L’ ITALIA dopo la GUERRA...Le prime elezioni politiche dopo la Grande Guerra: Le consultazioni del...
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L’ ITALIA dopo la GUERRA
Vecchi e Nuovi protagonisti:
aspettative: contadini / classe operaia / ceti medi
vecchia politica: crisi classe dirigente (anti-establishment)
nuovi partiti: cattolici / socialisti massimalisti / fascisti
Fattori di crisi:
crisi economica / mobilitazione sociale
fragile assetto istituzionale (anti-parlamentarismo)
continua la lotta fra neutralisti e interventisti
radicalizzazione lotta politica (mito della rivoluzione d’ottobre)
frustrazione internazionale dell’Italia (vittoria mutilata)
Dati della crisi economica:
• inflazione post-bellica e perdita di status ceti medi
• disavanzo della finanza pubblica (debito pubblico)
• disoccupazione causata della riconversione industriale
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I Nuovi Partiti:
Nasce il Partito Popolare Italiano (Scudo crociato Libertas)
Alcide De Gasperi, Giovanni Gronchi, Guido Miglioli
Roma, 19 gennaio 1919: don Luigi Sturzo appello «A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro interezza gli ideali di giustizia e libertà. E mentre i rappresentanti delle Nazioni vincitrici si riuniscono per preparare le basi di una pace giusta e durevole, i partiti politici di ogni paese debbono contribuire a rafforzare quelle tendenze e quei principi che varranno ad allontanare ogni pericolo di nuove guerre, a dare un assetto stabile alle Nazioni, ad attuare gli ideali di giustizia sociale e migliorare le condizioni generali, del lavoro, a sviluppare le energie spirituali e materiali di tutti i paesi uniti nel vincolo solenne della «Società delle Nazioni».
Luigi Sturzo
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Programma del PPI: • ispirazione cattolica, ma programma laico • interclassista • non confessionale (autonomo dalle gerarchie
ecclesiastiche) • antisocialista, antiliberale e riformatore • libertà d’insegnamento (scuola privata) • autonomie locali, sistema proporzionale, voto alle
donne • sistema fiscale più equo • colonizzazione del latifondo e creazione piccola
proprietà • Società della Nazioni, pacifismo, disarmo universale
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Nasce il Fascio di Combattimento
Milano, 23 marzo 1919: Circolo dell'Alleanza Industriale, P.zza San Sepolcro (sansepolcrismo)
Benito Andrea Amilcare Mussolini
Programma dei Fasci di combattimento: • sindacalismo rivoluzionario • esperienza combattentista e interventista • socializzazione delle fabbriche • antisocialismo • antimonarchico • anticlericale • volontà di riscrivere la Costituzione
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DOCUMENTO n. 1
Il programma di San Sepolcro
• Per il problema politico: NOI VOGLIAMO: o 1. Suffragio universale a scrutinio di lista
regionale, con rappresentanza proporzionale, voto ed eleggibilità per le donne.
o 2. Il minimo di età per gli elettori abbassato ai 18 anni; quello per i deputati abbassato ai 25 anni.
o 3. L'abolizione del Senato. o 4. La convocazione di una Assemblea Nazionale
per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire la forma di costituzione dello Stato.
• Per il problema sociale: NOI VOGLIAMO: o 1. La sollecita promulgazione di una legge dello
Stato che sancisca per tutti i lavori la giornata legale di otto ore di lavoro.
o 2. I minimi di paga. o 3. La partecipazione dei rappresentanti dei
lavoratori al funzionamento tecnico dell'industria. o … o 6. Una necessaria modificazione del progetto di
legge di assicurazione sulla invalidità e sulla vecchiaia abbassando il limite di età, proposto attualmente a 65 anni, a 55 anni.
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• Per il problema militare: NOI VOGLIAMO: o 1. L'istituzione di una milizia nazionale con brevi
servizi di istruzione e compito esclusivamente difensivo.
o [...] o Per il problema finanziario: NOI VOGLIAMO:
o 1. Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia la forma di vera espropriazione parziale di tutte le ricchezze.
o 2. II sequestro di tutti i beni delle congregazioni religiose e l'abolizione di tutte le mense Vescovili che costituiscono una enorme passività per la Nazione e un privilegio di pochi.
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Biennio rosso (1919-1920): disordini sociali
Occupazione delle fabbriche - Settembre 1920
L’evoluzione rivoluzionaria del Partito Socialista Italiano Congresso di Bologna PSI - ottobre 1919: crescita impetuosa degli iscritti nel partito: 200.000 iscritti
Decisa mutazione politica dell’ala massimalista del PSI: disegno rivoluzionario - il mito della rivoluzione d’ottobre
(Russia leninista) • massimalisti (Serrati); maggioranza del partito • massimalisti astensionisti (Bordiga e Gramsci); futuro
PCI • minoranza: riformisti (Turati e Matteotti)
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Rivendicazioni del sindacato “riformista”: • aumento dei salari • revisioni normative • riduzione ore di lavoro (8 ore)
Crescita sindacale: • CGdL: 2 milioni di iscritti • CIL: 900mila iscritti • UIdL: 300mila iscritti
Dinamica della crisi 1918-‘20:
biennio rosso • La violenza nella lotta politica: 15 aprile 1919: incendio
provocato dai fascisti nella sede dell’Avanti! • Tumulti e agitazioni per l’aumento del prezzo dei beni
di prima necessità: movimento caro-viveri
• 1918-’20: prezzi dei beni aumentano del 20%-30%
• 1918-’20: scioperi aumentano da 300 a 1.880 (più di un milione di operai coinvolti) / scioperomania
• Occupazione delle terre (ex combattenti-contadini)
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Agitazione del Movimento nazionalista:
• Deludente risultato della Conferenza di Parigi: occupazione di Fiume da parte D’Annunzio
Culmine del biennio rosso (1919-1920):
Occupazione delle fabbriche 30.8 - 19. 9.1920 FIOM: occupazione dopo la serrata della Romeo https://www.youtube.com/watch?v=1Ktmw2kUv-E
Il biennio rosso (1920)
Comizio a Cerignola - 1920
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Manifestazione a Mirafiori – 1920
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Sciopero dei ferrovieri - 1920
Occupazione delle terre in Sicilia - 1920
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Il consiglio di fabbrica nell'ufficio di Agnelli - Settembre 1920
Torino: il bar della camera del lavoro devastato dai fascisti - 1920
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Torino: occupazione della Lancia - Settembre 1920
Torino: fabbrica occupata - 1920
Ambiguità dell’occupazione: • per PSI: prova rivoluzionaria • per CGdL: vertenza sindacale
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Le prime elezioni politiche dopo la Grande Guerra:
Le consultazioni del 16 novembre 1919
• Si vota con la proporzionale e non con il maggioritario,
un sistema più democratico e moderno. • Finisce l’egemonia della classe politica liberale: si
affermano i grandi partiti di massa Nuovi partiti di massa: PSI: 156 seggi PPI: 100 seggi Vecchia classe dirigente: Liberali: 179 seggi Altri Liberali: 38 seggi Fascio di Combattimento: 0! Effetti dopo le elezioni: • fine maggioranza liberale: crolla la vecchia classe
dirigente che aveva costruito il Regno d’Italia • aggravamento situazione economica • accentuata conflittualità sociale • incapacità a risolvere la questione di Fiume • aumento del prezzo politico pane e crisi
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Ancora vecchia politica: governo Giolitti l’unico in grado di mettere insieme una maggioranza molto debole • tassazione progressiva dei redditi • nominatività titoli azionari (pescecani di guerra) • Giolitti colpisce chi ha guadagnato dalla guerra
• finisce l’occupazione delle fabbriche senza repressione:
• aumenti salariali (1921: toccano la punta massima) • commissioni di controllo (solo sulla carta) • declino della sinistra massimalista
Trattato di Rapallo risolve la questione di Fiume: Zara + isole dalmate all’Italia (‘Natale di sangue’, dic. 1920): profonda delusione dei nazionalisti. La politica giolittiana prova a soddisfare le esigenze dei ceti popolari (operai e contadini), ma: • i ceti popolari restano vicini ideologicamente a PSI e a
PPI • la borghesia e i settori produttivi sono scontenti della
linea di governo attendista e tollerante • le frange nazionaliste e gli ex combattenti accentuano la
propria carica protestataria e aggressiva
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le ultime manovre della vecchia politica: Giolitti e alleanza strategica con i “fascisti” 1) Elezioni ammin. nov. ‘20: riflusso sinistra e crescita dei blocchi nazionali, i socialisti conquistano il 24% dei comuni i popolari il 13% Cresce la delusione nei ceti produttivi e nella borghesia
• Spirito di rivalsa / Reazione nelle campagne • Violenza e repressione: risorsa politica • Governo tradisce gli interventisti
Si afferma un nuovo biennio di violenze:
il BIENNIO NERO (1921-1922)
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Biennio nero: l’avvento dello squadrismo (1920-’22) Lo squadrismo fascista: distrugge le sedi delle Camere del Lavoro e alcune sezioni del P.S.I.
bande squadriste
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Giovani squadristi pronti all’azione
A. Tasca, Nascita e avvento del fascismo
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21 novembre 1920 attacco a Palazzo d’Accursio (Bologna); inizia il fascismo agrario (Ferrara) con la reazione dei proprietari terrieri nelle campagne
2.000 morti fra le parti contrapposte: socialisti, popolari, fascisti
La politica si radicalizza anche a Sinistra:
nasce il Partito Comunista d’Italia Livorno, 21 gennaio 1921: adesione ai 21 punti di Lenin ► differenza fra rivoluzione / riforma (adesione all’I.C.) Bordiga (segr.), Gramsci (’24), Togliatti, Terracini, Bombacci (astensionisti): 43.000 iscritti Crisi di governo: non esiste più una maggioranza, maggio ‘21: scioglimento della Camera. Nuove elezioni: Giolitti propone la via dei blocchi nazionali anche a livello nazionale (alleanza fra Liberali e movimento fascista) Esito della Elezioni Politiche 1921: Blocchi Naz. 256 seggi (di cui 35 fascisti) PPI 108 seggi PSI 123 seggi PCd’I 15 seggi Giugno 1921: dimissioni di Giolitti, non ha la maggioranza, nascono dei governi molto deboli e divisi (Facta)
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Nel frattempo, dilaga il movimento fascista I motivi dell’ascesa al potere del fascismo: • abbandono del programma socialisteggiante • aiuto materiale degli agrari • passività di ampi settori dello Stato e delle istituzioni • debolezza del movimento operaio • perfetta organizzazione paramilitare dei fascisti
1919: fase letargica, 5.000 voti, 500 iscritti 1920: profonda conversione antisocialista 88 gruppi locali - 20.000 iscritti
Partito “milizia” / movimento 1921: inizia biennio nero 834 associazioni - 250.000 iscritti
1919-1922: da 500 iscritti a 300.000!
Le violenze fasciste nel I semestre del 1921
1.726 distruzioni operate da squadre fasciste 217 giornali e tipografia 259 case del popolo
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2.119 camere del lavoro 3.107 cooperative
483 leghe contadine 48 società mutuo soccorso
4.141 sezioni socialiste 5.100 circoli di cultura
610 biblioteche 28 sindacati operai 653 circoli operai ricreativi
1922: vengono superati ▲ 300.000 iscritti
Alla fine del 1922: 780.000 iscritti ai fasci La crescita del fenomeno fascista:
Mutazione genetica del movimento fascista: • non più anticapitalista • non più anticlericale • filomonarchico • meno movimentista, più partito • ultranazionalismo • antisocialismo radicale • rinnovamento (vecchio/nuovo) • rigida mentalità gerarchica (capo carismatico)
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Fattori politici che contribuiscono alla crescita: • origine rurale-padana e non urbana • successiva diffusione nei centri urbani (contamina
la base operaia) • creazione di squadre paramilitari – spedizioni
punitive indebolimento della sinistra • Giolitti e i Blocchi nazionali: ingresso dei fascisti
in Parlamento • progressiva convergenza con i nazionalisti
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Crisi finale del sistema liberale Mussolini conversione filo-cattolica: “L’unica idea universale che oggi esiste a Roma è quella che si irradia dal Vaticano” 7 nov. 1921: nasce il Partito Nazionale Fascista (PNF) Segr. Michele Bianchi, 2.200 fasci – 300.000 iscritti accentuata crisi economica: • crescita della disoccupazione • fallimento grandi aziende e Banca di Sconto
febbraio 1922: crisi Bonomi e preclusione PPI a Giolitti nasce il Governo Facta, ma è troppo debole per: • frenare la marea montante del fascismo frantumazione
dei gruppi liberali • scongiurare il fallimento dello sciopero legalitario
proposto dai socialisti riformisti (luglio/agosto 1922) • scongiurare il sostegno dei ceti medi alla reazione
fascista (23 ag. 1922: assassinio di don Giovanni Minzoni, scoutismo e cooperativismo vs. fascismo e corporativismo)
• assistere alla scissione riformista (1°-4 ott. 1922: Congresso PSI a Roma)
• Registrare il fallimento dell’ultimo tentativo di creare un governo di unità democratica anti-fascista
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Il fascismo si prepara a conquistare il “potere”: • 24 ottobre 1922: Convegno di Napoli PNF • Marcia su Roma: De Bono, De Vecchi, Balbo,
Bianchi • 28 ottobre 1922: il re non firma lo stato d’assedio
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29 ottobre 1922: Mussolini riceve l’incarico di formare il governo
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Mussolini incontra Vittorio Emanuele III
4 novembre 1922: l’anniversario della Vittoria
Nasce il governo Mussolini (coalizione) ▼
PNF + nazionalisti + PPI + parte dei liberali
Mussolini diventa:
Presidente del Consiglio Ministro degli Interni Ministro degli Esteri