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AIIA2005: Catania, 27-30 giugno 2005 Codice lavoro: 8010 L’ingegneria agraria per lo sviluppo sostenibile dell’area mediterranea LA GESTIONE TERRITORIALE DEI PAESAGGI AGRARI TERRAZZATI TRA CONSERVAZIONE E SVILUPPO 1 Di Fazio S., Malaspina D., Modica G. Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroforestali e Ambientali (DiSTAfA) – Piazza S. Francesco – 89061 Gallina di Reggio Calabria, Tel +39 0965 682728, [email protected] Riassunto Il presente lavoro è focalizzato sull’analisi del paesaggio agrario, inteso come espressione delle dinamiche di trasformazione di un determinato luogo, messe in atto dalle comunità ai fini insediativi e per lo sfruttamento produttivo delle risorse. L’attenzione è indirizzata verso i paesaggi terrazzati, considerandone la rilevanza assunta alla luce della recente Convenzione Europea sul Paesaggio, con l’obiettivo di definire strategie e strumenti per la gestione territoriale sostenibile e nuovi assi di equilibrio tra le esigenze di conservazione e tutela delle risorse e quelle di sviluppo della popolazione. Vengono presentati i primi risultati di una ricerca condotta in Calabria, con riferimento all’area dei vigneti terrazzati della Costa Viola nel Basso Tirreno Reggino. L’attenzione è dapprima rivolta ai metodi di identificazione e interpretazione del paesaggio. Quindi vengono analizzati i fattori di dissesto e degrado, rapportandoli alla progressiva scomparsa o trasformazione dell’agricoltura. Infine, si esamina l’influenza che gli strumenti di gestione del territorio hanno avuto sui fenomeni descritti, definendo indirizzi e metodi di pianificazione per la valorizzazione del paesaggio in una visione olistica. Parole chiave: pianificazione del paesaggio,vigneti terrazzati, Calabria Summary The present paper is focussed on the agricultural landscape, which is an expression of the relationship between the community and the local resources in view of a productive exploitation of the land. Specific attention was given to the terraced landscapes, which have assumed great relevance in the light of the recent European Landscape Convention. The work aimed at the definition of strategies and tools favouring the sustainable management of the terraced landscapes, so as to determine new balanced assets. The first results of a research project carried out in the terraced vineyards of Costa Viola (Calabria) are presented. Methods for landscape identification and interpretation are discussed, these allowing for the description of the changes which affected the local landscape at different times, up to the present configuration. The main factors which have recently determined the deterioration of the terraced landscape are analysed in relation to the decline or changing of agriculture. In the final part of the paper the influence which the planning tools adopted had on the above described phenomena is discussed. Landscape Planning is addressed is addressed so as to valorise the landscape through an integral approach merging protection and development. Key words: landscape planning, terraced vineyards, Calabria 1 Ricerca condotta nell’ambito del PRIN-Cofin Anno 2003 - prot. 2003073577-006 (coord.: Prof. Stefanino De Montis, resp. Unità di ricerca dell’Università di Reggio Calabria. Prof. Salvatore Di Fazio) “Il paesaggio rurale tra conservazione e innovazione: analisi delle dinamiche evolutive e definizione di strategie e strumenti per una pianificazione sostenibile”. Il contributo degli autori al presente lavoro è paritetico sotto ogni aspetto. 1

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AIIA2005: Catania, 27-30 giugno 2005 Codice lavoro: 8010 L’ingegneria agraria per lo sviluppo sostenibile dell’area mediterranea

LA GESTIONE TERRITORIALE DEI PAESAGGI AGRARI TERRAZZATI TRA CONSERVAZIONE E SVILUPPO 1

Di Fazio S., Malaspina D., Modica G. Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroforestali e Ambientali (DiSTAfA) – Piazza S. Francesco – 89061 Gallina di Reggio Calabria, Tel +39 0965 682728, [email protected]

Riassunto Il presente lavoro è focalizzato sull’analisi del paesaggio agrario, inteso come

espressione delle dinamiche di trasformazione di un determinato luogo, messe in atto dalle comunità ai fini insediativi e per lo sfruttamento produttivo delle risorse. L’attenzione è indirizzata verso i paesaggi terrazzati, considerandone la rilevanza assunta alla luce della recente Convenzione Europea sul Paesaggio, con l’obiettivo di definire strategie e strumenti per la gestione territoriale sostenibile e nuovi assi di equilibrio tra le esigenze di conservazione e tutela delle risorse e quelle di sviluppo della popolazione. Vengono presentati i primi risultati di una ricerca condotta in Calabria, con riferimento all’area dei vigneti terrazzati della Costa Viola nel Basso Tirreno Reggino. L’attenzione è dapprima rivolta ai metodi di identificazione e interpretazione del paesaggio. Quindi vengono analizzati i fattori di dissesto e degrado, rapportandoli alla progressiva scomparsa o trasformazione dell’agricoltura. Infine, si esamina l’influenza che gli strumenti di gestione del territorio hanno avuto sui fenomeni descritti, definendo indirizzi e metodi di pianificazione per la valorizzazione del paesaggio in una visione olistica.

Parole chiave: pianificazione del paesaggio,vigneti terrazzati, Calabria

Summary The present paper is focussed on the agricultural landscape, which is an expression of

the relationship between the community and the local resources in view of a productive exploitation of the land. Specific attention was given to the terraced landscapes, which have assumed great relevance in the light of the recent European Landscape Convention. The work aimed at the definition of strategies and tools favouring the sustainable management of the terraced landscapes, so as to determine new balanced assets. The first results of a research project carried out in the terraced vineyards of Costa Viola (Calabria) are presented. Methods for landscape identification and interpretation are discussed, these allowing for the description of the changes which affected the local landscape at different times, up to the present configuration. The main factors which have recently determined the deterioration of the terraced landscape are analysed in relation to the decline or changing of agriculture. In the final part of the paper the influence which the planning tools adopted had on the above described phenomena is discussed. Landscape Planning is addressed is addressed so as to valorise the landscape through an integral approach merging protection and development.

Key words: landscape planning, terraced vineyards, Calabria

1 Ricerca condotta nell’ambito del PRIN-Cofin Anno 2003 - prot. 2003073577-006 (coord.: Prof. Stefanino De Montis, resp. Unità di ricerca dell’Università di Reggio Calabria. Prof. Salvatore Di Fazio) “Il paesaggio rurale tra conservazione e innovazione: analisi delle dinamiche evolutive e definizione di strategie e strumenti per una pianificazione sostenibile”. Il contributo degli autori al presente lavoro è paritetico sotto ogni aspetto.

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1. INTRODUZIONE Oggi all’agricoltura sono attribuite molteplici funzioni che da sempre ne hanno

caratterizzato lo sviluppo e che hanno assunto, nel corso del tempo, una diversa importanza relativa. Accanto alla funzione produttiva, sempre maggiore rilevanza si è riconosciuta alle funzioni di presidio territoriale e tutela ambientale; inoltre, alcune funzioni di servizio hanno acquisito notevole importanza socio-culturale ed economica, essendo lo spazio rurale divenuto sede privilegiata di molteplici attività che trovano nel paesaggio agrario diversi motivi di attrattiva e che sono interessate alla valorizzazione di risorse tradizionalmente impiegate, o comunque detenute, dagli agricoltori. L’enfatizzazione delle sopracitate funzioni corrisponde a una “tensione compensativa” che contrasta gli squilibri territoriali e lo sradicamento culturale determinatisi a seguito di diversi fattori, tra cui val la pena ricordare: l’affermazione di modelli di sviluppo industriali e intensivi, che hanno interessato anche l’agricoltura; organizzazioni sostanzialmente urbanocentriche dei sistemi insediativi e produttivi; diverse forme di omologazione culturale, con la conseguente cancellazione delle identità culturali e degli elementi di diversità e figurabilità dei luoghi.

2. POSIZIONE DEL PROBLEMA E OBIETTIVI ASSUNTI

2.1. IL PAESAGGIO AGRARIO TRA CONSERVAZIONE E INNOVAZIONE In conseguenza di quanto sopra enunciato, si è perseguita la protezione di tutto ciò che –

segno delle identità e delle culture locali - è sopravvissuto alle trasformazioni accennate o che ancora, in qualche modo potrebbe esserne minacciato. In tale contesto sono mutate anche le politiche e le strategie che riguardano il paesaggio. Se in passato queste erano rivolte soprattutto ad ambiti riconosciuti come di eccezionale valore per il contenuto scenico e la prevalenza di elementi naturali, oggi l’attenzione si sposta verso i paesaggi caratteristici: paesaggi in un certo senso “ordinari”, ma distintivi di una data regione, dove l’elemento culturale apportato dalla presenza antropica assume pari importanza rispetto al dato naturale. È l’idea stessa di “paesaggio” a mutare, tanto da richiederne una formale precisazione. La nozione sancita dalla recente Convenzione Europea sul Paesaggio, definisce il paesaggio come “an area, as perceived by people, whose character is the result of the action and interaction of natural and/or human factors” (COE, 2000), abbracciando così tutti i paesaggi (naturali e antropizzati; urbani, periurbani e rurali; belli o degradati che siano).

In tale contesto, il paesaggio agrario, prima sostanzialmente ignorato nelle politiche di conservazione, assume una specifica connotazione. Per esso appare evidente come la tutela dei valori riconosciuti non possa essere ridotta al congelamento di alcune configurazioni consolidate, ma debba tendere a mantenere o ristabilire, secondo modi adeguati alle esigenze odierne, una trasformazione equilibrata nel rapporto uomo-natura. Proprio il paesaggio agrario – e il paesaggio terrazzato in particolare - documenta un’altro importante principio sancito dalla Convenzione; questa, all’atto in cui afferma la natura dinamica del paesaggio, ne riconosce la necessità di cambiamento, ponendo la tutela dei valori riconosciuti come un’azione di rafforzamento di quegli equilibri ambientali e di quelle espressioni vitali della comunità che un certo paesaggio hanno modellato e che oggi ancora possono mantenerlo, cambiarlo e ricrearlo in modo sensibile.

2.2. NATURA E ARTIFICIO NEL PAESAGGIO TERRAZZATO Tra i paesaggi agrari, i paesaggi terrazzati sono quelli che negli ultimi anni hanno

ricevuto una maggiore attenzione, tanto che alcuni di essi hanno meritato l’inclusione nella World Heritage List dell’UNESCO. In Italia un esempio rilevante è il Parco delle Cinque Terre, in Liguria, che in tale lista è stato incluso nel 1997 (Besio, 2002; Brancucci et al.,

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2000); altri esempi, come le aree terrazzate della Valtellina e della Costiera Amalfitana rivestono oggi analogo interesse. La gestione delle aree terrazzate può considerarsi come un esempio emblematico della necessità di integrazione tra gli aspetti economico-produttivo, socio-culturale e ambientale. Si tratta di paesaggi dove per finalità eminentemente produttive l’uomo ha strappato alla natura, attraverso accorti ma consistenti interventi di sistemazione e bonifica, territori impervi, talvolta sede di vegetazione rigogliosa. Oggi, il riconoscimento di un valore culturale e ambientale del sistema terrazzato e la necessità di una sua conservazione, trovano ostacolo proprio nella scomparsa dell’agricoltura, nonché nella difficoltà a mantenervela o reintrodurvela secondo modalità sostenibili. A sua volta, il paesaggio terrazzato, che è un paesaggio dell’artificio originato da imponenti trasformazioni territoriali, ha ridefinito alcuni assetti ambientali e gli stessi elementi introdotti (muretti a secco, sentieri) costituiscono habitat per diverse specie di flora, fauna e vegetazione, tanto da potersi oggi considerare un elemento importante della rete ecologica. Sulla base di quanto espresso e con riferimento all’area dei vigneti terrazzati della Costa Viola in Calabria, si è assunto come obiettivo del presente lavoro la definizione dei principali risvolti operativi nella gestione dei paesaggi agrari, alla luce dell’attuale dibattito innescato dalla Convenzione Europea sul Paesaggio. In particolare si intende evidenziare, per il paesaggio agrario nell’area d’esame ma con una visione più generale, l’intima connessione tra le esigenze di tutela e la necessità di sviluppo. Si intende definire, inoltre, alcune linee di indirizzo nella caratterizzazione, valutazione e gestione del paesaggio che pongano la comunità, come principale soggetto e attore, secondo quanto previsto nella Convenzione.

3. METODO E STRUMENTI Gli obiettivi posti sono stati perseguiti analizzando il paesaggio dell’area indagata attraverso la griglia di fattori sottintesi nella Convenzione Europea sul Paesaggio; questi ultimi sono stati esplicitamente definiti attraverso l’analisi comparativa di studi per l’identificazione e la classificazione del paesaggio recentemente condotti in alcuni paesi europei. L’analisi è stata compiuta in modo sincronico e diacronico avvalendosi di elaborazioni in ambito GIS. Particolare importanza si è attribuita al rilevamento dei terrazzamenti e alla loro caratterizzazione dimensionale e tecnico-costruttiva, ponendoli in relazione alla specifica condizione territoriale e aziendale. La rilevazione mira ad offrire le informazioni utili per il monitoraggio delle aree terrazzate, sia ai fini della prevenzione del rischio-idrogeologico, sia per il mantenimento dei caratteri distintivi. Inoltre, si è attribuita importanza a metodi di identificazione e caratterizzazione del paesaggio facilmente utilizzabili dalla popolazione e che consentano l’espressione della percezione che quest’ultima ne ha. Nell’ambito della necessità di armonizzazione delle politiche e dei piani territoriali che riguardano il paesaggio ai vari livelli, si sono infine delineate alcune direttrici e azioni coordinate per le quali è necessario il raccordo operativo e organico tra il livello programmatorio e decisionale regionale/provinciale e quello intercomunale/locale.

4. I VIGNETI TERRAZZATI E LA TRASFORMAZIONE DEL PAESAGGIO NELLA COSTA VIOLA

La Costa Viola è una fascia di territorio estesa circa 18 km2, con altitudine compresa tra 0 e 500 m, ricadente nell’ambito amministrativo dei comuni di Villa S. Giovanni, Scilla, Bagnara, Seminara, Palmi, tutti nella provincia di Reggio Calabria. Il territorio è caratterizzato dall’alternanza di promontori con forte pendenza e insenature, queste ultime corrispondenti ai valloni solcati dalle fiumare Favazzina e Sfalassà. In diversi tratti la costa si presenta rocciosa con pareti a strapiombo o giaciture a forte pendenza che si dipartono dai

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Piani d’Aspromonte e digradano rapidamente verso il mare. Nel tratto più vicino alla costa e con morfologia del terreno più favorevole si sviluppano diversi centri abitati, dove storicamente si è consolidata un’economia fondata sul connubio pesca-agricoltura.

Nella Costa Viola l’utilizzazione agricola del suolo, in ragione delle condizioni territoriali descritte, è stata resa possibile da intense opere di sistemazione del terreno: la laboriosità e l’abilità tecnica degli agricoltori hanno consentito di realizzare vaste aree

terrazzate, prevalentemente coltivate a vigna e accompagnate da opere idrauliche per la regimazione delle acque piovane e la razionalizzazione dell’uso delle risorse irrigue. La presenza della viticoltura nell’area è documentata sin da tempi antichissimi; i terrazzamenti si sono sviluppati a monte dei centri abitati, interessando il territorio fino a 500 m di altitudine e conquistando aree con pendenze proibitive, anche superiori al 100%.

La sistemazione a terrazzo e le opere idrauliche e di bonifica, tecnicamente impegnative e costose, sono state attuate soprattutto tra la fine del XVIII e la prima metà del XIX secolo. Esse sono state rese possibili dalla redditività mantenuta per lungo tempo dalla viticoltura; nei terreni in affitto, sono state agevolate da contratti agrari che, nel caso di impianto e coltivazione della vite, avevano durata sufficientemente lunga da giustificare significativi investimenti di miglioramento da parte dell’affittuario. Le condizioni produttive, in diverse aree, sono state contrassegnate da sistemi avventurosi, o addirittura “eroici”, di lavorazione, raccolta e

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Fig. 1. Vigneto terrazzato nella Costa Viola, in territorio di Bagnara Calabra (Reggio Calabria)

avviamento alla trasformazione del prodotto. In diverse zone terrazzate con pareti a

trapiombo sul mare, il trasporto delle uve verso i luoghi di immagazzinamento e rasformazione avveniva, utilizzando le vie marittime; altrove, la percorrenza di scale in pietra sentieri ripidissimi e stretti era possibile solo per le capacità dei vendemmiatori e, in articolare, delle vendemmiatrici, abilissime a camminare portando le ceste d’uva sul capo. I errazzamenti, oltre che consentire l’estensione della superficie utilizzabile dall’agricoltura, anno svolto nei secoli un’importante funzione di tutela idrogeologica, garantendo la icurezza dei centri abitati posti a valle.

Percorrendo la Calabria, diversi viaggiatori hanno sottolineato la bellezza del paesaggio errazzato della Costa Viola e del panorama dello Stretto di Messina che da lì si può godere, mmirando l’opera tenace e geniale degli agricoltori.

Nel corso di tutto il XX secolo si è registrato un progressivo abbandono della viticoltura elle aree terrazzate. Nell’area ricadente nei comuni di Scilla e Bagnara dal 1929 al 1982 si è assati da complessivi 712 ettari di vigneto a poco più di 259 ettari.

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Nel 1983, un’indagine condotta nel tratto della Costa Viola compreso tra Bagnara e Scilla, aveva aveva imputato l’abbandono dei vigneti terrazzati o la difficoltà del loro mantenimento al concorso di numerosi fattori, tra cui si citano: il riflesso locale del più generale abbandono dell’agricoltura e delle aree rurali; una minor redditività della viticoltura causata dalla maggiore incidenza relativa della manodopera sul costo di produzione; l’invecchiamento della popolazione e una sempre minore presenza di giovani addetti all’agricoltura; un ritardo nella definizione di indirizzi strategici di filiera per la qualificazione e la valorizzazione dell’uva e dei vini locali (Previtera e Zocali, 1983). L’abbandono e la conseguente assenza di manutenzione hanno portato al un progessivo degrado dei terazzi, a sua volta accelerato dalla riconquista del suolo da parte della vegetazione naturale, molto rigogliosa per la mitezza del clima e l’abbondanza delle piogge.

La zonizzazione delle aree agricole dell’attuale Piano regolatore di Bagnara, di recente approvazione, individua nella ambito amministrativo circa 480 ha di areclassificato come “area dei vigneti tprevalentemente degradata”, mentre la rivigneto su terrazzamento”.

Secondo i dati censimentari del 2000territorio di Scilla e Bagnara interessano ucon un’incidenza relativamente bassa sulla

Il degrado causato dall’abbandono deterritoriale, particolarmente dannoso in idrogeologico e sono minacciati i nuclei nell’area di Favazzina, in territorio di Scilladi regimazione delle acque piovane storicamprecipitazioni hanno recentemente determsottostante sede ferroviaria, causando gravinnescato, progredisce rapidamente; il diimpraticabile in diversi tratti la viabilità dida piccole scale in pietra e viottoli scoscesidi molti fondi e il venir meno di una lorodegrado. Tali problemi sono accentuati dfondiaria che caratterizza l’intera area terrdelle parcelle fondiarie risulta di poco infer

Fig. 2. Individuazione dell’area indagata e carta di suddivisione del territorio in base alle fasce altimetriche

fascia della Costa Viola appartenente al proprio e a vigneto su terrazzamento, di cui il 57% viene errazzati in situazione di vegetazione mista, manente parte viene classificata come “area del

oggi i terreni utilizzati da aziende vitivinicole nel n’estensione molto esigua, occupando circa 52 ha, SAU (circa l’1%). i terazzamenti può degenerare in un grave dissesto

quelle subzone dove maggiore è il rischio abitati e le infrastrutture esistenti. Ad esempio, , a causa del deterioramento delle opere idrauliche ente definitesi con il sistema terrazzato, le intense

inato degli smottamenti che hanno interessato la i incidenti. Il degrado dei terrazzamenti, una volta ssesto dei terrazzi, infatti, ha finito per rendere penetrazione e interpoderale, per lo più costituita ; ciò può determinare la sostanziale inaccessibilità utilizzazione agricola, con conseguente ulteriore alla una notevole polverizzazione della proprietà azzata della Costa Viola, dove l’ampiezza media iore a 0, 25 ha.

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Fig. 3. Costa Viola, Bagnara Calabra: carta che mostra i terrazzamenti a vigneto ancora attivi, rapportati all’area complessiva a terrazzi rilevata nel territorio comunale. In rosso è evidenziato il tracciato dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria

5. CONOSCENZA, CARATTERIZZAZIONE E MONITORAGGIO DEL PAESAGGIO TERRAZZATO

Sulla base di quanto osservato, pertanto, si rendono necessari: una conoscenza puntuale e circostanziata del sistema terrazzato; un monitoraggio continuo della condizione di utilizzazione dei terreni terrazzati e dello stato di conservazione delle opere di sistemazione, con la conseguente mappatura e il frequente aggiornamento dei dati rilevati. In tal senso si è avviata la strutturazione di un GIS dedicato al sistema terrazzato della Costa Viola, innanzitutto identificando – attraverso ortofoto aeree e ricognizione diretta - le aree terrazzate ancora riconoscibili; dove possibile, tale dato è stato rapportato a precedenti rilevazioni, per valutare l’evoluzione della condizione e della modalità d’uso dei terrazzamenti nel tempo.

Il lavoro avviato prevede l’identificazione di sottoaree omogenee e, all’interno di queste, la schedatura di parcelle-campione, per le quali viene compiuta l’analisi dei principali fattori di caratterizzazione. Questi hanno riguardato: aspetti morfologici, geolitologici, agricoli, socio-economici, tecnico-costruttivi (fig. 4).

I muretti a secco dei terrazzi presentano una certa varietà, che a sua volta riflette la condizione del sito (pendenza, materiali immediatamente disponibili), i modi di utilizzazione, le tradizioni costruttive e le capacità tecniche degli artigiani. Pertanto, in merito agli aspetti tecnico-costruttivi, l’analisi è stata focalizzata sui seguenti elementi: numero (max e medio) di terrazzi consecutivi presenti nella parcella; rapporto tra la larghezza media delle fasce e l’altezza del muro; organizzazione della muratura e caratteristiche degli elementi lapidei costituenti; presenza e caratteristiche delle opere di drenaggio e regimazione delle acque

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piovane; presenza e caratteristiche degli elementi di collegamento tra i terrazzi (scale, viottoli); stato di manutenzione, presenza di infrastrutture per il trasporto meccanizzato dell’uva (funicolari, monorotaia, ecc.).

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Fig.4. Scheda di adottata in un’area campione della Costa Viola per il rilevamento dei dati caratteristici dei terrazzamenti. Si riporta un esempio di rilievo e rappresentazione della tessitura del paramento murario esterno

.1 CARATTERISTICHE PREVALENTI DEI TERRAZZAMENTI OSSERVATI I terrazzamenti della Costa Viola trovano la loro più significativa espressione nel tratto

ompreso tra i centri abitati di Scilla e Bagnara. Per quest’area è stato possibile rilevare, ttraverso ortofoto e sopralluoghi, l’attuale estensione dei vigneti terrazzati ancora utilizzati; n fig.3, essa viene rapportata a quella complessiva (terrazzamenti attivi e “parzialmente - o on attivi”). Appare chiaramente come molti dei terrazzi oggi siano inutilizzati. La maggior arte delle aree terrazzate (67,5%) interessa pendenze superiori al 40%, con significativa ncidenza dei terreni con pendenza superiore al 100% (pari a poco più del 10%); la pendenza edia è del 58,4%. La distribuzione altimetrica dei vigneti mostra una prevalenza della fascia

ompresa tra 200 e 400 m, in cui ricade il 55% della superficie utilizzata. I terrazzi hanno mediamente un’altezza di circa 2m, con una larghezza delle fasce di

÷3 m. Il sistema di impianto prevalente è ad alberello; più raramente si riscontra quello a endone, presente nelle fasce strette che caratterizzano i terrazzamenti più acclivi o utilizzato a omplemento dei filari ad alberello nelle fasce più larghe.

I muri sono realizzati a secco con l’impiego di pietrame informe di varia pezzatura ed n’organizzazione grossolana degli elementi; questa non definisce in modo netto una iacitura orizzontale dei piani di posa, ma tende, tuttavia, a rispettare una gerarchia degli lementi funzionali. Raramente il muro presenta specifici elementi sommitali di coronamento; n spessore la parte sommitale viene piuttosto coperta con il terreno stesso e con materiale

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lapideo di piccola pezzatura, in modo da poter essere utilizzato come percorso senza intaccare la superficie sfruttabile per le colture. Le scale sono collocate, a seconda della pendenza dei terrazzamenti e della funzione del percorso, ortogonalmente o parallelamente ai muri dei terrazzi. La direzione ortogonale si osserva nei casi a minor pendenza, mentre quella parallela prevale dove il terreno è scosceso. Per il passaggio da un terrazzo all’altro ci si avvale anche di scale di legno a pioli.

Nelle zone dove è intervenuto l’abbandono dei terrazzamenti, non sono più leggibili i percorsi di attraversamento interpoderali, cancellati dalla vegetazione spontanea che ha ripreso il sopravvento e rende più difficile il controllo del deflusso delle acque piovane. Tra muri ortogonali l’ammorsamento d’angolo è realizzato efficacemente con pietre di maggiori dimensioni grossolanamente sbozzate. Il muro talvolta incorpora spuntoni di roccia o massi affioranti. Le opere idrauliche costituite da masse di inerti drenanti e canali di raccolta, vengono realizzate in corrispondenza dei compluvi più marcati che indirizzano l’acqua piovana verso l’alveo delle fiumare o verso canaloni di raccolta che sfociano a mare. Le stesse scale contribuiscono allo smaltimanto delle acque e alla dissipazione dell’energia cinetica.

6. IDENTIFICARE E VALUTARE PER GESTIRE IL PAESAGGIO

6.1. IDENTIFICARE IL PAESAGGIO: METODI E STRUMENTI PARTECIPATIVI La Convenzione Europea sul Paesaggio richiama la necessità di un approccio unitario e

partecipativo. Sottolinea, pertanto, l’importanza del coinvolgimento attivo della popolazione ai diversi livelli e nei passi metodologici successivi che caratterizzano le strategie sul paesaggio: identificazione, valutazione, tutela, gestione, pianificazione. Nelle prime due fasi l’aspetto partecipativo assume un valore cruciale. Il paesaggio influenza grandemente i modi di vita della popolazione e a sua volta ne è specchio. Gli abitanti di una certa regione hanno una percezione molto dettagliata – si potrebbe dire “a grana fine” - del paesaggio locale: hanno una visione immediata e viva dei problemi, delle opportunità offerte e, quindi, delle questioni e degli indirizzi che la fase valutativa deve concorrere a determinare.

Il paesaggio, inoltre, può definirsi in quanto è “percepito”. La percezione va letta non appena all’interno di un’esperienza sensoriale, ma, più propriamente, come un’esperienza cuturale complessa. Pertanto, pur utilizzando strumenti tecnici avanzati (ortofoto aeree, GIS, ecc.) che tendono a oggettivare e relazionare gli elementi costituenti il paesaggio, l’approccio richiesto dalla Convenzione europea non può fare a meno di strumenti culturali partecipativi, specificamente rivolti alla popolazione. L’identificazione dei paesaggi, cioè, deve essere basata anche su procedimenti chiari e relativamente semplici, che trattino in modo comprensivo l’interazione tra aspetti naturali e culturali, dando alla gente la possibilità di esprimere in modo articolato e, al tempo stesso, unitario, la propria percezione del paesaggio.

In alcuni paesi europei, come Inghilterra e Slovenia, si è avviata una riclassificazione dei paesaggi sulla base della nozione di “carattere”, ben enfatizzata dalla Convenzione. Tale nozione può essere ulteriormente precisata sulla base dell’idea di “coerenza”, ovvero della permanenza nel tempo, attraverso diversi processi di cambiamento, di elementi e relazioni che definiscono una specifica e riconoscibile configurazione dinamica del rapporto luogo-comunità in una determinata area (Antrop, 2005). L’analisi del paesaggio deve considerare almeno i diversi aspetti sintetizzati nel diagramma di fig. 5a (The Countryside Agency, 2002).

Parallelamente, si sono sviluppati metodi che danno spazio ad un coinvolgimento diretto della comunità (in forma organizzata o attraverso gruppi autopropulsivi). Tra questi, nella ricerca svolta in Calabria, si è inteso privilegiare il metodo sviluppato da ECOVAST, che è divenuto in alcuni paesi strumento ufficiale e punto di partenza per l’identificazione dei

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paesaggi caratteristici (ECOVAST, 2002). Il metodo assume dieci livelli gerarchici di lettura del paesaggio, secondo il cosiddetto modello “Amphora of Landscape” (fig. 5b); in esso, si definisce il paesaggio come un concetto sfumato, collocato in una sorta di ambito di “dissolvenza incrociata” tra classi di fattori gerarchicamente collocati secondo la prevalenza della componente umana o della componente naturale: Geolitologia; Clima e Idrologia; Geomorfologia; Suolo; Copertura del suolo (vegetazione, flora e fauna, habitat, ecc.); Elementi caratteristici dei sistemi agricoli e forestali; Elementi caratteristici del patrimonio costruito e dei sistemi insediativi; Elementi caratteristici dell’attività umana (turismo, industrie, infrastrutture, ecc.); Segni storici caratteristici (castelli, monasteri, siti archeologici); Caratteri spirituali, Sentimenti associativi e Valore aggiunto integrato. Viene costruita una “matrice espressiva” del paesaggio, che utilizza le classi di fattori come righe e ha per colonne delle classi di giudizio verbale del carattere riferito (es: dominante, forte, moderato, basso). I caratteri distintivi riconosciuti vengono così collocati all’interno della griglia, nella riga della classe di appartenenza e nella colonna corrispondente all’intesità, marcando graficamente – in modo da evidenziarli ulteriormente – quelli che hanno carattere di eccezionalità o emergenza. Degli elementi distintivi vengono realizzate schede descrittive e interpretative.

La matrice e le schede sono di supporto all’espressione di giudizi che sintetizzano in chiave olistica: il carattere dominante complessivo percepibile e la rilevanza del carattere distintivo riconosciuto rispetto alle differenti scale di comparazione (livello regionale, nazionale, europeo, universale). Infine, le schede di identificazione dei paesaggi contengono commenti che evidenziano i principali processi in atto nel paesaggio descritto. Il processo di identificazione, passando da scale di maggior dettaglio a scale di sintesi più generale, consente di procedere a una caratterizzazione e classificazione dei paesaggi, per successiva assimilazione all’interno di classi composite più ampie.

Il metodo proposto può costituire la base per avviare, all’interno della comunità, una sorta di lavoro di autorappresentazione; ma può essere impiegato anche per esprimere la percezione che degli elementi distintivi del paesaggio hanno i visitatori occasionali o i turisti. In entrambi i casi l’identificazione dei paesaggi, effettuata con elementi descrittivi collocati all’interno di classi di intensità del carattere, può dar luogo a valutazioni condotte secondo i metodi dell’analisi multicriteriale, attraverso la traduzione dei giudizi verbali in punteggi.

6.2. PAESAGGIO TERRAZZATO E MODI DI VITA DELLA POPOLAZIONE La conoscenza dell’esatta allocazione delle risorse, la determinazione del loro valore

nell’ambito di metodi integrati e l’interpretazione del paesaggio in rapporto all’interazione nel tempo degli elementi culturali e naturali sono la base per l’individuazione dei problemi posti e delle opportunità offerte. Problemi e opportunità, punti di forza e di debolezza del territorio e della comunità, a loro volta aiutano ad individuare le modalità di gestione del paesaggio e i successivi indirizzi strategici e strumenti di pianificazione. Ai fini gestionali, per la tutela e il miglioramento dei valori riconosciuti, non si possono disgiungere le considerazioni ambientali e culturali da quelle sociali ed economiche; ciò nel senso che i paesaggi sono il prodotto di certi modi di vita della popolazione e il mantenimento di certi tipi di paesaggio, come i paesaggi terrazzati, non può prescindere dal mantenimento dei modi di vita della popolazione che li hanno determinati, nonché delle forme e dei metodi produttivi collegati.

I modi di vita che in passato erano prevalenti e giustificabili, oggi sono considerati difficili e sono divenuti insostenibili dalla popolazione, che pur vi è affettivamente o economicamente legata. Il mantenimento di tali modi di vita, pertanto, talvolta richiede un forte intervento di sostegno, non solo finanziario. La maggior parte della popolazione mostra di apprezzare il valore dei terrazzamenti e della viticoltura tradizionale, ma non è più in grado

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di perseguire quelle attività. Molte delle pratiche, dei mestieri e delle capacità che in passato hanno dato luogo ai sistemi terrazzati sono del tutto scomparsi o in via di estinzione. Se, pertanto, da un lato occorre dare un contributo economico agli agricoltori che mantengono la coltivazione della vite e ripristinano i muretti a secco nell’area di tradizionale diffusione dei terrazzamenti, dall’altro questo tipo di sostegno, se non accompagnato da altre azioni, non solo non basta, ma si rivela esso stesso inefficace. Così come accaduto nell’area delle Cinque Terre, anche nella Costa Viola pochissimi sono stati gli agricoltori che hanno presentato domanda per accedere ai contributi in tal senso finalizzati, considerando comunque non remunerativa la pratica della viticoltura in quelle aree. Pochissimi sono stati anche i viticoltori che hanno avuto accesso a finanziamenti per avviare sistemi meccanizzati di trasporto delle uve attraverso l’impiego di funicolari e monorotaia.

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ccorre pertanto una verifica dell’efficacia delle azioni, per far sì che le iniziative intraprese rovino nella popolazione il loro attore principale e si collochino all’interno di un quadro rganico di programmazione e pianificazione. Se il paesaggio è un concetto unitario, la sua estione richiede un approccio che attraversi tutti i livelli e veda l’integrazione tra il livello ocale (comunale e intercomunale) e il livello regionale. Il livello regionale è quello cui ompete, in base alla L. 431/1985, la definizione di piani del paesaggio, in larga parte isattesa dalla Regione Calabria, così come da molte altre regioni italiane; il livello locale è uello in cui le scelte si dettagliano e la popolazione trova occasioni reali di coinvolgimento.

Fig. 5 a,b. Classi di criteri e modelli di analisi e identificazione del paesaggio individuati dalla Countryside Agency (UK) (a sinistra) e da ECOVAST (a destra) ai fini di una caratterizzazione secondo i concetti espressi dalla Convenzione Europea sul Paesaggio

. CONCLUSIONE: PAESAGGIO E INTEGRAZIONE DEI LIVELLI DI GESTIONE L’integrazione dei diversi livelli che riguardano la gestione del paesaggio oggi risulta

n aspetto carente, in particolare nell’area in esame. Nella maggior parte dei comuni nteressati dai vigneti terrazzati, infatti, non sono chiare le strategie in tal senso perseguite egli strumenti urbanistici, che appaiono tra loro incoerenti, se non del tutto divergenti. Il iano regolatore di Bagnara Calabra, nell’area considerata, è l’unico che all’interno della zona gricola individua sottozone omogenee, tra cui sono incluse le aree terrazzate; in tale ambito,

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come si è visto, viene effettuata la distinzione tra “area del vigneto su terrazzamento” e “area del vigneto terrazzato in situazione vegetazionale mista, prevalentemente degradata, organizzabile in parco speciale di tipo ecomuseale”. Nelle sottozone terrazzate, secondo le norme attuative del PRG, “possono essere proposti progetti struttuali e/o sperimentali di riconversione produttiva. Tali progetti potranno essere attivati su accordo tra soggetto proponente, Comune, Provincia e Regione”. Una certa vaghezza previsionale e delle modalità operative ai fini della definizione di iniziative congiunte tra pubblico e privato, però, di fatto non consente di far uscire da una condizione di progressivo degrado le aree terrazzate. La stessa possibilità di organizzare le aree degradate in parco speciale di tipo ecomuseale ha bisogno di far leva su aspetti vitali dell’espressione culturale e della vita economica della comunità, senza i quali è difficile pensare a forme efficaci di tutela.

Difficili divengono la tutela e la conservazione dei tratti caratteristici identificativi del paesaggio terrazzato, se non si ha una proiezione futura, in cui gli elementi generatori delle dinamiche di interazione proprie di quel paesaggio, ritrovino nuove ragioni d’essere (Zerbi, 2002). In questo senso il paesaggio – in particolare il paesaggio dei terrazzamenti -è sì dato da alcune configurazioni significative consolidate, ma è innanzitutto un prodotto di conoscenze e di modi di operare diffusi, di una certa comunità in rapporto a un certo luogo (Besio, 2002). Ciò sposta l’accento della questione del mantenimento del paesaggio terrazzato verso la necessità di ricostituzione di un tessuto di solidarietà e corresponsabilità all’interno della comunità, che deve essere aiutata a immaginare e dar seguito a forme endogene e autopropulsive di sviluppo.

Le aree oggetto del presente lavoro sono state interessate da specifici programmi e iniziative, svolti nel quadro di LEADER II e LEADER +; essi hanno riconosciuto nel paesaggio e nelle risorse culturali (saperi, architettura rurale, tradizioni produttive) un potenziale relativamente alto ai fini dell’avviamento di iniziative integrate basate sull’interazione tra l’agricoltura, il turismo rurale, l’escursionismo e la valorizzazione delle produzioni agricole tipiche (Di Fazio e Fichera, 2001). Nell’ambito degli stessi programmi, inoltre, sono state individuate alcune modalità attuative della rete provinciale dei parchi antropici definita dalla Provincia di Reggio Calabria sulla base di un approccio integrato guidato da alcune idee-forza: a) turismo culturale, turismo religioso, ecoturismo e agriturismo; b)Valorizzazione del patrimonio culturale; c)Difesa del suolo. In tale prospettiva sono stati definiti undici diversi parchi antropici, tra cui è stato incluso quello della Costa Viola; per essi vengono individuate undici classi di obiettivi stategici (Albanese, 2001). Tra tali obiettivi, si sottolineano quelli che hanno specifico interesse proprio per la Costa Viola, come ad esempio:

a) la tutela, il recupero, il restauro e la valorizzazione (...) dei paesaggi; b) la promozione di (…) attività ricreative eco-compatibili; la difesa degli equilbri idraulici e idrogeologici; c) l’applicazione di metodi di gestione e restauro ambientale per favorire l’integrazione uomo-ambiente; d) l’individuazione di indirizzi e criteri di intervento (…) sui paesaggi e sui beni culturali; e) l’agevolazione di forme di associazionismo cooperativo tra i residenti (…) per l’esercizio di attività tradizionali, artigianali, agroforestali, di restauro (…) atte a favorire lo sviluppo di un turismo eco-compatibile; f) il mantenimento e miglioramento della rete rurale stradale a servizio delle attività produttive tradizionali;

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g) interventi finalizzati allo sviluppo dell’agriturismo e dell’agricoltura eco-compatibile; h) la creazione di prodotti turistici verdi, da rivolgere sia al mercato locale che a quello internazionale.

Bibliografia Albanese G. (a cura di) (2001), Istituzione di Paesaggi Protetti nel territorio del “Basso Tirreno Reggino”. Costa Viola e Piana degli Ulivi, Iniziativa Comunitaria Leader II, Laruffa editore, Reggio Calabria. Antrop M. (2005), Why landscapes of the past are important for the future, in Landscape and Urban Planning n.70, pp. 21-34. Austad L. (2000), The future of traditional agricultural landscapes: retaining desirable qualities, in: Klijn J. e Vos W.(eds.), “From Landscape Ecology to Landscape Science”, Kluwer Academic Publishers, WLO, Wageningen, pp.43-56. Besio M. (a cura di) (2002), Il vino del mare. Il piano del paesaggio tra i tempi della tradizione e i tempi della conoscenza, Marsilio editori, Venezia. Brancucci G., Ghersi A. e Ruggiero M.E. (2000), Paesaggi liguri a terrazze: riflessioni per una metodologia di studio, Alinea, Firenze. Council of Europe (2000), European Landscape Convention. Countryside Agency (2002), Landscape Character Assessment, Guidance for England and Scotland, Gloucestershire. Di Fazio S. e Fichera C.R. (2001), Architettura rurale e potenzialità di sviluppo del turismo nella Provincia di Reggio Calabria. Uno studio di fattibilità nell’area del Basso Tirreno Reggino, Iniziativa Comunitaria Leader II, Laruffa editore, Reggio Calabria. Previtera G. e Zocali A. (a cura di) (1983), Descrizione delle zone viticole di Bagnara e Scilla secondo criteri di omogeneità nella giacitura, esposizione, vie di comunicazione, struttura fondiaria. Possibilità di recupero e riutilizzazione dei terreni abbandonati a vite o altre colture, in: Agricoltura Calabria, anno VI, n.5, pp. 9-32. ECOVAST (European Council for the Village and Small Town) (2002), Landscape identification. A guide to good practice. Zerbi M.C. (2002), Futuro del paesaggio e paesaggio del futuro, in “Valutazione ambientale”, n 1, pp. 36-42.

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