La Gazzetta della Cité Numero 34 Autunno...

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Renault 5 arrugginita o 207 coupé ? Che gioia il raduno delle famiglie alla Cité quest’autunno! Ma… “Sappiamo con quale auto viaggiano queste persone ? Hanno il passaporto “povertà” per entrare qui ? ” Chi può conoscere realmente la povertà altrui? Tu sappiamo che la povertà può essere materiale (viaggia con una Renault 5 arrugginita e la sua vita non è agiata) ma anche spirituale, morale, psicologica, fisica, affeva (guida una 207 coupé ma ha appena perso uno dei suoi cari in un aentato ed ora la sua vita è insipida, senza significato). Nel 1946 Padre Rodhain accoglieva a Lourdes 100.000 prigionieri di guerra, accomuna dalla stessa condizione, dalla stessa povertà: quella di essere sta prigionieri. Nessuno confrontava colui che aveva una valigia in pelle di coccodrillo col suo vicino che aveva la valigia in pelle di mucca: uno dei movi della buona riuscita di questo raduno era l’accoglienza incondizionata dell’altro, semplicemente perché lui aveva bisogno di essere li, in quel momento! Ritorniamo ancora nel tempo, nell’anno zero, in una umile stalla: Gesù, il nostro re, è nato povero. I suoi primi visitatori sono delle persone semplici, di condizioni modeste, dei poveri pastori. E’ a loro, innanzituo, che Dio ha voluto annunciare la Buona Novella, ed essi “vennero dunque in frea” alla mangiatoia, ad adorare il Signore ! Ma il seguito della storia è ancora bello: “alcuni magi venu dall’Oriente, (…) alla vista della stella, furono presi da una grande gioia” ed entrarono presso il Bambino! Dio ha guidato, invitato, accolto anche dei ricchi e dei re magi. Ma chi può sapere se nel loro cuore non soffrissero di una povertà nascosta? Quei ricchi re magi sono sta accol da dei poveri . Che la Cité Saint Pierre sia una mangiatoia che accolga innanzituo i pastori, persone in precarietà, in grandi difficoltà finanziarie, in cui i poveri accolgano anche dei magi, persone apparentemente senza necessità, ma che soffrono, che sono ferite, sfinite nel loro cuore, nel loro corpo, nel loro spirito. La Cité Saint Pierre è il luogo dove si amano le diversità e la grande famiglia di coloro che, sentendosi poveri, ne ripartono ricchi! Da 60 anni è la casa degli incontri improbabili, in cui non c’è bisogno di dirsi lo stato del nostro conto corrente per arricchirsi vicendevolmente! In aesa di essere accol dalla Cité Saint Pierre, apriamo le nostre case, inviamoci gli uni gli altri, che le nostre abitazioni siano dei presepi di Natale, con Gesù al centro e Maria, che ci circonda con tenerezza della sua materna protezione e che accoglie nelle sue mani le nostre povertà. Lasciamoci spogliare perché Gesù ci colmi della sua ricchezza! FELICE NATALE, PACE E RICCHEZZA in noi ! Gonzague Amyot d’Inville, Direore La Gazzetta della Cité Numero 34 Autunno 2015

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Renault 5 arrugginita o 207 coupé ?

Che gioia il raduno delle famiglie alla Cité quest’autunno! Ma… “Sappiamo con quale auto viaggiano queste persone ? Hanno il passaporto “povertà” per entrare qui ? ” Chi può conoscere realmente la povertà altrui? Tutti sappiamo che la povertà può essere materiale (viaggia con una Renault 5 arrugginita e la sua vita non è agiata) ma anche spirituale, morale, psicologica, fisica, affettiva (guida una 207 coupé ma ha appena perso uno dei suoi cari in un attentato ed ora la sua vita è insipida, senza significato). Nel 1946 Padre Rodhain accoglieva a Lourdes 100.000 prigionieri di guerra, accomunati dalla stessa condizione, dalla stessa povertà: quella di essere stati prigionieri. Nessuno confrontava colui che aveva una valigia in pelle di coccodrillo col suo vicino che aveva la valigia in pelle di mucca: uno dei motivi della buona riuscita di questo raduno era l’accoglienza incondizionata dell’altro, semplicemente perché lui aveva bisogno di essere li, in quel momento! Ritorniamo ancora nel tempo, nell’anno zero, in una umile stalla: Gesù, il nostro re, è nato povero. I suoi primi visitatori sono delle persone semplici, di condizioni modeste, dei poveri pastori. E’ a loro, innanzitutto, che Dio ha voluto annunciare la Buona Novella, ed essi “vennero dunque in fretta” alla mangiatoia, ad adorare il Signore ! Ma il seguito della storia è ancora bello: “alcuni magi venuti dall’Oriente, (…) alla vista della stella, furono presi da una grande gioia” ed entrarono presso il Bambino! Dio ha guidato, invitato, accolto anche dei ricchi e dei re magi. Ma chi può sapere se nel loro cuore non soffrissero di una povertà nascosta? Quei ricchi re magi sono stati accolti da dei poveri . Che la Cité Saint Pierre sia una mangiatoia che accolga innanzitutto i pastori, persone in precarietà, in grandi difficoltà finanziarie, in cui i poveri accolgano anche dei magi, persone apparentemente senza necessità, ma che soffrono, che sono ferite, sfinite nel loro cuore, nel loro corpo, nel loro spirito. La Cité Saint Pierre è il luogo dove si amano le diversità e la grande famiglia di coloro che, sentendosi poveri, ne ripartono ricchi! Da 60 anni è la casa degli incontri improbabili, in cui non c’è bisogno di dirsi lo stato del nostro conto corrente per arricchirsi vicendevolmente! In attesa di essere accolti dalla Cité Saint Pierre, apriamo le nostre case, invitiamoci gli uni gli altri, che le nostre abitazioni siano dei presepi di Natale, con Gesù al centro e Maria, che ci circonda con tenerezza della sua materna protezione e che accoglie nelle sue mani le nostre povertà. Lasciamoci spogliare perché Gesù ci colmi della sua ricchezza!

FELICE NATALE, PACE E RICCHEZZA in noi !

Gonzague Amyot d’Inville, Direttore

La Gazzetta della Cité Numero 34 – Autunno 2015

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Mons. Lacrampe, 1941-2015, dei trent’anni di episcopato

Mons. Andrea Lacrampe è nato il 17 dicembre 1941 a Agos-Vidalos negli Alti Pirenei. Dopo gli studi al collegio di Saint-Pé di Bigorre, al grande seminario di Dax, al seminario del Prado a Limonest e alla Facoltà cattolica di Lione, è ordinato prete il 31 dicembre 1967 per la diocesi di Tarbes-Lourdes. In seguito è vice-parroco a Aureilhan e cappellano dei collegi e licei tecnici della città universitaria a Tarbes dal 1968 al 1975. E’ cappellano nazionale della JOC-JOCF (gioventù operaia cattolica e femminile) dal ’75 al ’79, e poi vicario episcopale e arciprete della cattedrale di Tarbes dall’80 all’83. Il 25 luglio 1983, Giovanni Paolo II lo nomina vescovo ausiliare di Reims, con residenza a Charleville-Mézières. Viene ordinato vescovo il 16 ottobre 1983 nella basilica S. Pio X a Lourdes. Il 18 novembre 1988 è nominato prelato della Missione di Francia. Il 5 gennaio 1995 diventa vescovo di Ajaccio per la Corsica. Il 13 agosto 2003, il papa Giovanni Paolo II lo nomina arcivescovo di Besançon e prende possesso nella cattedrale di San Giovanni il 15 novembre . All’età di 71 anni, per ragioni di salute, presenta le sue dimissioni a Papa Francesco. Si ritira alla Cité St.Pierre dove continua a servire la Chiesa in altri modi, essendo attento ai piccoli e ai poveri. E’ deceduto il 15 maggio 2015 a 73 anni.

Omaggio a Monsignor Lacrampe

Estratti del testamento spirituale di Mons. Lacrampe

Proposti da Jean-Claude Menoud durante i funerali di Mons Lacrampe.

Alcuni di questi estratti del suo testamento spirituale testimoniano la profonda sorgente dell’azione di Mons.

Lacrampe: il suo impegno per Cristo, il Sole che ha orientato la sua esistenza.

“ Ho risposto alla chiamata di Cristo per mettermi al servizio del Vangelo, per vivere in prossimità con coloro che

mi è stato dato di incontrare, in particolare i piccoli e i non amati …. Ho cercato di amare in verità, di capire e di far

sgorgare la vita là dove ci sono i germi della morte che la minacciano, di far rinascere la speranza là dove si infiltra

la disperazione, di scommettere per la pace e l’amore, là dove sembra trionfare l’odio ….

Sono cosciente della mia grande miseria, delle mie debolezze, del mio peccato, ma io credo nella Trinità, all’amore

di Dio che insieme a voi chiamo Padre. Se mi è capitato di avere paura e timore, ho fatto anche l’esperienza

dell’azione dello Spirito, della sua forza e saggezza, della sua luce e grazia …..

Nelle tue mani, Signore, rimetto il mio Spirito …

Che Dio mi conceda di vederlo faccia a faccia nella luce! “

Nella celebrazione della messa, al momento di lasciare la diocesi il 20 ottobre 2013, Padre Lacrampe ci ha lasciato

queste parole: 2

“Mi assento da Franche-Comte. Il marmo dei Pirenei, di cui è fatto l’altare della cattedrale, segna il mio passaggio

qui. Ma un giorno ritornerò a riposare nella cripta di questa cattedrale di San Giovanni.”

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Mons. Lacrampe era un uomo di fede, un discepolo di Gesù Cristo e un apostolo che portava

la buona novella del Vangelo là dove lo Spirito Santo lo conduceva.

Omelia di Mons. Bouilleret alle esequie di Mons. Lacrampe il 22 maggio 2015 nella Cattedrale San Giovanni e Santo Stefano a Besançon.

Fratelli e sorelle, cari amici, sulla strada che lo portava da Lourdes a Bartres, il nostro fratello Andrea Lacrampe ha raggiunto la casa del Padre. Da Lourdes a Bartres, è anche il cammino di Bernadette. Ha raggiunto l’al di là su ques-ta strada che così sovente ha percorso. L’altro mondo dove Dio accoglie i suoi figli per la vita eterna. Lui che amava così tanto ritrovarsi con la sua famiglia, i suoi amici, i suoi diocesani, ha lasciato questa terra nella solitudine di una umanità che ha dato tanto agli altri e che entra nella comunione con un Dio che ha tanto amato e servito. (…) (…)Tra le feste dell’Ascensione e della Pentecoste, egli ha offerto un’ultima volta la sua vita per la sua Chiesa e per il mondo. Ritiratosi alla Cité St.Pierre a Lourdes, era molto attento ai piccoli e ai poveri. Uomo della terra e ben radi-cato nei suoi Pirenei nativi, aveva percorso il mondo intero per rispondere alle numerose responsabilità che gli era-no state affidate nei diversi ministeri.

Come ognuno di noi, aveva imparato a conoscere i suoi limiti, in particolare quelli legati alla sua salute. Il dono dello Spirito Santo che riceviamo durante le ordinazioni sacerdotali, s’incarna nella nostra umanità. La nostra vita e il nostro lavoro si conforma attraverso la ricchezza delle nostre personalità. André LACRAMPE era sempre sulla brec-cia e aveva, a volte, difficoltà a riprendere slancio. Questo non gli impediva di ripartire decisamente dopo qualche giorno di riposo. Gli piaceva essere al forno e al mulino. Al forno, sapeva cuocere il pane della vita e offrirlo largamente; al mulino, sapeva lasciare che il vento gonfiasse le pale per macinare il grano per una farina di qualità. Era diventato esperto nella sua capacità di individuare competenze e qualità dei suoi collaboratori. Durante le sue visite pastorali, gli piaceva utilizzare sia l’immagine dell’estintore che del mantice. L’estintore serve per spegnere gli incendi dei conflitti insiti in ogni vita di comunità e il mantice per ravvivare la fiamma quando essa si fa flebile nel fuoco della vita. (…) (…) Noi consegniamo nelle mani di Dio il nostro fratello André e lo affidiamo alla misericordia del Padre che è amore onnipotente.

+ Jean-Luc BOUILLERET Arcivescovo di Besançon

Uomo di fede, discepolo di Gesù Cristo e apostolo che portava la buona novella del Vangelo là dove lo Spirito Santo lo con-duceva.

Uomo affabile, accogliente, di relazioni, aveva portato nella nostra regione il gus-to dei prodotti della sua regione, in parti-colare il Jurançon. Si era abituato poco a poco ai vini della Franche-Comté.

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La mano sulla spalla dell’altro: un gesto semplice che crea fiducia.

Era aprile del 2015, appena un mese prima che Mons. André Lacrampe ci lasciasse. All’inizio di un ritiro spirituale, ci diceva che sarebbe andato a fare animazione a Castres per una settimana: “Noi abbiamo due orecchie; una deve essere incollata al mondo, l’altra a Dio, alla sua Parola che è sorgente di vita e di Speranza …” Dicendo questo, impugnava il suo inseparabile libro su “La gioia del Vangelo” di Papa Francesco. Accogliere il suo insegnamento era facile, perché nella quotidianità della Cité St. Pierre, noi percepivamo la sua attenzione agli altri per la sua capa-cità di ascolto e di presenza. La sua grande statura gli permetteva il gesto amichevole di mettere la mano sulla spalla dell’altro, un gesto caloroso e rispettoso allo stesso tempo, che creava immediatamente fiducia.

“Come state? Come va il mondo?” Era un modo di mettere in contatto le persone e di provocare naturalmente una conversazione! Il suo passaggio alla Cité è stato corto, ma la sua vicinanza alla nostra comunità è stata ricca. In un anno e mezzo abbiamo scoperto un uomo amante della natura: ha desiderato farci apprezzare la sua terra natale e condividerci i luoghi familiari nel cuore delle sue montagne a Cambasque. Premuroso verso le persone: s’interessava discretamente dell’andamento di quelli che sembravano essere in diffi-coltà. Accogliente per le differenze: la sua esperienza episcopale in diversi paesi del mondo faceva di lui un “fratello uni-versale”; amava parlarne e condividere i ricordi. Desideroso di portare a termine una missione evangelica fedele alla sua voca-zione, accettava, per quanto gli era possibile (forse un po’ troppo), tutte le ques-tioni d’ordine spirituale! Data la sua formazione di base come membro del Prado, aveva mantenuto il sen-so della vita comunitaria e fraterna che lo rendeva attento alla nostra Congrega-zione e desideroso di conoscerla. Se ne è andato … lasciandoci il suo messaggio di Vita, quello che ci ripeteva in una sessione, nel tempo di Avvento del 2014: “Dobbiamo essere servitori della gioia con una parola di gioia, di Speranza; ser-vitori del Vangelo. Saper coltivare il dolce profumo della gioia”. Ancora GRAZIE, Padre Andrea per questo bel messaggio.

Suore di Nostra Signora dell’Immacolata Concezione di Castres

Bibliografia

2013 : Entretien des Pyrénées à la Franche Comté : 30 ans d’épiscopat. 2011 : Ambitions pour notre église - Éditions Nouvelle Cité 2008 : Méditations - Editions NDL 2007 : Cauterets : aux couleurs de l'été - Editions EDB 2005 : L'évangile au cœur de notre bonne volonté : Carnet de bord 2000-2005 - Editions de l’Atelier 2004 : Partager au nom du Christ : Évangile et solidarité, réflexion biblique et théologique - Broché 2004 : Marche avec ton Dieu – Broché 2000 : Regards sur la Corse – Editions L'Informateur Corse 1999 : La paix et la réconciliation en marche - Editions La Toison d’Or 1996 : Évêque en Corse - Editions Alain Piazzola 1995 : L'exode et la rencontre – 15 méditations pour la mission – Editions de l'Atelier 1995 : Évêque aux semelles de vent, des Pyrénées à la Corse – Editions du Cerf

* disponibles à la Cité Saint-Pierre

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La Cité St. Pierre ha festeggiato i suoi 60 anni I giganti, modelli di Santità!

La festa di St.Laurent, celebrata il 10 agosto è l’occasione per festeggiare i 60 anni della Cité e i 10

anni della rete Saint Laurent. 700 persone venute da ogni parte, di tutte le condizioni, arrivate da ogni angolo della Francia, si sono riunite alla Cité St. Pierre. La rete St. Laurent invita i diversi gruppi di cristiani che condividono un cammino di fede con le persone che vivono situazioni di povertà, di fragilità e di esclusione. I 10 anni della rete St. Laurent coincidono con i 60 anni della Cité St. Pierre. Dunque questo 10 agosto è un grande giorno di festa! Da qualche giorno i preparativi sono già a buon punto! C’è un formicolio nei diversi luoghi della Cité: l’équipe logistica, l’animazione, il servizio biancheria, l’accoglienza … tutti danno il loro contributo, dal personale dipendente ai volontari, per questo bell’evento. La festa si vive in collaborazione con il santuario e la città di Lourdes. Il giorno “X” tanto atteso arriva. Questo 10 agosto, festa di St. Laurent, è un grande giorno! Fin dalle 8.30 la parata si mette in marcia verso il santuario. Come è bello vedere questa folla molto colorata, diversificata per cultura, età, situazione, che canta e danza nelle strade, incamminandosi verso il santuario; le persone che si incrociano al passaggio sono curiose ed entusiaste. Alcune fermate nelle piazze danno l’occasione, soprattutto a chi proviene dai diversi paesi dell’Africa, di esprimere la propria cultura con canti e balli. Gridi di gioia, fischi, clowns, danno vita a questo percorso. La gioia e la festa scoppiano da tutte le parti! Ma il momento più bello è l’arrivo dei “giganti” fabbricati dall’équipe di animazione. Sono i grandi Santi che si sono messi all’ascolto dei più poveri.

Così, nella parata, sfilano di volta in volta Padre Rodhain, fondatore della Caritas Francese e della Cité St. Pierre, Bernadette Soubirous, ispiratrice di questa caratteristica accoglienza alla Cité; San Lorenzo che ha presentato i poveri come la ricchezza della Chiesa, Padre Wrezinsky, fondatore di’Aiuto Quarto Mondo, San Vincenzo de Paoli che ha vissuto la carità, S.Francesco d’Assisi che è andato a cercare i poveri del suo tempo, Madre Teresa l’amica dei diseredati, San Martino di Tours che ha condiviso quello che aveva. Tutti hanno vissuto la carità facendosi vicini ai poveri. E’ facile riconoscerli vestiti da abiti che li contraddistinguono, portati dai volontari contenti di mostrarli alle persone che incrociano sul percorso. Una bella sfilata fino alla chiesa di Santa Bernadette dove ci siamo tutti riuniti per la messa festiva, presieduta da Mons. Blaquart, vescovo di Orléans e presidente del Consiglio nazionale della solidarietà. Su tutti i visi si nota un grande fervore. Davanti all’altare sono allineati i Totem di luce realizzati durante il festival dei talenti, con l’animazione di Alain Jacques, artista e marito di Carine; ci sono anche fiori preparati dal laboratorio di arte plastica della Cité, grazie all’iniziativa del volontario Frédéric. I giganti sono tutti là, presenti nel cuore dell’Eucarestia, ricordandoci l’importanza di essere vicini ai poveri e di dare voce a loro.

Questi modelli di santità sono stati confezionati dai volontari e vestiti con cura dal servizio guarda-roba insieme ai dipendenti.

E’ un grande momento di gioia, di festa vissuti in questo rifugio di pace che é la Cité St. Pierre. Essa accoglie i più diseredati e tutti quelli che cercano un luogo di pace, di convivialità, di risorsa nel magnifico paesaggio boschivo.

Sr. Monique, volontaria permanente

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Serata festiva per celebrare un doppio anniversario

“Buon anniversario alla Cité St. Pierre, Buon anniversario alla Rete St.Laurent ; è con questo ritornello che Pierre Favre e i musicisti del Festival San Lorenzo hanno invitato tutti i partecipanti a salire verso la Cattedrale all’aperto per vivere la veglia del 60° anniversario della Cité St. Pierre e il 10° anniversario della Rete St. Laurent. Così abbiamo visto sfilare un festoso corteo nei viali della Cité e trasformare la Cattedrale all’aperto in un immenso “dance floor”, a cielo aperto. Quella sera tutti i partecipanti alla veglia si sono dati appuntamento con la fraternità e la solidarietà. Tutti si sono ritrovati nello stesso slancio festoso: piccoli e grandi, giovani e anziani, persone disperate e operai dell’ultima ora. Responsabili nazionali della Caritas Francese o persone anonime, senza nessuna etichetta e nessun statuto, non si differenziavano. I saltimbanchi della gioia si sono ritrovati per celebrare questo doppio anniversario. C’è da chiedersi se quella sera Jean Rodhain e St. Laurent guardassero con occhi divertenti ciò che si viveva in loro nome. Poco importa; solo il desiderio di essere insieme nella gioia era importante. Sono trascorsi 60 anni sotto i nostri occhi in una sola serata, vedendo il film “Jaillit des Ronces” dei primi tempi della Cité e ascoltando i racconti di volontari e dipendenti. Diverse persone hanno parlato per mostrare i talenti, le ricchezze e i tesori scoperti durante tutto il Festival della Saint-Laurent. Veramente, lo scorso 10 agosto, le parole del Profeta Geremia hanno avuto tutto il loro significato:

“Allora le giovani donne danzeranno di gioia, giovani e vecchi si rallegreranno insieme”.

Thomas Butruille, Servizio animazione

Siamo venuti per affidare il nostro futuro a Maria, Sperando che lei possa sbrogliare tutte le nostre pene, E dopo qualche fatica, il nostro cuore è più leggero Sui passi di Bernadette, abbiamo molto pregato Zai, zai, zai …..

Siamo stati tutti invitati alla Cité St. Pierre Incitandoci a lasciare le nostre miserie Dopo un interminabile viaggio in treno Abbiamo perso 3 bagagli, ma non la nostra viva-cità Zai, zai, zai ….

Scusateci se vi abbiamo distratti Questa canzone è per darvi gioia E con la gioia nel cuore vi invitiamo A far partecipi della nostra missione i vostri amici Zai, zai, zai …..

La Vita alla Cité

Jocelyne Pierrot, volontaria della delegazione Chàlon/Reims – Ardennes

Viaggio della Speranza

Quest’anno, secondo i talenti di ognuno, è stata creata una canzone sull’aria di “fischiettare sulla collina di Jo Das-sin”

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Pagina 7 Numero 34 – Autunno

La Vita alla Cité

L’incontro delle famiglie alla Cité Saint Pierre…

Sono arrivata un lunedì sera, un po’ curiosa di scoprire un luogo mol-

to significativo ma abbastanza distante dalle mie convinzioni perso-

nali, vi trascorro due giorni per una sessione professionale, proprio

nel cuore della Cité, con le famiglie accolte dalla Caritas Francese. A seconda dei diversi gruppi di discussione, dei momenti di scambio

e di condivisione, grazie al patrocinio dell’antropologa Maria Mailat

e alla grande disponibilità delle équipes della Caritas, dei dipendenti

e volontari, ogni partecipante è invitato a parlare della famiglia. Ciò che più mi colpisce è che sono presenti 450 persone e io non so

distinguere tra chi è stipendiato, volontario o membro di una fami-

glia accolta. Coloro che hanno più bisogno di aiuto sono i primi a vo-

ler dare agli altri e quelli che stanno uscendo dalla povertà si

impegnano attivamente nell’associazione. Da questa dinamica emerge che non si tratta di una semplice operazione

di solidarietà, ma piuttosto di un vero movimento collettivo al servizio di un bene comune, quello di vivere in sicu-

rezza materiale e affettiva presso delle persone che ci permettono di crescere e di essere felici. Ho scoperto i terribili percorsi dei rifugiati che la Francia tenta di accogliere malgrado i pesanti rischi amministrativi.

Ho sentito vivamente la tristezza delle donne (e anche degli uomini) disperate per non aver alcun riconoscimento,

di sentirsi impotenti per se stesse e per i loro figli.

Sono emersi molti problemi, filosofici, sociali ed economici.

Non ho delle risposte: potrò averle io un giorno? Potremo averle noi un giorno?

Ma nell’attesa, sono comunque felice di aver condiviso questi due giorni alla Cité Saint Pierre, commossa di aver

vissuto questi tempi forti.

Grazie per la vostra accoglienza e grazie di avermi integrata tra voi.

Marina, consulente comunicazione interna – Ufficio MBV.Com- Incontro delle famiglie dal 26 al 30 ottobre 2015

Vedo mamme che hanno ritrovato il sorriso

Padri che scoprono la felicità dei loro figli

Famiglie che conservano il meglio e lasciano da parte il

peggio

Ragazzetti col viso raggiante

Adolescenti delle città molto contenti

Sì, vedo le differenti generazioni

E questo piacere di condividere

Sì io ritrovo infine un trattamento di parità

I colori si mescolano

Non ci sono differenze

Ci si aiuta e ci si incammina Solidarietà è la nostra parola-chiave

Sì, ho visto la fraternità

E le religioni e le abitudini mescolarsi

Tutti si sono adattati

E insieme siamo andati avanti

Ho visto delle persone ascoltarsi

Ho visto dei cittadini costruire bei progetti

Sì, ho visto piccoli e grandi aiutarsi

Ho visto sorrisi e lacrime

Tutti hanno abbassato le armi

Ho visto umorismo e amore

Lo sforzo di queste persone forti

Ho visto rinsaldarsi legami

Ho visto formarsi una seconda famiglia

Ho visto dei miracoli

Come la pioggia che non era più un ostacolo

Ho visto persone ricostruirsi e rivivere

Si affidano a noi

Senza costrizione

Si lascia esprimere l’emozione

Non ho visto più nessuna barriera

E delle persone fiere

In breve!

Ho gustato la vita e ciò che la Francia dovrebbe essere

oggi e vi ringrazio

La fraternità ci conduce insieme alla libertà per raggiun-

gere l’uguaglianza

Rania, 15 ans

Poema scritto e proposto da una adolescente venuta a vivere l’Incontro delle

Famiglie

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Grazie mille per questa settimana di felicità. Domenica 6 settembre oltrepasso la sbarra dell’entrata e, come ogni volta, mi sento un po’ ansiosa nel ritornare alla Cité Saint Pierre. Penetrare in questo luogo di serenità è sempre un’avventura nuova, ricca di incontri e di condivisioni. Ma stavolta è tutto diverso, non sono volontaria ma “invitata”. Questa distinzione ha qualcosa di magico. Concedersi una settimana per festeggiare un av-venimento, ritrovare gli amici è una fortuna, anzi, una grazia. Il titolo di invitata è un im-menso onore, un regalo, una ricompensa per il nostro lavoro di volontari. Arrivo dunque con l’impazienza di vivere intensamente questi momenti. La mia gioia è amplificata dalla missione che mi si affida: il reportage del sessantesimo anni-versario… Quale segno di fiducia! La fotografia e la scrittura sono le mie grandi passioni. Prendo questo invito come un regalo. Mi metto subito all’opera, apparecchio fotografico a tracolla e mi fiondo nei gioiosi gruppetti degli ex-volontari. Come non intenerirsi davanti alle tante effusioni d’amicizia! Uomini e donne si ritrovano, meravigliati. Alcuni si in-contrano regolarmente e sono diventati inseparabili. Gli anziani o i più giovani che si erano persi di vista si riconos-cono, stupiti e si raccontano i ricordi. Altri si commuovono ricordando coloro che non ci sono più. L’emozione mi sommerge. Osservo le reazioni dei dipendenti, dei volontari e degli invitati. Si mettono in posa oppure si lasciano sorprendere. Tanto meglio! Io cerco l’originalità. Essi apprezzano e chiedono foto, procurandomi l’immenso piacere di poter-gliele offrire. E’ più che normale che ognuno voglia conservare dei ricordi visivi di questa settimana festiva e spiri-tuale. Neppure gli animali ne sono risparmiati, si lasciano fotografare. Il maestoso cigno ne approfitta per mettersi in mostra. L’asino galoppa fino alla sbarra dell’entrata. Lo scoiattolo si ferma per l’istante di uno scatto. La natura ha qualcosa di magico, come se la Cité fosse l’ambiente perfetto per invitare alla meditazione i suoi visitatori. Anche la meteo ci favorisce: cielo blu, temperatura gradevole… Tutto ci porta e credere di essere in un angolo di paradiso. Ne approfitto anche per salire al Bèout con un gruppo. Tre ore di cammino per delle belle ricompense: raggiungere la cima e stabilire legami d’amicizia grazie all’aiuto reciproco. Indimenticabile la giornata a San Sebastian che mi lascia stupita per l’organizzazione. Il pic-nic di fronte all’oceano ci dà l’occasione di far conoscenza. Registro tutti questi momenti sul mio apparecchio fotografico. Passo il pomerig-gio visitando la città vecchia, apprezzando l’acqua deliziosamente tiepida sotto un cielo magnificamente azzurro… Squisiti anche i gelati degustati ridendo della nostra audacia e della nostra giovialità favorita dalla gioia di essere tra amici! Che meravigliosa settimana, vissuta come una benedizione. Immagino le parole che Mons. Rodhain avrebbe potuto sussurrarci: “Grazie, volontari, grazie invitati miei!” E i volontari rispondere in coro : “ Grazie a voi per aver guidato i nostri passi verso la Cité !”

Christine Chateau-Trichet, volontaria reporter al Raduno dei volontari della Cité-dal 7 all’11 settembre 2015

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La parola del padrone !

Carità o sviluppo? Non è proibito alla carità di essere intelligente.

“Carità o sviluppo? Non è proibito alla carità di essere intelligente”.(MSC, n.183, marzo 1068, p. 3)

In questa città del Medio-Oriente, i bambini che giocano nei “suk” hanno delle belle facce ro-tonde e sorridenti. Non soffrono la fame. Ma i dispensari di questa città sono pieni di bambini scheletrici. Il medico mi spiega: “Qui, le donne malnutrite hanno i seni pieni d’acqua. Questa cattiva qualità del latte materno produce scoliosi, malformazioni e soprattutto una mortalità anormale tra i più piccoli”. Il giorno dopo, visita alla mensa che serve ogni giorno un migliaio di pasti ai bambini del quartiere. I piccoli cantano a squarciagola, la cucina è buona e il menu abbondante. Tanto che alcuni bambini portano dei recipienti per por-tarsi a casa un po’ di “rab”. “Poiché, in queste regioni, il padre è servito per primo, in seguito i figli maschi. La donna resta per ultima. Ecco per-ché il vostro dispensario è pieno di piccoli scheletri. Le vostre scatole di latte sono un palliativo. Bisogna risalire alla causa. Lavorare per la promozione della condizione femminile, questo è il vero problema.” Che cosa bisogna fare? Distribuire scatole di latte oppure attivare scuole domestiche? Sono necessarie tutte e due: questi bambini oggi hanno bisogno di 100.000 scatole di latte, ma per quelli che verranno, questo paese ha bisogno d’imparare a rispettare i diritti della donna. Una carità miope si limiterà al latte in scatola. Una carità intelligente lavorerà anche per lo sviluppo. Uno sviluppo tecnico, che non sa essere umile, non ha niente a che fare con la Carità. Una carità rasoterra porta allo sviluppo integrale della dimensione umana del villaggio. Non è vietato alla Carità di essere intelligente …. Il Vangelo è impietoso per quel prete o per quel levita che ci vengono presentati disattenti al ferito che giace al bordo della strada da Gerusalemme a Gerico. Al contrario, ci fa l’esempio del buon Samaritano con la sua carità in due tempi. Ribadisco, in due tempi. Nel primo tempo, egli agisce personalmente: si avvicina, lo cura, lo trasporta, è l’assistenza diretta. Nel secondo tempo questo Samaritano fa ricorso alle strutture dell’epoca: le locande alberghiere. Egli affida il suo ferito a questa istituzione e collabora versando due denari all’albergatore. Glielo raccomanda e promette di tor-nare e di rimborsare le spese supplementari. Come farebbe un assistente sociale riempiendo un modulo e calco-lando il ticket del Servizio Sanitario. Il buon Samaritano non era nella fase della cieca assistenza, ma era così perspi-cace da rivolgersi agli organismi competenti dell’epoca. Non distribuiva solo una medicazione momentanea, ma sapeva prevedere un’azione duratura nel tempo. Era cosciente di doversi affidare agli specialisti in grado di ospi-tare e di curare. Sapeva investire delle risorse per questa attività. Praticava una carità intelligente. Non è proibito alla Carità di essere intelligente. “Va e fa anche tu lo stesso” ordina il Cristo dopo aver esposto la storia del buon Samaritano. Non c’è da strappare questa pagina del Vangelo in due parti per ricordare solo la medicazione del ferito: la Carità di questo Samaritano va più lontano: essa organizza il futuro adattandosi alle strutture esistenti. Che si tratti di bambini senza latte o di villaggi senza pane, Carità e sviluppo non si oppongono. La vera Carità si proietta nel futuro. La Carità di oggi prepara la Giustizia sociale di domani. La Carità di domani suscita lo sviluppo a misura d’uomo. Tutto è connesso. La Carità è un fuoco che divora, acceso nel cuore di Cristo. La Fede scomparirà al momento del faccia a faccia eter-no, per far posto all’evidenza. La Speranza verso l’al di là anch’essa scomparirà per far posto alla certezza della vita eterna finalmente raggiunta. Solo la Carità resterà. E’ S. Paolo, il maestro di ogni teologia e l’organizzatore della prima colletta per la fame, che l’ha proclamato.

1—Réédité dans TAFDM, pp.135-138. (note de l’éditeur), 2—Luc X 29-34, 3—Luc X 35, 4—Luc X 37, 5—1 Cor XIII 13, 6—1 Cor XVI 1-4 - II Cor VIII 1-24, IX 1-15. Rom XV 20-28. Gal II 10. Actes XXIV 17 - XI

Jean Rodhain

Testo proposto da Véronique Camy, Servizio prenotazioni

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A loro la parola !

Francisco si dona completamente agli altri.

“Tutto quello che non è dato, è perso” … questa parola di un suo amico francescano, ha

profondamente segnato Francisco, giovane volontario spagnolo arrivato inizio ottobre

alla Cité e che ha deciso di camminare con noi per fare suo e mettere in pratica il

simbolo della bilancia della carità immaginato Mons. Rodhain: equilibrio tra preghiera e

azione, tra Dio e i bisogni del mondo. Di formazione sociale, Francisco ha lavorato per la

Caritas spagnola, ma anche come missionario laico nella foresta amazzonica in Bolivia e

poi in Argentina, dove era novizio in una comunità. Attualmente è in un periodo di

riflessione e si dà totalmente agli altri con il servizio, l’incontro, la condivisione, ma

anche con la preghiera e la ricerca di Dio. “Alla Cité, scopro che siamo tutti poveri.

Cristo è la nostra ricchezza. Provo un invito molto forte all’ascolto, all’accoglienza di tutti e di ognuno con le sue

ferite e il suo percorso di vita …… chiunque sia l’altro, pellegrino, volontario o stipendiato della Cité; è attraverso

loro che Dio mi parla.”

Volontario, chi sei tu? Come Abramo, Geremia, San Paolo e altri missionari nella Bibbia, il mio sogno era di allontanarmi dalla mia famiglia per servire e non essere servito, proclamando la buona novella del Regno. Nato da una famiglia di 13 figli e oltretutto il maggiore dei maschi, ho avuto il privilegio di essere stato sempre servito. Ho imparato a servire gli altri solo quando sono entrato in seminario e come prete missionario. Nel frattempo, attraverso le ONG (organismi non governativi) e diversi organismi internazionali, ho incontrato i “volontari”. Giunti dal mondo intero, tanti hanno dato del loro tempo, in diverse circostanze, per servire gli altri negli ospedali, nelle prigioni, negli orfanatrofi e soprattutto tra i rifugiati in tempo di guerra. Per me erano uomini e donne con un carisma eccezionale! “La mia preoccupazione era quella di sapere quando, dove e come io avrei potuto fare come loro” Ho conosciuto il volontariato alla Caritas attraverso la lettura e grazie ad un confratello che aveva già fatto questa esperienza. Ho allacciato il mio grembiule, preparato la tavola e servito come Lui, Gesù, all’ultima Cena con gli apostoli. Allora, secondo voi, chi è il più grande: quello che è a tavola per essere servito o quello che serve?

Testimonianza di Padre Cléoface di Kinshasa, volontario alla Cité

Giovani e volontari alla Cité St Pierre a Lourdes Hanno tra i 18 e i 30 anni e oltre. Vengono dalla Francia, dall’Europa, dai Paesi dell’Est, dal Vicino-Oriente, dall’Africa, da tutti i continenti. Sono studenti, lavoratori, stagisti, in ferie, alla ricerca di un lavoro, richiedenti asilo. Sono cristiani e non, curiosi, alla ricerca dell’incontro, al di là delle lingue, culture, religioni. Ricercano un senso da dare alla loro vita. Grazie a internet, al passaparola … Arrivano... Volontari alla Cité e raccontano:

“Sono colpito dalla facilità con la quale sono stato accolto, in maniera gratuita ed evangelica, nella maniera in cui mi hanno iniziato al servizio (fare i letti nei padiglioni, le pulizie, lavare le stoviglie ….)” “Sono venuta alla Cité e mi sento liberata, sollevata; avevo perso la Fede e la ritrovo”

“ La Cité St Pierre è anche una eccezionale opportunità di incontri straordinari. Infatti molti possono essere già stati sconvolti e edificati, parlando con un pellegrino, un volontario o un dipendente. Questo ci ricorda lo specifico di vivere la fede in comunità, incoraggiandoci e ispirandosi gli uni agli altri, sotto lo sguardo di Dio.” E’ in questo modo che i giovani si invitano e si ritrovano ”per un tempo privilegiato di ricerca, di sconvolgimenti, di interrogativi e di ripartenze, per condividere i propri tesori spirituali (quali magnifici doni) e crescere insieme nella propria fede.” Quando degli adulti si uniscono a loro chiedono: “Condivideteci le vostre esperienze giovanili in modo che noi possiamo trasmetterle ai nostri figli e ai giovani dei nostri quartieri che hanno difficoltà a vivere la loro fede”.

Testimonianze raccolte da Padre Roger, Figlio della Carità, Cappellano alla Cité

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Cronaca

Sorriso, buonumore, benevolenza ed efficacia! Marc Chanliau è arrivato l’11 maggio alla Cité come Responsabile Amministrativo e Finanziario. Originario di Tolone, Marc ha fatto i suoi studi dai Maristi con la passione dello scautismo, della vela e della marcia. Cresciuto in una famiglia di marinai è entrato nella marina mercantile, navigando in gran parte del globo; ciò gli ha permesso “di conoscere da vicino la vita della gente”. Padre di 5 figli, Marc ha deciso di stabilirsi nella Manche entrando in una società cooperativa ope-raia e occupando diversi posti di responsabilità. Impegnato nell’animazione litur-gica della Pastorale giovanile, ha deciso di “cambiare vita” accettando il posto di economo diocesano, che gli veniva proposto dal Vicario generale, per 7 anni. Nel 2014 ha assunto la direzione del centro dipartimentale dell’Unione Diaconale del Var. Spinto dal desiderio di “lavorare a servizio della Chiesa”, Marc ha scoperto la Cité Saint Pierre grazie a Jeanne-Marie. Sensibile al messaggio di Lourdes portatoci da Bernadette, è una “persona di sostegno” preziosa per la Cité.

Appello al volontariato La Cité Saint Pierre è felice di vedere riempirsi l’agenda delle prenotazioni 2016! Cerchiamo volontari per l’intero anno e per tutti i servizi della Cité: accoglienza, servizio permanenza, segretariato, comunicazione, anima-zione, servizio liturgico, cassa, trasporti, guide, servizi tecnici, giardini, sicurezza, magazzino, ristorazione, pulizie e guardaroba. Se avete da 18 a 80 anni, siete in buona salute e disposti a “vivere l’incontro”, contattate il servizio volontariato al n° 0033.5.62.42.71.16 che vi guiderà.

CALENDARIO 2016 dei gruppi che riempiranno la Cité richiedendo un numero importante di volontari

PARTICOLARITA’ dal 22 al 29 maggio 2016

Accoglieremo la Conferenza delle Caritas d’Europa dal 22 al 29 maggio 2016. Questo incontro radunerà delle persone in precarietà del continente europeo. Al fine di facilitare gli scambi e per accoglierli bene, vorremmo fare appello ai volontari che parlano diverse lingue (inglese, irlandese, spagnolo, italiano, tedesco, serbo-croato, slovacco, russo, polacco, …)

Per ogni chiarimento riguardante il volontariato, contattare Yvette SEYED-DJAVADI: [email protected] / 0033.5.62.42.71.16

APRILE MAGGIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE Dal 21 al 24 Cappellania dell’Insegna-mento cattolico di Midi-Pyrénées

Dal 5 al 8 Fede e Luce, provincia Rhone/Azur

Dal 11 al 16 Pellegrinaggio dell’Assunzione

Dal 7 al 12 Incontro dei volontari della Cité e degli ex-volontari Cari-tas

Dal 10 al 14 Giornate Nazio-nali Caritas Francia

Dal 9 al 12 Raduno dei preti del Prado della Francia

Dal 22 al 27 Caritas Euro-pa

Dal 19 al 25 Caritas Alsazia

Dal 28 al 31 Federazione Nazionale e Internazionale dei Centri di Preparazione al Matrimonio

Dal 27 al 29 Caritas Interna-zionale

Originaria di Coutances, Jeanne-Marie BOUDANT è arrivata alla Cité Saint Pierre nel settembre 2014, per una missione di un anno come In-caricata della Promozione e

dello sviluppo. Dopo una rapida scoperta del luogo, grazie al suo dinamismo e professionalità, Jeanne-Marie ha messo in opera un piano d’azione per promuovere la Cité Saint Pierre. Ha saputo creare una squadra, instauran-do una metodologia di lavoro per realiz-zare nuovi strumenti promozionali moder-ni, adatti ad un pubblico eterogeneo. A fine agosto, Gonzague, il direttore della Cité, riuniva i volontari e i dipendenti per un brindisi di saluto e di ringraziamento a Jeanne-Marie.

Equipe Promozione

Grazie, Jeanne-Marie Benvenuti, Marc e Claire

Convinzione, sorriso, impegno e professionalità Claire Ozoux è arrivata il 1° settembre per sostituire Jeff e Jeanne-Marie alla comunicazione e promozione della Cité. L’avrete certa-mente incrociata con un macchina fotografica a portata di mano o semplicemente mentre discute, spiega, comunica per far conoscere la nostra bella Cité Saint Pierre! Claire conosce bene il settore asso-ciativo, così pure il mondo della Chiesa. Ha incominciato la sua vita

professionale come inviata-stampa presso l’Associazione dei Paralizzati di Francia; questa prima esperienza l’ha convinta a mettere la sua competenza professionale al servizio delle persone in difficoltà. Dopo un periodo di due anni nel servizio comunicazione della Società San Vincenzo de’ Paoli, si è occupata della comunica-zione nel centenario dello scautismo. Madre di 3 figlie, Claire si è impegnata come volontaria in numerose associazioni, tra cui la Caritas. Perciò è naturale che possa occupare il posto di Incaricata della Comunicazione e Promozione della Cité.

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La Gazzetta della Cité è pubblicata dalla Cité Saint Pierre – Secours Catholique Caritas France – 33 avenue Mgr Rodhain – 65100 Lourdes – Tel : 0033 5 62 42 71 11. Mail : [email protected] – Sito : www.citesaintpierre.net - Twitter : @citesaintpierre.net – Facebook : Cité Saint Pierre – You Tube : Cité Saint Pierre Hanno partecipato alla realizzazione di questo numero : Gonzague Amyot d’Inville, Véronique Camy, Serge Blans, Valérie Jassaud, Marc Chanliau, Marina Bellouin-Volant, Yvette Seyed-Djavadi, Père Roger Mimiague, Sœur Marie Sabine Fauquenois, Sœur Monique, Père Cléoface, Thomas Butruille, Christine Châ-teau Trichet, Jocelyne Pierrot, Claire Ozoux Capo Redattrice : Claire Ozoux - Direttore della pubblicazione : Gonzague Amyot d’Inville

Lavori di ristrutturazione Ad inizio novembre sono cominciati nuovi lavori in due significativi padiglioni della Cité:

S. Paolo e S. Paolo Fuori le Mura. Per questo fine stagione, i volontari ancora presenti hanno dovuto rifugiarsi nel padiglione S. Martino

I lavori previsti consistono essenzialmente nella modernizzazione delle strutture, restauro dei rivesti-menti murali e dei pavimenti; allestimento di camere per persone con ridotta mobilità e un notevole miglioramento degli impianti termici. Tutto questo nello spirito di un miglioramento duraturo, che ci caro da lungo tempo. Al momento in cui scriviamo queste note, i lavori sono soprattutto di demolizione delle parti interne. Camere, cor-ridoi e sanitari sono irriconoscibili! Le parti esterne sono protette da barriere e ponteggi e le imprese si affrettano nella prosecuzione dei lavori. Previsioni per la consegna del padiglione S. Paolo a partire dai primi giorni di aprile!

Vacanze famiglie, estate 2016

Vacanze, Tranquillità, Riposo, Sport, Pausa spirituale, A Lourdes, Nei Pirenei ….

Uno dei 5 obiettivi del progetto 2015/2020 della Cité Saint Pierre è l’accoglienza delle famiglie e quindi sono riservate 2 settimane per tutte le famiglie che desiderano ve-nire a vivere un tempo di vacanze alla Cité.

Prendete nota nelle vostre agende! Riservate al più presto!

Sessione Jean Rodhain – “Chi è? Quale impulso può dare oggi alla Caritas Francese?” Da martedì 16 febbraio 2016 al mattino di venerdì 19 febbraio 2016. E’ aperta a tutti i membri della Caritas francese (volontari, dipendenti, stipendiati). Sarà animata da Padre Luc Du-brulle, noto specialista di Jean Rodhain.

Volontari della Cité non esitate ad iscrivervi!

www.citesaintpierre.net

Decisamente più colorato, più intuitivo e più completo.

Dal mese di luglio, la Cité Saint-Pierre si è dotata di un nuovo sito internet. Alcuni l’hanno già scoperto e apprezzato, altri gli daranno prossimamente un’occhiata e gli appassionati non potranno più farne a me-no.

www.citesaintpierre.net è il frutto di tutto un lavoro fatto da Jeanne-Marie nell’ambito della sua missione. Attraverso questo nuovo sito, la Cité Saint Pierre si augura di far vivere il suo progetto istituzionale per il 2015/2020: mostrando ciò che vi si vive offrendo informazioni sulla Cité Saint-Pierre che non si trovano altrove dando la parola alle persone accolte alla Cité (volontari, pellegrini, visitatori …) facilitando la preparazione di un soggiorno alla Cité (con strumenti on-line …) permettendo una pre-riservazione on-line

Da venerdì 8 luglio a mercoledì 13 luglio 2016 Da giovedì 25 agosto a martedì 30 agosto 2016

Lunedì 16 novembre, Rémi LEBEAU, 65 anni, volontario alla Cité dal 2003, ha raggiunto la casa del Padre. Amava testimoniare come si era liberato dall’alcool. Inizialmente malato di cancro, diceva di es-sere guarito a Lourdes da Maria e di fatto il suo stato di salute gli permetteva di ripetere dei soggiorni alla Cité. Ma, più tardi, una ripresa del male l’ha obbligato ad annullare i suoi soggiorni. Conservava tuttavia dei legami con la Cité, attraverso volontari e il servizio di volontariato. Preghiamo per lui e affi-diamolo a Maria.