La grande spinta innovativa grattacieli, piazze e festival ... · Milano, la fascinazione che essa...

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©RIPRODUZIONERISERVATA Idueluoghisimbolo Latrasformazionepassa perCitylifee(inalto)da BoscoVerticale,torre Unicredit,piazzaAulenti Evoluzione Milano / Anni Duemiladieci Lagrandespintain grattacieli,piazz doveilpresenteè L8esteticasisposaconlaricercasumate Verticaleneèilmodello.Elafascinazione FRANCOBOLELLI A igrattacielipiù moderniemaestosi Isabellacièabituata, vistocheabitaaLos Angeles,apochi minutidaDowntownlacui skylineregnasullosguardoda ognipuntodellasconfinata città.Maognivoltacheviene consuopadre3ovveromio figlio3quiaMilano,Isabella restaincantatadavantial BoscoVerticale.Cosìche quandoaluglioperilsuonono compleannoStefanoBoerile hafattodonodiunavisita guidataalBosco,leiquandoè uscitacongliocchichele brillavanomihadettoadesso hocapitochequesto grattacielononèsoltanto bellissimoèanche intelligentissimo.Perchésì, propriocomequelleragazze checelebrateperlaloro bellezzarivendicanodiessere valutateperlaloro intelligenza,allafineilpremio dipiùbelgrattacielodel pianetastapiuttostostrettoal BoscoVerticale.Sel8operadi Boeriè3noncredocipossano esseredubbi3l8immaginedi copertinadellaMilano contemporanea,èproprio perchéèfortemente paradigmaticadelcodice geneticodiquestacittà,del suostessomododipensare: dovel8esteticanonèmaifinea sestessamaè indissolubilmentesposatacon unaprogettualità profondamentepragmaticae innovativa.Selaformacattura irresistibilmentelosguardo,a essereancorpiùessenziali sonolaricercasuimaterialie lepiante,l8estensionedella biodiversità,ilmodellodi riduzionedell8inquinamento (incimac8èdiscretamente frescoancheneigiornipiù torridi),tuttociòchefadel BoscoVerticaleunvero ecosistemaviventeeun prototipochestaperessere ripresodadiversecittàin diversicontinenti.Inquesto sensoilBoscoèilsimbolodel vertiginosomutamento vissutodaquestacittàin questianni,nell8epocadel futuroistantaneo:quel momentoincuil8evoluzionesi èmessaimpetuosamentea correreecostruireilfuturoè diventatoquasipiùfacileche immaginarlo.Equestavisione, quelladellegrandispinte innovative,Milanol8hafatta propriaarricchendolaed essendonearricchita.Piazza GaeAulenti,Citylifeconle torridiHadideIsozaki,il PavillondiMicheleDeLucchi, maancheilditodiMaurizio Cattelan,eBookcitye PianocityeMiArcheglialtri nuovifestivaleovviamentele settimanedeldesign,eora HumanTechnopolesull8area Expo,iprogettidi reinvenzionedegliscali ferroviari,eilrilanciodella Triennalecomecentro dell8interascenaculturale dellacittà,emillealtrecose.È cosìchehapresocorpo l8improvvisacrescitadi Milano,lafascinazioneche essasièmessainquestianni adesercitare,ilrichiamoche haproiettatosulloscenario internazionale. SeinquestianniMilanoha vissutoestavivendo un8evoluzione impressionante,ancorapiù impressionanteèl8evoluzione dellapercezionediMilano. Improvvisamentelacittà grigiaefreddaèdiventata attraenteeseduttiva,lacittà dacuiiragazzichenehannola possibilitàfuggonoèdiventata lacittàcherichiamatantissim studentiinternazionali,la città;vuoimettereRomao Venezia?<hamoltiplicatoa vistad8occhiolepresenze visitatori,lacittàdove;n succedeniente<siè trasformatain;nonsiriesce stardietroatutto<.Tutto questononhamagicamente risoltoiproblemiele disfunzionicheancorapesano tantosull8evoluzionedella città:mahatotalmente ribaltatol8orizzonte psicologicoepercettivodi tanti,ilriflessocondizion cheoraassocia automaticamenteaMilano ideeesensazioniagliantipod dipochiannifa.Alpuntoch lasuggestionediMilanocome città-statovienevistanon comepresuntuosa rivendicazionecampanilista macomenaturale coronamentodiquesta crescita.D8altraparteè evidenteancheaocchionudo chelamaggiorpartedeilavori riguardaormaiaree3 comunicazione,tecnologie, progettazione3dove l8innovazioneèuna condizionequotidianaoltre cheunanecessità.Èinques combinazionedinuovi progettienuovapercezione cheinquestianniMilanoè diventatahabitatnaturaledei mutamenti,chetuttele proposteinnovative incontranoormaipoca resistenza(finiti,grazieal cielo,itempidelnoa qualunquecosasimuove). Maquestochestaquasiper concludersisarebbedavveroi decenniodell8evoluzioned cittàseavessecreatole condizioniperessere superato.Seguardandola Milanodioggiigiovani ragazzeeragazzivedesseroi marginidimiglioramentoe cominciasseroapensarecome vorrebberovivereinquesta città,comearricchirla,come reinventarla,comeusare l8evoluzionepresentecome prologodell8evoluzione prossimafutura.Setornando fradiecianniaMilanoIsabella costruisseconStefanoBoeri quel;boscoverticaleninja cuihannoparlatoinsieme,che nonèfinquimoltochiaroc potrebbeesseremavi consigliodirestare sintonizzati. 26.fine English Speaking Salon - Come In For A Free Consultation / Other languages: French, Spanish, Portuguese, Russian, Ukrainian, Arabic, Italian www.carusoportaromana131.it C.so di Porta Romana 131 - 20122 Milano - Tel. +39 328 02 36 660 Caruso portaromana131 carusoportaromana131 VII Lunedì 20 agosto 2018 S O C I E T À

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I due luoghi simboloLa trasformazione passa per Citylife e (in alto) da Bosco Verticale, torre Unicredit, piazza Aulenti

Evoluzione Milano / Anni Duemiladieci

La grande spinta innovativagrattacieli, piazze e festivaldove il presente è futuro

L’estetica si sposa con la ricerca su materiali e piante, il BoscoVerticale ne è il modello. E la fascinazione della città è mondiale

FRANCO BOLELLI

A i grattacieli più moderni e maestosi Isabella ci è abituata, visto che abita a Los Angeles, a pochi

minuti da Downtown la cui skyline regna sullo sguardo da ogni punto della sconfinata città. Ma ogni volta che viene con suo padre — ovvero mio figlio — qui a Milano, Isabella resta incantata davanti al Bosco Verticale. Così che quando a luglio per il suo nono compleanno Stefano Boeri le ha fatto dono di una visita guidata al Bosco, lei quando è uscita con gli occhi che le brillavano mi ha detto adesso ho capito che questo grattacielo non è soltanto bellissimo è anche intelligentissimo. Perché sì, proprio come quelle ragazze che celebrate per la loro bellezza rivendicano di essere valutate per la loro intelligenza, alla fine il premio di più bel grattacielo del pianeta sta piuttosto stretto al Bosco Verticale. Se l’opera di Boeri è — non credo ci possano essere dubbi — l’immagine di copertina della Milano contemporanea, è proprio perché è fortemente paradigmatica del codice genetico di questa città, del suo stesso modo di pensare: dove l’estetica non è mai fine a se stessa ma è indissolubilmente sposata con una progettualità profondamente pragmatica e innovativa. Se la forma cattura irresistibilmente lo sguardo, a essere ancor più essenziali sono la ricerca sui materiali e le piante, l’estensione della biodiversità, il modello di riduzione dell’inquinamento (in cima c’è discretamente fresco anche nei giorni più torridi), tutto ciò che fa del Bosco Verticale un vero ecosistema vivente e un prototipo che sta per essere ripreso da diverse città in diversi continenti. In questo senso il Bosco è il simbolo del vertiginoso mutamento vissuto da questa città in questi anni, nell’epoca del futuro istantaneo: quel momento in cui l’evoluzione si è messa impetuosamente a correre e costruire il futuro è diventato quasi più facile che immaginarlo. E questa visione, quella delle grandi spinte

innovative, Milano l’ha fatta propria arricchendola ed essendone arricchita. Piazza Gae Aulenti, Citylife con le torri di Hadid e Isozaki, il Pavillon di Michele De Lucchi, ma anche il dito di Maurizio Cattelan, e Bookcity e Pianocity e Mi Arch e gli altri

nuovi festival e ovviamente le settimane del design, e ora Human Technopole sull’area Expo, i progetti di reinvenzione degli scali ferroviari, e il rilancio della Triennale come centro dell’intera scena culturale della città, e mille altre cose. È così che ha preso corpo l’improvvisa crescita di Milano, la fascinazione che essa si è messa in questi anni ad esercitare, il richiamo che ha proiettato sullo scenario internazionale. Se in questi anni Milano ha vissuto e sta vivendo un’evoluzione impressionante, ancora più impressionante è l’evoluzione della percezione di Milano. Improvvisamente la città grigia e fredda è diventata attraente e seduttiva, la città da cui i ragazzi che ne hanno la possibilità fuggono è diventata

la città che richiama tantissimi studenti internazionali, la città “vuoi mettere Roma o Venezia?” ha moltiplicato a vista d’occhio le presenze di visitatori, la città dove “non succede niente” si è trasformata in “non si riesce a star dietro a tutto”. Tutto questo non ha magicamente risolto i problemi e le disfunzioni che ancora pesano tanto sull’evoluzione della città: ma ha totalmente ribaltato l’orizzonte psicologico e percettivo di tanti, il riflesso condizionato che ora associa automaticamente a Milano idee e sensazioni agli antipodi di pochi anni fa. Al punto che la suggestione di Milano come città-stato viene vista non come presuntuosa rivendicazione campanilista ma come naturale coronamento di questa crescita. D’altra parte è evidente anche a occhio nudo che la maggior parte dei lavori riguarda ormai aree — comunicazione, tecnologie, progettazione — dove l’innovazione è una condizione quotidiana oltre che una necessità. È in questa combinazione di nuovi progetti e nuova percezione che in questi anni Milano è diventata habitat naturale dei mutamenti, che tutte le proposte innovative incontrano ormai poca resistenza (finiti, grazie al cielo, i tempi del no a qualunque cosa si muove).Ma questo che sta quasi per concludersi sarebbe davvero il decennio dell’evoluzione della città se avesse creato le condizioni per essere superato. Se guardando la Milano di oggi i giovani ragazze e ragazzi vedessero i margini di miglioramento e cominciassero a pensare come vorrebbero vivere in questa città, come arricchirla, come reinventarla, come usare l’evoluzione presente come prologo dell’evoluzione prossima futura. Se tornando fra dieci anni a Milano Isabella costruisse con Stefano Boeri quel “bosco verticale ninja” di cui hanno parlato insieme, che non è fin qui molto chiaro cosa potrebbe essere ma vi consiglio di restare sintonizzati.– 6. fine

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