LA GIOIA DI UNA ACCOGLIENZA INASPETTATA · “Donna grande è la tua fede! ... Ma se non lo fa Dio...

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Monastero “S. Maria d

poi questa distanza si acuisce ancora di più e, direi, sorprendentemente per questi due primi atteggiamenti di Gesù, quando annota che lo stile consueto di Gesù, ma Matteo lo registra questo e anzi ci arisposta più tagliente, “io non sono stato mandato se non alle pecoreIsraele” e lei non è di quelle; quindihanno una loro forza, innata, e il dolore di una mamma per la sofferenza del proprio figlio- malata sua figlia gravemente quelle frasi divenute bellissime e indimenticabili,queste espressioni, come invito ad una confidenza sempre grande con il Signorequella frase forte e dura di Gesù, cagnolini”, quindi marca ancora la distanzarestituisce una risposta inaspettata e bellissima mangiano le briciole che cadonomessa nel numero dei cagnolini, non pretende di divenire figlia, ma cagnolini, hanno una loro dignità e il mio dolore te lo affidoe intensissimo di fiducia sfonda e Gesù le restituisce la gioia di una acco“donna grande è la tua fede! Avvenga di te come desideri”per tenerla fuori perché la fede, la fede vera, fa diventare di casa, introduce, crea una

Monastero “S. Maria del Monte Carmelo” – Concenedo di Barzio (LC)

LA GIOIA

DI UNA ACCOGLIENZA INASPETTATA

Quando incomincia questo incontroracconto che Matteo (15, 21fatto riascoltare - le distanze sembrano davvero enormi e quindi parrebbe davvero inavvicinabile la possibilità che la vita di questa donna e il Maestro di possano davvero incontrare, perché già il territorio è straniero, la zona di Tiro e di Sidone e per di più lei è donna straniera, dice “è una donna cananea”,regione, e poi questo modo sgraziato, grida, è tipico di chi non sa contenere il disagio e il dolore che ha dentro e allora lo butta fuori come può, come sa, e in una forma fastidiosa se è vero che i discepoli dicono perché, vedi, ci viene dietro gri

poi questa distanza si acuisce ancora di più e, direi, sorprendentemente per questi due quando annota che “non gli rivolse neppure la parola

lo stile consueto di Gesù, ma Matteo lo registra questo e anzi ci aio non sono stato mandato se non alle pecore

quindi, davvero sembra impossibile l’ incontro. Ma i poveri hanno una loro forza, innata, e il dolore di una mamma per la sofferenza del proprio figlio

- il dolore di una mamma sa sfondare, si propone e lo fa te bellissime e indimenticabili, - come vi inviterei a tenerle nel cuore

queste espressioni, come invito ad una confidenza sempre grande con il Signorequella frase forte e dura di Gesù, “non è bene prendere il pane dei f

, quindi marca ancora la distanza: “tu non sei di casa, tu sei straniera!”restituisce una risposta inaspettata e bellissima “è vero, Signore, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”, non si offende dmessa nel numero dei cagnolini, non pretende di divenire figlia, ma cagnolini, hanno una loro dignità e il mio dolore te lo affido” . Questo atteggiamento umile e intensissimo di fiducia sfonda e Gesù le restituisce la gioia di una acco

e! Avvenga di te come desideri”. E’ entrata, non c’era ragione per tenerla fuori perché la fede, la fede vera, fa diventare di casa, introduce, crea una

Concenedo di Barzio (LC)

LA GIOIA

DI UNA ACCOGLIENZA INASPETTATA

Quando incomincia questo incontro - il 15, 21-28) ora ci ha

le distanze sembrano davvero enormi e quindi parrebbe davvero

a possibilità che la vita di aestro di Nazareth si

possano davvero incontrare, perché già il territorio è straniero, la zona di Tiro e di

di più lei è donna straniera, dice ”, che veniva da quella modo sgraziato, grida,

è tipico di chi non sa contenere il disagio e il dolore che ha dentro e allora lo butta fuori come può, come sa, e in una forma fastidiosa se è vero che i discepoli dicono “esaudiscila perché, vedi, ci viene dietro gridando”. Ma

poi questa distanza si acuisce ancora di più e, direi, sorprendentemente per questi due non gli rivolse neppure la parola”, non è

lo stile consueto di Gesù, ma Matteo lo registra questo e anzi ci aggiunge anche una io non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa di

davvero sembra impossibile l’ incontro. Ma i poveri hanno una loro forza, innata, e il dolore di una mamma per la sofferenza del proprio figlio

a sfondare, si propone e lo fa con come vi inviterei a tenerle nel cuore

queste espressioni, come invito ad una confidenza sempre grande con il Signore - perché a non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai

sei di casa, tu sei straniera!”, lei Signore, eppure i cagnolini

dalla tavola dei loro padroni”, non si offende d essere messa nel numero dei cagnolini, non pretende di divenire figlia, ma “anche loro, i

. Questo atteggiamento umile e intensissimo di fiducia sfonda e Gesù le restituisce la gioia di una accoglienza inaspettata

. E’ entrata, non c’era ragione per tenerla fuori perché la fede, la fede vera, fa diventare di casa, introduce, crea una

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famigliarità reale, e Gesù la riconosce in questa mamma affranta dal suo dolore. Questa è la parola del Vangelo affidata oggi alla Chiesa perché a questa Parola attinga, perché da questa Parola impari questa magnanimità di cuore, questa accoglienza ospitale, questa grandezza d’animo: Dio non fa selezioni, non butta fuori quando vede la sincera apertura del cuore, accoglie, introduce e non importa chi è colui che bussa, da dove viene, se straniero o del paese nostro, se lontano o vicino, se segnato da sbagli che schiacciano la vita oppure già retto ed onesto, “adesso mi cerca con cuore sincero e io non lo faccio aspettare”. “Donna grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”. Ecco questa Parola è proprio un regalo grande del Signore per questa domenica e consentiamole di entrare, nel cuore, quando una Parola così cominci non solo ad udirla, ma a farla tua, a crederla profondamente vera, molti aspetti della vita cambiano, molti linguaggi, stili, comportamenti, atteggiamenti, cambiano perché in qualche modo sei profondamente toccato da questo stile magnanimo e ospitale di Dio e allora dopo che fai, il piccino con gli altri ? Il gretto? Quello che fa finta di non udire, di non vedere, quello che non raccoglie il grido di chi soffre? Ma se non lo fa Dio con noi! E per fortuna che Dio è così. Qui poggia la nostra speranza più vera. I testi, tra l’altro, sia quello del profeta (Is 60, 13-14) e quello che già richiamavo all’inizio di Paolo (Rm 9, 21-26), sembrano volerci dire guarda che questo non è capitato a caso nel territorio di Tiro e di Sidone, questo progetto di magnanimità stava da sempre nel cuore di Dio. Il profeta lo aveva intravisto quando parlava degli oppressori che vengono ospitati, e Paolo lo riconosce come dono meraviglioso dell’ Evangelo del Signore. Ecco oggi la nostra preghiera sia questa, che l’accoglienza che diamo alla Parola abbia questa schiettezza, questa profondità.

don Franco Brovelli, omelia al Carmelo di Concenedo, 8 feb ’09. V domenica dopo l’Epifania