BasilicadiS. Eustorgio · E allora gioiamo insieme come quando troviamo una sorpresa inaspettata...

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Basilica di S. Eustorgio Giornale della comunità parrocchiale - DICEMBRE 2010 INSIGNE BASILICA PREPOSITURALE – Piazza Sant’Eustorgio 1 – 20122 Milano Tel. 02.58101583 – Fax 02.89400589 e-mail: [email protected] – Internet: www.santeustorgio.it ORARIO SANTE MESSE Feriale: 7.45 - 17.00 Sabato: 7.45 - 17.00 (vigiliare) Festivo: 9.30 - 11.00 - 12.30 - 17.00

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Basilica di S.EustorgioGiornale della comunità parrocchiale - DICEMBRE 2010

INSIGNE BASILICA PREPOSITURALE – Piazza Sant’Eustorgio 1 – 20122 MilanoTel. 02.58101583 – Fax 02.89400589

e-mail: [email protected] – Internet: www.santeustorgio.it

ORARIO SANTE MESSEFeriale: 7.45 - 17.00 – Sabato: 7.45 - 17.00 (vigiliare) – Festivo: 9.30 - 11.00 - 12.30 - 17.00

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Basilica di S. EustorgioAnno XXI - Dicembre 2010

Direzione e redazione:Piazza Sant’Eustorgio, 120122 MilanoTel. 02/58101583 - Fax 02/89400589e-mail: [email protected] Internet: www.santeustorgio.it

Direttore Responsabile:Andrea Molinari

Redazione:Annamaria ImperlinoCecilia MerisioSegretaria di redazione:Giovanna ValentiImmagini:Mimmo CristofaloIllustrazioni:Angelo SivigliaPubblicità:Rino FuselloImpaginazione:Camillo Sassi, [email protected]

Stampa:Nuova Polistylegraf s.r.l.Corso San Gottardo, 1220136 MilanoTel. 02/89402539

I vostri sacerdoti:Don Pi.Gi.Don ZibiDon Cristiano(telefono 02/58101583)

Registrazione Tribunale di Milanon. 437 del 15 giugno 1991

In copertina, un momento del ritiro per sacerdoti predi-cato da padre Raniero Cantalamessa dal 15 al 17 no-vembre 2010 (foto di Alberto Ravelli, sormontata dal-l’immagine dello Spirito Santo riprodotta in San Pietro)

LE LETTERE a cura di Andrea Molinari

Auna certo punto della mia vita mi sono sentito come se unTIR mi fosse passato sopra.

Allora ho cominciato a notare alcune cose a cui magari prima nondavo peso.Per esempio, a Messa, a Sant’Eustorgio, non ti chiedono comestai ma come va la fede. E questo perché negli incontri di cellulaabbiamo sperimentato innumerevoli volte come siano quelli chestanno malissimo a confortare i cosiddetti sani.E poi quello scambio della pace, dove nessuno ti porge la manocon tiepidezza ma dove ci si abbraccia. Abbracci veri, che duranoun bel po’ di tempo. E quando uno ti libera dall’abbraccio arrivaun altro e la cosa ricomincia. Magari qualcuno si scoccia, ma a unbel momento torna e ti abbraccia lui.Quando la Messa è finita ci incontriamo fuori dalla chiesa e ciabbracciamo di nuovo con il cuore. Ci conosciamo pressoché tutti,chiediamo l’uno dell’altro, ci facciamo carico dei problemi piccolie grandi dei fratelli.Perché ci conosciamo? Perché ci abbracciamo? Io so solo che ilnostro parroco è un grande pastore, con tutti suoi difetti, percarità, ma è uno che non si stanca di insegnare che cos’è l’Amore,non si stanca mai di predicare l’Amore.

Lettera firmata

Gli abbracci che durano

È vero, vedersi circondati in chiesa da persone che ti vengono incontrofa sempre un certo effetto. Sono abbracci che durano, sono belleparole di augurio, soprattutto sono gesti sinceri, autentici.Anch’io mi stupisco, anche se tante volte mi sembra scontato.Un’abitudine? Ma no, non ci si abitua mai.Mi basta attraversare un po’ di ‘deserto’, passare un po’ di tempo perconto mio, per poi riaffacciarmi in modo dimesso nella mia basilica pervedermi sommerso da attenzioni.Persone di cui non ricordo il nome ma che in realtà conosco da sempre.E per loro è lo stesso: non sanno chi sono, come mi chiamo, ma sannoperché sono lì: è lo stesso motivo per cui sono lì anche loro.Abbiamo avuto un grande dono: la fede.E allora gioiamo insieme come quando troviamo una sorpresainaspettata sotto l’albero: “Ehi, era proprio questo il regalo chedesideravo, proprio quello che mi rende più felice, davvero felice!”.Come siamo fortunati.

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Benedetto XVI nell’Angelusdel 20 dicembre del 2009 di-ceva: “Il Natale non è una fa-

vola per bambini, ma la risposta diDio al dramma dell’umanità in cer-ca di pace”.Sì, carissimi, potremo parlare di pa-ce solo quando la giustizia, anche sefaticosamente, si farà strada nei di-scorsi dei ‘grandi’ della terra, perpoi ricadere nelle usuali confidenzefamiliari. Non possiamo pensareche giustizia e pace possano pro-gredire, nel mondo e nella vita ditutti noi, senza un preciso impegnopersonale, di ciascuno uomo, teso araggiungerle. Se vogliamo la pace, dobbiamo par-tire da noi stessi, dalla nostra dispo-nibilità a diventare uomini di pace,cultori della pace. Non ci è consen-tito pretendere una pace di granderespiro restando ancora legati a unalogica individualista che in praticanega questa pace. Diventare “ope-ratori di pace”: ecco ciò che il Van-gelo ci chiede, nonostante il prolife-rare delle guerre e delle ingiustizie.Si tratta di credere che le opere dipace prevalgono sulle divisioni esulle guerre anche se si tratta di di-visioni familiari o comunque di am-bito ridotto. Ecco allora quello che ci viene ri-chiesto: gettare ponti con colorocon i quali siamo in difficoltà di rap-porto, promuovere iniziative di in-contro, non soffermarci troppo a ri-flettere sui torti subiti, accogliereogni intervento dei cosiddetti “ne-mici” con cuore aperto alla com-prensione e al perdono, mettere inatto soprattutto un grande impegnodi preghiera per chiedere benedi-zioni a Dio per “l’altro”o “gli altri”che ci minacciano. Non possiamopretendere di vivere in un mondorappacificato, se non siamo disposti

ad essere a nostra volta autenticioperatori di pace.

Gloria di Dio, pace per gli uominiLa voce che i visitatori della grottadi Betlemme sentono cantare dagliAngeli dice: “Gloria a Dio nell’altodei cieli e pace in terra agli uominidi buona volontà”.Già a questo punto comprendete inche misura siano in relazione tra lo-ro la gloria di Dio e la pace per gliuomini.Come fare, allora, per vivere il Nata-le nel modo giusto ?Il Papa ci indica la strada: calarci neiconflitti del presente, per risolverliattraverso l’amore e la giustizia.Questo aspetto dell’annuncio nata-lizio, quello della pace messianica,

ci fa capire come Betlemme (“cittàdel pane”) è anche una città simbo-lo della pace in Terra Santa e nelmondo intero, anche se fino a ogginon rappresenta una pace stabile edefinitiva, ma una pace faticosa-mente ricercata e custodita.Dio non si accontenta di mezzi risul-tati, perciò anche quest’anno a Be-tlemme, nella Notte di Natale, verràcelebrata una Santa Messa di ricon-ciliazione tra i popoli e di contrastoalla tendenza di risolvere questionietniche e religiose con prese di po-sizione intransigenti.La profezia di pace annunciata nellaNotte Santa propone a tutta la cri-stianità di far propri i sentimenti diGesù per diventare a nostra voltastrumenti e messaggeri di pace, co-

““PACE IN TERRA AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTÀ

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Il Comune di Milano ha asse-gnato il prestigioso Ambrogi-

no d’Oro al nostro don PiGi,con questa motivazione:

“Custode delle tradi-

zioni del rito ambro-

siano della Basilica di

Sant’Eustorgio, don

PierGiorgio Perini, per

tutti don PiGi, ha am-

ministrato il culto e dato suggeri-

menti sulla vita della città.

Interprete delle istanze dei suoi

parrocchiani, i cittadini del Ticinese,

ha richiamato l’attenzione delle

istituzioni sui problemi del quartiere

con lungimiranza tutta meneghina”.

Al nostro parroco l’abbraccio e l’augurio di tuttinoi di Sant’Eustorgio.

L’Ambrogino d’Oro per don PiGi

sì da realizzare quello che la pre-ghiera di San Francesco ci suggeri-sce: “Signore, fai di me uno stru-mento della Tua Pace. Dove è odio,fai ch’io porti l’Amore, dove è offe-sa, ch’io porti il Perdono, dove è di-scordia, ch’io porti l’Unione, dove èdubbio, ch’io porti la Fede”.

Io, operatore di paceQuale sarà il mio apporto, il miocontributo per il raggiungimento diquesta pace? Questo prossimo an-no 2011 lo trascorreremo cercandodi cambiare la realtà odiosa e invivi-bile attraverso l’applicazione delleparole di S. Francesco? Fratelli carissimi, ciò che più impor-ta é divenire operatori di pace e dibene: se questo avverrà, il prossimoNatale e il prossimo anno sarannouna grande benedizione per tuttinoi e per la nostra comunità.

Il vostro don PiGi

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I nostri primi

Nel mese di giugno 2010la nostra cellula ha com-piuto 20 anni!

Come nella vita e nella famiglia,tante cose sono accadute in que-sto tempo. Eravamo all’inizio gio-vani coppie di trenta/quaranten-ni. Ora siamo persone anziane eda qualche anno abbiamo sposta-to gli incontri serali al pomerig-gio, per le difficoltà di uscire la se-ra e tornare tardi.Abbiamo avuto gioie e dolori,conversioni e defezioni, nascite emorti.Desidero ricordare alcuni che nonsono più con noi, sia cellulini cheresponsabili: i Borghetti, Luigi Ba-ro, Luigi Sanfelice... Credo cheora siano validi intercessori perl’impegno di evangelizzazionenostro e di tutta la parrocchia.La cellula 26 non si è arricchita dinuovi elementi durante quest’an-no. Stiamo molto bene insieme(koinonite!) ma abbiamo semprelavorato per portare nuove perso-ne in cellula: durante l’anno ab-biamo avuto più volte un’ospite,Teresa, ma non sappiamo se tor-nerà perché non è ancora certadel suo trasferimento a Milanodal Sud.Continuiamo a evangelizzare nelnostro andare quotidiano attra-verso il servizio, l’esempio e laparola. Edy, la nostra co-leader,aiuta una famiglia musulmana e,quando le chiedono perché lo fac-cia, risponde che cerca di imitareGesù.Paola Bianchi è sempre presente

nei luoghi del dolore e della soffe-renza con una preghiera e unabuona parola.Nessuno di noi tralascia di parla-re di Gesù, della nostra esperien-za di fede e di comunità anchedurante incontri occasionali ma-gari con persone sedute su unapanchina del lungomare...Con i miei cellulini voglio ringra-ziare il Signore per il tempo che ci

ha donato e l’esperienza che ci haconcesso di fare in cellula.Voglio ringraziare anche don Pi-Gi, i nostri responsabili e soprat-tutto Giovanna e Linda che ci gui-dano in questo cammino.Al Signore chiedo la forza e la sa-lute per continuare in questo im-pegno finché Lui lo vorrà.

Paola Superina,

leader della cellula 26

20anni

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Sei meditazioni rivolte ai sacerdoti sullaLettera ai Romani, tutte introdotte dalcommento a una strofa del “Veni Crea-tor Spiritus”, tre Omelie delle Messe eun insegnamento sulla Pentecoste, do-nato al Gruppo di preghiera del Lunedìsera: abbiamo ricevuto un fiume di Gra-zie dal Signore, una ricchezza di spuntida ascoltare e riascoltare per suscitare,alimentare e rafforzare la nostra fede.Da qui la mia decisione di ascoltarlo eriascoltarlo, in ogni momento in cui ciòmi sia possibile.

Queste parole di san Paolo (Rm10, 17), proposte da padre Ra-niero Cantalamessa con autore-

volezza in un passaggio conclusivo del-le sue meravigliose meditazioni tenutea Sant’Eustorgio dal 15 al 17 novembre2010, mi hanno impresso nel cuore ildesiderio di continuare ad ascoltare eriascoltare il predicatore, come si leggee si rilegge la Parola di Dio da cui è ispi-rato, e a proclamare che Cristo è il Si-gnore, il Padre lo ha resuscitato daimorti per la salvezza del mondo.

Padre Raniero ha ricevuto da Dio unapreziosissima unzione dello Spirito San-to. Le sue meditazioni semplici ma pro-fonde, teologicamente ricchissime, fon-date sempre nella Parola di Dio, soste-nute e alimentate da una vasta cono-scenza del Magistero e di 20 secoli dipensiero cristiano, ravvivate da un grandesiderio ecumenico, animate da unapresenza palpabile dello Spirito Santo,sono certamente un meraviglioso vei-colo che alita anche in chi ascolta le Ve-rità e le grazie proclamate.Non singole parole o pensieri hannotrafitto il mio cuore, ma la meravigliosaricchezza dell’Amore di Dio che perva-de ogni pensiero, ogni espressione,ogni speranza. Devo testimoniare chene ho tratta una gioia incontenibile e unrinnovato entusiasmo per l’annunciodell’Amore di Dio: l’offerta gratuita del-la Salvezza, per la quale siamo creati eche ci è donata. Lo Spirito Santo ha per-messo ancora una volta di rinnovaremio cuore.Perché posso affermare “Presenza effi-cace dello Spirito”? Perché dopo que-sto ritiro mi sono trovato a vivere econtinuo a sperimentare un desiderio dievangelizzare e una ricchezza di occa-sioni che non avevo mai riscontrato inpassato.

Un ‘Sì’ davanti a GesùGià dal martedì sera quando, per graziadi Dio, ho avuto il prezioso ministero diesporre il Santissimo e il privilegio di

Il dono delle parole di Padre Raniero Cantalamessa

“La fede viene da ciò

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da tutti molto stimolante e propositivo;io mi sono permesso, senza timore dipoter essere smentito: “In nessun altrocorso prematrimoniale i fidanzati pos-sono sentir parlare dello Spirito Santo,come è stato possibile a voi oggi”.Le occasioni di testimonianza e di evan-gelizzazione si sono susseguite e si ri-petono ogni giorno.Sto facendomi “propagandista” dellaparola di padre Raniero, perché sonoconsapevole che è un dono che Dio ciha fatto per “propagare la fede”.Così è successo che, a una famiglia del-la parrocchia che aveva chiesto di “re-cuperare” la benedizione delle famiglie,dalla quale per un disguido era rimastaesclusa, dopo un bell’incontro in casaloro e un’aperta discussione su proble-mi di fede, di religiosità e di Chiesa, misono permesso di recapitare una copiadel CD accompagnata da poche paroledi ringraziamento per l’incontro avuto.La risposta commossa che ho ricevuto,ne sono certo, è la premessa a un ap-profondimento della conoscenza e…chissà cosa il Signore desidera fare nelcuore di quei fratelli. Avrei molte altre condivisioni da ag-giungere, ma mi limito a quest’ultima.

…anche nelle circostanze più impensateDue giorni fa, in occasione della stipula-zione di un rogito, ho conosciuto unnotaio (donna) che verso la fine del lun-go incontro legale, mi ha permesso,partendo dall’occasione della mia ne-cessità di concludere la riunione perconsentire di recarmi a portare le bene-dizioni, come diacono, di entrare in uncolloquio più profondo. Ella ha afferma-to: “Io non ho la fede, se potessi com-prarla lo farei subito”. Da questa affer-mazione, parlarle della gratuità del do-no della fede, della salvezza offerta daDio con un amore infinito, tanto grandeda offrire la sua vita per noi. Mi era ri-masta in borsa un’ultima copia del CDdi padre Raniero (ne avevo acquistatiun buon numero, ma avevo già distri-buiti tutti gli altri) e con immensa gioia

essere in contemplazione ai piedi del-l’altare, proprio davanti a Gesù nell’Eu-caristia, ho vissuto intensamente il desi-derio di rispondere con rinnovato entu-siasmo alla Sua chiamata, ad annuncia-re il suo Amore, a mettere sempre alprimo posto Lui: “Cristo al centro del-l’annuncio”. Nell’insegnamento sulla Pentecoste,che avevamo ricevuto la sera prece-dente, padre Raniero ci aveva condivi-so il gesto che spesso si compie neigruppi di preghiera evangelici e pente-costali: uscire dal proprio posto e pre-sentarsi davanti al predicatore per di-mostrare al Signore e a tutti i fratelli ilproprio personale e profondo desideriodi conversione. Il padre non l’aveva fat-to ripetere la sera precedente, perchéaffermava: “Non è consueto nella spiri-tualità cattolica”. Ma quando la sera do-po ci siamo trovati in adorazione da-vanti a Gesù, non ho potuto trattenerel’impulso del cuore, l’ispirazione delloSpirito santo, di invitare chi desideravarispondere il proprio ‘Sì’ a Gesù, a ingi-nocchiarsi attorno all’altare. E quale si-gnificativa e sincera risposta ha vissutol’assemblea!

Un dono da porgere...Padre Raniero, nello svolgere l’insegna-mento sulla Pentecoste, ha ripetuta-mente indicato quanto sia efficace loSpirito Santo nel rapporto matrimonia-le, quanto l’Amore del Padre e del Fi-glio vogliano e possano compiere, peril bene della famiglia. Quegli spunti misembrarono così significativi per i “no-stri fidanzati” che mi resi conto comefosse nostro dovere, nella conduzionedel Corso prematrimoniale, ormai vici-no alla conclusione, far partecipi anche iFidanzati del pressante invito di Cristo aconoscere, aprire il cuore e accogliereal dono dello Spirito Santo. Così all’ulti-mo incontro con i fidanzati tutti hannoricevuto un dono, coppie e animatori:la registrazione dell’insegnamento sullaPentecoste, accompagnato dalla pre-ziosa e fedele trascrizione preparata daSofia. Quell’incontro è stato giudicato

che si ascolta …”

glielo ho donato. Porgendolo ho ancheindicato il mio indirizzo e-mail, perché,dopo averlo ascoltato, possa riprende-re il discorso se lo desidera (e se non lofarà lei, lo farò io). Vi garantisco che miha dato più gioia, e l’ho testimoniato atutti i presenti, poter offrire questo do-no di Dio, che aver concluso una sospi-rata vendita immobiliare.Quest’ultima sincera affermazione, almomento dei saluti finali, ha provocatoquesta domanda di uno degli acquiren-ti: “Se ho memorizzato bene il suo indi-rizzo e-mail è …. “ ed ha ripetuto esat-tamente il mio indirizzo che avevo det-tato al notaio venti minuti prima. Sì,perché il tempo dell’atto notarile è sta-to abbastanza lungo, circa 40 minuti, lachiacchierata sulla fede non ha presomeno di mezz’ora:E così, con il cuore colmo di gratitudineper il Signore, dopo un altro quartod’ora di condivisione con il ragioniereche mi assisteva nell’atto, sono arrivatoun po’ tardi per le benedizioni, ma èstata una serata speciale, come sa Cri-stine che mi accompagnava.Signore, la tua Grazia apra le nostreorecchie e il nostro cuore per ascoltaree accogliere il tuo messaggio d’amoree consentici di poter rispondere alla tuachiamata: annunciatori della salvezza.

Il vostro diacono Pippo

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Carissimo don PiGi,sono Margarita Torrecilla, di To-

ledo, Spagna. Nell’ottobre del 1994sono stata inviata a Sant’Eustorgio,insieme a un altro fratello laico e duesacerdoti, dal Cardinale di Toledo,don Marcelo Gonzales Martin. Vole-vamo conoscere il sistema di evange-lizzazione che il Cardinale voleva in-trodurre nella nostra diocesi. Sono passati 15 anni e forse non lo ri-corda, ma nell’aprile del 1995 lei ela sua equipe di evangelizzatori itine-ranti avete anche tenuto qui a Toledo,nel seminario minore, un corso sullecellule, organizzato dal Cardinale.

La nostra esperienza di AdorazioneCosa è rimasto di tutto ciò? Abbiamoportato l’esperienza vissuta da voi inalcune parrocchie, ma questo non haportato frutto. Il Cardinale don Mar-celo, già in pensione, fu sostituito nelsettembre del 1995, e ci lasciò unpiccolo centro di preghiera e di evan-gelizzazione “Emmaus” che avevacome finalità l’Adorazione Eucaristi-ca come sorgente dell’Evangelizza-zione con il preciso scopo di: “fomen-tare la creazione delle cellule parroc-chiali di evangelizzazione [...]”.Tutto quell’ardore si spense poco a po-co, tranne l’Adorazione nel centro chedon Marcelo aveva creato e che un

gruppo ridotto di laici (del quale facevoparte anch’io) aveva sempre curato.Il Cardinale visitò la cappella dovefacevamo Adorazione tutte le matti-ne. Dopo poco tempo propose di re-staurare la cappella arcivescovile del-l’Immacolata, chiusa da più di 40 an-ni. Questa cappella veniva aperta inoccasione della morte dei Cardinalidi Toledo per esporre i resti mortali alpubblico prima di essere traslati nellacattedrale. Una volta restaurata laCappella, egli stesso ci chiese di tra-sferire lì l’Adorazione del Santissimo.Abbiamo accettato con entusiasmo,abbiamo cominciato a stampare dei

fogli con il commento al Vangelo al fi-ne di evangelizzare: molte personeentravano occasionalmente, ma nes-suno voleva prendersi un impegno se-rio e perseverante, perciò l’Adorazio-ne non era perpetua. Certo è che, an-che se non vedevamo il frutto del no-stro servizio per le cellule di evange-lizzazione, avevamo la consolazioneche l’Adorazione continuava per al-cuni giorni alla settimana.Il Cardinale don Marcelo morì il 25agosto 2004. I suoi resti furono postinella cappella arcivescovile, esposti al-la venerazione dei fedeli, fino a quan-do furono portati nella cattedrale.

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Da 15 anni preghiamo Un lettera insolita e commovente, una testimonianzastraordinaria di perseveranza e affidamento in nomedell’evangelizzazione,nutrita all’Adorazioneeucaristica

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Quanto accadde il mese seguente fu‘provvidenziale’: in quel periodo arri-vò a Toledo, un frate argentino, sco-nosciuto a tutti, che proponeva alleparrocchie l’Adorazione perpetua.Per diversi motivi non riuscì nel suo in-tento, ma ottenne dal Cardinale donAntonio Canizares, allora arcivesco-vo di Toledo, di aprire la cappella ar-civescovile all’Adorazione perpetuae così si fece. Nel febbraio del 2005,nello stesso luogo dove già noi face-vamo Adorazione da quattro anni, sisono iscritte più di 400 persone e fuorganizzata l’Adorazione 24 ore su24! Crediamo che tutto ciò sia avve-nuto grazie all’intercessione di donMarcelo dal Cielo.

“Getta le reti” Mi sono resa sempre più conto chequella frase “Andate al largo” di Gio-vanni Paolo II corrispondeva alle paro-le che Gesù aveva detto a Pietro dopoche era stato tutta la notte a pescaresenza aver preso niente: Pietro credet-te nella Sua Parola e obbedì al manda-to del Signore, perciò tornò a pescaregettando le reti sul lato opposto e tor-nando con la barca piena di pesce.Tutto ciò aveva molte somiglianzecon l’esperienza delle cellule qui a To-ledo. Anche noi avevamo “gettato lereti”, avevamo fatto tanti sforzi perdiffondere quell’esperienza di evan-gelizzazione non solo nella diocesima perfino fuori da essa, e nemmenonoi avevamo pescato nulla. Questa riflessione, caro don Pigi, mifece capire che dovevo riprovare dacapo, e dovevo obbedire, proprio co-me Pietro, al mandato del Signoreperché anche se avessimo sperimen-tato ancora l’insuccesso, almeno po-tevamo sentire la pace per aver cre-duto alla Sua Parola. Il Signore mi permise di meditare chenoi non avevamo fatto niente per ave-re l’Adorazione perpetua: essa ci erastata donata dalla Provvidenza divi-na, grazie a quel frate argentino chedopo averla iniziata se n’era andato. In fondo noi non avevamo fatto nien-te di più che perseverare ed essere fe-deli all’impegno, non poteva succe-

dere la stessa cosa con l’evangelizza-zione?

La nostra prima cellulaAllora, mi chiedevo, come potevamomettere in pratica tutto ciò? Nella pre-ghiera vedevo chiaramente che lastrada che ci si presentava davantinon era più come quella di prima do-ve tutto il nostro impegno non avevaottenuto risultati. Adesso dovevamosperimentare personalmente il meto-do delle cellule nella nostra quotidia-nità, cominciando dal piccolo gruppodi preghiera carismatica del quale fa-cevo parte anch’io. Ho cominciato a rivedere i video cheavevo comprato al seminario di San-t’Eustorgio del 1995 e ad ascoltare lecassette:quanto più vedevo e ascolta-vo tanto più mi riempivo di entusia-smo per l’evangelizzazione. Rivede-vo tutti voi e, anche se sono passatitanti anni, quegli insegnamenti misembravano attuali come se non fos-se trascorso tanto tempo.Mi rivolsi a diversi sacerdoti propo-nendo loro l’esperienza delle cellulema nessuno mostrò un segno di inte-resse.Visto che cominciare da una parroc-chia pareva impossibile, proposi di

cominciare a pregare per l’evangeliz-zazione un giorno alla settimana, inuna casa privata. Vivevamo i momen-ti della cellula e come insegnamentoascoltavamo le cassette che avevocomprato a Milano. Dopo poche set-timane successe una cosa che non ciaspettavamo. Era arrivato un nuovoparroco alla parrocchia di San Tomè,che noi frequentavamo poiché vicinis-sima alla cappella dell’Adorazioneperpetua. Abbiamo parlato dei nostriincontri, lui stesso ha voluto conoscer-li e ha partecipato a un incontro coninteresse, manifestando la sua volon-tà di approfondire la conoscenza delmetodo delle cellule. Un dettagliomolto importante è che proprio inquesta parrocchia ci sarebbero le ba-si per iniziare le cellule, infatti la cap-pella dell’Adorazione perpetua è pro-prio nella via accanto.

Siamo soli?In quel tempo abbiamo però comin-ciato a porci delle domande del tipo:cosa sarà successo delle cellule a Mi-lano? Ci saranno ancora? O sonoscomparse? Ma il Signore non tardò nel rispon-dermi: un giorno davanti al Santissi-mo mi si avvicinò un sacerdote e mi

per l’evangelizzazione

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disse che mi doveva parlare;io speravo tanto che si trattas-se delle cellule, invece dovevacondividermi di un suo viag-gio a Medjugorje e mi dicevache ci dovevo andare anch’ioin pellegrinaggio Gli raccon-tai che avevo cominciato conle cellule, poiché il mio unicopensiero era rivolto all’evan-gelizzazione, e proprio inquel momento lui mi disseche a Medjugorje aveva in-contrato una ragazza di Sant’Eustor-gio, che le cellule esistevano ancorae che andavano avanti.Non avete idea della gioia che pro-vai, era come se il Signore mi avessedetto “Non temere, vai avanti”. Ma non finisce qui. Dopo poco tempoarrivò un altro sacerdote nella cap-pella, anche lui era andato a Milanoper un seminario internazionale sullecellule. Mi raccontò della bellissimanotizia, che le cellule erano state ap-provate e che avevate ottenuto il Rico-noscimento da parte della Chiesa:don PiGi, congratulazioni! Dio hapremiato la sua perseveranza e tutti isuoi sforzi e sacrifici.Dopo questa notizia scacciai tutte lemie inquietudine e questa certezza mi

diede un nuovo slancio per andareavanti.

A che punto ci troviamo attualmente?Nella premessa del manuale del cor-so leader sta scritto che c’è un primomomento nel quale il sacerdote insie-me a un numero ridotto di laici studia-no il manuale per poi impartirlo a ungruppo maggiore di persone, ed èproprio questo il punto dove ci trovia-mo noi adesso, insieme al parrocoche sta avendo i primi approcci con ilmanuale e che ci registra gli insegna-menti.Non so da dove potremo far uscire ileader perché la nostra parrocchia è

vuota, morta, non ci sono altri gruppie noi siamo solo in quattro. Umana-mente parlando la prospettiva non èdelle migliori, però sappiamo che cisono le basi per iniziare, partendodall’Adorazione perpetua che è vici-no alla parrocchia e considerando ildesiderio del parroco di conoscerequesta esperienza. Io ho tanta fede ecredo nel potere del Signore, l’hosentito tante volte dire da lei nelle cas-sette e nei video; lei ripete spesso:“Bisogna avere fede nel Suo potere,siamo inviati per mezzo del Suo pote-re, lo dice anche il Vangelo e bisognacrederlo perché è verità”. In un video c’è una frase di Paolo VI:“Non bisogna aver paura a ricomin-ciare da capo la complicata ed este-nuante missione dell’evangelizza-zione”. Ricordo che quando siete stati qui nel1995, il Cardinale don Marcelo nelsuo breve discorso di apertura disse:“Sono certo che le cellule di evange-

lizzazione si diffonde-ranno per tutta la diocesidi Toledo”.Dio voglia che questaprofezia si compia, per-ché proprio qui c’è tantagente che si è allontanatadalla chiesa. Per questo lescrivo per metterla al cor-rente della nostra situazio-ne, perché preghi per noi,perché siamo perseverantie perché si realizzi l’operadel Signore.Ecco tutto, don PiGi, lechiedo scusa per la prolissi-tà della mia lettera ma ave-vo il forte desiderio di infor-

marla del legame che tutto ciò ha conSant’Eustorgio, anche se sono passa-ti tanti anni.Un caro saluto, don PiGi: la ringrazioper le sue preghiere, perché so chelei prega tanto per le cellule a Toledo.Dio voglia che si estendano per tuttala Spagna e in tutto il mondo, cosìcompiremmo il comandamento diCristo.Pregheremo per voi, perché andiateavanti con quel prezioso carisma chelo Spirito Santo vi ha donato perchéfruttifichi in tutto il mondo.Cordiali saluti,

Margarita Torrecilla

(Toledo, 1 ottobre 2010)

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Dalla carta stampata

al web

Cari amici,da circa due anni Sant’Eustorgio ha rinnovato il suo

sito internet (lo trovate all’indirizzo santeustorgio.it), dan-do maggiore risalto alla sua presenza sul web, uno stru-mento d’informazione ormai indispensabile nella nostrasocietà e che permette di comunicare in modo tempestivoed efficace. Il sito santeustorgio.it viene aggiornato setti-manalmente e reca, in evidenza, un riquadro con tutti gliappuntamenti della settimana.Altro spazio è dedicato a tutte le attività della parrocchia(all’oratorio è dedicato uno specifico riquadro), con le in-dicazioni di orario, recapiti, natura del servizio.Grazie alle potenzialità del web, il sito si è arricchito pro-gressivamente di contenuti fotografici e multimediali (vi-deo, file audio). In alcune occasioni, come durante il Se-minario internazionale sul sistema delle cellule parrocchia-li di evangelizzazione, il sito ha offerto la diretta videodell’evento.Ancora, uno spazio specifico dedicato alle cellule ospitainformazioni sulle attività della nostra attività di evangeliz-zazione ed è costantemente collegato con il portale dedi-cato alle cellule in Italia (cellule-evangelizzazione.org).Nel corso di questi primi due anni, in larga parte ancora

sperimentali, il sito ha visto crescere in modo davvero rile-vante le visite, che oggi si attestano a poco meno di5.000 al mese, dalle poco più di 1.000 di un paio di an-ni fa.Inevitabilmente, il successo del sito ha ‘mangiato’ il tradi-zionale bacino di lettori del nostro giornale, che ha vistoridursi la sua tiratura. Naturale quindi la scelta di sposta-re risorse dalla carta stampata (ovviamente incomparabil-mente più costosa della pagina web) alla presenza su in-ternet della parrocchia e delle sue attività.Per il momento, quindi, il giornale della comunità ridurràla sua periodicità: per restare sempre informati su San-t’Eustorgio, le cellule e la vita della nostra comunità, vi in-vitiamo quindi a visitare i già ricordati santeustorgio.it ecellule-evangelizzazione.org

Con affetto,la redazione

Verso il 22° Seminario internazionale

A due anni dal riconoscimento della Chiesa al sistema dicellule parrocchiali di evangelizzazione, i nostri sforzi

di far conoscere e diffondere le cellule continuano con laconsueta intensità. A pochi mesi dalla conclusione del 21°Seminario, la nostra comunità si prepara a organizzare unanuova edizione dei questo evento, così ricco di gioia, condi-visione e Grazia.L’appuntamento è dal 25 al 29 maggio 2011, aSant’Eustorgio. Oltre al consueto schema di presentazionedel metodo, durante il seminario è prevista una giornata de-dicata ai sacerdoti sul tema “la conversione pastorale” e duegiornate di formazione specifiche per i leader.

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Carissimo Luigi,

voglio raccontarti di OcutaCharles, un uomo di strada conproblemi mentali che cerchia-mo di seguire ogni giorno. Sa-bato scorso siamo riuscite aportarlo dai fratelli di MadreTeresa che lo hanno lavato,cambiato e rasato... tutto bene,ma fuori faceva freddo! Noinon possiamo dargli una co-perta perché quando lo abbia-

mo fatto ce l'ha restituita, di-cendo che i bambini poi lo pic-chiano per rubargliela... Abbia-mo pensato e ripensato comeaiutarlo e così da un lato gli abbiamo dato una del-le copertine piccole che avevate mandato perchénon si nota molto e poi suor Lita con il materialeche ricopre i vostri pacchi ha cucito un sacco che lopotrà riparare un po’ dal freddo e soprattutto sepiove perché lui dorme a terra sotto una pensilinadel pullman... Non posso dilungarmi molto, la sto-ria è lunga, ma ti dico che oggi lo abbiamo incon-trato tutto bello e trionfante che ci ha riempito il

cuore di gioia! Ti mando la foto del sacco: non è luidentro, è la foto con la prova di una novizia, lui nonpossiamo fotografarlo per rispetto... però abbiamosperanze piano piano di portarlo via dalla strada.Lo affidiamo alle vostre preghiere e grazie per ipacchi, anche questa volta la plastica bianca è ser-vita a una cosa buona... ci vuole un po’ di fantasia,no? Grazie!

Un abbraccio forte, Suor Noemi

Un sacco come casa

Per aiutare il Gruppo missionarioNel cortile di Piazza Sant’Eustorgio 1, subito prima della cappellina dell’Adorazione, si trova la sede del Grup-po Missionario della nostra comunità. Guidato da molti anni da Luigi Mariani, con l’aiuto di un gruppo di vo-lontari, il gruppo raccoglie aiuti per le missioni assistite dalla nostra comunità e ne organizza la distribuzione.È un servizio prezioso, che non finisce mai e che conta sempre sul vostro cuore e la vostra generosità, cometestimonia il breve racconto qui sopra.

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