La crisi abitativa e le mappe del nuovo disagio abitativo · GLI SCENARI DEL CAMBIAMENTO: ... LE...
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Ugo Baldini CAIRE -Urbanistica 1
ABITARE SOCIALE:NUOVI STRUMENTI E NUOVE DOMANDE
TORINO - Giovedì 4 febbraio 2010
La crisi abitativa e le mappe del nuovo disagio abitativoU g o B a l d i n i - C A I R E
Ugo Baldini CAIRE -Urbanistica 2
VARIAZIONI DELL’ACCESSIBILITA’ 2001 – 2008 in 30’
al 2001 56.995.744
al 2008 60.045.068variazione +3.049.324
popolazione residente
CENTRO - NORD
94,9%94,9%Popolazione dei comuni con variazione di accessibilità superiore all’1%
38,5 mil.38,5 mil.
Variazioni percentuali di accessibilità della popolazione residente 2001 – 2008
(%sull’accessibilità del 2001) tempo 30’
GLI SCENARI DEL CAMBIAMENTO:Novità del saldo migratorio
Popolazione %
SUD E ISOLE
57,5%57,5%11,2 mil.11,2 mil.
Popolazione %Popolazione dei comuni con variazione di accessibilità superiore all’1%
In sette anni 3 milioni
immigrazione
crescita periurbana
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0 VARIAZIONI DELL’ACCESSIBILITA’ 1991 – 2001 in 30’
al 1991 56.778.031
al 2001 56.995.744variazione +217.713
popolazione residente
Variazioni percentuali di accessibilità della popolazione residente 1991 – 2001
(%sull’accessibilità del 1991) tempo 30’GLI SCENARI DEL CAMBIAMENTO:Il confronto con gli anni ‘90
CENTRO - NORD
46,8%46,8%Popolazione dei comuni con variazione di accessibilità superiore all’1%
18,9 mil.18,9 mil.
Popolazione %
SUD E ISOLE
55,8%55,8%10,9 mil.10,9 mil.
Popolazione %Popolazione dei comuni con variazione di accessibilità superiore all’1%
217 mila in dieci anni
crescita periurbana
crescita periurbana
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Gli immigrati al centro nord e i giovani soldati dal sud?
Popolazione stranieraal 2007 3.432.651
STRANIERI ACCESSIBILI PER 1000 RESIDENTI
al 1997 884.555variazione +2.548.096
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Differenza di accessibilità della popolazione residente 1991 – 2008 (% sull’accessibilità del 1991) – 30’ Stranieri accessibili per 1.000 residenti accessibili 30’
2008
2001 -2008
LE DINAMICHE DEL NORD OVEST
1991 -2001
TORINO +4,4%
Differenza di accessibilità della popolazione residente 2001 – 2008 (% sull’accessibilità del 2001) – 30’
2008
CUNEO +5,9%ALESSANDRIA +5,3%ASTI +6,3%NOVARA +7,1%GENOVA +0,3%MILANO +5,6%PARMA +12,0%
TORINO -3,7%CUNEO +1,8%ALESSANDRIA -4,8%ASTI +1,3%NOVARA +1,9%GENOVA -8,9%MILANO -4,1%PARMA +2,6%
TORINO 77,1CUNEO 63,1ALESSANDRIA 79,5ASTI 74,0NOVARA 64,0GENOVA 57,2MILANO 83,3PARMA 95,2
Variazione % - dato comunale Variazione % - dato comunaledato comunale per 1.000 residenti accessibili
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0 VARIAZIONI DELL’ACCESSIBILITA’ 1951 – 2001 in 30’
CENTRO - NORD
84,1%84,1%Popolazione dei comuni con variazione di accessibilità superiore all’2%
34,1 mil.34,1 mil.
Popolazione %
SUD E ISOLE
81,1%81,1%15,8 mil.15,8 mil.
Popolazione %Popolazione dei comuni con variazione di accessibilità superiore all’2%
Popolazione residenteal 1951 47.516.000
al 2001 56.995.744variazione +9.479.744
In cinquant’anni 9 milioni
Variazioni percentuali di accessibilità della popolazione residente 1951 – 2001
(%sull’accessibilità del 1951) tempo 30’
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L’attenzione alla domanda sociale e al cambiamento in corso ha profonde implicazioni per la pratica urbanistica, chiamata operare un campo di innovazioni disciplinari profondo. Quale, allora, è l’urbanistica possibile del cambiamento? A quali fenomeni/esigenze deve fare fronte?
1. E’ in corso una immigrazione di lungo raggio che ha come “fattore di spinta” la fuga dalla povertà;
2. L’immigrazione è richiamata anche da “fattori di attrazione” che hanno origine nel mercato del lavoro per lo squilibrio demografico tra le classi di età in ingresso e in uscita;
3. Anche le famiglie oltre alle imprese richiamano immigrazione per la crescente domanda di lavoro di cura per l‘invecchiamento della popolazione e la crisi dei modelli familiari;
4. La popolazione invecchia perché aumenta la speranza di vita; negli ultimi sei anni è aumentata di 1,3 anni per gli uomini e di 1,6 anni per le donne;
5. La natalità si riprende solo ora e molto lentamente dopo un lungo periodo di crisi della riproduzione naturale che ha avuto in Emilia Romagna il suo epicentro;
0 GOVERNARE IL CAMBIAMENTO (1)
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6. Cresce la disuguaglianza sociale nella distribuzione dei redditi delle famiglie e nell’accesso alle opportunità dell’abitare a quelle formative, di lavoro, di fruizione dei servizi tra popolazioni che risiedono in territori diversi: le condizioni abitative tornano ad essere il più rilevante indicatore di povertà
7. Il sistema di welfare è messo in crisi anche a livello locale per i problemi di una fiscalità non ancora in equilibrio nel rapporto tra centro e periferia e, per l’affollarsi di domande sempre più estese e diversificate: a partire da una nuova domanda di housing sociale;
8. Aumenta il tempo dedicato alla mobilità per gli scambi tra casa e lavoro per effetto del progressivo dilatarsi delle dimensioni dei mercati locali del lavoro e per la crescente congestione dei sistemi di trasporto;
9. Aumenta la pressione sulle risorse naturali esercitata dallo sviluppo economico: l’energia innanzitutto ma anche l’acqua e il suolo;
10. La tragica instabilità dei mercati finanziari incide sull’economia reale e sul territorio da abitare e ha effetti e sul welfare, specie per l’accesso al bene casa.
GOVERNARE IL CAMBIAMENTO (2)
Piani lenti –burocratici– inseguono la complessità che ha bisogno di accertamenti efficaci, trasparenze, orientamenti al progetto, tempi brevi.
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PAESAGGI SOCIALI: QUALITA’ - DISAGIO - RIQUALIFICAZIONE
Qualità
86.99286.992 6,9%6,9%Disagio
162.525162.525 12,9%12,9%
Riqualificazione
1.002.0491.002.049 79,8%79,8%
Qualità
Disagio
Riqualificazione
Qualità
91.64091.640 24,7%24,7%
Disagio4.5884.588 1,2%1,2%
Riqualificazione
274.493274.493 73,9%73,9%
TORINO
MILANO
BOLOGNA
252.776252.776 29,2%29,2%
69.46469.464 8,0%8,0%
541.600541.600 62,6%62,6%
abitanti %
abitanti %
abitanti %
Il cambiamento sociale nello spazio
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LA CITTA’ DELLA RIQUALIFICAZIONE
I caratteri di questa cittàsono la presenza di popolazione conistruzione elevata il 64,9% e di abitazioni di grandi dimensioni (oltre5 stanze) il 39,9%.
LA CITTA’ DELLA QUALITA’
PAESAGGI SOCIALI: QUALITA’- DISAGIO - RIQUALIFICAZIONE
LA CITTA’ DEL DISAGIO
La città delle classi agiate
E’ la più giovane, l’ultima per presenza di stranieri e la seconda per livello di istruzione e dotazioni residenziali dopo le aree privilegiate del Centro Storico e della Collina.
E’ la meno residenziale (solo il 35% degli edifici), la piùinvecchiata, la meno proprietaria (18%).
Le variabili caratterizzanti, oltre alla quota di stranieri il 10,8%, sono la presenza di abitazioni in affitto il 33%, e di abitazioni non occupate il 21% del totale.
Le variabili caratterizzanti sono la presenza di abitazioni di recente costruzione dopo il 1991, il 2,4%, la maggior presenza di abitazioni in proprietà, il 62,5%, e di abitazioni unifamiliari il 14,5% .
La città consolidata
La città degli stranieri La città della produzione
Le variabili caratterizzanti sono la presenza di abitazioni costruite tra 1946 e 1961 il 36%, quella di abitazioni inedifici condominiali 70%, e l’elevata densità abitativaoltre 32.000 abitanti per Kmq.
La città dell’obsolescenzaLa città delle periferie residenziali
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Le variabili caratterizzanti sono la presenza di abitazioni costruite tra 1946 e 1961 (a Torino il 36%, a Bologna il 49,9% a Milano il 42,6%), quella di abitazioni in edifici condominiali (a Torino il 70%, a Bologna il 77%, a Milano l’ 89%) e l’elevata densitàabitativa (a Torino oltre 32.000 abitanti per Kmq, a Bologna 17.600, a Milano oltre 30.000).
Ampiamente diffusa (in misura minore a Torino che ha registrato un picco di crescita piùrecente) è la città dell’immediato dopoguerra, ormai in avanzato stato di obsolescenza fisica e funzionale.
A Torino 959 sezioni (25%) immediatamen-te oltre le realtàstoriche di barrieracon 330.000 abitanti
A Milano 1446 sezioni (24,1%) con 421.000 abitanti, nella prima cintura
A Bologna 826 sezioni (35,57%) con 214.000 abitanti, lun-go le direttrici stori-che della viabilità
PAESAGGI SOCIALI: LA CITTA’ DELL’OBSOLESCENZA
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Incidenza dei comuni con oltre 240 anziani per 100 giovani
Tra i temi del cambiamento:UNA SOCIETA’ DELLA TERZA ETA’
Indice di vecchiaia
Regione N° Comuni Popolazione SuperficiePiemonte 38,6% 8,6% 38,1%Valle d'Aosta 5,4% 0,8% 3,3%Lombardia 9,4% 2,2% 10,4%Trentino Alto Adige 8,3% 5,1% 5,9%Veneto 8,8% 0,7% 8,7%Friuli Venezia Giulia 16,9% 19,9% 22,8%Liguria 60,4% 72,3% 69,9%Emilia Romagna 28,7% 21,2% 36,8%
La Città degli anziani:la carenza di ascensori negli edifici pluripiano nella carta per il PSC di Bologna
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DISUGUAGLIANZE TERRITORIALI: LA DISTRIBUZIONE DEI SERVIZI
Accessibilità all’offertadi servizi equivalenti* (2004 - 2006)
* istruzione: classi di istituti superiorisanità: reparti ospedaliericulturali: musei e bibliotechefinanziari: sportelli bancari e postali
Servizi equivalenti (2004 – 2006)
PERCENTUALE DI POPOLAZIONE CHE IN 30’ACCEDE AD ALMENO 30 UNITA’ EQUIVALENTIItalia 73,9%Lombardia 91,3%Piemonte 87,9%
(Regione con valore più alto)
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(valori in euro) soglia di sostenibilità pari al 25% del reddito totalecanone di mercato=450 € mese
Livello di reddito
PIL pro capite
Italia= 100
Provincia di Modena= 138
Disuguaglianza nella distribuzione
Rapporto fra decimo e primo decile
Italia 11,3
Provincia di Modena 6,5
il caso di Modena
Situazione al 2002 fonte: Indagine ICES mo del CENTRO ANALISI POLITICHE PUBBLICHE (CAPP) dell’Università di Modena e Reggio Emilia
Indagine sulle condizioni economiche e sociali delle famiglie della
Provincia di Modena più ricca ed equa
DISUGUAGLIANZE SOCIALI E RISCHIO DI POVERTA’ ABITATIVA AL 2002
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La percentuale di famiglie che si collocherà a rischio di povertà abitativa va:
dal 20%20% nell’ipotesi più favorevole (in cui il modello di sviluppo non modifichi l’attuale distribuzione relativamente “equa” della ricchezza né riduca il differenziale positivo nel reddito procapite rispetto alla media nazionale)
al 40%40% nell’ipotesi di una crescita meno intensa e meno equa.
LE FAMIGLIE A RISCHIO A REGGIO EMILIA
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fonte: ICES mo 2
Negli ultimi anni anche in Emilia Romagna si è registrato un aumento significativo della disuguaglianza.
I primi dati emersi dalla seconda indagine ICESmo confrontando i dati del 2006 con quelli del 2002 (quelli utilizzati come benchmarck nella nostra ricerca) mostrano come il rapporto tra il reddito equivalente medio individuale del 10° e del 90° percentile è passato da 3,1 a 3,5, come un ulteriore 2% della popolazione si èspostato sotto la soglia di povertà relativa (meno del 60% del reddito mediano), ma soprattutto come tra iresidenti in affitto l’incidenza della povertà supera il 50% e per i nuovi arrivati l’incidenza della povertà raggiunge il 60% contro il 12% dei già residenti al 2002.
Reddito equivalente medioReddito equivalente medio 22.96022.960 24.63324.633 25.24225.242 14.76014.760
Reddito equivalente medianoReddito equivalente mediano 21.18321.183 21.93821.938 22.31422.314 11.98311.983
Indice Gini (disuguaglianza)Indice Gini (disuguaglianza) 0.2550.255 0.2820.282 0.2740.274 ----
Diffusione povertà (% famiglie con reddito equivalente <60% del reddito mediano)Diffusione povertà (% famiglie con reddito equivalente <60% del reddito mediano)
13,6%13,6% 15,6%15,6% 12,8%12,8% 60,0%60,0%
Diffusione povertà (% famiglie con reddito equivalente <40% del reddito mediano)Diffusione povertà (% famiglie con reddito equivalente <40% del reddito mediano)
3,26%3,26% 4,96%4,96% 4,0%4,0% 20,6%20,6%
Indagine 2002 Indagine 2006 Indagine2006residenti prima
del 2002
Indagine2006arrivati dal 2002 in poi
LE DISUGUAGLIANZE SOCIALI CRESCENTI 2002 – 2006 IN EMILIA ROMAGNA
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AZIONIOBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI
7.17.27.37.4
C7. Aumentare la sostenibilità ambientale
della nuova offerta abitativa
6.16.26.36.46.5
B6. Impedire i processi di segregazione socio spaziale
5.15.25. Focalizzare il sostegno all’accesso alla
proprietà della abitazione
AContrastare i rischi di
povertà abitativa
8.1…..…..…..…..
4.14.24.3
4. Migliorare l’efficienza delle politiche di sostegno all’emergenza abitativa
3.13.23.33.43.53.6
3. Ampliare le dimensioni strutturali e la articolazione istituzionale del mercato dell’affitto
2.12.22.3
2. Ridurre la pressione dell’emergenza abitativa con misure congiunturali di sostegno dell’affitto
1.11.21.3
1. Migliorare il contesto socio-economico locale
D8. Costruire una nuova governance per la
politica nazionale della casa
PIA
NO
ST
RA
TE
GIC
O D
ELL
A C
AS
A-
I FA
SE
IL SISTEMA DI OBIETTIVI E POLITICHE
Produzione di alloggi a canone sostenibile
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4. costo di costruzione4. costo di costruzione
3. spese tecniche3. spese tecniche
2. oneri di urbanizzazione 2. oneri di urbanizzazione
5. oneri finanziari5. oneri finanziari
8. oneri gestionali (energia)8. oneri gestionali (energia)
7. oneri amministrativi7. oneri amministrativi
6. oneri fiscali6. oneri fiscali
9. oneri manutentivi 9. oneri manutentivi
1. costo dell’area1. costo dell’area Politiche fondiarie: aree a costo nullo per effetto della cessione generalizzata di diritti edificatoriPolitiche fondiarie: aree a costo nullo per effetto della cessione generalizzata di diritti edificatori
Oneri interamente a carico dei cedenti i diritti edificatori pubbliciOneri interamente a carico dei cedenti i diritti edificatori pubblici
Politiche regolamentari e loro impatto sui costi di costruzione, di manutenzione e gestionePolitiche regolamentari e loro impatto sui costi di costruzione, di manutenzione e gestione
Regime I.C.IRegime I.C.I
Vedi costo di costruzioneVedi costo di costruzione
Vedi costo di costruzione Vedi costo di costruzione
(legislazione regionale)(legislazione regionale)
(legislazione regionale: ERS come standard?)(legislazione regionale: ERS come standard?)
Scelte tipologiche e tecnologiche, dimensioni dei programmi costruttiviScelte tipologiche e tecnologiche, dimensioni dei programmi costruttivi
Considerazione normativa degli interventi ERSConsiderazione normativa degli interventi ERS
Pluralità degli (e concorrenza tra gli) operatoriPluralità degli (e concorrenza tra gli) operatori
Pluralità degli (e concorrenza tra gli) operatoriPluralità degli (e concorrenza tra gli) operatori
Leva finanziaria, agevolazioni pubblicheLeva finanziaria, agevolazioni pubbliche
Scelte tipologiche e tecnologiche in fase costruttivaScelte tipologiche e tecnologiche in fase costruttiva
Scelte tipologiche e tecnologiche in fase costruttivaScelte tipologiche e tecnologiche in fase costruttiva
Le componenti della catena del valore del
bene casa In capo al Comune Di altra natura
LA CATENA DEL VALORE DELL’ALLOGGIO ERS
Le forze e le azioni che possono incidere sulla moderazione del suo prezzo
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PRINCIPALI FATTORI CRITICI PER IL SUCCESSO DELLA POLITICA DI SOCIAL HOUSING - i casi di Reggio Emilia e Ravenna (CONFCOOPERATIVE)
Tasso di interesse 4%-> 8%
Tasso di interesse 4%-> 8%
Variabile critica Variazione % Break-even-point
Canone mensile di equilibrio
Aree a prezzi di mercato
Aree a prezzi di mercato
Azzeramento ICI Azzeramento ICI
+ 37% + 37%
+ 27% + 27%
-26%-26%
537 €537 €
500 €500 €
289 €289 €
MERCATI FINANZIARIMERCATI FINANZIARI
POLITICHE FONDIARIEPOLITICHE FONDIARIE
POLITICHE FISCALIPOLITICHE FISCALI
Fattore
Variazioni rispetto ad un canone mensile base di 350 €
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1P
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LLA
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FA
SE
La manovra per l’housing sociale non può
fare a meno di un ambiente normativo adeguato (riserve di capacità, VAS) ; non di meno il suo successo della manovra
dipenderà anche dalla capacità di risposta imprenditoriale a questa sollecitazione.
I PROTAGONISTI DELLA MANOVRA DI SOCIAL HOUSING
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Dovremo chiedere al più consolidato soggetto dell’abitare sociale, che sono le
cooperative di abitazione, di
adeguare i propri modelli operativi e
il proprio target di intervento, sapendo andare oltre il canale tradizionale
della convenzionata per organizzare domande “appena più povere” di quelle che possono accedere alla proprietàindebitandosi a tassi crescenti.
22P
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I PROTAGONISTI DELLA MANOVRA DI SOCIAL HOUSING
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Dovremo chiedere a nuovi, o rinnovati,
soggetti come le cooperative socialio quelle a proprietà indivisa di assumere un ruolo (e una dimensione)
da protagonisti.
33P
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I PROTAGONISTI DELLA MANOVRA DI SOCIAL HOUSING
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Dovremo chiedere alle agenzie pubbliche per la casa di accettare
la sfida dell’efficienza per mettere sul mercato servizi abitativi competitivi e in equilibrio di costi.
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I PROTAGONISTI DELLA MANOVRA DI SOCIAL HOUSING
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Dovremo chiedere alle fondazioni bancarie (che in parte già lo stanno
facendo) di investire quote del proprio patrimonio a lungo termine nell’abitare sociale; dovremo chiedere ai
fondi etici che si stanno affacciando anche ai nostri mercati di partecipare a questa stagione di investimento sociale.
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I PROTAGONISTI DELLA MANOVRA DI SOCIAL HOUSING
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Dovremo chiedere alle imprese di costruzione di misurarsi con le
esigenze di un prodotto edilizio di buona qualità e di costo contenuto; e questa sfida dovranno
raccoglierla anche i professionistidella progettazione edilizia e urbana per ricercare le soluzioni originali ed efficaci per far tornare i conti (di tutti, utente compreso).
66P
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I PROTAGONISTI DELLA MANOVRA DI SOCIAL HOUSING
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Un concorso di volontà e capacità (una
governance che garantisca un serio orientamento al risultato): azione complessa da realizzare, ma questa - e non altra - è l’innovazione necessaria.
77P
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I PROTAGONISTI DELLA MANOVRA DI SOCIAL HOUSING
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Passare in urbanistica da una visione solo geometrica degli standard alla visione del rendimento sociale dei servizi:il PIL della Città Pubblica.
PARMA – QUARTIERE CITTADELLAIL PIL DEI SERVIZI
PARMA – QUARTIERE CITTADELLACATEGORIE DI SERVIZI
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IL PIL DELLA CITTA’ PUBBLICA, E LE POLITICHE DI WELFARE DELLA CITTA’ CHE SI RINNOVA SENZA ESPANSIONE
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POTENZIALI DI COMUNITA’: LA GAMMA DEI SERVIZI PUBBLICI E PRIVATIPOTENZIALI DI COMUNITA’: LA GAMMA DEI SERVIZI PUBBLICI E PRIVATITIPO PESO SOGLIA
CATEGORIAasili nidoasili nido
scuole maternescuole materne
scuole elementariscuole elementari
scuole mediescuole medie
SERVIZI DI ISTRUZIONE
0,150,15
0,230,23
0,390,39
0,230,23
2
CATEGORIAfarmaciefarmacie
ambulatori e altri centri sanitariambulatori e altri centri sanitari
poliambulatoripoliambulatori
centri diurnicentri diurni
SERVIZI SANITARI DI QUARTIERE
0,140,14
0,090,09
0,480,48
0,290,29
1
CATEGORIAcentri culturali o associativicentri culturali o associativi
cinema o teatricinema o teatri
centri di aggregazionecentri di aggregazione
biblioteche o museibiblioteche o musei
SERVIZI E FUNZIONI CULTURALI
0,300,30
0,150,15
0,250,25
0,300,30
3
CATEGORIAsedi decentramentosedi decentramento
uffici postaliuffici postali
uffici bancariuffici bancari
SERVIZI AMMINISTR., POSTALI E BANCARI
0,400,40
0,300,30
0,300,30
0,380,38
4
CATEGORIAchiese o centri parrocchialichiese o centri parrocchialiLUOGHI DI
CULTO1,001,00
0,620,62
5CATEGORIA
aree verdi attrezzatearee verdi attrezzateVERDE DI FRUIZIONE
1,001,00 116CATEGORIA
impianti sportiviimpianti sportivi 1,001,00 117
barbar
ristorantiristoranti
bevande (vini, olii, birra ed altre)bevande (vini, olii, birra ed altre)
carne e prodotti a base di carnecarne e prodotti a base di carne
COMMERCIO E PUBBLICI SERVIZI
0,050,05
0,050,05
0,050,05
0,050,05
8
frutta e verdurafrutta e verdura
pane, pasticceria, dolciumipane, pasticceria, dolciumi
articoli abbigliamento, accessoriarticoli abbigliamento, accessori
articoli medicali e ortopediciarticoli medicali e ortopedici
calzature e articoli in cuoiocalzature e articoli in cuoio
cosmetici e articoli di profumeriacosmetici e articoli di profumeria
distributori di carburantedistributori di carburante
elettrodomestici, radio-televisori, elettrodomestici, radio-televisori,
farmaciefarmacie
ferramenta, vernici, giardinaggio, ferramenta, vernici, giardinaggio,
libri, giornali, cartolerialibri, giornali, cartoleria
mobili, casalinghi e art. illuminaz.mobili, casalinghi e art. illuminaz.
prodotti tessili e biancheriaprodotti tessili e biancheria
tabacco e generi di monopoliotabacco e generi di monopolio
edicoleedicole
articoli di seconda manoarticoli di seconda mano
0,30,3
0,40,4
11
0,050,05
0,050,05
0,050,05
0,050,05
0,050,05
0,050,05
0,050,05
0,050,05
0,050,05
0,050,05
0,050,05
0,60,6
centro storicocentro storicoTESSUTI STORICI 1,001,00 009
CATEGORIA stazioni metropolitanastazioni metropolitanaTRASPORTO PUBBLICO LOCALE
0,400,40
10 fermate tramfermate tramfermate busfermate bus 0,40,4
stazioni taxistazioni taxi
0,200,200,200,200,200,20
0,050,05
0,050,05
0,050,05
0,050,05
0,050,05
TIPO PESO SOGLIA CATEGORIA
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da -2 a -1 volte la deviazione standard della distribuzione 1 - 0 media0 - 1 1 - 2 2 - 3
LA VAS SOCIALE - POTENZIALI DI COMUNITA’: IL CASO DI VERONA
Ugo Baldini CAIRE -Urbanistica 32
da -2 a -1 volte la deviazione standard della distribuzione 1 - 0 media0 - 1 1 - 2 2 - 3
LA VAS SOCIALE - POTENZIALI DI COMUNITA’: IL CASO DI PARMA
Ugo Baldini CAIRE -Urbanistica 33
Le aree da giocare per aumentare la performances dei servizi
PARMA - QUARTIERE MOLINETTOTESSUTO DELLA CITTA’ PUBBLICA DEL QUARTIERE
Ugo Baldini CAIRE -Urbanistica 34
Area di recupero della qualità locale
La porta della mobilita’ sostenibile
Greenway
Porte urbane
Varchi primari
Varchi secondari
1
2
3
A
B
C
PARMA - QUARTIERE MOLINETTOLE AREE PER LE POLITICHE INTEGRATE DEL QUARTIERE
Ugo Baldini CAIRE -Urbanistica 35
Area di recupero della qualità locale
Integrazione delle funzioni specialistiche sovralocali con una maggiore fruibilitàper le relazioni di vicinato, aumentando la densità e la qualità dei servizi offerti.
Le aree da giocare per aumentare la performances dei servizi
PARMA - QUARTIERE MOLINETTOLE AREE PER LE POLITICHE INTEGRATE DEL QUARTIERE
Ugo Baldini CAIRE -Urbanistica 36
1. Riqualificazione e valorizzazione delle aree verdi favorendo la realizzazione di un sistema fruitivo integrato al tessutoinsediativo esistente e di nuovo impianto.
2. Densificazione funzionale delle aree di sosta al contorno dei servizi sovralocali esistenti, attraverso la realizzazione di strutturemultipiano integrate da interventi di rigenerazione funzionale, in particolare rivolte all’incremento dell’offerta commerciale di vicinato.
3. Rigenerazione funzionale del parcheggio esistente attraverso interventi di densificazione insediativa, con particolare riferimento alle funzioni residenziali, integrati in un riassetto diffuso del sistema di mobilità locale e accessibilità ai servizi sportivisovralocali esistenti.
4. Rigenerazione funzionale dell’area verde e dei parcheggi di piazzale Chaplin integrata a processi di densificazione insediativa, nell’area verde esistente, destinati a garantire nuove funzioni di interesse comune, integrate dalla riconversione funzionale della viabilità esistente in strada-cortile.
5. Rigenerazione funzionale delle aree di sosta esistenti in aree verdi, favorendo, a nord-ovest, la connessione con il sistema di spazi aperti di uso pubblico, e a sud ed a est, l’integrazione dei percorsi fruitivi con le funzioni di nuovo insediamento previste da processi di rigenerazione e densificazione funzionale ad est dell’area.
6. Rigenerazione funzionale del fronte urbano di via Pellico e del fronte principale di accesso alle infrastrutture sportivesovralocali, in particolare dei parcheggi esistenti, in aree a verde e spazi a prevalente uso pedonale, integrandosi con lariconfigurazione di via Pellico in zona 30, favorendo la riconversione funzionale della viabilità secondaria in strada-cortile.
7. Rigenerazione delle aree di sosta in funzioni residenziali attraverso un intervento di densificazione funzionale integrato nel tessuto insediativo esistente.
PARMA - QUARTIERE MOLINETTOSCHEMA DI AZIONE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLA CITTA’ PUBBLICA
Ugo Baldini CAIRE -Urbanistica 37
PARMA IL MASTERPLAN DEL QUARTIERE E LE POLITICHE DI SETTORE
Politiche di settore
SCUOLE
VERDE E SPORT
COMMERCIO
MOBILITA’
SOCIAL HOUSING
SERVIZI SOCIO – SAN.
SERVIZI CULTURALI
POLITICHE INTEGRATE
POLITICHE INTEGRATE
POLITICHE INTEGRATE
POLITICHE INTEGRATE
POLITICHE INTEGRATE
POLITICHE INTEGRATE
POLITICHE INTEGRATE
ALTRE POLITICHE
ALTRE POLITICHE
ALTRE POLITICHE
ALTRE POLITICHE
ALTRE POLITICHE
ALTRE POLITICHE
ALTRE POLITICHE
MASTERPLAN DEL QUARTIERE MOLINETTO
“PIANI PARTICOLAREGGIATI E PROGETTI INTEGRATI”
SICUREZZA URBANA POLITICHE INTEGRATE ALTRE POLITICHE
1 2
1 2
1 2
1 2
1 2
1 2
1 2
1 2
Aree per politiche integrate 1 2 3
3
3
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3
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IL SOCIAL HOUSING COME OCCASIONE DI RIQUALIFICAZIONE URBANA:densificazione, consumo di suolo,città pubblica LA CANDIDATURA AL BANDO Bando 2° Biennio Programma Casa: 10.000 alloggi entro il 2012COMUNE DI POIRINO - Regione Piemonte
Il territorio urbano e la città pubblica - schema strategico Ambito di intervento - schema strategico