-no cominciato a germoglia-re. Ma in mezzo a tanti tipidi piante come fare a rico-noscerle una dall'altra perpoi poterle meglio apprezza-re? Ecco perché abbiamopensato, a partire da questonumero, di cominciare unalunga ma interessante pas-seggiata alla scoperta dellaflora e della fauna delle no-stre e di altre montagne, nel-la speranza che facendo me-glio conoscere ed apprezza-

Il DainoNell'articoloapparso sulnumero scor-so abbiamocominciato aparlare deglianimali pre-senti sul no-stro territo-rio, comin-ciando dalla

famiglia degli "ungulati" e precisamente dal più piccolo, ilCapriolo. In questo numero incontreremo un suo "cugino"un po' più grande il Daino. Questo cervide è di media gran-dezza (40-110 Kg), ha il mantello grigio scuro d'inverno erossastro d'estate. I maschi sono facilmente riconoscibilidalle grandi corna larghe e piatte. Originario del MedioOriente, fu anticamente importato in Europa dai romaniche lo usavano come animale ornamentale. Nella provin-cia di Modena lo si trova più comunemente nei fondovallee sembra che prediliga le zone meno popolate e ben fornitedi boscaglie anche se in inverno è capitato di vederne alcu-ni capi anche in pianura a nord di Modena. E' un animaleche predilige vivere in branco e quindi nonostante ne sianostati censiti un buon numero di capi nella nostra provincia,la percentuale varia molto da una zona all'altra.

Gli ungulati (II)

diF. Carponi eG. Diana

La flora, laLa flora, laLa flora, laLa flora, laLa flora, la

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lazione 13. Ce l’ha buona il cacciatore 14. Una metà di ieri15. Coda 17. Nemici al contrario 19. Teramo 20. Signorein romanesco 25. Bruciato 26. Voi in latino 27. Pietra pre-ziosa 29. Vicenza 32. E’ buona quella del Dragone 33.Figlio di Giacobbe 35. Le lasciano le scarpe sulla neve 36.Elaborazione mentale 37. Sostenitore, ammiratore 38. Lanostra regione 43. Le iniziali di Biagi scrittore 44. Il nomedi Fidenco 45. Fiume svizzero 47. Uno sul dollaro 49. Li-vorno 53. E’ simbolo di immolazione 57. Il mitico padre diUlisse 58. Si fa ai pantaloni 59. Nome di donna 60. Afflig-ge tanti adolescenti 61. Ripetuta è pericolosa 62. Simbolidel cristianesimo 63. Mitica figlia di Tantalo, tramutata insasso 64. Monte dell’appennino Reggiano 65. Fiore pri-maverile 66. Le prime di ideale 67. Tipo di auto dellaRenault 68. Riga al centro 70. Il suo prefisso è emo 71.Articolo determinativo 72. Decilitro 74. La città dellaMadonnina... 75. L’uomo...degli 883 76 Sta sopra il tronco79. Segnale di fermata 81. Il suo simbolo è Au 82. SalutoRomano 85. Rovigo 86. Terni 88. Una metà di otto 89.Avanti Cristo. (Soluzione a pagina 7)

Orizzontali1. Esagerazionemetaforica 10. Sene lavò le mani... 14.Fifa al centro 16. Ilgiorno della passio-ne (2 parole) 18. Lo-calità turistica dellaVal Gardena 21.Ancona 22. Lo pro-nunciano gli sposiall’altare 23. Notamusicale 24. Frazio-ne di Palagano 28.E’ buono quello diPasqua! 30. Fiume31. Strumento a cor-de 33. Trafila buro-cratica 34. La subìGesù 39. Introducel’ipotesi 40.Ravenna 41. Anticonome del Po 42.Benevolenza 46.Avanti, prima 48.Prefisso per vino 49. Nome d’uomo 50. Pittoresca isoladelle Baleari 51. Catanzaro 52 . L’isola natale di U.Foscolo 54. Auto inglese 55. Il simbolo del calcio 56. Fusostituita dall’IVA 58. Folclore allo stadio 61. Bagna Pavia64. Preposizione semplice 65. Famosa quella diFrassinoro 69. Raggi nel linguaggio poetico 71. Seguela Pasqua (3 parole) 73. Sharif del cinema 76. All’entratae all’uscita dell’autostrada 77. Quartiere cittadino 78. C’èquella di pilotaggio 80. Fiore dell’oblio 82. Quest’anno èil mese della Pasqua 83. Il marito di Ombretta Colli (ini-ziali) 84. Rinverdisce in primavera 87. Altari pagani 89.Avellino 90. Articolo indeterminativo 91. Tipo di farina92. Simpatica tradizione pasquale 93. Imperfezione del-la pelle.Verticali1. La Zanicchi 2. Sacrificio quaresimale 3. Enna 4. Se-

gue la morte di Gesù 5. Vivacità, allegria 6.Lode al centro 7. Astio, rancore 8. Esempioin breve 9. Ente Nazionale Idrocarburi 10.Portalettere 11. Ottusi, creduloni 12. Costel-

Emergenza Kosovo

Per chi intende sostenere gli sforzi tesi a portare soccorso aiprofughi del Kosovo pubblichiamo i numeri di conto correntedi alcune organizzazioni umanitarie impegnate in prima li-nea.Sono quasi unSono quasi unSono quasi unSono quasi unSono quasi un

milione i profughi emilione i profughi emilione i profughi emilione i profughi emilione i profughi e

gli sfollati.gli sfollati.gli sfollati.gli sfollati.gli sfollati.

La fuga degliLa fuga degliLa fuga degliLa fuga degliLa fuga degli

albanesi dal Kosovoalbanesi dal Kosovoalbanesi dal Kosovoalbanesi dal Kosovoalbanesi dal Kosovo

sta assumendo lesta assumendo lesta assumendo lesta assumendo lesta assumendo le

dimensioni di undimensioni di undimensioni di undimensioni di undimensioni di un

dramamtico esodo.dramamtico esodo.dramamtico esodo.dramamtico esodo.dramamtico esodo.

Croce Rossa: ccp n. 300004ACNUR (Alto Comissariato delle Nazione Unite per i Rifugiati):

ccp 298000 causale: "Emergenza Kosovo",Numero verde per versamenti con carta di credito: 176-055100

CARITAS: ccp 347013causale: "Kosovo"

Missione Arcobaleno : ccp 867002Numero verde: 800-053599

E' inoltre aperto un conto corrente pressoRolo Banca

CruciPasqua di G. Barbati

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Viaggio nei musei

A cura diM. Gabriele

Il Museo, seIl Museo, seIl Museo, seIl Museo, seIl Museo, serappresenta da unrappresenta da unrappresenta da unrappresenta da unrappresenta da unlato un luogo dellalato un luogo dellalato un luogo dellalato un luogo dellalato un luogo della

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forforforforformidabile dimidabile dimidabile dimidabile dimidabile diricerca e diricerca e diricerca e diricerca e diricerca e di

approfondimento.approfondimento.approfondimento.approfondimento.approfondimento.

Ritenendo di fare cosa gradita ai nostri lettori abbiamo pen-sato di dedicare una pagina del nostro giornale ai Museipresenti nella nostra provincia.Il Museo, se rappresenta da un lato un luogo della memo-ria, dall’altro può essere uno strumento formidabile di ri-cerca e di approfondimento.Una grande diversità caratterizza i Musei della nostra pro-vincia: accanto a quelli scientifici e tecnologici sono nati esi sono sviluppati Musei che celebrano l’ingegno e l’estroautomobilistico, gli strumenti musicali, quelli di precisionee del settore ceramico, Musei che raccolgono le tradizionipopolari , particolarmente nella zona pedemontana e mon-tana e Musei naturalistici.In tutto sono 52 i Musei presenti nella nostra provincia,una grande realtà che può diventare un efficace strumen-to di richiamo turistico specie nelle nostre zone.Dato il loro numero, non proprio esiguo, abbiamo pensatodi pubblicarne l’elenco per categorie; cominceremo, in que-sto numero, con i Musei d’arte.

MUSEO CIVICO D’ARTE

GIPSOTECA GRAZIOSIPalazzo dei Musei

Largo Porta S. Agostino 337Orario:da martedì a venerdì 9-12sabato 9-13, 16-19domenica e fest. 10-13, 16-19Lunedì chiusoIngresso:lire 5.500 interogratuito per i minori di 18 annie i maggiori di 60 anni.

GALLERIA CIVICAPalazzo Santa Margherita

Corso CanalgrandePalazzina Giardini Pubblici,

Corso Cavour eV.le Caduti in Guerra.

Orario:estivo: 10-13, 16-19invernale: 10-13, 15-18Ingresso:da lire 4.000 a lire 8.000.

RACCOLTA D’ARTEDELLA PROVINCIAPalazzo della Provincia

V.le Martiri della Libertà 34Orario:sabato 9-11.30, gli altri giornisu appuntamento.Ingresso: gratuito.

MUSEO MURATORIANOVia Pomposa 1

Orario:da lunedì a venerdì 17-19.30Ingresso: gratuito.

GALLERIA ESTENSE

MUSEO ESTENSEL.rgo Porta S. Agostino 337

Orario:martedì, venerdì e sabato 9-19mercoledì e giovedì 9-14domenica 9-13, lunedì chiusoIngresso:lire 8.000, gratis per i minoridi 18 e per i maggiori di 60 anni

MODENA

PARCO URBANO DISCULTURE DI PIETRA

P.zza Marconi 1FANANO

Tutte le opere sono esposteall’aperto e visibili gratuita-mente e in qualsiasi orario.

MUSEO D’ARTE SACRAChiesa di Santa Caterina

FIUMALBOOrario:per il periodo Pasquale ed esti-vo: tutti i giorni 10-12,30,15.30-18.30Ingresso: gratuito.

MUSEODELLA CERAMICA

V. Castello 12SPEZZANO DI FIORANOOrario:sabato e domenica 15-19gli altri giorni su appuntamen-to.Ingresso: gratuito.

MUSEO CIVICOV. F. Montanari 5MIRANDOLA

Orario:9-13, 15-17.30 tranne il mer-coledì, sabato e domenica suprenotazione.Ingresso:lire 3.000,scolaresche gratis.

FORUM ARTISMUSEUM

Castello della Roccadei Montecuccoli

MONTESEOrario:da giugno a settembre: saba-to, domenica e lunedì 10-12,16-18Ingresso: gratuito

PROVINCIA

Cultura

Si prega di ritornare al mittente se non consegnatoo Indirizzo insufficienteo Destinatario sconosciutoo Destinatario decedutoo Rifiutatoo Altro .............................................

La LUNA nuovaVia Palazzo Pierotti, 4/A - 41046 Palagano (MO) - Italy

Vuoi sostenere la Luna? Puoi versare la quota associativa sul c.c. numero 100016del B.p.V - B.S.G.S.P. - Sportello di Palagano oppure contattando

direttamente Gabriele Monti (tel. 0536/96.53.22)

Il/La sottoscritto/a .............................................................................................................

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CHIEDEdi diventare socio effettivo dell'Associazione culturale La Luna condividendone gli scopi elo statuto versando la quota annuale di £ 20.000.

Acconsento che i miei dati anagrafici vengano registrati nell'elenco dei soci e possano essere even-

tualmente resi pubblici ai soli fini dell'associazione (Legge 675/96).

data ....................... Firma

(I residenti all'estero o coloro che fossero impossibilitati a partecipare all'assembleapossono recapitarci il modulo tramite posta)

ENTRATE

Situazione al 01/01/1998 1.337.200Offerte da sostenitori 2.079.700Iniziative varie 735.000Totale entrate 4.151.900

USCITE

Spese postali di spedizione 773.688Spese per la stampa 2.140.928Spese burocratiche 331.200Assistenza fiscale e di modificadello Statuto secondo D.L. 460/97 270.000Totale uscite 3.515.816

Attivo 636.084

Associazione la LUNABilancio 1998

Il 5 marzo presso il "Dragone" haavuto luogo l’assemblea annualedell’associazione.L’assemblea ha ratificato laproposta del consiglio direttivo diconferire la qualifica di socibenemeriti a coloro che nell’annopassato hanno recato beneficiomorale e materiale alla Luna. E’stato approvato il bilancio pre-ventivo e quello consuntivo, esono stati nominati, come dastatuto i tre revisori dei conti.La serata è terminata con unapiacevole cena.