La Granfondo Eterna · diventato per me un mezzo incubo, mi vedevo già scendere dalla bici e...

6
Partenza all'alba dal Colosseo, la Campagnolo Roma è una delle granfondo più affascinanti, con un percorso che inizia e finisce nella città più bella del mondo. Il clima è competitivo, ci si batte sul percorso di 125 km e in quattro cronoscalate Testo ALDO BALLERINI Immagini LUIGI SESTILI La Granfondo Eterna 88 CYCLIST 88 CYCLIST

Transcript of La Granfondo Eterna · diventato per me un mezzo incubo, mi vedevo già scendere dalla bici e...

Page 1: La Granfondo Eterna · diventato per me un mezzo incubo, mi vedevo già scendere dalla bici e scivolare a valle senza riuscire a fermarti. Sarà per questo che appena visto il varco

Partenza all'alba dal Colosseo, la Campagnolo Roma

è una delle granfondo più affascinanti, con

un percorso che inizia e finisce nella città più bella

del mondo. Il clima è competitivo, ci si batte

sul percorso di 125 km e in quattro cronoscalate

Testo ALDO BALLERINI Immagini LUIGI SESTILI

La GranfondoEterna

88 CYCLIST88 CYCLIST

Page 2: La Granfondo Eterna · diventato per me un mezzo incubo, mi vedevo già scendere dalla bici e scivolare a valle senza riuscire a fermarti. Sarà per questo che appena visto il varco

Granfondo Campagnolo Roma b Le sportive

CYCLIST 89

Page 3: La Granfondo Eterna · diventato per me un mezzo incubo, mi vedevo già scendere dalla bici e scivolare a valle senza riuscire a fermarti. Sarà per questo che appena visto il varco

90 CYCLIST

a sera prima della

Campagnolo a Roma

pioveva a dirotto. Le

strade, dei fiumi. All'alba,

al Colosseo, tutto era

passato ed è arrivata una

splendida giornata di sole.

Neppure troppo calda. Lunedì pioveva di nuovo.

L'avvocato Gianluca Santilli, organizzatore di

questa splendida Granfondo, è un uomo fortunato.

Ma se lo merita. Perché grazie a lui la Città Eterna

è tutta per noi, senza traffico, offrendoci in pace

e in silenzio i suoi luoghi più belli, tra cui i Fori

Imperiali, piazza Venezia, piazza di Spagna, via del

Corso, piazza del Popolo, Lungo Tevere...

Quelli del percorso L'Imperiale hanno le

biciclette ante 1987, l'abbigliamento d’epoca,

condividono la stessa strada la tranquilla In bici ai

Castelli, ma si godono una conclusione di fascino

assoluto: la via Appia Antica. Loro Roma se la sono

goduta tutta, i social sono pieni delle loro foto

scattate sulla scalinata di Piazza di Spagna.

"Invece c'è qualcuno che si è scatenato fin

dal primo giro in città", dice Santilli. "Io non

sono contrario all'agonismo, anzi, per me il

bello è proprio questo. Ognuno deve vivere la

Campagnolo Roma come vuole: la vuoi fare a

tutta? Bene. Te la vuoi godere? Altrettanto bene.

Però il competitivo che per superare dieci persone

salta sul marciapiede nel giro in città, per me non

ha compreso cosa abbiamo offerto. Quando ti

ricapita Piazza di Spagna senza traffico?".

In effetti, anche nel giro turistico, quello che

non è nemmeno conteggiato ai fini della classifica,

gli esagitati non sono mancati; arrivavano quasi

spingendoti da una parte: "Scusa, scusa. Destra,

spazio a destra!".

Le frecce del VivaroAl chilometro 30 l'Appia - Castel Gandolfo, un

lungo tratto con dislivello medio del 3% ma con

punti dove si arriva al 5-7, smorza un po' gli

entusiasmi. È il primo serio impegno della giornata,

e chiarisce che questa Granfondo non sarà una

rilassante passeggiata ai Castelli. Il percorso - 122

chilometri per un dislivello di 2.025 metri - infatti

ha preso molto dal Giro del Lazio, gara considerata

LRoma è tutta per noi, senza traffico: i Fori Imperiali, piazza Venezia, piazza di Spagna, via del Corso...

P

Page 4: La Granfondo Eterna · diventato per me un mezzo incubo, mi vedevo già scendere dalla bici e scivolare a valle senza riuscire a fermarti. Sarà per questo che appena visto il varco

Sopra: un passaggio nelle salite

dei Castelli, dove sono tracciate

le cronoscalate; tutti insieme all'alba davanti al Colosseo,

uno spettacolo unico; un falsopiano

immerso nella nebbia delle prime ore del

mattino, il paesaggio cambia ancora

A sinistra: il tratto finale del Rostrum,

la cronoscalata più ripida della

Granfondo, la strada è in pavé, la pendenza

arriva al 18%

durissima. Non c'è mai un metro piatto. E quando

c'è, come sul falsopiano di Pratoni del Vivaro, mica

ci si riprende, anzi, si formano spontaneamente dei

trenini che viaggiano a manetta, 50-60 all'ora uno

incollato all'altro pedalando senza tregua. Li sento

arrivare e mi sposto perché dal rumore pensavo

fosse un'auto; invece sono loro, le frecce del Vivaro,

li rivedrò al traguardo, se mi sbrigo. E poi ci sono le

Cronoscalate.

La classificaLa Granfondo prevede la classifica finale ma anche

quattro cronoscalate. La Panoramica sul lago di

Albano già spinge discretamente, 2,3 chilometri

con pendenza media del 5,9%, ma il peggio arriva

dopo, il Murus, a Rocca di Papa, poco più di un

chilometro ma con una pendenza media del

10,3%, e la Rocca Priora – Trofeo Corriere dello

Sport, 6 chilometri altrettanto tosti.

Mentre fai queste gare nella gara fatichi, ma la

testa è proiettata in avanti, al Rostrum, uno scherzo

da appena 720 metri ma con una pendenza media

P

Granfondo Campagnolo Roma b Le sportive

CYCLIST 91

del 12%. A fine estate abbiamo fatto un sopralluogo

con Santilli, in bici, proprio per conoscere le

cronoscalate. Mi aveva spaventato: "Il Rostrum si

fa, solo la parte finale è difficile, una salita del 18%

sul pavé. Qui non tutti ce la fanno, perché arrivi

che hai già 80 chilometri nelle gambe...". In quel

momento eravamo in macchina, vedevo solo che

è un bel muro dalla pavimentazione terribile, ma

non riuscivo a immaginarmi in quelle condizioni.

A volte è meglio non sapere cosa ti aspetta, così

non sei condizionato; questo Rostrum infatti era

diventato per me un mezzo incubo, mi vedevo

già scendere dalla bici e scivolare a valle senza

riuscire a fermarti. Sarà per questo che appena

visto il varco dello start, per l'emozione mi è scesa

la catena (nel senso letterale). Riparto con le gambe

che mi chiedono "Capo, qual è il piano B?", ma

poi, avvicinandomi alla fine vedo che riesco a

salire. Passare sul tappeto elettronico del traguardo

è stata una grande emozione, tanto più che nella

piazza di Montecompatri c'è una bellissima festa:

quella degli arrivati. P

Page 5: La Granfondo Eterna · diventato per me un mezzo incubo, mi vedevo già scendere dalla bici e scivolare a valle senza riuscire a fermarti. Sarà per questo che appena visto il varco

92 CYCLIST

Da qui in poi è tutta discesaLa festa poi raddoppia, perché prima di partire

mi sono studiato il profilo altimetrico e ho visto

che, come si dice: "Da qui in poi è tutta discesa".

Tutta discesa a parte una salitina che avevo

notato ma che a questo punto (pensavo) fosse

una bazzecola (sbagliavo).

Partiamo così tutti quanti baldanzosi dal

ristoro post-Rostrum; dopo quella prova

suprema non ci avrebbe ammazzato nessuno.

E infatti i primi due chilometri andiamo alla

grande, sono davvero in discesa. La festa dura

poco, però, perché la salitina che si profila poco

dopo non è esattamente una salitina, visto che è

discretamente lunga e ripida. Poi, è vero che da

qui a Roma non ci sono lunghi tratti a pendenza

costante, ma si va a finire in un percorso di una

ventina di chilometri fitto di saliscendi che non

ti danno tregua: non fai in tempo a recuperare

un po' di gamba che subito c'è un'altra rampa.

E così si continua, con il tempo e i chilometri

che passano veloci ma che di certo non volano

via senza sudare, in questa marea di asfalto che

termina alla porta San Sebastiano, arco di arrivo

straordinario al quale si accede percorrendo un

altrettanto straordinario tratto che costeggia le

Mura Aureliane.

All'ultimo ristoro distribuiscono panini con la

porchetta, ma io sono così contento dei miei 125

chilometri, che indugio nel ripristino delle energie

consumate, e resto così, un po' spaesato accanto

alla mia bicicletta. Quando mi decido i panini sono

finiti. Un mio grade classico: quando mi decido

ormai è tardi.

P

P

Il percorso ha preso molto dal Giro del Lazio, gara durissima. Non c'è mai un metro piatto

Page 6: La Granfondo Eterna · diventato per me un mezzo incubo, mi vedevo già scendere dalla bici e scivolare a valle senza riuscire a fermarti. Sarà per questo che appena visto il varco

Granfondo Campagnolo Roma b Le sportive

CYCLIST 93

Lo spirito della Granfondo"Per me la Granfondo Campagnolo Roma è divertimento, solidarietà, agonismo, ma soprattutto amicizia, come quella tra me e mia figlia Giulia"

Gianluca Santilli

L'Appia AnticaIl giorno che precede la Granfondo decidiamo di

testare le nostre bici. Per essere sicuri di riuscire

ad affrontare qualsiasi situazione, asfalto liscio,

rugoso, pavé, e tutto ciò che la Provvidenza

- dietro suggerimento di Santilli - ci manderà,

le proviamo sulla strada più affascinante del

mondo: l'Appia Antica. È un'emozione pedalare

su quelle pietre spettacolari: "Episodi della grande storia e di vita quotidiana riecheggiano in questo scenario idilliaco fin dai tempi dell’antica Roma...", recita così un brano tratto

dal sito ufficiale della Soprintendenza Speciale

per i Beni Archeologici di Roma (viaappiaantica.

com). Ed è esattamente così. 2300 anni di storia si

sentono, e grazie alle nostre biciclette riusciamo

a muoverci nel silenzio che si addice.

Sopra: i partecipanti a L'Imperiale ripresi nel tratto sull'Appia antica. Dal un punto

di vista tecnico questa storica strada

non è il massimo con una bici da strada.

Il pavé in alcuni tratti non è male, ma a

volte ci sono dei punti con massi talmente

grossi e malmessi (foto a destra)

che occorre muoversi con attenzione.

Dell'emozione che si prova nel percorrere

2300 anni di storia, invece, non si

discute nemmeno

P

]

La Roubaix 2017 è perfetta per affrontare le insidie delle Campagnolo Roma, che si distingue per molti tratti in duro pavé e asfalto molto vario,a volte dissestato. È una bici da corsa al 100%, con il telaio in carbonio molto rigido e leggero per il massimo delle prestazioni, ma con due accorgimenti che la rendono speciale proprio nelle situazioni più difficili. Il manubrio è montato su una vera e propria sospensione che assicura 20 mm di escursione (il ritorno è a molla) e il tubo reggisella, fissato all'altezza della giunzione dei foderi posteriori sul piantone, è libero di flettere. Il risultato è notevole: non solo garantisce un ottimo comfort su tutti i fondi, ma a questo associa una grande sicurezza, garantita anche dalle coperture di ampia sezione (26 mm).

La nostra biciSpecialized Roubaix