LA LEGGE PONTE - unirc.it · 2011-08-03 · Le zone omogenee e gli standard Art. 17, lg 765/1967:...
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LA LEGGE PONTELA LEGGE PONTE
Nel 1967 viene emanata la legge n. 765 detta LEGGE PONTE recante MODIFICHE ED INTEGRAZIONI ALLA LUN Introduce tra le altre cose
oGLI ONERI DI URBANIZZAZIONE PRIMARIA EoGLI ONERI DI URBANIZZAZIONE PRIMARIA EoSECONDARIA
oSTANDARD URBANISTICI
oSTANDARD EDILIZI
oDM N. 1444/1968 REGOLAMETO TECNICO DELLA LEGGE 765
IL D.I. n. 1444 del 2 aprile 1968IL D.I. n. 1444 del 2 aprile 1968
Caratteristiche del DECRETO“Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezz a, di distanza tra ifabbricati e rapporti massimi tra gli spazi destina ti agliinsediamenti residenziali e produttivi e spazi pubb lici riservati alle attività collettive, al verde pubblico e ai pa rcheggi, da osservare ai fini della formazione dei nuovi strume nti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai sensi del la legge n. 765 del o della revisione di quelli esistenti, ai sensi del la legge n. 765 del 6 agosto 1967”.
Importanza:
• Definizione delle zone territoriali omogeneedelle zone territoriali omogenee
• StandardStandard
Le zone omogenee e gli standardLe zone omogenee e gli standard
Art. 17, lg 765/1967:“In tutti i Comuni, ai fini della formazione degli strumentiurbanistici o della revisione di quelli esistenti, devono essereosservati limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, didistanza fra i fabbricati, nonché rapporti massimi fra spazidestinati agli insediamenti residenziali e produtti vi e spazipubblici o riservati alle attività collettive, a ve rde pubblico o aparcheggi”parcheggi”
Standard urbanistici:Standard urbanistici: rapporti fra spazi destinati a gliinsediamenti residenziali e produttivi e spazi pubb lici oriservati alle attività collettive, a verde pubblic o o a parcheggi
Standard edilizi:Standard edilizi: densità edilizia, altezza massima,distanza fra i fabbricati
Le zone omogeneeLe zone omogeneeAi fini della verifica del rispetto degli standard,il territorio comunale è diviso in 6 ZONEOMOGENEE
Zona A centro storicoZona B zona di completamentoZona C zona di espansioneZona C zona di espansioneZona D zona per insediamenti produttiviZona E zona agricolaZona F zona per impianti e attrezzature collettive
- DM_1444/1968Riferimenti
normativi
Zona E – agricolaZone Territoriali Zone Territoriali
OmogeneeOmogenee
NORME NORME DIDI ZONAZONA
Zona A – edilizia storica
Zona B – edilizia residenziale consolidata
Zona C – edilizia residenziale di espansione
Zona D – produttiva
Zona E – agricola
Zona F (S) – per attrezzature e servizi di interesse generale
Zona G – turistico/ricettiva
Zona H – commerciale
Zona I - direzionale
Altro
OmogeneeOmogenee
Zona Territoriale Zona Territoriale Omogenea Omogenea –– A A ––Definizione Parti del territorio comunale interessate da agglomerati
urbani che rivestono carattere storico, artistico o di pregio
ambientale e le aree a queste circostanti che, per talune
delle predette caratteristiche, possono considerarsi ad
esse assimilate o complementari.
Destinazione d’usoDestinazione d’uso Residenziale, terziaria, commerciale, direzionale, ricettiva,
attività culturali, professionali, di servizio ovvero quelle
artigianali non nocive o moleste.
Modalità di Modalità di
attuazione attuazione
Diretta: tramite titolo abilitativo per interventi indicati dalle
leggi in materia.
Indiretta: tramite Piano Particolareggiato Attuativo (PPA)
nelle aree in cui tale strumento è previsto dal PRG (ad es.
AUI, Comparti).
Zona Territoriale Zona Territoriale Omogenea Omogenea –– B B ––
Definizione Definizione Le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate,
diverse dalle zone A. Si considerano parzialmente edificate
le zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti non
sia inferiore al 12,5% (un ottavo) della superficie fondiaria
della zona e nelle quali la densità territoriale sia superiore
ad 1,5 mc/mq.
Destinazione Destinazione
d’usod’uso
Principale: residenziale.
Complementare: attività commerciali, artigianali, ricettive e
di servizio, studi professionali, uffici, autorimesse di uso
pubblico o privato ecc.
Modalità di Modalità di
attuazione attuazione
Diretta: tramite titolo abilitativo.
Indiretta: quando previsto da PRG, tramite Piano
Particolareggiato Attuativo.
Zona Territoriale Zona Territoriale Omogenea Omogenea –– C C ––
Definizione Definizione Le parti del territorio destinate a nuovi complessi insediativi
residenziali o a prevalente destinazione residenziale, che
risultino inedificate o nelle quali l’edificazione preesistente
non raggiunga i limiti di cui alla zona omogenea B (quindi
inferiore al 12,5% della superficie fondiaria di zona).
Destinazione Destinazione Principale: residenziale.Destinazione Destinazione
d’uso d’uso
Principale: residenziale.
Complementari: attività di servizio, terziarie, studi
professionali ed uffici, commerciali, artigianali purché non
produttrici di inquinamenti, le attrezzature pubbliche o di
uso pubblico.
La realizzazione di qualsiasi intervento è subordinataall’approvazione di un pianopiano particolareggiatoparticolareggiato attuativoattuativo..
Modalità di Modalità di
attuazione attuazione
Zona Territoriale Zona Territoriale Omogenea Omogenea –– D D ––
Definizione Le parti del territorio destinate ad insediamenti industriali
ed artigianali.
Destinazione
d’uso
Principale: industriale
Complementari: attrezzature tecnologiche, laboratori di
ricerca, magazzini, depositi, silos, rimesse, edifici ed
attrezzature ricreative e/o sociali, uffici, mostre, edifici per
la commercializzazione di oggetti e articoli assemblati ola commercializzazione di oggetti e articoli assemblati o
manipolati in loco, attrezzature per il trasporto e la
logistica, residenziale solo se inerente alla funzione di
custodia dell’immobile
Gli interventi di ristrutturazione, demolizione conricostruzione e ampliamento si realizzano mediante:Intervento diretto: solo ove sono presenti le urbanizzazioniprimarie e secondarie;Intervento indiretto: piano attuativo, negli altri casi (e per larealizzazione di nuovi insediamenti – Piano InsediamentiProduttivi ).
Modalità di
attuazione
Zona Territoriale Omogenea – E –
Definizione Definizione Le parti del territorio destinate ad usi agricoli e forestali.
Destinazione Destinazione
d’usod’uso
Principale: agricola e forestale.
Complementare: tutte le opere funzionali all’attività agricola
e forestale destinate agli usi necessari allo svolgimento di
tali attività, ivi compresi gli impianti tecnici e tecnologici,tali attività, ivi compresi gli impianti tecnici e tecnologici,
della produzione agricola e delle strutture aziendali e delle
infrastrutture tecniche e di difesa del suolo.
Può essere ammessa la funzione residenziale, se
compatibile con l’uso agricolo del territorio e finalizzata al
soddisfacimento delle esigenze abitative del conduttore.
In genere intervento diretto (alle volte può essere richiesto
anche un piano di sviluppo aziendale).Modalità di Modalità di
attuazioneattuazione
Zona Territoriale Omogenea – F –Definizione Definizione Le parti del territorio destinate ad attrezzature e servizi
pubblici o di uso pubblico.
Il PURG attua una distinzione in base all’ambito di interesse
delle attrezzature: regionale/comprensoriale e di quartiere.
Destinazione Destinazione Attrezzature sociali, assistenziali, sanitarie, scolastiche,
culturali, religiose, impianti sportivi e ricreativi, uffici pubblici,Destinazione Destinazione
d’usod’uso culturali, religiose, impianti sportivi e ricreativi, uffici pubblici,
attrezzature ed impianti tecnologici relativi alle aziende
elettriche, telefoniche, dell'erogazione dell'acqua e del gas,
dei trasporti pubblici, autorimesse, ecc.
Modalità di Modalità di
attuazione attuazione
Diretta: tramite titolo abilitativo per interventi indicati dalle
leggi in materia.
Indiretta: tramite Piano Particolareggiato Attuativo (PPA)
nelle aree in cui tale strumento è previsto dal PRG.
Le zone omogeneeLe zone omogenee
ZonaA
ZonaB
Zona
Edifici e tessuto edilizio di interessestorico e architettonico
Più di 1/8 di superficie è edificata
Meno di 1/8 di superficie è edificataZona
C Meno di 1/8 di superficie è edificata
Gli standard urbanisticiGli standard urbanistici
DOTAZIONE DI SERVIZI AD ABITANTE
Tipologie di SERVIZI DI LIVELLO LOCALE : servizi primari distribuiti capillarmente sul territorio
SERVIZI SCOLASTICI (SCUOLA DELL’OBBLIGO:nido, materna, elementare, media)
SERVIZI DI USO COMUNE (SERVIZICOLLETTIVI: sanitari, culturali, sociali)
PARCHEGGI
VERDE PUBBLICO (verde sportivo, parchi egiardini, verde attrezzato, verde di arredo,verde di rispetto)
LOCALE
TERRITORIALE
Gli standard urbanisticiGli standard urbanistici
Gli standard ediliziGli standard ediliziVincoli relativi alle caratteristiche fisiche dell’ edilizia
DENSITÀ EDILIZIADENSITÀ EDILIZIA: rapporto tra superficie edificata e superficie libera, rapporto tra volume edificato e superficie
ALTEZZAALTEZZA massima dei fabbricati Misurata dalla quota del terreno fino all’intradoss o del solaiodi copertura dell’ultimo piano abitabile
DISTANZA DISTANZA fra i fabbricatiTra pareti chiuse, tra pareti finestrate, dalla str ada
Parametri urbanistici, edilizi e indiciParametri urbanistici, edilizi e indici
Indice o
parametro
(grandezza)
E’ una qualsiasi limitazione imposta ad un lotto da uno
strumento urbanistico - edilizio per disciplinarne l’uso.
L’indice esprime un rapporto.
Parametri Parametri Parametri
urbanistici
Superficie territoriale
Superficie fondiaria
Superficie coperta
Parametri
edilizi
Superficie utile
Volume, N. di piani,
Altezza fabbricati
Distacchi o distanze da
confini, strade, edifici
Indici
Fabbricabilità territoriale
Fabbricabilità fondiaria
Rapporto di copertura
Densità territoriale
Densità fondiaria
LE OPERE LE OPERE DIDI URBANIZZAZIONEURBANIZZAZIONE
Primaria o tecnologica: opere che rendono possibile l’edificazione delPrimaria o tecnologica: opere che rendono possibile l’edificazione delsuolo e l’uso degli edificisuolo e l’uso degli edifici• Strade e passaggi pedonali, aree di sosta e spazi di manovra, rete deiservizi canalizzati (fognatura, acquedotto, pubblica illuminazione,elettricità), spazi di verde attrezzato in prossimità ed al servizio delleabitazioni
Secondaria o sociale o generale: opere che rendono possibile la vitaSecondaria o sociale o generale: opere che rendono possibile la vitaSecondaria o sociale o generale: opere che rendono possibile la vitaSecondaria o sociale o generale: opere che rendono possibile la vitadi quartieredi quartiere• Allacciamenti ai servizi urbani canalizzati, le attrezzature varie e dicollegamento (trasporti) con la città, le opere di carattere sociale (verdedi quartiere, istituzioni scolastiche, culturali e religiose, ecc.).
GLI STRUMENTI ATTUATIVI SUCCESSIVIGLI STRUMENTI ATTUATIVI SUCCESSIVI
Nei decenni successivi alla L.U. le esigenze espresse dalla società impongono l’istituzione di altri Piani attuativi che vanno ad affiancarsi al Piano Particolareggiato:
• Piano di Zona o Piano per l’Edilizi Economica e Popo lare (PEEP) - L. 167/’62
• Piano di Lottizzazione (PdL) - L. 765/’67
• Piano Insediamenti Produttivi (PIP) - L. 865/’71
• Piano di Recupero (PdR) - L. 457/’78
PIANO PIANO DIDI LOTTIZZAZIONE (LOTTIZZAZIONE (PdLPdL))
Riferimenti legislativiRiferimenti legislativilegge n. 1150 del 1942legge n. 765 del 1967
ContenutiContenuti ::• piano di dettaglio esecutivo, paragonabile al Pp;• si applica al PRG e al PdF, sia per le aree di espansione ecompletamente destinate a uso residenziale, industriale e turistico,che per le aree di ristrutturazione che comportano opere diche per le aree di ristrutturazione che comportano opere diurbanizzazione;• deve essere accompagnato da una convenzione tra proprietario eComune;• validità indicata nella convenzione
Competenza per la formazione:Competenza per la formazione:• la compilazione del PdL è di competenza del proprietario dell’area;
• il Comune può imporre un PdL obbligatorio ai proprietari di aree indeterminate zone dove è necessaria una sistemazione unitaria;
• il Comune può procedere alla compilazione di PdL d’ufficio se iprivati non aderiscono all’invito di formare il PdL e procedereprivati non aderiscono all’invito di formare il PdL e procedereall’esproprio se i privati non accettano il piano;
• il Comune può far decadere PdL approvati, se esistono ragioni dipubblica utilità;
Elaborati richiesti:Elaborati richiesti:• planimetria del PRG o del Pdf relativa alla zona oggetto di PdL;• planimetria di progetto in scala adeguata, come per il Pp;• progetto esecutivo delle opere di urbanizzazione a carico del privato;• elenchi catastali delle proprietà;• schema di convenzione;• schema di convenzione;
Procedure di approvazione:Procedure di approvazione:• delibera di approvazione del Consiglio comunale relativa al PdL econvenzione• nulla osta della Regione;• stipula della convenzione;
Procedura di attuazione:Procedura di attuazione:• Il Comune riceve gratuitamente le aree destinate a servizi pubblici, inbase alla convenzione;
• Il proprietario si assume gli oneri di urbanizzazione primaria e parte di quella secondaria;
• Il rilascio delle licenze edilizie è subordinato alla contemporaneaesecuzione delle opere di urbanizzazione primaria;
• Entro dieci anni devono essere ultimate tutte le opere di urbanizzazione;
Note:Il PdL non dà al Comune la possibilità di intervenire direttamente nelladefinizione dello sviluppo urbanistico, bensì quella di far assumere alproprietario privato anche gli oneri diretti di questo sviluppo, attraversola stipula di una convenzione finanziaria.
PIANO PIANO DIDI ZONA PER L’EDILIZIA ECONOMICA E POPOLAREZONA PER L’EDILIZIA ECONOMICA E POPOLARE(PEEP)(PEEP)
Riferimenti legislativiRiferimenti legislativi ::Legge n. 167 del 1962Legge n. 865 del 1971
ContenutoContenuto ::• piano di delimitazione delle zone da destinare a edilizia economica epopolare, deve contenere la rete stradale, la delimitazione di spazipubblici e di lotti edificabili con indicazioni delle tipologie;pubblici e di lotti edificabili con indicazioni delle tipologie;
• si applica al PRG, anche soltanto adottato, e al PdF, di preferenzanell’ambito di zone residenziali, ma anche in variante alle destinazioni dipiano generale;
• ha valore di Pp per quanto riguarda la dichiarazione di pubblica utilità;• validità decennale;
• limiti di dimensionamento, non deve superare il 60% del fabbisognocomplessivo di edilizia abitativa nel periodo considerato;
CompetenzeCompetenze ::• La compilazione del Peep è obbligatoria per tutti i Comuni con popolazionesuperiore a 50.000 abitanti, facoltativa per gli altri;• Più Comuni possono riunirsi in consorzio per formare un piano consortile;• La Regione può disporre la costituzione di consorzi obbligatori;• La Regione può nominare un commissario per i Comuni inadempienti;
Elaborati richiesti:Elaborati richiesti:• planimetria di piano regolatore o di programma di fabbricazione con• planimetria di piano regolatore o di programma di fabbricazione conindividuazione delle zone;• planimetria di progetto delle singole zone disegnate su mappe catastali;• elenchi catastali delle proprietà da espropriare;• norme urbanistico-edilizie;• relazione di previsione di massima delle spese;• relazione illustrativa;
Procedure di approvazione:Procedure di approvazione:
•• delibera di formazione del Consiglio comunale;• delibera di approvazione del Consiglio comunale;• pubblicazione;• presentazioni di osservazioni e opposizioni;• controdeduzioni del Consiglio comunale e trasmissione alla Regione;Regione;• approvazione alla Regione;• semplice delibera di approvazione del Consiglio comunale per varianti non sostanziali;• delibera del Consiglio comunale di approvazione delle convenzioni di cessioni delle aree;
Procedure di attuazioneProcedure di attuazione ::• il Comune espropria tutte le zone comprese nel Peep;• le aree espropriate sono cedute in parte in proprietà (tra il 20 ed il 40 percento), in parte in concessioni a termine (diritto di superficie), inentrambi i casi la cessione è subordinata a una convenzione;• l’attuazione avviene attraverso programmi pluriennali approvati condelibera del Consiglio comunale;
Note:Note:Il Peep dà al Comune la possibilità di intervenire sia nella definizionedello sviluppo urbanistico, che nei modi di attuazione di tale sviluppo,relativamente alle destinazioni a edilizia popolare, in quanto consente alComune di intervenire direttamente o di stipulare convenzioni con iprivati che intendono intervenire attuando le disposizioni del Peep.
LA LEGGE 457/1978LA LEGGE 457/1978
Il PIANO DI RECUPEROIl PIANO DI RECUPERO
LA LEGGE 457/1978LA LEGGE 457/1978
LA LEGGE 457/1978LA LEGGE 457/1978
LA LEGGE 10 AVEVA COMINCIATO AD AFFRONTARE LALA LEGGE 10 AVEVA COMINCIATO AD AFFRONTARE LAQUESTIONE DELLA PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI QUESTIONE DELLA PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI DID I
EDILIZIA PUBBLICAEDILIZIA PUBBLICA
LA LEGGE 457/1978 NORME PER L’EDILIZIA RESIDENZIALE DEFINISCE COMPIUTAMENTE LE PROCEDURE DELL’INTERVENT O PUBBLICOPIANO DECENNALE PIANO DECENNALE fissa gli obiettivi di lungo periodo e le linee di PIANO DECENNALE PIANO DECENNALE fissa gli obiettivi di lungo periodo e le linee di azione statale nel settore edilizio
PROGRAMMA QUADRIENNALE PROGRAMMA QUADRIENNALE è lo strumento per la realiz zazione degli obiettivi attraverso la ripartizione settoria le tra regioni dei finanziamenti stabiliti nel piano Decennale
PROGETTO BIENNALE PROGETTO BIENNALE strumento di raccordo tra la programmazione delle risorse e il loro impiego (tra settore edilizio e finanziaria)
LA LEGGE 457/1978LA LEGGE 457/1978
La legge introduce ALTRI DUE ASPETTI INNOVATIVI DUE ASPETTI INNOVATIVI E DI RILEVANZA URBANISTICA
��la DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI SUL DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI SUL PATRIMONIO EDILIZIOPATRIMONIO EDILIZIO
��UNO STRUMENTO AD HOC PER IL RECUPERO ��UNO STRUMENTO AD HOC PER IL RECUPERO EDILIZIO: IL PIANO IL PIANO DIDI RECUPERORECUPERO
PIANI DI RECUPERO (PDRE) PIANI DI RECUPERO (PDRE) –– Legge n. 457 del 5 agost o 1978Legge n. 457 del 5 agosto 1978
Finalità:Finalità:Recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente
Contenuti:Contenuti:Il piano disciplina il recupero degli immobili, complessi edilizi, isolati, aree, anche attraverso interventi di ristrutturazione urbanistica, individuando l’unità minima d’intervento
Localizzazione delle zone e piani di recupero:Localizzazione delle zone e piani di recupero:Localizzazione delle zone e piani di recupero:Localizzazione delle zone e piani di recupero:
Zone di recupero – in sede di formazione di piano urbanistico generale i Comuni individuano le zonezone ove, per condizioni di degrado, si rendesi rendeopportuno il recupero del patrimonio urbanistico ed edilizio esistenteopportuno il recupero del patrimonio urbanistico ed edilizio esistente.
Piani di recupero – Nell’ambito delle stesse zone possono essere individuati gli immobili, i complessi edilizi, gli isolati, le aree per i quali il per i quali il rilascio della concessione è subordinato alla formazione di piani di rilascio della concessione è subordinato alla formazione di piani di recupero.recupero.
Competenze per la formazione:Competenze per la formazione:Competenza facoltativa:• Comuni• Proprietari degli immobili compresi nelle zone di recupero
Procedure:Procedure:
Adozione e pubblicazioneAdozione e pubblicazione – stesse modalità del Pp.Nei casi di piani d’iniziativa privata la proposta di piano è adottata Nei casi di piani d’iniziativa privata la proposta di piano è adottata insieme alla convenzione contenente le previsioni per i PdL.
ApprovazioneApprovazione – Deliberazione del consiglio comunale
Valore:Valore:Ha valore di Pp
Decorrenza della validità:Decorrenza della validità:E’ efficace dal visto di legittimità del Crc sulla delibera d’approvazione
Durata della validità e varianti:Durata della validità e varianti:Valgono le stesse norme previste per il Pp
Attuazione:Attuazione:Dai Comuni- per interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente che essiintendano eseguire direttamente, anche avvalendosi degli Iacp, nonché con interventi diretti o mediante convenzionamento con i nonché con interventi diretti o mediante convenzionamento con i privati, limitatamente agli interventi di preminente e rilevante interesse pubblico- per l’adeguamento delle urbanizzazioni- per gli interventi da attuare nel caso d’inerzia dei proprietari delle unità minime d’interventoDai proprietari singoli o riuniti in consorzio
Esproprio:Esproprio:Il Comune espropria gli immobili nel caso d’inerzia dei privati, previa diffida ai proprietari delle unità minime d’intervento ad iniziare le opere previste dal piano entro un tempo non inferiore ad un anno.Nel caso in cui il Comune adotti il Ppa, la diffida può effettuarsi soltanto dopo che sia decorso il termine di validità del programma pluriennale nel quale il Pdre è incluso.
Decadenza dell’individuazione del Decadenza dell’individuazione del PdrePdre::L’individuazione delle zone da sottoporre a Pdre decade a tutti gli L’individuazione delle zone da sottoporre a Pdre decade a tutti gli effetti qualora il piano non venga approvato entro tre anni dall’approvazione della delibera d’individuazione, ovvero qualora l’approvazione del piano non sia diventata esecutiva entro un anno dalla predetta scadenza.
Elaborati di progetto:Elaborati di progetto:Gli stessi del Pp
Rapporto tra Rapporto tra PdrePdre e e PpaPpa::Gli interventi di recupero sul patrimonio edilizio esistente, compresi nei Pdreapprovati, sono inclusi nei Ppa.Attribuzione di valore di Attribuzione di valore di PdrePdre ai piani esecutivi vigenti:ai piani esecutivi vigenti:I Comuni possono, con delibera del consiglio, attribuire valore di Pdre ai I Comuni possono, con delibera del consiglio, attribuire valore di Pdre ai Ppe ai Pdz già approvati alla data d’entrata in vigore della legge 457/1978.
Interventi possibili nelle zone di recupero:Interventi possibili nelle zone di recupero:Nelle zone di recupero, al di fuori dei Pdre, sono consentiti interventi dimanutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, di restauro eristrutturazione edilizia che riguardino esclusivamente opere interne esingole unità immobiliari, con il mantenimento delle destinazioni d’usoresidenziali.
Manutenzione ordinaria:Manutenzione ordinaria:Interventi che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti.
Manutenzione straordinaria:Manutenzione straordinaria:Interventi che riguardano le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche alle destinazioni d’uso.destinazioni d’uso.
Restauro e risanamento conservativoRestauro e risanamento conservativo ::Interventi rivolti a conservare l’organismo edilizio e ad assicurare la funzionalitàmediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementitipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentano destinazionid’uso con essi compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, ilripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento di elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell’uso, l’eliminazione degli elementi estranei all’organismo edilizio.
Ristrutturazione edilizia:Ristrutturazione edilizia:Interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possano portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente, Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio, l’eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi o impianti.
Ristrutturazione urbanistica:Ristrutturazione urbanistica:Interventi rivolti a sostituire l’esistente tessuto urbanistico-edilizio con altro, diverso, mediante un insieme sistematico di interventi edilizi anche con la modificazione del disegno dei lotti, degli isolati o delle rete stradale. Restano modificazione del disegno dei lotti, degli isolati o delle rete stradale. Restano ferme le disposizioni e le competenze previste dalle leggi 1039/1939 e 1497/1939 sulla tutela delle case d’interesse storico, artistico ed ambientale.
CATEGORIE DI INTERVENTO
Interventi aventi rilevanza
urbanistica
Interventi aventi rilevanza
edilizia
Sono quelli attuati sul patrimonio edilizio esistente
rivolti a manteneremantenere ee miglioraremigliorare lo stato fisico e
Sono quelli volti a modificaremodificare inin modomodo
sostanzialesostanziale lo stato fisico e funzionale dei rivolti a manteneremantenere ee miglioraremigliorare lo stato fisico e
funzionale dei fabbricati e quegli interventi nuovi non
aventi rilevanza urbanistica, e cioè:
- manutenzione ordinaria e straordinaria -
- restauro -
- conservazione tipologica -
- risanamento conservativo -
- nuovi interventi non aventi rilevanza
urbanistica -
sostanzialesostanziale lo stato fisico e funzionale dei
fabbricati, e cioè gli interventi di:
- nuova realizzazione -
- ampliamento -
- ristrutturazione urbanistica -
- ristrutturazione edilizia -
- interventi di rilevanza urbanistico e
ambientale -
PIANO DELLE AREE DA DESTINARE A INSEDIAMENTI PRODUT TIVI (PIANO DELLE AREE DA DESTINARE A INSEDIAMENTI PRODUT TIVI (PipPip))
Riferimenti legislativiRiferimenti legislativilegge n. 865 del 1971
ContenutiContenuti ::• piano di delimitazione della zona da destinare a insediamenti produttivi (industriali, artigianali, commerciali e turistici);• strumento attuativo che si applica al PRG e al Pdf;• ha valore di Pp per quanto riguarda la dichiarazione di pubblica utilità;• ha valore di Pp per quanto riguarda la dichiarazione di pubblica utilità;• validità decennale;
Competenze per la formazione:Competenze per la formazione:• il Comune delimita le aree;• la Regione concede l’autorizzazione a procedere alla formazione del Pip;• per la formazione del Pip valgono le stesse norme del Peep
Elaborati richiesti:Elaborati richiesti:• planimetria del PRG o del Pdf con la delimitazione delle aree dadestinare a insediamenti produttivi;• per la formazione dei Pip, vedi scheda Peep.
Procedure di approvazione:Procedure di approvazione:• delibera di delimitazione delle zone del Consiglio comunale;• autorizzazione della Regione a procedere alla formazione del Pip;• valgono le stesse procedure del Peep.
Procedura di attuazione:Procedura di attuazione:• il Comune espropria tutte le aree che ricadono nel Pip;• il Comune espropria tutte le aree che ricadono nel Pip;• le aree espropriate sono cedute, per una quantità non superiore al 50 per cento in proprietà, il resto conserva il diritto di superficie: in entrambi i casi la cessione è subordinata a una convenzione tra Comune e destinatari;
Note:Note:Il Pip dà al Comune la possibilità di intervenire sia nella definizione dello sviluppo urbanistico, sia nei modi di attuazione di tale sviluppo,relativamente a tutte le zone destinate a insediamenti produttivi inquanto consente al Comune di intervenire direttamente o di stipulareconvenzioni con i privati.
Va utilizzato con il massimo dimensionamento e con opportuneVa utilizzato con il massimo dimensionamento e con opportuneconvenzioni, per risolvere problemi di nuovo insediamento o ditrasferimento e ristrutturazione di unità produttive esistenti.
Le varianti Le varianti Le varianti Le varianti agli strumenti agli strumenti
di pianificazione generale e attuativadi pianificazione generale e attuativa
LE VARIANTILE VARIANTI
Un PRG resta in vigore a tempo indeterminato, e comunque per una durata normalmente superiore ai 10-15 anni
Nel corso della validità di un PRG è frequentel’esigenza di introdurre modifiche, anchesignificative, alle previsioni in esso comprese, a seguito di fatti imprevisti che modifichino la dinamica evolutiva degli insediamenti
Ogni significativa trasformazione delle previsioni di un PRG avviene tramite laredazione di una VARIANTE AL PRG
Definizione:Definizione:S’intende per variante una variazione parziale o totale delle indicazioni dei piani generali e attuati o delle norme attuative dei piani stessi.
Norma generale:Norma generale:I Comuni non possono dar corso ad alcuna proposta di variante al PRG già approvato senza l’autorizzazione preventiva della Regione, che può concederla solo quando siano sopravvenute ragioni tali da determinare la totale o parziale inattuabilità del piano ragioni tali da determinare la totale o parziale inattuabilità del piano o la convenienza d’aggiornarlo o di migliorarlo.
Procedure per la richiesta di Variante:Procedure per la richiesta di Variante:Il Comune inoltra la richiesta alla Regione, che esprime il proprio parere entro 20 giorni dalla ricezione.
Elaborati per la richiesta di variazione:Elaborati per la richiesta di variazione:La richiesta deve essere accompagnata da• Relazione tecnica-illustrativa;• Planimetria-stralcio della zona da variare;• Planimetria con le indicazioni della variante nella stessa scala della planimetria-stralcio.
Procedure:Procedure:Per la compilazione, l’istruttoria (pubblicazione, osservazioni, ecc.) Per la compilazione, l’istruttoria (pubblicazione, osservazioni, ecc.) ed il deposito successivo all’approvazione delle varianti, tanto ai piani generali che a quelli particolareggiati, valgono le stesse norme e modalità stabilite per i piani originali.
Variazioni a seguito della legge 1187/68Variazioni a seguito della legge 1187/68� la rete delle principali vie di comunicazione stradali, ferroviarie e navigabili e dei relativi impianti;
� la divisione in zone del territorio comunale con la precisazione delle zone destinate all’espansione dell’aggregato urbano e la determinazione dei vincoli e dei caratteri da osservare in ciascuna zona ;
� le aree destinate a formare spazi di uso pubblico o sottoposte a � le aree destinate a formare spazi di uso pubblico o sottoposte a speciali servitù;
� le aree da destinare ad edifici pubblici o di uso pubblico nonché ad opere ed impianti di interesse collettivo o soci ale;
� i vincoli da osservare nelle zone a carattere stori co, ambientale, paesistico ;
� le norme per l’attuazione del piano
La famiglia dei piani particolareggiati esecutiviLa famiglia dei piani particolareggiati esecutiviQuali piani particolareggiati per quali parti di ci ttà?Quali piani particolareggiati per quali parti di ci ttà?
Ppe Piano particolareggiato esecutivo
L. 1150/42 Norma la progettazione specifica di porzioni di città da edificare o parzialmente edificate
Peep Piano per l’edilizia economica e popolare
L. 167/62 Norma la progettazione dei quartieri di edilizia economica e popolare
Pdl Piano di lottizzazione L. 765/67 Norma la realizzazione di lottizzazioni da parte dei privati lottizzazioni da parte dei privati anche in regime di convenzione o sovvenzione da parte di soggetti pubblici
Pip Piano per insediamenti produttivi
L. 865/71 Norma la realizzazione di insediamenti produttivi e artigianali
Pdr Piano di recupero L. 457/78 Norma il recupero dell’esistente anche in termini di aree storiche e centri storici
MODELLO GERARCHICO DELLA STRUMENTAZIONE URBANISTICA
TRADIZIONALE (2)• PROBLEMATICHE
– Mancanza di approccio strategico– Mancanza di partecipazione democratica– Eccessiva rigidità e burocraticità del processo– Lentezza della procedura di formazione e approvazione– Lentezza della procedura di formazione e approvazione– Sfasamento di contenuti e di tempi tra le azioni con dotte a
differenti livelli gerarchici– Conflitti di competenze tra enti preposti al control lo di stessi
ambiti territoriali.