La Leggendaria Guerriera - Rinascita di una dea (anteprima)

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Aurora Ballarin La leggendaria guerriera La leggendaria guerriera -Rinascita di una dea- -Rinascita di una dea- Romanzo fantasy 1

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Venezia 1896 Ainwen Carnelio, giovane rampolla di una delle famiglie più in vista della città, non ha mai capito la ragione del suo strano aspetto. Cresciuta da un ammiraglio, che l'ha addestrata all'arte della spada fin da bambina e da una madre insolitamente attenta a farle apprendere la magia, la giovane passa le sue giornate divisa tra due realtà: quella diurna, la vita apparentemente normale di una ragazza della sua età; e quella notturna tra duelli, visioni di cui non conosce il significato e incubi che infestano le sue notti. Tutto evolve all'improvviso il giorno in cui conosce il nuovo istitutore, Barahir. Un uomo enigmatico, di una bellezza unica e fin troppo interessato a lei. Con il suo arrivo le visioni aumentano, facendosi via via più terrificanti. Ogni volta che i loro sguardi si incrociano è come se lei vivesse l'esistenza di un'altra persona. La mente viene travolta da ricordi non suoi e perfino la vita stessa arriva quasi a non appartenerle più, confondendosi con quella di un'altra donna di cui a malapena conosce il nome. Fino a quando, spossata nell'animo e nelle carni decide di voler sbrogliare la matassa dei misteri di tutta una vita. Solo un nome dalla sua parte. Un unico fievole indizio a ricollegare ogni sua visione: Urwen. Il nome della dea degli elfi. Il nome della donna che, cinquecento anni prima salvò il mondo dall'apocalisse...

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  • 1. Aurora Ballarin La leggendaria guerriera -Rinascita di una deaRomanzo fantasy 1
  • 2. Titolo: La leggendaria guerriera Rinascita di una dea Autore: Aurora Ballarin Immagine di copertina a cura dellAutore Tutti i diritti riservati allAutore. Nessuna parte di questo libro pu essere riprodotta senza il preventivo assenso dellAutore. 2
  • 3. In memoria di mio padre... 3
  • 4. Questo romanzo opera della fantasia. Ogni riferimento a persone, luoghi e fatti realmente accaduti puramente casuale. 4
  • 5. -Capitolo I Prologo La fine e l'inizio di ogni battaglia Valle dell'epilogo Battaglia di Undra, 10 novembre 1380 Urwen guard la piana intrisa di sangue innocente che per leghe e leghe si stendeva davanti ai suoi occhi, mentre una disperata angoscia l'avvolgeva lentamente tra le sue spire. A terra, i corpi esanimi di migliaia di soldati disegnavano un tappeto di morte e dolore. La lunga spada della guerra, che da troppi anni gravava sulle teste della sua gente, ora che erano giunti a quell'ultima battaglia, aveva disperso tutta la loro linfa vitale. Dietro di lei, ci che rimaneva di un esercito decimato dalle troppe battaglie combattute, attendeva solo un ordine. Il suo. Un ciuffo di capelli corvini le pass davanti al volto coprendole la vista su tutto quel dolore un istante appena. Alz gli occhi e rivolse uno sguardo stanco alla luna, che brillava sopra le loro teste, tonda e perfetta. Lei, Urwen era l'adhandel: la custode dell'equilibrio naturale...la prescelta... E proprio lei, ora stava marciando in una guerra all'ultimo sangue contro i ribelli, contro gli assassini e i demoni; contro un'armata inespugnabile che da quasi cinquant'anni stava seminando morte e il cui unico scopo era distruggere ci che in tanti secoli di fatiche, dolore e sudore era stato creato. Ma era giusto quello che stava facendo? Lei che doveva custodire la pace stava facendo morire uno dopo l'altro i suoi simili. E per cosa? Per una stupida vendetta? Per amore? Oppure solamente per pazzia? Spost lo sguardo difronte a s. Dall'altra parte di quel campo di duro e sanguinoso massacro vi era un uomo, e dietro di lui...l'armata. Un'armata pronta a reclamare la vendetta, erano loro quelli ad un 5
  • 6. passo dalla vittoria. Il loro esercito, ancora pingue di soldati e armi era desideroso solo di morte. Gli occhi di Urwen caddero sul signore di quella guerra senza fine: nulla pi di un elfo, esattamente quello che era anche lei. Scosse il capo con forza in un vano tentativo di tenere a freno i ricordi, ma quelli inesorabili e spietati le tornavano alla mente ogni qualvolta i loro sguardi si incrociavano. Osservando le poche sembianze del viso che trasparivano dai lunghi capelli neri, quasi non lo riconobbe. Il signore di quell'armata distruttiva era suo cugino Firion, ma oramai non aveva pi nulla dell'essere che lei aveva amato come e pi di un fratello. Al suo posto ora, vi era solo un cinico demone, pronto a ghermire la vita sua e quella di tutta la gente disperata che stava guidando alla pace. Chiuse gli occhi e per un istante rivide l'immagine del cugino cos, come lei lo ricordava. I capelli dorati, riccioluti ad incorniciare il volto appena squadrato e gli occhi limpidi,verdi, dello stesso colore di quella natura di cui lei era la custode. E il sorriso, quell'espressione dolce e rassicurante, quasi indescrivibile a parole che solo a lei concedeva. Non c'era pi nulla di tutto questo; troppi gli anni, troppe le battaglie e troppe le vite che erano state spezzate da quei tempi felici e ormai lontani. Aveva sperato fino all'ultimo di poterlo giustificare e quindi perdonare. Ma ora no. Ora il gesto compiuto era troppo grave anche per il suo perdono. Con il volto solcato dalle lacrime che inutilmente aveva provato a trattenere spost lo sguardo a terra. Ai suoi piedi, Calien. Il marito, il compagno di tutta una vita. L'unica persona che avesse mai amato di un amore cos travolgente da far quasi male. L'uomo che le aveva dato un figlio e la speranza per una vita di pace e felicit. E ora, quello stesso elfo giaceva ai suoi piedi con una freccia conficcata nella schiena. Una freccia, che gli si era piantata nel cuore per salvare lei. Calien l'aveva protetta, fino all'ultimo respiro. Ma in quello stesso momento, nell'attimo in cui quel maledetto dardo gli aveva morso le carni, portandolo via dal mondo, anche lei era 6
  • 7. morta... Per essere un elfo era ancora giovane, aveva poco pi di cent'anni. Una ragazzina per il suo popolo. Ma che senso poteva avere continuare a vivere e sperare, se a loro due non era stato concesso nemmeno l'ultimo addio? Calien era morto ancor prima di toccare terra e prima di cadere nell'oblio, solo un ultimo abbraccio. Un urlo disumano usc dalle labbra di Urwen. Un urlo rivolto alla luna fredda, che impietosa era rimasta a guardare quella scena dall'alto. Perch lei in quei cinquant'anni di lotte non era mai cambiata e rimaneva immutata nel suo candore? Perch anche lei non si era macchiata del sangue che stava distruggendo il mondo? -PrincipessaLa donna si volt, uno dei suoi soldati l'aveva chiamata e quel titolo con cui era stata incaricata la riport in s. Era vero, ora pi che mai non poteva permettersi di dimenticarlo: lei era la legittima erede al trono degli elfi e come tale avrebbe lottato per il suo popolo, fino alla fine. Ma questa volta l'avrebbe fatto da sola... Asciug le lacrime, strappando con rabbia quelle che ancora lottavano per scenderle dagli occhi e diede l'ordine. un ordine diverso da quello che tutti i presenti si sarebbero aspettati di sentir uscire dalla sue labbra:-Fermi!- esclam usando il tono marziale di un vero condottiero. Dello stesso comandante che aveva unificato tutti i popoli del mondo in un unico grande esercito pronto ad affrontare l'armata demoniaca. E ora, al termine di quella sanguinosa guerra era il suo turno. Dopo cinquant'anni di lotte e agonie, sarebbe stata lei a combattere e a mettere la parola fine a quella disputa che da troppo tempo si trascinava. Uno scontro dal sapore antico. Due campioni di eserciti contrapposti che si affrontano in un ultimo scontro e il vincitore...avrebbe portato finalmente alla vittoria il suo esercito. Urwen toss violentemente, una mano posata sopra le labbra. La colse uno spasmo poi ancora tosse, secca e tagliente. Ritrasse la mano, mentre sul volto stanco s'innalzava lentamente un sorriso rassegnato. Si guard il palmo: era macchiato di sangue, del suo sangue... Lo sapeva gi da molto tempo, stava morendo. Ma quello che fino a 7
  • 8. pochi minuti prima le era sembrato un destino ingrato, adesso semplicemente, non le interessava pi. Basta piangersi addosso, era giunto il momento di reagire! Ora la morte che a lungo aveva temuto, appariva ai suoi occhi non pi come una nemica, ma come una benedizione. Una compagna a lungo attesa. Nel corpo, le restava solo l'alito di vita che le avrebbe permesso di fare ci che doveva esser fatto:-Miei prodi! Abbassate le armi!riprese a parlare il condottiero, rivolgendosi al suo esercito:-Lo scontro fino ad ora stato cruento. Troppo cruento- i suoi passi si muovevano pesanti e decisi sulla terra brulla:-Anche se le forze vacillano, i nostri cuori sanno che siamo nel giusto. Ma il sacrificio che vi chiederei eccessivo- i soldati la guardavano mantenendo un rispettoso silenzio:-La battaglia a questo punto pu essere risolta in un altro modo che io conosco molto bene... A tutti voi, miei sudditi e alleati, un grazie per avermi onorata della vostra lealt e del vostro amoreSenza aggiungere altro, gir le spalle alla sua gente e s'incammin verso valle, da sola: -Principessa dove andate?- urla scomposte si alzarono tra i soldati. Grida che lei li zitt con un solo gesto della mano: -Non chiamatemi pi principessa. Io sono una di voi, lo sono sempre stata- si volt, davanti a lei era radunata la resistenza di quel popolo coraggioso: umani, elfi, nani, alish, enle e ninfe. E tutti loro aspettavano le sue parole, pronti a dare la vita per lo scopo. Agli occhi della donna per, spicc solo l'immagine di un esercito oramai stanco della guerra e della morte che da troppi anni incombeva sulle loro teste. Una milizia di uomini e donne che da sempre, chiedeva solo pace. E lei quell'agognata pace gliel'avrebbe data, ad ogni costo: -Questo il mio ultimo ordine- disse Urwen con fatica, il fiato sempre pi corto:-Non mi dovrete appoggiare contro Firion. Questo scontro tra me e lui soltanto!L'esercito url un s compatto e deciso al proprio condottiero: -Ora liberer voi tutti da questo flagello. Da domani ognuno riavr la propria vita e il proprio destino. Star a voi, d'ora in poi, decidere cosa farne del futuro...- un sorriso triste le disegn il volto sporco di terra e polvere: -Questo sar il mio regalo d'addio...Non aspett la risposta dei soldati e senza pi voltarsi indietro s'avvi verso l'armata nemica. Cammin lentamente, quasi volesse conferire solennit ai suoi passi, e scese la collina del suo esercito, superando i 8
  • 9. morti di quella lunga e sanguinosa notte di battaglia. Dall'altra parte del campo, anche Firion aveva dato l'ordine alla sua armata di non intromettersi. Si era tolto il mantello e ora, coperto da quella semplice armatura che da sempre indossava quando combatteva, scese l'altura in silenzio, guardando la figura della cugina che mano a mano si faceva pi chiara ai suoi occhi. Si ritrovarono faccia a faccia, nel mezzo di quel campo di battaglia brullo e desolato. Le due fazioni nemiche testimoni silenziosi di quell'ultima lotta. Firion e Urwen si osservarono per appena un momento, fin quando le parole dell'uomo non ruppero la quiete di sguardi:-E cos tu credi di riuscire a sconfiggermi? Speri di porre fine alla guerra?- la sua voce era alta, stentorea:-Certo hai ragione, la guerra giunger al termine questa stessa notte, ma non come speri tu, cugina mia. Qui da oggi e per sempre sar un inferno in terra- apr le braccia al cielo:-Ricordate o voi tutti qui riuniti questo giorno, poich questa notte giunger la vostra fine-Sta zitto!- ribatt Urwen con voce ferma. Apr la mano, la macchia sul palmo era ormai secca ma dominava ancora la pelle. Una parola:-Elros- nulla pi di un semplice sussurro usc dalla sua bocca e in quello stesso momento, accompagnata da una sfolgorante luce azzurra apparve una lunga spada. L'anima di edron, il componente pi resistente di tutto il mondo. La sua spada Elros, l'arma maledetta che solo lei era in grado di brandire. L'afferr saldamente stringendo l'elsa fino allo spasmo:-Smettiamola con i convenevoli- riprese l'elfa sofferente:-Sono stanca ed ogni tua parola solo una lama nel petto. Ti sei macchiato di crimini imperdonabili e sei arrivato ad uccidere quella che un tempo era la tua famiglia...ora bastaAll'udire l'accusa smossa dalla cugina, Firion sorrise bieco e spietato. Senza rispondere alla donna sfoder la sua arma. Con un gesto secco sguain dal fodero posto sulle spalle un lungo spadone a due mani che nell'urto seguito all'uscita dalla guaina, alz una porzione di terra sotto i loro piedi. Un polverone di fumo e sabbia copr tutto ci che li circondava. Ma l'adhandel non chiuse gli occhi, al contrario, aspett che anche l'ultimo granello di polvere si posasse al suolo e come se quello fosse il segnale che attendeva, attacc l'avversario. Il cozzare delle spade riemp il silenzio ovattato della piana di battaglia mentre i bagliori delle loro lame, illuminavano a tratti i volti di alcune vittime di quella guerra spietata. 9
  • 10. Un affondo diretto part dall'arma di Firion ed Urwen lo scans gettandosi a terra. Con una gamba pass tra quelle del cugino facendogli perdere l'equilibrio. Entrambi a terra si rialzarono quasi subito e ricominciarono quell'ultimo lungo ed estenuante scontro. Ogni attacco era intriso di rabbia. Affondi, stoccate, fendenti....una danza mortale. Non si risparmiarono in nulla, dando fondo a tutte le loro energie. Poich era chiaro: solo uno poteva essere il vincitore. Ma n l'uno n l'altra aveva intenzione di arrendersi. Si muovevano sul campo di battaglia come duellanti perfetti. E si odiavano. Di quell'odio assoluto che solo il finire di un amore altrettanto puro e totale pu dare. Nessuno avrebbe potuto dire quanto quello scontro si protrasse; persino la notte che li circondava e la luna che sovrastava le loro teste sembrava essersi fermata impedendo al sole di innalzare la nuova vita dell'alba e il risveglio della natura. Tutto era sospeso nel nulla dello scontro e nel sudore di quell'ultima battaglia. E alla fine accadde, quello che mai sarebbe dovuto accadere. L'esercito dei popoli uniti vide la propria guida, Urwen dopo un disperato fendente di Firion accasciarsi al suolo scossa da profondi tremiti. Tuttavia non fu la spada a piegarle le ginocchia, ma i freddi artigli della malattia che la stavano per ghermire. Urwen si pieg su s stessa. Una crisi in quel momento era la cosa che pi aveva sperato di non dover affrontare. Port la mano destra al petto e strinse con forza gli abiti sino a strapparli, il tormento era talmente forte che le impediva di pensare. Il dolore, il compagno di una vita le present il conto. Era come se una mano, affondata nel petto, le stringesse il cuore sempre pi forte e una sofferenza fisica mai provata prima, paragonabile ad una scossa elettrica le pervase il corpo. In quel momento, trovandosi al cospetto di quell'atroce agonia, cap che era questione di minuti o forse anche meno. Un ultimo attacco le era concesso. Uno solo. Firion si gett su di lei pronto a sferrarle il colpo risolutivo, il fendente che avrebbe posto fine alla sua esistenza:-Anche gli dei sono con me, li senti cugina?- esclam lui mentre un raggio di luna illuminava il suo volto, donandogli un incarnato pallido e diabolico: - giunta l'ora che tu raggiunga le anime perse che ti hanno preceduta nel regno dei pi10
  • 11. La spada cal dall'alto, diretta e pronta a spezzare il filo della vita della giovane adhandel. Ma a mezz'aria la lama si ferm di colpo, nell'attimo in cui la voce fioca e rotta dal dolore di Urwen iniziava ad intonare una sommessa cantilena. Raggi perlacei scaturirono dal nulla e avvolsero Firion, incatenandolo a terra mentre l'aria lentamente, veniva pervasa di magia. Ad ogni parola che l'adhandel pronunciava, un nuovo fascio andava a bloccare i movimenti dell'elfo. Mano a mano che la nenia saliva di tono, il corpo della donna levitava nell'aria, sempre pi in alto. Difronte a lei, l'armata nemica aveva gi iniziato a lanciarsi verso di loro per salvare il proprio condottiero. Ma al tempo stesso, anche il suo esercito si mosse per proteggerla e per permetterle di portare a termine il suo ruolo. Sent una voce tra i suoi urlare:-Uomini! Per Urwen e per la nostra libert! Difendiamo il campo dagli invasori!Urwen non seppe mai chi avesse detto quelle parole ma, chiunque avesse parlato, solo una cosa era chiara: avevano ripreso a lottare. Doveva farla finita. Subito! Guard il cugino, ben sapendo che quella sarebbe stata l'ultima volta che i loro sguardi si sarebbero potuti incrociare. Lui era in trappola, ma i suoi occhi, nonostante tutto, lanciavano ancora sguardi carichi d'odio. Prendendo in mano ci che restava della sua vita, la donna, fece quello che doveva fare. Impugn la spada passandone il filo tagliente sul palmo. Il sangue non tard a scendere, ma fu una discesa lenta, straziante, forse quanto il campo di battaglia intorno a lei. Alcune gocce rimasero sospese dalla forza dell'incantesimo, unendosi lentamente una ad una. Urwen continu a cantare; la sua voce dolce e allo stesso tempo angosciante sembr comprimere ancora di pi il sangue e da esso riusc a crearne un globo, rosso come il pi prezioso dei rubini. L'arma che le avrebbe permesso di riportare la pace su quella terra devastata da troppi anni di dolori e guerre. Inspir a fondo e raccogliendo le energie inton l'ultima strofa di quella lunga litania, mentre intorno a lei il clamore delle spade l'assordava. Subito dopo il canto, giunse il momento delle parole: ridondanti, secche, crudeli. Era come se da serva fosse diventata dio di quella magia che stava manovrando. 11
  • 12. Mano a mano che le parole continuavano a riempire la piana, il globo s'ingrandiva davanti ai suoi occhi. Quando fu pronto, lo lasci andare e quello, lentamente, inglob l'odiato nemico al suo interno. Lo sguardo di Firion saettava di qua e di l alla ricerca di una via di scampo all'inevitabile, mentre con il corpo cercava di liberarsi dalle catene che lo costringevano all'immobilit. -Non ci riuscirai- disse Urwen con un fil di voce al cugino:-Quella, da oggi in poi sar la tua prigione e la destinazione, cugino mio, gi la sai...Firion url con tutta la rabbia che aveva in corpo mentre la cugina, con le mani in avanti, quasi a toccarlo, spingeva fin sotto la terra quella strana prigione di sangue. Il suolo, scosso fin dalle fondamenta si apr in un'immensa voragine e lentamente il corpo dell'uomo inizi a collassarvi dentro. Il calore del fuoco degli inferi invest Urwen e le fiamme alte illuminarono il suo volto impegnato in quell'ultimo sforzo. E alla fine lui fu dentro. Il terreno lentamente inizi a richiudersi da se, pronto a sotterrare il flagello che per cinquant'anni aveva portato morte e sangue sulle loro terre. L'uomo url davanti all'immagine del cratere quasi chiuso:-Presto o tardi mi riprender ci che mio, Urwen! E tu allora, sarai gi morta!La ragazza, ignor le parole di Firion continuando la sua nenia mentre lentamente, la terra iniziava a richiudersi su s stessa, disegnando sul suolo tappezzato di morte e sangue una lunga spaccatura: una cicatrice sul mondo che per anni lui aveva sporcato. Un monito per le generazioni a venire... E solo allora, quando il cratere fu chiuso, la terra cess finalmente di tremare. In quello stesso istante, l'armata invincibile fu scossa da un unico tremito, mentre i demoni evocati dal condottiero sparivano con lui, come neve a mezzogiorno. Rimasero solo gli uomini; gli assassini che ora, difronte ai loro simili e non pi in vantaggio iniziavano a darsi alla fuga. Perso Firion e senza pi una guida a mostrargli la via, erano smarriti e privi di potere. L'armata delle terre unite attacc compatta disperdendo l'esercito avversario. Urwen li guard disillusa, non si stavano limitavano a mandare via il nemico. I suoi alleati lo stavano massacrando. Scosse il capo debolmente, sapeva che sarebbe accaduto, ma la vista 12
  • 13. di tutto quell'odio e quella morte le fece male comunque. Forse alla fine, nemmeno l'esercito che lei aveva guidato era puro come sperava. Dopotutto era composto da uomini e donne, creature peccaminose per natura. Avrebbe voluto urlare ai suoi di smetterla e di lasciar andare quei reietti che non avevano pi una ragione per cui combattere. Avrebbe voluto fargli capire che anche distruggendoli non sarebbe cambiato nulla ne, tanto meno i morti di quella lunga guerra avrebbero ottenuto la pace. Sospir, non aveva pi un briciolo di energia nemmeno per fare quello. Con gli occhi cerc i corpi delle persone che in vita aveva amato: le sue guardiane, le amiche di tutta un'esistenza. Erano l, in mezzo al campo di battaglia. I corpi passati a fil di spada giacevano coperti di terra, uno vicino all'altro come uniti in un ultimo disperato abbraccio. Loro due avevano avuto la fortuna di andarsene insieme... Lasciandosi trascinare dalla magia che ancora avvolgeva il suo corpo, fece ritorno verso la collina da cui era scesa. Tutto intorno a lei si levavano le grida di vittoria dei suoi che ora infierivano sui nemici, assetati solo di vendetta. Voleva raggiungerlo, voleva trarre l'ultimo respiro al fianco dell'uomo che amava. Fu trascinata dall'incantesimo fino ai piedi della collina, la mano continuava a sanguinare ma lei, non avvertiva nemmeno il bruciore delle ferite. Tutto il corpo sembrava insensibile al dolore. La crisi giunse improvvisa, quando ancora era lontana da Calien. La magia abbandon il suo corpo di colpo ed ella cadde a terra con un tonfo sordo scossa dagli spasmi. Le fitte si susseguivano una dopo l'altra, sempre pi forti, ma lei soffoc il dolore. Dai lati della labbra chiuse inizi ad uscire lentamente il sangue rosso, vermiglio... Si trascin fino al corpo del marito, alz lo sguardo sul suo volto e la serenit che vi lesse la riappacific donandole un effimero stato di benessere. Allung una mano per afferrare la sua, ma non vi riusc. Un ultimo doloroso spasmo la fece contrarre a terra, mentre una lacrima scendeva lenta sul suo volto rigando la polvere che lo copriva. Una lacrima di sangue... ** 13
  • 14. Passi concitati, passi veloci e pesanti allo stesso tempo. Tutto attorno, un vociare frenetico che qui e l sfociava in richiami urlati:-Presto correte! La principessa ancora viva!Altre voci chiamarono Aurora, la ninfa, l'unica che avrebbe potuto curare il loro condottiero. Presero la principessa ed insieme al marito li adagiarono su due scudi coperti da sgargianti bandiere. Urwen gir il volto con fatica mentre la ninfa le apponeva inutili incantesimi sul corpo. La vide scuotere il capo tristemente verso il suo esercito. Spost lo sguardo, Calien era disteso al suo fianco. Lo guard e sorrise poich ora che era vicino a lei poteva finalmente perdersi nei suoi occhi. Ora, poteva stringere quella mano che tanto aveva amato e che, sapeva, avrebbe amato per sempre... Con quell'ultimo sorriso ancora stampato sul volto si perse nello sguardo del marito un ultima volta; solo pochi istanti, prima che l'oblio accogliesse il suo corpo. Urwen esal il suo ultimo respiro mentre l'alba lentamente, dava nuova vita al giorno... 14