LA LETTERATURA DELLE ORIGINI. La data di nascita della letteratura latina si fissa al 240 a.C., anno...
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LA
LETTERATURA DELLE ORIGINI
La data di nascita della letteratura latina si fissa al 240 a.C., anno della prima
rappresentazione scenica (una tragedia?) in lingua latina a opera di Livio
Andronico, un liberto di origine tarantina e di cultura greca.
La letteratura latina dunque:
nasce sotto l’influsso della letteratura greca;
nasce molto tempo dopo l’introduzione della scrittura
(avvenuta intorno all’VIII sec. a.C., mutuata dalle colonie
greche d’Occidente con la mediazione etrusca);
è preceduta da una fase di elaborazione culturale
prevalentemente orale, che usa episodicamente la scrittura
a fini pratici. Apollo
La nascita della letteratura latina
I primi documenti in lingua latina
I più antichi documenti in lingua latina sono testimonianze epigrafiche che
attestano un uso della scrittura legato alle occasioni della vita pratica, privata e
pubblica.tipologia esempi
testi privati iscrizioni su oggetti d’uso: Cista Ficoroni, Vaso di Duenos, Lapis Satricanus
testi pubblici fasti consulares, pontificales, triumphales: elenchi di consoli, pontefici, generali trionfatori aggiornati annualmentetabula dealbata: la tavola ricoperta di cera su cui il pontefice massimo registrava i principali avvenimenti dell’anno in corso e che costituiva la base per la compilazione degli Annales maximi elogia: iscrizioni commemorative ed elogiative incise sulla lapide tombale di uomini illustri
testi religiosi Lapis niger: cippo sotto la pavimentazione del Foro, con iscrizione bustrofedica contenente la dedica a un re e la proclamazione di sacralità del luogo
I carmina
Tra le manifestazioni preletterarie hanno particolare importanza i carmina, a noi
noti sotto forma di citazioni in autori posteriori.
Carmen viene dal verbo cano, “canto”, ma anche “profetizzo”, e indica testi che:
hanno contenuti vari (preghiere, giuramenti,
profezie, leggi, formule magiche, proverbi), tali da
farne testi autorevoli;
sono in una prosa fortemente ritmata e scandita
da ripetizioni foniche (allitterazioni, omeoteleuti) e
lessicali, da parallelismi e isocolie (corrispondenze
ritmiche e sintattiche tra membri diversi della frase).
Giano bifronte
Le diverse tipologie di carmina
I carmina possono essere classificati sulla base del loro contenuto e della loro
destinazione:
Testa di flamine
tipologie contenuti
carmina sacra
testi di carattere religioso che accompagnano riti pubblici (carmen Saliare, carmen Arvale)
carmina triumphalia
improvvisati dai soldati per celebrare il trionfo del generale, mescolano lodi e motteggi
carmina convivalia
intonati dai commensali durante i banchetti per celebrare personaggi illustri del passato
Il teatro romano arcaico
Nella letteratura e nella società romana di età arcaica il teatro occupa un posto
privilegiato: fiorisce dal 240 a.C. per circa un secolo e mezzo e coinvolge tutte le
componenti della società.
Le rappresentazioni vengono organizzate e finanziate dagli edili, che trattano
con l’autore (scriba, poi poeta) e con il dominus gregis
(capocomico di una compagnia di attori) e scelgono le opere
da rappresentare: il teatro latino pertanto non critica mai
gli eventi della vita politica.
Le rappresentazioni teatrali (ludi scaenici) trovano il loro
spazio istituzionale nell’ambito di feste religiose (ludi Romani
e ludi plebeii per Giove Ottimo Massimo, ludi Megalenses per
la Magna Mater, ludi Apollinares per Apollo). Dioniso, dio del
teatro
L’edificio teatrale
I teatri inizialmente sono strutture provvisorie in legno, con un palcoscenico
per gli attori e un fondale scenografico; solo nel 55 a.C viene realizzato il primo
teatro in pietra (teatro di Pompeo).
Lo spazio scenico rappresenta un esterno, che si immagina comunicante:
con lo spazio retroscenico, cioè l’interno di uno o più edifici le cui facciate
sono dipinte sulla scenografia;
con gli spazi extrascenici: una delle due uscite
laterali conduce verso il foro/agorà, l’altra verso
La campagna o il porto.
Sulla scena sono presenti due altari: uno per
Dioniso, dio del teatro; l’altro per la divinità
cui sono dedicati i ludi.
Teatro romano di Bosra, in
Siria
Personaggi e maschere
I personaggi, soprattutto nella commedia, sono tipi fissi (il vecchio, il giovane, la
cortigiana), piuttosto stereotipati; solo con Terenzio si inizierà ad approfondirne la
psicologia.
I personaggi fissi sono resi riconoscibili dall’impiego di maschere (usate
sicuramente almeno a partire dalla metà del II sec. a.C.): si tratta di maschere
almeno in parte mobili, che consentivano una limitata mimica facciale.
L’uso della maschera:
aiuta il pubblico a identificare il personaggio;
permette a uno stesso attore di ricoprire più ruoli.
Maschera teatrale
Gli attori
La professione di attore era svolta soltanto da uomini di condizione non libera;
prendere parte ad allestimenti teatrali costituiva un marchio di infamia. Le
donne recitavano solo in forme di spettacolo dette mimi.
Gli attori e gli autori a partire dal 207 a.C.
furono riuniti in una corporazione
professionale nota come collegium
scribarum histrionumque (“associazione di
autori e attori”), che aveva sede sull’Aventino.
Teatro di Marcello
I generi del teatro romano arcaico
Sulla base dei contenuti e dell’ambientazione possiamo distinguere diversi
generi all’interno della produzione teatrale romana di impostazione greca:
genere definizione rappresentanti
palliata commedia di ambientazione greca (da pallium, mantelletto greco)
Plauto, Cecilio Stazio, Terenzio
cothurnata tragedia di ambientazione greca(da cothurnus, calzare tragico)
Livio Andronico, Nevio, Ennio, Pacuvio, Accio
togata commedia di ambientazione romana(da toga, capo di vestiario tipico dei Romani)
Atta, Titinio, Afranio
praetexta tragedia di ambientazione romana(da praetexta, toga dei magistrati)
Nevio, Ennio
La palliata
Il genere teatrale che conosciamo meglio è la palliata, l’unico di cui si sono
conservati esempi integri.
La palliata non è divisa in atti e alterna sezioni recitate e sezioni cantate,
permettendo così di individuare tre modi di esecuzione e formalizzazione
metrica:
parti recitate senza accompagnamento
musicale (in senari giambici);
parti recitative con accompagnamento
musicale (in settenari trocaici);
parti cantate (in metri vari).
Maschera tragica e maschera
comica
L’atellana
Tra le forme preletterarie ve ne sono due che hanno contribuito alla definizione di
un linguaggio teatrale comico tipicamente romano: l’atellana e i fescennini.
L’atellana è una manifestazione teatrale di origine popolare, parallela al teatro
“regolare” (di imitazione greca) e originaria dell’area di Atella, nella Campania di
cultura osca.
Questa forma prevede spettacoli basati:
sull’improvvisazione, appena guidata da un
canovaccio;
su personaggi fissi e ricorrenti (il fanfarone,
il gobbo, il vecchio rincitrullito ecc.);
sull’uso di equivoci, incidenti farseschi,
bisticci e battute salaci (elemento presente
anche nei Fescennini).
Teatro romano di
Cartagena
I Fescennini
I Fescennini sono costituiti da uno scambio di battute grossolane e mordaci
in saturni tra contadini mascherati; queste vivaci interazioni verbali sono frutto
di
improvvisazione.
Il nome deriverebbe dalla città etrusca di Fescennium
oppure da fascinum, “malocchio”, per sottolineare il
valore apotropaico di questa manifestazione.
I Fescennini erano generalmente associati a momenti
di festa: il raccolto o i riti nuziali.
Mosaico con scena di vendemmia
Livio Andronico
Il primo autore del teatro romano e l’iniziatore della letteratura latina è un liberto
greco originario di Taranto, Livio Andronico, il quale:
giunge a Roma dopo la fine della guerra contro Taranto (conquistata nel 272
a.C.) al seguito di Livio Salinatore, di cui fu liberto;
mette in scena la prima opera teatrale a Roma (240);
svolge la professione di grammaticus, cioè di
maestro di lingua e letteratura latina e greca;
traduce in latino l’Odissea.
Elefante da
combattimento
Livio Andronico: il teatro
Livio Andronico è stato autore di tragedie e commedie di ambientazione
greca.
Delle sue cothurnatae conosciamo solo pochi titoli e qualche frammento: erano
ispirate per lo più al ciclo troiano (Achilles, Aiax mastigophorus ecc.).
Andronico è considerato l’iniziatore della palliata,
anche se ci è giunto un solo titolo, Gladiolus
(“sciaboletta”, forse perché il protagonista era un
soldato fanfarone).
Teatro di Dioniso ad Atene
Livio Andronico: l’Odusia
L’opera a cui è legata la fama di Livio Andronico è l’Odusia. Si tratta di una
traduzione in lingua latina e in versi saturni dell’Odissea omerica che:
rendeva disponibile ai romani un testo fondamentale della cultura greca, nella
doppia versione greca e latina;
ambiva a offrire una traduzione artistica che fosse fruibile come opera
autonoma.
Per ottenere una resa efficace del testo omerico Andronico:
usa un linguaggio arcaico e solenne, ispirandosi alle formule
del linguaggio religioso romano;
modifica il testo originale per eliminare gli elementi che
risulterebbero estranei o inaccettabili per i Romani.
Omero
Nevio
Cittadino romano di origine campana, Gneo Nevio combatte nella prima
guerra punica (264-241 a.C.) contro i Cartaginesi.
Sembra essere l’unico letterato romano di età arcaica che abbia
attaccato (in una commedia?) una famiglia patrizia, i Metelli,
pagando il suo ardire con l’esilio a Utica, dove potrebbe essere
morto (204 o 201 a.C.).
È attivo nell’ambito dell’epica (con il Bellum Poenicum inaugura
l’epica storica) e del teatro (iniziatore della praetexta).
Patrizio romano con le imagines degli
avi
Il Bellum Poenicum
Il Bellum Poenicum era un poema epico in saturni di argomento storico: trattava
infatti la prima guerra punica, esaltando la potenza di Roma.
Il poema comprendeva anche elementi mitici (di incerta collocazione): le origini
leggendarie di Roma, collegate con l’arrivo di Enea nel Lazio, e forse l’incontro tra
Enea e Didone, con la spiegazione dell’inimicizia tra Cartagine e Roma.
Lo stile di Nevio combina elementi innovativi
(composti di nuovo conio e strutture sintattiche
ardite) con elementi della tradizione dei carmina
(ripetizioni, allitterazioni).
Il tophet di Cartagine
Il teatro: tragedie e commedie
Oltre che nell’epica, Nevio è stato uno sperimentatore anche in ambito teatrale. A
lui si devono le prime praetextae del teatro latino:
Romulus, sul mito della fondazione di Roma;
Clastidium, sulla vittoria riportata da Marco Claudio Marcello a Casteggio contro
i Galli (222 a.C.).
Tra le cothurnatae spicca il Lycurgus (il re trace che volle
opporsi all’introduzione del dionisismo) per la possibile
allusione al diffondersi dei riti bacchici a Roma.
La produzione comica deve essere stata caratterizzata
da attacchi personali e rivendicazioni in favore della libertà;
molto vivaci i frammenti della Tarentilla.
Licurgo uccide la
moglie