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La Grande Guerra Il 23 Maggio 1915 l’Italia dichiara guerra all’Austria-Ungheria ed entra ufficialmente nel primo conflitto mondiale. La Grande Guerra, nel resto d’Europa, era iniziata l’anno precedente, nell’estate del 1914 a seguito dell’attentato di Sarajevo. Da quel momento, un periodo di scoperte, modernità, innovazioni tecnologiche e relativa pace, durato diversi decenni, svanì ed il Vecchio Continente scivolò nella peggior catastrofe dei tempi moderni, che causò migliaia di morti, il dissolvimento di due imperi (Ottomano e Asburgico), la nascita di sistemi totalitari e di nazionalismi che portarono, a distanza di pochissimi anni, ad un secondo conflitto mondiale, con le conseguenze che abbiamo imparato a conoscere. Per questo motivo la Prima Guerra Mondiale è conosciuta anche come la Grande Guerra. In questo percorso abbiamo voluto ricordare scrittori e artisti di tutte le parti in conflitto caduti al fronte, fatti prigionieri o comunque segnati dalla grande tragedia perché, come abbiamo voluto ribadire: “Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre” (H. Barbusse) A Ivano Gli amici della Biblioteca

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La Grande Guerra

Il 23 Maggio 1915 l’Italia dichiara guerra all’Austria-Ungheriaed entra ufficialmente nel primo conflitto mondiale. La GrandeGuerra, nel resto d’Europa, era iniziata l’anno precedente,nell’estate del 1914 a seguito dell’attentato di Sarajevo.

Da quel momento, un periodo di scoperte, modernità,innovazioni tecnologiche e relativa pace, durato diversidecenni, svanì ed il Vecchio Continente scivolò nella peggiorcatastrofe dei tempi moderni, che causò migliaia di morti, ildissolvimento di due imperi (Ottomano e Asburgico), la nascitadi sistemi totalitari e di nazionalismi che portarono, a distanzadi pochissimi anni, ad un secondo conflitto mondiale, con leconseguenze che abbiamo imparato a conoscere.

Per questo motivo la Prima Guerra Mondiale è conosciutaanche come la Grande Guerra.

In questo percorso abbiamo voluto ricordare scrittori e artisti ditutte le parti in conflitto caduti al fronte, fatti prigionieri ocomunque segnati dalla grande tragedia perché, comeabbiamo voluto ribadire:

“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre” (H. Barbusse)

A IvanoGli amici della Biblioteca

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

Clemente ReboraClemente Rebora(poeta e scrittore italiano)

O ferito laggiù nel valloncellotanto invocasti

se tre compagni intericadder per te che quasi più non eri.

Tra melma e sanguetronco e senza gambee il tuo lamento ancora,

pietà di noi rimastia rantolarci e non ha fine l’ora,

affretta l’agonia,tu puoi finire,

e conforto ti sia,nella demenza che non sa impazzire,

mentre sosta il momentoil sonno sul cervello,lasciaci in silenzio –

Grazie, fratello

(Viatico, da Le poesie 1913-1957)

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

Agatha ChristieAgatha Christie(scrittrice inglese)

C’eravamo, l’Inghilterra era in guerra. Non mi è facilespiegare la differenza tra i sentimenti che abbiamoprovato allora e quelli che proveremmo ora, a unanotizia del genere. Adesso potremmo restarneterrorizzati, forse sorpresi, ma non sbigottiti, perchésappiamo che può succedere, che è già successo equindi potrebbe ripetersi.Ma il 1914 era stato preceduto da lunghi anni di pace,cinquanta o forse più. Questa volta era diverso;eravamo in guerra con la Germania.

(La mia vita)

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

Winston ChurchillWinston Churchill(uomo politico e memorialista)

Non siamo un popolo giovane con un passatoinnocente e una piccola eredità. Ci siamo accaparrati[...] una quota assolutamente sproporzionata dei benie dei traffici mondiali.Abbiamo tutti i territori che vogliamo, e la nostrapretesa di essere lasciati in pace a godere dipossedimenti vasti e splendidi, acquisiti principalmentecon la violenza, mantenuti in gran parte con la forza, inmolti casi sembra agli altri più irragionevole che a noi.

(Discorso al Parlamento, 1914)

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

John Alexander McCraeJohn Alexander McCrae(poeta, medico e militare canadese)

Nei campi delle Fiandre fioriscono i papaverifila dopo fila tra le croci

che segnano il nostro posto; e in cielovolano le allodole e cantano con coraggio,anche quando a terra rombano i cannoni.

Noi siamo i Morti. Solo pochi giorni faeravamo vivi, sentivamo l’alba, vedevamo

accendersi il tramonto, amavamo, eravamo amati.Ma adesso giacciamo qui, nei campi delle Fiandre.

Continuate voi la lotta col nemico:a voi passiamo la fiaccola, con le nostre

mani tremanti, siano le vostre a tenerla alta.Se non ricorderete perché siamo caduti,

più non avremo pace anche se i papavericontinueranno a crescere sui campi delle Fiandre.

(Nei campi delle Fiandre)

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

Luigi BarziniLuigi Barzini(giornalista e scrittore italiano)

L’eroismo della fanteria nella guerra moderna è quasisempre una virtù di sopportazione, la forza di unaimmobilità, si combatte giacendo senza difesa in unabufera di morte.Il nemico non si vede, il pericolo non si para, e il valoredi una difesa è in una tenacia passiva, nell’inerzia diuna attesa indefinita entro un’atmosfera di massacro.

(Oslavia, 16.2.16)

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

Bertolt BrechtBertolt Brecht(scrittore e drammaturgo tedesco)

Il detto che dolce e onorevole èmorire per la patria può essereconsiderato solo come propagandacon determinati fini […] solo deglistupidi possono essere così vanitosida desiderare la morte, tanto più sepronunciano simili affermazioniquando si ritengono ancora benlontani dall’ultima ora.

(Tema, 1916)

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

Aniello CalifanoAniello Califano(poeta e paroliere italiano)

Scrive sempre e sta’ cuntenta:io nun penzo che a te solaNu penziero me cunzola,

ca tu pienze sulamente a mme.’A cchiù bella ’e tutt’e bbelle,

nun è maje cchiù bella ’e te….Oje vita, oje vita mia

Oje core ’e chistu coreSi’ stata ’o primmo ammore

E ’o primmo e ll’urdemo sarrajepe’ mme!

(’O surdato ’nnamurato)

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

Emilio LussuEmilio Lussu(uomo politico e scrittore italiano) sottotenente comandante di plotone

nella brigata Sassari durante la prima guerra mondiale

Per noi [quel fronte] era ormai diventatoinsopportabile. Ogni palmo di terra ciricordava un combattimento o la tomba diun compagno caduto. Non avevamo fattoaltro che conquistare trincee, trincee etrincee.Dopo quella dei “gatti rossi” era venutaquella dei “gatti neri”, poi quella dei “gattiverdi”.

Ma la situazione era sempre la stessa. Presa unatrincea, bisognava conquistarne un’altra. Trieste erasempre là, di fronte al golfo, alla stessa distanza,stanca.

(Un anno sull’altipiano)

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

Albert EinsteinAlbert Einstein(fisico tedesco, premio Nobel per la fisica 1921)

Disprezzo dal più profondo del cuorechi può con piacere marciare in rango

e formazione dietro una musica;soltanto per errore può aver ricevuto

il cervello; un midollo spinale glibasterebbe ampiamente.

(Come io vedo il mondo)

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

Giani StuparichGiani Stuparich(scrittore e giornalista italiano)

Ferito due volte, viene fatto prigioniero dagli austriaci e liberato nel 1918

[...] ma l’incontro con mamma, più sconsolato fu diquello ch’io m’aspettassi – Me l’hai affidato Carlo, maguardartelo non l’ho saputo, ti ritorno senza di lui - :queste parole le avevo preparate, ma non ebbi voceper dirle e caddi ginocchioni davanti alla pietà di quellafaccia.

(Colloqui con mio fratello)

M’addormento bisognoso d’una consolazione che nonposso domandare agli uomini e non so implorare daDio.

(Guerra del ’15)

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

Benito MussoliniBenito Mussolini(combatte come bersagliere nella Grande Guerra)

Insomma, bisognava decidersi; o la guerra o se no

finiamola con la commedia della grande potenza.

Facciamo delle bische, degli alberghi, dei postriboli e

ingrassiamo.

Un popolo può anche avere questo ideale.

Ingrassare è l’ideale della zoologia inferiore…

(L’Italia nel gennaio del 1915)

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

Mario MonicelliMario Monicelli(regista e sceneggiatore

cinematografico)

Sentinella: “Chi va là?”

Oreste Jacovacci: “Ma chefai, aoh, prima spari e poidici ‘chi va là’?”

Sentinella: “E’ sempre mejo’n amico morto che ’nnemico vivo! Chi siete?”

Oreste Jacovacci: “Semol’anima de li mortacci tua!”

Sentinella: “E allorapassate!”

(dal film “La grande guerra”)

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

24 maggio 191524 maggio 1915L’Italia entra in guerra con l’Austria

Uomo [Garibaldi], egli fu, uomo tra uomini. E voi lo vedeste,santissimi vecchi, lo vedeste da presso come la Veronica vide ilCristo in passione.Il suo volto vero è impresso nella vostra anima come nel sudario ilvolto del Salvatore. Nessuna ombra l’offusca […] Disse “Qui si fal’Italia o si muore”. A lui sta nel futuro “Qui si rinasce e si fa un’Italiapiù grande” oggi dice la fede d’Italia […]O beati quelli che più hanno, perché più potranno dare, più potrannoardere.Beati quelli che hanno venti anni, una mente casta, un corpotemprato, una madre animosa.Beati quelli che, aspettando e confidando, non dissiparono la loroforza, ma la custodirono nella disciplina del guerriero.Beati quelli che disdegnarono gli amori sterili per essere vergini aquesto primo e ultimo amore.Beati quelli che, avendo nel petto un odio radicato, se lostrapperanno con le loro proprie mani; e poi offriranno la loro offerta.Beati quelli che, avendo ieri gridato contro l’evento, accetteranno insilenzio l’alta necessità e non più vorranno essere gli ultimi ma iprimi.Beati i giovani che sono affamati e assetati di gloria, perché sarannosaziati.Beati i misericordiosi, perché avranno da tergere un sanguesplendente, da bendare un raggiante dolore.Beati i puri di cuore, beati i ritornanti con le vittorie, perché vedrannoil viso novello di Roma, la fronte ricoronata di Dante, la bellezzatrionfale d’Italia.

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L’Orazione per la Sagra dei Mille che il 5 maggio 1915 GabrieleD’Annunzio declama all’inaugurazione del monumento a Garibaldi eall’impresa dei Mille, creato dallo scultore Eugenio Baroni sulloscoglio di Quarto, anticipa la dichiarazione di guerra dell’Italiaall’Austria. Il discorso del poeta è così esplicito che, dopo aver lettopreventivamente il testo, Vittorio Emanuele III ha deciso di nonpartecipare all’inaugurazione per non dare il crisma dell’ufficialitàalla propaganda interventista di cui D’Annunzio si è fatto alfiere.

L’emozione sollevata in tutta Italia dal discorso è così forte che ilgiorno dopo il capo di stato maggiore, generale Cadorna, si precipitadal presidente del consiglio Antonio Salandra e protesta: “Ma questaè la guerra immediata!” Non sa, Cadorna, come del resto tutti gliitaliani, che il 26 aprile è stato firmato in gran segreto a Londra untrattato che prevede l’intervento italiano contro gli imperi centralientro la fine di maggio. Lo sanno solo il Re, Salandra e il ministrodegli Esteri Sonnino.

Salandra non si scompone: “Certo, dobbiamo entrare in guerra entroil 26 maggio”. Cadorna annota nel suo Diario “Io non ne sapevonulla. Se non ci fosse stato il discorso di D’Annunzio, quando sareistato avvertito?”

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

Giuseppe UngarettiGiuseppe Ungaretti(poeta italiano)

si arruola volontario nel 19° reggimento e combatte sul Carso e più tardi in Francia

Di che reggimento sietefratelli?

Parola tremantenella notte

Foglia appena natanell’aria spasimanteinvolontaria rivolta

dell’uomo presente alla suafragilitàFratelli

(Fratelli)

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

Erich Maria RemarqueErich Maria Remarque(scrittore tedesco)

combattente volontario nella prima guerra mondiale

Io sono giovane, ho vent’anni: ma della vita nonconosco altro che la disperazione, la morte, il terrore,e la insensata superficialità congiunta con un abisso disofferenze.Io vedo dei popoli spinti l’uno contro l’altro, e chesenza una parola, inconsciamente, stupidamente, inuna incolpevole obbedienza si uccidono a vicenda […]Per anni e anni la nostra occupazione è stata diuccidere, è stata la nostra prima professione nella vita.Il nostro sapere della vita si limita alla morte. Cheaccadrà, dopo? Che sarà di noi?

(Niente di nuovo sul fronte occidentale)

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

Arthur Conan DoyleArthur Conan Doyle(scrittore inglese)

inviato di guerra sul fronte francese e italiano

Se una forza anormale si era presa la briga diimprimere in me quel nome, “Piave”, non potevaessere che per darmi una buona notizia.Ero quindi sicuro di qualche grande vittoria e che ilperno della guerra si sarebbe spostato sul Piave.La mia premonizione era giustificata e la piùschiacciante vittoria di tutta la guerra venne riportataproprio in quella località.

(Memorie e avventure)

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Giuseppe PrezzoliniGiuseppe Prezzolini(scrittore italiano)

combatte come sottotenente nella prima guerra mondiale

Il mio dilemma non è andare o non andare, perché sobene in coscienza che non è andare che serve alPaese ma se non vado debbo chiuder la bocca,lasciare ogni mia posizione d’avanguardia, diorganizzatore civile, di propaganda morale, diPrezzolini insomma.Non avrei più valore. […]Eppure non so ancora come deciderò: ora che la miapenna pareva potesse rendere senza farsi schiava.

(Diario)

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

Curzio MalaparteCurzio Malaparte(scrittore, giornalista e ufficiale italiano)

partecipa alla Grande Guerra nel Corpo degli Alpini

Non è un libro di guerra, questo. E’ il libro di un uomoche fin dai primi giorni è entrato,come volontario, nel cerchio dellaguerra, a capo chino,bestemmiando (non Dio), e chene è uscito all’ultimo giorno,benedicendo Dio, a capo chino,come un francescano; di unuomo che ha lasciato la trinceaassetato d’amore e di pace, maavvelenato fin nelle radici d’odioe di disperazione.

(La rivolta dei santi maledetti)

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

Thomas MannThomas Mann(scrittore e saggista tedesco)

premio Nobel per la letteratura 1929

Come si infiammarono subito i

cuori dei poeti quando ci fu la

guerra […] quale senso di

purificazione, di liberazione, di

immane speranza ci pervase

allora!

Ecco, di questo parlavano i

poeti, solo di questo.

(Pensieri di guerra, 1914)

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Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre

Henri BarbusseHenri Barbusse(romanziere e poeta francese)

Non sono soldati: sono uomini. Non sono avventurieri,guerrieri, fatti per il macello umano – macellai obestiame. Sono contadini e operai che si riconoscononelle loro uniformi. Sono civili sradicati. Sono pronti.Aspettano il segnale della morte e dell’assassinio; macontemplando i loro volti tra i raggi verticali dellebaionette, si vede che sono semplicemente uomini.

(Il fuoco, 1916)

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

Siegfried SassoonSiegfried Sassoon(scrittore e poeta inglese)

combattente nella prima guerra mondiale

Voi, gente che ve ne state al calduccio,

Voi che gridate urrà quando il soldato

passa in parata,

Chiudetevi in casa e pregate di non conoscere mai

L’inferno dove finiscono la gioventù e l’allegria

(Counter-Attack and Other Poems)

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

Angelo Roncalli,Angelo Roncalli,papa Giovanni XXIII

tenente cappellano durante la prima guerra mondiale

23 maggio 1915

Domani parto per il servizio militare insanità. Dove mi manderanno? Forsesul fronte nemico? Tornerò aBergamo, oppure il Signore mi hapreparata la mia ultima ora sul campodi guerra? Nulla so; questo solamentevoglio, la volontà di Dio in tutto e persempre, e la sua gloria nel sacrificiocompleto del mio essere.

(Il giornale dell’anima)

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

Luigi PirandelloLuigi Pirandello(scrittore e drammaturgo italiano)

Così, tra mille anni questa atrocissima guerra, che orariempie d’orrore il mondo intero, sarà in poche righeristretta nella grande storia degli uomini; e nessuncenno di tutte le piccole storie di queste migliaia emigliaia di esseri oscuri, che ora scompaiono travolti inessa.

(Berecche e la guerra)

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“Se ricordassimo non ci sarebbero più guerre”(H.Barbusse)

Alfredo PanziniAlfredo Panzini(saggista, critico e lessicografo italiano)

1918. L’Impero d’Austria non era più.Vienna muore di fame!E’ finito l’Impero! Uno dei tre generali dell’Austria, di sangue imperiale, fissava, muto, esterrefatto, il generaleitaliano che annunciava che l’Impero era morto.Molte altre cose erano morte, e molte nascevano chenoi non vedremo.

(Diario sentimentale della guerra)