IL DOPO GUERRA FREDDA (1991 2001)

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IL DOPO GUERRA FREDDA (1991 IL DOPO GUERRA FREDDA (1991 – 2001 2001) 1. Verso un nuovo ordine (disordine) mondiale 2. Il nuovo scenario internazionale 3. Evoluzione nell’uso della forza Mantova, 22 ottobre 2018

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IL DOPO GUERRA FREDDA (1991 IL DOPO GUERRA FREDDA (1991 –– 20012001)1. Verso un nuovo ordine (disordine) mondiale2. Il nuovo scenario internazionale3. Evoluzione nell’uso della forza

Mantova, 22 ottobre 2018

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LA GUERRA FREDDALA GUERRA FREDDA

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URSS & Bloccodell’Est

USA & BloccoOccidentale

OBIETTIVOà diffondereil modello comunista nelmondo

OBIETTIVOà Contenereil comunismo e impedirnela diffusione

METODOLOGIE:« Spionaggio: KGB vs CIA« Competizione: ideologica, politica, sociale, militare,

nucleare, spaziale, tecnologica, sportiva« proxy wars« Bi-Polarismo dell’Europa: NATO vs Patto di Varsavia

CORTINA DI FERRO

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LA CORTINA DI FERROLA CORTINA DI FERRO

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5 marzo 1946: Winston Churchill descrive la situazione dell'Europa, attribuendo ai Sovietici la responsabilità della divisione del continente e concludendo con una frase diventata celebre: «Da Stettino sul Baltico a Trieste sull'Adriatico, una cortina di ferro è scesa sul continente europeo»

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LA COMPETIZIONE DELLA GUERRA FREDDALA COMPETIZIONE DELLA GUERRA FREDDALa Guerra Fredda diede origine ad una competizione tra USA e URSS in diversi ambiti:• Superiorità negli armamenti (convenzionali e nucleari)• Corsa verso lo Spazio• Alleanze (politiche, ideologiche, sociali, culturali)• Controllo di Berlino• Supporto Israele vs Paesi Arabi• Guerre per procura • Cultura, Sport, Tecnologia

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I DUE BLOCCHI NEL 1959I DUE BLOCCHI NEL 1959

NATO

Patto Varsavia

Alleati USA

Alleati URSS

Colonie

Neutrali

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GLI ACCORDI PER RIDURRE/LIMITARE GLI ARSENALIGLI ACCORDI PER RIDURRE/LIMITARE GLI ARSENALI• Trattato SALT I (Strategic Arms Limitations Talks): firmato a Mosca il 26 mag 72 per

“congelare” il numero missili balistici intercontinentali (consentito il possesso dei MIRV, Multiple Indipendently targetable Re-entry Vehicle, capaci di trasportare più testate).

• Trattato SALT II: firmato a Vienna il 18 giu 79 per completare accordo su limitazione arsenali nucleari (mai ratificato dal Senato USA per l’invasione sovietica dell’Afghanistan nel dic 79).

• Accordo START I (Strategic Arms Reduction Treaty): firmato il 31 lug 91 per riduzione armi nucleari.

• Accordo START II: firmato il 3 gen 93 per bandire uso MIRV.• Trattato SORT (Strategic Offensive Reductions Treaty): firmato il 24 maggio 2002 per

limitare ulteriormente il numero testate, entro il 31 dicembre 2012, a 1700 – 2200 (sostituito nel 2011 dal trattato New START).

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LE GUERRE STELLARI LE GUERRE STELLARI Il 23 marzo 1983 Ronald Reagan annuncia un programma di ricerca ambizioso e avveniristico, denominato SDI (Strategic Defence Initiative), conosciuto come il progetto delle “guerre stellari”.

“Scudo” difensivo nello spazio capace di intercettare eventuali missili balistici avversari prima che rientrino nell'atmosfera e distruggerli con raggi laser da stazioni orbitanti.

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Ø Il trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) venne siglato aWashington l'8 dic 1987 dal Presidente Ronald Regan e dal Segretario GeneraleMichail Gorbaciov, a seguito del Vertice di Reykiavik (11 ott 1986).

Ø Il trattato fu il primo risultato del cambio al vertice dell'URRS e pose fine allavicenda degli “euromissili”, ovvero dei missili nucleari a raggio intermedioinstallati sul territorio europeo da URSS (SS-20) e USA (Pershing-2 e BGM-109Tomahawk).

Ø Gli ultimi missili furono eliminati da USA e URSS nel mag 1991 per un totale di2.692 vettori (846 USA e 1.846 URSS).

Ø Gli USA, dopo la dissoluzione dell’URSS (26 dic 1991), ricercaronol’implementazione del trattato con 12 delle ex-repubbliche sovietiche ritenuteeredi dell’INF.

IL TRATTATO INFIL TRATTATO INF

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NEW STRATEGIC ARMS REDUCTION TREATYNEW STRATEGIC ARMS REDUCTION TREATY

Ø Il New START è stato firmato da Stati Uniti e Russia a Praga l'8 aprile 2010.Il trattato sostituisce tutti i precedenti accordi START I (scaduto dic2009), START II e SORT e prevede di ridurre del 30% il limite di testate nuclearifissato dal precedente accordo SORT per entrambe le parti:

• Deployed missiles and bombers:700• Deployed warheads (RVs and bombers):1,550• Deployed and non-deployed launchers (missile tubes and bombers): 800

Ø La durata del trattato è di dieci anni dalla data di entrata in vigore, a meno che non venga sostituito da un accordo successivo, con proroga di ulteriori cinque anni (2026). Ciascuna parte può decidere unilateralmente di disdire l'accordo con un preavviso di 3 mesi.

Ø L'accordo definisce anche le modalità di ispezione dei siti e prevede un preavviso di 48 ore prima del dislocamento di un nuovo vettore.

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LA FINE LA FINE DIDI UN’EPOCAUN’EPOCAA metà anni Ottanta, l'Unione Sovietica paga il prezzodella corsa agli armamenti, ritrovandosi conl'economia collassata e incapace di controllare sia ilproprio paese sia il blocco dei paesi satelliti.Fallisce il tentativo del nuovo segretario, MichailGorbaciov, di riformare il sistema (Glasnost +Perestroika) e la caduta del Muro di Berlino (9 nov1989), simbolo della divisione tra Est e Ovest,sancisce la fine di un'epoca, chiudendo la fase direlazioni internazionali bipolari definite quasi mezzosecolo prima dagli accordi di Jalta, dove il concetto disicurezza equivaleva alla distruzione reciproca.

La dissoluzione dell’URSS avvenuta il 26 dic 1991 sancisce la fine della Guerra Fredda.

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Il crollo del Muro di Berlino nel 1989, e la conseguente dissoluzione dell’URSS (1991), rappresenta un momento cruciale del XX secolo in quanto sancisce la conclusione della “Guerra Fredda” e pone fine all'ordine bipolare nato dopo la 2a GM. Il “terremoto” geopolitico dell’89-91, chiude idealmente il ‘900, definito dallo storico Erich J. Hobsbawn“Il Secolo Breve”, mettendo in moto nuovi scenari internazionali, di cui la riunificazione delle due Germanie è il punto di partenza.

In ambito europeo ha come effetto primario lo sviluppo e l’accelerazione del processo d’integrazione economica e politica tra gli stati del Vecchio Continente, con l’inclusione nella Comunità Europea di molti Paesi appartenuti al Patto di Varsavia. La loro riorganizzazione politica ed economica è stata difficile e non priva di contraddizioni, alcune delle quali ancora irrisolte.

La fine della “Guerra Fredda” ha marcato anche la fine della società industriale che si era sviluppata a partire dagli anni Cinquanta. Se, nel dopoguerra, il mondo era dominato da un’economia fondata sulla produzione di beni, la fine della “Guerra Fredda” ha segnato la nascita della cosiddetta società “post-industriale”, in cui il settore terziario è più sviluppato del secondario.

LA FINE DELLA GUERRA LA FINE DELLA GUERRA FREDDAFREDDA

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La «caduta del muro» ha riaperto il “great game” ma con protagonisti diversi, lacompetizione per l’egemonia petrolifera e poi energetica, le nuove emergenti potenzeeconomiche (i cosiddetti BRICS), la nuove alleanze e le organizzazioni multinazionali(NATO e UE), la presa di coscienza delle potenzialità del mondo arabo e islamico, l’entratain scena del terrorismo internazionale.

Uno scenario che un esperto di affari internazionali, il Professore Ian Clark, hasintetizzato nel conflitto sempre più acceso tra “globalizzazione” e “frammentazione”: dauna parte l’ampliarsi delle interrelazioni su scala mondiale e dall’altra l’acuirsi di spintealla frammentazione (es., divisione Cecoslovacchia, Scozia, Catalogna).

GLOBALIZZAZIONE VS FRAMMENTAZIONEGLOBALIZZAZIONE VS FRAMMENTAZIONE

La globalizzazione – il fenomeno più dibattuto e controverso del nostro tempo – hacomportato una serie di ripercussioni, politiche, economico-finanziarie, culturali oconfessionali, capaci di destabilizzare gli equilibri come erano conosciuti nell’ultimomezzo secolo.

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L’odierna dimensione globale non consente alle società più avanzate di gestire la propriaprosperità in maniera autonoma. Da una parte, infatti, è sempre più necessario disporredi mercati alternativi alla domanda interna mentre dall’altra condizioni di stridentesquilibrio economico-sociale spingono ad azioni più o meno aggressive chi vuolemigliorare la propria condizione.

Le tensioni internazionali che ne derivano mettono alla prova le capacità di previsione eprevenzione perché eventi circoscritti nel tempo e nello spazio sono capaci di propagarsi“oltre” e “lontano”, accrescendo i rischi e le vulnerabilità dei sistemi politici, sociali,economici e finanziari, soprattutto nei Paesi tecnologicamente più avanzati.

GLOBALIZZAZIONEGLOBALIZZAZIONE

In un mondo sempre più complesso, interconnesso, interdipendente ed imprevedibile, ladimensione internazionale diviene inevitabilmente il terreno in cui si giocano i destinidelle Nazioni.

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La natura dei “conflitti armati” si è trasformata. Le guerre tra stati – come quelle tra India e Pakistan, o tra Stati Uniti e Iraq – sono sempre più rare. Sono sempre più numerose le guerre interne per il controllo di un territorio o di uno stato: nei primi dieci anni del ventunesimo secolo, hanno rappresentato l’80 per cento dei conflitti, e si sono distinte per il loro carattere asimmetrico.

La fine della Guerra Fredda ha anche messo in discussione lo status quo mondiale con instabili dinamiche globali: dalla proliferazione incontrollata di conflitti regionali al terrorismo islamico, dal controverso fenomeno delle “primavere arabe” alle recenti, violente tensioni in Ucraina, che testimoniano quanto l’egemonia planetaria degli Stati Uniti sia in un momento di riflessione, sino alle “hybrid wars”.

IL POST GUERRA FREDDAIL POST GUERRA FREDDA

Secondo Uppsala Conflict Data Program (UCDP) il numero dei conflitti attivi è cresciutoda 41 nel 2014 a 50 nel 2015, soprattutto per l’espansione di Daesh in nuovi Paesi. Di questi 50 conflitti solo uno è stato combattuto tra Stati (India–Pakistan). I rimanenti sisono verificati all’interno degli Stati per cause relative ai governi (19), al territorio (29) o per entrambi (1).

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LE CRISI LE CRISI REGIONALI REGIONALI

• Mettono alla prova le Alleanze

• Alimentano le tensioni esistenti

• Generano flussi di profughi e rifugiati

• Incoraggiano il crimine organizzato

• Richiedono interventi esterni della comunità internazionale

• Creano le condizioni per lo sviluppo del terrorismo

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CONFLITTI POST 1990CONFLITTI POST 1990

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Namibia Mozambico

W. Sahara

• Conflicts ethnic and religious• Civil Wars/self determination• Internal conflicts

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Source Uppsala UniversityState-Based Non-State One-SidedType of violence

Total Number of Deaths 2.238326 State-Based 1.290766 Non State 160.940 One-Sided 786.620

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In the past half-century wars between states have become exceedingly rare, and those between great powers and their allies almost non-existent, mainly because of the mutually destructive power of nuclear weapons, international legal constraints and the declining appetite for violence of relatively prosperous societies. On the other hand, intrastate or civil wars have been relatively numerous, especially in fragile or failing states, and have usually proved long-lasting. Climate change, population growth and sectarian or ethnic extremism are likely to ensure that such wars will continue.

POST WW2 CONFLICTSPOST WW2 CONFLICTS

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THE DISTINCTION BETWEEN ARMED CONFLICTSTHE DISTINCTION BETWEEN ARMED CONFLICTS

Ø Interstate violence: a conflict between two or more states (both members ofthe international system), who use their respective national forces in theconflict.

Ø Intrastate violence: the most common form of conflict today. It describessustained political violence that takes place between armed groupsrepresenting the state, and one or more non-state groups. Violence of this sortusually is confined within the borders of a single state, but usually hassignificant international dimensions and holds the risk of spilling over intobordering states (the current conflict in Syria would be described as aIntrastate conflict).

Ø Extrastate conflict: conflict between a state (member of the internationalsystem) and a political entity which does not come in the form of a recognizedstate. This type of conflict can take place outside the boundaries of the staterecognized by the international community.

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RELIGIOUSRELIGIOUS--BASED CONFLICTSBASED CONFLICTS

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INTERVENTI INTERVENTI POST 1991POST 1991

Attacchi terroristici 9/11 spartiacque nella natura degli interventi militari e nei rapporti internazionali

Ø Prima (1991-2001): interventi umanitari

Ø Dopo (dal 2001): interventi di stabilizzazione e sicurezza internazionale e c/terrorismo

Attacchi terroristici 9/11 spartiacque nella natura degli interventi militari e nei rapporti internazionali

Da interventi in conflitti interstatali in interventi in conflitti intrastatali

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SCENARIO ATTUALESCENARIO ATTUALE

• DA CONFIGURAZIONE BIDIMENSIONALE A TRIDIMENSIONALE DEI CONFLITTI

• MAGGIORI SENSIBILITÀ SOCIETÀ OCCIDENTALI

• RUOLO CHIAVE DELLA POPOLAZIONE LOCALE

• LEGITTIMITÀ Vs LEGITTIMAZIONE

• WARRIOR Vs PEACEKEEPER (“IN MEZZO” Vs “DI FRONTE”; “A FAVORE” E NON “CONTRO”)

• INFLUENZA PREMINENTE DEI MEDIA (NARRATIVA)

• TUTTI AMBITI SOCIETÀ INTERESSATI (POLITICO, SOCIALE, ECONOMICO, MILITARE)

• SIGNIFICATO “VITTORIA”

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GLI AVVERSARI DI OGGI (E DEL FUTURO)GLI AVVERSARI DI OGGI (E DEL FUTURO)

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Global Overview since 2017

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Ø 1945 – 1991: ordine bipolare (USA – URSS)

Ø 1991 – 2001: frammentazione dell’equilibrio bipolare (nuova era di instabilità)• Conflitti etnico-religiosi• Guerre di secessione/autodeterminazione• Conflitti di faglia (interni)

Ø 2001 (11/9) – 2009 : lotta al terrorismo/sistema mono-polare USA (dottrina Bush)

Ø 2009 – 2017: graduale disimpegno USA (dottrina Obama)• Espansione Russia & Cina (occupazione spazi)• Terrorismo islamico• Tensioni/crisi regionali

Ø 2017 ……. : sistema multilaterale (USA, Russia, Cina, India e ……. altri Stati fuori controllo)• Contestazione ordine costituito (un mondo senza regole)• Lotta per egemonia regionale (Turchia, …)• Rischi nucleari (PAK, Korea N, …)• Terrorismo islamico• Crisi regionali

Dal Sistema BiDal Sistema Bi--polare al Sistema Multipolare al Sistema Multi--lateralelaterale